CSTG-Newsletter n.9, febbraio 07
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CSTG-Newsletter n.9, febbraio 07
CSTG-Newsletter n.9, febbraio 07 della learning community del Centro Studi di Terapia della Gestalt ___________________________________________________________________________ Quest’anno è pieno di eventi congressuali importanti. Nel raccomandarvi di fare il possibile per presenziare a qualcuno di questi eventi (e che verranno riconosciuti come crediti formativi) vi ricordo di non far scadere i termini per la decorrenza dei costi. “Tiepolo , l’ultimo soffio di felicità in Europa. E, come ogni vera felicità, piena di lati oscuri, non destinati a scomparire, ma anzi, a prendere il sopravvento. Riconoscibile per l’aria che spira senza ostacoli e senza sforzi, come non sarebbe più avvenuto dopo…” Citazioni da “Rosa Tiepolo” di R.Calasso Adelphi p.18 edit Carissimi, anche per questo numero abbiamo (inaspettatamente) più materiale di quanto possiamo far rientrare nelle 20 pagine canoniche. Il tema di fondo viene riservato ancora ad un’area clinica, ed in particolare al gioco d’azzardo problematico. Una patologia che le autorità di Governo non hanno ancora riconosciuto, nonostante la dichiarazione dell’OMS nel 1980 che la definiva già allora come una malattia sociale e che colpisce, nella forme del gioco problematico e patologico, una popolazione stimata tra l’1,5 e l’1,7% nel nostro Paese. Ci sono ovviamente problemi ben più grandi, ma è interessante il fatto che in questo, pur modesto rispetto ad altri, possiamo vantare un livello di competenza apprezzabile e che si è espressa, pochi giorni or sono, nella mia nomina a membro della Commissione del Ministero della Salute sulle Dipendenze patologiche in rappresentanza di Alea (Associazione per lo studio del gioco d’azzardo). Tali competenze potrebbero tradursi anche in sbocchi professionali in un futuro già a portata di mano. Ne è espressione il Programma residenziale breve “Orthos” che verrà presentato in sintesi nella sezione del Topic di questo numero e che prevede il coinvolgimento sia di alcuni ex-allievi come operatori che di allievi come tirocinanti. L’avvio del Programma è fissato per gli inizi di marzo e sarà oggetto di una presentazione pubblica in occasione di una Giornata di studi che si terrà a Siena il 16 febbraio e di cui, alla sezione Eventi, viene riportato il programma. Dal prossimo numero, a seguito degli esami di fine corso, avvieremo una sezione con la presentazione di abstracts sulle tesi. Siete tutti invitati, quindi, a corredare la tesi di un sunto che possa anche apparire sulla NL. Le tesi, poi, verranno presentate in occasione di serate mensili (il giovedì alle ore 21) secondo un calendario che vi verrà comunicato. Nel prepararci alla festa di S. Valentino … ricordo che quest’anno c’è un appuntamento planetario a celebrare comunque questo giorno (anche se non siamo o non abbiamo innamorati) invitandoci ad un più sano va-lentino … un modo italico per dirci take it easy. Ringrazio Sara Bergomi per il corredo di immagini su Giambattista Tiepolo accompagnate da citazioni dall’ultimo libro di Roberto Calasso Il rosa Tiepolo. Un libro che ho avuto in regalo e di cui vorrei citare un passaggio a proposito della sprezzatura. Un termine interessante e che, nella definizione di Baldassarre Castiglioni, rappresenta un atteggiamento volto a “fuggir quanto più si po, e come un asperissimo e pericoloso scoglio, la affettazione” per evitare la quale suggeriva di “usar in ogni cosa una certa sprezzatura, che nasconda l’arte e dimostri ciò che si fa e dice venir fatto senza fatica e quasi senza pensarvi” aggiungendo “da questo credo io che derivi assai la grazia” per cui “si po dir quella esser vera arte che non pare esser arte; né più in altro si ha da poner studio, che nel nasconderla”. topic Progetto Orthos, un programma residenziale breve per giocatori problematici A cura di Riccardo Zerbetto Parte a marzo il progetto Orthos, un programma residenziale breve intensivo, per giocatori problematici su iniziativa di Riccardo Zerbetto e grazie ad un finanziamento dalla Regione Toscana nell’ambito delle misure previste dal Piano della Regione Toscana per fronteggiare i problemi collegati alla diffusione del Gioco d’azzardo patologico. La filosofia: il nome Orthos, nasce da un appellativo attribuito a Dioniso nella cultura greca classica. Orthos è "colui che sta in piedi", che non è reclinato (da cui "cliente") o abbandonato passivamente (da cui "paziente") a se stesso e non dipende quindi da altri nel reggersi sulle proprie gambe. Il riferimento, per quanto implicito, a Dioniso indica inoltre la scelta filosofica di fondo, all'origine del presente Progetto, di non demonizzare di per sé una inclinazione al piacere quanto l'importanza di contestualizzare all'interno di una costellazione di valori tale legittima aspirazione dell'essere umano. C'è tuttavia un passaggio critico nel quale il piacere sconfina nel dis-piacere. Dioniso, come Euripide ricorda ne “Le baccanti” è infatti “il più dolce e il più terribile fra gli dei”. Il rapportarsi a lui in modo CSTG-Newsletter n.9, febbraio 07 -----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------immaturo e non accorto può essere fonte di indicibili sofferenze. E’ quindi nell'esplorare ed affinare l'arte del buon vivere che possiamo perseguire quella pratica di auto-apprendimento, di messa a fuoco del confine critico che ognuno porta in sé inconsciamente e che dobbiamo far emergere a livello adulto e consapevole. Gli obiettivi terapeutici si identificano nei seguenti punti: 1. esplorazione della storia personale e identificazione di eventuali disturbi della personalità che hanno messo in atto e successivamente perpetuato l’incapacità di regolare i propri impulsi e di realizzazione di un soddisfacente progetto di vita 2. riappropriazione delle componenti emozionali, cognitive, relazionali e comportamentali disfunzionali assumendone la personale responsabilità come individui adulti evitando la attribuzione a situazioni esterne, il mondo, gli altri 3. rivisitazione della storia affettiva e analisi dei possibili meccanismi di compensazione – attraverso i gioco compulsivo ed altri comportamenti di dipendenza o a rischio - della possibilità di strutturare soddisfacenti rapporti di intimità e di relazione costruttiva 4. messa a punto della situazione economicolavorativa con programma di rientro di eventuali situazioni debitorie e di reinvestimento su possibili prospettive di lavoro Un approccio al problema di orientamento umanistico e antropologico Se il gioco rappresenta una attività intrinseca alla dimensione dell'uomo e quindi non marginale, risulta conseguentemente difficile sradicarlo completamente dall'individuo. Se tale discorso è vero in generale, lo è in particolare per persone che, per vari motivi di carattere psicologico, genetico o socio-culturale, risultano particolarmente predisposte alle attività di gioco. Si tratta quindi di confrontarsi con il tema del "giusto equilibrio" in una ricerca sofferta e paziente che consenta di riportare sotto controllo un comportamento che tendenzialmente a questo controllo sfugge. In una prospettiva che privilegia la persona nel suo insieme più che un suo sintomo, non è tanto importante un superficiale mutamento del comportamento quanto una più profonda, anche se dolorosa, consapevolezza del “destino” che si porta dentro. L’obiettivo sarà quindi di fare emergere quel “daimon” che si è tramutato in demone distruttivo forse anche per il fatto di non essere mai stato accolto nella sua più profonda unicità. Tra le componenti del programma terapeutico riportiamo in sintesi: Interrompere i comportamenti compulsivi: è importante interrompere, a livello concreto oltre che simbolico, il ripetersi di comportamenti coattivi ed autolesivi; va creato un contesto teso a favorire l’autoosservazione, la analisi esistenziale, il confronto con compagni di corso. Trova senso in questa prospettiva la collocazione in una casa colonica della campagna senese sita nel comune di Monteroni d’Arbia. La sua particolare ubicazione consente un piacevole soggiorno ai pazienti in un ambiente tranquillo e confortevole dotato di stanze da letto, spazi comuni, biblioteca specializzata e ambienti per lo studio, ambiente per le attività terapeutiche, atelier per le attività di espressione artistica e corporea, spazi per attività occupazionale e lavoro al computer. Vivere secondo natura: c’è bisogno di tornare ad un vivere ‘secondo natura’, metafora di una ricerca di elementi essenziali e ‘costitutivi’ del vivere al di là dei moduli spesso alienanti della urbanizzazione; un ritorno al ‘naturale’ per sottrarsi ad un eccesso di ‘virtualità’, tipica del nostro tempo, dove le simulazioni del gioco, di realtà virtuali e fittizie hanno spesso il sopravvento sulla dimensione reale. Ritrovare inoltre un contesto dove riassaporare aspetti della vita da cui ci siamo allontanati ed ai quali merita forse riaccostarsi. Affrontare il vuoto e la nostra “ombra”: è possibile, in tale contesto, affrontare quell’horror vacui, a cui tanti comportamenti assuntivi si riconducono, perchè stare con il ‘vuoto’ può rappresentare quel punto di svolta da una continua fuga dalla propria ombra verso una ritrovata familiarità con se stessi, le proprie paure, i propri mostri persecutori che tali non sono più se solo siamo aiutati ad affrontarli e a conoscerli con l’aiuto di un terapeuta formato e di compagni di viaggio con cui condividere l’esperienza di un nuovo incontro con se stessi; una più agevole possibilità di impegno lavorativo per alcune ore al giorno, a contatto con aspetti della natura da cui trarre un nutrimento estetico, emozionale e, perché no, spirituale. Fermarsi e fare il punto sul personale percorso esistenziale: di qui la possibilità di affrontare i nodi esistenziali irrisolti dandoci finalmente quel tempo e quella concentrazione che meritano con l’aiuto di persone che a questo compito hanno dedicato la loro professione; rivisitare il proprio percorso di vita cogliendone luci ed ombre per farne un bilancio che ci permetta di sanare ‘il rosso’ che è stato accumulato non solo a livello economico ma soprattutto affettivo e recuperare quei valori su cui poter reimpostare una esistenza piena e soddisfacente. Per non ripetere gli stessi errori e poter riprendere un percorso evolutivo: gli obiettivi terapeutici si possono sintetizzare in un’esplorazione della storia personale e nell’identificazione di eventuali disturbi della personalità che hanno originato e successivamente perpetuato l’incapacità di regolare i propri impulsi e di realizzare un soddisfacente progetto di vita, nella riappropriazione delle componenti emozionali, cognitive, relazionali e comportamentali disfunzionali assumendone la personale responsabilità come individui adulti evitando l’attribuzione a situazioni esterne, nella rivisitazione della storia affettiva ed analisi dei possibili meccanismi di compensazione della possibilità di impostare soddisfacenti rapporti di intimità o relazioni costruttive, nella messa a punto della situazione economicolavorativa con un programma di rientro da eventuali situazioni debitorie e di reinvestimento su possibili prospettive di lavoro. 2 CSTG-Newsletter n.9, febbraio 07 -----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Verso quale progetto di vita: nella fase più avanzata del programma verrà dedicato uno spazio alla elaborazione/riformulazione di un personale e più soddisfacente Progetto di vita. Tale compito consiste in un vero lavoro applicato alla analisi, ristrutturazione, riprogrammazione di diversi aspetti inerenti la propria vita personale, passando da quello lavorativo a quello affettivo o dell’uso del tempo libero. Il life project verrà progressivamente elaborato sotto forma di testo scritto che il residente avrà l’opportunità di rivedere e modificare con lo scopo di renderlo sempre più aderente ad un plausibile compromesso tra ambizioni e realistiche stime di realizzazione. Tale testo sarà anche oggetto del confronto nelle successive verifiche previste per il periodo post-residenziale. Gruppo sul pensiero magico: tra le varie attività di gruppo, una verrà dedicata ad elementi di carattere informativo su aspetti meno conosciuti del gioco (teorie matematiche etc) come ad aspetti squisitamente cognitivi che recentemente sono stati individuati all’origine di comportamenti compulsavi. Sia le ricerche in ambito analitico di Freud e di Bergler che di Laduceur in ambito cognitivistico, hanno evidenziato l’importanza del “pensiero magico” nel sostenere comportamenti sostenuti da meccanismi apparentemente irrazionali, ma alimentati da una logica parallela che rischia di determinare le svelte del giocatore o di altre forme di patologia collegata alla dipendenza Last but not least … il mondo degli affetti: ricerche recenti, come anche l’esperienza che in modo diretto o indiretto si ha del fenomeno de gioco d’azzardo, rimanda ad un forte collegamento con situazioni di rapporto affettivo problematico. Il giocatore eccessivo è spesso solo (single o separato) o coinvolto da relazioni intense ma tempestose e prive di quelle caratteristiche che consentano la costruzione di relazioni affettive profonde e durature. In altri casi si evidenziano situazioni di dipendenza affettiva con elementi di forte ambivalenza e conflittualità. In sintesi, è come se il gioco tendesse a compensare quell’elemento di gratificazione che può venirci, più naturalmente, dall’eros e dagli affetti. L’opportunità per una riflessione sulla nostra vita affettiva rappresenterà uno degli elementi più importanti del programma come pure di verificare la componente di “alessitimia”, di difficoltà, cioè, a familiarizzarsi con l’affrontare il mondo emozionale e degli affetti. Un intervento personalizzato e la relazione dialogica: seppure in un contesto (setting) di gruppo, verrà mantenuta una metodologia che privilegia la traiettoria di ogni singolo individuo nel percorso terapeutico. Accanto alle attività condivise, verrà riservato uno spazio consistente alla autoriflessione assistita, alla ricostruzione del proprio percorso esistenziale attraverso