Misure di mitigazione del rischio per la riduzione della

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Misure di mitigazione del rischio per la riduzione della
Prodotti fitosanitari
Misure di mitigazione del rischio
per la riduzione della contaminazione dei corpi
idrici superficiali da deriva e ruscellamento
Documento di orientamento
Gruppo di lavoro ad hoc
della Commissione Consultiva per i Prodotti Fitosanitari
Versione finale
Luglio 2009
CCPF/MitRis/Finale ─ 20 luglio 2009
Misure di mitigazione del rischio
per la riduzione della contaminazione dei corpi idrici superficiali
da deriva e ruscellamento
INDICE
1
2
INTRODUZIONE ..........................................................................................................3
DEFINIZIONI ................................................................................................................4
2.1
Corpi idrici superficiali da considerarsi rilevanti per l’applicazione di misure di
mitigazione del rischio per la vita acquatica in relazione all’uso di prodotti fitosanitari.....4
2.2
Aree di rispetto, fasce di rispetto, fasce tampone vegetate ...................................4
2.2.1
Fascia di rispetto non trattata .........................................................................5
2.2.2
Fascia vegetata non trattata ...........................................................................5
2.2.3
Ampiezza della Fascia ...................................................................................5
3 MISURE DI MITIGAZIONE DEL RUSCELLAMENTO SUPERFICIALE NEI TERRENI IN PIANO
(PENDENZA < 4%) ..................................................................................................................7
3.1
Fasce vegetate non trattate...................................................................................7
3.2
Solco (S)................................................................................................................8
3.3
Misure specifiche di mitigazione per prodotti fitosanitari applicati al suolo ............8
3.3.1
Interramento (INT)..........................................................................................8
3.3.2
Tecnica delle dosi molto ridotte ......................................................................9
3.3.3
Localizzazione del trattamento .......................................................................9
3.4
Combinazione di più misure di mitigazione ...........................................................9
4 MISURE DI MITIGAZIONE DEL RUSCELLAMENTO SUPERFICIALE NEI TERRENI IN PENDIO (> 4%)
10
4.1
Fasce vegetate non trattate nei terreni con pendenze > 4% ...............................11
4.2
Coltivazioni conservative .....................................................................................12
4.3
Colture di copertura .............................................................................................12
5 MISURE DI MITIGAZIONE NEI CONFRONTI DELLA DERIVA .....................................................13
5.1
Fasce di rispetto non trattate ...............................................................................13
5.2
Realizzazione di siepi (barriere vegetate)............................................................13
5.3
Altre misure di mitigazione della deriva ...............................................................15
5.3.1
Ugelli antideriva............................................................................................15
5.3.2
Ugelli antideriva sulle irroratrici per colture erbacee.....................................15
5.4
Applicazione sull’ultima fila dall’esterno verso l’interno .......................................16
6 RACCOMANDAZIONI ................................................................................................17
6.1
Raccomandazione 1 (classificazione delle macchine irroratrici)..........................17
6.2
Raccomandazione 2 (formazione e informazione) ..............................................17
6.3
Raccomandazione 3 (attività di ricerca)...............................................................17
6.4
Raccomandazione 4 (aggiornamento).................................................................17
7 BIBLIOGRAFIA...........................................................................................................18
APPENDICE..............................................................................................................21
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Misure di mitigazione del rischio
per la riduzione della contaminazione dei corpi idrici superficiali
da deriva e ruscellamento
1 INTRODUZIONE
Questo “documento di orientamento” è rivolto a tutti coloro che sono impegnati nelle attività di
valutazione del rischio dei prodotti fitosanitari nonché agli operatori cui è demandata l’attuazione
delle misure di mitigazione del rischio nei casi previsti.
Il processo di autorizzazione dei prodotti fitosanitari prevede, come è noto, che l’uso di ciascun
prodotto sia valutato anche in relazione al rischio di contaminazione delle acque superficiali.
La contaminazione dei corpi idrici superficiali a seguito dell’uso di prodotti fitosanitari può
verificarsi attraverso tre vie principali: per ruscellamento, per deriva e per drenaggio.
Nelle condizioni operative e ambientali italiane si considera prioritario il rischio di contaminazione
per ruscellamento e per deriva. Tuttavia, i necessari e successivi aggiornamenti di questo
documento di orientamento, potranno tenere in considerazione anche la via di esposizione
drenaggio.
Per deriva (drift) si intende lo spostamento fisico di una parte delle gocce che compongono il getto
irrorato, trasportate come particelle sospese dalla massa d’aria in movimento. La deriva non
comprende quindi il trasporto del prodotto fitosanitario attraverso l’atmosfera in forma gassosa,
definito generalmente come volatilizzazione, né l’allontanamento a causa del vento di particelle di
suolo contenenti il prodotto stesso.
Molti fattori possono influenzare la deriva, anche se il più importante è rappresentato dalle
dimensioni iniziali delle gocce. Quelle più piccole cadono a terra lentamente e sono più soggette a
fenomeni di deriva a seguito del movimento dell’aria.
Il ruscellamento (runoff) consiste nel movimento sulla superficie del suolo dell’acqua e dei
materiali in essa disciolti e sospesi. Si tratta di un fenomeno piuttosto comune nelle aree agricole, la
cui frequenza dipende da molteplici fattori. Dagli areali agricoli, tramite ruscellamento, possono
essere allontanati insieme all’acqua, ai sedimenti ed alle particelle sospese e disciolte presenti,
quantitativi significativi di prodotti fitosanitari. Tali sostanze possono raggiungere i corpi idrici
superficiali, attraverso i quali possono pervenire ad altri ecosistemi e comparti ambientali. Il
ruscellamento si verifica a seguito di eventi piovosi od interventi irrigui e pertanto nel corso
dell’anno il fenomeno può eventi ripetersi più volte.
La valutazione del rischio di contaminazione delle acque superficiali ha lo scopo di garantire, da
una parte, che l’uso di ciascun prodotto fitosanitario non comprometta lo stato di qualità delle acque
superficiali e, dall’altra parte, la salvaguardia degli ecosistemi acquatici.
Qualora gli esiti della valutazione conducano alla conclusione che nelle normali condizioni
d’impiego l’uso di uno specifico prodotto fitosanitario comporti un rischio “inaccettabile” per
l’ambiente acquatico, si devono mettere in atto misure di mitigazione del rischio capaci di ridurre
gli apporti di prodotto fitosanitario nelle acque superficiali e, conseguentemente, l’esposizione degli
organismi acquatici.
Il ricorso a misure di mitigazione del rischio, qualora efficaci e attuabili a costi sostenibili, permette
l’utilizzo di prodotti fitosanitari che, pur presentando aspetti critici sotto il profilo ambientale, sono
talora necessari per raggiungere gli obiettivi di protezione delle colture.
Inoltre, l’adozione su larga scala di misure di mitigazione del rischio può favorire il mantenimento
di uno stato di elevata qualità delle risorse naturali, con indubbi vantaggi sociali ed economici per lo
stesso settore agricolo.
L’adozione di misure di mitigazione del rischio è previsto non solo nell’ambito del processo di
valutazione dei prodotti fitosanitari, ma anche nel contesto della direttiva, recentemente approvata
dal Parlamento Europeo e dal Consiglio, che istituisce un quadro per l’azione comunitaria ai fini
dell’utilizzo sostenibile dei prodotti fitosanitari.
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La necessità di mettere in atto misure di mitigazione deve essere vista dal mondo agricolo non come
un ulteriore aggravio gestionale, ma come un’opportunità per riorganizzare il territorio agricolo,
utilizzando a fini di protezione ambientale una serie di strutture ecologiche già presenti, purtroppo
considerate alla stregua di “tare” senza alcun valore, quali capezzagne inerbite, siepi, aree a
vegetazione naturale o semi-naturale, etc.
Queste strutture se opportunamente gestite possono inoltre svolgere un’importante funzione di
salvaguardia dell’artropodofauna utile e della biodiversità.
Il presente “documento di orientamento” dovrà essere oggetto di frequenti aggiornamenti, per
tenere conto sia delle nuove acquisizioni scientifiche che delle informazioni derivanti
dall’applicazione delle misure individuate.
