Lo sport è dimenticato Serve un assessorato

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Lo sport è dimenticato Serve un assessorato
10
MERCOLEDÌ
12 NOVEMBRE 2014
Nessuno interviene se il reato
è ai danni di una povera bestia
Gentile direttore,
(...) ma perché se il reato è ai danni di
una povera bestia tutti prendono
tempo? Il sindaco non sa come
intervenire, i carabinieri
non conoscono la materia,
i vigili non ci sono, la
forestale vedrà cosa può
fare... e così l’animale,
anche in questo ennesimo
caso, rimane lì, chiuso in
un buco in totale oscurità,
guaendo tutto il giorno e
notte, senza cibo e
dimenticato da tutti Solo i
vicini denunciano la
situazione che vede
coinvolto un cane da
lavoro, ma senza risultato.
Il presunto reato di
maltrattamento si
consuma a Crotta D’Adda.
E ancora attendiamo, ma
tanto è solo un cane.
Rosetta Facciolo
(Lega nazionale
per la difesa del cane
di Cremona)
ripensare a quanto è stato raccolto e
con quale metodica sono stati coltivati
i nostri orti. La serata di venerdì 7
novembre scorso, che ha avuto il
sostegno del Comitato di quartiere 10,
è stata l’occasione per dare risposte ai
nostri dubbi e, le nostre
improvvisazioni, hanno
avuto risposta e riscontro
tecnico. L’incontro, a cui
erano presenti tutti i
coltivatori degli Orti
urbani di Po, si è tradotto
in una piacevole
conversazione con gli
addetti ai lavoro.
Ringraziamo la
presidente Maria Luigia
Bernuzzi che crede
nell’iniziativa degli orti
urbani e che ha condiviso
questa occasione
divulgativa e i professori
Stefano Cattaneo e Pietro
Rizzi che hanno saputo
sapientemente parlare di
orti come di qualcosa che
nasce e che cresce con noi.
Claudio Vescovi
Milena Ghidoni
(Cremona)
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Sulla sentenza della cassazione
arroganza e menzogne
Nozze gay/1. Sì ai diritti
ma non possano adottare
Signor direttore,
mi permetto tramite il suo giornale di
rispondere al sindaco di San Daniele
Po in merito alle dichiarazioni su
nostra informativa ai cittadini per
quanto riguarda la sentenza della
corte di cassazione: l’arroganza e le
menzogne non meritano replica.
Armando Malagoli
(capogruppo di minoranza
San Daniele Po)
Egregio direttore, sono pienamente
d’accordo con il cardinale Bagnasco: le
nozze gay sono un cavallo di Troia.
Difendiamo pure i diritti umani gay,
che si sposino; ma io difendo anche i
diritti umani dei bambini. Tutti i
bambini hanno diritto ad un papà e una
mamma; papà di sesso maschile e la
mamma di sesso femminile.
Cesare Forte
(Soncino)
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Le Corporazioni un bluff
che penalizzò i lavoratori
Nozze gay/2. Siamo nel 2000
I valori sono mutati
Egregio direttore,
la soap opera revisionista scritta e
diretta dal regista in chémise noir
Claudio Fedeli sulle delizie del
fascismo, questa volta nella sua dell’8
novembre ci propone la puntata sul
corporativismo. Una caotica e faticosa
elaborazione teorica che si rivelò un
bluff poiché pretendeva di superare
nello stesso tempo la concezione
liberale e quella marxista
propugnando in una sintesi superiore i
contrasti sociali inerenti ai rapporti di
produzione sotto il rigido controllo
dello Stato ‘al di sopra delle classi’. La
disciplina dei rapporti di lavoro
instaurata dalle Corporazioni significò
la cancellazione definitiva e la
sottrazione ai lavoratori, che già dal
1925 erano stati privati del diritto di
sciopero, quella libera azione
collettiva dei sindacati sulle
controversie e demandare le questioni
alla cosiddetta magistratura del lavoro
i cui componenti erano scelti in base al
criterio della più assoluta fedeltà al
regime e che pertanto non offriva
garanzie di imparzialità. Non è difficile
capire dietro la facciata demagogica la
reale natura di classe che non fu altro
che uno strumento per attuare il
proposito ispiratore del fascismo in
materia economica di accentuare nelle
mani dei monopoli il controllo di tutte
le ricchezze del Paese scaricando sulle
spalle delle masse lavoratrici, private
di ogni libertà politica e sindacale, le
conseguenze della crisi che
travagliava l’economia e che costarono
a tutti gli italiani centinaia di miliardi a
vantaggio del padronato che aumentò
il proprio dominio ed incrementò al
massimo i profitti. (...)
