I funghi dei prati e delle praterie d`alta quota
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I funghi dei prati e delle praterie d`alta quota
I funghi dei prati e delle praterie d’alta quota Il clima in questo settore altitudinale, compreso sui rilievi del teramano tra i 1.800 ed i 2.500 metri, risulta estremamente rigido con forte e prolungato innevamento; la temperatura media annua è superiore a -2 °C e le precipitazioni sono intense ed elevate. Questa fascia altimetrica, situata al di sopra del limite ecologico del faggio, comprende le praterie e i pascoli di vetta con vegetazione ipsofila e pioniera e le brughiere alpine costituite da associazioni arbustive a portamento nano e strisciante. Sui versanti esposti a mezzogiorno possono rinvenirsi bassi arbusti di ginepro nano (Juniperus communis subsp. nana), che formano spesso un denso tappeto impenetrabile. Le brughiere alpine d’alta quota sono rappresentate, oltre che dalla Calluna vulgaris, dall’uva ursina (Arctostaphylos uva-ursi), dai vaccinieti a mirtillo nero (Vaccinium myrtillus) e, sulle pendici settentrionali di Pizzo di Sevo, anche dal falso mirtillo (Vaccinium uliginosum), situati tra le praterie o al margine dei boschi fino ai 2.500 metri di altitudine. In questi ambienti, particolarmente inospitali per la diretta insolazione e la forte siccità estiva, il forte vento e le basse temperature, le specie micologiche trovano il loro periodo di produzione quasi esclusivamente in estate. Tra gli agarici degni di nota ci sono sicuramente i “turini” (Agaricus arvensis) per i grossi e apprezzati basidiocarpi dal caratteristico profumo d’anice. Una serie di specie micologiche, poi, rivestono importanza soprattutto per il loro profilo esteriore legato agli ampi “cerchi” visibili sulle praterie montane, quali l’Agaricus urinascens, il Tricholosporum goniospemum, il Leucopaxillus lepistoides, ecc.. Tra i funghi di generose proporzioni delle praterie d’altitudine citiamo le Boviste (Bovista nigrescens, B. aestivalis, B. plumbea) e la vescia gigante (Langermannia gigantea), un fungo di grandissime dimensioni che può raggiungere agevolmente i 10-15 kg. di peso. I prati e i pascoli ubicati a quote inferiori, tra le radure delle faggete, ma anche sui colli pelati utilizzati a pascolo da tempo immemore, ospitano numerose specie micologiche ampiamente ricercate dai fungaioli del teramano, come i due ubiquitari e stranoti prataiolo comune (Agaricus campestris) e mazza di tamburo (Macrolepiota procera). Altro fungo ricercatissimo in primavera nel nostro territorio, principalmente presso i pascoli pedemontani, nelle radure e nei prati naturali, è lo spinarolo o “prugnolo” (Calocybe gambosa); qui il microambiente è costituito dalle “spinarole”, ovvero aree con vegetazione più sviluppata o più verde, spesso ai margini dei pascoli o in prossimità di piante spinose, velenose, fustolose o comunque rifiutate dagli animali al pascolo. Tra le altre specie minori reperibili negli stessi ambienti citiamo il Marasmius oreades o “gambesecche”, l’Hygrophorus pratensis, il Vascellum pratense, Bolbitius vitellinus, ecc.
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