Logistica Distributiva Contenuto e scopo presentazione Siti in rete
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Logistica Distributiva Contenuto e scopo presentazione Siti in rete
Contenuto e scopo presentazione Logistica Distributiva Elio Padoano Raffaele Pesenti Contenuto • viene introdotto il concetto di logistica distributiva e le problematiche ad esso associate Scopo • permettere di comprendere in che contesto e quali decisioni devono supportare i modelli e gli algoritmi che verranno presentati nella rimanente parte del corso E. Padoano, R. Pesenti E.Padoano, R.Pesenti Altri siti in rete Siti in rete • www.trasportinavigazione.it (Ministero Trasporti e Navigazione) – Piano generale dei trasporti e della logistica – Documenti di pianificazione e programmazione – Normative e leggi • www.istat.it – Dati statistici • www.dot.gov (US Department of Transportation) – Dati e documenti pianificazione www.bts.gov • www.europa.eu.int (Unione Europea) – Dati statistici europa.eu.int/comm/eurostat/ • www.apics.org (The Educ. Soc. for Resource Management) - notizie • www.clm1.org (Council of Logistics Management) - casi studio • www.assologistica.it - esempi contratti • www.euromerci.it - notizie, tariffe • www.conai.org - reverse logistics, gestione imballaggi • www.sap.com - software • www.capesystems.com - software • www.joc.com (J. of Commerce Online) - notizie • www.tli.gatech.edu (Georgia I. of Technology) - casi studio, glossario • www.unicei.it, www.iso.org - catalogo norme • ... E.Padoano, R.Pesenti E.Padoano, R.Pesenti Altri siti in rete Indice • www.federtrasporto.it - indagini congiunturali (ogni 6 mesi), statistiche,.. • www.confitarma.it (Confederazione Italiana Armatori) • www.uic.it (Ufficio Italiano Cambi) - pubblicazioni (costi noli) • www.marinfo.net • www.informare.it - notizie E.Padoano, R.Pesenti • • • • • • • Concetti base Aspetti economici del trasporto Tipologie di trasporto Intermodalità L’operatore in trasporto multimodale (MTO) L’operatore logistico (LO) Conclusioni E.Padoano, R.Pesenti Concetti base • Logistica Concetti base La logistica opera in modo che materiali, materie prime, parti, prodotti finiti e/o servizi pervengano al posto giusto, al momento giusto e ad un costo ragionevole. • Sistema logistico “Il sistema logistico è l’insieme delle infrastrutture, delle attrezzature, delle persone e delle politiche operative che permette il flusso dei beni (e delle necessarie informazioni) dall’acquisizione delle materie prime fino alla distribuzione dei prodotti finiti ai consumatori.” (J. Heskett, R. Shapiro, Harvard Business School) E.Padoano, R.Pesenti E.Padoano, R.Pesenti Settori della logistica Concetti base • Logistica industriale: è caratteristica delle aziende manifatturiere, ed • Logistica e creazione di valore La trasformazione crea il valore di “funzione” e di “forma”; la logistica aggiunge quello di “servizio al cliente”, inteso come valore di: – tempo, – luogo, – disponibilità di prodotto, – disponibilità di informazioni. ha quali obiettivi la gestione fisica, informativa, organizzativa del flusso dei prodotti dalle fonti di approvvigionamento ai clienti finali. • Bulk logistics: riguarda la gestione e la movimentazione di materiali sfusi (in genere materie prime) in elevati quantitativi. • Project logistics: si occupa della gestione e del coordinamento delle operazioni riguardanti la progettazione e la realizzazione di sistemi complessi (es. stabilimenti industriali). • RAM logistics (logistica di supporto): riguarda la gestione di prodotti ad alta tecnologia per i quali sono essenziali fattori come l’affidabilità, la disponibilità e la manutenibilità. E.Padoano, R.Pesenti E.Padoano, R.Pesenti Catena logistica Flussi materiali ed informativi nella logistica • Supply chain Fornitori Acquisti Marketing Logistica distributiva Scorte Coordinamento Produzione Lavorazione E.Padoano, R.Pesenti Distribuzione Scorte Clienti Classicamente comprende due tipologie di canali logistici (strutture e flussi di materiali e di informazioni): − i “canali di fornitura” dalle fonti di approvvigionamento dei materiali ai centri di produzione dell’azienda; − i “canali distributivi” dai centri di produzione dell’azienda ai clienti. La “vita” di un prodotto, da un punto di vista logistico, non termina però sempre con la sua acquisizione da parte del cliente (finale). È opportuno quindi considerare conclusa la supply chain solo al momento della collocazione finale del prodotto (in quanto tale): la catena logistica deve comprende dunque anche la “logistica inversa” (reverse logistics). E.Padoano, R.Pesenti fornitori materials management - logistica interna Logistica degli approvvigionamenti produzione magazzino prodotti finiti Oggetto: la fornitura. centri distribuzione distribuzione fisica logistica esterna o d’uscita E.Padoano, R.Pesenti canali di distribuzione cliente finale reverse logistics logistica inversa L’obiettivo principale della logistica degli approvvigionamenti è assicurare l’assoluta regolarità nell’alimentazione dei processi produttivi, limitando al massimo i costi di stoccaggio ed evitando in modo assoluto arresti di attesa nella produzione. canali di raccolta riuso, riciclo, recupero di materia prima, recupero di energia E.Padoano, R.Pesenti Logistica distributiva Oggetto: il prodotto. Obiettivi fondamentali: • effettuazione delle consegne nel rispetto degli accordi con il cliente esterno o interno (es. ufficio vendite); • soddisfacimento degli obiettivi relativi agli attributi specifici del prodotto; in particolare: – per prodotti di consumo o a larga diffusione, gestione delle scorte con problemi diversi in relazione al tipo di beni (ad es. deperibili o non deperibili); – per prodotti ad elevato tasso di sostituibilità (mercati competitivi), celerità/regolarità, eliminazione passaggi intermedi (caso grande distribuzione); – per prodotti durevoli o beni strumentali su commessa e per prodotti ad elevato contenuto tecnologico, qualità del servizio che garantisca la qualità del prodotto presso il cliente. E.Padoano, R.Pesenti Canali della logistica distributiva prodotti di consumo produttore prodotti industriali produttore agente agente grossista grossista dettagliante consumatore E.Padoano, R.Pesenti utente industriale Costo della logistica distributiva Esempio Parmigiano Reggiano: • costo al produttore: 8 ¼NJ(fonte: televideo) (contiene costi produzione e profitto produttore) • costo al consumatore: 14-16 ¼NJ(prezzi COOP) (contiene ricarico dettagliante) Reverse logistics Oggetto: il prodotto alla fine del ciclo vitale. Obiettivi fondamentali: riuso ottimale di un prodotto. Essa riguarda le modalità di gestione dei flussi di materiali dagli utenti ai produttori con riferimento: – ai prodotti non più utilizzabili, nella loro forma attuale, dal cliente (es. riciclaggio); – ai prodotti re-impiegabili dal mercato, dopo una forma limitata di “ricostruzione” (es. macchinari); – ai prodotti direttamente re-impiegabili (es. contenitori). Rispetto al prezzo finale, seconda dei beni, il profitto del produttore si aggira sul 5-10%, il ricarico del dettagliante sul 25 - 50%. E.Padoano, R.Pesenti E.Padoano, R.Pesenti Attività chiave della catena logistica Problematiche • Possibilità/opportunità di integrazione dei canali logistici “diretti” ed “inversi” (qualora gli attori coinvolti siano gli stessi). • Problema della “raccolta” (inverso del problema distributivo). • Problema della qualità/quantità del prodotto: mentre i prodotti da riciclare possono manifestarsi in quantità eccessive, quelli da “recuperare” possono essere qualitativamente troppo scadenti per un loro riutilizzo conveniente. E.Padoano, R.Pesenti • Livelli di servizio per il cliente (coordinandosi il marketing) – determinazione dei bisogni del cliente per il servizio logistico; – determinazione delle risposte al servizio; – definizione dei livelli di servizio. • Trasporto – – – – – – – selezione delle modalità di trasporto; formazione dei carichi; definizione dei percorsi delle merci; schedulazione dei veicoli; selezione dei mezzi; gestione delle lamentele; auditing tariffe. E.Padoano, R.Pesenti Attività di supporto Attività chiave della catena logistica • Gestione delle scorte – politiche per lo stoccaggio dei materiali e dei prodotti finiti; – stime previsive degli acquisti a breve termine; – mix prodotti nei punti di stoccaggio; – numero, dimensioni e localizzazione dei punti di stoccaggio; – strategie just-in-time, push e pull. • Flussi informativi e gestione ordini – procedure di interfacciamento ordini di vendita-scorte; – metodi di trasmissione delle informazioni – regole per la pianificazione/gestione ordini. E.Padoano, R.Pesenti • Pianificazione e gestione dei magazzini – determinazione degli spazi; – layout delle scorte e progetto dei punti di carico/scarico; – configurazione dei magazzini; – stoccaggio delle scorte. • Movimentazione dei materiali – selezione dei mezzi/impianti di movimentazione; – politiche di sostituzione dei mezzi/impianti; – procedure di scelta degli ordini; – immissione e prelievo delle scorte. • Forniture – selezione delle fonti di approvvigionamento; – temporizzazione delle forniture; – quantità degli approvvigionamenti. E.Padoano, R.Pesenti Attività di supporto • Pianificazione imballaggi ai fini di – movimentazione; – stoccaggio; – protezione da perdite e danneggiamenti. • Cooperazione con la funzione produzione allo scopo di – specificare le quantità aggregate da movimentare; – definire la sequenza ed i tempi di produzione degli output. Principali obiettivi della strategia logistica • Riduzione dei costi fissi e variabili associati con il trasporto, la movimentazione e lo stoccaggio dei beni. • Riduzione dei costi di investimento nel sistema logistico. • Miglioramento del livello del servizio logistico. • Manutenzione del sistema informativo – raccolta, memorizzazione e manipolazione delle informazioni; – analisi dei dati; – procedure di controllo. E.Padoano, R.Pesenti E.Padoano, R.Pesenti Flusso della pianificazione logistica Componenti del sistema logistico: • localizzazione strutture, • strategie operative, • gestione scorte, • sistema informativo, • movimentazione e stoccaggio, • trasporto, • metodi di pianificazione e controllo, • organizzazione. Aree problematico-decisionali della logistica Strategie e finalità del Business Decisioni sulle scorte Decisioni sul trasporto Livello di servizio per il cliente Livello di servizio al cliente Pianificazione della logistica integrata Progettazione del sistema di gestione della logistica integrata Decisioni di localizzazione Misurazione del livello di performance E.Padoano, R.Pesenti E.Padoano, R.Pesenti Alcune linee guida Decisioni Costo totale della logistica Decisioni di localizzazione: • numero, dimensioni e localizzazione dei punti di stoccaggio; • assegnazione dei punti di stoccaggio ai punti di produzione; • assegnazione dei punti di stoccaggio ai punti di domanda; • strutture di stoccaggio proprie o di terzi. Decisioni sulle scorte: • livelli delle scorte; • gestione operativa delle scorte; • metodi di controllo delle scorte. Decisioni sui trasporti: • modi di trasporto; • scelta dei percorsi e schedulazione; • dimensioni/formazione dei carichi. Spesso si verifica che i benefici conseguibili in certe aree di decisione possono essere ottenuti solo in conseguenza ad un incremento dei costi in altre aree (trade-off). Per diminuire i costi ed ottimizzare i trade-off conviene quindi avere un approccio di ottimizzazione integrata di tutta la catena logistica e non di un singolo anello alla volta L’attuazione di decisioni sul sistema logistico determina in genere effetti al di fuori del sistema logistico stesso, in altre aree aziendali, o