Catalogo - Patrizia Polese

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Catalogo - Patrizia Polese
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alla mia famiglia
al mio maestro Daisaku Ikeda
a mio figlio Antonio
Patrizia Polese
A cura di Chiara Casarin
Progetto grafico di Beppo Zuccheri
PHOTO CREDITS: Jorge Scassa, Paolo Melasi, Enrico Colussi
Traduzioni di Sandro Cenni
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As soon as my nose is out after reemerging,
I breathe,
what I have
is a malformation,
a handicap,
a silent bug,
a beast that wakes up at times.
And so
I move to investigate,
and so
I pray to tame, transform,
win.
Con il naso appena fuori dalla mia risalita,
respiro,
quello che ho
è una mal formazione,
un handicap,
un verme silente,
una bestia che a volte si sveglia.
Così
mi muovo per indagare,
così
prego per domare, trasformare,
vincere.
As soon as my nose is out,
open eyes,
arms and legs always moving.
I come down with my fist hard,
I win, I win
and breathe,
I breathe.
Con il naso appena fuori,
occhi aperti,
braccia e gambe sempre in movimento.
batto il pugno forte,
vinco, io vinco
e respiro,
respiro.
A power pulses from my womb to my brain,
strong,
I squint out of fury,
bloody.
Una forza pulsa dal ventre al cervello,
forte,
mi fa socchiudere gli occhi dalla rabbia,
sanguinosa.
I come down with my fist and I feel strong.
As soon as my nose is out after reemerging.
Batto il pugno e mi sento forte.
Con il naso appena fuori dalla mia risalita.
I feel alive, victorious, strong.
I breathe
my heart opens up,
no more creases,
only clues.
Mi sento viva vittoriosa, forte.
Respiro
il cuore si apre,
non vi sono più pieghe,
solo indizi.
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When… ‘Wishes transform everything’
I look at Patrizia Polese’s works and can’t do but follow their directions. Some ask me to look closer,
others keep me at a distance. In some instances the
desire to touch is overwhelming, in other cases the
scent of dried, woven agaves fiber awakes a new
sense, often left at the margin of esthetic fruition.
I look at Patrizia Polese’s works and I realise that
beyond their appearance there is painstaking toil, a
creative process that doesn’t leave room for lingering, manual wisdom that perfected itself with time
and can turn the creative desire into an object that
demands contemplation. The coexistence of intertwined backgrounds and pinned up details, of various
materials, some malleable like natural fibers, some
opposing resistance to change such as iron, produces a new, dynamic effect of symbiosis of the elements. In fact, taking from fiber art, including the traditional techniques of sculpture, and dipping everything into installation practice which merges all,
Polese has no doubt made her way through the curves and bends of contemporary art. Choosing a simple but articulate language, she has reinforced the
acknowledgeability of her works more and more,
even in the field of traditional textile making.
Her more and more recognisable creations preserve
the wisdom of craftsmanship, on the one hand, and
break into a more modern art system, on the other. It
is important to remember that this combination of
styles has recently been abused by some artists high
on avanguard and conceptualisms. But we all know
that art is a call answered by too many. I go back to
look at Patrizia Polese’s works and I see that, beside
some technical thinking, they also require ethical
I DESIDERI TRASFORMANO OGNI COSA 2008
(cm 122 x 148) / Tessuto a mano con telaio ad alto liccio
Cotone, lana, seta, canapa, lana non cardata tutti i materiali della
trama sono tinti dall’ artista, le perle di vetro sono soffiate al
lume a Murano.
Quando...'I desideri trasformano ogni cosa'
Osservo le opere di Patrizia Polese e non posso che seguire le loro indicazioni.
Alcune mi chiedono di avvicinarmi di più, altre mi tengono indietro, in alcuni casi il
desiderio di toccare si fa imperante, in altri il profumo dell'agave essiccata ed intrecciata convoca un nuovo senso spesso posto ai margini della fruizione estetica.
