Rivista Charitas Cavanis 2016 n.02

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Rivista Charitas Cavanis 2016 n.02
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Trimestrale Congregazione delle Scuole di Carità Istituto Cavanis
n. 2
GIUGNO 2016
ANNO LXXXI
“Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003
(conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 NE/TV”
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restituzione al mittente previo pagamento resi.
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CHARITAS CAVANIS
Trimestrale Congregazione
delle Scuole di Carità Istituto Cavanis
www.cavanis.org
Anno LXXXI n. 2
REGISTRAZIONE
Tribunale di Venezia, 20 maggio 1953 n. 139
ISCRIZIONE ROC: n. 24130 del 19/12/2013
Direttore Responsabile:
Maurizio Del Maschio
EDITORE
Associazione Sola In Deo Sors Cavanis Onlus
P.tta S. Pio X, 3 - Tel. 0423 544003
Possagno (TV)
REDAZIONE
Collegio Canova Istituto Cavanis
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Coordinamento redazionale:
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Gigi Pennacchi
Silvano Mason
Collaboratori:
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Carla Fabbri
Carlo Marcucci
Chiara D’Agostino
Daniel Mussulu
Elena Zaccariotto
Franca Gaetan
Francesca Torresin
Francesco Pais
Gigi Pennacchi
Giordano Tabbì
Giovanni Simbolotti
Giuseppe Mani
Giuseppe Moni
Irene Astolfi
Lorenzo Valle
Martina Galuppo
Maurício Kviatkovski de Lima
Nazzareno Caporello
Pietro Fietta
Raffaella Drigani
Roberta Salani
Roberto Panazzolo
Simone Carnevale
Stefania Marzolla
BUONA ESTATE
Lo scorrere del tempo è inesorabile e il ritmo della nostra vita è frenetico.
Nella Sacra Scrittura si trova l’espressione: “c’è un tempo per piangere e
un tempo per ridere”. Sarebbe bello che il secondo avesse la prevalenza e
probabilmente ce l’ha, ma talvolta non riusciamo a scoprirlo, manifestarlo
e viverlo nella nostra vita e nella nostra quotidianità. Le notizie arrivano
veloci, in tempo reale, e generalmente non sono notizie buone: c’è la
violenza di ogni giorno che passa attraverso le guerre o i fatti di cronaca
nera quotidiani, c’è una politica che esprime talvolta poca coerenza, ci sono
alcuni membri della Chiesa che non manifestano conformità al Vangelo, c’è
l’eticità stessa dell’agire umano che mette in crisi i valori tradizionali che
fanno parte della storia umana… A tutto questo però si contrappone, quasi
di nascosto, sempre la speranza e l’impegno di tantissime persone per fare
meglio. I contenuti della nostra interiorità possono dare testimonianza alla
stessa società. Viviamo un anno di misericordia giubilare in cui il Papa
Francesco ogni giorno ci manda dei messaggi di riflessione profonda, ci
ripropone l’autenticità del messaggio cristiano in una vita, che sì, rispetta
la persona, ma che deve essere costruita nella coerenza della sua bellezza.
Riuscire a fermarsi con se stessi vuol dire riscoprire i valori belli che sono
propri della natura che ci circonda e della bellezza del valore ancora più
grande: la bontà del cuore dell’uomo che sa anche dare tutto se stesso per
gli altri. Sicuramente si può dare la prevalenza non al tempo del piangere,
ma al tempo del ridere. P. Antonio e P. Marco Cavanis, pur nelle difficoltà di
ogni giorno, sapevano sperare e sorridere e si trasmettevano la positività delle
cose che accadevano. Con certezza l’operaio non lavora invano, sicuramente
ciascuno di noi può fare emergere quello che ha fatto di positivo non per
un’autoreferenzialità, ma per un onesto e sano realismo personale.
Abbiamo percorso un buon tratto operativo del 2016, siamo agli ultimi
sforzi con la conclusione nell’anno scolastico e con la pausa delle attività
pastorali, un meritato riposo dal lavoro ci consente di
recuperare l’energia per essere nuovamente propositivi
e creativi. Una bella e buona estate a tutta la famiglia
Cavanis!
P. Gigi Pennacchi
Superiore Delegato ItRo
Progettazione:
Delegazione ItRo
Stampa:
Arti Grafiche San Marco
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SOMMARIO
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Editoriale
P. Basilio Martinelli
Chioggia
Possagno
Roma
Roma parrocchia
Venezia
Osservatorio
Romania
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31
Corsico
Ex-allievi
Amicizia Lontana
Congo
Filippine
Brasile
Bolivia
Suore Cavanis
Notizie Tristi
PADRE BASILIO
Celebrazione del 54o del dies natalis
del Venerabile Padre Basilio
La prima tappa, come da tradizione, è stata a Possagno domenica
17 aprile, con la comunità del collegio e quella parrocchiale riunite
in festa nel tempio canoviano, per assistere alla celebrazione
dedicata alla memoria dell’umile padre la cui devozione rimane
forte come la fama di santità e radicata nel cuore di vecchi e
nuovi devoti.
La seconda tappa si è celebrata a Calceranica, domenica 24
aprile, con una delegazione guidata dal Preposito Generale padre
Piero Fietta e dal Superiore Delegato padre Pierluigi Pennacchi,
irrobustita da un folto gruppo di fedeli partiti da Possagno al
seguito del rettore del collegio, padre Giuseppe Francescon.
La delegazione è stata accolta a Calceranica dal nuovo parroco
Don Ernesto Ferretti e dal giovane sindaco Cristian Uez, entrambi
determinati a proseguire l’impegno dei predecessori Don Paolo
e Sergio Martinelli nel tenere viva la testimonianza del padre
Basilio e nel sostenere con l’Istituto l’impegno nella causa di
beatificazione.
La visita alla casa natia ha rappresentato per vecchi e nuovi,
un appuntamento immancabile, ma capace di far sgorgare nel
pellegrino sentimenti ed emozioni intense, quali solo i luoghi
della fede viva sanno rinnovare con scaturigine perenne.
Nella chiesa gremita, poi, l’incontro con la comunità di Calceranica,
in trepida attesa di rinnovare, nella liturgia animata dal coro,
l’affetto e la devozione per padre Basilio che qui era nato e
battezzato nel 1872. Nel corso della concelebrazione il padre
Preposito e il Superiore Delegato hanno rinnovato, in forma di
dialogo e con citazioni dai “Pensieri ed Affetti del Venerabile
Padre Basilio Martinelli”, l’inesauribile vitalità e la straordinaria
novità della lezione del Venerabile padre Basilio, nella prospettiva
ecclesiale del Giubileo della Misericordia.
Non i tempi, ma i cuori degli uomini sono la vera casa della
speranza cristiana, e possiamo ancora dire con padre Basilio che
“Il segno del vero amore è il sacrificio” e “Se manca qualche
cosa ai nostri tempi è l’amore vero verso Dio e il vero amore
verso il prossimo.”
Un messaggio capace di costituire fonte inesauribile di novità
anche per la scuola di oggi, per la quale padre Basilio aveva già
posto insostituibili premesse a qualsiasi percorso di rinnovamento,
perchè “Chi vuole educare deve amare così, nella famiglia come
nella scuola: amare e sacrificarsi per crescere delle anime che
sappiano amare e sacrificarsi per Dio.”
L’incontro alle porte della chiesa e i saluti più disposti all’abbraccio
fraterno hanno fatto propria con convinzione la promessa di
avviare fin da ora il progetto per l’anno 2017, per la celebrazione
congiunta del centoventesimo dell’ordinazione sacerdotale, avvenuta
in Venezia per opera del cardinale San Pio X.
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Omelia tenuta dal Superiore Generale
nel Giorno della Memoria
Cari amici, stiamo vivendo il “Tempo di Pasqua” che
prolunga la gioia del trionfo di Cristo ed è divenuto per i
Padri della Chiesa l’immagine dell’eternità e della pienezza
della vita. E i veri testimoni della risurrezione del Signore
sono i santi. P. Basilio è stato ordinato sacerdote il 17
aprile, Sabato santo, del 1897, ha celebrato in Calceranica
la sua prima messa il 25 aprile, ottava di Pasqua; tutta
la sua vita è stata una celebrazione del mistero pasquale
perché ha mantenuto fede al suo proposito da lui espresso
con queste parole: “Voglio essere santo cioè provato,
voglio avere la carità verso Dio e verso il prossimo,
voglio essere umile, prudente, paziente, saggio,
costante nel bene, giusto … Non voglio in nessun
modo venire meno all’amore che Dio mi porta”.
P. Basilio ha accolto nella sua vita il Comandamento
nuovo dell’amore, ha ben capito che la novità di questo
comandamento stava nell’amare come Gesù ha amato,
amare cioè fino alla fine, amare passando attraverso il
sacrificio e la croce. “Voglio andar avanti col mio
programma: umiltà e sacrificio … Voglio amare
Dio con tutte le mie forze, offrendo i patimenti e
facendo la divina volontà”.
Cristo ha introdotto, come segno distintivo dei suoi discepoli,
soprattutto la legge dell’amore e del dono di sé agli altri:
“Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua
vita per i propri amici”. Frutto dell’amore sono anche la
misericordia e il perdono.
Oggi siamo qui per lodare, benedire e ringraziare Dio
che è mirabile nei suoi Santi, e allo stesso tempo per
fare memoria del Venerabile P. Basilio Martinelli, questo
umile e grande figlio di Calceranica, egli che è un dono
per la Chiesa e per la nostra Congregazione.
La commemorazione del caro P. Basilio acquista un
significato speciale nel contesto di questo Anno santo
della Misericordia perché P. Basilio è stato veramente
un Apostolo della Misericordia: incarnò nella sua vita la
parabola del Padre misericordioso che attende il “figlio
prodigo”.
P. Leopoldo Mandic, P. Pio da Pietrelcina e, perché no,
anche P. Basilio e molti altri possono essere chiamati
“profeti” della Misericordia. Sono uomini e donne di Dio
che, con le loro intuizioni, la loro vita, le loro parole,
hanno annunciato quell’abbraccio del Padre che Cristo
narra nella parabola del “figliol prodigo”. I loro nomi sono
iscritti nel grande libro dei Santi e rientrano idealmente
nel numero di coloro che possono essere considerati i
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“beati” del perdono, della carezza divina,
dell’accoglienza assoluta, dell’amore gratuito,
del dono del proprio cuore a chi è misero
o nel bisogno.
P. Basilio si è sempre dimostrato pieno di
bontà e comprensione con quanti andavano a
inginocchiarsi ai suoi piedi. Convinto com’era
che non si può fare del bene alle persone senza
volere loro bene. P. Basilio accoglieva tutti
con amore e per tutti pregava trasmettendo a
coloro che lo incontravano il calore dell’amore
di Dio, lasciando in tutti una grande nostalgia
della Bontà divina. Mantenere viva questa
nostalgia è stato il grande miracolo di
P. Basilio nella sua vita e continua anche
dopo la sua morte. Infatti l’esperienza del
Padre misericordioso vissuta da P. Basilio
è un invito pressante a riscoprire alcune
verità particolarmente significative oggi, e
soprattutto ci aiuta a riscoprire la nostra
identità di creature redente da Cristo. La vita
di P. Basilio lascia affiorare l’incanto della
Paternità che ama ed educa. Dal cielo dove
vive nella Carità perfetta di Dio, Padre Basilio continua
a ripeterci: “Diffondiamo nel mondo l’amore non
amato, l’amore non conosciuto. Diffondiamolo
con l’esempio e con la preghiera che ottiene ogni
cosa”.
In questa Celebrazione eucaristica vogliamo chiedere al
Signore di glorificare questo suo umile servo che è stato
maestro di scienza e di virtù. Ancora oggi il venerabile
P. Basilio è nostro guida, padre e maestro e ha molto
da insegnarci con la testimonianza della sua vita che ha
rivelato l’amore misericordioso di Dio e con i suoi scritti
che provano come è riuscito a vivere il comandamento
dell’amore. Ascoltiamolo.“Voglio esercitare in modo
perfetto e costante le tre virtù teologali: fede viva,
speranza inconcussa, carità ardente. Allora soltanto
potrò godere dell’unione intima con Dio”.