effetti su sistemi non controllabili dall’azienda. Distribuzione differenziata e strategia mista Non tutti i prodotti devono avere lo stesso livello di servizio al cliente. Si dimostra inoltre che una strategia di tipo misto (azioni di diverso livello su aree diverse per prodotti diversi) consente risparmi nei costi. E.Padoano, R.Pesenti E.Padoano, R.Pesenti Alcune linee guida Costi - Benefici Differimento I momenti della formazione del carico e dell’effettuazione della movimentazione finale del prodotto dovrebbero essere ritardati fino al ricevimento dell’ordine da parte del cliente. Consolidazione La consolidazione dei carichi può beneficiare di economie di scala, ma ciò può comportare ritardi nelle consegne e occupare maggiori spazi nei magazzini. Si stima che mediamente il 30% dello spazio di un container rimanga inutilizzato. Standardizzazione Qualora possibile, la standardizzazione delle unità di carico e/o dei componenti può far conseguire maggiore efficacia/efficienza nell’utilizzo delle strutture logistiche. E.Padoano, R.Pesenti C o s ti C o s ti to ta li C o s to tra s p o rto S e rv iz io d i tra s p o rto (v e lo c ità e re g o la rità ) E.Padoano, R.Pesenti Costi - Benefici Costi - Benefici Costi Costi totali Ricavi Ricavi Costi scorte A livelli di servizio già elevati i costi di ulteriori miglioramenti sono più che proporzionali ai benefici conseguibili. E’ però piuttosto comune commettere l’errore di ritenere di essere già posizionati in tale situazione quando non lo si è. Bisogna ragionare sempre in un’ottica di miglioramento continuo rivedendo periodicamente anche le decisioni prese in passato alla luce delle nuove tecnologie e delle nuove politiche di gestione aziendale. Costo trasporto Incremento dei punti di stoccaggio E.Padoano, R.Pesenti C o s ti s c o rte E.Padoano, R.Pesenti Costi - Benefici Intervenire: • semplificando i processi (riducendo ad esempio i controlli dal centro, responsabilizzando gli operatori) • potenziare, formare ed incentivare le risorse umane • investendo in organizzazione e in tecnologia (attenzione intervenire prima sugli aspetti più flessibili, i.e., nell’ordine organizzazione e rapporti umani, sw, solo in fine, impianti fissi o altro hw) • aprendo la caccia ad ogni spreco (dimagrendo nelle attività senza valore aggiunto e terziarizzando le attività non nel core business) Trasporto O(x, t) D(x’, t’>t) Raccolta, stoccaggio movimentazione, consolidamento Separazione, movimentazione, stoccaggio, consegna. alto Numero di UC annue per punto di partenza alto basso Consegna diretta Prelievo multiplo basso alto basso Numero di UC annue per punto di partenza alto basso Nessun punto di stoccaggio o di rottura di Magazzino centrale carico intermedio Magazzino centrale e Magazzini periferici e/o magazzini periferici e/o transit-point transit-point Flussi di attività nella logistica distributiva Strutture magazzinaggio E.Padoano, R.Pesenti U tilizzo E.Padoano, R.Pesenti Flussi di attività nella logistica distributiva Numero di UC per punto di consegna Produzione Numero di UC per punto di consegna E.Padoano, R.Pesenti Flussi di attività nella logistica distributiva Consegna multipla Corrieri Modalità di consegna E.Padoano, R.Pesenti Costi della logistica nelle aziende per diversi settori merceologici (in % del fatturato) Settore merceologico Aspetti economici del trasporto E.Padoano, R.Pesenti Trasporti Magazzinaggio % Tot Gestione % Tot Onere scorte % Tot Totale Carta 4,7 35% 3,0 22% 2,1 16% 3,6 27% 13,4 Materiale elettrico 2,5 20% 2,6 21% 2,9 23% 4,6 37% 12,6 Alimentari 3,7 36% 2,2 21% 1,7 16% 2,8 27% 10,4 Elettronica 2,0 19% 2,0 19% 2,5 24% 3,8 37% 10,3 Chimici 3,8 37% 2,3 23% 1,5 15% 2,6 25% 10,2 Industria meccanica 2,3 25% 2,2 24% 1,9 20% 2,9 31% 9,3 Industria automobilistica 2,7 30% 2,3 26% 1,2 13% 2,7 30% 8,9 Grande distribuzione 2,3 26% 3,0 34% 1,6 18% 2,0 22% 8,9 E.Padoano, R.Pesenti Agenti economici del trasporto Tipologie di attori del processo di trasporto Produttori Consumatori Prezzo, (Liv. serv.) Prezzo, Liv. serv. Prezzo, Liv. serv. “Spedizionieri” Tariffe, Liv. serv. Normativa, infrastrutture Normativa, infrastrutture Vettori E.Padoano, R.Pesenti % Tot “Stato” “Spedizionieri” (shippers) Agenti che prendono decisioni sul tipo e la quantità di beni movimentati tra coppie O/D e sulla modalità di trasferimento dei beni stessi. Rispetto al Produttore (domanda) rappresentano il lato offerta (livello di servizio ad un costo/prezzo), rispetto al Vettore rappresentano la domanda. Sono in particolare identificabili: – con le strutture aziendali che si occupano della logistica esterna, delle spedizioni e/o distribuzioni in coordinamento – con altre funzioni; – con gli spedizionieri in senso stretto (conto terzi); – con agenzie che offrono servizi logistici. E.Padoano, R.Pesenti Agenti economici del trasporto Percezioni Rete dei trasporti percepita, a fini decisionali, dagli “Spedizionieri” (rete “aggregata”): Vettori (carriers) Sono i produttori del servizio di trasporto tra coppie O/D. Offrono allo “Spedizioniere” una prestazione di trasporto ad un certo livello di servizio verso un corrispettivo (costo o tariffa). Tradizionalmente si identificano con i trasportatori monomodali: – strutture interne all’azienda produttrice (conto proprio); – agenzie/aziende di trasporto conto terzi; – “padroncini”. modo k modo i modo i Origine modo j Destinazione Nodi di trasbordo E.Padoano, R.Pesenti E.Padoano, R.Pesenti I soggetti secondo il Codice Civile Percezioni Rete dei trasporti percepita, a fini decisionali, dai Vettori (rete fisica): Destinazione Origine modo j Nodo di trasbordo E.Padoano, R.Pesenti Spedizioniere Il cc definisce il contratto di spedizione come mandato con il quale lo spedizioniere assume l’obbligo di concludere, in nome proprio e per conto del mandante, un contratto di trasporto e di compiere le operazioni accessorie (art. 1737). Nella scelta della via, del mezzo e delle modalità di trasporto della merce, lo spedizioniere è tenuto ad osservare le istruzioni del committente e, in mancanza, a operare secondo il miglior interesse del medesimo (art. 1739). È importante sottolineare che la responsabilità dello spedizioniere è quindi limitata alla scelta della via, del mezzo e delle modalità di trasporto della merce, mentre egli non ha responsabilità per quanto concerne il buon esito del trasporto e cioè in ordine al risultato del contratto concluso suo tramite. E.Padoano, R.Pesenti I soggetti secondo il Codice Civile Vettore Col contratto di trasporto il vettore si obbliga, dietro corrispettivo, a trasferire persone o cose da un luogo a un altro (art. 1678). Il vettore deve mettere le cose trasportate a disposizione del destinatario nel luogo, nel termine e con le modalità indicati dal contratto (art. 1687). Il vettore è responsabile della perdita o dell’avaria delle cose consegnategli per il trasporto, dal momento in cui le riceve a quello in cui le riconsegna al destinatario, a meno che possa dimostrare che tali fatti non dipendano da lui. (art. 1693). Spedizioniere-vettore Lo spedizioniere che con i mezzi propri o altrui assume l’esecuzione del trasporto in tutto o in parte ha gli obblighi ed i diritti del vettore (art. 1741). E.Padoano, R.Pesenti Agenti economici del trasporto “Stato” L’insieme degli organismi decisionali e delle amministrazioni centrali, regionali e locali che intervengono nel sistema di trasporto attraverso: – elaborazione ed attuazione di norme e regolamenti su trasporti e attività imprenditoriali; – pianificazione e realizzazione del sistema delle infrastrutture di trasporto; – partecipazione economica nelle aziende di trasporto e/o di servizi logistici (es. FS). E.Padoano, R.Pesenti Interrelazioni principali tra le decisioni degli agenti Agenti economici del trasporto Il sistema dei trasporti per gli attori pubblici: • sistema infrastrutturale; • domanda di spostamento; • flussi sulla rete; • effetti sulla rete: fruibilità del trasporto; • ricadute sui sistemi economici; • effetti sul territorio; • effetti sui sistemi umani; • effetti ambientali. [SP - V] I costi degli “Spedizionieri” (con riferimento al trasporto) dipendono dai costi dei Vettori e dagli itinerari effettuati da questi. [V - ST] Gli itinerari dei Vettori sono però dipendenti dai livelli di servizio offerti dalle reti di trasporto (es. grado di congestione) e dai costi imposti dagli organismi pubblici ai Vettori stessi per le esternalità da essi provocate (caso Austria). [V - SP] D’altro canto, un Vettore non è in grado di stabilire i propri itinerari e definire i propri costi prima di conoscere la domanda espressa dagli “Spedizionieri”. E.Padoano, R.Pesenti E.Padoano, R.Pesenti Elementi caratterizzanti le decisioni nel trasporto Elementi caratterizzanti le decisioni nel trasporto Principali caratteristiche da cui dipende la scelta del trasporto Caratteristiche del trasporto •Modo usato •Tempo di viaggio •Tipo di carico •Contenitore utilizzato •Servizi di assistenza •Perdite e/o danni Caratteristiche della consegna •Peso •Distanza •Origine •Destinazione •Tipo di merce •Urgenza •Regolarità del carico •Spostamenti interni E.Padoano, R.Pesenti Caratteristiche del Produttore (e/o “Spedizioniere”) •Dimensioni •Presenza di raccordi ferroviari •Proprietà di veicoli •Veicoli sotto contratto E.Padoano, R.Pesenti Elementi caratterizzanti le decisioni nel trasporto Attributi più importanti della scelta modale derivanti dall’analisi di diversi fattori (indagine effettuata presso diverse aziende) – Affidabilità del modo di trasporto – Controllo sulla spedizione – Controllo sul tempo di consegna – Evitare danni alle merci durante lo spostamento – Sicurezza del prodotto durante lo spostamento (furti) – Tempo di spostamento – Pronta disponibilità del trasporto quando richiesto – Distanza – Dimensione della consegna – Prezzo E.Padoano, R.Pesenti Caratteristiche soggettive dello “spedizioniere” •Carichi con modi alternativi •Velocità richiesta per rispondere alla domanda •Velocità richiesta per assicurare un’elevata utilizzazione del veicolo •Velocità richiesta per mantenere bassi livelli di stoccaggio •Esenzione da danni •Esenzione da perdite Componenti del livello di servizio − − − − − − − tempo di spostamento; affidabilità nel rispetto dei tempi di consegna; accessibilità del servizio; disponibilità del servizio; capacità ed adeguatezza delle strutture e dei mezzi; sicurezza; controllo sulla spedizione (es. tracing); − pronta disponibilità ed assistenza ai problemi del cliente. L’utilizzatore del trasporto valuta quindi livello di servizio del trasporto offerto e costo dello stesso, rispetto alle caratteristiche delle proprie spedizioni (tipologie prodotto, quantità, soddisfacimento dei clienti). E.Padoano, R.Pesenti Grandezze caratteristiche Caratteristiche peculiari del trasporto Le seguenti caratteristiche generali sono proprie dell’attività di trasporto, influiscono dunque sulle decisioni strategiche ed operative dei Vettori: – il trasporto, essendo un servizio, non si può immagazzinare: se la domanda è inferiore all’offerta si ha una sotto-utilizzazione di mezzi e infrastrutture; nel caso opposto si ha congestione; sono inevitabili quindi i disagi nelle punte di traffico e l’esuberanza dei mezzi e delle infrastrutture nei periodi “di morbida”; – le varie domande di trasporto riguardano itinerari diversi ed anche sullo stesso itinerario difficilmente sono equilibrate nei due sensi; risultano quindi inevitabili i percorsi a vuoto, anche se una buona organizzazione aziendale deve ridurli al minimo. E.Padoano, R.Pesenti Velocità • Velocità massima (VM): caratteristica del mezzo di trasporto. • Velocità di marcia o “di crociera” (V); nei veicoli terrestri corrisponde alla