CSTG-Newsletter n.9, febbraio 07

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CSTG-Newsletter n.9, febbraio 07
CSTG-Newsletter n.9, febbraio 07
della learning community del Centro Studi di Terapia della Gestalt
___________________________________________________________________________
Quest’anno è pieno di eventi congressuali importanti.
Nel raccomandarvi di fare il possibile per presenziare a
qualcuno di questi eventi (e che verranno riconosciuti
come crediti formativi) vi ricordo di non far scadere i
termini per la decorrenza dei costi.
“Tiepolo , l’ultimo soffio di felicità in Europa. E, come ogni
vera felicità, piena di lati oscuri, non destinati a scomparire,
ma anzi, a prendere il sopravvento. Riconoscibile per l’aria
che spira senza ostacoli e senza sforzi, come non sarebbe più
avvenuto dopo…” Citazioni da “Rosa Tiepolo” di R.Calasso
Adelphi p.18
edit
Carissimi,
anche per questo numero abbiamo (inaspettatamente)
più materiale di quanto possiamo far rientrare nelle 20
pagine canoniche.
Il tema di fondo viene riservato ancora ad un’area
clinica, ed in particolare al gioco d’azzardo
problematico. Una patologia che le autorità di Governo
non hanno ancora riconosciuto, nonostante la
dichiarazione dell’OMS nel 1980 che la definiva già
allora come una malattia sociale e che colpisce, nella
forme del gioco problematico e patologico, una
popolazione stimata tra l’1,5 e l’1,7% nel nostro
Paese. Ci sono ovviamente problemi ben più grandi,
ma è interessante il fatto che in questo, pur modesto
rispetto ad altri, possiamo vantare un livello di
competenza apprezzabile e che si è espressa, pochi
giorni or sono, nella mia nomina a membro della
Commissione del Ministero della Salute sulle
Dipendenze patologiche in rappresentanza di Alea
(Associazione per lo studio del gioco d’azzardo). Tali
competenze potrebbero tradursi anche in sbocchi
professionali in un futuro già a portata di mano. Ne è
espressione il Programma residenziale breve “Orthos”
che verrà presentato in sintesi nella sezione del Topic
di questo numero e che prevede il coinvolgimento sia
di alcuni ex-allievi come operatori che di allievi come
tirocinanti. L’avvio del Programma è fissato per gli inizi
di marzo e sarà oggetto di una presentazione pubblica
in occasione di una Giornata di studi che si terrà a
Siena il 16 febbraio e di cui, alla sezione Eventi, viene
riportato il programma.
Dal prossimo numero, a seguito degli esami di fine
corso, avvieremo una sezione con la presentazione di
abstracts sulle tesi. Siete tutti invitati, quindi, a
corredare la tesi di un sunto che possa anche apparire
sulla NL. Le tesi, poi, verranno presentate in occasione
di serate mensili (il giovedì alle ore 21) secondo un
calendario che vi verrà comunicato.
Nel prepararci alla festa di S. Valentino … ricordo che
quest’anno c’è un appuntamento planetario a
celebrare comunque questo giorno (anche se non
siamo o non abbiamo innamorati) invitandoci ad un
più sano va-lentino … un modo italico per dirci take it
easy.
Ringrazio Sara Bergomi per il corredo di immagini su
Giambattista Tiepolo accompagnate da citazioni
dall’ultimo libro di Roberto Calasso Il rosa Tiepolo. Un
libro che ho avuto in regalo e di cui vorrei citare un
passaggio a proposito della sprezzatura. Un termine
interessante e che, nella definizione di Baldassarre
Castiglioni, rappresenta un atteggiamento volto a
“fuggir quanto più si po, e come un asperissimo e
pericoloso scoglio, la affettazione” per evitare la quale
suggeriva di “usar in ogni cosa una certa sprezzatura,
che nasconda l’arte e dimostri ciò che si fa e dice venir
fatto senza fatica e quasi senza pensarvi”
aggiungendo “da questo credo io che derivi assai la
grazia” per cui “si po dir quella esser vera arte che
non pare esser arte; né più in altro si ha da poner
studio, che nel nasconderla”.
topic
Progetto Orthos, un programma residenziale
breve per giocatori problematici
A cura di Riccardo Zerbetto
Parte a marzo il progetto Orthos, un programma
residenziale breve intensivo, per giocatori problematici
su iniziativa di Riccardo Zerbetto e grazie ad un
finanziamento dalla Regione Toscana nell’ambito delle
misure previste dal Piano della Regione Toscana per
fronteggiare i problemi collegati alla diffusione del
Gioco d’azzardo patologico.
La filosofia: il nome Orthos, nasce da un appellativo
attribuito a Dioniso nella cultura greca classica. Orthos
è "colui che sta in piedi", che non è reclinato (da cui
"cliente") o abbandonato passivamente (da cui
"paziente") a se stesso e non dipende quindi da altri
nel reggersi sulle proprie gambe. Il riferimento, per
quanto implicito, a Dioniso indica inoltre la scelta
filosofica di fondo, all'origine del presente Progetto, di
non demonizzare di per sé una inclinazione al piacere
quanto l'importanza di contestualizzare all'interno di
una costellazione di valori tale legittima aspirazione
dell'essere umano. C'è tuttavia un passaggio critico nel
quale il piacere sconfina nel dis-piacere. Dioniso, come
Euripide ricorda ne “Le baccanti” è infatti “il più dolce
e il più terribile fra gli dei”. Il rapportarsi a lui in modo
CSTG-Newsletter n.9, febbraio 07
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------immaturo e non accorto può essere fonte di indicibili
sofferenze. E’ quindi nell'esplorare ed affinare l'arte
del buon vivere che possiamo perseguire quella
pratica di auto-apprendimento, di messa a fuoco del
confine critico che ognuno porta in sé inconsciamente
e che dobbiamo far emergere a livello adulto e
consapevole.
Gli obiettivi terapeutici si identificano nei seguenti
punti:
1. esplorazione della storia personale e
identificazione di eventuali disturbi della personalità
che hanno messo in atto e successivamente
perpetuato l’incapacità di regolare i propri impulsi e di
realizzazione di un soddisfacente progetto di vita
2. riappropriazione delle componenti emozionali,
cognitive, relazionali e comportamentali disfunzionali
assumendone la personale responsabilità come
individui adulti evitando la attribuzione a situazioni
esterne,
il
mondo,
gli
altri
3. rivisitazione della storia affettiva e analisi dei
possibili meccanismi di compensazione – attraverso i
gioco compulsivo ed altri comportamenti di
dipendenza o a rischio - della possibilità di strutturare
soddisfacenti rapporti di intimità e di relazione
costruttiva
4. messa a punto della situazione economicolavorativa con programma di rientro di eventuali
situazioni debitorie e di reinvestimento su possibili
prospettive di lavoro
Un approccio al problema di orientamento
umanistico e antropologico
Se il gioco rappresenta una attività intrinseca alla
dimensione dell'uomo e quindi non marginale, risulta
conseguentemente difficile sradicarlo completamente
dall'individuo. Se tale discorso è vero in generale, lo è
in particolare per persone che, per vari motivi di
carattere psicologico, genetico o socio-culturale,
risultano particolarmente predisposte alle attività di
gioco. Si tratta quindi di confrontarsi con il tema del
"giusto equilibrio" in una ricerca sofferta e paziente
che consenta di riportare sotto controllo un
comportamento che tendenzialmente a questo
controllo sfugge. In una prospettiva che privilegia la
persona nel suo insieme più che un suo sintomo, non
è tanto importante un superficiale mutamento del
comportamento quanto una più profonda, anche se
dolorosa, consapevolezza del “destino” che si porta
dentro. L’obiettivo sarà quindi di fare emergere quel
“daimon” che si è tramutato in demone distruttivo
forse anche per il fatto di non essere mai stato accolto
nella sua più profonda unicità. Tra le componenti del
programma terapeutico riportiamo in sintesi:
Interrompere i comportamenti compulsivi: è
importante interrompere, a livello concreto oltre che
simbolico, il ripetersi di comportamenti coattivi ed
autolesivi; va creato un contesto teso a favorire l’autoosservazione, la analisi esistenziale, il confronto con
compagni di corso. Trova senso in questa prospettiva
la collocazione in una casa colonica della campagna
senese sita nel comune di Monteroni d’Arbia. La sua
particolare ubicazione consente un piacevole
soggiorno ai pazienti in un ambiente tranquillo e
confortevole dotato di stanze da letto, spazi comuni,
biblioteca specializzata e ambienti per lo studio,
ambiente per le attività terapeutiche, atelier per le
attività di espressione artistica e corporea, spazi per
attività occupazionale e lavoro al computer.
Vivere secondo natura: c’è bisogno di tornare ad
un vivere ‘secondo natura’, metafora di una ricerca di
elementi essenziali e ‘costitutivi’ del vivere al di là dei
moduli spesso alienanti della urbanizzazione;
un
ritorno al ‘naturale’ per sottrarsi ad un eccesso di
‘virtualità’, tipica del nostro tempo, dove le simulazioni
del gioco, di realtà virtuali e fittizie hanno spesso il
sopravvento sulla dimensione reale. Ritrovare inoltre
un contesto dove riassaporare aspetti della vita da cui
ci siamo allontanati ed ai quali merita forse
riaccostarsi.
Affrontare il vuoto e la nostra “ombra”: è
possibile, in tale contesto, affrontare quell’horror
vacui, a cui tanti comportamenti assuntivi si
riconducono, perchè stare con il ‘vuoto’ può
rappresentare quel punto di svolta da una continua
fuga dalla propria ombra verso una ritrovata familiarità
con se stessi, le proprie paure, i propri mostri
persecutori che tali non sono più se solo siamo aiutati
ad affrontarli e a conoscerli con l’aiuto di un terapeuta
formato e di compagni di viaggio con cui condividere
l’esperienza di un nuovo incontro con se stessi; una
più agevole possibilità di impegno lavorativo per
alcune ore al giorno, a contatto con aspetti della
natura da cui trarre un nutrimento estetico,
emozionale e, perché no, spirituale.
Fermarsi e fare il punto sul personale percorso
esistenziale: di qui la possibilità di affrontare i nodi
esistenziali irrisolti dandoci finalmente quel tempo e
quella concentrazione che meritano con l’aiuto di
persone che a questo compito hanno dedicato la loro
professione;
rivisitare il proprio percorso di vita
cogliendone luci ed ombre per farne un bilancio che ci
permetta di sanare ‘il rosso’ che è stato accumulato
non solo a livello economico ma soprattutto affettivo e
recuperare quei valori su cui poter reimpostare una
esistenza piena e soddisfacente.
Per non ripetere gli stessi errori e poter
riprendere un percorso evolutivo: gli obiettivi
terapeutici si possono sintetizzare in un’esplorazione
della storia personale e nell’identificazione di eventuali
disturbi della personalità che hanno originato e
successivamente perpetuato l’incapacità di regolare i
propri impulsi e di realizzare un soddisfacente progetto
di vita, nella riappropriazione delle componenti
emozionali, cognitive, relazionali e comportamentali
disfunzionali assumendone la personale responsabilità
come individui adulti evitando l’attribuzione a
situazioni esterne, nella rivisitazione della storia
affettiva ed analisi dei possibili meccanismi di
compensazione
della
possibilità
di impostare
soddisfacenti rapporti di intimità o relazioni costruttive,
nella messa a punto della situazione economicolavorativa con un programma di rientro da eventuali
situazioni debitorie e di reinvestimento su possibili
prospettive di lavoro.
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-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Verso quale progetto di vita: nella fase più
avanzata del programma verrà dedicato uno spazio
alla elaborazione/riformulazione di un personale e più
soddisfacente Progetto di vita. Tale compito consiste
in un vero lavoro applicato alla analisi, ristrutturazione,
riprogrammazione di diversi aspetti inerenti la propria
vita personale, passando da quello lavorativo a quello
affettivo o dell’uso del tempo libero. Il life project
verrà progressivamente elaborato sotto forma di testo
scritto che il residente avrà l’opportunità di rivedere e
modificare con lo scopo di renderlo sempre più
aderente ad un plausibile compromesso tra ambizioni
e realistiche stime di realizzazione. Tale testo sarà
anche oggetto del confronto nelle successive verifiche
previste per il periodo post-residenziale.
Gruppo sul pensiero magico: tra le varie attività di
gruppo, una verrà dedicata ad elementi di carattere
informativo su aspetti meno conosciuti del gioco
(teorie
matematiche
etc)
come
ad
aspetti
squisitamente cognitivi che recentemente sono stati
individuati all’origine di comportamenti compulsavi. Sia
le ricerche in ambito analitico di Freud e di Bergler che
di Laduceur in ambito cognitivistico, hanno evidenziato
l’importanza del “pensiero magico” nel sostenere
comportamenti
sostenuti
da
meccanismi
apparentemente irrazionali, ma alimentati da una
logica parallela che rischia di determinare le svelte del
giocatore o di altre forme di patologia collegata alla
dipendenza
Last but not least … il mondo degli affetti:
ricerche recenti, come anche l’esperienza che in modo
diretto o indiretto si ha del fenomeno de gioco
d’azzardo, rimanda ad un forte collegamento con
situazioni di rapporto affettivo problematico. Il
giocatore eccessivo è spesso solo (single o separato) o
coinvolto da relazioni intense ma tempestose e prive di
quelle caratteristiche che consentano la costruzione di
relazioni affettive profonde e durature. In altri casi si
evidenziano situazioni di dipendenza affettiva con
elementi di forte ambivalenza e conflittualità. In
sintesi, è come se il gioco tendesse a compensare
quell’elemento di gratificazione che può venirci, più
naturalmente, dall’eros e dagli affetti. L’opportunità
per una riflessione sulla nostra vita affettiva
rappresenterà uno degli elementi più importanti del
programma come pure di verificare la componente di
“alessitimia”, di difficoltà, cioè, a familiarizzarsi con
l’affrontare il mondo emozionale e degli affetti.
Un intervento personalizzato e la relazione dialogica: seppure in un contesto (setting) di gruppo,
verrà mantenuta una metodologia che privilegia la
traiettoria di ogni singolo individuo nel percorso
terapeutico. Accanto alle attività condivise, verrà
riservato uno spazio consistente alla autoriflessione
assistita, alla ricostruzione del proprio percorso
esistenziale attraverso una relazione duale con un
operatore che accompagnerà personalmente il
processo di auto-esplorazione e progettualità
Il gioco creativo: la serata verrà talvolta dedicata al
gioco creativo. Si intende con questo termine
un’attività di gioco che esplori una gamma ampia e
diversificata di possibilità di gioco che non abbia
implicazioni di denaro, che privilegi l’aspetto della
competenza-competizione rispetto alla alea, che
implichi un forte elemento di socializzazione e che
consenta al giocatore di confrontarsi con le sue
dinamiche problematiche (pensiero magico, incapacità
di perdere, sopravvalutazione dell’elemento-denaro,
perdita della attitudine giocosa a favore di una
competitività esasperata, etc)
Essere
protagonisti
dei
processi
di
cambiamento:
gli
utenti
debbono
essere
chiaramente ed approfonditamente informati del fatto
che il loro progresso terapeutico avverrà non solo in
misura di come sapranno recepire passivamente
(come pazienti) le varie forme di intervento
terapeutico, ma da come sapranno a loro volta
metterli a frutto a vantaggio dei compagni. Essere
“agenti” attivi e partecipi del processo di cambiamento
rappresenterà infatti la chiave di volta nel delicato
passaggio da una posizione “orale passiva” ad una
posizione attiva e generativa, in altre parole adulta.
