Che fare se si presenta recidiva di sanguinamento dopo il
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Che fare se si presenta recidiva di sanguinamento dopo il
CfS Che Fare Se... Che fare se si presenta recidiva di sanguinamento dopo il trattamento di ulcera del tratto digestivo superiore Livio Cipolletta, Lucio Amitrano, Raffaele Bennato, Fabio Cipolletta, Luigi Orsini problema clinico Negli ultimi 30 anni le tecniche di emostasi endoscopica hanno influenzato significativamente la storia naturale dell’emorragia da ulcera del tratto digestivo superiore in termini di riduzione delle recidive di sanguinamento, di ricorso alla chirurgia e di mortalità. Nonostante questo, il tasso di risanguinamento è pari al 7-19%. Presentiamo il caso di una donna di 63 anni che, affetta da artrite in terapia con FANS e ricoverata per emorragia da ulcera gastrica trattata per via endoscopica con terapia iniettiva e termica, presenta un nuovo episodio di ematemesi a 36 ore dalla prima emostasi endoscopica. Discutiamo, quindi, delle opzioni terapeutiche a disposizione. risanguinamento da ulcere, con l’intento di sviluppare uno score predittivo del rischio di recidiva dell’emorragia. Tali fattori di rischio sono riassunti nella Tabella 1. Non vi è concordanza con altri lavori sul valore di emoglobina (Hb 10 vs 9 o 7) al di sotto del quale il rischio aumenta. Un second look endoscopico di routine senza intento terapeutico, dopo l’emostasi iniziale, non è indicato nelle linee guida delle società di endoscopia, sia perché gli inibitori di pompa protonica ad alto dosaggio sono egualmente efficaci nel prevenire la recidiva di sanguinamento, sia per una valutazione di costo-beneficio. In letteratura non è stato ancora individuato uno score basato su parametri clinico-endoscopici in grado di selezionare i pazienti a rischio di recidiva emorragica nei quali vi sia assoluta evidenza che una seconda endoscopia sia in grado di ridurre la percentuale di risanguinamento. Il sanguinamento digestivo alto non varicoso rappresenta ancora oggi, nell’era degli inibitori di pompa protonica e della eradicazione dell’Helicobacter Pylori, una causa comune di ospedalizzazione nei paesi occidentali, anche se in decremento rispetto al passato. L’incidenza di emorragia rimane invariata, o lievemente aumentata nelle fasce di età più avanzata. Questo dato è legato alla presenza di comorbidità e alle terapie con farmaci gastrolesivi o anticoagulanti cui sono sottoposti questi pazienti. Le ulcere peptiche rimangono la causa più frequente di sanguinamento digestivo alto non varicoso (45-60% dei casi), con una incidenza riportata di 19-60/100.000 casi per anno (1). Negli ultimi decenni lo sviluppo delle tecniche di emostasi endoscopica, abbinate alla gestione clinica intensiva dei pazienti e alla terapia medica, hanno migliorato significativamente gli outcomes dell’emorragia digestiva da ulcera in termini di riduzione della mortalità, Tabella 1 Fattori di rischio di risanguinamento dopo emostasi di risanguinamento e di necessità di chirurgia. La endoscopica di emorragia da ulcera mortalità è significativamente legata alla presenza di comorbidità e all’entità del risanguinamento e Instabilità emodinamica presenta ancora una incidenza del 3.5-7%, mentre il ricorso alla chirurgia si è ridotto al 2% dei Sanguinamento attivo alla endoscopia casi. L’incidenza di risanguinamento nelle varie Diametro dell’ulcera (>10-20 mm) casistiche è 7-19% ed è più alta per le ulcere con Sede dell’ulcera (parete posteriore del bulbo e piccola curva gastrica) stigmate maggiori di rischio individuate alla endoValore dell’emoglobina (< 9-7 