Per una Storia dell`Ordine - Ordine dei Medici di Pavia
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Per una Storia dell`Ordine - Ordine dei Medici di Pavia
Per una storia dell’Ordine dei Medici-Chirurgi e degli Odontoiatri della provincia di Pavia, a cura di Simone Bertelegni, Pavia 2010, Industria grafica pavese, pp. 22, con prefazione di Giovanni Belloni e introduzione di Giacomo Nai il giuramento che viene a costituire il primo codice deontologico medico della storia. Data la scarsità numerica ed un certo elitarismo dei veri medici, mentre le funzioni di piccola chirurgia saranno svolte da barbieri o flebotomi, si sviluppa poco e male la organizzazione dei medici in Collegi e questo anche durante il medioevo anche se alcune corporazioni raccolgono sia i medici che gli speziali, gli odierni farmacisti. I dentisti, gli attuali odontoiatri hanno invece meno nobilità, essendo le loro funzioni limitati all’estrazione dei denti ed affidati a praticoni che danno luogo a gustose ed un poco raccapriccianti stampe. La medicina si sviluppa in ambito islamico con personaggi come Avicenna mentre in ambito cristiano è frenata da alcune proibizioni circa la pratica dell’ anatomia ed il pericolo che alcune indagini venissero intese come pratiche di stregoneria, reato con il quale si reprime l’esercizio della medicina popolare praticato dalle donne guaritrici spesso indagate, torturate e uccise come streghe. Questo pregiudizio verso lo sperimentalismo fa dei collegi medici ed anche delle facoltà dei consessi di teorici che curano in base a vaghe teorie filosofiche come quella degli umori con effetti spesso devastanti per il malato, indebolito dai frequentissimi salassi dei flebotomi. La tipologia del medico è ancora nei cinque seicento di non facile definizione ondeggiando tra il dottor fisico di formazione universitaria ed il pratico e la normativa in proposito è corporativa ed incerta. Talora poi il limite tra il medico, il fisico ed il cultore delle varie scienze appare molto incerto: basti pensare al caso pavese del grande Girolamo Cardano, medico ed inventore del famoso giunto cardanico. Una razionalizzazione si avrà solo con il Presentazione di Luciano Musselli La pubblicazione che presentiamo, frutto dell’entusiasmo e del lavoro di diversi medici pavesi spesso coinvolti in prima persona nelle vicende e nella vita dell’ ordine, è celebrativa del primo centenario dell’ ordine di medici di Pavia nato almeno formalmente nel 1910, in applicazione della legge n.455 del lO luglio 1910 istitutiva dell’ordine dei medici anche se come vedremo la storia concreta dell’ordine parte un paio di anni più tardi. La storia dell’ordine dei medici è quindi, se paragonata ad altre istituzioni, relativamente recente, risalendo le legge istitutiva al 1910. La questione però di regolare l’attività sanitaria è vecchio quanto il mondo. Nell’antichità l’esercizio dell’attività medica era riservata a ceti particolari di natura sacerdotale, i sacerdoti di specifiche divinità che prendevano vario nomi a seconda dei luoghi e nei cui tempIi si svolgevano attività curative (si pensi al caso di Asclepio od Esculapio). Il serpente è un antichissimo simbolo di arte medica e simbolo con valenze sacrali. Il bastone di Asclepio, simbolo della profesione medica sin dall’antichità raffigura un serpente (animale ritenuto sacro) avvolto ad un bastoncino che serviva forse all’estrazione dei vermi sottocutanei e si collega con il caduceo di Mercurioe tutta una simbologia di valenza religiosa. In epoca greco romana di fronte all’inefficienza della medicina sacra si sviluppa il ricorso a medici specialisti spesso schiavi in origine che operavano a loro rischio e pericolo, se con successo ricevendo grossi compensi se con insuccesso rischiando pene corporali o la morte. Si tramandano i nomi celebri di medici dell’antichità da Ippocrate al romano Celso, del primo è rimasto famoso ed attuale I Settecento ed il dispotismo illuminato che prescriverà una regolare formazione accademica e disciplinerà anche gli ospedali finora gestiti dalla Chiesa più come luogo ove accogliere il malato che luogo dove