Biologia del Lupo - Comune di Calenzano
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Biologia del Lupo - Comune di Calenzano
Biologia della specie Canis lupus (Linnaeus, 1758) 1 Sistematica e filogenesi Secondo l’attuale tassonomia, l’inquadramento sistematico del lupo è il seguente : PHILUM : Cordati SUBPHILUM : Vertebrati CLASSE: Mammiferi ORDINE : Carnivori FAMIGLIA : Canidi GENERE : Canis SPECIE : lupus Il lupo (Canis lupus) è un mammifero placentato appartenente alla famiglia dei Canidi ed all’ordine dei Carnivori. La famiglia dei Canidi è suddivisa in 3 sottofamiglie (o tribù): Canini, Simocionini ed Otocionini. 1 Alla sottofamiglia dei Canini appartiene il genere Canis, che comprende 7 specie selvatiche: il lupo (C. lupus), il coyote (C. latrans), lo sciacallo dorato (C. aureus), lo sciacallo striato (C. adustus), lo sciacallo dalla gualdrappa (C. mesomelas), il lupo rosso (C. rufus) ed il lupo abissino o sciacallo del Simien (C. simensis). Il lupo comparve in Eurasia nel Pleistocene inferiore (tra 1 e 2 milioni di anni fa), in vasti territori occupati dalla tundra, e solo 750.000 anni fa si diffuse in America Settentrionale, attraversando le terre emerse che occupavano la zona dello stretto di Bering. 2 Sottospecie Il lupo è una specie politipica e la classificazione delle sottospecie di Canis lupus è complessa. In base agli autori ed al periodo storico di riferimento, la classificazione può variare anche di molto: in generale, sono attribuite al lupo ben 32 sottospecie (Mech, 1970), di cui 24 nel Nord America ed 8 in Eurasia. Per ciò che riguarda il Nord America, vengono individuate 5 sottospecie prevalenti (Nowak,1995; Mech e Boitani, 2003): il Lupo Bianco (C. lupus arctos), presente in Groenlandia ed in Canada, dal classico mantello bianco o crema, il Lupo del Messico (C. lupus baileyi), presente in Messico ed in parte del Texas e dell’Arizona, il Lupo dei boschi, o lupo del Canada (C. lupus lycaon), il Lupo delle Grandi Pianure (C. lupus nubilus) ed il Lupo Occidentale o Lupo Canadese (C. lupus occidentalis), la sottospecie più grande, presente in Alaska ed in Canada, la quale è stata oggetto della reintroduzione iniziata a Yellowstone nel 1995. Wilson et al. (2000) adottano una nuova classificazione, secondo la quale Canis rufus ed alcuni lupi della popolazione dei Grandi Laghi costituiscono in realtà una nuova specie, Canis lycaon. Per la regione eurasiatica, Nowak (1995) individua la presenza di 5 sottospecie attualmente viventi: il Lupo della tundra d’Eurasia (C. l. albus), il Lupo comune (C. l. communis), presente nella Russia centrale (in declino ma cacciato legalmente), il Lupo del Mar Nero (C. l. cubanensis), anch’esso in declino, presente nel territorio compreso fra il Mar Caspio ed il Mar Nero, il Lupo europeo (C. l. lupus), la sottospecie 2 più diffusa in Europa ed in Asia, ed il C. l. pallipes, presente in Medio Oriente, Afghanistan, Pakistan ed India. Hefner e Geffen (1999) aggiungono all’elenco anche la sottospecie C. l. arabs, presente in Arabia Saudita, Yemen ed Oman, mentre Aggarwal et al. (2007) indicano la presenza di 9 sottospecie, tra cui il lupo iberico Canis lupus signatus. In queste classificazioni, la popolazione italiana viene indicata come appartenente alla sottospecie C. l. lupus. Altobello (1921) aveva proposto la sottospecie C. l. italicus, non accettata in quanto descritta esclusivamente in base a caratteristiche fenotipiche. Recenti analisi genetiche (Randi et al., 2000; Lucchini et al., 2004; vonHoldt et al., 2011) e biometriche (Nowak e Federoff, 2002) hanno dimostrato che la popolazione italiana risulta sufficientemente differenziata dalle altre popolazioni eurasiatiche di lupo, al punto di poter essere considerata come una sottospecie distinta (Lucchini et al., 2004). Fig. 1. Distribuzione attuale mondiale del lupo con sottospecie in evidenza (da http://en.wikipedia.org) 3 