gr/dL) scopia (classificazione di Forrest). In una metanalisi del 2011 (2) sono stati analizzati diversi parametri Necessità di emotrasfusioni allo scopo di trovare i fattori di rischio maggiori di UOSC di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva, AORN A. Cardarelli di Napoli Giorn Ital End Dig 2015;38:203-206 DIMENSIONE DEL PROBLEMA 203 RECIDIVA DI SANGUINAMENTO DA ULCERA: OPZIONI TERAPEUTICHE La recidiva di sanguinamento da ulcera peptica è una evenienza che pone il paziente a rischio di morte. Vi sono tre possibili opzioni terapeutiche: terapia endoscopica, embolizzazione vascolare arteriosa transcatetere e chirurgia. Nella scelta terapeutica vanno valutati diversi parametri: condizioni emodinamiche del paziente, comorbidità, rischio chirurgico, età, prima emostasi endoscopica subottimale (emostasi solo con iniezione di adrenalina o endoscopista inesperto), farmaci assunti dal paziente. Il paziente che presenta nuovamente ematemesi e/o melena persistente o calo della emoglobina di 2 gr/dL al dì ha verosimilmente in atto una nuova emorragia che deve essere accertata e trattata. Endoscopia L’endoscopia è la procedura di prima scelta nel risanguinamento da ulcera peptica dopo una prima emostasi endoscopica e presenta una efficacia simile alla chirurgia nell’ottenere l’emostasi (95% dei casi), con minori complicanze legate al post-operatorio (1). Prima di procedere all’endoscopia, le condizioni emodinamiche del paziente vanno stabilizzate e devono essere allertati sia il radiologo vascolare che il chirurgo, in caso di fallimento della terapia endoscopica. La procedura deve essere eseguita da operatori esperti che devono avere a disposizione tutti i devices necessari per una efficace emostasi endoscopica. Le tecniche di emostasi da utilizzare e il razionale della scelta delle stesse non differiscono da quelli della prima endoscopia terapeutica; l’emostasi va eseguita con terapia iniettiva, meccanica (hemoclip) e termica, con sonde da contatto e non da contatto. Diverse metanalisi e studi randomizzati dimostrano che il trattamento endoscopico è efficace, è superiore alla singola terapia medica e deve essere eseguito solo nei pazienti ad alto rischio, cioè nei pazienti con evidenza di sanguinamento attivo, o di vaso visibile sul fondo dell’ulcera. Nel caso di riscontro di coagulo adeso alla base dell’ulcera non tutti gli studi dimostrano che vi è un vantaggio nel trattamento endoscopico rispetto alla sola terapia farmacologica; tuttavia le linee guida delle società di endoscopia digestiva sono favorevoli al trattamento di tale stigmata di sanguinamento (3). Una serie di metanalisi (4) ha confermato che la sola terapia iniettiva con adrenalina presenta un rischio maggiore di risanguinamento rispetto alle terapia meccanica 204 e termica e che le terapie combinate iniettiva + meccanica o iniettiva + termica sono più efficaci della singola terapia iniettiva nell’ottenere l’emostasi e ridurre il rischio di nuova emorragia. Non vi è differenza di efficacia tra i tipi di terapia termica (da contatto e non da contatto) e tra terapia meccanica o termica eccetto che in isolati studi che dimostrano la superiorità dell’una o dell’altra metodica. La terapia meccanica non sempre è eseguibile per difficoltà tecniche legate alla posizione dell’ulcera (parete posteriore del bulbo e del ginocchio duodenale superiore e porzione prossimale della piccola curva gastrica), o alle caratteristiche dell’ulcera (vaso posto su base ampia e profonda, con fondo duro e calloso); pertanto la terapia termica va preferita in tali condizioni. Uno studio italiano di metanalisi ha dimostrato, inoltre, che non