Come puoi fare? - Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti
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Come puoi fare? - Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti
COME PUOI FARE? Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti Sezione Provinciale di Siena Attilio Borelli Viale Cavour 134, Siena Telefono 0577 46181 e-mail: [email protected] www.uicisiena.org “Non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi.” (A. De Saint-Exupery) Le pagine che seguono ti possono aiutare a relazionarti con maggior facilità con un individuo nonvedente e/o ipovedente. Lo scopo della brochure è appunto quello di mettere subito a proprio agio le persone vedenti e con disabilità visiva perchè possano dare vita ad una interazione piacevole ed accogliente, creando uno spazio in cui comunicare in modo efficace e scambiarsi le loro esperienze di vita. E IMPORTANTE RICORDARE CHE… IL Cieco e’: Colui che è colpito da totale mancanza della vista in entrambi gli occhi. Può conservare la percezione della luce e del movimento della mano in uno o entrambi gli occhi e il suo campo visivo è inferiore al 3%• Cieco parziale è colui che ha un residuo visivo non superiore a 1/20 in entrambi gli occhi o nell’occhio migliore, anche con eventuale correzione; il suo residuo perimetrico binoculare è inferiore al 10%. l’IPOVEDENTE E’: Colui che ha un residuo visivo non superiore a 1/10 in entrambi gli occhi o nell’occhio migliore, anche con eventuale correzione; il suo residuo perimetrico binoculare è inferiore al 30%. Questa è l’ipovisione grave. Invece l’Ipovedente medio-grave è colui che ha un residuo visivo non superiore a 2/10 in entrambi gli occhi o nell’occhio migliore, anche con eventuale correzione e il suo residuo perimetrico binoculare è inferiore al 50%. Infine, ipovedente lieve è colui che ha un residuo visivo non superiore a 3/10 in entrambi gli occhi o nell’occhio migliore, anche con eventuale correzione e il cui residuo perimetrico binoculare è in feriore al 60%. Quindi, nel caso non siate di fronte ad una persona con pluridisabilità, vi sarà utile tenere presenti alcuni dei seguenti avvertimenti, per puntare fin dall’inizio ad una relazione di buona qualità: SONO CIECO O VEDO POCO MA… …NON HO UNA DISABILITà MENTALE Non trattare mai la persona ipovedente o cieca come se avesse un ritardo cognitivo, perderai già un sacco di punti nella relazione. Non pensare di sapere cosa fare, non sei tu l’esperto delle sue difficoltà! La scelta migliore è rompere il ghiaccio ricorrendo a domande come: “Posso aiutarla?” oppure, “Come posso esserti d’aiuto?” …SONO CAPACE DI INTENDERE E DI VOLERE Quando vuoi conversare o rivolgere una domanda ad una persona ipovedente o non vedente, parla sempre con lei. Dirigi il tuo corpo, il tuo sguardo, la tua attenzione e la tua voce verso di lei. Apprezzerà questo interesse e sarà felice di risponderti. Non chiedere ciò che vorresti chiedere al cieco invece che a lui al suo accompagnatore, non c’è interazione più sbagliata di questa. …NON SONO SORDO! La comunicazione verbale è fondamentale per chi non vede o vede poco. E’ perciò utile che tu parli per far sentire dove sei, che tu dica quando ti sposti, perchè lui non può vederti. Non serve però che tu parli a voce più alta del normale al tuo interlocutore con disabilità visiva. …POSSO USARE LE MIE GAMBE Non è opportuno che tu prenda di peso la persona con problemi di vista, oppure che tu la tiri e la spinga a destra e a sinistra come se fosse un pacco, non le sarà affatto utile, o peggio, la farà innervosire rovinando quel clima positivo che è senz’altro auspicabile creare. Offrile il tuo aiuto e il tuo braccio diventando piuttosto la sua guida. (Vignetta di persona che stiracchia il non vedente prendendolo