Grattacielo e storia a Winterthur
Transcript
Grattacielo e storia a Winterthur
1 2014 Il magazine per i clienti della Schindler Ascensori SA next floor Grattacielo e storia a Winterthur Baselworld – Splendore in nome del lusso Precisione e artigianato alla sede di Tamedia Schindler Award si concentra ora sulla mobilità Fortino di Magletsch – Il mondo nascosto di Oberschan Contenuto 4 Baselworld Splendore in nome del lusso 8 Sede Tamedia a Zurigo La fantastica costruzione in legno dell’archistar Shigeru Ban 12 Global Schindler Award La mobilità come tema centrale 14 Jungfraujoch Grande prestazione di Schindler al «Top of Europe» 18 22 Park Hotel Vitznau – Molto più di un hotel di lusso Siegfried Zofingen – Da classica casa farmaceutica a fornitore 25 Manor Un modello di successo per gli acquisti 28 Leica Geosystems Heerbrugg Misurare il mondo 31 Wintower Sulzer torna nel grattacielo 34 Fortino di Magletsch – Il mondo nascosto di Oberschan † Albert Zimmermann Schindler Svizzera pubblica da otto anni l’amata rivista dedicata ai clienti next floor, che in tutto questo tempo ha vissuto delle foto dal carattere unico del fotografo zurighese Albert Zimmer mann. Con il suo stile, la sua attenzione ai dettagli e il suo infallibile occhio per le prospettive particolari, ha dato alla rivista un volto inconfondibile. Il 27 settembre 2013, all’età di 63 anni, Albert Zimmermann ha perso la vita in un incidente d’auto. La redazione di next floor ne è rimasta profondamente scossa ed esprime alla famiglia le più sentite condoglianze. Beat Baumgartner, responsabile comunicazione Schindler Svizzera Impressum Editore Schindler Ascensori SA, Marketing & Comunicazione, CH-6030 Ebikon Redazione Beat Baumgartner Indirizzo della redazione next floor, Zugerstrasse 13, CH-6030 Ebikon/Luzern, [email protected] Amministrazione indirizzi [email protected] Immagine in copertina Manuel Rickenbacher Impaginazione aformat.ch Litho click it AG Stampa Multicolor Print AG Tiratura 32 000 copie Edizione next floor appare due volte all’anno in lingua tedesca, francese e italiana Copyright Schindler Ascensori SA, riproduzione su richiesta e con indicazione della fonte www.schindler.ch Editorial «Swissness» allo stato puro Gentili lettrici, gentili lettori, era il 1874, esattamente 140 anni fa, quando Robert Schindler ed Eduard Villiger aprivano a Lucerna una piccola officina meccanica che all’inizio produceva soprattutto macchine agricole. Divenuto titolare unico dell’azienda, 20 anni dopo Schindler iniziava a fabbricare ascensori a trazione elettrica. Non ultimo grazie al boom dell’edilizia alberghiera di fine XIX secolo, questi divennero il prodotto di maggiore successo dell’azienda. E già nel 1906 Schindler cominciò a espandersi all’estero, aprendo a Berlino la prima succursale al di fuori del territorio svizzero. Oggi la nostra azienda è un’impresa internazionale, presente con le sue succursali in 100 Paesi e con oltre 48’000 collaboratori. Ascensori e scale mobili sono rimasti i principali settori di attività. Come è avvenuto per altri gruppi internazionali, il fulcro della nostra attività si è nel frattempo spostato verso i mercati in forte crescita dell’Asia: ma nel cuore Schindler è rimasta un’azienda famigliare a forte connotazione svizzera. Schindler è ancora «Swissness allo stato puro»! Swissness è sinonimo di qualità, affidabilità, innovazione, flessibilità; significa servizio al cliente e integrità. Questi valori costituiscono il nucleo della promessa legata al nostro marchio, della nostra immagine, assolutamente evidente anche nei diversi progetti che presentiamo in questo numero di next floor. La promessa legata al marchio è da intendersi in senso letterale: è una vera promessa. Diventa realtà se ogni giorno ci sforziamo di tenervi fede. Purtroppo non sempre ci riusciamo. Se non mettiamo in pratica i nostri valori, se non facciamo tutto ciò che comporta fregiarsi del marchio «Swissness», vi preghiamo di farcelo sapere. Vorremmo saperlo, vorrei saperlo: perché solo in questo modo possiamo migliorarci e restare il leader in Svizzera per le soluzioni di mobilità. Rainer Roten CEO Schindler Svizzera next floor 3 Architettura Svizzera Baselworld – Splendore in nome del lusso 4 TESTO Timm Delfs FOTO Albert Zimmermann U na volta all’anno, in primavera, Basilea cambia completamente volto, diventando tutto d’un tratto internazionale e mondana. Il numero di donne in abito elegante e tacchi alti e di uomini in giacca e cravatta aumenta improvvisamente, rimane quasi costante per una settimana, e poi torna di nuovo ai soliti livelli. Tutto questo per Baselworld, il più grande e importante salone internazionale dell’orologeria e della gioielleria. Anno dopo anno, attira sempre più visitatori. Per l’edizione 2014, gli organizzatori prevedono un’affluenza di oltre 150 000 persone. Di queste, circa 3500 dovrebbero essere giornalisti, che arrivano da tutto il mondo per parlare dell’evento e di orologi, gioielli e tendenze. Queste cifre sono ancora più sbalorditive se si pensa che Baselworld è un salone specializzato che si rivolge soprattutto a gioiellieri e commercianti di orologi, e non ai clienti finali. Baselworld, il salone dell’orologeria e della gioielleria più importante del mondo, plasma l’atmosfera di Basilea in primavera, ma la sua presenza architettonica colpisce tutto l’anno. Lo scorso anno Baselworld è stato ospitato per la prima volta nella nuova fiera di Basilea. Schindler ha fornito tutte le scale e gli ascensori per l’imponente costruzione di Herzog & de Meuron. Chi è davvero interessato al mondo dell’orologeria, tuttavia, non si lascia spaventare neanche dal costo del biglietto d’ingresso, di 60 franchi. Il vero scopo di questo mega evento, però, è accogliere concessionari, venditori al dettaglio di orologi e gioiellieri provenienti da tutto il mondo. Qui possono incontrare i produttori e valutare e acquistare le novità per l’anno successivo. Normalmente a Basilea occorre decidere quanti e quali orologi ordinare, e concludere ordini vincolanti. Se per i produttori questo significa poter pianificare meglio la produzione, per i commercianti al dettaglio rappresenta invece un grosso rischio. Sguardo in un mondo unico: Baselworld è il salone che detta le tendenze in materia di orologi e gioielli in tutto il mondo. Le foto si riferiscono alla fiera 2013. 80 % del fatturato annuo Fiuto per gli affari e conoscenza delle tendenze e delle abitudini di acquisto del proprio Paese sono importanti presupposti per evitare di comprare merce difficile da vendere l’anno successivo. Durante Baselworld, gli espositori realizzano circa l’80 % del loro fatturato annuo. Altrettanto considerevole è l’impegno con cui cercano di attirare l’attenzione dei dettaglianti. Anche i giornalisti vengono intrattenuti con eventi, ricevimenti e spettacoli. Dopotutto sono loro che dovrebbero dipingere a tutto il mondo lo sfavillante mondo dell’orologeria e della gioielleria, e stimolare le voglie dei consumatori. Il tempo è primaverile; lo spazio che racchiude i padiglioni è brulicante di vita. Si vedono persone che corrono da un’entrata all’altra e giovani donne che riposano i piedi affaticati sedute sulle scale, sotto un tiepido sole che si riflette sulle luccicanti facciate in alluminio dell’edificio fieristico inaugurato nel 2013. c next floor 5 Architettura Svizzera La presentazione è tutto: il salone si rivolge soprattutto a commercianti di orologi, gioiellieri e rivenditori. 6 Facts & Figures c Nell’edificio della fiera di Basilea inaugurato nel 2013 sono stati installati i seguenti prodotti Schindler: 12 montacarichi Schindler Cust 6 ascensori per persone Schindler 5400 2 ascensori per i pompieri Schindler 2600 20 scale mobili Schindler 9300AE Uno speciale insieme architettonico Oggi la fiera di Basilea comprende una serie di edifici che danno vita a un insieme architettonico particolarmente interessante. L’edificio più vecchio, caratterizzato da un orologio sulla parte frontale, fu realizzato nel 1954 sul progetto di Hans Hofmann. Venne costruito per l’annuale fiera campionaria, un’esposizione dei prodotti dell’industria svizzera in cui l’orologeria occupava ancora uno spazio marginale. Solo nel 1973 le venne dedicato un intero padiglione. Undici anni dopo, quando la Swatch ridiede consapevolezza a questa industria, il settore orologeria si separò dalla «Muba» e fondò la propria fiera, chiamandola semplicemente «Basilea». Nel 1986 il salone dell’orologeria divenne internazionale e si preparò a superare la Muba. Ormai distante dall’originale fiera campionaria, nel 2003 cambiò il nome in un più maturo «Baselword». I padiglioni costruiti successivamente attorno all’edificio originale vennero eretti sotto questo nuovo nome. Nuovo edificio, un capolavoro di logistica Nel 1999 fu inaugurato il padiglione 1, progettato da Theo Hotz, mentre nel 2003 fu la volta del grattacielo di Morger & Degelo e Daniele Marques, alto 105 metri e sede di un hotel e di un ristorante. Nel 2011 furono invece avviati i lavori per costruire gli