Attraverso l’adozione di tecniche specifiche verrà
quindi enfatizzata l’importanza di procedere “in
cordata” nel difficile percorso “sul ghiacciaio” pieno di
insidie e di possibilità di ricadere a valle. Lo stesso
programma terapeutico inizierà e si concluderà con
gruppi di utenti ben definiti i quali compieranno in
modo solidale e sincrono il percorso previsto e non
prima di un esplicito committment reciproco sulla
determinazione di portare a compimento il percorso
che si intende intraprendere.
Il monitoraggio sui processi di cambiamento: la
consistenza dei processi di cambiamento verrà
attentamente monitorata nel periodo post-residenziale
attraverso la fase dell’accompagnamento e dei
richiami che coprirà, con cadenze regolari, il primo
anno successivo alla dimissione dalla comunità. A
ciascun “corsista” verrà anche consegnata una
“schedina” con un punteggio relativo a diversi aspetti
della vita come: attività lavorativa, relazioni familiari,
vita associativa, condizioni psicologiche ed altri aspetti
che connotano la “qualità della vita” a cui l’interessato
verrà chiamato a dare un sintetico punteggio
autovalutativo. Tale autovalutazione sarò oggetto di
confronto negli incontri di verifica. La autenticità della
auto-valutazione non verrà messa in dubbio, salvo
l’emergere di fondati elementi che depongano per il
contrario. Tale confronto avverrà in gran parte sulla
base della conoscenza che i corsisti hanno l’uno
dell’altro rappresentando essi stessi i giudici più severi
del progresso che ognuno dimostra di aver fatto.
Le fasi del programma
Il processo terapeutico prevede 3 fasi.
- Accoglienza. Verrà svolta presso la sede
ambulatoriale del progetto a Siena, la sede della
comunità, le sedi collegate che si attiveranno mano a
mano che sul territorio nazionale opereranno
professionisti formati alla filosofia ed alla metodologia
applicativa del Programma.
- Comunità residenziale o semi-residenziale. Tre
settimane intensive estremamente strutturate. Segue
un incontro di 3 giornate, dopo 3 mesi dal trattamento
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-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------intensivo di richiamo, per l’approfondimento di
problematiche residue o sopravvenute, di 2 giornate di
trattamento intensivo di mantenimento a distanza di
ulteriori 3 mesi, ed infine una giornata di verifica di
fine programma.
- Accompagnamento e richiami. E’ previsto un
attento monitoraggio sulla fase del reinserimento
sociale, familiare e lavorativo che comporterà
l’impegno ad essere inseriti in un programma che
preveda la partecipazione ad un gruppo terapeutico di
auto-aiuto con operatori che collaborano con Orthos e
la partecipazione alle giornate di trattamento intensivo
di richiamo.
A chi si rivolge il Progetto “Orthos”
Destinatari sono soggetti di ambo i sessi e di maggiore
età che risultano sostanzialmente inseriti nel tessuto
socio-economico e che ancora dispongono di una rete
minima di legami familiari. Deve trattarsi di soggetti
con personalità non fortemente compromesse da
elementi caratterologici disturbati ed una forma di
dipendenza non gravemente invalidante. La eventuale
rilevanza dei carichi penali verrà valutata caso per
caso. L’impostazione fortemente orientata alla
responsabilizzazione dei residenti non consentirà
l’accettazione di soggetti affetti da patologie di tipo
grave, sia sul versante delle dipendenze multiple che
dei disturbi di personalità.
Lo staff: le figure professionali sono rappresentate da
un direttore della comunità, un consulente
organizzativo-gestionale, psicologo psicoterapeuta,
consulente psichiatra, educatori o counselors, ludoarteterapeuta, operatore di supporto per le attività
lavorative e di manutenzione, operatore culturale per
l’aspetto psicoeducativo, di stimolo alla crescita
culturale e di allargamento della prospettiva
esistenziale, responsabile amministrativo e consulente
finanziario.
I costi: la partecipazione gratuita prevista per i
residenti nella Regione Toscana viene estesa, in
questa fase sperimentale, anche ad utenti che
provengono da altre regioni. La condizione è essere
presentati da operatori che stabiliscano una
collaborazione con gli operatori di Orthos per la fase di
selezione e filtro motivazionale nonché per la fase
successiva di accompagnamento per la durata di
almeno un anno.
Direttore scientifico del Programma è il dr. Ricacrdo
Zerbetto, psichiatra e psicoterapeuta didatta, già
fondatore e supervisore delle comunità terapeutiche
professionali del Comune di Roma, co-fondatore di
Alea-Associazione italiana per lo studio del gioco
d’azzardo e dei comportamenti a rischio e membro
della Commissione consultiva in materia di dipendenze
patologiche presso il Ministero della Salute.
Per informazioni: www.comunitaorthos.it (on line a
partire da giugno 2006), cell. 3939502995
“Dopo alcuni tentativi in varie direzioni…il giovane Tiepolo
scopre il suo gioco: immergere il mondo in una chiarità
diffusa che non sia mai scialba.” P.20
Scuola e dintorni (a cura di Valeria
Casati: [email protected])
Ricrdiamo, per chi fosse interessato, che per rinnovare
l'iscrizione all'Associazione Italiana SAT Educazione per
l'anno 2007 può fare un bonifico di euro 50,00
indicando come causale: "quota socio ordinario anno
2007" presso:
Associazione Italiana SAT Educazione, Monte dei
Paschi di Siena, Agenzia 43 Roma
c/c 1635.11 ABI 01030 CAB 03243
Le date degli INTRODUTTIVI al SAT educazione
per insegnanti, comunicate al MIUR e pubblicate
sul sito www.istruzione.it sono:
LIVORNO 2, 3 e 4 marzo 07
CARPI (MO) 4, 5, 6 settembre ’06
MILANO 9,10,11 marzo ‘07
NAPOLI 13,14,15 aprile ‘07
PESCARA 30, 31 marzo, 1 aprile ‘07
SIENA 9,10,11 marzo
TODI (PG) 16,17,18 febbraio
TORINO 16,17,18 marzo
TREVISO 9,10,11 febbraio (verranno fatti 4
Introduttivi in tutta la Provincia di TV finanziati
dalL'Ufficio Provinciale scolastico)
TRIESTE 16,17,18 febbraio – 1,2,3 giugno
Network
(a cura di Elena Manenti: [email protected])
Vi segnalo due nuove convenzioni attive da questo
mese per gli allievi del corso di counseling:
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----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- MENTORING
USA
ITALIA
ONLUS
(www.mentoringusaitalia.it) : è un’associazione nata
nel 1998 che promuove programmi educativi finalizzati
ad arginare il fenomeno della dispersione,
dell’abbandono scolastico e più in generale del disagio
giovanile, promuovendo l’educazione socio-affettiva e
l’autostima dei ragazzi in difficoltà.
Il progetto consiste nello sperimentare il metodo
d’intervento del mentoring all’interno di due Centri di
Aggregazione Giovanile del Comune di Milano. Ad ogni
tirocinante verrà affidato un ragazzo per interventi
individualizzati una volta alla settimana per circa due
ore.
I centri di aggregazione giovanile dove verrà svolto il
tirocinio sono:
- C.A.G. "PUNTOEVIRGOLA" via Nino Bixio, 19:
l'attività si svolge il lunedì dalle 17 alle 19 circa e
coinvolge ragazzi delle scuole medie;
- C.A.G. "TARABELLA" via Tarabella, 4: l'attività si
svolge il giovedì dalle 17 alle 19 circa e coinvolge
ragazzi dai 14 ai 17 anni.
Il progetto prevede il coinvolgimento di uno psicologo
e di un educatore professionale per ogni sede
d’intervento.
Per ulteriori informazioni o per aderire all’iniziativa
contattare il dott. Norman Salvetti: cell.320/0311414,
e- mail: [email protected]. I progetti verranno
avviati i primi giorni di febbraio, si raccomanda agli
interessati di segnalare al più presto la propria
adesione.
UILOMBARDIA:
nuova
convenzione
per
l’ampliamento dell’attività dello Sportello di ascolto sul
mobbing, nel quale già opera una psicologa che
fornisce sostegno psicologico e informazioni alle
vittime di mobbing, per aiutarle a ridefinire il loro
rapporto con il contesto aziendale, nell’eventuale
reinserimento o trasferimento in altri ambiti lavorativi
o nell’affrontare una causa legale.
Il tirocinio sarà svolto negli spazi del CSTG (la
disponibilità delle aule andrà concordata con la
segreteria), per garantire la necessaria privacy ai
clienti. Periodicamente i tirocinanti saranno coinvolti
dalla responsabile dello sportello di ascolto in riunioni
di aggiornamento e di condivisione delle esperienze
con l’intero team.
E’ previsto un breve incontro introduttivo alle
problematiche del mobbing e del disagio lavorativo
(stress, burn-out, ect.) e sulle modalità di conduzione
del colloqui.
Se siete interessati alla proposta di tirocinio inviate un
vostro curriculum a Paola Mercarelli, all’indirizzo email:
[email protected],
indicando
le
esperienze lavorative e i vostri interessi, sarete
contattati per un breve colloquio.
L'intero elenco delle convenzioni per il tirocinio degli
allievi di Counseling è disponibile nel forum del sito
della scuola (www.psicoterapia.it/cstg menù Forum).
sede: Caserta Firenze Milano
costo: 150 euro + IVA
Gli aspetti psicologici della gravidanza e del puerperio
sono spesso scarsamente conosciuti o trascurati. Nel
periodo della gravidanza l'attenzione è rivolta quasi
esclusivamente allo stato fisico della donna incinta e
non al suo stato psicologico, che presenta invece
molte variazioni legate all'evolversi ...
Dalla Psicologia dell´arte all´arterapia
corso rivolto a Psicologi
19 crediti confermati
sede: Caserta Firenze
costo: 260 euro + IVA
Il Corso, strutturato in tre giornate di lavoro all'interno
delle quali sono previste lezioni, frontali, laboratori e
role play, si propone di promuovere la formazione di
operatori ad elevato profilo professionale, in grado di
utilizzare il medium artistico nella terapia e
nell'educazione al fine di ...
“La sua astuzia tecnica lo porta oltre, gli conferisce il fascino
di una sapienza della fantasia, una visione che non teme gli
dei e conversa con gli angeli” p.28
Eventi
Regione Toscana,Comune di Siena,Associazione
Orthos promuovono un Tavolo di lavoro su:
GIOCARBENE
Per una politica sul Gioco responsabile,prevenzionecura del gioco d’azzardo problematico
Siena, 16 febbraio 2007 Palazzo Patrizi Via di Città, 75
In la collaborazione con:
ALEA-Associazione per lo studio del gioco d’azzardo e
dei comportamenti a rischio
Coordinamento delle Società scientifiche sulle
dipendenze
Coordinamento Nazionale Gruppi per Giocatori
d’azzardo
Obiettivi dell’incontro:
1.
presentare una panoramica aggiornata sulla
diffusione del gioco d’azzardo in Italia nelle sue
diverse forme ed esercitare un forte stimolo nei
confronti delle Autorità Governative affinché
riconoscano il problema sociale connesso al
diffondesi del gioco d’azzardo patologico
Aggiornamenti (ECM etc.)
2.
avviare un confronto tra tutti i Soggetti
cointeressati al tema, sia a livello nazionale che
regionale e locale al fine di favorire un insieme di
azioni propositive tese a:
Aspetti psicologici della gravidanza
corso rivolto a Psicologi
10 crediti confermati
• promuovere un’adeguata cultura del gioco che ne
valorizzi le potenzialità senza sottovalutarne le
componenti di rischio attraverso campagne di
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CSTG-Newsletter n.9, febbraio 07
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------informazione, sensibilizzazione e prevenzione da
comportamenti inadeguati rivolti in modo particolare
alla fasce deboli e alla popolazione giovanile;
A. Coluccia, Cattedra di Criminologia dell’Università di
Siena: Il punto di vista del criminologo
• promuovere una rete di referenti in ambito
istituzionale, privato-sociale e libero professionale in
grado di contenere aspetti problematici già
evidenziati e che potrebbero ulteriormente crescere
in prospettiva;
Ore 12.30 – 13.30
CONFERENZA STAMPA
Con tavola rotonda su “per una politica sul
Gioco responsabile”
coordinata da Maria Teresa Fabbri, Assessore alle
politiche sociali del Comune di Siena, e da Gianni
Salvadori, Assessore alle Politiche Sociali della
Regione
Toscana
con
la
partecipazione
di
rappresentanti di: Associazione Orthos, Fondazione
Antiusura, Ordine dei medici, Associazioni di
volontariato, Sindaco di Monteroni d’Arbia
Ore 15,00 -17,30 Programma del pomeriggio:
Strumenti di valutazione e di intervento
• presentare l’Azione della Regione Toscana sul Gioco
di Azzardo Patologico ivi compresi il Progetto
formativo sul Gap per gli operatori dei SerT toscani e
il programma residenziale “Orthos” per giocatori
d’azzardo
• proporre l’adozione di una strategia che coinvolga
anche i Gestori delle attività di gioco d’azzardo
tramite iniziative di aggiornamento destinate agli
esercenti delle agenzie di gioco (casinò, ricevitorie,
bar, sale giochi etc.) affinché possano intervenire in
prima istanza nel contenimento delle forme
autodistruttive di gioco, coerentemente alla filosofia
del “gioco responsabile” già adottata con successo in
altri paesi europei
Programma della mattinata: Ore 9,30
Apertura dei lavori e saluti Autorità (Maurizio Cenni,
Sindaco di Siena: Per un progetto cittadino di cultura
del gioco e prevenzione dai rischi del GAP*)
Ore 10,00
Introduce Mauro Croce, Presidente
di Alea e Membro della Commissione consultiva presso
il Ministero delle Politiche sociali sulle Dipendenze
patologicheLettura magistrale di Maurizio Fiasco,
sociologo, docente presso gli istituti di formazione
della Polizia di Stato e della Pubblica amministrazione
locale, nonché consulente della Consulta Nazionale
Antiusura su: La costruzione del consumo di
massa dei giochi pubblici d’azzardo
Ore 11,00 – 12,30
Tavolo di lavoro su: Per
una politica di “Gioco responsabile”: tra
valorizzazione del gioco socializzante e
interventi di contenimento del gioco d’azzardo
problematico. Coordina:
Riccardo Zerbetto,
Membro della Commissione consultiva presso il
Ministero della Salute sulle Dipendenze patologiche
Sono previsti interventi di:
Arcangelo Alfano, Responsabile P.O. Dipendenze Regione Toscana: L’Azione Programmata regionale per
la prevenzione e la cura del GAP
M. A. Reda, Direttore dell’Istituto di Psicologia
dell’Università degli studi di Siena, Profili di personalità
e aspetti cognitivi nei giocatori d'azzardo
F. Mugnaini, Docente di antropologia dell’Università
di
Siena
e
membro
del
CIRG-Centro
Interdipartimentale per la Ricerca sul Gioco
dell’Università di Siena: Elementi per un'antropologia
del gioco
P.E. Dimauro, Responsabile del Dipartimento per le
Dipendenze di Arezzo: Il programma regionale per
l’aggiornamento sul GAP per gli operatori dei servizi
pubblici e del volontariato sociale
M. Pellegrino, Responsabile del Dipartimento per le
Dipendenze di Siena: I SerT e il gioco d'azzardo
patologico
M. Semeraro, Per l’avvio di uno sportello di ascolto
sul GAP e dipendenze senza farmaci nella città di
Siena
G. Iraci, strumenti di valutazione e l’esperienza dei
gruppi terapeutici
M. Iori, presidente del Coordin. Nazion. Gruppi per
Giocatori d’azzardo: l’esperienza dei gruppi per
giocatori e possibili sinergie con programmi
residenziali
D. Benevento, il ruolo del medico di famiglia nei casi
di gioco d’azzardo problematico
L. Grossi, Gioco d’azzardo e usura
M. Tosoni e R. Zerbetto, presentazione della
Comunità terapeutica “Orthos”
Confronto su ipotesi di costruzione di percorsi
terapeutico-riabilitativi congiunti tra operatori
dei servizi pubblici e del privato sociale in tema
di gioco d’azzardo problematico
Coordinamento scientifico
Associazione ORTHOS:
Riccardo Zerbetto, [email protected], 0577 45379 3929860664
Giuseppe Iraci, [email protected], 3479301751
Coordinamento organizzativo
Associazione ORTHOS www.comunitaorthos.it
Marianna Semeraro, [email protected],
3939502995
ISTITUTO ITALIANO PER GLI STUDI FILOSOFICI
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI “FEDERICO II”
il giorno 16 febbraio 2007 è stata
organizzata
una giornata di Studio dal titolo "Transfert e
controtransfert
nel
lavoro
con
persone
transessuali" con la Prof.ssa Colette Chiland,
Professore Emerito di Psicologia Clinica presso
l'Università Renè Descartes (Parigi V).
