indagine tecnoborsa 2016 - le famiglie italiane e il mercato
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N°158 – 29/07/2016 INDAGINE TECNOBORSA 2016 - LE FAMIGLIE ITALIANE E IL MERCATO IMMOBILIARE TRANSAZIONI EFFETTUATE E MUTUI LAVORI IN CASA: CONDOMINIO, RISTRUTTURAZIONI E RISPARMIO ENERGETICO LA SICUREZZA NEL CONDOMINIO E IN CASA PROPRIA INDAGINE 2016 - LE FAMIGLIE ROMANE E IL MERCATO IMMOBILIARE TRANSAZIONI EFFETTUATE E PREVISTE – MUTUI COMPRAVENDITE E LOCAZIONI Mercato immobiliare: compravendite di fonte notarile – Istat Prezzi delle abitazioni – Istat Indicatori dei permessi di costruire – Istat Prezzi delle abitazioni nel II trimestre del 2016 – Casa.it L’analisi del 2° Osservatorio Immobiliare 2016 – Nomisma Investimenti immobiliari in Italia +12% nel II trimestre, volume semestrale record dal 2008 – Cbre L’indagine sul risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani 2016 – Intesa Sanpaolo e Centro Einaudi MUTUI Casa: tassi minimi spingono domanda mutui a tasso fisso – Abi Rapporto Mensile: luglio 2016 – Abi Monete e banche – Banca d’Italia Mercato immobiliare: mutui di fonte notarile – Istat Bussola mutui II trimestre 2016 – Crif e MutuiSupermarket L’analisi del 2° Osservatorio Immobiliare 2016 – Nomisma INDAGINE TECNOBORSA 2016 - LE FAMIGLIE ITALIANE E IL MERCATO IMMOBILIARE TRANSAZIONI EFFETTUATE E MUTUI LAVORI IN CASA: CONDOMINIO, RISTRUTTURAZIONI E RISPARMIO ENERGETICO LA SICUREZZA NEL CONDOMINIO E IN CASA PROPRIA INDAGINE 2016 BIR - LE FAMIGLIE ROMANE E IL MERCATO IMMOBILIARE TRANSAZIONI EFFETTUATE E PREVISTE – MUTUI COMPRAVENDITE E LOCAZIONI MERCATO IMMOBILIARE: COMPRAVENDITE E MUTUI DI FONTE NOTARILE – ISTAT Nel I trimestre 2016 le convenzioni notarili per trasferimenti immobiliari a titolo oneroso sono state 159.932, il 17,9% in più di quelle registrate nello stesso trimestre del 2015; prosegue dunque per il quarto trimestre consecutivo un aumento delle compravendite. La ripresa del mercato immobiliare nel I trimestre dell'anno in corso riguarda sia il comparto dell'abitativo e accessori (150.015 i trasferimenti di proprietà, +18,6% sul corrispondente trimestre del 2015), sia i trasferimenti di unità immobiliari ad uso economico (9.041, +8%). A livello territoriale l'aumento delle compravendite coinvolge tutte le aree del Paese, è più accentuato nel Nord-Ovest (+20,7%) e sotto la media nazionale nelle Isole (+16,5%), al Sud (+16,3%) e al Centro (+15,8%), senza differenze tra compravendite di abitazioni e accessori e unità immobiliari ad uso economico. L'aumento delle convenzioni notarili di compravendita per unità immobiliari è maggiore nelle città metropolitane (+19,1%) e più contenuto nei piccoli centri (+16,9%). PREZZI DELLE ABITAZIONI – ISTAT Nel I trimestre 2016, sulla base delle stime preliminari, l'indice dei prezzi delle abitazioni (Ipab) acquistate dalle famiglie, sia per fini abitativi sia per investimento, diminuisce dello 0,4% rispetto al trimestre precedente e dell'1,2% nei confronti dello stesso periodo del 2015 (era -1,7% nel trimestre precedente). La persistenza dei cali dei prezzi delle abitazioni determina un tasso di variazione acquisito dell'Ipab per il 2016 (la variazione media annua se nei successivi tre trimestri i prezzi non variassero), negativo e pari -1%. Il I trimestre del 2016 conferma quindi la vischiosità dei prezzi rispetto agli andamenti del numero di abitazioni scambiate che è invece in marcato aumento. La riduzione della flessione tendenziale dell'Ipab riguarda sia i prezzi delle abitazioni esistenti (-1,4% da -1,8% del IV trimestre 2015), sia quelli delle abitazioni nuove (-0,7% da -1,4%). Analogamente, il ribasso congiunturale dell'Ipab