P. Basilio ha accolto come un grande dono la Fede, che
ha attinto dalla sua famiglia e dalla comunità parrocchiale
di Calceranica, e l’ha alimentata con il suo continuo
atteggiamento di preghiera, “Tutta la mia intelligenza la
pongo, o Dio, ai tuoi piedi con profondo ossequio
e così la volontà. Mi fido di te che sei la verità
per essenza. Voglio essere umilissimo per avere una
fede che trasporta i monti”.
Ha sempre avuto la coscienza di essere piccolo, limitato,
ma ha dimostrato una illimitata fiducia in Dio. “Ti prego,
o Signore, che l’azione della tua misericordia
indirizzi questo mio cuore, perché senza di te
non posso piacerti. Mi trovo come un pulcino che
vorrebbe volare, ma le ali quasi prive di penne non
lo sostengono. La tua grazia questa è solo atta a
sollevarmi e mi dà la forza d’innalzarmi fino a te,
o Dio grande e potente. Totalmente possederti e
amarti come si ama in cielo: ecco l’unico sospiro
di questa mia anima. O mio Dio, mio tutto!”.
Ha rivelato la sua fede e la sua piena fiducia in Dio
nell’impegno quotidiano di seguire il Buon Pastore. “O
Gesù che sei il Buon Pastore che dà la vita per le
sue pecorelle, che ci dai la tua Carne in cibo e il
tuo Sangue in bevanda, abbi misericordia di noi.
Fa che cresciamo in virtù: nell’umiltà, nella carità,
nell’obbedienza. Ci difendi dall’egoismo e dall’orgoglio
e da qualunque nemico dell’anima nostra. Fa vedere
a noi i beni del cielo affinché a questi miriamo in
tutti gli istanti della nostra vita”.
Ma la misura della nostra fede si prova anche da quanto
siamo capaci di comunicarla. Ebbene P. Basilio aveva una
grande fiducia nella bontà di Dio e così sapeva infonderla
anche negli altri.
Egli è stato un uomo di speranza sempre voltato al futuro.
La sua vita fu caratterizzata dalla tensione al soprannaturale:
lavorare per la gloria di Dio e per la salvezza delle anime,
con la preghiera e con il sacrificio silenzioso. Sempre
sereno, viveva abbandonato nel Signore e nella sua luce
valutava tutti i problemi; con la parola Padre Basilio
dava tranquillità e pace in ogni situazione di sofferenza
e di incertezza. “Voglio ripeterlo spesso. Tutto potrà
mancarmi sulla terra, ma voi no, o Signore. Ho
sperato in voi e non sarò confuso. Voi siete mio
padre, mia madre, mio fratello ed amico”.
P. Basilio ha vissuto veramente una carità ardente perché
l’amore di Cristo ardeva nel suo cuore. Come figlio spirituale
di P. Antonio e di P. Marco Cavanis e come membro della
Congregazione delle Scuole di Carità, ha frequentato sempre
la scuola di Carità del Divino Maestro nelle lunghe ore
passate in adorazione davanti all’Eucarestia ed è stato
dispensatore dell’Amore Misericordioso del Padre nel
ministero della scuola e nel Sacramento della Confessione.
“Voglio avere verso Dio un’affettuosa gratitudine per
tutti i peccati da cui mi ha preservato nella mia
lunga vita e per i perdoni che mi ha concesso nel
sacramento della penitenza. Canterò in eterno le
misericordie del Signore. Che sarebbe ora di me se
Dio non mi avesse curato amorosamente come una
madre il tenero figlio?” e ancora: “Dio ci ama da tutta
l’eternità e ci attrae a sé usandoci misericordia...
L’amore di Dio verso di noi non ha misura. Perché
non riamarlo con tutte le nostre forze?”.
P. Basilio ci insegna ad essere buoni perché se il cuore
dell’uomo è buono, allora ogni altra cosa può diventare
buona.
“Facciamo anche noi del bene al nostro prossimo
senza stancarci, senza risparmiarci. Una buona
parola, uno sguardo benevolo, un atto di carità”.
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Praticò la carità in grado non comune, nell’esercizio,
soprattutto, del suo ministero di educatore e confessore.
Si dimostrava benevolo con tutti. Mormorazioni e critiche
erano completamente aliene dalla sua personalità morale.
Non amava apparire e ha lasciato scritto: “Lasciamo noi
stessi nell’ombra e curiamoci amorosamente dei
nostri fratelli. Come fa la madre coi figli. Questa
è la vera carità che ci fa cari a Dio”. Era sempre
disponibile e per le confessioni non aveva orari. Si poteva
andar da lui in ogni momento, si poteva avvicinarlo ovunque.
Non si rifiutava, non faceva mai aspettare. Interrompeva
anche il salmo che stava recitando, il Rosario, qualunque
cosa facesse; accoglieva tutti e sempre con tanta bontà e
affabilità. Qualcuno ha voluto definirlo come “l’uomo del
confessionale”. Amava i suoi penitenti fino a dire: “Voglio
portare nel mio cuore tutti i miei penitenti e implorare
sopra di loro la benedizione di Dio”.
Sarebbe troppo lungo enumerare qui tutte le virtù che
P. Basilio ha esercitato in forma eroica e che rivelano
a noi come la spiritualità sia la colonna portante di
qualsiasi servizio nella Chiesa e nella vita cristiana.
Ricordiamo brevemente le devozioni che
hanno fatto maturare la sua spiritualità:
1)Grande venerazione per la Parola di Dio che studiava
assiduamente, meditava e contemplava per poi trasmetterla:
“Quello che predico alle anime voglio meditarlo
intensamente, sentirlo nel mio cuore e comunicarlo
per convertire. È Gesù che parla per mezzo delle
mie labbra”.
2)Straordinario e appassionato amore all’Eucarestia
era ben conosciuto a tutti per l’ardore con il quale
celebrava la Messa e per le ore anche notturne di
adorazione davanti al Santissimo Sacramento. Ha lasciato
scritto il suo proposito: “Visiterò spessissimo Gesù
sacramentato”.
3)La devozione al Cuore sacratissimo di Gesù: “Non devo
temere la dissipazione nella vita spirituale, se
sono devoto del Cuore Sacratissimo di Gesù ...
La devozione a questo Cuore vince ogni ostacolo
sia per ciò che riguarda l’apostolato sia per
la nostra vita spirituale. O Gesù mettimi come
sigillo sopra il tuo Cuore e non ti abbandonerò
mai”.
4)La contemplazione del crocifisso e la meditazione della
passione del Signore nella pratica della Via Crucis che
faceva ogni venerdì. “Sia il mio pane quotidiano la
meditazione della passione di Gesù. Possa sentirla
nel mio cuore come San Francesco d’Assisi”.
5)La grande devozione alla Madonna, Madre di misericordia:
“O Maria, quante grazie mi avete fatto! Voglio
farvi spesso degli ossequi e ricordarmi sempre
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d’avervi eletta, da novizio, come madre”. Nel
1908 P. Basilio ha visitato il santuario mariano di
Lourdes e ha fatto una promessa: “Da quella volta ho
offerto a Maria ogni giorno il rosario intero per
la perseveranza dei giusti e per la conversione
dei peccatori”.
Allo stesso tempo P. Basilio ha arricchito e ha accolto
l’umanità sua e dei fratelli unendola all’umanità di
Cristo. Ecco cosa ha lasciato scritto: “Voglio essere
devoto della umanità santissima di Gesù. Quegli
occhi sempre benigni, quelle mani trafitte, quei
piedi instancabili, quel cuore fornace ardente di
carità, quelle carni di cui mi cibo, quel sangue
di cui mi abbevero. Quell’umanità ogni giorno a
contatto con la mia anima. Umanità santissima in
cui è consacrato tutto il mondo visibile. O bontà
immensa di Dio, o potenza infinita. Io mi perdo
in te adorandoti e venendo meno d’amore”.
I santi sono veramente i migliori maestri in santità e
anche in umanità. Chi se non un santo, un grande mistico
potrebbe dire, e dirlo con la certezza che viene dal vedere
Dio, con purezza di cuore, una cosa stupenda, come quella
espressa da P. Basilio: tutto il mondo visibile è consacrato
nell’umanità santissima di Gesù? In questa umanità tutto è
consacrato, tutto è lode a Dio, tutto è obbedienza al Padre,
tutto diventa servizio e amore ai fratelli.
San Giovanni Paolo II diceva che l’amore non si può
insegnare, ma si deve imparare. Quando abbiamo dei
modelli da seguire è più facile impararlo.
P. Basilio ha saputo ascoltare molto, si è mantenuto povero,
umile, prudente, paziente, saggio semplice, retto, coerente,
sobrio, costante nel bene, giusto, rispettoso di tutti; e con
il passare degli anni è diventato ricco di Dio e ha guardato
il mondo con gli occhi di Dio.
Per aver praticato tutte queste virtù possiamo considerare
il nostro caro P. Basilio come un apostolo dell’Anno Santo
della Misericordia.
P. Basilio, ne sono sicuro, ora continua dal Paradiso il
suo servizio, la sua scuola, il suo ministero che è stato
soprattutto quello di far sentire operante la Misericordia
e la Consolazione del Signore: ai giovani e alle famiglie,
ai poveri e ai peccatori.
La sua intercessione ottenga anche a noi, agli uomini e
alle donne del nostro tempo, di desiderare e sperimentare
la tenerezza di Dio e la gioia del perdono in quest’Anno
giubilare della Misericordia.
E concludo con un invito: Amiamo, onoriamo, imitiamo,
invochiamo e facciamo conoscere sempre più e sempre
meglio il venerabile P. Basilio Martinelli, nostro Confratello
Cavanis e figlio di questa amata terra e Comunità civile e
religiosa di Calceranica.
CRONACA DI CHIOGGIA
Chioggia accoglie Don Rene
Mercoledì 20 aprile è stata una splendida giornata per
l’Istituto Cavanis di Chioggia, che con immensa gioia, ha
accolto Don Rene. Don Rene de Assis Sitjar, religioso
filippino Cavanis, ripartirà per le Filippine il prossimo
mese dove riceverà l’Ordinazione Sacerdotale. Durante
il suo passaggio in Italia ha voluto incontrare i nostri
studenti per trasmettere loro un messaggio vocazionale.
Nonostante la timidezza iniziale, i nostri ragazzi sono rimasti
subito catturati dalle parole di Don Rene. In silenzio e
con molta attenzione hanno ascoltato il suo intervento
sul fatto che dobbiamo avere passione. Ha narrato le
sue difficoltà nell’affrontare gli studi a Roma, soprattutto
dovute alla lingua, il suo scoraggiamento e il desiderio
di tornare nelle Filippine. Gli allievi hanno iniziato a
porgli delle domande, circa la sua vocazione e la sua
scelta di consacrarsi: l’interesse si era ormai acceso! Con
entusiasmo Don Rene risponde di aver capito che Dio aveva
un progetto per lui e che la sua vocazione è nata da una
domanda. Spiega loro che tutti ricevono la chiamata che
può essere di tipo diverso e che tutti possono coglierla
o meno. Bisogna far incontrare i nostri sogni con quelli
di Dio. Esiste un Dio che vuole parlare ai nostri cuori.
Dobbiamo ascoltarci dentro ma non lo facciamo quasi mai.
Grazie per tutto ciò che hai trasmesso ai nostri cuori Don
Rene! Ti aspettiamo il prima possibile!!!
Irene Astolfi - Docente
Abbiamo fatto un altro
bel tratto di storia
Ormai siamo agli sgoccioli e un altro anno scolastico sta
per terminare. Un anno ricco di novità e di difficoltà, ma
allo stesso tempo entusiasmante e dinamico e ora siamo
allo sprint finale, con scrutini, esami e la preparazione alla
festa della famiglia per noi un momento molto importante;
i laboratori vengono addobbati dagli allievi che espongono i
lavori svolti durante l’anno, diventando i veri protagonisti.
L’entusiasmo che i ragazzi esprimono in questa giornata e
nella sua realizzazione è indescrivibile, tutti si danno da
fare e tutti vogliono rendere felici genitori e docenti e ci
riescono sempre! Sembra strano ma quei ragazzi con cui
tante volte si è entrati in conflitto ci riempiono il cuore
di gioia. Poco tempo fa mi è capitato con un ragazzo del
terzo anno quando, parlando della fine dell’anno scolastico
e dei progetti futuri, mi ha detto: “Mamma mia prof. siamo
già alla fine dell’anno anzi alla fine del mio percorso. In
questi tre anni mi sono trovato veramente bene come avessi
trovato una seconda famiglia con voi prof. si può parlare,
scherzare e confrontarsi. Sicuramente non vi dimenticherò!”