per un braccio!” …SO DOVE ANDARE Domande che vengono rivolte spesso a soggetti con minorazioni visive sono queste: “Ma come fai a sapere dove devi andare?” “E’ il cane guida che conosce la strada?” Ebbene, se incontri una persona non vedente o ipovedente che ha la sfacciataggine di muoversi con l’ausilio di un bastone bianco o di un cane guida, lei sa certamente dove deve andare o ti saprà chiedere le indicazioni opportune perchè tu la possa aiutare a raggiungere la sua meta, come ogni altro passante che domanda informazioni. “Mi vuoi essere d’aiuto? Bene, domandamelo e fammi capire dove sei! Se desideri aiutare una persona ipovedente o non vedente perchè ti fa piacere, oppure perchè ti accorgi che è in difficoltà a causa di un ostacolo sul suo cammino, offrile verbalmente il tuo supporto chiedendo se puoi darle una mano. A questo punto fai capire dove sei parlando e porgendogli il tuo braccio, non fare l’aiutante silenzioso. Nella maggior parte dei casi la persona disabile se ne accorgerà e la relazione non ne guadagnerà per niente. Queste appena elencate ti possono sembrare tante indicazioni da memorizzare, ma vedrai è più facile metterle in atto che ricordarle, ora che le hai lette. Le abbiamo presentate subito pensando che così ti verranno in mente e ti saranno assai utili nel corso dell’interazione con persone con disabilità visiva, migliorando sensibilmente il contatto a cui darete vita insieme, che sia per il tempo di fornire un’informazione o che sia più duraturo e profondo. COME SALUTARE Se hai intenzione di salutare una persona che ha problemi di vista, sarà assai probabile che se lo fai scuotendo la mano o con un cenno della testa, lei non se ne renda conto. Se l’individuo è ipovedente e sei abbastanza vicino perchè si possa accorgere del tuo gesto, allora ti potrà salutare a sua volta, ma se è invece cieco o tu non ti trovi nel suo campo visivo, non stupirti se non risponderà al tuo saluto. Si comporterà così non perchè è maleducato, ma lo farà perchè non ha proprio capito che lo stai salutando! Come già ricordato, per ottenere la sua attenzione devi parlare o toccarlo. “INDOVINA CHI SONO!” Può succedere che un individuo metta la mano sulla spalla di una persona non vedente e dica: “Buonasera, come stai? Ricordi chi sono? “Ciao! Indovini chi sono?”. Solitamente chi non vede o vede male ha una buona memoria per le voci e riesce velocemente ad associare la voce alla persona. Se però non sei un familiare, un amico o un buon conoscente e la tua voce non è stata udita spesso, o la situazione richiede che l’individuo con deficit visivo debba concentrarsi su altri stimoli mentre riceve il saluto, sarà troppo aspettarsi che ti riconosca al volo da un semplice: “Ciao!”. Basta allora dire “Buongiorno Leonardo, sono il signor Volpi, il macellaio!”. ”. Se non ricordi il nome della persona cieca o ipovedente, sarà sufficiente che tu accompagni il saluto appoggiando la mano sula spalla o sul braccio del tuo interlocutore, facendogli capire in questo modo che ti stai rivolgendo proprio a lui. QUANDO C’è UN FAMILIARE O UN ACCOMPAGNATORE Siamo talmente abituati al contatto visivo che è normale all’inizio sentirsi insicuri quando questo viene a mancare. Ecco il motivo per cui spesso anzi che parlare direttamente con la persona ipo o non vedente, si preferisce rivolgersi al suo accompagnatore. Così si creano situazioni del tipo: “Lui gradirebbe… Pensa le farebbe piacere se…”. E’ invece importante e base per una buona futura interazione rivolgersi direttamente e in prima persona all’individuo con disabilità visiva, usando il suo nome se lo si conosce o, come già detto, toccandolo, per fargli capire che stiamo parlando proprio con lui. Tieni presente che una persona con problemi di vista, anche se non può