La giornata si svolgerà a Napoli, presso il prestigioso
Palazzo Serra di Cassano, sede dell'Istituto Italiano
degli Studi Filosofici.
La partecipazione è gratuita. È necessario prenotarsi
via e-mail ([email protected]) o via fax (+39
0817463478).
Il 16 febbraio 2007 ore 21:00 presso
l’Umanitaria (sala teatro), via Daverio 9, Milano
l'Istituto freudiano, la Scuola Lacaniana di Psicoanalisi
6
CSTG-Newsletter n.9, febbraio 07
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------e la Biblioteca del Campo Freudiano organizzano la
serata "IL SINTOMO E LA LETTERA. JAMES
JOYCE LETTO DA JACQUES LACAN", in occasione
della pubblicazione del libro di Jacques Lacan, Il
Seminario. Libro XXIII. Il Sinthomo - a cura di Antonio
di Ciaccia (Astrolabio Editore) - e alla quale
parteciperanno i seguenti relatori:
Antonio
Di
Ciaccia
(psicoanalista,
Presidente
dell'Istituto freudiano, membro della Scuola Lacaniana
di Psicoanalisi);
Tomaso Kemeny (poeta e docente di letteratura
inglese presso l'Università di Pavia);
Stefano Manferlotti (scrittore, giornalista e docente
presso l'Università di Napoli).
Coordinerà la serata Marco Focchi (psicoanalista,
Direttore della sede milanese dell'Istituto freudiano,
membro della Scuola Lacaniana di Psicoanalisi).
Itaca
Italia
e
Saman
annunciano:
Adolescenti e uso problematico di cannabis:
ipotesi di intervento sull’individuo, la famiglia,
la scuola e l’ambiente – workshop con il prof.
Howard A. Liddle Milano, 9 Marzo 2007 La Casa
dell’Energia AEM (Piazza Po, 3)
I dati epidemiologici disponibili nell’ultima relazione al
Parlamento (Luglio 2006) mostrano, tra gli altri, un
incremento nel consumo di cannabis e di derivati ed,
allo stesso tempo e per lo stesso consumo, una
diminuzione di una classe d’età dei consumatori stessi.
Ciò significa che l’uso dell’hashish è in evidente
aumento
proprio
nell’età
adolescenziale.
A differenza di altri Paesi Europei ed extraeuropei, nel
nostro Paese non abbiamo esperienze diffuse ed
omogenee del trattamento di questo tipo di problemi.
Fino ad ora, prevalgono esperienze isolate e
disomogenee, sia nei servizi pubblici, sia nel privato
sociale.
La Terapia Multidimensionale
della
Famiglia
(Muldimensional Family Therapy, MDFT) e` un
approccio alla ricerca e al trattamento di adolescenti
con problemi di abuso di sostanze. MDFT nasce circa
venti anni fa dal lavoro di Howard Liddle e del suo
gruppo e consiste in uno sforzo organico di
incorporare elementi tradizionali di lavoro con la
famiglia familiare con principi fondamentali della
psicologia dello sviluppo e interventi specifici evidencebased nel campo dell’uso di sostanze (Liddle, Dakof,
Diamond, 1991). MDFT e` un approccio basato sulla
ricerca (science-based) ed ha ricevuto numerosi
riconoscimenti a livello nazionale negli Stati Uniti dalle
maggiori agenzie che si occupano di ricerca sulla
tossicodipendenza come il Center for Substance Abuse
Treatment (CSAT) e il National Insitute of Drug Abuse
(NIDA) ed e` stato certificato come uno dei
programmi modello dal Substance Abuse and Mental
Health
Services
Administration
(SAMHSA).
Recentemente la Terapia Multidimensio! nale della
Famiglia e` stata introdotta in Europa attraverso una
ricerca condotta in cinque paesi facenti parte del
progetto
Incant.
Il dr. Howard Liddle è un conosciutissimo esperto di
trattamento degli adolescenti con problemi di abuso di
sostanze. È professore di Psichiatriae Psicologi
all’Università di Miami e Direttore del Miami Center for
Treatment Research on Adolescent Drug Abuse.
Il workshop ruoterà attorno alla presentazione delle
basi teoriche e delle pratiche cliniche del MDFT.
È prevista la traduzione simultanea e l’accreditamento
ECM.
Per maggiori informazioni: www.itacaitalia.it o
www.saman.it.
24/25 Febbraio 2007
LABORATORIO
DI
DRAMMATERAPIA
E
BIOENERGETICA “Lo Spazio d’Amore”
Lo spazio d’amore è un luogo dove sostare e darsi un
po’ di tempo per la cura di sè, riprendere contatto con
i propri desideri e bisogni autentici, accettarli
permettendo che germoglino e che guidino il nostro
agire. Ascoltare quindi i messaggi del nostro corpo,
sentire l’energia potenziale raccolta nelle tensioni e
contratture, riconoscere ed esprimere le nostre
emozioni aprendoci a possibilità espressive e creative
differenti.
Esplorare ed espandere questo spazio personale
attraverso la Drammaterapia e la Bioenergetica,
permette infatti di rivitalizzare la nostra corporeità e la
nostra fantasia, per poterci muovere più liberamente e
ridare così nutrimento e amore al nostro vivere
quotidiano.
Orario: 10.00-13.00, 14.3-17.30
L’Espace, sala Micrò – via Mantova 38 - Torino
Per info ed iscrizioni:
Laura
Cervini,
conduttrice
drammaterapia
3494790857 – [email protected]
Monica Scaglione, conduttrice
classi di esercizi
bioenergetici 3200592102 [email protected]
Convegno sulla cultura del trauma e della cura
LE ROCCAFORTI DEL MONDO
Da Ilio a Guantanamo, da Omero a Dario Fo
la storia infinita del trauma e della cura
26-27 aprile 2007, presso il Teatro di Locarno
26 aprile: serata pubblica gratuita con Moni Ovadia
27 aprile: convegno su iscrizione
Polla ta deina… molte le cose tremende e nulla più
tremendo dell'uomo esiste.(Sofocle, Antigone, primo
canto corale, vv. 332-333)
La nostra cultura si fonda su due tradizioni, quella
classica e quella giudaico-cristiana, e in entrambe,
dall’origine, sono presenti il trauma e la cura, i due
temi su cui questo convegno vuole riflettere.
Il trauma è già nei poemi omerici e nelle tragedie
classiche, nei racconti biblici come la cacciata dal
paradiso terrestre e la morte di Gesù per crocifissione,
mentre la cura è teorizzata già da Esiodo come
attenuazione del dolore esistenziale e dalla religione
come anelito alla salvezza.
Di fronte a questa massiccia presenza, non è errato
definire la nostra come una “cultura del trauma e
della cura” che si declina intorno alle forme e all’uso
del potere: sempre in bilico, tra il negativo del
nichilismo e dell'oblio, con guerre e regimi, genocidi,
7
CSTG-Newsletter n.9, febbraio 07
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------torture e sopraffazioni di ogni tipo (il trauma è
sempre legato a un abuso di potere), e il positivo
della sopravvivenza e della memoria, con produzioni
letterarie, artistiche e filosofiche, religioni, etiche e
democrazie.
Il convegno vuole toccare alcuni aspetti insoliti di tale
cultura, seppure per semplici contrappunti, vuoi per
allargare l’orizzonte della riflessione al di là della
clinica, vuoi per ricuperare una memoria storica al di
là degli eventi traumatici che hanno caratterizzato il
XX secolo e che hanno già posto il loro sigillo sui primi
anni del XXI secolo. Alcune domande ci stanno
particolarmente a cuore: gli antichi si confrontavano
con i temi del trauma e della cura? Se sì, come
riteniamo, perché vi sono periodi storici e sviluppi
culturali in cui essi sembrano cadere in oblio? Quali
sono i limiti e la plausibilità del confronto tra antico e
moderno su questi temi?
ISCRIZIONE
Entro il 30 marzo 2007
Quota di partecipazione: Fr. 80/€ 50 (studenti Fr. 40 /
€ 25)
Sarà rilasciato un attestato partecipazione
ORGANIZZATORE E COORDINATORE
Franco Maiullari, Servizio Medico Psicologico,
Via Bramantino 27, CH - 6600 Locarno
Tel. 0041.91.8160311, E-mail: [email protected]
Università degli Studi di Bologna
Polo Scientifico-Didattico di Forlì - Facoltà di Scienze
Politiche “R. Ruffilli” - Dipartimento di Sociologia
SCIENZE SOCIALI E SALUTE NEL XXI SECOLO:
NUOVE TENDENZE, VECCHI DILEMMI?
Convegno internazionale per l’anniversario del V anno
della Rivista “Salute e Società”
Forlì, 19-21 aprile 2007
L’Istituto di Psicosintesi organizza per il corrente
anno il convegno “Eros e Psiche” a Castiglione
della Pescaia (Grosseto), presso l’ Hotel Riva del Sole,
nei giorni 28-29-30 aprile.
Vi ricordiamo i pricipali eventi del 2007 i cui dettagli
sono ampiamenti riportati nelle precedenti Newsletter:
UMORISMO E ALTRE STRATEGIE PER
SOPRAVVIVERE ALLE CRISI EMOZIONALI
14-17 giugno 2007 Firenze
Palazzo dei Congressi - piazza Adua 1
I temi
• L’umorismo in psicoterapia
• L’umorismo sulla psicoterapia
• Strategie per sopravvivere alle crisi emozionali
• Relazione terapeutica e umorismo
• L’umorismo nella formazione degli psicoterapeuti
• L’umorismo in altri campi sociosanitari
Fax +39 055 2462270
[email protected]
www.fiap-eap2007.com
www.humourintherapy.com
www.umorismointerapia.it
Per gli allievi delle scuole del CNSP è possibile
partecipare con soli 100 Euro: occorre registrarsi
entro il 28 Febbraio e pagare i 100 euro!!! dopo il 28
febbraio non si avrà più diritto allo sconto.
"La Terapia della Gestalt sull’Amore Sessualità e Amore nel contesto terapeutico
e sociale"
Congresso promosso dalla Associazione tedesca per la
Terapia della Gestalt Berlino 18-20 maggio 2007
Per informazioni: [email protected]
www.dvg-gestalt.de
Per adesioni potete contattare Riccardo Zerbetto:
email: [email protected]
Sconto per studenti: per iscrizioni fino al 31 gennaio il
costo è di € 120, dal primo febbraio €150.
9° Congresso Europeo Terapia della Gestalt
“ESPLORANDO IL CONFLITTO UMANO”
Atene dal 6 - 9 del settembre 2007
“Tutto inizia con un conflitto…
Athena, la dea della saggezza e della guerra ed il dio
del mare, Poseidone, stavano competendo per il
possesso di una delle città della Grecia antica. Gli altri
dei hanno decretato che la città sarebbe stata data a
chi dei due avesse donato ai relativi abitanti il regalo
più utile. Poseidone colpì così la terra con il suo
tridente e causò la fuoriuscita miracolosa di una
sorgente d’acqua salata. Athena, mise la sua fede in
un'offerta più pratica, piantando un ulivo a lato della
sorgente. La gente trovò che l'ulivo era un regalo
migliore e la città fu intitolata così al vincitore: Atene.“
Per chi volesse maggiori informazioni segue il sito
internet del congresso:
http://www.gestaltconferenceathens.gr
Per adesioni potete contattare Laura Cervini:
email [email protected]
Partecipazione
entro 30 gennaio = 270 euro
entro 30 maggio = 300 euro
Segreteria Organizzativa
Promo Leader Service Congressi Srl
Via della Mattonaia, 17 - 50121 Firenze
Tel. +39 055 2462271
L' Asociación Gestáltica di Buenos Aires sta
organizzando il X Congresso Internazionale di Gestalt
Te escribimos desde Argentina para invitarte al X
Congreso Internacional de Gestalt che sarà sede
anche del II Congresso Latino di Gestalt. Il titolo di
questo incontro sarà “Certezze ed Incertezze”, e si
terrà dal 24 al 27 maggio 2007.
Per maggiori informazioni, visitate i settori dedicati nel
sito:
www.congresointernacionalgestalt.org
Per ricevere informazioni sul congresso, scrivere
all'indirizzo: [email protected]
8
CSTG-Newsletter n.9, febbraio 07
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Segnalazioni
Vi segnaliamo alcuni interessanti articoli che potete
leggere on-line.
Dal sito: www.progettouomo.net (settimanale on
line per educatori e operatori del sociale)
Biblio (pubblicazioni, tesi e
documentazione)
(a cura di Giusi Carrera: [email protected])
ANORESSIA/ Buon senso sulle passerelle di
Giovanna Melandri
Il ministro per le Politiche giovanili e dello Sport
ribadisce il significato preventivo del Manifesto di
autoregolamentazione della moda italiana.
COCAINA/ Il sasso nella rete
Giornata di studio a Reggio Emilia il 26 gennaio per
operatori specializzati sul recupero nella dipendenza
da cocaina.
