CACONNE

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CACONNE
Raffaele Felice Gallo
CACONNE
57
Racconti
per Bambini Grandi
e Grandi Bambini
InEdito
In memoria di Ernesto Gallo, sicuramente un grande.
"E' sempre un'immagine, una prima battuta che mi fa scattare il
meccanismo della creazione; poi mi lascio portare dai miei stessi
personaggi: non so mai con precisione dove andrò a parare... Ogni
commedia è per me un'avventura, una caccia, la scoperta di un
universo che mi si rivela e della cui
presenza sono io il primo a stupirmi..."
(Eugène Ionesco, da "L'improvviso dell'Alma ovvero Il Camaleonte del
Pastore")
Prefazione
Nel gran Palazzo della letteratura italiana, di solito molto affollato, vi sono
stanze pressoché deserte: in una di queste, si è insediato, con i suoi "racconti
per bambini grandi e grandi bambini", Raffaele Gallo. Si tratta di storie
fulminanti anche la concisione, una virtù che qui appare come il contrario
dell'avarizia e degli stenti creativi; fulminanti ed estranianti, perché sollecitano
e lo spiazzano, strappandolo alla prevedibilità della logica e della microstoria
quotidiana. In queste rapide pagine, come nelle favole, mancano infatti scenari,
costumi e caratteri: non a caso, del resto, il nume prescelto da Gallo e da lui
offerto al lettore quale filo di Arianna è lo Ionesco dell'epigrafe di apertura,
Principe dell'Assurdo che pure, nei meandri di surreali architetture verbali,
lascia balenare l'illusione di qualche significante realtà. Se poi volessimo fare il
gioco dei prestiti, dei tributi, delle derivazioni, potremmo azzardare altri autori
in sintonia col Nostro e i suoi probabili coinquilini in quelle stanze disabitate:
l'Anouilh delle "pièces grinçantes", lo Swift con il suo moralismo beffardo, il
Queneau prestidigitatore di allitterazioni e assonanze (col suo nome strano,
Caconne, il nostro protagonista, non evoca forse l'antico cachinno?)... Ma non
è solo questione di ascendenze letterarie: a volte, in queste pagine si intravede
il delicato e stralunato Sergio Tofano, si respirano le atmosfere rarefatte
evocate da mimi come Marcel Marceau o come il Giancarlo Cobelli di lontane
stagioni televisive in bianco e nero... E ancora si avverte la parentela con i
Pierrot e, in genere, con tutti i clowns patetici e sorridenti del mondo circense.
Gli stessi personaggi di contorno, con i loro nomi in bilico fra l'ordinario e
l'inverosimile - Mardocheo, Mariella, Niagara - appartengono all'universo
delle strisce arcaiche disegnate per "Il Corriere dei Piccoli", sempre pronti
come sono a fare marameo al mondo dei "grandi", improvvisando una piroetta
o un salto logico, e magari fuggendo in mutande, alla fine di più di un
racconto. Estremo sberleffo al "buon senso", che non sempre è equivalente di
"senso buono". (Giuseppe Del Ninno)
CACONNE
Caconne aveva estratto dalla tasca un
grosso mazzo di chiavi e, non trovando quella
di casa, ebbe un attimo di panico. Poi si icordò
della copia nascosta sotto lo zerbino e fece un
gesto come dire fortuna o sbadato. Non appena
in casa, si diresse in cucina, aprì uno stipetto
dal quale prelevò un blister di aspirine.
Ne sganciò una, l'appoggiò sul tagliere e
la divise in due. Ne ingoiò una parte con un
sorso di succo di mela e dopo aver detto:
- Che mal di testa...Si sentì subito meglio.
Afferrò l'impermeabile, se lo mise
sottobraccio, uscì di casa e non tornò mai più.
FINESTRA
Caconne aveva avuto netta la sensazione,
spremendo il tubetto del dentifricio, di afferrare
per il bavero il musicista suo vicino di casa e
sussultò per un attimo. Ma la voce della
lavandaia, che intonava la marsigliese, lo destò
subito.
Si spazzolò i denti per un minuto, poi li
digrignò allo specchio, finché non ebbe
ultimato l'operazione di pulizia. Un po' in
fiamme abbandonò il gabinetto canticchiando
qualcosa in inglese.
Prima di uscire diede un'occhiata dalla
finestra e, poiché gli piacque molto il
paesaggio, vi sostò a lungo e non uscì.
