CACONNE
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CACONNE
Raffaele Felice Gallo CACONNE 57 Racconti per Bambini Grandi e Grandi Bambini InEdito In memoria di Ernesto Gallo, sicuramente un grande. "E' sempre un'immagine, una prima battuta che mi fa scattare il meccanismo della creazione; poi mi lascio portare dai miei stessi personaggi: non so mai con precisione dove andrò a parare... Ogni commedia è per me un'avventura, una caccia, la scoperta di un universo che mi si rivela e della cui presenza sono io il primo a stupirmi..." (Eugène Ionesco, da "L'improvviso dell'Alma ovvero Il Camaleonte del Pastore") Prefazione Nel gran Palazzo della letteratura italiana, di solito molto affollato, vi sono stanze pressoché deserte: in una di queste, si è insediato, con i suoi "racconti per bambini grandi e grandi bambini", Raffaele Gallo. Si tratta di storie fulminanti anche la concisione, una virtù che qui appare come il contrario dell'avarizia e degli stenti creativi; fulminanti ed estranianti, perché sollecitano e lo spiazzano, strappandolo alla prevedibilità della logica e della microstoria quotidiana. In queste rapide pagine, come nelle favole, mancano infatti scenari, costumi e caratteri: non a caso, del resto, il nume prescelto da Gallo e da lui offerto al lettore quale filo di Arianna è lo Ionesco dell'epigrafe di apertura, Principe dell'Assurdo che pure, nei meandri di surreali architetture verbali, lascia balenare l'illusione di qualche significante realtà. Se poi volessimo fare il gioco dei prestiti, dei tributi, delle derivazioni, potremmo azzardare altri autori in sintonia col Nostro e i suoi probabili coinquilini in quelle stanze disabitate: l'Anouilh delle "pièces grinçantes", lo Swift con il suo moralismo beffardo, il Queneau prestidigitatore di allitterazioni e assonanze (col suo nome strano, Caconne, il nostro protagonista, non evoca forse l'antico cachinno?)... Ma non è solo questione di ascendenze letterarie: a volte, in queste pagine si intravede il delicato e stralunato Sergio Tofano, si respirano le atmosfere rarefatte evocate da mimi come Marcel Marceau o come il Giancarlo Cobelli di lontane stagioni televisive in bianco e nero... E ancora si avverte la parentela con i Pierrot e, in genere, con tutti i clowns patetici e sorridenti del mondo circense. Gli stessi personaggi di contorno, con i loro nomi in bilico fra l'ordinario e l'inverosimile - Mardocheo, Mariella, Niagara - appartengono all'universo delle strisce arcaiche disegnate per "Il Corriere dei Piccoli", sempre pronti come sono a fare marameo al mondo dei "grandi", improvvisando una piroetta o un salto logico, e magari fuggendo in mutande, alla fine di più di un racconto. Estremo sberleffo al "buon senso", che non sempre è equivalente di "senso buono". (Giuseppe Del Ninno) CACONNE Caconne aveva estratto dalla tasca un grosso mazzo di chiavi e, non trovando quella di casa, ebbe un attimo di panico. Poi si icordò della copia nascosta sotto lo zerbino e fece un gesto come dire fortuna o sbadato. Non appena in casa, si diresse in cucina, aprì uno stipetto dal quale prelevò un blister di aspirine. Ne sganciò una, l'appoggiò sul tagliere e la divise in due. Ne ingoiò una parte con un sorso di succo di mela e dopo aver detto: - Che mal di testa...Si sentì subito meglio. Afferrò l'impermeabile, se lo mise sottobraccio, uscì di casa e non tornò mai più. FINESTRA Caconne aveva avuto netta la sensazione, spremendo il tubetto del dentifricio, di afferrare per il bavero il musicista suo vicino di casa e sussultò per un attimo. Ma la voce della lavandaia, che intonava la marsigliese, lo destò subito. Si spazzolò i denti per un minuto, poi li digrignò allo specchio, finché non ebbe ultimato