2 DEFINIZIONI
2.1 Corpi idrici superficiali da considerarsi rilevanti per l’applicazione
di misure di mitigazione del rischio per la vita acquatica in relazione
all’uso di prodotti fitosanitari
Sono da considerarsi rilevanti per l’applicazione di misure di mitigazione del rischio, allo scopo di
proteggere la vita acquatica, tutti i corpi idrici superficiali, naturali o artificiali, permanenti o
temporanei, ad eccezione di:
• Scoline (fossi situati lungo i campi coltivati per la raccolta dell’acqua in eccesso) ed altre
strutture idrauliche artificiali, prive di acqua propria e destinate alla raccolta e al
convogliamento di acque meteoriche, presenti temporaneamente.
• Adduttori d’acqua per l’irrigazione: rappresentati dai corpi idrici, le cui acque sono destinate
soltanto ai campi coltivati.
• Pensili: corpi idrici in cui la quota del fondo risulta superiore di almeno 1 metro rispetto alla
coltura trattata.
Non rientrano tra questi corpi idrici le risaie, soggette ad un altro tipo di valutazione e protezione
ambientale.
2.2 Aree di rispetto, fasce di rispetto, fasce tampone vegetate
Un’area di rispetto è “una superficie di terreno che separa fisicamente l’area trattata da un corpo
idrico o da un’area sensibile da proteggere”. Essa svolge più funzioni, con efficacia differenziata in
relazione alla tipologia e localizzazione all’interno del biotopo agricolo.
In letteratura, esistono vari termini (no spray zone, buffer zone, buffer strips, vegetative buffer
strips, conservation buffer strips, etc.) per indicare un’area di terreno non trattata interposta tra il
campo trattato e un corso d’acqua o una qualsiasi area da proteggere.
Sono possibili molti tipi di aree di rispetto, classificabili utilizzando 4 chiavi dicotomiche: coltivata
(sì/no), vegetata (sì/no), durata (permanente/temporanea), origine (artificiale/spontanea).
La condizione necessaria e sufficiente perché un’area sia di rispetto è che essa sia non trattata.
Un’area di rispetto è tale perché mette sempre “spazio” tra la sorgente inquinante (la barra,
l’atomizzatore, il terreno trattato) e l’oggetto da proteggere (es. il corpo idrico); se in tale spazio si
introduce anche una “barriera” (es. una siepe) si incrementa la sua capacità mitigatrice.
Per le finalità specifiche del presente lavoro si è ritenuto di utilizzare unicamente i seguenti termini:
fascia di rispetto non trattata e fascia vegetata non trattata. Poiché le fasce di rispetto possono
essere riferite non solo alle acque superficiali ma anche ad aree sensibili, si è tenuta la definizione il
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più ampio possibile in modo da includere tutte le possibili situazioni di rischio che posso essere
mitigate con l’introduzione di una fascia.
2.2.1 Fascia di rispetto non trattata
E’ una porzione di biotopo agricolo che separa fisicamente l’area trattata da un corpo idrico o da
un’area sensibile da proteggere. Rappresenta pertanto una fascia di sicurezza nella quale non può
essere effettuato il trattamento con il prodotto fitosanitario. Ha lo scopo di contenere la deriva e il
ruscellamento del prodotto stesso rispetto ai corpi idrici superficiali (salvaguardia degli organismi
acquatici) oppure rispetto ad aree esterne alla coltura (salvaguardia di artropodi o piante non
bersaglio).
Le fasce di rispetto non trattate possono comprendere:
a) un’area non coltivata (bordo, capezzagna etc.) che si interpone fra la coltura sulla quale
viene eseguito il trattamento ed il corpo idrico superficiale o un’area sensibile da proteggere;
Solo se inerbiti il bordo o la capezzagna possono avere una funzione antiruscellamento,
mentre mantengono la loro funzione antideriva anche se non sono inerbiti.
b) una porzione di campo coltivato non trattato confinante con il corpo idrico o con l’area
sensibile da proteggere;
c) una zona mista che nel suo insieme comprende sia una porzione di campo coltivato non
trattato sia un’area non coltivata.
2.2.2 Fascia vegetata non trattata
E’ una fascia ricoperta da un manto erboso che si interpone fra il bordo campo e il corpo idrico
superficiale. Ha lo scopo principale di contenere il ruscellamento per salvaguardare gli organismi
acquatici e:
a) non può essere un’area al bordo del campo dove transitano le macchine agricole (per evitare
il compattamento del terreno che ostacolerebbe l’infiltrazione dell’acqua) altrimenti
rientrerebbe nella tipologia “fascia di rispetto non trattata”;
b) deve avere una copertura vegetale uniforme ed ininterrotta, senza solchi.
2.2.3 Ampiezza della Fascia
L’ampiezza della fascia di rispetto non trattata e della fascia vegetata non trattata è rappresentata
dalla distanza fra l’area trattata e l’area da proteggere. L’ampiezza di tali fasce si misura nel modo
seguente:
- dal bordo del campo trattato (o dall’inizio della porzione di campo non trattata) al punto in
cui il pelo dell’acqua, abitualmente presente nel corpo idrico, incontra l’argine verso il
campo trattato.
Per meglio comprendere questa definizione si veda lo schema di Figura 1, e le foto che
rappresentano casi concreti di applicazione della fascia in Figura 2 e Figura 3.
Nel caso di aree da proteggere esterne alla coltura si dovrà misurare dal bordo del campo all’area da
salvaguardare.
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Figura 1: Ampiezza della fascia di rispetto. Si deve considerare il punto raggiunto
abitualmente dall’acqua presente nel corpo idrico.
Figura 2: Misurazione della fascia di rispetto non trattata e della fascia vegetata non
trattata.
Figura 3: La misurazione della fascia effettuata considerando l’altezza
abitualmente dell’acqua all’interno del corpo idrico superficiale
raggiunta
Per rendere realmente applicabili le misure di mitigazione, nel processo di valutazione la
definizione dell’ampiezza delle fasce dovrà rispettare la seguente condizione:
•
attraverso l’adozione delle misure di mitigazione del rischio disponibili, e
verosimilmente applicabili, deve risultare possibile una riduzione della deriva e del
ruscellamento tale da permettere di raggiungere un’ampiezza di tale fascia pari a 5 metri.
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Per quanto riguarda l’ampiezza delle fasce indicate sulle etichette dei prodotti fitosanitari,
non potrà comunque essere prevista un’ampiezza superiore a 30 metri.
3 Misure di mitigazione del ruscellamento superficiale nei
terreni in piano (pendenza < 4%)
3.1 Fasce vegetate non trattate
Quando l’area di rispetto è costituita da un’area non coltivata ma vegetata (fascia vegetata non
trattata) aumenta l’efficacia anti-ruscellamento: grazie alla presenza della vegetazione, in
particolare quando densa e permanente, essa è in grado di rimuovere sedimenti, sostanza organica e
altri contaminanti dall’acqua di ruscellamento. La mitigazione è dovuta all’azione combinata delle
comunità batteriche dei suoli e della vegetazione. La vegetazione agisce sia direttamente
(assorbimento dei contaminanti e rallentamento del flusso) sia indirettamente grazie ad alcune
modifiche indotte al terreno (aumento della porosità e della sostanza organica) che favoriscono
l’infiltrazione e l’adsorbimento dei contaminanti ai colloidi. Il termine fascia lascia intendere che si
tratta solitamente, almeno nei terreni di pianura, di bande lunghe e strette al bordo del campo
coltivato.
Interessante è la fascia tampone riparia, dove il termine riparia indica che la fascia è permanente e
occupa un’area generalmente a disposizione del corpo idrico, a volte interessata dall’esercizio
agricolo, che presenta un’efficacia di mitigazione solo nel caso sia interessata da una copertura
vegetale uniforme ed ininterrotta o dalla coltura agraria.
Per quanto riguarda l’efficacia delle fasce vegetate non trattate, un ruolo importante è rivestito non
solo dalle caratteristiche della fascia ma anche da altri fattori ambientali, in particolare dall’intensità
degli eventi piovosi.
In funzione della pendenza, nel processo di valutazione dovranno essere prese in considerazione le
possibili misure di mitigazione per i terreni in piano (pendenza inferiore al 4%) e per quelli collinari
(pendenza superiore al 4%).