Osservo le opere di Patrizia Polese e mi accorgo che dietro alla loro apparenza
c'è un lavoro meticoloso, un processo creativo che non consente indugi, una
sapienza manuale che si è fatta nel tempo sempre più fine e che sa trasformare il
desiderio creativo in un oggetto da contemplazione.
La coesistenza di sfondi intrecciati e dettagli appuntati, di materiali diversi, alcuni
duttili come le fibre naturali altri ostili alla deformazione come il ferro, producono
WISHES TRANSFORM EVERYTHING 2008
(cm 122 x 148) / Woven on a haute lisse loom
Cotton, wool, silk, hemp, uncarded wool. All materials were dyed
by the artist, the glass beads were blown ‘on the flame’ by
Murano glass-blowers.
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reflection, actually esthetic, at times mystical. The
visible side of her things isn’t but the surface, the
final product, the emerging side, of all manual conceptual, and spiritual work requested. There is a
story behind the title of every creation, the memory
of a moment, the snapshot of a sensation that has
somehow emerged, stood out among others and hinted at some shapes and colours. Impossible not to
notice that there is one law governing every creative
move of hers and this law takes from her story, her
vision of the world in its evolution, movement, blooming and finally wilting. The materials selected are
an early sign and the natural shapes remind of those
primordial lines everything originates from, as the
installations meet the needs of the parts they are
made of and of the places they are in. Soil, plants,
animals, in forms and substances that better and better describe the slow changes of a sensitive spirit,
still determined to look. It is matter that becomes the
matrix of coherent art making, fertile soil of theoretical as well as philosophical insights which recall
Gaston Bachelard and his well-known La Terre et les
Rêveries de la Volonté,1948. Nature, the visible side
of that which exists, is the starting point. Then we
leave it only to go back to it with a knowledge of a
new order. It’s for this reason that Patrizia, without
fear, takes possession of new tools, investigates new
knowledge, asks, tries, does and undoes. Without
pause. With the only aim of challenging one silence,
of erasing the footprints of the indefinite, of giving
voice to her happily discovering soul. At the end of
the day, what her works suggest is the rhetorical function: metaphors and innuendos drive the inquiring
efforts of the ones who look at those curious shapes.
Nothing’s left unsaid, there are no catches, no pointlessly offending images with the only purpose to
make an impact. All there is to see is there, in front
of our very eyes and we are not forced to understand.
When dealing with art, looking for an answer is the
longest way, risky and perhaps wrong.
We are, nonetheless, asked to follow a path of right
questions, to step aside and only leave the will to
sense beyond our senses. It’s the work that demands
it, it’s these works demanding it.
un emergente e dinamico effetto di simbiosi degli elementi. A partire infatti dalla
fiber art, pizzicando le corde delle tecniche tradizionali della scultura, affondando
nella pratica dell'installazione che tutte le altre riunisce, la Polese ha inciso senza
indugi la sua traiettoria nel suolo impervio del contemporaneo. Scegliendo infatti un
linguaggio semplice ma articolato ha determinato sempre più la riconoscibilità
delle sue opere anche all'interno della tradizione tessile. Le sue realizzazioni, che
sono mano a mano divenute sempre più riconducibili al suo nome, preservano da
un lato la sapienza artigianale e sfondano, dall'altro, le porte del più aggiornato
sistema dell'arte. È importante che si tenga presente questo connubio recentemente maltrattato da alcuni artisti assuefatti d'avanguardismo e concettualità.
Ma, si sa, l'arte è una chiamata a cui troppi rispondono.
Torno ad osservare le opere di Patrizia Polese e vedo che, oltre alla riflessione
tecnica, richiedono una riflessione etica, anzi est-etica, a tratti mistica.
Il lato visibile delle sue cose non è altro che la superficie, la parte finale, il lembo
sporgente di tutto quell'operare manuale, mentale e spirituale richiesto.