Quelle sue parole mi hanno dato una gioia immensa e ho
capito che i ragazzi hanno percepito il nostro messaggio,
che noi per loro ci siamo, nei momenti difficili e in quelli
sereni, guidandoli e aiutandoli nelle loro scelte. Grazie
mille ragazzi per la grinta e la passione con cui vivete
la vita, per metterci sempre in discussione e per darci la
possibilità di stare al vostro fianco in una parte del vostro
cammino. Concludo augurando assieme al corpo docenti
una buona estate e un arrivederci al prossimo anno, ai
ragazzi di terza auguriamo un in bocca al lupo per gli
esami e per le scelte future.
Roberta Salani - Direttore
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CRONACA DI POSSAGNO
Festa di primavera delle famiglie Cavanis
Domenica 17 aprile ha avuto luogo presso l’Istituto
Cavanis di Possagno la tradizionale “Festa di primavera
delle famiglie”, promossa e organizzata da un gruppo di
genitori che si mette a disposizione per favorire momenti
di incontro che aiutino la conoscenza reciproca e il sentirsi
partecipi della “Famiglia Cavanis”.
La festa è iniziata con la S. Messa presso il tempio
canoviano concelebrata da P. Gigi Pennacchi superiore
delegato, da P. Francescon, P. Pietro e P. Natale. Padre
Pennacchi ha sottolineato l’importanza per il Cavanis di
sentirsi partecipe e accolto nella comunità parrocchiale di
Possagno. L’offertorio è stato un momento particolarmente
significativo con la presentazione di doni e simboli che
sottolineavano la vita familiare con bellissimi cartelloni
che ricordavano l’importanza delle tre parole spesso citate
da Papa Francesco: “Grazie”, “scusa” e “permesso”.
Prima del pranzo, a cui hanno partecipato circa 200
persone, c’è stato un momento dedicato al gioco per i
bambini della primaria e per i ragazzi della secondaria
di primo grado. Genitori e qualche insegnante, non hanno
resistito e si sono inseriti con allegria all’interno dei giochi,
condividendo questo momento di gioia.
Il pomeriggio, dopo la consueta estrazione a premi, ha visto
protagonisti i bambini della primaria con la presentazione
dello “Spring English Festival” durante il quale le varie
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classi hanno saputo mettere in mostra le loro abilità e
competenze linguistiche in un crescendo di applausi e
soddisfazione.
Una giornata bellissima, trascorsa in serenità e armonia
che ha aiutato certamente le famiglie a sentirsi dentro
ad una scuola che non è soltanto fatta di aule, materie,
interrogazioni e voti, ma che vuole offrire anche la possibilità
di costruire e consolidare relazioni umane all’interno di
un percorso condiviso.
Roberto Panazzolo
Un progetto territoriale
(non solo alternanza scuola-lavoro)
L’incontro di padre Rene
con gli studenti di Possagno
È l’ultimo tratto di strada prima dell’ordinazione sacerdotale
di padre Rene Assis Sitjar, diacono Cavanis oriundo dalle
Filippine. È il cammino di un giovane che, colto dalla
luce di Gesù, ha lasciato la sua terra dove lavorava come
agricoltore ed ha intrapreso una carriera non certo redditizia
o onorifica, ma la carriera della carità secondo il carisma
di Marco e Antonio Cavanis.
Il 19 aprile 2016, Rene è venuto a Possagno con il delegato
Pierluigi Pennacchi. Lo aspettavamo e desideravamo che
incontrasse tutti i ragazzi della scuola secondaria di primo
grado e i ragazzi del biennio della scuola secondaria di secondo
grado. Ne è uscita una piacevole conversazione guidata in
cui padre Rene ha potuto esprimere i suoi sentimenti e le
sue certezze, mentre i ragazzi erano letteralmente attratti
dalla persona diversa e straordinariamente calma. Il padre,
inoltre, ci ha portati nella sua terra, le isole Filippine, con
i suoi campi da coltivare, con i suoi frutti squisiti, con la
sua popolazione cattolica per l’85%, con le sue povertà e
le sue ricchezze.
Quali suggestioni raccogliamo dall’incontro con padre
Rene? Innanzitutto la chiara percezione che la vita di
ognuno è nelle mani di Dio: occorre comprendere via via
il progetto che Dio ha su ciascuno di noi e realizzarlo
senza tentennamenti e senza timore della fatica e dello
scoraggiamento che l’accompagna.
Ancora: il progetto di vita si scopre “vivendo” nella propria
realtà culturale ed ecclesiale. A questo proposito, il padre
ha raccontato che ha avvertito la voce di Gesù all’età di
19 anni, quando, durante la settimana santa, visitava le
famiglie vestito da apostolo per annunciare il Vangelo e
pregare con loro. Gli è rimasta nel cuore la parola di Gesù:
“Voi siete il sale della terra e la luce del mondo” e, da
quel momento, ha cercato di contattare i padri Cavanis
facilitato, in questo, da un cugino francescano.
Ringraziamo di cuore Rene e assicuriamo la nostra preghiera,
perché la sua vita sia davvero un dono per tanti ragazzi
che hanno bisogno di amore e di educazione.
Suor Franca Gaetan
Oltre cento studenti del triennio dei Licei e degli istituti
Tecnici del Collegio Canova nell’ultima decade di maggio
hanno lasciato i cancelli dell’Istituto per varcare quelli
delle fabbriche, delle cooperative, degli uffici e numerosi
ragazzi non concluderanno l’esperienza a fine giugno, ma
la prolungheranno nel corso dell’estate.
Le indicazioni della buona scuola non faticano in questo
caso a sposarsi con una tradizione consolidata, grazie alla
disponibilità di numerosi imprenditori, talora ex-allievi,
istituzioni, aziende.
Queste sinergie si sono spinte già ben oltre le buone prassi
anche innovative, come quella dell’alternanza scuola-lavoro:
docenti, studenti e imprenditori si confrontano ormai su
temi concreti, quali la progettazione di prodotti, applicativi
e macchinari, smart city, ricerche di mercato, ideazione di
strumenti per rendere accessibili informazioni “sensibili”
o nuovi servizi alle imprese…, per stimolare i ragazzi ed
educarli all’imprenditorialità.
“A spingerci deve continuare ad essere l’idea che, per
una scuola cattolica, centrare l’attenzione sulla cura
della persona significa non venire mai meno all’obiettivo
e all’impegno di curare anche il profilo nell’ottica della
futura professionalità degli allievi - sostiene il preside
Ivo Cunial – in quanto sono loro i protagonisti e devono
essere preparati ad inserirsi in realtà produttive molto
differenziate e caratterizzate da rapida evoluzione”.
Un percorso scolastico credibile e valido per i ragazzi
deve, dunque, saper sviluppare un sistema di relazioni
preoccupato anche del domani degli studenti. Per questo
obiettivo l’Istituto intesse continui e cospicui rapporti con
il territorio ed offre un ventaglio articolato di indirizzi,
nello sforzo di sintonizzarsi sulle frequenze del futuro
mondo del lavoro in virtù dei rapporti stabili con oltre
un centinaio di aziende impegnate ciascuna mediante
convenzione e patto formativo e coinvolte anche nella
valutazione finale dell’esperienza degli allievi. Il sistema
è regolato inoltre grazie alla collaborazione con partner
istituzionali autorevoli.
Charitas 2016 n. 2
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CRONACA DI ROMA
Dona cibo e… un po’ di felicità
Al Cavanis di Roma si dona cibo e… un po’ di felicità.
L’Associazione “Banchi di Solidarietà” ha organizzato,
come ogni anno dal 2007, la settimana del Donacibo:
per sette giorni all’anno, da lunedì 29 febbraio a sabato
5 marzo, presso le scuole di ogni ordine e grado in tutta
Italia, si sono potuti comprare alimenti e consegnarli
ai volontari dell’associazione che si sarebbero occupati
successivamente di preparare degli scatoloni e consegnarli
alle famiglie con problemi economici tali da non potersi
permettere un pasto. Il docente di Storia e Filosofia
del nostro liceo, nonché portavoce dell’associazione, il
prof. Giovanni Paolo Cantoni ha presentato questa iniziativa
agli studenti dell’Istituto “Cavanis”, in seguito alla proposta
di due volontari conosciuti alla Colletta Alimentare.
“La proposta ha avuto successo e la partecipazione è stata
alta. – ha commentato a fine iniziativa il prof. Cantoni –
Avremmo potuto fare molto di più ma, essendo il primo
anno di Donacibo al Cavanis, è andata comunque oltre
le aspettative”. Noi “giornalisti Cavanis” siamo andati
a vedere con i nostri occhi l’aula adibita a magazzino
alimentare, dove ci hanno accolto alcuni studenti del
IV anno di liceo scientifico: tra vari modellini e banchi,
su alcune sedie abbiamo trovato questi scatoloni divisi
per genere alimentare, dalle scatolette di legumi agli
omogenizzati, dalla pasta ai biscotti. La domanda ci
10
Charitas 2016 n. 2
è sorta spontanea: “Perché lo fate?” “Fare del bene
è sempre soddisfacente. Il nostro scopo è quello di
far recuperare la speranza alle persone che l’hanno
persa e, magari, dare loro la forza di cambiare vita.”
Ci hanno anche riportato la testimonianza di due
volontari, Mimmo e Marcello, che hanno sottolineato un
fatto: molto spesso si crea quasi un rapporto di amicizia
tra chi porta il pacco degli alimenti e chi lo riceve, ed
è forse la cosa più gratificante da sperimentare dopo
aver investito tempo e versato sudore per organizzare
tutto. Abbiamo chiesto al prof. Cantoni se volesse
proporre nuovamente l’iniziativa e la risposta è stata
un sì categorico “con la speranza di potenziarlo e farlo
ancora meglio”. Con più di 125 kg di alimenti donati, la
settimana del Donacibo si è conclusa lo scorso venerdì
5 marzo: gli scatoloni sono stati ritirati e presto smistati
e consegnati agli “addetti ai lavori”. Facciamo tanti
complimenti agli studenti del Cavanis di Roma che hanno
organizzato questo spettacolo di Carità, dimostrandoci
che non tutti i giovani d’oggi, come spesso si sente
dire, siano estranei ai movimenti di beneficienza e
che, nel loro piccolo, hanno regalato un po’ di felicità.
Felicità gratuita, però, che è nettamente la più bella.
Francesco Pais - Studente
Intervista a padre
Bernardo Cervellera
Il giorno 7 aprile 2016 noi “giornalisti
Cavanis” siamo andati in visita
alla redazione “Asia-news”, organo
ufficiale dei missionari del PIME. Il
direttore Padre Bernardo Cervellera ci
ha accolto mostrandoci tutti gli uffici
redazionali dove lavorano i giornalisti
che si occupano delle notizie inviate
dai corrispondenti asiatici. A vegliare
sulla redazione una foto di madre
Teresa di Calcutta, fonte d’ispirazione
del giornale. Infine siamo andati in una
sala conferenze dove padre Cervellera
ci ha rilasciato una breve intervista
che descriviamo qui di seguito:
Innanzitutto, prima di chiamarla
direttore, dobbiamo chiamarla
padre, dal momento che è sacerdote
cattolico. Sappiamo anche che si
è laureato in Filosofia ed è iscritto
all’Ordine dei Giornalisti. Come
possono essere conciliate queste
tre identità?
“Mi sono laureato in filosofia alla
Cattolica di Milano, perché inizialmente
il mio desiderio era essere un filosofo,
ma andando avanti negli anni mi
sono avvicinato al Maoismo, derivante
dalla dottrina di Mao Tse Tung. Ho poi
abbracciato il cristianesimo, a seguito
di una mia conversione. Nel 1978 sono
diventato prete al fine di intraprendere
una vita da missionario in Cina. Nello
stesso anno, su richiesta dei miei
superiori, sono divenuto giornalista:
ho infine accettato di lavorare per
Asia-news” poiché la rivista trattava
argomenti asiatici.”
prete cattolico sia riuscito ad
integrarsi in Cina?
“Quando andai in Cina per insegnare
Storia della Cultura Occidentale, dovetti
ritoccare il mio curriculum: in Cina
non è ammesso ai preti insegnare, in
quanto l’istruzione deve essere atea. Dopo
qualche anno fui esortato a lasciare il
paese poiché era venuto allo scoperto che
ero prete. Come? Ipotizzai tre possibili
motivi: il primo era riguardo delle
presunte spie presenti nell’Ambasciata
Italiana che fecero il mio nome; il
secondo riguardo la mia registrazione
come prete presso Hong Kong, da dove
venivano tutte le notizie trasferite alla
Cina; l’ultima ipotesi è una probabile
confessione, estorta sotto tortura, di un
caro amico alle autorità.”