Descrizione, morfologia e biometria Descrizione generale È il canide di dimensioni maggiori, il suo peso può variare dai 15 ai 55 kg per le femmine e i 20-80 kg per i maschi (Mech, 1974); in genere, in concordanza con la legge di Bergman sui mammiferi a vasta distribuzione latitudinale, le popolazioni con individui di maggiori 3 dimensioni si trovano alle latitudini più settentrionali. In Italia il peso del lupo assume valori intermedi, oscillando in media, nei maschi adulti, tra i 25 e i 35 kg, e comunque non superando mai i valori di 40 - 45 kg (Ciucci e Boitani, 1998). Le femmine sono leggermente ridotte in peso (circa del 15 - 20%) e in dimensioni rispetto ai maschi. Morfologia Il lupo presenta un corpo snello e, contemporaneamente, robusto con arti relativamente lunghi, torace stretto, testa ampia, muso appuntito, collo corto e coda di medie dimensione (rappresenta meno di un terzo della lunghezza del corpo). La lunghezza, dalla testa alla base della coda, varia tra i 110 e i 148 cm, la coda misura circa 30 - 35 cm e l’altezza al garrese è di 50 - 70 cm (Ciucci P. e Boitani L., 1998). Le orecchie presentano una tipica forma triangolare con base larga e sono relativamente corte. Gli occhi del lupo sono generalmente chiari, comunemente di color giallo ocra e di forma leggermente obliqua. Parametro Lunghezza del corpo (M) Lunghezza del corpo (F) Altezza al garrese Coda Orecchie Misura 133 ± 1,5 cm 130 ± 1,6 cm 69 ± 1,2 cm 34 ± 0,5 10,8 ± 0,16 cm Min-Max 117-148 cm 109-148 cm 49-73 cm n 23 25 33 39 37 Tab. 1. Misure biometriche su un campione di lupi italiani (Boitani et al., 1991) La coda è folta, soprattutto durante la stagione invernale e, rispetto a quella del cane, è più corta e spesso differisce per il portamento: nel lupo, infatti, è tenuta in genere orizzontale o bassa quando l’animale è in movimento (Boitani, 1986), mentre nel cane assume diverse posizioni in relazione anche alla razza. Osservato a distanza un lupo potrebbe essere scambiato per un cane di grosse dimensioni; le differenze che possono permettere la discriminazione sono: - mantello: nel lupo è più uniforme e mostra un tipico bandeggio scuro sia lungo gli arti anteriori, sia all’estremità della coda, nella regione dorsale e sulla punta delle orecchie. Il mantello del lupo è, inoltre, costituito da due tipi diversi di pelo (uno lanoso e folto detto “borra”, ed uno più lungo e scuro detto “giarra”). - mascherina facciale ai lati delle labbra: nel lupo ha un colore biancocrema, così come le zone ventrali del corpo e l’interno delle zampe. 4 - proporzioni: il naso è molto piccolo rispetto al cranio, che si presenta più largo e schiacciato di quello di un Pastore tedesco o di un Siberian husky e senza il tipico “stop” frontale (Berzi, 2002). Una delle caratteristiche morfologiche principali che distingue univocamente il cranio di un lupo da quello di un cane è l’angolo orbitale (angolo acuto che si forma tra la retta orizzontale congiungente le arcate sopraorbitali e la linea laterale obliqua che dallo zigomo si dirige verso l’arcata sopraorbitale stessa) che nel lupo è di 40-45°, mentre nei cani oscilla tra i 53° e i 60°: da questo si evince che il cranio del lupo risulta più affusolato, il profilo più rettilineo e gli occhi inseriti più in alto (Pulliainen E.,1965). Fig. 2. Cranio di lupo (a) e di cane (b) a confronto: notare come nel caso (a) l’angolo orbitale sia più acuto, e lo stop meno accentuato (http://www.tipresentoilcane.com) Il cranio è strutturato in modo da “accogliere” i grandi muscoli temporali e masseteri impiegati nella chiusura e nella tenuta della mandibola. Questo sviluppo ed anche quello della dentatura riflettono la modalità di caccia tipica del predatore, e distinguono il lupo dal suo parente domestico. - orecchie: nel lupo sono più corte e di forma perfettamente triangolare; non sono mai tenute abbassate o pendenti come in molte razze di cane. - andatura: nel lupo è agile e leggera, più flessuosa che nel cane, e rettilinea; la coda viene quasi sempre tenuta in posizione rilassata e non supera mai un terzo della lunghezza del corpo. Dentatura 5 Il Lupo presenta una dentatura di tipo eterodonte, da carnivoro generalista, con un totale di 42 denti. La formula dentaria è I 3/3, C 1/1, P 4/4, M 2/3 , in cui il quarto premolare mascellare e il primo molare mandibolare rappresentano i cosiddetti “denti ferini”, tipici dei carnivori, capaci di tranciare ossa e recidere tendini (Ciucci P. e Boitani L., 1998).. Nei cuccioli il processo di dentizione si completa definitivamente tra la 16esima e la 26esima settimana di vita (Schonberner, 1965). I canini superiori del lupo sono lunghi 20-23 millimetri e larghi circa la metà (Boitani, 1986). Mantello Il colore del mantello presenta grande variabilità all’interno dell’areale di distribuzione della specie: il colore varia da bianco, crema, marrone, rossiccio, grigio, fino al nero. Alla variabilità generale del colore si associano anche variazioni occasionali nel bandeggio della testa, del collo, dei fianchi e delle zampe. La colorazione tipica degli esemplari italiani è di base grigio-fulva con tonalità marroni-rossicce, con il tipico bandeggio scuro sugli arti anteriori, la zona dorsale, la punta della coda e la punta delle orecchie. Il lupo presenta, inoltre, la caratteristica mascherina color bianco-crema ai lati della bocca. La zona ventrale e la porzione interna degli arti son anch’essi color crema. La presenza di individui completamente neri, comune nelle popolazioni nordiche, è segnalata da qualche anno anche nella popolazione italiana (Berzi, 2002). Il ricambio del pelo si verifica una volta l’anno, con caduta in primavera e ricrescita del pelo invernale già nei primi mesi autunnali. Alla nascita il cucciolo si presenta assai scuro, quasi nero, in tutte le sue parti tranne il ventre, dove la pelliccia è rarefatta: acquisirà la colorazione dell’adulto verso il quarto - quinto mese d’età (Boscagli G.,1985). 6 Fig. 3. Cucciolo nell’atto di imitazione dell’howling : notare il mantello lanuginoso e generalmente scuro Sensi I sensi del lupo sono molto sviluppati: fra tutti, l’olfatto è quello che svolge il ruolo più importante, dato che è coinvolto nell’individuazione delle prede e nell’azione di tutta la caccia. Il senso dell’olfatto del lupo risulta essere 100 volte più acuto di quello umano, e ciò permette all’animale di percepire la presenza della preda anche a diversi chilometri di distanza. L'udito è il secondo senso più sviluppato in un lupo. Il limite superiore di sensibilità arriva fino a 80 KHz, mentre nell'uomo è di soli 20 KHz. Un lupo può udire suoni fino a 10 km in ambiente boschivo e fino a 15-16 km in ambiente aperto; esso può inoltre percepire suoni non udibili dall'orecchio umano (per esempio gli ultrasuoni). La vista del lupo è comparabile a quella dell'uomo. Tuttavia un lupo è in grado di vedere ombre e, soprattutto, di individuare il movimento, anche a lunghe distanze e possiede una visione periferica estremamente accurata. Una panoramica sull’ibridazione Il cane domestico e il lupo sono interfecondi e, avendo una stretta affinità genetica, producono ibridi fertili. In base alla sola morfologia è difficile e problematico identificare gli ibridi cane x lupo (Allendorf et al., 2001); la genetica consente maggiore precisione, ma non oltre la prima generazione. Casi di ibridazione naturale tra cane e lupo sono segnalati in molte parti del suo areale, inclusa l’Italia (per es. Randi & Lucchini, 2002); in alcuni casi, inoltre, gli ibridi hanno mantello nero (Boitani e Ciucci, 2003). La conoscenza di questo fenomeno di 7 ibridazione è di particolare rilevanza nella salvaguardia della specie lupo, e tali eventi vengono studiati con interesse crescente anche nella provincia di Firenze. 8
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