TELEFONATA
Caconne sta telefonando al venditore di
dadi: deve decidere se dar manforte al suo
maiale.
Al termine della conversazione depone il
ricevitore. Da esso però fluiscono, bagnando il
pavimento, alcune parole in forma sciolta che
si erano intrecciate all'altro capo del filo.
Bene. Ora Caconne ha preso in mano un
paio di forbici, si è seduto disinvoltamente
ruotandole. Poi prende il filo del telefono e lo
taglia di netto.
Fuoriescono alcune gocce di sangue.
VICINI DI CASA
L'incontro di Caconne con i vicini di
casa avviene in modo strano: si guardano solo
dallo specchietto retrovisore; essendo la
macchina generalmente lontana, non si sente
nemmeno dire buongiorno.
Oggi però Caconne è uscito di casa con
buone intenzioni e guanti imbottiti. Imbattutosi
nella vicina di casa popputa, ha detto
chiudendoli:
- Guardami negli occhi! Poi ha preso i bastoni, li ha messi fra le
ruote e se n'è andato a passeggio giorni tre.
SCELTA
Caconne aveva fatto colazione col miele
e alla sua vicina di casa popputa un giorno
disse:
- Perché non usi l'algoritmo? Le festuche si divisero magicamente
come il Mar Rosso e ai naviganti apparvero
lene e lene.
Preferite questa?
Ne abbiamo un vasto assortimento.
IN CASA
In casa non c'era nessuno e Caconne
godeva la sua libertà. Si era sdraiato su un
destriero di cartapesta e umettava le labbra
con del Metaxa, evocando i fasti dell'antica
Grecia.
Poi prese in mano il telefono e, pelatolo
con un pelacarote, lo mangiò. Ai passanti non
rimase che constatare.
SUOR GENZIANA
La ballerina era affascinante e Caconne,
soffermandosi, se ne era innamorato.
Ma un gigantesco maiale, pezzato di
grigio e rosa, rovinò tutto passando di lì, col
suo odore pesante ben camuffato di profumo
Bic.
La ballerina non ci pensò due volte e si
mise un paio di mutande in testa,
conquistandosi le simpatie del maiale.
Ottantacinque anni sono pochi per una
suora, specie se si tratta di Suor Genziana.
IN SOGNO
Che atmosfera idilliaca:
le pertiche sono stese al sole, le more
saltellano lungo il dirupo, ruotine di cacio
oscillano leggiere sulla bocca di tutti.
Otto pomodori rallentano bizzarramente
il processo di maturazione. Alcuni banchi di
biada brillano senza badare al sodo sul bel
balcone di Babele.
Suor Chiara scuce sacchette di sebo
succhiandosi l'anulare.
Altri ancora agitano arazzi
azzurri,mentre Mariella miete manciate di
menta sul mare.
E' un paradiso.
Sul più bello Caconne si sveglia al suono
stridulo di una cornamusa.
CRISI DI IDENTITA'
- Chi sono? Continuava a chiedersi Caconne, scrutandosi
allo specchio.
- E questi peli sul naso... Chi sono? Così fan tutti.
- E se tutti fanno così, sono Caconne
anch'io. -
COCCI
Dai cocci di alcuni cani andati in
frantumi, dopo un sontuoso banchetto di nozze,
Caconne ricavò un altro cane davvero
improbabile, cui venne imposto il nome di
Setticlavio.
Questi era alquanto singolare. Possedeva
infatti due teste, una al posto giusto, l'altra
invece della coda. All'ora di pranzo non si
sapeva mai da quale parte avrebbe mangiato e
spesso Caconne apparecchiava per due.
Fu così che un bel giorno, nel bel mezzo
di uno spettacolo, Setticlavio ebbe un lieve
malore e una crisi di identità.
Dovendo soddisfare i propri bisogni, si
trovò incerto. Anzi prese una boccata d'aria, si
dilatò come una mongolfiera e volò via.
Perduto.
AZIONI
Caconne aveva appoggiato le labbra sul
bicchiere d'acqua come si trattasse di gin,
quando un'anitra gli attraversò il pensiero.
Fu allora che col suo piede equino finì
per molestarsi il dente di latte che gli era
rimasto dall'infanzia. L'indagine freudiana cui
si era sottoposto gli aveva impedito
fino allora di farlo.
Sentitosi sollevato, prese un dattero e se
lo conficcò in gola, compreso il nocciolo a
forma di bagherozzo.