una relazione duale con un operatore che accompagnerà personalmente il processo di auto-esplorazione e progettualità Il gioco creativo: la serata verrà talvolta dedicata al gioco creativo. Si intende con questo termine un’attività di gioco che esplori una gamma ampia e diversificata di possibilità di gioco che non abbia implicazioni di denaro, che privilegi l’aspetto della competenza-competizione rispetto alla alea, che implichi un forte elemento di socializzazione e che consenta al giocatore di confrontarsi con le sue dinamiche problematiche (pensiero magico, incapacità di perdere, sopravvalutazione dell’elemento-denaro, perdita della attitudine giocosa a favore di una competitività esasperata, etc) Essere protagonisti dei processi di cambiamento: gli utenti debbono essere chiaramente ed approfonditamente informati del fatto che il loro progresso terapeutico avverrà non solo in misura di come sapranno recepire passivamente (come pazienti) le varie forme di intervento terapeutico, ma da come sapranno a loro volta metterli a frutto a vantaggio dei compagni. Essere “agenti” attivi e partecipi del processo di cambiamento rappresenterà infatti la chiave di volta nel delicato passaggio da una posizione “orale passiva” ad una posizione attiva e generativa, in altre parole adulta. Attraverso l’adozione di tecniche specifiche verrà quindi enfatizzata l’importanza di procedere “in cordata” nel difficile percorso “sul ghiacciaio” pieno di insidie e di possibilità di ricadere a valle. Lo stesso programma terapeutico inizierà e si concluderà con gruppi di utenti ben definiti i quali compieranno in modo solidale e sincrono il percorso previsto e non prima di un esplicito committment reciproco sulla determinazione di portare a compimento il percorso che si intende intraprendere. Il monitoraggio sui processi di cambiamento: la consistenza dei processi di cambiamento verrà attentamente monitorata nel periodo post-residenziale attraverso la fase dell’accompagnamento e dei richiami che coprirà, con cadenze regolari, il primo anno successivo alla dimissione dalla comunità. A ciascun “corsista” verrà anche consegnata una “schedina” con un punteggio relativo a diversi aspetti della vita come: attività lavorativa, relazioni familiari, vita associativa, condizioni psicologiche ed altri aspetti che connotano la “qualità della vita” a cui l’interessato verrà chiamato a dare un sintetico punteggio autovalutativo. Tale autovalutazione sarò oggetto di confronto negli incontri di verifica. La autenticità della auto-valutazione non verrà messa in dubbio, salvo l’emergere di fondati elementi che depongano per il contrario. Tale confronto avverrà in gran parte sulla base della conoscenza che i corsisti hanno l’uno dell’altro rappresentando essi stessi i giudici più severi del progresso che ognuno dimostra di aver fatto. Le fasi del programma Il processo terapeutico prevede 3 fasi. - Accoglienza. Verrà svolta presso la sede ambulatoriale del progetto a Siena, la sede della comunità, le sedi collegate che si attiveranno mano a mano che sul territorio nazionale opereranno professionisti formati alla filosofia ed alla metodologia applicativa del Programma. - Comunità residenziale o semi-residenziale. Tre settimane intensive estremamente strutturate. Segue un incontro di 3 giornate, dopo 3 mesi dal trattamento 3 CSTG-Newsletter n.9, febbraio 07 -----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------intensivo di richiamo, per l’approfondimento di problematiche residue o sopravvenute, di 2 giornate di trattamento intensivo di mantenimento a distanza di ulteriori 3 mesi, ed infine una giornata di verifica di fine programma. - Accompagnamento e richiami. E’ previsto un attento monitoraggio sulla fase del reinserimento sociale, familiare e lavorativo che comporterà l’impegno ad essere inseriti in un programma che preveda la partecipazione ad un gruppo terapeutico di auto-aiuto con operatori che collaborano con Orthos e la partecipazione alle giornate di trattamento intensivo di richiamo. A chi si rivolge il Progetto “Orthos” Destinatari sono soggetti di ambo i sessi e di maggiore età che risultano sostanzialmente inseriti nel tessuto socio-economico e che ancora dispongono di una rete minima di legami familiari. Deve trattarsi di soggetti con personalità non fortemente compromesse da elementi caratterologici disturbati ed una forma di dipendenza non gravemente invalidante. La eventuale rilevanza dei carichi penali verrà valutata caso per caso. L’impostazione fortemente orientata alla responsabilizzazione dei residenti non consentirà l’accettazione di soggetti affetti da patologie di tipo grave, sia sul versante delle dipendenze multiple che dei disturbi di personalità. Lo staff: le figure professionali sono rappresentate da un direttore della comunità, un consulente organizzativo-gestionale, psicologo psicoterapeuta, consulente psichiatra, educatori o counselors, ludoarteterapeuta, operatore di supporto per le attività lavorative e di manutenzione, operatore culturale per l’aspetto psicoeducativo, di stimolo alla crescita culturale e di allargamento della prospettiva esistenziale, responsabile amministrativo e consulente finanziario. I costi: la partecipazione gratuita prevista per i residenti nella Regione Toscana viene estesa, in questa fase sperimentale, anche ad utenti che provengono da altre regioni. La condizione è essere presentati da operatori che stabiliscano una collaborazione con gli operatori di Orthos per la fase di selezione e filtro motivazionale nonché per la fase successiva di accompagnamento per la durata di almeno un anno. Direttore scientifico del Programma è il dr. Ricacrdo Zerbetto, psichiatra e psicoterapeuta didatta, già fondatore e supervisore delle comunità terapeutiche professionali del Comune di Roma, co-fondatore di Alea-Associazione italiana per lo studio del gioco d’azzardo e dei comportamenti a rischio e membro della Commissione consultiva in materia di dipendenze patologiche presso il Ministero della Salute. Per informazioni: www.comunitaorthos.it (on line a partire da giugno 2006), cell. 3939502995 “Dopo alcuni tentativi in varie direzioni…il giovane Tiepolo scopre il suo gioco: immergere il mondo in una chiarità diffusa che non sia mai scialba.” P.20 Scuola e dintorni (a cura di Valeria Casati: [email protected]) Ricrdiamo, per chi fosse interessato, che per rinnovare l'iscrizione all'Associazione Italiana SAT Educazione per l'anno 2007 può fare un bonifico di euro 50,00 indicando come causale: "quota socio ordinario anno 2007" presso: Associazione Italiana SAT Educazione, Monte dei Paschi di Siena, Agenzia 43 Roma c/c 1635.11 ABI 01030 CAB 03243 Le date degli INTRODUTTIVI al SAT educazione per insegnanti, comunicate al MIUR e pubblicate sul sito www.istruzione.it sono: LIVORNO 2, 3 e 4 marzo 07 CARPI (MO) 4, 5, 6 settembre ’06 MILANO 9,10,11 marzo ‘07 NAPOLI 13,14,15 aprile ‘07 PESCARA 30, 31 marzo, 1 aprile ‘07 SIENA 9,10,11 marzo TODI (PG) 16,17,18 febbraio TORINO 16,17,18 marzo TREVISO 9,10,11 febbraio (verranno fatti 4 Introduttivi in tutta la Provincia di TV finanziati dalL'Ufficio Provinciale scolastico) TRIESTE 16,17,18 febbraio – 1,2,3 giugno Network (a cura di Elena Manenti: [email protected]) Vi segnalo due nuove convenzioni attive da questo mese per gli allievi del corso di counseling: 4 CSTG-Newsletter n.9, febbraio 07 ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- MENTORING USA ITALIA ONLUS (www.mentoringusaitalia.it) : è un’associazione nata nel 1998 che promuove programmi educativi finalizzati ad arginare il fenomeno della dispersione, dell’abbandono scolastico e più in generale del disagio giovanile, promuovendo l’educazione socio-affettiva e l’autostima dei ragazzi in difficoltà. Il progetto consiste nello sperimentare il metodo d’intervento del mentoring all’interno di due Centri di Aggregazione Giovanile del Comune di Milano. Ad ogni tirocinante verrà affidato un ragazzo per interventi individualizzati una volta alla settimana per circa due ore. I centri di aggregazione giovanile dove verrà svolto il tirocinio sono: - C.A.G. "PUNTOEVIRGOLA" via Nino Bixio, 19: l'attività si svolge il lunedì dalle 17 alle 19 circa e coinvolge ragazzi delle scuole medie; - C.A.G. "TARABELLA" via Tarabella, 4: l'attività si svolge il giovedì dalle 17 alle 19 circa e coinvolge ragazzi dai 14 ai 17 anni. Il progetto prevede il coinvolgimento di uno psicologo e di un educatore professionale per ogni sede d’intervento. Per ulteriori informazioni o per aderire all’iniziativa contattare il dott. Norman Salvetti: cell.320/0311414, e- mail: [email protected]. I progetti verranno avviati i primi giorni di febbraio, si raccomanda agli interessati di segnalare al più presto la propria adesione. UILOMBARDIA: nuova convenzione per l’ampliamento dell’attività dello Sportello di ascolto sul mobbing, nel quale già opera una psicologa che fornisce sostegno psicologico e informazioni alle vittime di mobbing, per aiutarle a ridefinire il loro rapporto con il contesto aziendale, nell’eventuale reinserimento o trasferimento in altri ambiti lavorativi o nell’affrontare una causa legale. Il tirocinio sarà svolto negli spazi del CSTG (la disponibilità delle aule andrà concordata con la segreteria), per garantire la necessaria privacy ai clienti. Periodicamente i tirocinanti saranno coinvolti dalla responsabile dello sportello di ascolto in riunioni di aggiornamento e di condivisione delle esperienze con l’intero team. E’ previsto un breve incontro introduttivo alle problematiche del mobbing e del disagio lavorativo (stress, burn-out, ect.) e sulle modalità di conduzione del colloqui. Se siete interessati alla proposta di tirocinio inviate un vostro curriculum a Paola Mercarelli, all’indirizzo email: [email protected], indicando le esperienze lavorative e i vostri interessi, sarete contattati per un breve colloquio. L'intero elenco delle convenzioni per il tirocinio degli allievi di Counseling è disponibile nel forum del sito della scuola (www.psicoterapia.it/cstg menù Forum). sede: Caserta Firenze Milano costo: 150 euro + IVA Gli aspetti psicologici della gravidanza e del puerperio sono spesso scarsamente conosciuti o trascurati. Nel periodo della gravidanza l'attenzione è rivolta quasi esclusivamente allo stato fisico della donna incinta e non al suo stato psicologico, che presenta invece molte variazioni legate all'evolversi ... Dalla Psicologia dell´arte all´arterapia corso rivolto a Psicologi 19 crediti confermati sede: Caserta Firenze costo: 260 euro + IVA Il Corso, strutturato in tre giornate di lavoro all'interno delle quali sono previste lezioni, frontali, laboratori e role play, si propone di promuovere la formazione di operatori ad elevato profilo professionale, in grado di utilizzare il medium artistico nella terapia e nell'educazione al fine di ... “La sua astuzia tecnica lo porta oltre, gli conferisce il fascino di una sapienza della fantasia, una visione che non teme gli dei e conversa con gli angeli” p.28 Eventi Regione Toscana,Comune di Siena,Associazione Orthos promuovono un Tavolo di lavoro su: GIOCARBENE Per una politica sul Gioco responsabile,prevenzionecura del gioco d’azzardo problematico Siena, 16 febbraio 2007 Palazzo Patrizi Via di Città, 75 In la collaborazione con: ALEA-Associazione per lo studio del gioco d’azzardo e dei comportamenti a rischio Coordinamento delle Società scientifiche sulle dipendenze Coordinamento Nazionale Gruppi per Giocatori d’azzardo Obiettivi dell’incontro: 1. presentare una panoramica aggiornata sulla diffusione del gioco d’azzardo in Italia nelle sue diverse forme ed esercitare un forte stimolo nei confronti delle Autorità Governative affinché riconoscano il problema sociale connesso al diffondesi del gioco d’azzardo patologico Aggiornamenti (ECM etc.) 2. avviare un confronto tra tutti i Soggetti cointeressati al tema, sia a livello nazionale che regionale e locale al fine di favorire un insieme di azioni propositive tese a: Aspetti psicologici della gravidanza corso rivolto a Psicologi 10 crediti confermati • promuovere un’adeguata cultura del gioco che ne valorizzi le potenzialità senza sottovalutarne le componenti di rischio attraverso campagne di 5 CSTG-Newsletter n.9, febbraio 07 -----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------informazione, sensibilizzazione e prevenzione da comportamenti inadeguati rivolti in modo particolare alla fasce deboli e alla popolazione giovanile; A. Coluccia, Cattedra di Criminologia dell’Università di Siena: Il punto di vista del criminologo • promuovere una rete di referenti in ambito istituzionale, privato-sociale e libero professionale in grado di contenere aspetti problematici già evidenziati e che potrebbero ulteriormente crescere in prospettiva; Ore 12.30 – 13.30 CONFERENZA STAMPA Con tavola rotonda su “per una politica sul Gioco responsabile” coordinata da Maria Teresa Fabbri, Assessore alle politiche sociali del Comune di Siena, e da Gianni Salvadori, Assessore alle Politiche Sociali della Regione Toscana con la partecipazione di rappresentanti di: Associazione Orthos, Fondazione Antiusura, Ordine dei medici, Associazioni di volontariato, Sindaco di Monteroni d’Arbia Ore 15,00 -17,30 Programma del pomeriggio: Strumenti di valutazione e di intervento • presentare l’Azione della Regione Toscana sul Gioco di Azzardo Patologico ivi compresi il Progetto formativo sul Gap per gli operatori dei SerT toscani e il programma residenziale “Orthos” per giocatori d’azzardo • proporre l’adozione di una strategia che coinvolga anche i Gestori delle attività di gioco d’azzardo tramite iniziative di aggiornamento destinate agli esercenti delle agenzie di gioco (casinò, ricevitorie, bar, sale giochi etc.) affinché possano intervenire in prima istanza nel contenimento delle forme autodistruttive di gioco, coerentemente alla filosofia del “gioco responsabile” già adottata con successo in altri paesi europei Programma della mattinata: Ore 9,30 Apertura dei lavori e saluti Autorità (Maurizio Cenni, Sindaco di Siena: Per un progetto cittadino di cultura del gioco e prevenzione dai rischi del GAP*) Ore 10,00 Introduce Mauro Croce, Presidente di