è dovuto, in uguale misura, sia ai prezzi delle abitazioni nuove sia ai prezzi di quelle esistenti (-0,4% in entrambi i casi). Rispetto al 2010, nel I trimestre 2016 i prezzi delle abitazioni sono diminuiti del 14,9% (-2,3% le abitazioni nuove, -20% le esistenti). Con i dati del I trimestre del 2016 sono stati aggiornati i pesi con i quali le abitazioni nuove e quelle esistenti contribuiscono al calcolo dell'Ipab e, tra il 2010 e il 2016, il peso delle abitazioni nuove è passato da circa un terzo a poco più di un quinto. INDICATORI DEI PERMESSI DI COSTRUIRE – ISTAT Nel II semestre del 2015 gli indicatori dei permessi di costruire mostrano tendenze diverse tra le due principali componenti: l'edilizia residenziale presenta una contrazione rispetto allo stesso periodo del 2014 (-14,5% le abitazioni e -12,3% la superficie utile abitabile); al contrario, l'edilizia non residenziale registra, invece, un rilevante aumento del 21,7%. Il numero di abitazioni dei nuovi fabbricati residenziali risulta in calo nel III trimestre 2015, con una variazione tendenziale del 10,4%. Tale contrazione aumenta nel IV trimestre attestandosi a -18,3%. Stessa dinamica segue anche la superficie utile nel confronto con gli analoghi trimestri del 2014: -8,2% nel III trimestre 2015 e -16,2% nel IV. Proseguendo la tendenza positiva iniziata nel II trimestre 2015, anche nel III e IV trimestre l'edilizia non residenziale continua a crescere con variazioni tendenziali a due cifre: +20,5% nel III trimestre e +22,8% nel IV. PREZZI DELLE ABITAZIONI NEL II TRIMESTRE DEL 2016 – CASA.IT Secondo la rilevazione di Casa.it, a livello generale i prezzi sono sostanzialmente stabili rispetto ai tre mesi precedenti ma con alcune eccezioni. Nel II trimestre dell’anno la variazione dei prezzi di vendita nelle grandi città resta negativa ma di poco (-0,3%), mentre la variazione tendenziale annua rispetto ai primi 6 mesi del 2015 denota un rallentamento della discesa ancora vicino ai 2 punti percentuali (-1,6%). In questi ultimi 3 mesi si registrano prezzi sostanzialmente stabili in tutte le grandi città, con alcune eccezioni in termini positivi come Bologna (+0,6%) e Firenze (+0,3%). I cali maggiori sono al Sud e particolarmente a Napoli (-0,8%) e Palermo (-1%). Sulla base delle tendenze registrate in questo I semestre 2016, la stima più prudente prevede per fine 2016 prezzi ancora in discesa ma non al di sotto dei 2 punti percentuali. Per quanto riguarda i prezzi di vendita, tra le città metropolitane la più cara è Milano (3.880 €/mq), seguita da Roma (3.580 €/mq), Firenze (3.350 €/mq), Bologna (3.120 €/mq), Genova ( 2.950 €/mq), Napoli (2.630 €/mq), Torino (2.340 €/ mq) e Palermo (1.950 €/mq). L’ANALISI DEL 2° OSSERVATORIO IMMOBILIARE 2016 – NOMISMA Nel mercato immobiliare al dettaglio i segnali più eclatanti provengono dalle compravendite di abitazioni (+3,6% nel 2014, +6,5% nel 2015), mentre i primi tre mesi del 2016 hanno visto una crescita generalizzata di tutti i comparti, con un aumento del +17,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente; nello specifico, +20,6% per il settore residenziale e +14,5% per quello commerciale, mentre il terziario presenta un debole +1,3%. A distanza di 9 anni dall’inizio della crisi il mercato delle compravendite nelle 13 grandi città italiane presenta un ridimensionamento del 40% nel segmento residenziale e del 50% degli immobili per l’impresa. Si nota – nel segmento uffici – un nuovo rallentamento dei mercati di Milano e Roma, mentre città come Genova, Napoli e Bologna presentano un trend moderatamente positivo. Passando a considerare i contratti di affitto per abitazioni, nel 2015 ne sono stati