La felicità è un viaggio La Freccia

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La felicità è un viaggio La Freccia
La Freccia
“IL PONTE-Centro di Solidarietà Onlus” dal 1978
IL PONTE
CENT RO DI SOLIDARIETA'
Via Amba Aradam n.25 0766/35780-500685 Civitavecchia settembre 2014
O.N.L.U.S.
La felicità è un viaggio
Siamo convinti che la nostra vita sarà migliore quando avremo finito gli studi, trovato un
buon lavoro, acquistato una bella casa, una macchina, un telefonino, quando avremo dei figli,
quando saranno grandi, quando potremo fare una meravigliosa vacanza, quando andremo in
pensione, quando… quando…
Viviamo con la costante impressione che la vita, quella “ v era ” , sia come sospesa, sempre
in attesa d ’ iniziare… perché c ’ è sempre un ostacolo, qualcosa
da risolvere, da comprare, da finire di pagare, qualcosa che richiede altro tempo e poi, finalmente, la vita potrà avere inizio!
La verità: non c ’ è momento migliore per essere felici di quello
che stiamo vivendo, perché se non ora quando?
La vita sarà sempre piena di sfide, quindi é meglio accettarle e decidere di essere comunque felice.
Non ci rendiamo conto che gli ostacoli sono la vita e che non esiste una via che porta alla felicità. La felicità è la via!
Quindi prendiamo a cuore ogni momento che viviamo e valorizziamolo perché lo abbiamo vissuto con chi amiamo di più, con qualcuno di veramente speciale
con il quale possiamo trascorrere del tempo e… ricordiamo il tempo non aspetta nessuno.
Smettiamo d ’ aspettare di finire la scuola, di comprare la macchina nuova, la casa più bella, di cominciare a lavorare, di andare in pensione, che arrivi il venerdì per riposare, che giunga la primavera, l ’ estate, l ’ autunno, l’ i nverno, di arrivare al ventisette del mese, di morire,
rinascere nuovamente… per capire e decidere che non c ’ è tempo migliore che adesso per
essere felice.
La felicità, diceva Madre Teresa di Calcutta, è un viaggio non una meta, è un cammino meraviglioso che dovunque ci porti, vale la pena intraprendere! Gabriella
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Il Ponte-Centro di Solidarietà
Settimana della Spiritualità...genitori in Comunità
Si è da poco conclusa la settimana della spiritualità e voglio condividere con voi quest’esperienza unica. Qui al Ponte siamo così… don Egidio, con la sua mente vulcanica, dà “l’imput” e da un’intuizione
sgorgano esperienze forti che diventano punti fermi: Santiago, Via Francigena, Assisi, genitori in Comunità, il volontariato promuove la vita ecc. Insomma non ci si annoia mai.
Quest’anno, l’esperienza dei genitori è stata diversa dalle altre, non nei contenuti ma nel coinvolgimento
emotivo che si é sentito e vissuto per tutta la settimana.
Già il tema, per se, era impegnativo: l’amicizia e le relazioni umane sono universi complicati… se poi
consideriamo 24 genitori (record numerico in assoluto) che definire “complicati” è un eufemismo, il gioco
è fatto! Sono uscita da quest’esperienza stanca si, ma con una motivazione rinnovata.
E questo ciò che é utile: trovare spunti, motivi, idee per dare un senso al nostro vivere.
Sono grata ai genitori per l’amore trasmesso; a coloro che, in qualche modo, hanno partecipato, Caterina,
Dina, Vincenzo, Giovanni, Rossella, Giorgia e primo fra tutti Don Egidio che “ci osservava da lontano,
ogni giorno”. Abbiamo scoperto che davvero “l’essenziale è invisibile agli occhi”. Maura
La settimana in comunità è stata come fare un “viaggio”, un viaggio
metafora della vita, e come accade in tutti i viaggi, abbiamo incontrato, conosciuto, lavorato, pianto e giocato, ma non siamo mai rimasti in silenzio…
Prima di andare a dormire ci siamo sempre abbracciati, perché il desiderio
di chiarire i malesseri quotidiani, è stato un bisogno troppo forte.
Gli incontri sono stati significativi, la diversità d’ognuno é entrata nell’altro
permettendo di fare un “viaggio interiore”.