[email protected]
(Soresina)
Gentile direttore,
alcuni giorni fa commentai sulla
rubrica riservata ai lettori un
intervento che riguardava la
normativa dei contratti di matrimonio
dei gay. Un commento pacato, essendo
io stesso se non d’accordo (le leggi
vanno rispettate) parzialmente
d’accordo con chi sceglie di amare una
persona ma più dettagliatamente di
voler bene ad una persona
indistintamente dal proprio sesso.
Ricevetti una risposta da un signore
improntata esclusivamente sulla
ragione cristiana demandando alle
antiche letture le sentenze che queste
persone si dovrebbero sentire in
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Orti urbani di Po: risposte
positive ai nostri dubbi
Gentile direttore,
dopo un’estate trascorsa a seminare,
trapiantare e raccogliere pomodori,
insalata e zucchine, è venuta l’ora di
La Provincia
SPAZIO APERTO
www.laprovinciacr.it
IL CASO
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Lo sport è dimenticato
Serve un assessorato
Egregio direttore,
l’appassionata nota di Brunella Bertoli
sull’impiantistica sportiva a Cremona,
riporta all’attenzione un tema da tanto
tempo dibattuto e mai seriamente affrontato. Sprecata la grande opportunità
offerta dal riconoscimento di Città Europea dello Sport, con un sindaco che si è tenuto la delega allo Sport senza peraltro
mai esercitarla concretamente, ci si deve
chiedere che cosa significhi Sport per la
nostra città. Perché tutti gli arrivati nella
stanza dei bottoni sono generosi nel dispensare elogi e riconoscimenti (del tipo:
lo sport come metafora di vita; i valori; il
rispetto delle regole; ecc. partecipando
alle tante premiazioni immortalate del
rituale scatto fotografico per il giornale?
Cura dell’immagine?), ma senza mai varare un piano pluriennale, sia per l’impiantistica sia per le tantissimi iniziative
debito anzi, si dovrebbero vergognare
di quello che stanno facendo. Diedi
una seconda risposta dove esposi
ancora il mio pensiero citando anche
alcuni interventi di papa Francesco,
per una fede cristiana troppo legata
alle letture in un mondo che cambia in
continuazione. Ora che è arrivata una
risposta dalla controparte mi accorgo
(ma non accetto più la sfida) che
rispondere ancora sarebbe rubare
tempo e spazio a persone che vogliono
usufruire della rubrica e sopratutto
non voglio che questa persona di facili
pregiudizi contro delle persone
normali non prenda piede e rimanga
delle proprie idee cristiane al 200% in
una ottica che negli anni 2000 e passa è
mutata radicalmente.
Pier Alfredo Gualdi
(Grontardo)
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Con il Piano opere pubbliche
si va nel Paese delle meraviglie
Caro direttore,
(...) giorni fa usciva un interessante
Comunicato da Palazzo titolato
L’arrivo della Maratonina in piazza
che si susseguono nel nostro territorio.
Iniziative che quasi sempre si svolgono
grazie a migliaia di appassionati volontari che ne garantiscono l’organizzazione. Ora mi pare il tempo di essere chiari e
realisti: se si ritiene che lo sport a Cremona sia un elemento importante nella real-
‘Programma triennale 2015-2017 delle
Opere Pubbliche adottate dalla
Giunta’.
Come sottotitolo coglievo ‘Una nuova
categoria denominata rigenerazione
urbana, ciclabilità, ztl, asili, opere non
faraoniche, viabilità, manutenzioni di
edifici, parchi, scuole…’. Corposo,
coraggioso, significativo, di
considerevole onestà intellettuale.
Nel triennio indicato le risorse
previste venivano definite in
42.517.000 euro, di cui 15 milioni e
602mila euro da stanziarsi nel corso del
solo 2015.
