Leggi

Transcript

Leggi
La voce degli studenti
Anno XVI ◆ Numero III ◆ Febbraio 2016
Direttrice: Valentina Buccioni ◆ Vice-Direttrice: Beatrice Rolfo
questo trono
ha una nuova
direttrice
no
r
e
v
o
n
l’i ivat
he arr
c
An è
Febbraio 2016
Editoriale
di Guido Paoletti (ex-direttore)
M
a salve, lettore. Per quale motivo sei così triste da leggere il
primo, e meno importante, della lunga fila di editoriali che vi
vengono proposti? Suppongo che però
non vi offendiate se non faccio un’apologia decente. Posso infatti solo dirmi felice
di accompagnare a questo editoriale la
fine della mia carica da direttore. E non vi
sto spiegare il perché ho troppe poche
righe. Giuro che è per questo. Ma in ogni
caso, addio. Lascio il DeGe in mani migliori delle mie e posso togliermi un gran
peso. Inoltre posso usare spazio libero
per fare battute politicamente scorrette
dato che ormai la colpa non ricadrebbe
su di me. Ma mi trattengo, non è il caso di
esagerare. Quindi a mai più, stolti lettori.
Ma ricordate questo: abbasso i ginger e
morte agli hipster.
di Elisa Guerra (ex-vicedirettrice)
E
dunque siamo giunti alla fine dell’anno,
anche se ci aspetta un lungo e faticoso pentamestre (sigh). Per tutti coloro
che non sono mai venuti in redazione,
io sono il secondo nome scritto in copertina,
sì, proprio là in alto a destra. Questo avrebbe
dovuto risaltare, ricoprirmi di fama e ammirazione, potere e soldi, ma in realtà nessuno
se ne sarà mai accorto perché impegnato a
correre alla pagina dei nostri amatissimi giochi. Da oggi quel nome cambia, ammesso
che gli impaginatori se ne ricordino (vi voglio
bene Marco e Vale) e chi se ne accorgerà
si faccia pure delle domande su chi essi siano e venga volenterosamente a scoprirlo!
Detto questo un caro saluto a tutti e studiate!
2
di Valentina Buccioni (direttrice)
A
ppena iniziato il 2016 sono stata eletta direttrice. Anno nuovo, vita nuova.
Perciò ho cominciato il mio mandato
pulendo l’aula autogestita, con tutto
il dispiacere del redattore che voleva mangiare i miei biscotti preparati a giugno (a quanto pare erano ancora buoni). Primo relativamente grande cambiamento dei tanti che mi
sono preposta di fare. Vorrei essere un po’
come una boccata d’aria fresca. Dopo un direttorato faticosamente superato (non solo
dall’ex-direttore), mi prendo la responsabilità
di trasmettere qualcosa che da molto tempo
non ho visto: l’entusiasmo. Perché sì, lavorare per il DeGe è estremamente impegnativo,
soprattutto quando magari si ha altre priorità.
Ma collaborando come redazione tutto diventa molto più semplice e, perché no, anche divertente.
di Beatrice Rolfo (vicedirettrice)
B
eatrice la vicedirettrice, Beatrice
la vicedirettrice, Beatrice la vicedirettrice. Suona bene, no? Fa anche rima… E poi, sfido chiunque
a ripeterlo per tre volte di fila il più velocemente possibile senza intrecciarsi la lingua.
Comunque, come avrete sicuramente capito,
sono la nuova vicedirettrice e durante l’anno
in cui sarò in carica spero di riuscire a far pubblicare un DeGe dignitoso e pieno di giochi
con cui occupare le lezioni più noiose! Okay,
sembra che io faccia propaganda… Mi mancano solo i biscotti con scritto sopra “Vota
Bea”! Tuttavia le elezioni ci sono già state,
quindi sarebbe decisamente inutile e avrebbe come unico risultato quello di far rotolare i Castelnuovini per i corridoi come palle…
Febbraio 2016
4
6
8
10
12
15
16
18
20
21
22
28
30
Indice
Anonymous who?
di Valentina Buccioni IVC
Fangirl, Fanfiction e Simon Snow
di Beatrice Rolfo IIIAS
Death Note
di Antonio Menale IIIH
Star Wars VII
di Guido Paoletti IIIAS
Dai Bohemién agli Hipster
di Giorgia Cantini IIIL
Dieci curiosità su David Bowie
di Mariachiara Samorè ID
Il regno del tutto
di Bernardo Cencetti VB
Sword Art Online
de I Nipponici IAS
Torta di compleanno di Harry Potter
di Silvia Desideri IE e Mariachiara Samorè ID
Splash
di Marco Fusari VG e Gherardo Ulivieri IIAS
Fumetto
di Guido Contini IIH
CruciDeGe
di Vieri Bartolini VH
Lo Scatolone Fabbricone
3
Febbraio 2016
Attualità
anonymous who?
di Valentina Buccioni
D
allo sventato attacco terroristico a questo gruppo fino al Progetto Chanology, il
Firenze (poi smentito per mancanza quale ebbe inizio nel 2008 quando un’interdi fonti), alla guerra digitale contro l’I- vista di Tom Cruise riguardo alla Chiesa di
SIS e l’estremismo di Donald Trump Scientology venne pubblicata su YouTube
e del KKK, Anonymous è stato ultimamente, da uno dei membri affiliati. Tuttavia l’organizalmeno per quanto riguarda l’Italia, sulla boc- zazione non lo riconobbe e accusò YouTube
ca di tutti.
di aver infranto i diritti d’autore, cosa assoluMa cos’è veramente Anonymous?
tamente falsa. Prendendo le difese del sito
Per rispondere a questa domanda è necessa- e della libertà della condivisione su internet,
rio tornare un po’ indietro nel tempo, al 2003 Anonymous diede inizio non solo ad attacchi
per la precisione. In quell’anno la imageboard di Ddos (distributed denial of service, ovvero
4chan stava riscuotendo molta popolarità tra i sovraffollamento affinché il sito bersagliato
giovani americani, che si divertivano a pubbli- vada in tilt), falsi ordini di centinaia di pizze,
care catene infinite di meme (immagini diver- video di dichiarazioni di guerra e serie minactenti), che provocavano “Knowledge is free.
ce ai capi di Scientoloil “lulz”, ovvero le risa- We are anonymous.
gy, ma anche proteste
te (da LOL, Laughing We are legion.
legali alla luce del sole.
Out Loud). In partico- We do not forgiFu così che il 10 Feblare, l’argomento “/b/
braio 2008 circa setteve.