SOCIETA'/ Diventare padri in Italia di Alessandro
Rosina e Linda Laura Sabbadini
Una ricerca dell'ISTAT su fecondità e figli secondo un
approccio di genere.
ANORESSIA/ Su internet si moltiplica il
fenomeno "Pro Ana" di Agostino Giovannini e
Francesca Montali
Cresce l'allarme sulla diffusione del Disturbo del
Comportamento Alimentare e con esso il numero di siti
web in cui gli adolescenti anoressici trovano sostegno
e condivisione.
Laura Perls
[Lore Posner]
(1905-1990)
Joen Fagan, Irma Lee Shepherd, Gestalt therapy
now. Theory, techniques, applications, Palo Alto CA,
Science and Behavior Books 1970. Contiene: Laura
Perls, On Gestalt therapist's approach
Dal sito : www.psicoterapia.it
L'acido folico aiuta cervello anziani
La regolare assunzione di acido folico aiuterebbe a
preservare l'efficienza ...
Sette italiani su 10 favorevoli a eutanasia
Un'indagine condotta dall'Eurispes mostra che il 68%
degli italiani e' ...
Biosveglia, suona quando è ora
A detta di molti nulla è più odioso del rumore della
sveglia al mattino, ...
Joe Wysong, Edward Rosenfeld, Laura Perls, An oral
history of gestalt therapy. Interviews with
Laura Perls, Isadore From, Erving Polster,
Miriam Polster, Highland NY, Gestalt Journal, 1982
Laura Perls, Living at the boundary, Highland, NY,
Gestalt Journal, 1992
Webgrafia
Laura Posner Perls, In memory
http://www.gestalt.org/laura.htm (04/09/06)
Edward Rosenfeld, An oral history of gestalt
therapy. Part one: a conversation with Laura
Perls
http://www.gestalt.org/perlsint.htm (04/09/06)
Enneatipi (a cura di Monica Tosoni:
[email protected])
“Tra felci e volti di efebi, tra tronchi sbiechi ed alabarde, tra
drappi e torsi di ninfe e cortigiane, tra levrieri ed ominosi
orientali…chi assoldava Tiepolo si impegnava ad accogliere
con lui la sua intera tribù…Era la “tribù profetica dalle pupille
ardenti”, che un giorno avrebbe evocato Baudelaire, la
carovana inarrestabile, variegata e disparata, che trascinava
con sé, confusi tra le sue masserizie, i Relitti della Storia”
p.21
QUATTRO
Lui non tornerà,
col suo petto di legno antico
e i suoi occhi di topazio
lui non tornerà.
Che io possa cadere
In un sogno di lana calda
E profumata.
Massimo Habib
9
CSTG-Newsletter n.9, febbraio 07
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------QUATTRO
Sto molto male da quando te ne sei andato
Quasi come se tu fossi ancora qui
tormento cosciente e la depressione si esprime con
dolore manifesto e appassionato. Il Quattro è un
carattere intenso, insofferente nei confronti della
banalità, a quella che lui definisce sprezzantemente
“normalità” predilige un’atmosfera di scompiglio e di
turbolenza dove tende a fare la vittima e a frustrarsi.
Si tratta di un carattere orale-aggressivo con
personalità depressiva, autolesionista e masochista.
(Anonimo)
2)
“Il dramma, , la pura sofferenza, la salvezza: tutti elementi
remoti a Tiepolo, devoto soltanto all’epifania, perciò agli
angeli, ai Cupidi, alle Ninfe, ai Satiri ed alle Satiresse, a tutti
quegli essere intermedi e mediatori cui è affidata la
circolazione psichica tra cielo e terra.” P.73
QUATTRO – Il desiderio
depressivo-masochista
1)
e
il
carattere
Teoria nucleare
Lo stato emotivo dell’invidia coesiste con la sensazione
dolorosa di carenza e di desiderio. L’eccesso di
desiderio può portare a situazioni paradossali come
quella di Quevedo: quando gli invidiosi giungono
all’inferno e vedono tutte le anime sottoposte a torture
particolari, si sentono delusi e soffrono nel constatare
che la loro tortura non sia poi così speciale. Il Quattro
pretende con rabbia ciò di cui si sente sprovvisto,
senza considerare che i sentimenti non sono diritti, ma
la conquista di un processo impegnativo. Con “la
vanità” c’è un nesso importante: il Quattro è un
elemento della triade situata nella regione destra
dell’enneagramma, che nel complesso si riconosce in
un interesse eccessivo per l’immagine di sé. Mentre il
Tre si identifica con la parte di sé idealizzata, il
Quattro si identifica con la parte del se svalorizzata e
lotta continuamente per ottenere ciò che, secondo lui,
gli altri hanno e a lui sembra di non avere. Anche
questo individuo si sente unico, ma nella sfortuna. In
lui sono sempre presenti un senso di penuria e di
indegnità. ( Tutti possono contare su qualcosa tranne
me….Non c’è nessuno più sfortunato di me..)
Il carattere Quattro vive un senso di indegnità, come
se si vergognasse di esistere, una percezione di colpa
e di penuria che si possono facilmente trasformare in
depressione. Nell’invidia il senso di colpa è un
Antecedenti nella letteratura scientifica
Nel DSM III, le persone che presentano un carattere
masochista sono, in parte, state incluse nella categoria
dei “disturbi borderline” di personalità. La diagnosi
della sindrome borderline viene fatta sulla base di:
umore costante, autocondanna, impulsività, collera,
dipendenza eccessiva e transfert tempestoso. L’analisi
di Grinker sui borderline raggruppa i tre sottotipi del
Quattro: l’arrabbiato odioso, il vergognoso colpevole, il
depresso.
Così Millon descrive i borderline: “…dal momento che
gran parte dei borderline manca di autostima, gli è
difficile credere che coloro da cui dipendono possano
pensare bene di loro. Di conseguenza vivono nel
terrore che gli altri li svalutino e li abbandonino. Con
basi di autostima così instabili e privi di mezzi
caratteriali per condurre un’esistenza autonoma, i
borderline sono sempre nervosi, inclini all’ansia da
separazione e pronti a prevedere l’abbandono come
qualcosa di inevitabile…. L’angoscia implorante, la
disperazione e la rassegnazione manifestate dai
borderline servono ad allentare la tensione e ad
esternare il tormento che essi hanno o sentono dentro
di sé. Tuttavia, per alcuni, un letargo depressivo e un
comportamento scontroso, sono prima di tutto modi
per esprimere la rabbia. La depressione serve come
mezzo per frustrare e ricattare coloro che li hanno
respinti o che “gli hanno chiesto troppo”. In collera per
l’insensibilità degli altri, i borderline sfruttano la
propria tristezza cupa e melanconica, come mezzo per
“punirli” o “dargli una lezione”. Inoltre, facendo
sembrare la propria situazione peggiore di quella che
è, e lamentando la propria impotenza, riescono ad
evitare le responsabilità, scaricano sugli altri ulteriori
fardelli e, così facendo, non solo costringono la
famiglia o gli amici a prendersi cura di loro, ma a farlo
soffrendo e sentendosi in colpa.”
In Nevrosi e sviluppo della personalità, Karen
Horney indica nella “sottomissione morbosa” una
sottosoluzione fra le tre soluzioni possibili del conflitto
di fondo – accostarsi agli altri, ritirarsi o sopraffarli - :
“l’effettiva sofferenza del tipo morboso non può essere
più grande di quella degli altri, ma soggettivamente
egli si sente più infelice a causa dei molteplici aspetti
assunti per lui dalla sofferenza. Le sue esigenze
eccessive e ciò che egli si aspetta dagli altri (ossia che
lo facciano felice), lo costringono a dipendere dal
prossimo in misura troppo grande. Ciò nonostante,
l’amore (sempre nel significato più ampio del termine)
è l’unica cosa che possa dare un contenuto positivo
10
CSTG-Newsletter n.9, febbraio 07
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------alla sua esistenza. L’amore gli appare come una
tessera d’ingresso al paradiso in cui cessano tutte le
pene: non più solitudine, non più sentimenti di
smarrimento, di colpa e di indegnità, non più
responsabilità, non più lotte verso un mondo crudele
per il quale il paziente si sente inadatto. Crede che
l’amore gli prometta protezione, appoggio, sostegno,
affetto, incoraggiamento, simpatia, comprensione; di
restituirgli la fiducia in sé stesso, di dare un significato
alla sua vita, di essere la salvezza e la redenzione.
Tutte aspettative destinate in parte a non compiersi.
Inoltre tende a discriminare gli altri in termini di
“avere” o “non avere” moglie o marito o relazioni
equivalenti. La sua “invidia dell’amore” nasce
dall’errore cognitivo che amare significhi sperdersi,
naufragare in sentimenti più o meno estatici,
abbandonare le responsabilità quotidiane, confondersi
con un altro essere, diventare un solo spirito e una
sola carne, trovare in quanto “unione” l’equilibrio che
non riesce a trovare in sé stesso.
Nella tradizione omeopatica, il Quattro corrisponde a
“natrum muriaticum”, il sale comune.
3)
Struttura Caratteriale
Nel Quattro la passione dell’invidia nasce come fame
d’amore, ma può presentarsi anche come voracità
generalizzata. Bisogna tenere presente il processo
continuo di autofrustrazione dell’invidia che è la base
persistente
del
desiderio
eccessivo
che
la
contraddistingue. Molto spesso, nelle donne, esiste
anche un’invidia sessuale; alcune pensano che, per
vari motivi, sia meglio essere maschi. L’invidia può
manifestarsi anche come idealizzazione delle classi
superiori e come forte impulso alla scalata sociale (di
cui Prust ha fatto un quadro magistrale ne “La Ricerca
del Tempo Perduto”), sia come competitività carica di
odio nei confronti dei ceti privilegiati (descritta da
Stendhal con “Il Rosso e il Nero”). Più sottilmente si
manifesta come ricerca di eventi straordinari e di
esperienze intense (anche autolesive), cui corrisponde
l’insoddisfazione per ciò che è ordinario e privo di
drammaticità. La bulimia è presente in questo
carattere più che in ogni altro; il nostro Quattro vive
un vuoto doloroso alla bocca dello stomaco che tende
a riempire avidamente, ma poi si sente in colpa e
quindi rigetta il cibo con cui ha riempito il vuoto. Il
Quattro vive la costante contraddizione fra un estremo
bisogno e il tabù che si attiva contro di esso (rigetto
del bisogno); inoltre è consapevole della sua invidia e
il senso di vergogna e di bassezza che prova a causa
di questa passione, determinano “l’immagine cattiva”
di sé.
L’immagine cattiva di sé si accompagna ad altre
percezioni quali: senso di inadeguatezza, tendenza a
vergognarsi, facilità di sentirsi ridicoli, brutti, marci
dentro e così via. E’ l’autodenigrazione che crea il
vuoto dal quale emerge la voracità dell’invidia, con il
suo aggrapparsi, il suo pretendere, il suo mordere, la
sua dipendenza, il suo attaccamento eccessivo, in
tutte le loro manifestazioni.
Il Quattro è sintonizzato sulla sofferenza con le
caratteristiche che vanno sotto il nome di
“masochismo”. Oltre alla sofferenza che nasce dallo
stato di bisogno autonegato e dall’immagine scadente
di sé, dobbiamo considerare l’uso del dolore a scopo
vendicativo e alla speranza inconscia di ottenere
l’amore attraverso la sofferenza. Sono sensibili,
intensi, appassionati e romantici, ma possono covare
un senso tragico della propria vita e della vita in
generale. Dominati dal desiderio e dalla nostalgia (mai
in contatto con il presente), in preda ad un segreto
senso di abbandono, sono in genere pessimisti, amari
e talvolta cinici. Di pari passo vanno le lamentele, le
recriminazioni, l’arroganza e l’autocompatimento. Oltre
alle reali o presunte perdite e privazioni presenti, il
nostro Quattro soffre anche per la paura delle perdite
e delle privazioni future. E’ nelle strategie messe in
atto per sintonizzarsi sul dolore e mostrarsi sofferenti
al fine di ottenere amore, che ci avviciniamo di più al
nucleo del suo carattere. Al pari del neonato, per il
quale l’aspetto funzionale del pianto è quello di
attirare l’attenzione della madre, la sofferenza serve al
Quattro per attirare l’attenzione su di sé, egli ha
imparato ad ottenere l’attenzione amplificando nella
fantasia la sofferenza e il modo di esprimerla e anche
cacciandosi in situazioni dolorose. Il Quattro può
trovare nella sofferenza un modo per riempire il vuoto
esistenziale e quindi al tempo stesso considerarla una
necessaria, dolce, familiare tristezza.
I tipi Quattro sono sentimentalmente aggressivi in
quanto sono i più amore-dipendenti, un bisogno
alimentato a sua volta dal bisogno di ottenere quel
riconoscimento che sono incapaci di darsi da soli. La
loro dipendenza li porta ad aggrapparsi a rapporti che
fin dall’inizio sono frustranti e prospettano
frustrazione. Il bisogno di trovare una motivazione alla
propria vita attraverso un qualunque legame amoroso
nasce dall’incapacità di trovare la motivazione a
prendersi adeguatamente cura di sé, interpretabile
come un espediente inconscio per ottenere protezione.
La cura che dedica agli altri può essere portata a
punti di esagerazione masochistica, fino al rendersi
schiavi delle situazioni, e contribuisce quindi al senso
di frustrazione e di dolore che, a sua volta, attiva gli
aspetti arroganti, intolleranti e litigiosi del carattere.
Un’inclinazione
determinante
è
data
dalla
predominanza del sentimento nella struttura del
Quattro. Siamo in presenza di un tipo emotivo,anche
se più introverso rispetto, ad esempio, al Due.
L’intensità di questo carattere è visibile anche nell’odio
e le sue scenate isteriche fanno grande impressione.
Pure
l’arroganza
competitiva
(derivata
dalla
comparazione continua) è una caratteristica del nostro
Quattro. Per quanto possa ribollire di odio e di biasimo
verso sé stesso, l’atteggiamento verso il mondo
esterno è quello di una prima donna, o almeno di una
persona che si ritiene molto speciale. Quando la
11
CSTG-Newsletter n.9, febbraio 07
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------pretesa di essere speciale viene frustrata, può sfociare
in un ruolo di vittima, in una sofferenza ricattatoria da
“genio incompreso”.
La sua avversione per la grossolanità e la tendenza
alla raffinatezza può essere intesa come lo sforzo per
compensare un’immagine di sé mediocre. Il suo
tentativo di essere diverso da ciò che è innesca
meccanismi imitativi la cui mancanza di originalità
perpetua l’invidia dell’originalità. L’inclinazione per le
arti e il bello affonda le sue radici nella ricerca di
raffinatezza del Quattro, ma è sostenuta dalla sua
disposizione peculiare a fare dei sentimenti il centro di
tutto. Riesce ad idealizzare il dolore attraverso le arti e
addirittura a trasformarlo, nella misura in cui il dolore
può diventare un elemento di bellezza. Il Quattro ha
un Super-Io forte, ma il suo ideale è più estetico che
etico. A volte, per lui, la disciplina può raggiungere un
livello masochistico (anoressia). L’amore per il
cerimoniale riflette tanto le caratteristiche esteticoraffinate quanto l’attaccamento alle regole. Dato che
le regole sono per lui importanti, quando non le
rispetta (spesso) si sente in colpa e si giustifica con la
sofferenza.
