NUE 112 - Associazione Nazionale Vigili del Fuoco Volontari

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NUE 112 - Associazione Nazionale Vigili del Fuoco Volontari
Anno XXIX - no 1 Gennaio/Febbraio 2015
Via Palmieri, 47 Milano - Spedizione in abbonamento postale - 45% - art.2 comma 20/b legge 662/96 - Fil .di Milano
ADERENTE ALLA FEDERAZIONE MONDIALE
DELLE ASSOCIAZIONI VIGILI DEL FUOCO
VOLONTARI (F.W.V.F.A.)
1
G ENNAIO /F EBBRAIO 2015
RIVISTA UFFICIALE DELL’ASSOCIAZIONE
NAZIONALE VIGILI DEL FUOCO VOLONTARI
Direttore Responsabile
Antonio Ascanio MANGANO
Segreteria Editoriale
Fabio MARANGONI
Comitato di Direzione
PRESIDENTE NAZIONALE: Roberto MUGAVERO
PRESIDENTE D’ONORE: Gino GRONCHI
VICE PRESIDENTI NAZIONALI: Luca BONELLO,
Rolando FAGIOLI e Giuseppe PARRINELLO
CONSIGLIERI NAZIONALI:
Lorenzo AROSIO, Sergio AURELI,
Claudio BALLESIO, Paolo BARBIN,
Alberto BIDDOCCU, Diego CORIASCO,
Paolo CORBETTA, Giancarlo GIACHINO
e Damiano LANDI.
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saranno utilizzate al solo scopo di inviare la rivista o comunicazioni concernenti l’abbonamento (Legge 675/96 sulla tutela dei dati personali).
Pubblicità Inferiore al 70%
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EDITORIALE DEL PRESIDENTE
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CESOIE E PELUCHES
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TRENTINO, SCUOLA UNICA PER PERMANENTI E VOLONTARI
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CARLO GALIMBERTI, L’UOMO, IL POMPIERE, L’ATLETA
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NUE 112 IN EUROPA: MODELLI E TENDENZE
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IL POMPIERE APPESANTITO DAGLI EQUIPAGGIAMENTI SUPPLEMENTARI
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BUON VIAGGIO LUIGI CERRI
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CORSO SULLA SICUREZZA STRADALE IN MEMORIA DI CAROTTA
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AUTOMOBILI: SALVATAGGIO PIÙ RAPIDO GRAZIE A UN CODICE QR
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ISTRUTTORI VOLONTARI
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BREVISSIME
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I VVF VOLONTARI NON “IDONEI” PER LE CALAMITÀ
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VDA: FIRMATO ACCORDO, VVF VOLONTARI IN PRIMA RISPOSTA, SEMPRE
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LA FRANCIA TENTA D’ARGINARE LA CRISI DEL VOLONTARIATO
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LE AUTO IBRIDE DI EXPO NON FARANNO SOCCORSO
46
CORPO NAZIONALE DELLA PROTEZIONE CIVILE, C’È DEL VERO?
47
Aut. Trib. Milano n. 855/89
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EDITORIAL
EDITORIALE
EDITORIALE
Il presente editoriale è focalizzato sugli aggiornamenti relativi ad importanti innovazioni, frutto del lavoro svolto in questo mandato e con uno sguardo al futuro,
messe in campo nell’ottica di crescita sia della struttura che dell’organizzazione
associativa volte ad una sempre maggiore efficacia ed efficienza nei servizi ai soci
e nel funzionamento interno.
Nel triennio 2013-2015 il Consiglio Nazionale ha operato una serie di scelte, dal
taglio moderno ed attuale, volte a migliorare il servizio offerto agli associati e ad
aumentare ulteriormente la già indiscussa rappresentatività posseduta sia a livello locale che nazionale.
A tale proposito una delle ultime novità introdotte è stata il trasferimento della
Sede Nazionale in una nuova struttura adeguata alle rinnovate esigenze associative, dotata di servizio multilingue (Inglese, Francese e Spagnolo), attrezzata per
la gestione documentale e della corrispondenza e con segreteria specializzata nel
settore del volontariato dei Vigili del Fuoco e della Protezione Civile.
A questa innovazione si accompagna anche un’altra grande novità riguardante la
fornitura, per ogni coordinamento regionale, sezione provinciale e delegazione
comunale costituite ed in regola con il tesseramento, di un proprio indirizzo di
posta elettronica presso il dominio associativo anvvfv.org che potrà essere utilizzato quale strumento di comunicazione ufficiale sia tra soci che verso l’esterno e
al quale verranno indirizzate le news relative all’attività associativa svolta, le circolari ministeriali e le comunicazioni di interesse e, in futuro, tutta quella documentazione utile alle attività presso i distaccamenti e le sezioni di protezione civile.
Per qualsiasi necessità e supporto gli associati possono quindi da oggi contattare la Sede Nazionale all’indirizzo A.N.VV.F.V. Via P.
Cavezzale 8, 10124, Torino, Telefono 011/8888.23, Fax 011/197.924.86. L’orario di apertura della Segreteria è dal Lunedì al Venerdì
dalle ore 9.00 alle ore 12.30 e dalle ore 15.00 alle ore 18,30 mentre l’orario di ricevimento del pubblico è dal Lunedì al Venerdì dalle
ore 9.00 alle ore 12,30 e Lunedì e Martedì dalle 15.00 alle ore 18,30.
-per la Sede Nazionale: [email protected]
-per l’Ufficio Amministrativo : [email protected]
-per l’Ufficio Patrimonio, Donazioni e Comodati : [email protected]
-per il Tesseramento: [email protected]
-per la Posta Certificata: pec: [email protected]
Si ricorda inoltre che aggiornamenti ed informazioni sono disponibili sul sito internet nazionale http://www.anvvfv.it
Roberto Mugavero
EDITORIALE
EDITORIALE
Eventuali comunicazioni via posta elettronica, ed indirizzate agli uffici associativi, possono essere poi inviate ai seguenti recapiti email:
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VFV GENNAIO/FEBBRAIO 2015
EDITORIAL
Lettori e pompieri,
EDITORIALE
mentre – è bene ricordarlo – le sole Organizzazioni Sindacali stanno
discutendo il NOSTRO nuovo regolamento, in incontri presieduti dall’Ing.
Cosimo Pulito (Direttore Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza
Tecnica…); apprendiamo che l’Amministrazione – dopo aver preso nota
delle criticità segnalate dalle OO.SS. - provvederà alla stesura d’un nuovo
testo (ormai abbiam perso il conto).
Buona lettura
PS: approfondiremo la cosa sul prossimo numero, vi anticipo che nel
Varesotto, qualora i distaccamenti VVF volontari non abbiano almeno 5
unità disponibili in sede, dovranno essere “allertati con ritardo” tale da
giungere sul target contestualmente o successivamente alla sq. permanente.
Questo quanto disposto dal Comandante Provinciale, Ing. Paolo Maurizi,
recentemente insediatosi. Provvedimento simile era stato preso dal collega,
comandante a Livorno nel 2010, Alessandro Carraresi.
[email protected]
twitter@pompieri
https://www.facebook.com/pompieri.vfv
[...] Qualora la squadra di volontari, in presidio fisso, sia costituita
da un numero di unità inferiore a n° 5 /(cinque), dovrà essere considerata ed utilizzata come “supporto” alle ordinarie squadre VF e,
quindi, in caso di necessità (p.e. carenza personale e/o mancanza
di acqua,), attivata dopo l’invio delle ordinarie squadre di soccorso competenti per territorio in modo tale che, salvo casi particolari, l’intervento dei vigili volontari possa essere contestuale o sucessivo a quello dei colleghi permanenti. [...]
@pompieri
Si ringraziano: Matteo Cattani, Marco Torriani,
Claudio Mignot, Simone Mainini, Tiziano Pojer, Roberto Zanin,
Massimo Barbon, Andrea Rabbolini e Andrea Cappello.
VFV GENNAIO/FEBBRAIO 2015
EDITORIALE
Prima di lasciarvi alla lettura della rivista, vorrei inviarvi a leggere
attentamente l’articolo di pagina 32: il Sottosegretario Bocci – rispondendo
per iscritto ad una interrogazione – ha ribadito che il dispositivo di
soccorso messo in atto un anno fa per l’alluvione dell’Emilia fosse idoneo,
sufficiente e conforme alle procedure (i VVF volontari locali non erano stati
per nulla utilizzati). I nostri automezzi, invece, (quelli acquistati con risorse
locali e relativi sacrifici) sono “autorizzati” all’impiego in calamità (con
solo personale permanente). Questo non l’ha detto Bocci ma è accaduto
veramente con la piattaforma aerea del distaccamento di Chiari (BS),
“prelevata” e partita alla volta della Toscana dove imperversava il
maltempo.
EDITORIALE
EDITORIALE
I colleghi dei nostri distaccamenti volontari, intanto, sono alle prese coi
problemi di sempre cercando di garantire un servizio il più professionale e
continuativo possibile. Un esempio di “agevolazione”: un nostro VF
volontario, per ottenere la patente di II categoria, deve fare un corso
(diurno e feriale) di 4 settimane (144 ore tra teoria e guida). Non potrà
(ovviamente?) guidare in soccorso gli automezzi per i quali la patente lo
abilità; per quello occorrerà la patente di III categoria.
