L`uLtima coccineLLa

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L`uLtima coccineLLa
L’ultima coccinella
di Kate Harrison
www.sony.it/futurescapes
Benvenuti a
Come pensate sarà
la vita nel 2025?
FutureScapes è un progetto partecipativo che intende esplorare il potenziale
della tecnologia e dell’intrattenimento per creare, nel 2025, un mondo migliore
e più divertente. Non si tratta di prevedere il futuro, quanto di immaginarne le
possibilità. C’è un numero infinito di futuri possibili davanti a noi, ma una cosa
è certa: il mondo del 2025 sarà molto diverso da quello in cui viviamo oggi.
Partendo da ciò che sarà la nostra vita nel 2025, FutureScapes intende stimolare
un pensiero più creativo sul modo in cui la tecnologia potrebbe aiutarci a vivere
in modo sostenibile. Condividendo stimoli in forme coinvolgenti e divertenti, come
quella dei racconti, questa collaborazione invita un gruppo eclettico di futurologi,
pensatori, scrittori, designer, ma anche il pubblico, a contribuire in modo da
anticipare le opportunità e le sfide della vita nel 2025 e i ruoli potenziali che la
tecnologia avrà a quel tempo.
FutureScapes è progettato per essere aperto e collaborativo, ed è promosso
dall’ organizzazione no-profit sulla sostenibilità - Forum for the Future -,
in collaborazione con Sony, fra le aziende leader nell’elettronica di consumo.
Per maggiori informazioni, o per partecipare, visitate il sito
www.sony.it/futurescapes o seguiteci su Twitter
@better_futures e #futurescapes.
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L’ultima coccinella
di Kate Harrison
“Buongiorno Freya, e buon compleanno: oggi hai 14 anni!”.
Kate Harrison ha lavorato
nell’ambito della produzione,
direzione e sviluppo di una serie
di programmi TV, compreso
Panorama e Newsround. Adesso
scrive a tempo pieno e vive sul
mare, a Brighton.
Mi copro la testa con il cuscino. So già cosa sta per dirmi il mio Diario parlante;
ad eccezione dell’età, il testo è rimasto identico negli ultimi cinque anni.
“Naturalmente, il ventisette maggio non è solo il tuo compleanno; è anche il
Giorno della Coccinella, che ricorda la triste data in cui gli entomologi dichiararono
ufficialmente estinta in Gran Bretagna l’ultima specie di coccinella”.
Il Diario sorride tristemente. E in effetti è una cosa triste. Ma è difficile affliggersi per
la perdita di una creatura che si conosce solo per averla vista come ologramma o nei
racconti. Lo stesso vale per le api. Non riesco a credere che esistesse davvero un
insetto che costruiva gli alveari, produceva miele e faceva il lavoro degli impollinatori
professionisti di tutto il mondo.
Il Diario fa schioccare le dita, e decine di ologrammi di coccinelle mi danzano attorno,
a grandezza naturale. Le ali si muovono così velocemente che tutti i loro segni –
puntini e strisce, geroglifici – si mescolano e diventano un velo rosso, nero e giallo.
“La coccinella prende il suo nome dalla Madonna, perché si riteneva che i puntini
dell’insetto simbolizzassero i sette dolori e le sette gioie di Maria.
Ma i dolori hanno finito per dominare il destino delle quarantatre diverse specie
di coccinelle in Gran Bretagna, dopo che l’invasione delle aggressive coccinelle
arlecchino aveva privato del cibo le coccinelle più piccole. Poi un esperimento nel
controllo biologico tramite le vespe predatrici non ha fatto altro che accelerare il declino
di tutte le coccinelle, incluse quelle arlecchino. Quindi, Freya, il pensiero di oggi è: tutto
ha delle conseguenze”.
Papà giura che quelle conseguenze in particolare non hanno niente a che fare con
lui, anche se io so che il suo dipartimento – il Ministero dell’Ecodiversità – esiste solo
perché tutti sono terrorizzati dall’aumento della percentuale di estinzioni.
“Felice Giorno della coccinella, Freya!” cinguetta il Diario, e il suo software non
è abbastanza intelligente da comunicargli che quel sorriso sfacciato è del tutto
inappropriato all’idea dell’estinzione.