Alea e Membro della Commissione consultiva presso il Ministero delle Politiche sociali sulle Dipendenze patologicheLettura magistrale di Maurizio Fiasco, sociologo, docente presso gli istituti di formazione della Polizia di Stato e della Pubblica amministrazione locale, nonché consulente della Consulta Nazionale Antiusura su: La costruzione del consumo di massa dei giochi pubblici d’azzardo Ore 11,00 – 12,30 Tavolo di lavoro su: Per una politica di “Gioco responsabile”: tra valorizzazione del gioco socializzante e interventi di contenimento del gioco d’azzardo problematico. Coordina: Riccardo Zerbetto, Membro della Commissione consultiva presso il Ministero della Salute sulle Dipendenze patologiche Sono previsti interventi di: Arcangelo Alfano, Responsabile P.O. Dipendenze Regione Toscana: L’Azione Programmata regionale per la prevenzione e la cura del GAP M. A. Reda, Direttore dell’Istituto di Psicologia dell’Università degli studi di Siena, Profili di personalità e aspetti cognitivi nei giocatori d'azzardo F. Mugnaini, Docente di antropologia dell’Università di Siena e membro del CIRG-Centro Interdipartimentale per la Ricerca sul Gioco dell’Università di Siena: Elementi per un'antropologia del gioco P.E. Dimauro, Responsabile del Dipartimento per le Dipendenze di Arezzo: Il programma regionale per l’aggiornamento sul GAP per gli operatori dei servizi pubblici e del volontariato sociale M. Pellegrino, Responsabile del Dipartimento per le Dipendenze di Siena: I SerT e il gioco d'azzardo patologico M. Semeraro, Per l’avvio di uno sportello di ascolto sul GAP e dipendenze senza farmaci nella città di Siena G. Iraci, strumenti di valutazione e l’esperienza dei gruppi terapeutici M. Iori, presidente del Coordin. Nazion. Gruppi per Giocatori d’azzardo: l’esperienza dei gruppi per giocatori e possibili sinergie con programmi residenziali D. Benevento, il ruolo del medico di famiglia nei casi di gioco d’azzardo problematico L. Grossi, Gioco d’azzardo e usura M. Tosoni e R. Zerbetto, presentazione della Comunità terapeutica “Orthos” Confronto su ipotesi di costruzione di percorsi terapeutico-riabilitativi congiunti tra operatori dei servizi pubblici e del privato sociale in tema di gioco d’azzardo problematico Coordinamento scientifico Associazione ORTHOS: Riccardo Zerbetto, [email protected], 0577 45379 3929860664 Giuseppe Iraci, [email protected], 3479301751 Coordinamento organizzativo Associazione ORTHOS www.comunitaorthos.it Marianna Semeraro, [email protected], 3939502995 ISTITUTO ITALIANO PER GLI STUDI FILOSOFICI UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI “FEDERICO II” il giorno 16 febbraio 2007 è stata organizzata una giornata di Studio dal titolo "Transfert e controtransfert nel lavoro con persone transessuali" con la Prof.ssa Colette Chiland, Professore Emerito di Psicologia Clinica presso l'Università Renè Descartes (Parigi V). La giornata si svolgerà a Napoli, presso il prestigioso Palazzo Serra di Cassano, sede dell'Istituto Italiano degli Studi Filosofici. La partecipazione è gratuita. È necessario prenotarsi via e-mail ([email protected]) o via fax (+39 0817463478). Il 16 febbraio 2007 ore 21:00 presso l’Umanitaria (sala teatro), via Daverio 9, Milano l'Istituto freudiano, la Scuola Lacaniana di Psicoanalisi 6 CSTG-Newsletter n.9, febbraio 07 -----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------e la Biblioteca del Campo Freudiano organizzano la serata "IL SINTOMO E LA LETTERA. JAMES JOYCE LETTO DA JACQUES LACAN", in occasione della pubblicazione del libro di Jacques Lacan, Il Seminario. Libro XXIII. Il Sinthomo - a cura di Antonio di Ciaccia (Astrolabio Editore) - e alla quale parteciperanno i seguenti relatori: Antonio Di Ciaccia (psicoanalista, Presidente dell'Istituto freudiano, membro della Scuola Lacaniana di Psicoanalisi); Tomaso Kemeny (poeta e docente di letteratura inglese presso l'Università di Pavia); Stefano Manferlotti (scrittore, giornalista e docente presso l'Università di Napoli). Coordinerà la serata Marco Focchi (psicoanalista, Direttore della sede milanese dell'Istituto freudiano, membro della Scuola Lacaniana di Psicoanalisi). Itaca Italia e Saman annunciano: Adolescenti e uso problematico di cannabis: ipotesi di intervento sull’individuo, la famiglia, la scuola e l’ambiente – workshop con il prof. Howard A. Liddle Milano, 9 Marzo 2007 La Casa dell’Energia AEM (Piazza Po, 3) I dati epidemiologici disponibili nell’ultima relazione al Parlamento (Luglio 2006) mostrano, tra gli altri, un incremento nel consumo di cannabis e di derivati ed, allo stesso tempo e per lo stesso consumo, una diminuzione di una classe d’età dei consumatori stessi. Ciò significa che l’uso dell’hashish è in evidente aumento proprio nell’età adolescenziale. A differenza di altri Paesi Europei ed extraeuropei, nel nostro Paese non abbiamo esperienze diffuse ed omogenee del trattamento di questo tipo di problemi. Fino ad ora, prevalgono esperienze isolate e disomogenee, sia nei servizi pubblici, sia nel privato sociale. La Terapia Multidimensionale della Famiglia (Muldimensional Family Therapy, MDFT) e` un approccio alla ricerca e al trattamento di adolescenti con problemi di abuso di sostanze. MDFT nasce circa venti anni fa dal lavoro di Howard Liddle e del suo gruppo e consiste in uno sforzo organico di incorporare elementi tradizionali di lavoro con la famiglia familiare con principi fondamentali della psicologia dello sviluppo e interventi specifici evidencebased nel campo dell’uso di sostanze (Liddle, Dakof, Diamond, 1991). MDFT e` un approccio basato sulla ricerca (science-based) ed ha ricevuto numerosi riconoscimenti a livello nazionale negli Stati Uniti dalle maggiori agenzie che si occupano di ricerca sulla tossicodipendenza come il Center for Substance Abuse Treatment (CSAT) e il National Insitute of Drug Abuse (NIDA) ed e` stato certificato come uno dei programmi modello dal Substance Abuse and Mental Health Services Administration (SAMHSA). Recentemente la Terapia Multidimensio! nale della Famiglia e` stata introdotta in Europa attraverso una ricerca condotta in cinque paesi facenti parte del progetto Incant. Il dr. Howard Liddle è un conosciutissimo esperto di trattamento degli adolescenti con problemi di abuso di sostanze. È professore di Psichiatriae Psicologi all’Università di Miami e Direttore del Miami Center for Treatment Research on Adolescent Drug Abuse. Il workshop ruoterà attorno alla presentazione delle basi teoriche e delle pratiche cliniche del MDFT. È prevista la traduzione simultanea e l’accreditamento ECM. Per maggiori informazioni: www.itacaitalia.it o www.saman.it. 24/25 Febbraio 2007 LABORATORIO DI DRAMMATERAPIA E BIOENERGETICA “Lo Spazio d’Amore” Lo spazio d’amore è un luogo dove sostare e darsi un po’ di tempo per la cura di sè, riprendere contatto con i propri desideri e bisogni autentici, accettarli permettendo che germoglino e che guidino il nostro agire. Ascoltare quindi i messaggi del nostro corpo, sentire l’energia potenziale raccolta nelle tensioni e contratture, riconoscere ed esprimere le nostre emozioni aprendoci a possibilità espressive e creative differenti. Esplorare ed espandere questo spazio personale attraverso la Drammaterapia e la Bioenergetica, permette infatti di rivitalizzare la nostra corporeità e la nostra fantasia, per poterci muovere più liberamente e ridare così nutrimento e amore al nostro vivere quotidiano. Orario: 10.00-13.00, 14.3-17.30 L’Espace, sala Micrò – via Mantova 38 - Torino Per info ed iscrizioni: Laura Cervini, conduttrice drammaterapia 3494790857 – [email protected] Monica Scaglione, conduttrice classi di esercizi bioenergetici 3200592102 [email protected] Convegno sulla cultura del trauma e della cura LE ROCCAFORTI DEL MONDO Da Ilio a Guantanamo, da Omero a Dario Fo la storia infinita del trauma e della cura 26-27 aprile 2007, presso il Teatro di Locarno 26 aprile: serata pubblica gratuita con Moni Ovadia 27 aprile: convegno su iscrizione Polla ta deina… molte le cose tremende e nulla più tremendo dell'uomo esiste.(Sofocle, Antigone, primo canto corale, vv. 332-333) La nostra cultura si fonda su due tradizioni, quella classica e quella giudaico-cristiana, e in entrambe, dall’origine, sono presenti il trauma e la cura, i due temi su cui questo convegno vuole riflettere. Il trauma è già nei poemi omerici e nelle tragedie classiche, nei racconti biblici come la cacciata dal paradiso terrestre e la morte di Gesù per crocifissione, mentre la cura è teorizzata già da Esiodo come attenuazione del dolore esistenziale e dalla religione come anelito alla salvezza. Di fronte a questa massiccia presenza, non è errato definire la nostra come una “cultura del trauma e della cura” che si declina intorno alle forme e all’uso del potere: sempre in bilico, tra il negativo del nichilismo e dell'oblio, con guerre e regimi, genocidi, 7 CSTG-Newsletter n.9, febbraio 07 -----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------torture e sopraffazioni di ogni tipo (il trauma è sempre legato a un abuso di potere), e il positivo della sopravvivenza e della memoria, con produzioni letterarie, artistiche e filosofiche, religioni, etiche e democrazie. Il convegno vuole toccare alcuni aspetti insoliti di tale cultura, seppure per semplici contrappunti, vuoi per allargare l’orizzonte della riflessione al di là della clinica, vuoi per ricuperare una memoria storica al di là degli eventi traumatici che hanno caratterizzato il XX secolo e che hanno già posto il loro sigillo sui primi anni del XXI secolo. Alcune domande ci stanno particolarmente a cuore: gli antichi si confrontavano con i temi del trauma e della cura? Se sì, come riteniamo, perché vi sono periodi storici e sviluppi culturali in cui essi sembrano cadere in oblio? Quali sono i limiti e la plausibilità del confronto tra antico e moderno su questi temi? ISCRIZIONE Entro il 30 marzo 2007 Quota di partecipazione: Fr. 80/€ 50 (studenti Fr. 40 / € 25) Sarà rilasciato un attestato partecipazione ORGANIZZATORE E COORDINATORE Franco Maiullari, Servizio Medico Psicologico, Via Bramantino 27, CH - 6600 Locarno Tel. 0041.91.8160311, E-mail: [email protected] Università degli Studi di Bologna Polo Scientifico-Didattico di Forlì - Facoltà di Scienze Politiche “R. Ruffilli” - Dipartimento di Sociologia SCIENZE SOCIALI E SALUTE NEL XXI SECOLO: NUOVE TENDENZE, VECCHI DILEMMI? Convegno internazionale per l’anniversario del V anno della Rivista “Salute e Società” Forlì, 19-21 aprile 2007 L’Istituto di Psicosintesi organizza per il corrente anno il convegno “Eros e Psiche” a Castiglione della Pescaia (Grosseto), presso l’ Hotel Riva del Sole, nei giorni 28-29-30 aprile. Vi ricordiamo i pricipali eventi del 2007 i cui dettagli sono ampiamenti riportati nelle precedenti Newsletter: UMORISMO E ALTRE STRATEGIE PER SOPRAVVIVERE ALLE CRISI EMOZIONALI 14-17 giugno 2007 Firenze Palazzo dei Congressi - piazza Adua 1 I temi • L’umorismo in psicoterapia • L’umorismo sulla psicoterapia • Strategie per sopravvivere alle crisi emozionali • Relazione terapeutica e umorismo • L’umorismo nella formazione degli psicoterapeuti • L’umorismo in altri campi sociosanitari Fax +39 055 2462270 [email protected] www.fiap-eap2007.com www.humourintherapy.com www.umorismointerapia.it Per gli allievi delle scuole del CNSP è possibile partecipare con soli 100 Euro: occorre registrarsi entro il 28 Febbraio e pagare i 100 euro!!! dopo il 28 febbraio non si avrà più diritto allo sconto. "La Terapia della Gestalt sull’Amore Sessualità e Amore nel contesto terapeutico e sociale" Congresso promosso dalla Associazione tedesca per la Terapia della Gestalt Berlino 18-20 maggio 2007 Per informazioni: [email protected] www.dvg-gestalt.de Per adesioni potete contattare Riccardo Zerbetto: email: [email protected] Sconto per studenti: per iscrizioni fino al 31 gennaio il costo è di € 120, dal primo febbraio €150. 9° Congresso Europeo Terapia della Gestalt “ESPLORANDO IL CONFLITTO UMANO” Atene dal 6 - 9 del settembre 2007 “Tutto inizia con un conflitto… Athena, la dea della saggezza e della guerra ed il dio del mare, Poseidone, stavano competendo per il possesso di una delle città della Grecia antica. Gli altri dei hanno decretato che la città sarebbe stata data a chi dei due avesse donato ai relativi abitanti il regalo più utile. Poseidone colpì così la terra con il suo tridente e causò la fuoriuscita miracolosa di una sorgente d’acqua salata. Athena, mise la sua fede in un'offerta più pratica, piantando un ulivo a lato della sorgente. La gente trovò che l'ulivo era un regalo migliore e la città fu intitolata così al vincitore: Atene.