Senza nulla voler togliere al corso “ministeriale”, senz’altro più che ben
fatto (anche se fruibile solo da disoccupati), abbiamo visionato il programma
d’un corso analogo previsto per i VVF volontari della Provincia Autonoma
di Trento. Per ottenere la patente “C” e guidare i mezzi di quella categoria
anche in soccorso, i colleghi trentini frequentano 42 ore di lezioni, tutte in
orario serale e prefestivo. Quasi tutte le lezioni vengono svolte in ambito
“distrettuale” – quindi in luogo vicino alla propria residenza – e il personale
docente è quello della Scuola Provinciale Antincendi.
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CESOIE
E PELUCHES
Incidenti stradali con bambini coinvolti? Per fortuna accade
raramente ma, per alleviare lo stress ai bimbi coinvolti, la
Federazione VVF Volontari del Trentino ha ideato e fatto
produrre un pupazzo/pompiere per arginare il dolore dei
piccoli malcapitati.
opo un lungo lavoro di studio e programmazione,
è arrivato il peluche anti trauma, uno strumento
finalizzato ad alleviare il panico, il disagio o semplicemente il disorientamento che un bambino in tenera
età si può trovare ad affrontare in caso di incidente.
È scientificamente provato infatti, che un episodio particolarmente ansiogeno, quale potrebbe essere un incidente stradale, può degenerare in seguito con reazioni
post traumatiche da stress, con grosse ripercussioni
nell’ambito comportamentale nonché affettivo dei bambini. L’utilizzo di uno strumento come un peluche può
ottenere lo scopo di distrarre momentaneamente il
bambino, permettendogli di sfogare o almeno arginare il
dolore abbracciando il peluche ed inconsciamente
distendersi osservandone il viso, particolarmente rassicurante grazie all’utilizzo di un sorriso molto ampio ed
occhi grandi, spostando poi l’attenzione tramite la foggia della “divisa” che indossa, che si richiama in modo
stilizzato a quella indossata dal/dai soccorritore/i, con i
quali il bambino è costretto suo malgrado a confrontarsi.
D
L’immagine del Vigile del Fuoco che soccorre un bambino ha da sempre commosso l’immaginario collettivo,
con questo piccolo contributo la Federazione dei Corpi
VVF Volontari della PAT ha cercato di esprimere concretamente la volontà di miglioramento, di attenzione ai più
piccoli, di vicinanza a chi si trova improvvisamente a
dover affrontare il dolore, non solo con l’intervento
mediante le attrezzature tecnologicamente più avanzate, ma anche usando come risorsa un morbido peluche
da stringere e con cui interagire nel momento del panico. Il progetto del pupazzo Helliot è stato realizzato dall’artista Fulvio Bernardini, autore del fumetto “Pompiere
Junior”, che da anni segue il mondo dei VVF volontari e
lavora quotidianamente con bambini e ragazzi per la
realizzazione dei suoi lavori.
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IL TRENTINO
TORNERÀ AD
AVERE
UN’UNICA
SCUOLA PER
PERMANENTI E
VOLONTARI.
ESCLUSO INVECE
L’ACCORPAMENTO DELLE
CASERME.
La Legge Provinciale 1 luglio 2011 n°9 aveva affiancato, alla Scuola Provinciale Antincendi (SPA)
un’apposita Scuola della Federazione dei Corpi VVF
Volontari. Gli istruttori (volontari) di quest’ultimo
organismo avevano anche partecipato ad un corso
presso la SFO (Scuola Formazione Operativa - si
veda foto) di Montelibretti – Roma.
Recentemente l’Assessore provinciale Mellarini ha
dichiarato che le due scuole verranno accorpate:
«Ci sarà – ha detto l’assessore – un’unica scuola di
formazione per i permanenti e per i volontari, che
accorperà le due attualmente in attività. Sarà una
struttura che porrà al centro la formazione come
scelta strategica per fare del Trentino una terra di
eccellenza anche in questo campo. Attraverso
un’adeguata e costante formazione infatti, faremo
ancora meglio prevenzione e daremo più sicurezza
ai cittadini e al territorio.».
Il presidente della Federazione, Alberto Flaim, ha
invece escluso che la fusione di alcuni Municipi
possa invece portare all’accorpamento delle rispettive caserme di vigili del fuoco volontari. La Legge
Provinciale 24/1954 prevede infatti uno o più corpi
VVF volontari per ciascun comune, oppure consorziarsi con municipi vicini. Alla domanda sull’eventuale accorpamento delle caserme ha così risposto:
«I nostri corpi comunali rispondono alle esigenze
del proprio territorio, anche in merito a tempi di
risposta, tempi molto inferiori alla media nazionale.
Corpi di tipo comunale, come da nostra tradizione
e nostra storia, riescono a dare massima attenzione
in merito ad aspettative di sicurezza dei nostri cittadini.».
In merito alla fusione dei municipi di Ledro e
Comano, con caserme VVF restate separate, ha
detto che non avrebbe avuto senso accorparle, l’unione non avrebbe portato ad alcun risparmio, anzi
avrebbe portato ad un finanziamento inferiore da
parte della Provincia. «Cosa importantissima è la
conoscenza del territorio ed il sentimento d’appartenenza dei nostri vigili al proprio territorio; personale che deve sentirsi motivato alla risposta e che
rischieremmo di perdere.».
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CARLO GALIMBERTI
L’UOMO
IL POMPIERE
L’ATLETA
Un uomo il cui successo sportivo, fatto di medaglie
olimpiche e di innumerevoli titoli internazionali e nazionali, non poté piegare o scalfire la spirito indomito di un
vigile del fuoco esemplare, non meno della sua straordinaria e storica levatura agonistica.
"Realizzatore intelligente e forte
della volontà e degli ordini dei suoi
Superiori – scrisse di lui il suo
Comandante all'indomani della tragica morte - trascinatore di uomini
col mezzo infallibile dell'esempio,
sprezzava al massimo grado il pericolo col quale amava cimentarsi al
metro delle sue doti eccezionali fisiche e morali".
Richiamare all'evidenza le doti di uomo e di "pompiere",
in una figura storica resa più famosa dai ripetuti titoli
olimpici, compresa una medaglia d'oro e due d'argento,
ha il merito e la funzione di rappresentare, alle generazioni che interpretano oggi il servizio di soccorso, i valori intramontabili che accomunano l'impegno sportivo e
lo spirito di solidarietà.
La pubblicazione del libro è iniziativa del Gruppo
Sportivo del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di
Milano, intitolato a Carlo Galimberti, stesura coordinata
dal Direttore Ginnico Sportivo dott. Andrea Vivian.
Carlo Galimberti un campione insuperato della pesistica italiana, un eroe del soccorso, un maestro di professionalità e di vita.
"Istruttore impareggiabile, sapeva improntare della sua
forte personalità gli allievi ed infondere in essi il suo
ardore ed il suo slancio inesauribili".
Un esempio, quindi, un modo di essere di cui oggi non
solo celebriamo il ricordo, ma dobbiamo riconoscere
l'immutato bisogno.
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Carlo Galimberti
L’uomo – Il pompiere – L’atleta
Pgg. 84
Responsabile progetto: Andrea Vivian
Autori dei testi e ricerca storica: Francesco Bonacossa;
Claudio Di Francesco; Attilio Rinaldo e Serenella
Scanziani.
QR CODE: video sulla storia di
Carlo Galimberti a questo link:
https://youtu.be/JQMyNeAexXM
Chi fosse interessato all’acquisto
del testo può rivolgersi al Museo
Storico VVF Milano:
[email protected]
VFV GENNAIO/FEBBRAIO 2015
NUE 112
NUMERO UNICO
DI EMERGENZA 112
IN EUROPA:
MODELLI
E TENDENZE
A cura di Marco Torriani
Il Numero di Emergenza
Europeo 112
L’ultimo report dell’Eurobarometer Survey n. 368/2013
in confronto al 2012, riporta che la maggior parte degli
intervistati nell’Unione Europea non hanno familiarità
con il 112 come un numero di emergenza europea:
appena oltre un quarto (27%) sa identificare correttamente il 112 come il numero da chiamare ovunque
nell’UE in caso di emergenza. In cinque paesi, il 50%
degli intervistati identifica spontaneamente
il 112 come il numero da chiamare per servizi di emergenza da qualsiasi parte dell’UE:
Polonia (57%), Slovacchia (55%), Finlandia (54%),
Lussemburgo (53%) e Repubblica Ceca (50%). La
conoscenza delle funzionalità europea del 112 è
aumentata di oltre cinque punti percentuali a Cipro
(24%, + 11), Belgio (48%, + 9) e Spagna (30%, + 9),
seguita dalla Slovacchia (55%, + 8), Slovenia (30%, + 8)
e Lettonia (28%, + 6). La conoscenza della funzionalità
europea è
diminuita di oltre quattro punti percentuali in Bulgaria
(37%, -6) e Germania (17%, -4). Oltre un terzo degli
intervistati (36%) che hanno viaggiato in un altro paese
dell’UE almeno una volta negli ultimi 12 mesi, hanno
mostrato una maggiore consapevolezza del 112 rispetto alle persone che non hanno viaggiato.
Quattro intervistati su 10 (39%) che hann viaggiato
all’interno dell’UE almeno due volte
negli ultimi 12 mesi hanno correttamente identificato il
112, ma diminuisce al 28% tra coloro che hanno viaggiato nell’UE una sola volta eancora al 23% tra coloro
che non viaggiano inqualsiasi altro paese UE.