Me lo sono letto almeno un paio di
volte, è un percorso fondamentale
della nostra storia cittadina, è un
distinguo, un equilibrato segno di
maturità che la nostra società civile
dovrà necessariamente affrontare
dimostrando maturità, a partire dal
primo all’ultimo cittadino. (...)
Un’impresa non impossibile che
potrebbe davvero condurre Cremona
‘Nel Paese delle Meraviglie’.
Giorgino Carnevali
(Cremona)
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ghettarli fin dentro le braccia del ministro
Alfano, il monopolio delle forniture di primo soccorso e il racket della questua ormai
in transizione verso più efficaci tecniche
estorsive, tipo assegni d’invalidità per giovani e sani immigrati cui le solite ‘gole profonde’ suggeriscono i più opportuni percorsi per gabbare il sistema Italia. Ma soprattutto, come il ragno che tessuta la tela
pregusta la preda, la benemerita del malaffare attende l’inevitabile, cioè che questi disperati, dopo avere campato qualche mese
giocando a ping pong e sentendo musica in
cuffia, senza uno straccio di progetto educativo, siano sloggiati dal centro di accoglienza per l’arrivo di nuovi disperati e
dunque costretti per mangiare a bussare alla porta dell’unica ditta italiana che non ha
mai smesso di assumere. Alcuni scelgono
però di portarsi avanti col lavoro, a giudicare dalle consistenti quantità di droga per
spaccio rinvenute duranti i blitz delle forze
dell’ordine alla Casa dell’accoglienza di
Cremona. E questi sono i fatti. Fatti su cui,
in qualsiasi paese europeo, il bisturi della
legalità inciderebbe a fondo per sanare il
marcio e restituire certezza del diritto a cit-
MIGRANTI: LA CARITÀ IRRESPONSABILE
RIMANE ANCORA UNA VIRTÙ?
tadini pur depositari di qualche residua sovranità. Ma non da noi. Perché l’Italia non
è un qualsiasi paese europeo. E’ un po’ di
più e un po’ di meno. E disgrazia vuole che
in tema di legalità e serietà istituzionale sia
sicuramente un po’ di meno. Capita dunque che chi dovrebbe chiarire mantiene su
queste faccende un’inquietante congiura
del silenzio. «Si fa così perché noi italiani
siamo buoni». E’ questa la sbrigativa e fumosa replica alle evidenze della ragione
che qualche temerario tenta ogni tanto di
far giungere ai piani alti, là dove regna sovrano il Pensiero Unico: o la pensi come me
o sei razzista. E’ razzista chi chiede di rendere operante la distinzione fra profughi
con diritto d’asilo e clandestini, massimi
responsabili di quell’emergenza sicurezza
che dalle metropoli sta via, via irreparabilmente guastando anche province di dimensioni medio piccole? E’ il caso di Brescia, tenuta in scacco nel cuore stesso del
centro storico da fortini della criminalità di
fatto interdetti alle forze dell’ordine. Si disarticolano assetti civili maturati nei secoli
con un lassismo, laico ed ecclesiastico, che
non ha pari in Europa. Germania, Francia,
ono stato sempre piuttosto critico sul
S
modo in cui è stato gestito l’anno di
‘Cremona città europea dello sport’:
poteva essere un’occasione di rilancio
complessivo della città e non lo è stata.
Le manifestazioni sportive portano
lustro e affari per tutti. Anche per
questo concordo con la sua idea di un
assessorato allo Sport.
Salviamo gli immigrati
e picchiamo i lavoratori
Egregio direttore,
l’Italia con l’operazione Mare
Nostrumin questi anni ha pattugliato il
mar Mediterraneo con l’obiettivo di
salvare tante vite umane, persone in
viaggio nella speranza di trovare una
vita migliore. Obiettivo raggiunto.
Pochi giorni fa i lavoratori di Terni, in
manifestazione a Roma per chiedere
lavoro e dignità, sono stati accerchiati
e selvaggiamente picchiati dalle forze
dell’ordine come fossero truppe del
famigerato Scelba.
Obiettivo intimorire i lavoratori e il
sindacato. Obiettivo fallito.