Pausa.
Lungo sospiro.
Accese la radio, ascoltò il nitrito di un
cantante alla moda.
Piegò la testa stanca, cantando dolci arie
tedesche. In sogno sfogliò rose di Tirana.
Quella sera non mangiò nulla.
A SPECCHIO
Incommensurabilmente attratto da una
giovenca, Caconne vuol lucidarla a specchio.
Poiché è pesante e non si muove, riesce
agevolmente nel suo intento. Infatti, trattandosi
di una bella scultura in bronzo, basta solo un
tampone imbevuto; inoltre il lavoro di gomito
gli si addice. Tuttavia, impossibilitato, per ovvi
motivi, a specchiarsi in maniera
decente, urla di rabbia, si sdraia per terra e
piange come un bambino.
BARBA
Oggi Caconne è molto vecchio.
Ha posto la sua lunga barba bianca sul
leggio e ha cominciato a suonarla al clarinetto.
Giacchè le note non erano perfettamente
distinguibili, ha improvvisato per più di un'ora.
APPUNTAMENTO
Caconne aveva fissato l'appuntamento
per le sette.
Si presentò un quarto d'oca prima.
Mezz'oca dopo telefonò, ma non c'era
nessuno.
Attese un'oca intera prima di vedere il
sosia.
È BENE FAR DA MANGIARE
Un giorno Caconne si era sdraiato
(illudendosi di stare al mare) su un mucchio di
sabbia alabastrina, messa sul lastrico per un
lavoro.
Ma il droghiere gli disse, mostrandogli
un morso di cane sulla natica destra:
- Guarda come mi hanno conciato! Caconne atterrito, trasse dal portafogli
una tabacchiera infuocata e la mise in bocca.
La morale consiglia, pur senza avvertire,
che è meglio far da mangiare che farsi
mangiare...
N.B.: Se si dovesse optare per l'altra
soluzione, meglio togliersi i pantaloni.
IN CUCINA
Caconne aveva imposto alla moglie un
numero determinato di ore da passare in
cucina.
Ma poiché costei si era ribellata a un
ordine così perentorio, toccò quasi sempre a
lui disbrigare tutte le faccende.
IN CUCINA 2
- La mia specialità sono le ruote di
caciocavallo e il leprotto alla moda di Alice. Disse Caconne, compiaciuto come una
massaia d'altri tempi.
E per dimostrarlo agli astanti, volle dare
un saggio della sua bravura. Si rimboccò le
maniche, si tolse i pantaloni e fuggì in
mutande.
OCCASIONE
"L' Uomo, questo sconosciuto" era il
titolo del libro che Caconne stava leggendo
soprappensiero.
Tanto soprappensiero che non ebbe mai
il piacere di conoscerlo.
CARTOLINA
"Cari cordialsaluti & baci" c'era scritto
sulla cartolina che Caconne aveva ricevuto
per sbaglio.
Era indirizzata a una certa Egledina
Pompa da parte di Giotto, suo figlio, militare a
Cremona.
E fu così che Caconne sbucciò col
pelacarote la cartolina, sollevando almeno un
interrogativo.
N.B.: Il pelacarote pela mele e pela pere.
Anche.
INQUIETUDINE NEL GUARDAR L'ORA
Caconne, nel travestirsi da piccola
fiammiferaia, si era punto con un ago, ma non
si era fatto male. Nel tagliare il pane invece, sì.
Da qualche tempo, nel recarsi in fretta a
casa si stancava troppo e, a volte, si accorgeva
assai tardi che la via non era quella...
Più spesso, al tramonto, coniugava il
verbo essere senza riscuotere consensi.
Poi, se capitava, urlava al carro dei
peperoni...
Finalino Poetico
E quando nel camminar
tese la mano per guardar l'ora,
scorse nel paniere
un pezzo di pizza.
Gli venne un forte appetito.
Se la ficcò
(voracemente)
in bocca, ignaro...
Pesantemente,
di lì a poco, avrebbe alitato
cipolla.
PECORA BOLLITA
Caconne, preso da insana passione per
gli ovini sin dalla più tenera età, volle tosto
cucinar.
A questo scopo consultò manuali
universali di consigli utili. Volendosi poi
cimentare sperimentalmente, scelse la pecora
bollita, ricetta delle più semplici, ben adatta a
un esordiente.
Fu così che prese un doppio waltzer e si
dileguò nel buio delle prime luci dell'alba.