Appena oltre la metà (51%) di tutti i cittadini dell’Unione
europea dicono che chiamano 112 in caso di emergenza nel proprio paese. Gli stessi dicono anche che chiamerebbero un numero di emergenza nazionale.
L’87% degli intervistati sono in grado di elencare almeno un numero di emergenza corretto quando è stato
chiesto quale numero chiamare in caso di emergenza
nel proprio paese. Di questi, 32% menziona il 112, il
34% cita un numero di emergenza nazionale ufficiale e
il 14% menziona il 112 e anche un numero nazionale.
La quota di intervistati che chiama il 112 nelle proprie
aree del paese va dal 96% in Svezia al 2% in Grecia.
La consapevolezza del 112 come un numero di emergenza nazionale è aumentato nella maggior parte degli
Stati membri, aumentando più in Italia (35%, + 16),
Belgio (49%, + 8) e Spagna (73%, + 8).
Il 39% degli intervistati dicono che chiamano il 112 in un
VFV GENNAIO/FEBBRAIO 2015
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NUE 112
caso di emergenza è stata più alta in Finlandia (96%) e
più bassa in Grecia (3%), Romania (98%) e Regno Unito
(4%). Le informazioni sul numero di emergenza europeo
112, nel (69%) non sono pervenute durante l’anno precedente, mentre solo poco più di un quarto (28%) ha
incontrato qualche tipo di informazioni su di esso. In
Slovacchia, Romania e Polonia la maggioranza degli
intervistati ha ricevuto informazioni circa il numero di
emergenza 112 negli ultimi 12 mesi. Ma in Grecia e in
Italia solo il 9% degli intervistati ha visto o sentito tutte
le informazioni. Il 63% delle persone che sono state
informate circa il numero 112 hanno ottenuto informazioni tramite la televisione. Tuttavia, i giornali erano la
fonte più comune di informazioni circa il 112 in quattro
Stati membri: Finlandia, Lussemburgo, Germania e
Austria.
Il contesto legislativo
europeo
1991 decisione del Consiglio del 29 luglio:
Articolo 1, comma 1.
Gli Stati membri assicurano l’introduzione del numero
112 nelle reti telefoniche pubbliche, nelle future reti digitali integrate nei servizi nonché nei servizi pubblici
mobili come numero unico europeo per chiamate di
emergenza.
La statua del Manneken-Pis è il simbolo di Bruxelles, viene spesso
vestito con uno dei suoi 654 costumi: il 12 febbraio (European 112
Day) era vestito così.
contesto nazionale ma anche identificano il 112 come il
numero di emergenza europea. Questo è un cambiamento molto leggero rispetto ai 2012, quando il 38% di
popolazione di questo gruppo era in grado di identificare il 112 come numero tutta l’UE.
L’utilizzo del Numero di
Emergenza Europeo 112
Il 46% di chi ha chiamato un numero di emergenza dice
che ha chiamato solo il 112, mentre il 52% afferma che
ha chiamato un numero nazionale. Situazione invariata
rispetto al 2012.
Tuttavia, quando si risponde spontaneamente, il 35%
degli intervistati che ha chiamato un numero di emergenza, dice che ha chiamato solo 112, mentre 62%
dice che hanno chiamato un numero nazionale.
La quota di intervistati che ha chiamato solo il 112 in
8
2002 direttiva del Parlamento del 7 marzo
(Direttiva Servizio Universale):
Articolo 26, comma 1.
Gli Stati membri provvedono affinché... tutti gli utenti
finali di servizi telefonici accessibili al pubblico, ed in
particolare gli utenti di telefoni pubblici a pagamento,
possano chiamare gratuitamente i servizi di soccorso
digitando il numero di emergenza unico europeo 112.
2003 Raccomandazione della Commissione
del 25 luglio:
Articolo 1. Gli Stati membri devono applicare le condizioni e i principi armonizzati definiti qui di seguito nella
trasmissione di informazioni di localizzazione ai servizi
di pronto intervento per tutte le chiamate effettuate al
numero di emergenza unico europeo 112.
A seguito dell’inadempienza di diversi stati europei, l’UE
ha proceduto nel:
2006 Avvio della procedura di infrazione2010 Richiesta
di sanzioni per 40 milioni di euro
2011 Chiusura o temporanea sospensione della procedura di infrazione
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NUE 112
La catena del Servizio 112
Fondamentale la conoscenza del Numero Unico di
Emergenza. La società italiana attuale è talmente arretrata sul tema “allertamento corretto dei sistemi di
emergenza” al di là della presenza o meno di più numeri di emergenza, che qualsiasi modello scelto avrebbe
necessità di una pesante campagna educativa e civica
a livello nazionale.
Utilizzare un dispositivo.
Qualsiasi dispositivocomunicativo deve essere a disposizione (e quindi facilmente fruibile) di qualsiasi utente,
per accedere a una rete che supporti tutte le tipologie
comunicative oggi in essere (analogiche, digitali, web,
social network, Voip ecc.).
Parlare con un operatore libero. L’immediato accesso
a un punto di contatto che non sia solo risposta, ma
completa gestione del bisogno di soccorso pubblico.
Invio dei dati. Identificazione e localizzazione il più precise possibili. Invio della risorsa idonea. Se i punti precedenti sono ottimizzati al meglio l’abbattimento dei
tempi è ulteriormente ridotto, permettendo il raggiungimento dell’obiettivo e del risultato ovvero, l’intervento di
soccorso e la contestuale risoluzione del bisogno di
soccorso dell’utenza.
I modelli del Numero di Emergenza Europeo 112
PSAP significa Public Safety Answering Point ovvero
Punto di Risposta di Pubblica Sicurezza/Soccorso.
• Modello PSAP Locale (modello 1): Le chiamate
vengono indirizzate a un servizio locale. L’operatore
appartiene ad una disciplina. Vi sono più numeri di
emergenza. La chiamata arriva solo ad un ente. Nel
caso il problema interessi gli altri enti viene trasferita.
Costoso in quanto ogni variazione tecnologica richiede
soluzioni individuali. Esempi: Austria, Francia,
Germania, Italia, Norvegia.
• Modello PSAP a due stadi (modello 2-3): Le chiamate vengono indirizzate ad un PSAP di primo livello.
L’operatore trasferisce la chiamata ad un operatore di
secondo livello del servizio richiesto (PSAP2) che effettuerà per competenza istituzionale preposta, il dispaccio e codifica di gravità oltre che tutta la gestione del
soccorso. Questo modello implica costi elevati perché
comporta la creazione diun’ulteriore struttura: il PSAP
Laico. In generale, un superfluo passaggio in più nella
realtà italiana delle chiamate di soccorso.
Esempi:
U.K., Irlanda. La Romania ha adottato una “variante”
(rif.3): gli specialisti dei PSAP2 supportano i Laici durante la chiamata al PSAP1.
• Modello Sala Operativa Integrata (modello 4): Tutte
le discipline sono presenti in un’unica sala. La risposta
può essere affidata anche a operatori laici ma nella
medesima sala è presente personale appartenente agli
enti coinvolti. Modello estremamente efficace ed efficiente. È necessario aggiornare un minor numero di
PSAP. L’addestramento è più complesso ma può avvalersi di più figure professionali. Esempi: Spagna (alcune
VFV GENNAIO/FEBBRAIO 2015
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NUE 112
regioni), Belgio, Turchia. Da segnalare l’Awards ricevuto
nel 2013 dal “One Public Safety Communication
Centre” nel Nord dei Paesi Bassi, basato su Sala
Operativa Integrata e Interconnessa senza operatori
laici (descrizione sintetica in seguito).
• Modello Ricezione e Invio Combinati (modello 5):
Un operatore laico altamente addestrato riceve le chiamate e invia i mezzi di tutte le discipline. Efficiente: è
necessario aggiornare un numero minore di PSAP.
Esempi: Finlandia, Svezia.
• Modello PSAP Interconnessi (variante): Tutti i PSAP
usano la stessa tecnologia e sono interconnessi alla
stessa rete. Le chiamate possono essere indirizzate a
qualunque operatore. È il più efficiente: tutti i PSAP utilizzano la stessa tecnologia. Esempi: Bulgaria,
Repubblica Ceca, Svezia.
• Modello Integrazione Parziale: soccorso sanitario e
tecnico integrati in una centrale. Forze di polizia con il
proprio PSAP. Efficiente: è necessario aggiornare un
numero minore di PSAP. Esempi: Estonia,
Lussemburgo. Da segnalare che la Provincia Autonoma
di Trento ha iniziato una valutazione di attuazione di tale
modello. La Regione Aosta ha un modello simile (senza
attivazione 112). A novembre 2012 il modello in uso
nella maggior parte dell’UE era il n.1. Nel 2013 si acquisisce il dato che il modello n. 4 con la variante
Interconnessione ha iniziato a imporsi con una previsione di ampliamento in diversi paesi EU nei prossimi anni.
L’attivazione del Numero di Emergenza Europeo 112
segue lo stesso andamento. Il numero dei PSAP si riduce di numero laddove i modelli n.4 e l’Interconnessione
operano a regime. Se fino a 10 anni addietro l’EU imponeva l’istituzione del Numero di Emergenza Europeo,
negli ultimi 3-5 anni inizia a monitorare anche la modalità di attuazione, accoglimento e relativa gestione
della chiamata di emergenza e del soccorso.
