“Il Codice ideale del Governatore” Luigi Zingales, Il Sole 24 Ore 15

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“Il Codice ideale del Governatore” Luigi Zingales, Il Sole 24 Ore 15
“Il Codice ideale del Governatore”
Luigi Zingales, Il Sole 24 Ore
15 January 2006
La nomina di Mario Draghi a Governatore della Banca d'Italia è stata giustamente accolta con grande soddisfazione in
Italia e all'estero. Le qualità e il prestigio della persona sono fuori discussione. Ma, come avevo anticipato sul Sole-24
Ore del 24 dicembre scorso (in un articolo che il direttore ha voluto pubblicare nonostante non ne condividesse appieno
l'impostazione), la sua nomina nasce con un potenziale conflitto di interesse. Come Governatore Draghi si troverà a
decidere su molte offerte di acquisizioni bancarie organizzate dai suoi ex colleghi, cioè da Goldman Sachs.
In un Paese dove il Presidente del Consiglio vive in costante conflitto di interesse e si difende solo dicendo che la sua
mano destra non sa quello che fa la sinistra, questo problema, al confronto, sembra ridicolo. Ma non lo è sui mercati
finanziari internazionali, come dimostra l'interesse dell'Economist, che lo ha ripreso.
Se questo problema esiste in generale, è particolarmente acuto per la vicenda Bnl. Draghi, tramite Goldman, aveva
organizzato l'offerta per Bnl di Bbva, la rivale di Unipol. Correttamente, Draghi ha preferito che la decisione se
autorizzare o meno l'Opa di Unipol fosse presa prima del suo arrivo. Ma se Bbva dovesse riprendere il suo tentativo,
Draghi si troverebbe a dover decidere su una proposta che lui stesso ha contribuito a elaborare.
Sono sicuro che Draghi si comporterà nel modo più imparziale. Ma dopo la tragica esperienza Fazio è indispensabile che
il Governatore della Banca d'Italia, chiunque sia, non solo sia, ma anche appaia completamente indipendente. Per tale
motivo sarebbe bello se Mario Draghi, che essendo vissuto a lungo all'estero ha acquisito una maggiore sensibilità alle
tematiche del conflitto d'interesse, desse inizio a una nuova tradizione nel nostro Paese e si autoimponesse
formalmente un codice di condotta, che dovrebbe suonare più o meno così.
1. «Mi impegno ad astenermi da ogni decisione nel takeover di Bnl e in qualunque altra acquisizione bancaria in cui io
abbia partecipato direttamente o indirettamente a organizzare l'offerta». Questa è pratica corrente in tutti i consigli di
amministrazione di Paesi civili ed è il minimo che si può chiedere al nuovo Governatore.
2. «Mi impegno a rinunciare al mio bonus di Goldman per l'anno 2005». La pratica nelle banche di investimento è di
pagare ingenti bonus a fine gennaio. Data la natura discrezionale di questi bonus, il suo pagamento dopo l'annuncio
della nomina a Governatore della Banca d'Italia potrebbe essere percepito come una captatio benevolentiae,
assolutamente impropria.
3. «Mi impegno a liquidare ogni mia partecipazione finanziaria (obbligazioni, azioni e opzioni) in Goldman Sachs o in
qualunque altra impresa finanziaria». In qualità di Governatore, Draghi si troverà a prendere molte decisioni che
avranno enormi effetti sul valore di banche commerciali e di investimento. Se possedesse delle azioni in una di queste,
il suo giudizio potrebbe essere visto come parziale. Perfino Dick Cheney ha liquidato le sue opzioni Halliburton prima di
diventare vicepresidente degli Stati Uniti.
4. «Mi impegno a trasferire tutte le attività finanziarie mie e di mia moglie in un blind trust, che le gestirà a mia
insaputa». Come Governatore Draghi parteciperà ai Consigli della Bce e contribuirà a formare la politica monetaria
europea. Egli sarà quindi sempre in possesso di informazioni privilegiate. Ogni sua attività di trading potrebbe essere
vista come una forma di insider trading. Il codice etico della Bce già proibisce l'uso di informazioni privilegiate a fini di
trading, ma senza strumenti di verifica questo divieto diventa lettera morta. Con la creazione di un blind trust si
elimina anche il potenziale sospetto.
5. «Mi impegno a rendere pubblico il mio stipendio come Governatore della Banca d'Italia e a non accettare
nessun'altra forma di compenso fintantoché sarò Governatore di Banca d'Italia». Mario Draghi ha promosso la
trasparenza dei bilanci societari. Ci sembra giusto applichi le stesse regole a Banca d'Italia. È l'unica banca centrale
europea che non pubblica lo stipendio del suo Governatore.
6. «Mi impegno a rifiutare qualsiasi regalo per un valore superiore ai 50 euro che mi venga fatto da qualsiasi istituzione
finanziaria italiana o estera o persona legata ad esse». Di fatto questa norma è già compresa nel codice etico della
Bce. Ma dopo le scandalose vicende dei regali accettati da Fazio, è meglio evitare anche l'ombra di un sospetto.
7. «Mi impegno a non assumere alcuna posizione retribuita in una istituzione finanziaria italiana o estera per un
periodo di due anni dopo la fine del mio mandato». Questo è forse il punto più importante. Il rischio insito in un
mandato a termine è che il Governatore cerchi di ingraziarsi un potenziale futuro datore di lavoro favorendolo. Il
premio Nobel Stiglitz, per esempio, criticò duramente l'ex deputy director del Fondo monetario internazionale Stanley
Fischer, dicendo che il suo passaggio diretto dall'Fmi a Citibank gettava una luce sinistra sugli aiuti concessi dal Fondo
a quei Paesi fortemente indebitati proprio con Citibank. Già a fine agosto Alberto Alesina, Guido Tabellini e io avevamo
chiesto, invano, che questa norma fosse inserita nella legge sul risparmio. Il comportamento dell'ex Cancelliere tedesco
Gerhard Schröder, che appena finito il mandato ha accettato di entrare nel consiglio di amministrazione di Gazprom
oscurando l'intera politica estera del suo cancellierato, ha reso tale questione ancora più attuale. In mancanza di
un'esplicita norma di legge, un impegno formale del Governatore sarebbe sufficiente.
Con il Testo Unico della finanza che porta il suo nome Mario Draghi ha dato un importante impulso alla correttezza e
alla trasparenza del sistema finanziario italiano. Sottoscrivendo volontariamente questo codice (e richiedendo ai
membri del Direttorio un'analoga condotta) egli può dare un impulso alla correttezza e trasparenza non solo della
Banca d'Italia ma dell'intera pubblica amministrazione in Italia. Sogno il giorno in cui il "codice Draghi" sarà sottoscritto
da tutti i politici e amministratori del nostro Paese. Vorrebbe dire che lo scandalo Fazio non è passato invano.