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“Fuori ci sono 27° C: proprio la giornata ideale per fare il pieno di vitamina D. Livello
di protezione solare consigliato: trentuno. Abbigliamento consigliato: vestitino rosso,
i n onore della coccinella”.
famosa; ma noi ci troviamo nella sezione della gente normale. Fidanzamenti, pensione,
feste per l’Anno Responsabile: c’è bisogno di un grande evento per permettersi una
cena da Crystal.
Mi dirigo verso l’armadio e tiro fuori quello che papà definisce il mio “sacco nero”. Forse
è il caso di mettersi a lutto per il Giorno della coccinella invece di festeggiarlo, no?
“…alla nostra bambina” sta dicendo papà. La mamma mi versa un po’ di champagne
nel bicchiere, facciamo un brindisi, e l’odore mi fa venire la nausea.
L’ologramma del Diario è sostituito da quello della mamma, che lavora anche questa
domenica. “Buon compleanno, tesorino. Ricordati che ci vediamo a pranzo alle 2”.
Il cameriere è già di ritorno, con il primo piatto, e annuncia: “Zuppa di asparagi e latte
di capra, bacche glassate e mistral di susine selvatiche”. La zuppa è di un bel verde chiaro.
I ribes neri galleggiano, come tanti punti e, sulla superficie, c’è una nuvola viola scuro.
“Dove andiamo?”
Mi manda un bacio, e poi ricompare il Diario per dirmi che ho quattrocentododici auguri
di compleanno da amici di sessantadue nazioni diverse. E una e-mail super prioritaria
riguardo alle mie opzioni per l’Anno Responsabile. Non la apro. Non voglio pensarci
proprio il giorno del mio compleanno.
Appena i miei genitori tornano dal lavoro, prendiamo un risciò per andare nel luogo
misterioso, che è…Crystal. Wow! Tutti i VIP vengono qui.
Papà mi guarda e dice “Quest’anno ho avuto degli incentivi”.Non lo dirò a Lily; la mia
migliore amica è ossessionata dal lavoro di mio padre, inizierebbe a pensare a quale
razza di esperimento deve aver fatto per ottenere l’incentivo.
Penso che avrei dovuto seguire il consiglio del Diario e vestirmi un po’ meglio. Mi si
vede la pelle d’oca sulle braccia – perché qui è bello, sì, ma si muore dal freddo. Lo
credo, visto che è un ristorante fatto di ghiaccio!
Mentre aspettiamo di sederci, papà scorge il ministro dell’Ecodiversità seduto con
sua moglie dietro a un separé, e li saluta con la mano. Quando finalmente arriva il
cameriere, ci porta al nostro tavolo. Allungo una mano per toccare la parete gelata;
mi chiedo come faccia a non sciogliersi, con questo caldo. “Niente carta” dice papà
al cameriere. “Il menù caldo e freddo, grazie. E champagne del 2011, se c’è. Ottima
annata per i vini e per le bambine”.
Tutto non sa di niente, anche se faccio finta di apprezzare la cena a sorpresa di papà.
“Formaggio di fattoria su una rete di zucchero filato e insalatina di campo”, ci dice il
cameriere. Lo zucchero filato è in cima, e forma una bizzarra rete verde-nera, mentre il
formaggio sembra un Babybel.
Ma le foglie sono la prima cosa interessante che vedo in tutta la serata: sembrano vere.
Sposto il formaggio e lo zucchero da una parte. La prima foglia ricciolina si scioglie a
contatto con la punta della mia forchetta. La assaggio, è amara ma buonissima.
“Prendi la mia” dice mia mamma “ho bisogno di un caffè”, e versa la sua insalata sul mio
piatto. Sento qualcosa di duro che cade sulla porcellana. Un sassolino? La mamma non
se ne è accorta, è troppo presa dal cercare di attirare l’attenzione del cameriere. Mentre
sposto le foglie da una parte, noto qualcosa di rosso. Che sia un regalo da parte di
mamma e papà? Magari un ciondolino per il mio braccialetto vintage?
Ma si muove…
Giusto un po’, ma mi fa impressione. Osservo bene il piatto. L’oggetto è più aranciorossastro che rosso, ed è maculato con puntolini neri. Sembra una…
Il cameriere è troppo infreddolito per aver voglia di ridere e tiene il suo vassoio. Poi
papà ripensa. “Ah, dimenticavo che Crystal è offline così che i VIP non siano assillati
dai paparazzi”. Dà il suo LifeDevice al cameriere, e io e la mamma facciamo altrettanto.