vi è differenza di efficacia riguardo emostasi e rischio di risanguinamento nel confronto tra le singole terapie meccanica o termica e le terapie combinate iniettiva + meccanica o iniettiva + termica (5). Il dato di non superiorità della terapia combinata iniettiva + termica rispetto alla sola termica è stato confermato dalla serie di metanalisi citata in precedenza (4). In caso di fallimento dell’emostasi endoscopica con le tecniche convenzionali, prima di inviare il paziente dal radiologo vascolare o dal chirurgo, si può valutare l’utilizzo di due recenti devices, l’Over-the-Scope clip (OTSC) e l’Hemospray. L’OTSC è una hemoclip di nuova concezione che, nei pochi studi effettuati, si è dimostrata efficace nell’ottenere l’emostasi di emorragie da ulcera non responsive alla terapia convenzionale. L’Hemospray è una polvere emostatica che consente (utilizzata come rescue therapy in pochi studi eseguiti su piccoli numeri di pazienti) di ottenere l’emostasi nel 90-95% di pazienti trattati con sanguinamento attivo da ulcere, non responsivo alle metodiche di emostasi standard. Tale metodica presenta un tasso di risanguinamento nelle 72 ore che arriva anche al 38% nelle diverse casistiche; pertanto si può ipotizzare il suo utilizzo in futuro come rescue therapy o bridge therapy in previsione di una nuovo approccio endoscopico entro 24 ore a sanguinamento fermo e viscere vuoto, oppure di chirurgia in paziente con un miglior equilibrio emodinamico. Le Figure 1-3, riferite al caso in esame, mostrano un massivo risanguinamento da ulcera gastrica non responsivo ad alcuna terapia convenzionale (terapia iniettiva, terapia termica da contatto e non, terapia con clips). È stato utilizzato l’Hemospray (Figura 2) con successo come si può apprezzare nella Figura 3 al controllo dopo 72 ore. Figura 2 Emostasi con Hemospray Figura 3 Controllo a 72 ore In caso di fallimento della terapia emostatica endoscopica o di sanguinamento post-chirurgia, in caso di alto rischio chirurgico e di condizioni cliniche generali scadute del paziente, vi è indicazione al trattamento dell’emorragia da ulcera peptica attraverso l’embolizzazione del vaso sanguinante in corso di angiografia. Dopo l’incannulamento della arteria femorale con catetere e opacizzazione del tronco celiaco e dell’arteria mesenterica superiore, si localizza la sede del sanguinamento e si procede ad embolizzazione con microcateteri. L’embolizzazione può essere di tre tipi (Tabella 2) (6). Gli agenti embolizzanti si dividono in fluidi (gelatine spugnose, particelle di PVA, colle acriliche) e solidi (microspirali metalliche). La terapia embolizzante è in grado di ottenere l’arresto della emorragia in più del 92% dei casi, presenta un successo clinico nel 51-94% delle casistiche e un tasso di risanguinamento del 9-47%. Quest’ultima percentuale è alta ed è verosimilmente legata alla anatomia dell’arteria gastroduodenale che, dopo l’embolizzazione, consente l’apertura di circoli collaterali arteriosi. La percentuale di chirurgia dopo questa procedura varia dallo 0 al 35% e il tasso di mortalità a 30 giorni è del 3-27% (6). Le recidive emorragiche dopo emostasi endoscopica sono spesso dovute a vasi di calibro ampio, eccedente il limite per un trattamento endoscopico; in tali casi l’emostasi attraverso embolizzazione vascolare è più efficace. I fattori predittivi di risanguinamento dopo embolizzazione sono: presenza di coagulopatia, necessità e numero di trasfusioni, pregressa chirurgia e l’utilizzo come agente embolizzante di sole microspirali metalliche. In caso di alterazioni della coagulazione è da preferire l’uso di collanti acrilici (cianoacrilato). Questi ultimi si accompagnano ad un maggior rischio di eventi ischemici postprocedura. Rispetto alla chirurgia l’embolizzazione angiografica presenta meno complicanze, ma un maggior tasso di recidiva emorragica (1). Tabella 2 Tipi di embolizzazione arteriosa trans-catetere 1 Localizzata Embolizzazione superselettiva del vaso nel punto di sanguinamento, senza coinvolgere le arterie vicine 2 Prossimale Embolizzazione dell’arteria prossimale al punto di sanguinamento che risulta inaccessibile dal micro catetere 3 Segmentale Embolizzazione anche delle arterie adiacenti al punto di sanguinamento che fare se... Embolizzazione arteriosa trans-catetere Giorn Ital End Dig 2015;38:203-206 Figura 1 Ulcera gastrica Forrest 2a con sanguinamento massivo 205 Chirurgia La chirurgia è efficace nel fermare il sanguinamento da ulcera peptica. Negli ultimi anni, le tecniche di emostasi endoscopica e la terapia medica hanno ridotto la necessità di chirurgia al 2% dei casi. Le indicazioni, comunemente accettate, alla chirurgia sono: sanguinamento non controllato dalla terapia endoscopica, o dalla embolizzazione vascolare, instabilità emodinamica nonostante le metodiche di rianimazione attuate, risanguinamento dopo due tentativi di emostasi endoscopica, sanguinamento continuo che richiede la trasfusione di tre unità di emazie concentrate al dì. La chirurgia in urgenza presenta un tasso di mortalità del 36% e di risanguinamento del 3-23%, a seconda del tipo di intervento eseguito. I pazienti con emorragia insorta in corso di ricovero sono quelli che vanno significativamente più spesso incontro a chirurgia e presentano un rischio chirurgico maggiore legato a multiple comorbidità. Le indicazioni alla chirurgia andranno riscritte alla luce dei progressi e della diffusione delle tecniche di emostasi radiologica vascolare. Corrispondenza LIVIO CIPOLLETTA UOSC di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva AORN A. Cardarelli Via A. Cardarelli, 9 - 80131 Napoli Tel. + 39 081 7472231-4034 Fax + 39 081 7472232 E-mail: [email protected] 206 Take home message • La recidiva di sanguinamento dopo trattamento di ulcera è un fattore di rischio di mortalità maggiore • Una nuovo trattamento endoscopico è efficace nel controllare il risanguinamento ed è indispensabile avere a disposizione tutte le metodiche per l’emostasi • L’embolizzazione vascolare è la metodica di scelta in caso di nuovo fallimento della emostasi endoscopica; è efficace nell’arrestare il sanguinamento, ma la percentuale di recidive è alta • La chirurgia è efficace nell’ottenere l’emostasi in caso di fallimento della terapia endoscopica o della embolizzazione vascolare, ma presenta un tasso di mortalità e di complicanze maggiore Bibliografia essenziale 1.Kim JS, Park SM, Kim BW. Endoscopic management of peptic ulcer bleeding. Clin Endosc 2015;48(2):106-11. 2.García-Iglesias P, Villoria A, Suarez D et al. Meta-analysis: predictors of rebleeding after endoscopic treatment for bleeding peptic ulcer Aliment Pharmacol Ther 2011;34(8):888-900. 3.Cipolletta L, Rotondano G, Bianco MA. Gastrointestinal Bleeding. Endoscopy 2007;39:7-10. 4.Barkun AN, Martel M, Toubouti Y et al. Endoscopic hemostasis in peptic ulcer bleeding for patients with high-risk lesions: a series of meta-analyses. Gastrointest Endosc 2009;69:786-99. 5.Marmo R, Rotondano G, Piscopo R et al. Dual therapy versus monotherapy in the endoscopic treatment of high-risk bleeding ulcers: a meta-analysis of controlled trials. Am J Gastroenterol 2007;102: 279-89. 6.Shin JH. Recent update of embolization of upper gastrointestinal tract bleeding. Korean J Radiol 2012;13 Suppl 1:S31-9.