intercettare con gli occhi la direzione del tuo sguardo, capisce benissimo se ti stai rivolgendo a lei dalla posizione del tuo corpo, del tuo viso, dalla direzione della tua voce. Non lo scordare! Come accompagno chi non vede o vede poco? Offri sempre il tuo braccio ad un individuo con problemi di vista, camminando accanto a lui, o meglio mezzo passo più avanti rispetto a lui. In questo modo il tuo compagno di cammino potrà sentire in anticipo i movimenti del tuo corpo in relazione all’ambiente attraverso la presa sul tuo avambraccio, si sentirà guidato e procederà con sicurezza. Non servirà allora dire di girare a destra o a sinistra, perchè la persona tramite il tuo braccio può senza difficoltà seguire i tuoi movimenti ed assecondarli. Non prendere sottobraccio la persona cieca, non tirarla o spingerla, questi comportamenti con maggiore probabilità la infastidiscono anzi che aiutarla. La persona non vedente ha costantemente bisogno della tua guida, se non ha con sè un bastone bianco, un cane guida che lo accompagna o se si trova in un luogo a lei sconosciuto. Diversa è la situazione per i soggetti ipovedenti, i quali a seconda delle condizioni di luce o della distanza a cui si trovano dagli oggetti, possono variare sensibilmente per quanto riguarda le loro capacità visive e possono aver bisogno di maggiore o minore aiuto negli spostamenti. Aspettare che siano loro a chiederti aiuto o domandare nel dubbio se ne hanno bisogno è sempre la formula vincente. Se la persona che accompagni si muove con l’ausilio di un bastone bianco o di un cane guida (che sarà riconoscibile dalla pettorina che indossa), verbalizza la tua presenza e porgile il tuo braccio. Comportamenti da evitare sono tirare il bastone, bloccare il bastone per passare perchè non ti colpisca senza dire che ci sei, oppure prendere in mano il guinzaglio o la guida del cane e chiamarlo. Giusto è invece offrire il tuo braccio se lo vuole, oppure camminargli a fianco, verbalizzando quando c’è una strada da attraversare o un cambio di direzione, cioè si deve girare a destra o a sinistra. PORTE E PASSAGGI STRETTI Nel caso di una porta o di un passaggio stretto resta sempre davanti alla persona ipovedente e non vedente, non spingere innanzi lei lasciandola nel vuoto e nell’incertezza di cosa la aspetta. Resta quindi davanti al cieco e porta il braccio dietro la schiena per avvertire che si deve procedere in fila indiana. Puoi rinforzare il movimento del tuo corpo anche dicendo che c’è un passaggio stretto o una porta. Se il cieco deve tenere la porta che altrimenti si chiuderà, verbalizza se è sul lato destro o sinistro e aspetta che la afferri o che sia passato mentre tu la tieni. SCALE E MARCIAPIEDI Se accompagni una persona con problemi di vista appoggiata al tuo braccio, probabilmente lei si renderà conto di quando sali o scendi un gradino semplicemente dal movimento del tuo corpo. Per rendere ancora più sicuro il vostro camminare insieme se state procedendo velocemente, puoi avvisarlo dicendo “Si sale” oppure “Si scende”, quando si raggiunge o si lascia un marciapiede o quando davanti a voi inizia una scala. Come sempre porgi il tuo braccio e scendete o salite insieme. Se c’è un corrimano puoi avvertirlo, precisando se è alla sua destra o alla sua sinistra e guidare la sua mano fino a farglelo toccare, in modo che lo possa seguire. Non serve contare i gradini prima, basta solo avvisare se si scende o si sale e quando iniziano o terminano gli scalini dicendo per esempio: “Comincia… Finiti!” Lo stesso vale per la scala mobile:un individuo con disabilità visiva può salirci se non ne ha paura, è sufficiente avvisare quando inizia e quando muovere il passo alla fine per lasciare la scala. ATTRAVERSARE UNA STRADA Come sempre, anche in questo caso vale la