splendidi padiglioni disegnati dallo studio di architettura Herzog & de Meuron di Basilea, che con i lucenti rivestimenti in alluminio dominano la piazza fieristica. La costruzione di questi padiglioni fu un’opera magistrale a livello di logistica. I lavori dovettero essere ripetutamente interrotti durante le fiere e il passaggio dei camion all’interno della città fu difficoltoso. Si dovettero fermare i lavori e coprire i cantieri anche per Baselworld 2012. A quel punto rimanevano circa 13 mesi per smantellare gli edifici esistenti e costruire i nuovi padiglioni, finiture interne comprese. I padiglioni fieristici vennero inaugurati il 23 aprile 2013 con una grande cerimonia, mentre all’interno l’allestimento degli stand continuava a pieno ritmo. Due giorni dopo, Baselworld 2013 aprì i battenti e per la prima volta il pubblico poté ammirare con stupore l’interno dei nuovi padiglioni. Una piccola «città di orologi» nel padiglione 1 Ora le persone si affrettano da un’entrata all’altra della piazza fieristica. Entrando dai tornelli del padiglione 1, ci si ritrova in una città fatta di case il cui scopo è rappresentare marche di orologi. Ogni anno questa città viene costruita nel giro di due mesi da un esercito di 20 000 lavoratori, che dopo la conclusione della fiera smontano e portano via tutto ancora più velocemente. Le marche hanno investito milioni per la progettazione e la costruzione di questi elementi d’immagine, spesso composti da più piani e non di rado pensati da famosi architetti e designer. All’interno di queste case ci sono uffici, spazi dedicati alla vendita e soprattutto gioielli di inestimabile valore. Raramente tanti oggetti preziosi si concentrano in un solo punto del mondo come succede durante Baselworld. Perfetta riproduzione della luce Le misure di sicurezza sono di conseguenza elevate, anche se non è affatto facile, visto che dovrebbero evitare di disturbare quanto più possibile l’atmosfera sontuosa che emana il lusso. Un visitatore che alla sera si avvicina all’uscita, dopo ore passate ad ammirare gli stand, si accorgerà con sorpresa che fuori è buio. All’interno le luci sono disposte in modo tanto perfetto da far perdere completamente il senso del tempo. Dall’entrata principale lo sguardo si alza verso la grande apertura nel rivestimento abilmente curvato che ricopre lo spazio. E ci si comincia a chiedere com’è possibile non aver notato questa cesura da dentro. E soprattutto: dov’erano i padiglioni, mentre noi ci muovevamo tra gli stand? È qui che sta la bravura degli architetti: quello che fuori è così rappresentativo, all’interno passa completamente in secondo piano. n next floor 7 Architettura Svizzera Da oltre 100 anni Tamedia ha i suoi uffici nel quartiere Werdareal di Zurigo. Ora la casa editrice ha costruito una nuova sede per 400 collaboratori. L’archistar giapponese Shigeru Ban ha usato una quantità enorme di legno. Tuttavia, anziché creare un’atmosfera da chalet, gli spazi emanano una sensazione di apertura e luminosità e un inconfondibile profumo. Precisione e artigianato La nuova sede di Tamedia Testo Katrin Ambühl Foto Julien Vonier D a lontano lo stabile a 7 piani sembra un normale edificio di uffici con una facciata in vetro. Ma entrando nell’atrio, si avverte subito la particolarità della costruzione. A catturare l’attenzione è l’alta e imponente struttura in legno, con travi e pilastri disposti perpendicolarmente e collegati da enormi nodi. Passano attraverso tutti i piani e da soli portano l’intero carico dell’edificio. 2000 metri cubi di legno, elementi prefabbricati con precisione millimetrica. In cantiere sono stati assemblati come fossero pezzi di Meccano giganti. «I lavori di costruzione erano spettacolari e sono stati svolti con una precisione assoluta», ricorda Christoph Zimmer. Il responsabile della comunicazione di Tamedia era anche capo progetto del nuovo edificio. Ha rappresentato le richieste del committente, del gruppo Tamedia e in particolare di Pietro Supino, presidente del Consiglio di amministrazione. Supino conobbe Shigeru Ban a Parigi e, rimasto affascinato dall’architettura visionaria del giapponese, gli chiese di realizzare la nuova costruzione. Shigeru Ban accettò. «L’edificio avrebbe dovuto avere una struttura aperta, offrire spazi di lavoro gradevoli ed essere sostenibile», spiega Christoph Zimmer, riassumendo le richieste della committenza. «Volevamo un edificio d’eccellenza a un costo non eccessivo». Uno degli architetti più innovativi del mondo Shigeru Ban era proprio la persona giusta. Il giapponese è uno degli architetti più innovativi al mondo. Ha otte- 8 nuto la fama grazie a costruzioni in tubi di cartone, come quella per il padiglione giapponese all’Expo 2000 di Hannover. Continua a usare il cartone anche in zone colpite da catastrofi, dove bisogna costruire alloggi di emergenza in modo veloce ed economico. Per Shigeru Ban la sostenibilità è un elemento imprescindibile nell’architettura. Per questo ama usare non solo carta e cartone, ma anche legno. Il fatto che si sia aggiudicato il nuovo edificio di Tamedia forse è dovuto anche a Hermann Blumer di Herisau, sua conoscenza di vecchia data. Insieme all’ingegnere dell’ETH, il giapponese aveva già realizzato progetti in legno che tra gli esperti del settore sembravano semplicemente irrealizzabili. Ad esempio il Centre Pompidou di Metz, con la sua copertura esagonale in legno. Inoltre, Shigeru Ban vede delle somiglianze tra l’architettura giapponese e quella svizzera: «Entrambi i Paesi hanno una lunga tradizione nelle costruzioni in legno ed entrambi danno molto valore alla precisione e all’artigianato». Questo è stato il suo primo progetto in Svizzera. Per il suo edificio a emissioni zero di CO2 ha ricevuto lodi non solo dal pubblico, ma anche dalle persone che lavorano nella nuova sede di Tamedia. «La gente dice che la costruzione in legno evoca una sorta di atmosfera da baita che crea un clima lavorativo piacevole», sottolinea Shigeru Ban. Oltre alla costruzione del nuovo edificio, il progetto prevedeva anche l’aggiunta di un piano allo stabile già esistente accanto a c L’archistar giapponese Shigeru Ban considera il legno non come compo nente d’atmosfera o decorazione, ma esclusi vamente come elemento costruttivo. c next floor 9 Architettura Svizzera Alto riconoscimento per Shigeru Ban Tamedia, di cui Shigeru Ban è stato responsabile solo in parte. c Costruzione, non decorazione A differenza di una baita o di uno chalet, questo edificio non presenta elementi in legno decorativi. Shigeru Ban non considera mai il legno come componente ornamentale o d’atmosfera, ma esclusivamente come elemento costruttivo. Da questo nasce anche la particolare suggestione dello spazio. Gli enormi pilastri e travi in legno sono autentici e arcaici, e a coronare il tutto ci sono nodi di collegamento lavorati ad arte. Gli elementi, in legno d’abete della Stiria, sono stati prefabbricati con grande precisione e alta tecnologia, e fresati a CNC. Un capolavoro degli ingegneri del legno, ma anche dei carpentieri che hanno assemblato sul posto i pesanti pezzi. L’edificio è stato dotato di una grande facciata in vetro. Si tratta di una facciata doppia con una sorta di zona cuscinetto climatizzante. Lo spazio tra la facciata esterna e quella interna regola in modo naturale le temperature interne, imprigionando il caldo o il freddo. Ha però anche un’altra funzione: su ogni piano sono state collocate una lounge e un angolo salotto. È una zona molto amata da tanti giornalisti, soprattutto perché lì possono spalancare, o meglio, far scorrere, le enormi finestre in vetro del centro della facciata. In questo modo nei giorni più caldi quello spazio intermedio si trasforma in uno spazio all’aria aperta. Costruire per le persone, non per la storia Shigeru Ban costruisce non per la storia dell’architettura, ma per le persone, e questo emerge chiaramente anche dal nuovo edificio di Tamedia. «Non è un architetto che fa solo uno schizzo, si occupa di tutti i dettagli», racconta il responsabile di progetto Christoph Zimmer. Anche se è un architetto richiesto a livello mondiale, non si dà arie da star. Uno dei dettagli si trova nello spazio eventi al piano terra. Lì i committenti volevano un divisorio. Il giapponese propose allora di utilizzare tubi di cartone irrecuperabili alti due metri, su cui un tempo era arrotolata la carta della vecchia tipografia della casa editrice. Il paravento è semplice e fatto con materiali riciclati, e mostra un pezzo di storia dell’azienda. Altrettanto speciale è il pavimento del piano terra, nato da un’idea del committente. Nei chiari pavimenti a terrazzo sono state inserite, scrupolosamente a mano, 100 000 pietre colorate del Ticino. Il rivestimento a terra si estende fino agli ascensori per persone e conferisce allo spazio un carattere vivo, naturale. Il dettaglio più bello in assoluto, tuttavia, lo si vede solo di sera, quando le luci interne tra le travi illuminano il legno, e il gioco di luce, vetro e legno svela che cos’è l’edificio: un’oasi di benessere