sottoscritti una cifra di poco superiore al milione, di cui solo il 22% ascrivibili ai Comuni ad alta tensione abitativa. La tipologia prevalente è quella degli affitti a lungo periodo (60%), mentre i contratti transitori si attestano al 18% e al 20% le locazioni a canone concordato; solo il 2,2% è rappresentato da affitti di natura agevolata per gli studenti. Dallo studio emerge come la locazione a canone concordato – nell’insieme dei 13 principali mercati monitorati – sta prendendo quota a scapito delle locazioni a canone libero. Nell’ultimo semestre i tempi per la conclusione delle trattative si sono generalmente ridotti, con un miglioramento consolidato per le abitazioni a fronte di una flessione più debole per uffici e negozi. Per quanto concerne lo sconto praticato, il divario ha mostrato – per il terzo anno consecutivo – una riduzione, pur attestandosi tuttora su valori ben superiori (di oltre 6 punti percentuali) rispetto ai livelli pre-crisi. Nel I semestre del 2016 la variazione tendenziale annua dei prezzi si posiziona ancora in territorio negativo, con una variazione che oscilla dal -1,8% delle abitazioni nuove al -2,5% degli uffici. Nomisma rileva come la ripresa del mercato delle compravendite di abitazioni stenti a propagarsi ai prezzi, mettendo così in discussione l’evidenza storica che individua in circa due anni il ritardo con cui i valori di mercato reagiscono all’aumento degli scambi. I ritorni di un investimento nel settore immobiliare si collocano tra il 5% di abitazioni e uffici e il 7% dei negozi. INVESTIMENTI IMMOBILIARI IN ITALIA +12% NEL II TRIMESTRE, VOLUME SEMESTRALE RECORD DAL 2008 – CBRE Nel II trimestre 2016 sono stati investiti poco meno di 2 miliardi di euro nel mercato immobiliare italiano, una crescita del 12% sia rispetto allo scorso trimestre sia allo stesso periodo dello scorso anno, e ciò ha portato il volume di metà anno a 3,6 miliardi di euro, in linea con quello dello scorso anno. L’interesse per il settore si è confermato forte nella prima parte dell’anno, con un’attività più dinamica se si guarda al numero dei deals, maggiore rispetto al 2015. Inoltre, il capitale straniero è ancora protagonista, rappresentando il 75% degli investimenti totali del I semestre dell’anno, con 2,7 miliardi di euro investiti, in calo del 6% rispetto al I semestre 2015. Continua invece a migliorare la quota di capitale domestico investito: quasi 900 milioni di euro nei primi sei mesi 2016, con una crescita del 24% rispetto alla prima metà dello scorso anno. Per quanto riguarda i settori, gli uffici registrano ancora la maggior quota di investimenti con quasi 1,6 miliardi di euro nel I semestre 2016 (+51% rispetto al I semestre 2015), seguiti dal settore Retail che ha raggiunto quota 680 milioni di euro (+19% rispetto al I semestre 2015). Il settore degli Hotel (+45% sul I semestre 2015), continua ad attrarre una quota significativa di capitali insieme al settore della logistica. L’attività di investimento è migliorata nel mercato romano, con 800 milioni di euro investiti nella prima metà 2016, una forte crescita rispetto al I semestre 2015, anche se non sufficiente a colmare il ritardo rispetto a Milano a causa della carenza di prodotto nel segmento direzionale. La città meneghina, dopo un anno record nel 2015, ha fatto registrare un volume di investimenti di circa 1,4 miliardi di euro, il 30% in meno rispetto al 2015, anche questo conseguenza di un esaurimento di prodotto e non di un calo di interesse. L’INDAGINE SUL RISPARMIO E SULLE SCELTE FINANZIARIE DEGLI ITALIANI 2016 – INTESA SANPAOLO E CENTRO EINAUDI La crisi appare ormai alle spalle ma presso le famiglie è diffusa la percezione che