4)
Meccanismi di difesa
La difesa dominante e osservabile nel tipo Quattro è
l’introiezione. La cattiva immagine di sé deriva
dall’introiezione di una figura genitoriale vissuta come
rifiutante (per evitare di commettere errori e incorrere
in una punizione “si porta sempre dentro” il genitore
giudicante). L’odio cronico verso sé stessi proviene da
tale introietto e il bisogno di compensare l’incapacità
di amarsi richiede la presenza dell’approvazione
esterna e di amore esterno. La differenza fra
“introiettare” e “interiorizzare” è importante. Un
bambino, ad esempio, introietta la figura genitoriale
mentre interiorizza il conflitto di autorità con il
genitore dominante. Il Quattro interiorizza il rifiuto
genitoriale e introietta la figura di un genitore non
amorevole, portando così nella propria psiche una
costellazione di impressioni che vanno da un cattivo
concetto di sé alla necessità di distinguersi in modo
speciale e che implicano una sofferenza cronica e una
dipendenza (compensativa) dal riconoscimento
esterno. Uno degli aspetti peculiari di questo stile
caratteriale è che, nel Quattro, la “familiarità crea
disprezzo” (ciò di cui si dispone non è mai desiderabile
come ciò che non si può ottenere) attraverso un
“processo
infettivo”
a
causa
del
quale
l’autodenigrazione e l’autorifiuto si estende a ciò e a
coloro che, attraverso l’intimità, entrano in relazione
con lui. Il “senso di sé”, nelle personalità più
dipendenti sembra spingersi fino ad includere l’intero
mondo dei suoi rapporti intimi. Sembra che ad un
certo punto, quando è sicuro di aver ottenuto l’amore
dell’oggetto desiderato, cominci a disprezzarlo perché
se (l’oggetto amato) ama un essere spregevole come
lui (il Quattro), dev’essere anch’esso spregevole quindi
meritevole di critiche, sarcasmo e insofferenza. Altra
dinamica del Quattro è la “retroflessione”: mentre
l’odio ed il rifiuto di sé sono impliciti nell’oggetto
cattivo introiettato, il concetto di retroflessione
suggerisce l’idea che la rabbia generata in seguito alla
frustrazione sia rivolta non solo contro la fonte esterna
di frustrazione, (e contro colui che per primo nella vita
l’ha inflitta) ma anche, come conseguenza
dell’introiezione, verso sé stessi.
5)
Eziologia
e
ulteriori
osservazioni
psicodinamiche
Nel vissuto del nostro Quattro può esserci stato un
fortissimo legame con la madre, poi allentato più o
meno bruscamente per qualche motivo (altri fratelli,
ripresa del lavoro, ecc.) con conseguente esperienza
di “paradiso perduto”. A differenza dell’apatico Cinque,
che non sa che cosa ha perduto, la memoria emotiva
del Quattro lo rammenta molto bene anche se non
necessariamente con ricordi precisi e consapevoli. A
volte, un’intensa esperienza di abbandono non ha
coinciso con un evento esterno evidente, ma è stata
abbastanza sfumata da non essere percepita dagli altri
e magari da non essere assolutamente presente nei
ricordi dell’interessato, fino a quando non viene
recuperata nel corso di una psicoterapia. In questi
casi, più che eventi di abbandono, vediamo situazioni
in cui il bambino è stato deluso dal genitore, momenti
in cui gli è parso di scoprire che il genitore non lo ha
mai amato veramente. Spesso la vita del Quattro è
stata dolorosa: i ricordi di sofferenza non sono solo il
prodotto della drammatizzazione del dolore e
dell’atteggiamento rivendicativo; nell’infanzia ha avuto
concrete cause di dolore, ma l’atteggiamento
sofferente gli è “entrato in automatico”. E’ molto
frequente che il Quattro, da ragazzo, sia stato messo
in ridicolo ed eccessivamente preso in giro dai genitori
o dai fratelli. Il vissuto tra fratelli è un fattore comune
dell’invidia precoce. La sensazione, di essere stati
messi da parte o che i genitori preferiscano un altro
fratello, può essere una causa scatenante. Altre volte,
nello star male è possibile individuare un elemento di
seduzione se alla madre dava piacere il ruolo
dell’infermiera e dedicava al figlio cure eccessive che
lo facevano sentire unico e amato specialmente o
unicamente in quella situazione. I padri Otto sono
maggiormente presenti nello studio del Quattro che in
qualsiasi altro carattere, tranne l’Otto stesso.
Relativamente frequenti, nel passato della donna
Quattro sono gli abusi sessuali. Nell’insieme possiamo
dire che questo individuo che soffre, dentro di sé si
adopera per tener vivo il suo dolore, come fanno
alcuni mendicanti dei paesi orientali che si adoperano
per tenersi aperte le ferite perché la purulenza delle
loro ferite, suscitando compassione e attirando
l’elemosina, permette loro di sopravvivere. Nel tipo
Quattro la richiesta di amore diventa una ricerca
spasmodica e insaziabile di cure e di empatia.
12
CSTG-Newsletter n.9, febbraio 07
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6)
Psicodinamiche esistenziali
Il motore dell’invidia si avvia nella frustrazione dei
primi bisogni di attaccamento del bambino, ma il
dolore cronico residuo, caratteristico del Quattro, la
ricerca d’amore esagerata e compulsiva “al presente”
può essere considerata una disfunzione, un miraggio.
Le recriminazioni sul passato non fanno cambiare il
presente e non rispondono ai bisogni di un adulto che
non ha principalmente necessità di sostegno,
riconoscimento e cura da parte dell’ambiente, ma ha
necessità di riconoscersi, sostenersi, amarsi e
sviluppare un “senso del sé” che contrasti l’aspettativa
centrifuga di bontà dall’esterno. Il Quattro avverte un
impoverimento esistenziale cui cerca di compensare
attraverso l’amore e l’emulazione degli altri; cerca di
riempire il vuoto con la passione dell’invidia che, a sua
volta, perpetua l’autodenigrazione. Attraverso un
processo di distorsione tenta di apparire migliore ed
ha bisogno i conferme: “sono amato, quindi valgo
qualcosa”, “amami, così so che vado bene”. Crede di
cercare l’amore per sé, ma lo cerca per la sua
immagine idealizzata e “originale”, per il suo “falso
Se”. Ma il suo falso sé non tollera la “normalità” e
quindi non può tollerare un amore autenticamente
umano. Una volta ottenuto l’amore, con tutta
probabilità, lo metterà in discussione (“Se mi ama, non
può essere una persona di grande valore”) oppure,
attuando rivendicazioni nevrotiche, innescherà una
reazione a catena di frustrazioni e conferme. La
ricerca dell’essere, attraverso l’emulazione dell’ideale
di sé, si regge su una base di rifiuto del sé e sulla
cecità del proprio valore intrinseco. E’ fondamentale
che il Quattro impari (attraverso la terapia) a
comprendere profondamente le sue trappole e più di
qualsiasi altro ha la necessità di sviluppare la capacità
di indipendenza. Datosi che è reattivo e aggressivo,
crede di essere autosufficiente e proprio per questo
non riesce a vedere la necessità di sviluppare la
propria autonomia. L’indipendenza può venire soltanto
dalla capacità di apprezzare e cogliere il senso della
dignità del sé e della vita in tutte le sue forme. Se ciò
è assente del tutto o in gran parte, ci troviamo in
presenza di una patologia dei valori raffigurabile con la
metafora del cane con un osso in bocca, che si
specchia nel fiume: trovando l’osso dell’altro più
appetitoso del suo, spalanca le fauci e perde ciò che
aveva.
Nomos: appunti da nuove leggi e regolamenti
(a cura di Gabriella Agliati: [email protected])
Nuove disposizioni in tema di misure di
sensibilizzazione, prevenzione e repressione
contro la violenza alla persona, in famiglia, di
genere e per ragioni discriminatorie
Il Consiglio dei Ministri nella seduta del 22 dicembre
2006 ha approvato un Disegno di legge che ha
l'obiettivo di sanzionare in modo più adeguato e con
strumenti processuali più efficaci una serie di delitti
accomunati dalla caratteristica di interferire
pesantemente con la vita delle vittime, cagionando
danni spesso irrimediabili.
Si tratta, innanzi tutto, dei casi di violenza sessuale,
che stanno diventando espressione di un disagio
sociale ed esistenziale marcato, con frequente
spersonalizzazione della vittima: gli interventi proposti
puntano a dettagliare con maggiore precisione i vari
casi, individuando nuovi criteri di aggravamento e
condotte tipiche che attualmente restano impunite.
Viene colmata un’altra grave lacuna, con l’introduzione
del reato di adescamento “elettronico” o con altri
mezzi (sms, telefono, ecc), che punisce con pena fino
a tre anni chiunque, allo scopo di abusare o sfruttare
sessualmente un minore di sedici anni, intrattiene con
lui, anche attraverso l’utilizzazione della rete internet o
di altre reti o mezzi di comunicazione, una relazione
tale da carpirne la fiducia. Si tratta di una innovazione
da tempo auspicata dall’Unione Europea. L’Italia è uno
dei primi Stati membri ad introdurla.
Una delle novità più significative e importanti del
disegno di legge è rappresentata dall'introduzione di
una nuova figura di delitto per atti persecutori
(stalking), consistente nella reiterazione ossessiva di
molestie o minacce. Ad oggi, l'impianto punitivo del
nostro codice risponde, in maniera inefficace ed
insoddisfacente, con pene assai lievi: ciò comporta che
la vittima, le forze dell’ordine e la magistratura si
trovino di fatto impotenti anche rispetto a persecuzioni
e intimidazioni reiterate, senza la possibilità di incidere
sull’eventuale
“escalation”
dei
comportamenti
aggressivi, che, a volte, giungono ad un epilogo
drammatico. Nel disegno di legge si prevede che sia
punito con la reclusione fino a quattro anni “Chiunque
ripetutamente molesta o minaccia taluno in modo tale
da turbare le sue normali condizioni di vita ovvero da
porre lo stesso in uno stato di soggezione o grave
disagio fisico o psichico, ovvero tali da determinare un
giustificato timore per la sicurezza personale propria o
di persona a sé legata da stabile legame affettivo”.
Ancora un’ importante novità è la introduzione del
nuovo delitto di sottrazione di minorenni, allorché
il minore sia condotto o trattenuto all’estero. E’
prevista una risposta sanzionatoria più pesante e
dissuasiva ai casi in cui il figlio sia trasferito all’estero e
qui trattenuto da uno dei genitori –direttamente o con
l’aiuto di complici - spesso impedendo al minore ogni
forma di contatto, anche epistolare e telefonico, con
l’altro genitore. Si tratta di situazioni che già ora
hanno una consistenza numerica di un certo rilievo,
della quale è prevedibile un incremento, a causa della
sempre maggiore mobilità delle persone tra uno Stato
e l’altro e l’aumento delle unioni tra cittadini di Stati
diversi . In questi casi, si tratta di situazioni
difficilmente risolvibili e reversibili, che danneggiano
gravemente la personalità del minore, sradicato dal
suo ambiente di vita e dalle sue relazioni affettive.
Attualmente, il regime penale, qualora non sia
ravvisabile un’ipotesi di sequestro di persona, è tale da
comportare sanzioni troppo lievi, che non consentono
il ricorso a strumenti investigativi efficaci quali ad
esempio le intercettazioni telefoniche. Per queste
situazioni, il disegno di legge prevede due fattispecie
13
CSTG-Newsletter n.9, febbraio 07
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------autonome di reato, punite rispettivamente con le pene
massime di quattro e sei anni di reclusione.
“Tiepolo scelse di raffigurare il momento in cui l’invisibile sta
per apparire” p.159
COMUNICATO DI PSICHIATRIA DEMOCRATICA
SULLA PROPOSTA DI LEGGE CANCRINI E ALTRI
SULL'USO DI PSICOTERAPEUTI PRIVATI NEI
SERVIZI PUBBLICI
La proposta di legge Cancrini e altri (N° 439,
presentata il 4 maggio 2006) intende offrire agli utenti
dei servizi psichiatrici sedute di psicoterapeuti e
interventi di centri di psicoterapia privati, pagati con i
fondi del servizio pubblico.
Tra le motivazioni che troviamo nella premessa, si
sostiene che:
1) "la maggior parte delle strutture pubbliche non può
permettersi di offrire interventi psicologici strutturati";
2) l'accesso alla psicoterapia è proposto come
aternativo al farmaco e al ricovero ben più costosi;
3) il servizio pubblico offre una privacy minore di
quello privato;
Queste considerazioni sono a nostro avviso molto
discutibili.
1) Il progetto di legge, che sembra basarsi su una
visione arretrata, rigida, dei servizi pubblici, intende
creare una situazione di tipo privatistico avvallata e
pagata dal servizio pubblico come se il medesimo non
fosse in grado di erogare adeguatamente psicoterapie.
2) Il rapporto tra farmaci ricovero e psicoterapie ci
sembra posto in modo troppo meccanico. Tra questi
aspetti esistono infatti sfumature continuamente
modificabili, con continui aggiustamenti di tiro, legati
al procedere del rapporto col paziente.
3) Infine c'è da rilevare che il servizio pubblico offre,
nei limiti del possibile, la scelta tra i diversi operatori e
rispetta scrupolosamente la privacy dei pazienti.
4) Il progetto di legge, implicitamente, si muove sui
presupposti che i sistemi formalizzati delle psicoterapie
siano superiori ai sistemi di trattamento dei servizi
pubblici, più aperti al cambiamento e alla invenzione
collettiva, a nuove possibilità di rapporto e di
conoscenza.
5) Il problema centrale sembra però essere quello
economico.
Date le difficoltà per gli psicoterapeuti privati a
reperire pazienti paganti, per il moltiplicarsi delle
scuole, ci si vuole assicurare sicuri proventi con
l'avvallo dei servizi pubblici.
Sul problema delle psicoterapie si giocano enormi
interessi e anche spazi di malafede.
6) Questo progetto di legge è un segno della crisi delle
scuole di psicoterapia private, del loro essersi spinte
troppo lontano rispetto alle richieste di mercato, per
cui, per uscire dal guado, cercano i salvagenti del
servizio pubblico. Proprio nella peggiore tradizione di
ogni statalismo, come ogni azienda in crisi che cerca di
trasferire sullo Stato i costi dei suoi fallimenti.
7) La logica privatistica della legge concepisce la
psicoterapia come un sovrappìù che si può aggiungere
a piacere, alle altre prestazioni nella più assoluta
separatezza.
Il servizio che funziona è invece una totalità che
interagisce con le sue parti e con l'esterno.
8) Chi fa solo la professione privata ha evitato le
continue contraddizione dei servizi, la verifica collettiva
dei propri saperi, come pure la rigidità dei concorsi,
selezioni, ecc..
9) Infine è, a nostro avviso, discutibile una legislazione
nazionale che pretende di normare un aspetto così
particolare della sanità che attiene invece alla sfera di
competenze regionali.