l'operazione di pulizia. Un po' in fiamme abbandonò il gabinetto canticchiando qualcosa in inglese. Prima di uscire diede un'occhiata dalla finestra e, poiché gli piacque molto il paesaggio, vi sostò a lungo e non uscì. TELEFONATA Caconne sta telefonando al venditore di dadi: deve decidere se dar manforte al suo maiale. Al termine della conversazione depone il ricevitore. Da esso però fluiscono, bagnando il pavimento, alcune parole in forma sciolta che si erano intrecciate all'altro capo del filo. Bene. Ora Caconne ha preso in mano un paio di forbici, si è seduto disinvoltamente ruotandole. Poi prende il filo del telefono e lo taglia di netto. Fuoriescono alcune gocce di sangue. VICINI DI CASA L'incontro di Caconne con i vicini di casa avviene in modo strano: si guardano solo dallo specchietto retrovisore; essendo la macchina generalmente lontana, non si sente nemmeno dire buongiorno. Oggi però Caconne è uscito di casa con buone intenzioni e guanti imbottiti. Imbattutosi nella vicina di casa popputa, ha detto chiudendoli: - Guardami negli occhi! Poi ha preso i bastoni, li ha messi fra le ruote e se n'è andato a passeggio giorni tre. SCELTA Caconne aveva fatto colazione col miele e alla sua vicina di casa popputa un giorno disse: - Perché non usi l'algoritmo? Le festuche si divisero magicamente come il Mar Rosso e ai naviganti apparvero lene e lene. Preferite questa? Ne abbiamo un vasto assortimento. IN CASA In casa non c'era nessuno e Caconne godeva la sua libertà. Si era sdraiato su un destriero di cartapesta e umettava le labbra con del Metaxa, evocando i fasti dell'antica Grecia. Poi prese in mano il telefono e, pelatolo con un pelacarote, lo mangiò. Ai passanti non rimase che constatare. SUOR GENZIANA La ballerina era affascinante e Caconne, soffermandosi, se ne era innamorato. Ma un gigantesco maiale, pezzato di grigio e rosa, rovinò tutto passando di lì, col suo odore pesante ben camuffato di profumo Bic. La ballerina non ci pensò due volte e si mise un paio di mutande in testa, conquistandosi le simpatie del maiale. Ottantacinque anni sono pochi per una suora, specie se si tratta di Suor Genziana. IN SOGNO Che atmosfera idilliaca: le pertiche sono stese al sole, le more saltellano lungo il dirupo, ruotine di cacio oscillano leggiere sulla bocca di tutti. Otto pomodori rallentano bizzarramente il processo di maturazione. Alcuni banchi di biada brillano senza badare al sodo sul bel balcone di Babele. Suor Chiara scuce sacchette di sebo succhiandosi l'anulare. Altri ancora agitano arazzi azzurri,mentre Mariella miete manciate di menta sul mare. E' un paradiso. Sul più bello Caconne si sveglia al suono stridulo di una cornamusa. CRISI DI IDENTITA' - Chi sono? Continuava a chiedersi Caconne, scrutandosi allo specchio. - E questi peli sul naso... Chi sono? Così fan tutti. - E se tutti fanno così, sono Caconne anch'io. - COCCI Dai cocci di alcuni cani andati in frantumi, dopo un sontuoso banchetto di nozze, Caconne ricavò un altro cane davvero improbabile, cui venne imposto il nome di Setticlavio. Questi era alquanto singolare. Possedeva infatti due teste, una al posto giusto, l'altra invece della coda. All'ora di pranzo non si sapeva mai da quale parte avrebbe mangiato e spesso Caconne apparecchiava per due. Fu così che un bel giorno, nel bel mezzo di uno spettacolo, Setticlavio ebbe un lieve malore e una crisi di identità. Dovendo soddisfare i propri bisogni, si trovò incerto. Anzi prese una boccata d'aria, si dilatò come una mongolfiera e volò via. Perduto. AZIONI Caconne aveva appoggiato le labbra sul bicchiere d'acqua come si trattasse di gin, quando un'anitra gli attraversò il pensiero. Fu allora che col suo piede equino finì per molestarsi il dente