regola d’oro che sarebbe opportuno chiedere prima di agire! Se una persona non vedente o ipovedente si trova sul ciglio di un marciapiede, magari non deve attraversare la strada e certamente non gradirà che la tiriate per un braccio portandola sul marciapiede di fronte, a volte anche senza proferire parola. Le piacerà ancora di meno se mentre attraversate lei proverà a dirvi che non ne aveva l’intenzione e voi la lasciate in mezzo alla strada, costringendola ad una frettolosa ricerca del marciapiede per mettersi in salvo. Forse lei stava aspettando un autobus, o l’arrivo di un amico, avete perso una buona occasione per domandare. Ricordatelo! In queste circostanze è opportuno chiedere: “Vuole attraversare? Le posso dare un aiuto?” Se la risposta è affermativa, potete porgerle il vostro braccio, dire “Prenda pure il mio braccio.” e camminare insieme fino all’altro marciapiede, avvisando quando deve salire e scendere se c’è lo scalino. Un’altro suggerimento utile che potete dare a chi vede poco è quello di dire quando il semaforo diventa verde o quando non ci sono macchine e quindi si può passare, rendendo il cammino dell’altro decisamente più sicuro. Un comportamento che invece è da evitare assolutamente è ricercare l’attenzione di un cane guida chiamandolo o facendo dei cenni, mentre questo è impegnato a condurre il suo compagno di cammino non vedente sul marciapiede. Se lo farai distrarrai l’animale e li metterai in pericolo entrambi. Potrai accarezzarlo o giocarci in un’altra occasione, quando non sta lavorando! SUI MEZZI DI TRASPORTO Se il mezzo di trasporto che si usa è un’automobile, puoi accompagnare la persona cieca o ipovedente fino alla portiera e poggiargli la mano sulla maniglia. Nel caso in cui la portiera fosse già aperta, per non rischiare di vedere la persona salire nel senso contrario, puoi appoggiare la sua mano sul tettuccio della vettura per farle sentire l’altezza o sul sedile per farle capire dove orientarsi per salire a bordo nel modo giusto. Quando scendete dall’auto, conferma se può aprire lo sportello, precisando se accanto a lui c’è un marciapiede, la strada o altri ostacoli. Un individuo ipovedente o non vedente che viaggia da solo sa come utilizzare l’autobus o il treno. Si troverà senz’altro in difficoltà se la folla lo spinge via o se qualcuno gli taglia la strada men- tre cerca la porta per salire o scendere. Non gli sarà utile se tante persone cercano di aiutarlo, seppure in buona fede, spingendolo o addirittura sollevandolo con insistenza mentre sale, o tenendolo davanti e dietro mentre scende, rendendogli impossibile in ogni caso muovere agevolmente il passo e usare il mezzo di trasporto come qualunque altro utente. Per agire nel modo giusto sarà sufficiente che tu accompagni la persona con disabilità visiva all’ingresso dell’autobus o del vagone del treno, porgendogli il tuo braccio. Potete salire o scendere insieme, ricordando che l’accompagnatore sta sempre davanti. In alternativa, una volta arrivato all’ingresso dell’autobus o del treno, puoi appoggiare la sua mano sulla maniglia di sostegno così che lui la possa usare come punto di riferimento per salire e scendere agevolmente. Se sale sul tuo stesso autobus o treno un individuo con disabilità visiva, puoi offrirgli il tuo posto a sedere. Se non vuole sedersi e non ha già trovato una maniglia per reggersi, puoi guidare con delicatezza la sua mano ad afferrare un sostegno che lo aiuti a mantenersi in equilibrio in caso di frenate o cambi di direzione, accompagnando la tua azione con parole tipo “Guardi, poco più avanti c’è un paletto”. Può accadere che tu aspetti un autobus in compagnia di un individuo con problemi di vista, in questo caso farai un’azione utilissima se dirai il numero, la lettera o la destinazione