Le maggiori tendenze in
Europa
• Le centrali operative tendono a diminuire ed
aumentare di dimensioni: centrali più grandi tendono
a essere più efficienti ed a diminuire i tempi di risposta.
La tendenza è quella di operare con il modello n. 4 e
l’interconnessione, con un bacino di utenza non inferiore a un milione di abitanti.
• Le centrali operative tendono a essere interconnesse: l’interconnessione rende i sistemi più sicuri e li
mette al riparo da malfunzionamenti.
• Le centrali operative tendono ad avere una sala con-
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VFV GENNAIO/FEBBRAIO 2015
NUE 112
• Gli operatori hanno un ruolo cruciale nel diminuire
i tempi di risposta: in caso di emergenze di massa la
possibilità di aumentare gli operatori e di utilizzare personale multilingue in loco ha un’estrema importanza.
Tutto ciò pone le basi dell’obiettivo di rafforzare l’anello
debole della catena della sopravvivenza che è indiscutibilmente la chiamata di soccorso attraverso le tre funzioni universalmente riconosciute e valide sia in ambito
sanitario, tecnico e di pubblica sicurezza:
• Localizzazione, Valutazione, Gravità/Magnitudo
• Invio del mezzo o risposta alternativa e contestuale gestione dell’evento
• Somministrazione delle Istruzioni Pre-Arrivo
(IPA) “Il compito di chi risponde non è esclusivamente
tecnico: sono necessarie competenze relazionali
per gestire gli aspetti emotivi del chiamante e trasformarlo nel primo soccorritore sulla scena. Tali
competenze hanno regole specifiche tra le quali
spicca la necessità di presa in carico dell’intera
trollo: le sale di controllo e monitoraggio permettono di
identificare immediatamente i problemi e di risolverli
tempestivamente.
• Gran parte degli interventi richiede il coinvolgimento di più enti: Cresce l’esigenza di avere sale operative integrate nelle quali la presenza di tutte le funzioni garantisce l’integrazione, la valorizzazione della competenza ed aumenta il coordinamento.
• È più semplice affrontare sfide tecnologiche:
i centri interconnessi che utilizzano la tecnologia sono
più semplici da mantenere, ed in essi l’introduzione di
nuove funzioni (eCall sistema di allarme e localizzazione
di incidenti stradali, NG112 – Next Generation 112
ovvero l’utilizzo delle nuove applicazioni utente per
accedere al Numero Unico Europeo di Emergenza 112)
è più rapida. Garanzia di continuità ognitempo.
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11
NUE 112
chiamata da parte di un’unica struttura: in nessun
momento il richiedente aiuto deve sentirsi dire:
“…attenda che le passo…”
Una proposta per l’Italia in
5 anni
Al fine di evitare una riorganizzazione che preveda l’inserimento di un livello aggiuntivo nella catena dell’emergenza (nella fattispecie l’inserimento del Call Center
Laico quale terminale in entrata fra cittadinanza e sistema dell’emergenza), la proposta che segue, oltre che
rifarsi alle tendenze ed evoluzioni evidenziate dall’EENA
– European Emergency Number Association - quale
organo consultivo della Commissione Europea, ha trovato consensi in alcuni lavori editi negli ultimi anni di cui
si allega la bibliografia (Bariona, Agostinis, Bozzetto,
Torriani, Mozzarelli, De Vecchis e altri).
Il modello Centrale Unica e Interconnessa.
le Centrali Operative sono presidiate dalle tre funzioni
(Pubblica Sicurezza, Soccorso Tecnico Urgente,
Soccorso Sanitario). L’operatore di uno degli enti che
risponde alla chiamata prende in carico la richiesta e
rimane in contatto continuo con l’utente; la presenza
degli operatori degli altri enti istituzionali favorisce l’erogazione di una risposta multidisciplinare.
Nel tempo oltre alle tre funzioni citate potrebbero unirsi
12
anche le restanti forze che per compito istituzionale si
occupano di Soccorso Pubblico ed Emergenza (Enti e
Corpi vari dello Stato o dell’amministrazione Provinciale
/Regionale). Una organizzazione di questo tipo permette di utilizzare personale già parzialmente formato.
Serve solo adottare procedure comuni di tipo operativo/organizzativo/gestionale. Gli spazi idonei sono facilmente individuabili già presso una delle singole Centrali
Operative degli enti sopra citati che meglio presentano
le caratteristiche di fattibilità. Idem per i sistemi tecnologici.
Elevata complessità: la coesistenza di diversi Enti in
un’unica sala operativa implica particolari dinamiche.
Tuttavia procedure comuni possono essere adottate in
quanto già operative sul
campo quotidianamente.
Quante Centrali Uniche e
Interconnesse e dove?
L’argomento trova connubio anche nel recente
documento “Riordino territoriale dello Stato”, della
Società Geografica Italiana
edito nel 2013, dove alcuni
concetti sonoda considerare quando si “mette mano”
a strutture operative di una
certa portata.
“…Ciò che si dovrà evitare,
in conclusione, è procedere
ad accorpamenti che ne
snaturino la rispondenza al
territorio, avulsi da un progettoe con la sola, improbabile motivazione della
spending review. Il ridisegno dei confini amministrativi di uno Stato è compito
serio che richiede meditazioni profonde, il supporto
di esperti del territorio e un
filo diretto e non mediato con la popolazione interessata. Il mosaico politico-territoriale deve rispondere non
solo a certi parametri statistici, ma essere anche e
soprattutto compatto e omogeneo dal punto di vista
geografico e storico-culturale, deve essere un territorio
in cui la popolazione possa riconoscersi e avvertirlo
come spazio vissuto.
Se invece è il risultato di una sommaria esercitazione
cartografica di chi, digiuno di geografia, è chiamato a
rispondere in fretta alle urla della piazza e a tacitarle con
un esempio più formale che sostanziale – ma facilmente spendibile – dei tagli ai costi della politica, diventa
VFV GENNAIO/FEBBRAIO 2015
NUE 112
un nonsenso nel quale è difficile identificarsi, e il rimedio si rivela peggiore del male. Quindi adeguare l’architettura del ritaglio amministrativo alle esigenze della
domanda sociale…”.
Interessante anche quanto espresso dal Prof. David
Alexander: “…In tempi di recessione è facile tagliare i
fondi della protezione contro i disastri (basta che non ci
siano questi eventi per un certo periodo), e così trasformare progresso in ‘retrogresso’. L’effetto è di dover
spendere maggior denaro quando accade qualcosa di
grave. In Europa, secondo alcune previsioni, abbiamo di
fronte lo spettro di una serie di insolite contingenze (…).
Eppure si potrebbe ipotizzare che l’effetto cumulativo
degli eventi più piccoli, i quali sembrano accadere in
ti parametri che possono portare alla chiusura delle
piccole centrali insieme alla valutazione dei rapporti
costo/beneficio che seguono all’introduzione di nuovi
onerosi sistemi gestionali, altrimenti risolti con forti
risparmi in altre realtà europee che si sono adeguate
al
112 ampiamente prima dell’Italia. Dovrebbe essere
valutato con un sistema dell’incident reporting e di
near miss le attività delle Centrali Nue 112 a digitalizzazione avanzata rispetto a quelle a bassa digitalizzazione, ai fini economici assicurativi, e non ultimo,
della qualità dei
servizi erogati in relazione ai presunti risparmi raggiunti.
Un modello operativo
interessante da imitare.
Italia quasi ogni settimana, sia maggiore di quelli grandi, ma insoliti. La politica europea sta cercando di adattarsi a questi problemi, ed altrettanto quella di alcuni
stati, soprattutto la Svezia, la Gran Bretagna ed i Paesi
Bassi, ma anche il Portogallo(…).
La S.I.S. 118 nell’allegato n. 1 dei “Criteri e Standard del
Servizio 118” edito nel 2012 in merito all’impatto del
Nue 112 cita che in merito alle sperimentazioni in atto,
non corrisponde una valutazione parallela e d’impatto
nelle centrali a più sfavorevole rapporto chiamate/
popolazione e popolazione/soccorsi, e che gli studi
dovrebbero essere preliminari al fine di valutare i corret-
Il nuovo “One Public Safety Communication Centre”
(OPSCC) realizzato a Drachten nel Nord dei Paesi
Bassi gestisce un territorio di 3 provincie, 11.000
kmq., 1,7 mln. di abitanti e 62 comuni. Ha in carico 7
organizzazioni afferenti a Polizia, Vigili del Fuoco e
Soccorso Sanitario. Riceve 350.000 chiamate all’anno a cui si risponde al 90% in 10 secondi e al 98% in
20 secondi. Le lingue parlate sono olandese, frisone,
tedesco, inglese, francese.
Cooperazione e condivisione delle informazioni sono
la chiave centrale all’interno dell’ OPSCC.
Tutte le organizzazioni utilizzano lo stesso sistema
operativo. Questo garantisce efficacia ed efficienza
prevenendo errori comunicativi. Le informazioni sanitarie e di polizia sono nascoste agli altri servizi di
emergenza.
L’OPSCC del Nord dei Paesi Bassi è il centro di coordinamento e di informazioni per tutte le forme di assistenza in emergenza nel Nord dei Paesi Bassi comprese le Isole Wadden (Isole Frisone).