massima velocità raggiungibile in condizioni di sicurezza e continuità ed in assenza di congestione: dipende quindi dal veicolo e dalla sede percorsa (V<VM). • Velocità commerciale (Vc): LOD/(Σtv + Σts ) dove: – LOD è la distanza tra origine e destinazione – Σtv è la somma dei tempi di viaggio – Σts è la somma dei tempi di sosta (fermate, trasbordi, trasferimenti terminali ecc.). E.Padoano, R.Pesenti Grandezze caratteristiche Unità di misura base del trasporto (merci) • Unità di quantità di trasporto: tonnellata (t) (o altre specifiche, es. TEU) • Unità di traffico (quantità trasportata × spostamento): tkm • Unità di prodotto offerto: tkm offerte. • Fattore di utilizzazione: tkm / tkm offerte Componenti di costo del trasporto Spese di impianto (iniziali): • per infrastrutture; • per l’acquisizione del materiale rotabile. TEU: Twenty foot Equivalent Unit, e.g., 2 TEU è lo spazio equivalente per due container da 6.1m/20ft, o uno da 12.2m/40ft. E.Padoano, R.Pesenti E.Padoano, R.Pesenti Componenti di costo del trasporto Spese di esercizio (annuali): • oneri finanziari (interesse ed ammortamento sul capitale). • Spese di puro esercizio: – oneri relativi all’amministrazione e spese generali (fisse); – manutenzione infrastrutture (fisse); – spese relative alla trazione e al materiale mobile (variabili con il traffico); – personale conducente, di officina, di controllo, di movimentazione ecc. (parte fisse, parte variabili). – La spesa annua di esercizio S si può esprimere con: S = A + kN dove: • A: spese fisse; • N: unità di traffico effettuate; • k: coefficiente di costo marginale. E.Padoano, R.Pesenti Componenti di costo del trasporto S k S A N A N’ E.Padoano, R.Pesenti Altre componenti – l’incidenza dei “ritorni a vuoto” (ad es. una spedizione che consente un carico di ritorno è preferibile). In Italia i ritorni a vuoto sono il 35.5%, in Francia il 20%; – richieste di diversione dall’itinerario o di modifica della destinazione; – fermate aggiuntive non previste in itinerario; – utilizzo di mezzi o strutture del vettore per stoccaggio provvisorio; – servizi “terminali”: raccolta e consegna, trasbordi intermodali, movimentazioni ai nodi E.Padoano, R.Pesenti k>k’ A’ Prodotti del trasporto • Prodotti del traffico. • Prodotti fuori traffico (es. pubblicità sui mezzi). • Eventuali sovvenzioni pubbliche. E.Padoano, R.Pesenti N Criteri per la formazione delle tariffe Volume • i costi dipendono dal volume del carico; • i volumi elevati (pari o superiori alla capacità dei mezzi) beneficiano di riduzioni di tariffa; • esistono comunque soglie di prezzo per volumi bassi (inferiori alla capacità dei mezzi); • le tariffe dipendono dalla classificazione merceologica. E.Padoano, R.Pesenti Criteri per la formazione delle tariffe Distanza percorsa • nei casi in cui larga parte dei costi del servizio dipendono dalla movimentazione delle merci (es. trasbordi), può essere applicata una tariffa indipendente dalla distanza percorsa; • la tariffa può essere costante per spedizioni tra un’origine e un’area comprendente diverse possibili destinazioni e variare per aree diverse (es. UPS); • se i costi relativi allo spostamento sono prevalenti, la tariffa può essere proporzionale alla distanza da percorrere, ma ciò penalizza gli spostamenti lunghi a parità di altri fattori; • poiché taluni costi indipendenti dallo spostamento (es. terminali) possono essere maggiormente distribuiti su distanze lunghe, le tariffe possono essere fatte crescere meno che proporzionalmente con la distanza: E.Padoano, R.Pesenti Criteri per la formazione delle tariffe Distanza percorsa Criteri per la formazione delle tariffe Caratteristiche del prodotto • Le tariffe dipendono anche dalle caratteristiche del prodotto; sono stati definiti sistemi di classificazione delle merci, sulla base dei quali sono fondati accordi per le tariffe minime del trasporto e sono stabiliti i valori minimi regolamentati. T D E.Padoano, R.Pesenti E.Padoano, R.Pesenti Criteri per la formazione delle tariffe Caratteristiche del prodotto I fattori legati al prodotto di cui si tiene conto nella classificazione delle merci ai fini logistici e nello stabilire le tariffe minime sono in particolare: – densità; – facilità di stoccaggio e movimentazione; – maggiore o minore disposizione al danneggiamento, perdita o furto; – possibilità di danneggiare altre merci trasportate; – rischi legati al trasporto del prodotto (merci pericolose); – tipologie di contenitori e/o confezioni per il prodotto; – tariffe di prodotti analoghi; – competitività esistente tra articoli diversi ma utilizzati per scopi analoghi; – condizioni commerciali e unità di vendita; – condizioni di scambio. E.Padoano, R.Pesenti Generalità sulle decisioni operative Criteri per la formazione delle tariffe Fattori contrattuali Le tariffe sono stabilite anche sulla base di fattori contrattuali che riflettono caratteristiche di singole spedizioni e/o clienti: – volume della spedizione; – direzione dell’itinerario; – valore complessivo del cliente per il trasportatore. La tariffa su base contrattuale è prevalente nel caso degli approvvigionamenti e della distribuzione di quantità importanti di merci, mentre prevale una tariffazione generale per piccole quantità. E.Padoano, R.Pesenti Generalità sulle decisioni operative Scelta del modo di trasporto • Tenuto conto degli elementi che compongono il livello di servizio del trasporto e che alcune modalità di trasporto non possono essere separate da altri modi, per quanto riguarda soprattutto i servizi door to door, si citano alcuni criteri di decisione. • Valutare il trade off tra i costi legati ad un modo di trasporto e i costi dovuti alle scorte, dipendenti dal modo di trasporto stesso. La rapidità e la regolarità del trasporto incidono sui livelli delle scorte del produttore e del cliente. Scelta del modo di trasporto E.Padoano, R.Pesenti E.Padoano, R.Pesenti • Se un cliente può potenzialmente rifornirsi da più fornitori, i servizi logistici offerti da ciascuno (e il costo degli stessi) incidono, a parità di altri fattori, sulla scelta. • Nei rapporti di fornitura la scelta della modalità di trasporto è spesso una decisione congiunta di fornitore e cliente; ad esempio il livello di servizio richiesto da un cliente può essere soddisfatto in cambio di garanzie sulla quantità delle forniture. Generalità sulle decisioni operative Scelta dell’itinerario (vehicle routing) • La rete dei trasporti può essere rappresentata da un insieme di archi e nodi ai quali possono essere attribuite delle funzioni di costo (per gli archi dipendenti dalla lunghezza e dal tempo, per i nodi dal tempo di attraversamento). • Su tale base sono stati sviluppate diverse metodologie per la scelta degli itinerari ottimali in tre situazioni principali: • singola origine – singola destinazione (es. metodo del cammino più breve); • molte origini – molte destinazioni (es. metodo del trasporto); • origine coincidente con la destinazione finale (es. problema del “commesso viaggiatore”), nel caso di nodi spazialmente in relazione o meno fra loro. E.Padoano, R.Pesenti Generalità sulle decisioni operative Scelta dell’itinerario e schedulazione Nella realtà sono presenti vincoli che rendono molto complessa l’ottimizzazione degli itinerari e la schedulazione dei veicoli: – in alcune fermate può essere necessario non solo scaricare ma anche caricare della merce; – possono essere utilizzati più veicoli aventi diverse caratteristiche, soprattutto in termini di capacità di carico; – ci sono limiti normativi alle ore di guida effettuabili continuativamente dagli autisti; – molte fermate sono caratterizzate da “finestre temporali” entro cui è consentito il carico e lo scarico delle merci; – in certi itinerari il carico del veicolo può essere possibile solo dopo che siano state effettuate tutte le consegne; – gli autisti effettuano comunque brevi soste di riposo. E.Padoano, R.Pesenti Alcune linee guida • Evitare dove possibile intersezioni e sovrapposizioni di itinerari. • Il carico completo di un mezzo dovrebbe corrispondere a consegne localizzate in prossimità fra loro (minimizzazione della distanza tra fermate successive). • Consegne relative a giorni differenti andrebbero raggruppate in relazione alle giornate. • Cominciare a riempire il mezzo a partire dalla consegna più lontana e da altre vicine, coprendo poi un itinerario verso l’origine. • Esaurire la capacità di carico dei veicoli a partire da quelli di capacità maggiore. • Laddove possibile, inserire dei punti di carico tra i punti di consegna, evitando di caricare il mezzo solo dopo che questo è vuoto. • Un punto di consegna molto lontano dagli altri può essere assegnato ad altro percorso o mezzo. • Un veicolo assegnato ad itinerari brevi potrebbe rimanere inutilizzato per più tempo: l’assegnazione dei mezzi agli itinerari va quindi attentamente studiata. E.Padoano, R.Pesenti Tipologie di trasporto E.Padoano, R.Pesenti Terminologia Terminologia Trasporto multimodale: Trasferimento di una merce che utilizza almeno due modi di trasporto diversi. Trasporto intermodale: Trasferimento di una merce che utilizza più modi di trasporto ma con uno stesso contenitore, senza rottura di carico. Il contenitore può essere un veicolo stradale ovvero una unità di trasporto intermodale (UTI: container o cassa mobile o semirimorchio). Trasporto combinato: Trasporto intermodale le cui percorrenze europee si effettuano principalmente per ferrovia, vie navigabili o per mare, mentre i percorsi iniziali e/o terminali, i più corti possibili, sono realizzati per strada. Strada viaggiante: Trasporto di veicoli stradali completi su di un vagone a pianale ribassato per tutta la sua lunghezza. Trasporto accompagnato: Trasporto di un complesso veicolare stradale completo - accompagnato dal conducente - su di un’altra modalità (ad es. treno o traghetto). RO-RO (roll on - roll off): Possibilità per un veicolo stradale di entrare e/o uscire con i propri mezzi da una nave o, nel caso di strada viaggiante, da un treno. LO-LO (lift on - lift off): Imbarco o sbarco di UTI ricorrendo ad apparecchiature di sollevamento E.Padoano, R.Pesenti E.Padoano, R.Pesenti Unità di trasporto Unità di trasporto Complesso articolato:Semirimorchio accoppiato ad un veicolo a motore (autoarticolato). (Lunghezza massima complessiva = 16,50 m; altezza massima = 4 m; massa limite complessiva = 40 t se a 4 assi e 44 t se a 5 o più assi.) Autotreno: Complesso veicolare composto da una motrice e da un rimorchio stradale. (Lunghezza massima complessiva = 18,35 m; altezza massima = 4 m; massa limite complessiva = 44 t.) Semirimorchio bimodale strada-rotaia: Semirimorchio stradale atto a circolare, senza nessuna modifica, sulle rotaie dopo essersi collocato su di un carrrello ferroviario, formando treni completi. Treno “completo”: Treno composto e scaricato rispettivamente solo all’inizio e alla fine del viaggio. Consentono considerevoli miglioramenti delle velocità commerciali e dei livelli di affidabilità delle consegne via ferrovia. Vagone poche: Vagone ferroviario equipaggiato con una tasca destinata a ricevere gli assali di un semirimorchio e, in alternativa, una cassa mobile. Vagone ribassato: Vagone ferroviario speciale, atto al carico di materiali per il trasporto intermodale, il cui piano di carico è ribassato. Feeder: Navi che servono porti di ridistribuzione del carico, a partire da porti di concentrazione del traffico stesso alimentati da navi di grande capacità. E.Padoano, R.Pesenti E.Padoano, R.Pesenti Unità per il carico Container: Cassa speciale per il trasporto merce, rinforzata, sovrapponibile e che può essere trasbordata orizzontalmente o verticalmente. Dispongono di cunei d’angolo per favorire il loro sollevamento, carico, scarico