NOTIZIARIO DROGHE ================== Notizie
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====== NOTIZIARIO DROGHE ================== Notizie quotidiane sulle droghe con attenzione alla situazione internazionale, alle diverse realtà, ai traffici, all'andamento della "war on drugs", ai sistemi di produzione e di spaccio delle sostanze stupefacenti. Edito da Aduc, Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori. Redazione: Via Cavour 68, 50129 Firenze URL: http://droghe.aduc.it NON DARE PER SCONTATA LA NOSTRA ESISTENZA! Senza il sostegno economico di persone come te non saremmo in grado di informarti. 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I migranti clandestini arruolati o uccisi dai cartelli http://droghe.aduc.it/articolo/narcoguerra+migranti+clandestini+arruolati+uccisi_21497.php - Triangolo d'Oro e metamfetamine che hanno soppiantato oppio ed eroina, ma... http://droghe.aduc.it/articolo/triangolo+oro+metamfetamine+che+hanno+soppiantato_21496.php - Cannabis, Tribunale di Roma: vendere semi non costituisce istigazione all'uso http://droghe.aduc.it/articolo/cannabis+tribunale+roma+vendere+semi+non_21487.php COMUNICATI - Cannabis terapeutica, anche in Veneto reale diritto alla cura http://droghe.aduc.it/comunicato/cannabis+terapeutica+anche+veneto+reale+diritto_21501.php - Cannabis, importante pronuncia Corte d’Appello di Bologna: la detenzione di 1 kg è fatto di lieve entità se non c’è perizia tossicologica sul Thc http://droghe.aduc.it/comunicato/cannabis+importante+proncuncia+corte+appello_21498.php NOTIZIE -ITALIA/Cannabis terapeutica Veneto. Soddisfazione vicepresidente consiglio regionale http://droghe.aduc.it/notizia/cannabis+terapeutica+veneto+soddisfazione_127762.php -USA/Farmaco epilessia riduce dipendenza cocaina http://droghe.aduc.it/notizia/farmaco+epilessia+riduce+dipendenza+cocaina_127754.php -MESSICO/Narcoguerra. Ex-presidente Fox apre simposio su legalizzazione cannabis http://droghe.aduc.it/notizia/narcoguerra+ex+presidente+fox+apre+simposio_127750.php -MESSICO/Narcoguerra. Evacuati un migliaio di abitanti dello Stato di Guerrero, da giorni vittime di colpi d'arma da fuoco e incendi delle case http://droghe.aduc.it/notizia/narcoguerra+evacuati+migliaio+abitanti+dello+stato_127747.php -ITALIA/Dipendenze. Regione Campania stanzia 950.000 euro http://droghe.aduc.it/notizia/dipendenze+regione+campania+stanzia+950+000+euro_127746.php -FRANCIA/Cannabis Social Club. Verso la dissoluzione? http://droghe.aduc.it/notizia/cannabis+social+club+verso+dissoluzione_127745.php -CANADA/Dipendenze fumo e droga. Le difficolta' degli impulsivi per smettere http://droghe.aduc.it/notizia/dipendenze+fumo+droga+difficolta+impulsivi+smettere_127743.php -MESSICO/Narcoguerra. Ucciso giornalista specializzato in reportage sul crimine organizzato http://droghe.aduc.it/notizia/narcoguerra+ucciso+giornalista+specializzato_127742.php -ITALIA/Rubavano soldi e droga a spacciatori. 5 poliziotti indagati http://droghe.aduc.it/notizia/rubavano+soldi+droga+spacciatori+poliziotti_127739.php -ITALIA/Autocoltivazione cannabis. Giovanardi: si' alla piantina in casa http://droghe.aduc.it/notizia/autocoltivazione+cannabis+giovanardi+si+alla_127732.php -COLOMBIA/Narcotraffico. Sempre piu' presenti le mafie italiane http://droghe.aduc.it/notizia/narcotraffico+sempre+piu+presenti+mafie+italiane_127730.php -ITALIA/Riforma legge droga. Parte esame in commissione Giustizia Camera http://droghe.aduc.it/notizia/riforma+legge+droga+parte+esame+commissione_127729.php -ITALIA/Crollano i sequestri di cocaina, raddoppiano quelli di cannabis. DCSA http://droghe.aduc.it/notizia/crollano+sequestri+cocaina+raddoppiano+quelli_127728.php -SPAGNA/Catturato barone del narcotraffico internazionale http://droghe.aduc.it/notizia/catturato+barone+narcotraffico+internazionale_127723.php -MESSICO/Narcoguerra. Arrestato il capo dei Los Zetas http://droghe.aduc.it/notizia/narcoguerra+arrestato+capo+dei+los+zetas_127720.php -ITALIA/Droga e guida auto. Niente multa se si e' fermi. Cassazione http://droghe.aduc.it/notizia/droga+guida+auto+niente+multa+se+si+fermi_127719.php IL PREZZO DEL PROIBIZIONISMO dalle cronache locali gli effetti della legge vigente dati dal 25/12/2012 al 22/07/2013 sequestri droghe leggere (kg) 5.270 droghe pesanti (kg) 6.790 dosi droghe sintetiche 7.240.000 piante di cannabis 11.440.000 flaconi di metadone 288 vittime morti 10 arresti 5.880 giorni di reclusione 3.800 riepilogo settimanale dal 16/07/2013 al 22/07/2013 sequestri droghe leggere (kg) 260 droghe pesanti (kg) 190 dosi droghe sintetiche 70.000 piante di cannabis 300.000 flaconi di metadone 0 vittime morti 1 arresti 145 giorni di reclusione 120 dati 2012: 20/12/11 - 24/12/12 * sequestri - droghe leggere: Kg 11.270 - pesanti: Kg 15.730 - sintetiche: dosi 11.825.000 - cannabis: piante 22.170.000 - metadone: flaconi 250 * vittime - morti: 45 - arresti: 9.335 - giorni di reclusione: 7.950 ------------------------------------------ARTICOLI 21-07-2013 14:10 Z-40, il capo del narcotraffico messicano che cucinava i suoi nemici L'arresto, lunedi' scorso, di Miguel Angel Trevino, alias Z-40, leader dei Los Zetas, il cartello piu' sanguinario del Messico, e' stata una notizia per tutto il mondo tranne che in Nuevo Laredo, dove il nostro e' nato 40 anni fa. Il giorno successivo, i quotidiani di questa violenta citta' dello Stato di Taumalipas, al confine con gli Usa, non riportavano neanche una riga sulla cattura del narco. Sono anni che il crimine organizzato ha imposto il terrore alla popolazione di questa citta' di 350.000 abitanti che, con cinque ponti, e' collegata con il Texas. Anni di cadaveri decapitati e di corpi appesi ai cavalcavia, anni senza legge -il capo della polizia e' scomparso a febbraio- e di silenzio -vari siti Internet hanno chiuso in seguito a minacce- nel regno dell'uomo piu' pericoloso del Paese. La carriera criminale di Z-40 si e' conclusa all'alba di una strada di campagna, a circa 27 chilometri a sudovest di Nuevo Laredo, quando un elicottero Black Hawk della Marina messicana ha intercettato il SUV color grigio argento su cui era in viaggio con una scorta e un ragioniere. A bordo, due milioni di dollari, otto grosse armi e 500 cartucce. I due complici si sono buttati subito in terra, ma il capo, al contrario, ha cercato di fuggire nella vegetazione. Tutto inutile. L'operazione e' durata, secondo la versione ufficiale, sette minuti e non ha richiesto neanche un colpo di arma da fuoco. Il successo e' stato il risultato di una grande lavoro di intelligence per il quale non c'e' alcun dubbio che vi abbiano partecipato le agenzie americane di sicurezza -la stampa messicana parla anche dell'uso di un drone- viste i loro buoni rapporti con la Marina. Z-40 era spesso in movimento su strade non asfaltate tra Coahuila e Taumalipas e ogni tanto andava a trovare suo figlio a Nuevo Laredo. Prima dell'analisi del DNA, i suoi tatuaggi sono serviti a confermare la sua identita': un cobra nella parte interna del suo avambraccio destro e la frase “Hecho en Mexico” (made in Mexico) sulla spalla. La nitidezza dell'operazione ha fatto venire, ad alcuni