C'è una storia dietro ad ogni titolo delle sue opere, il ricordo di un momento, il
fermo immagine di una sensazione che in qualche modo è emersa, si è distinta
dalle altre e ha suggerito a Patrizia forme e colori. Pare impossibile non notare che
ci sia una legge unica che regola e ordina ogni suo gesto creativo e questa legge
parte dalla sua storia, dalla sua visione delle cose del mondo nelle loro metamorfosi, nei loro movimenti, nelle loro maturazioni e nei loro deperimenti.
I materiali scelti sono già una prima indicazione e le forme naturali rinviano a quelle
linee primordiali da cui tutto trae origine così come le installazioni rispettano i desideri delle parti di cui sono composte e dei luoghi in cui sono inserite. Terra, vegetali, animali, nelle forme e nelle sostanze di volta in volta più adatte a descrivere le
lente trasformazioni che dominano uno spirito sensibile ma determinato a scrutare.
È materia che si fa matrice di un coerente fare artistico, un terreno fertile di approfondimenti anche teorici, filosofici e che rimanda al pensiero di Gaston Bachelard
nel suo celebre La Terre et les Rêveries de la Volonté del 1948. Si parte dalla
natura, dal dato visibile di ciò che esiste, poi ci si allontana da essa per ritornare
con un ordine di senso nuovo, inedito. È per questa ragione che Patrizia si appropria senza timore di strumenti inediti, indaga nuovi saperi, chiede, prova, crea e
disfa. Senza sosta. Con l'unico scopo di aggredire un silenzio, di cancellare le
tracce dell'indistinto, di dare voce alla sua anima felicemente in continua scoperta.
In fin dei conti la funzione retorica è proprio quella che viene suggerita dalle sue
opere, metafore e allusioni guidano gli interrogativi di chi guarda verso quelle
forme di curiosità più pertinenti. Non ci sono non detti, non ci sono tranelli, non ci
sono immagini che violentano allo scopo di sembrare forti. Tutto quello che c'è da
vedere è messo lì, davanti ai nostri occhi e non ci è affatto richiesto di capire.
Quando si ha a che fare con l'arte, cercare una risposta è la strada più lunga,
rischiosa e forse anche la più sbagliata. Ma si è chiamati a farsi guidare verso le
giuste domande, a farsi da parte mettendo a disposizione la semplice volontà di
sentire oltre i sensi.
È l'opera che ce lo impone, sono queste opere che ce lo chiedono.
Chiara Casarin
QUEL NERO MAI USATO …TRASFORMATO 2010
(cm 126 x 110) Dipinto su tavola / Tecnica mista
THAT BLACK I NEVER USED … TRANSFORMED 2010
(cm 126 x 110) Painted on wood panel / Mixed technique
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IL MIO SEDIMENTO (PART.1) 2010
(scatola cm 20 x 15 x 10 - pannello cm 39 x 56 - foto cm17 x 24)
Tecnica mista e foto
Scatola in legno rimaneggiata, foto con autoscatto su carta pergamena, garze, pannello in legno con bassorilievo
MY SEDIMENT (PART 1) 2010
(box cm 20 x 15 x 10 - panel cm 39 x 56 - photograph cm17 x 24)
Mixed with photograph
Altered wooden box, photograph taken with automatic shutter
release on parchment, gauze, wood panel with bas-relief
IL MIO SEDIMENTO (part.2) 2010
(scatola cm 14 x 11x16 - pannello cm 39 x 56 - foto cm 17 x 24)
Tecnica mista e foto
Scatola in ottone rimaneggiata, nastri, spatola, cotone, pietre,
foto con autoscatto su carta pergamena, garze, pannello in legno
con bassorilievo
MY SEDIMENT (part 2) 2010
(box cm 14 x 11 x 16 - panel cm 39x56 - photograph cm17 x 24)
Mixed with photograph
Altered brass box, ribbons, spatula, cotton, stones, photo taken
with automatic shutter release on parchment, gauze, wood panel
with bas-relief
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IL MIO SEDIMENTO (part.2) 2010 / Particolare
(scatola cm 14 x 11 x 16 - pannello cm 39 x 56 - foto cm 17 x 24)
Tecnica mista e foto
Scatola in ottone rimaneggiata, nastri, spatola, cotone, pietre,
foto con autoscatto su carta pergamena, garze, pannello in legno con
bassorilievo
MY SEDIMENT (part 2) 2010 / Detail
(box cm 14 x 11 x 16 - panel cm 39 x 56 - photograph cm17 x 24)
Mixed with photograph
Altered brass box, ribbons, spatula, cotton, stones, photo taken with automatic shutter release on parchment, gauze, wood panel with bas-relief
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Cammina cammina verso 'il suo ricominciare'
«... e il cavallo di Jeihun penetrò nel fitto della foresta e s'arrestò, immobile, ai piedi della Grande Pietra Sacra.