In Germania si usano valori di riferimento (benchmark) che sostanzialmente rispecchiano il modello
EXPOSIT (Winkler, 2001) che contiene un’equazione empirica che permette di calcolare la
riduzione percentuale del runoff (RE) in presenza di fasce tampone vegetate di diversa larghezza
(FOCUS, 2007):
RE (%) = 100 – 10 (-0,083×larghezza buffer + 2,00)
I valori adottati dalla Germania sulla base sia di dati sperimentali che della modellistica appaiono
più cautelativi dei valori teorici ottenuti con il modello EXPOSIT e in sostanziale accordo con i dati
sperimentali disponibili in Italia per aree con pendenza < 4%. Pertanto, nel processo di valutazione
saranno utilizzate tali % di riduzione (Tabella 1).
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Tabella 1 Riduzioni percentuali di contaminazione in funzione dell’ampiezza della fascia
vegetata non trattata e della fascia di rispetto non trattata (terreni in piano:
pendenze < 4%)
Riduzione %
Larghezza
Fascia vegetata non trattata Fascia di rispetto non trattata*
buffer (m)
0
0
0
3
40
20
5
50,0
25
10
90,0
45
* tipologia a,b,c (si veda paragrafo 2.2.1.)
Nel caso dei diserbanti, per le colture erbacee e arboree, è possibile che la fascia sia costituita da
una fascia della coltura non diserbata (tipologia b) e quindi non trattata. Nel processo di
valutazione, l’applicazione di tale misura dovrà essere considerata anche in relazione alla sua
praticabilità, previa consultazione tra gli esperti ambientali e gli esperti di efficacia; in particolare si
deve escludere che il trattamento possa essere fatto su terreno nudo. Per trattamenti insetticidi e
fungicidi, la fascia può essere costituita da una parte della coltura non trattata, soprattutto per
colture industriali, ma in questo caso gli esperti ambientali e gli esperti di efficacia devono valutare
attentamente l’accettabilità del rischio che questa possa costituire fonte di infestazione o di inoculo
per l’intera coltura.
3.2 Solco (S)
Si tratta di un solco interposto tra il bordo del campo coltivato e il corpo idrico da proteggere aperto
parallelamente a quest’ultimo. La corretta localizzazione del solco è decisiva per la sua funzionalità
e in ogni caso deve essere ortogonale al flusso di ruscellamento. Deve essere aperto prima o subito
dopo il trattamento, avere una profondità di almeno 40 cm ed essere mantenuto in efficienza almeno
per 45 giorni dall’ultimo trattamento. Se viene abbinato alla fascia tampone vegetata deve essere
posto tra il campo e la fascia stessa in modo che l’acqua di ruscellamento investa la fascia con
flusso laminare, lento e verosimilmente meno concentrato.
La realizzazione del solco non costituisce solitamente un grosso problema operativo e può garantire
una mitigazione discreta degli eventi di ruscellamento più consistenti e molto buona di quelli di
minore intensità.
Con il solco si può ipotizzare un’efficacia nell’abbattimento del ruscellamento pari a circa il 20%.
3.3 Misure specifiche di mitigazione per prodotti fitosanitari applicati al
suolo
3.3.1 Interramento (INT)
Si attua con l’incorporamento dei prodotti fitosanitari nel suolo mediante una fresatura leggera o
con un intervento irriguo per aspersione di 5-10 mm.
Si tratta di una tecnica usata prevalentemente nel settore orticolo, anche se maggiormente onerosa
rispetto ad altri tipi di applicazione.
Secondo le esperienze acquisite in diversi paesi europei l’interramento consente di ridurre tra il 25 e
il 50% le quantità trasportate per ruscellamento nel caso di prodotti poco adsorbiti ai colloidi e tra il
35 e il 70% nel caso invece di quelli fortemente adsorbiti.
Si considera che l’interramento possa verosimilmente contribuire alla riduzione della quantità di
prodotto trasportato per ruscellamento di circa il 40%.
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3.3.2 Tecnica delle dosi molto ridotte
E’ una pratica adottata nel diserbo della barbabietola da zucchero e della soia basata sul ricorso a
miscele di diserbanti impiegati ciascuno ad una dose compresa tra 1/5e 1/10 di quella indicata in
etichetta. Con l’adozione di tale tecnica si ottiene una riduzione di prodotti complessivamente
impiegati pari a circa il 25%.
Il successo di questa pratica è fondamentalmente legato al rispetto delle seguenti condizioni:
1) esecuzione di uno scrupoloso monitoraggio della flora infestante;
2) tempestività di intervento su malerbe nei primi stadi di sviluppo (cotiledonare o 2-3 foglie
vere);
3) Utilizzazione di miscele di più prodotti con azione complementare o sinergica.
Si tratta di una misura applicabile ai soli erbicidi e il valore di abbattimento va definito caso per
caso.
3.3.3 Localizzazione del trattamento
Consiste nell’applicazione dei prodotti su una striscia di terreno (larga circa 20-25 cm) lungo la fila
della coltura di larghezza inferiore a quella dell’interfila. Con tale tecnica si può ritenere che la
percentuale di abbattimento della quantità di prodotto trasportato per ruscellamento sia
proporzionale alla riduzione della dose di impiego ottenibile. La localizzazione lungo la fila nei
trattamenti di pre-emergenza comporta una riduzione di prodotto compresa tra il 40% (come nella
soia con delle interfila di 45-50 cm) e il 70% (come nel mais seminato con un’interfila di 75 cm).
L’entità di tale riduzione verrà stabilita caso per caso in accordo con gli esperti di efficacia. Questa
tecnica richiede un’integrazione efficace tra il mezzo chimico e quello meccanico (sarchiatura tra le
file) e non è applicabile nelle colture ad interfila ravvicinata (meno di 40 cm).
3.4 Combinazione di più misure di mitigazione
La mitigazione del rischio risulta molto efficace quando si combinano insieme più misure di
mitigazione; tale strategia presenta il vantaggio di ridurre fortemente gli eventi di ruscellamento di
minore importanza e di attenuare quelli più rilevanti. Nella Tabella 2, a titolo esemplificativo, sono
indicate le misure ritenute più facilmente integrabili nella normale pratica agronomica. Risulta
chiara l’importanza della sinergia, ottenibile anche con fasce di ampiezza limitata (3-5 m).
Tabella 2: Esempi di mitigazione del ruscellamento in presenza di fasce vegetate non
trattate di diversa ampiezza e di misure di mitigazione aggiuntive
Larghezza
(m)
0
3
5
Applicazione di
dose molto
ridotte (almeno
del 25%)
25
25
25
Riduzione %
Inserimento
Inserimento
solco
fascia vegetata non
trattata
20
20
20
0
40
50
Mitigazione
complessiva*
(%)
40
64
70
(*) il valore della mitigazione complessiva in % non corrisponde alla somma della riduzione % di ciascuna misura, ma
deriva dal prodotto delle % di abbattimento per i livelli di contaminazione rimanenti dopo le varie misure di
mitigazione (si veda l’appendice)
Deve essere sottolineato che il metodo di calcolo della “mitigazione complessiva”, così come
proposto nella tabella 2, dovrà essere oggetto a breve di un riesame e di un approfondita
valutazione, possibilmente alla luce di nuovi dati sperimentali. Come evidenziato nel capitolo
introduttivo e come richiamato nella quarta raccomandazione (cfr successivo Cap.6.4), la natura
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degli argomenti affrontati in questo documento di orientamento è tale da rendere necessari costanti
e periodici aggiornamenti, specie nel breve-medio periodo, per tenere conto delle nuove
acquisizioni scientifiche e di ulteriori informazioni derivanti dall’applicazione pratica delle misure
di mitigazione del rischio.
Resta infine da sottolineare che la fascia vegetata non trattata, eventualmente integrata con il solco,
rappresenta una combinazione efficace contro la contaminazione da ruscellamento; perché la sua
efficacia risulti massima deve essere ben costruita, ben posizionata, ben mantenuta e ben abbinata
alle “buone pratiche agricole” di gestione del terreno. Si tratta di evitare la compattazione del suolo,
di utilizzare le pratiche di conservation tillage quando possibile, di migliorare la porosità e la
struttura del terreno e di prevenire la formazione della crosta.
In Appendice sono riportate tabelle di calcolo per le possibili combinazioni delle misure, le
indicazioni pratiche per la corretta gestione della fascia vegetata non trattata e indicazioni
esemplificative per le etichette dei prodotti.