di latte che gli era rimasto dall'infanzia. L'indagine freudiana cui si era sottoposto gli aveva impedito fino allora di farlo. Sentitosi sollevato, prese un dattero e se lo conficcò in gola, compreso il nocciolo a forma di bagherozzo. Pausa. Lungo sospiro. Accese la radio, ascoltò il nitrito di un cantante alla moda. Piegò la testa stanca, cantando dolci arie tedesche. In sogno sfogliò rose di Tirana. Quella sera non mangiò nulla. A SPECCHIO Incommensurabilmente attratto da una giovenca, Caconne vuol lucidarla a specchio. Poiché è pesante e non si muove, riesce agevolmente nel suo intento. Infatti, trattandosi di una bella scultura in bronzo, basta solo un tampone imbevuto; inoltre il lavoro di gomito gli si addice. Tuttavia, impossibilitato, per ovvi motivi, a specchiarsi in maniera decente, urla di rabbia, si sdraia per terra e piange come un bambino. BARBA Oggi Caconne è molto vecchio. Ha posto la sua lunga barba bianca sul leggio e ha cominciato a suonarla al clarinetto. Giacchè le note non erano perfettamente distinguibili, ha improvvisato per più di un'ora. APPUNTAMENTO Caconne aveva fissato l'appuntamento per le sette. Si presentò un quarto d'oca prima. Mezz'oca dopo telefonò, ma non c'era nessuno. Attese un'oca intera prima di vedere il sosia. È BENE FAR DA MANGIARE Un giorno Caconne si era sdraiato (illudendosi di stare al mare) su un mucchio di sabbia alabastrina, messa sul lastrico per un lavoro. Ma il droghiere gli disse, mostrandogli un morso di cane sulla natica destra: - Guarda come mi hanno conciato! Caconne atterrito, trasse dal portafogli una tabacchiera infuocata e la mise in bocca. La morale consiglia, pur senza avvertire, che è meglio far da mangiare che farsi mangiare... N.B.: Se si dovesse optare per l'altra soluzione, meglio togliersi i pantaloni. IN CUCINA Caconne aveva imposto alla moglie un numero determinato di ore da passare in cucina. Ma poiché costei si era ribellata a un ordine così perentorio, toccò quasi sempre a lui disbrigare tutte le faccende. IN CUCINA 2 - La mia specialità sono le ruote di caciocavallo e il leprotto alla moda di Alice. Disse Caconne, compiaciuto come una massaia d'altri tempi. E per dimostrarlo agli astanti, volle dare un saggio della sua bravura. Si rimboccò le maniche, si tolse i pantaloni e fuggì in mutande. OCCASIONE "L' Uomo, questo sconosciuto" era il titolo del libro che Caconne stava leggendo soprappensiero. Tanto soprappensiero che non ebbe mai il piacere di conoscerlo. CARTOLINA "Cari cordialsaluti & baci" c'era scritto sulla cartolina che Caconne aveva ricevuto per sbaglio. Era indirizzata a una certa Egledina Pompa da parte di Giotto, suo figlio, militare a Cremona. E fu così che Caconne sbucciò col pelacarote la cartolina, sollevando almeno un interrogativo. N.B.: Il pelacarote pela mele e pela pere. Anche. INQUIETUDINE NEL GUARDAR L'ORA Caconne, nel travestirsi da piccola fiammiferaia, si era punto con un ago, ma non si era fatto male. Nel tagliare il pane invece, sì. Da qualche tempo, nel recarsi in fretta a casa si stancava troppo e, a volte, si accorgeva assai tardi che la via non era quella... Più spesso, al tramonto, coniugava il verbo essere senza riscuotere consensi. Poi, se capitava, urlava al carro dei peperoni... Finalino Poetico E quando nel camminar tese la mano per guardar l'ora, scorse nel paniere un pezzo di pizza. Gli venne un forte appetito. Se la ficcò (voracemente) in bocca, ignaro... Pesantemente, di lì a poco, avrebbe alitato cipolla. PECORA BOLLITA Caconne, preso da insana passione per gli ovini sin dalla più tenera età, volle tosto cucinar. A questo scopo consultò manuali universali di consigli utili. Volendosi poi cimentare sperimentalmente, scelse la pecora