Senza, mi sento nuda. Il LiDe fa praticamente tutto al posto mio, tranne che respirare;
lì dentro c’è tutta la mia vita: gli spiccioli nel salvadanaio, i miei voti a scuola, le copie di
tutte le e-mail che ho inviato, e tutte le foto che ho fatto.
No. È colpa del Diario che mi ha messo quest’idea in testa, o quel poco di champagne.
La cosa sta strisciando… come una…
Il cameriere torna con lo champagne. Deve aver visto quanto sono nervosa, perché mi
strizza l’occhio. “Non ti preoccupare, il tuo LiDe è in carica nella sua custodia ignifuga.
Abbiamo più cura dei LiDe di quanta ne abbiamo per i nostri VIP”.
“Hai finito Freya?” chiede la mamma. Poi mi sussurra “Vuoi che ordini una pizza
quando ci restituiscono il LiDe? Io ho ancora fame.”
Mi guardo attorno, perché Lily sicuramente vorrà sapere se c’era qualche persona
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È bella da vedere, ma quando la assaggio, non sa di niente.
La fisso. Forse è uno scarafaggio mutante. O un invasore straniero, come era
l’arlecchino. Sembra osservare ciò che ha attorno con i suoi occhi composti. Ma cosa
ci fa al Crystal?
Il cameriere si avvicina, impaziente di liberare il tavolo per i prossimi clienti. Afferro il
piatto. No! Anche se fosse uno strano scarafaggio, non posso farlo gettare via.
Devo fare qualcosa subito.
Copro la creatura con il resto delle foglie, prendo il tovagliolo e lo faccio cadere sul
piatto, mettendoci delicatamente l’insalata. Poi apro la mia borsa a tracolla – alla fine
ho fatto bene a vestirmi casual – e faccio scivolare dentro il tovagliolo.
Appena arrivo a casa mi collego con Lily.
“Ciao Frey, dove sei stata a pranzo?”
“Al Crystal, ma non è questo che…”
“Wow! Ecco perché sei tutta eccitata. Chi hai visto?”
“Non è chi, ma cosa”.
Non voglio correre il rischio di perdere l’insetto, quindi tolgo un paio di anelli da una
scatola rivestita di raso, faccio dei fori sul coperchio con le forbicine per le unghie, e
metto dentro la creatura. Fa alcuni passi e poi si sistema sui lati curvi della forma di
cuore. Sembra che si stia adattando.
Prendo il tovagliolo piegato nella borsa e lo tengo tra i sensori a triangolazione 3D.
Mi fermo. E se fosse vuoto o se avessi schiacciato o spaventato a morte questa
povera creatura?
Il caffè è in un appartamento in un seminterrato scuro dietro alla stazione. Rimbomba
mentre ci infiliamo in una cabina che ospita un vecchio computer senza triangolazione
né webcam.
Apro la stoffa. Lily si sporge verso la webcam. “Aspetta, la connessione è lenta”.
Spalanca gli occhi, poi balbetta “Non è possibile! Ma è una…”
“Così è più sicuro”, spiega Lily. Lei conosce i rischi meglio di chiunque altro.
“Vuoi dare un’occhiata prima che andiamo online?”.
Se possibile, la creatura sembra ancora più brillante, tra i colori grigio-bianchi della mia
camera.
Tolgo il coperchio e la guarda a lungo.
“Lo so che sembra proprio lei, Lily. Ma non può essere, giusto? Sono estinte”.
“È morta? Dove l’hai trovata? Ma i tuoi genitori che dicono?”. Rispondo con ordine: “No.
In un’insalata di campo. Non gliel’ho fatta vedere”.
“Ma come fai a essere sicura che non sia morta?”
La avvicino a me, soffio dolcemente. Le antenne si muovono. “Hai visto?”.
“Frey, è incredibile. Hai fatto un cartellino di identificazione?”
“Ho pensato di mettermi online così potevamo farlo assieme”, le dico.
“Perfetto, allora…” ma poi scuote la testa. “No. Non dobbiamo. Lo verranno a sapere. Se
è quello che pensiamo noi, verranno a cercarti. Verranno a cercarla”.