4 Misure di mitigazione del ruscellamento superficiale nei
terreni in pendio (> 4%)
Il fenomeno del ruscellamento è particolarmente rilevante e si manifesta frequentemente nei terreni
collinari o più in generale caratterizzati da forte pendenza. Il controllo dei fenomeni erosivi e di
ruscellamento nei terreni in pendio rappresenta una pratica nella quale l’Italia vanta una lunga
tradizione. Le peculiari caratteristiche orografiche di buona parte del territorio italiano hanno,
infatti, determinato lo sviluppo e l’adozione di numerose sistemazioni idraulico agrarie. Le
sistemazioni dei terreni in pendio rappresentano già di per sé delle significative misure di
mitigazione, grazie alla disposizione sapiente di fossi, collettori, strade, siepi, terrazze, bande intraappezzamento ai bordi delle vie di circolazione.
La più antica e ancora diffusa sistemazione per i terreni in pendio in Italia è quella a “rittochino”
che prevede, secondo Giardini (2002) che “…il pendio sia suddiviso in unità colturali da scoline
parallele, distanti 15-30 metri l’una dall’altra, ed aventi un andamento rettilineo, il più possibile
vicino alla linea di massima pendenza. Le scoline sono spesso fiancheggiate da filari di vite. La
lunghezza degli appezzamenti è molto variabile: da poche decine di metri per pendenze del 20-30%
a 100-150 metri per pendenze del 5-10%; in media è di 60-80 metri. Anche le arature sono eseguite
a rittochino, solo dall’alto verso il basso e con ritorno a vuoto allorché la pendenza è troppo
elevata. L’acqua scende a valle sia attraverso le scoline che lungo i solchi di aratura; la massa
fluida è quindi finemente frazionata in tanti rivoli per cui la velocità e (quindi l’azione erosiva)
risulta frenata. Con pendenze elevate è tuttavia necessario interrompere la discesa dell’acqua con
capofossi a girapoggio non troppo distanziati”.
Agli effetti della mitigazione, in presenza a valle di un corso d’acqua da proteggere diventa
sostanziale far sì che l’acqua delle scoline non venga subito immessa nel sistema idrico principale
ma rimanga bloccata per un certo numero di ore. In questo contesto l’inerbimento dei canali sarebbe
molto utile.
Altre sistemazioni che vantano ancora una discreta diffusione sono quella a “cavalcapoggio” e
quella a “girapoggio”. La prima, ancora adottata nel Monferrato, nel Pesarese e nell’Appennino
Tosco-Emiliano, adatta a pendenze anche del 30%, è caratterizzata da unità colturali di forma
regolare delimitate da scoline parallele realizzate a cavalcapoggio. Ciascun filare è solitamente
delimitato a valle da un muretto a secco e presenta una distanza da quello successivo variabile tra
gli 8 ed i 16 m. La sistemazione a “girapoggio” idonea per pendici regolari, prevede: “…unità
colturali delimitate da scoline il cui andamento si discosta leggermente (1-2%) da quello delle
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curve di livello. In tal modo, se le condizioni lo permettono, la scolina scende a elica attorno al
rilievo delimitando fasce di terreno la cui larghezza varia in funzione della pendenza del pendio (in
genere 4-5m)”.
Secondo i risultati della sperimentazione esiste, di fatto, una relazione diretta tra pendenza del suolo
e quantità di erbicida riscontrata nelle acque di ruscellamento.
Tenendo conto delle non numerose sperimentazioni realizzate in Italia e delle esperienze acquisite
in altri paesi, le misure di contenimento del ruscellamento più efficaci sono rappresentate dalle
fasce tampone, dalle coltivazioni conservative e dalle colture di copertura.
4.1 Fasce vegetate non trattate nei terreni con pendenze > 4%
Nei terreni in piano, il ruscellamento avviene generalmente per mezzo di una lama d’acqua che si
sposta uniformemente lungo il profilo del suolo. In ambienti declivi, invece, i flussi di
ruscellamento tendono spesso a concentrarsi in rivoli più o meno intensi, e ad interessare quindi una
superficie limitata. Il concentramento dei flussi di ruscellamento può ridurre, in certe condizioni,
l’efficacia delle fasce vegetate non trattate. Inoltre, in caso di precipitazioni intense i flussi di
ruscellamento possono causare profonde incisioni del suolo determinando la comparsa di fenomeni
erosivi. In queste condizioni fasce tampone (boscate o inerbite) prossime al corso d’acqua possono
non espletare appieno la loro funzione ed essere meno efficaci delle fasce tampone vegetate poste ai
margini del campo.
In presenza di flussi di ruscellamento concentrati appare quindi ottimale realizzare un sistema che
associ fasce tampone vegetate di modesta larghezza lungo il corpo idrico a fasce di maggiore
ampiezza lungo i versanti in modo da intercettare e ridistribuire i flussi concentrati (Figura 1). In
sostanza, nei terreni in pendio ai cui piedi si trovano dei corpi idrici da proteggere non si dovrebbe
parlare di fascia tampone unica, ma di un “sistema di fasce vegetate di versante” per rallentare ed
intercettare a vari livelli il flusso di runoff.
Figura 4: Dimensionamento delle fasce tampone vegetate (da CORPEN, 2007).
Va ricordato che le fasce vegetate non trattate non dovrebbero essere considerate come capezzagne
o aree di manovra per le macchine aziendali, soprattutto nel caso di aree declivi, in quanto il
continuativo transito dei mezzi agricoli può comportare la formazione di zone di compattamento
che ostacolano la crescita della vegetazione e trasformare tali aree in canali preferenziali di
scorrimento delle acque.
Nei terreni in pendio il problema del ruscellamento e dell’erosione deve essere affrontato in maniera
più articolata rispetto alle condizioni dei terreni di piano. Diventa cioè essenziale un approccio
ancora più integrato al problema, che permetta di adottare un insieme di misure di contrasto in
grado di garantire un efficace abbattimento dei rischi di inquinamento dei corpi idrici e di perdita di
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da deriva e ruscellamento
suolo. Tali misure non dovranno perciò riguardare il singolo appezzamento, ma l’intero sistema
collinare nel quale esso è inserito.
Nel processo di valutazione è opportuno e prioritario verificare, con gli esperti che si occupano
della valutazione dell’efficacia dei prodotti, la possibilità di vietare l’utilizzo del prodotto
fitosanitario in aree con pendenza superiore al 4 %.
4.2 Coltivazioni conservative
Le coltivazioni conservative sono principalmente rappresentate dalla preparazione del letto di
semina mediante operazioni diverse di discissura in luogo della tradizionale aratura. I risultati della
sperimentazione di lungo periodo realizzata in Italia hanno fatto registrare nel caso delle colture
erbacee riduzioni di perdite di diserbanti di almeno il 20% a seconda dei prodotti impiegati e delle
intensità delle precipitazioni.
4.3 Colture di copertura
La copertura del suolo con colture seminate dentro la coltura da reddito ( es. orzo dentro il mais) ha
dimostrato di contenere efficacemente le perdite per ruscellamento sia di prodotti fitosanitari che di
terreno. Come detto per i terreni in piano, questa è una pratica di difficile gestione e poco utilizzata.
Nei terreni in pendio molto più interessante è la semina di colture intercalari tra la raccolta di una
coltura da reddito e la semina della successiva. Questa pratica diviene importante soprattutto in quei
periodi dell’anno nei quali il suolo non è occupato dalla coltura ed è quindi maggiormente esposto
ai fenomeni di ruscellamento ed erosione. Nel caso di prodotti fitosanitari ad elevata persistenza od
anche di elementi nutritivi quali azoto e fosforo, nel periodo autunno-vernino possono essere
allontanate grandi quantità di prodotto. Da qui deriva che le azioni di mitigazione hanno una
validità tutt’altro che stagionale, ma al contrario sono determinanti durante tutto l’arco dell’anno.
L’inerbimento degli interfilari nelle colture arboree o nei vigneti può essere visto come una variante
delle colture di copertura, quindi come una validissima misura di mitigazione, frapponendo un
ostacolo fisico ai fenomeni erosivi e di ruscellamento, con ovvi riflessi positivi in termini di
riduzione del trasporto di sedimenti, nutrienti e prodotti fitosanitari.
Nella tabella sottostante sono riportate i livelli di mitigazione stimati per i terreni collinari in
relazione alla sistemazione del frutteto o vigneto.