bollita, ricetta delle più semplici, ben adatta a un esordiente. Fu così che prese un doppio waltzer e si dileguò nel buio delle prime luci dell'alba. D'un tratto dalla vasca da bagno si sprigionò un fortissimo odore di ascella, tanto potente che l'ombra del cane prese fuoco. Divenne obbligatorio chiamare i pompieri. IL CAPO E' COTTO Caconne sta nutrendosi a frigorifero dischiuso (sul pensiero di ceralacca), con avanzi di prosciutto, ricotta e fragole, putiferio di cioccolata, succo d'ananas... Quando suona il telefono, si lecca i baffi. Peccato. Troppo tardi. Atrimenti, colto sul fatto, si sarebbe almeno vergognato un poco. Come disse la nonna: - Quando suona il telefono vuol dir sempre che il capo è cotto! Poi, rifiuta l'apertura sussurando: - Passo! - MODA La parola moda suscitava in Caconne una miriade di congetture. E per lui che vestire era solo una necessità, preferiva mischiare erbette e potacchio sul gomito asciutto della bella lavandaia che gli faceva da reggilibro. Più in vista del solito, il suo panciotto di zebra si era insozzato di vino e unto. Caconne ebbe a dire qualche frase incomprensibile come: - Moda, doma, damo, mado...Poi si tolse un altro paio di pantaloni e fuggì con un altro paio di mutande. ORME SULLA NEVE Quarantadue minuti di ritardo in ufficio costituiscono un record di sicuro. Però Caconne ha le sue buone ragioni. Ha dovuto soffermarsi in strade deserte, si è legato le scarpe con stringhe di paraffina, ha urtato contro un menhir ricoperto di pagine gialle, poi, per combattere il mal di pancia ha preso un bel niente. Della neve meglio non parlarne. Al lavoro. Per oggi non c'è bisogno di giustificazione. ARTI VARIE L'espressione cubista del figlio di Caconne aveva preoccupato il genitore tanto da piegarsi. - Mardocheo, non accavallarti l'asina! Gli raccomandava, pur sapendo che l'espressione figurativa avrebbe preso il sopravvento e sortito meglio il suo effetto. Ma il figlio assumeva sempre più posizioni critiche al punto che la lavandaia smise di cantare. Poi, prima di allontanarsi, disse: - Good morning! - NIENTE PASSEGGIATA Caconne ha deciso di prendere la mano di Mardocheo per condurlo a spasso. Ma nonostante i ripetuti tentativi, non riesce a trovargliela, avendo quest'ultimo assunto nuovamente un'espressione cubista. Dunque, niente passeggiata. PIEDE EQUINO, SCIARPA E MANTIDE RELIGIOSA Un giorno d'autunno Caconne aveva fasciato il suo piede equino con una sciarpa del Milan. Non potendo assumere un aspetto più enigmatico, tale gesto fu ritenuto insignificante. Per ciò la mantide religiosa che si era casualmente appoggiata sul davanzale ebbe a dire: - Papà, pappa papà. Pappa papà. Pappa papà! Subito rapito, con gesto simbolico, Mardocheo acchiappò la mantide facendone un sol morso, sottrasse al genitore la sciarpa del Milan, se la mise al collo e scappò a bordo d'una biga cartaginese. Verso mezzanotte, alcuni passanti lo scorsero nei pressi del cimiterio a vomitare l'anima. MINESTRA Per Caconne l'ora di cena coincide col piccolo rituale di lavarsi le mani col figlio. Niagara ha un fare di cavallo docile. Oggi ha preparato la famosa minestra di dado: chiama bruscamente i familiari a tavola. Ognuno si serve da sé. Dal momento che il piatto di Caconne ha un buco al centro, come un lavandino, non si riempie mai, nemmeno con l'arrivo dei rinforzi. Resta misterioso dove vada a finire tutta quella minestra. SARDINE "Maglieria Caconne" si leggeva nell'insegna del negozio che Caconne aveva aperto usando un apriscatole a chiave. Ma le sardine erano tutte spine. A giudicare dal prezzo si doveva trattare di un prodotto scadente. EDUCAZIONE Caconne educa il cane come fosse suo figlio. Alcune volte però, educa il figlio come fosse il suo