e fissaggio sia sui veicoli che tra di loro. Le dimensioni ISO (prevalentemente utilizzate nel trasporto marittimo) prevedono: 40’×8’×8’, 30’×8’×8’, 20’×8’×8’, 10’×8’×8’. I container utilizzati nell’intermodale terrestre rispondono solitamente alla norme UIC. Sono previsti container “a grande capacità” (non rispettano le norme ISO per l’altezza) e “a grandissima capacità” (dimensioni oltre i limiti ISO). Cassa mobile: Unità concepita per il trasporto di merce, utilizzata soltanto nel trasporto strada-rotaia, e generalmente non rinforzata per essere sovrapposta quando carica. Ha dimensioni diverse dal container (p=2,50 m; h=2,62 m; l=7,15-12,50-13,60 m).I vantaggi sono la riduzione della tara, il minor costo, la maggiore volumetria di carico. E.Padoano, R.Pesenti Unità di carico Sono formate da merce imballata o raggruppata in unità separate generalmente conformi alla dimensioni delle palette. Pallet Piattaforma di dimensioni standardizzate: ISO 1000 × 1.200 mm CEN 800 × 1.200 mm TEU: Unità di carico di dimensioni corrispondenti al container ISO da 20’; è utilizzata per esprimere la capacità di una nave o di un terminale. E.Padoano, R.Pesenti Infrastrutture Terminale: Infrastruttura atta al puro scambio, tra i vettori, di container, casse mobili, semirimorchi ecc., priva di magazzini di deposito. Vi è quindi cambio di modalità. Terminale intermodale: Infrastruttura idonea al solo scambio dei vettori delle grandi unità di carico (container, semirimorchi, casse mobili ecc.) senza magazzini o, al limite, con un magazzino di modesta superficie per salturie operazioni sul contenuto delle unità di carico. La loro gestione può essere pubblica o privata. Interporto: Complesso organico di strutture e servizi integrati e finalizzati allo scambio di merci tra le diverse modalità di trasporto (cfr. autoporto), comunque comprendente uno scalo ferroviario idoneo a formare o ricevere treni completi e in collegamento con porti, aeroporti e viabilità di grande comunicazione (l. 240/90). E.Padoano, R.Pesenti Infrastrutture Centro merci: Comprende, oltre ad un terminale intermodale impiegato genralmente per il traffico containers, magazzini per la manipolazione e il deposito delle merci, la cui attività è generalmente preponderante rispetto a quella del terminale. Hub: Punto centrale per la raccolta-partenza e/o arrivo-distribuzione da/a una particolare regione o area geografica. Zona franca: Area dove le merci possono essere stoccate senza pagamento di imposte fino alla spedizione. E.Padoano, R.Pesenti Funzioni primarie e secondarie per le infrastrutture al servizio del trasporto merci Trasporto su strada Composizione % del traffico interno merci. Tipo di impianto Autoporto di confine Caratteristiche Funzioni primarie dello scambio M onomodale Raccolta e distribuzione, consolidamento e deconsolidamento carichi, magazzinaggio M onomodale Controllo doganale. Terminal container Combinato Centro merci M ono e/o plurimodale M agazzini generali M ono e/o plurimodale Autoporto Interporto Plurimodale Funzioni secondarie Funzioni ausiliarie e di assistenza al personale. Sosta libera e custodita per veicoli. Depositi liberi o in franchigia. Sosta libera e custodita per veicoli. Funzioni assistenziali per il personale. Trasbordo unità di carico. Composizione e scomposizione treni. Stoccaggio unità di carico. Sosta veicoli stradali. Raccolta e distribuzione, consolidamento Funzioni ausil. e assist. Raccordo e deconsolidamento carichi, ferroviario, ricevimento spedizioni di magazzinaggio, trasbordo strada-rotaia. unità di carico, sosta libera e custodita. Funzioni ausil.. Funzioni informatiche Doganale, fiscale, finanziaria a fini di pubblica utilità, raccolta e distribuzione, per la gestione degli stock. Scambio strada-rotaia. Sosta libera e custodita stoccaggio sfusi a temperatura per veicoli. controllata, consolidam. e decons. carichi. Assetto del territorio. DecongestionaRaccolta e distribuzione, consolid. e mento aree urbane. Funzioni di decons. carichi, controllo, magazzin., sicurezza ausiliarie ed assistenziali per scambio strada-rotaia, sosta, funzioni personale e veicoli. gestionali, informatiche, telematiche. E.Padoano, R.Pesenti fonte: PGL 2000 Non riportato il trasporto via navigazione interna (trascurabile, a parte casi come Venezia) e trasporto aereo interno (trascurabile a parte servizio posta e corrieri) E.Padoano, R.Pesenti Trasporto su strada Trasporto su strada Composizione % del traffico interno merci. fonte: PGL 2000 Non riportato il trasporto in oleodotto (5.5%), E.Padoano, R.Pesenti Per quanto riguarda il trasporto internazionale: – import: il trasporto ferroviario prevale nelle relazioni con la Svizzera, la Scandinavia, e la Germania, mentre negli altri casi prevale la strada; – export: prevale la strada dominando nelle relazioni con la penisola iberica e con il Regno Unito. A livello comunitario, all’inizio degli anni ’90, l’autotrasporto deteneva (traffici interni ed esterni) quasi il 90% del mercato, raggiungendo i livelli più elevati in quei paesi privi di vie navigabili interne. Si è assistito recentemente ad una ripresa del trasporto ferroviario, grazie all’impulso dato al trasporto intermodale. E.Padoano, R.Pesenti Componenti di costo Elementi caratterizzanti il servizio offerto Una serie di fattori sono attualmente a favore del trasporto su strada: • maggiore flessibilità e capacità di adeguamento alle esigenze del cliente (es. soddisfacimento di volumi di carico non appetibili per altri modi di trasporto); • maggiore velocità commerciale, valutata door-to-door; • esistenza spesso di due soli momenti di manipolazione delle merci: all’origine e alla destinazione; • penetrazione distributiva maggiormente garantita (capillarità); • maggiore offerta di servizi accessori (ad es. stoccaggio provvisorio) e/o attrezzature specifiche (es. deperibili); • presenza di un unico interlocutore/fornitore del servizio; • offerta elevata dovuta all’esistenza di molti fornitori. E.Padoano, R.Pesenti I costi fissi sono i più bassi tra tutte le modalità, riducendosi all’acquisto dei mezzi e di attrezzature che, salvo eccezioni, hanno costi minori delle altre modalità di trasporto. D’altro canto i costi di esercizio crescono rapidamente con le percorrenze effettuate e con il numero di fermate (costi per movimentazione). Gli oneri gravanti sui veicoli industriali, destinati a coprire i costi da essi generati con l’uso delle infrastrutture, sono costituiti dai seguenti elementi: – accise sul gasolio; – tassa sui veicoli; – pedaggi o diritti d’uso delle infrastrutture. Si deve rilevare che effetti, spesso rilevanti, sui costi di esercizio e sui livelli di servizio del trasporto (regolarità del servizio) derivano dalla congestione presente su molte infrastrutture lineari e nodali (es. valichi). E.Padoano, R.Pesenti (Lire) Componenti di costo I costi di esercizio vengono così ripartiti: costi non proporzionali alla percorrenza • quota ammortamento interessi; • costo del personale; • tassa di circolazione; • assicurazione R.C.A.; costi proporzionali alla percorrenza • quota ammortamento capitale; • trasferte e straordinari personale viaggiante; • carburante; • lubrificante; • pneumatici; • manutenzione e riparazioni. E.Padoano, R.Pesenti Quota amm. interessi Costi annui Costo person. viagg. (Lire) (Lire/km) val. % 20.268.000 202,68 6,45% 72.360.000 723,60 23,02% Tassa circolazione 1.286.000 12,86 0,41% Assicurazione 6.408.900 64,09 2,04% 100.322.900 1.003,23 31,92% 404,46 12,87% Somma parziale Quota amm. capitale Trasferte e straordin. 425,26 13,53% Carburante 519,41 16,53% (Lire/km) Lubrificante 77,93 2,48% Pneumatici 163,78 5,21% Costi Manutenz. e riparaz. 549,00 17,47% Somma parziale 2.139,84 68,08% Costo tot. di esercizio 3.143,07 100,00 % Autoarticolato Scania con percorrenza media annua 100.000 km (ACI 1998) E.Padoano, R.Pesenti L’offerta di trasporto merci L’offerta di trasporto merci 9$/25,$662/87,LQPLJOLDLD Autotrasporto in conto proprio: Il trasporto viene eseguito da persone fisiche o giuridiche (in tal caso da autisti) per esigenze proprie con mezzi o di proprietà, o in usufrutto, di merci appartenenti alle stesse persone, dai medesimi prodotte, vendute, prese in comodato, in conto lavorazione o in deposito. L’attività di trasporto non deve costituire attività economicamente prevalente ma accessoria dell’attività principale. 7RWDOH 7RQQHOODWH 7RQQHOODWH FKLORPHWUR 3HUFRUUHQ]DPHGLD &RQWRSURSULR 7RQQHOODWH 7RQQHOODWHFKLORPHWUR Autotrasporto in conto terzi: Attività imprenditoriale autorizzata (l. 298/74) di servizi di autotrasporto nell’interesse delle merci di altri verso un determinato corrispettivo. 9$5,$=,21, 3HUFRUUHQ]DPHGLD &RQWRWHU]L 7RQQHOODWH 7RQQHOODWHFKLORPHWUR 3HUFRUUHQ]DPHGLD fonte:Istat E.Padoano, R.Pesenti E.Padoano, R.Pesenti L’offerta di trasporto merci Autotrasporto in conto proprio Tipologia delle merci maggiormente trasportate in conto proprio nei trasporti internazionali (6% dei trasporti tot. c.p.): in termini di t trasportate: • prodotti chimici, • prodotti petroliferi; in termini di tkm: • derrate alimentari, • cuoio, • tessili, • abbigliamento. Caratteristica del trasporto in conto proprio è l’alta incidenza dei percorsi a vuoto (43% km tot), il che lo rende più costoso (soprattutto su lunghe percorrenze) di quello conto terzi (35%); può essere giustificabile in termini di qualità del servizio richiesto dall’azienda. E.Padoano, R.Pesenti L’offerta di trasporto merci Autotrasporto in conto terzi In Italia ed in Spagna sono presenti numerosi piccoli trasportatori su strada. in Italia si registra una presenza di microimprese con meno di 10 dipendenti e di grandi imprese con oltre 250, superiore a quella degli altri Paesi. La fortissima atomizzazione dell’offerta ha alcuni effetti: – bassa specializzazione dei mezzi a disposizione; – sottocapitalizzazione (mancanza di supporti all’attività di produzione, es. gestione traffico); – assenza di una cultura d’impresa; – basso livello competitivo nei confronti delle aziende di autotrasporto di altri paesi europei. Tali problematiche non interessano i committenti che non subiscono in genere una maggiorazione dei prezzi del servizio: l’elevata offerta di servizi rispetto alla domanda è causa di scarsa forza contrattuale. E.Padoano, R.Pesenti L’offerta di trasporto merci fonte: Pgl, Eurostat L’offerta di trasporto merci fonte: Pgl, Eurostat E.Padoano, R.Pesenti E.Padoano, R.Pesenti Classificazione dell’offerta Classificazione dell’offerta Per specializzazione: • completisti (trasporto generico con veicoli cassonati, centinati o furgonati); • corrieri (trasporto di collettame - sono concessionari dell’Amministrazione Postale per il trasporto di pacchi inferiori a 20 kg); • cisternisti; • autotrasportatori di carichi eccezionali; • autotrasportatori di rifiuti o residui di lavorazione; • autotrasportatori di valori; • altri. Per tipologia di portata: • trasporti pesanti (20 - 30 t) con autotreni ed autoarticolati; • trasporti medi (10 - 15 t) con autocarri isolati; • trasporti leggeri (5 - 10 t) con autocarri isolati; • distribuzione (meno di 5 t) con autocarri isolati. E.Padoano, R.Pesenti E.Padoano, R.Pesenti Per raggio di azione: • lunga distanza (oltre 600 km); • media distanza (da 200 a 600 km); • corta distanza (entro 200 km); • distribuzione urbana e metropolitana (entro 50 km). Classificazione dell’offerta Formazione dei prezzi Per assetto di impresa: • imprese a livello comunitario, cioè imprese con dimensioni pari alla media CEE, ovvero con oltre 10/15 veicoli (autotreni o autoarticolati); • imprese artigiane, con meno di 9 dipendenti compresi i familiari dei titolari (limite di 7/8 autoveicoli per impresa); • lavoratori autonomi (padroncini), in cui l’imprenditore è anche conducente dell’unico veicolo in dotazione all’impresa; • cooperative, che debbono essere costituite da almeno 9 soci; • consorzi, cioè insiemi di imprese e/o lavoratori autonomi e/o artigiani di qualsivoglia dimensione. Un ulteriore differenziazione è quella tra: • autotrasportatori internazionali (che eseguono solamente traffici tra l’Italia e i paesi esteri); • autotrasportatori nazionali (che effettuano trasporti interni). • In pochi casi, solo per imprese strutturate, vi è commistione delle due attività. E.Padoano, R.Pesenti E.Padoano, R.Pesenti Tariffe obbligatorie (III classe) in vigore dal 1994 (lire/km): Peso della partita da trasportare km 51 51 q 100 q 200 q 230 q 280 q 2.906 3.931 4.921 5.356 6.165 1.114 1.504 1.886 2.054 2.360 932 1.267 1.586 1.727 1.985 ... 