Tabella 3: Riduzioni percentuali di contaminazione rispetto al trattamento con agrofarmaco
(diserbante) a pieno campo, in funzione delle modalità di gestione dell’interfila
dei frutteti e dei vigneti, negli ambienti collinari
Disposizione del frutteto o
del vigneto
Filari secondo la massima
pendenza (rittochino)
Filari secondo le curve di livello
(cavalcapoggio, girapoggio)
Riduzione %
Inerbimento permanente
lavorazione dell’interfila e
nell’interfila e trattamento
trattamento con agrofarmaco
con agrofarmaco sulla fila
sulla fila
40
30
50
40
La presenza di un cotico erboso tra i filari dei frutteti o dei vigneti assolve contemporaneamente
molteplici funzioni. Tra queste, fondamentali sono la creazione di un habitat per l’entomofauna
utile e l’apporto periodico di sostanza organica al suolo a seguito degli sfalci.
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Misure di mitigazione del rischio
per la riduzione della contaminazione dei corpi idrici superficiali
da deriva e ruscellamento
5 Misure di mitigazione nei confronti della deriva
Correntemente, parlando di deriva (drift) ci si riferisce esclusivamente allo spostamento fisico di
una parte delle gocce che compongono il getto irrorato, che, trasportate come particelle sospese
dalla massa d’aria in movimento, possono raggiungere i corpi idrici superficiali.
Le misure di mitigazione della deriva possono essere di diverso tipo a seconda che siano finalizzate
a ridurre la formazione della deriva o che siano volte ad impedirne gli effetti. Se si scompone il
fenomeno della deriva primaria nei suoi elementi principali, è possibile distinguere
fondamentalmente tre ambiti di intervento per ridurla:
1. Intercettazione della deriva: rientrano in questo ambito le pratiche finalizzate a minimizzare
l’entità del deposito di gocce alla deriva nell’atmosfera su superfici non bersaglio (mediante
fasce di rispetto, siepi, etc.)
2. Produzione delle gocce: caratteristiche del getto irrorato e aspetti fluidodinamici e
aerodinamici connessi (mediante ugelli antideriva, etc.)
3. Trasporto delle gocce: caratteristiche degli elementi climatici nell’atmosfera presente fra
punto di irrorazione e bersaglio (es. temperatura, umidità relativa dell’aria, presenza di vento,
turbolenze, inversione termica).
5.1 Fasce di rispetto non trattate
L’obbligo di una fascia di rispetto non trattata (cfr. definizione di “fascia di rispetto non trattata”,
paragrafo 1.2.1), viene indicato sull’etichetta del prodotto fitosanitario quando è necessario ridurre a
livelli accettabili il rischio per gli organismi che si trovano all’esterno dell’area trattata. Gli
organismi nell’area esterna alla coltura sono esposti alla sostanza attiva a causa della deriva della
miscela fitoiatrica, in forma di aerosol, durante l’applicazione.
L’ampiezza della fascia di rispetto corrisponderà quindi alla distanza alla quale l’intensità della
deriva non produce rischi inaccettabili per gli organismi non bersaglio. Nella maggior parte dei casi
la fascia di rispetto non trattata è necessaria per proteggere gli organismi acquatici, ma in certi casi
questa deve essere applicata anche per la protezione di altri organismi non bersaglio, quali le piante
spontanee e gli artropodi utili. Gli organismi acquatici sono esposti alla sostanza attiva trasportata
anche per ruscellamento (runoff), a seguito di eventi piovosi. Per ridurre l’intensità del
ruscellamento sono più efficaci fasce di rispetto specifiche (fasce tampone vegetate), come descritto
in precedenza.
Per quanto riguarda il processo di valutazione, le ampiezze delle fasce di rispetto saranno definite
facendo riferimento alle % di riduzione della deriva utilizzate dal modello FOCUS (Step 4) per il
calcolo delle PECsw nei diversi scenari.
5.2 Realizzazione di siepi (barriere vegetate)
In presenza di deriva dovuta a trattamenti alle colture arboree, un accorgimento efficace, per evitare
che una parte delle gocce contenenti il prodotto fitosanitario vada a depositarsi fuori dal bersaglio e
possa contaminare corpi idrici superficiali, consiste nell’inserimento di barriere (siepi, alberature) in
grado di intercettare le gocce sottoposte alla deriva.
La presenza di barriere a sviluppo verticale all’interno delle aree di rispetto rappresentate da
vegetazione arbustiva e arborea costituisce un efficace sistema di intercettazione della deriva. In
questo caso, il livello di abbattimento della deriva può superare il 50 % anche a distanza di pochi
metri. Una caratteristica particolarmente importante della barriera vegetata è rappresentata dalla sua
porosità ottica, che condiziona la capacità “filtrante” della barriera nei confronti della deriva. Valori
ottimali di porosità si collocano tra il 40 e il 50%.
Va ricordato comunque che le funzioni ecologiche svolte dalla siepe sono numerose.
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Misure di mitigazione del rischio
per la riduzione della contaminazione dei corpi idrici superficiali
da deriva e ruscellamento
Se la siepe va impostata ex novo allora la progettazione deve essere funzionale all’obiettivo
principale che si vuol raggiungere.
Se deve servire principalmente da schermo allora si deve puntare su una buona porosità ottica che
dovrebbe essere tale già all’epoca dei primi trattamenti, per cui la precocità di emissione delle foglie
all’inizio della primavera può essere un importante fattore di scelta delle essenze da utilizzare. E’
rilevante anche l’altezza delle stesse in relazione all’altezza delle colture da trattare.
Se deve funzionare anche contro il ruscellamento superficiale allora è importante soprattutto la
composizione botanica delle essenze in relazione all’ombreggiamento della siepe stessa verso la
copertura erbacea sottostante. Con poca luce la vegetazione erbacea tende rapidamente a scomparire
e questo riduce la mitigazione, anche se viene surrogata quasi completamente dalla lettiera e
dall’aumento della sostanza organica in superficie. Con una copertura fogliare meno chiusa la luce
filtra più facilmente e quindi può restare attivo anche lo strato sottostante di vegetazione. Da questo
punto di vista per esempio le robinie sarebbero preferibili al platano, anche se le robinie grazie al
loro habitus cespitoso, tendono a invadere i terreni limitrofi con difficoltà di contenimento.
Se la siepe deve garantire la sopravvivenza di artropodi utili (parassitoidi e predatori utili),
favorendone lo svernamento e fornendo pabulum allora la programmazione della siepe è più
complessa.
La scelta delle specie deve favorire la sopravvivenza degli artropodi utili, senza peraltro costituire
un ambito di riproduzione per le specie nocive. Una siepe con queste funzioni deve essere costituita
da un numero alto di specie sia arboree che arbustive e da un importante strato di erbe più o meno
alte che possono favorire il trasferimento dei predatori dal bordo del campo al campo stesso e
quindi innescare la colonizzazione dopo i trattamenti.
La funzione di rifugio durante i trattamenti può essere svolta comunque anche da siepi generiche
non specificatamente programmate.
La presenza nel biotopo agricolo di siepi protegge, come si è detto, i corsi d’acqua dagli effetti della
deriva.
La riduzione della deriva dipende dall’altezza della siepe e dallo stadio di sviluppo dell’apparato
fogliare. I valori di riduzione della deriva raccomandati a livello europeo (FOCUS), per una siepe
alta almeno 1 metro sopra la coltura, sono:
- il 25% quando la siepe è spoglia;
- il 50% quando la siepe è in uno stadio di sviluppo intermedio;
- il 75% quando l’apparato fogliare è completamente sviluppato.
Nell’ambito del processo di valutazione, si propone di adottare uno dei due valori di riferimento di
seguito indicati: 25% e 75% (in funzione dell’epoca in cui si eseguono i trattamenti con il prodotto
fitosanitario oggetto di valutazione).
Qualora il prodotto oggetto di valutazione sia utilizzato in epoche diverse, corrispondenti sia
all’epoca in cui la siepe è spoglia sia a quella in cui l’apparato fogliare è completamente sviluppato,
nell’ambito del processo di valutazione dovrà essere adottato il valore di riduzione corrispondente
all’epoca nella quale l’utilizzo del prodotto è più consistente (fine inverno/inizio primavera oppure
fine primavera/inizio estate).
Per l’applicazione di questa misura (siepe) è necessario che la barriera vegetata rispetti alcuni
specifici parametri di base:
- altezza superiore di 1 metro alla coltura su cui viene effettuato il trattamento;
- lunghezza (tutto il lato dell’appezzamento che confina con il corpo idrico, senza
interruzioni);
- specie da non utilizzare (conifere e biancospino).