“Ma se è una…” Mi accorgo di non aver ancora pronunciato quella parola. Forse sono
paranoica come Lily. “Ma non possiamo tenerla segreta. Potrebbero essercene altre.
Potrebbero non essere estinte”.
Lily pensa. Io sono istintiva, lei è quella intelligente. “Non facciamo niente fino a che
non siamo sicure. C’è una postazione internet sotterranea che usava mio papà. Non
controllata.”
“E se fosse vero?”.
“Senti, Frey. La scorsa generazione non se ne è occupata abbastanza da tenerle vive. Se
questa volta lo facessimo sapere a tutti, ne verrebbe fuori un fenomeno da baraccone. Il
posto da cui proviene l’insalata sarebbe invaso. Curiosi, cacciatori di taglie. Ogni ragazzino
ricco ne vorrebbe una. Vuoi prenderti la responsabilità di tutto questo?”.
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Guardo il piccolo insetto che ho in mano. Per la prima volta, mi accorgo della peluria
bianca che ha sulle ali che lo fa sembrare ancora più vulnerabile. “Allora che si fa?”.
“Quante foglie hai?”.
Le conto. “Quattro”.
“Penso che siano sufficienti a sfamare anche l’insetto più ingordo fino a che non
pensiamo a qualcosa. Ci vediamo all’entrata del Parco 12C”.
“Eccolo. È incredibile, vero?” le dico.
“Eccolo?”
Alzo le spalle. “Mi sembra un lui. Hai visto che peluria ha sulla schiena?”
“Dovremmo dargli un nome”, dice Lily.
“Ma non si dà il nome a un insetto… a meno che tu non abbia quattro anni.”
“Ma non per ragioni sentimentali, per sicurezza. Diciamo che… è un nome in codice.
Se diciamo la parola vera, qualcuno potrebbe sentirci”.
“Puntino?” propongo io.
“Non essere scortese, Frey. Qualcosa di dignitoso. Potrebbe essere importante”.
Allora suggerisco “Noè” e, quando lei mi sorride, capisco che è il nome giusto.
Bastano due clic a confermarlo: Noè è una subcoccinella 24-punctata. Una coccinella
da 24 punti. Vissuta – fino a che non si è estinta – nei pascoli e nei prati. L’unica specie
di coccinella vegetariana.
“Pensi che sia sopravvissuta per questo?” chiede Lily. “Perché le arlecchino
preferiscono la carne”. “La carne? Ma gli afidi non sono carne!” ridacchio, anche
se capisco cosa intende. “Qui dice che vivono al massimo due anni, quindi devono
essercene altri con cui è cresciuto”. Lily impallidisce. “Se non hanno strappato tutte le
foglie per i clienti del Crystal”.
Rabbrividisco. La maggior parte di quell’insalata non viene mangiata. Le ultime
coccinelle sulla Terra si sono viste distruggere il loro habitat per colpa di un piatto di
formaggio?
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“Potremmo cercare nei bidoni. Capire dove prendono l’insalata? O almeno cercare di
salvarne alcuni” suggerisce Lily.
Scuoto la testa. “È un posto sorvegliato, Lily. Ci mangia il Primo Ministro. Non
potremmo neanche avvicinarci”.
La mia scatolina dei gioielli sta sul tavolo davanti a noi. Non avevo mai avvertito una
responsabilità di questo genere. “Forse dovremmo rendere pubblica questa cosa.
Altrimenti, che speranze avrà lui?”.
“Non ancora” risponde Lily. “La posta in gioco è troppo importante”.
Non riesco a dormire. Ogni cinque minuti uso la luce del mio LiDe per controllare
se Noè sta bene. Ho una voglia matta di andare su un social network. A quest’ora ci
saranno dei biologi online che sanno come prendersi cura di un …Noè. Ma immagino
che sarebbe come chiedere un consiglio su come raccogliere miele dalle proprie api o
limare la punta del proprio unicorno. Come minimo, il medico potrebbe dire che sono
stressatadall’ Anno Responsabile e prescrivermi dei farmaci per le mie fisse.
Per non dire di peggio…
Lo controllo di nuovo. Ma perché non cerca di volare via? Non ha mai mosso le ali e,
magari è la mia immaginazione, stasera mi sembra più fermo.
“Cosa vuoi che faccia, Noè?”, gli sussurro.