D'un tratto dalla vasca da bagno si
sprigionò un fortissimo odore di ascella, tanto
potente che l'ombra del cane prese fuoco.
Divenne obbligatorio chiamare i pompieri.
IL CAPO E' COTTO
Caconne sta nutrendosi a frigorifero
dischiuso (sul pensiero di ceralacca), con
avanzi di prosciutto, ricotta e fragole, putiferio
di cioccolata, succo d'ananas...
Quando suona il telefono, si lecca i baffi.
Peccato.
Troppo tardi. Atrimenti, colto sul fatto, si
sarebbe almeno vergognato un poco.
Come disse la nonna:
- Quando suona il telefono vuol dir
sempre che il capo è cotto! Poi, rifiuta l'apertura sussurando:
- Passo! -
MODA
La parola moda suscitava in Caconne
una miriade di congetture.
E per lui che vestire era solo una
necessità, preferiva mischiare erbette e
potacchio sul gomito asciutto della bella
lavandaia che gli faceva da reggilibro.
Più in vista del solito, il suo panciotto di
zebra si era insozzato di vino e unto.
Caconne ebbe a dire qualche frase
incomprensibile come: - Moda, doma, damo,
mado...Poi si tolse un altro paio di pantaloni e
fuggì con un altro paio di mutande.
ORME SULLA NEVE
Quarantadue minuti di ritardo in ufficio
costituiscono un record di sicuro.
Però Caconne ha le sue buone ragioni.
Ha dovuto soffermarsi in strade deserte, si è
legato le scarpe con stringhe di paraffina, ha
urtato contro un menhir ricoperto di pagine
gialle, poi, per combattere il mal di pancia ha
preso un bel niente.
Della neve meglio non parlarne.
Al lavoro. Per oggi non c'è bisogno di
giustificazione.
ARTI VARIE
L'espressione cubista del figlio di
Caconne aveva preoccupato il genitore tanto
da piegarsi.
- Mardocheo, non accavallarti l'asina! Gli raccomandava, pur sapendo che
l'espressione figurativa avrebbe preso il
sopravvento e sortito meglio il suo effetto.
Ma il figlio assumeva sempre più
posizioni critiche al punto che la lavandaia
smise di cantare.
Poi, prima di allontanarsi, disse:
- Good morning! -
NIENTE PASSEGGIATA
Caconne ha deciso di prendere la mano
di Mardocheo per condurlo a spasso.
Ma nonostante i ripetuti tentativi, non
riesce a trovargliela, avendo quest'ultimo
assunto nuovamente un'espressione cubista.
Dunque, niente passeggiata.
PIEDE EQUINO, SCIARPA E MANTIDE
RELIGIOSA
Un giorno d'autunno Caconne aveva
fasciato il suo piede equino con una sciarpa del
Milan.
Non potendo assumere un aspetto più
enigmatico, tale gesto fu ritenuto insignificante.
Per ciò la mantide religiosa che si era
casualmente appoggiata sul davanzale ebbe a
dire:
- Papà, pappa papà. Pappa papà. Pappa
papà! Subito rapito, con gesto simbolico,
Mardocheo acchiappò la mantide facendone
un sol morso, sottrasse al genitore la sciarpa
del Milan, se la mise al collo e scappò a bordo
d'una biga cartaginese.
Verso mezzanotte, alcuni passanti lo
scorsero nei pressi del cimiterio a vomitare
l'anima.
MINESTRA
Per Caconne l'ora di cena coincide col
piccolo rituale di lavarsi le mani col figlio.
Niagara ha un fare di cavallo docile.
Oggi ha preparato la famosa minestra di dado:
chiama bruscamente i familiari a tavola.
Ognuno si serve da sé.
Dal momento che il piatto di Caconne ha
un buco al centro, come un lavandino, non si
riempie mai, nemmeno con l'arrivo dei rinforzi.
Resta misterioso dove vada a finire tutta quella
minestra.
SARDINE
"Maglieria Caconne" si leggeva
nell'insegna del negozio
che Caconne aveva aperto usando un
apriscatole a chiave.
Ma le sardine erano tutte spine.
A giudicare dal prezzo si doveva trattare
di un prodotto scadente.
EDUCAZIONE
Caconne educa il cane come fosse suo
figlio.
Alcune volte però, educa il figlio come
fosse il suo cane.