Quante redazioni di Asia-news
sono presenti nel mondo?
“Asia-news ha una sola redazione, qui
a Roma. Oltre questa, ci appoggiamo
su moltissimi corrispondenti che vivono
in Asia e pochi inviati. Gli inviati e i
corrispondenti rischiano spesso la loro vita
per fornirci informazioni che i regimi locali
non vorrebbero far trapelare: questo rende
il loro lavoro molto prezioso e pericoloso.
Ad esempio un nostro collaboratore è
dovuto fuggire in Italia poiché minacciato
di morte in Bangladesh.”
Ritiene più diffusa l’informazione
con l’edizione in inglese, lingua
mondiale, o in cinese, lingua
emergente e interessata direttamente
alle vostre notizie, perché parte
del continente asiatico?
“I nostri lettori si dividono in parti
uguali in: lettori anglofoni, italiani e
cinesi. Nonostante in Cina, Asia-news
sia oscurata possiamo notare che i
nostri lettori cinesi riescono ad eludere
il blocco del regime e a leggere il nostro
quotidiano.”
Lorenzo Valle e Giordano Tabbì
Studenti
Dal suo curriculum ci risulta che
lei è stato docente universitario
in Cina. Com’è possibile che un
Charitas 2016 n. 2
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ROMA PARROCCHIA
Oltre i confini della ricchezza
Tra gli stupendi paesaggi della Costa Azzurra e
delle Cinque Terre abbiamo concluso il fantastico
campo-scuola 2016 del nostro Istituto Cavanis
di Roma. La gita di quest’anno si è dimostrata
assolutamente entusiasmante, anche se i viaggi in
pullman sono stati davvero lunghi e stancanti. Dopo
una precoce sveglia la mattina della partenza alle
7 (da scuola), abbiamo intrapreso il viaggio verso
la Liguria. Nel primo pomeriggio siamo arrivati a
Genova. Qui non possiamo fare a meno di citare la
magnifica riproduzione in scala 1:1 di un galeone
antico. Subito dopo siamo entrati nell’acquario
della città. Indimenticabile è stato sicuramente lo
spettacolo dei delfini che fortunatamente si sono
esibiti proprio durante il nostro orario di visita.
Strabiliante è stata la scoperta dei lamantini, elefanti
di mare e l’emozione nell’accarezzare le razze in
una delle poche vasche scoperte. La sera abbiamo
finalmente raggiunto l’hotel a Sanremo: brutto fuori
ma bello dentro, per così dire.
Il secondo giorno ci siamo invece diretti al Principato
di Monaco, attraversando il confine. Possiamo dire
che la qualità della vita del noto paradiso fiscale
è completamente diversa da quella di uno stato
normale: la cosa che più ci ha impressionato?
Pur cercando non siamo riusciti a trovare nemmeno
una cartaccia per strada. Altra storia sono i prezzi,
infatti nella zona “povera” del principato una pizza
margherita costa oltre 10,00 €, mentre nella zona
ricca un caffè arrivava anche a 6,00 €. Penso anche
che ciascuno di noi ormai abbia il telefono pieno di
foto con le macchine dei monegaschi: dalle classiche
Ferrari alle sfiziose macchine d’epoca. A proposito di
macchine! Abbiamo anche visto il circuito cittadino
di Montecarlo, che ogni anno ospita le famose gare
automobilistiche, tra cui la F1! Il giorno seguente
abbiamo ammirato i profumi della Provenza nella
celebre fabbrica di Frangonard e il paesaggio
artistico e marino di Nizza e Cannes. Abbiamo
trascorso le serate del secondo e terzo giorno al
lungomare, visitando il teatro dell’Ariston e un pub
dopo 50 minuti di cammino sotto la pioggia, fino a
tarda serata. L’ultimo giorno, a malincuore, abbiamo
lasciato Sanremo per tornare a Roma ma non senza
visitare prima i suggestivi paesaggi di Portovenere.
A Roma siamo tornati “ricchi”… Almeno di
ricordi.
Giovanni Simbolotti, Simone Carnevale
Chiara D’Agostino - Studenti
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Charitas 2016 n. 2
La Parrocchia in Pellegrinaggio
Nell’ambito di questo Anno Santo straordinario, Giubileo
della Misericordia, il Parroco P. Edmilson ha pensato di
proporre alla Comunità – tra gli altri – un gesto importante,
un Pellegrinaggio, con meta l’Abbazia di Montecassino, e il
passaggio della Porta santa. Sabato mattina, 23 Aprile, ci
siamo messi in strada; la giornata non si presentava delle
migliori, causa le critiche condizioni meteo; tuttavia questo
non ha rallentato le motivazioni interiori del Gruppo, circa
una cinquantina, con un programma egregiamente messo
a punto dagli Organizzatori parrocchiali. Una volta giunti,
abbiamo iniziato con una introduzione culturale e artistica
generale sul luogo in cui ci trovavamo, l’Abbazia più
importante di tutto il “mondo del Monachesimo benedettino”,
scrigno di santità (là sono sepolti entrambi i fratelli San
Benedetto e Santa Scolastica), afflato di Spiritualità, di
cultura, arte e storia; luogo tragicamente famoso nel mondo
per la terribile distruzione operata dagli Alleati nel 1944,
e le decine di migliaia di vittime che lassù trovarono la
morte. Poi abbiamo religiosamente varcato la Porta santa e
contemplata la splendida Chiesa barocca (l’intera Abbazia,
infatti, venne ricostruita, e papa Paolo VI la riconsacrò nel
1964); aula liturgica dominata dal maestoso dipinto murale
del grande Maestro Annigoni (“San Benedetto in Gloria”).
Quindi abbiamo visitato il magnifico Museo dell’Abbazia,
un viaggio tra arte e storia (che avrebbe richiesto – ahimè!
– maggiore tempo a disposizione). La mattinata l’abbiamo
conclusa con la celebrazione dell’Eucaristia nella Cripta.
Poi siamo scesi dal “santo monte” per il pranzo e la gioia
di condividere amicizia e fraternità. Sulla via del ritorno non
è mancata una sosta per acquisti vari. Una boccata di vero
ossigeno dello Spirito.
P. Giuseppe Moni - Vicario parrocchiale
CRONACA DI VENEZIA
Presentato alla città
l’Osservatorio Meteorologico
situato presso l’Istituto Cavanis
Ogni cinque minuti, anche mentre facciamo lezione,
l’Osservatorio Meteorologico di Venezia invia dalla sede
del nostro Istituto, i dati utili per le previsioni del tempo.
Grande è stato l’afflusso di visitatori per la presentazione
al pubblico del complesso, tenutasi lo scorso 9 aprile in
occasione dei 180 anni dalla fondazione della stazione
di rilevamento. Prendendo spunto da questo importante
anniversario e dalla recente giornata mondiale per la
meteorologia, per l’intera giornata si sono susseguite delle
visite guidate condotte negli ambienti del museo storico
e dell’osservatorio. Un luogo di rilevanza scientifica e
di pubblica utilità, che i veneziani - giovani ed adulti hanno potuto visitare per la prima volta manifestando
grande meraviglia ed interesse, ma anche un’importante
opportunità per un mondo che ci sta molto a cuore:
quello della didattica. L’evento, coordinato da Padre Gigi
Pennacchi, Direttore dell’Osservatorio
dal 2002, si è suddiviso in tre momenti:
una presentazione con documenti ed
immagini sull’ attività svolta in quasi
due secoli di storia, una spiegazione
sul funzionamento dei vari strumenti
meccanici conservati presso il museo e la
visita alle più moderne apparecchiature
elettroniche e alla terrazza panoramica,
postazione di rilevamento delle
misurazioni. Il colonnello Marcello
Cerasuolo, appassionato collaboratore
dell’Osservatorio, ha tracciato la storia
delle misurazioni in laguna dalle origini
ad oggi, ricordando come i religiosi
abbiano da sempre assunto un ruolo di
primo piano nelle osservazioni meteo.
L’importanza dell’osservatorio veneziano,
già collocato a Sant’Anna, poi a Santa
Caterina e quindi posizionato sulla
terrazza del Seminario Patriarcale,
aumentò sempre più nel corso dei decenni; la postazione
si dotò di nuovi strumenti all’avanguardia “fino a diventare
nel 1866 - ha ricordato Cerasuolo -, con il passaggio
di Venezia all’Italia, Stazione di Prima classe”. Chiuso
nel 1951 per motivi economici legati alle problematiche
postbelliche e per l’impossibilità di reperire una figura
direttiva adeguatamente preparata, l’Osservatorio di Venezia
riprese la propria attività nel 1958 all’interno dell’Istituto
Cavanis per essere guidato fino al 1993 da Padre Riccardo
Ianeselli e, fino al 2002 da Padre Giulio Avi. La seconda
parte del percorso, è stata condotta da Massimo Enrico
Ferrario, responsabile Arpav di Teolo (Agenzia Regionale
per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto,
che ai Cavanis ha installato la stazione meteorologica
moderna) e dall’assistente dell’Osservatorio Luigi Benedetti,
che insieme al Direttore P. Pennacchi, hanno illustrato
i procedimenti impiegati per il rilievo delle misurazioni
prima dell’arrivo della strumentazione digitale.
Ultimi ambienti illustrati ai visitatori, la sala di
rilevamento dei dati
che vengono trasmessi
automaticamente
all’Arpav e la splendida
terrazza panoramica,
dotata di importanti
strumentazioni. Per
la buona riuscita
dell’iniziativa,
prezioso dunque è
stato l’aiuto di tutti
i volontari presenti
d e l l’ A s so c i a zi o n e
Meteonetwork Onlus,
che supportano
il
Direttore
nella
gestione
dell’Osservatorio.
Grazie dunque anche
a Giuliano Nardin,
Stefano De Martin,
Stefano Stevanato, Giorgio Pavan ed Alberto Gobbi.
Martina Galuppo - Docente
Charitas 2016 n. 2
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Le seconde liceo al Museo di Storia Naturale
Il 26 febbraio, le classi 2e del Liceo Classico e Scientifico,
si sono recate al Museo di Storia Naturale per svolgere
delle attività di laboratorio nell’ambito dell’itinerario
“Laguna tra terra e mare”. L’attività si è svolta in
collaborazione con il MSN- MUVE e l’Osservatorio della
Laguna e del Territorio del Comune di Venezia. Il museo
con il suo prestigio e la sua lunga storia rappresenta
la vera culla della cultura scientifica della città.
La nuova organizzazione delle sale e la progettazione
degli allestimenti sono concepite in funzione delle
esigenze del visitatore, che cessa di essere utente e
diventa protagonista. I ragazzi hanno potuto osservare la
laguna da un punto di vista storico, geologico, biologico
e ambientale, affrontando le tematiche scientifiche anche
attraverso esperienze pratiche. Presso il laboratorio del
museo gli alunni sono stati divisi in piccoli gruppi e
hanno studiato reperti e tavole tematiche, analizzato la
salinità dell’acqua e il contenuto in nitriti e nitrati; tramite l’utilizzo di un microscopio stereoscopico hanno osservato
sedimenti, mettendo in evidenza la granulometria; infine hanno esaminato le specie bioindicatrici e messo a confronto
animali e vegetali alloctoni e autoctoni. I ragazzi si sono sentiti molto coinvolti in questa esperienza didattica che ha
permesso loro di immergersi nella realtà territoriale grazie alle attività di laboratorio che hanno simulato una vera e
propria ricerca scientifica in campo naturalistico. Gli studenti accompagnati da Padre Leonardi, esperto paleontologo,
si sono poi soffermati sulla sezione “Le tracce della vita” dedicata ai fossili e alla paleontologia.
Stefania Marzolla - Docente
Uscita all’Oasi W.W.F. degli Alberoni
Il 20 aprile, le classi prime del liceo Cavanis di Venezia
hanno svolto una visita guidata all’ Oasi W.W.F. delle dune
degli Alberoni - che si trova al Lido di Venezia - come
attività di educazione ambientale. È stata una occasione
per osservare con “occhio scientifico” un ambiente
da molti considerato solo un luogo di vacanza estiva.