- Random” era pieno di
mila persone uscirono
We do not forget.
post di utenti che celadai loro scantinati e si
Expect us”
-Anonymous
vano la propria identità
riunirono, mantenendo
e quindi detti “anonymous”. Da qui viene il la propria identità celata dietro una maschenome di questa organizzazione decentraliz- ra di Guy Fawkes, davanti alle sedi di Scienzata, la quale inizialmente aveva come scopo tology di tutto il mondo. Per la prima volta si
primario fare scherzi su internet. Non a caso comprese quante persone facessero parte
le prime forme di attivismo furono burle sul della schiera di anonimi e quale potenza povideogioco Habbo, in cui gli utenti si dispone- tesse derivarne. Anonymous era finalmente
vano per formare svastiche e riempivano la da considerarsi una comunità di attivisti (o,
chat con frasi a dir poco demenziali.
come si definiscono loro, hackivists) in graUna prima svolta avvenne quando tra questi do di sfidare anche le più potenti istituzioni e
utenti emersero degli ideali comuni. Così ini- compagnie.
ziarono gli attacchi mirati contro Harold Tur- A dimostrazione di ciò vi furono i numerosi
ner, conduttore di un programma radiofoni- attacchi che si susseguirono nell’arco di poco che aveva inveito contro la comunità di chi anni: dall’Operazione Payback (2010) a fa4chan: diversi gli attacchi al proprio sito e alla vore di WikiLeaks e della diffusione online di
propria radio, anche perché fervente antise- documenti riservati e caratterizzata dagli inmita le cui idee lo porteranno persino ad es- terventi contro PayPal, Mastercard, Amazon.
sere arrestato.
com e Visa, fino al sostegno della Primavera
Ma ancora non si comprenderà l’entità di Araba (2011). In quest’ultima occasione furo-
4
Attualità
no mandati in tilt i siti dei governi, ma fu anche
data la possibilità a tutti gli abitanti di accedere ad internet qualora fosse stata eliminata
ogni connessione con l’estero.
Ma non si fermarono qui. Nel 2012 in segno
di protesta per la chiusura di Megaupload,
compagnia di condivisione di file su internet,
venne organizzato il più grande evento di
Ddos mai visto prima, in cui si stimano fossero trentamila computer a bloccare contemporaneamente i siti delle più importanti
aziende discografiche (come Sony, Universal Music etc.), del governo statunitense e
addirittura dell’FBI. Questo avvenimento è
oggi conosciuto come la WWWW, ossia la
World Wide Web War. Così, proprio
in quell’anno, Anonymous venne
considerata dal Times tra i 100
soggetti più potenti del 2012.
E ancora oggi Anonymous
dimostra la propria influenza, in particolare nelle vicende legate allo Stato
Islamico. Già dopo l’attacco a Charlie Hebdo, l’organizzazione pubblicò un
video in cui dichiarava guerra
all’ISIS. Ad oggi pare che Anonymous abbia eliminato circa 5500
account Twitter usati per far propaganda e
per reclutare estremisti islamici e che abbia
diffuso su internet guide su come hackerare
i siti dello Stato Islamico.
Da questo excursus si deduce che Anonymous è un movimento estremamente potente ma, paradossalmente,anche molto debole.
Mi spiego: il fatto che i membri posseggano
un’identità celata, da una parte permette di
compiere efficaci atti illegali, che posso
no essere per una causa più o meno giusta,
ma dall’altra rende difficile che il movimento
ne abbia una propria. Non avendo definito fin
dall’inizio i propri ideali e in virtù dell’anonimato dei suoi componenti, tale gruppo ha finito
per farsi portavoce anche di interessi del tut-
Febbraio 2016
to estranei allo spirito del movimento. Non a
caso alcuni hacker interni hanno sostenuto
che Anonymous stesso abbia aiutato l’ISIS a
diffondersi. Infatti, alcuni membri che seguivano ideali estremistici avevano approfittato
della situazione ed erano riusciti ad infiltrarsi
nei meccanismi con molta semplicità. Anche
con riferimento al caso a noi più vicino, ovvero il video e il comunicato diffusi da Anonymous Italia riguardanti il presunto attentato
alla nostra città, si è trattato solo di una notizia
falsa per impressionare il pubblico. Questo
membro del movimento, che si faceva chiamare X e che poi è stato arrestato, non si è
certamente rispecchiato negli ideali dell’organizzazione, poiché l’informazione diffusa era stata inventata.
Inoltre c’è da sottolineare due
aspetti di questo movimento:
l’assenza di gerarchia (che
per gli stessi motivi elencati sopra causa una certa
disorganizzazione interna
e una mancanza di identità
propria, ma anche una garanzia di libertà per i membri) e il distacco dalla società.
Per questa ultima caratteristica
Anonymous può divenire estremamente pericoloso qualora usasse i propri
strumenti contro la società stessa per cause
ingiuste.
A luce di ciò, rimane comunque interessante,
se non affascinante, scoprire come la nostra
società e le sue dinamiche si stiano evolvendo. Anonymous, primo fra tutti i movimenti
di hackivists, sta dando prova del fatto che
la conoscenza, in questo caso informatica,
può essere un’arma molto efficace per condizionare la vita di tutti. C’è chi sostiene che
tra cinquant’anni sarà sui libri di storia per la
sua influenza nel mondo attuale. In ogni caso,
anche se non lo sarà, tale fenomeno deve
essere comunque conosciuto e non sottovalutato.
5
Febbraio 2016
varie
Fangirl, Fanfiction e Simon Snow
di Beatrice Rolfo
“
Fangirl” è un romanzo pubblicato nel rivolgendo battute pungenti per la maggior
2013 dall’autrice americana Rainbow parte a Levi, quello che Cath crede essere il
Rowell, nome che, a quanto pare, non è suo fidanzato e che sembra “distribuire genaffatto uno pseudonimo come credevo. tilezza come se non gli costasse nulla”, cosa
La protagonista della storia è Cath, studen- ovviamente vera, ma che pare sconvolgere
tessa del primo anno alla Lincoln University in la protagonista perennemente scontrosa.
Nebraska. La ragazza ha anche una gemella, Come se ciò non bastasse, la ragazza traWren, che, a differenza sua, non vede l’ora scorre l’intero primo mese di college nutrendi iniziare la nuova scuola, fare amicizia con dosi quasi esclusivamente di barrette energli altri studenti, ubriacarsi alle varie feste e, getiche e burro di arachidi che si era portata
soprattutto, allontanarsi da casa.
dalla casa di Omaha. Tutto continua fino a
Cath, infatti, è una piccola nerd. Lei stessa si quando Reagan, mossa a compassione da
definisce così, affermando che per essere tutti i problemi che Cath si stava facendo
davvero un nerd devi preferire mondi imma- per andare a mangiare nella caffetteria, deginari a quello reale. E questo è quello che cide di accompagnarcela e cenare con lei,
alla ragazza riesce meglio: rifu- “Perchè scrivo? Per mentre osserva tutti gli studenti
giarsi nel mondo di Simon Snow essere da qualche dell’università passarle davanti e
ogni volta che viene sopraffatta
commentando nella maniera più
parte. Per essere
dalla realtà.
perfida possibile sia i loro attegliberi
da
noi
stessi.
