Le pietre ei cittadini

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Le pietre ei cittadini
CORSO DI AGGIORNAMENTO
“LE PIETRE E I CITTADINI”
2015-16
Associazione Nazionale per la tutela del Patrimonio Storico, Artistico e Naturale della Nazione
Scuola, cittadinanza, sostenibilità
“Le pietre e i cittadini”
Progetto nazionale per l’Educazione al Patrimonio 2015-16
SCHEDA STORICO-DESCRITTIVA DEL CENTRO STORICO
Docente Maria Loredana Puccio
Tel. 3206761657
E mail [email protected]
Scuola: S.S. I grado “G. A. Borgese XXVII Maggio
Piazza Contardo Ferrini Città Palermo CAP 90146 Prov PA
Tel. 091.6713244 Fax 091/6713352 e-mail [email protected]
Denominazione e localizzazione del centro storico
Il Castello di Maredolce, Parco della Favara, Brancaccio, Palermo.
Le motivazioni della scelta
Piccolo gioiello immerso nel parco della Favara, ma a due passi dal caos cittadino, il Castello di Maredolce, il
cui nome è da attribuire alla presenza di un lago artificiale che bagna su tre lati l’edificio, meriterebbe di
essere recuperato e valorizzato come esempio importante di architettura del periodo arabo-normanno.
Sede Nazionale - Viale Liegi, 33 00198 Roma – Tel. +39.06.8537271 Fax. 039.0685350596
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Breve descrizione
Il castello di Maredolce o palazzo della Favara è un edificio palermitano in stile islamico, la cui architettura
non sembra mostrare influenze normanne; esso risale al XII secolo, e si trovava all'interno della Fawwarah
("fonte che ribolle" in lingua araba), il parco della Favara, nel quartiere di Brancaccio.
Contesto territoriale
Il Castello di Maredolce si trova all’interno del parco della Favara, nel quartiere di Brancaccio.
Notizie storiche
Secondo le fonti storiche il Castello risalirebbe al periodo arabo-normanno. Da alcune testimonianze si
apprende che potrebbe essere stato costruito sotto l’Emiro Kalbita Giafar che ancora adesso dà il nome ad
una strada vicino il Castello. Altre fonti invece riferiscono che il Castello sia stato fatto costruire dal re
normanno Ruggero II su un edificio arabo preesistente.
Nella cultura araba l’acqua è un elemento essenziale di cui non si può fare a meno. Come scritto nel
Corano, che contiene le sacre scritture per i musulmani, essa è fonte di vita e caratterizza il Paradiso. Per
questo motivo gli arabi hanno sempre voluto sin dall’antichità che le dimore dei potenti somigliassero ai
giardini di Allah e il castello di Maredolce, infatti, è così denominato perché circondato su tre lati da un lago
artificiale.
Dati geo-morfologici e geografici (orografia, clima, estensione, densità abitativa)
Il palazzo, per volere di Ruggero II, venne circondato da un lago artificiale, che lo cingeva su tre lati, ed era
immerso in un grande parco, dove Ruggero II si dilettava nella caccia. Il bacino, che aveva al centro un'isola
di circa due ettari di estensione, venne ottenuto grazie a una diga composta da blocchi di tufo, che
interrompeva il corso della sorgente del monte Grifone. Nel XVI secolo la sorgente si prosciugò, e la
peschiera divenne una fertile area agricola, ancora oggi esistente.
Sistema viario, piazze
L'arteria principale del quartiere in cui si trova il castello di Maredolce è anche una delle principali di accesso
alla zona sud di Palermo, la via Emiro Giafar, interessata da un traffico intenso, sia per i veicoli che
dall'autostrada entrano in città, sia per i TIR in transito, data la vicinanza del deposito ferroviario.
Attualmente sono in corso dei lavori all'interno del quartiere per la realizzazione della Linea 1 del tram di
Palermo. Il quartiere è servito dal Servizio ferroviario metropolitano che fa sosta nella stazione denominata
Stazione di Palermo Brancaccio, scalo civile e merci, e in futuro anche dalla costruenda fermata Brancaccio
Residenziale. In costruzione è anche uno svincolo sull'Autostrada A19.
Sistema edilizio
L'edificio ha pianta quadrangolare, e possiede al centro un cortile molto spazioso, dotato in origine di un
portico con volte a crociera, del quale rimane solo qualche traccia. L’esterno del palazzo si presenta come
un unico blocco costituito da un basamento di grossi mattoni in tufo. Questo basamento, ad eccezione del
lato nord-ovest, era bagnato probabilmente dall’acqua di Maredolce e, per questo motivo, è stato coperto
da vari strati di intonaco idraulico che lo rendeva impermeabile. Sopra il basamento, le pareti sono state
realizzate con piccoli conci di tufo. La compatta parete è alleggerita da arcate eleganti e slanciate a sesto
leggermente acuto, con piano interno rientrato ed una finestra a feritoia al centro. Il lato d’ingresso al
palazzo è situato sul fronte nordovest, in cui si aprono quattro grandi porte. Dalla terza porta si accede alla
Cappella del palazzo. Quest’ultima ha caratteri della cappella latina e della chiesa greco-bizantina. La quarta
porta d’ingresso immette in una sala rettangolare caratterizzata, sulla parete sud-est, dalla presenza di
un’alcova che presenta una nicchia a conchiglia di ascendenza persiana. A questa sala si addossa un altro
ambiente più vasto che presenta una semplice cornice sporgente sormontata da tre muqarnas. Data la
particolare configurazione, la decorazione e l’orientamento di questa ultima sala, si può ipotizzare che fosse
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la sala del trono. La struttura dell'adiacente hammam è dal XIX secolo inglobata in una palazzina, ed è
riconoscibile con difficoltà.