Non sono così sciocca da pensare che mi risponda, ma davvero vorrei che lo facesse.
“Buongiorno, Freya! È un fantastico lunedì primaverile, con una brezza fresca. Non
dimenticare la borsa da ginnastica. Vedo che non hai ancora aperto la e-mail sull’Anno
Responsabile. C’è un motivo per questo?”
“Ho avuto da fare per il mio compleanno” dico dal letto.
Il Diario impiega un secondo per elaborare la mia risposta ed emettere la risposta
appropriata. “Non dimenticare che hai solo quattro settimane per rispondere o ti sarà
data un’assegnazione a caso!”
Dimenticare? Non credo proprio.
Lo metto in standby mentre mi vesto, e poi infilo la scatola con Noè dentro la cartella.
Fuori non sento la brezza di cui parlava il Diario, ma solo il caldo. Cerco di non fare
movimenti bruschi, per non rendere il percorso di Noè troppo accidentato.
“Va tutto bene nell’arca di Noè?” chiede Lily mentre passiamo all’Apprendimento
Controllato Indipendente.
“Lui sta bene; io non ho chiuso occhio”.
Ci dirigiamo verso la parte vecchia della biblioteca, dove ancora tengono alcuni libri
per i posteri. Qui non viene mai nessuno, tranne i genitori quando viene mostrata loro
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questa sezione.
Apro il coperchio. “Almeno ha mangiato”.
“Come fai a saperlo?”.
Indico con l’unghia un puntino che ho notato sulla foglia. “Quando siamo uscite, lui era
qui. Adesso è lì. Ha mangiato tutta questa parte, vedi?”.
“E che succede quando finisce il cibo, Frey?”.
Non so cosa rispondere. Il condizionatore d’aria sta girando al massimo, quindi le
previsioni del tempo devono aver mentito. Lily dice che lo fanno per non terrorizzarci.
Si acciglia. “Quella scatola è la Terra in microcosmo. Siamo obbligati a consumare il
pianeta da cui dipendiamo per la nostra sopravvivenza”.
Detesto quando inizia a parlare come suo padre. Sembra un’imitazione, e in più, se la
sentono gli insegnanti, è fregata.
“Ho un’idea”, mi sussurra.
“Kew Gardens, giusto? Perché non ci andiamo e prendiamo tutti i tipi di foglie possibili?
Ce ne deve essere una che gli piaccia”
“Lily, tutti sanno che i Kew Gardens sono blindati come la Banca d’Inghilterra da
quando ci sono stati i bio-furti.”.
“Eh già”. Si mette la mano in tasca e mi dà qualcosa. Foglie.
“Dove le hai prese?”
“Al parco”, mi dice.
“Oddio, se ti beccavano….”
Scrolla le spalle. “Ne vale la pena”.
Nascondo tutte le foglie nella borsa tranne una, che è più lucida dell’insalata, e ha un
odore acido.
“A Noè potrebbe non piacere, magari si avvelena se la mangia”. Ma immagino che
dovrò provare. Ne stacco un pezzettino e la metto nella scatolina dei gioielli.
“Ragazze, state studiando o spettegolate?”. Un Semplificatore fa capolino dalla
parete divisoria. “Non avete ancora tirato fuori i vostri LiDe. Vi tengo d’occhio.
Soprattutto a te, Lily Barker”.
Prendiamo i nostri LiDe. Quando sfioro lo schermo, le mie dita lasciano una traccia di
linfa sul vetro.
Papà lavora da casa per via del caldo.
“Va tutto bene, coccinellina?”
“Non c’è male, papà”.
Forse potrei parlargli. È difficile immaginare che faccia quello di cui Lily lo accusa.
Magari il suo dipartimento ha imparato dall’errore delle vespe. Magari hanno la
competenza per rendere sicuro l’habitat di Noè, e ripopolarlo.
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A scuola tutti evitano Lily da quando suo padre ha postato l’ennesima teoria del complotto
ed è stato messo sotto protezione. Sua mamma non ha soldi, quindi vivono in una
situazione surreale, con una casa piena di mobili, libri e soprammobili, e un vecchio e
instabile router a banda larga. Ogni volta che torno da casa loro, la mamma mi fa fare la
doccia perché dice che ci sono gli acari dei libri.
Papà mi sta guardando. “C’è qualcosa che non va, Freya? È per via delle opzioni dell’Anno
Responsabile?