La protagonista ha due grandi
giamenti che i loro abbigliamenti.
Per
smettere.
Per
passioni: il Mondo dei Magi e la
L’appuntamento serale diventa
scrittura. È proprio per questo smettere del tutto di quindi un’abitudine, in parte perche scrive valanghe di fan fiction essere qualcosa o ché Reagan vuole assicurarsi
(in questo particolare momento da qualche parte. che Cath non torni alle barrette
sta lavorando a “Carry On, SiPer scomparire.” energetiche (che nel frattemmon”, la sua fan fiction più impepo si sono dimezzate a causa
gnativa, ma anche la più seguita), ambientate di Levi, della sua fame e della quantità inimnel mondo di Simon Snow e Tyrannus Ba- maginabile di tempo che passa nella stanza
silton Pitch, detto Baz. Questo suo preferire condivisa dalle ragazze ). Così, a poco a poco
l’universo dei libri di Gemma T. Leslie alla vita Cath inizia a rendersi conto che la compagna
reale la porta a chiudersi in se stessa. Cath è di stanza non è affatto male come credeva.
infatti una ragazza assai timida e introversa e Una delle poche cose che Cath ha però
questo è uno dei motivi per cui soffrirà molto amato fin dall’inizio del semestre è il corso
per la decisione di Wren di non essere la sua di Fiction Writing. La ragazza ha infatti uno
compagna di stanza.
straordinario talento per la scrittura e la proLa storia inizia dal primo giorno di colle- fessoressa Piper ha grande stima di lei. Altro
ge delle gemelle e prosegue con una Cath punto a favore del corso è Nick, unico con
che si rifiuta di stringere amicizia con la sua cui la protagonista abbia mai davvero parlacompagna di stanza, Reagan, la quale non to. I due si ritrovano ovviamente ad essere
si sforza nemmeno di andare oltre un “Hey” partner di scrittura per un esercizio assegnaquotidiano, comportandosi bruscamente e to dalla Piper e, dopo essersi resi conto di
6
varie
quanto lavorino bene in coppia, decidono di
iniziare ad incontrarsi una volta a settimana
in biblioteca. Inizialmente entrambi scrivono
modificando il proprio stile in modo da creare testi coesivi, fluidi e popolati da personaggi originali, scambiandosi idee e realizzando
progetti sempre nuovi e unici nel loro genere.
Questo è il periodo in cui Cath è più felice,
esce con Reagan e Levi, scrive anche due
volte a settimana insieme a Nick, pranza con
Wren e cerca di recuperare il rapporto che
avevano prima dell’inizio del
semestre, anche se entrambe sanno quanto sia difficile.
Tutto questo però cambia
quando Cath riceve aspri
rimproveri dalla Piper per
aver scritto una fan fiction
con protagonista Baz, per
un compito in cui era richiesto un narratore inaffidabile.
Gli incontri con Nick inoltre
passando da essere un lavoro collaborativo a revisioni e
migliorie apportate agli scritti del ragazzo. Per di più, la
protagonista, dopo aver ricevuto un messaggio dalla sorella il cui contenuto era: “911,
da Muggsy, immediatamente” si ritrova in un
pub con Levi e la gemella ubriaca la quale,
tutt’altro che disposta a tornare ai dormitori,
afferma di aver mandato il messaggio per errore a Jandro, il suo ragazzo.
Per questi e altri motivi la protagonista perde
la voglia di continuare a studiare alla Lincoln
e in seguito a problemi di tipo familiare, arriva
persino a considerare l’idea di lasciare l’università e ritornare a Omaha.
In realtà alla fine tutto si risolve per il meglio e
Cath si rende conto che al college ha trovato
persone che tengono veramente a lei e che
la difenderebbero come tigri se qualcuno
cercasse di ferirla, non importa se dal punto
di vista fisico o psicologico.
Febbraio 2016
Okay, questo è il punto in cui cerco di farvi
capire quanto ho amato questo libro, ciò sarà
alquanto difficile, soprattutto dovendo evitare tutta una serie di effetti sonori composti
da gridolino esaltati e sbuffi frustrati ed effetti visivi fatti di Kindle abbracciati durante le
scene più tenere.
Comunque, quello che mi ha colpito di più di
questo libro è stata la protagonista, rappresentata in modo piuttosto reale e anche se
alcuni suoi comportamenti sono esagerati, in
fondo rappresenta in maniera ottima una ragazza timida e che ama leggere, così
profondamente legata alla
famiglia da sentirsi abbandonata e tradita nel momento in
cui quella che considerava la
sua migliore amica, oltre che
sorella, decide che le loro
strade devono dividersi. La
storia però rappresenta anche un percorso di crescita
in quanto Cath si trova non
solo a doversela cavare da
sola in un nuovo ambiente,
ma anche a dover affrontare le difficoltà, piuttosto che
evitarle girandoci attorno.
Altro particolare che ho adorato di questo libro è come l’autrice sia riuscita a creare un
mondo immaginario (quello di Simon e Baz)
dentro ad un altro (quello delle gemelle). Nel
corso della storia infatti non si parla mai vagamente e in modo astratto della saga di
Simon Snow, ma vengono presentati veri e
propri estratti sia dei libri che delle fan fiction
di Cath. E nonostante io non sia una appassionata di questo genere di scrittura, devo
ammettere che l’idea è stata geniale. Per non
parlare poi del fatto che la Rowell abbia poi
davvero scritto un libro intitolato “Carry On”
con protagonisti il mago e il vampiro tanto
amati da Cath…
7
Febbraio 2016
cinema
Death Note
di Antonio Menale
S
alve a tutti Castelnuovini, oggi vorrei parlarvi di una delle serie manga
più diffuse tra i giovani: Death Note.
Questa saga composta da dodici fumetti è stata ideata e scritta da Tsugumi Oba,
disegnata da Takeshi Obata e pubblicata dal
dicembre 2003. Il protagonista è un comunissimo ragazzo delle scuole superiori, Light
Yagami, studente modello capace di conseguire risultati prodigiosi.
Conduce una vita tranquilla ma, rispetto alle
sue ambiziose aspettative, piuttosto monotona.