Ad onor del vero va comunque detto che
- molti servizi pubblici non erogano risposte
soddisfacenti per nessuno, altro che psicoterapia!
- i rapporti tra psicoterapia e servizio pubblico sono un
problema serio sul quale bisogna riflettere in modo
adeguato;
- in casi particolari può essere utile affidare singoli
pazienti a terapeuti privati;
Va comunque rilavato che le persone sofferenti di
nevrosi, o di disagio psichico anche temporaneo,
raggiungono cifre astronomiche, si parla del 20 per
cento della popolazione totale. Siamo quindi di fronte
ad un enorme problema sociale con implicazioni etiche
di altissimo livello, al quale non si può rispondere con
la psicoterapia.
E quindi indispensabile trovare altre forme di
intervento, agire sulle cause del disagio.
Paolo Tranchina, Psicologo analista, direttore della
rivista Fogli di Informazione
Gestalt News (la Gestalt
dall’Italia e dal mondo)
(a cura di Valerio Martinoni: [email protected])
• "Looking for Changes. Procedural Memory"
March, 29-th - 31-st, 2007. Todd Burley.
3 days Advanced Gestalt Training Workshop.
Saint Petersburg, RUSSIA
350 euro
CONTACT: Konstantin Pavlov, Director of EEGI
[email protected]
• “Shot in the arm”
COUPLES PRACTICUM WORKSHOP
14
CSTG-Newsletter n.9, febbraio 07
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------March 30 - April 1, 2007 – Cleveland - USA
Debra Dunkle, C. Wesley Jackson, Lester P. Wyman,
Register at http://www.gestaltcleveland.org
• “Exploring Human Conflict”
9th European Conference of Gestalt Therapy
6 – 9 September 2007
Athens – Greece
Official website:
http://www.gestaltconferenceathens.gr
• ”Building a harmonious society through
convergence of east-west cultures
and psycho-social development”
1ST INTERNATIONAL
EXPRESSIVE ART THERAPY AND PSYCHODRAMA
CONFERENCE
4th -7th August 2007 in Suzhou, China.
Contact:
Ms. Jie Ge, Ms. Chunyan Lee, Mr. James Tao
Email: [email protected]
Website: http://www.szsunfamily.com
• Gestalt International Study Center
South Wellfleet, MA - USA
COUPLES WORKSHOP
with Joseph Zinker and Sandra Cardoso-Zinker
March 30 - April 1, 2007
WOMEN IN THE WORLD
with Sonia March Nevis, Nancy Hardaway and
Deborah Stewart
March 23 - 25, 2007
[email protected], http://www.gisc.org
Perls’s pearls
“La concentrazione positiva è descritta nel modo
migliore dalla parola fascino; qui l’oggetto occupa il
primo piano senza alcun sforzo, il resto del mondo
sparisce, il tempo e i dintorni cessano di esistere; non
sorge conflitto interno o protesta contro la
concentrazione.”
“Correct concentration is best described by the word
fascination; hare object occupies the foreground
without any effort, the rest of the world disappears,
time and surroundings cease to exist; no internal
conflict or protest against the concentrationarises.”
da L’Io, la fame, l’aggressività (trad. It. : Ego, Hunger
and Aggression) di F. Perls
Lette e viste
Da James Hilman: “Partire dalla psiche significa
considerare la patologizzazione una forma di
espressione psicologica valida, un linguaggio
mitologico primario.
Dice Jung "Gli Dei sono diventati malattie" e Corbin
"Le nostre malattie psichiche non sono immaginarie,
bensì immaginali", malattie della fantasia, incarnazione
di eventi archetipici."
Vedere l'archetipo come forma perfetta senza le sue
lance appuntite e i suoi lampeggiamenti distruttivi è
falsificare la sua natura: nel mito la patologizzazione è
necessaria. Le figure del mito litigano, imbrogliano,
hanno ossessioni sessuali, consumano vendette,
comportamenti che andrebbero classificati come
patologia criminale o disturbi della personalità. Noi
siamo in armonia con il regno degli archetipi quando
siamo tormentati non meno di quando ci troviamo in
beatifici stati di trascendenza. Gli eventi patologizzanti
sono una via regia all'esperienza archetipica, di
conseguenza essi sono necessari alla nostra vita”.
(Citazioni da Perls e non solo)
(a cura di Laura Bianchi
[email protected])
“La psicoterapia significa: assistere il paziente
nell’affrontare quei fatti che nasconde a se stesso.”
“Psycho-therapy means: assisting the patient in facing
those facts which he hides from himself.”
da L’Io, la fame, l’aggressività (trad. It. : Ego, Hunger
and Aggression) di F. Perls
“Dopo aver preso coscienza dell’esistenza delle
proiezioni e dopo averle riconosciute come
appartenenti
alla
vostra
personalità,
dovete
assimilarle.”
“After the first step of realizing the existence of
projections and the second one of recognizing them as
belonging to your own personality, you have to
assimilate them.”
da L’Io, la fame, l’aggressività (trad. It. : Ego, Hunger
and Aggression) di F. Perls
“Accadde con Tiepolo quello che sarebbe accaduto con certi
imponenti e misteriosi oggetti arcaici: venne considerato
decorativo ciò che non si riusciva a leggere, ornamentale
quello che era troppo carico di significati.” P.17
La strada di Levi
Di ferrario e Del Politi
Non mi era mai capitato di ritrovarmi al cinema come
unico spettatore. E, in effetti, non sapevo neppure io il
perché mi trovassi in quella sala senza sapere nulla del
film che stavano proiettando “per me”. Forse
15
CSTG-Newsletter n.9, febbraio 07
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------l’immagine con quel senso di spazio sterminato tipico
delle pianure dell’Est …
Il titolo, in effetti, diceva già molto: si trattava del
viaggio che Primo Levi fece dopo la liberazione da
Aushwitz nel gennaio del ’45 prima di arrivare in Italia,
nella sua Torino. Un viaggio durato otto mesi e che
attraverso incredibili peripezie (parola greca che
descrive appunto il percorso tortuoso e pieno di
incognite che l’eroe tragico si trova a percorrere
spesso ignaro o forse condotto da una misteriosa
trama ordita da dei benevoli o malvagi) lo portò
paradossalmente a Est, in Romania, Bielorussia,
Ucraina, Ungheria, Slovenia, Austria per poi approdare
infine alle “amate sponde”. Un viaggio iniziato nel gelo
dell’inverno del Nord con degli stracci a mo’ di scarpe,
nella mancanza di tutto se non del sogno del “ritorno”,
del nostos, di quella culla di affetti ed operosi interessi
cui la cieca violenza aveva sottratto lui e tanti dei suoi.
Un viaggio kafkiano dove si è in balia di poteri altrui,
ora spietati, ora compassionevoli ma comunque
inaccessibili
nella
loro
logica
misteriosa
e
imprevedibile. Una lunga “tregua” di riflessione, in
ogni caso, sulla vicenda dell’uomo sempre sospeso tra
devastanti esplosioni di cieca brutalità e la struggente
tenerezza di affetti inestinguibili. Quelle lunghe
sequenze di spazi vuoti, di volti spauriti ma ancora
capaci di sorridere, di vita che rinasce dalle macerie
imputridite, quei luoghi lontani intessuti dalla trama di
un viaggio tragico e misterioso ma che pure riluce di
preziosi
luminosi
filamenti,
quelle
immagini
accompagnate da brani così toccanti tratti dagli scritti
dello stesso Levi lasciano una traccia indelebile che
consiglio di non perdere. La fine di questo viaggio,
come sappiamo, è tragica. Levi si suicidò nel 1998.
Forse per andare incontro lui stesso alla sorte e porre
fine a quell’incubo di cui non riusciva a liberarsi: quello
di una voce straniera che alle prime luci dell’alba
chiamava con voce imperativa chi dovesse morire quel
giorno. Mi permetto di riportare queste righe come un
modesto contributo al ricordo della Shoà che, come
sappiamo, è stata rievocata in questi giorni. Un
richiamo, quello della memoria, a cui non dobbiamo
sottrarci proprio per vivere più consapevolmente il
nostro
presente
e
poter
immaginare
più
realisticamente il nostro futuro. Historia magistra
vitae. E non era forse Mnemosine la musa a cui Omero
chiedeva lumi per narrare le vicende di Troia? La
psicoanalisi, in fondo, ci propone un analogo percorso:
andare indietro per poter poi andare avanti. Ed anche
recenti scoperte in campo neurofisiologico sono
arrivate alle stesse conclusioni: se abbiamo una
lesione dell’ippocampo, sede della memoria emotiva,
siamo incapaci di immaginare un futuro. Vuoi che sia
gioioso o doloroso, quindi, aiutiamoci a far nostra la
nostra storia.
Riccardo Zerbetto
La realizzazione dell'amore perfetto non è frutto della
natura ma della grazia, vale a dire di un accordo
intersoggettivo che impone la sua armonia alla natura
lacerata che lo supporta.
Jacques Lacan, La cosa freudiana e altri scritti, pp. 95,
113 (Einaudi, 1972)
Abbiamo due tipi diversi di dubbio. Uno fa parte dei
sei tipi di pensiero egocentrici. Si tratta della tendenza
dell'ego ad avere dei dubbi nei termini della
motivazione della passione, dell'ira e dell'ignoranza. E'
paura di perdere il territorio, è smarrimento; non è
dubbio nel senso intelligente. Temiamo di non poter
riuscire a sopravvivere per concretizzare la nostra
ambizione nella prospettiva della nostra egoità. Più
che dubbio, è paura di perdere il terreno.
Il dubbio intelligente è una sensazione generaleche vi
sia qualcosa di sbagliato. E' la qualità della curiosità,
della mente che interroga, che è il seme dello stato
mentale risvegliato. E' un dubbio o un'intelligenza che
non
protegge
da
alcunché.
E'
puramente
un'interrogazione, e non un tentativo di servire lo
stato dell'ego o del non-ego. E' puramente un
processo di visione critica che
si
svolge
ininterrottamente.
Chogyam Trungpa, Lineamenti dell'abhidharma, p. 53
(Ubaldini, 1980)
“Come l’Antonio di Shakespeare, Tiepolo avrebbe potuto
dire:” I’the East my pleasure lies” , “A Oriente è il mio
piacere”. p.60
Da giornali e riviste
(a cura di Silvia Ronzani: [email protected])
Quando l'odio è senza controllo
di UMBERTO GALIMBERTI
Perche' ci spaventa la strage di Erba, dove una coppia
di vicini uccide una madre, il suo bambino, la nonna e
la signora della porta accanto? Lo spettacolo è truce,
ma forse quel che più ci angoscia non è tanto la sua
truculenza, quanto sapere se noi siamo del tutto
immuni dai moti d'animo che hanno provocato questa
tragedia.
Del tutto immuni no. E il nostro linguaggio lo rivela
quando si abbandona a espressioni che, senza freni,
tradiscono i nostri vissuti carichi di odio. Ma dal
linguaggio solitamente non passiamo all'azione. A
fermarci non è tanto l'uso della ragione, giè messa
fuori gioco dall'odio, ma quella "dimensione
sentimentale" che registra la differenza tra il bene e il
male, tra la gravità di un'azione e la sua irrilevanza.
Questa dimensione antecede persino i sentimenti
d'amore e odio con cui conduciamo la nostra vita
emotiva. Ed è grazie a essa che impediamo al nostro
amore di soffocare e al nostro odio di uccidere.
16
CSTG-Newsletter n.9, febbraio 07
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Ma quando questa dimensione non c'è? Quando
nessuna risonanza emotiva avverte il nostro cuore della
differenza
tra
un
gesto
innocuo
e
un
gesto truce?
Allora siamo alla "psicopatia". Un termine coniato dalla
psichiatria dell'800 per designare una psiche apatica,
incapace di registrare, a livello emotivo, la differenza
tra ciò che è consentito e ciò che è aberrante, tra
un'azione
senza
conseguenze
e
un'azione
irreparabile. Una psiche priva di quella risonanza
emotiva che ciascuno di noi registra quando compie
un'azione, dice o ascolta una parola.
E sì, perchè la psiche non è una dote naturale che uno
possiede per il solo fatto d'esser nato e cresciuto. La
psiche è qualcosa che si forma attraverso quel veicolo,
così spesso trascurato, che è il sentimento. Ora capita
spesso che ai bambini insegniamo a mangiare, a
dormire, a parlare. Ammiriamo i loro sprazzi di
intelligenza, le loro intuizioni, ma poco ci curiamo della
qualità del sentimento che in loro si forma e talvolta, a
nostra insaputa, non si forma.
Il sentimento è l'organo che ci consente di distinguere
cos'è bene e cos'è male, per cui Kant arriva a dire che
È inutile definire cos'è buono e cos'è cattivo, perchè
ognuno lo "sente" naturalmente da sè. Questo criterio,
che valeva al tempo di Kant, oggi vale molto meno. E
la ragione va cercata nel fatto che i bambini di oggi
sono sottoposti a troppi stimoli che la loro psiche
infantile non è in grado di elaborare. Stimoli scolastici,
stimoli televisivi, processi accelerati di adultismo, mille
attività in cui sono impegnati, eserciti di baby-sitter a
cui sono affidati, in un deserto di comunicazione dove
passano solo ordini, insofferenza, poco ascolto,
scarsissima attenzione a quel che nella loro interiorità
vanno elaborando.
Quando gli stimoli sono eccessivi rispetto alla capacità
di elaborarli al bambino restano solo due possibilità : o
"andare in angoscia", o "appiattire la propria psiche" in
modo che gli stimoli non abbiano più alcuna risonanza.
In questo secondo caso siamo alla psicopatia, all'apatia
della psiche che più non elabora e più non evolve,
perchè più non "sente".
L'appiattimento del sentimento di solito non è
avvertito, perchè l'intelligenza non subisce per questo
alcun ritardo. Anzi, si sviluppa con una lucidità
impressionante,
perchè
non
è
turbata
da
interferenze emotive, come tutti noi possiamo
constatare, quando di fronte a una prova, come un
esame,
le
nostre
prestazioni
sono
sempre
inferiori alla nostra preparazione, per interferenza
dell'emozione.
Nessuna meraviglia quindi di fronte alla freddezza e
alla lucidità con cui la coppia di Erba conduce, per un
mese, la sua vita normale come se nulla fosse
accaduto,
senza
lasciar
trapelare
emozioni.
Nessun stupore di fronte all'indifferenza al momento
dell'arresto e di fronte all'ostinazione con cui, per un
paio di giorni, i due sostengono il loro alibi, crollando
solo dopo 10 ore d'interrogatorio, quando ormai anche
le forze fisiche cedono.
La complicità nell'esecuzione della strage accomuna
marito e moglie in una "follia a due", come la
psichiatria francese definisce casi di questo genere.
Accomunati dall'odio per i vicini di casa, dopo la strage
i due si accomunano nell'amore reciproco, con un
legame che il sangue versato rende saldissimo, nella
vicendevole difesa di un vincolo di solidarietà che nulla
riesce a scalfire, perchè la loro psiche è piatta, non
registra nè pentimenti nè ripensamenti. Solo alla fine,
per sfinimento, una fredda confessione, senza
manifestare il minimo senso di colpa, come se il loro
cuore non fosse mai stato sfiorato da quel "sentimento
di base" che sa distinguere immediatamente, e prima
dell'intervento della ragione, cos'è bene e cos'è male.