veramente curarlo. A Pavia ne abbiamo la riprova con lo sviluppa della scuola medica tra Sette ed Ottocento. Sempre a Pavia si sviluppa insieme alla prima cattedra di medicina legale lo studio della “polizia medica” e cioè della disciplina giuridica della professione sanitaria e degli ospedali ad opera del professore di medicina J.P. Frank attivo a Gottingen, poi a Pavia fin verso la fine del Settecento e poi professore e primario a Vienna. Anche in Piemonte il futuro Regno d’ Italia si sviluppa anche su schema francese e napoleonico la rete della medicina di base con i medici dei poveri ed una notevole rete di opere pie. Per le disposizioni vigenti verso la metà dell’ottocento si può ricorrere già a corpose opere come il “Dizionario di Igiene pubblica” del Favale. In sostanza fino all’inizio del Novecento la laurea in medicina aveva valore abilitante per la professione medica vera e propria mentre prosperavano o almeno sopravvivevano con i redditi provenienti dalla loro attività, spessa unita ad altre come quella del barbiere, i flebotomie, cavadenti e chiropratici (i cunciaoss della Valtellina). Altra attività tra la pratica trasmessa all ‘ interno delle famiglie ed il riconoscimento ufficiale è quello delle ostetriche mentre relativamente recente è anche l’ufficializzazione e statalizzazione dell’ attività del farmacista, in origine venditore di medicine e spezie varie (lo spisié, come è ancora denominato dialettalmente) Vediamo ora in sintesi seguendo le linee del libro presentato, con qualche integrazione, l’evoluzione che porterà alaI costituzione degli ordini dei medici. Il libro presentato dopo la prefazione del Presidente Belloni, l’ introduzione del dotto Nai e la nota del curatore, si apre con un 1 2 primo capitolo dedicato alla stroia a livello nazionale dell’ ordine dei medici-chirurgi e deglo odontoiatri, cui segue un capitolo secondo che si occupa della nascita dell ‘ ordine dei medici pavese e delle sue vicende interrotte dal fascismo. Indi il capitolo terzo ci parla della rinascita dell’ordine nel primo dopoguerra e delle sue vicende fino agli anni Settanta mentre il seguente capitolo quarto ci conduce attraverso le vicende dell’ordine dagli anni settanta ad oggi. Chiude l’opera il capitolo V dedicato alle vicende dell’organo ufficiale dell’ordine il “Bollettino “, mentre chiude l’opera uan densa pagina di considerazioni finali del past President dell’ordine prof. Rondini. In appendice è pubblicato un importante ed interessante materiale documentario, un “apparato statistico” che ci da conto dell’evoluzione del numero dei medici pavesi iscritti ogni anno, dagli iniziali 43 del 1911, alla cifra record di 289 del 1912, quando si pone la necessità dell’iscrizione per poter praticare la professione, alla trentina circa nnuale degli anni posbellici, per passari ai 208 iscritti nel 1986 per poi attestarsi verso i 150 annuali comprendendo in essi gli odontoiatri di solito meno di dieci. Segue la composizione dei consigli dell’ordine dal 1952 ad oggi, l’elenco dei Presidenti con cenni biografici, l’elenco delle Commissioni per gli iscritti all’Albo degli odontoiatri e del personale di segreteria. Veniamo ora alla storia generale dell’ordine. Dopo l’Unità d’Italia la prima legge organica è la legge Crispi Pagliani del 22 dicembre 1888 sulla tutela dell’ igiene e della sanità pubblica, che istituisce la Direzione generale della Sanità, crea la figura del medico provinciale e attribuisce la qualifica di pubblico ufficiale ai medici comunali. Dalla varie associazioni mediche degli stati preunitari nasce nel 1862 l’associazione medica italiana, dalla quale si staccando poi la Società italiane di Igiene, l’associazione chirur- La collocazione del documento è la seguente Biblioteca Universitaria di pavia, Uiv. Misc.8 T 1464 n.1 Circa la storia dell’ordine dei medici e le sue origini vedasi Ada LONNI, I professionistio della salute, monopolio professionale e nascita dell’ordine dei medici, Milano, Angeli 1994 II gica italiana ed altre mentre i medici condotti fondano nel 1874 l’associazione nazionale medici comunali che nel 1875 da vita ad una cassa pensione