Oltre il rapporto noi-l’altro, abbiamo scoperto virtù essenziali ma spesso
invisibili agli occhi: tolleranza, senso del dovere, laboriosità, umiltà, tenacia, coraggio, vissuti e condivisi nel breve ma intenso percorso.
La ricchezza di quest’esperienza ci ha reso più forti, in grado di saper leggere la traccia dell’altro. “Tutto
ciò che entra nel cuore deve passare attraverso i nostri sensi…Emanuela mamma di Dario
Sono Rita, ho conosciuto il Ponte nel 2011, quando ho accompagnato mio figlio per un colloquio...noi
genitori eravamo alla frutta, quel ponte ci sembrava impraticabile, oggi siamo a fine percorso...il Ponte è
stato attraversato. Nostro figlio ha concluso la fase residenziale e cominciato la non residenziale.
Durante il programma si è diplomato con ottimo profitto ed iscritto all'Università, grazie all'opera di persone alle quali lo abbiamo affidato, giovane e confuso ed ai quali ci siamo affidati anche noi genitori.
Ora quando gli chiedo cosa prova ad aver raggiunto quest’obiettivo, mi risponde: “Sono orgoglioso, ho
ripreso in mano la mia vita, mi sento persona e non niente come prima”.
Anch’io ho camminato, a luglio sono stata in comunità, non per lui ma per me e quest’esperienza ha fatto
emergere, dal profondo, emozioni che non pensi di provare.
Mettersi in gioco con degli sconosciuti che, poi diventano compagni di viaggio, condividere stati d'animo,
emozioni, aiuta ad aprire la mente, a leggersi dentro, a parlare la stessa lingua con i figli.
Consiglio a tutti, anche per un solo giorno di fare quest’esperienza, perché insieme...come dice Don Egidio, ce la possiamo fare! Un saluto Rita mamma di Pierangelo
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Il Ponte-Centro di Solidarietà
...i ragazzi dell’Accoglienza
Questo cammino è stato importante, mi ha aiutato ad affrontare meglio,
con il gruppo dell’accoglienza, ad arrivare alla prima meta: la comunità.
Durante il breve, ma per noi lungo cammino abbiamo riflettuto su tre temi:
rispetto, tolleranza ed onestà, temi che poi abbiamo sperimentato veramente.
Rispetto...perché ognuno ha rispettato ed aiutato l’altro nei momenti difficili
non prendendoci in giro come succede in accoglienza.
Tolleranza...quando il gruppo ha sostenuto ed aiutato a portare gli zaini di
quelli chi si lamentava per la stanchezza.
Onestà...quando ho sentito persone che si lamentavano senza assumere atteggiamenti da duri e forti ma mostrando le proprie debolezze.
Personalmente ho riflettuto molto sul significato del mio stare qui: questa è la mia ultima possibilità per
rientrare nella società da vincitore e non come uno che non combatte per i propri ideali.
Ho pensato a mio padre che prima, quando mi parlava non ascoltavo, ora invece, da un suo sguardo ho
capito che è orgoglioso di me, mi ha detto che per tutto il tempo che dovrò stare qui mi sarà vicino.
Infine ringrazio gli operatori e coloro che c’hanno permesso di fare quest’esperienza, che, non pensavo
potesse cambiare così tanto a ciò che sto facendo. Fernando
...la Comunità
Il cammino di Assisi è dolore, soddisfazione, gioia, voglia di mollare. Uno specchio della vita: ostacoli
da superare...puoi saltare, passarci sotto, girarci intorno...Spesso mi “incastro” in pensieri nei quali la vita
“normale” non prevede sofferenza.
Poi, inaspettate, le parole di una suora nella Basilica di Santa Chiara, mi hanno fatto capire che non è così!...“ogni vita è fatta di rinunce”.
La cosa sorprendente: la serenità del suo sorriso e la semplicità con cui parlava.
Il cammino non è stato facile, ma è proprio per questo che sento d’essere cresciuta.
Non dimenticherò la tenacia con cui ho proseguito la strada e quanto sono stata determinata a non lasciare indietro nessuno dei miei compagni, per i quali provo grande affetto.
L’emozione più grande l’ho vissuta all’Eremo delle Carceri, ho pregato per i miei genitori...qualche mese
prima loro lo avevano fatto per me; in quel posto ho capito che stiamo facendo lo stesso percorso: il cammino, la comunità o la vita e non siamo soli ma possiamo vedere le persone intorno a noi e permettergli
di starci vicino. Giulia D.