L’azione sinergica del vento e del mare hanno dato
origine, soprattutto nel secolo scorso, alla edificazione di
un paesaggio costituito da molteplici ambienti naturali:
dune stabilizzate o fossili, depressioni umide interdunali,
dune attive, spiaggia, battigia, ciascuno con fauna e flora
specifiche. Si tratta dunque di un gioiello che la Natura
affida alle giovani generazioni perché sia amato, rispettato,
e tutelato, anche perché luogo di nidificazione di specie
ormai rare che trovano agli Alberoni protezione e riparo
lungo le rotte migratorie.
Elena Zaccariotto - Docente
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Charitas 2016 n. 2
Cavanis, non solo studio…
…ma anche sport e altre attività protagonisti di tutti i doposcuola
che hanno coinvolto numerosi studenti della Primaria. Già
dallo scorso anno, grazie alla disponibilità degli spazi da parte
della Scuola, alla collaborazione di associazioni sportive e
all’interessamento di alcuni genitori, l’Istituto Cavanis è riuscito
ad incrementare notevolmente le proprie attività formative.
Quest’anno le discipline offerte si sono moltiplicate e hanno
visto l’adesione di almeno settanta bambini; ciò nell’ottica
di coinvolgere maggiormente gli allievi al termine delle
lezioni, impegnandoli in divertenti ed utili attività formative,
e contemporaneamente aiutare i tanti genitori “lavoratori”,
che in questo modo riescono ad avere i propri figli occupati,
ma, soprattutto, “custoditi” in un sano ambiente educativo.
Questi i corsi
attivati durante
l’a.s.: batteria,
violino, pianoforte,
chitarra, scacchi,
minibasket (in
collaborazione con
l’U.S. Carmini),
videodance (ASD
Sc. di danza
Odilodette), voga
con uscite in dragon-boat (Società Canottieri Bucintoro)
e canoa-kayak (Canottieri Diadora del Lido), mini-rugby
(A.S.D. Akka Kokai). Tali attività sono state aperte all’utenza
cittadina, fornendo un ulteriore servizio al tessuto urbano.
Confidiamo che ciò prosegua nei prossimi anni, estendendosi
alla scuola media e in sinergia con altri istituti scolastici ed
associazioni. Grazie a tutti i genitori che hanno aderito, in
particolare a Sabrina, Cinzia e Veronica.
Francesca Torresin
Sicuri in laguna!
La classe Terza della Scuola Secondaria di primo grado,
ha partecipato ad una lezione, tenuta dalla Polizia
Municipale, sulle regole che normano la circolazione
nella laguna di Venezia. Molti ragazzi infatti si spostano
utilizzando il barchino o praticano sport in acqua,
come canoa, canottaggio e voga veneta; è importante
dunque che sappiano quali sono i loro doveri di
cittadino in una città tanto particolare come è Venezia.
L’Agente che ci è venuto a trovare è stato in grado
di coinvolgere gli studenti, simulando anche alcune
situazioni di intervento, come per esempio il recupero
di un uomo in mare. Ma ecco come hanno vissuto
questa esperienza i ragazzi, direttamente dalle loro voci.
Natascia P.: l’agente è stato molto bravo a spiegare
e molto paziente con noi, che facevamo un sacco di
domande.
Sebastiano B.: questo incontro mi ha coinvolto molto,
perché abitando a Venezia è utile sapere le leggi ed i
sistemi di sicurezza quando si va in barca.
Riccardo B.: Sono stato contento che sia venuta la
Polizia Municipale a spiegarci il regolamento nautico,
perché vivendo in una città circondata dall’acqua è
un “obbligo” saper come si gira in barca.
Riccardo G.: questo incontro mi è particolarmente
interessato, perché andrò all’Istituto Nautico: sono
ancora più convinto della mia scelta.
Niccolò P.: io possiedo una barca e certe cose non le
sapevo.
Elisabetta N.: mi è interessato soprattutto quando ci
ha spiegato come si usano il salvagente, la cima ed il
cordino a strappo per salvarsi e salvare gli altri.
Raffaella Drigani - Docente
Charitas 2016 n. 2
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OSSERVATORIO METEOROLOGICO CAVANIS DI VENEZIA
“Porte aperte” per i 180 anni di rilevazioni meteo
Il 9 aprile 2016 dalle ore 10,00 alle ore 17,00 l’Osservatorio meteorologico dell’Istituto Cavanis di Venezia ha aperto
le porte al pubblico in occasione del suo 180° anniversario di fondazione. Sono state effettuate visite guidate gratuite
ai locali dello storico sito di osservazione ubicato nel centro storico di Venezia, sul tetto della prima scuola Cavanis
dove hanno operato P.Antonio e P.Marco. Le visite fatte a gruppi di 20 persone, con la durata di circa 40 minuti, sono
iniziate con l’accoglienza da parte del Direttore dell’Osservatorio, P. Gigi Pennacchi, che ha presentato brevemente la
figura dei Fondatori, il carisma della Congregazione inserendo l’Osservatorio nell’educazione dei nostri giovani per una
sensibilizzazione al clima della terra.
Dopo aver superato i 105 gradini che portano all’Osservatorio, il gruppo ha incontrato il Col. Marcello Cerasuolo,
esperto di meteorologia avendo passato la vita in Aeronautica Militare proprio in questo settore. Ha illustrato il sito
dell’Osservatorio Cavanis, come uno dei più antichi, infatti le rilevazioni sono iniziate nel 1836 presso il Seminario
patriarcale di Venezia e sono continuate all’Istituto Cavanis dal 1959, dove proseguono ininterrottamente, portando
quindi la serie storica delle rilevazioni a 180 anni di vita. Venezia ha rappresentato una pietra miliare nella storia
della meteorologia osservativa al pari dei più famosi osservatori italiani, quale Brera (MI). Modena, Moncalieri (TO) e il
Collegio Romano. Per decenni l’Osservatorio veneziano ha riscosso il plauso internazionale ed ha collaborato con le più
prestigiose ed illustri personalità della meteorologia mondiale che attratte dalla sua fama sono venute a visitarlo lasciando
lusinghiere testimonianze di apprezzamento, tra i tanti: Padre Denza e Padre Secchi, i più noti inventori di strumenti
meteorologici del secolo scorso e Jacob Bjerknes, il fondatore della meteorologia moderna. Dopo questa introduzione la
visita è proseguita in un piccolo museo di strumenti di misura meteorologici meccanici, ormai storici, alcuni dei quali
sono stati restaurati e sono ottimamente funzionanti. Ne ha illustrato il funzionamento il meteorologo Dott. Massimo
Enrico Ferrario, responsabile della stazione meteorologica che l’ARPAV ha installato al Cavanis dal marzo del 2000,
ed anche il coordinatore dell’iniziativa di rivitalizzazione dell’Osservatorio che di concerto con il Direttore si è potuto
realizzare grazie all’apporto di un gruppo di volontari di Meteonetwork, (Giorgio Pavan, Francesco De Martin, Stefano
Stevanato, Alberto Govvi, Luigi Benedetti), un’importante associazione nazionale (oltre 200 iscritti) di cultori della
meteorologia. A loro, sotto la guida di Giuliano Nardin responsabile Meteonetwork per il Veneto si deve l’installazione
di quattro webcam che trasmettono in continuo le immagini e dati meteorologici rilevati dalla terrazza dell’Osservatorio
Cavanis che sono di libero accesso per chiunque si colleghi con il sito www.venezia-meteo.net.
La visita è terminata sulla terrazza dell’Osservatorio, da dove si gode una vista di Venezia a completo giro di orizzonte e qui
sono in funzione vari strumenti di osservazione e misura, dagli storici strumenti dei Cavanis ancora funzionanti alla stazione
automatica dell’Arpav della Regione Veneto e per finire alla stazione Davis con le quattro webcam di Meteonetwork.
Questa giornata di porte aperte, fatta nel periodo della celebrazione della Giornata meteorologica mondiale che ricorre
ogni anno il 23 marzo, è il punto di partenza per valorizzare l’Osservatorio meteorologico Cavanis con la sua storia e
per farne anche un sito educativo soprattutto per i giovani che devono sempre porre maggiore attenzione alla terra e al
suo clima con il rispetto dovuto al luogo dove ciascuno di noi vive la sua esistenza.
P. Gigi Pennacchi - Direttore
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Charitas 2016 n. 2
P. Giulio AVI
Direttore dell’Osservatorio dal
1994 al 2002.
P. Francesco Saverio ZANON
Venezia 1873 - 1954
ultimo direttore dell’Osservatorio
Geofisico e Geosismico del Seminario
Patriarcale dal 1917 al 1948 direttore
dell’Osservatorio Meteorologico
e Bioclimato-logico dell’Ospedale
al Mare.
P. Riccardo IANESELLI
Venezia 1907 - 1951
Fondatore e primo Direttore
dell’Osservatorio Meteorologico e
Geofisico dell’Istituto Cavanis di
Venezia dal 1958 al 1993.
P. Gigi Pennacchi
attuale Direttore.
Osservatorio Meteorologico e Geofisico Cavanis… nel tempo
• Fin dall’inizio sono effettuate tre osservazioni al giorno 07, 13, 19 dei principali parametri atmosferici cui sono
aggiunte via via osservazioni speciali legate a scelte dei vari direttori che si sono succeduti (elettricità, acidità
dell’aria, microbarografia, sismicità, ecc.) Le osservazioni sono state regolarmente pubblicate con cadenze mensili
e/o annuali fino a poco dopo gli anni duemila.
• Dal 1.1.2000 è installata una stazione automatica di rilevamento dell’Arpav di Teolo (PD) che ne cura l’esercizio,
l’archiviazione dei dati e la loro disponibilità.
• Da Aprile 2016 è in funzione una nuova stazione (Davis) installata dall’associazione Meteonetwork che oltre a
rilevare i parametri meteo riprende anche immagini dell’orizzonte osservativo a 360° con 4 Webcam e le diffonde
insieme con i dati meteo in continuo: tutto ciò è consultabile gratuitamente da chiunque si colleghi al sito.
Charitas 2016 n. 2
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ROMANIA
Festa Cavanis del 1° Maggio 2016, in Romania (Paşcani
- nella casa dedicata a San Giuseppe). La celebrazione
è avvenuta nella Chiesa cattolica e la festa nella nostra
casa con il seguente programma:
Alle 10.30 arriva il Vescovo di Ia şi Mons. Petru
Gherghel.
Alle ore 11.00 solenne concelebrazione nella chiesa
Parrocchiale cattolica a Paşcani.
I due vescovi, io e P. Pierluigi siamo stati accolti
con il pane, il sale e i fiori. Mons. Gherghel presiede
l’Eucaristia e Mons. Mani fa l’omelia evidenziando
San Giuseppe come modello ed esempio per le famiglie,
per i lavoratori e per la nuova evangelizzazione.
A conclusione della messa P. Elcio ringrazia, una
ragazza legge una poesia e di nuovo omaggio floreale
agli ospiti da parte dei giovani. Hanno concelebrato
anche il Parroco Mihay Catau, il conventuale P. Pavel
Bulai e i sacerdoti Cristian Chinez e Claunitie, oltre a
don Claudio, segretario del Vescovo Gherghel.
P. Pietro Fietta
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Charitas 2016 n. 2
San Giuseppe
si festeggia due volte
Nel calendario liturgico si festeggia San Giuseppe due
volte l’anno: il 19 marzo e il 1 Maggio. Nella prima
festa si contempla il Santo nella gloria con tutti i titoli
di merito che la chiesa gli riconosce, nella seconda, ci
viene presentato Giuseppe, il falegname di Nazareth
nell’umiltà del suo lavoro. Facciamoci, oggi, condurre
da Lui per entrare nell’intimità della Sua vita e vivere
l’esperienza della nostra fede nella “Comunione dei Santi”
e con i santi. Affidiamoci a Lui e lasciamoci condurre
nella sua casa. È Lui che ci presenta la sua famiglia, la
Santa Famiglia: la sposa: Maria e il Figlio del mistero,
figlio della sua sposa ma non suo, figlio dell’Altissimo
affidato alle sue cure paterne. È la Santa Famiglia proprio
perché c’è quel bambino che è “il Santo” e la cui santità
è partecipata agli altri. Da Nazareth Giuseppe ricorda a
tutte le famiglie il messaggio fondamentale del Concilio
Vat. II “Tutti siamo chiamati alla Santità” anche le
famiglie. E Papa Francesco nel documento conclusivo del
Sinodo sulla famiglia ha scritto “La famiglia non allontana
dalla crescita della vita nello Spirito, ma è un percorso
che il Signore utilizza per portarli ai vertici dell’unione
mistica” (F C 316). Gli sposi sono chiamati alla più alta
santità. Giuseppe ci conduce anche nella sua bottega di
falegname. È la bottega dove ha trascorso tutta la sua
vita e dove ha guadagnato il pane per Maria e Gesù.
