LA STORIA/ L`azienda "coccodrillo" che resiste all

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LA STORIA/ L`azienda "coccodrillo" che resiste all
7/3/2014
LA STORIA/ L’azienda "coccodrillo" che resiste all'estinzione della crisi
IMPRESA
LA STORIA/ L’azienda "coccodrillo" che resiste
all'estinzione della crisi
INT .Marco Ceribelli
v enerdì 7 m arzo 2 01 4
«Fanuc rappresenta l’eccellenza della produzione tecnologica giapponese, l’azienda che più ha spinto lo
sv iluppo industriale del Giappone negli ultim i 50 anni». Esordisce così Marco Ceribelli, am m inistratore
delegato di Fanuc Italia, l’azienda con sede ad Arese che dirige dal 2 005 e dov e è approdato all’inizio
degli anni ‘9 0. «È stata Fanuc a produrre i prim i controlli num erici che sono alla base delle lav orazioni
in m etallo dei m otori delle autom obili piuttosto che i com ponenti aerodinam ici di ascensori, pom pe,
ecc.». Nel settore della m acchina utensile «noi italiani siam o al top della produzione m ondiale». La
prov a? «Le grosse aziende si riv olgono a noi, non si m ettono nelle m ani di fornitori qualsiasi. Perché nei
m acchinari siam o una delle teste pensanti dell’Europa». L’anno scorso Fanuc ha fatturato 4 m iliardi e
m ezzo di euro. «Fanuc è un’azienda unica nel suo genere perché inv este buona parte di quello che
guadagna in ricerca e sv iluppo e non ha un euro di debito: il suo statuto im pedisce di accendere m utui e
finanziam enti». Fanuc ha la leadership nella produzione di apparecchiature per i costruttori di
autom otiv e. In azienda c’è anche una div isione robot: «Abbiam o la produzione più articolata del m ondo,
dal m ezzo chilo a 1 .3 50 chili di sollev am ento per i settori più sv ariati; da quelli per am bienti disagiati,
com e i reparti di v erniciatura, alle più m oderne applicazioni che riguardano il m edicale, il packaging,
bev erage, picking». Un esem pio? La Ferrero, una delle eccellenze della nostra industria alim entare, è
una dei m igliori clienti di Fanuc: «I Ferrero Rocher sono m essi in scatola da uno dei nostri robot». Dietro
eccellenze com e Ferrero non c’è il caso o la fortuna. Non c’è solo un prodotto che il m arketing ha
indov inato: «C’è un sistem a che prev ede l’ingegnerizzazione in Italia delle m acchine che producono i
Ferrero Rocher (piuttosto che i Kinder Fetta al Latte) m acchinari che v engono poi esportati in tutte le
Ferrero del m ondo dov e si producono le stesse m erendine con la stessa qualità con la quale v engono
confezionate in Italia». Poi c’è una terza div isione, «che noi chiam iam o “robom acchine”»: sono centri di
lav oro, uno per la foratura e la fresatura; una serv e per tagliare stam pi e com ponenti di m atrici e una
pressa a iniezione che serv e per fare i com ponenti in plastica, com e il case dei telefoni cellulare. «Il
v antaggio di Fanuc è che da sem pre li facciam o con l’elettronica, m entre gli altri usano ancora l’olio con
i suoi consum i, inquinam ento e precisioni lim itate: noi inv ece usiam o da sem pre un sistem a elettronico
che perm ette di av ere un controllo più preciso e un im patto am bientale m olto più basso, m olto m eno
rum ore, m eno spazio occupato dalle m acchine, ecc.». Il display di un com une cellulare non è un pezzo di
plastica pressato m a il risultato di uno stam po le cui superfici interne sono state lav orate con precisione
nanom etrica. «Dov e ci sono tecnologie im portanti dietro ci siam o noi. Fanuc fornisce il “cerv ello”, il
controllo che perm ette alla m acchina di fare una serie di operazioni. I costruttori ci m ettono le loro idee,
le loro parti m eccaniche e assiem e otteniam o un grande risultato».
A sent irla parlare viene da dire che non st at e risent endo della crisi…
La crisi non l’abbiam o sentita più di tanto perché i costruttori italiani di m acchine utensili, che sono i
nostri principali clienti, e quelli che costruiscono le linee con i nostri robot si sono ben attrezzati per
esportare il grosso della produzione all’estero.
All’est ero come vanno le cose?
Si parla orm ai di un 7 0-80%, anche 9 0% della produzione esportata e di un m ercato interno che
praticam ente si è dim ezzato: fatto 1 00 il 2 005, oggi siam o intorno al 50-51 %. Mentre il consum o interno
si è ridotto della m età, all’estero le cose v anno bene, perché il prodotto è buono, di qualità e il supporto
non m anca. I nostri m igliori clienti sono riusciti addirittura a espandersi all’estero.
In che modo?
Sem pre con lo stesso m etodo: facendo filiali all’estero, m agari piccole, oneste senza fronzoli, m a
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concentrate sul business. Poi ci sono persone di fiducia, capaci, m otiv ate che v anno sul posto e m ettono
in piedi la filiale, costruiscono una rete di clienti, ecc. Che è quello che i giapponesi hanno fatto da noi.
Nel 1 9 9 1 , quando sono arriv ato in azienda, in Europa erano tutti giapponesi; poi pian piano le filiali di
Fanuc sono state lasciate in gestione al personale locale.
Che prospet t ive ci sono in It alia?
Mentre le aziende italiane sono pm i, nel m ondo assistiam o ad aggregazioni di colossi che producono dalla
a alla z tutto ciò che riguarda la m acchina utensile. Sarà da v edere se questi colossi riusciranno poi a
integrare tutte le realtà che hanno acquistato nel m ondo, con tutti i loro prodotti, m etodologie, culture
div erse. Oppure…
Oppure?