per i medici comunali. Dopo gli anni ottanta dell’ Ottocento nascono i primi ordini sanitaria (a Milano nel 1887) e nel 1888 la Federazione degli ordini sanitari. Nella biblioteca universitaria dell’Università è conservata una copia dello “Statuto e regolamento dell’ordine dei sanitari della provincia di Pavia” risalente a questi anni. 1Da una proposta di legge giolittiana nasce la legge 445 del 1910 istitutiva dell’ordine dei medici, dei farmacisti e dei veterinari, il cui regolamento attuativo viene pubblicato nel 19112. Nel 1912 nasce la federazione degli ordini dei medici che nel 1916 ottiene la sanzione di pene per i medici esercitino come liberi professionisti senza essere iscritti all’ordine: Gli ordini vivranno fino al 1926, affiancati però dai sindacati medici fascisti. Di qui si inizierà la fascistizzazione della categoria. Nel novembre del 1923 l’associazione nazionale medici condotti diventa un sindacato fascista, nonostante la resistenza della categoria ove la grande maggioranza desidererebbe rimanere fuori dal partito. Nel 1926 la tutela degli interessi della categoria passa ai sindacati, agli ordini rimanendo solo la compilazione degli albi e le questioni di deontologia. Nel 1934 gli ordini sono commissariati, Con il decreto n.184 del 5 marzo 1935 gli ordini sono aboliti e le loro funzioni trasferite ai direttori dei sindacati fascisti, stabilendosi un controllo politico sulla categoria. Nel 1938 i medici ebrei vengono radiati dall’albo finendo in elenchi aggiunti di medici a cui è proibita la professione tranne che nel caso in cui prestassero cure a pazienti della lor stessa “razza”. La ricostituzione dell’ordine dei medici avviene con decreto n. 233 del 13 settembre 1946 che ricostituisce gli ordini dei medici chirurgi, dei veterinari, dei farmacisti e i collegi delle ostetriche a livello provinciale. Rinasce anche la Federazione nazionale ordini dei medici. La traduzione in pratica della normativa deve attendere le norme di esecuzione date con Decreto presidenziale 5 aprile 1950. Intanto si assiste ad una profonda trasformazione sociale. I poteri di stipulare contratti collettivi passano ai sindacati e nel 1978 con la riforma sanitaria Si da un assetto nuovo e moderno al settore. . Si arriva infine al 1985 quando attraverso la legge 409 viene istituita la professione sanitaria di odontoiatra, in conseguenza anche della nuova laurea in odontoiatria, per i quali è creato un albo separato. Infine incide sullo status dei medici la cd legge Bersani del 2006 che incide sulle tariffe minime e sul regime di pubblicità Si ha una ricca produzione di codici deontologici alla quale gli ordini danno un importante contributo (1958,1995, 2006). Tracciato, seguendo le linee del volume presentato l’evoluzione di fondo della disciplina della professione medica, passiamo ora alla realtà provinciale pavese. Alla nascita dell’ordine la situazione medica pavese è caratterizzata dal prevalere delle condotte piene ( con assistenza gratuita a tutta la popolazione) mentre nel vogherese l’assistenza gratuita è prevalentemente garantita solo ai poveri: le condotte urbane si concentrano sull’area delle parrocchie più importanti (Duomo, Carmine, S. Teodoro, san Michele, San Francesco, San Primo alle quali si aggiungono un condotta esterna di levante (zona di San Pietro in Verzuolo e adiacenti) e di ponente (San Lanfranco). Le ragioni di questa disparità tra i tipi di condotte è da attribuirsi probabilmente al fatto che fino al 1860 la provincia era divista in una zona austriaca ed in una zona piemontese, con sistemi diversificate di condotte. Gli ospedali in Pavia e provincia sono il san Matteo, di fondazione medioevale, ancora nella vecchia sede oggi occupata interamente dalla sede centrale dell’Università e quelli di Bobbio (allora in provincia di Pavia),in Lomellina Vigevano, Mortara, Mede Cilavegna e Gravellona, in Oltrepo, Arena Po, Stradella, Voghera (che non dimentichiamolo era in epoca piemontese capoluogo a livello provinciale) e Varzi. Possono meravigliare alcune sedi ma spesso si trattava di piccole strutture III fondate da un benefattore locale come