la perdita di reddito disponibile non sia stata completamente recuperata e, di conseguenza, le spese nel 20152016 hanno continuato a essere improntate alla sobrietà. Nel 2016 si è stabilizzata l’incidenza dei risparmiatori (40%) sul campione, mentre si è lievemente ridotta la quota di reddito risparmiata (9,6%): entrambe le percentuali confermano, nella media campionaria, i livelli sui quali giacevano dal 2012. Si risparmia per far fronte alle incertezze e la mite ripresa, unita alla volatilità dei mercati finanziari e alla esiguità dei rendimenti, sono alla base della crescente motivazione ‘precauzionale’ del risparmio (58,3%, in aumento di 10 punti). Aumenta un po’ (dall’8% all’8,5%), il risparmio per la casa, ma si conferma il superamento del risparmio per i figli (17,1%), rispetto a quello accantonato per il mattone; da notare che il rapporto tra le due motivazioni era invertito prima della crisi, quando il risparmio per la casa precedeva quello per i figli. Tuttavia, il risparmio previdenziale è ancora insufficiente ed è ancora piuttosto bassa, in relazione ai bisogni potenziali, l’intenzione di risparmiare per la vecchiaia (14,1%). E’ stato fatto un extra sondaggio di 567 piccoli investitori sugli impieghi del denaro quando i tassi sono a zero e i soggetti, posti di fronte al caso degli interessi a zero (o quasi), per più anni, hanno risposto con intenzioni di comportamento polarizzate, in quanto concentrate essenzialmente su due scelte: la scelta della liquidità (che riguarderebbe il 32% degli investitori) e la scelta dell’investimento immobiliare (il 29% considererebbe l’acquisto di una casa per sé e il 20% l’acquisto di una casa da dare in affitto). Le scelte più rischiose e alternative sono marginali: solo una parte ridotta del campione di piccoli investitori, l’8%, reagirebbe ai tassi a zero aumentando l’esposizione rischiosa, ossia comprando azioni, cambi e derivati; infine, il 12% acquisterebbe oro e preziosi e il 4% comprerebbe opere d’arte. Tra le motivazioni per cui acquistare un immobile potrebbe essere vantaggioso primeggiano considerazioni economiche, ossia la convinzione di investire in un bene di riferimento che conserva il suo valore nel tempo (25%), seguito dalla possibilità di approfittare del momento di prezzi bassi (17%) e dal fatto che il reddito dell’immobile, ossia l’affitto incassato o risparmiato, è superiore a quanto può offrire la banca o un’obbligazione (13%). Il 19%, inoltre, pensa che i prezzi delle case aumenteranno nei prossimi anni e il 14% mira, così facendo, ad approfittare di buone e singolari condizioni sui mutui. Chi ne sta considerando l’acquisto ha spesso l’ambizione di una casa migliore (43%) o il bisogno effettivo di un’abitazione più grande (29%). Gli acquirenti potenziali nei prossimi tre anni (che sono compresi tra l’11% e il 19% del campione), userebbero prevalentemente la nuova casa per sé, considerandola come un bene da godere e magari da tramandare ai figli. Una quota fino all’8% del campione potrebbe cambiare casa e prenderla in affitto, anche se i giudizi positivi sugli affitti sono un terzo del totale, dunque inferiori ai giudizi negativi. Per il momento gioca da freno la debolezza convalescente del mercato secondario, ossia il timore di non riuscire a liquidare l’attuale propria casa o di ricavarne un prezzo insufficiente per fare il salto di qualità. In altri termini, mano a mano che il mercato immobiliare sarà più liquido e si accorceranno i tempi di vendita delle case usate, la domanda potenziale di nuove case si trasformerà in domanda effettiva. Anche per le seconde case il clima starebbe cambiando: le intenzioni di acquisto nei prossimi tre anni