esperti messicani di sicurezza, il sospetto che in realta' fosse un arresto patteggiato, perche' Trevino era molto guardingo ed era solito spostarsi con la propria guardia del corpo. In qualunque caso, un finale molto tranquillo per un uomo il cui debutto nel mondo della malavita comincio' da adolescente a Dallas, dove i suoi genitori e i suoi 13 fratelli sono vissuti vari anni. Li', si uni' alla banda dei Los Tejas, dedicandosi al furto di automobili e alla vendita di droga. Ma in seguito fu reclutato da Osiel Cardenas, capo del cartello del Golfo. All'inizio riciclando automobili, poi come messaggero del mafioso grazie alla sua conoscenza della lingua inglese, e successivamente come uno dei principali sicari di suo fratello, Ezequiel Cardenas, noto come Tony Tormenta, ucciso nel 2010. Quando, alla fine degli anni Novanta, Osiel Cardenas fondo' i Los Zetas come braccio armato del cartello del Gofo grazie ad un gruppo di disertori delle forze speciali dell'Esercito messicano, Trevino divenne il braccio destro del suo capo, Heriberto Lazcano Lazcano, “el Lazca”. La crudelta' dei suoi metodi gli consenti' di farsi strada nell'escalation del crimine organizzato. Z-40 impose la moda di smembrare i corpi e “cucinare i nemici”, dissolvendoli nell'acido o fondendoli in contenitori di olio. Il giornalista statunitense Alfredo Corchado, minacciato di morte dai Los Zetas, e che ha dato per primo la notizia dell'arresto di Trevino al “Dallas Morning News”, racconta nel suo libro “Midnight in Mexico” (Penguin Press), di recenti casi in cui Z-40 aveva l'abitudine di mordere il cuore di alcune delle proprie vittime, alcune vive, credendo che questo l'avrebbe reso invincibile, e reclutava i propri sicari obbligandoli a sparare ad una persona a caso. “Metteva una pistola carica nelle mani di un sicario e gli ordinava di puntarla sulla testa di qualcuno di fronte a loro. Trevino poi metteva la sua mano sul cuore del sicario per sentire quanto rapido fosse il battito mentre gridava: Fottilo! Se tentennava gli sparava un colpo in testa o gli dava un lavoro infimo. Dipendeva dall'umore che aveva in quel giorno”. Dopo l'arresto di Osiel Cardenas nel 2003, i Los Zetas cominciarono la guerra con il cartello del Golfo fino alla rottura definitiva di gennaio del 2010. Gli ex-disertori dell'Esercito, con “el Lazca” e “Z-40” come capi e i loro barbari metodi militari di occupazione del territorio, hanno insanguinato negli ultimi anni il Messico in una guerra permanente contro gli altri gruppi di narcotrafficanti. La violenza dei Los Zetas raggiunse il suo culmine ad agosto del 2010 quando furono trovati in un'unica fossa comune a San Fernando (Tamaulipas) 72 migranti centroamericani torturati e assassinati. La notizia colpi' in modo particolare la societa' messicana. Nonostante la diffusa rabbia per i loro omicidi, il loro metodo di porre il mondo di fronte alle loro azioni infernali li' dove le imponevano, li porto' a dedicarsi, oltre che al narcotraffico, ad altri reati come il traffico di migranti, i sequestri e le estorsioni, e ad essere presenti in 14 Stati oltre che ad espandersi in Guatemala. Il governo dell'ex-presidente Felipe Calderon decise negli ultimi anni di concentrarsi sullo smantellamento dei Los Zetas. Grazie a questo si giunse alla morte di el Lazca in uno strano incidente ad ottobre dell'anno scorso. La morte del capo, il cui cadavere fu misteriosamente rubato da un cimitero poco dopo, diede fuoco ad una nuova lotta per il potere che vide vincitore Z-40, ma il cartello si era molto indebolito. L'arresto di Trevino apre, secondo gli analisti sulla sicurezza, una nuova tappa nella violenza di questo Paese -probabilmente i Los Zetas cesseranno di esistere come organizzazione coesa e unificante a livello nazionale- ma non vorra' dire che sara' finita. Probabilmente si scatenera' una guerra per il suo controllo -si valuta che suo fratello minore, Omar, abbia ereditato la leadership- e gli altri dei cartelli del Golfo e di Sinaloa, la confederazione diretta da Joaquin el Chapo Guzman, cogliera' l'occasione per occupare i territori dei loro vecchi nemici. Z-40 e' rinchiuso in un carcere di massima sicurezza. Dopo il suo arresto, sono morte piu' di 30 persone in diversi luoghi del Paese. Un leggendario assassino e' uscito di scena, ma come ha scritto il sociologo e giornalista Jorge Zepeda, continuano ad esserci “le condizioni che rendono possibile l'espansione del crimine organizzato, come l'impunita', l'assenza di una organizzazione della giustizia, la corruzione generalizzata e l'inefficacia della polizia”. La tragedia del Messico, che si e' fatto carico di piu' di 65.000 vite nell'ultimo lustro, non e' finita. (articolo di Rosario G.Gomez pubblicato sul quotidiano El Pais del 20/07/2013) Redazione 19-07-2013 11:36 Narcoguerra. I migranti clandestini arruolati o uccisi dai cartelli Samuel Alberto Centeno Vazquez, un migrante originario dell'Honduras, e' stato avvicinato da alcuni uomini armati perche' lavorasse col cartello dei Los Zetas, mentre era sulla strada che, a nord del Messico, lo portava alla frontiera con gli Stati Uniti. Membri del gruppo criminale avrebbero promesso a questo uomo di 19 anni un salario di 1.000 dollari al mese, delle donne e della droga se avesse lavorato col cartello. “Loro volevano che lavorassi con loro, se ben intendete cosa voglio dire”, spiega Samuel all'agenzia France Presse (AFP), mentre e' nel centro di rifugio per migranti di Huehuetoca, nello Stato di Mexico. Gli avevano proposto di partecipare alle attivita' criminali del cartello: omicidi, traffico di droga, rapimenti e racket. I migranti che vengono dall'America centrale sono sempre piu' spesso reclutati dai cartelli della droga, una tendenza relativamente recente, secondo le organizzazioni non-governative. Nel momento in cui l'emigrazione messicana verso gli Usa diminuisce, un numero sempre maggiore di migranti provenienti dall'America centrale attraversa il Messico verso gli Usa, per cercare una vita migliore oppure per sfuggire alle violenze dei propri Paesi. Circa 200.000 di loro entrano illegalmente in Messico ogni anno, secondo le stime del ministero dell'Interno. La maggior parte sono con scarsi mezzi economici e per molti di essi e' difficile resistere alle offerte dei narcotrafficanti. “Io ho detto no, ma altri li hanno seguiti”, dice Centeno Vazquez. Durante gli anni, i migranti dell'America centrale sono state vittime di sequestri, omicidi e racket da parte dei gruppi criminali o dalle autorita' messicane corrotte. Il cartello dei Los Zetas e' uno dei piu' violenti del Messico e controlli grandi parti del territorio. Ma il suo futuro e' incerto dopo che il suo capo, Miguel Angel Trevino, e' stato arrestato lunedi' scorso, il secondo in meno di un anno. Altri migranti del centro di Huehuetoca hanno testimoniato sulla loro esperienza restando anonimi. Questo centro di accoglienza, una sorta di accampamento improvvisato, e' situato lungo delle linee ferroviarie sule quali transitano treni merci su cui i migranti salgono mentre sono in movimento nonostante il rischio di ferirsi se non anche morire. “Le persone