Il giovane principe lentamente estrasse dalla faretra una freccia.
Tese l'arco sino allo spasimo mentre pensava al vermiglio spietato delle fauci di una tigre che dilaniò
il corpo di suo padre. Sospese il respiro e l'odio indefinito e i cupi pensieri. In un istante, che gli parve eterno,
Jeihun comprese la vita, ne vide il pulsare in ciascun vivente e in ogni cosa inanimata.
Il Poeta-in-lui pervase il tutto di senso, d'infiniti sensi, e lo illuminò... d'immenso come in un breve fremito
d'amore! Ma l'immagine indelebile del padre in agonia fece svanire l'estasi panica.
Furente di rabbia il principe allentò la pinza d'acciaio delle sue giovani dita e rilasciò la corda.
La freccia volò, obbediente al tragitto, rapida verso un bersaglio inusitato. E si conficcò nella roccia».
Parabola intensa, non facile, ermetica. Forse zen? Almeno così mi pare dicessi allora, mia cara amica.
Belli i misteri di Orior-oriente, levatrice di saggezze presocratiche; quel Sole di Levante,
suggeritore sapienziale di intricanti visioni tra caos e cosmo, è Luce dell'Est, abbagliante aurora,
verace premessa di coscienza prefreudiana.
Dieci anni fa, Pat, volesti mettermi alla prova, come negl'infantili indovinelli che mai da bambino indovinai.
Erano l'arcanaarcanorum del narrare svelto, lo stupore e l'inutile mio cimento; erano la coazione al
ripetere, l'attesa sicura nella altrui soluzione. Tiro con l'arco, appunto: tensione e spasmo, lento "prelimen" fremente; e poi, freccia, mira, bersaglio, tragitto e - alla fine - pura gioia del compimento.
L'indovinello ai bambini, come l'arte, era un "luogo" pre-limen, sub-limen, la parabola mai esplicita, il
vero dentro l'indicibile, il procedere alla nuda verità da svelare velo dopo velo: "secreto" iniziatico, segreto adulto, adulterio pristino, muto (nefando) alla innocenza, adulterato in sacra metafora dell'amor
profano misconosciuto. Costume perso quello dell’ indovinel-bambino, antica usanza
delusa ai piccoli di oggi, annoiati dalle risposte anticipate alle domande loro negate.
Mi ci vollero più di due giorni testardi per venirne a capo (neanche il Kubo di policromo infernale mi
chiese tanto). Però.. Conquistai la tua fiducia e la stima perenne. Ne posso ancora oggi menare vanto.
E penso: ma quale differenza vi è tra quel nobile (o.. patrizio?) mister-zen e "la folle lotta tra il me...
e... Il me... occhi di... stomaco di... cuore di..? Gambe di... legno"? E' dura l'ars: per aspera ad astra.
L'ultimo tuo poetico sms, cara Giuditta di Artemisia Gentileschi, in ogni parte mi dà conferme...
Tutto in te lotta e si compie nel senso delle cose nobili e "ignobili" da svelare al tuo pubblico,
aracnide res nullius messa a terra e coltivata, verità messe al nudo velo dopo velo, indovinelli adulti
non adulterati, come in quella installazione video, strisce senza notizia, disvelanti, candide "veline"
arrossate e brune, colori mestruali, ali strappate, stirate, striate, bagnate, piegate per celare i secolari
e reietti segreti, segreti indicibili, strisce-fasce-tele intrise, aperte poi con sapienti gesti reiterati,
delicati di mano eterna femminile ("solo sogni e mani che intrecciano fili arrugginiti").