È la bottega in cui Gesù ha imparato il mestiere e dove
da bambino ha sicuramente giocato con i trucioli e i pezzi
di legno. Dalla sua bottega Giuseppe ci ricorda la santità
del lavoro e l’importanza del lavoro. Papa Francesco ha
detto che il lavoro, prima del guadagno dà la dignità
all’uomo. Gesù falegname col Suo Padre putativo ci esorta
ad amare il nostro lavoro, invita i ragazzi a studiare, ad
imparare un lavoro, una professione per servire i fratelli.
A chiedere sempre il dono di un lavoro ma anche l’impegno
di una qualificazione che renda capaci di servire e farlo
con dignità e competenza. Giuseppe poi ci invita a fare
un giro per il paese: Nazareth, per capire il modo con
cui si vive in una comunità nella fraternità e nella pace.
Giuseppe non era né il sindaco né il rabbì, era una persona
semplice. Un artigiano che viveva nella normalità e nella
semplicità. La cosa non stupirebbe se Gesù non fosse
stato Dio in persona, Sua Madre: la Regina del cielo e
della Terra e Giuseppe il patrono della chiesa universale.
Il nascondimento di Nazareth stupisce e insegna a stare al
posto dove Dio ci ha messo e fruttificare attraverso il lavoro
quotidiano. Ci dice anche che la prima evangelizzazione si
fa con l’esempio della propria vita: Gesù ha predicato tre
anni e trenta è vissuto nel silenzio e nel nascondimento
della normalità di una vita di operaio.
Questi sono i tre insegnamenti che Giuseppe di Nazareth
oggi ci offre: la famiglia come luogo per diventare Santi, il
lavoro come mezzo di santificazione attraverso il servizio
qualificato ai fratelli e l’evangelizzazione attraverso la
presenza.
Chiediamo a San Giuseppe la grazia di saper approfittare
di questi insegnamenti. Santa Teresa D’Avila diceva di
non aver mai chiesto una grazia a San Giuseppe senza
averla ricevuta.
(Omelia dell’Arcivescovo emerito Mons. Giuseppe Mani)
L’Arcivescovo Mons. Giuseppe Mani,
il Rev.mo P. Preposito Generale P. Piero Fietta
e il Superiore Delegato P. Pierluigi Pennacchi.
Charitas 2016 n. 2
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CRONACA DI CORSICO
Re Davide: Santo o peccatore?
Martedì 12 aprile il rabbino Rav
Elia Richetti della Sinagoga di via
Eupili a Milano, è venuto a parlarci
della misericordia del re Davide,
aggiungendo un altro tassello a quel
meraviglioso mosaico che rappresenta
l’anno giubilare.
Davide, il figlio più giovane di Iesse,
bello d’aspetto, combattente, musicista
e poeta, è un personaggio biblico
affascinante che regnerà su Israele
per circa quarant’anni. Egli trova
grazia presso Dio e viene unto dal
profeta Samuele diventando re dopo
la morte di Saul.
Sappiamo che dalla sua discendenza,
per la promessa di Dio, nascerà Gesù
Cristo. Brevemente la storia: Saul dopo
aver visto Davide giovinetto uccidere
Golia, il gigante invincibile, con un
semplice sasso, lo fa chiamare, lo
porta a casa sua e lo nomina capo
del suo esercito. Dio è con Davide,
vince molte battaglie ed è acclamato
ed amato dal popolo. Intona un salmo
a Dio: “Benedetto Il Signore mia
roccia che m’insegna alle dita la
guerra. Io pulcino e tu mia roccia,
non mi fare buttare per terra”.
Preso da gelosia il Re Saul tenta più
volte di ucciderlo, Davide sempre lo
20
Charitas 2016 n. 2
perdona. Dopo la morte in battaglia
del re Saul e dei suoi figli, Davide
rattristato, digiuna e prega. Compie
un gesto benevolo verso i discendenti
di Saul dandogli lo status che spetta
loro, ospitandoli nella sua reggia.
Davide fu un grande re, un buon re,
saggio nel giudicare le controversie
dei suoi sudditi, capace di grandi
gesti di misericordia nei confronti del
re Saul, commette anche gravi errori,
ma ha la capacità di riconoscerli e
chiedere perdono per i propri limiti.
Ha un atteggiamento penitenziale …
sale la montagna piangendo, col capo
coperto, a piedi scalzi. Celebre il salmo
50 (51) Miserere: uno dei più belli per
un cristiano. Soprattutto è un re che
ama Dio al di sopra di tutto e che è
a Lui fedele in tutto e per tutto. Sa
come frenare gli scatti d’ira e smorzare
il malumore del re Saul con la sua
cetra conquistando la stima dei sudditi,
Vuole sempre Dio con sé, porta l’arca
a Gerusalemme, affinché tutti possano
pregare e lodare il Signore. Gli ebrei
lo giudicano “grande e misericordioso”.
Secondo il rabbino, nel linguaggio
comune essere misericordioso vuol dire
avere il cuore rivolto al misero, a chi è
disagiato, sentire ciò che l’altro sente,
con sentimento, che prende le nostre
viscere, non lasciandoci indifferenti
e spronandoci ad agire. È anche una
questione di giustizia, perché ognuno
deve avere ciò che gli spetta per
vivere dignitosamente. Ecco allora che
giustizia e misericordia vanno insieme.
Per le tre religioni monoteistiche, i
cristiani, gli ebrei e i mussulmani, la
misericordia è una caratteristica divina,
in quanto è Dio che è misericordioso.
Anche Papa Francesco attribuisce al
re Davide l’attributo di misericordioso
e giusto giudice. “In lui il santo ed il
peccatore coesistono perfettamente”:
Sceglie sempre di salvare il popolo e
di seguire Dio. Noi a volte cerchiamo
di farci giustizia con le nostre mani,
invece di affidare la nostra vita, il
nostro futuro a Dio.”
Davide uomo peccatore, sicuro del suo
Dio, a lui si affida. Chiediamo anche
noi al Signore che ci insegni questa
caratteristica dell’affidamento e della
misericordia.
“Non rifiutarmi Signore la tua
Misericordia, la tua fedeltà e la
tua grazia mi proteggano sempre.”
(Salmo 40,12)
Carla Fabbri
Giubileo parrocchiale della misericordia
L’invito di Papa Francesco, che nell’anno giubilare della Misericordia, ci invita a celebrare la Bontà infinita di Dio, che
ancora una volta ci viene incontro per inondarci del suo amore, ci ha convocati e condotti, come comunità, insieme a
tutta la comunità delle suore della carità di Santa Giovanna Antida e dei Padri Cavanis, a vivere domenica 24 aprile,
il giubileo parrocchiale.
Il desiderio di Dio di “gettare le braccia al collo” ad ogni suo figlio per riassumerlo nella sua tenerezza, ci ha radunati
in gran numero attorno al simbolo prezioso della sua redenzione, la Croce, per guidarci nel percorso penitenziale
giubilare.
Il raduno era previsto per le 16.00 nel piazzale antistante la Chiesa di San Giovanni Battista di Cesano, presso il quale
siamo convenuti dopo un personale cammino silenzioso, di preghiera, meditazione e riflessione, per coloro che avevano
optato per il pellegrinaggio a piedi, e con mezzi propri o in pullman, per le persone che avrebbero potuto vivere con
difficoltà la lunga camminata.
Per riflettere sulla Misericordia di Dio e sperimentare il tocco dolce del suo perdono,
la sua presenza viva nei nostri percorsi di vita, soprattutto nei momenti di difficoltà
e di bisogno, da lì abbiamo vissuto un percorso penitenziale.
Al culmine del percorso giubilare, la comunità di San Antonio ha fatto esperienza
viva e concreta dell’abbraccio misericordioso del Padre che ognuno ha potuto
incontrare nel sacramento della Penitenza, nella preghiera personale e corale, nel
Santo Rosario guidato da suor Anna, nella celebrazione eucaristica.
Il desiderio di Dio non conosce altro ostacolo che la nostra libertà. Uniti da questa
consapevolezza, l’AMEN conclusivo è risuonato come la corrispondenza di una
comunità che esprime il desiderio e la volontà di porsi nel Suo abbraccio d’amore
e di lasciarsi guidare dalla Sua tenerezza.
Alfonso Todisco
Charitas 2016 n. 2
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EX-ALLIEVI
Ex-allievi tornano
al Cavanis di Roma!
Salve, eccoci qua. Siamo un neo-gruppo di ex-allievi
dell’Istituto Cavanis di Roma, che oggi, alla soglia dei
loro primi settant’anni, si affacciano a questa vostra
comunità.
Vorrei narrare, in poche righe, la breve storia della nostra
fresca realtà.
Verso i primi di marzo mi squilla il telefono di casa e
una voce sconosciuta esordisce “ciao Neno, indovina chi
sono”. Buio assoluto, naturalmente, ma quel Neno (invece
di Nazzareno), appellativo di altri tempi, mi ha dischiuso
uno spiraglietto, insufficiente a riconoscere quella voce, ma
utile ad evitarmi di sbattere giù la cornetta, come ormai
faccio abitualmente in faccia ai miliardi di rompiscatole
che ci chiamano nelle ore più strategiche per piazzarci
qualcosa.
“No, non indovino proprio. Chi sei?”
“Sono Giulio, delle Medie, ricordi?”.
“GIULIO????!!!!” Mi è venuto subito un groppo in gola!
Immediatamente quel nome mi ha catapultato in mezzo al
polverone di un campo di calcio di un altro tempo e di un
altro mondo. E mi rivedo, con tenerezza, ragazzino con le
gambe secche e le ginocchiere troppo grosse, giovanissimo
portiere tra i pali di una porta dove la traversa era formata
da due travetti di legno legati tra loro, che nel mezzo
presentava un certo cedimento, tanto scalcinato quanto
gradito. Sì, per me gradito, perché riduceva in qualche
modo la luce della porta stessa e mi aiutava sui tiri alti
di cui il predetto Giulio era universalmente considerato
maestro.
Calcavamo il duro terreno del mitico, grande campo di
calcio dei Cavanis. Da loro avevo frequentato, insieme a
lui, la Quinta Elementare e le Medie.
Allora abbiamo cominciato a parlare di noi, con semplicità,
rievocando fatti, persone ed episodi dimenticati, e
raccontandoci, in un lungo colloquio, i momenti salienti di
54 anni di vite vissute senza mai incontrarci. Accanto alle
cose belle, l’antica confidenza e lo schermo del telefono
ci hanno permesso di parlare anche di eventi dolorosi
sui quali non ci si espone volentieri, ma che si confidano
senza remore a qualcuno che è stato, negli anni più belli,
un fratello più che un compagno.
E poi Giulio mi ha parlato dell’idea, un po’ folle (sembrava),
di provare a rintracciare qualcun altro dei compagni di
quel tempo andato, che davanti ai quadri con i risultati
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Charitas 2016 n. 2
degli esami di terza media, salutammo con la promessa
di rivederci presto. Promessa mantenuta solo da alcuni,
perché per altri (tra cui me) il destino, le scelte dei
genitori e le capricciose vicende della vita avrebbero in
seguito deciso altrimenti.
Ma, per fortuna, taluni erano rimasti in zona e una decina
di loro si erano ritrovati a cena pochi giorni prima; e da
questo zoccolo duro era partita la spinta ad allargare il
gruppo. L’idea mi stuzzicava. Alle soglie dell’età … adulta
(e forse manco tanto, almeno nello spirito) ho cominciato
a pregustare il piacere di ritrovare, rivedere e abbracciare
quelle figure ormai dimenticate, ma con le quali avevo
condiviso tanti e tanti giorni di un’infanzia felice e
spensierata. Così mi sono unito al gruppo di ricercatori
di uomini del passato.