decidono di far parte di questi gruppi criminali perche' non hanno soldi, mentre talvolta sono i Los Zetas che si infiltrano tra i rifugiati. E agli altri cosa resta, morire di fame? Tu non vuoi morire”, dice un rifugiato dell'Honduras. I migranti devono molto spesso pagare una tassa ai cartelli per avere il diritto di viaggiare su un tetto di un treno che va verso la frontiera, cosi' come fanno sapere alcune organizzazioni di aiuto ai migranti. Alcuni indicano in 100 dollari l'ammontare a persona di questa tassa. Alcuni contrabbandieri possono arrivare a far pagare anche piu' di mille dollari per una loro assistenza completa fino alla frontiera americana. “Le persone non hanno abbastanza denaro per pagare il viaggio e quindi il reclutamento e' diventato un altro metodo per pagare questi gruppi. Nella maggior parte dei casi, se non si accetta di essere reclutati si viene uccisi, oppure viene ucciso un membro della propria famiglia”, dice Nancy Perez che dirige la ONG “Sin Fronteras” (Senza Frontiere). Ad agosto del 2010, 72 migranti senza documenti era stati ritrovati uccisi in un ranch dello Stato di Tamaulipas e si presuppose che fosse una strage ad opera dei Los Zetas. L'unico sopravvissuto, originario dell'Equador, aveva raccontato che gli appartenenti al suo gruppo erano stati sequestrati ed uccisi dai loro rapitori: i migranti non erano in grado di pagare e si rifiutavano di lavorare per il cartello. (articolo di Deborah Bonello per l'agenzia France Press – AFP, del 18/07/2013) Redazione 18-07-2013 16:39 Triangolo d'Oro e metamfetamine che hanno soppiantato oppio ed eroina, ma... Nel cuore del Triangolo d'Oro, un battello della polizia thailandese con ben in vista una mitraglietta, pattuglia il fiume Mekong. Dopo aver rintracciato per lungo tempo oppio ed eroina, le autorita' sono ora impegnate nella ricerca delle metamfetamine. In questa regione piena di miti, ai confini con Thailandia, Laos e Birmania, i prodotti cambiano ma il traffici sono di casa.”E' veramente difficile individuare il traffico di droghe verso la Thailandia. Ma noi utilizziamo tutti i mezzi possibili”, dice il generale Manop Senakun, comandante della polizia di Chiang Saen, porta thailandese del Triangolo d'Oro. Il Centro contro il crimine sul Mekong -30 poliziotti e tre battelli in comune coi Paesi vicinicontrolla la navigazione su 17 chilometri di frontiera fluviale tra Thailandia e Laos. Una unita' creata dopo la morte, alla fine del 2011, di 13 marinai cinesi in un attacco alla fine del quale sono state sequestrate piu' di 900.000 pasticche. Di conseguenza, Naw Kham, padrino birmano della droga, e tre suoi accoliti, sono stati giustiziati in Cina per questo massacro. E i due battelli pieni di pallottole sono ancora in bella vista nel porto di Chiang Saen. Di fatto il fiume e' meno frequentato dai trafficanti rispetto a prima, dice il generale Manop. La maggior parte del traffico si fa “negli altipiani, lungo la frontiera”. La Cina si e' aggiunta a questa maggiore sorveglianza del fiume. “I crimini legati alla droga sul Mekong sono stati messi sotto controllo” ritiene l'ambasciata cinese in Birmania dopo un'operazione congiunta di due mesi sul fiume con i propri vicini. L'Operazione “Mekong sicuro” ha permesso l'arresto di 2.534 sospetti e il sequestro di circa 10 tonnellate di droga, secondo le autorita' thailandesi. “Io non ne sono convinto”, stempera Pierre-Arnaud Chouvy, geografo del CNRS. “Ci sono alcuni casi di sequestri molto mediaticizzati, ma a monte non c'e' una valutazione dell'efficacia dei pattugliamenti", sottolinea descrivendo alcune filiere “a geometria variabile, con molti intermediari e, notoriamente, numerosi piccoli trafficanti non professionisti che approfittano delle opportunita'” Il tutto su uno sfondo di corruzione degli ufficiali impegnati in merito, che “rimane un problema in Thailandia, dove alcuni responsabili prendono delle bustarelle”, secondo il Dipartimento di Stato americano. Ad ogni angolo di strada Paradorn Pattanatabut, direttore del Consiglio di sicurezza nazionale, lo ammette lui stesso a bassa voce: “Io non lo nego”, dice all'agenzia France Presse (AFP). Promettendo che i colpevoli saranno presi. L'Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (UNODC) stima in almeno1,4 miliardi il numero di pillole di yaba, nome thailandese delle metamfetamine, fabbricate ogni anno nella regione. La maggior parte provengono da piccoli laboratori mobili e isolati nel cuore della giungla dello Stato Shan, nell'est birmano. Un mercato stimato in 8,5 miliardi di dollari, al quale occorre aggiungere l'eroina, proveniente sempre dalla Birmania, secondo produttore mondiale di oppio dopo l'Afghanistan. L'oppio e l'eroina che hanno fatto la nomea della regione, primo produttore mondiale da trenta anni, ha ceduto la piazza alle metamfetamine all'inizio degli anni 2000, a favore delle politiche di eradicazione del papavero. Ma “dopo il 2006, la coltura dell'oppio ha ripreso e cresce nei sei anni consecutivi”, fa notare Tun Nay Soe, dell'ufficio UNODC di Bangkok, descrivendo i “livelli allarmanti” per gli oppiacei come per le metamfetamine. Il Triangolo d'Oro “e' all'epicentro del traffico e della produzione”. All'improvviso, i trafficanti sono piu' minacciosi, dice il generale Manop, facendo riferimento a gruppi di 20 o 30 persone armate che attraversano la giunga. Gli abbordaggi sono regolari come quello di otto presunti trafficanti che sono stati abbattuti dalle forze dell'ordine nel 2012. Ma dal punto di vista dei consumatori thailandesi, niente e' cambiato. “Io sono a Klongtoey da molto tempo e non ho mai visti il problema diminuire”, dice Nisanart Trirart, assistente sociale di un centro di sanita' di questa bidonville di Bangkok, confermando che le matamfetamine hanno rimpiazzato l'eroina e reso quasi inutili i trattamenti metadonici. Qui, pillole e polvere sono in vendita in ogni angolo di strada. “Alcuni bambini mi chiedono: fratello, cos'e' che vuoi?”, racconta Joon, 35 anni, che sostiene di non aver assunto piu' niente dopo la sua uscita di prigione, dove ha passato qualche anno per omicidio. Colla, valium, marijuana, yaba, Ice, eroina... lui ha provato tutto dall'eta' di dieci anni. Ma, malato di Aids, vuole vincere. “E' la mia ultima chance per fare un piacere a mia madre prima di morire”. (articolo di Amélie BOTTOLLIER-DEPOIS per l'agenzia France Presse- AFP del 18/07/2013) Redazione 16-07-2013 05:25 Cannabis, Tribunale di Roma: vendere semi non costituisce istigazione all'uso Il principio statuito dalla sentenza delle SSUU dello scorso 18 ottobre 2012 (n. 47604), che ha escluso che la vendita di semi di cannabis integri gli estremi del delitto di cui all'art. 82 dpr 309/90, trova puntuale e corretta applicazione nella decisione del GUP presso il Tribunale di Roma, del 7 febbraio – 7 aprile 2013, che ha assolto quattro commercianti di semi di cannabis, accusati di violazione proprio della citata disposizione di legge. Si è così posta fine ad un'odissea giudiziaria durante oltre quattro anni. La rilevanza delle pronunzia, che si commenta, consiste, certamente, nella felice intuizione giuridica