Oppure se le nostre pm i che sono abbastanza snelle riusciranno inv ece a adattarsi m eglio al m ercato. Il
dinosauro è un anim ale grosso, m a ha bisogno di tanto cibo; il coccodrillo, che è più piccolo e rim ane
nella sua pozzanghera riesce a soprav v iv ere; il dinosauro grande e grosso si è estinto, il coccodrillo è
arriv ato fino ai nostri giorni. Questa è la sfida.
Però Fanuc, per dimensione, è più un colosso che una pmi, e così?
Il nostro fondatore ha sem pre detto che siam o un piccolo gigante. Certo, siam o una v era e propria
m ultinazionale. Che tiene sem pre sott’occhio l’efficienza e i costi. Abbiam o dei param etri che teniam o
costantem ente m onitorati. Per noi, ad esem pio, non è im portante solo v endere m a anche v endere bene e
av ere un serv izio post v endita che renda soddisfatto il cliente. Le faccio un esem pio.
Prego.
Prim a di aprire l’ufficio v endite Fanuc apre il serv izio di supporto al prodotto. Questa è lungim iranza. In
term ini finanziari, fare una cosa del genere in tutta Europa è costato m oltissim o nel ‘9 1 . Però è
im portante perché il cliente che com pra una m acchina da un m ilione di euro v uole essere sicuro di
av ere un supporto. Prim a di staccare l’assegno ci pensa un attim o, v uol v edere cosa c’è dietro; ad
esem pio se chi gliela sta v endendo ci sarà ancora tra 5-1 0 anni. Fanuc, in questo senso, garantisce 2 5
anni i pezzi di ricam bio.
Come fat e?
In realtà, ne forniam o anche di m olto più v ecchi: ancora oggi ce ne sono in giro di m olto v ecchi che
lav orano ancora e anche di questi offriam o supporto. Sono v alori che m ettono in cam po certe aziende
che non a caso hanno successo, m a perché hanno inv estito a m edio e lungo tem ine. È v ero che in Italia si
fa fatica a ragionare a m edio e lungo term ine…
Quali sono le prospet t ive di sviluppo di Fanuc?
Ogni m ese fa a sé. Tutti facciam o grandi ragionam enti su scala annuale poi ci sono delle turbolenze
internazionali di v aria natura che influiscono in m odo m olto pesante sulle prospettiv e. Dopo un 2 01 2 2 01 3 abbastanza allineati com e num eri, abbastanza stabili, le prospettiv e per il 2 01 4 si presentano
buone.
In base a cosa lo dice?
Ci sono dei segnali che indicano un trend positiv o. Non eccezionalm ente positiv o, m a da cui ci si può
aspettare una crescita del 5%.
Che t ipo di segnali?
Abbiam o un indicatore che per noi è m olto im portante: il nostro centro di assistenza che è in contatto
giornalm ente con i nostri clienti, negli ultim i due-tre m esi ha registrato un più 5-1 0%. Vuol dire che le
aziende hanno ripreso a lav orare. E in generale le aziende si stanno m uov endo più dell’anno scorso.
Anche sul mercat o int erno?
Sì, anche per quanto riguarda il m ercato interno l’acquisto di m acchine utensili è leggerm ente
cresciuto. O perlom eno la forbice tra export e consegne sul m ercato interno si è ridotta. Non è m olto per
un m ercato com e quello italiano che era 4 o 5 al m ondo. Ma quel più 4 -5% sul m ercato interno v uol dire
che si sta v endendo un buon num ero di m acchine utensili ad aziende italiane. C’è da dire anche un’altra
cosa.
A cosa si riferisce?
Se contiam o il 2 009 com e anno tragico, nel 2 01 3 si chiuderebbe il quinquennio che nel settore della
m acchina utensile è il tem po m edio per l’inv estim ento in un prodotto di qualità. Visto così, il 2 01 4
potrebbe essere l’anno della sostituzione dei m acchinari dopo 5 anni di am m ortam ento. In questo caso si
rim etterebbe in m oto il m eccanism o della produzione industriale italiana. In quest’ottica, il
rifinanziam ento della legge Sabatini potrebbe dare una grossa m ano.
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Alt ri proget t i che avet e in corso?
Ce n’è uno m olto interessante che riguarda la form azione; è un progetto a cui ho creduto da subito e m i
v ede personalm ente coinv olto da orm ai tre anni. Abbiam o costituito un consorzio a cui partecipano
istituti professionali, aziende com e Fanuc e gli enti form ativ i regionali, insiem e abbiam o dato v ita al
Polo Meccanica e Meccatronica che serv e a tirar su le nuov e lev e. Ci sono ragazzi preparatissim i e
m otiv ati: in Fanuc ne abbiam o assunti 5 in due anni. Ne abbiam o v isti parecchi e posso dire che il 9 0 %
era potenzialm ente da assum ere
Come funziona?
Il personale docente è fornito dalle aziende; si tratta di specialisti che fanno ore di form azione su un
prodotto specifico, in generale sulle m acchine. I ragazzi che escono da quei corsi sono pronti per essere
rapidam ente inseriti in am bienti lav orativ i anche abbastanza com plessi. Uno di questi ragazzi, a
esem pio, dopo 5 anni di liceo scientifico non se la sentiv a di andare all’univ ersità; si è accorto di av er
sbagliato strada, si è fatto un anno e m ezzo di form azione e adesso è qui a lav orare. Tra l’altro, cosa non
com une, sono tutti ragazzi che parlano fluentem ente inglese. E anche questo m i sem bra un segnale
positiv o.
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