cane. ANALOGIE & DIFFERENZE Secondo Caconne il mestiere di portapatateinpuglia è più faticoso del portapatateperdute. Solo noleggiandone due si saprà la verità. SVITARE & AVVITARE Niagara ha desiderio di compiere un complesso movimento ad orologeria allo scopo di indossare un reggipetto di bamboo. Comincia ad armeggiare nella cassetta degli attrezzi, ma non trova cacciavite alcuno. - Chi ha preso questo? Chi ha preso quello? Gridacchia arrabbiata. Caconne, per farla desistere da suo intento, sbuccia la sua bertuccia e vi riesce. Ora Niagara è lieta di imitare un elettricista: cambia le lampadine fulminate e le offre in dono ai passanti. EPITAFFIO Una volta Caconne andò a leggere il suo epitaffio, ma non c'era scritto nulla e si accontentò di suonare un waltzer col mangiadischi di sua sorella. Tuttavia sentiva un gran vuoto dentro di sé. Per riempirlo acquistò un cabaret di paste e le ingurgitò con tal veemenza da stupire chiunque, passando di lì, l'avesse osservato. BAFFI Caconne ha deciso di ribellarsi al suo stato di pecora e cerca a tutti i costi di sembrare originale. Piega tovagliuoli a fine pranzo, depone fazzoletti sui termosifoni, augura "buon brodo" ai passanti. Ma non sa che tutto ciò non porta alcun cambiamento alle sue regole di vita, anzi, così facendo, ottiene il premio della bontà. A questo punto si lecca i baffi. GUERRA DI TROIA Caconne aveva riposto il libro sulla guerra di Troia nella vasca da bagno e pensando si trattasse di un impermeabile, lo indossò. Ma risultò stretto al punto che dovette spostargli i bottoni. MUTAZIONI Caconne prese in mano un guanto di gomma e lo annusò accuratamente. Poi lo buttò in terra. Ma anziché abbattersi al suolo, divenne pressoché liquido, come un uovo crudo, e rimase sospeso in aria. Tentò allora di adagiarlo su una padella per friggerlo, ma non fece in tempo che si ridusse in cenere sottile. Caconne allora afferrò l'aspirapolvere, ma senza successo. La sostanza impalpabile infatti si sparse per tutto l'ambiente prima del suo intervento. Visto che si trattava pur sempre di un guanto di gomma, lo indossò e si mise a lavare i piatti. CAFFE' Stamani Caconne, svegliandosi, ha sentito una strana leggerezza. - Puoi poggiare i piedi sulle mie ginocchia? Ha chiesto. - Organizzeremo feste di compleanno tutti i giorni. Ha sussurrato. - Inviteremo vecchie volpi e Traveling Wilburys...Ha pensato. - E' pronto il caffè? - CRINIERA POETICA "Ho venduto il prosciutto per la pelle di un asino! Fettunta Fettunta. Gnaoulaglou, gnaoulaglou. Bia, bià. " Bordata la sera di vento, Caconne. RIMARIO Caconne, voleva far l'abbracciadonne. Anziché spappagallare, passò la notte insonne. Più innanzi, fingendosi animale, divenne un calapranzi dal naso policuspidale. SEDIA IMPAGLIATA Una volta Caconne provava davanti allo specchio del bagno a recitare saluti e frasi ossequiose: - Buon giorno signora, come sta? Io bene e lei? Bene, la ringrazio. Lei è molto gentile. Signora, ha ragione da vendere. La prego aspetti un momento. Le interessano i ibri? Posso mostrarle le ultime novità. Niagara, nell' origliare, si era preoccupata: l'impressione che il bagno fosse pieno di gente l'atterriva. Dopo qualche istante di incertezza, animata da un bisogno urgente, la donna entrò nell'angusto locale e, sorprendendo Caconne in atteggiamento remissivo, gli disse: - L'amica con cui andiamo a passeggio insieme, è la figlia della mia insegnante di francese delle medie. Poi appallottolò un asciugamano, se lo mise in testa e si appollaiò su una sedia impagliata. Poco tempo dopo, mimando alla perfezione un viaggio Roma - Milano, ebbe un'attimo di smarrimento quando alla prima fermata non scese nessuno. TENTATO BAGNO NEL LATTE D'ASINA PER IMITAR POPPEA Un giorno