Nel sistema GIS (Geographical Information System –
Sistema Informatico Territoriale), dell’OPSCC, sono
permanentemente visibili i mezzi di soccorso e quale
è il loro stato operativo di servizio. Le informazioni
sulla localizzazione di un evento sono trasmessi digitalmente
ai mezzi di soccorso unitamente al percorso più veloce per il raggiungimento del luogo. Un dettaglio
importante è la collaborazione tra l’OPSCC sito in
Drachten e quello sito in Apeldoorn.
Essi sono tecnologicamente interconnessi e possono, in caso di malfunzionamento o altro tipo di avaria
garantire
l’operatività
ognitempo.
L’intento
dell’OPSCC non solo incoraggia la cooperazione tra
i vari servizi di emergenza, ma prevede un risparmio
VFV GENNAIO/FEBBRAIO 2015
13
NUE 112
di circa 2,5 mln annui.
Questo nuovo OPSCC di Drachten è il modello per
decine di nuovi Public Safety Answering Point in
Europa. La struttura è stata progettata dall’arch. Renzo
Pavanello della BCT Architecten. La Weytec ha realizzato l’interconnessione del sistema operativo.
Conclusioni
Sul nostro territorio nazionale, una/due Centrali Uniche
e Interconnesse per ogni territorio proposto dalla
Società Geografica Italiana potrebbe essere un buon
bilanciamento iniziale. Questo comporterà la chiusura
di tutte le Centrali Operative con relative diramazioni dei
singoli Enti e Corpi vari dello Stato o dell’amministrazione Provinciale/Regionale che sono preposti al
Soccorso Pubblico ed Emergenza, con un buon risparmio economico e di spesa corrente e un indubbio vantaggio operativo, qualitativo e di valorizzazione delle
competenze, di efficacia ed efficienza, oltre che di soddisfacimento dell’utenza con importanti margini di sicurezza. Stante il panorama europeo attuale e le evoluzioni in atto, è auspicabile dirigere gli intenti e le attuazioni
verso l’evoluzione, arrivando ad attivare le Centrali
Uniche Integrate e Interconnesse in Italia. Le modalità
sono già ampiamente indirizzate da quanto espresso in
questo contributo e confermate dagli studi e dalle realtà
che hanno preceduto il nostro Paese. Le risorse, le
competenze e le capacità di chi opera in prima linea
sono da sempre presenti. Si tratta solo di armonizzare
l’esistente, valorizzandolo. Il contesto amministrativo
locale e nazionale non deve far altro che porsi a disposizione per agevolarei processi attuativi preliminari, di
mantenimento ed evoluzione. Esempi “importabili” in
Italia da realtà che ante attuazione del Numero Unico
Europeo di Emergenza 112 operavano con i medesimi
sistemi di emergenza, e si sono evoluti seguendo le tendenze migliori, sono a disposizione. Il legislatore, il programmatore, l’attuatore e gestore del Nue 112 in Italia
deve essere “in toto” il Ministero dell’Interno senza
intermediari Regionali o Aziendali.
Questo comporterebbe l’unione della multidisciplinarietà delle competenze già in fase progettuale per evolvere verso una fase attuativa parallela e compatta.
Di seguito una panoramica sintetica della realtà italiana.
La situazione storico-cronologica italiana 2002 Direttiva
del Viminale stabilisce che Polizia e Carabinieri si suddividano i territori. L’ente che riceve trasferisce la chiamata ma l’intervista ricomincia da zero. Lamentele e
segnalazioni ma nessuna azione correttiva.
2003
Gruppo lavoro Ministero Innovazione Tecnologica con
mandato a Innovazione Italia SpA (2005).
Sperimentazione a Palermo, Salerno, Catanzaro (9 mln
14
Euro). Si limita a Salerno che prevede un telefono in
C.O. dove le chiamate pertinenti per emergenza sanita
ria vengono smistate da Polizia e Carabinieri.
Fallimento e bocciatura dall’UE.
2006 - 2007
UE mette in mora l’Italia. Deferimento alla Corte di
Giustizia UE.
2008
Decreto Gentiloni. Progetto affidato a Polizia e
Carabinieri. Non coinvolti 115 e 118.
2009
Corte di Giustizia UE condanna l’Italia a 10 mln/700
Euro al giorno per non attivazione localizzazione e identificazione chiamante. In seguito i Sen. Perduca e
Poretti presentano interrogazione parlamentare. L’Aduc
– Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori
inizia a monitorare la situazione. Il governo decide di
affidare alla Protezione Civile la presentazionedi un progetto da presentare all’UE. Progetto Nue
2009 Integrato: prevede digitalizzazione di tutte le
Centrali operative degli enti che si occupano di soccorso pubblico al fine di garantire la localizzazione e identificazione del chiamante. È comunque una piattaforma
indispensabile anche per la funzionalità dei Call Center
Laici.
Significa che il progetto Nue 2009 Integrato se attuato
su tutto il territorio nazionale non genera la necessità di
istituire i Call Center Laici voluti dalla Commissione
Salute Stato/Regioni e Ministero Interno per garantire il
“solo” vantaggio alle C.O. 118, affermando comunque il
loro altro costo aggiuntivo a tutta la piattaforma.
2010
Ministero Interni e Ministero Sviluppo economico: le
chiamante al 112 vengono trasferite agli altri enti con
localizzazione e identificazione via fax/mail. Piattaforme
informatiche non completamente armonizzate.
Attivazione Call Center Laico interno alla C.O. 118 di
Varese (mod. 2) secondo Accordo programma Quadro
Interregionale per la sperimentazione a Varese,
Ravenna, Palermo. Iniziali problematiche in occasione
di eventi complessi.
2011
Temporaneamente sospesa l’infrazione
contro l’Italia. I provvedimenti intrapresi non sono sufficienti ma si considera la dichiarazione d’intenti. Emessa
la European Parliament Resolution Universal Service
Directive: l’accesso al 112 deve essere libero attraverso
tutti i sistemi tecnologici in uso anche per i disabili.
Inizia la riorganizzazione delle C.O. 118 in Lombardia.
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NUE 112
Le OO.SS. firmano protocollo d’intesa precedente alla
Delibera Regionale IX/1964. Emanato il Disciplinare
Tecnico/Operativo per il funzionamento di tre Call
Center Laici Nue 112 nella Regione Lombardia.
2012
La Società Italiana Sistema 118 emana i “Criteri e
Standard del Servizio 118”. In merito alla riorganizzazione delle C.O. 118 in alcune Regioni Italiane e all’argomento Nue 112 pongono “prudenza” ed attenta valutazione. A Riga e Santiago, Workshop EENA: documentate molte segnalazioni nei confronti dell’Italia con potenziale riapertura procedura d’infrazione. La telefonia
mobile di nuova generazione accede al servizio di emergenza solo con il 112. Le chiamate al 118 non sono
localizzabili a causa di un ricorso vinto dalle compagnie
telefoniche presso il TAR Lazio in ottemperanza alla
legge sulla privacy. I Vigili del Fuoco di Varese mediante le loro rappresentanze Sindir- Ugl, Usppi e Ugl
Federazione Nazionale Vigili del Fuoco inoltrano al
Ministro dell’Interno una nota denunciante il fatto che
togliere ai cittadini la possibilità di chiamare direttamente i Vigili del Fuoco determina maggiori tempi di risposta e che, proprio per questo, non è una previsione della
direttiva comunitaria ma una scelta su cui aprire al più
presto una riflessione. 2013 Riga Workshop EENA:
l’European Emergency Number Association consiglia i
modelli 3-4-5 ma “predilige” le Centrali Uniche,
Integrate e Interconnesse (mod. 4). a tutt’oggi… emergono problematiche a carico della sperimentazione in
atto. Si aggiunge che si “possa mettere seriamente a
rischio la continuità di un servizio pubblico essenziale
(...) con ripercussioni su valori fondamentali quali salute, ordine pubblico e la sicurezza su almeno tre milioni
di abitanti serviti da tale centrale“ (ddg 2013/270 rif.
Varese e 2014/16 rif. Milano).
Costo annuo 3 Call Center Laici 10mln./500 Euro. A
Como muore un cittadino che contattando il Nue 112
riferisce l’indirizzo dove inviare il soccorso, il Call Center
Laico inoltra alla Centrale Operativa 118 un recapito
diverso. La C.O. 118 di Como invia il mezzo che giunge
nel luogo errato. La testata giornalistica “il Fatto
Quotidiano” espone la situazione facendo emergere la
problematica regionale e nazionale.
I Vigili del Fuoco di Sondrio intervengono sugli argomenti (Accorpamento Centrali Operative 118 e introduzione Nue 112) in quanto rilevano ritardi nei loro interventi di soccorso. La trasmissione Report di Rai 3 del
16/12/2013 espone la situazione, evidenziando
organizzazione illogica e dispendiosa. Viene ripresentata il 02/02/14. Il Siulp di Milano segnala ritardi nei soccorsi dopo l’attivazione del Nue 112 a Milano. Il Siulp di
Milano e Brescia propongono la C.O. Unica Integrata
come soluzione. Interrogazione in IX Commissione
Permanente Trasporti Poste e TLC del
12/12/2013: viene considerata la possibilità di
aprire a privati la gestione E-Call se lo Stato non
riuscirà a far fronte alle direttive imposte.