500 ... 1.200 Tariffe in corso di abolizione, in quanto le tariffe “obbligatorie” sono largamente disattese. La fissazione del prezzo avviene sempre più “a corpo”, sulla base di quotazioni per singola relazione. E.Padoano, R.Pesenti La l. 298/74 ha istituito un sistema di tariffe obbligatorie a forcella: i prezzi, per un trasporto di merce avente un peso superiore a 5 t, non possono essere fissati al di fuori di un limite minimo e di uno massimo. I prezzi, con le loro condizioni di applicazione, sono definiti con D.M. oppure possono essere definiti dalle parti, tramite accordi collettivi stipulati tra le associazioni nazionali degli autotrasportatori e degli utenti. Il sistema prevede una diversificazione secondo tre classi merceologiche. Per particolari quantitativi di traffico (tkm) possono essere concesse riduzioni dal 4 al 7 % sulle tariffe. Nel caso di merce voluminosa (< 350 kg/mc), le tariffe sono ricavate con apposite formule. Tendenze del mercato dell’autotrasporto Il settore sarà soggetto ai seguenti principali cambiamenti: • liberalizzazione del mercato a livello europeo conseguente all’abolizione dei contingenti comunitari di licenze; alla scomparsa delle restrizioni quantitative per l’accesso al mercato deve corrispondere un aumento degli standard qualitativi; • passaggio dal principio della nazionalità al principio della territorialità per quanto concerne gli oneri per utilizzo delle infrastrutture; • liberalizzazione del cabotaggio terrestre: ad un vettore sarà concessa l’effettuazione di trasporti in uno Stato comunitario nell’ambito di un viaggio di ritorno al Paese di origine. E.Padoano, R.Pesenti Trasporto marittimo Tendenze del mercato dell’autotrasporto Caratteristiche generali La maggiore competizione dovrebbe portare: • ad un’aggregazione delle aziende di ridotte dimensioni per i servizi non marginali; • ad un incremento del livello di professionalità degli operatori dell’autotrasporto (es. informatizzazione); • allo sviluppo di un’offerta di servizi integrati con quello del puro trasporto (es. magazzinaggio, movimentazione). E.Padoano, R.Pesenti E.Padoano, R.Pesenti Trasporto marittimo Autoarticolato Aereo Treno Nave E.Padoano, R.Pesenti • Il trasporto via mare è caratterizzato da velocità contenute (influenzate anche da fattori meteorologici), disponibilità di elevati volumi di carico, necessità di infrastrutture e attrezzature per il trasferimento delle merci su altri modi di trasporto. • I costi fissi hanno una notevole incidenza e sono attribuibili all’acquisto del mezzo e delle attrezzature, ai costi d’uso delle infrastrutture terminali, ai costi di gestione delle operazioni ai terminali. • I costi variabili con le percorrenze (carburante, manutenzione navi ecc.) sono d’altro canto relativamente bassi. • Elevati costi fissi e terminali e bassi costi di percorrenza fanno sì che riduzioni del costo per tkm si possono verificare solo per elevate distanze tra i terminali portuali e volumi di carico. n° container 1/2 1/20 60/400 100/5.000 Trasporto marittimo Gli interscambi di merce tra paesi si dividono in 3 grandi categorie che danno origine a 3 diverse tipologie di navi: rinfuse liquide (es. olii minerali): – grandi quantitativi – basso valore unitario – alta velocità di carico/scarico; rinfuse solide (es. prodotti minerali): – grandi quantitativi – basso valore unitario – velocità di carico/scarico abbastanza elevata; merce varia (es. prodotti finiti): – quantitativi più modesti – alto valore unitario – velocità di carico/scarico piuttosto bassa. E.Padoano, R.Pesenti Trasporto di merce varia Trasporto marittimo Sintetizzando, l’economia globale del trasporto marittimo pone i seguenti vincoli: • riduzione del costo unitario; • ottimizzazione del ciclo nave (porto e viaggio); • limitazione del valore della merce in transito. Per questi motivi • grandi quantitativi di traffico, • alte velocità di carico/scarico, • lunghi percorsi marittimi, • basso valore unitario della merce • spostano la dimensione ottimale della nave verso l’alto (e viceversa). Si spiega così • il gigantismo delle petroliere (oltre 500.000 t di portata); • grandi dimensioni delle mineraliere (oltre 350.000 t); • dimensioni crescenti delle portacontainer (oltre 60.000 t). E.Padoano, R.Pesenti Evoluzione dei trasporti marittimi di linea Due elementi fondamentali: • mutamenti tecnologici: avvento del container (anni ’70) – non ci sono rotture di carico, – diminuisce il costo per operazioni terminali, – aumenta la velocità di carico/scarico, – uniformità tra mezzi di trasporto, – evoluzione navi e attrezzature portuali. • mutamenti delle caratteristiche della domanda del mercato – sviluppo dei mercati del Far East, – caduta delle barriere doganali fra i paesi CEE; E.Padoano, R.Pesenti Fino agli anni ’50 la merce varia era trasportata in “colli” a bordo di navi non specializzate (breakbulk) con il seguente ciclo: – arrivo del carico in porto su camion o vagoni, – stivaggio in magazzini in attesa d’imbarco, – stivaggio e bordo, e viceversa. Svantaggi del trasporto breakbulk: – alta onerosità (forte incidenza della manodopera); – scarsa sicurezza per la merce (rischio di furti durante la sosta e doppia manipolazione); – grande lentezza (handling manuale di piccole partite). E.Padoano, R.Pesenti Il successo del container marittimo modifica la figura tradizionale dell’armatore (linee di navigazione) • che deve integrare il trasporto marittimo nella rete dei trasporti a terra: nasce la figura del trasportatore intermodale marittimo (container carrier); del porto • dove il centro di integrazione è il terminal portuale, in cui: • si realizza l’appuntamento tra vettori (nave-autotrasporto-ferrovia) a diverse capacità di carico (funzione polmone); • vengono concentrati e ottimizzati i traffici in entrata ed uscita (import/export); • il terminalista portuale è un anello determinante nella catena logistica del trasporto. E.Padoano, R.Pesenti Il successo del container marittimo PORTO ANNO 2000 CRESCITA ROTTERDAM 6.273085 -1,1% AMBURGO 4.250.000 13,7% ANVERSA >4.000.000 • Aumento della competizione. • Riduzione dei noli. • Necessità di ridurre i costi. • Miglioramento della qualità del servizio. BREMA 2.712.420 24,4% GIOIA TAURO 2.652.701 17,7% ALGECIRAS 2.009.122 11,6% 21,6% GENOVA 1.500.632 LE HAVRE 1.486.108 7,8% BARCELLONA 1.395.000 13,0% LA SPEZIA 909.962 7,9% E.Padoano, R.Pesenti Le strategie che si stanno attuando • Frequenza, regolarità, affidabilità del servizio. • Aumento della portata delle navi (in particolare nel deep sea). • Ottimizzazione dell’utilizzo delle navi attraverso: – creazione di consorzi, – accordi di ripartizione della capacità di stiva sulle rotte. • Trasformazione delle linee di navigazione in operatori globali di trasporto door-to-door. • Controllo dei costi del trasporto terrestre. E.Padoano, R.Pesenti Fattori critici delle linee di navigazione E.Padoano, R.Pesenti Le strategie che si stanno attuando L’alta velocità di carico/scarico del container ha spostato verso l’alto la dimensione ottimale della nave per il trasporto di merce varia. In funzione della lunghezza del percorso si ha: – Rotte oceaniche (deep sea) • lunghi percorsi • navi da 2.000/5.000 TEU. – Rotte locali (short sea) • brevi percorsi • navi da 200/800 TEU. E.Padoano, R.Pesenti Le strategie che si stanno attuando L’evoluzione del trasporto marittimo di merci varie vede oggi: • una corsa al gigantismo navale per ridurre i costi unitari; • un aumento del carico che ogni porto deve fornire alla “nave madre” per ridurre il numero di scali (e quindi il ciclo nave); • una conseguente concentrazione del traffico deep sea in pochi centri di smistamento; • la nascita di servizi short sea (feeder) per alimentare la “nave madre” da tutti gli scali minori. E.Padoano, R.Pesenti Il traffico marittimo nel Mediterraneo I sistemi di trasporto della merce varia nel Mediterraneo sono sostanzialmente di tre tipi: – break bulk (merce non unitizzata); – container marittimo unificato ISO; – rotabile comprendente i veicoli di ogni tipo, i semirimorchi, vagoni ferroviari, casse mobili e container UIC. E.Padoano, R.Pesenti In numeri della flotta italiana Il traffico marittimo nel Mediterraneo Le distanze nel Mediterraneo sono notevoli nel senso Est/Ovest (> 2.000 miglia), sono più brevi nel senso nord/sud (> 1.000 miglia). Il container utilizza meglio il vettore marittimo: più grande è la distanza marittima e più questa unità di carico risulta avvantaggiata. È dunque ipotizzabile che – il container sia avvantaggiato sulle direttrici est/ovest, – il rotabile sia avvantaggiato sulle direttrici nord/sud. Fonte: Relazione del Consiglio all'Assemblea dei Soci Confitarma per l'anno 1999 NB: Molto ridotto il numero di portacontenitori E.Padoano, R.Pesenti E.Padoano, R.Pesenti In numeri della flotta italiana Fonte: Relazione del Consiglio all'Assemblea dei Soci Confitarma per l'anno 1999 E.Padoano, R.Pesenti In numeri della flotta italiana Fonte: Relazione del Consiglio all'Assemblea dei Soci Confitarma per l'anno 1999 E.Padoano, R.Pesenti Come si inserisce l’Italia nell’evoluzione dei traffici? Porto “regionale” e porto “di trasbordo” Porto regionale (es. Genova, La Spezia, Trieste): • i contenitori sono movimentati • da/a nave, • a/da mezzo terrestre; • il volume di traffico è determinato dalla domanda di servizi di trasporto marittimi generati nel suo retroterra. Porto di trasbordo (hub) (es. Gioia Tauro) • i contenitori sono movimentati • da/a navi oceaniche, • a/da navi che operano su linee di cabotaggio; • il volume di traffico è determinato dall’ampiezza dell’area geografica collegabile con servizi feeder economici e ad alta frequenza. • Distanza dalle grandi rotte commerciali (deep sea): l’unica grande rotta è l’attraversamento da Port Said a Gibilterra. • Carenza di grandi spazi: solo i grandi spazi (centinaia di ettari) consentono lo sviluppo di grandi centri di smistamento. • Necessità di una logica industriale dei terminal portuali: stanno nascendo alcune strutture portuali analoghe ai terminal operators nord europei. • Bacino di traffico importante: soprattutto la Pianura Padana. I porti regionali e i porti di trasbordo non sono in competizione, ma piuttosto sono fra loro complementari. E.Padoano, R.Pesenti E.Padoano, R.Pesenti Come si inserisce l’Italia nell’evoluzione dei traffici? Affinché le aziende non si rivolgano agli operatori stranieri, sono necessari: – un adeguamento delle infrastrutture portuali a fini intermodali (traffici container e rotabili nel Mediterraneo); – una riorganizzazione delle compagnie di navigazione allo scopo di offrire servizi logistici integrati con gestione dei servizi/trasporti a terra. E.Padoano, R.Pesenti Trasporto aereo Elementi caratteristici Il trasporto aereo merci è caratterizzato dall’elevata velocità di crociera dei velivoli (> 800 km/h) che garantisce tempi di spostamento nettamente inferiori, su lunghe