che identifica il mezzo che è in arrivo. Se viaggi nel suo stesso mezzo di trasporto pubblico e scendi alla sua stessa fermata. Potresti vederlo avanzare lentamente e con incertezza a causa del rumore, del traffico, di svariati ostacoli o anche del fatto che non conosce bene la zona. In queste situazioni non esitare a proporgli il tuo aiuto. Puoi domandare per esempio: “Io sono diretto in stazione, posso aiutarla?” Se la risposta è positiva, offri il tuo braccio e proseguite la strada insieme. A volte accade anche che l’aiuto proposto venga rifiutato: alcune persone tengono maggiormente alla loro autonomia, invece di accettare un aiuto che renderebbe loro la vita più facile. Considera che si tratta sempre di una libera scelta dell’individuo e non restarne deluso. Di solito però l’aiuto viene accolto con piacere e gratitudine. INDICARE DOVE SI TROVA UN OGGETTO “Il bicchiere è quì!” “La giacca è là!” Quì è là sono indicazioni praticamente inutili per chi non vede. E’ efficace invece dire: “La bottiglia è alla tua destra.” “Il cappotto è appeso sul secondo gancio da sinistra dell’attaccapanni.” “La valigia l’ho messa nell’apposito spazio sopra il sedile.” “Lo zaino è per terra alla sua sinistra.” Dire dove sono gli oggetti è molto importante: se la persona non vedente o ipovedente non sa dove si trovano, fino a che non li tocca o qualcuno non glielo dice, per lei è come se non ci fossero. Per rinforzare la tua informazione puoi muovere gli oggetti in modo che facciano rumore o scuotendoli o battendoci la mano sopra. INDICARE UN POSTO A SEDERE Per mostrare dove si trova una sedia basta dire alla persona: “La sedia è alla tua destra… alla sua sinistra… davanti a te!” magari muovendola anche leggermente in modo che produca un rumore per far sentire dove si trova. Oppure, se vedi che non riesce a trovarla, oltre alle parole puoi guidare delicatamente la mano dell’individuo fino allo schienale della sedia. Lo stesso discorso vale per il sedile di un autobus o di un treno, in cui oltre a dire dove si trova rispetto a lui, si può anche appoggiare la mano del non vedente sul bracciolo del posto libero. Come già più volte puntualizzato, non serve a nulla tirare a destra e a sinistra la persona e volerla a tutti i costi far sedere prendendola di forza e trascinandola, restando magari intanto muti come pesci. CHISSA’ SE SI POTRA’ DIRE “GUARDA!” “VEDI!” Parlando con persone con disabilità visiva si possono tranquillamente usare espressioni come: “Guarda questa maglia..” mentre gliela stai ponendo sulle mani. Oppure “Ci vediamo domani alle 15.00 davanti al bar.” mentre vi state dando un appuntamento.. Parole come guardare, osservare e vedere non sono vietate se usate nella cordiale conversazione come fareste con chiunque altro. Non vi imbarazzate o scusate se vi capita di pronunciarle. Anche perchè i primi a farne uso sono ipovedenti e non vedenti quando spiegano che hanno visto un oggetto o un film, lo hanno visto nel loro modo, toccandolo, annusandolo o ascoltandolo. Ugualmente è normale che un cieco dica: “Ho letto un libro”, azione che ha compiuto grazie all’alfabeto Braille o ascoltandolo in formato audio. Non farti scrupoli a ddire “Mia nonna era cieca”, oppure “Anche un mio collega ha problemi di vista.” va benissimo, piuttosto che restare imbarazzati e usare giri di parole come” “La mia vicina di casa è…. Ehm… così!” “Anche lui ha questo problema…”. Insomma, si possono tranquillamente chiamare le cose con il loro nome. Dato che sono i ciechi per primi a scherzare sulla loro disabilità e a definirsi utilizzando questa parola che li descrive. SE TI DEVI ALLONTANARE Durante una conversazione con individui con disabilità visiva è importante che tu avvisi se ti stai per allontanare, altrimenti ti potrà capitare di