Potenziale inserimento di ulteriore “anello di risposta”. Si ripresentano problematiche al Nue 112
Varese nella trasmissione dati al PSAP2 118
Comoevidenziate dagli equipaggi dei mezzi di
soccorso sanitario. Regioni quali Piemonte, Friuli
Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana iniziano
ad accorpare le Centrali Operative 118 in misura
del 50%. Non attuano in contemporanea una progettazione del Numero Unico Europeo di
Emergenza. Le amministrazioni dello Stato interessate quali Polizia di Stato, Carabinieri e Vigili
del Fuoco non pongono mano a una riorganizzazione delle loro Centrali Operative.
(*) Infermiere Centrale Operativa Soccorso
Sanitario Urgenza Emergenza 118 - Brescia.
Membro Emergency Services Staff Network
dell’European Emergency Number
Association - EENA
Sitografia
www.eena.org
www.nue112.eu
www.112foundation.org
www.ambulanceroom.it
www.emergencyroom.it
www.linkedin.com
Bibliografia
Flash Eurobarometer 368, February 2013, European
Commission.
Mozzarelli F. “Il cambiamento organizzativo nell’ipotesi
di integrazione del Numero Unico di emergenza
112 nella Centrale Operativa 118”, N&A
Mensile Italiano del Soccorso anno 22° Vol. 243
Marzo 2013.
Legge Provinciale 1 luglio 2011, n. 9, “Disciplina
delle attività di protezione civile in provincia di
Trento” (b.u. 5 luglio 2011, n. 27, suppl. n. 1).
“Il Riordino Territoriale dello Stato”. Riflessioni e
proposte della Geografia Italiana. Società Geografica
Italiana Onlus - Roma 2013.
A. Agostini “Brain Drain e Brain Waste: il prof.
David Alexander e l’analisi della risposta al terremoto
dell’Aquila”, N&A Mensile Italiano del Soccorso,
anno 20° Vol. 230 Dicembre 2011, 22-26.
Torriani M. “Proposta di sperimentazione e attivazione
di una Centrale Operativa Interforze Nue 112
a Brescia: spunti di riflessione”, Febbraio 2013,
www.nue112.eu
G. Di Domenica, A. Aranyi, “Il dimensionamento
delle Centrali Operative del 118: una riflessione.”
N&A Mensile Italiano del Soccorso, anno 22° Vol.
250 Novembre 2013, 24-27.
Società Italiana Sistema 118: “Criteri e Standard
del Servizio 118”, Allegato 1, luglio 2012.
G. Machado, J. Paris “PSAPs Organization in Europe”,
EUESW 2013.
VFV GENNAIO/FEBBRAIO 2015
15
EQUIPAGGIAMENTI
SUPPLEMENTARI
IL POMPIERE:
UNA VERA E PROPRIA
BESTIA DA SOMA!
Attualmente, per semplificare il padroneggiamento di un
evento, i pompieri dispongono di un gran numero di elementi
di equipaggiamento supplementari di cui si servono durante
gli interventi. Ma, considerato la quantità di tali
equipaggiamenti, bisogna restare attenti al
sovrappeso che possono rappresentare per gli
intervenienti.
Articolo redatto in collaborazione con 118 Swissfire Rivista Ufficiale della Federazione Svizzera Pompieri.
16
VFV GENNAIO/FEBBRAIO 2015
EQUIPAGGIAMENTI
tempi in cui il pompiere lottava contro il fuoco
vestito solo con un pantalone di tela, una giacca
di «plastica» Teled e un casco sono per fortuna
ormai lontani! Dall’equipaggiamento di protezione
individuale all’apparecchio per la protezione della
respirazione, l’equipaggiamento disponibile al giorno d’oggi offre una protezione globale contro i veleni respiratori, il calore e le aggressioni meccaniche
nonché una buona protezione contro gli effetti dei
prodotti chimici – almeno nei casi in cui non si entra
in contatto prolungato con prodotti nocivi altamente concentrati.
Il rovescio della medaglia è che il materiale per una
protezione efficace e globale ha un peso: già solo
considerando il materiale standard d’intervento in
caso di incendio, l’equipaggiamento di protezione
individuale completo e l’apparecchio per la protezione della respirazione, il carico che deve portare
un pompieri raggiunge ben presto i 25 chili e questo
senza contare attrezzi o apparecchi supplementari.
In effetti, i pompieri dispongono attualmente di un
gran numero di attrezzi e altri mezzi pratici ed efficaci per padroneggiare un evento, specialmente in
caso di incendio. Si tratta per esempio della termocamera, dell’apparecchio di salvataggio a circuito
chiuso, della maschera di evacuazione, dell’otturazione mobile taglia-fumo, dell’ascia, di un attrezzo
divaricatore come per esempio un Halligan Tool
oppure il TNT Tool, dei mezzi luminosi di marcaggio,
delle corde, delle lampade portatili, ecc.
Indipendentemente dall’utilità e dall’efficacia provata di tutto questo materiale, e considerato appunto
il gran numero di possibilità offerte, è indispensabile porsi la domanda: cosa prendo con me?
I
Fattore peso e fattore
tempo
In generale, bisogna sempre tener conto del fatto
che maggiore è il peso che l’interveniente dovrà
portare, maggiore sarà lo sforzo fisico al quale sarà
sottoposto, con il relativo aumento del consumo di
aria respirabile, rispettivamente di ossigeno, in una
situazione in cui questo consumo è già superiore
alla norma considerato lo stress dovuto all’intervento. Inoltre, ogni attrezzo o mezzo supplementare
che viene trasportato diminuisce la libertà di movimento. Il pompiere, in queste condizioni, raggiunge
più rapidamente il limite delle proprie capacità.
Senza contare il tempo utilizzato per equipaggiarsi
con mezzi supplementari.
SUPPLEMENTARI
Quando ogni secondo conta
Si sa che, durante un incendio, il fattore tempo è determinante, specialmente in caso di salvataggio. In alcune
situazioni, al loro arrivo sul luogo del sinistro, ai pompieri restano solo alcuni minuti per evitare che l’incendio iniziale si trasformi in un’infiammazione totale dell’edificio, causando così importanti danni. Inoltre, le
probabilità di sopravvivenza di eventuali persone esposte a veleni respiratori diminuiscono a ogni secondo
che passa.
Per le missioni specifiche di ricognizione, la squadra
dispone inoltre di altri mezzi ausiliari. In caso di visibilità ridotta,
i membri della squadra devono
restare insieme tenendosi alla condotta oppure a
una fettuccia.
Se ci si aspetta a incontrare porte chiuse, macerie
o altri ostacoli nello svolgimento della missione,
possono rivelarsi preziosi degli attrezzi quali un’ascia,
l’Halligan Tool, ecc.
Il meno è spesso il meglio
Cosa significa concretamente? Gli attrezzi supplementari di cui si dota una squadra, dipendono dalla situazione e dalla missione (cosa, dove, con quali mezzi).
All’inizio di un intervento di spegnimento in un edificio,
per esempio, il capo intervento affida generalmente alla
prima squadra una missione doppia di spegnimento e
di ricognizione, specialmente nel caso in cui si ignora
se ci sono ancora delle persone all’interno dell’edificio.
Durante la fase iniziale, generalmente il personale a
disposizione non è sufficiente per poter affidare delle
missioni di spegnimento e di ricognizione a due squadre distinte. Attualmente, va praticamente da sé che
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EQUIPAGGIAMENTI
SUPPLEMENTARI
Ogni
equipaggiamento
supplementare riduce
la libertà di
movimento!
Gli apparecchi supplementari di cui si equipaggia
una squadra dipendono dalla situazione e dalla
missione (cosa, dove, con quali mezzi?).
Limitando al minimo il numero di pezzi di equipaggiamento
supplementari, la squadra conserva una
maggiore libertà di movimento e può dunque agire
più rapidamente. L’utilizzo della termocamera riduce
la durata dell’intervento.
questa prima squadra si equipaggi di una termocamera oltre che di una condotta sotto pressione destinata
ad assicurare la propria sicurezza. Anche in questo
caso, il fattore tempo gioca un ruolo importante. La
termocamera aiuta a salvare le persone e gli animali ed
è utile per la valutazione dei pericoli e la tempestiva
localizzazione dei focolai.
Inoltre, per garantire l’indispensabile collegamento con
il capo intervento all’esterno, la squadra porta con sé
almeno una radiotrasmittente.
Apparecchio
di salvataggio: si o no?
Se il luogo dell’intervento ha una certa profondità di
penetrazione, è opportuno che i soccorritori si equipaggino con apparecchi di salvataggio a circuito chiu-
18
so o con maschere di evacuazione che possono essere
collegate alla riserva di aria respirabile di un soccorritore.
In questo modo, si è sicuri di poter fornire aria respirabile alle persone da evacuare nel caso in cui si dovesse
percorrere una certa distanza in locali invasi dal fumo. In
luoghi in cui la profondità di penetrazione non è grande,
come per esempio durante l’incendio di un appartamento, le eventuali persone da salvare possono essere portate all’aria libera in pochi secondi. In queste condizioni,
un tale equipaggiamento è superfluo e costituisce solo
un peso supplementare.
Limitando al minimo il numero di pezzi di equipaggiamento supplementare, la squadra conserva una maggiore libertà di movimento e può dunque agire in modo più
rapido. L’utilizzo della termocamera riduce i tempi di
intervento e le probabilità di sopravvivenza delle eventuali persone da salvare aumentano.