Imperativo è l'ordine: indovinalo! «Velo velo dico velo ritorno a replicare...», indovina sino al ricominciare.
Veli veline che svelano i moti biblici, i gesti ciclici, lunari di tempo vita-donna-vita, gen-genitale, materna
premessa di ogni materiale esistenza plebea e... Patrizia. Ammiro il tuo percorrere aspro per gli astri,
cara donna in arte, il tuo ardere etico, categorico e furente, amo il tuo credere che la freccia lanciata
da possenti e nobili intenti possa penetrar, senza pene, la Grande Pietra Sconsacrata, la dura roccia
empia di volgarità. Odio il cristallo solido spacciato per prova d'amore, gelida indifferenza del nostro
inutile diamante, apparente essere-tempo.
Dacci ancora indovinelli d'arte, amica mia, e non svelarcene mai il segreto.
Siamo adulti, io ormai vecchio, e dell'interpretare, almeno questa, sia la fatica nostra
a seguire il tuo cammino.
Luigi Scrinzi
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IL MIO SEDIMENTO (part.3) 2010
(pannello cm 39 x 56 - foto cm 17 x 24)
Tecnica mista e foto
Pezzi di resina tagliati e dipinti, foto con autoscatto
su carta pergamena, garze, pannello in legno con bassorilievo
MY SEDIMENT (part 3) 2010
(panel cm 39 x 56 - photograph cm 17 x 24)
Mixed with photograph
Pieces of resin cut and painted over, photo taken with automatic shutter
release on parchment, gauze, wood panel with bas-relief
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FLAMING 3 (l’opera) 2010 (140 x 40 cm)
Tessuto a mano con telaio ad alto liccio / Sisal, cerini
FLAMING 3 (the work) 2010 (140 x 40 cm)
Woven on a haute lisse loom / Sisal, wax matches
FLAMING 2 (fotografia) 2010 (56 x 30 cm)
Fotografia con autoscatto indossando l'opera flaming 2
Fotografia applicata su pannello laminato
FLAMING 2 (photograph) 2010 (56 x 30 cm)
Photo taken with automatic shutter release, the artist wearing her
work / Photograph on laminated panel
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FLAMING 1 (l’opera) 2010 (65x70 cm)
Tessuto a mano con telaio ad alto liccio
Filo armato di carta, cerini, fibra
FLAMING 1 (the work) 2010 (65 x 70 cm)
Woven on a haute lisse loom / wire with Paper, wax matches, fiber
FLAMING 2 (l’opera) 2010 (70 x 50 cm)
Tessuto a mano con telaio ad alto liccio
Filo armato di carta, cerini, ampolla in vetro
Flaming 2 (the work) 2010 (70 x 50 cm)
Woven on a haute lisse loom
Wire with paper, wax matches, glass beaker, plant
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In this mad fight
between my artistic and dreaming
self and my cynical
misbelieving-father self, who will win?
I fear, but less than before.
I have certainties, but mad.
I only have dreams
and hands that weave rusty wire,
whilst the doubtful mind devours the woven ground.
Bloody eyes,
metallic bowels,
wooden legs,
straw heart,
only my hands live in the certainty of my glimmering soul,
again,
forever.
It glimmers restlessly.
Only she has no doubts,
she has the road
and she walks.
She hears no complaints or praise.
She doesn't live in the uncertainty.
She hears everything,
lives everything,
but with no understanding
she ends up on that road
and she walks,
walks towards her own beginning.
In questa folle lotta
tra il me artista e sognatrice
e il me padre cinico e miscredente
chi vincerà?
Ho paura, ma meno di prima.
Ho certezze, ma folli.
Ho solo sogni
e mani che intrecciano fili arrugginiti,
mentre la mente carica di dubbi divora il terreno tessuto.
Occhi di sangue,
stomaco di metallo,
gambe di legno,
cuore di paglia,
solo le mani vivono la certezza della mia anima che brilla,
ancora,
sempre.