del giudice di prime cure, il quale colloca la condotta di vendita di semi di cannabis, attribuita al commerciante – ed oggetto della specifica contestazione di reato -, nel segmento degli atti preparatori non punibili. Ad avviso del giudicante, infatti, non sarebbe ravvisabile il requisito della idoneità “in modo inequivoco alla consumazione di un determinato reato”, atteso che “non è dato dedurre la effettiva destinazione dei semi”, una volta che essi siano stati venduti. E' evidente che tali affermazioni si coniugano in maniera armonica con l'osservazione : 1. che sia sempre stato obbiettivamente impossibile – per il giudicante - acquisire la prova positiva della volontà genetica ed univoca del commerciante di istigare, tramite la vendita di semi di cannabis, gli acquirenti all'uso di sostanze stupefacenti, attesa la molteplicità di ipotetici motivi che potevano sottostare all'acquisto; 2. che, una volta perfezionata la vendita, la destinazione finale e l'eventuale utilizzo modale dei semi – entrati negozialmente nella sfera di esclusiva disponibilità dell'acquirente – sfugge a qualsiasi forma di verifica da parte del commerciante. Costui non ha alcun obbligo di verificare l'uso successivo degli stessi. Ulteriore profilo di interesse si rinviene, poi, nella disamina della condotta degli imputati, che induce il giudice ad escludere la configurabilità dell'art. 414 c.p. in relazione all'art. 73 dpr 309/90 (ipotesi di reato di istigazione alla coltivazione illecita, che le SSUU hanno ritenuto come unica formulabile in teoria in situazioni del genere). La sola inserzione pubblicitaria, che raffigura semi e contiene indicazioni sulla loro provenienza e descrizione, non presenta – ad avviso del GUP - il carattere di fungere da spinta determinativa specificatamente indirizzata nei confronti degli acquirenti al fine di indurre costoro ad acquistare per coltivare. Carlo Alberto Zaina ------------------------------------------COMUNICATI 20-07-2013 15:37 Cannabis terapeutica, anche in Veneto reale diritto alla cura Finalmente anche in Veneto si è reso reale il diritto alla cura ed il ripristino di equità tra malati, applicando a livello regionale una legge nazionale del 2007, che prevede la cura con farmaci e preparazioni galeniche a base di cannabis. Il ricorso del governo non è servito, perché la Corte costituzionale ha confermato la legge della Regione Veneto che autorizza la produzione e la distribuzione tra i malati della Regione dei medicinali derivati dalla cannabis. A causa del proibizionismo ogni giorno migliaia di malati sono costretti ad acquistare la canapa che consumano per il proprio benessere da organizzazioni più o meno criminali, con le ben note conseguenze. Ora, almeno in Veneto, non dovrà più accadere. Nel contempo si rende necessario abbattere gli ostacoli burocratici e le barriere culturali ed ideologiche che hanno impedito l'accesso e il diritto alla salute a molti cittadini malati. Maria Grazia Lucchiari 19-07-2013 12:45 Cannabis, importante pronuncia Corte d’Appello di Bologna: la detenzione di 1 kg è fatto di lieve entità se non c’è perizia tossicologica sul Thc La Corte d’Appello di Bologna ha compiuto un ulteriore importante passo nella distinzione tra cd. droghe leggere e droghe pesanti, così barbaramente negata dalla legge FiniGiovanardi e dal sistema tabellare. La Terza Sezione Penale, alla odierna udienza, ha dichiarato il principio per cui, in assenza di perizia tossicologica che attesti il livello di thc contenuto nella sostanza lorda, si deve ravvisare l'operatività ed applicabilità dell'ipotesi di lieve entità (l'attenuante di cui all'art. 73, comma 5) nel caso in cui l'imputato non possa affermare che lo stupefacente detenuto era destinato ad un uso esclusivamente personale. Nel caso specifico la contestuale detenzione di 900 grammi di marijuana e di 100 grammi di hashish ha comportato per due giovani, che erano assistiti e difesi dall'avv. Carlo Alberto Zaina, consulente legale Aduc, assieme all'avv. Falco di Brindisi, la condanna alla pena di 2 anni e 4 mesi per uno (che era imputato anche di resistenza e minacce) e di 2 anni con sospensione condizionale per l'altro che non aveva altre accuse al di fuori di quella di detenzione illecita in concorso. L'impossibilità di stabilire il grado di purezza dell'hashish o della marijuana e, quindi, il numero di dosi o di quantità massime detenibili e derivabili, diviene quindi ostacolo insormontabile per il giudice (a livello interpretativo) e legittima un trattamento pro reo di maggiore favore anche in presenza di quantitativi lordi importanti come quello in oggetto (circa 1 kg). Il narcotest diviene un mero indicatore della presenza di principi attivi e null'altro. La Corte ha tenuto in conto anche il fatto che certamente una parte importante e preponderante dello stupefacente era destinata al fabbisogno personale dei detentori e non vi era alcuna prova di spaccio, in quanto i due giovani erano stati colti all'atto di detenere. E', comunque, questo un altro implicito passo verso una distinzione del trattamento sanzionatorio della cannabis, per la sua minore offensività, rispetto alle cd. droghe pesanti. ------------------------------------------NOTIZIE 22-07-2013 16:45 ITALIA/Cannabis terapeutica Veneto. Soddisfazione vicepresidente consiglio regionale Il vicepresidente del Consiglio regionale del Veneto, Matteo Toscani (LN), esprime soddisfazione per la sentenza della Corte Costituzionale, che conferma la legge regionale n. 38 del 2012, con la quale si autorizza e si disciplina l'uso della cannabis per finalità terapeutiche. "Sono contento - afferma il consigliere della Lega Nord - per la pronuncia della Corte Costituzionale, che, certificando il corretto operato del Consiglio regionale, conferma la validità della legge che ho personalmente sottoscritto e sostenuto e che consente la distribuzione negli ospedali e nelle farmacie di farmaci e preparati galenici a base di cannabinoidi. Vista l'arretratezza culturale con cui operano spesso gli organi dello Stato conclude Toscani non c'era alcuna certezza sull'esito del ricorso presentato dal governo Monti, che fortunatamente è stato respinto. Spiace per i molti mesi persi a causa dell'esecutivo dei professori che, in questa come in altre occasioni, si è dimostrato "allergico" alle autonomie locali". 20-07-2013 11:04 USA/Farmaco epilessia riduce dipendenza cocaina Il topiramato, farmaco generalmente utilizzato per il trattamento dell'epilessia e piu' recentemente per la perdita di peso, potrebbe aiutare anche le persone che abusano di alcol e cocaina a ridurre la dipendenza. L'attivita' anti-stupefacente del topiramato e' risultata maggiore tra i consumatori pesanti. E' la scoperta di una nuova ricerca condotta da Kyle Kampman della School of Medicine della University of Pennsylvania pubblicata sulla rivista 'Drug and Alcohol Dependence'. Il topiramato e' un farmaco anticonvulsivo che aumenta i livelli cerebrali del GABA - l'acido gammaaminobutirrico, neurotrasmettitore inibitorio nel sistema nervoso centrale. E' stato approvato dalla FDA per il trattamento di epilessia, emicranie e per la perdita di peso in combinazione con la fentermina. "Il nostro studio aggiunge adesso una potenziale applicazione in piu' per il farmaco, dimostrandone l'efficienza contro la dipendenza da alcol e cocaina", ha spiegato Kapman. "Con le prossime ricerche proveremo a testare diverse combinazioni con il topiramato per raggiungere la terapia piu' adatta a contrastare tutti i livelli di astinenza da cocaina", ha concluso. 