Quando i giudici, appurate le prove, condannano tali
imputati, sono soliti appurare la loro facoltà di
"intendere" e "volere" che ovviamente funziona
benissimo. Bisognerebbe però anche valutare la
loro capacità di "sentire". E qui si scoprirebbe la radice
di certe condotte che risultano aberranti a noi tutti che
viviamo sostenuti dal nostro sentimento, ma che non
acquistano alcuna rilevanza per chi il sentimento non
l'ha mai conosciuto, perchè a suotempo non èstato
raccolto, ascoltato, coltivato.
Gli psicopatici sono un caso limite dell'umano, ma la
psicopatia come tonalità dell'anima a bassa emotività e
a scarso sentimento è qualcosa che si va diffondendo
tra i giovani d'oggi che, nella loro crescita, acquisiscono
valori d'intelligenza, prestazione, efficienza, arrivismo,
quando non addirittura cinismo, nel silenzio
del cuore. E quando il cuore tace e pièù non registra le
cadenze del sentimento, il terribile è giè accaduto
anche se non approda a una strage.
Illustrare questi casi è opportuno, non per sollecitare la
nostra curiosità morbosa, ma per capire dove
puòarrivare la nostra condotta quando non è
accompagnata dal sentimento, e quindi richiamare
l'attenzione sui processi di crescita dei nostri figli,
onde evitare che l'intelligenza si sviluppi disancorata
dal sentimento e diventi intelligenza lucida, fredda,
cinica, e potenzialmente distruttiva
“Tiepolo gioca, gioca continuamente e nel modo più
temerario con i suoi spettatori. E quanto più in alto di librano
le sue figure, tanto più spavaldo e complicato si fa il gioco”
p.22
Dibattiti: Una forma diffusa di aiuto per chi ha
problemi esistenziali
Di Pier Aldo Rovatti
Articolo tratto dal quotidiano “la Repubblica” del 14
Dicembre 2006
Questo articolo, anche se è focalizzato sul counseling
filosofico, può ben essere esteso a tutta l’area del
counseling trattando argomenti e riflessioni che ci
riguardano. Molto importante la tematica riguardante
la differenza fra l’intervento psicologico e la relazione
17
CSTG-Newsletter n.9, febbraio 07
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------di aiuto che segna la differenza fra lo psicologo e il
counselor.
A cura di Giovanni Montani
Un ricorso non accolto dell'Ordine degli psicologi,
rilancia la discussione sul senso del "counseling
filosofico".Non si tratta di una cura coni modelli
tradizionali.
I nuovi “Socrati” non si ritengono dei terapeuti ma
piuttosto “aiutano a pensare” chi si rivolge a loro.
Non c'è dubbio che la filosofia stia attraversando in
Italia un momento abbastanza magico. Il fenomeno è
singolare. Non riguarda tanto la qualità e l'originalità
delle ricerche specialistiche, è piuttosto un aumento
dell'interesse generale verso la filosofia stessa (come
attestano le piazze affollate dei proliferanti festival e le
mille iniziative che si contano nel solco delle cosiddette
pratiche filosofiche).
Il fenomeno covava da anni, adesso però esplode in
maniera quasi contagiosa e si accompagna alla
nascita, un po' dovunque, di un oggetto alquanto
misterioso (la »consulenza filosofica») sul quale
convergono, pare, molti desideri.
Questa «pratica» è neonata, nel senso che non si
\regge ancora sulle sue gambe, ma è già avvolta in
una nuvola densa di discorsi che si depositano in
saggi, libri, dibattiti e relative polemiche, e che sono
decisamente sproporzionati rispetto all'entità effettiva
della cosa.
Il fenomeno complessivo del boom della filosofia si
presta a molte interpretazioni, nonché equivoci, ma è
un fatto davanti ai nostri occhi. E' ingenuo credere che
si tratti di una montatura artificiale ai fini particolari
del relativo mercato.
Vi si. manifesta una esigenza diffusa tutta da
analizzare, anche se già vi si legge con buona
evidenza il bisogno di affidarsi a qualche fonte, se non
proprio di verità, almeno capace di tenere assieme i
segmenti sparsi e spesso confusi di ciò che oggi passa
nella testa della gente.
Il fenomeno più ristretto della consulenza filosofica
nascente si presta a considerazioni più puntuali. Qui,
in vari modi, e per adesso più nell'ambito di ciò che si
immagina che in quello di ciò che accade, si gira
attorno alla parola «terapia», come se stesse diventando disponibile una specie di cura al deficit di senso
che tutti lamentano: una cura che ci permetterebbe di
evitare
lo
psicologo,
lo
psicoterapeuta,
lo
psicoanalista, e - chissà - perfino lo psichiatra.
Come se - in termini ancora più espliciti - andare dal
filosofo (quando e se ciò fosse possibile) ci esimesse
da una qualche “medicalizzazione”, targata psi, del
nostro disagio.
Se è questo il cuore della questione, occorre aprire un
dibattito serio, non di parte, che cerchi di vedervi le
diverse dimensioni. Il piccolo mondo della consulenza
filosofica prende le distanze: noi - dicono - andiamo
per la nostra strada, non vogliamo curare nessuno,
vogliamo solo «aiutare a pensare» con gli strumenti
della filosofia chi ne avesse voglia. E dunque, poiché
non siamo terapeuti, non invadiamo in alcun modo il
campo della psicologia, né abbiamo alcuna intenzione
di farlo.
Il grande mondo variegato e complesso della potente
psicologia se ne sta per parte sua abbastanza si-
lenzioso. Un episodio, come quello appena conclusosi
al tribunale di Trieste con l'assoluzione di un
consulente filosofico denunciato dall'Ordine degli
psicologi per abuso della professione, non increspa la
superficie tranquilla della numerosa comunità. Il
giudice ha sentenziato: «Il fatto non sussiste». Ma
secondo me non basta un malaccorto e pur
sintomatico autogol per cambiare la partita.
E' infatti risibile prevedere che un esercito di nuovi
socrati sloggi gli psicologi dal loro consolidato ruolo
sociale, in una società - appunto - che ha integrato nel
suo sistema la cura della psiche attraverso un
dispositivo di consulenza capillarmente diffuso e in via
di ulteriore espansione.
Umberto Galimberti ne ha parlato ampiamente, su
questo giornale, nella sua duplice veste di filosofo e di
analista, e credo converrà con me che non ci troviamo
per nulla in una situazione di congedo dalla psicologia
(uso questo termine per denotare l'intero universo psi)
e che i consulenti filosofici, con il loro equipaggiamento tecnico così evanescente, non sono certo
in grado di rappresentare - anche se lo volessero - una
qualche reale concorrenza alla psicologia. Eppure,
qualcosa sta avvenendo, al di là delle buone intenzioni
e delle ragionevoli dichiarazioni che provengono dal
piccolo o piccolissimo mondo dei consulenti filosofici.
La filosofia riceve nuovo credito, il che solleva subito
tante domande: quale filosofia? Che tipo di filosofi?
Per la loro capacità etica? Perché possono chiarificare i
nostri pensieri confusi?
Ma, se la filosofia riscuote favore, perché comunque
sembra in grado di aiutarci, è difficile non vedervi un
segnale almeno di perplessità nei confronti dei
trattamenti psicologici. La richiesta di aiuto è di per sé
un problema. Cosa dobbiamo infatti pensare di una
società, come la nostra, che intensifica la richiesta di
un «aiuto» di questo genere? Qualcuno l'ha chiamata
«cultura terapeutica» e a me pare una definizione
azzeccata. Quello che viene messo in dubbio è se la
psicologia possa fornire una risposta davvero convincente.
In un saggio che ho appena pubblicato (La filosofia
può curare? , Raffaello Cortina) ho risposto alla
domanda contenuta nel titolo che la filosofia può
innanzitutto curare se stessa, svestendosi del proprio
accademismo e riscoprendo la sua vocazione di
esercizio e di pratica pubblica. E' plausibile una
trasformazione dell’insegnamento della filosofia grazie
a un bagno di anti-intellettualismo e vedo nella
consulenza filosofica, pur con tutte le sue ingenuità, la
possibilità di funzionare da pungolo in questo
processo.
Mi auguro anche che il topolino testé partorito possa
pungolare il gigante della psicologia. Gli psicologi, che
per ora osservano curiosi e magari con un sorriso di
sussiego quel che sta accadendo, non hanno proprio
nulla da temere da quel topolino, ma forse dovrebbero sentir suonare un campanello in casa
propria. E chiedersi da dove si origini la perplessità
della gente verso le loro pratiche, pur così calzanti
alla società di oggi.
E se proprio la filosofia potesse fornire agli psicologi
un'occasione autocritica, mettendoli di fronte all'eccessivo tecnicismo delle loro discipline e pratiche? E' una
vecchia questione. Oggi però i termini risultano un po'
18
CSTG-Newsletter n.9, febbraio 07
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------diversi, se non altro perché i dispositivi della psicologia
sono diventati molto più strutturati e potenti, e la
cultura psicologica si è rinforzata e consolidata con
criteri «obiettivi» e metodi sperimentali. Non che la
psiche sia diventata un oggetto docile e del tutto
disponibile. E’ il rapporto tra lo psicologo e il suo
oggetto che si è stabilizzato e forse calcificato in un
modello di tipo medico-scientifico. In genere la psicoanalisi ha rappresentato il ventre molle di questo corpo
disciplinare, e infatti dalla porta della psicoanalisi sono
spesso entrate ventate di rinnovamento filosofico.
Ricordo anche che una parte della psichiatria, nel suo
dissenso istituzionale, ha dato negli anni Sessanta e
Settanta (l'Italia resta un esempio mondiale con le
esperienze di Gorizia e di Trieste e la lotta contro i
manicomi) una decisa spallata a questo modello e
ancora adesso ne costituisce un'antitesi.
E' davvero un modello vincente? Credo che si stia
avvicinando il momento in cui i settori più avvertiti della psicologia debbano porsi davvero questo
interrogativo. Non c'è dubbio che nel modello che ho
chiamato medico-scientifico, e che oggi è dominante
in tutta la cultura psicologica di lingua inglese, ci siano
presupposti di pensiero stabilizzati che corrispondono
spesso a una sorta di «metafisica ingenua». Una
nuova alleanza con la filosofia servirebbe agli psicologi
per cominciare a ridiscutere le proprie assunzioni di
pensiero, e dunque per riaprire l'orizzonte critico della
disciplina mettendo di nuovo al centro la questione del
soggetto.
Faccio solo un esempio. Le facoltà di Psicologia, luogo
della formazione e laboratorio dei criteri, potrebbero
introdurre nei loro piani di studio insegnamenti di
filosofia in modo più organico, cioè non solo episodico
e complementare come accade adesso. So di non
parlare nel deserto poiché questa sensibilità già esiste.
E allora c'è da sperare che il fenomeno di cui sto
parlando produca qualche effetto virtuoso in questa
direzione.
Certo si ritorna al nodo: quale filosofia? Un
insegnamento anodino costituito da pacchetti di
nozioni lascerebbe le cose come sono. Ci vuole una filosofia critica, rivolta più alla «cura di sé e degli altri»
(come direbbe Foucault) e dunque più all'esercizio
della soggettività che non alla sistemazione delle
conoscenze.
Gea (a cura di Joachim Jung: [email protected])
Inverno
Tramonto e alba dell’anno, dei nostri anni. Morte e
vita vicina come in nessuna altra stagione.
Nelle tradizioni “primitive” degli abitanti che vivono
lungo i meridiani delle nostre zone, l’inverno è la
stagione del riposo. Le attività si fermano, il ritmo
rallenta, il postcontatto dopo una lunga stagione di
semina, cura e raccolta delle esperienze che
chiamiamo vita. Sembra che l’inverno di quest’anno si
faccia vedere poco. E il nostro inverno personale? Un
lusso d’altri tempi!?
Anche altri fenomeni naturali come l’aria, l’acqua, la
campagna, le foreste e prati incontaminati e gli
animali selvatici stanno diventando un lusso d’altri
tempi. Allora viene spontaneo chiedere: Uomo/donna,
dove vai? La risposta, dopo avere nominato casa,
lavoro e centro commerciale, spesso è “bò”. Siamo
incerti, insicuri, ansiosi e confusi - anche i più realizzati
di noi. Tempi di grandi trasformazioni.
L’inverno non c’è più? Gli alberi sono tronco e rami, il
cielo grigio, i prati secchi e la terra delle campagne
spoglia, c’è nebbia in Valpadana. La natura sembra
morta. Ci sentiamo tristi, qualcuno schiacciato da un
peso a cui diamo il nome depressione. Grigiore,
tenebrosi specchi di una vitalità passata che rimane su
uno sfondo nebuloso di (natura) morte. Per fortuna
abbiamo la tv, internet, il bar, gli amici, gli impegni e
lo svago. Facciamo altro invece di stare con l’inverno
e occuparci del nostro cielo grigio, del nostro albero
spoglio, della nostra nebbia e della nostra natura
morte. La distrazione di massa diventerà distruzione di
masse? Le sirene allarmano e le civette non sono più
vicini di casa.
L’inverno è la stagione del ritiro e della spogliazione.
La vogliamo, la sopportiamo? Il silenzio rende sensibile
ad altri suoni e rumori. Il cielo terso dei giorni e delle
notti gelati fa diventare chiaro il vicino e il lontano. Ma
chi se ne frega, quando la meraviglia delle meraviglie
si trova nell’ebbrezza di una sniffata di cocaina e
l’eterno azzardo nella vincita milionaria del super…
D’inverno le radici delle piante annuali seccano e si
trasformano in seguito in humus fertile. Sotto terra la
vita continua incessantemente. Tanti animaletti,
insetti, batteri, funghi e microbi muoiono e si
moltiplicano in servizio ad una causa più grande. Un
inverno come quest’anno fa proliferare, cambiare
ritmo e aumentare il numero delle popolazioni. Le
nostre popolazioni: riusciamo e vogliamo vivergli e
convivere con tutti? Come scegliere? Il tempo mite ci
porta benessere, ci fa sentire il piacevole caldo solare
che promette giorni luminosi e spensierati. Quale
prezzo paghiamo del nostro cambiamento climatico,
del nostro clima mite invernale? La bolletta elettrica
non è l’unico indice del nostro consumo energetico.
“Tiepolo è un esempio estremo di scioltezza taoista
nell’arte”p.47
19
CSTG-Newsletter n.9, febbraio 07
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Le radici delle perenni, degli arbusti e alberi sottoterra
continuano ad assorbire le sostanze nutritive disciolte
nell'acqua. L’umidità del terreno permette ai microorganismi di decomporrere e strutturare. In intima
collaborazione mantengono in vita un equilibrio
delicato. Le nostre radici dove sono e cosa fanno?
Piove poco quest’inverno. Noi siamo riserva d’acqua e
umidità in servizio alla fertilità di noi-terreno e suolo
che ospita me-coltivazione. Quanto tempo possiamo
resistere a quello che potrebbe diventare la nostra
desertificazione? Basterà una bottiglia “lievissima”.