per giornalisti. n 10 Il «padre» della nuova sede centrale di Tamedia, il grande architetto giapponese Shigeru Ban, ha ottenuto il Premio Pritzker 2014. Si tratta del riconoscimento più prestigioso per l'architettura a livello mondiale e sarà consegnato all’architetto 56enne il 13 giugno ad Amsterdam. Shigeru Ban ha progettato fra l’altro la sede centrale del gruppo orologiero svizzero Swatch a Tokyo. Autore di opere eleganti e innovative per committenti privati, è noto anche il suo «ricorso creativo a materiali non convenzionali» in numerose operazioni umanitarie in territori afflitti da catastrofi: questi alcuni dei motivi che hanno deciso l’assegnazione. Ban ha progettato, fra l’altro, alloggi di emergenza in Ruanda, ad Haiti e nelle Filippine. Nei pavimenti a terrazzo sono state inserite, scrupolosamente a mano, 100 000 pietre colorate del Ticino. Il gioco di luce, vetro e legno conferisce alla nuova sede di Tamedia un carattere speciale. Facts & Figures Inizio progetto Gennaio 2009 (domanda di costruzione) Febbraio 2011 – maggio 2013 Inaugurazione 9 luglio 2013 Superficie utile10 255 m2 (compreso piano aggiuntivo di Stauffacherquai) Architetto Shigeru Ban Architects Europe, Parigi Pianificazione generale Itten und Brechbühl, Berna Appaltatore generale HRS Real Estate, Frauenfeld Carpenteria in legno Blumer-Lehmann, Gossau Lavori Ascensori 2 ascensori per persone Schindler 5400 1 scala mobile Schindler 2600 next floor 11 Mobilità Per la prima volta lo Schindler Award definisce come area del concorso una località extraeuropea: la metropoli della Cina meridionale Shenzen. Gestiscono il concorso di architettura Myriam Perret e il Professor Kees Christiaanse dell’ETH di Zurigo. Dopo dieci anni di successi sul fronte europeo, Schindler Award si apre per la prima volta a livello globale. Fortemente incentrato sul tema mobilità, quest’anno il concorso di architettura guarda alla metropoli cinese Shenzen. Mobilità al centro del Global Schindler Award TESTO Sibylle Lagler FOTO Julien Vonier / Com S chindler ha istituito lo Schindler Award nel 2003, in occasione dell’Anno europeo dei disabili. Ogni due anni studenti di architettura di tutta Europa affrontano problemi che affliggono quotidianamente le persone con disabilità. Nel 2012, ad esempio, hanno presentato alcune soluzioni per rendere lo Schützenmatte di Berna un quartiere accessibile a tutti. Dopo dieci anni ricchi di risultati positivi, nel 2014 l'ormai rinomato concorso di architettura si muove in una nuova direzione. Azienda globale, concorso globale Finora lo Schindler Award era rivolto solo agli studenti universitari europei. Essendo un’azienda attiva a livello mondiale, è naturale che Schindler estenda il concorso a livello globale. Ora possono partecipare studenti di architettura, paesaggistica, urbanistica e progettazione di tutto il mondo. Anche la giuria in futuro avrà un carattere più internazionale. Tuttavia, non è ancora stato stabilito in via definitiva chi effettivamente giudicherà i lavori che saranno presentati quest’anno. È noto, invece, il nuovo Management Team del concorso: il Professor Kees Christiaanse, professore ordinario di Architettura e urbanistica all’ETH di Zurigo e direttore del Future Cities Laboratory a Singapore, e Myriam Perret, assistente di ricerca e insegnamento per Architettura e urbanistica all’ETH di Zurigo. Mobilità come fondamento dell’urbanità In particolare le città in forte espansione, le cosiddette «Future Cities», dovranno affrontare la questione sempre più pressante di 12 come muoversi efficacemente in un ambiente urbano che sia il più possibile privo di barriere architettoniche. Pertanto il Global Schindler Award pone come tema centrale la mobilità. «La mobilità è una condizione fondamentale per la nascita e il funzionamento delle città del XXI secolo. Di fronte alle sfide che ci pone il futuro urbano, dobbiamo reagire adottando un approccio interdisciplinare che integri mobilità e urbanistica», afferma Myriam Perret, sottolineando l’importanza di questa tematica. La prima edizione del concorso globale sarà dedicata a un’area di Shenzhen. Situata nella Cina meridionale, al confine con Hong Kong, Shenzen è una delle metropoli cinesi con il tasso di crescita più elevato. «L’Asia è teatro di processi di urbanizzazione estremamente veloci, che da un lato aumentano la densità dei centri cittadini e dall’altro creano quartieri con un’organizzazione complessa. Vediamo Shenzhen come il simbolo di questi processi: una città in cui sviluppi come addensamento, espansione e potenziamento o rinnovo delle infrastrutture si verificano contemporaneamente», precisa il Professor Kees Christiaanse, per spiegare la scelta dell’area oggetto del concorso. Alla ricerca di soluzioni sostenibili Questa primavera, durante un semestre di ricerca presso l’ETH di Zurigo, il Professor Kees Christiaanse e Myriam Perret definiscono, insieme a 24 studenti, l’impostazione generale del concorso, analizzando i molteplici aspetti di Shenzhen nel corso di un laboratorio e visitando la città per 10 giorni. «Sia il laboratorio sia il viaggio Global Schindler Award Il Global Schindler Award è un’iniziativa nata dalla collaborazione fra il Gruppo Schindler, il Politecnico federale di Zurigo e il Future Cities Laboratory di Singapore. Date del concorso Da febbraio a luglioSemestre Marzo 2014 1° agosto 2014 15 novembre 2014 31 gennaio 2015 1° trimestre 2015 di ricerca sull’argomento con 24 studenti dell’ETH di Zurigo Viaggio studio di 10 giorni a Shenzhen Apertura del concorso Chiusura iscrizioni Termine di consegna dei progetti Conferimento dei premi alla Schindler Award Ceremony Maggiori informazioni www.schindleraward.com, Andrea Murer, Project Manager Schindler Award, telefono +41 41 445 31 75, [email protected] sono organizzati insieme agli esperti del Future Cities Laboratory. Inoltre collaboriamo con il governo e con altri attori di Shenzhen per raccogliere dati e valutare la rilevanza dei diversi temi», spiega Myriam Perret. Secondo il Professor Christiaanse, una sfida particolarmente impegnativa per i partecipanti di quest’anno sarà «gestire i rapidi processi di urbanizzazione. Inoltre, i progetti dovranno rispondere alla domanda di una maggiore densità e reagire alla necessità di modelli urbani più sostenibili». n next floor 13 Servizio Elevate prestazioni sul «Top of Europe» Un elicottero ha trasportato il verricello riparato alla piattaforma panoramica dello Sphinx, dove i montatori di Schindler lo hanno installato in meno di un giorno. 14 Le montagne e i ghiacciai dello Jungfraujoch offrono un panorama unico e trasmettono una sensazione magica: una sosta in questo luogo è un «must» per (quasi) ogni turista in visita in Svizzera. Particolarmente impressionante è la vista a 360° dalla piattaforma panoramica della roccia dello Sphinx, resa accessibile esclusivamente da due ascensori di Schindler, che sono sottoposti a un carico elevato e costante e devono garantire la massima affidabilità. Quando l’autunno scorso uno dei due si è arrestato, è stato richiesto l’intervento di Schindler Berna. Testo Beat Baumgartner Immagine Silvano De Matteis O gni anno 800 000 visitatori da tutto il mondo ammirano l’affascinante panorama alpino sul Jungfraujoch, a 3454 m s.l.m. Il passo è circondato dalle spettacolari cime innevate dell’Oberland bernese e ai suoi piedi, sul sul versante verso il Vallese, si trova lo straordinario paesaggio glaciale e nevoso dell’Aletsch, che, con una lunghezza di 23 km, è il più grande ghiacciaio delle Alpi. Ormai solo pochi visitatori raggiungono la cima utilizzando ancora corda, piccozza e attrezzatura da arrampicata. Da 100 anni (1912) la Ferrovia della Jungfrau li trasporta comodamente in 50 minuti dalla stazione a monte Kleine Scheidegg della linea Wengernalpbahn attraverso tornanti arditi e gallerie chilometriche fino alla più alta stazione sotterranea d’Europa, il «Top of Europe». Nelle stazioni intermedie Eigerwand e Eismeer i treni sostano per qualche minuto per consentire ai visitatori di ammirare dai finestrini l’affascinante panorama montano. Oggigiorno circa due terzi dei visitatori provengono dall’Asia, in particolare dalla Cina, dall’India e dal Giappone. Il Jungfraujoch offre un ampio ventaglio di attrazioni per turisti: è possibile ammirare le sculture del palazzo di ghiaccio, visitare la mostra sul patrimonio dell’umanità o vedere un video sul panorama della regione della Jungfrau. Dal 2012 esiste anche il percorso sotterraneo «Alpine Sensation», che consente ai visitatori di acquisire informazioni sullo sviluppo turistico delle Alpi e sulla storia delle Ferrovie della Jungfrau, attraverso documenti e oggetti originali. Gli sportivi invece possono fare un’escursione di un’ora sul ghiacciaio fino al rifugio Mönchsjochhütte oppure divertirsi nel Fun Park con gli sci, lo snowboard o la slitta. Tuttavia, la maggiore attrazione sul «Top of Europe» è la piattaforma panoramica dello Sphinx, accanto alla stazione a monte, aperta al pubblico nel 1996. A 3571 metri di