Caconne si presentò al cospetto della sua consorte Niagara e le disse: - Posso cucinarti in brodo? Poi trasse dal frigo un bicchiere di latte e bevve. Quando uno sconosciuto si introdusse in casa e, vantandosi del suo brodo, ne rovesciò un catino sul pavimento, rimase molto turbato. L'insegnamento che possiamo trarre da questi avvenimenti ci porta a formulare ipotesi i cui risultati appariranno apprezzabili solo se ne avremo verificato l'efficacia nel tempo. N.B.: Del bagno nel latte d'asina non se ne saprà mai nulla. CERCANDO NEL BAULE Un giorno Caconne aveva pensato di prendere del bicarbonato di sodio per aiutare la digestione, ma non si accorse che era meglio coinvolgere la levatrice in una birichinata. CERCANDO NEL BAULE 2 Quando Caconne faceva il guardiano dello zoo andava a lavoro con una pantofola di pelliccia. Così facendo, tentava di nascondere il suo bel piede equino. Ma quando si trovò al cospetto di un cavallo, questi, senza proferir parola, gli fece capire che si trattava di una volgare imitazione. CERCANDO NEL BAULE 3 Caconne trovatosi al cospetto di un maialino di pasta frolla disse: - E' tutto grasso che cola! Indi piegò il sedile a guisa di portafoglio e fuggì disperato. Tuttavia quando il maialino di pasta frolla incontrò Caconne la storia non fu la stessa. ATTESA Perdutamente attratto dal profumo che si sprigionava dalla vicina panetteria, Caconne annusava l'aria come un gatto che stringe le narici a ripetizione. Pensando che il giorno dopo si sarebbe rivisto allo specchio, si sedette sul bordo del lavandino e attese l'alba. TUTTA LA NOTTE Caconne voleva prender parte ad una gara di biciclette senza ruote. Si trattava di catapultarle da un precipizio, come si fa in America con i fagiuoli in scatola. Per questo indossò un libro di avventure, usando il frontespizio come orinatoio e una bretella. Poi si avviò a casa con un mazzo di fiori sotto l'ascella. Non fece neanche in tempo ad arrivare che si ficcò a letto e dormì tutta la notte. TUTTA LA NOTTE 2 Caconne si approssimava a varcare la soglia del gabinetto dentistico, quando dalla sala d'aspetto uscì una nuvola densa di fumo colorato. Si trattava di una simulazione di teatro alquanto spettacolare. Purtroppo durò poco. Caconne ne rimase colpito a tal punto che volle provarci a casa. Ma non disponendo di mezzi tecnici adeguati, si accontentò di sognare. Allora si ficcò a letto e dormì tutta la notte. COME PREPARARE YOGOURT DI LATTE D'ASINA - L'arte di preparare un eccellente yogurt di latte d'asina impone di procurarsi un'asina dalla pelle bianca come la neve, cui badate ben di dare il nome di Biancaneve. Bisognerà accertarsi poi che l'animale sia in grado di produrre latte a sufficienza altrimenti è meglio rinunciarvi. Fate attenzione nel raccogliere il prezioso liquido, preparando per tempo contenitori puliti e capaci. - Disse Caconne. Poi si narra che, allo scoccare della venticinquesima ora, uno stuolo di fiammiferaie, dopo essersi intrise le mani di pece greca, si mise a correre sulla strada sino a un precipizio, ove Caconne attendeva impetuoso come un torrente in piena. E fu allora che, nell'assumere le sembianze di una gigantesca palla di lardo, si librò ripetutamente in aria. Nell'attraversare la strada però dovette fare attenzione alle macchine e, onde non correre ulteriori pericoli, passare sulle strisce pedonali. A questo punto lo yogurt sarà meglio comprarselo già fatto. DOVE LI POSSO METTERE In casa di Caconne le feste si passano aspettandole in ordine inverso. E' così che ad esempio aspettando Natale si fa giorno... Poi a furia di seguire scrupolosamente la tradizione, si finisce sempre per fare un po' di confusione. Tock, tock! - Permesso? - Avanti. - Qui ci sono