riguardano il 9% degli investitori, consapevoli, però, che la seconda casa non è quasi mai un buon investimento, prova ne sia che il 74% di essi ha un’opinione positiva del possesso della seconda casa ma solo il 22% la considera vantaggiosa in termini economici. MUTUI CASA: TASSI MINIMI SPINGONO DOMANDA MUTUI A TASSO FISSO – ABI A maggio 2016 i tassi di interesse sui prestiti per acquisto di abitazione in Italia si sono ulteriormente ridotti. Il tasso medio sulle nuove operazioni, che sintetizza l’andamento dei tassi fissi e variabili ed è influenzato anche dalla variazione della composizione fra le erogazioni in base alla tipologia di mutuo, è risultato pari al 2,25%, toccando il nuovo minimo storico (2,29% il mese precedente; 5,72% a fine 2007). Il livello storicamente basso dei tassi sta spingendo le famiglie a cogliere le opportunità presenti sul mercato e a spostarsi verso il tasso fisso: infatti, a maggio 2016 la percentuale di nuovi mutui erogati a tasso fisso ha raggiunto un livello pari al 61%, mentre due anni fa erano i mutui a tasso variabile che predominavano (con una quota sul totale del 79%). Inoltre, secondo i dati più recenti del "Sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni in Italia", relativo al I trimestre 2016, condotto congiuntamente dalla Banca d'Italia, da Tecnoborsa e dall'Agenzia delle Entrate, la quota di acquisti finanziati con mutuo ipotecario è salita, nel I trimestre del 2016, al 73,8% dal 68,5% dell’ultimo trimestre del 2015 (minimo storico del 55% nel II trimestre del 2013). Infine, il rapporto tra prestito e valore dell’immobile (Loan to Value), dal 64,7% del IV trimestre del 2015 è salito al 69,3% (minimo storico di 55,8% nel II trimestre del 2013). RAPPORTO MENSILE: LUGLIO 2016 – ABI A giugno 2016 l'ammontare dei prestiti alla clientela erogati dalle banche operanti in Italia, 1.825,9 miliardi di euro, è nettamente superiore, di quasi 157 miliardi, all'ammontare complessivo della raccolta da clientela, 1.669,3 miliardi di euro. Sempre nello stesso mese si conferma la stabilità dell’ammontare dei finanziamenti in essere, con una variazione annua del totale dei finanziamenti in essere a famiglie e imprese pari a -0,04% nei confronti di giugno 2015, +0,3% di maggio e migliore rispetto al -0,5% di aprile 2016 e al -4,5% di novembre 2013, quando aveva raggiunto il picco negativo ed è ritornato sui valori di aprile 2012. Sulla base degli ultimi dati ufficiali disponibili, relativi a maggio 2016, l’ammontare complessivo dei mutui in essere delle famiglie ha registrato una variazione positiva di +1,5% nei confronti di fine maggio 2015 (quando già si manifestavano segnali di miglioramento), confermando, anche sulla base dei dati sui finanziamenti in essere, la ripresa del mercato dei mutui. Il totale prestiti all'economia (che include le famiglie, le imprese e la Pubblica amministrazione), ha segnato una variazione prossima allo zero (-0,3%). Dalla fine del 2007, prima dell’inizio della crisi, ad oggi i prestiti all’economia sono passati da 1.673 a 1.825,9 miliardi di euro, quelli a famiglie e imprese da 1.279 a 1.417,5 miliardi di euro. A giugno 2016 i tassi di interesse sui prestiti si sono posizionati in Italia su livelli ancora più bassi: il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni si è attestato al 2,21% toccando il nuovo minimo storico (2,25% il mese precedente; 5,72% a fine 2007). Inoltre, sul totale delle nuove erogazioni di mutui circa i due terzi sono mutui a tasso fisso. Il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese si è collocato all’1,85%, 1,78% il mese precedente al minimo storico, (5,48% a fine 2007). Il tasso medio sul totale dei prestiti è risultato pari al 3,02%, toccando il minimo storico (3,08% il mese precedente; 6,18%, prima della crisi, a fine 2007). Le sofferenze nette (cioè al netto delle svalutazioni già effettuate dalle banche con proprie risorse) a fine maggio 2016 sono pari a 85 miliardi di euro rispetto a 84 miliardi di aprile. Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è risultato pari al 4,72% a maggio 2016, 4,67% ad aprile 2016 (4,93% a fine 2015; 0,86%, prima dell’inizio della crisi). Lo spread fra il tasso medio sui prestiti e quello medio sulla raccolta a famiglie e società non finanziarie permane in Italia su livelli particolarmente bassi, a giugno 2016 è sceso a 195 punti base (200 punti base il mese precedente), prima dell’inizio della crisi finanziaria tale spread superava i 300 punti (329 punti percentuali a fine 2007). MONETE E BANCHE – BANCA D’ITALIA A maggio sono scesi i tassi d’interesse sui finanziamenti erogati nel mese alle famiglie per l’acquisto di abitazioni, comprensivi delle spese accessorie e sono stati pari al 2,61% (2,66% nel mese precedente). I tassi d'interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie di importo fino a 1 milione di euro sono risultati pari al 2,53% (erano al 2,57% nel mese precedente); quelli sui nuovi prestiti di importo superiore a tale soglia all’1,22% (1,46% ad aprile). I tassi passivi sul complesso dei depositi in essere sono stati pari allo 0,46% (0,47% nel mese precedente). I tassi di variazione sui dodici mesi dei prestiti al settore privato è risultato pari allo 0,8%, alle famiglie all’1,5% e allo 0,3% alle società non finanziarie (ad aprile erano rispettivamente 0,4%, 1,2% e -0,6%). MERCATO IMMOBILIARE: MUTUI DI FONTE NOTARILE – ISTAT Nel I trimestre 2016 prosegue l'andamento positivo di mutui, finanziamenti e altre obbligazioni con costituzione di ipoteca immobiliare stipulati con banche o soggetti diversi dalle banche. Le convenzioni erogate sono state 88.036, il 29,2% in più rispetto allo stesso trimestre del 2015. La ripresa di mutui, finanziamenti e altre obbligazioni con costituzione di ipoteca immobiliare stipulati con banche o soggetti diversi dalle banche è più accentuata nelle Isole (+41,7%), che al NordOvest (+31,9%), al Sud (+30,7%) e al Centro (+28,3%). Le convenzioni notarili per mutui, finanziamenti e altre obbligazioni con costituzione di ipoteca immobiliare stipulati con banche o soggetti diversi dalle banche registrano un aumento maggiore nelle città metropolitane (+33,5%), rispetto ai piccoli centri (+26%, contro +29,2% della media complessiva). BUSSOLA MUTUI II TRIMESTRE 2016 – CRIF E MUTUISUPERMARKET Indici di riferimento Euribor e IRS ai loro valori minimi storici (con un IRS a 20 anni di poco superiore allo 0,7% e un Euribor a 3 mesi in territorio negativo a -0,29%), assieme a politiche commerciali aggressive da parte dei principali Istituti di credito continuano a creare anche nel II trimestre 2016 condizioni ottimali per privati e famiglie che intendono sottoscrivere un nuovo finanziamento per l’acquisto della casa. Per una operazione di mutuo di 120.000 euro, durata 20 anni, valore immobile 200.000 euro, i migliori spread si posizionano nel II trimestre 2016 attorno all’1,15% per i mutui a tasso variabile e all’1% per i mutui a tasso fisso. Ma l’offerta di mutui a prezzi sempre più vantaggiosi non è sufficiente a sostenere una crescita continuativa della domanda di mutui: la variazione del numero di richieste di nuovi mutui e surroghe passa infatti – nel corso del II trimestre 2016 – dal +9% di aprile, al +3% di maggio, sino al -5% di giugno, con un ritorno del segno negativo dopo 35 mesi consecutivi di performance