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5.3 Altre misure di mitigazione della deriva
Una riduzione della fascia di rispetto può essere ottenuta facendo uso di mezzi tecnici di riduzione
della deriva, in particolare macchine irroratrici dotate di dispositivi atti allo scopo (es. ugelli
antideriva) o ricorrendo a particolari accorgimenti tecnici (applicazione specifica sull’ultima fila) di
seguito descritti. Il successivo paragrafo 5.3.2 è stato elaborato grazie al contributo del Prof. Paolo
Balsari dell’Università degli Studi di Torino.
5.3.1 Ugelli antideriva
L’utilizzo di ugelli antideriva nelle macchine irroratrici appare attualmente praticabile e capace di
garantire riduzioni dei fenomeni di deriva.
L’utilizzo di ugelli antideriva, già disponibili sul mercato italiano ed a costi relativamente contenuti,
deve comunque essere accompagnato da un controllo della pressione di esercizio delle macchine
irroratrici. L’impiego di elevate pressioni di esercizio comporta un sensibile aumento della deriva
ed attenua fortemente le riduzioni ottenibili con l’impiego di ugelli antideriva.
Tenuto conto delle diverse condizioni di funzionalità e manutenzione delle macchine operatrici in
uso, nelle procedure di valutazione del rischio si può considerare l’uso di un coefficiente di
riduzione della deriva pari al 30%, in relazione all’utilizzo di ugelli antideriva ad iniezione d’aria ed
al controllo della pressione di esercizio entro i limiti massimi di 8 bar.
L’uso di tale coefficiente di riduzione della deriva potrebbe essere adottato in sede di valutazione
qualora esplicitamente richiesto dalle imprese interessate all’autorizzazione dei prodotti fitosanitari
e dovrebbe comportare l’indicazione sull’etichetta del prodotto di una frase o avvertenza di questo
genere: “è obbligatorio l’uso di ugelli antideriva ad iniezione d’aria. La pressione di esercizio della
macchina irroratrice durante la distribuzione del prodotto non deve superare il limite massimo di 8
bar”.
L’uso del coefficiente di riduzione nel corso delle attività di valutazione del prodotto dovrà
comunque essere vincolato alla presentazione da parte dell’impresa di adeguato/i studio/i
sperimentale/i volto/i a dimostrare la comparabilità dell’efficacia fitosanitaria del prodotto
distribuito con ugelli antideriva, alle pressioni di esercizio precedentemente indicate, con quella
ottenibile mediante l’impiego di ugelli convenzionali.
5.3.2 Ugelli antideriva sulle irroratrici per colture erbacee
A seguito dell’evoluzione tecnologica nella costruzione degli ugelli in generale e degli ugelli
antideriva in particolare, che si è manifestata nel corso degli ultimi anni, e delle esperienze condotte
a livello sia nazionale che internazionale sulla reale capacità mitigatrice della deriva di questi nuovi
tipi di ugelli, si propone di modificare, per il solo impiego degli ugelli antideriva sulle irroratrici per
colture erbacee (barre irroratrici), il valore del coefficiente di riduzione della deriva (30%)
precedentemente considerato.
La scelta di non estendere alle irroratrici per colture arboree (atomizzatori) la revisione di tale
coefficiente è legata ai numerosi parametri operativi di queste macchine che sono in grado di
interagire sul fenomeno della deriva (portata del ventilatore, direzione dello spray, velocità dell’aria
prodotta dal ventilatore, sviluppo vegetativo della coltura, distanza dello spray dal bersaglio, ecc.) e
che, se non correttamente scelti, possono considerevolmente ridurre od addirittura inficiare i
benefici degli ugelli antideriva.
A seguito della evoluzione tecnologica precedentemente ricordata, sono oggi presenti sul mercato
diverse tipologie di ugelli antideriva, costruite da differenti Ditte e che presentano delle capacità
mitigatorie del fenomeno fra loro alquanto diverse.
In termini generali, tuttavia, le maggiori riduzioni della deriva, grazie all’impiego degli ugelli
antideriva, si ottengono quando si impiegano volumi ridotti (minori di 250 l/ha) e soprattutto
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quando gli ugelli antideriva sostituiscono ugelli normali caratterizzati da portate nominali (rilevate a
3 bar) ridotte.
In tali condizioni operative si ritiene che tutti gli ugelli antideriva ad inclusione d’aria (AI) oggi
disponibili sul mercato, se impiegati alle pressioni di esercizio consigliate dal costruttore (che sono
generalmente comprese fra 2 e 8 bar) siano in grado di ridurre la deriva di almeno il 60% rispetto
agli ugelli tradizionali.
Sicuramente minore è la mitigazione ottenibile dagli ugelli antideriva caratterizzati da portate più
elevate (sempre confrontandoli con ugelli tradizionali di uguale portata), che pur essendo meno
diffusi a livello nazionale, possono trovare un impiego nei trattamenti fungicidi ed insetticidi nelle
colture orticole di pieno campo (patate, pomodori, ecc) per le quali sono, generalmente, consigliati
volumi ad ettaro maggiori e anche dell’ordine dei 600-800 l/ha.
Per questa tipologia di ugelli antideriva, sempre ad inclusione d’aria (AI), caratterizzata da portate
nominali superiori a 1,5 l/min, in via cautelativa si ritiene possa essere considerato un coefficiente
di riduzione della deriva del 45%.
Infine, nel caso dell’impiego degli ugelli di fine barra (a getto asimmetrico) per la distribuzione dei
fitofarmaci in capezzagna, in sostituzione dell’ugello tradizionale, l’entità della mitigazione
suggerita da adottare è compresa fra il 30% (ugelli con portata superiore a 1,5 L/min) e il 50%
(ugelli con portata inferiore a 1,5 l/min) (Tabella 4).
Va, infine, sottolineato che i coefficienti di riduzione della deriva sono applicabili solo se si opera
con altezze della barra contenute e mai superiori ad un metro. Altezze di lavoro superiori ad un
metro, infatti, si traducono in una notevole riduzione dell’effetto mitigatore degli ugelli antideriva.
Tabella 4: Mitigazione della deriva in funzione della tipologia di ugello impiegata sulle barre
irroratrici, ipotizzando di operare con altezza di lavoro di 80 cm.
Tipo di ugello
AI 01 – AI 015 – AI 02
– AI 025 – AI 03
AI 04 – AI 05 – AI 06 –
AI 08
Fine barra 01÷03
Fine barra 04÷08
Portata nominale a
3 bar (L/min)
0.4 ÷ 1.2
Volume (L/ha)
corrispondente*
100 ÷ 300
Entità mitigazione
deriva**
60%
1.6 ÷ 3.2
400 ÷ 800
45%
0.4 ÷ 1.2
1.6 ÷ 3.2
100 ÷ 300
400 ÷ 800
50%
30%
* Calcolato nell’ipotesi di una velocità di avanzamento di 6 km/h e di una distanza fra gli ugelli di 0,5 m
** Rispetto ad applicazione con ugelli a fessura convenzionali della medesima dimensione e nel caso di impiego di
pressioni di esercizio non superiori a 8 bar e di altezze della barra non superiori ad 1 metro
5.4 Applicazione sull’ultima fila dall’esterno verso l’interno
Un sistema facilmente praticabile di riduzione della deriva per i fruttiferi consiste nel trattare la fila
a bordo campo solo dall’esterno verso l’interno. In questo modo oltre a limitare la deriva si evita un
evidente spreco di prodotto fitosanitario. Qualora il filare di bordo campo sia parallelo al corpo
idrico superficiale il trattamento deve essere eseguito tenendo aperti solo gli ugelli che dirigono la
miscela verso il frutteto, quando i filari sono perpendicolari al corpo idrico superficiale occorre
chiudere gli ugelli quando si esce da ogni filare per rientrare in quello successivo. La riduzione
della deriva da considerare nel processo di valutazione in relazione all’uso di questa misura di
mitigazione è pari al 35%.