19-07-2013 19:00 MESSICO/Narcoguerra. Ex-presidente Fox apre simposio su legalizzazione cannabis Legalizzare le 'canne' per arginare la guerra tra gang del narcotraffico in Messico. L'ex presidente Vicente Fox ha aperto oggi un simposio sulla legalizzazione della marijuana nella sede del think tank fondato nella sua citta' natale di Guanajuato (centro del Paese), sottolineando che il Messico "non puo' andare avanti con questo massacro", in riferimento alle decine di migliaia di morti causati dalla militarizzazione della guerra al narcotraffico. "Non siamo qui per promuovere il consumo di droga, ma per assicurarci che in questo Paese ci sia un dibattito serio e professionale" sulla legalizzazione della cannabis, anche in riferimento a un disegno di legge presentato da un deputato del Partito Rivoluzionario Democratico (Prd, sinistra). Fox, che appartiene al Partito di Azione Nazionale (Pan, destra), ha ammesso che durante la sua presidenza (2000-2006) non ha lanciato nessuna iniziativa in questo senso, ma ha insistito che "questo e' il passato, ma ora perche' dovrei chiudermi?". A suo avviso, il suo successore Felipe Caldero'n "non ha trovato una uscita a questo problema: ci ha imbarcato in una guerra inutile e sanguinaria, che oggi non siamo capaci di fermare". 19-07-2013 10:43 MESSICO/Narcoguerra. Evacuati un migliaio di abitanti dello Stato di Guerrero, da giorni vittime di colpi d'arma da fuoco e incendi delle case Un migliaio di abitanti di tre localita' dello Stato di Guerrero, al sud del Messico, hanno abbandonato le proprie case mercoledi' 17 dopo una serie di attacchi armati e minacce da parte di gruppi criminali, cosi' come hanno fatto sapere all'agenzia France Presse (AFP) le autorita' locali. El Terrero, El Cubo e El Remanse, tre localita' appartenenti al Comune di San Miguel Totolapan, sono state vittime nei giorni scorsi di aggressioni armate che hanno provocato diversi feriti e l'incendio di molte case, cosi' come fa sapere Bolivar Ochoa, segretario del Comune. “Sono tre giorni che siamo in mezzo a colpi di arma da fuoco. Un gruppo ha dato fuoco ad alcune case e attaccato delle persone”, ha detto il funzionario municipale. Alcune delle famiglie che hanno abbandonato le proprie dimore sono alloggiate provvisoriamente nella chiesa principale di San Miguel Totolapan, e ricevono cibo e assistenza medica mentre le autorita' stanno provando a trovare alloggi provvisori. “C'e' un gruppo di criminali in questa zona e stiamo facendo adeguate operazioni di polizia per neutralizzarli”, ha detto l'ammiraglio Sergio Lara, responsabile della sicurezza pubblica di Guerrero. Ieri le prime unita' di polizia dello Stato sono arrivate in loco accompagnate da militari dell'esercito e dalla polizia federale. Guerrero, produttore di marijuana e regione di transito della droga in provenienza da altre regioni del Paese, e' uno degli Stati messicani piu' toccati dalle attivita' del crimine organizzato. Da gennaio, i gruppi di autodifesa armati si sono moltiplicati a fronte delle carenze delle forze di sicurezza. 19-07-2013 10:22 ITALIA/Dipendenze. Regione Campania stanzia 950.000 euro La Regione Campania ha stanziato 950 mila euro per le 7 Asl per progetti di contrasto alle dipendenze patologiche, ovvero gioco d'azzardo, tossicodipendenza in carcere e tabagismo. Lo rende noto un comunicato stampa diffuso da palazzo Santa Lucia. Entrando nel dettaglio, l'Assistenza sanitaria, Settore Fasce deboli dell'Assessorato alla Sanita' ha destinato 500 mila euro alle azioni per contrastare la tossicodipendenza in carcere, 250 mila euro a quelle per il gioco d'azzardo, e 200 mila per il tabagismo. Le risorse stanziate serviranno a sostenere i Servizi per le dipendenze patologiche affinche' siano messi in condizione di poter prima intercettare e poi accogliere ed assistere la popolazione interessata da tale problematica. Per quanto riguarda i detenuti, sulla base di una indagine del servizio tossicodipendenze sviluppata nei 17 Istituti penitenziari della Campania, risulta che, su 8300 persone in carcere, 3.550 risultano interessate, in maniera diversa (consumatori, consumatori problematici, tossicodipendenti) da problematiche droga correlate e 1732 sono con diagnosi accertata. Gli stanziamenti messi in campo serviranno in primo luogo per attivare progetti di recupero primariamente svolti nel territorio di appartenenza attraverso la offerta di percorsi di formazione lavoro per quanti dopo la esperienza del carcere si trovano a dover ricostruire la propria autonomia in ambito familiare, sociale, culturale e lavorativo. Quanto al tabacco, in Campania, il numero di decessi per cause attribuibili al fumo di tabacco, e' in continuo aumento e l'incidenza dei costi ospedalieri legati al consumo di sigarette e' stata stimata intorno all'8% della spesa sanitaria pubblica totale (0,47% sul Pil). 18-07-2013 19:56 FRANCIA/Cannabis Social Club. Verso la dissoluzione? I cannabis Social Club )CSC), gruppi di persone che producono cannabis per il proprio consumo personale, nati all'inizio dell'anno in alcune citta' della Francia, sono li' li' per sparire, essendo molti di loro sciolti dalle autorita' giudiziarie. Cosi' fanno sapere fonti del movimento. Dopo che sei CSC si sono autodenunciati in Prefettura, tre di questi si sono gia' dissolti e un quarto sta per esserlo, cosi' come ha dichiarato all'agenzia France Press (AFP) Jean-Francois Sarrazin, ex-membro di uno di questi club. I CSC sono gruppi di maggiorenni che coltivano insieme della cannabis per il proprio consumo personale in modo da distaccarsi dal mercato nero, visto che produzione, vendita e consumo di cannabis sono illegali in Francia. Francia che, pero', nel contempo, in un decreto dello scorso giugno, ha aperto la strada alla vendita di farmaci contenenti cannabis. Il movimento dei CSC e' nato in Francia ufficialmente a marzo, con la dichiarazione alla Prefettura di Indreet-Loire (centro) della Fédération des Cannabis Social Clubs. In seguito, il fondatore del movimento, Dominique Broc, ha stimolato tutti i gruppi gia' esistenti a farsi riconoscere legalmente in Prefettura. Secondo lui, diverse centinaia di CSC esistono ufficiosamente in Francia. Sei di loro hanno fatto il passo della dichiarazione ma diversi procuratori si sono occupati del caso, sentenziando la dissoluzione della federazione e di diversi CSC, tanto che Broc e' stato condannato lo scorso 18 aprile a otto mesi di prigione con la sospensiva e 2.500,00 euro di ammenda per detenzione e uso di droga, nonche' rifiuto di farsi prelevare il DNA. Sarrazin ha fatto sapere che i CSC faranno appello contro le sentenze che li hanno sciolti. “In seguito andremo in Cassazione, e poi davanti alla Corte europea dei diritti dell'Uomo”, ha detto Farid Ghehiouèche, ex-membro della Federazione che ha rilevato “l'assenza di coraggio da parte dei responsabili politici a fare evolvere la legge per offrire un quadro normativo sperimentale per questa iniziativa dei CSC”. 