altezza i visitatori possono godere di una vista unica a 360° in qualsiasi condizione meteorologica. Già nel 1894, dopo il permesso di costruzione della Ferrovia della Jungfrau, il pioniere delle ferrovie di montagna Adolf Guyer-Zeller aveva promesso di erigere una stazione di ricerca sullo Jungfrau joch, che tuttavia è stata aperta appena nel 1931. Nel 1937 è stato realizzato l’osservatorio dello Sphinx con un telescopio di 76 cm, sul quale nel 1950 è stata costruita una cupola per osservazioni astronomiche, visibile da lontano. Una delle stazioni meteorologiche più moderne al mondo Attualmente la stazione meteorologica sulla cima estrema è una delle più moderne al mondo. Ogni 10 minuti trasmette automaticamente i dati di circa 25 elementi atmosferici alla Centrale meteorologica svizzera a Zurigo. Nonostante l’automatizzazione, ancora oggi due ricercatori (e un cane), sostituiti ogni 10 giorni, prestano il loro servizio nella stazione meteorologica più alta d’Europa, che è quindi sempre dotata di equipaggio. Fin dall’inizio, lo spuntone roccioso dello Sphinx non non solo era utilizzato dalla stazione di ricerca come osservatorio, ma era anche un punto panoramico molto gettonato. Dal 1937 un ascensore nostalgico trasportava turisti e ricercatori fino in cima, attraverso un vano di 112 metri, scavato nella roccia di permafrost, alla modesta velocità di un metro e mezzo al secondo. Con l’incremento dei visitatori aumentò anche la frequenza di corse dell’ascensore anti- c next floor 15 Servizio Il montatore di Schindler durante l’installazione del rullo di deviazione riparato. Tutto doveva avvenire in tempi brevi. 16 200 milioni di franchi per il progetto del secolo c quato, trasportando fino a 1500 persone al giorno: «un vero e proprio collo di bottiglia» ricorda Andreas Wyss, che dal 1987 è responsabile tecnico di tutti gli impianti e dell’infrastruttura dello Jungfraujoch, alla quale nel frattempo si sono aggiunti anche 16 ascensori di Schindler. Nei lavori di ampliamento del 1996, due ascensori a elevate prestazioni di Schindler hanno permesso l’alleggerimento e l’aumento di capacità tanto agognati. Questi impianti, insieme a quelli del Prime Tower, rientrano tuttora tra gli ascensori più veloci della Svizzera, con una velocità di 6,3 metri al secondo, trasportando fino a 1200 passeggeri all’ora. Da allora, le estenuanti attese dei turisti davanti al l’ascensore fanno parte del passato. Tuttavia, i due ascensori dello Sphinx circolano in particolari condizioni. Il vano dell’ascensore viene raffreddato per non compromettere la stabilità delle pareti nel permafrost. Questi due impianti e l’ascensore nostalgico sono gli unici accessi alla piattaforma panoramica e all’osser vatorio. Non esistono scale di emergenza. Nell’alta stagione arrivano giornalmente allo Jungfraujoch 5000 visitatori, la maggior parte dei quali vuole salire sulla piattaforma panoramica. Un guasto in questo periodo può comportare una situazione molto spiacevole. Abbreviare il viaggio fino allo Jungfraujoch e migliorare l’attrattiva del comprensorio sciistico Kleine ScheideggMännlichen: questo è l’obiettivo del progetto di 200 milioni di franchi per una nuova cabinovia, promosso dal gruppo Ferrovie della Jungfrau e dalla cabinovia Grindelwald-Männlichen (GGM). Una cosiddetta funivia a V dovrebbe collegare la stazione a valle della cabinovia Grindelwald-Männlichen al Männlichen e alla stazione Eigergletscher della Ferrovia della Jungfrau. Con la sostituzione della funivia del Männlichen, il tracciato della linea verrà solo leggermente adattato. Per il ghiacciaio dell’Eiger le Ferrovie della Jungfrau costruiranno una cabinovia completamente nuova, che in 15 minuti trasporterà i passeggeri da Grindelwald Grund all’Eiger, su un tragitto complessivo di 6483 metri. A tal fine è necessario costruire sette piloni fino a 66 metri di altezza. A Rothenegg verrà costruita una fermata della ferrovia dell’Oberland bernese, dalla quale i passeggeri potranno trasbordare direttamente sulle ferrovie di montagna. In questo modo il viaggio da Berna allo Jungfraujoch viene abbreviato di 50 minuti. Un lavoro eccellente dopo il «worst case» Venerdì 16 agosto 2013 si verificò proprio questo scenario: il cuscinetto orientabile di un rullo di deviazione si ruppe e fu necessario fermare uno dei due ascensori in via d’emergenza. Wyss era molto preoccupato, poiché davanti all’unico ascensore funzionante si formavano lunghe code e alcuni turisti dovevano aspettare più di un’ora per la salita o la discesa. Presso Schindler gli promisero che il problema sarebbe stato affrontato il lunedì successivo, poiché a Ebikon, a causa di un ponte, nessuno lavorava. Tuttavia Wyss insistette per una riparazione urgente e Schindler Berna mobilitò all’istante tre riparatori, uno dei quali dovette persino rientrare dalle vacanze. Sabato i tre esperti furono trasportati in elicottero allo Jungfraujoch. Smontarono il pezzo difettoso e lo portarono a valle con la ferrovia e poi con l’autocarro a Ebikon, dove tra lunedì e mercoledì fu riparato in modo competente. Giovedì 22 agosto, alle prime luci dell’alba, il pezzo fu ritrasportato sul monte in elicottero. Alle 17 dello stesso giorno la riparazione era terminata e i tecnici di Schindler potevano dirsi soddisfatti. Anche Wyss era molto contento: «I riparatori di Schindler hanno fatto un lavoro eccezionale». n La tabella di marcia è ambiziosa, poiché la concessione della cabinovia Grindelwald – Männlichen scade nel 2016, dopodichè dovrebbe entrare in funzione la nuova cabinovia per otto persone. Tuttavia, il progetto deve superare ancora alcuni ostacoli, visto che il tracciato della linea attraversa 27 terreni di proprietà. Inoltre, i comuni di Grindelwald e Lauterbrunnen devono ancora votare il progetto e anche la Protezione della natura e del paesaggio riveste un ruolo decisionale determinante. next floor 17 Costruire e rinnovare «Non siamo solo un hotel di lusso» Completamente rinnovato, il Park Hotel Vitznau infonde nuova vita alla lunga tradizione svizzera della ricettività di alto livello. Ora la struttura è concepita per rinnovare contenuti e offerte, e creare per gli ospiti un valore aggiunto. TESTO Stefan Doppmann FOTO Klaus Lorke /Julien Vonier /Albert Zimmermann D alle suite del Park Hotel Vitznau si ammira una vista mozzafiato su vette alpine ricoperte di neve e su versanti scoscesi a picco sul lago. È questa eccezionale posizione che da centinaia di anni attira turisti da tutta Europa sulle sponde del Lago dei Quattro Cantoni. E anche a un anno dalla riapertura di questa tradizionale struttura, che negli anni della Gründerzeit ha contribuito a portare al massimo splendore il settore alberghiero di lusso in Svizzera, l’ineguagliabile panorama esercita ancora lo stesso magico fascino. 18 Una visione da seguire Anche se molto è uguale a prima, a Vitznau il Park Hotel vuole reinventare la ricettività di alto livello. «Siamo un normalissimo hotel di lusso – e contemporaneamente qualcosa di più», spiega il General Manager Urs Langenegger. La POK Pühringer, proprietaria del Park Hotel, persegue una visione: riunire sotto uno stesso tetto mondi molto diversi come l’industria alberghiera, la riabilitazione medica, la scienza finanziaria e la cultura. Un’opera d’arte in vetro, l’ascensore per persone Schindler all’interno dell’hotel. Il Park Hotel di Vitznau, un castello da fiaba in una magnifica posizione sul Lago dei Quattro Cantoni. Tant’è vero che all’hotel è annesso un centro di riabilitazione neurologica, volto ad aiutare con gli approcci terapeutici più moderni la guarigione di pazienti che, ad esempio, devono riprendersi da un ictus. Il servizio alberghiero di prima qualità e il suggestivo paesaggio naturale servono per stimolare il processo di guarigione. A sua volta la clinica contribuisce a estendere a tutto l’anno quell’attività che prima della ristrutturazione era tipica della stagione estiva. Fondi per la ricerca All’interno del Park Hotel Vitznau dovrebbe nascere un centro di ricerca, il Research and Innovation Center «RIC» Lake Lucerne, finanziato soprattutto dalle società del gruppo Pühringer, da fondazioni vicine al gruppo e dalla famiglia Pühringer. La ricerca si occuperebbe di diverse questioni riguardanti i c next floor 19 Costruire e rinnovare A ogni suite dell’albergo è stato dato un volto diverso ed è stato associato un determinato tema. Vogliamo mettere i nostri ospiti a contatto con nuovi contenuti che non si aspettano certo di trovare in un albergo.» Urs Langenegger, General Manager del Park Hotel Vitznau. s ettori della medicina, della teoria finanziaria e del l’economia aziendale. In particolare, il gruppo Pühringer vuole approfondire la comprensione dei mercati finanziari e avvicinare teoria e pratica. Non mancherebbero collegamenti interdisciplinari per acquisire ulteriori elementi d’informazione. c Suite dal design personalizzato In sostanza, nel Park Hotel Vitznau la fondazione nonprofit P&K Pühringer vuole unire «Health & Wealth», ossia benessere e salute, e al