Oggi, il ministro dell’Interno siede
tranquillamente sulla stessa poltrona,
come se picchiare chi va in piazza a
chiedere lavoro sia la normalità.
Strano questo paese, le botte sono
sempre riservate a chi è onesto e paga
le tasse. Il presidente del consiglio per
non vedere e sentire si volta dall’altra
parte.
Complimenti a Renzi e al Pd.
[email protected]
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LE IDEE
dalla prima pagina
affare è lucrosissimo: soldi spremuti
L’
ai migranti in partenza (no euro, no
Lampedusa dunque), una flotta per tra-
tà sociale, economica, pedagogica, formativa, che coinvolge decine di migliaia
di persone e che rappresenta un elemento
fondamentale per la qualità della vita, si
istituisca un assessorato allo Sport e formazione, senza metterlo sempre in coda
ad altre deleghe, che abbia la possibilità
di elaborare un Progetto pluriennale, verificabile alla fine del mandato amministrativo. Uno stop quindi agli interventi
‘rattoppo’ ed alle emergenze continue ,
che come abbiamo visto, non risolvono
mai i problemi. Per ultimo una grande solidarietà a Brunella Bertoli, a cui confermiamo la collaborazione del Panathlon
già espressa in un recente incontro sul tema specifico del Pattinaggio a Cremona.
Pierluigi Torresani
(consigliere Panathlon
di Cremona)
Inghilterra hanno un’elevatissima percentuale di stranieri ma l’hanno gradualmente assimilata e in ben diverso contesto: ex
potenze coloniali, dispongono da secoli di
strumenti per gestire e integrare le diversità etniche, valorizzandone le potenzialità
con reciproco vantaggio. Loro governano il
processo, noi ci lasciamo travolgere. Ma
qualsiasi discorso sull’immigrazione gira a
vuoto se non arriva, pur con qualche imbarazzo, al nodo cruciale: il ruolo della Chiesa
nell’economia generale del fenomeno. Indubbiamente è la Caritas la principale cinghia di trasmissione fra i migranti e l’Italia
ma, come i politici, anche lei risponde alle
perplessità sollevate circa il suo operato
mettendo in campo l’imperativo di una solidarietà intesa come valore assoluto, autoreferenziale, sciolto da qualsiasi vincolo di
opportunità, ragionevolezza e sostenibilità
economica. E la gente come prende il tutto?
Male, malissimo. E’ disorientata, delusa,
avverte che è in corso un distacco rispetto
alla Chiesa che abbiamo storicamente conosciuto fino all’altro ieri, quella che ha
educato l’occidente alla sensibilità sociale
senza tuttavia interferire con accelerazioni
violente e socialmente traumatiche. Il fatto
è che la Santa Sede ha oggi, strategicamente parlando, un delicato problema: deve
trovare un punto di equilibrio globalmente
praticabile fra la sua dimensione universale sempre più spiccata e il fatto di essere istituzione storicamente e territorialmente incardinata nel cuore italiano del vecchio
continente. Sacro e profano si mescolano in
un vasto riassetto geopolitico di cui l’Italia
‘città aperta’ paga il prezzo più alto. Tanto
più alto mentre l’emergenza terroristica,
sanitaria, ed economico sociale mette all’ordine del giorno con urgenza la difesa dei
nostri confini di stato. Il quadro è serissimo
e nessuno può chiamarsi fuori dicendo: la
solidarietà impone di portarli qui, io sono
un’anima bella, andrò in Paradiso e porto
tutti, il resto non è affar mio. Ci penserà
l’Interpol, il Viminale o, male che vada, il
vigile di quartiere. Leggerezze gravissime.
Ecco perché, dissociandoci dagli accecamenti del fanatismo solidarista e del conseguente Pensiero Unico, per la festa di sant’Omobono osiamo porre la domanda delle
domande: una carità svincolata da senso di
responsabilità verso le evidenze della ragione e dell’etica collettiva è ancora in diritto di chiamarsi virtù?
Ada Ferrari
(ordinaria di Storia contemporanea
dell’Università degli studi di Milano)
Piazza S. Antonio Maria Zaccaria, 2 - CREMONA
Telefono 0372 460592 r.a. - Fax 0372 33997
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