18-07-2013 19:29 CANADA/Dipendenze fumo e droga. Le difficolta' degli impulsivi per smettere L'impulsivita' e' una caratteristica pericolosa per chi prova a smettere di fumare o vorrebbe liberarsi da una dipendenza da droghe. Recenti ricerche hanno, infatti, dimostrato che le persone impulsive sono quelle che iniziano a fumare prima nel corso della vita e hanno maggiori difficolta' a smettere e a non cadere in frequenti recidive. Un nuovo studio condotto da Josiane Bourque dell'Universita' di Montreal ha scoperto che dietro l'impulsivita' si nascondono differenze dei circuiti cerebrali che rendono piu' difficile controllare il desiderio di fumare. L'indagine e' la prima a rilevare i percorsi neurali alla base del rapporto tra impulsivita' e voglia di sigarette. Dai risultati e' emerso che le persone impulsive che mostrano una spiccata attrazione verso il fumo quando tentano di smettere hanno una ridotta attivita' nella corteccia cingolata posteriore del cervello. La minore attivita' sarebbe responsabile dell'incapacita' di dire "no" a una 'bionda' e anche ad altre forme di dipendenze. Lo studio e' stato pubblicato su 'Frontiers in Psychiatry'. 18-07-2013 15:37 MESSICO/Narcoguerra. Ucciso giornalista specializzato in reportage sul crimine organizzato Il cadavere di un giornalista messicano specializzato in criminalita', e' stato trovato con tracce di ferite di arma da fuoco nella citta' di Oaxaca (sud) vicino ad un altro corpo non ancora identificato. Lo fanno sapere le locali autorita' giudiziarie. “E' purtroppo confermato che uno dei due morti e' il giornalista Alberto Lopez Bello del giornale “El Imparcial””, ha detto all'agenzia France Press (AFP) Manuel des Jesus Lopez, procuratore dello Stato di Oaxaca, che non ha potuto confermare se il delitto sia correlato all'attivita' del giornalista. Vicino ai due corpi, entrambi martoriati da colpi, sono stati trovati dei bastoni e pietre con tracce di sangue, ma nessun messaggio come quelli che spesso lasciano i gruppi criminali. Lopez Bello, 28 anni, lavorava da sei anni al giornale “El Imparcial”, una delle testate regionali dello Stato di Oaxaca, dove vi ha lavorato normalmente fino a martedi'. Il giornalista aveva di recente redatto diversi articoli sulla vendita al dettaglio di droga a Oaxaca. Lo scorso 22 maggio, il reporter era stato arrestato per alcune ore con un altro collega per aver fotografato uno striscione appeso ad un ponte che riportava un messaggio sospettato di essere opera del crimine organizzato, cosi' come fa sapere all'AFP l'organismo di difesa dei diritti umani dello Stato di Oaxaca. I giornalisti erano poi stati liberati senza che a loro carico fosse riconosciuta una qualche incombenza, e Lopez Bello aveva poi coinvolto un organismo di difesa dei diritti umani contro sette poliziotti che avevano partecipato al suo arresto. Il Messico e' uno dei Paesi piu' pericolosi per i giornalisti. Dal 2000, 84 giornalisti ne sono stati uccisi e altri 20 risultano dispersi, secondo la Commissione nazionale dei diritti dell'Uomo (CNDH) del Messico. 18-07-2013 14:20 ITALIA/Rubavano soldi e droga a spacciatori. 5 poliziotti indagati I carabinieri della sezione pg e del nucleo operativo di Milano stanno perquisendo alla Polfer di Lambrate, a Milano, gli uffici di 5 poliziotti indagati per peculato e detenzione e spaccio di stupefacenti. Secondo le indagini del procuratore aggiunto Alfredo Robledo e del pm Paolo Filippini, i poliziotti avrebbero sottratto soldi sequestrati ad alcuni spacciatori e avrebbero anche intascato parte della droga sempre oggetto di sequestri. In un caso avrebbero trattenuto 50 grammi di cocaina. I carabinieri stanno perquisendo anche le abitazioni dei poliziotti, tutti in servizio presso la Polizia ferroviaria di Lambrate, per presunti reati commessi a partire dall'aprile del 2012. Le indagini sono nate a seguito di un esposto dell'avvocato Debora Piazza e avrebbero accertato ''forti anomalie - come scrivono i pm nel decreto di perquisizione - nelle condotte poste in essere'' dai poliziotti ''relativamente alla gestione dello stupefacente sequestrato nel corso della attivita' di servizio''. Gli agenti, secondo l'accusa, avrebbero distrutto ''in proprio la droga sequestrata, anziche' seguire le modalita''' previste dalla legge. Circostanza, secondo i pm, ''da cui si desume che lo stupefacente venga sottratto alla destinazione prevista dalla legge''. Le indagini, poi, avrebbero consentito ''di raccogliere analoghe condotte illecite riguardanti le sorti del denaro rinvenuto nella disponibilita' degli arrestati''. Vi sono, si legge ancora, ''almeno cinque soggetti che lamentano l'omesso sequestro delle somme acquisite dagli operanti in sede di perquisizione''. Un marocchino sarebbe stato ''fermato, ammanettato e perquisito'' da due agenti e gli sarebbero stati portati via ''6 mila euro''. In tutto, stando alle indagini, gli agenti avrebbero trattenuto circa 50mila euro e anche una ''pistola'' nei loro blitz non verbalizzati o verbalizzati solo in parte. 17-07-2013 11:43 ITALIA/Autocoltivazione cannabis. Giovanardi: si' alla piantina in casa Carlo Giovanardi apre alla depenalizzazione della coltivazione domestica della cannabis ma lancia un monito alla Camera a non 'toccare' la sua legge per quanto riguarda la distinzione tra droghe leggere e pesanti per quanto riguarda le pene. L'ex ministro viene interpellato dalla 'Dire' a proposito della proposta di legge di Sel, a prima firma Daniele Farina, di cui si avvia oggi l'esame in commissione Giustizia, per cancellare l'omologazione delle sostanze stupefacenti e per impostare la non punibilita' della coltivazione della cannabis per uso personale (e per la cessione a terzi di piccoli quantitativi destinati al consumo immediato salvo che si tratti di minori). "Sulla piantina, non sulla coltivazione nel senso della piantagionedice il senatore del Pdl- sono assolutamente d'accordo, cioe', per la piantina che uno si tiene in balcone si puo' discutere sulla depenalizzazione. Sull'altro punto, inviterei la Camera a chiamare i tossicologi che spiegheranno ai deputati che i principi attivi contenuti oggi nella cannabis e derivati sono totalmente diversi da quelli di 30 anni fa e hanno effetti tossici devastanti su chi ne fa uso. Quindi- continua Giovanardi- l'idea di diversificare le pene per chi spaccia cocaina, eroina o ectacsy, diversa da chi spaccia la cannabis e' completamente fuori dalla realta' proprio per gli effetti devastanti che comporta l'uso della cannabis, basta chiederlo ai parenti delle vittime degli incidenti stradali provocati da chi ha travolto e ucciso sotto l'effetto della cannabis". La proposta Farina mira a cambiare il testo unico sulla droga nella parte modificata dalla Fini-Giovanardi per quanto riguarda le pene". 