“ Per chi volesse maggiori informazioni segue il sito internet del congresso: http://www.gestaltconferenceathens.gr Per adesioni potete contattare Laura Cervini: email [email protected] Partecipazione entro 30 gennaio = 270 euro entro 30 maggio = 300 euro Segreteria Organizzativa Promo Leader Service Congressi Srl Via della Mattonaia, 17 - 50121 Firenze Tel. +39 055 2462271 L' Asociación Gestáltica di Buenos Aires sta organizzando il X Congresso Internazionale di Gestalt Te escribimos desde Argentina para invitarte al X Congreso Internacional de Gestalt che sarà sede anche del II Congresso Latino di Gestalt. Il titolo di questo incontro sarà “Certezze ed Incertezze”, e si terrà dal 24 al 27 maggio 2007. Per maggiori informazioni, visitate i settori dedicati nel sito: www.congresointernacionalgestalt.org Per ricevere informazioni sul congresso, scrivere all'indirizzo: [email protected] 8 CSTG-Newsletter n.9, febbraio 07 ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Segnalazioni Vi segnaliamo alcuni interessanti articoli che potete leggere on-line. Dal sito: www.progettouomo.net (settimanale on line per educatori e operatori del sociale) Biblio (pubblicazioni, tesi e documentazione) (a cura di Giusi Carrera: [email protected]) ANORESSIA/ Buon senso sulle passerelle di Giovanna Melandri Il ministro per le Politiche giovanili e dello Sport ribadisce il significato preventivo del Manifesto di autoregolamentazione della moda italiana. COCAINA/ Il sasso nella rete Giornata di studio a Reggio Emilia il 26 gennaio per operatori specializzati sul recupero nella dipendenza da cocaina. SOCIETA'/ Diventare padri in Italia di Alessandro Rosina e Linda Laura Sabbadini Una ricerca dell'ISTAT su fecondità e figli secondo un approccio di genere. ANORESSIA/ Su internet si moltiplica il fenomeno "Pro Ana" di Agostino Giovannini e Francesca Montali Cresce l'allarme sulla diffusione del Disturbo del Comportamento Alimentare e con esso il numero di siti web in cui gli adolescenti anoressici trovano sostegno e condivisione. Laura Perls [Lore Posner] (1905-1990) Joen Fagan, Irma Lee Shepherd, Gestalt therapy now. Theory, techniques, applications, Palo Alto CA, Science and Behavior Books 1970. Contiene: Laura Perls, On Gestalt therapist's approach Dal sito : www.psicoterapia.it L'acido folico aiuta cervello anziani La regolare assunzione di acido folico aiuterebbe a preservare l'efficienza ... Sette italiani su 10 favorevoli a eutanasia Un'indagine condotta dall'Eurispes mostra che il 68% degli italiani e' ... Biosveglia, suona quando è ora A detta di molti nulla è più odioso del rumore della sveglia al mattino, ... Joe Wysong, Edward Rosenfeld, Laura Perls, An oral history of gestalt therapy. Interviews with Laura Perls, Isadore From, Erving Polster, Miriam Polster, Highland NY, Gestalt Journal, 1982 Laura Perls, Living at the boundary, Highland, NY, Gestalt Journal, 1992 Webgrafia Laura Posner Perls, In memory http://www.gestalt.org/laura.htm (04/09/06) Edward Rosenfeld, An oral history of gestalt therapy. Part one: a conversation with Laura Perls http://www.gestalt.org/perlsint.htm (04/09/06) Enneatipi (a cura di Monica Tosoni: [email protected]) “Tra felci e volti di efebi, tra tronchi sbiechi ed alabarde, tra drappi e torsi di ninfe e cortigiane, tra levrieri ed ominosi orientali…chi assoldava Tiepolo si impegnava ad accogliere con lui la sua intera tribù…Era la “tribù profetica dalle pupille ardenti”, che un giorno avrebbe evocato Baudelaire, la carovana inarrestabile, variegata e disparata, che trascinava con sé, confusi tra le sue masserizie, i Relitti della Storia” p.21 QUATTRO Lui non tornerà, col suo petto di legno antico e i suoi occhi di topazio lui non tornerà. Che io possa cadere In un sogno di lana calda E profumata. Massimo Habib 9 CSTG-Newsletter n.9, febbraio 07 -----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------QUATTRO Sto molto male da quando te ne sei andato Quasi come se tu fossi ancora qui tormento cosciente e la depressione si esprime con dolore manifesto e appassionato. Il Quattro è un carattere intenso, insofferente nei confronti della banalità, a quella che lui definisce sprezzantemente “normalità” predilige un’atmosfera di scompiglio e di turbolenza dove tende a fare la vittima e a frustrarsi. Si tratta di un carattere orale-aggressivo con personalità depressiva, autolesionista e masochista. (Anonimo) 2) “Il dramma, , la pura sofferenza, la salvezza: tutti elementi remoti a Tiepolo, devoto soltanto all’epifania, perciò agli angeli, ai Cupidi, alle Ninfe, ai Satiri ed alle Satiresse, a tutti quegli essere intermedi e mediatori cui è affidata la circolazione psichica tra cielo e terra.” P.73 QUATTRO – Il desiderio depressivo-masochista 1) e il carattere Teoria nucleare Lo stato emotivo dell’invidia coesiste con la sensazione dolorosa di carenza e di desiderio. L’eccesso di desiderio può portare a situazioni paradossali come quella di Quevedo: quando gli invidiosi giungono all’inferno e vedono tutte le anime sottoposte a torture particolari, si sentono delusi e soffrono nel constatare che la loro tortura non sia poi così speciale. Il Quattro pretende con rabbia ciò di cui si sente sprovvisto, senza considerare che i sentimenti non sono diritti, ma la conquista di un processo impegnativo. Con “la vanità” c’è un nesso importante: il Quattro è un elemento della triade situata nella regione destra dell’enneagramma, che nel complesso si riconosce in un interesse eccessivo per l’immagine di sé. Mentre il Tre si identifica con la parte di sé idealizzata, il Quattro si identifica con la parte del se svalorizzata e lotta continuamente per ottenere ciò che, secondo lui, gli altri hanno e a lui sembra di non avere. Anche questo individuo si sente unico, ma nella sfortuna. In lui sono sempre presenti un senso di penuria e di indegnità. ( Tutti possono contare su qualcosa tranne me….Non c’è nessuno più sfortunato di me..) Il carattere Quattro vive un senso di indegnità, come se si vergognasse di esistere, una percezione di colpa e di penuria che si possono facilmente trasformare in depressione. Nell’invidia il senso di colpa è un Antecedenti nella letteratura scientifica Nel DSM III, le persone che presentano un carattere masochista sono, in parte, state incluse nella categoria dei “disturbi borderline” di personalità. La diagnosi della sindrome borderline viene fatta sulla base di: umore costante, autocondanna, impulsività, collera, dipendenza eccessiva e transfert tempestoso. L’analisi di Grinker sui borderline raggruppa i tre sottotipi del Quattro: l’arrabbiato odioso, il vergognoso colpevole, il depresso. Così Millon descrive i borderline: “…dal momento che gran parte dei borderline manca di autostima, gli è difficile credere che coloro da cui dipendono possano pensare bene di loro. Di conseguenza vivono nel terrore che gli altri li svalutino e li abbandonino. Con basi di autostima così instabili e privi di mezzi caratteriali per condurre un’esistenza autonoma, i borderline sono sempre nervosi, inclini all’ansia da separazione e pronti a prevedere l’abbandono come qualcosa di inevitabile…. L’angoscia implorante, la disperazione e la rassegnazione manifestate dai borderline servono ad allentare la tensione e ad esternare il tormento che essi hanno o sentono dentro di sé. Tuttavia, per alcuni, un letargo depressivo e un comportamento scontroso, sono prima di tutto modi per esprimere la rabbia. La depressione serve come mezzo per frustrare e ricattare coloro che li hanno respinti o che “gli hanno chiesto troppo”. In collera per l’insensibilità degli altri, i borderline sfruttano la propria tristezza cupa e melanconica, come mezzo per “punirli” o “dargli una lezione”. Inoltre, facendo sembrare la propria situazione peggiore di quella che è, e lamentando la propria impotenza, riescono ad evitare le responsabilità, scaricano sugli altri ulteriori fardelli e, così facendo, non solo costringono la famiglia o gli amici a prendersi cura di loro, ma a farlo soffrendo e sentendosi in colpa.” In Nevrosi e sviluppo della personalità, Karen Horney indica nella “sottomissione morbosa” una sottosoluzione fra le tre soluzioni possibili del conflitto di fondo – accostarsi agli altri, ritirarsi o sopraffarli - : “l’effettiva sofferenza del tipo morboso non può essere più grande di quella degli altri, ma soggettivamente egli si sente più infelice a causa dei molteplici aspetti assunti per lui dalla sofferenza. Le sue esigenze eccessive e ciò che egli si aspetta dagli altri (ossia che lo facciano felice), lo costringono a dipendere dal prossimo in misura troppo grande. Ciò nonostante, l’amore (sempre nel significato più ampio del termine) è l’unica cosa che possa dare un contenuto positivo 10 CSTG-Newsletter n.9, febbraio 07 -----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------alla sua esistenza. L’amore gli appare come una tessera d’ingresso al paradiso in cui cessano tutte le pene: non più solitudine, non più sentimenti di smarrimento, di colpa e di indegnità, non più responsabilità, non più lotte verso un mondo crudele per il quale il paziente si sente inadatto. Crede che l’amore gli prometta protezione, appoggio, sostegno, affetto, incoraggiamento, simpatia, comprensione; di restituirgli la fiducia in sé stesso, di dare un significato alla sua vita, di essere la salvezza e la redenzione. Tutte aspettative destinate in parte a non compiersi. Inoltre tende a discriminare gli altri in termini di “avere” o “non avere” moglie o marito o relazioni equivalenti. La sua “invidia dell’amore” nasce dall’errore cognitivo che amare significhi sperdersi, naufragare in sentimenti più o meno estatici, abbandonare le responsabilità quotidiane, confondersi con un altro essere, diventare un solo spirito e una sola carne, trovare in quanto “unione” l’equilibrio che non riesce a trovare in sé stesso. Nella tradizione omeopatica, il Quattro corrisponde a “natrum muriaticum”, il sale comune. 3) Struttura Caratteriale Nel Quattro la passione dell’invidia nasce come fame d’amore, ma può presentarsi anche come voracità generalizzata. Bisogna tenere presente il processo continuo di autofrustrazione dell’invidia che è la base persistente del desiderio eccessivo che la contraddistingue. Molto spesso, nelle donne, esiste anche un’invidia sessuale; alcune pensano che, per vari motivi, sia meglio essere maschi. L’invidia può manifestarsi anche come idealizzazione delle classi superiori e come forte impulso alla scalata sociale (di cui Prust ha fatto un quadro magistrale ne “La Ricerca del Tempo Perduto”), sia come competitività carica di odio nei confronti dei ceti privilegiati (descritta da Stendhal con “Il Rosso e il Nero”). Più sottilmente si manifesta come ricerca di eventi straordinari e di esperienze intense (anche autolesive), cui corrisponde l’insoddisfazione per ciò che è ordinario e privo di drammaticità. La bulimia è presente in questo carattere più che in ogni altro; il nostro Quattro vive un vuoto doloroso alla bocca dello stomaco che tende a riempire avidamente, ma poi si sente in colpa e quindi rigetta il cibo con cui ha riempito il vuoto. Il Quattro vive la costante contraddizione fra un estremo bisogno e il tabù che si attiva contro di esso (rigetto del bisogno); inoltre è consapevole della sua invidia e il senso di vergogna e di bassezza che prova a causa di questa passione, determinano “l’immagine cattiva” di sé. L’immagine cattiva di sé si accompagna ad altre percezioni quali: senso di inadeguatezza, tendenza a vergognarsi, facilità di sentirsi ridicoli, brutti, marci dentro e così via. E’ l’autodenigrazione che crea il vuoto dal quale emerge la voracità dell’invidia, con il suo aggrapparsi, il suo pretendere, il suo mordere, la sua dipendenza, il suo attaccamento eccessivo, in tutte le loro manifestazioni. Il Quattro è sintonizzato sulla sofferenza con le caratteristiche che vanno sotto il nome di “masochismo”. Oltre alla sofferenza che nasce dallo stato di bisogno autonegato e dall’immagine scadente di sé, dobbiamo considerare l’uso del dolore a scopo vendicativo e alla speranza inconscia di ottenere l’amore attraverso la sofferenza. Sono sensibili, intensi, appassionati e romantici, ma possono covare un senso tragico della propria vita e della vita in generale. Dominati dal desiderio e dalla nostalgia (mai in contatto con il presente), in preda ad un segreto senso di abbandono, sono in genere pessimisti, amari e talvolta cinici. Di pari passo vanno le lamentele, le recriminazioni, l’arroganza e l’autocompatimento. Oltre alle reali o presunte perdite e privazioni presenti, il nostro Quattro soffre anche per la paura delle perdite e delle privazioni future. E’ nelle strategie messe in atto per sintonizzarsi sul dolore e mostrarsi sofferenti al fine di ottenere amore, che ci avviciniamo di più al nucleo del suo carattere. Al pari del neonato, per il quale l’aspetto funzionale del pianto è quello di attirare l’attenzione della madre, la sofferenza serve al Quattro per attirare l’attenzione su di sé, egli ha imparato ad ottenere l’attenzione amplificando nella fantasia la sofferenza e il modo di esprimerla e anche cacciandosi in situazioni dolorose. Il Quattro può trovare nella sofferenza un modo per riempire il vuoto esistenziale e quindi al tempo stesso considerarla una necessaria, dolce, familiare tristezza. I tipi Quattro sono sentimentalmente aggressivi in quanto sono i più amore-dipendenti, un bisogno alimentato a sua volta dal bisogno di ottenere quel riconoscimento che sono incapaci di darsi da soli. La loro dipendenza li porta ad aggrapparsi a rapporti che fin dall’inizio sono frustranti e prospettano frustrazione. Il bisogno di trovare una motivazione alla propria vita attraverso un qualunque legame amoroso nasce dall’incapacità di trovare la motivazione a prendersi adeguatamente cura di sé, interpretabile come un espediente inconscio per ottenere protezione. La cura che dedica agli altri può essere portata a punti di esagerazione masochistica, fino al rendersi schiavi delle situazioni, e contribuisce quindi al senso di frustrazione e di dolore che, a sua volta, attiva gli aspetti arroganti, intolleranti e litigiosi del carattere. Un’inclinazione determinante è data dalla predominanza del sentimento nella struttura del Quattro. Siamo in presenza di un tipo emotivo,anche se più introverso rispetto, ad esempio, al Due. L’intensità di questo carattere è visibile anche nell’odio e le sue scenate isteriche fanno grande impressione. Pure l’arroganza competitiva (derivata dalla comparazione continua) è una caratteristica del nostro Quattro. Per quanto possa ribollire di odio e di biasimo verso sé stesso, l’atteggiamento verso il mondo esterno è quello di una prima donna, o almeno di una persona che si ritiene molto speciale. Quando la 11 CSTG-Newsletter n.9, febbraio 07 -----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------pretesa di essere speciale viene frustrata, può sfociare in un ruolo di vittima, in una sofferenza ricattatoria da “genio incompreso”. La sua avversione per la grossolanità e la tendenza alla raffinatezza può essere intesa come lo sforzo per compensare un’immagine di sé mediocre. Il suo tentativo di essere diverso da ciò che è innesca meccanismi imitativi la cui mancanza di originalità perpetua l’invidia dell’originalità. L’inclinazione per le arti e il bello affonda le sue radici nella ricerca di raffinatezza del Quattro, ma è sostenuta dalla sua disposizione peculiare a fare dei sentimenti il centro di tutto. Riesce ad idealizzare il dolore attraverso le arti e addirittura a trasformarlo, nella misura in cui il dolore può diventare un elemento di bellezza. Il Quattro ha un Super-Io forte, ma il suo ideale è più estetico che etico. A volte, per lui, la disciplina può raggiungere un livello masochistico (anoressia). L’amore per il cerimoniale riflette tanto le caratteristiche esteticoraffinate quanto l’attaccamento alle regole. Dato che le regole sono per lui importanti, quando non le rispetta (spesso) si sente in colpa e si giustifica con la sofferenza. 