Questa è la seconda volta che percorro il cammino di San Francesco, la prima volta non era stata un’esperienza bella, ero troppo confuso.
Poi, lo scorso anno il cammino di Santiago e sapevo che potevo aspettarmi solo cose positive. In verità
all’inizio non è stato cosi, poi mi sono lasciato andare, ho pensato alle relazioni che ho costruito con gli
altri ragazzi del programma, gli operatori, al mio futuro, ora che sto per finire la fase residenziale, alle
scelte che devo fare.
E’ utile anche se tanto faticoso, lo consiglio perché aiuta a ragionare. Pierangelo
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Il cammino che abbiamo fatto da Spoleto ad Assisi mi ha dato moltissimo, perché mi ha fatto rimettere
in gioco e dato la possibilità di capire quanto una persona senza obiettivi è limitata.
Non sono una persona molto credente e ho cercato di vivere il cammino spirituale in modo molto personale, ho cercato di riflettere per capire come voglio affrontare la vita e chi voglio essere.
Durante il cammino, sul Monte Subasio sono riuscito a capire... ho visto dei ragazzi che erano veramente
stanchi, in difficoltà nel camminare e restavano indietro, allora ho pensato che noi eravamo un gruppo e
dovevamo muoverci tutti insieme.
Ho proposto a due di loro di attaccarsi al mio zaino, perché li avrei trascinati ed aiutati a camminare meglio.
Così ho scalato il monte Subasio con due persone attaccate allo zaino, quando ci siamo fermati le gambe
mi facevano veramente male e sapevo che mancava ancora molta strada da percorrere.
Ma siamo comunque arrivati, tutti insieme, alla meta.
Ero molto stanco ma sereno perché ho capito che voglio essere un ragazzo che non si lascia alle spalle le
cose importanti perché pesanti, uno che vuole sacrificarsi e prendersi cura dir coloro che ama e raggiungere i miei obiettivi insieme alle persone a cui tengo di più. Sacha
… le Coccinelle
L’esperienza di Campo di Giove è stata occasione per riflettere su come fare per raggiungere una stabilità come donna matura, per essere un esempio, un punto di riferimento per mio figlio e donargli un futuro sereno.
Ho capito quanto il mio comportamento non mi piace, che per essere accettata nel miglior dei modi in questa società ed essere orgogliosa di chi sono devo fare un lavoro impegnativo, so che ce la
metterò tutta. Giulia
I quattro giorni a Campo di Giove sono stati un pò difficili perché
mio figlio è stato poco bene.
Comunque sono riuscita a riflettere su alcune situazioni della mia
vita rispetto alle quali non sapevo proprio cosa fare.
Sono tornata con le idee più chiare e più determinata. Anna
Io ero una persona che voleva tutto e subito e volevo tutto per
mio figlio, ma in questo posto magico, tra boschi, favole, folletti e gnomi ho capito che si può essere felice anche con poco. Ti voglio bene piccolino mio. Rita
Penso che sia stata un’esperienza particolare anche se ero l’unica mamma a non avere con se la propria
figlia.
Certo è stato difficile, essere senza figlia e stare a contatto con tutti i bambini ragazzini, ma ho potuto riflettere sul come dovrò comportarmi quando arriverà: prendermi cura di lei, raccontarle favole, storie inventate.
Ho riflettuto anche su ciò che devo fare, perché a volte il mio voler restare in comunità vacilla… ma ho
capito che mia figlia è l’unica persona importante ed è lei che voglio. Silvia
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Andare per mare
Non è per tutti viaggiare in barca a vela...un’altro “dono” della
comunità, poche volte nella vita mi sono sentito così libero…svegliarsi, guardarsi intorno e nient’altro che mare.
La barca a vela come stile di vita: ciò che Sergio e Rinaldo vogliono trasmetterci.
E’ difficile mettere su carta le emozioni vissute, stare insieme ad
altre persone in uno spazio ristretto non è sempre facile... eppure
più si stava stretti e più era meglio: alla vicinanza fisica corrispondeva quelle delle anime.
La prima volta in barca ho chiesto a Rinaldo perché non venivano
cancellati tutti i nomi precedenti, la sua risposta mi ha emozionato:
“la barca é capricciosa, vuole portare con sé per sempre un ricordo del vecchio proprietario”.
Pensai che questa cosa era bellissima, Rinaldo mi parlava di un oggetto come se fosse vivo.