16-07-2013 17:55 COLOMBIA/Narcotraffico. Sempre piu' presenti le mafie italiane Gli emissari delle mafie italiane, sopratutto Cosa Nostra e 'ndrangheta, sono sempre piu' presenti in Colombia, dove stabiliscono e mantengono rapporti con le organizzazioni del narcotraffico, come dimostra il fatto che 41 cittadini italiani legati alla malavita sono arrestati nel paese durante gli ultimi due anni, scrive oggi la rivista Semana. "Quando nel 2010 le autorita' italiane hanno chiesto alla Colombia di catturate al narcotrafficante Enrico Muzzolini, hanno scoperchiato una vero vaso di Pandora", sostiene il settimanale, che ricostruisce la storia del rapporto di collaborazione che esiste da decenni fra narcos locali e mafiosi italiani. La rivista ricorda come "all'epoca del cartello di Medellin praticamente tutta la catena del business della coca era controllata da boss locali", ma la distribuzione in Europa era in mano di "due soci locali dei cartelli": la mafia della Galizia in Spagna e Cosa Nostra e 'ndrangheta in Italia. "Dopo la caduta dei grandi boss colombiani e la disintegrazione dei cartelli", pero', il business e' cambiato: i narcos non dispongono delle strutture necessarie per organizzare l'esportazione all'ingrosso, e il traffico si e' orientato verso spedizioni piu' piccole e flessibili. Secondo una fonte della sicurezza locale, questo spiega l'attivita' degli emissari mafiosi: "vengono, cercano un qualche piccolo boss, comprano e riuniscono 100 o 200 chili o li mandano in Europa, via Venezuela: il margine di guadagno e' molto alto". 16-07-2013 17:52 ITALIA/Riforma legge droga. Parte esame in commissione Giustizia Camera Prende il via alla Camera l'iter per arrivare a un superamento della Fini-Giovanardi per quanto riguarda la parte penalistica. In commissione Giustizia e' stato inserito nel calendario di oggi pomeriggio l'esame di una proposta di legge di Sinistra ecologia e liberta' a prima firma Daniele Farina che e' anche relatore. Il testo, che e' stato depositato a Montecitorio il 14 giugno scorso, mira, intanto, a cambiare il testo unico sulle droghe e reca il titolo 'Modifiche al testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, in materia di coltivazione e cessione della cannabis indica e dei suoi derivati'. In calce alla proposta di legge, oltre alle firme dei deputati di Sel capeggiati da Gennaro Migliore c'e' anche quella di due deputati del Pd Ivan Scalfarotto e Michela Marzano. La proposta di legge mira a rendere piu' lievi le pene previste per le cosiddette droghe leggere e la non punibilita' per la coltivazione domestica della cannabis. Nella relazione che accompagna la proposta si spiega: La legge 21 febbraio 2006 n. 49" la Fini-Giovanardi "ha apportato profonde modifiche al testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, in materia di stupefacenti senza risolverne - ma anzi aggravandone - le criticita' che lo caratterizzavano. Ferma restando la necessita' di procedere a una rivisitazione completa della materia, e' possibile intervenire intanto con alcune limitate modifiche senza dubbio urgenti, in particolare relative all'articolo 73, nonche' all'articolo 75 del testo unico che maggiormente hanno mostrato, alla prova del tempo, evidenti limiti di efficacia e palesi irrazionalita'". La proposta di Sel, in particolare, vuole intervenire laddove la Fini-Giovanardi, modificando gli articoli 73 e 75 del testo unico sulle droghe, ha equiparato il trattamento sanzionatorio per le ipotesi illecite penalmente rilevanti a prescindere dalla tipologia di stupefacente. Per il partito di Vendola, in base ai dati disponibili sul consumo di droga e' necessario giungere invece a definire una differenziazione, in base a un principio di graduazione del diverso livello di pericolosita'. Sel, sottolinea la proposta di legge, primi firmatari Farina e Migliore, di cui oggi si inizia a discutere alla Camera "mira dunque a concentrare l'azione di contrasto sulle sostanze e sulle condotte di maggiore pericolosita' e a sanzionare, cone pene meno severe le condotte per fatti di lieve entita', cio' anche in relazione alle sanzioni amministrative attualmente previste all'articolo 75 del testo unico" sulle droghe. L'ipotesi di lieve entita' viene quindi configurata come "reato autonomo" con l'abrogazione del comma 5 dell'articolo 73 e l'introduzione dell'articolo 73-bis del testo unico che stabilisce che "quando i mezzi, le modalita' o le circostanze dell'azione, ovvero per la qualita' e la quantita' delle sostanze, le attivita' illecite previste dall'articolo 73 sono di lieve entita' si applica, la pena della reclusione da 3 mesi a 2 anni e la multa da 3.000 a 10.000 euro" (l'articolo 73 invece prevede per tutti i casi la reclusione da sei a venti anni e con la multa da euro 26.000 a euro 260.000). La proposta di legge Sel, all'esame della commissione Giustizia della Camera, esclude poi la punibilita' della coltivazione domestica di cannabis, destinata all'uso personale o ceduta, in piccoli quantitativi, a terzi per il consumo immediato salvo che il destinatario non sia un minore. Si prevede altresi' di differenziare le pene per i diversi tipi di sostanze, aggiungendo un'autonoma figura di reato per il consumo di cannabis: in questo caso si applichera' la pena della reclusione da uno a tre anni e la multa fino a 20 mila euro. Daniele Farina, primo firmatario e relatore della proposta di legge Sel per depenalizzare l'uso della coltivazione domestica di Cannabis e modificare la legge Fini-Giovanardi per quanto riguarda l'applicazione delle pene, interpellato dalla 'Dire' spiega: "La nostra e' una proposta per cominciare a modificare la parte penalistica della legge n.49 del febbraio 2006. Tra l'altro- aggiunge il deputato di Sel- c'e' un giudizio pendente alla Corte costituzionale che tra pochi mesi dovra' pronunciarsi sulla legittimita' costituzionale della Fini-Giovanardi visto che la Cassazione ha dato l'ok a un ricorso che e' stato presentato". La Fini-Giovanardi, ricorda Farina, "fu un colpo di fine legislatura perche' le norme furono inserite dentro il famoso decreto olimpico. L'incongruenza sta quindi nella necessita' e urgenza di quelle norme". L'esponente di Sel spiega che con il testo proposto, di cui oggi parte l'esame di commissione Giustizia alla Camera e che e' firmato anche dai deputati Pd Marzano e Scalfarotto, "si tende nei fatti a ripristinare la distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti. Cerchiamo di ridimensionare le pene per i fatti di lieve entita' rispetto, ad esempio, al traffico internazionale. E poi stabiliamo la non punibilita' le l'uso personale e la coltivazione domestica della cannabis". Farina aggiunge di essersi confrontato anche con M5s sulla legge. "Ne ho discusso lungamentedice- con i colleghi del Movimento 5 stelle che si e' detto a favore delle modifiche. Ora dovremo confrontarci sul merito". 