Un giorno un evento
soprannaturale la sconvolge quando trova un
quaderno dagli eccezionali poteri scagliato
sulla terra dallo shinigami Ryuk, dio della
morte. Il Death Note ha
un potere oscuro che
consente all’utilizzatore
di uccidere chiunque
semplicemente
scrivendo il suo nome sul
quaderno mentre ci si
figura mentalmente il
volto della vittima. Ma
quale uso potrà mai
fare di un tale oggetto
un semplice studente delle superiori? Light
ha una personalità fuori dal comune e il suo
unico obbiettivo è quello di creare un mondo
perfetto e giusto e quindi privo di qualunque
traccia di criminalità. Per fare ciò si serve del
Death Note. Così inizia ad uccidere ogni tipo
di malvivente, dai piu insignificanti criminali ai
grandi boss mafiosi, tutti deceduti per arresto
8
cardiaco. È questa, infatti, la morte che spetta
a coloro che vengono scritti sul quaderno, a
meno che il proprietario non specifichi le sue
cause.
L’intervento della polizia non si fa di certo attendere, cercando in ogni modo di ostacolare la missione di Light. A guidare le indagini è
Elle, un ragazzo dell’età di Light che proprio
come quest’ultimo è dotato di grande acutezza e abilità deduttiva, che gli consente di
comprendere a pieno
le mosse del protagonista e spesso anche
anticiparle. A causa di
un’imprudenza di Kira (il
nome con cui Light si fa
conoscere dai media),
Elle viene a conoscenza del fatto che questo
spietato assassino vive
nel Kanto. A guidare le
indagini insieme ad Elle
è una persona molto, ma
molto vicina al nostro
protagonista: Soichiro
Yagami, suo padre, che
è deciso a fare qualsiasi
cosa per catturare Kira.
Date le notevoli abilità
del figlio che già precedentemente avevano
aiutato la polizia locale a risolvere alcuni casi
piuttosto complessi, proprio Kira viene invitato a partecipare alle indagini. È in questa
situazione paradossale che Elle, mai tradito
dalle sue abilità logico-matematiche e dall’intuito del detective, capisce che Light ha
qualcosa da nascondere. Per questo il giovane studente modello viene introdotto nella
cinema
rosa dei sospetti.
Elle si avvicinerà sempre più al nuovo indiziato
e arriverà perfino a frequentare la sua stessa
università per poter osservare da vicino ogni
sua mossa. Il protagonista deve stare molto
attento, deve nascondere non solo il diario ma
anche le sue continue
conversazioni con Ryuk.
Il dio della morte è sempre al suo fianco, spettatore di ogni azione. È curioso il ruolo che
questo personaggio riveste: di una coscienza malvagia che tuttavia non istiga le malefatte del giovane e anomalo paladino della
giustizia.
Ad attirare l’attenzione di Light è la comparsa
di un secondo Kira, Misa Amane. Una famosissima idol giapponese che, proprio come il
nostro protagonista, entra in possesso di un
Death Note. I due ragazzi finiranno per incontrarsi, soprattutto per volere di Misa che freme dalla voglia di vedere Light per ragioni di
cui, però, non starò a parlarvi. La ragazza si in-
Febbraio 2016
vaghisce immediatamente del suo Kira, e proprio
di questa infatuazione approfitterà il nostro stratega, che ha grandi progetti
per la sua innamorata.
Il lettore da qui in poi si
ritroverà immerso in una
serie di ragionamenti logici che lo porteranno a
scoprire il progetto di Light. A mio parere è proprio questa la parte più
avvincente del fumetto:
il poter osservare dall’esterno tutto ciò che è all’interno della mente
di questo personaggio. Ogni parola, decisione e mossa è un tassello della grande opera che andrà a comporre il disegno finale di
Light.
La trama di questa saga sollecita la riflessione dei lettori. Tanti valori sono messi in gioco:
lealtà, amore, ma soprattutto senso di giustizia. C’è in Light un senso di ordine talmente
esasperato da portare ad una visione certamente distorta della pena. Può un giustiziere
essere al contempo un assassino?
9
Febbraio 2016
cinema
star wars Vii
di Guido Paoletti
L
o so, non ha senso fare la recensione
di un film uscito da poco al cinema. I
figli di papà come me saranno andati a
vederlo i primi giorni, mentre la comune plebaglia ha aspettato che lo caricassero
sul sito streaming di fiducia. Ma il problema rimane perché è possibile che qualcuno abbia
ritardato sempre di più la visione del film è
alla fine se ne sia dimenticato. E quindi, se tu,
o caro lettore, sei uno di questi devi sapere
innanzitutto che Han Solo muore... Bene, ora
puoi continuare a leggere l’articolo. Signore
e signori ecco a voi la pellicola più attesa degli ultimi anni. No, non sto parlando della biografia di Mandela. E nemmeno del film su
Guantanamo Bay. Ne hanno già fatto
uno. La protagonista è l’apatica di
Twilight. Non aggiungo altro. Ma
torniamo a Star Wars.
Il dicembre dell’anno scorso è
uscito il settimo episodio della
saga fantascientifica per eccellenza. E anche se il regista
è lo stesso, non si tratta di Star
Trek. Curioso, anche la qualità è
uguale... Basta divagare. Scritto, per
l’appunto, da J.J. Abrams è stato più che
altro il film più pubblicizzato degli ultimi anni.
Diciamo che il franchise ha un po’ venduto
quello che non posso dire.
Ovviamente cosa poteva esserci dietro tutto
questo se non la più famosa casa di produzione di film d’animazione? La Disney, gentili
spettatori che, non contenta di avere la Pixar
per l’animazione e la Marvel per i supereroi,
ha comprato la LucasFilm e preso i diritti della saga. E ha fatto peggio di Jar Jar Binks nella trilogia prequel.
Lo so. Non saranno tutti d’accordo con me
e posso anche capire il perché: fan sfegatati
10
che non aspettavano altro che un film da vedere tre volte per poi andare a scrivere recensioni su IMDb e Metacritic, vi hanno convinto che deve essere bello. Ma vediamo un
po’ della pellicola.
Anzi no, parliamo delle aspettative che avevo prima di vederla. Da poco avevo visto un
video che tentava di spiegare cosa sarebbe
successo. La trama che proponeva mostrava Luke Skywalker seguire le orme del padre e passare al Lato Oscuro della Forza. Ed
effettivamente dava una risposta alle domande che mi ero posto su Kylo Ren, il nuovo
antagonista principale, che imitava in tutto e
per tutto l’amato Darth Vader. E ammettiamolo, avrebbe spaccato i c**i.
Mi ha quasi fatto dimenticare la
spada di Kylo Ren. Perché è
davvero tanto ridicola. Troppo.