4) Meccanismi di difesa La difesa dominante e osservabile nel tipo Quattro è l’introiezione. La cattiva immagine di sé deriva dall’introiezione di una figura genitoriale vissuta come rifiutante (per evitare di commettere errori e incorrere in una punizione “si porta sempre dentro” il genitore giudicante). L’odio cronico verso sé stessi proviene da tale introietto e il bisogno di compensare l’incapacità di amarsi richiede la presenza dell’approvazione esterna e di amore esterno. La differenza fra “introiettare” e “interiorizzare” è importante. Un bambino, ad esempio, introietta la figura genitoriale mentre interiorizza il conflitto di autorità con il genitore dominante. Il Quattro interiorizza il rifiuto genitoriale e introietta la figura di un genitore non amorevole, portando così nella propria psiche una costellazione di impressioni che vanno da un cattivo concetto di sé alla necessità di distinguersi in modo speciale e che implicano una sofferenza cronica e una dipendenza (compensativa) dal riconoscimento esterno. Uno degli aspetti peculiari di questo stile caratteriale è che, nel Quattro, la “familiarità crea disprezzo” (ciò di cui si dispone non è mai desiderabile come ciò che non si può ottenere) attraverso un “processo infettivo” a causa del quale l’autodenigrazione e l’autorifiuto si estende a ciò e a coloro che, attraverso l’intimità, entrano in relazione con lui. Il “senso di sé”, nelle personalità più dipendenti sembra spingersi fino ad includere l’intero mondo dei suoi rapporti intimi. Sembra che ad un certo punto, quando è sicuro di aver ottenuto l’amore dell’oggetto desiderato, cominci a disprezzarlo perché se (l’oggetto amato) ama un essere spregevole come lui (il Quattro), dev’essere anch’esso spregevole quindi meritevole di critiche, sarcasmo e insofferenza. Altra dinamica del Quattro è la “retroflessione”: mentre l’odio ed il rifiuto di sé sono impliciti nell’oggetto cattivo introiettato, il concetto di retroflessione suggerisce l’idea che la rabbia generata in seguito alla frustrazione sia rivolta non solo contro la fonte esterna di frustrazione, (e contro colui che per primo nella vita l’ha inflitta) ma anche, come conseguenza dell’introiezione, verso sé stessi. 5) Eziologia e ulteriori osservazioni psicodinamiche Nel vissuto del nostro Quattro può esserci stato un fortissimo legame con la madre, poi allentato più o meno bruscamente per qualche motivo (altri fratelli, ripresa del lavoro, ecc.) con conseguente esperienza di “paradiso perduto”. A differenza dell’apatico Cinque, che non sa che cosa ha perduto, la memoria emotiva del Quattro lo rammenta molto bene anche se non necessariamente con ricordi precisi e consapevoli. A volte, un’intensa esperienza di abbandono non ha coinciso con un evento esterno evidente, ma è stata abbastanza sfumata da non essere percepita dagli altri e magari da non essere assolutamente presente nei ricordi dell’interessato, fino a quando non viene recuperata nel corso di una psicoterapia. In questi casi, più che eventi di abbandono, vediamo situazioni in cui il bambino è stato deluso dal genitore, momenti in cui gli è parso di scoprire che il genitore non lo ha mai amato veramente. Spesso la vita del Quattro è stata dolorosa: i ricordi di sofferenza non sono solo il prodotto della drammatizzazione del dolore e dell’atteggiamento rivendicativo; nell’infanzia ha avuto concrete cause di dolore, ma l’atteggiamento sofferente gli è “entrato in automatico”. E’ molto frequente che il Quattro, da ragazzo, sia stato messo in ridicolo ed eccessivamente preso in giro dai genitori o dai fratelli. Il vissuto tra fratelli è un fattore comune dell’invidia precoce. La sensazione, di essere stati messi da parte o che i genitori preferiscano un altro fratello, può essere una causa scatenante. Altre volte, nello star male è possibile individuare un elemento di seduzione se alla madre dava piacere il ruolo dell’infermiera e dedicava al figlio cure eccessive che lo facevano sentire unico e amato specialmente o unicamente in quella situazione. I padri Otto sono maggiormente presenti nello studio del Quattro che in qualsiasi altro carattere, tranne l’Otto stesso. Relativamente frequenti, nel passato della donna Quattro sono gli abusi sessuali. Nell’insieme possiamo dire che questo individuo che soffre, dentro di sé si adopera per tener vivo il suo dolore, come fanno alcuni mendicanti dei paesi orientali che si adoperano per tenersi aperte le ferite perché la purulenza delle loro ferite, suscitando compassione e attirando l’elemosina, permette loro di sopravvivere. Nel tipo Quattro la richiesta di amore diventa una ricerca spasmodica e insaziabile di cure e di empatia. 12 CSTG-Newsletter n.9, febbraio 07 ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 6) Psicodinamiche esistenziali Il motore dell’invidia si avvia nella frustrazione dei primi bisogni di attaccamento del bambino, ma il dolore cronico residuo, caratteristico del Quattro, la ricerca d’amore esagerata e compulsiva “al presente” può essere considerata una disfunzione, un miraggio. Le recriminazioni sul passato non fanno cambiare il presente e non rispondono ai bisogni di un adulto che non ha principalmente necessità di sostegno, riconoscimento e cura da parte dell’ambiente, ma ha necessità di riconoscersi, sostenersi, amarsi e sviluppare un “senso del sé” che contrasti l’aspettativa centrifuga di bontà dall’esterno. Il Quattro avverte un impoverimento esistenziale cui cerca di compensare attraverso l’amore e l’emulazione degli altri; cerca di riempire il vuoto con la passione dell’invidia che, a sua volta, perpetua l’autodenigrazione. Attraverso un processo di distorsione tenta di apparire migliore ed ha bisogno i conferme: “sono amato, quindi valgo qualcosa”, “amami, così so che vado bene”. Crede di cercare l’amore per sé, ma lo cerca per la sua immagine idealizzata e “originale”, per il suo “falso Se”. Ma il suo falso sé non tollera la “normalità” e quindi non può tollerare un amore autenticamente umano. Una volta ottenuto l’amore, con tutta probabilità, lo metterà in discussione (“Se mi ama, non può essere una persona di grande valore”) oppure, attuando rivendicazioni nevrotiche, innescherà una reazione a catena di frustrazioni e conferme. La ricerca dell’essere, attraverso l’emulazione dell’ideale di sé, si regge su una base di rifiuto del sé e sulla cecità del proprio valore intrinseco. E’ fondamentale che il Quattro impari (attraverso la terapia) a comprendere profondamente le sue trappole e più di qualsiasi altro ha la necessità di sviluppare la capacità di indipendenza. Datosi che è reattivo e aggressivo, crede di essere autosufficiente e proprio per questo non riesce a vedere la necessità di sviluppare la propria autonomia. L’indipendenza può venire soltanto dalla capacità di apprezzare e cogliere il senso della dignità del sé e della vita in tutte le sue forme. Se ciò è assente del tutto o in gran parte, ci troviamo in presenza di una patologia dei valori raffigurabile con la metafora del cane con un osso in bocca, che si specchia nel fiume: trovando l’osso dell’altro più appetitoso del suo, spalanca le fauci e perde ciò che aveva. Nomos: appunti da nuove leggi e regolamenti (a cura di Gabriella Agliati: [email protected]) Nuove disposizioni in tema di misure di sensibilizzazione, prevenzione e repressione contro la violenza alla persona, in famiglia, di genere e per ragioni discriminatorie Il Consiglio dei Ministri nella seduta del 22 dicembre 2006 ha approvato un Disegno di legge che ha l'obiettivo di sanzionare in modo più adeguato e con strumenti processuali più efficaci una serie di delitti accomunati dalla caratteristica di interferire pesantemente con la vita delle vittime, cagionando danni spesso irrimediabili. Si tratta, innanzi tutto, dei casi di violenza sessuale, che stanno diventando espressione di un disagio sociale ed esistenziale marcato, con frequente spersonalizzazione della vittima: gli interventi proposti puntano a dettagliare con maggiore precisione i vari casi, individuando nuovi criteri di aggravamento e condotte tipiche che attualmente restano impunite. Viene colmata un’altra grave lacuna, con l’introduzione del reato di adescamento “elettronico” o con altri mezzi (sms, telefono, ecc), che punisce con pena fino a tre anni chiunque, allo scopo di abusare o sfruttare sessualmente un minore di sedici anni, intrattiene con lui, anche attraverso l’utilizzazione della rete internet o di altre reti o mezzi di comunicazione, una relazione tale da carpirne la fiducia. Si tratta di una innovazione da tempo auspicata dall’Unione Europea. L’Italia è uno dei primi Stati membri ad introdurla. Una delle novità più significative e importanti del disegno di legge è rappresentata dall'introduzione di una nuova figura di delitto per atti persecutori (stalking), consistente nella reiterazione ossessiva di molestie o minacce. Ad oggi, l'impianto punitivo del nostro codice risponde, in maniera inefficace ed insoddisfacente, con pene assai lievi: ciò comporta che la vittima, le forze dell’ordine e la magistratura si trovino di fatto impotenti anche rispetto a persecuzioni e intimidazioni reiterate, senza la possibilità di incidere sull’eventuale “escalation” dei comportamenti aggressivi, che, a volte, giungono ad un epilogo drammatico. Nel disegno di legge si prevede che sia punito con la reclusione fino a quattro anni “Chiunque ripetutamente molesta o minaccia taluno in modo tale da turbare le sue normali condizioni di vita ovvero da porre lo stesso in uno stato di soggezione o grave disagio fisico o psichico, ovvero tali da determinare un giustificato timore per la sicurezza personale propria o di persona a sé legata da stabile legame affettivo”. Ancora un’ importante novità è la introduzione del nuovo delitto di sottrazione di minorenni, allorché il minore sia condotto o trattenuto all’estero. E’ prevista una risposta sanzionatoria più pesante e dissuasiva ai casi in cui il figlio sia trasferito all’estero e qui trattenuto da uno dei genitori –direttamente o con l’aiuto di complici - spesso impedendo al minore ogni forma di contatto, anche epistolare e telefonico, con l’altro genitore. Si tratta di situazioni che già ora hanno una consistenza numerica di un certo rilievo, della quale è prevedibile un incremento, a causa della sempre maggiore mobilità delle persone tra uno Stato e l’altro e l’aumento delle unioni tra cittadini di Stati diversi . In questi casi, si tratta di situazioni difficilmente risolvibili e reversibili, che danneggiano gravemente la personalità del minore, sradicato dal suo ambiente di vita e dalle sue relazioni affettive. Attualmente, il regime penale, qualora non sia ravvisabile un’ipotesi di sequestro di persona, è tale da comportare sanzioni troppo lievi, che non consentono il ricorso a strumenti investigativi efficaci quali ad esempio le intercettazioni telefoniche. Per queste situazioni, il disegno di legge prevede due fattispecie 13 CSTG-Newsletter n.9, febbraio 07 -----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------autonome di reato, punite rispettivamente con le pene massime di quattro e sei anni di reclusione. “Tiepolo scelse di raffigurare il momento in cui l’invisibile sta per apparire” p.159 COMUNICATO DI PSICHIATRIA DEMOCRATICA SULLA PROPOSTA DI LEGGE CANCRINI E ALTRI SULL'USO DI PSICOTERAPEUTI PRIVATI NEI SERVIZI PUBBLICI La proposta di legge Cancrini e altri (N° 439, presentata il 4 maggio 2006) intende offrire agli utenti dei servizi psichiatrici sedute di psicoterapeuti e interventi di centri di psicoterapia privati, pagati con i fondi del servizio pubblico. Tra le motivazioni che troviamo nella premessa, si sostiene che: 1) "la maggior parte delle strutture pubbliche non può permettersi di offrire interventi psicologici strutturati"; 2) l'accesso alla psicoterapia è proposto come aternativo al farmaco e al ricovero ben più costosi; 3) il servizio pubblico offre una privacy minore di quello privato; Queste considerazioni sono a nostro avviso molto discutibili. 1) Il progetto di legge, che sembra basarsi su una visione arretrata, rigida, dei servizi pubblici, intende creare una situazione di tipo privatistico avvallata e pagata dal servizio pubblico come se il medesimo non fosse in grado di erogare adeguatamente psicoterapie. 2) Il rapporto tra farmaci ricovero e psicoterapie ci sembra posto in modo troppo meccanico. Tra questi aspetti esistono infatti sfumature continuamente modificabili, con continui aggiustamenti di tiro, legati al procedere del rapporto col paziente. 3) Infine c'è da rilevare che il servizio pubblico offre, nei limiti del possibile, la scelta tra i diversi operatori e rispetta scrupolosamente la privacy dei pazienti. 4) Il progetto di legge, implicitamente, si muove sui presupposti che i sistemi formalizzati delle psicoterapie siano superiori ai sistemi di trattamento dei servizi pubblici, più aperti al cambiamento e alla invenzione collettiva, a nuove possibilità di rapporto e di conoscenza. 5) Il problema centrale sembra però essere quello economico. Date le difficoltà per gli psicoterapeuti privati a reperire pazienti paganti, per il moltiplicarsi delle scuole, ci si vuole assicurare sicuri proventi con l'avvallo dei servizi pubblici. Sul problema delle psicoterapie si giocano enormi interessi e anche spazi di malafede. 6) Questo progetto di legge è un segno della crisi delle scuole di psicoterapia private, del loro essersi spinte troppo lontano rispetto alle richieste di mercato, per cui, per uscire dal guado, cercano i salvagenti del servizio pubblico. Proprio nella peggiore tradizione di ogni statalismo, come ogni azienda in crisi che cerca di trasferire sullo Stato i costi dei suoi fallimenti. 