Sistema difensivo e recinti
Impropriamente detto "castello", questo palazzo faceva parte di un "qasr", ovvero una cittadella fortificata
situata alle falde di del monte Grifone da cui gli Arabi, ottimi ingegneri, prendevano l’acqua costruendo canali
e pozzi che servivano per irrigare i campi. Il palazzo era in realtà un sollazzo, cioè un luogo di divertimento
e residenza estiva dove l’emiro poteva rilassarsi. L’intera struttura era infatti immersa nel parco della Favara,
caratterizzato da una natura lussureggiante piena di alberi da frutta, animali esotici e grande abbondanza di
acqua.
Le funzioni insediate: quelle storiche e le attuali (le permanenze e le modificazioni)
Da posto meraviglioso quale era, il Castello di Maredolce nei secoli è stato trasformato tante volte: da
residenza reale dell’emiro prima e dei re normanni poi, divenne in seguito un ospedale, e in periodo
successivo un’azienda agricola dove si coltivava e trattava la canna da zucchero.
Il contesto in cui è inserito il Castello è decisamente degradato. Essendo stata una residenza reale si
potrebbe immaginare ancora splendido e ben tenuto come ai tempi degli Arabi e invece è circondato da
case abusive che ne rovinano la bellezza. La stradina di accesso, che si chiama “via castellaccio” fa pensare
a questo meraviglioso castello in modo dispregiativo, è molto stretta, piena di panni stesi, auto parcheggiate
e sporcizia. All’interno del Parco la visione cambia radicalmente perché si passa improvvisamente dal caos
creato dal traffico delle automobili che suonavano per strada al silenzio assoluto. E’ sorprendente come, pur
essendo a due passi dalla città, anzi proprio al suo interno, questo posto sembri fuori dal mondo. Basta fare
due passi per immergersi nel verde e nella tranquillità.
Il giardino non è molto curato e il lago, che un tempo era ricco di acqua e pesci, adesso è quasi vuoto e
abitato solo da zanzare. Le stesse persone che vivono così vicine a questo tesoro non ne conoscono la
storia.
L'andamento socio-demografico (spopolamento, cambiamento di tipologie di insediati, ...)
Brancaccio, quartiere in cui si trova il castello di Maredolce, è di un quartiere di grande espansione, costituito
da una parte residenziale e da un'altra industriale, che ospita fabbriche e capannoni di stoccaggio; nel
quartiere sorgono inoltre i depositi della società comunale degli autobus urbani, AMAT, e quelli della società
comunale per lo smaltimento dei rifiuti, l'AMIA.
Brancaccio sorge tra la parte centrale della città e la sua periferia sud-est; in prossimità del quartiere corre il
raccordo tra la Circonvallazione di Palermo e l'Autostrada A19, ed è proprio con questo raccordo che
un'opera incompiuta da anni dovrebbe collegare il quartiere, tramite uno svincolo e un cavalcavia.
Fonti e documentazione di riferimento
Internet
La città nascosta: tra luoghi sconosciuti e dimenticati (materiale prodotto nell’ambito di un PROGETTO ai
sensi dell’art. 14 della L.R. 20/99 dalla Scuola Primaria e dell’Infanzia Statale G.BONANNO).
AZIONI SVOLTE A TUTELA: Condizione vincolistica; Strumenti urbanistici
L’associazione “Castello di Maredolce” organizza un programma di iniziative per porre alla pubblica
attenzione la tutela e valorizzazione dell’insieme delle risorse ambientali, storiche, archeologiche e culturali
del Complesso di Maredolce, nel quadro della mobilitazione del capitale sociale della seconda
Circoscrizione della città di Palermo
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AZIONI PROPOSTE PER CONTRASTARE I RISCHI per la tutela e conservazione
Una parte del Castello è stata restaurata e le case abusive che sono costruite al suo interno verranno
sgomberate per dare il giusto valore a un posto così speciale.
Si dovrebbe bonificare tutto il parco e il lago rendendolo ancora più bello, magari portando anatre, cigni e
pesci nel laghetto. Si potrebbero allestire delle mostre per ricostruire come si viveva ai tempi degli emiri e
in particolare si potrebbero raccogliere foto e documenti per spiegare come avveniva la lavorazione della
canna da zucchero proprio all’interno del Parco della Favara. Si potrebbero inoltre organizzare all’aperto
concerti o spettacoli teatrali che raccontino con i costumi dell’epoca le storie dei nobili Arabi e Normanni.
In questo modo tutti i visitatori potrebbe fare un tuffo nel passato e immaginare con la fantasia di vivere
nell’anno Mille quando Palermo era una delle città più belle e famose di tutto il Mediterraneo.
SI ALLEGANO:
N° 3 IMMAGINI (altre sono facilmente reperibili da internet)
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Luogo e data Palermo 02/03/2016
Da restituire all’indirizzo di posta elettronica [email protected]
ed a quello della sezione che organizza il corso di aggiornamento
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