contempo creare nuovi valori per la società. «Anche gli ospiti che sono solo alla ricerca di un po’ di relax dovrebbero trarre ispirazione da questa idea», spiega Urs Langenegger. Proprio per dare spazio all’ispirazione, a ogni suite dell’albergo è stato dato un volto diverso ed è stato associato un determinato tema. Per le suite sul mondo della finanza, ad esempio, hanno influito profondamente eminenti economisti come William Sharpe e Joseph Schumpeter. Nei corridoi sono stati disposti pannelli contenenti informazioni su ogni argomento. Altre camere sono dedicate a pittura, mu- 20 sica e teatro, e anche alla cultura gastronomica e al vino sono stati consacrati degli spazi. Solo a Vitznau esistono suite che omaggiano i Piccoli Cantori di Vienna o il famoso Château d’Yquem di Bordeaux. A contatto con il nuovo Oltre che sul nutrimento dell’intelletto, ovviamente la struttura punta molto anche sul benessere del corpo. Già il primo anno, lo chef Nenad Mlinarevic del ristorante Focus dell’hotel è stato premiato con una seconda stella. E nella cantina sono riposte 32 000 bottiglie di vini pregiati provenienti da tutto il mondo, tra cui rarità particolarmente esclusive. Per il piacere dell’anima, invece, è presente una generosa area spa e benessere. «Vogliamo convincere i nostri ospiti offrendo con passione un servizio di qualità. Contemporaneamente, però, vogliamo anche metterli a contatto con nuovi contenuti che non si aspettano certo di trovare in un albergo. Tutti gli spazi del Park Hotel riservano una sorpresa e invitano a riflettere – ma anche a godersi momenti piacevoli», svela Urs Langenegger. n I dipinti nei tre vani degli ascensori dell’hotel rispecchiano i temi dei vari piani. Facts & Figures 1903 J osef Anton Bon, nativo di Bad Ragaz e uno dei pionieri della ricettività svizzera, inaugura il Park Hotel dopo tre anni di lavori. L’antica Pension Pfyffer, costruita nel 1867, viene integrata nella nuova struttura. 2009 La Püringer POK compra il Park Hotel dall’industriale tedesco Rudolf August Oetker. 2013Dopo quattro anni di chiusura, il Park Hotel viene riaperto: completamente rinnovato, ampliato e con una nuova concezione. Ascensori 8 impianti nuovi e 5 sostitutivi: 2 Schindler 5400, 11 Schindler Custom Design, tra i quali 9 ascensori in vetro, di cui 3 con accesso ad angolo next floor 21 Focus: clienti Siegfried si prepara al salto La piccola società farmaceutica Siegfried, fondata nel 1874, ha un anno in più del Gruppo Schindler. Negli ultimi anni si è trasformata con successo da classica società farmaceutica in azienda fornitrice. Invece di produrre i propri medicinali, ora rifornisce le grandi aziende del settore. Attualmente sta investendo molto sul mercato asiatico. Text Roman Schenkel Bild Manuel Rickenbacher P ulita, industriale, trasparente: l’architettura dell’industria farmaceutica ha uno stile proprio. Non la si trova solo nel centro dell’industria farma ceutica svizzera, come nel Novartis Campus o sulla Roche Tower a Basilea, ma anche a Zofingen, nel Cantone di Argovia, ai margini del cluster farmaceutico della Svizzera nord-occidentale. La sede centrale di Siegfried si trova proprio accanto alla stazione. Sulle finestre dell’edificio ospitante i laboratori, una costruzione moderna di vetro e acciaio, si rispecchiano le sedi produttive e amministrative. Nelle vicinanze sono in corso i lavori per la costruzione di un ulteriore stabilimento di produzione e due sedi di uffici con una facciata in alluminio e vetro. 22 Quotata in borsa dal 1973 Dall’attività avviata nel 1873 nella farmacia Pfauen di Benoni Siegfried a Zofingen si è sviluppata una società operativa in tre continenti. Accanto a Zofingen, Siegfried ha sedi a Pennisville (New Jersey / Stati Uniti), Irvine (California / Stati Uniti), sull’isola mediterranea di Malta e a Nantong in Cina. Attualmente la società farmaceutica, quotata in borsa dal 1973, conta circa 1000 dipendenti. Tuttavia, è inutile cercare sugli scaffali delle farmacie medicinali con il logo Siegfried. L’azienda di Zofingen non produce più medicinali propri, bensì sviluppa e produce sostanze farmaceutiche per l’industria della ricerca. Ma non è sempre stato così: nei suoi primi 120 anni, Siegfried era una classica Affidabilità società chimico-farmaceutica attiva nella ricerca. «Era possibile acquistare i nostri prodotti con il logo Siegfried in farmacia» racconta Peter A. Gehler, responsabile del Corporate Center e membro della direzione di Siegfried. All’inizio facevano parte del suo assortimento tinture, sciroppi, cerotti, pomate, distillati, polveri, miscele di tè e alcuni sali in uso in ambito farmaceutico e tecnico. L’azienda riscosse molto successo con il Calmitol, un prodotto contro il prurito di qualsiasi genere, immesso sul mercato nel 1925. Cambio di strategia negli anni ’90 Nei laboratori ultramoderni, Siegfried produce principi attivi e prodotti finiti per altre società farmaceutiche. All’inizio degli anni ’90, Siegfried cambiò strategia e si dedicò alla fornitura all’industria farmaceutica. L’outsourcing divenne per così dire la sua attività principale. Questa inversione di marcia è riconducibile fondamentalmente a una valutazione dei rischi. «Siegfried era troppo piccola per immettere i propri medicinali sul mercato» afferma Gehler. I costi per lo sviluppo di nuovi medicinali erano aumentati notevolmente, raggiungendo «oltre un miliardo di franchi per farmaco». Il rischio per una piccola società farma- Nelle sedi di Siegfried sono stati installati principalmente ascensori di Schindler. «L’affidabilità è molto importante per noi» afferma Peter A. Gehler. Le sedi vengono controllate «ogni settimana» da partner, clienti o autorità dai Paesi più disparati. «Deve essere tutto impeccabile, anche gli ascensori» sottolinea Gehler. Siegfried apprezza molto il fatto che Schindler sia un’azienda Svizzera. ceutica come Siegfried era diventato troppo alto, spiega. Siegfried si separò quindi dalle sue filiali in Germania, Francia e Messico e rinunciò al commercio al dettaglio per le farmacie in Svizzera. Nel 2007 vendette anche il famoso marchio di tè Sidroga. «Oggi produciamo esclusivamente medicinali brevettati e farmaci generici per terzi sul mercato» afferma Gehler. Nel mercato della produzione su commessa, che a livello internazionale è stimato intorno a 42 miliardi di euro, Siegfried è uno degli attori principali. Per conto di c next floor 23 Focus: clienti L’azienda Siegfried a Zofingen dispone di 21 impianti di Schindler, tra i quali quattro ascensori per persone. Roche si occupa ad esempio di alcune fasi di pro duzione del Tamiflu, uno dei farmaci più venduti. Nella sede di Zofingen viene prodotto anche il principio attivo per la famosa pillola dimagrante Belviq. Attualmente Siegfried è anche il maggiore produttore di nicotina e metadone a livello internazionale. «Nell’ambito della disassuefazione ci siamo fatti un nome» afferma Gehler. c Nessun ritorno alla produzione propria L’eredità come società farmaceutica completa rappresenta un grande vantaggio per l’azienda. Tuttavia, Gehler sottolinea che non è previsto un ritorno alla produzione propria, poiché l’indipendenza di Siegfried è fondamentale per i suoi clienti. «È importante non fare concorrenza ai nostri partner sul mercato», afferma Gehler. Essi volevano avere la garanzia che Siegfried non si sarebbe trasformata in concorrente neanche dopo dieci anni. Per essere ancora più preparata al futuro, attualmente la società investe anche in Cina. A Nantong, circa 100 km a nord ovest di Shanghai, Siegfried ha acquistato diritti fondiari in un parco industriale sulla sponda settentrionale del fiume Yangtse. L’anno scorso è iniziata la costruzione di un nuovo impianto di fabbricazione di prodotti chimici. «Tra tre mesi avvieremo la produzione in questo sito» afferma Gehler. Attualmente a Nantong lavorano circa 100 dipendenti di Siegfried; nel 2015 saranno tre volte tanti. «In Cina avviene tutto in tempi brevi». Il marchio svizzero: un asso nella manica Gehler è convinto che lo sviluppo della capacità produttiva in Cina consenta di potenziare significativamente la posizione concorrenziale di Siegfried. «In questo modo miglioriamo la nostra struttura dei costi e il nostro accesso al mercato in tutto il mondo» afferma. «Con la diversificazione geografica degli stabilimenti produttivi siamo un partner ancora più attraente per i nostri clienti». Gli stabilimenti in Svizzera e in Cina verranno armonizzati perfettamente tra loro. «In futuro potremo ripar- 24 tire il lavoro tra i due stabilimenti» spiega Gehler. Le prime fasi di produzione di un medicinale potrebbero essere svolte in Cina e la finitura a Zofingen. Questo aspetto è tuttora fondamentale: «Il marchio Svizzero ha sempre avuto un grande valore sul mercato farmaceutico», afferma e si mostra fiducioso: «Con il nuovo stabilimento in Cina e l’ampliamento a Zofingen siamo ben posizionati». I margini dovrebbero migliorare notevolmente nei prossimi anni. «Speriamo di fare un bel salto» afferma Gehler. Numerosi dipendenti stranieri