Mi siedo. “In un certo senso”.
“Non ti obbligheremo a fare Perlustrazione delle acque. Eì solo che… pensiamo possa
essere la tua unica chance di ottenere u Permesso di Viaggio. E poi non vogliamo
che tu scelga Impollinazione solo perché Lily è obbligata a farlo. È un lavoro noioso
e faticoso.”
Ma ti tiene a casa, naturalmente, e al sicuro.
“Puoi riprendere i tuoi rapporti con Lily quando torni”. “Già…”
Ma sappiamo entrambi che non sarà così. L’Anno Responsabile cambia le persone, nello
stesso modo in cui le cambiava l’università ai tempi di papà e mamma. Corri i rischi e
soffri il caldo, perché è un’avventura. “Per quanto riguarda i pericoli”, prosegue papà, “beh,
alcune delle falde acquifere possono essere piuttosto rischiose, ma sappiamo che sei
attenta. E poi, grazie ai miei contatti, non sarai in prima linea”. Mi acciglio. “Potrà non esser
corretto, ma sei la mia unica figlia, Freya”. Sì, papà può sistemare qualsiasi cosa. Sono
tentata di dirgli tutto su Noè, ma la voce di Lily mi risuona in testa e dice no. Forse è una
cosa troppo grande anche per papà.
Il Giorno dello Scimpanzé va e viene, così come quello del Gorilla di Montagna, e della
Tartaruga Liuto.
Noè continua a masticare le delizie del Crystal, mentre ignora le foglie rubate. Sono tornata
alla postazione Internet di Lily tutti i pomeriggi dopo la scuola, cercando di trovare gruppi
clandestini che potessero aiutarmi, infilandomi in forum sotto falso nome. Lily non lo sa,
così se mi beccano almeno non dovrà mentire. Anche se so
che se mi scoprono, potrebbe essere un guaio sia per me che per papà.
Ho paura. Ma, quando guardo dentro alla scatolina, so che sto facendo la cosa giusta.
Per due volte sono quasi andata su un social network, per dirlo a tutto il mondo, per
chiedere aiuto. Ma temo per Noè, e per me stessa.
È successo dopo cena, la quarta sera. Ho aperto la scatolina come al solito, aspettando
che reagisse alla luce. Ma poi ho notato qualcosa sulla seta sotto di lui. Qualcosa di giallo.
E l’odore… come di morte.
“No!”
Mi collego con Lily. “Si tratta di Noè… non si muove più. E c’è della roba gialla, dev’essere
sangue. Lily, mi sa che l’ho ucciso.”
I controllori avranno sicuramente colto le parole sangue e ucciso, anche se questa
dovrebbe essere una chat privata. Ma non mi importa.
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Lily si mette a piangere, non l’ho mai vista piangere.
“Che faccio?”
Si stropiccia gli occhi con i pugni. “Penso… che tu debba andare sui social
network adesso. Per spiegare a tutti cosa hanno perso. Ormai nessuno può
far del male a Noè”.
“Pensi che tutti mi odieranno per averlo fatto morire?”.
Non mi risponde.
Scrivo degli appunti, poi li cancello. Non riesco a trovare le parole adatte a spiegare.
Non sono solo i conservatori come il papà di Lily a essere puniti. C’è stata una ragazza a
scuola, che ha dovuto trasferirsi solo per aver detto la cosa sbagliata sul gruppo musicale
preferito di altri ragazzi.
Noè aveva bisogno di me. Perché non ho saputo proteggerlo? Forse mi merito
tutto ciò che mi accadrà.
Sfoglio i temi per scegliere a quale forum collegarmi.
Ambiente? No, lì sarei un capro espiatorio.
Confessioni? No, lì ci sono i curiosi che sperano di trovare qualcosa di appetitoso.
Perdita e lutto. Lo seleziono, e alcuni dei miei amici si collegano subito, e iniziano a
mandarmi messaggi. Ke succede Freya? Tutto OK? È successo qualcosa ai tuoi?
Seleziono Broad-Xast.
“Io…no, abbiamo tutti perso qualcosa oggi”, dico. “Qualcosa di importante. So che sarò
criticata per questo, ma devo dirvi cosa ho scoperto”.