In ogni caso, andando a vederlo al cinema mi sono subito reso conto di quanto
mi fossi sbagliato. Partiamo
dall’inizio. La Resistenza, che si
chiama così pur avendo sconfitto
e distrutto de facto l’Impero, è in pericolo, soprattutto dopo la comparsa del
Primo Ordine (i “bad boys”) e la scomparsa
di Luke dopo che un suo allievo Jedi era passato al Lato Oscuro. Poe Dameron, un pilota che ha il compito di trovare Skywalker, si
reca da un tipo totalmente a caso che totalmente a caso ha un pezzo di mappa per trovare il Jedi che si è dileguato. Andiamo avanti.
Purtroppo il pianeta dove avviene l’incontro
subisce l’attacco delle truppe del Primo Ordine, che finiscono per catturare il pilota. Per
fortuna nasconde la mappa dentro il nuovo
R2D2, BB-8. Riesce quindi a scappare grazie all’aiuto di uno stormtrooper di colore che
cinema
decide di diventare buono (perché la Disney
rispetta tutte le minoranze, tranne gli ebrei).
Precipitano però su un pianeta e si perdono di
vista. BB-8 viene trovato da una tipa che poco
dopo incontra lo stesso stormtrooper, ora
chiamato Finn. Insieme scappano dai cattivoni sul Millennium Falcon, ormai un rottame, per
poi essere catturati dalla coppia gay dell’anno, Han Solo e Chewbecca. Questi rivogliono
la nave e portano tutti su un pianeta dove il
robot può essere aiutato a raggiungere la Resistenza. La ragazza, Rey, trova una spada laser. E la persona che dovrebbe aiutare l’equipaggio del Millennium Falcon, una piratessa
messa lì per lo più per colmare un buco nella
trama, avverte Rey che quella è l’arma una
volta appartenuta a Luke (e ad Anakin prima
di lui) e che lei è stata scelta come successore. Il pianeta viene attaccato dal Primo Ordine, che cattura Rey, ma viene sconfitto dagli
X-Wing dei ribelli. Finn però non si dà per vinto e, una volta incontrata Leia Organa, si offre
volontario per andare a distruggere lo Starkiller, un pianeta trasformato in arma che riesce
a distruggere i corpi celesti usando energia
solare, e salvare la nuova amica. Questa nel
frattempo è stata torturata con la Forza dal
nuovo Sith, ma riesce a resistere.
Ovviamente, però, i ribelli riescono a salvare
Rey e ad abbassare gli scudi per permettere ai piloti di distruggere la Morte Ne.. ehm la
base Starkiller. Scusate, dejà vù.
Comunque, mentre i protagonisti si preparano
a far esplodere il tutto, Han Solo si trova davanti Kylo Ren. Si scopre che questo è il figlio
del contrabbandiere e Leia, oltre ad essere
anche l’allievo malvagio di Luke che, convinto
a passare al Lato Oscuro, cerca di seguire
le orme del nonno, addestrato da un nuovo
super cattivone. L’incontro termina male e alla
fine Han viene ucciso dal figlio.
Ne segue una parte del tutto insensata in cui
il pianeta-arma viene distrutto, ma non prima
che Kylo combatta contro Finn e Rey, venendo sconfitto da lei.
Febbraio 2016
Il film si conclude con la
protagonista che riesce a
ritrovare Luke e, una volta
raggiunto gli porge la sua
stessa spada laser. Fine.
Non so voi, ma anche la
trama mi sembra banale. Ma vorrei andare oltre
ai semplici avvenimenti.
Parliamo dei personaggi.
Ammetto che rivedere la
vecchia gang è stato piacevole, ma i nuovi personaggi sono ridicoli. Finn
dovrebbe essere uno dei
protagonisti ma è noioso
e senza niente di interessante, viene usato soprattutto in chiave comica. Rey è abbastanza neutrale e non presenta niente di caratteristico.
La vera pecca sono però i cattivi. La generale stormtrooper, Brienne di Tarth per i nerd,
è essenzialmente inutile anche se compare
diverse volte. Il ginger non fa nulla se non lamentarsi di Kylo Ren. Ed è proprio questo il
personaggio peggiore, presentato come un
adolescente in piena tempesta ormonale che
fa di tutto per contrariare i genitori. Ora capite cosa vuol dire essere prodotti dalla Disney. È un personaggio debole e abbastanza
insulso che si toglie la maschera dopo che
la prima prigioniera a caso glielo chiede. Andiamo, un minimo di serietà. Per vedere Darth
Vader senza maschera si è dovuto aspettare
tre film e un sacco di tensione. Qui viene tutto
dato per scontato. Non viene neanche usata la “Marcia Imperiale”. So che non avrebbe
avuto senso, ma io la volevo. Le uniche cose
che non si possono toccare sono gli effetti
speciali, davvero buoni. Insomma, un film tremendamente sopravvalutato. Ma ovviamente
non sono nessuno e il mondo dice che è bello, quindi torno a segnare i giorni del calendario che mi separano da “The Hateful Eight”.
Addio. Live long and prosper. Ah no, ‘spe.
11
Febbraio 2016
varie
Dai Bohemién agli Hipster
di Giorgia Cantini
A
l giorno d’oggi non è raro aderire a
certi movimenti o rispecchiarsi in
particolari subculture, anzi, spesso queste possono rappresentare
un valido mezzo per scoprire se stessi, la
propria interiorità e, soprattutto, condividerla
con persone con gli stessi interessi e valori.
Tuttavia in passato appartenere a una subcultura significava estraniarsi ed uscire dalla
società, poiché questa, avendo imposto
dei comportamenti standard per tutti,
risultava essere molto più conservativa e chiusa.
Tra le sottoculture attuali più conosciute e discusse troviamo
gli Hipster, le cui origini possono
essere rintracciate nella Francia
del Diciannovesimo secolo, tra i
cosiddetti Bohemién. Questi non
sarebbero esistiti senza l’avvento
di una nuova società, nata in seguito alla Rivoluzione Francese e a
quella Industriale nel Regno Unito.
I Bohemién sono stati spesso in passato associati erroneamente ai gitani,
poiché durante la Guerra dei Trent’anni, molti studenti protestanti praghesi, quindi
provenienti dalla Boemia, si rifugiarono a Parigi, città più tollerante in tema di lotte
religiose. Lì frequentarono la Sorbona, importantissima università parigina, importando
di conseguenza alcuni loro usi e costumi in
Francia, che furono presto adottati da vari
giovani francesi. Fu proprio questo a costituire il nucleo originario dei Bohemién, che venivano appunto associati ai gitani, che i francesi ritenevano provenire dalla Boemia.