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EQUIPAGGIAMENTI
SUPPLEMENTARI
Ricognizione,
ricerca e
salvataggio
Quando si interviene in luoghi
molto vasti e con una grande
profondità di penetrazione,
come nei padiglioni, nei parcheggi sotterranei o nelle gallerie, può essere indicato l’ingaggio di una squadra di ricognizione. Le vie di salvataggio e i
punti di prelievo dell’acqua
possono essere marcati, per
esempio, con bastoni luminosi,
con nastri, con un pennarello o
con delle lampade lampeggianti. Questo materiale può facilmente esser trasportato nelle
tasche laterali del pantalone
d’intervento.
Per le missioni specifiche di ricognizione, la squadra
dispone inoltre di altri mezzi ausiliari. In caso di visibilità ridotta, i membri della squadra devono restare
insieme tenendosi alla condotta oppure a una fettuccia. Un bastone per ciechi è utile per controllare gli
spazi sotto i letti o i divani per esempio. Non caro e
facile da trasportare, questo bastone telescopico è
molto efficace! Anche in questo caso, le persone trovate possono essere approvvigionate in aria respirabile grazie agli apparecchi di salvataggio a circuito
chiuso o a delle maschere di evacuazione. Se la
situazione permette di procedere a un salvataggio in
tutta tranquillità, si hanno a disposizione dei mezzi di
trasporto quali la coperta di salvataggio, lo spineboard, telo di salvataggio, ecc.
Se invece si presume che la persona trovata sul luogo
del sinistro è rimasta esposta per un lungo periodo a
dei veleni respiratori, deve essere evacuata senza
indugio dalla zona pericolosa procedendo a un salvataggio d’urgenza, per esempio con l’ausilio di una fettuccia doppia. Poiché la sopravvivenza delle persone
è una priorità, si procede al salvataggio d’urgenza
consapevoli di eventuali danni collaterali.
Equipaggiamento per l’attacco interno: apparecchio
PR, otturazione mobile taglia-fumo, ascia,
corda di salvataggio, cassetta di tubi,
tubi a matassa, ecc.
VFV GENNAIO/FEBBRAIO 2015
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EQUIPAGGIAMENTI
SUPPLEMENTARI
Squadra di ricognizione: apparecchi PR, termocamera,
Halligan Tool, borsa di soccorso con apparecchi
di salvataggio a circuito chiuso.
Quando ci vuole...
…ci vuole!
Se ci si aspetta a incontrare porte chiuse, macerie o altri
ostacoli nello svolgimento della missione, possono rivelarsi preziosi degli attrezzi quali l’Halligan Tool o il TNT
Tool, un piede di porco, un’ascia o una cesoia. Bisogna
tener conto tuttavia che questi attrezzi non sono particolarmente leggeri.
Pericoli invisibili
Oltre ai veleni respiratori, al calore e alle aggressioni
meccaniche, il personale d’intervento può essere confrontato ad altri pericoli quali gas o vapori che possono
essere tossici o esplodibili a secondo della sostanza di
cui sono fatti. Un altro pericolo proviene dalla rarefazione dell’ossigeno. Se in un locale la presenza di ossigeno scende al di sotto del 17%, ci sono pericoli per la
salute e si può rischiare perfino la morte. Il contrario è
anche pericoloso: al di sopra di una concentrazione di
ossigeno superiore al 23% nell’aria, il rischio di incendio aumenta e l’olio, il grasso e i materiali oleosi o grassi possono infiammarsi spontaneamente in modo
improvviso ed esplosivo. L’utilizzo di un apparecchio di
misura permette di rivelare in tempo utile questo genere di pericolo.
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VFV GENNAIO/FEBBRAIO 2015
EQUIPAGGIAMENTI
SUPPLEMENTARI
EQUIPAGGIAMENTI
SUPPLEMENTARI
POSSIBILI
(elenco non completo)
• Termocamera
• Radiotrasmittente
• Apparecchio di salvataggio a circuito
chiuso
• Maschera di evacuazione
• Mezzi di trasporto (coperta
salvataggio, Spineboard, ecc.)
di
• Bastone per ciechi
Fumo indesiderabile
Ci sono altre situazioni in cui l’obiettivo è per esempio
mantenere dei locali al riparo dal fumo. Si può trattare di
una via di salvataggio come per esempio le scale o
ancora un locale in un appartamento. Un’otturazione
mobile taglia-fumo impedisce tra l’altro la propagazione
del fumo in locali che non ne sono stati ancora invasi al
momento dell’apertura della porta della zona satura di
fumo. Attualmente, sono disponibili sul mercato dei
ventilatori elettrici alimentati da accumulatori. Questi
ventilatori portatili sono particolarmente utili per la ventilazione difensiva o per l’evacuazione del fumo e dei
locali invasi dal fumo, poiché possono essere utilizzati
all’interno degli edifici in quanto non emettono gas
inquinanti.
Articolo di Claudio Mignot
Corpo pompieri e Centro di soccorso della regione di Morat
• Fettuccia doppia
• Corda
• Ascia
• Attrezzi divaricatori (Halligan Tool, TNT
Tool)
• Cesoia
• Mezzi di marcaggio (LED lampeggianti,
bastoni luminosi, nastri, pennarelli)
• Otturazione mobile taglia-fumo
• Ventilatore elettrico
• Lampade portatili
Equipaggiamenti:
il meno possibile,
ma tanto quanto
necessario!
• Apparecchi di misura Ex/Ox/Tox
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BUON
VIAGGIO LUIGI
Corbetta riunita per l’ultimo saluto a
Luigi Cerri, tra i fondatori della nostra
Associazione Nazionale,
capodistaccamento nonché custode
della caserma; ricoprì anche la carica
di consigliere comunale e, negli anni
’70, dotò il territorio d’una ambulanza
VF. Si batté per i diritti della
componente volontaria del Corpo e,
insieme ai consiglieri nazionali
d’allora, contribuì all’apertura di circa
cento distaccamenti volontari nella
Penisola.
A cura di Simone Mainini
Domenica 1 febbraio ci ha lasciato Luigi Cerri classe
1933, storico capo squadra dei vigili del fuoco volontari
del distaccamento di Corbetta e per 25 anni custode
della caserma di via della Repubblica.
Luigi da sempre impegnato nel volontariato ha ricoperto
negli anni 70 anche l’incarico di consigliere comunale del
proprio comune, e fu proprio in quegli anni che con le sue
battaglie riuscì a dotare il distaccamento di un’ambulanza targata VF che venne donata dal comune al comando
provinciale. Ma siamo solo all’inizio della sua brillante
carriera nel mondo dei vigili del fuoco perché nel 1972 fu
uno degli storici fondatori dell’Associazione Nazionale
dei Vigili del Fuoco Volontari che era composta dall’attuale Presidente d’Onore Gino Gronchi, e dal Geometra
Mauro Colombini di Inveruno.
22
Luigi un tipo molto sanguineo e coriaceo ha trascorso parecchi anni a combattere battaglie a favore del volontariato dei vigili del fuoco e se oggi si
sono raggiunti molti traguardi lo dobbiamo soprattutto alla sua forza di volontà e caparbietà, caratteristiche che accomunavano il consiglio direttivo
dell’ANVVFV fin dalla sua nascita.
In questo modo la componente volontaria è stata
integrata nell’ambito dei compiti istituzionali del
Corpo Nazionale, e in oltre trent’anni il loro impegno
a portato all’apertura di oltre 100 distaccamenti
volontari sparsi in tutta Italia e favorito la stesura di
alcuni provvedimenti legislativi a favore dei VVF
volontari. La passione per i vigili del fuoco è stata
trasmessa da Luigi al figlio Tiziano che dopo tre anni
trascorsi come vigile volontario ha prestato servizio
per anni come vigile permanente c/o il comando
provinciale di Milano, e tuttora impegnato attivamente nel gruppo dei VVF in congedo.
I vigili del fuoco volontari perdono un pezzo della
loro storia ha ricordato Gino Gronchi durante l’omelia con intercalare che non nascondeva l’emozione ha ricordato Luigi come un fratello, uniti per
tante battaglie dei nostri ideali: «Ci amerai dall’alto
e ci proteggerai; sei stato un esempio da seguire
per tutti.».
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TRENTINO
CORSO SULLA
SICUREZZA STRADALE IN MEMORIA
DEL VFV ROBERTO CAROTTA
A dieci anni dalla morte, i Vigili
del Fuoco Volontari di Gardolo
ricordano Roberto con una
giornata di Caserme Aperte e
con un corso sulla prevenzione
all'incidentisica stradale.
a notte del Capodanno del 2005 un normale,
banale incidente, si trasforma in tragedia irreparabile. Un automobilista accosta sulla scena di un
incidente sulla via del Brennero, nel tratto urbano fra la
città di Trento ed il sobborgo di Gardolo. Poco dopo
viene travolto da un’auto e muore. La vittima, Roberto
Carotta, non era diretta lontano. La sua casa, la sua
famiglia e i suoi affetti sono a Gardolo. I suoi più cari
amici sono vigili del fuoco volontari, Roberto, 27 anni,
già un uomo ma ancora un ragazzo per entusiasmo, è il
loro vicecomandante.