E, come per incanto, è riemerso dalle nebbie della mia
memoria l’elenco in ordine alfabetico dei compagni di
classe: Amadori, Antonucci, Arrabito, … e via di seguito
fino alla zeta di Zappaterreni e Zoppo. Così, assieme agli
altri, abbiamo messo mano agli strumenti informatici messi
a disposizione dalle attuali tecnologie e, in particolare, a
Facebook. In pochi giorni abbiamo rintracciato e contattato
16 persone della classe ‘48 e 12 della classe ‘49 e,
sorpresa dopo tanti anni di oblio, tutti quelli che abbiamo
raggiunto hanno aderito di slancio all’iniziativa.
Siamo partiti subito con una community per facilitare le
comunicazioni, via mail, SMS e soprattutto Whatsapp. Poi,
ormai forti del numero consistente di adesioni, abbiamo
avviato i contatti coi Padri Cavanis. Innanzitutto con il
Rettore, Padre Giuseppe Moni che, un po’ sorpreso, ma
felice, ci ha accolto con grandissima cortesia, mettendo a
disposizione le strutture di accoglienza della Scuola per
ospitare il primo incontro del neo costituito gruppo.
Lo scorso Mercoledì 20 aprile ci siamo dati appuntamento
nel cortile dell’Istituto e, dopo i necessari riconoscimenti
(ma siamo così cambiati?), siamo stati ospitati in una delle
nostre vecchie classi (chissà perché adesso ci appariva
così piccola rispetto al nostro ricordo?) per un incontro
con il P. Preposito Generale, Piero Fietta, il Rettore ed il
Parroco della antistante Parrocchia dei Santi Marcellino
e Pietro, Padre Edy, ai quali abbiamo illustrato le finalità
essenziali della nostra iniziativa, valutando insieme le
modalità di inserimento nella realtà del mondo Cavanis.
Conclusione: le prossime mosse saranno quelle di strutturare
il gruppo e allargarlo, oltre che consolidarlo con riunioni
ed incontri, approfittando anche delle iniziative e delle
manifestazioni organizzate in seno alla grande Famiglia Cavanis.
In tale contesto, abbiamo deciso che la prima occasione sarà
la prossima festa, programmata per il 29 Maggio (“Cavanis
day”), per festeggiare i 70 anni dello “sbarco” dei Cavanis
a Roma. Quindi dal 1946: solo un anno dopo la fine della
guerra e appena 2-3 anni prima della nostra nascita.
Per il seguito, poi, contiamo di attivarci per stimolare
noi stessi nuove iniziative, come ad esempio scambi di
visite con le Comunità di altre città in Italia e (perché
no?) nel Mondo.
Quindi, esaurita la parte istituzionale del programma della
giornata, via tutti verso un Agriturismo dei vicini Castelli
Romani, intorno ad una allegra e ricca tavolata che (come
si sa) per i Romani è quanto di più aggregante si possa
desiderare, come recita la vecchia canzone “Una gita a
li Castelli”, che è un po’ l’inno di noi della Torpignattara
di una volta.
Dopo il pranzo, complici la buona cucina e svariati bicchieri
di buon vino locale, ci siamo divisi in gruppetti a cercare di
riconoscerci nelle foto di allora, che alcuni di noi avevano
rispolverato, e a raccontarci le nostre avventure fino al
calare del sole, non prima di aver immortalato l’evento
con le immancabili foto, dei singoli e di gruppo.
È emerso, dai nostri racconti, che tutti hanno potuto
salire qualche gradino in più nella scala sociale, rispetto
a quello da cui erano partiti i genitori. Grazie a loro, ai
loro sacrifici e insegnamenti e al loro esempio, ma anche
grazie all’opera preziosa dei Padri Cavanis. Non vorrei
usare il termine “soprattutto”, per non far torto ai genitori,
ma certamente dal punto di vista educativo la loro azione
ed il loro insegnamento sono stati determinanti per le vite
di ciascuno di noi.
Questi Padri, in veste di veri e propri missionari, in un
periodo storico e in un quartiere di periferia “difficile” (a
dir poco) come il nostro, hanno saputo togliere centinaia
di ragazzini dalla strada, elevandone il livello culturale
e quindi professionale e sociale, consentendo loro di
inserirsi in modo dignitoso nel tessuto lavorativo della
nostra città e del nostro Paese e, per alcuni di noi, con
brillanti risultati anche in Paesi stranieri.
Nazzareno Caporello - classe ‘48
Charitas 2016 n. 2
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AMICIZIA LONTANA
La voix de la M.A.C
“Un progetto di vita
per essere sé stessi”
Dopo più di due settimane di vacanze di Pasqua, i nostri
bambini sono tornati quasi tutti. Alcuni con la febbre.
Abbiamo tutti ripreso il lavoro con la forza del Signore
Risorto. La nostra ragazzina Chancelvie Masala (12 anni,
famiglia di 5 figli, lei è la seconda e unica femmina, i
genitori senza lavoro) quasi ogni giorno mi fa una domanda
a riguardo della sua vita futura. Vuole fare un progetto
della sua vita, dato che sta per lasciare la nostra scuola
e non sa se avrà la fortuna di proseguire lo studio. Ho
pensato di condividere con voi questa situazione della
bambina. Sto spiegandole a modo mio qualcosa della vita,
dicendole che è bene fare un progetto/sogno di vita per
realizzarsi, dare un senso alla propria vita. Tutto passa
attraverso lo sviluppo di un vero e proprio progetto/
sogno di vita, sia in campo professionale, familiare o
altro. Il progetto di vita ci permette di sapere dove si
vuole andare, ciò che si vuole diventare e fare, con chi
e come. Vuoi prendere in mano la tua vita e diventare
l’attore di essa? Devi sapere anzitutto che il progetto di
vita è fare un cammino. A differenza di un obiettivo che
è chiaramente definito, il progetto di vita è, in realtà, un
orientamento, una direzione generale che ci s’imposta
in modo da dare un senso alla nostra esistenza. Perché
siamo consapevoli del potenziale che abbiamo in noi, sia
nelle nostre capacità fisiche, intellettuali e mentali o alla
forza dei nostri desideri, è legittimo voler valorizzare al
massimo la nostra vita e quindi definire un progetto per
raggiungere questo obiettivo. Naturalmente il progetto di
vita può riferirsi a tutti i settori della vita: lavoro, tempo
libero, vita privata e familiare, l’impegno umanitario,
politica, ecc. Per evitare la dispersione, è necessario
disporre di un progetto dominante che condiziona
gli altri, ma non a scapito di questi. Ad esempio, il
successo nella vita professionale non deve andare a
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Charitas 2016 n. 2
scapito della vita familiare. Generalmente i nostri primi
progetti nascono durante l’adolescenza, quando tutto ci
sembra possibile. Senza rinunciare a nulla ci proiettiamo
nel futuro attraverso gli ideali. Nel corso degli anni,
le circostanze possono ostacolare questi progetti e ci
costringono ad accettare altre situazioni o addirittura di
cambiare il nostro comportamento. Le frustrazioni non
devono tuttavia farci abbandonare i nostri ideali, le nostre
passioni, i nostri desideri più profondi. L’autorealizzazione
è un equilibrio tra il sogno e il realismo. Dopo averci
chiesto ciò che si vuole fare nella vita ci si deve porre
la domanda: come posso raggiungere la meta se la realtà
attuale è questa? Chancelvie Masala, molto interessata
mi ha chiesto: “Come posso sapere quale progetto di
vita è più adatto a me?” Le ho risposto: il tuo progetto
di vita è personale, spetta a te. Queste sono scelte che
si devono fare secondo i propri desideri e capacità. Non
esiste un modello da copiare o adattare.
Ecco alcuni consigli:
• Le tue scelte non devono avere come origine motivazioni
negative. Non eliminare altre possibilità.
• Le tue scelte non devono essere fatte per obbedire o
per compiacere qualche altro: la famiglia, ecc.
• Non devono essere motivate da orgoglio o fama. Avere
talento non vuol dire essere famoso.
• S egni positivi: desiderio di fare qualcosa, attività
professionale o artistica, seguendo modelli che hai
sempre ammirato.
• H ai il diritto ad una seconda possibilità se la tua
vita non va come desideri e si presenta l’occasione.
Adattarsi al cambiamento di vita non è sinonimo di
fallimento.
Con questi esempi, abbiamo concluso la prima parte del
nostro cammino di aiuto.
Bolivia
Carissimi Benefattori di A.L., il 27 aprile abbiamo iniziato i lavori
nella sala AUDIO VISUAL nella “Unidade Educativa Cavanis
in Monte Carmelo”. I muratori sono tre, pertanto, i lavori
proseguiranno per 35/40 giorni. Pensiamo di inaugurare la sala il
16 luglio, anniversario dell’apertura del Collegio Monte Carmelo.
Entro questa data installeremo: il proiettore, l’aria condizionata, sedie
più o meno buone; ricordando sempre che siamo in un quartiere
povero di questa nuova urbanizzazione del comune Wernes, Santa
Cruz de la Sierra. Con i 10.000,00 euro possiamo fare tutto quanto.
Ringrazio con la mia preghiera tutti, Dio vi benedica.
Scegli A.L. AMICIZIA LONTANA ONLUS per il tuo 5x1000
A te costa zero, ma aiuterai la M.A.C. di Kinshasa. Nel 2015, grazie alla generosità di 847 contribuenti, abbiamo ricevuto
€ 25.756,05 (erogazione 2013). Con la vostra firma e il nostro codice fiscale 97155030154 inseriti, nel modulo della
dichiarazione dei redditi, nel riquadro 5x1000 “Sostegno del Volontariato e delle altre organizzazioni non lucrative di
utilità sociale” continueremo a dare un aiuto concreto alla M.A.C. Maison d’Accueil Cavanis di Kinshasa.
A.L. AMICIZIA LONTANA ONLUS
c/o Parrocchia S. Antonio di Padova
Piazza Giovanni XXIII, 3 - 20094 CORSICO (MI)
tel. 02.440.98.70
Iscritta all’Anagrafe Unica delle Onlus tenuta dall’Agenzia delle Entrate
C.F. 97155030154
Conto corrente postale n° 32384208
IBAN: IT 91 Z 08386 33030 000000 460659
Donazioni online: www.amicizialontana.org
e.mail [email protected]
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CONGO
Un momento speciale per
la famiglia Cavanis del Congo
Il Sabato 30 Aprile, abbiamo accolto i bambini e ragazzi
del quartiere, più di 700.
Organizziamo le attività spirituali, culturali e sportive in
preparazione al 02 Maggio.
Ogni anno, dal 25 aprile al 02 maggio, nella Delegazione
del Congo organizziamo le attività spirituali, culturali e
sportive in preparazione al grande 2 Maggio: Festa della
fondazione della Congregazione delle Scuole di Carità Istituto Cavanis. Chiamiamo questa settimana “Settimana
Cavanis”, ed è un momento speciale per la nostra “grande
famiglia” Cavanis del Congo.
Quest’anno, con l’impegno del diacono Daniel, abbiamo
vissuto una settimana Cavanis meravigliosa. Tutti: bambini,
collaboratori laici, seminaristi, novizi, religiosi, diacono
e preti abbiamo partecipato calorosamente alle attività
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Charitas 2016 n. 2
organizzate. Ogni giorno, durante la preghiera della
mattina, i bambini pregavano spontaneamente per la
glorificazione dei padri Fondatori, per i benefattori, per
i Religiosi Cavanis... nel profondo raccoglimento. Poi si
cantava l’inno Cavanis in italiano. Sorpresa! Ma i nostri
bambini hanno ben imparato l’inno Cavanis in italiano:
lo cantano prima delle attività sportive.
Il venerdì 29 Aprile con i collaboratori Laici, abbiamo
fatto un incontro di formazione sulla ricchezza del nostro
Carisma. Mentre il 27 dello stesso mese, abbiamo fatto
la tradizionale partita di calcio: i seminaristi contro gli
ex bambini (allievi) della M. A. C. Il Sabato 30 Aprile,
abbiamo accolto anche i bambini del quartiere, come
durante il campo scuola. Più di 700 ragazzi e bambini
rivestiti dello spirito Cavanis. Che meraviglia!
Il lunedì 2 Maggio, abbiamo concluso la settimana Cavanis
con la Santa Messa presieduta da padre Manoel, con la
presenza dei Padri delle Scuole Pie, Oblati e le suore
Canossiane.
Daniel Musulu - Diacono
FILIPPINE
“La carità,
cuori,
effusa nei nostri
più conformi
ci renda sempre
a Cristo Gesù...”