7) La logica privatistica della legge concepisce la psicoterapia come un sovrappìù che si può aggiungere a piacere, alle altre prestazioni nella più assoluta separatezza. Il servizio che funziona è invece una totalità che interagisce con le sue parti e con l'esterno. 8) Chi fa solo la professione privata ha evitato le continue contraddizione dei servizi, la verifica collettiva dei propri saperi, come pure la rigidità dei concorsi, selezioni, ecc.. 9) Infine è, a nostro avviso, discutibile una legislazione nazionale che pretende di normare un aspetto così particolare della sanità che attiene invece alla sfera di competenze regionali. Ad onor del vero va comunque detto che - molti servizi pubblici non erogano risposte soddisfacenti per nessuno, altro che psicoterapia! - i rapporti tra psicoterapia e servizio pubblico sono un problema serio sul quale bisogna riflettere in modo adeguato; - in casi particolari può essere utile affidare singoli pazienti a terapeuti privati; Va comunque rilavato che le persone sofferenti di nevrosi, o di disagio psichico anche temporaneo, raggiungono cifre astronomiche, si parla del 20 per cento della popolazione totale. Siamo quindi di fronte ad un enorme problema sociale con implicazioni etiche di altissimo livello, al quale non si può rispondere con la psicoterapia. E quindi indispensabile trovare altre forme di intervento, agire sulle cause del disagio. Paolo Tranchina, Psicologo analista, direttore della rivista Fogli di Informazione Gestalt News (la Gestalt dall’Italia e dal mondo) (a cura di Valerio Martinoni: [email protected]) • "Looking for Changes. Procedural Memory" March, 29-th - 31-st, 2007. Todd Burley. 3 days Advanced Gestalt Training Workshop. Saint Petersburg, RUSSIA 350 euro CONTACT: Konstantin Pavlov, Director of EEGI [email protected] • “Shot in the arm” COUPLES PRACTICUM WORKSHOP 14 CSTG-Newsletter n.9, febbraio 07 -----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------March 30 - April 1, 2007 – Cleveland - USA Debra Dunkle, C. Wesley Jackson, Lester P. Wyman, Register at http://www.gestaltcleveland.org • “Exploring Human Conflict” 9th European Conference of Gestalt Therapy 6 – 9 September 2007 Athens – Greece Official website: http://www.gestaltconferenceathens.gr • ”Building a harmonious society through convergence of east-west cultures and psycho-social development” 1ST INTERNATIONAL EXPRESSIVE ART THERAPY AND PSYCHODRAMA CONFERENCE 4th -7th August 2007 in Suzhou, China. Contact: Ms. Jie Ge, Ms. Chunyan Lee, Mr. James Tao Email: [email protected] Website: http://www.szsunfamily.com • Gestalt International Study Center South Wellfleet, MA - USA COUPLES WORKSHOP with Joseph Zinker and Sandra Cardoso-Zinker March 30 - April 1, 2007 WOMEN IN THE WORLD with Sonia March Nevis, Nancy Hardaway and Deborah Stewart March 23 - 25, 2007 [email protected], http://www.gisc.org Perls’s pearls “La concentrazione positiva è descritta nel modo migliore dalla parola fascino; qui l’oggetto occupa il primo piano senza alcun sforzo, il resto del mondo sparisce, il tempo e i dintorni cessano di esistere; non sorge conflitto interno o protesta contro la concentrazione.” “Correct concentration is best described by the word fascination; hare object occupies the foreground without any effort, the rest of the world disappears, time and surroundings cease to exist; no internal conflict or protest against the concentrationarises.” da L’Io, la fame, l’aggressività (trad. It. : Ego, Hunger and Aggression) di F. Perls Lette e viste Da James Hilman: “Partire dalla psiche significa considerare la patologizzazione una forma di espressione psicologica valida, un linguaggio mitologico primario. Dice Jung "Gli Dei sono diventati malattie" e Corbin "Le nostre malattie psichiche non sono immaginarie, bensì immaginali", malattie della fantasia, incarnazione di eventi archetipici." Vedere l'archetipo come forma perfetta senza le sue lance appuntite e i suoi lampeggiamenti distruttivi è falsificare la sua natura: nel mito la patologizzazione è necessaria. Le figure del mito litigano, imbrogliano, hanno ossessioni sessuali, consumano vendette, comportamenti che andrebbero classificati come patologia criminale o disturbi della personalità. Noi siamo in armonia con il regno degli archetipi quando siamo tormentati non meno di quando ci troviamo in beatifici stati di trascendenza. Gli eventi patologizzanti sono una via regia all'esperienza archetipica, di conseguenza essi sono necessari alla nostra vita”. (Citazioni da Perls e non solo) (a cura di Laura Bianchi [email protected]) “La psicoterapia significa: assistere il paziente nell’affrontare quei fatti che nasconde a se stesso.” “Psycho-therapy means: assisting the patient in facing those facts which he hides from himself.” da L’Io, la fame, l’aggressività (trad. It. : Ego, Hunger and Aggression) di F. Perls “Dopo aver preso coscienza dell’esistenza delle proiezioni e dopo averle riconosciute come appartenenti alla vostra personalità, dovete assimilarle.” “After the first step of realizing the existence of projections and the second one of recognizing them as belonging to your own personality, you have to assimilate them.” da L’Io, la fame, l’aggressività (trad. It. : Ego, Hunger and Aggression) di F. Perls “Accadde con Tiepolo quello che sarebbe accaduto con certi imponenti e misteriosi oggetti arcaici: venne considerato decorativo ciò che non si riusciva a leggere, ornamentale quello che era troppo carico di significati.” P.17 La strada di Levi Di ferrario e Del Politi Non mi era mai capitato di ritrovarmi al cinema come unico spettatore. E, in effetti, non sapevo neppure io il perché mi trovassi in quella sala senza sapere nulla del film che stavano proiettando “per me”. Forse 15 CSTG-Newsletter n.9, febbraio 07 -----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------l’immagine con quel senso di spazio sterminato tipico delle pianure dell’Est … Il titolo, in effetti, diceva già molto: si trattava del viaggio che Primo Levi fece dopo la liberazione da Aushwitz nel gennaio del ’45 prima di arrivare in Italia, nella sua Torino. Un viaggio durato otto mesi e che attraverso incredibili peripezie (parola greca che descrive appunto il percorso tortuoso e pieno di incognite che l’eroe tragico si trova a percorrere spesso ignaro o forse condotto da una misteriosa trama ordita da dei benevoli o malvagi) lo portò paradossalmente a Est, in Romania, Bielorussia, Ucraina, Ungheria, Slovenia, Austria per poi approdare infine alle “amate sponde”. Un viaggio iniziato nel gelo dell’inverno del Nord con degli stracci a mo’ di scarpe, nella mancanza di tutto se non del sogno del “ritorno”, del nostos, di quella culla di affetti ed operosi interessi cui la cieca violenza aveva sottratto lui e tanti dei suoi. Un viaggio kafkiano dove si è in balia di poteri altrui, ora spietati, ora compassionevoli ma comunque inaccessibili nella loro logica misteriosa e imprevedibile. Una lunga “tregua” di riflessione, in ogni caso, sulla vicenda dell’uomo sempre sospeso tra devastanti esplosioni di cieca brutalità e la struggente tenerezza di affetti inestinguibili. Quelle lunghe sequenze di spazi vuoti, di volti spauriti ma ancora capaci di sorridere, di vita che rinasce dalle macerie imputridite, quei luoghi lontani intessuti dalla trama di un viaggio tragico e misterioso ma che pure riluce di preziosi luminosi filamenti, quelle immagini accompagnate da brani così toccanti tratti dagli scritti dello stesso Levi lasciano una traccia indelebile che consiglio di non perdere. La fine di questo viaggio, come sappiamo, è tragica. Levi si suicidò nel 1998. Forse per andare incontro lui stesso alla sorte e porre fine a quell’incubo di cui non riusciva a liberarsi: quello di una voce straniera che alle prime luci dell’alba chiamava con voce imperativa chi dovesse morire quel giorno. Mi permetto di riportare queste righe come un modesto contributo al ricordo della Shoà che, come sappiamo, è stata rievocata in questi giorni. Un richiamo, quello della memoria, a cui non dobbiamo sottrarci proprio per vivere più consapevolmente il nostro presente e poter immaginare più realisticamente il nostro futuro. Historia magistra vitae. E non era forse Mnemosine la musa a cui Omero chiedeva lumi per narrare le vicende di Troia? La psicoanalisi, in fondo, ci propone un analogo percorso: andare indietro per poter poi andare avanti. Ed anche recenti scoperte in campo neurofisiologico sono arrivate alle stesse conclusioni: se abbiamo una lesione dell’ippocampo, sede della memoria emotiva, siamo incapaci di immaginare un futuro. Vuoi che sia gioioso o doloroso, quindi, aiutiamoci a far nostra la nostra storia. Riccardo Zerbetto La realizzazione dell'amore perfetto non è frutto della natura ma della grazia, vale a dire di un accordo intersoggettivo che impone la sua armonia alla natura lacerata che lo supporta. Jacques Lacan, La cosa freudiana e altri scritti, pp. 95, 113 (Einaudi, 1972) Abbiamo due tipi diversi di dubbio. Uno fa parte dei sei tipi di pensiero egocentrici. Si tratta della tendenza dell'ego ad avere dei dubbi nei termini della motivazione della passione, dell'ira e dell'ignoranza. E' paura di perdere il territorio, è smarrimento; non è dubbio nel senso intelligente. Temiamo di non poter riuscire a sopravvivere per concretizzare la nostra ambizione nella prospettiva della nostra egoità. Più che dubbio, è paura di perdere il terreno. Il dubbio intelligente è una sensazione generaleche vi sia qualcosa di sbagliato. E' la qualità della curiosità, della mente che interroga, che è il seme dello stato mentale risvegliato. E' un dubbio o un'intelligenza che non protegge da alcunché. E' puramente un'interrogazione, e non un tentativo di servire lo stato dell'ego o del non-ego. E' puramente un processo di visione critica che si svolge ininterrottamente. Chogyam Trungpa, Lineamenti dell'abhidharma, p. 53 (Ubaldini, 1980) “Come l’Antonio di Shakespeare, Tiepolo avrebbe potuto dire:” I’the East my pleasure lies” , “A Oriente è il mio piacere”. p.60 Da giornali e riviste (a cura di Silvia Ronzani: [email protected]) Quando l'odio è senza controllo di UMBERTO GALIMBERTI Perche' ci spaventa la strage di Erba, dove una coppia di vicini uccide una madre, il suo bambino, la nonna e la signora della porta accanto? Lo spettacolo è truce, ma forse quel che più ci angoscia non è tanto la sua truculenza, quanto sapere se noi siamo del tutto immuni dai moti d'animo che hanno provocato questa tragedia. Del tutto immuni no. E il nostro linguaggio lo rivela quando si abbandona a espressioni che, senza freni, tradiscono i nostri vissuti carichi di odio. Ma dal linguaggio solitamente non passiamo all'azione. A fermarci non è tanto l'uso della ragione, giè messa fuori gioco dall'odio, ma quella "dimensione sentimentale" che registra la differenza tra il bene e il male, tra la gravità di un'azione e la sua irrilevanza. Questa dimensione antecede persino i sentimenti d'amore e odio con cui conduciamo la nostra vita emotiva. Ed è grazie a essa che impediamo al nostro amore di soffocare e al nostro odio di uccidere. 16 CSTG-Newsletter n.9, febbraio 07 -----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Ma quando questa dimensione non c'è? Quando nessuna risonanza emotiva avverte il nostro cuore della differenza tra un gesto innocuo e un gesto truce? Allora siamo alla "psicopatia". Un termine coniato dalla psichiatria dell'800 per designare una psiche apatica, incapace di registrare, a livello emotivo, la differenza tra ciò che è consentito e ciò che è aberrante, tra un'azione senza conseguenze e un'azione irreparabile. Una psiche priva di quella risonanza emotiva che ciascuno di noi registra quando compie un'azione, dice o ascolta una parola. E sì, perchè la psiche non è una dote naturale che uno possiede per il solo fatto d'esser nato e cresciuto. La psiche è qualcosa che si forma attraverso quel veicolo, così spesso trascurato, che è il sentimento. Ora capita spesso che ai bambini insegniamo a mangiare, a dormire, a parlare. Ammiriamo i loro sprazzi di intelligenza, le loro intuizioni, ma poco ci curiamo della qualità del sentimento che in loro si forma e talvolta, a nostra insaputa, non si forma. Il sentimento è l'organo che ci consente di distinguere cos'è bene e cos'è male, per cui Kant arriva a dire che È inutile definire cos'è buono e cos'è cattivo, perchè ognuno lo "sente" naturalmente da sè. Questo criterio, che valeva al tempo di Kant, oggi vale molto meno. E la ragione va cercata nel fatto che i bambini di oggi sono sottoposti a troppi stimoli che la loro psiche infantile non è in grado di elaborare. Stimoli scolastici, stimoli televisivi, processi accelerati di adultismo, mille attività in cui sono impegnati, eserciti di baby-sitter a cui sono affidati, in un deserto di comunicazione dove passano solo ordini, insofferenza, poco ascolto, scarsissima attenzione a quel che nella loro interiorità vanno elaborando. Quando gli stimoli sono eccessivi rispetto alla capacità di elaborarli al bambino restano solo due possibilità : o "andare in angoscia", o "appiattire la propria psiche" in modo che gli stimoli non abbiano più alcuna risonanza. In questo secondo caso siamo alla psicopatia, all'apatia della psiche che più non elabora e più non evolve, perchè più non "sente". L'appiattimento del sentimento di solito non è avvertito, perchè l'intelligenza non subisce per questo alcun ritardo. Anzi, si sviluppa con una lucidità impressionante, perchè non è turbata da interferenze emotive, come tutti noi possiamo constatare, quando di fronte a una prova, come un esame, le nostre prestazioni sono sempre inferiori alla nostra preparazione, per interferenza dell'emozione. Nessuna meraviglia quindi di fronte alla freddezza e alla lucidità con cui la coppia di Erba conduce, per un mese, la sua vita normale come se nulla fosse accaduto, senza lasciar trapelare emozioni. Nessun stupore di fronte all'indifferenza al momento dell'arresto e di fronte all'ostinazione con cui, per un paio di giorni, i due sostengono il loro alibi, crollando solo dopo 10 ore d'interrogatorio, quando ormai anche le forze fisiche cedono. La complicità nell'esecuzione della strage accomuna marito e moglie in una "follia a due", come la psichiatria francese