capiterà anche in seguito. Gia nelle polemiche seguite all’elezione del primo presidente il dottor Casazza si evidenza la tensione tra i medici stipendiati ed i condotti, la grande maggioranza, capitanati dal dottor Cornelli loro esponente che a sua volta diventa presidente nel 1912. Nell’ordine nelle cariche vengono rappresentati anche i medici condotti dell’Oltrepo ( Carlo ScIavi, molto amato dalla popolazione ricordato a Casteggio come “Al duturòn “ricordato anche da una lapide posta sulla sua casa) ed della lomellina (Omodeo Zorini). Nel 1914 alla Presidenza è eletto il professor Umberto Mantegazza dematologo e venerologo uomo di interessi sociali ed umanitari, ed inizia la pubblicazione del bollettino. Minacciati di non poter esercitare ai sensi dell’art.2 della legge del 1910 i sanitari si iscrivono a valanga all’ordine e dopo accese discussioni si decide un tariffario unitario dei condotti. L’ordine ha sede in via Mentana nei pressi dell’Università. Nel periodo fascista si sposta in piazza del municipio ed è retto da commissari di cui il primo è l’ostetrico universitario Acconci e poi un altro ostetrico professore universitario e notabile del fascismo Vercesi, ostetrico di fama che opererà al san Matteo ed infine alla Mangiagalli di Milano a livelli apicali, per parecchi anni rettore magnifico dell’Università. Questo medico oltrepadano, originario di Pontu Beccarla che lo ricorda tra i suoi cittadini più illustri, accentra un numero impressionante di poteri in campo accademico e medico fino alla caduta del fascismo. Nel dopoguerra l’ordine si ricostruisce con la Presidenza del dottor Salaroli ed è espressione soprattutto dei medici condotti Si ricordano nel libro episodi curiosi Si ha un procedimento disciplinare per sottrazione di clienti: Viene anche acquistata una macchina da scrivere Olivetti: nel 1957 c’è uno strano tentativo di costituzione di una sorte di ordine a Vigevano dove esisteva una associazione medica: la cosa è però giuridicamente poco comprensibile: Deceduto Salaroli nel 1959 la presidenza passa al dottor Martinazzi, altro medico condotto pavese e la sede viene spostata in Via Cavagna Sangiuliani. Martinazzi viene insignito di una targa d’ oro al merito e la negli anni settanta la Presidenza passa al dottore Remo Massara, medico a Torrevecchia Pia. La presidenza passa poi al medico condotto lomellino dottor Giacomo Nai, uno degli autori del presente volume, eletto per ben sei mandati:le questioni affrontate non sono poche dalla questione dell’ammissione di medici giordani a quella delle prescrizione di medicinali da parte delle ostetriche. Nel 1986 viene eletta in consiglio l a prima donna, la dottoressa Audisio odontoiatra. Nelle lezioni del 1987 si ha un sorpasso in Consiglio da parte dei medici ospedalieri ed universitari. La sede si sposta in via Ludovico il Moro, facilmente raggiungibile dopo la chiusura del centro storico alle auto. La presidenza passa a medici ospedalieri, diventati a loro volta molto numerosi con la riforma sanitaria con il prof. Giorgio Rondini, illustre pediatra e neonatologo dell’Università di Pavia che assume per diversi anni la presidenza stessa dell’ordine e l’ attuale Presidente dottor Giovanni Belloni. Riprende il bollettino e la sede dell’ordine si sposta in via Ludovico il Moro. Si danno vita a commissioni ed attività di rilievo sociale ed di ricerca in connessione con l’ambito universitario. L’ordine si è decisamente modemizzato anche se fatica a trovar una sede nuova e più capiente. Vengo proposte ipotesi e candidatura di edifici ma la questione è ancora oggi da risolvere. Quasi senza accorgersene l’Ordine compie cent’anni e vi è da dire che li porta veramente bene. Chiudo questa presentazione con un pubblico ringraziamento per il cordinatore e il presidente dell’ordine dottor Belloni e per i medici pavesi (dott. Bottoni, Bagheri, Franchini, Gioncada, Lisi, Mami, Nafissi, Nai) che hanno dedicata tante energie, tempo e passione per il recupero della memoria del passato dell’ordine, opera altamente meritoria e che mi sembra molto ben riuscita Buon centenario quindi ed auguri per il futuro. IV