“Con la professione dei voti il religioso si
impegna di fronte a Dio e alla Chiesa a
vivere più pienamente la propria consacrazione
battesimale attraverso la pratica dei voti
di castità, povertà e obbedienza secondo le
nostre Costituzioni e le disposizioni del Diritto
universale (cf. Can. 654)”.
Professione dei Voti Religiosi
nelle Filippine
Il 2 Maggio 2016 abbiamo celebrato:
la Professione Temporanea dei nostri novizi delle Filippine:
Lester W. Barcelo, Arnel T. Eborde, Ranilo P. Pardillo,
Frances P. Cadagdagon, Jusen O. Muaña, Jozel Mark Gerios,
Jayson T. Rufino, Benjie C. Mantos, Renniel O. Sostino
e i Voti Religiosi dei Professi temporanei:
Rando Tingas Lanaja, Ervin Degorio Maique e Jodel Roche Castaritas
presso il Seminary Cavanis, Tibungco, Davao City Filipinas.
“Con la professione temporanea, emessa per un
periodo di tempo determinato (cf. Can. 655), il
religioso viene incorporato alla Congregazione,
ne indossa l’abito, quale segno esterno di
consacrazione a Dio, e si impegna a osservare
le nostre Costituzioni”.
Costituzioni e Norme della Congregazione delle
Scuole di Carità - Istituto Cavanis
Charitas 2016 n. 2
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BRASILE
Passeggiata nel bosco.
Il Religioso Jonas Barbacovi, P. Josoé Zanon e P. Roberto Laufer.
Encontro “Arena Jovem Cavanis”
La bandiera Cavanis, momento di preghiera.
Attività spirituale fatta nella notte.
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Charitas 2016 n. 2
A atividade reune algumas propostas e meios educativos
que nossos Fundadores descobriram ser incisivas para
a educação dos jovens.
A “Arena Jovem Cavanis“ (Abril de 2016) foi um momento
extraordinário de bênçãos e graças para muitos jovens.
Participaram e colaboraram com a organização do evento
Pe. Roberto Laufer, Pe. Josoé Zanon, Pe. Adenilson Alves
de Souza e o Religioso Jonas Barbacovi, e ainda, vários
membros da comunidade.
O encontro é uma atividade que teve inicio no ano de
2011 tendo como base as propostas educacionais de
nossos Fundadores Pe. Antônio e Pe. Marcos Cavanis.
Idealizada pelos padres Roberto e Josoé, que tinham o
desejo de criar uma nova possibilidade para a prática
da pedagogia Cavanis junto aos jovens das comunidades
onde atuavam.
A atividade “Arena Jovem Cavanis” reune algumas
propostas e meios educativos que nossos Fundadores
descobriram ser incisivas para a educação dos jovens e
que segundo a tradição de nossas atividades educacionais,
sempre foram destaque:
-O “horto”, um lugar de lazer e de recreio, onde você
pode observar e compreender os jovens, que se manifestam
mais espontaneamente;
-O oratório, destina-se como uma oportunidade diária
para a formação do coração ao espírito de piedade.
-A igreja, o lugar de oração, catequese, a explicação da
Palavra de Deus, feito com perseverança e sabedoria.
BOLIVIA
In Bolivia più di
5.000 studenti
hanno festeggiato
In Santa Cruz de la Sierra lavoriamo
in cinque Scuole, due Parrocchie
(Corpus Christi e Cristo Liberador)
e nel Seminario “Nuestra Señora
Virgen del Carmen”.
Le autorità Cavanis della scuola.
Celebrazione dei 214 anni...
Noi Cavanis, a Santa Cruz de la Sierra - Bolivia, abbiamo festeggiato con grande gioia i 214 anni della Congregazione.
Nelle nostre 5 Scuole Cavanis, dove abbiamo più di 5.000 studenti, sono state organizzate attività culturali e danze
popolari. Le attività sono state realizzate in ogni scuola con la partecipazione dei nostri docenti e religiosi.
Dopo i giorni di presentazione e attività con i ragazzi e bambini, abbiamo organizzato una cena, presso il Seminario
“Nuestra Señora Virgen del Carmen”, per più di 100 docenti delle nostre unità educative. Per finire le attività celebrative,
ci siamo riuniti Domenica 1 Maggio (studenti, docenti, comunità e religiosi) per celebrare nelle nostre parrocchie: Corpus
Christi e Cristo Liberador.
Ringraziamo Dio per averci permesso di festeggiare, con le persone che ci aiutano a scrivere la nostra storia Cavanis,
come Veri padri della gioventù, così come desiderano i nostri Venerabili Padri fondatori.
P. Maurício Kviatkovski de Lima
Direttore scuole e Parroco di Cristo Liberatore
Gli studenti del Seminario
internazionale di Roma
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SUORE CAVANIS
Basket femminile
Porcari:
un anno ricco
di soddisfazioni
Squadra under 13 vincitrice Coppa Toscana.
Oramai manca poco al termine di questo anno sportivo 2015/2016 e dalle Suore Cavanis è tempo di bilanci. Senz’altro
c’è da essere felici nell’aver visto aumentare in modo esponenziale i numeri del Centro Minibasket con piu’ di 100
bambini/e iscritti ai corsi, segno dell’ottimo lavoro svolto al “Palasuore”. Dal nostro settore giovanile due importanti
risultati sono arrivati dalle ragazze dell’Under 13 (2003/2004) e da quelle dell’Under 14 (2002). Le prime sono tornate
vincitrici dalle Final Four di Coppa Toscana disputatesi a Prato sabato 30 aprile e domenica 1 maggio. Un successo
che mette in risalto l’importante lavoro che viene svolto nella nostra palestra soprattutto per realizzare l’obbiettivo della
nostra società “Educare e far crescere le bambine con lo sport”. Non è un caso il fatto che sulla panchina della
nostra Under 13 fosse seduta, durante tutte le final four, la nostra Suor Giuseppina, anima indiscussa della nostra
società e assoluta intenditrice di basket, che ha dato grande sostegno e nobili consigli alle nostre bimbe. Il Roster di
questa bella impresa: Gaina Rachele, Martini Chiara, Bartoli Viola Maria, Donatini Francesca, Giannini Chiara, Menchini
Angelica, Donatini Alessia, Pellicci Martina, Paoli Maria, Tocchini Elena, Manzoli Emma, Vasilache Raluca Bianca, Marku
Antonella per le Under 14, invece, è arrivato un ottimo piazzamento nel campionato regionale di categoria. Nella finale
per il 3°e 4° posto, svoltasi sabato 7 e domenica 8 maggio, le ragazze guidate da coach Fabio Berti hanno avuto la
meglio divenendo la terza forza della Toscana dietro alle due fortissime società di Prato ed Empoli. Un anno strepitoso
anche per loro valorizzato da numerose vittorie ottenute in giro per la Toscana e da un ottimo piazzamento nel Torneo
Nazionale di Pesaro disputato in Marzo. Un bel gruppo affiatato e coeso, sempre accompagnato e sostenuto dalla panchina
da Suor Elsa e da Suor Daniela. Il Roster delle Under 14: Guzja Irisa, Sani Angelica, Da Prato Giulia, Nieri Lavinia,
Bianchi Alessia, Spinetti Asia, Marcucci Alessia, Giusti Giulia, Del Carlo Silvia, Pisani Francesca, Fusco Ramona.
Stagione, però, non ancora terminata del tutto, nel weekend del 14 e 15 maggio, al Palasuore, ci sarà l’appuntamento
con il “Trofeo Margherita”, un quadrangolare per ricordare la giovanissima Margherita che se ne è andata due anni fa in
un banale incidente. Aveva 12 anni ed una grande passione: la pallacanestro. Quel tragico evento ha lasciato un vuoto
incolmabile nella famiglia ed un dolore profondo, non
ancora sopito, in quanti la conoscevano, soprattutto
nel Basket Femminile Porcari dove giocava nella
squadra Esordienti. In questo Torneo, oltre alla sua
squadra, scenderanno sul parquet: il CMB di San
Giovanni Valdarno, il B.F. Versilia 2002 ed il PGS
Santa Croce di Verona.
Vincere è sempre meraviglioso! Una vittoria costruita
con il contributo di tutti e con il rispetto dell’avversario,
non può che rendere felice il nostro vecchio
B.F. Porcari!
Carlo Marcucci
Squadra under 14.
30
Charitas 2016 n. 2
NOTIZIE TRISTI
Le due comunità di Cavaso e Possagno si sono strette intorno ai Padri Cavanis
nell’occasione della morte di Padre Primo Zoppas, che è tornato alla casa del Padre,
a 89 anni, domenica scorsa 1 maggio e i cui funerali si sono svolti martedì 3 maggio
2016 a Possagno nel Tempio Canoviano.
Era nato a Susegana (TV) il 28 marzo 1927, ordinato sacerdote nel 1953, dopo aver
emesso la professione religiosa nel 1946.
Religioso, Sacerdote, Educatore di tanti giovani, ha profuso le sue doti di Padre ed
Educatore nelle case di Venezia, Possagno, Roma, Capezzano Pianore, Porcari e per
molti anni a Sappada.
È sempre stato in mezzo ai giovani, educandoli particolarmente allo sport, ed è stato
per molti anni assistente ed insegnante di Educazione Fisica.
Ha trascorso gli ultimi anni di vita nel collegio di Possagno e a Possagno ora è tumulato
nella cappella riservata ai padri Cavanis.
“Chi lo ha conosciuto ha potuto apprezzare la sua laboriosità, il suo impegno apostolico
nella scuola e nella pastorale - ha ricordato il padre Preposito Generale - In lui ha agito la grazia del Signore che
lo ha chiamato e lo ha consacrato sacerdote per sempre, e ha seminato tanto bene in mezzo i giovani attraverso la
sua persona. Per tutto ringraziamo il Signore, ricco di bontà e misericordia, che accoglie ora questo suo figlio e
gli concede il premio delle sue fatiche. Noi lo accompagniamo con la nostra preghiera di suffragio.”
ORCI ZANOTTO
FRANCESCO DAL BROI
GAMBA SERGIO
n. 15.2.1924 - m. 7.3.2016
n. 19.12.1935 - m. 19.3.2016
n. 1.6.1943 - m. 6.4.2016
è stato operaio nella costruzione
di Casa del Sacro Cuore
ex-allievo Collegio Canova
ex-allievo Chioggia
LUGLIO
1
4
4
4
6
8
11 12
15 16 16 21 26 27 28 30 31 1988 1940 1940 2005
1998
1902 1992 1987 1904 1995 2001 1936
1989 1918
1966 1917 1880 AGOSTO
Donati P. Livio
Cognolato Fr. Enrico
D’Andrea P. Luigi
Zaniolo P. Angelo
Del Debbio P. Ugo
Dal Castagné Fr. Clemente
Candiago P. Luigi
Pasqualini P. Pio
Larese P. Giovanni Battista
Menghi Diac. Aldo
Fassini P. Cleimar Pedro
Fornasier Fr. Filippo
Janeselli P. Mansueto
De Piante Ch. Nazzareno
Busellato P. Michele
Santacattarina P. Agostino
Morelli P. Nicolò
2
5
7
9
12 13 14 14
16 25 31 31 1870
1995 1962 1970 1950 1995 1835 1952 2010
1994 1987 1988 SETTEMBRE
Rossi Fr. Pietro
Turetta P. Antonio
Andreatta P. Aurelio
Taddei P. Augusto
Donati P. Carlo
Fogarollo P. Giuseppe
Minozzi Ch. Francesco
Menegoz P. Agostino
Incerti P. Guglielmo
Janeselli P. Riccardo
Piasentini Mons. G. Battista
Marangoni P. Bruno
3
3
5
7
7
8
9
10 11 12 13 17 17 17 25 1991 2012 1867 1973 2010 1943 1945 1979 1852 2006 2013 1882 1920 1993 1972 Cortelezzi P. Giuseppe
Vio P. Sergio
Piva Ch. Domenico Luigi
Sottopietra P. Federico
Maretto P. Giuseppe
Rizzardo P. Giovanni
Fedel P. Amedeo
Gazzola P. Giosué
Maderò P. Pietro
Collotto P. Attilio
Tittoto P. Giovanni Carlo
Barbaro Fr. Giacomo
Rossi P. Vincenzo
Zanon P. Ermenegildo Loris
Janeselli P. Mario
Ricordando i Padri defunti
Charitas 2016 n. 2
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In copertina:
Osservatorio Meteo Cavanis
180 anni di rilevazione dati