definisce casi di questo genere. Accomunati dall'odio per i vicini di casa, dopo la strage i due si accomunano nell'amore reciproco, con un legame che il sangue versato rende saldissimo, nella vicendevole difesa di un vincolo di solidarietà che nulla riesce a scalfire, perchè la loro psiche è piatta, non registra nè pentimenti nè ripensamenti. Solo alla fine, per sfinimento, una fredda confessione, senza manifestare il minimo senso di colpa, come se il loro cuore non fosse mai stato sfiorato da quel "sentimento di base" che sa distinguere immediatamente, e prima dell'intervento della ragione, cos'è bene e cos'è male. Quando i giudici, appurate le prove, condannano tali imputati, sono soliti appurare la loro facoltà di "intendere" e "volere" che ovviamente funziona benissimo. Bisognerebbe però anche valutare la loro capacità di "sentire". E qui si scoprirebbe la radice di certe condotte che risultano aberranti a noi tutti che viviamo sostenuti dal nostro sentimento, ma che non acquistano alcuna rilevanza per chi il sentimento non l'ha mai conosciuto, perchè a suotempo non èstato raccolto, ascoltato, coltivato. Gli psicopatici sono un caso limite dell'umano, ma la psicopatia come tonalità dell'anima a bassa emotività e a scarso sentimento è qualcosa che si va diffondendo tra i giovani d'oggi che, nella loro crescita, acquisiscono valori d'intelligenza, prestazione, efficienza, arrivismo, quando non addirittura cinismo, nel silenzio del cuore. E quando il cuore tace e pièù non registra le cadenze del sentimento, il terribile è giè accaduto anche se non approda a una strage. Illustrare questi casi è opportuno, non per sollecitare la nostra curiosità morbosa, ma per capire dove puòarrivare la nostra condotta quando non è accompagnata dal sentimento, e quindi richiamare l'attenzione sui processi di crescita dei nostri figli, onde evitare che l'intelligenza si sviluppi disancorata dal sentimento e diventi intelligenza lucida, fredda, cinica, e potenzialmente distruttiva “Tiepolo gioca, gioca continuamente e nel modo più temerario con i suoi spettatori. E quanto più in alto di librano le sue figure, tanto più spavaldo e complicato si fa il gioco” p.22 Dibattiti: Una forma diffusa di aiuto per chi ha problemi esistenziali Di Pier Aldo Rovatti Articolo tratto dal quotidiano “la Repubblica” del 14 Dicembre 2006 Questo articolo, anche se è focalizzato sul counseling filosofico, può ben essere esteso a tutta l’area del counseling trattando argomenti e riflessioni che ci riguardano. Molto importante la tematica riguardante la differenza fra l’intervento psicologico e la relazione 17 CSTG-Newsletter n.9, febbraio 07 -----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------di aiuto che segna la differenza fra lo psicologo e il counselor. A cura di Giovanni Montani Un ricorso non accolto dell'Ordine degli psicologi, rilancia la discussione sul senso del "counseling filosofico".Non si tratta di una cura coni modelli tradizionali. I nuovi “Socrati” non si ritengono dei terapeuti ma piuttosto “aiutano a pensare” chi si rivolge a loro. Non c'è dubbio che la filosofia stia attraversando in Italia un momento abbastanza magico. Il fenomeno è singolare. Non riguarda tanto la qualità e l'originalità delle ricerche specialistiche, è piuttosto un aumento dell'interesse generale verso la filosofia stessa (come attestano le piazze affollate dei proliferanti festival e le mille iniziative che si contano nel solco delle cosiddette pratiche filosofiche). Il fenomeno covava da anni, adesso però esplode in maniera quasi contagiosa e si accompagna alla nascita, un po' dovunque, di un oggetto alquanto misterioso (la »consulenza filosofica») sul quale convergono, pare, molti desideri. Questa «pratica» è neonata, nel senso che non si \regge ancora sulle sue gambe, ma è già avvolta in una nuvola densa di discorsi che si depositano in saggi, libri, dibattiti e relative polemiche, e che sono decisamente sproporzionati rispetto all'entità effettiva della cosa. Il fenomeno complessivo del boom della filosofia si presta a molte interpretazioni, nonché equivoci, ma è un fatto davanti ai nostri occhi. E' ingenuo credere che si tratti di una montatura artificiale ai fini particolari del relativo mercato. Vi si. manifesta una esigenza diffusa tutta da analizzare, anche se già vi si legge con buona evidenza il bisogno di affidarsi a qualche fonte, se non proprio di verità, almeno capace di tenere assieme i segmenti sparsi e spesso confusi di ciò che oggi passa nella testa della gente. Il fenomeno più ristretto della consulenza filosofica nascente si presta a considerazioni più puntuali. Qui, in vari modi, e per adesso più nell'ambito di ciò che si immagina che in quello di ciò che accade, si gira attorno alla parola «terapia», come se stesse diventando disponibile una specie di cura al deficit di senso che tutti lamentano: una cura che ci permetterebbe di evitare lo psicologo, lo psicoterapeuta, lo psicoanalista, e - chissà - perfino lo psichiatra. Come se - in termini ancora più espliciti - andare dal filosofo (quando e se ciò fosse possibile) ci esimesse da una qualche “medicalizzazione”, targata psi, del nostro disagio. Se è questo il cuore della questione, occorre aprire un dibattito serio, non di parte, che cerchi di vedervi le diverse dimensioni. Il piccolo mondo della consulenza filosofica prende le distanze: noi - dicono - andiamo per la nostra strada, non vogliamo curare nessuno, vogliamo solo «aiutare a pensare» con gli strumenti della filosofia chi ne avesse voglia. E dunque, poiché non siamo terapeuti, non invadiamo in alcun modo il campo della psicologia, né abbiamo alcuna intenzione di farlo. Il grande mondo variegato e complesso della potente psicologia se ne sta per parte sua abbastanza si- lenzioso. Un episodio, come quello appena conclusosi al tribunale di Trieste con l'assoluzione di un consulente filosofico denunciato dall'Ordine degli psicologi per abuso della professione, non increspa la superficie tranquilla della numerosa comunità. Il giudice ha sentenziato: «Il fatto non sussiste». Ma secondo me non basta un malaccorto e pur sintomatico autogol per cambiare la partita. E' infatti risibile prevedere che un esercito di nuovi socrati sloggi gli psicologi dal loro consolidato ruolo sociale, in una società - appunto - che ha integrato nel suo sistema la cura della psiche attraverso un dispositivo di consulenza capillarmente diffuso e in via di ulteriore espansione. Umberto Galimberti ne ha parlato ampiamente, su questo giornale, nella sua duplice veste di filosofo e di analista, e credo converrà con me che non ci troviamo per nulla in una situazione di congedo dalla psicologia (uso questo termine per denotare l'intero universo psi) e che i consulenti filosofici, con il loro equipaggiamento tecnico così evanescente, non sono certo in grado di rappresentare - anche se lo volessero - una qualche reale concorrenza alla psicologia. Eppure, qualcosa sta avvenendo, al di là delle buone intenzioni e delle ragionevoli dichiarazioni che provengono dal piccolo o piccolissimo mondo dei consulenti filosofici. La filosofia riceve nuovo credito, il che solleva subito tante domande: quale filosofia? Che tipo di filosofi? Per la loro capacità etica? Perché possono chiarificare i nostri pensieri confusi? Ma, se la filosofia riscuote favore, perché comunque sembra in grado di aiutarci, è difficile non vedervi un segnale almeno di perplessità nei confronti dei trattamenti psicologici. La richiesta di aiuto è di per sé un problema. Cosa dobbiamo infatti pensare di una società, come la nostra, che intensifica la richiesta di un «aiuto» di questo genere? Qualcuno l'ha chiamata «cultura terapeutica» e a me pare una definizione azzeccata. Quello che viene messo in dubbio è se la psicologia possa fornire una risposta davvero convincente. In un saggio che ho appena pubblicato (La filosofia può curare? , Raffaello Cortina) ho risposto alla domanda contenuta nel titolo che la filosofia può innanzitutto curare se stessa, svestendosi del proprio accademismo e riscoprendo la sua vocazione di esercizio e di pratica pubblica. E' plausibile una trasformazione dell’insegnamento della filosofia grazie a un bagno di anti-intellettualismo e vedo nella consulenza filosofica, pur con tutte le sue ingenuità, la possibilità di funzionare da pungolo in questo processo. Mi auguro anche che il topolino testé partorito possa pungolare il gigante della psicologia. Gli psicologi, che per ora osservano curiosi e magari con un sorriso di sussiego quel che sta accadendo, non hanno proprio nulla da temere da quel topolino, ma forse dovrebbero sentir suonare un campanello in casa propria. E chiedersi da dove si origini la perplessità della gente verso le loro pratiche, pur così calzanti alla società di oggi. E se proprio la filosofia potesse fornire agli psicologi un'occasione autocritica, mettendoli di fronte all'eccessivo tecnicismo delle loro discipline e pratiche? E' una vecchia questione. Oggi però i termini risultano un po' 18 CSTG-Newsletter n.9, febbraio 07 -----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------diversi, se non altro perché i dispositivi della psicologia sono diventati molto più strutturati e potenti, e la cultura psicologica si è rinforzata e consolidata con criteri «obiettivi» e metodi sperimentali. Non che la psiche sia diventata un oggetto docile e del tutto disponibile. E’ il rapporto tra lo psicologo e il suo oggetto che si è stabilizzato e forse calcificato in un modello di tipo medico-scientifico. In genere la psicoanalisi ha rappresentato il ventre molle di questo corpo disciplinare, e infatti dalla porta della psicoanalisi sono spesso entrate ventate di rinnovamento filosofico. Ricordo anche che una parte della psichiatria, nel suo dissenso istituzionale, ha dato negli anni Sessanta e Settanta (l'Italia resta un esempio mondiale con le esperienze di Gorizia e di Trieste e la lotta contro i manicomi) una decisa spallata a questo modello e ancora adesso ne costituisce un'antitesi. E' davvero un modello vincente? Credo che si stia avvicinando il momento in cui i settori più avvertiti della psicologia debbano porsi davvero questo interrogativo. Non c'è dubbio che nel modello che ho chiamato medico-scientifico, e che oggi è dominante in tutta la cultura psicologica di lingua inglese, ci siano presupposti di pensiero stabilizzati che corrispondono spesso a una sorta di «metafisica ingenua». Una nuova alleanza con la filosofia servirebbe agli psicologi per cominciare a ridiscutere le proprie assunzioni di pensiero, e dunque per riaprire l'orizzonte critico della disciplina mettendo di nuovo al centro la questione del soggetto. Faccio solo un esempio. Le facoltà di Psicologia, luogo della formazione e laboratorio dei criteri, potrebbero introdurre nei loro piani di studio insegnamenti di filosofia in modo più organico, cioè non solo episodico e complementare come accade adesso. So di non parlare nel deserto poiché questa sensibilità già esiste. E allora c'è da sperare che il fenomeno di cui sto parlando produca qualche effetto virtuoso in questa direzione. Certo si ritorna al nodo: quale filosofia? Un insegnamento anodino costituito da pacchetti di nozioni lascerebbe le cose come sono. Ci vuole una filosofia critica, rivolta più alla «cura di sé e degli altri» (come direbbe Foucault) e dunque più all'esercizio della soggettività che non alla sistemazione delle conoscenze. Gea (a cura di Joachim Jung: [email protected]) Inverno Tramonto e alba dell’anno, dei nostri anni. Morte e vita vicina come in nessuna altra stagione. Nelle tradizioni “primitive” degli abitanti che vivono lungo i meridiani delle nostre zone, l’inverno è la stagione del riposo. Le attività si fermano, il ritmo rallenta, il postcontatto dopo una lunga stagione di semina, cura e raccolta delle esperienze che chiamiamo vita. Sembra che l’inverno di quest’anno si faccia vedere poco. E il nostro inverno personale? Un lusso d’altri tempi!? Anche altri fenomeni naturali come l’aria, l’acqua, la campagna, le foreste e prati incontaminati e gli animali selvatici stanno diventando un lusso d’altri tempi. Allora viene spontaneo chiedere: Uomo/donna, dove vai? La risposta, dopo avere nominato casa, lavoro e centro commerciale, spesso è “bò”. Siamo incerti, insicuri, ansiosi e confusi - anche i più realizzati di noi. Tempi di grandi trasformazioni. L’inverno non c’è più? Gli alberi sono tronco e rami, il cielo grigio, i prati secchi e la terra delle campagne spoglia, c’è nebbia in Valpadana. La natura sembra morta. Ci sentiamo tristi, qualcuno schiacciato da un peso a cui diamo il nome depressione. Grigiore, tenebrosi specchi di una vitalità passata che rimane su uno sfondo nebuloso di (natura) morte. Per fortuna abbiamo la tv, internet, il bar, gli amici, gli impegni e lo svago. Facciamo altro invece di stare con l’inverno e occuparci del nostro cielo grigio, del nostro albero spoglio, della nostra nebbia e della nostra natura morte. La distrazione di massa diventerà distruzione di masse? Le sirene allarmano e le civette non sono più vicini di casa. L’inverno è la stagione del ritiro e della spogliazione. La vogliamo, la sopportiamo? Il silenzio rende sensibile ad altri suoni e rumori. Il cielo terso dei giorni e delle notti gelati fa diventare chiaro il vicino e il lontano. Ma chi se ne frega, quando la meraviglia delle meraviglie si trova nell’ebbrezza di una sniffata di cocaina e l’eterno azzardo nella vincita milionaria del super… D’inverno le radici delle piante annuali seccano e si trasformano in seguito in humus fertile. Sotto terra la vita continua incessantemente. Tanti animaletti, insetti, batteri, funghi e microbi muoiono e si moltiplicano in servizio ad una causa più grande. Un inverno come quest’anno fa proliferare, cambiare ritmo e aumentare il numero delle popolazioni. Le nostre popolazioni: riusciamo e vogliamo vivergli e convivere con tutti? Come scegliere? Il tempo mite ci porta benessere, ci fa sentire il piacevole caldo solare che promette giorni luminosi e spensierati. Quale prezzo paghiamo del nostro cambiamento climatico, del nostro clima mite invernale? La bolletta elettrica