ANALOGIE & DIFFERENZE
Secondo Caconne il mestiere di
portapatateinpuglia è più faticoso del
portapatateperdute.
Solo noleggiandone due si saprà la
verità.
SVITARE & AVVITARE
Niagara ha desiderio di compiere un
complesso movimento ad orologeria allo scopo
di indossare un reggipetto di bamboo.
Comincia ad armeggiare nella cassetta
degli attrezzi, ma non trova cacciavite alcuno.
- Chi ha preso questo? Chi ha preso
quello? Gridacchia arrabbiata. Caconne, per
farla desistere da suo intento, sbuccia la sua
bertuccia e vi riesce.
Ora Niagara è lieta di imitare un
elettricista: cambia le lampadine fulminate e le
offre in dono ai passanti.
EPITAFFIO
Una volta Caconne andò a leggere il suo
epitaffio, ma non c'era scritto nulla e si
accontentò di suonare un waltzer col
mangiadischi di sua sorella.
Tuttavia sentiva un gran vuoto dentro di
sé.
Per riempirlo acquistò un cabaret di
paste e le ingurgitò con tal veemenza da
stupire chiunque, passando di lì, l'avesse
osservato.
BAFFI
Caconne ha deciso di ribellarsi al suo
stato di pecora e cerca a tutti i costi di
sembrare originale.
Piega tovagliuoli a fine pranzo, depone
fazzoletti sui termosifoni, augura "buon brodo"
ai passanti.
Ma non sa che tutto ciò non porta alcun
cambiamento alle sue regole di vita, anzi, così
facendo, ottiene il premio della bontà.
A questo punto si lecca i baffi.
GUERRA DI TROIA
Caconne aveva riposto il libro sulla
guerra di Troia nella vasca da bagno e
pensando
si trattasse di un impermeabile, lo
indossò.
Ma risultò stretto al punto che dovette
spostargli i bottoni.
MUTAZIONI
Caconne prese in mano un guanto di
gomma e lo annusò accuratamente. Poi lo
buttò in
terra. Ma anziché abbattersi al suolo,
divenne pressoché liquido, come un uovo
crudo,
e rimase sospeso in aria. Tentò allora di
adagiarlo su una padella per friggerlo, ma
non fece in tempo che si ridusse in
cenere sottile. Caconne allora afferrò
l'aspirapolvere, ma senza successo. La
sostanza impalpabile infatti si sparse per
tutto l'ambiente prima del suo
intervento. Visto che si trattava pur sempre di
un
guanto di gomma, lo indossò e si mise a
lavare i piatti.
CAFFE'
Stamani Caconne, svegliandosi, ha
sentito una strana leggerezza.
- Puoi poggiare i piedi sulle mie
ginocchia? Ha chiesto.
- Organizzeremo feste di compleanno
tutti i giorni. Ha sussurrato. - Inviteremo
vecchie volpi e Traveling Wilburys...Ha
pensato.
- E' pronto il caffè? -
CRINIERA POETICA
"Ho venduto il prosciutto
per la pelle di un asino!
Fettunta Fettunta.
Gnaoulaglou, gnaoulaglou.
Bia, bià. "
Bordata la sera di vento, Caconne.
RIMARIO
Caconne, voleva far l'abbracciadonne.
Anziché
spappagallare, passò la notte insonne.
Più innanzi, fingendosi animale,
divenne un calapranzi dal naso
policuspidale.
SEDIA IMPAGLIATA
Una volta Caconne provava davanti
allo specchio del bagno a recitare saluti e frasi
ossequiose:
- Buon giorno signora, come sta? Io bene
e lei? Bene, la ringrazio. Lei è molto gentile.
Signora, ha ragione da vendere. La prego
aspetti un momento. Le interessano i ibri?
Posso mostrarle le ultime novità. Niagara, nell'
origliare, si era preoccupata: l'impressione che
il bagno fosse pieno di gente l'atterriva.
Dopo qualche istante di incertezza,
animata da un bisogno urgente, la donna entrò
nell'angusto locale e, sorprendendo Caconne in
atteggiamento remissivo, gli disse:
- L'amica con cui andiamo a passeggio
insieme, è la figlia della mia insegnante di
francese delle medie. Poi appallottolò un
asciugamano, se lo mise in testa e si appollaiò
su una sedia impagliata.
Poco tempo dopo, mimando alla
perfezione un viaggio Roma - Milano, ebbe
un'attimo di smarrimento quando alla prima
fermata non scese nessuno.