L’esistenza spensierata di alcuni giovani artisti Bohemién nella Parigi del 1830 costituisce
l’ambientazione principale della celebre ope-
12
ra di Puccini “La Bohéme”,
dov’è possibile ricostruire un quadro molto
interessante di quest’avanguardia.
Il Bohemién può essere considerato, quindi,
come il dissidente, il ribelle, lo
scapestrato, l’artista anticonformista o il giovane che vuole emanciparsi dalle
convenzioni della società borghese e perseguire il culto della personalità, nella
speranza di poter vivere la sua vita
come un’opera d’arte. Tuttavia non
tutti i Bohemién sono artisti, anzi,
sono principalmente individui eccentrici che esaltano le libertà
individuali e il distaccamento nei
confronti delle regole imposte
dalla società borghese capitalista attraverso la sessualità, l’estremismo politico e lo smodato
uso di alcol e droghe. Per questi
individui era fondamentale perseguire una condizione di frugalità e povertà volontaria, dedicando
la propria vita ad una delle sette arti
(architettura, musica, pittura, scultura,
poesia, danza o cinema).
Nella realtà dei fatti, tuttavia, solo una piccola
parte di coloro che si consideravano Bohemién sottostavano a queste regole di condotta, poiché, esattamente come al giorno
d’oggi, allora era molto più semplice fingersi
ribelli che esserlo davvero.
Altro presupposto importante era inoltre
vivere in una grande città, dov’era possibile
condurre una vita spersonalizzata, che permettesse di respirare quell’atmosfera quasi
crudele di cui ogni metropoli è fornita.
Il Bohemién coltivava il culto della personalità anche attraverso il modo di vestirsi, anche
questo originale e anticonformista. Spesso,
varie
infatti, si agghindava con gioielli provenienti
da culture diverse, al fine di trasmettere un
senso di esotismo che si contrapponeva allo
stoicismo borghese, lasciava la barba incolta e portava solo scarpe consumate, se non
distrutte.
A questa figura si contrapponeva quella del
Dandy, che secondo la definizione di Baudelaire era “un misto di flemma, dissimulazione,
mistificazione, stoicismo, originalità, ardore
nascosto, gusto della contrarietà, amarezza
superiore, culto di sé, dilettantismo sopraffino”. Il Dandy era essenzialmente colui che
aspirava ad essere sempre sublime.
Queste due avanguardie, per quanto diverse,
avevano qualcosa in comune: erano entrambe manifestazione della crisi della società
borghese. Nuovi valori necessitavano infatti di
nuove forme di espressione, con lo scopo di
procurare una frattura, una discontinuità all’interno di una società tradizionale, che si era
affermata attraverso i secoli.
Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale
il baricentro culturale si spostò verso gli Stati Uniti. E come i Bohemién e le avanguardie
erano comparsi in Europa, così i nuovi movimenti giovanili iniziarono a nascere all’interno
della società americana.
Coloro che raccolsero il testimone del movimento della Bohéme furono gli esponenti
della Beat Generation. Uno dei più celebri
fu proprio Jack Keruac, l’autore di “On the
Road” (in italiano “Sulla strada”).
Molti di loro scrivevano di droghe e alcol,
dei quali facevano regolarmente uso, amore
libero e generalmente omosessuale, viaggi, come quello affrontato da Sal Paradise e
Dean Moriarty attraverso gli Stati Uniti nel romanzo di Keruac. La leggenda narra che sia
stato scritto in sole tre settimane su un rotolo
di carta da tappezzeria lungo ben trentasei
metri.
Nonostante queste sue caratteristiche, la
Beat Generation non è teppismo. Beat non
significa stanco o sconfitto, bensì beato. Chi
Febbraio 2016
si rispecchiava in questa filosofia cercava,
infatti, di praticare l’arte della sopportazione,
coltivare la gioia per la vita vivendo alla giornata e essere sincero fino in fondo. Keruac
definisce in fine la Beat Generation come “lo
spirito di non-interferenza con la vita degli altri”.
Il termine Hipster nacque invece negli Stati
Uniti tra il 1930 e 1940 come parte del gergo
tipico dell’epoca jazz. Questo potrebbe provenire da hop, cioè oppio, oppure dal verbo
africano hipi, che significa aprire gli occhi a
qualcuno. Venivano chiamati Hipster gli uomini bianchi che si facevano contagiare dai
jazzisti neri.
Questo nuovo movimento accolse e fece
suo lo stile di vita Bohemién tramandato negli
anni attraverso la Beat Generation. L’Hipster
di allora cercava di separarsi dalla società e
vivere senza radici, alla ricerca “degli imperativi ribelli del sé”.
Nel corso degli anni questa sottocultura ha
13
Febbraio 2016
varie
subito cambiamenti sostanziali, adesso questi
artisti lavorano spesso con i marchi della cultura giovanile popolare e non hanno più posizioni politiche di sapore estremista. Danno
vita piuttosto ad un movimento aristocratico
di disprezzo nei confronti della passività mainstream. Gli Hipster si interessano di fotografia
e arte, sesso estremo e casi umani. Nel loro
ambiente tutti conoscono tutti e spesso si incontrano nei salotti di intellettuali per discutere di peculiari e originali nuove forme d’arte.
Il processo di formazione di una subcultura
era un tempo molto più difficile rispetto ad
oggi. Dagli anni Cinquanta in poi, con l’avvento
delle nuove tecnologie, come la radio e la televisione, la nostra società ha invece iniziato
a pullulare di movimenti giovanili e a favorire
la nascita di sempre più numerose e diverse
sottoculture. Adesso queste viaggiano facilmente via rete, mentre prima erano costrette
a farlo “on the road”.
