Esempi di edifici pubblici e infrastrutture di una Città industriale
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Esempi di edifici pubblici e infrastrutture di una Città industriale
Esempi di edifici pubblici e infrastrutture di una Città industriale: Torino fra Otto e Novecento Torino, dopo il 1864, dovette affrontare una grave crisi dovuta al trasferimento della Capitale a Firenze. La città reagì puntando sulla industrializzazione e nel contempo cercò, per quanto le era possibile di dotarsi di attrezzature di servizio e scolastiche. Le zone di Vanchiglia e Vanchiglietta, divise dal corso Regina Margherita, divennero sede di diverse strutture, soprattutto dopo il 1872 con la realizzazione del canale della Ceronda che permetteva l’uso dell’acqua come forza motrice, nel contempo si dotò anche di nuovi edifici di abitazione. Questo percorso inizia all’angolo della via Vanchiglia con il corso Regina 33 dove si trova l’edificio dei Bagni pubblici progettato dall’arch. Camillo Dolza dell’Ufficio Tecnico del Comune di Torino. L’edificio ha due ali e due piani. Internamente gli impianti idraulici sono distribuiti razionalmente, i materiali che rivestono i pavimenti scelti per essere facilmente puliti e igienicamente a posto. La facciata si presenta con caratteristiche neoromaniche, le pareti laterali sono costruite con mattoni a vista suddivise da paraste intonacate che incorniciano le finestre. Proseguendo lungo il corso verso Ovest si incontra all’angolo con via Buniva 28 un edificio industriale progettato nel 1897 da G. Termignon per la ditta Martina, un’azienda che nel 1928 modificò la denominazione in S.A.F.O.V. ed operò sino al secondo dopoguerra. Qui per anni confluirono i tecnici più qualificati dell’industria automobilistica torinese per far lavorare e fondere parti dell’auto, inoltre nel 1895 l’industriale di saponi e candele Michele Lanza, appassionato di mezzi di locomozione vi fece costruire una “wagonette” a sei posti con 4 ruote e motore a combustione interna. Una struttura la cui sede si è spostata nel tempo è l’Asilo Infantile Reynero: la prima sede è stata nell’edificio al numero civico 47 realizzato su progetto di Costanzo Antonelli (1891) con aggiunta di un terrazzo nel 1914. All’inizio degli anni ‘80 l’asilo venne posto nel villino Stratta. Sito al civico 1 di via Balbo angolo corso Regina Margherita e via Sant’Ottavio, progettato e di proprietà dello Stratta (che era ingegnere e pittore), con la terrazza coperta che richiama la fiorentina Loggia dei Lanzi. Attualmente l’asilo è situato nell’edificio di corso Regina Margherita 43 angolo via Buniva, già deposito della Società Anonima Torinese fra i Consumatori di Cartonaggio (Accossato 1909). Al Nord del corso Regina si trova l’area dove oggi ha sede il campus delle Facoltà di Giurisprudenza e Scienze Politiche dell’Università di Torino, qui al n. 50 operò parte della Fonderia Martina, quest’area venne ceduta solo nel 1942 alla Società Consumatori Gas, una delle società componenti l’Italgas. L’inizio della produzione di gas illuminante a Torino risale al 1837 nei pressi di Porta Nuova, in via del Gasometro poi Camerana (promosso da capitalisti torinesi e lionesi con la Compagnia di illuminazione a Gaz per la Città di Torino), nel 1851 ad opera dei fratelli Albani (fabbricanti di fiammiferi) vi fu la creazione di un secondo impianto in Borgo Dora, successivamente le due società si fusero nel 1856 prendendo il nome di Società Gaz – Luce di Torino. Nel 1862 in Vanchiglia alcuni gestori di locali pubblici cd altri “grandi consumatori” diedero l’avvio al terzo impianto della Società Consumatori Gaz – Luce, questo obbligò la Società Gaz – Luce di Torino a ricapitalizzarsi e mutare denominazione in Società Italiana per il Gaz. Nel 1925, dopo vari tentativi, si giunse alla fusione con la nascita della finanziaria Italgas e la riunione degli impianti produttivi nella STIGE. Dopo la crisi del 1929 nella società subentrò alla presidenza il senatore Alfredo Frassati, con la fine della guerra e la scoperta del metano nella Pianura Padana l’Italgas avviò la campagna di distribuzione di questo idrocarburo gassoso in luogo del gas illuminante, nel 1967 l’Italgas venne acquistata dall’ENI. Dove oggi sorge il campus universitario, rimangono la palazzina con elementi di carattere neoclassico, sul corso Regina al n. 52, si trova ancora un