TENTATO BAGNO NEL LATTE D'ASINA
PER IMITAR POPPEA
Un giorno Caconne si presentò al
cospetto della sua consorte Niagara e le disse:
- Posso cucinarti in brodo? Poi trasse dal frigo un bicchiere di latte e
bevve. Quando uno sconosciuto si introdusse
in casa e, vantandosi del suo brodo, ne
rovesciò un catino sul pavimento, rimase molto
turbato. L'insegnamento che possiamo trarre
da questi avvenimenti ci porta a formulare
ipotesi i cui risultati appariranno apprezzabili
solo se ne avremo verificato l'efficacia nel
tempo.
N.B.: Del bagno nel latte d'asina non se
ne saprà mai nulla.
CERCANDO NEL BAULE
Un giorno Caconne aveva pensato di
prendere del bicarbonato di sodio per aiutare la
digestione, ma non si accorse che era
meglio coinvolgere la levatrice in una
birichinata.
CERCANDO NEL BAULE 2
Quando Caconne faceva il guardiano
dello zoo andava a lavoro con una pantofola di
pelliccia. Così facendo, tentava di
nascondere il suo bel piede equino.
Ma quando si trovò al cospetto di un
cavallo, questi, senza proferir parola, gli fece
capire che si trattava di una volgare
imitazione.
CERCANDO NEL BAULE 3
Caconne trovatosi al cospetto di un
maialino di pasta frolla disse:
- E' tutto grasso che cola! Indi piegò il sedile a guisa di portafoglio
e fuggì disperato. Tuttavia quando il
maialino di pasta frolla incontrò
Caconne la storia non fu la stessa.
ATTESA
Perdutamente attratto dal profumo che si
sprigionava dalla vicina
panetteria, Caconne annusava l'aria
come un gatto che stringe le narici a
ripetizione. Pensando che il giorno dopo
si sarebbe rivisto allo specchio, si
sedette sul bordo del lavandino e attese
l'alba.
TUTTA LA NOTTE
Caconne voleva prender parte ad una
gara di biciclette senza ruote. Si trattava di
catapultarle da un precipizio, come si fa
in America con i fagiuoli in scatola.
Per questo indossò un libro di avventure,
usando il frontespizio come orinatoio e
una bretella.
Poi si avviò a casa con un mazzo di fiori
sotto l'ascella.
Non fece neanche in tempo ad arrivare
che si ficcò a letto e dormì tutta la notte.
TUTTA LA NOTTE 2
Caconne si approssimava a varcare la
soglia del gabinetto dentistico, quando dalla
sala d'aspetto uscì una nuvola densa di
fumo colorato.
Si trattava di una simulazione di teatro
alquanto spettacolare. Purtroppo durò poco.
Caconne ne rimase colpito a tal punto
che volle
provarci a casa. Ma non disponendo di
mezzi tecnici adeguati, si accontentò di
sognare.
Allora si ficcò a letto e dormì tutta la
notte.
COME PREPARARE YOGOURT DI LATTE
D'ASINA
- L'arte di preparare un eccellente
yogurt di latte d'asina impone di procurarsi
un'asina dalla pelle bianca come la neve, cui
badate ben di dare il nome di Biancaneve.
Bisognerà accertarsi poi che l'animale
sia in grado di produrre latte a sufficienza
altrimenti è meglio rinunciarvi. Fate attenzione
nel raccogliere il prezioso liquido, preparando
per tempo contenitori puliti e capaci. - Disse
Caconne.
Poi si narra che, allo scoccare della
venticinquesima ora, uno stuolo di
fiammiferaie, dopo essersi intrise le mani di
pece greca, si mise a correre sulla strada sino a
un precipizio, ove Caconne attendeva
impetuoso come un torrente in piena.
E fu allora che, nell'assumere le
sembianze di una gigantesca palla di lardo, si
librò ripetutamente in aria.
Nell'attraversare la strada però dovette
fare attenzione alle macchine e, onde non
correre ulteriori pericoli, passare sulle strisce
pedonali.
A questo punto lo yogurt sarà meglio
comprarselo già fatto.
DOVE LI POSSO METTERE
In casa di Caconne le feste si passano
aspettandole in ordine inverso. E' così che
ad esempio aspettando Natale si fa
giorno...
Poi a furia di seguire scrupolosamente la
tradizione, si finisce sempre per fare un
po' di confusione. Tock, tock!