non è l’unico indice del nostro consumo energetico. “Tiepolo è un esempio estremo di scioltezza taoista nell’arte”p.47 19 CSTG-Newsletter n.9, febbraio 07 -----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Le radici delle perenni, degli arbusti e alberi sottoterra continuano ad assorbire le sostanze nutritive disciolte nell'acqua. L’umidità del terreno permette ai microorganismi di decomporrere e strutturare. In intima collaborazione mantengono in vita un equilibrio delicato. Le nostre radici dove sono e cosa fanno? Piove poco quest’inverno. Noi siamo riserva d’acqua e umidità in servizio alla fertilità di noi-terreno e suolo che ospita me-coltivazione. Quanto tempo possiamo resistere a quello che potrebbe diventare la nostra desertificazione? Basterà una bottiglia “lievissima”. L’inverno è il tempo della potatura degli alberi del melo: taglio dei rami secchi e troppo vecchi per rinnovare la vegetazione futura, taglio degli speroni (rami nuovi dell’anno che vanno dritti al cielo e fanno foglie ma non danno frutti), accorciarne degli altri per stimolare l’emissione dei dardi (piccoli rami portatori delle gemme) che fioriranno in primavera. Selezionare, scegliere e dare forma per portare aria e luce alla pianta che mantiene un equilibrio tra tronco, rami da frutta, rami da foglia, rami misti. Oggi e domani. Un concetto di salute cosi lontano da noi? Cosa facciamo dei nostri rami secchi, spezzati dal sovracarico di frutti o dimenticati e abbandonati o rotti da venti impietosi, dalla neve pesante? Li tagliamo vicino o lontano dal tronco , per ignoranza o per il piacere di attaccarci un’altalena? I nostri speroni: quali tenere per aumentare la chioma e mantenere il nostro equilibrio? I nostri dardi che porteranno i nostri fiori e frutti sono tutti da tenere? Vediamo e regoliamo il nostro armonioso equilibrio natural-artificiale quando è visibile l’ossatura della nostra struttura albero invernale? Se faccessimo entrare l’inverno in noi…. D’inverno le “cose” si raffreddano. La superficie della terra e delle piante gela, entra nei tessuti fino a diventare duro, rigido, insensibile. Il “generale” inverno: un rigore che disciplina processi ed eventi, struttura e ristruttura assieme al disgelo, avvento del nuovo calore. Possiamo sopportare la rigida azione disciplinante dei nostri e altrui geli, di noi-ghiaccio? Disciplina e durezza in servizio anche loro per ottenere quale nuovo fango da modellare al disgelo? Possiamo tenere duro come il gelo che protegge i nostri strati appena più profondi e conosciamo l’ora di tornare al focolare? Cosa succede quando manca, ci facciamo mancare o evitiamo rigorose limitazioni glaciali? Osserviamo che i ghiacciai si sciolgono e le loro acque alzano il livello dei mari. Siamo pronti all’inondazione di noi-Venezia destinato a diventare Disneyland prima della grande acqua alta? Il ferro bolente si tempera nell'acqua fresca. La patata bollente invece passa da una mano all’altra. Chi se la prende, se non noi? Patate bollenti per ognuno nel cerchio intorno al fuoco a raccontarci ioinverno. Se non adesso, quando? “I committenti di Tiepolo gli chiedevano di illustrare la loro gloria…Egli assentiva ed eseguiva con prodigiosa celerità, dipingendo la gloria in sé….Quella che Elena…chiamava aglaia, quando diceva : “Ho amato lo splendore e lo splendore mi segue”. Anche Tiepolo avrebbe potuto dirlo” p.44 Festeggia San Valentino dedicandoti davvero alla tua storia d'amore, allacoppia di cui sei parte, a quel piccolo infinito mondo costituito da te edal tuo partner. Dal 9 all'11 febbraio 2007 NaturaOlistica.it ti offre il percorsoesperienziale intitolato "Il gioco nella coppia", dedicato alle coppie chegiocano per amarsi e che non si amano solo per gioco! Saremo ospiti del bio-agriturismo "La Spinosa" a Barberino Val d'Elsa tra le colline fiorentine e senesi, e ci divertiremo a scoprire quante possibilita' ci sono date per stare in coppia, per nutrire e farci nutrire dalla storia d'amore che stiamo vivendo. Durante la cena di sabato, parteciperemo allo spettacolo teatrale "invito a cena con delitto" - Radio Gialli di Ellery Queen. La caccia all'assassino si snodera' fra le varie portate, fino alla scoperta finale del colpevole da parte dei commensali, ed un premio attende chi lo scoprira'. Lo spettacolo sara' arricchito da una serie di suggestioni, di rumori e suoni particolari proposti dal vivo da un "rumorista". Il percorso e' dedicato a qualsiasi tipo di coppia, non importa se omosessuale o eterosessuale, se sposata, fidanzata, convivente, nata da molto tempo o appena formatasi. L'unico requisito e' presentarsi ed iscriversi accompagnati da un o da una partner con cui si voglia approfondire per due giorni quante possibilita' di conoscersi e di crescere puo' offrire lo stare, anche per breve tempo, con un'altra persona. Che la coppia sia in crisi o perfettamente felice non importa: Michele e Luisa, i conduttori, non intendono ne' dividere ne' unire, ma solo aiutare chi incontreranno, a godere di quel che si permettono di fare, a godere della possibilita' di giocare. Tutti i dettagli sul sito http://www.NaturaOlistica.it Buon San Valentino a tutti! 20 CSTG-Newsletter n.9, febbraio 07 ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Poiesis (l’angolo della poesia e dell’arte) (a cura di Massimo Habib: [email protected]) L’EREDITA’ l'eredità del ricordo sta intorno, come alone nel vetro antico. Sciogliamo l'umore rappreso con sguardi nuovi di ciglia vere. Massimo Habib ALBA Il vaso di fiori contiene un mistero. Aspetta! Se il fresco dell’ombra si arrende al calore del tuo corpo…. Aspetta! L’aria che non c’è vuole sapere. E sia. Massimo Habib FISICA DELL'INCONTRO L'incontro non e' uno scontro di particelle discrete nello spazio, non e' fssione o annichilimento o fusione. Semmai e' una confusione, uno spostamento del centro d'attenzione, un perturbamento tra campi d'attrazione. Semmai e' nel tempo e la distanza piuttosto e' attesa, e' pazienza, e' costanza. Giacinto Palmieri Fatti della vita (varia umanità) Una cara amica, Mara, mi scrive da Boa Vista, piccola capitale all’estremo nord della foresta amazzonica, regione della Roraima, terra di migranti, cercatori d’oro, indios e rifugiati. E’ partita mesi fa raccogliendo la sfida di continuare un progetto di sostegno all’occupazione lasciato a metà dai suoi predecessori. Mara, da quella terra umida e esacerbata, mi ricorda una frase di Luce Irigaray che voglio condividere con tutti voi: Gli spazi non sono né pieni né vuoti, sono abitati da una crescita invisibile. Elena Witz per sorridere un po’ (a cura di Germana Erba: [email protected]) Qual è la differenza tra gli uomini e le donne? Una donna vuole che un solo uomo soddisfi tutte le sue esigenze mentre un uomo vuole che tutte le donne soddisfino l'unica esigenza che ha. Una donna di mezza età è in ospedale per un banale intervento, ma mentre è sotto anestesia vive una strana esperienza vede... Dio che le tende la mano... "E' arrivata la mia ora?" chiede lei "No di certo - risponde Dio - ti rimangono 23 anni, 22 giorni e 5 ore di vita". Dopo l'intervento la donna decide di rimanere in ospedale e si fa fare: lipo su addome e cosce, lifting, seno, collagene nel labbro superiore, protesi per rialzare i glutei e si fa segare due costole per avere la vita più sottile... Esce finalmente dall'ospedale, inguainata in un meraviglioso abitino Tom Ford e tacchi alti...assolutamente splendida e pronta per una nuova vita ancora lunga. Attraversa la strada e...... viene tirata sotto da un tir! Si ritrova davanti a Dio ed esclama infastidita: "Scusa, ma non mi avevi detto che avevo ancora oltre 20 anni di vita?" Dio replica sorpreso: "Caspita, non ti avevo riconosciuta !" Un tipo sta guidando in macchina, quando a un certo punto capisce diessersi perso; avvista un uomo che passa per la strada, accosta almarciapiede e gli grida: - Mi scusi, mi potrebbe aiutare? Ho promesso a un amico di incontrarloalle due, sono in ritardo di mezz'ora e non so dove mi trovo... - Certo che posso aiutarla. Lei si trova in un'automobile, tra 40 e 42 gradi latitudine Nord e tra 58 e 60 gradi longitudine Ovest, sono le 14 e 2 minuti e 35 Secondi e oggi è venerdì e ci sono 24,5 gradi centigradi. - Lei è un informatico? - chiede quello dentro l'automobile. Certamente. Come fa a saperlo? - Perché tutto ciò che mi ha detto è "tecnicamente" corretto, ma "praticamente" inutile. Infatti non so che fare con l'informazione che mi ha dato e mi ritrovo ancora qui perso per strada. - Lei allora deve essere un Capo, vero? risponde l'informatico. - Infatti, lo sono. Ma... come lo ha capito? - Abbastanza facile: non sa né dove si trova, né dove andare, ha fatto una promessa che non sa assolutamente come mantenere ed ora spera che un altro le risolva il problema. Di fatto, è esattamente nella stessa situazione in cui si trovava prima che ci si incontrasse... ma adesso, per qualche strano motivo... Risulta che la colpa è mia!" E’ ancora il tempo dell’incompiuto, della meraviglia. La vita cammina in punta di piedi. 21 CSTG-Newsletter n.9, febbraio 07 -----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------La CENA degli ENNEATIPI di Chiara Fusi: interpretazione semi-seria di come si organizza per una cena il personaggio gestaltico del cstg. Sono le 18 e 30, il nostro “personaggio”, rientrato a casa, e si appresta ad organizzare la sua cena: Enneatipo 1: Fa un dettagliato inventario di ciò che è disponibile/commestibile sia nel frigo che nella dispensa; sceglie gli ingredienti in base alle data di scadenza dei cibi seguendo l’ordine cronologico inverso degli stessi; poi prepara una perfetta cena seguendo pedissequamente una ricetta dal cucchiaio d’argento, accende una candela e apparecchia perfettamente la tavola inizio cena ore: 20.45 (soddisfatto e gratificato) fine cena ore: 21.05 (seriamente appagato) Enneatipo 2 Apre il frigo e non trova niente (si è di nuovo dimenticata di fare la spesa), quindi telefona ad un examante (che ha scaricato qualche mese prima) e si fa offrire la cena al miglior ristorante indiano della città. inizio cena ore: 20,30 (allegra e sensuale) fine cena ore: 22,30 (molto, molto più allegra e compiaciuta) Enneatipo 3 Mangia la prima cosa che trova in frigo, poi se ne va ad una festa con le amiche inizio cena ore:19 (frettolosa e indaffarata a guardare negli armadi) fine cena ore: 19,20 (gia mezza nella doccia per farsi bella) Enneatipo 4 Aspetta (pur non avendo altro da fare) che il partner rientri dal lavoro. Quando lo vede entrare in casa e scorgendo nel suo viso uno sguardo colmo di disappunto per quella cucina deserta e pulita che non sprigiona nessuna fragranze di cibo in cottura…si fa tutta gatta-gattina, si “strùsciola” e gli dice con una vocina da bambina che ha un terribile mal di testa… ma se lui le cucinerà una cena speciale come prova del suo amore…magari dopo… inizio cena ore: 20,20 (smorfiosa e dolorante) fine cena ore: 21.50 (addormentata) Enneatipo 5 Si mangia un panino con il quartirolo sul divano, leggendo un libro. inizio cena ore: 18,45 (assorto) fine cena ore: 21,45 (sempre più assorto ma dopo aver “divorato” 70 pagine di libro) Enneatipo 6 Apri il frigo e guarda tutto ciò che c’è…dopo una decina di minuti tira fuori mezzo cavolfiore…lascia il frigo aperto e contemporaneamente apre la dispensa e passa in rassegna tutti i tipi di pasta…”delle penne rigate con i broccoli e un’aciughina non sarebbero male…”ma la sua attenzione è catturata da una scatola di piselli…e considera “forse del riso con i piselli è meglio alla sera: è più digeribile…”…così rimette il cavolfiore in frigo (ancora aperto naturalmente), ma si accorge che di riso ce n’è solo un etto e non basta per due persone (lui e la sua compagna che deve rientrare dal negozio)…così torna a contemplare contemporaneamente il frigo e la dispensa in attesa di una nuova ispirazione…il tempo passa e dal frigo comincia a scendere un rigolo di ghiaccio sciolto…allora lo chiude (senza asciugare per terra) e torna a fissare la dispensa…sono passati una cinquantina di muniti e ancora nessuna decisione è stata presa, nessuna pietanza è in preparazione…così entra in casa la sua compagna che (un bel po’ seccata) in dieci minuti prepara un aglio e olio strepitoso…”come mai a me non venuto in mente di fare un bell’aglio e olio?”… Dice alla sua partner mangiando gli spaghetti…”sei una donna eccezionale, che fortuna averti incontrata!!!” inizio cena ore: 20 (tranquillo e imperturbabile) fine cena ore: 20,40 (serafico e sazio) Enneatipo 7 Trasferisce sull’enorme tavolo della sua cucina tutto ciò che ha in casa di commestibile, inventa una nuova ricetta per un antipasto-primo-secondo e contemporaneamente telefona a dieci amici invitandoli per una cena improvvisata a casa sua, i quali, nel giro di mezzora, riempiono la casa con allegre risate, bottiglie di vino che si tuffano nel decanter, chiacchiere e nuove barzellette. La serata si conclude con goliardiche cantate di canzoni dialettali accompagnate alla chitarra, suonata dallo stesso cuoco, naturalmente. inizio cena ore: 20 (raggiante e affamato) fine cena ore: 24 (allegrissimo e ubriaco) Enneatipo 8 Chiama l’unico take-away della città che fa cucina giapponese (che dista 16 km) descrive meticolosamente il menù che vuole gli sia consegnato (un giapponesino di 50 kg si farà in motorino 16 km al freddo con 3°-4° sopra lo zero) ma soprattutto esige che gli venga consegnato tra le 20,50 e le 21… e che siano puntuali… “con quello che costa il giapponese!!!” inizio cena ore:21,03 (indaffarato) fine cena ore:21,55 (con il computer acceso, serio e sempre molto indaffarato) Enneatipo 9 Tira fuori dal frigo 14 tipi di verdura fresca e prepara un bel minestrone…già che taglia, taglia e taglia ne prepara delle porzioni in più, una per i genitori anziani, un’altra per la zia che vive da sola, un paio per i nipotini che hanno bisogno di vitamine ed un’altra ancora anche per il fratellone scapolo che mangia sempre surgelato. Già che è lanciata nel taglio, taglia anche una dozzina di mele e prepara tre torte per la festa della San Vincenzo. inizio cena ore: 22,30 (stanchissima e affamata) fine cena ore: 22,50 (affranta ma felice) 22