gasometro, qui si elevavano la grande torre dell’acqua di matrice neogotica e le costruzioni di carattere Art Nouveau destinate alla produzione del gas illuminante. Al numero 46 di corso Regina sorgeva lo stabilimento della STAE (Società Torinese Automobili Elettriche) – Krieger progettato da Pietro Fenoglio nel 1905, si trattava di una azienda che si proponeva di costruire automobili elettriche di progettazione francese, l’azienda durò sino al 1913 quando la motorizzazione a benzina ebbe il sopravvento. Al numero 16 di corso Regina angolo via Fontanesi si trova la palazzina dell’ex Opificio Militare già sede della fabbrica dolciaria Venchi. Quest’ultima nacque nel 1878 in via Artisti e nel 1899 si trasferì in un più ampio laboratorio nella stessa via, nel 1905 venne deciso il trasferimento nel nuovo complesso produttivo in corso Regina 16, nell’edificio progettato da Pietro Fenoglio su di un’ area di 24000 mq, in cui sarebbero stati occupati 500 operai. Negli anni Venti il finanziere R. Gualino riunì cinque società dolciarie fondando la U.N.I.C.A., dopo il suo invio al confino l’azienda venne rilevata da altro industriale che acquistò la Venchi fondando la Venchi&Unica. La fabbrica Venchi venne trasformata nell’ Opificio Militare che operò sino al 1943, quando a seguito dei fatti dell’armistizio dell’8 Settembre l’edificio venne abbandonato dai militari e saccheggiato dagli abitanti della zona che si impadronirono di scarpe e abiti. La vicenda terminò malamente con l’arrivo degli occupanti tedeschi che aprirono il fuoco sugli abitanti ferendo ed uccidendo alcuni di loro. Oggi questo edificio è in attesa di destinazione. Tra le strutture scolastiche spicca la scuola dedicata a L. A. Muratori, sita sul corso Belgio e via Ricasoli, progettata nel 1913 da Camillo Dolza con decorazioni del grande Giulio Casanova, l’edificio si presenta sul corso Belgio con una imponente facciata con richiami all’Art Nouveau tedesca, asimmetrica con finestre laterali diversificate e grande finestrone con scala in vista nella parte centrale. Bella anche la palestra collegata alla scuola. Nella zona erano presenti altre strutture industriali come la carrozzeria Garavini posta all’incrocio della via Vanchiglia con il corso Regina, il deposito delle vetture tramviarie in parte trasformato nell’ospedale Gradenigo. All’inizio di corso Regina ebbe sede il villaggio operaio de La Cooperante. Società Piemontese di Archeologia e Belle Arti ONLUS Fondata in Torino il 20 febbraio 1874 Palazzina SPABA, Via Napione 2 - 10124 Torino Tel./Fax 011 8177178 [email protected] www.spaba.net STORIA La Società Piemontese di Archeologia e Belle Arti, fondata in Torino nel 1874 da un gruppo di studiosi e appassionati nel campo dell’arte e dell’archeologia, ebbe sede inizialmente presso il Museo Archeologico e dal 1911 nella Palazzina di via Napione donata dal socio Vittorio Avondo. Attualmente la Società collabora con le autorità preposte alla conoscenza e salvaguardia del patrimonio archeologico ed artistico subalpino e pubblica un Bollettino in cui compaiono le comunicazioni di soci e studiosi su argomenti concernenti l’archeologia, la pittura, la scultura, l’architettura e le arti applicate in Piemonte. Dal 2005 pubblica anche la collana: Quaderni di Archeologia e Arte in Piemonte Ente Morale dal 1907, trasformata in ONLUS nel 1998, la SPABA gestisce donazioni liberali destinate a finanziare restauri conservativi di edifici ed opere d’arte, organizza mostre e convegni in collaborazione con gli Enti pubblici. ATTIVITÀ La SPABA propone agli iscritti durante l’anno, una serie di incontri (sedute scientifiche) in Sede su tematiche inerenti l’arte, l’archeologia, l’architettura, la scultura, le arti applicate e la fotografia in ambito piemontese. Fin dal 1932 organizza convegni in sedi diverse, a cadenza pluriennale dedicati a zone specifiche del Piemonte o a personaggi che ebbero particolare rilevanza nella vita culturale e artistica regionale. Dal 1999 al 2008 ha organizzato “Rivelazioni Barocche”, poi confluita all'interno del progetto "Gran Tour". Scambia le sue pubblicazioni con numerose Società e Istituti storici italiani e stranieri aventi analoghi interessi culturali. La biblioteca è ricca di oltre 5000 titoli. È aperta in orario di segreteria e raccoglie pubblicazioni tematiche sul arte, architettura, archeologia e storia del Piemonte.