era una notte - Ufotto Leprotto di Umberto Forlini

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era una notte - Ufotto Leprotto di Umberto Forlini
LA VERA STORIA DI “ERA UNA NOTTE…”
Umberto Forlini
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http://www.ufottoleprotto.com/
La vera storia di “Era una notte buia e tempestosa”
“Era una notte buia e tempestosa” è, ed è sempre stata, una Notte molto particolare.
Si pensi a quanti libri e racconti sono cominciati con lei…
“Era una notte buia e tempestosa” è un misto di ingredienti tipici del libro giallo, delle fiabe
e dei film dell’orrore.
Fin dalla nascita si scopre essere una notte piena di urla, grida angoscianti, gatti neri,
streghe, vampiri, orchi, fantasmi che si agitano in lugubri castelli, inseguimenti di occhi
color della brace nella nebbia, esseri indemoniati. E tante altre cose brutte ancora.
E’ chiaro che, con un’infanzia così, c’è poco da stare allegri.
“Era una notte buia e tempestosa” vive continui incubi…notturni, che per lei non hanno
mai fine, visto che non può contare sull’effetto tranquillizzante del giorno, inesistente nella
sua vita.
Spesso, di notte (e quando, se no?), si sveglia di soprassalto perché scopre che, nel suo
buio pesto, un vampiretto sta inseguendo ed azzannando una povera damigella indifesa.
O che un ladro, pistola alla mano, rapina uno sprovveduto viandante in un oscuro vicolo.
Con riferimento a questo e ad altri episodi delittuosi, non è raro che, proprio lei, la nostra
Notte, ne paghi le conseguenze; venendo arrestata.
Tentato omicidio e furto sono le imputazioni più frequenti, che la fanno passare tante se
stesse (notti) al fresco.
In prigione le cose peggiorano: non le piace certo star lì. Dorme male, sussulta di
spavento e, al risveglio, in piena notte, è sempre col respiro pesante e sudata fradicia.
Colpa forse della sua atmosfera tempestosa, fatta di continue piogge, vento sibilante tra i
coppi, nebbie che soffocano ogni voglia di essere…
I raffreddori, in ogni caso, si sprecano. E’ spesso malata.
E’ un po’ di tempo che non chiude occhio e passa la notte in bianco, colore che però non
serve a rischiararla affatto.
Tutti i peggiori elementi di questo mondo vivono in lei.
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Negli ultimi tempi, non si agitano tra le sue profonde oscurità solo personaggi di fantasia,
ma anche veri boss mafiosi, spacciatori, killers professionisti, assassini.
La sfruttano per le loro sporche faccende.
“Era una notte buia e tempestosa” non ci sta più.
Vuol purificarsi e cambiar vita.
Comincia a non uscir più, la sera, e a non aver più notti delittuose.
Niente night club, niente alcool, niente donne di mal affare.
Solo letture edificanti ed innocenti: “Le Mille ed una Notte”, o giù di lì.
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Devo illuminarmi, sono troppo buia! Basta vicoli ciechi e atmosfere lugubri. Voglio
chiarezza. Voglio un cielo di stelle, come quello di tante altre notti romantiche. E poi
lampioni, tanti lampioni. Luci a giorno. Vedrò chiaro, nel mio futuro. Basta nebbie o
vento forte, grandine e tempesta! Con me solo leggera brezza, alito di primavera.
Sarò una tranquilla, calda, luminosa notte estiva…–
Con studio ed impegno, “Era una notte buia e tempestosa” riesce nel suo intento: si libera,
del tutto, dai suoi incubi notturni ed inizia una nuova vita, fatta di serenate romantiche,
sotto le stelle.
Diventa una notte fatta di passeggiate al chiaro di luna: ospita solo innamorati e gente che
sa sognare.
Boss mafiosi, assassini, spacciatori fuggono ben presto perché si rendono conto di non
aver più un ambiente a loro favorevole. Poco preoccupati della trasformazione di “Era una
notte buia e tempestosa”, continuano i loro sporchi traffici e i loro delitti in altre notti o,
sfacciatamente, di giorno.
I personaggi di fantasia, come i vampiri, le streghe, gli orchi, gli uomini lupo, i lupi stessi, i
fantasmi, sono quelli che, al contrario, se la passano male, non riuscendo più a trovare
una loro dimensione.
Sono disperati perché solo con “Era una notte buia e tempestosa” riuscivano ad esser vivi
e veri!
Al di fuori di “lei” non sanno esistere.
Umberto Forlini
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Solo con quella notte, che ora non è più, i diavoli potevano rubare le anime ai poveri
mortali. Dovreste vedere un diavolo disoccupato che faccia ha! Fa più tenerezza di un
angioletto.
Solo nelle sue cupe atmosfere gli investigatori dei romanzi gialli e del mistero, Sherlock
Holmes in testa, arrivavano a risolvere i loro intricati casi.
Grazie a lei i fantasmi infestavano i castelli che ora sono vuoti e senza quell’alone di
mistero che li rendeva interessanti.
Nelle tenebre di “Era una notte buia e tempestosa”, Dracula poteva uscire dalla sua
tomba, mentre ora se ne deve stare tappato in casa, con una gran paura addosso e tanta
fame.
E così pure le streghe! Senza “Era una notte buia e tempestosa” ora usano la scopa solo
per spolverare; e le loro pozioni magiche come crema depilatoria.
Molti personaggi, delle vicine fiabe, si lamentano per non poter perdersi nella notte. Molte
storie non possono iniziare e concludersi per mancanza di giusta atmosfera.
“Era una notte buia e tempestosa”, che si è ribattezzata “Era una notte chiara e serena”,
ha fatto un passo avanti nell’equilibrio personale, ma ha creato un esercito di sfollati e
scioperati.
La nostra Notte si affaccia alla luna: ora ci vede bene, tutto è chiaro, sa che non ci
saranno più né tenebre angoscianti, né urla, né morte, nella sua esistenza, ma sa pure
che, se non farà qualcosa, e presto anche, tanto mondo fantastico, che è stato anche il
suo, andrà perduto.
E, da buon incrocio di libro giallo, horror e di fiabe, si mette ad una delle tante scrivanie
libere che abbraccia nel suo nuovo modo di essere notte.
Inizia a scrivere quello che sarà presto il best seller di letteratura dell’anno.
Non può e non vuole più ospitare i personaggi nella sua notte, ma li può accogliere nelle
pagine di un romanzo di ricordi, che parla di se stessa e di com’era una volta.
Un libro che comincia così: “Era una notte buia e tempestosa…”.
Umberto Forlini
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