vederlo parlare con una sedia vuota e, ci si può ridere sopra, ma è una sensazione comunque poco piacevole quando la persona se ne accorge e si rende conto che stava parlando da sola. Risulta in ogni caso benefico per la relazione avvisare quando ci si assenta. Questo vale specialmente se la situazione è rumorosa, come ad esempio in mezzo al traffico o ad altre persone oppure in un locale con la musica, contesti in cui per chi non vede è difficile accorgersi se il suo interlocutore è ancora presente. Avvertilo anche quando torni vicino a lui, se non lo fai può darsi che resti in silenzio e non ti parli perchè non si era accorto del tuo ritorno. Ricorda quindi di avvisare la persona non vedente quando ti allontani e quando torni e di accompagnare sempre le tue risposte con la comunicazione verbale, perchè espressioni e gesti sono difficili se non impossibili da percepire per chi non vede o vede male. Ogni cosa ha il suo posto E’ importante che tu cerchi di riporre gli oggetti nel posto in cui li hai presi e se non lo ricordi, che tu lo chieda allipovedente o al non vedente. Stai attento che le porte siano sempre completamente chiuse o aperte, se sono lasciate a metà possono essere pericolose perchè l’individuo può sbatterci e farsi male. Lo stesso vale per gli sportelli dei mobili, ricorda sempre di chiuderli. E’ importante che tu non lasci ostacoli che ingombrano il passaggio a terra dove abitualmente passano persone con disabilità visiva perchè possono essere motivo d’inciampo. LEGGERE AD ALTA VOCE Non stancarti mai di leggere ciò che hai intorno. Leggi sempre ad alta voce nomi di vie, luoghi, negozi, il menu del ristorante, un libro, qualsiasi documento o lettera di cui la persona ti faccia richiesta. Quando si mangia Se vuoi offrire qualcosa ad una persona non vedente, toccala leggermente o chiamala per nome e elencale le varie alternative tra cui può scegliere, se ce ne sono. Avvisala quando le arriva un piatto dicendo cosa contiene o quando le porgi qualcosa da bere. Per spiegare cosa c’è nel piatto o dove sono gli oggetti, puoi usare la tecnica dell’orologio, dicendo ad esempio: “A ore 12 ci sono le mozzarelle, a ore 6 il prosciutto.” IN UN NEGOZIO Accompagna la persona non vedente fino al reparto di suo interesse, o fino ad un commesso. E’ importante che tu passi i vari oggetti alla persona non vedente perchè li possa toccare. Descrivi colori e disegni e dì pure se ti piace o se a tuo parere le sta bene o male. Le sarà utile se ti accorgi di qualche difetto su ciò che sta acquistando e glielo segnali. Nell’interazione quotidiana non farti problemi a dire se per caso un vestito è macchiato, è una cosa di cui chi non vede spesso non può accorgersi e gli farà piacere saperlo per porre rimedio. In fase di pagamento dai in modo ordinato il resto al non vedente, così che possa riporre monete e banconote come più gli viene comodo per ritrovarle agevolmente. Se paga utilizzando il bancomat, per facilitare la digitazione del codice puoi poggiargli il dito sul tasto 5, che gli servirà da riferimento per la posizione di tutti gli altri numeri. DESCRIVI QUELLO CHE HAI INTORNO Quando sei in compagnia di un individuo ipovedente o non vedente è importante che tu descriva l’ambiente che vi circonda, che tu gli descriva come è fatto un luogo, le forme, e i colori, cosa è rappresentato in un quadro o in una fotografia. In questo modo anche lui potrà farsi un’idea e immaginare ciò che tu stai vedendo, specialmente se si tratta di qualcosa che non si può toccare. CONCLUSIONE Ci auguriamo che queste indicazioni su varie sfaccettature della vita quotidiana in cui si svolgono le relazioni interpersonali ti saranno d’aiuto nel gestire con più serenità ed efficacia i tuoi futuri scambi con persone con disabilità visiva.