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6 RACCOMANDAZIONI
6.1 Raccomandazione 1 (classificazione delle macchine irroratrici)
E’necessario, analogamente a quanto realizzato da altri Stati membri, adottare un sistema nazionale
di classificazione delle macchine irroratrici, sia per le colture erbacee che per le colture arboree, che
tenga conto delle prestazioni di ciascuna macchina in relazione alla riduzione della deriva. Risulta
pertanto necessario prevedere specifiche attività di ricerca e sperimentazione finalizzate alla
definizione di sistemi di classificazione obbligatori per:
1. le irroratrici nuove (definizione della specifica % riduzione della deriva);
2. le irroratrici in uso, attraverso il controllo funzionale periodico (la % di riduzione sarà
indicata nel certificato rilasciato dall’Ente che effettua il controllo e la taratura);
3. gli ugelli antideriva delle irroratrici utilizzate per le colture arboree in funzione di altri
parametri rilevanti (cfr. paragrafo 5.3.2).
6.2 Raccomandazione 2 (formazione e informazione)
E’ necessaria la formazione degli utilizzatori di prodotti fitosanitari per favorire l’acquisizione di
conoscenze sulle misure di mitigazione del rischio e sulla loro applicazione, sia attraverso appositi
corsi che attraverso note informative da rendere disponibili al momento dell’acquisto dei prodotti.
6.3 Raccomandazione 3 (attività di ricerca)
Considerando la crescente importanza delle misure di mitigazione del rischio nell’uso dei prodotti
fitosanitari nonché la relativa scarsa disponibilità di dati di letteratura riferiti al territorio italiano, è
necessario lo sviluppo di attività di ricerca volte ad individuare misure di mitigazione del rischio
adeguate alle condizioni ambientali e agricole nazionali. E’ inoltre auspicabile lo sviluppo di attività
sperimentali che consentano di affinare la valutazione del grado di efficacia delle misure stesse.
6.4 Raccomandazione 4 (aggiornamento)
Questo documento di orientamento affronta per la prima volta il tema delle misure di mitigazione
del rischio nell’ambito del processo di valutazione dei prodotti fitosanitari. Pertanto, esso necessita
di periodici aggiornamenti, specie nel breve-medio periodo, per tenere conto di nuove acquisizioni
tecniche e scientifiche e di ulteriori informazioni derivanti dall’applicazione pratica delle misure
individuate.
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Misure di mitigazione del rischio
per la riduzione della contaminazione dei corpi idrici superficiali
da deriva e ruscellamento
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Misure di mitigazione del rischio
per la riduzione della contaminazione dei corpi idrici superficiali
da deriva e ruscellamento
APPENDICE
In fase di valutazione, si può prevedere l’indicazione di una o più misure di mitigazione alternative,
quali solco, interramento del formulato, riduzione della dose d’impiego etc., per consentire
all’utilizzatore la realizzazione di una fascia di rispetto non trattata o vegetata non superiore ai 5
metri. Si tratta di valutazioni che vanno decise di volta in volta in funzione delle caratteristiche
applicative del formulato in accordo con l’esperto di efficacia.
Come si misura la distanza della fascia di rispetto
L’ampiezza della fascia di rispetto si misura dal bordo del campo trattato (o dall’inizio della
porzione di campo non trattata) al punto in cui, abitualmente, il pelo dell’acqua del corpo idrico
incontra l’argine verso il campo trattato, come riportato nello schema sottostante.
Nel caso di aree da proteggere esterne alla coltura si dovrà misurare dal bordo del campo all’area da
salvaguardare.
Misure di mitigazione ruscellamento
Nella Tabella A.1 e Tabella A.2 sono riportate tutte le combinazioni possibili tra le seguenti misure
di mitigazione per la riduzione della contaminazione derivante dal fenomeno del ruscellamento:
•
interramento (2 livelli, si/no),
•
riduzione delle dosi (3 livelli: 0, 25, 50%),
•
solco (2 livelli si/no),
•
fasce di rispetto (2 livelli vegetata /non vegetata),
•
ampiezza della fascia (3 livelli, 0, 3, 5 m)
per un totale di 2×3×2×2×3 = 72 combinazioni.
Si considerano sia le fasce di rispetto non trattate (Tabella A.1), sia le fasce di rispetto vegetate
(Tabella A.2).
COME SI LEGGONO ED INTERPRETANO LE TABELLE?
Se per rendere sicuro l’impiego di un prodotto fitosanitario è necessario ridurre del 50% il
ruscellamento, le combinazioni possono essere numerose: es. R50 (riduzione del 50% della dose);
R25+Ssi+F3 (riduzione del 25% della dose + solco + fascia di rispetto non trattata di 3 metri);
FV50 (fascia vegetata non trattata di 5 metri).
L’agricoltore potrà scegliere sulla base della sua specifica situazione: coltura, presenza di
infrastrutture ecologiche già in essere (capezzagne, capezzagne inerbite), tipo di trattamento in
relazione alla possibilità di ridurre le dosi o di interramento dei prodotti…..In fase di valutazione, è
utile riferirsi a tabelle che riportino la percentuale di abbattimento di più misure di mitigazione in
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Misure di mitigazione del rischio
per la riduzione della contaminazione dei corpi idrici superficiali
da deriva e ruscellamento
sequenza. In Tabella A.1 e Tabella A.2 sono riportati gli abbattimenti percentuali relativi alle fasce
di rispetto non trattate e alle fasce vegetate associate ad altre misure di mitigazione .
Tabella A.1: Fascia di rispetto non trattata. Legenda: INT NO, INT Si = no interramento/si
interramento; R0, R25, R50: riduzione dosi di 0, 25, 50%; S no, si = solco assente,
presente; F0, F3, F5 = fascia di rispetto non trattata di ampiezza pari a 0, 3 e 5 m
Tipo
misura
INT NO
Mitigazione
%
0
Tipo
misura
R0
R25
R50
INT SI
40
R0
R25
R50
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Mitigazione
%
0
25
50
40
55
70
Tipo
misura
S no
Mitigazione
%
0
S si
20
S no
25
S si
40
S no
50
S si
60
S no
40
S si
52
S no
55
S si
64
S no
70
S si
76
Tipo
misura
F0
F3
F5
F0
F3
F5
F0
F3
F5
F0
F3
F5
F0
F3
F5
F0
F3
F5
Mitigazione
complessiva
0,0
20,0
25,0
20,0
36,0
40,0
25,0
40,0
43,8
40,0
52,0
55,0
50,0
60,0
62,5
60,0
68,0
70,0
F0
F3
F5
F0
F3
F5
F0
F3
F5
F0
F3
F5
F0
F3
F5
F0
F3
F5
40,0
52,0
55,0
52,0
61,6
64,0
55,0
64,0
66,3
64,0
71,2
73,0
70,0
76,0
77,5
76,0
80,8
82,0
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Misure di mitigazione del rischio
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da deriva e ruscellamento
Tabella A.2: Fascia vegetata non trattata. Legenda: INT NO, INT Si = no interramento/si
interramento; R0, R25, R50: riduzione dosi di 0, 25, 50%; S no, si = solco assente,
presente; FV0, FV3, FV5 = fascia vegetata non trattata di ampiezza pari a 0, 3 e 5 m
Tipo
misura
INT NO
Mitigazione
%
0
Tipo
misura
R0
R25
R50
INT SI
40
R0
R25
R50
Mitigazione
%
0
25
50
40
55
70
Tipo
misura
S no
Mitigazione
%
0
S si
20
S no
25
S si
40
S no
50
S si
60
S no
40
S si
52
S no
55
S si
64
S no
70
S si
76
Tipo
misura
FV0
FV3
FV5
FV0
FV3
FV5
FV0
FV3
FV5
FV0
FV3
FV5
FV0
FV3
FV5
FV0
FV3
FV5
Mitigazione
complessiva
0,0
40,0
50,0
20,0
52,0
60,0
25,0
55,0
62,5
40,0
64,0
70,0
50,0
70,0
75,0
60,0
76,0
80,0
FV0
FV3
FV5
FV0
FV3
FV5
FV0
FV3
FV5
FV0
FV3
FV5
FV0
FV3
FV5
FV0
FV3
FV5
40,0
64,0
70,0
52,0
71,2
76,0
55,0
73,0
77,5
64,0
78,4
82,0
70,0
82,0
85,0
76,0
85,6
88,0
L’indicazione delle possibili misure di mitigazione necessarie a garantire l’uso sicuro potranno
essere riportate in etichetta come proposto nel paragrafo successivo.