14
Musica
Febbraio 2016
Dieci curiosità su
David Bowie
di Mariachiara Samorè
Questo è un piccolo tributo al Duca Bianco
che il 10 Gennaio 2016 ci ha lasciato. Perciò
ho deciso di scrivere dieci curiosità su di lui
per farvelo conoscere meglio:
1. Gli occhi di Bowie non erano veramente
di due colori diversi: la sua pupilla sinistra era
dilatata in modo permanente in seguito a un
pugno di un suo amico nell’occhio durante
una rissa a scuola;
8. Rifiutò l’onorificenza dell’ordine di comandante dell’impero Britannico (2000) e la
carica a Baronetto (2003);
9. Il 20 aprile 1992 al concerto in ricordo
della recente scomparsa di Freddie Mercury, frontman dei Queen, tra gli altri si esibì
Bowie che cantò Under Pressure, prodotto
di una loro collaborazione, e dopo recitò in
ginocchio il Padre Nostro in onore di Mercury;
2. Durante il suo tour americano nel 2004,
Bowie era accompagnato da un coniglio
10. In onore della morte di David Bowie una
rosa gigante. Si pensa fosse Isabelle Guns,
specie di ragno è stata ribattezzata in suo
un membro del suo fan club, a travestirsi con nome, l’“Heteropoda davidbowie”.
questo costume;
3. La sua prima apparizione in tv fu nel 1964,
per un’intervista della BBC come fondatore
de “The Society for the Prevention of Cruelty to Long-Haired Men”, ovvero l’associazione per la prevenzione della violenza contro
gli uomini con i capelli lunghi;
4. Bowie ha doppiato il personaggio di Lord
Altezza Reale in un episodio di Spongebob;
5. Bowie ha avuto vari alter ego: Ziggy Stardust, Major Tom, Aladdin Sane, Il Duca Bianco, Tao Jones, Halloween Jalk e John Merrik;
6. L’astronauta Major Tom è apparso in
tre canzoni di Bowie: Space Oddity (1969),
Ashes to Ashes (1980) e Hallo Spaceboy
(1996);
7. Il suo primo brano fu “Liza Jane/Louie
Louie Go Home” nel 1964, con il nome di
Davie Jones con i The King Bees;
15
Febbraio 2016
cinema
il regno del tutto
di Bernardo Cencetti
Domenica 13/12/15, Ore 21:40 ca.
ggi sono stato partecipe di un incontro tra realtà diverse favorevolmente in sintonia tra loro. Sono
stato a Bologna con il DeGe; e dire
DeGe è una parola grossa, dato che, stando
a quanto scritto in quarta di copertina, dovevamo essere in quaranta, mentre questa volta siamo stati in sei. Tra l’altro ha partecipato
anche un ex quintino e mio compagno, a cui
dedico un saluto. Poiché non è mai facile che
persone diverse siano in sintonia tra loro, ho
ringraziato calorosamente per questo fortuito
evento e ho anche potuto imparare qualcosa
di più sul risvolto pratico delle differenze tra
persone.
Posso dire che ciò che è successo oggi è un
evento piuttosto straordinario, nel vero senso
del termine: sono sicuro che le gite del DeGe
sono diventate una specie di leggenda, cosi
come le visite a Perugia per il CISS, orgoglio
e vanto dei DeGenerati
più incalliti. In ogni caso,
la gita di oggi è stata unica nel suo genere, almeno per me, quindi la leggenda di queste gite non
è solamente tale.
Si può dire che io abbia
intravisto il motivo per il
quale Kant, dopo aver
sviscerato “La ragion
pura” ha dovuto analizzare “La ragion pratica”. Solo che forse io mi
sono trovato a passare
dalla ragion pratica all’atto pratico, con una certa soddisfazione, non lo
nego. Ovvero, ho dovuto
O
16
tentare di far valere la mia morale in contesto pratico; ma non nel senso di fare il “moralista” (ahahah), ma imparando, anzi, nuove
cose rapportandomi con gli altri. In parte ho
potuto osservare che, sotto certe condizioni,
i criteri della mia ragion pratica sono applicabili alla realtà, e le cose tornano; in parte,
mi sono reso conto che sotto altre condizioni
non è sempre facile “intervenire praticamente”. Sostanzialmente, se il tuo interlocutore
non ti “salta addosso”, c’è un certo margine
di discussione; ma è altrettanto vero che sta
a noi considerare “quando qualcuno ci salta
addosso” ed essere ± magnanimi. È senz’altro vero per tutti, infatti, che il gesto impulsivo può scappare, quindi, per non “arrivare
alle mani”, bisogna considerarlo. Così come
bisogna considerare se qualcuno ci sta giudicando negativamente e reagire come riteniamo giusto. Non a caso, vista la complessità del problema, le riflessioni sviluppate
cinema
Febbraio 2016
nella “Critica della ragion pura” difficilmente
si potevano applicare alla realtà e pertanto
Kant ha aperto la discussione sulla morale
nella “Critica della ragion pratica” (libro tuttavia molto più contenuto della “Critica della
ragion pura”. Che Kant stesso si sia dovuto
arrendere e limitare davanti ad un problema
di tale portata?).
Improvvisamente mi è parso come di sentirmi dire:”Puoi fare tutto”. È intervenuta un’altra
voce che, sebbene più silenziosa dell’altra,
ha detto:”Purché tu prenda la responsabilità
di quello che dici”. Allora, rendendomi conto
di quanto fosse difficile rispettare quest’ordine, mi è venuto l’istinto di non giudicare gli
altri. Ovvero coloro che, come faccio io, tentano di prendersi la responsabilità di ciò che
fanno; con la consapevolezza di non poterci
riuscire, ma anche la certezza che quello è
l’unico modo per vivere “coscienziosamente”. Ascolta, valuta, ma non giudicare. Allora
non ho giudicato, non sono stato giudicato, e
sono stato bene.
Vorrei prima di tutto che ci si rendesse conto della fondamentale importanza di questo
fatto: Dire le cose liberamente, ascoltati da
animi solidali, comprendendo ciò che le nostre affermazioni possono o non possono
implicare; e comprendere, per entrambi gli
interlocutori i propri limiti ed errori. Questo è
il regno del tutto: tutto viene condiviso, il risentimento come la gioia, la battuta come la
“frase seria”, ma anche e soprattutto il fatto
stesso che tutto ciò è condiviso.
17
Redazio n e:
Redattori:
Andrea Oteanu 1As
Adele Bianchi 1As
Sofia Medini 1As
Ludovica Frati 1As
Josè Turpo 1As
Daniele Stellini 1As
Mariachiara Samorè 1D
Marta Cannicci 1E
Silvia Desideri 1E
Gherardo Ulivieri 2AS
Beatrice Rolfo 3AS
Guido Paoletti 3AS
Antonio Menale 3H
Giorgia Cantini 3L
Valentina Buccioni 4C
Bernardo Cencetti 5B
Marco Fusari 5G
Impaginatori:
Eleonora Scardillo 3As
La Direttrice DICE:
“Fa rima.”
Finito di stampare il
19/02/2016 alle ore 18:00
In tiratura di 750 copie
Valentina Buccioni 4C
Marco Fusari 5G
Disegnatori:
Guido Contini 2H
Davide Donvito 2G
Fumettista:
Guido Contini 2H
Collaboratori:
Sara Salvadori 1B
Gaia Magnini 1E
Matilde Chiellini 1E
Margherita Benucci 1F
Camilla Piersimoni 1G
Camilla Mariani 1G
Direttrice: Valentina Buccioni 4C
Vice-Direttrice: Beatrice Rolfo 3AS
Sofia Agliati 1G
Silvia Quadretti 1H
Guenda Nocentini 1I
Andrea Rigacci 2A
Nicola Stellini 2H
Amy Lulli 3As
Edoardo Fè 3As
Perla Mu 3B
Jacopo Magnini 2B
Taddeo Lensi 3H
Luna Gussari 3D
Caterina Buda 3I
Lorenzo Galli 5G
Salve a tutti voi che vi spingete sino ai più reconditi
meandri del DeGe e leggete la quarta di copertina!