16-07-2013 12:54 ITALIA/Crollano i sequestri di cocaina, raddoppiano quelli di cannabis. DCSA Crollano in Italia i sequestri di cocaina nei primi sei mesi del 2013, più che raddoppiati invece quelli di cannabis, che in soli sei mesi hanno quasi raggiunto il totale di tutta la cannabis intercettata dalle forze dell’ordine nel 2012. E’ quanto emerge dai dati della Direzione centrale dei servizi antidroga rielaborati da Redattore Sociale. Secondo la Dcsa, infatti, da gennaio a giugno 2013 sono state sequestrate ben 36 tonnellate di cannabis (35.993,224 kg), più del doppio rispetto ai primi sei mesi del 2012, in cui sono state sequestrate circa 15,4 tonnellate. Sono 40, invece, le tonnellate di cannabis sequestrate in tutto il 2012. Dato che sicuramente verrà superato a fine 2013.In picchiata i sequestri di cocaina. Dopo il record storico di sequestri registrato nel biennio 2011-2012, con oltre 12 tonnellate di polvere bianca sottratta alla criminalità organizzata (circa il 16 per cento di tutta la cocaina sequestrata in Italia dal 1971 al 2012), i sequestri di cocaina in Italia fanno segnare una netta inversione di tendenza. Mentre nei primi sei mesi del 2012, le forze dell’ordine hanno tolto dalla strada circa 4,6 tonnellate di cocaina (4.675,592 kg), nei primi sei mesi dell’anno in corso ne sono state sequestrate meno della metà, circa 2,1 tonnellate (2.167.81 kg). Calano anche i sequestri di eroina. Nei primi sei mesi del 2013 sono stati sequestrati 380 chilogrammi di eroina, contro i 475 chilogrammi dei primi sei mesi del 2012. In diminuzione, infine, anche il numero complessivo di operazioni antidroga: tra gennaio e giugno del 2013 sono state messe a segno 9.160 operazioni, contro le 10.030 dei primi sei mesi del 2012.Governo in ritardo. Le politiche antidroga, intanto, sono le uniche a non aver ancora ricevuto indicazioni chiare dal governo Letta. Mentre su altre deleghe, come famiglia e adozioni internazionali, lo scoglio è stato superato in qualche modo, sul tema droghe c’è ancora il massimo riserbo, che cela una lotta intestina tra quanti vorrebbero mettere le mani sul Dipartimento politiche antidroga, affidato al capo dipartimento Giovanni Serpelloni. Silenzio che è finito per cadere anche sulla Relazione annuale al Parlamento sulle tossicodipendenze. Dopo aver incassato un clamoroso ritardo lo scorso anno, con l’ex ministro delegato Andrea Riccardi, quest’anno c’è il bis: a più di due settimane dal termine indicato per la presentazione del testo in Parlamento, della Relazione ancora nessuna notizia.(Giovanni Augello) 16-07-2013 09:55 SPAGNA/Catturato barone del narcotraffico internazionale La polizia ha arrestato Brian Colin Charrington, 56 anni, uno dei baroni del narcotraffico internazionale piu' ricercati dalle autorita' europee, in una operazione articolata tra Spagna e Venezuela, sequestrando 220 chili di cocaina in un appartamento di Albir (vicino Alicante) e beni per un valore di cinque milioni di euro. Lo fa sapere la Dirección General de la Policía. Insieme a Charrington, uno dei dieci criminali piu' ricercati d'Europa, sono stati catturati uno dei suoi figli e la sua compagna, che era in viaggio verso il Venezuela probabilmente preparando una nuova spedizione di droga. L'operazione che ha portato all'arresto ha avuto inizio nel 2010. Con la polizia spagnola hanno collaborato la SOCA britannica, la ONA del Venezuela, nonche' l'AMERIPOL e altre istituzioni giudiziali e di polizia. Charrington si era accasato da almeno 15 anni nella costa di Alicante, e gia' nel 1997 era stato arrestato con l'accusa di traffico tra Spagna, Regno Unito, Francia e Italia. I suoi mezzi erano notevoli, tra questi un elicottero Robinson RH-22 con cui si spostava in Marocco per entrare in contatto con i produttori di hashish e per dar loro una mano nell'avvisarli di imminenti arrivi delle forze di polizia. Diversi appartenenti alle forze dell'ordine erano al suo servizio in Francia e Gran Bretagna. Nel 2007 era anche tornato nuovamente in prigione. 16-07-2013 09:22 MESSICO/Narcoguerra. Arrestato il capo dei Los Zetas Miguel Angel Treviño, alias "Z-40", considerato il capo del cartello messicano dei Los Zetas, e' stato catturato nell'ambito di una operazione della marina militare, secondo una fonte giudiziaria federale. Due altre persone sono state arrestate con lui a Nuevo Laredo, citta' frontaliera con gli Stati Uniti. Trevino era giunto alla testa del gruppo criminale piu' violento del Messico dopo la morte, ad ottobre del 2012 in un'azione della marina militare, di Heriberto Lazcano, alias “El Lazca” o “il Boia”. Il corpo di quest'ultimo era stato poi rubato da un gruppo armato di cui la polizia non ha trovato traccia. L'arresto di “Z-40” e' il fatto piu' importante dopo l'avvio della presidenza di Enrique Pena Nieto lo scorso dicembre, che ha rimpiazzato Felipe Calderon, la cui politica contro il crimine, nel periodo 2006-2012, aveva provocato la morte di piu' di 70.000 persone. 16-07-2013 08:34 ITALIA/Droga e guida auto. Niente multa se si e' fermi. Cassazione Niente multa per chi, se ha assunto droga, e' fermo col proprio mezzo e non c'e' prova che abbia guidato in stato di alterazione. La Corte di Cassazione (sentenza 30209 depositata il 15/07/2013) assolve un automobilista condannato dalla Corte d'Apello per violazione dell'art. 187 del Codice della strada (ammenda fino a 6mila euro e reclusione fino a un anno per chi guida dopo aver assunto stupefacenti). Due i motivi addotti per l'assoluzione: - la condanna andava cancellata per violazione del diritto di difesa. Gli agenti avrebbero hanno informato il ricorrente della possibilità di assistenza legale solo relativamente alla perquisizione dell'automobile senza menzionare la richiesta di prelievo biologico.; - il fermo e i controlli sono stati fatti quando il ricorrente era fermo in un'area di sosta. E' venuta meno la prova che il ricorrente avesse circolato sotto l'effetto droga, avendo lo stesso sostenuto di averla assunta mentre era fermo nell'area di sosta, discutendo in auto con la fidanzata. A nulla e' valso che i giudici d'Appello non gli avessero creduto: "È argomento capzioso quello difensivo secondo cui l'accertamento è stato effettuato mentre l'autovettura era in sosta nell'area di servizio e quindi l'imputato non era alla guida. D'altronde è implausibile l'ipotesi che l'assunzione di plurime droghe sia avvenuta in quel preciso contesto spazio temporale, immediatamente prima del controllo, sì da escludere la consumazione del reato". La Cassazione non ha gli ha dato validita' giuridica perché non supportate da dati oggettivi. "Poiché non è dato sapere se gli agenti abbiano controllato l'autovettura con a bordo il ricorrente e la fidanzata proprio nel momento in cui si fermava, non si può escludere che l'assunzione delle sostanze stupefacenti possa essere avvenuta proprio durante la sosta nell'area di servizio e non prima che il ricorrente si fosse posto alla guida dell'auto". Piu' debole la contestata violazione del diritto di difesa: l'eccezione era stata sollevata dopo i tempi previsti dall'art. 182 del CdS che prevede l'immediatezza. Inoltre l'informazione sulla possibilita' dell'assistenza legale c'era stata anche se solo per la perquisizione dell'auto. ------------------------------------------NON DARE PER SCONTATA LA NOSTRA ESISTENZA! Senza il sostegno economico di persone come te non saremmo in grado di informarti. 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