Brilla senza stanchezza.
Solo lei non ha dubbi
ha solo strada
e cammina.
Non ode i lamenti e le lodi.
Non vive l'incertezza.
Sente tutto,
vive tutto,
ma senza capire
si ritrova in quella strada
e cammina,
cammina,
verso il suo ricominciare.
FLAMING 1 (fotografia) 2010 (56 x 30 cm)
Fotografia con autoscatto indossando l'opera
Fotografia applicata su pannello laminato
FLAMING 1 (photograph) 2010 (56 x 30 cm)
Photo taken with automatic shutter release, the artist
wearing her work / Photograph on laminated panel
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LE TRE ESISTENZE 2003-04 parte 1 e 2 (58 x 67 cm)
Tessuto a mano con telaio ad alto liccio
Part 1: ( fondo ) rafia, striscioline giornali, lamine acciaio / Part 2: fili ottone e fili dorati
Part 3: fili nylon, origami in ottone, carta pergamena, carta da lucido .
THREE EXISTENCES 2003-04 parte 1 e 2 (58 x 67 cm)
Woven on a haute lisse loom (a vertical frame loom)
Part 1: (base) raffia, newspaper strips, steel foil / Part 2: brass and golden wire
Part 3: nylon strings, brassi origami, parchment, contact paper
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SENZA TITOLO (fotografia) 2010
Work in progress (29,7 x 21 cm)
UNTITLED (photograph) 2010
Work in progress (29,7 x 21 cm)
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BIOVOLATILE 2010 (140 x 80 cm)
Tessuto a mano
Sisal, henequen, piattina di ferro,
ampolla in vetro, pianta
BIOVOLATILE 2010 (140 x 80 cm)
Handwoven
Sisal, henequen, iron plate,
glass beaker, plant
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BIOARACNIDE 2007 (h: 40 cm - 180 x 180 cm)
Tessuto a mano
Sisal, henequen, piattina di ferro, ampolla in vetro, pianta
BIOARACNIDES 2007 (h: 40 cm - 180 x 180 cm)
Handwoven
Sisal, henequen, iron plate, glass beaker, plant
Esposta al Museo di S. Caterina (Treviso)
e al Museo di Scienze Naturali ( Milano)
Exhibited at Museo di S. Caterina (Treviso)
and at Museo di Scienze Naturali (Milan)
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IO GLOBO 2010 (52 X 25 cm) / Tessuto a mano
Lana tinta dall’artista, filo di ferro
ME GLOBE 2010 (52 X 25 cm) / Handwoven
Wool dyed by the artist, iron wire
NOI GLOBO 2010 (80 x 30 cm) / Tessuto a mano
Sisal, henequen, tinta dall’artista, filo di ferro
US GLOBE 2010 (80 x 30 cm) / Handwoven
Sisal, henequen, dyed by the artist, iron wire
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KOKORO SHIN 2010
(h 4 metri x 1,40 cm circonferenza)
Tessuto a mano / Sisal, henequen tinta dall’artista, filo di ferro
KOKORO SHIN 2010
(h 4 metri x 1,40 cm circonference)
Handwoven / Sisal, henequen dyed by the artist, iron wire
L’ALBERO 2001 (115 x 113 cm)
Tessuto a mano con telaio ad alto liccio
Cotone, lana
collezione privata
THE TREE 2001 (115 x 113 cm)
Woven on a haute lisse loom
Cotton, wool
private collection
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LA COSCIENZA AYALA 2002 (40 x 170 cm)
Tessuto a mano con telaio ad alto liccio
Materiali tinti a mano dall’artista
THE ‘ALAYA’ CONSCIENCE 2002 (40 x 170 cm)
Woven on a haute lisse loom
Materials dyed by the artist
LA DORSALE 2002 (32 x 58 cm)
realizzato a mano
acciaio armonico, grata elettrosaldata, foglia oro
THE DORSAL 2002 (32 x 58 cm)
handwoven
harmonic steel and gold leaf on welded grid
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Mostre
2004 - 2005 - 2006 - 2007 / “Prospettive Eccentriche”,
collettiva d’arte organizzata dal Comune di Treviso
2004 - 2005 / Esposizione di arazzi a Kyoto, in due diverse mostre nell’ambito di
progetto di gemellaggio con la Japan School of Art realizzato dalla regione
Lombardia.