La sua passione per la barca suscita la voglia di cercare e trovare qualcosa da amare, mentre l’affetto
con cui Patrizia prepara i dolci fa credere che ci sono ancora persone che danno agli altri senza chiedere
nulla in cambio per sè.
Questo viaggio mi ha aiutato ed è servito a leggermi dentro, a capire, guardando l’orizzonte, che non è
sempre tutto nero ma blu o azzurro come il mare.
Ho imparato il nome dei venti, perché la barca continua ad andare anche se il vento arriva diretto sul viso, a fare dei veri nodi da marinaio, che ci sono persone che sanno trasmettere la passione per la vita,
per il mare, le parole di Rinaldo: “vorrei soltanto che vi piacesse quanto piace a me!”. Alex
Credo che l’esperienza in barca a vela non si ripeterà facilmente, ci sono emozioni che porterò dentro
per un bel pò di tempo…in particolare l’unione che si è creata tra noi ragazze.
Svegliarsi, il buongiorno a tutto l’equipaggio, fare colazione insieme, sono stati momenti semplici ma di
grande unione che hanno permesso di mettere da parte i problemi e vedere solo il lato bello delle cose.
La passione, l’impegno di coloro che ci hanno guidato per mare sono state importanti, nel cuore mi rimangono tante emozioni belle ed un ricordo indelebile impresso nella mente.
Ogni mattina, al risveglio la prima cosa che facevo era uscire e cercare, con lo sguardo, in mezzo al mare, per intravedere le altre barche che navigavano con noi per un buongiorno da barca a barca…Alessandra
Mai fatto un viaggio simile, provato emozioni così forti, non ero mai stato parte di un equipaggio.
La cosa più bella: non era tanto la velocità con cui riuscivamo a far andare la barca, ma l’unione e l’armonia che abbiamo vissuto tutti insieme.
Le persone che ci hanno accompagnato, sono parte della comunità, impiegano tempo, pazienza con noi
e ricoperto di attenzioni ed amore, sono persone speciali.
Attraverso quest’esperienza ho legato tantissimo con tutti, le emozioni vissute, resteranno a lungo dentro di me e l’unione raggiunta tra noi ci accompagnerà per tutto il nostro percorso. Grazie a tutti. Dario
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Il 31 Maggio 2014
Mi chiamo Marco, lavoro da molti anni al CeIS Don Mario Picchi di Roma e con la mia compagna Barbara, ho partecipato alla cerimonia per festeggiare il fine programma di numerosi ragazzi.
Sono stato colpito dalla ricchezza dell’evento, dalle simbologie, le attività, mai dissonanti tra loro e la
complessità non ha mai fatto perdere il carattere d’umanità dell’evento.
In particolare alcuni aspetti mi hanno colpito: primo il coinvolgimento della città in un evento che ha
avuto il potere di fermare il traffico, col supporto delle autorità, a sottolineare che una persona
“ritrovata” è ritrovata davvero per tutti, questo è meraviglioso e concetto cardine dell’idea stessa di comunità. Poi lo spostamento del bel gruppo dal comune alla chiesa, poi di nuovo al comune, per tornare a
“casa”, anche questo ha intenzioni ben precise, e molto significative.
Ho capito inoltre che per voi il volontariato, spinta iniziale di tutte le vostre attività fin dagli albori, è
ancora ed ancor più importante che in passato.
E’ stato evidente che curate molto le persone che danno tempo, abilità ed umanità, le curate con rispetto
ed attenzione come si fa con chi ci è caro.
Persone che donano senza chieder nulla in cambio, ma ricevendo comunque indietro un corrispettivo
necessario, e bellissimo.
Mi ha veramente colpito vedere i volontari che passavano i “regali” nelle mani dei ragazzi, come parte
integrante del team operatori, ognuno con il proprio talento da “passare” ad altri.
I ragazzi veri, ognuno nella propria individualità, consapevoli di non esser soli; adolescenti che hanno
trascorso tanto tempo ad occuparsi con impegno e dolore, della propria vita nella ricerca di sé, cosa che
tutti dovremmo fare, al di la del manifestarsi del disagio.
Mi hanno colpito i padri, anche quelli che non ce la facevano a parlare, ma parlavano con un abbraccio,
qualche lacrima, una battuta che stemperava la tensione.