La dominanza di Novartis e Roche sul mercato svizzero non è uno svantaggio secondo Gehler, anzi: Siegfried ne può approfittare soprattutto per quanto riguarda il personale. «Ai livelli dirigenziali abbiamo molti dipendenti che in precedenza hanno lavorato a Basilea» afferma. Nonostante Zofingen si trovi ai margini del cluster farmaceutico della Svizzera nordoccidentale, è facilmente raggiungibile da Basilea. Siegfried deve ricorrere in larga misura a dipendenti stranieri: «La Svizzera non è in grado di soddisfare l’elevata richiesta di chimici e chimici farmaceutici» afferma Gehler. Accanto ai connazionali, la maggior parte dei dipendenti provengono dalla Germania. «Molti dei nostri collaboratori vengono anche dall’Alsazia, dall’Austria, dall’Inghilterra e dagli Stati Uniti». n Cosa sarebbe la Svizzera senza Manor, la più antica e famosa catena di grandi magazzini del nostro Paese? E cosa sarebbero i grandi magazzini senza scale mobili e ascensori? Non stupisce quindi che Manor e Schindler collaborino da molti anni, anche perché affondano le loro radici nello stesso luogo. Un modello di successo per gli acquisti Testo Pirmin Schilliger Immagine Julien Vonier I l più recente grande magazzino Manor è stato aperto a Liestal nella primavera del 2013. Su tre piani, i clienti possono trovare un’ampia offerta, dai cosmetici alla moda e gli accessori fino ai prodotti per la casa, per i viaggi e multimediali. Inoltre, al pianterreno, in un ambiente mediterraneo, il supermercato Manor Food vende alimenti per veri buongustai: verdura e frutta fresca, carne, pesce, vini da tutto il mondo e pane sfornato sul posto. La più vecchia sede di Manor, aperta nel 1902 e continuamente rimodernata nel corso degli anni, si trova nella Weggisgasse a Lucerna. Tuttavia non si direbbe che abbia così tanti anni. A differenza di Manor Liestal, non ha un reparto alimentare, ma in compenso il ristorante Manora all’ultimo piano riserva ai suoi clienti una vista spettacolare. Emozioni e ispirazioni «Donnons du style à la vie» è il leitmotiv di Manor. «Per i nostri clienti significa moda di stile, prodotti innovativi a prezzi accessibili, ispirazioni ed emozioni» spiega Maurice Calanca, responsabile Marketing e membro della direzione di Manor SA. Con 64 grandi magazzini che coprono tutte le maggiori città tra Appenzello e Ginevra e tra Basilea e Lugano, Manor è il numero uno incontrastato nel settore e detiene una quota di mercato di circa il 60%. Inoltre, all’azienda appartengono 33 supermercati Manor Food e la catena di articoli sportivi Athleticum. Il gruppo Manor di proprietà della holding Maus Frères, c next floor 25 Focus: clienti con sede a Ginevra. L’anno scorso, con 10 600 dipendenti, ha realizzato un fatturato di 3 miliardi di franchi. Da molto tempo Manor è parte integrante del mondo dello shopping svizzero. Tra tradizione e modernità, la catena di grandi magazzini rappresenta un elemento distintivo della patria. Da un lato il successo è riconducibile ad alcune costanti, come ad esempio la strategia di tenere tutti gli assortimenti importanti sotto un unico tetto, di fare sempre offerte diverse e al passo con i tempi, di presentare i prodotti in modo attraente e di offrire una consulenza e un servizio completi. «Dall’altro lato investiamo costantemente nell’attrattiva dei nostri grandi magazzini» afferma Calanca. Inoltre, la società dimostra sempre flessibilità, fiuto per i trend e potenziale innovativo. Quando negli anni ’60, con la costruzione dei primi centri commerciali, è stata decretata la morte dei grandi c 26 La comodità dello shopping grazie alle scale mobili e agli ascensori magazzini, Manor si è addentrata con coraggio nella tana del leone. Fin dall’inizio, nel centro commerciale di Spreitenbach, il primo della Svizzera, era presente anche un negozio di Manor. Nel frattempo la catena di grandi magazzini è diventata un locatario di prestigio in molti centri commerciali. Con una strategia simile, attualmente Manor affronta le sfide di internet. Invece di lamentarsi della minaccia del commercio elettronico, l’azienda stessa è diventata un rivenditore online. La piattaforma con i settori moda, profumeria, giocattoli, sport e vino viene ampliata di continuo. A settembre 2013 Manor è stato il primo rivenditore al dettaglio della Svizzera a lanciare un sistema di pagamento elettronico via smartphone. Rapporto di collaborazione Che il più vecchio grande magazzino Manor e Schindler affondino le loro radici nella stessa città può essere una coincidenza, ma non lo è di certo il rapporto di collaborazione tra le due aziende, poiché è impensabile che i grandi magazzini siano sprovvisti di ascensori e scale mobili. Il più vecchio ascensore di Schindler ancora in funzione presso Manor risale al 1955 e si trova nel grande magazzino di Murten/ Morat. Le più vecchie scale mobili, risalenti al 1965, si trovano invece nel grande magazzino di Sargans. Nell’ambito di un contratto di manutenzione, Schindler è responsabile già da diversi anni della manutenzione e dell’assistenza di tutti gli ascensori e delle scale mobili di Manor. Soprattutto le scale mobili sono molto frequentate e necessitano di una manutenzione assidua. «Il loro funzionamento ottimale nei grandi magazzini riveste un’importanza fondamentale» afferma Hans Walser, Key Account Manager di Schindler. Se una scala mobile in salita dovesse arrestarsi, il fatturato nei piani superiori potrebbe diminuire in poco tempo del 20%. Accanto alla manutenzione, Schindler si occupa anche del mantenimento del valore e della modernizzazione degli impianti, un quarto dei quali ha già oltre trent’anni. Per i progetti di modernizzazione è richiesta soprattutto un’elevata flessibilità oraria. L’anno scorso alla Manor di Ginevra, un flagship store del gruppo in rue de Cornavin, sono state sostituite otto vecchie scale mobili con impianti nuovi, senza mai interrompere la normale attività di vendita. Il montaggio è avvenuto in un unico fine settimana. Nel 2013 sono state sostituite anche le scale mobili delle sedi di Friburgo e Locarno. Quest’anno è prevista la modernizzazione del negozio Manor nel Seedamm-Center di Pfäffikon SZ. n Intervista a Maurice Calanca, responsabile Marketing e membro della direzione di Manor SA. next floor: I grandi magazzini Manor hanno più di cento anni di storia. Che emozioni suscita in lei questo pensiero? Calanca: Sono fiero di questa azienda e delle ottime prestazioni dei suoi dipendenti. Intere generazioni collegano il nome Manor allo shopping, allo svago e al diletto. Quali sono i principali fattori di successo della catena? Grazie alle sue medie dimensioni, Manor è in grado di soddisfare con molta flessibilità i desideri e le esigenze dei clienti. Inoltre, la nostra azienda è ben radicata a livello locale e in molte città della Svizzera è considerata una meta prediletta per lo shopping. Anche per quanto riguarda il marketing e la presentazione dei prodotti percorriamo sempre strade nuove e diamo prova della nostra capacità di innovazione. Attualmente il commercio online è in rapido aumento. È una minaccia per i grandi magazzini tradizionali? Per noi il commercio online rappresenta anche una nuova possibilità di crescita. L’e-Manor e il collegamento tra esperienza di acquisto online e offline rivestono un’elevata priorità nella nostra società. Attualmente attraverso il nostro negozio online, che esiste già dal 2000, vendiamo circa 20 000 articoli. Il sistema «Click&Collect», attraverso il quale i clienti possono ordinare un articolo online, farlo arrivare gratuitamente nella filiale da loro desiderata e provarlo, ha dimostrato già da qualche anno la sua efficacia. Che ruolo rivestono le scale mobili e gli ascensori nei grandi magazzini? Essi contribuiscono in modo significativo a fare passare ai nostri clienti un’esperienza piacevole presso Manor. Sono importanti anche gli impianti non visibili al pubblico, nei reparti posteriori dei nostri negozi, poiché ci consentono di lavorare in modo efficiente. Proprio per questo motivo affidiamo i nostri ascensori e le nostre scale mobili a un professionista come Schindler. next floor 27 Focus: clienti Leica Geosystems è il leader mondiale per le soluzioni e la tecnologia di rilevamento e di elaborazione di informazioni spaziali. «Misuriamo il mondo di oggi, plasmando quello di domani» è il motto dell’impresa ricca di tradizioni, che da decenni si affida a Schindler per i suoi ascensori. 