distanze (> 1000 km), a quelli degli altri modi di trasporto. È necessario tenere conto che, con riferimento al carico, al tempo impiegato in volo, a velocità di crociera, vanno sommati: – i tempi di trasferimento dal produttore al terminal aeroportuale e dal terminal al cliente; – i tempi di carico/scarico e movimentazione ai terminal; – i tempi di attesa prima del decollo e quelli di attesa in quota prima dell’atterraggio; – il tempo impiegato per salire in quota e discendere in fase di atterraggio. – Nonostante questi aspetti, le consegne door-to-door su lunghe relazioni hanno tempi migliori delle modalità di trasporto concorrenti (es. nave, autotrasporto). E.Padoano, R.Pesenti Trasporto aereo Variabilità dei tempi La variabilità del tempo a bordo della merce dipende: – da eventuali problemi tecnici del velivolo; – da condizioni meteorologiche; – da possibile congestione degli spazi aerei. Nonostante la variabilità del tempo di viaggio sia, per il trasporto aereo, contenuta come misura assoluta, essa assume proporzioni significative se espressa come valore percentuale dei tempi medi di consegna dei trasporti aerei (vedi poste tedesche che hanno abbandonato il treno) E.Padoano, R.Pesenti Trasporto aereo Capacità di carico Le capacità di carico degli aerei cargo hanno ormai assunto valori che garantiscono il contenimento dei costi per tkm. Sicurezza del trasporto Un’ulteriore caratteristica vantaggiosa del trasporto via aereo è il bassissimo tasso di danneggiamento e smarrimento dei carichi: il packaging delle merci deve essere quello sufficiente a garantirne la sicurezza nella movimentazione ai terminali aeroportuali. E.Padoano, R.Pesenti Esempio: “ponte aereo” Torino-Detroit Un accordo tra General Motors e Pininfarina ha generato per 7 anni un ponte aereo per il trasferimento di 8000 scocche all’anno da Torino a Detroit per l’assemblaggio finale. Un attento studio indicò che il trasporto via nave presentava i seguenti svantaggi rispetto al trasporto aereo: – danni nel corso del viaggio, – esposizione alla corrosione marina, – lunghi trasporti di superficie O/D. Fu comunque determinante l’aspetto finanziario: il trasporto via nave era caratterizzato da un elevato immobilizzo di capitale. Il trasporto aereo poteva garantire un numero di scocche in transito tra Torino e Detroit, tra la fine della produzione italiana e l’assemblaggio americano, pari a 300 unità contro più di 1000 scocche richieste dal trasporto marittimo. E.Padoano, R.Pesenti Vantaggi percepibili dagli utilizzatori L’effetto della maggiore celerità del mezzo aereo e quindi della maggiore frequenza di trasferimento si determina in particolare nell’economia derivante dalla possibile riduzione nei livelli delle scorte – minori e più brevi immobilizzi di capitale, – minori costi di mantenimento e gestione degli stock. Ulteriori benefici sono percepibili in termini di riduzione dei costi di assicurazione, di imballaggio e di spese accessorie. Il trasporto diviene parte integrante della produzione grazie alla velocità di trasferimento dei semilavorati. La velocità di trasferimento rende possibile commercializzare rapidamente, in mercati lontani, prodotti con determinate caratteristiche laddove è importante mantenere il vantaggio competitivo (es. campo della moda). E.Padoano, R.Pesenti Componenti di costo La configurazione dei costi del trasporto aereo è paragonabile a quella del trasporto marittimo: – le compagnie di trasporto non sono generalmente proprietarie degli spazi aerei, né dei terminal aeroportuali; – i servizi di aeroporto vengono noleggiati e altri beni acquistati: • carburante, • spazi per rimessa, • tariffe d’uso delle strutture (spazi, tecnologie. personale ecc.) e degli spazi (aerei e aeroportuali); • tariffe per carico/scarico e movimentazione merci. E.Padoano, R.Pesenti Componenti di costo I costi per l’acquisto di velivoli e attrezzature vengono in genere ripartiti su base annuale. Poiché le maggiori inefficienze (consumi, usure ecc.) di un velivolo si manifestano nelle fasi di decollo e atterraggio, i costi variabili possono essere ridotti aumentando le lunghezze dei voli. La combinazione di costi fissi e variabili determinano la svantaggiosità del trasporto aereo sulle brevi distanze: distribuire tali costi, ed in particolare i costi “terminali”, su maggiori quantità di tkm, offre riduzioni dei costi unitari. E.Padoano, R.Pesenti Attività terminali Attività terminali Il trasporto aereo va inserito in un contesto multimodale: i servizi di superficie, che attualmente sono pressoché circoscritti al mezzo stradale, hanno la funzione di concentrare e ridistribuire sul territorio le merci ai/dai terminali aeroportuali. Tali servizi sono regolarmente programmati e trovano posto negli orari delle compagnie aeree; hanno costi ampiamente inferiori a quelli relativi all’aereo. E.Padoano, R.Pesenti E.Padoano, R.Pesenti Configurazione dell’offerta Sono rimaste ormai poche le compagnie aeree che trattano il cargo come un prodotto marginale, i cui proventi servono per contribuire a diminuire i costi operativi del trasporto viaggiatori. Nel caso dell’Italia, dal 1990 Alitalia ha istituito la divisione merci, focalizzando così il cargo come un business a sé stante e non come un’opportunità aggiuntiva al tradizionale traffico passeggeri. E.Padoano, R.Pesenti Le varie fasi a terra comprendono: – ricezione, – istradamento, – immagazzinamento in attesa di imbarco, – recupero e smistamento per il carico. Nei teminal più moderni tali fasi sono controllate elettronicamente con una minima supervisione umana. Le operazione di carico/scarico possono avvenire con l’impiego di rulli meccanizzati che trasportano i contenitori dal piano di carico dentro l’aereo per mezzo di un automezzo con piattaforma meccanizzata. Evoluzione del trasporto aereo merci Spazio aereo A partire dal 1990 è stato avviato in Europa, sulla scorta di quanto già avvenuto negli Stati Uniti, un graduale processo di liberalizzazione del sistema che non dovrebbe essere però deregolamentato totalmente. La liberalizzazione del mercato passa attraverso diverse fasi, in particolare l’assegnazione alle compagnie delle bande orarie, per l’arrivo e la partenza in una data determinata in un certo aeroporto (slot), negli aeroporti comunitari è preceduta dalla determinazione della capacità aeroportuale. Sotto questo aspetto, l’incremento della domanda di trasporto aereo non ha trovato adeguate risposte nelle infrastrutture aeroportuali, spesso congestionate e carenti nei servizi offerti. Le ridotte capacità in termini di slot potrebbero comportare un accesso al mercato solo per i vettori “storici” e per alcuni vettori nuovi meglio strutturati. E.Padoano, R.Pesenti Evoluzione del trasporto aereo merci Evoluzione del trasporto aereo merci Sistemi aeroportuali Il sistema degli aeroporti rispetto ad una certa area geografica si sviluppa, con riferimento ai servizi di trasporto merci, secondo diversi livelli di collegamento: – hub continentale - hub continentale; – hub continentale - hub nazionale/sub-nazionale; – hub nazionale - aeroporto regionale. L’hub è aeroporto centrale rispetto gli altri aeroporti riferibili ad un’area: ad es. per UPS l’hub europeo, collegato direttamente a quello americano, è Colonia, l’hub italiano direttamente collegato a Colonia è Bergamo (Orio al Serio). E.Padoano, R.Pesenti Sistemi aeroportuali Per quanto riguarda l’Italia, lo sviluppo del polo di Malpensa dovrebbe consentire: – una più efficace penetrazione distributiva nell’area padana; – la possibile attrazione di quota parte dei traffici europei; – maggiore competitività per i vettori italiani e per il “sistema Italia” nel suo complesso. E.Padoano, R.Pesenti Evoluzione del trasporto aereo merci Scenari ipotizzabili Terminali aeroportuali I terminali aeroportuali sono una componente fondamentale per garantire funzionalità e livelli di servizio soddisfacenti nell’ambito del trasporto aereo delle merci. Il funzionamento ed i servizi terminali spesso sono fuori dal controllo dei vettori aerei: iter doganali, bancari, assicurativi, aeroportuali ecc. influiscono sul tempo complessivo di transito ognuno in modo determinante. I vettori aerei devono quindi misurarsi con la concorrenza non solo sul piano dell’efficienza del servizio aereo, ma anche: – sul piano dell’efficienza aeroportuale, – sul piano dell’efficienza delle procedure e dei regolamenti doganali e burocratici del paese, – sull’efficienza dei servizi complementari con particolare riferimento ai trasporti di superficie. E.Padoano, R.Pesenti Le strade percorribili dalle compagnie diverrebbero sostanzialmente due: – attuare strategie per fusioni, acquisizioni o alleanze con compagnie operanti in grandi mercati, nonché accordi di franchising con piccole compagnie locali, per ottenere un network mondiale integrato; – rivolgersi ai propri mercati interni o regionali, controllando costi e standardizzando i servizi, al fine di sviluppare il fondamentale ruolo di feeder service. E.Padoano, R.Pesenti Intermodalità Intermodalità Nell’intermodalità la merce è stivata nell’unità di carico (UC) dal mittente ed è distivata dal destinatario: tutti i vettori che intervengono nella catena porta-a-porta, indipendentemente dal modo di trasporto, non intervengono sulla merce ma su UC. L’unità di carico – è tecnicamente predisposta per contenere e proteggere la merce; – è agevolmente trasferibile con adatti mezzi meccanici da una modalità ad un’altra; – è unificata (a diversi livelli) nelle dimensioni e negli organi di presa e fissaggio. E.Padoano, R.Pesenti E.Padoano, R.Pesenti Trasporto intermodale Trasporto combinato strada-rotaia Il container ISO è globalmente unificato secondo le misure anglosassoni e le sue misure sono riferite alle norme americane sul trasporto stradale. Il trasporto combinato strada-rotaia (TCSR) è stato ideato per il semirimorchio stradale europeo e, quindi, la sua unificazione parziale si basa sulle misure decimali ed è riferita alle norme stradali europee. E.Padoano, R.Pesenti Trasporto “non accompagnato”: aspetti tecnici Caratteristica fondamentale è l’indipendenza della UC durante il trasporto in quanto: la UC non è accompagnata, solo le istruzioni ed i documenti ne guidano il percorso. Le UC classiche del TCSR sono: – il semirimorchio; – la cassa mobile; – il container terrestre. E.Padoano, R.Pesenti Trasporto “non accompagnato”: aspetti operativi Trasporto “non accompagnato”: aspetti tecnici Un’ulteriore classificazione suddivide le UC in: – UC attive (semirimorchio) in quanto essendo dotate di un proprio rodiggio possono essere mosse su strada con la semplice trazione; – UC passive (cassa mobile e container) che per essere mosse su strada richiedono di essere caricate su un mezzo rotabile. Per le casse mobili si sono adottate le stesse misure e gli stessi organi di aggancio del container, in questo modo (salvo rare eccezioni) sia i veicoli ferroviari che quelli stradali sono adatti per il trasporto promiscuo di entrambe le UC. E.Padoano, R.Pesenti La UC diventa l’oggetto del trasporto ed essa può essere affidata sulle diverse tratte al vettore più adatto (dal punto di vista economico e organizzativo): ogni operatore sviluppa quindi una sua attività specialistica e ad alta produttività. E.Padoano, R.Pesenti Trasporto “non accompagnato”: aspetti operativi Lo “spedizioniere” deve inserirsi in una struttura integrata che coinvolge: – a livello operativo di base non meno di 5 operatori specializzati: 2 trazionisti terminali, 2 terminalisti, la componente ferroviaria; – a livello organizzativo e gestionale superiore (elemento centrale del TCSR) la “società di traffico”. E.Padoano, R.Pesenti Il TCSR non accompagnato intende offrire agli utilizzatori del