Indicazioni esemplificative per le etichette dei prodotti
Sulla base dei parametri definiti nelle tabelle precedenti e delle caratteristiche specifiche del singolo
formulato oggetto di valutazione, in etichetta dovranno essere riportate indicazioni specifiche e
chiaramente interpretabili dagli utilizzatori come gli esempi teorici sotto riportati.
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Misure di mitigazione del rischio
per la riduzione della contaminazione dei corpi idrici superficiali
da deriva e ruscellamento
ESEMPIO 1
Ampiezza della fascia
tampone vegetata (m)
10
5
Ulteriori misure di mitigazione
Solco
ESEMPIO 2
Ampiezza della fascia tampone
vegetata (m)
10
Ulteriori misure di mitigazione
-
5
Solco
Localizzazione del formulato per
riduzione della dose pari al 40%
ESEMPIO 3
Ampiezza della fascia
tampone vegetata (m)
10
Ulteriori misure di mitigazione
-
5
Solco *
Interramento del formulato ad una
profondità di almeno 10 cm
Se per avere un uso sicuro la mitigazione per un dato agrofarmaco deve essere superiore al 60%
allora la tabella potrebbe essere la seguente:
ESEMPIO DI ETICHETTA
Ampiezza della fascia tampone vegetata (m)
10
5
3
3
Ulteriori misure di mitigazione
solco
solco
riduzione dose del
25 %
fascia di rispetto
riduzione dose del
non trattata di 3 m* 25 %
* in questo caso l’agricoltore sfrutta la capezzagna inerbita
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Misure di mitigazione del rischio
per la riduzione della contaminazione dei corpi idrici superficiali
da deriva e ruscellamento
Misure di mitigazione deriva
Per quanto riguarda la riduzione della contaminazione da deriva, l’ampiezza della fascia di rispetto
è la chiave per la riduzione della contaminazione. Di seguito è riportata una tabella che associa
all’ampiezza della fascia la percentuale di riduzione per la deriva.
Tabella A.3: Fascia di rispetto per la deriva: riduzione % della contaminazione dipendente
dalla distanza del corpo idrico (dalle tabelle di Rautmann usate nei modelli
FOCUS)
Distanza
(m)
Colture
erbacee
in pieno
campo
5
10
15
20
30
40
50
79,4
89,5
92,8
94,6
96,4
97,5
97,8
Frutteto
trattamento
sul bruno
31,9
59,6
81,0
90,5
96,4
98,2
99,0
trattamento
sul verde
46,5
77,1
88,5
93,1
96,6
98,0
98,6
Vigneto
trattamento
sul bruno
56,3
85,6
92,6
95,2
97,4
98,5
98,9
trattamento
sul verde
54,9
84,7
91,9
94,8
97,3
98,3
98,8
Ortaggi,
ornamentali,
piccola frutta
<50
>50
cm
cm
79,4
54,9
89,5
84,7
92,8
91,9
94,6
94,8
96,4
97,3
97,5
98,3
97,8
98,8
Un’ulteriori possibilità per la riduzione della deriva è l’utilizzo di ugelli antideriva come già
descritto nel paragrafo 5.3. In sede di valutazione del singolo formulato dovrà essere considerato il
contributo derivante dall’applicazione di altre misure di mitigazione realisticamente applicabili in
funzione della tipologia del prodotto (erbicida, fungicida, insetticida ecc..) e delle colture sulle quali
può essere distribuito (vite, colture arboree, industriali, estensive ecc..). Dovranno essere considerati
i parametri attribuiti a ciascuna misura di mitigazione sinteticamente riportati nella Tabella A.4.
Tabella A.4: Riduzione % della contaminazione da deriva relativa a diverse misure di
mitigazione
Misura di mitigazione
Siepe:
- trattamenti al bruno o di fine inverno
- trattamenti primaverili - estivi
Ugello antideriva:
- colture arboree
- colture erbacee
Applicazione del prodotto sul bordo
dell’appezzamento solo dall’esterno verso l’interno
Riduzione % della deriva
25
75
30
45
25
L’associazione di più misure di mitigazione porta anche per la deriva alla riduzione complessiva
della contaminazione, come riportato di seguito
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Misure di mitigazione del rischio
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da deriva e ruscellamento
Tabella A.5: Effetto di mitigazione della deriva ottenibile con l’attivazione di più misure
Misure di riduzione della deriva
Siepe
Ultima fila
Ugelli
standard (0%)
nessun
antideriva
accorgimento
(30%)
(0%)
antider. AI
nessuna
(50%)
(0%)
standard (0%)
antideriva
verso interno
(30%)
(35%)
antider. AI
(50%)
trattamenti al bruno
(25%)
nessun
accorgimento
(0%)
verso interno
(35%)
trattamenti al verde
(75%)
nessun
accorgimento
(0%)
verso interno
(35%)
standard (0%)
antideriva
(30%)
antider. AI
(50%)
standard (0%)
antideriva
(30%)
antider. AI
(50%)
standard (0%)
antideriva
(30%)
antider. AI
(50%)
standard (0%)
antideriva
(30%)
antider. AI
(50%)
Mitigazione
complessiva %
0
30
50
35
54,5
67,5
30
47,5
62,5
51,3
65,9
75,6
75
82,5
87,5
83,8
88,6
91,9
Anche in questo caso in etichetta dovranno essere riportate indicazioni specifiche e chiaramente
interpretabili come negli esempi teorici sotto riportato.
Tabella A.6: Esempio teorico di tabella da riportare in etichetta
Ampiezza
fascia di
rispetto (m)
Attrezzatura
standard
Irroratrice
con ugelli
antideriva
Applicazione
sull’ultima fila
dall’esterno verso
l’interno
Irroratrice con ugelli
antideriva +
applicazione sull’ultima
fila dall’esterno verso
l’interno
Siepe
10
7
7
5
3
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da deriva e ruscellamento
Consigli per la gestione delle fasce di rispetto
COME REALIZZARE E GESTIRE LA FASCIA:
•
Fascia di rispetto non trattata:
Tipologia a: trattasi di una capezzagna o di un bordo di campo inerbiti. La sua funzione
antiruscellamento è legata soprattutto al rallentamento e sedimentazione dell’acqua di
scorrimento e limitatamente all’infiltrazione. Il taglio dell’erba deve essere eseguito qualche
settimana dopo i trattamenti e l’erba lasciata alla superficie del terreno. E’ opportuno
periodicamente eliminare i solchi prodotti dal passaggio delle macchine.
Tipologia b: trattasi di una porzione di campo coltivato con la stessa coltura presente nel resto
del campo non sottoposta a trattamento. La sua azione antideriva è legata all’ampiezza. La sua
funzione di mitigazione del ruscellamento è dovuta alla ritenzione dell’agrofarmaco da parte
della vegetazione (qualora presente) e della matrice solida del suolo, nonché all’infiltrazione
ed al rallentamento dello scorrimento superficiale del flusso idrico: Per favorire l’azione di
mitigazione è necessario mantenere la naturale rugosità della superficie del terreno, evitando
quindi di rullare e di compattare il terreno, aumentando il contenuto di sostanza organica e,
dove possibile, la presenza di residui vegetali La vegetazione spontanea che si sviluppa nella
fascia non trattata potrà essere eliminata mediante interventi meccanici.
•
Fascia di rispetto vegetata: trattasi di una fascia inerbita artificialmente o naturalmente con
cotico fitto e continuo. L’erba va sfalciata possibilmente dopo alcune settimane dai trattamenti
lasciandola alla superficie del suolo per arricchire il terreno in sostanza organica e per
aumentare la sua rugosità. Evitare che si creino flussi preferenziali, chiudendo gli eventuali
piccoli solchi che si formano. Dovrà essere favorita la presenza di graminacee poliennali
cespitose (ad. es. Dactylis spp., Festuca spp., Lolium perenne, ecc.) rispetto alle dicotiledoni a
rosetta. La gestione della vegetazione deve essere eseguita tramite gli sfalci e una
concimazione minimale per favorire lo sviluppo delle graminacee perennanti.
La gestione della fascia vegetata deve essere tanto più attenta quanto più questa è di larghezza
limitata.
Se la fascia presenta anche un filare di siepe, questo deve essere gestito semplicemente con un
taglio di ceduazione con un turno di 6-8 anni. Eventualmente dopo la ceduazione si può
procedere a riseminare il cotico erboso se l’ombreggiamento della siepe ne ha compromesso la
presenza.
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