L’inverno è il tempo della potatura degli alberi del
melo: taglio dei rami secchi e troppo vecchi per
rinnovare la vegetazione futura, taglio degli speroni
(rami nuovi dell’anno che vanno dritti al cielo e fanno
foglie ma non danno frutti), accorciarne degli altri per
stimolare l’emissione dei dardi (piccoli rami portatori
delle gemme) che fioriranno in primavera. Selezionare,
scegliere e dare forma per portare aria e luce alla
pianta che mantiene un equilibrio tra tronco, rami da
frutta, rami da foglia, rami misti. Oggi e domani. Un
concetto di salute cosi lontano da noi? Cosa facciamo
dei nostri rami secchi, spezzati dal sovracarico di frutti
o dimenticati e abbandonati o rotti da venti impietosi,
dalla neve pesante? Li tagliamo vicino o lontano dal
tronco , per ignoranza o per il piacere di attaccarci
un’altalena? I nostri speroni: quali tenere per
aumentare la chioma e mantenere il nostro equilibrio?
I nostri dardi che porteranno i nostri fiori e frutti sono
tutti da tenere? Vediamo e regoliamo il nostro
armonioso equilibrio natural-artificiale quando è
visibile l’ossatura della nostra struttura albero
invernale? Se faccessimo entrare l’inverno in noi….
D’inverno le “cose” si raffreddano. La superficie della
terra e delle piante gela, entra nei tessuti fino a
diventare duro, rigido, insensibile. Il “generale”
inverno: un rigore che disciplina processi ed eventi,
struttura e ristruttura assieme al disgelo, avvento del
nuovo calore. Possiamo sopportare la rigida azione
disciplinante dei nostri e altrui geli, di noi-ghiaccio?
Disciplina e durezza in servizio anche loro per ottenere
quale nuovo fango da modellare al disgelo? Possiamo
tenere duro come il gelo che protegge i nostri strati
appena più profondi e conosciamo l’ora di tornare al
focolare? Cosa succede quando manca, ci facciamo
mancare o evitiamo rigorose limitazioni glaciali?
Osserviamo che i ghiacciai si sciolgono e le loro acque
alzano il livello dei mari. Siamo pronti all’inondazione
di noi-Venezia destinato a diventare Disneyland prima
della grande acqua alta? Il ferro bolente si tempera
nell'acqua fresca.
La patata bollente invece passa da una mano all’altra.
Chi se la prende, se non noi? Patate bollenti per
ognuno nel cerchio intorno al fuoco a raccontarci ioinverno. Se non adesso, quando?
“I committenti di Tiepolo gli chiedevano di illustrare la loro
gloria…Egli assentiva ed eseguiva con prodigiosa celerità,
dipingendo la gloria in sé….Quella che Elena…chiamava
aglaia, quando diceva : “Ho amato lo splendore e lo
splendore mi segue”. Anche Tiepolo avrebbe potuto dirlo”
p.44
Festeggia San Valentino dedicandoti davvero
alla tua storia d'amore, allacoppia di cui sei parte, a
quel piccolo infinito mondo costituito da te edal tuo
partner.
Dal 9 all'11 febbraio 2007 NaturaOlistica.it ti offre il
percorsoesperienziale intitolato "Il gioco nella coppia",
dedicato alle coppie chegiocano per amarsi e che non
si amano solo per gioco!
Saremo ospiti del bio-agriturismo "La Spinosa" a
Barberino Val d'Elsa tra le colline fiorentine e senesi, e
ci divertiremo a scoprire quante possibilita'
ci sono date per stare in coppia, per nutrire e farci
nutrire dalla storia d'amore che stiamo vivendo.
Durante la cena di sabato, parteciperemo allo
spettacolo teatrale "invito a cena con delitto" - Radio
Gialli di Ellery Queen. La caccia all'assassino si
snodera' fra le varie portate, fino alla scoperta finale
del colpevole da parte dei commensali, ed un premio
attende chi lo scoprira'. Lo spettacolo sara' arricchito
da una serie di suggestioni, di rumori e suoni
particolari proposti dal vivo da un "rumorista".
Il percorso e' dedicato a qualsiasi tipo di coppia, non
importa se omosessuale o eterosessuale, se sposata,
fidanzata, convivente, nata da molto tempo o appena
formatasi.
L'unico requisito e' presentarsi ed iscriversi
accompagnati da un o da una partner con cui si voglia
approfondire per due giorni quante possibilita' di
conoscersi e di crescere puo' offrire lo stare, anche per
breve tempo, con un'altra persona.
Che la coppia sia in crisi o perfettamente felice non
importa: Michele e Luisa, i conduttori, non intendono
ne' dividere ne' unire, ma solo aiutare chi
incontreranno, a godere di quel che si permettono di
fare, a godere della possibilita' di giocare.
Tutti i dettagli sul sito http://www.NaturaOlistica.it
Buon San Valentino a tutti!
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CSTG-Newsletter n.9, febbraio 07
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Poiesis (l’angolo della poesia e dell’arte)
(a cura di Massimo Habib: [email protected])
L’EREDITA’
l'eredità
del ricordo
sta
intorno,
come alone
nel vetro antico.
Sciogliamo
l'umore
rappreso
con sguardi
nuovi
di ciglia
vere.
Massimo Habib
ALBA
Il vaso di fiori
contiene un mistero.
Aspetta!
Se il fresco dell’ombra
si arrende
al calore del tuo corpo….
Aspetta!
L’aria che non c’è
vuole
sapere.
E sia.
Massimo Habib
FISICA DELL'INCONTRO
L'incontro non e' uno scontro
di particelle discrete nello spazio,
non e' fssione o annichilimento o fusione.
Semmai e' una confusione,
uno spostamento del centro d'attenzione,
un perturbamento tra campi d'attrazione.
Semmai e' nel tempo
e la distanza
piuttosto e' attesa,
e' pazienza, e' costanza.
Giacinto Palmieri
Fatti della vita (varia umanità)
Una cara amica, Mara, mi scrive da Boa Vista, piccola
capitale all’estremo nord della foresta amazzonica,
regione della Roraima, terra di migranti, cercatori
d’oro, indios e rifugiati. E’ partita mesi fa raccogliendo
la sfida di continuare un progetto di sostegno
all’occupazione lasciato a metà dai suoi predecessori.
Mara, da quella terra umida e esacerbata, mi ricorda
una frase di Luce Irigaray che voglio condividere con
tutti voi:
Gli spazi non sono né pieni né vuoti,
sono abitati da una crescita invisibile.
Elena
Witz
per sorridere un po’
(a cura di Germana Erba: [email protected])
Qual è la differenza tra gli uomini e le donne?
Una donna vuole che un solo uomo soddisfi tutte le
sue esigenze mentre un uomo vuole che tutte le
donne soddisfino l'unica esigenza che ha.
Una donna di mezza età è in ospedale per un banale
intervento, ma mentre è sotto anestesia vive una
strana esperienza vede... Dio che le tende la
mano... "E' arrivata la mia ora?" chiede lei "No di certo
- risponde Dio - ti rimangono 23 anni, 22 giorni e 5
ore di vita".
Dopo l'intervento la donna decide di rimanere in
ospedale e si fa fare: lipo su addome e cosce, lifting,
seno, collagene nel labbro superiore, protesi per
rialzare i glutei e si fa segare due costole per avere la
vita più sottile...
Esce finalmente dall'ospedale, inguainata in un
meraviglioso
abitino
Tom
Ford
e
tacchi
alti...assolutamente splendida e pronta per una nuova
vita ancora lunga. Attraversa la strada e...... viene
tirata sotto da un tir! Si ritrova davanti a Dio ed
esclama infastidita: "Scusa, ma non mi avevi detto che
avevo ancora oltre 20 anni di vita?" Dio
replica sorpreso: "Caspita, non ti avevo riconosciuta !"
Un tipo sta guidando in macchina, quando a un certo
punto capisce diessersi perso; avvista un uomo che
passa per la strada, accosta almarciapiede e gli grida:
- Mi scusi, mi potrebbe aiutare? Ho promesso a un
amico di incontrarloalle due, sono in ritardo di
mezz'ora
e
non
so
dove
mi
trovo...
- Certo che posso aiutarla. Lei si trova in
un'automobile, tra 40 e 42 gradi latitudine Nord e tra
58 e 60 gradi longitudine Ovest, sono le
14 e 2 minuti e 35 Secondi e oggi è venerdì e ci sono
24,5 gradi centigradi.
- Lei è un informatico? - chiede quello dentro
l'automobile.
Certamente.
Come
fa
a
saperlo?
- Perché tutto ciò che mi ha detto è "tecnicamente"
corretto, ma "praticamente" inutile. Infatti non so che
fare con l'informazione che mi ha dato e mi ritrovo
ancora
qui
perso
per
strada.
- Lei allora deve essere un Capo, vero? risponde
l'informatico.
- Infatti, lo sono. Ma... come lo ha capito?
- Abbastanza facile: non sa né dove si trova, né dove
andare, ha fatto una promessa che non sa
assolutamente come mantenere ed ora spera che
un altro le risolva il problema. Di fatto, è esattamente
nella stessa situazione in cui si trovava prima che ci si
incontrasse... ma adesso, per qualche strano motivo...
Risulta che la colpa è mia!"
E’ ancora il tempo dell’incompiuto, della meraviglia.
La vita cammina in punta di piedi.
21
CSTG-Newsletter n.9, febbraio 07
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------La CENA degli ENNEATIPI di Chiara Fusi:
interpretazione semi-seria di come si organizza per
una cena il personaggio gestaltico del cstg.
Sono le 18 e 30, il nostro “personaggio”, rientrato a
casa, e si appresta ad organizzare la sua cena:
Enneatipo 1:
Fa un dettagliato inventario di ciò che è
disponibile/commestibile sia nel frigo che nella
dispensa; sceglie gli ingredienti in base alle data di
scadenza dei cibi seguendo l’ordine cronologico
inverso degli stessi; poi prepara una perfetta cena
seguendo pedissequamente una ricetta dal cucchiaio
d’argento, accende una candela e apparecchia
perfettamente la tavola
inizio cena ore: 20.45 (soddisfatto e gratificato)
fine cena ore: 21.05 (seriamente appagato)
Enneatipo 2
Apre il frigo e non trova niente (si è di nuovo
dimenticata di fare la spesa), quindi telefona ad un examante (che ha scaricato qualche mese prima) e si fa
offrire la cena al miglior ristorante indiano della città.
inizio cena ore: 20,30 (allegra e sensuale)
fine cena ore: 22,30 (molto, molto più allegra e
compiaciuta)
Enneatipo 3
Mangia la prima cosa che trova in frigo, poi se ne va
ad una festa con le amiche
inizio cena ore:19 (frettolosa e indaffarata a guardare
negli armadi)
fine cena ore: 19,20 (gia mezza nella doccia per farsi
bella)
Enneatipo 4
Aspetta (pur non avendo altro da fare) che il partner
rientri dal lavoro.
Quando lo vede entrare in casa e scorgendo nel suo
viso uno sguardo colmo di disappunto per quella
cucina deserta e pulita che non sprigiona nessuna
fragranze di cibo in cottura…si fa tutta gatta-gattina, si
“strùsciola” e gli dice con una vocina da bambina che
ha un terribile mal di testa… ma se lui le cucinerà una
cena speciale come prova del suo amore…magari
dopo…
inizio cena ore: 20,20 (smorfiosa e dolorante)
fine cena ore: 21.50 (addormentata)
Enneatipo 5
Si mangia un panino con il quartirolo sul divano,
leggendo un libro.
inizio cena ore: 18,45 (assorto)
fine cena ore: 21,45 (sempre più assorto ma dopo
aver “divorato” 70 pagine di libro)
Enneatipo 6
Apri il frigo e guarda tutto ciò che c’è…dopo una
decina di minuti tira fuori mezzo cavolfiore…lascia il
frigo aperto e contemporaneamente apre la dispensa
e passa in rassegna tutti i tipi di pasta…”delle penne
rigate con i broccoli e un’aciughina non sarebbero
male…”ma la sua attenzione è catturata da una
scatola di piselli…e considera “forse del riso con i
piselli è meglio alla sera: è più digeribile…”…così
rimette il cavolfiore in frigo (ancora aperto
naturalmente), ma si accorge che di riso ce n’è solo un
etto e non basta per due persone (lui e la sua
compagna che deve rientrare dal negozio)…così torna
a contemplare contemporaneamente il frigo e la
dispensa in attesa di una nuova ispirazione…il tempo
passa e dal frigo comincia a scendere un rigolo di
ghiaccio sciolto…allora lo chiude (senza asciugare per
terra) e torna a fissare la dispensa…sono passati una
cinquantina di muniti e ancora nessuna decisione è
stata presa, nessuna pietanza è in preparazione…così
entra in casa la sua compagna che (un bel po’
seccata) in dieci minuti prepara un aglio e olio
strepitoso…”come mai a me non venuto in mente di
fare un bell’aglio e olio?”… Dice alla sua partner
mangiando gli spaghetti…”sei una donna eccezionale,
che fortuna averti incontrata!!!”
inizio cena ore: 20 (tranquillo e imperturbabile)
fine cena ore: 20,40 (serafico e sazio)
Enneatipo 7
Trasferisce sull’enorme tavolo della sua cucina tutto
ciò che ha in casa di commestibile, inventa una nuova
ricetta
per
un
antipasto-primo-secondo
e
contemporaneamente telefona a dieci amici invitandoli
per una cena improvvisata a casa sua, i quali, nel giro
di mezzora, riempiono la casa con allegre risate,
bottiglie di vino che si tuffano nel decanter,
chiacchiere e nuove barzellette. La serata si conclude
con goliardiche cantate di canzoni dialettali
accompagnate alla chitarra, suonata dallo stesso
cuoco, naturalmente.
inizio cena ore: 20 (raggiante e affamato)
fine cena ore: 24 (allegrissimo e ubriaco)
Enneatipo 8
Chiama l’unico take-away della città che fa cucina
giapponese
(che
dista
16
km)
descrive
meticolosamente il menù che vuole gli sia consegnato
(un giapponesino di 50 kg si farà in motorino 16 km al
freddo con 3°-4° sopra lo zero) ma soprattutto esige
che gli venga consegnato tra le 20,50 e le 21… e che
siano puntuali… “con quello che costa il giapponese!!!”
inizio cena ore:21,03 (indaffarato)
fine cena ore:21,55 (con il computer acceso, serio e
sempre molto indaffarato)
Enneatipo 9
Tira fuori dal frigo 14 tipi di verdura fresca e prepara
un bel minestrone…già che taglia, taglia e taglia ne
prepara delle porzioni in più, una per i genitori
anziani, un’altra per la zia che vive da sola, un paio
per i nipotini che hanno bisogno di vitamine ed
un’altra ancora anche per il fratellone scapolo che
mangia sempre surgelato.
Già che è lanciata nel taglio, taglia anche una dozzina
di mele e prepara tre torte per la festa della San
Vincenzo.
inizio cena ore: 22,30 (stanchissima e affamata)
fine cena ore: 22,50 (affranta ma felice)
22