2005 / Viene selezionata per partecipare alla rassegna “Arte presente Arte futura”,
collettiva d’arte giovane, organizzata dal comune di Verona
2006 / “Vertigini”, Festival Internazionale delle Arti Contemporanee.
San Donà di Piave (VE)
2006 / “Destini congiunti” evento patrocinato dal Comune di Jesolo.
Installazione in esterno con arazzi, videoproiezioni e musica
2008 / “Animali fantastici – Il bestiario nell’arte”, Museo di Santa Caterina (TV)
2009 / “Animali fantastici – Il bestiario nell’arte”, Palazzo Michiel (VE)
2010 / Espone l’opera “Bioaracnide” al Museo di Scienze Naturali (MI)
2010 / “KOKORO SHIN. Tra le pieghe del cuore” Casa Da Noal (TV)
Biografia / Patrizia Polese ha 35 anni, vive e lavora a Treviso.
Dopo una lunga esperienza nel campo del restauro
(Milano-Venezia 1993-97), la passione artistica e tessile l'ha condotta ad approfondirne la ricerca partendo dal quotidiano,
dal transitorio e dall’effimero.
Ha conseguito il diploma alla Scuola d'Arte Applicata del
Castello Sforzesco di Milano, con specializzazione
nell’arte della tessitura (1995)
Exhibitions
2004 - 2005 - 2006 - 2007 / Participated in “Prospettive Eccentriche”
(Eccentric Perspectives) collective exhibition organised by the Comune di Treviso
2004 - 2005 / Joined a cooperation project organised by Regione Lombardia and
involving the Japan School of Art, exhibited her tapestries at the Gallery of Kyoto
Traditional Art and Crafts
2005 / Selected for the "Arte presente Arte futura", collective show for young artists (VR)
Biography / She is 35 years old and lives in Treviso.
After much experience in the restoration industry (Milan-Venice,
1993-1997), she felt the need to explore her passion for art,
starting from all that is day-to-day chores and ephemeral facts
of life. She attends a three-year course at the ‘Scuola triennale
d’Arte Applicata’ (School of Visual Arts) based at the Castello
Sforzesco in Milan and obtains a qualification in weaving on
haute lisse loom (1985)
2006 / “ Vertigini” (vertigo), Festival Internazionale delle Arti Contemporanee
(International Festival of Contemporary Arts), at the Parco della Scultura e
dell’Architettura in San Donà di Piave (VE)
2006 / “Destini Congiunti” (joint destinies) sponsored by Comune di Jesolo.
Outdoors installations with tapestries, video and lighting effects
2008 / “Animali fantastici – Il bestiario nell’arte”, Museo di Santa Caterina (TV)
2009 / “Animali fantastici – Il bestiario nell’arte”, Palazzo Michiel (VE)
ETERNO FLUIRE 2007 (70 x 118 cm)
Tessuto a mano con telaio ad alto liccio
Sisal, henequen
2010 / Exhibited her work “Bioaracnide” at the Natural History Museum (MI)
2010 / “KOKORO SHIN. Tra le pieghe del cuore” Casa Da Noal (TV)
collezione banca di cividale del friuli
eternal flowing 2007 (70 x 118 cm)
Woven on a haute lisse loom
Sisal, henequen
banca di cividale del friuli collection
www.patriziapolese.it
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performance 2010
KOKORO SHIN tra le pieghe del cuore
a cura del Centrosperimentale Danza Teatro
Con Silvia Bugno e Domenico Santonicola
performance 2010
KOKORO SHIN Within the folds of the heart
Show by Centro Sperimentale Danza Teatro
With Silvia Bugno and Domenico Santonicola
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