28 Testo Michael Zollinger Immagine Julien Vonier P er la costruzione di una casa, di un ponte o di un aereo o per il disegno di una cartina sono necessarie misurazioni affidabili. Ogniqualvolta è richiesta la rilevazione, l’analisi e la presentazione di informazioni spaziali, entrano in azione gli apparecchi di Leica Geosystems. Con quasi 200 anni di storia, l’azienda garantisce la massima qualità dei suoi prodotti. Inizialmente, dalle imprese Kern di Aarau e Wild di Heerbrugg e dall’azienda tedesca Ernst Leitz Wetzlar High tech a Heerbrugg: anche nella produzione è richiesta precisione. Misurare il mondo con Leica Geosystems GmbH è nato il Gruppo Wild-Leitz. Dopo la scissione di Leica Camera nel 1996, nel 1997 l'azienda si è divisa in Leica Geosystems AG e Leica Microsystems. L’attuale successo di Leica Geosystems si basa essenzialmente sulle continue innovazioni risultanti da un’intensa attività di ricerca. «In qualità di società internazionale, ha sedi in più di quaranta Paesi e conta 4000 dipendenti in tutto il mondo. Heerbrugg è la sede principale per la ricerca e lo sviluppo nonché lo stabilimento di produzione per le nostre soluzioni high tech» spiega Agnes Zeiner, Director Communications. Tipici valori svizzeri Nonostante dal 2006 Leica Geosystems appartenga al gruppo svedese Hexagon, i valori svizzeri vengono tuttora coltivati. Siamo conosciuti per l’innovazione, la qualità, la precisione e l’affidabilità. Sin dalla sua fondazione, la nostra società si identifica con questi tipici valori svizzeri» afferma Zeiner. Vengono sviluppate continuamente innovazioni rivoluzionarie, che unificano un’ottica di alta qualità con una robusta meccanica di precisione, anch’esse tipiche conquiste svizzere. Tra gli ambiti di utilizzo più frequenti dei prodotti rientrano il catasto, la topografia, la costruzione e il monitoraggio di infrastrutture e tutti i settori di costruzione, compresa la moderna costruzione delle strade. Tre progetti straordinari dimostrano la capacità di Leica Geosystems di cambiare il mondo. Monitoraggio dell’ambiente Immagini aeree ad alta risoluzione, riprese con Leica ADS40, per la prima volta hanno fornito informazioni in merito alla massiccia riduzione della foresta pluviale in Sud America. Esse hanno generato un consenso internazionale sulla necessità di fermare il c next floor 29 Focus: clienti disboscamento di questa foresta. Immagini simili, r ilevate con i sensori di ripresa aerea di Leica Geo systems, sono servite alla mappatura della desertificazione in Africa, dell’inquinamento da petrolio davanti alla costa spagnola o dello scioglimento dei ghiacciai alpini. Nel 2004, per la prima volta nella storia, è stata misurata con Leica DISTOTM una grotta che supera la profondità massima fino ad allora rilevata di 2000 metri. Il professore Alexander Klimchouk ha esplorato la grotta Krubera nel Caucaso occidentale fino a una profondità di 2080 metri. I distanziometri laser di Leica Geosystems hanno consentito di aumentare in modo considerevole l’efficienza e la precisione della misurazione e la sicurezza in questo ambiente inospitale. Per 1500 anni gli esperti hanno cercato invano di comprendere il principio costruttivo della basilica di c Leica Geosystems e Schindler Leica Geosystems e Schindler collaborano da decenni. Nella sede principale a Heerbrugg sono in funzione ben 13 ascensori. La gamma comprende un ascensore di rappresentanza per persone nell’edificio principale, con una portata di 630 kg e oltre 3000 corse alla settimana, diversi montacarichi e il Schindler 6200 per vani di dimensioni molto ridotte, installato da poco nell’edificio 42, dove circa 150 dipendenti montano i cosiddetti dispositivi TPS. Santa Sofia a Istanbul. La sua gigantesca cupola, appoggiata solo su quattro pilastri, è alta 56 m e larga 34 m. Con l’aiuto della «high definition surveying technology» di Heerbrugg è stato possibile trovare una spiegazione all’incredibile stabilità di questa struttura elegante e brillante. Attrezzata per il futuro L’appartenenza al gruppo Hexagon ha ampliato significativamente le possibilità della sede di Heerbrugg per lo sviluppo di progetti sensazionali come questi. L’azienda può approfittare di nuovi mercati, di sinergie con le imprese consociate e degli investimenti di Hexagon nella ricerca e nello sviluppo. «In tal modo la nostra importante sede di ricerca e sviluppo in Svizzera viene potenziata e possiamo contare su un team di ricerca ramificato a livello internazionale», sottolinea Zeiner. n 30 I prodotti di Leica Geosystems coniugano un’ottica di alta qualità con una robusta meccanica di precisione. Grattacielo Sulzer torna nel grattacielo Costruito da Sulzer a Winterthur negli anni Sessanta, è stato per oltre trent’anni l’edificio più alto della Svizzera. In seguito è stato venduto ed è rimasto vuoto per molto tempo. Ora Sulzer è tornato nell’imponente grattacielo, che nel frattempo è stato ribattezzato Wintower. Testo Michael Zollinger Immagine Manuel Rickenbacher A Winterthur si è chiuso un cerchio. La storia della città è strettamente connessa a quella del gruppo industriale Sulzer, che un tempo contava più di 14 000 dipendenti. Il grattacielo Sulzer, costruito tra il 1962 e il 1966 dagli architetti Suter & Suter e originariamente alto 92,4 metri, era diventato il simbolo di questo prestigio. Per oltre trent'anni, qui hanno lavorato parecchie centinaia di collaboratori della storica azienda, nota in tutto il mondo per la produzione di pompe e turbine. Nel 1999, dopo la grande crisi di Sulzer, il grattacielo è stato venduto al magnate immobiliare di Winterthur Bruno Stefanini, che lo ha ribattezzato Wintower. Fino alla costruzione e all’apertura del Messeturm di Basilea nel 2003, il Wintower era l’edificio più alto della Svizzera. Da qualche mese gli ultimi quattordici piani vengono affittati proprio a Sulzer: sembrerebbe un temporaneo lieto fine per questa storia movimentata. Una storia ricca di vicissitudini L'imponente grattacielo, situato in una posizione ottimale, è rimasto vuoto per anni, poiché non è stato trovato un locatario adatto. Nel 2003, dopo che l’ultimo affittuario è andato via, l’edificio è stato occupato da circa 200 attivisti di sinistra. Nel 2005 alcuni sconosciuti hanno addirittura minacciato di farlo esplodere; fortunatamente si è trattato trattato di uno scherzo di cattivo gusto. Stefanini, il proprietario del Wintower, oggi 89enne, non è uno che si fa prendere dalla fretta. Markus Brunner, direttore della sua azienda Terresta Immobilien und Verwaltungs AG spiega: «Il signor Stefanini non ha mai avuto fretta. Un edificio con una superficie totale di 20 000 metri quadri non è facile da affittare. È necessaria una strategia chiara e in quel momento la nostra era cercare un locatario principale a cui affittare almeno la metà della superficie. Dopo alcuni anni era chiaro che l’amministrazione comunale c next floor 31 Grattacielo Il Wintower a Winterthur è stato per molto tempo l’edificio più alto della Svizzera. Schindler nei grattacieli svizzeri Gli impianti di Schindler sono presenti nei tre edifici più alti della Svizzera. In quello più alto, il Prime Tower di Zurigo di 126 metri, otto ascensori trasportano quotidianamente oltre 2000 persone ai loro uffici e al ristorante Cloud. Il Messeturm di Basilea, che con 105 metri di altezza nel 2003 ha superato il Wintower di Winterthur, è dotato di sei ascensori di Schindler. Il Roche Tower di Basilea, attualmente in costruzione e progettato dai rinomati architetti Herzog & de Meuron, avrà 39 piani e misurerà 178 metri di altezza. Entro l’autunno del 2015 Schindler vi installerà un totale di 14 ascensori Schindler 7000. Come altri grattacieli, anche quello di Roche a Basilea sarà provvisto del controllo delle chiamate di destinazione PORT. La nuova generazione del sistema di gestione del traffico di Schindler riconosce i passeggeri attraverso il badge e li conduce all’ascensore che li trasporta a destinazione nel tempo più breve. 32 Thomas Kistler, Team leader Infrastructure Projects presso Sulzer, è ancora colpito dal panorama. A sinistra: i sei ascensori di Schindler. c e AXA Winterthur non avevano intenzione di trasferirvisi. Il signor Stefanini sarebbe stato molto favorevole a questa soluzione». Dopo il no della città è stato necessario ripartire quasi da zero. Attualmente AXA Assicurazioni costruisce nelle vicinanze il cosiddetto Superblock, dove si trasferirà presto anche l’amministrazione comunale di Winterthur. Sostituzione degli ascensori Tra il 2005 e il 2009 il Wintower è stato completamente rinnovato e sono stati aggiunti due piani e una terrazza, raggiungendo l’altezza di 99,7 metri. Alla fine del 2006 sono stati sostituiti anche gli ascensori. È stato installato un gruppo di sei ascensori Schindler 7000, due dei quali destinati sia a persone sia ai vigili del fuoco. I nuovi piani e la terrazza, con una vista mozzafiato sulla città e sulle Alpi, sono resi accessibili da un ascensore idraulico. Il gruppo di sei impianti è provvisto del controllo delle chiamate di destinazione e ha una velocità di 4 m/sec. Negli ultimi anni sono stati sottoposti a una manutenzione regolare e messi in funzione per prevenire danni dovuti al non utilizzo. Posti di lavoro attraenti e ambiente motivante Klaus Stahlmann, CEO di Sulzer, il cui ufficio ora si trova al 23° piano, ha promosso il trasloco, consapevole dell’importanza dell’edificio storico per i dipendenti di più lunga data di Sulzer e la città. «Per alcuni i primi giorni nel grattacielo sono stati momenti molto nostalgici, poiché vi avevano lavorato in passato o si ricordano dell’edificio dalla loro