trasporto terrestre gli stessi vantaggi che il container offre nel campo marittimo: – servizio porta a porta senza rotture di carico; – concentrazione di traffico sulle tratte intermedie di maggiore lunghezza; – riduzione dei costi fissi d’impresa; – elevata flessibilità. Trasporto “accompagnato”: aspetti tecnici Più che di TCSR si tratta di trasporto “integrato” perché consente di integrare due modalità di trasporto in cui l’autotrasporto mantiene impegnate tutte le sue risorse (mezzi e personale) durante l’utilizzo del treno. Esso è caratterizzato da: – carico orizzontale autonomo delle UC; – utilizzo di carri ultrabassi; – limitato spazio e attrezzature nel terminal. Questa tecnica è attualmente adatta per estendere il trasporto combinato ai paesi dell’Est, caratterizzati da: • un mercato dei trasporti ancora in fase evolutiva; • scarsità di imprese adatte al trasporto combinato; • basso impiego di capitali ai fini del trasporto merci. E.Padoano, R.Pesenti Trasporto “accompagnato”: aspetti operativi Trasporto “accompagnato”: aspetti operativi Il trasporto accompagnato rimane una tecnica di integrazione modale circoscritta e valida: – ove motivi esterni al trasporto (normativi o naturali) creano condizioni artificiose che lo rendono utile o necessario, anche se non conveniente economicamente; – quando situazioni emergenti consiglino di introdurre il trasporto combinato su nuove relazioni di traffico con la modalità tecnicamente più semplice ed a limitata necessità di investimenti. Il livello organizzativo richiesto dal trasporto accompagnato non differisce dal livello normale per il trasporto tutto strada: il personale che accompagna le UC sceglie in ogni momento gli opportuni comportamenti. E.Padoano, R.Pesenti Il trasporto accompagnato riduce a circa 2/3 la capacità di carico utile in merce di un treno rispetto ad un’analoga configurazione in trasporto non accompagnato. E.Padoano, R.Pesenti Evoluzione Le imprese di autotrasporto, in particolare delle regioni come la Sardegna dove non esistono alternative al cabotaggio, hanno già compiuto un notevole sforzo per adeguare la loro flotta ai traffici RoRo; ciò è testimoniato dai dati sull’incidenza del traffico accompagnato (motrice+semirimorchio+autista oppure autocarro+autista) nelle linee a lunga percorrenza (es. Sicilia-porti adriatici, Sicilia-porti liguri e toscani, Sardegna meridionale-porti tirrenici). Mentre agli inizi degli anni '90 essa era del 90¸95% oggi è scesa al 10¸15% e per taluni operatori specializzati addirittura al 4¸5%. Molto maggiore l’incidenza del traffico accompagnato sulle brevi percorrenze oppure sui tragitti internazionali che utilizzano i porti adriatici come porti di transito. Società di Traffico (SDT) La SDT è un’impresa con personalità giuridica della quale sono soci gli operatori del TCSR (ferrovie, autotrasportatori, spedizionieri, imprese interessate al trasporto combinato); in Italia CEMAT. Le funzioni svolte da SDT comprendono: – la commercializzazione del servizio su rotaia; – la disponibilità dei carri ferroviari specializzati; – la funzionalità dei terminal, – la gestione del ciclo operativo di trasporto tra terminal. fonte: PGL E.Padoano, R.Pesenti E.Padoano, R.Pesenti Società di Traffico (SDT) La posizione della SDT si configura: − organizzativamente come l’operatore centrale dell’intero percorso porta a porta cui compete la movimentazione delle UC terminal partenza – terminal arrivo; − commercialmente con il duplice aspetto di: − cliente delle ferrovie (acquisto prestazione trasporto), − fornitore degli operatori di trasporto cui vende la tratta ferroviaria, le operazioni terminali, la regia della prestazione tra terminal. E.Padoano, R.Pesenti Il TCSR (non accompagnato) si presenta come offerta alternativa rivolta al trasporto “tutto strada”: è un mercato secondario del trasporto, in quanto non si rivolge al mittente della merce (domanda primaria), ma all’operatore del trasporto (domanda secondaria). E.Padoano, R.Pesenti Barriere di accesso al TCSR L’accesso al TCSR presenta difficoltà diverse secondo la tipologia d’azienda di spedizione e/o trasporto: – barriera dimensionale, il TCSR non è praticabile operativamente da imprese sotto una certa dimensione; – barriera organizzativa, il TCSR richiede un’evoluzione di impresa che deve orientarsi dalla gestione operativa dei veicoli alla organizzazione del trasporto effettuato da terzi; – barriera psicologica, conseguente alle innovazioni necessarie; – barriera finanziaria, in quanto c’è necessità di formare un parco di UC adatte; – barriera di traffico, dipendente dall’idoneità delle merci da trasportare, dall’equilibrio dei traffici e dai segmenti di clientela da servire. E.Padoano, R.Pesenti Il mercato Prezzo del trasporto combinato Voci di formazione del prezzo 1. Trazioni terminali stradali 2. Trazione ferroviaria Incidenza % sul prezzo Note ~ 17 ÷ 62 f(dist) Non devono essere troppo elevate (30-35 km) per essere convenienti. no insieme a 6. ~ 21 ÷ 71 sì 3. Onere per l’uso delle unità di carico ~2÷5 Fornisce il contributo meno significativo. sì 4. Operazioni di carico/scarico e gestione terminali ~4÷8 Incidenza dipendente dai “tiri gru”. no 5. Nolo carri ferroviari ~ 4 ÷ 15 Incidenza difficilmente riducibile. sì cfr. 3. Voce difficilmente quantificabile. no 6. Attività commerciale ed organizzativa dell’operatore Determinante per il successo del TCSR è 1.; tale voce può raggiungere non di rado il 62% del totale (percorrenze ferr. < 500 km) e compromettere la concorrenzialità del TCSR rispetto il tutto strada. La 2. diviene invece significativa per percorrenze medio-lunghe (> 700 km su percorsi nazionali). E.Padoano, R.Pesenti Componenti di trasporto del TCSR Trasporto ferroviario Il TCSR per le ferrovie presenta: – facilità di esecuzione (treni completi, regolarità di esecuzione, bilanciamento dei carri nei due sensi O/D); – massima redditività dei veicoli e del personale impiegato per la consistente quantità di traffico prodotta; – basso costo di occupazione delle linee e degli scali a parità di prodotto (no smistamenti, no raccolta carri, eliminata la gestione piazzali); – ridotti costi di acquisizione e di commercializzazione, che rimane a carico delle SDT. E.Padoano, R.Pesenti Componenti di trasporto del TCSR Trazione terminale stradale Essa incide sulla convenienza del TCSR, in quanto: – nelle tratte terminali brevi introduce una quota dei suoi costi fissi > del tutto strada su lunghe percorrenze; – si possono far ripercorrere alle UC distanze già percorse nella tratta ferroviaria (si paga due volte); – i costi della trazione stradale risentono delle attese conseguenti alle disfunzioni delle operazioni di carico e di scarico delle merci. E.Padoano, R.Pesenti Il TCSR in Italia Il TCSR in Italia Due elementi vanno, in primo luogo, considerati: • viste le caratteristiche di costo precedenti, il TCSR può essere concorrenziale per percorrenze > 500 km; • in parallelo al TCSR in Italia è presente il trasporto combinato stradamare (traffici con le isole). E.Padoano, R.Pesenti Ai fini di una maggiore validità del TCSR sono stati introdotti nuovi concetti operativi: – il treno shuttle, che, oltre alla velocizzazione della tratta ferroviaria, va incontro alla richiesta del mercato di garantire fasce orarie di consegna delle UC in tarda serata e di ritiro delle UC in prima mattinata; – il terminal gateway, cioè nodi di scambio di UC tra treni diversi attraverso movimentazione verticale e non con lo scambio di carri; lo schema è il seguente: • partenza di treni diretti e completi dai bacini origine; • le UC con differenti destinazioni vengono trasferite dai treni affluenti ai treni defluenti destinati ai bacini destinazione; • partenza dei treni completi e diretti per i bacini di destinazione delle UC. E.Padoano, R.Pesenti Schema funzionale Ruolo delle infrastrutture INTERPORTO Struttura logistica Il trasporto intermodale affida larga parte del livello di efficacia, sicurezza ed economicità che è in grado di esprimere all’utilizzo di una efficiente rete di infrastrutture terminali. Centro direzionale magazzini della società di gestione dell’interporto magazzini di proprietà o gestiti dai privati Il luogo deputato dell’intermodalità, in cui si incontrano e si fondono il fatto organizzativo e la specializzazione dei mezzi, è l’infrastruttura di scambio, il cui ruolo è quindi essenziale per l’efficacia del sistema. Zona doganale Strutture di servizio Struttura ferroviaria Raccordi di servizio Terminal intermodale Scalo ferroviario E.Padoano, R.Pesenti Problematiche per lo sviluppo del TCSR • Carenze infrastrutturali del sistema ferroviario che implicano limitazioni nelle potenzialità dei collegamenti. • Mancanza di connessione diretta delle linee ferroviarie con i terminali intermodali che implicano inoltro dei carri con sosta agli scali di smistamento. • Struttura del mercato dell’autotrasporto (parcellizzato). • Limitata offerta di treni a composizione bloccata. E.Padoano, R.Pesenti E.Padoano, R.Pesenti Le richieste delle aziende (indagine Censis, 1997) Puntualità Il 73% delle aziende incrementerebbe la domanda di trasporto ferroviario in presenza di maggiore puntualità. Rapidità consegne Il 68% delle aziende incrementerebbe la domanda di trasporto ferroviario in presenza di maggiore rapidità. Rapporto qualità/prezzo Le imprese richiedono una gestione più efficiente dei servizi ferroviari in un’ottica di contenimento dei costi e di miglioramento della qualità. Sviluppo centri merci Le aziende manifatturiere chiedono centri e piattaforme multimodali avanzate in grado di offrire una vasta gamma di servizi logistici. E.Padoano, R.Pesenti Trasporto intermodale Intermodalità marittima Caratteristiche specifiche delle UC Container Collegamenti porti-entroterra 700000 600000 500000 S trada Ferrovia 400000 300000 200000 100000 T rie s te V e ne zia R ave nna Nap o li S ale rno L ivo rno L a S p e zia S avo na E.Padoano, R.Pesenti Traffici mediterranei nazionali senza alternativa terrestre E.Padoano, R.Pesenti Vantaggi • compatibile con UC europee • ottimo sfruttamento del trasporto terrestre • minori costi portuali e struttura portuale più snella Svantaggi • non ottimo sfruttamento spazi nave • non impilabilità • pluralità di standard mondiali Diverse UC richiedono tipologie differenti di nave: • Container: prevalenza navi LO-LO a caricamento verticale; • Rotabile: prevalenza navi RO-RO a caricamento poppiero. E.Padoano, R.Pesenti Sistemi e tecniche di trasporto in funzione dei traffici nel Mediterraneo Traffici di feederaggio • • • • Rotabile 0 G e no va L’analisi dello split modale vede la ferrovia in quota minoritaria rispetto alla strada, ciò è dovuto: – all’inadeguatezza delle infrastrutture ferroviarie nei terminal portuali; – alla mancanza di chiarezza a livello legislativo sulle competenze circa le stesse infrastrutture. • • • • Vantaggi sicurezza della merce ottimo sfruttamento spazi nave impilabilità standard mondiale Svantaggi minor volume utile non compatibile con UC europee (europallets) maggiori costi portuali struttura portuale di tipo capital intensive Unità di carico Container ISO (100%) Tipo nave Nave LO-LO Nave Tarros Class Alternative Nave RO-RO Rotaia, strada (dove possibile) Unità di carico Rotabile (84%) Container ISO (2%) Carri ferroviari (14%) Tipo nave Nave RO-RO (prevalente) Nave traghetto FS Alternative Nave RO-RO double stacking Sistemi e tecniche di trasporto in funzione dei traffici nel Mediterraneo Traffici mediterranei nazionali senza alternativa terrestre Traffici mediterranei nazionali con alternativa terrestre E.Padoano, R.Pesenti Unità di carico Container ISO (70%) Tipo nave Nave RO-RO double stack (preval.) Alternative Nave LO-LO Unità di