Sono la direttrice del DeGeneratione e mi rivolgo a
tutti gli studenti: siete invitati a scrivere sulla più importante testata giornalistica del Castelnuovo! Per
farlo vi consigliamo di partecipare alle riunioni della
redazione, un ambiente aperto a tutti e autogestito
dagli studenti. Inoltre, a volte c’è del CIBO! Venite, ci
riuniamo ogni giovedì dalle 14:30 nella sede di Via La
Marmora. Per gli sfortunati che non potessero partecipare, è comunque possibile pubblicare i propri
contenuti in altri modi: per esempio, mandare una
mail a [email protected] o
usufruire dello Scatolone Fabbricone, presente in
entrambe le sedi. Quindi, niente scuse, sfruttate lo
spazio che avete a disposizione per esprimervi liberamente! Se avete qualche dubbio, contattate pure la
direttrice o uno dei redattori: contribuiremo a incasinarvi ancora di più le idee!
Scansiona questi codici QR per accedere al
nostro sito (1) e scrivere una mail alla redazione (2)!
1
2
Febbraio 2016
19
Febbraio 2016
20
Febbrai
Febbraio 2016
22
Febbrai
Febbraio 2016
24
Febbraio 2016
25
Febbraio 2016
Lo scatolone fabbricone
Le poche regole dello scatolone fabbricone:
• Potete mettere qualsiasi vostro disegno o testo all’interno dello scatolone fabbricone
• Le varie opere inserite all’interno dello scatolone fabbricone saranno pubblicate in una
pagina apposita a meno che non contengano offese o altre cose poco idonee agli occhi
di un lettore impressionabile.
• Lo scatolone fabbricone è presente in entrambe le sedi.
26
Febbraio 2016
27
Febbraio 2016
28
varie
Febbraio 2016
Un uomo entra in un caffe’.. splash!
Rubrica di Gherardo Olivieri e Marco Fusari
Tristezza gratuita
Schopenhauer entra
in un bar e si dirige al
bancone,il cameriere gli
chiede: “ Desidera?”
“No” ed esce dal caffè.
Un po’ di notizie
Poliziotto impazzito spara alla
cieca: domani i funerali della
giovane.
Trovato un esemplare di
dinosauro ancora vivo a Firenze:
viveva in via d’estinzione numero
94
Morto ragazzo dopo aver vinto
a poker. Collasso? Non si sa, gli
inquirenti non hanno rivelato che
carte avesse.
Freddure e battute trsti per farvi deprimere ancora di più e farvi
rimpiangere le ore di Matematica
e Geografia!( ma esiste ancora la
geografia come materia?)
Perchè saliamo le scale e non
zuccheriamo gli ascensori?
I banditi inseguono il bagnoschiuma e
lo chiudono in un angolo. Il capo grida:”
sciocco, non hai più via di Shampoo!”
E come disse il paracadute al
paracadutista: “Cioè, non so se mi
spiego”
Sei una persona
negativa? Se sì
chiuditi in una
camera oscura e fatti
sviluppare.
Sciorocco e
Libeccio sembrano
due, ma sono venti
29
Febbraio 2016
30
Giochi
Febbraio 2016
I CrUcI dEgE
di Andrea Magnini
1
2
3
4
5
6
ORIZZONTALI:
1-Uccello nero
6- L’attore che interpreta Capitan America (cognome)
7-Il protagonista di “How I
Met Your Mother”
8-La causa gli agenti atmosferici
13-Codice di avviamento
postale
15-Monopolio statale
16-Sommo, supremo
18-Il più famoso re dell’Epiro
20-È conosciuto quello di
“London”
22-Accompagna lo “Sweet”
nei cocktail
23-Famoso negozio di abbigliamento
24-Il partito di Togliatti
25-Occultare, nascondere
28-Il personaggio di maggior successo di Antonio
Albanese
29-Tutela i testimoni (sigla)
31-Il 53° elemento della
tavola periodica
33-“Costui”virginiano
34-“Così” ai tempi di Cesare
36-Il più famoso ginnasta
italiano (iniziali)
37-Ex nome di Tokio
38-Il nome di Protti
40-L’energia nel metabolismo
42-Caratterizza la protasi
43-Spazio vicino all’ingresso
45-Esistono quelli nobili ma
non quelli miserabili
46-Lo faccio se sono un
soldato
48-Al loro interno tutti valgono uno
50-Caratterizzano il Vanitoso
52-Codone che codifica
l’arginina
53-Una pianta molto utilizzata in cucina
7
8
9
15
16
18
10
11
12
19
20
21
23
25
24
26
27
28
29
31
32
35
39
43
46
37
40
41
42
44
45
47
48
50
51
53
54
55
VERTICALI:
1-Trasmigrazione dell’anima
2-Sovvertimento dell’ordine
3- Non spesso, raramente4
4-L’attore che interpreta
Spock (iniziali)
5-Difficile, complicato
9-Chiuso, blindato
10-Orange Country
11-Un tipo di gas dannoso
12-Canta a modo tuo
49
52
56
59
57-Uno dei giudici ci Masterchef (iniziali)
59-Il luogo teatro di una
delle guerre Jugoslave
60-Forza elettromotrice
30
33
36
38
14
17
22
34
13
57
58
60
13-Stipendio, salario
14-Il rinnovamento del
cosmo
17-Rendono duri i semi
19-Compagno
21-L’inizio dell’eccentricità
23-Spesso associato a “propter”
23-Capo d’abbigliamento
femminile che copre interamente il busto
27-Quello aereo causa molti
danni
30-In mezzo al trattino
32-Il famoso figlio di Dedalo
35-All’oscuro
37-Poema epico
41-Alla fine dei morti
42-Acuto, perspicace
44-“Contengono” i tiranni
45-Il protagonista di un famoso racconto per bambini
46-Un dolcetto speziale
47-La versione originale di
Risiko
49-La risposta delle montagne
51-Organizza le gare di Superbike e moto3 in Italia
54-Il nostro è 2015/2016
55-Gli estremi di Rocco
56-I componenti del nitrato
58-È ritornato dalla Battaglia di Poitiers(iniziali)
31