- Permesso? - Avanti. - Qui ci sono uova, coriandoli e presepio.
Dove li posso mettere? -
FAMIGLIA A TEATRO
Il calar del sipario segnava la fine dello
spettacolo che aveva visto Mardocheo
unico interprete del saggio scolastico e
Caconne unico spettatore.
A causa di una improvvisa epidemia
infatti, molte delle cerimonie previste erano
state annullate e il ragazzo era rimasto
solo.
Siccome lo spettacolo doveva comunque
aver luogo, Mardocheo, con uno sforzo
sovrumano, aveva imparato a memoria tutte le
parti. Solo quella del lupo era stata eliminata.
Ma l'insieme non ne aveva risentito. L'apparire
di un provvidenziale "deus ex machina", sotto
le cui bardature si celava autoritaria la figura
imponente di Niagara, pose fine
dignitosamente allo spettacolo, che si concluse
con la fatidica frase: Ilio non é più!
Tornando a casa, i tre fecero appena in
tempo, prima della chiusura, a prendere
qualcosa da mangiare dal rosticciere, poi si
allontanarono col fagotto fumante, ansiosi,
affamati, uniti come non mai.
SCAMBIO DI RUOLI E LANCIO DI
BICCHIERE
Caconne stava riducendo in dadolata
ben diciotto melanzane turche avute in dono
dalla venditrice. Niagara, sprofondata sul
divano, fumava un sigaro, emetteva
versacci e tossicchiava come uno
scaricatore. Conclusa l'operazione, Caconne si
nettò bene le mani, prese un bicchiere e
lo lanciò in aria. Ma il bicchiere rimase
sospeso, e ancor oggi lo è. Per tutta
risposta Niagara si tolse i pantaloni e fuggì
in mutande.
APPARIZIONE
Un giorno Niagara si era recata da Suor
Chiara per portarle delle
offerte. Ma poiché quest'ultima non era
in casa, non se ne era fatto un bel niente.
Tuttavia quando Caconne decise di fare
la medesima cosa, sorprese Suor Chiara in un
atteggiamento molto inquieto.
Caconne ebbe paura e non si fermò a
lungo, anzi, assolto il compito che si era
prefisso, si tolse i vestiti e si fece una
doccia.
Oggi, a dieci anni da questo insolito
episodio, durante la processione di S.
Giuseppe,
si è avuta un' apparizione da
immaginarsi a scelta del lettore.
TOPI DI BIBLIOTECA
Caconne voleva raccontare una favola al
figlio.
Prese un libro, lo inumidì con un po'
d'acqua e lo divorò d'un
fiato. Poi cominciò a raccontare.
Trovata banale quella storia, Mardocheo
volle scegliere altri argomenti. Al che, prese
dei classici in edizione economica e li
trangugiò. Ingannato dalle copertine morbide,
li ingerì asciutti, sì da risultargli
oltremodo indigesti.
FIORI
Caconne aveva raccolto fiori di campo
che chiamò pappapani.
Dopo poco, vistosi braccato da due
guardie in uniforme divisionista, non fece in
tempo a togliersi i pantaloni che fuggì.
P.S.: Commercialmente conviene
augurar buonasera ogni volta che:
dei bei denti un pescecane
già si vede che li ha!
CONFUSIONE INEVITABILE
Caconne aveva preso a suonare un
piffero di lattuga estratto da una favola antica.
Quando lo adagiò sul tavolo, si accorse
che si trattava del gonnellino di pannolenci
che Carmeluccia sfoggiava una lontana
pasquetta.
Essendo anch'esso di un bel color
lattuga, la
confusione fu inevitabile.
MARIELLA
Caconne puntò tutto sul cavallo
Mariella.
Non avendo il coraggio di assistere alla
corsa, per l'ennesima volta si tolse i
pantaloni e fuggì in mutande.
SALUTI FINALI
Per i saluti finali Caconne si era vestito
di tutto punto. Poi finì per recarsi a
una festa di addio al celibato di uno
sconosciuto compagno di cordata.
Allo scoccare della fatidica
venticinquesima ora, visto che avrebbe voluto
congedarsi da quel tale e augurargli almeno
buon pé-pé, lo cercò invano. Da ciò poté
arguire che si trattava di una persona
inesistente. Quindi piegò il leggio, se lo mise in
tasca e tornò a casa, stanco ma felice.
Ogni riferimento a fatti e persone è frutto di casualità.
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1994