carico Rotabile (100%) Tipo nave Nave RO-RO (traghetto) Alternative Ferroviario tradizionale Intermodale terrestre Tutto strada Trasporto intermodale Trasporto combinato strada-aereo Sistemi e tecniche di trasporto in funzione dei traffici nel Mediterraneo Alcuni aspetti organizzativo-operativi Traffici mediterranei internazionali con alternativa terrestre Unità di carico Rotabile (90%) Container (10%) Tipo nave Nave RO-RO (traghetto) prevalente Nave LO-LO Alternative Ferroviario tradizionale Trasporto combinato Tutto strada E.Padoano, R.Pesenti I vettori aerei effettuano anche “raccolta diretta” che poi pallettizzano nei loro terminali prima di imbarcare le UC: – nelle stive degli aerei all-cargo; – nelle stive degli aerei combi (configurazione mista di aereo a grande capacità con passeggeri e pallet positions di merci). E.Padoano, R.Pesenti Trasporto intermodale Combinato strada-aereo Può altrimenti intervenire un operatore multimodale/agente IATA merci (cioè consolidatore aereo) che risolve in proprio: – raccolta, – passaggio a suo magazzino, – pallettizzazione su pallets aeronautici, – trasferimento con camion a rulliera dal centro di consolidazione all’aeroporto, – emissione documentaria internazionale, – scelta del routing dei voli aerei e delle connessioni, – tracing dei voli su terminal computer, – deconsolidazione e consegna finale (via strada) attraverso la sua rete di filiali, agenti o corrispondenti (es. Federal Exp). E.Padoano, R.Pesenti È il più recente tra i sistemi intermodali, tuttavia è in continua crescita vista l’estrema rapidità e sicurezza nel trasferimento delle merci (lunghe distanze). Scenari evolutivi del trasporto merci e della logistica Scenari generali della mobilità merci Lo scenario evolutivo può essere così prefigurato: – riduzione della movimentazione delle materie prime a favore dei semilavorati; – diffusione dei punti di consumo e produzione dei beni, in aree mondiali aggregate e diversificate; – mondializzazione ed accelerazione dell’interscambio commerciale mondiale; – internazionalizzazione e semplificazione dei traffici comunitari; – sofisticazione della domanda di mobilità (door to door, just in time, total quality); – razionalizzazione e terziarizzazione della logistica distributiva; – insorgere di ostacoli e costi, prodotti dalla politica di difesa dell’ambiente (sviluppo sostenibile, carbon tax ecc.). E.Padoano, R.Pesenti Conseguenze: terziarizzazione della logistica Conseguenze: terziarizzazione della logistica Vantaggi Economici • • • Finanziari • • • Operativi • • • • • riduzione costi variabilizzazione costi certezza costi investimenti in strutture fisse investimenti in scorte obsolescenze livello di servizio elevato servizio costante (punte) servizio misurato flessibilità ai cambiamenti management libero per altro E.Padoano, R.Pesenti Da parte delle aziende esiste comunque una certa esitazione a delegare completamente la logistica per timori di vulnerabilità e per sfiducia nei confronti del trasportatore. Tali diffidenze possono essere superate cercando una partnership fornitore-azienda che consenta lo sviluppo in termini organizzativi e operativi, economie di scala, effetti sinergici. E.Padoano, R.Pesenti Conseguenze: trasporti Conseguenze: caratterizzazione dell’offerta Nella scelta della terziarizzazione, sempre meno sarà richiesto trasporto puro: si aggiungeranno ad esso altri servizi: – il fornitore di servizi logistici dovrà offrire una gamma di servizi molto ampia ed articolata, integrando “segmenti” di attività anche eseguiti da molti operatori; – la tecnologia base della logistica passa dal “fare” allo “organizzare” e dalla gestione dei flussi “fisici” alla gestione delle informazioni; – il rapporto cliente-fornitore deve evolversi verso una partnership di lungo termine. Inoltre, due nuove esigenze dovranno essere soddisfatte da chiunque svolga attività di trasporto: – assicurazione di qualità; – gestione delle informazioni in tempo reale. E.Padoano, R.Pesenti Negli scenari prefigurabili, risultano superate le modalità di trasporto lente e di massa, mentre risultano emergenti la modalità stradale e aerea, dinamiche e flessibili, ma inquinanti. L’intermodalità è allora indicata come sistema misto di traffico indispensabile per mediare ecologicamente ed economicamente mare e rotaia (“puliti”) con strada e aereo (“sporchi”). Infatti – l’unitizzazione dei carichi, – le mega-navi portacontenitori e i treni blocco, – la riduzione dei tempi di sosta nei porti e negli scali, recuperano vantaggi competitivi in favore di mare e ferro. E.Padoano, R.Pesenti Conseguenze: trasporti L’intermodalità necessita però: • di un sistema di operatori qualificati, • di un sistema infrastrutturale funzionale (poli intermodali, piattaforme logistiche). L’operatore in trasporto multimodale (MTO) Il produttore (o l’acquirente) che debba trasferire le proprie merci dal punto di produzione a quello di consegna, attraverso segmenti diversi di trasporto, ha due alternative: – avvalersi di un MTO che gli risolva il tutto in modo ottimale assumendosi tutte le responsabilità, inclusi i tempi di resa complessivi da porta a porta. – ... E.Padoano, R.Pesenti L’operatore in trasporto multimodale (MTO) – gestire tutto il trasferimento in proprio negoziando con vari subfornitori i differenti segmenti: • ritiro con mezzi locali, • passaggio al magazzino di consolidazione o al terminale, • tratta stradale su gomma (o rotaia) fino al porto, aeroporto o terminale ferroviario dell’intermodalità, • reperimento containers, • posizionamento containers, • trattativa del nolo con la nave, la ferrovia o l’autotrasportatore, • scarico al terminale d’arrivo, • operazioni doganali, • necessità documentarie, • coperture assicurative, • riconsegna dal terminale al domicilio finale. E.Padoano, R.Pesenti E.Padoano, R.Pesenti L’operatore in trasporto multimodale (MTO) La funzione fondamentale dell’MTO è di garantire il trasferimento delle merci da O a D – rispondendo di eventuali danni alle cose ovvero di mancate consegne, – organizzando l’intera catena trasportistica necessaria nonché le operazioni accessorie previste contrattualmente. Si differenzia evidentemente dalla funzione, prevalentemente di intermediazione, dello spedizioniere. L’MTO si pone quindi come unico responsabile, nei confronti di un’azienda, in grado di soddisfare le esigenze di mobilità delle merci dell’azienda stessa. E.Padoano, R.Pesenti L’operatore in trasporto multimodale (MTO) L’operatore in trasporto multimodale (MTO) Esempio: trasporto combinato strada-rotaia. Il valore aggiunto dall’MTO è rappresentato da: • uso del semirimorchio o della cassa mobile dell’MTO; • trazioni su gomma per il posizionamento e i trasferimenti stradali per e dal terminal ferroviario; • alcune volte il suo magazzino per la consolidazione delle merci; • la parte documentaria e di sincronizzazione; • la negoziazione dei sollevamenti ai terminali e le trazioni ferroviarie. E.Padoano, R.Pesenti Le caratteristiche strutturali ed organizzative di un MTO devono comprendere: – management avanzato; – capacità finanziaria; – dotazione infrastrutturale per la manipolazione merci; – dotazione infrastrutturale per lo stoccaggio (nei casi di servizi di logistica distributiva); – rete organizzativa e commerciale a livello internazionale; – network telematico. E.Padoano, R.Pesenti L’operatore in trasporto multimodale (MTO) Candidati al ruolo di MTO sono: • gli armatori (es. Nedlloyd), in conseguenza all’esigenza della tecnica container; • gli spedizionieri (es. Danzas, Kuhne e Nagel), che detengono il contatto diretto con i proprietari delle merci; • i vettori aerei; • i vettori ferroviari, con proprie strutture integrate (es. CEMAT). L’operatore logistico (LO) La razionalizzazione per il soddisfacimento delle necessità logisticodistributive della produzione è da intendere come anello finale per una efficace consegna delle merci ai punti di vendita o consumo. L’operatore logistico gestisce e offre attività per la logistica integrata distributiva. Tale servizio, in imprese di logistica altamente strutturate, può essere concatenato ai servizi di intermodalità dell’MTO. La versione più strutturata di MTO trasferisce quindi nei propri impianti la funzione di stoccaggio e gestione delle scorte del cliente produttore, per provvedere poi alla distribuzione fisica finale. E.Padoano, R.Pesenti E.Padoano, R.Pesenti L’operatore logistico (LO) Le prestazioni possono estendersi fino ad interventi che sono da considerare di completamento della fase produttiva o di assistenza post-vendita. Esempio: se nei magazzini dell’MTO sono stoccati pneumatici e dischi ruota di due diversi fabbricanti, all’MTO può essere richiesto l’assemblaggio dei due componenti per consegnare all’industria automobilistica la ruota completa. E.Padoano, R.Pesenti L’operatore logistico (LO) Metodi di selezione di un operatore logistico: • richiesta di un’offerta RFQ (Request For Quotation) per il servizio richiesto sulla base di una formale specifica dello stesso (vedi schema contratto), con volumi e tempistiche previste e un questionario informativo sul potenziale fornitore. • Applicazione del TQRDCE (Technology, Quality, Reliability, Dependability, Cost, Environment) per l’analisi delle offerte ricevute. E.Padoano, R.Pesenti Le piattaforme logistiche L’operatore logistico (LO) Spinte verso la terziarizzazione: • globalizzazione economia, • distribuzione pan-europea (la caduta delle barriere doganali riduce la necessità di magazzini nazionali), • logistica “time critical” (veloce), • logistica “time definite” (puntuale). È un’estesa superficie (ordine del milione di m2) nella quale sono comprese sia differenti modalità di trasporto che servizi logistici per le imprese. L’area è infatti finalizzata ad ospitare centri di distribuzione ed aziende di logistica che operano su larga scala, ad esempio a livello continentale. Problematiche (umane): • perdita di posti e e potere nell’industria, crescita occupazione nei servizi, • il logistico interno può mirare a diventare un Account Service Manager per il LO. E.Padoano, R.Pesenti E.Padoano, R.Pesenti Le piattaforme logistiche Due condizioni sono essenziali perché una piattaforma logistica possa svilupparsi: – deve essere ubicata in un baricentro territoriale ed economico dove sia possibile concentrare servizi da offrire, tra cui quelli di terminal intermodale in condizioni di ricevere e/o formare treni completi per collegamenti diretti con altri attrattori e/o generatori di traffico come porti, aeroporti, centri logistici ecc.; – deve essere dotata di un sistema informativo che permetta di svolgere una funzione preminente nell’organizzazione e nel raggruppamento dei flussi di traffico: infatti le PL devono configurarsi come centri atti alla razionalizzazione del sistema di trasporto per alleggerire, attraverso l’intermodalità, il carico sulle arterie stradali. E.Padoano, R.Pesenti L’aumento della competizione porta a delegare sempre più attività a fornitori esterni di servizi logistici (= acquisto anziché autoproduzione). Il fenomeno, iniziato coi trasporti, si va estendendo anche a tutte le altre attività di logistica “esterna”. I fornitori di “servizi logistici integrati” (MTO, LO) sono per lo più degli operatori di trasporto che hanno allargato la gamma di servizi, ma stanno nascendo gli specialisti. E.Padoano, R.Pesenti Conclusioni Sempre di più il fornitore diventa partner a lungo termine, per cui i fattori chiave di successo sono: – solidità azionariato, – qualificazione del management, – sistema informativo e rete di comunicazioni, – rete distributiva specializzata (non collettame), – capacità di riprogettare sistemi logistici. E.Padoano, R.Pesenti Conclusioni