97 - La gioco-dipendenza…

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97 - La gioco-dipendenza…
Dr. Fabrizio Boninu, Psicologo – Psicoterapeuta, Piazza Salento 7, Cagliari
97 - La gioco-dipendenza…
L’articolo del quale voglio parlarvi oggi riguarda una realtà che è sotto gli
occhi di tutti noi. Mi riferisco all’aumento spropositato di persone che soffrono di disturbo da
gioco, vera e propria nuova mania nazionale aggravato, per molti, anche dalle condizioni
economiche di questo periodo. Ma andiamo con ordine. Secondo la Alea, associazione per lo
studio del gioco, sarebbero mezzo milione le persone che avrebbero un rapporto patologico con
il gioco. Ci si riferisce a persone che non sono in grado di controllare l’impulso di giocare, che
non sono in grado di smettere autonomamente e che sono in grado, invece, di passare ore e ore
di fronte a macchinette o giocarsi l’intero stipendio (o pensione) nella speranza di poter
guadagnare qualcosa. Di questi 500.000 ben 100.000 sarebbero minorenni, persone che non
potrebbero neanche giocare. Non ci si deve stupire di questi numeri: i minorenni vengono
iniziati al gioco tramite delle apparentemente innocue applicazioni che spopolano, per esempio,
su Facebook. Questi giochi, anche se apparentemente non sono dannosi perché non si vince o
non si perde nulla se non ‘soldi virtuali’, in realtà sono potenzialmente molto distruttive nel
momento in cui iniziano ad innescare nel minore sia la comprensione che la passione per il
gioco fine a se stesso. Quel minore sarà, poi, un adulto che conoscerà non solo tutte le regole
del gioco ma avrà provato l’ebbrezza di vincere e perdere virtualmente. Il salto nel reale è solo
l’ultimo passo per una dipendenza coltivata da anni.
Parlando di gioco, non stiamo parlando, ovviamente, solo di macchinette o poker, ma di tutti
quei mille modi con cui le persone tentano la fortuna in Italia: gratta e vinci in primis. Ormai
sono talmente diffusi che sembra impossibile uscire da un negozio qualunque senza averne
giocato almeno uno. Promettono premi sempre più grossi e alcuni propongo dei veri e propri
vitalizzi. La tentazione si fa sempre più grossa sopratutto per quelle fasce sociali che, invece,
hanno sempre più difficoltà ad arrivare a fine mese. Non stupisce, allora, come tra le categorie
di giocatori più a rischio vengano citati pensionati, casalinghe, disoccupati, fasce deboli della
popolazionee che queste categorie costituiscano addirittura il 40% dei giocatori più a rischio di
sviluppare dipendenza.
Sono dati allarmanti considerato che spendiamo mediamente 8o miliardi di euro all’anno per
giochi, gratta e vinci, scommesse e lotterie. Lo Stato è il vero vincitore di questo giro immenso
di soldi. Si calcola che incassi all’incirca 20 miliardi di euro l’anno. Prima di pensare che questa
cifra giustifichi e spieghi l’investimento, bisognerebbe forse, pensare a tutti i costi, materiali,
psicologici, sociali che questo tipo di dipendenza invece comporta per le stesse casse dello
Stato. Molte di queste persone, non essendo in grado di uscire autonomamente dalla
dipendenza, hanno bisogno di aiuto qualificato e si rivolgono ai servizi psicosociali delle Asl,
andando ad aumentare il grado di congestione del servizio stesso. Molti, spinti dal miraggio
della ricchezza, si ritrovano ad essere sempre più poveri. In alcune fasce questo potrebbe
provocare l’aumento di tensione familiare, coniugale, genitoriale. Sono tutti costi
imponderabili, ma che sarebbe bene mettere sul piatto della bilancia. Solo allora risulterebbe
difficile lavarsi la coscienza con il ritornello gioca il giusto!
Intanto il link:
http://www.repubblica.it/salute/2012/03/23/news/giocodipendenza_6mila_italiani_in_cura32078025/
L’articolo è di Repubblica ed è firmato da Caterina Pasolini
Blog Lo Psicologo Virtuale: fabrizioboninu.blog.tiscali.it