Prendo la scatolina ancora chiusa, e la rivolgo verso il triangolatore. Il contatore delle
visualizzazione indica che alcune persone si stanno aggiungendo al flusso, e adesso sono
una ventina.
“Ho scoperto qualcosa che ci avevano detto non esistere più. Una coccinella.”
È la prima volta che dico questa parola.
Tolgo il coperchio e rivolgo la scatola verso la telecamera, usando l’altra mano per far
zoomare i sensori. Nel mio schermo, il suo “sangue” è di un giallo vibrante. L’odore acido è
aumentato.
“Ho cercato di prendermi cura di lui. Era importante, era una sorta, sì, di speranza. Se ce
n’era una, devono essercene altre. Ma dove?”.
Quattrocento, duemila, il contatore ruota velocemente. Diecimila persone mi stanno
guardando. “Non l’ho uccisa, ma forse non ho neanche fatto abbastanza per salvarla. Ma
lo avete fatto voi, quando le coccinelle stavano per estinguersi la prima volta?”.
Appoggio la scatola sulla mia sedia e lascio il triangolatore fisso su Noè. Il numero di
persone sta aumentando: 55.000 persone in tutto il mondo stanno osservando una
coccinella morta nella sua bara a forma di cuore.
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Assassina!
SCHIFOSA!
Ma è una fregatura?
Sono iniziate le invettive. I cittadini del mondo danno il peggio di sé.
“Non capite”, urlo. “Ho cercato di proteggerlo”.
Qualcuno lancia un sondaggio: vero o falso? La Ragazza della Coccinella deve essere
arrestata, imprigionata, o sepolta anche lei in una scatola priva d’aria?
“Non era priva d’aria”, rispondo, anche se la telecamera è sempre inquadrata su Noè. “E
voi cosa avreste fatto al posto mio? L’ avreste portata alle autorità, perché ci facessero
degli esperimenti, o magari uno spettacolo da baraccone?
ASSASSINA!
Mi metto davanti al triangolatore. “Dal modo in cui vi comportate, sono felice di non essermi
collegata prima. È così che si comportano gli umani? Siamo come animali selvatici. No.
Peggio degli animali selvatici. La maggior parte di loro non si attaccano per divertimento”.
Mentre guardo, arrivano altre persone, che riascoltano le mie parole, anche in livestreaming. Qualcosa sta cambiando.
Poteva capitare a chiunque di noi!
Datele tregua, è a pezzi
Magari non è morta
NON È MORTA
“Certo che è morta. Quello è il sangue della coccinella. Se foste qui, ne sentireste l’odore.
È troppo tardi”.
Sposto la scatola verso il triangolatore. “Guardate. Cos’altro è se non…”. Ma Noè
si muove.
Venticinque minuti dopo, il campanello del nostro appartamento suona.
“Freya?” La mamma bussa alla mia porta. “Non so cosa diavolo stia succedendo, ma ci
sono giornalisti al piano di sotto e vogliono te. Google. La BBC. Che hai combinato?”.
Appoggio la sedia contro la porta. Sono paralizzata davanti a Noè.
E non sono la sola. Circa sette milioni di persone stanno seguendo la sorte di Noè sulla
sua ultima foglia.
Vai Noè!
Il mondo è dei vegetariani
Viva le “ladybugs”
Si chiamano “ladyBIRDS”, tonto
No, se abiti negli USA
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Ho pensato che Noè fosse resuscitato, ma alla fine ho capito che non era mai morto. Biologi
di Corea, Bengala e Uzbekistan mi hanno tutti inviato informazioni riguardo
al trucco delle coccinelle che si chiama del sanguinamento riflesso.
Noè era convinto di essere minacciato, e quindi ha fatto finta di essere morto e ha iniziato
a secernere un sangue giallo nocivo per ingannare i predatori, fino a che non ha pensato di
essere fuori pericolo. Ma non è stato abbastanza nocivo da ingannare gli scienziati o i mass
media.
Altri colpi alla porta. “Freya, papà è sul LiDe. Sta venendo con un Gruppo di Quarantena. Ma
cosa hai fatto? Scommetto che è un’infestazione di acari dei libri provenienti dalla casa di
Lily, eh? Non mi ascolti mai”.
Due milioni di persone sentono l’apprensione nella voce di mia madre.