positiva. Difficile dire se questo elemento di discontinuità possa rappresentare un episodio isolato o una vera e propria inversione di tendenza, per cui sarà indispensabile attendere le rilevazioni dei prossimi mesi. A livello di nuove erogazioni di mutuo attraverso il canale online, la finalità surroga diminuisce il suo peso sul totale delle erogazioni anche nel II trimestre 2016, passando dal 65% del totale erogati nel III trimestre 2015 al 56% del II trimestre 2016 e tale trend è da ricondursi principalmente alla riduzione del bacino di potenziali mutuatari interessati a surrogare il mutuo dopo trimestri in cui già molte famiglie hanno optato per il trasloco del proprio finanziamento. Al contempo, la mancanza di un ritorno di interesse sul tema acquisto casa spinge di nuovo verso il basso l’andamento dei prezzi degli immobili residenziali e nel II trimestre 2016 la riduzione dei prezzi al mq degli immobili residenziali forniti in garanzia al mutuo risulta essere pari a -4,2% (dopo aver registrato un -2,4% sull’intero 2015 vs il 2014). Analizzando le diverse tipologie di immobili residenziali, nel II trimestre 2016 il prezzo/mq per gli immobili usati registra una contrazione piuttosto consistente, pari a 5,9%, mentre il prezzo/mq dei nuovi immobili subisce una riduzione minore, pari a -1,3%. L’ANALISI DEL 2° OSSERVATORIO IMMOBILIARE 2016 – NOMISMA La fotografia offerta da Nomisma riproduce una famiglia italiana il cui atteggiamento è di sostanziale vischiosità nelle decisioni di spesa e il cui riflesso è una tendenziale prudenza e un settore bancario più propenso a privilegiare operazioni di surroga o sostituzione che a scommettere sulle capacità di rimborso di notevole quota della domanda potenziale. Pur in un contesto di attenzione alla qualità degli impieghi, nella prima parte del 2016 è proseguito – sul mercato italiano – il graduale allentamento dei criteri di offerta di prestiti a imprese e famiglie. Al proposito, si consideri come ad aprile 2016 il tasso medio su operazioni di durata superiore ai 10 anni abbia raggiunto il 2,63%, contro il 2,22% dell’Eurozona, con uno spread alquanto modesto (41pb) rispetto a quello registrato nell’agosto del 2013 (162pb). A livello complessivo, il finanziamento erogato alle famiglie per acquisto di abitazioni, comprensivo delle operazioni di surroga e sostituzione, ha raggiunto nel 2015 un volume di 41,2 miliardi contro i 24,1 del 2014. La crescita delle erogazioni ha presentato, in particolare, un’accentuazione nel IV trimestre con un volume erogato di oltre 13 miliardi. Il tasso di crescita delle erogazioni ha raggiunto il 70,6% nel 2015, per poi ridursi solo marginalmente nel I trimestre del 2016, collocandosi nell’ordine del 55%. E’ bene ricordare come nel 2015 e nella prima parte dell’anno in corso il forte aumento degli importi erogati ha risentito della, già ricordata, consistente componente di surroga e sostituzione. Secondo le stime, questa dinamica ha rivestito un ruolo cruciale nella crescita delle erogazioni degli ultimi due anni, passando dal 7,5% nel 2014 al 28,4% nel 2015 e al 28% del 2016. Alla luce dei risultati dell’ultima rilevazione sono 852.000 le famiglie che compongono la domanda di acquisto di abitazioni, di cui 395.000 alla ricerca di un mutuo, con una proiezione in termini di finanziamenti di poco inferiore ai 47 miliardi di euro. Da quanto si desume dall’Osservatorio sono oltre 53.000 le famiglie intenzionate ad accendere un mutuo per la ristrutturazione dell’abitazione principale nei prossimi 12 mesi, mentre sono oltre 1,8 milioni le famiglie che non escludono di attivarsi in futuro. 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