uova, coriandoli e presepio. Dove li posso mettere? - FAMIGLIA A TEATRO Il calar del sipario segnava la fine dello spettacolo che aveva visto Mardocheo unico interprete del saggio scolastico e Caconne unico spettatore. A causa di una improvvisa epidemia infatti, molte delle cerimonie previste erano state annullate e il ragazzo era rimasto solo. Siccome lo spettacolo doveva comunque aver luogo, Mardocheo, con uno sforzo sovrumano, aveva imparato a memoria tutte le parti. Solo quella del lupo era stata eliminata. Ma l'insieme non ne aveva risentito. L'apparire di un provvidenziale "deus ex machina", sotto le cui bardature si celava autoritaria la figura imponente di Niagara, pose fine dignitosamente allo spettacolo, che si concluse con la fatidica frase: Ilio non é più! Tornando a casa, i tre fecero appena in tempo, prima della chiusura, a prendere qualcosa da mangiare dal rosticciere, poi si allontanarono col fagotto fumante, ansiosi, affamati, uniti come non mai. SCAMBIO DI RUOLI E LANCIO DI BICCHIERE Caconne stava riducendo in dadolata ben diciotto melanzane turche avute in dono dalla venditrice. Niagara, sprofondata sul divano, fumava un sigaro, emetteva versacci e tossicchiava come uno scaricatore. Conclusa l'operazione, Caconne si nettò bene le mani, prese un bicchiere e lo lanciò in aria. Ma il bicchiere rimase sospeso, e ancor oggi lo è. Per tutta risposta Niagara si tolse i pantaloni e fuggì in mutande. APPARIZIONE Un giorno Niagara si era recata da Suor Chiara per portarle delle offerte. Ma poiché quest'ultima non era in casa, non se ne era fatto un bel niente. Tuttavia quando Caconne decise di fare la medesima cosa, sorprese Suor Chiara in un atteggiamento molto inquieto. Caconne ebbe paura e non si fermò a lungo, anzi, assolto il compito che si era prefisso, si tolse i vestiti e si fece una doccia. Oggi, a dieci anni da questo insolito episodio, durante la processione di S. Giuseppe, si è avuta un' apparizione da immaginarsi a scelta del lettore. TOPI DI BIBLIOTECA Caconne voleva raccontare una favola al figlio. Prese un libro, lo inumidì con un po' d'acqua e lo divorò d'un fiato. Poi cominciò a raccontare. Trovata banale quella storia, Mardocheo volle scegliere altri argomenti. Al che, prese dei classici in edizione economica e li trangugiò. Ingannato dalle copertine morbide, li ingerì asciutti, sì da risultargli oltremodo indigesti. FIORI Caconne aveva raccolto fiori di campo che chiamò pappapani. Dopo poco, vistosi braccato da due guardie in uniforme divisionista, non fece in tempo a togliersi i pantaloni che fuggì. P.S.: Commercialmente conviene augurar buonasera ogni volta che: dei bei denti un pescecane già si vede che li ha! CONFUSIONE INEVITABILE Caconne aveva preso a suonare un piffero di lattuga estratto da una favola antica. Quando lo adagiò sul tavolo, si accorse che si trattava del gonnellino di pannolenci che Carmeluccia sfoggiava una lontana pasquetta. Essendo anch'esso di un bel color lattuga, la confusione fu inevitabile. MARIELLA Caconne puntò tutto sul cavallo Mariella. Non avendo il coraggio di assistere alla corsa, per l'ennesima volta si tolse i pantaloni e fuggì in mutande. SALUTI FINALI Per i saluti finali Caconne si era vestito di tutto punto. Poi finì per recarsi a una festa di addio al celibato di uno sconosciuto compagno di cordata. Allo scoccare della fatidica venticinquesima ora, visto che avrebbe voluto congedarsi da quel tale e augurargli almeno buon pé-pé, lo cercò invano. Da ciò poté arguire che si trattava di una persona inesistente. Quindi piegò il leggio, se lo mise in tasca e tornò a casa, stanco ma felice. Ogni riferimento a fatti e persone è frutto di casualità. 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