Mi metto nella zona del triangolatore. “Stanno venendo. Vogliono lui. Allora che faccio? Apro
la finestra e gli dò la possibilità di volar via?”.
La mamma chiama “Freya, papà dice che se non lo fai entrare, infrangi la legge”.
Il mondo intero sta digitando.
Vergogna!
FREYA E NOÈ, TENETE DURO
Siamo ancora qui – siamo tutti testimoni
Le persone che inveivano sono state messe in minoranza;
al loro posto si affollano piccoli volti che ci sostengono in
un centinaio di lingue diverse. Lily è uno di quei volti, con
le guance piene di lacrime. Fuori sento le sirene, ma le
voci sono più forti. Lily si sbagliava sulla gente. E adesso
so. So che andrà tutto bene. Ci sono troppe persone che
credono e non lasceranno che accada niente di male e me o
a Noè. Potrebbe non essere l’ultima coccinella. Ma potrebbe
essere l’inizio di qualcosa di positivo.
Sony
Forum for the Future
Sony è un’azienda leader a livello mondiale, produttrice di innovative apparecchiature
audio, video e di Information & Communication Technology destinate al mercato
consumer, alle aziende e ai professionisti. Con la sua offerta HD 3D completa e con la
sua attività nei settori dell’elettronica, della musica, dell’immagine, dei videogiochi e del
commercio online, Sony si colloca tra le aziende leader nel campo dell’intrattenimento
digitale, con circa 170.000 dipendenti in tutto il mondo.
Forum for the Future è un’organizzazione no-profit che lavora a livello mondiale con
aziende e governi per creare un futuro sostenibile. In 15 anni di esperienza, abbiamo
ispirato nuove idee, creato collaborazioni creative e sviluppato innovazioni pratiche per
cambiare il nostro mondo. Il nostro obiettivo è quello di trasformare i sistemi fondamentali
da cui tutti noi dipendiamo, come cibo, energia e finanza, in modo che siano pronti per le
sfide del 21° secolo.
Siamo consapevoli che le nostre attività hanno un impatto diretto e indiretto
sull’ambiente, e per questo consideriamo la sostenibilità come un’aspetto fondamentale
dell’etica dell’azienda. La collaborazione con ONG come WWF, UNICEF e Save the
Children garantisce l’impegno di Sony per la sostenibilità. Il nostro piano ambientale
“Road to Zero” prevede, come obiettivo a lungo termine, quello di raggiungere un
impatto ambientale pari a zero (tramite il controllo del cambiamento climatico, la
conservazione delle risorse, il controllo delle sostanze chimiche e la biodiversità) per
tutto il ciclo di vita dei nostri prodotti e delle nostre attività commerciali entro il 2050, oltre
a traguardi specifici a medio termine, in linea con il primo obiettivo.
Forum collabora con più di 100 partner nel settore aziendale e pubblico. Siamo
specializzati in un approccio di “innovazione del sistema” alla sostenibilità, e usiamo
strumenti potenti come l’innovazione e lo sviluppo di un modello di business sostenibile
per aiutare il progresso delle aziende. Comunichiamo e condividiamo le nostre idee
e i nostri strumenti in vari modi, incluso un Master per futuri leader, e pubblicando la
principale rivista sulle soluzioni aziendali e i futuri sostenibili, i Green Futures.
Sony crede fermamente che la tecnologia possa fornire un contributo positivo
nell’affrontare le questioni sociali e ambientali, adesso come nel 2025. Abbiamo una
grande esperienza nell’innovazione per la sostenibilità, grazie alle nostre iniziative
Forest Guard e Open Planet Ideas.
www.forumforthefuture.org
Il ruolo di Forum for the Future in FutureScapes è quello di progettare e realizzare i
processi del futuro e fornire la sua competenza nell’ambito della sostenibilità.
Il ruolo di Sony in FutureScapes è quello di sfruttare la forza del marchio e la
competenza nei settori della tecnologia, dell’immaginazione e dell’innovazione per
coinvolgere un pubblico sempre maggiore in un progetto collaborativo che si propone di
aiutare tutti a comprendere meglio - e a cambiare – un futuro incerto.
Per saperne di più sulle nostre attività in tema di sostenibilità, visitate:
Per saperne di più sulle nostre attività di sostenibilità aziendale,
visitate: www.sony.it/eco
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Illustrazioni di Sciberia
www.sony.it/futurescapes