infanzia. Altri invece apprezzano semplicemente la luminosità e la freschezza della nuova infrastruttura» afferma Thomas Kistler, team leader Infrastructure Projects. Accanto al suo lavoro nel settore IT, attualmente è responsabile del facility management della nuova sede per conto di Sulzer. Lui stesso ogni mattina è contento di recarsi al suo posto di lavoro nell’edificio e si entusiasma per la vista spettacolare. Le finiture interne sono state realizzate in base alle richieste di Sulzer. Visitando l’edificio, a ogni piano saltano all’occhio le piacevoli zone di incontro con tavola calda e aree snack e gli spazi lavorativi stimolanti. Queste zone comuni sono volte a favorire le relazioni informali tra i dipendenti. Secondo Kistler il raggruppamento delle diverse sedi facilita la comunicazione e accorcia le distanze. Inoltre, il trasloco è stato anche un’occasione per esaminare i temi di acquisto in relazione alle sedi. Nonostante l’attuale fase di ristrutturazione, il trasloco è stato accolto positivamente dalla maggior parte dei dipendenti. Attualmente circa 260 persone lavorano nel Wintower. Diverse centinaia di dipendenti continuano a lavorare nelle tre sedi di Oberwinterthur. Spazio libero per uffici I piani dal 12° al 25° sono occupati da Sulzer. Altri quattro piani vengono utilizzati come deposito dalla Fondazione per l’arte, la cultura e la storia di Stefanini. Anche Wintower AG, in qualità di proprietaria del terzo grattacielo della Svizzera, appartiene a questa fondazione, mentre Terresta Immobilien- und Verwaltungs AG, con più di 4000 immobili in diverse città svizzere, appartiene al 100% a Stefanini. Quest’ultimo è molto felice che Sulzer sia tornato, afferma Brunner, il direttore di Terresta. «Ora cerchiamo ancora un locatario che intenda affittare almeno cinque piani». n next floor 33 Storia L’ascensore è il cuore del «Fortino di Magletsch» della Seconda Guerra Mondiale, che da 20 anni è utilizzato dall’Esercito Svizzero come alloggiamento truppe. Il lift porta i visitatori dell’impianto, che è classificato come monumento storico di interesse nazionale, alla parte museale allestita nel 1999. Da poco il vecchio ascensore è stato sottoposto a un risanamento generale. Fortino di Magletsch – Il mondo nascosto di Oberschan Testo Michael Zollinger Immagine Manuel Rickenbacher P er oltre mezzo secolo la vita all’interno delle possenti masse rocciose che dominano la valle del Reno era segretissima, anche per chi, come Hans Eggenberger, è cresciuto a Oberschan. Fino a metà degli anni '90 non sapeva nulla di esatto del mondo sotterraneo che si trova al di sotto del suo villaggio di montagna. «Da ragazzo me ne andavo per i boschi e notavo che si costruiva qualcosa. Ma nessuna delle mie domande di allora aveva mai trovato risposta!». L’attuale presidente dell’Associazione fortino dell’artigleria di Magletsch (AFOM) ricorda gli anni dell’inizio della Seconda Guerra Mondiale, quando il fortino venne costruito: «Con il tempo ho capito che semplicemente non se ne parlava. Anche perché non se ne poteva parlare!». All’interno del fortino ci sono ancora delle scritte che ricordano il rigoroso obbligo del silenzio («Chi non tace, nuoce alla Patria!»). Valeva anche per i montatori e gli uomini dell’assistenza di Schindler, che avevano realizzato e si occupavano della sua manutenzione: prima di mettere piede nell’impianto militare dovevano firmare una dichiarazione di riservatezza. 34 La situazione internazionale ne ha cambiato l'uso Nel 1995 le postazioni di artiglieria nella parte superiore del fortino sono state smantellate: da allora l’Esercito utilizza soltanto la parte inferiore dell’impianto, alla stregua di ordinaria caserma. Lo spiritoso cartello con quattro stelle e la scritta «Grand Hotel Magletsch» all’ingresso principale lasciano intendere che la situazione internazionale non è più tesa come un tempo. Dove prima si accumulavano munizioni a tonnellate, oggi si trova un percorso museale che illustra e documenta in modo emozionante la vita del fortino. Talvolta il visitatore viene sorpreso da una gag come un soldato che russa fragorosamente nella sala dormitorio oppure il sensore di movimento che emette un energico latrato non appena qualcuno si avventura troppo in basso nelle gallerie secondarie. «È il nostro ‹cane da guardia›: controlla che i gruppi di visitatori rimangano sempre uniti» spiega Hans Eggenberger con un furbo sorriso. Negli ultimi 15 anni l’ex insegnante di fisica della scuola cantonale di Sargans ha reso vivibile questo mondo sotterraneo nascosto. Anch’egli ha dovuto attendere quasi la pensione prima di poter Il fortino di Magletsch Con i suoi quattro chilometri di gallerie, il fortino dell’artiglieria di Magletsch costituiva il pilastro angolare nord-orientale della fortificazione di Sargans. Concepito per 381 uomini, veniva sorvegliato e difeso esternamente da un numero doppio di fanti. Il fortino accoglieva, fra l’altro, anche un ospedale militare con 64 posti letto. Hans Eggenberger, presidente dell’Associa zione Fortino d’artiglieria di Magletsch Vista vano dell’ascensore rinnovato, che unisce i due livelli del fortino. Nell’immagine esterna a sinistra figura uno dei tre cannoni a torretta (con capanno di mimetizzazione). entrare nel «suo» fortino: è stata un’esperienza che ha dato risposta a domande vecchie di decenni; e certamente un momento decisivo per il nuovo futuro del vecchio fortino. Hans Eggenberger ha fondato nel 1999 l’Associazione fortino dell’artiglieria di Magletsch e, insieme ai suoi compagni di lotta dell’AFOM, ha creato il museo, che conta numerosissimi visitatori: ogni anno sono 4000 le persone che vengono accompagnate attraverso il vecchio impianto militare (vedi box). Salita a un cannone a torretta da una scala di circa 40° di pendenza, con montacarichi per munizioni sul lato sinistro. Nuovo compito per un vecchio ascensore Molte di loro apprezzano l’ascensore che si trova nel cuore del fortino e collega i due livelli del sotterraneo. In passato questo collegamento verticale serviva in primo luogo per le munizioni e altri materiali. Per arrivare al livello superiore dell’impianto, gli artiglieri dovevano muoversi con le proprie forze attraverso una galleria obliqua. Con il risanamento della primavera 2013, l’ascensore storico ha inaugurato un nuovo futuro: comandi e motore corrispondono ora agli attuali standard tecnologici e i montatori Schindler hanno rinnovato le parti mobili con grande amore per i dettagli. Inoltre, dopo l’installazione di una porta di chiusura della cabina, l’ascensore soddisfa le attuali norme di sicurezza e ora è perfettamente idoneo al trasporto di persone. «È stato un lavoro molto ambizioso, perché questo ascensore è un vero ‹pezzo da museo›, di cui ormai non ci sono più molti esemplari in giro. Inoltre, la collocazione è tutt’altro che usuale» spiega Martin Fiechter. L’ingegnere di vendita Modernizzazione presso Ascensori Schindler SA San Gallo conclude ammiccando: «Per contro, la nostra squadra ha avuto meno difficoltà a entrare nel fortino rispetto ai tempi del segreto militare!» n Nella Seconda Guerra Mondiale aveva scorte alimentari sufficienti per un mese, durante la «Guerra fredda» degli anni '50 e '60 del secolo scorso l’autonomia era di due mesi. L’approv vigionamento di acqua in caso di emergenza era garantito da due serbatoi che contenevano 1,6 milioni di litri di acqua sorgiva, tre gruppi elettrogeni di emergenza alimentati a gasolio (da 300 CV) garantivano l’erogazione autonoma di energia elettrica. In caso di necessità, le scorte di 200 000 litri di gasolio avrebbero consentito un’autonomia di oltre tre mesi. Nel 1995 il fortino fu disarmato e da allora viene utilizzato dall’Esercito svizzero come alloggiamento truppe per corsi di ripetizione e dislocazione di scuole reclute. Dal 1° luglio 2000 l’Associazione fortino dell’artiglieria di Magletsch accompagna i visitatori lungo la sezione artiglieristica dell’impianto. L’Associazione conta in totale 460 membri; dalla sua fondazione ha investito un milione di franchi e devoluto a titolo gratuito 62’000 ore di lavoro per la conservazione del l’impianto e l’allestimento dell’esposizione. Le visite si svolgono tutto l’anno su appuntamento e sono studiate per gli specifici visitatori. Per maggiori informazioni: www.afom.ch, [email protected], telefono 081 783 26 11 next floor 35 International Commerce Centre, Hong Kong Noi vi mettiamo in moto. A Paradiso e nelle non immediate vicinanze. Ogni giorno un miliardo di persone utilizza gli ascensori, le scale mobili e le innovative soluzioni di mobilità Schindler. Al nostro successo contribuiscono 48 000 collaboratori in tutti i continenti. www.schindler.ch
Documenti analoghi
Viaggio nell`era digitale
sviluppato un rivoluzionario robot. Sa fare il muratore e il saldatore, consentendo nuove forme di architettura. Foto Nique Nager, Lucerna.
Copyright Schindler Ascensori SA, riproduzione su richies...
Grand Hotel: dove si respira la storia
difficile immaginarsi un’ubicazione
migliore per un Grand Hotel.