C’era un sacco d’amore, ma anche forza, modestia, umiltà, fratellanza, comprensione, la storia di questi
ragazzi dono per tutti, in chiesa, chiunque poteva entrare, ascoltare e capire.
Raccontarsi a tutti, mostrare in pubblico le proprie fragilità, anche questa una scelta precisa: son ben altre le cose di cui doversi vergognare!
Tutto in piazza, quella che dovremmo frequentare di più e meglio.
Vi ringrazio anche a nome di Barbara, per questa giornata emozionante,
illuminante e confortante.
Spero di incontrarvi ancora. Marco M.
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Il ritorno
"Buonasera a tutti è con le lacrime agli occhi, quelle lacrime che mi hanno accompagnato per
anni, che scrivo queste righe. Ora il pianto é per la felicità e tutto questo grazie a voi...a voi
che mai potrò ringraziare abbastanza!!! Non riuscirò mai...grazie dal cuore, grazie per donarvi completamente…un abbraccio pieno d’affetto".
Sto guardando i video e sfogliando gli album di foto, la tua e la nostra storia da quel lontano 27
giugno 2011 ad oggi...ed è bellissimo averti qui…le sofferenze, le lotte, le fortissime ed a volte
incredibili emozioni sembrano un ricordo lontano...invece no!!!
L’emozione più grande è vederti così come sei ora...Diversa? Cambiata?
No sei tu...S. quella di sempre...quella dolce, altruista, serena, affabile...affidabile...sempre pronta ad aiutare chiunque incroci il tuo cammino.
Ed è tutto questo che ora mi rende felice...la consapevolezza che sei
“tornata” a sorridere com’eri abituata a fare...sei tornata a
“vivere”...sei una donna...non più una ragazzina anche se in un certo
modo sei tornata indietro “nel tempo”…
Ti guardo e penso ma è lei? È lei quella figlia che ho sempre voluto
fin da ragazzino!!! Era il mio pensiero fisso!!!
Un figlio...poi la fortuna o... non so chi me ne ha donati due!!!
Ora sono la persona più felice del mondo per questo ti “ringrazio”...
Anche tua sorella S. è stata con noi fin dall’inizio in questa lunga ed estenuante “battaglia” vinta a suon di parole...di frasi mai ascoltate prima...ma che ora echeggiano dentro me come una
filastrocca ricorrente…
Ricordi quel giorno di due anni fa? Ricordi le tue parole? “Ba avevi regione quando mi dicevi
dai peso alle piccole cose...Ora ho capito!!!”
Ora l’abbiamo capito...ora sappiamo cosa siamo e ciò che vogliamo!!! Ora so di aver rispettato
il mio compito di padre e tu quello di figlia…Se vuoi puoi davvero…
Grazie per essere ciò che sei…Con infinito amore...tuo padre… A.
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Avvisi
AIUTACI A COSTRUIRE IL NOSTRO FUTURO...
La scuola, prima esperienza che la persona fa con un’istituzione sociale, favorisce la socializzazione, permette l’acquisizione di competenze, conoscenze, autostima: l’arricchimento della propria conoscenza é sempre un investimento per il proprio futuro professionale ed umano. Per questo all’interno dei programmi grande importanza viene data
alla ripresa della formazione scolastica e/o professionalizzante dei ragazzi.
Negli anni scolastici 1993/2013 i ragazzi che hanno ripreso e concluso (idoneità,
Lic. Media Inferiore e Superiore, Università , Formazione Professionale) sono 318 (da aggiornare
Tutto ciò richiede un grande impegno da parte nostra, anche economico, aiutateci a fare di più sostenendo il Progetto di formazione “IL MIO FU-
TURO”:
• BORSE DI STUDIO euro 1.000
• BORSE DI AVVIAMENTO AL LAVORO euro 3.000 destinate ai ragazzi/e del programma ed alle mamme.
Chi vuole dimostrare solidarietà può versare una qualsiasi somma, anche piccola su:
-Conto Corrente Postale n. 26644005
-Conto corrente bancario: Banca Credito Cooperativo Roma Ag.59 Civitavecchia, conto
n.5959-IBAN IT11M0832739040000000005959 Intestati a: Ass. “IL PONTE” Via Amba A-
radam n.25
DONA il 5x1000 dell’imposta sul reddito al “PONTE”. Basta firmare e scrivere nell’apposito spazio della dichiarazione dei redditi (Mod. CUD. 730. UNICO) codice fiscale 91041400580.
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