Quella notte Roberto ha fatto quello che sentiva di
dover fare. Si è fermato per prestare soccorso a chi in
quel momento poteva averne bisogno. Cosa normale
per lui e per quelli come lui che dedicano il loro tempo
libero al servizio gratuito della propria comunità.
Sono passati dieci anni da quella notte di dolore e dieci
anni dopo i VVF Volontari di Gardolo hanno voluto ricordare Roberto con una giornata di “Caserme Aperte” che
si è svolta sabato 10 gennaio scorso.
Per non dimenticare e per promuovere la prevenzione
all'incidentistica stradale il Corpo di Gardolo in collaborazione con ANVU Trentino (Associazione Nazionale
Polizia Locale) organizzeranno nei prossimi mesi alcuni
incontri sulla sicurezza stradale presso le scuole medie
di Gardolo.
Gli incidenti stradali in Italia sono la prima causa di
morte sotto i 40 anni, con 220 mila incidenti gravi ogni
anno e un bilancio di circa 5 mila morti e più di 310 mila
feriti gravi. I fattori causali più fortemente associati agli
incidenti stradali sono correlati ai comportamenti dei
conducenti, al loro mancato rispetto delle regole del
codice della strada e, in particolare, a scorretti stili di
vita, come eccesso di velocità, guida distratta e pericolosa, utilizzo di telefoni cellulari alla guida, mancato
rispetto della precedenza, della distanza di sicurezza e
L
assunzione di
alcol o sostanze
stupefacenti.
La formazione
alla prevenzione
non deve venire
solo
dalle
Scuole Guida e
dagli enti competenti come la
Polizia Locale
ma deve far
parte della vita
di tutti i giorni, in
famiglia, a scuola e con gli
amici. Se amate
i vostri famigliari, i vostri amici e il prossimo ricordate di essere sempre responsabili quando guidate.
Nell’ambito del progetto è stato anche realizzato un
video, prodotto dai ragazzi dell'Alta Formazione
Professionale di Trento e ha lo scopo di far riflettere
sull'utilizzo dei telefoni cellulari alla guida. Lo spot è
stato realizzato in collaborazione con ANVU
(Associazione Professionale Polizia Locale d'Italia),
Corpo dei VVF volontari di Gardolo e Lavis, Croce
Bianca di Trento e Corpo di Polizia Locale di
Trento.nostri ideali: «Ci amerai dall’alto e ci proteggerai; sei stato un esempio da seguire per tutti.».
Inquadra questo QR CODE
col tuo smartphone
per visualizzare il video.
link: https://www.youtube.com/watch?v=IW532ZpQLBk
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AT T U A L I T À
Salvataggio più
rapido grazie a
un codice QR
Mercedes-Benz è la prima casa automobilistica a offrire il
sistema digitale di accesso a una scheda di soccorso
specifica del veicolo tramite codice QR. Rapidità e
semplicità di accesso alle informazioni sul veicolo in
caso d’incidente. L’etichetta autoadesiva del codice QR
si trova su tutte le vetture nuove Mercedes-Benz e smart
ed è anche applicabile a posteriori sui modelli
precedenti. La Federazione svizzera dei pompieri ha
accolto positivamente l’innovazione e ne informa i soci.
con risorse adeguate, azioni di prevenzione incisive e
un'adeguata flotta antincendio, poichè non puo essere
sufficiente contare solo e unicamente sul concorso della
flotta aerea dello Stato
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Per semplificarne l’individuazione, Mercedes-Benz
ha deciso di applicare un codice QR all’interno dello sportello del
serbatoio e uno sul lato opposto, in corrispondenza del montante B.
Robert Schmidli, direttore della FSP: «La Federazione svizzera dei
pompieri apprezza e sostiene gli sforzi compiuti da Mercedes-Benz
per agevolare il lavoro delle squadre di soccorso stradale.»
Scansionando il codice con uno smartphone o un tablet in presenza
di una connessione Internet è possibile accedere rapidamente alla
scheda di soccorso e, di conseguenza, a tutte le informazioni
del veicolo rilevanti per la sicurezza.
In caso d’incidente con auto seriamente danneggiata le forze di soccorso devono innanzitutto liberare gli occupanti dal mezzo sinistrato.
L’operazione potrebbe rivelarsi pericolosa per tutti i
soggetti coinvolti qualora non siano disponibili informazioni relative al veicolo. Per questo motivo un accesso
rapido alla scheda di soccorso è estremamente importante per il personale preposto. La scheda contiene
infatti tutti i dettagli costruttivi specifici del veicolo, quali
ad esempio la posizione degli airbag, della batteria e del
serbatoio carburante, così da poter utilizzare ad esempio le cesoie di soccorso in totale sicurezza. Già oggi
tutte le case costruttrici mettono a disposizione le schede di soccorso per ogni modello di auto da loro prodotta.
Daimler è il primo gruppo automobilistico in assoluto a
offrire per le autovetture di propria produzione il sistema
digitale di accesso a una scheda di soccorso specifica
del veicolo tramite codice QR. «La nuova etichetta
autoadesiva del codice QR fornisce in forma elettronica
tutti i dati rilevanti del veicolo che possono agevolare le
operazioni di soccorso alle vittime di incidenti stradali»,
spiega Stephan Müller, direttore After Sales MercedesBenz Cars presso la Mercedes-Benz Svizzera SA. «I
N
clienti Mercedes-Benz e smart svizzeri possono fare
applicare relative officine autorizzate il codice di soccorso anche sulle auto più anziane (prodotte a partire
dal 1990).» Dalla fine del 2013 l’etichetta con il codice
QR è infatti presente di serie su tutte le autovetture
nuove Mercedes-Benz, mentre da gennaio di quest’anno si ritrova anche su quelle a marchio smart. adeguata
flotta antincendio, poichè non puo essere sufficiente
contare solo e unicamente sul concorso della flotta
aerea dello Stato che, in base al principio di sussidiarieta sancito anche dalla legge 353/2000, deve garantire, con un numero ridotto di mezzi aerei rispetto agli
anni passati, il supporto a tutte le Regioni d'Italia in una
materia che - e bene ricordarlo - e di competenza delle
Regioni".
red/pc (fonte: DPC)
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ISTRUTTORI
VOLONTARI
bene apertura
ma le modalità
vanno riviste
A cura di Giuseppe Parrinello e Massimo Barbon
La nostra Associazione Nazionale, nella persona del
vicepresidente Parrinello, pur ritenendo un grosso
passo avanti il recepimento delle istanze presentate al
Sottosegretario Bocci e concretizzate dalle direttive del
Capo del Corpo Giomi, considera che lo svolgimento "tradizionale" del percorso formativo che porterebbe
all'ottenimento della qualifica di "istruttore professiona-
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le", rende difficile l'individuazione di personale disposto
a frequentare tale corso (si tratterebbe di 5 settimane
presso le scuole della capitale).
L'ANVVFV propone quindi di selezionare i discenti
tenendo conto del grado posseduto e della professionalità acquisita. Il periodo formativo andrebbe poi frazionato in settimane mai consecutive; una prima fase
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dovrebbe potersi svolgere in modalità e-learning e successive fasi
pratico-operative presso Poli Didattici e
Direzioni
Regionali.
Andrà poi garantita la
copertura assicurativa
dei partecipanti, dal
momento
che
si paventa il "non
richiamo" in servizio e
quindi si tratterebbe di
regime non previsto
dalle attuali norme.
Anche
Massimo
Barbon,
presidente
del
Coordinamento Regionale Lombardia della
ANVVFV, ha inviato una missiva al direttore regionale VVF Pellicano, puntualizzando che:
«Se il Dipartimento, come noi, ritiene veramente necessario ed utile formare un nucleo di
istruttori volontari, si deve forzatamente svolgere il corso di formazione in giorni adatti alla
disponibilità del ns personale; chiediamo quindi
di rimodulare il calendario del corso sfruttando
la modalità e-learning, già utilizzata con successo nel corso per CS volontari, i fine settimana (sabato e domenica) e le strutture periferiche
del Corpo Nazionale, Poli Didattici, Direzioni
Regionale e Comandi Provinciali. Tutto ciò permetterebbe una larga partecipazione e, di conseguenza, la possibilità di selezionare il personale più adatto a svolgere questa importante e
delicata attività.»
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BREVISSIME
ADDIO AL
CORPO
FORESTALE
DELLO STATO?
Secondo quanto annunciato
dal Governo pare che la risposta sia: sì. Il premier Matteo
Renzi ha comunicato, parlando
all’inaugurazione
dell’anno
accademico della Scuola superiore di polizia, che “per una
sempre migliore integrazione
tra le forze di polizia è difficile
che dopo la riforma della
Pubblica amministrazione siano
ancora cinque i corpi di polizia”.
E sembra che il corpo candidato ad esser cancellato sia proprio quello della Forestale.
Ne ha parlato anche il ministro della Pubblica
Amministrazione, Marianna Madia, che ha spiegato
come, con la riforma prevista, sia in agenda la riorga-
nizzazione del Corpo forestale dello Stato ed il suo
eventuale assorbimento nelle altre forze.
In Italia la pubblica sicurezza è affidata a 305 mila agenti divisi in cinque differenti corpi: Carabinieri (105 mila),
Polizia (95 mila), Guardia di finanza (60mila), Polizia penitenziaria (38 mila), Corpo forestale dello Stato (7mila).
Ieri poi è arrivato anche l’ok della commissione Affari
costituzionali del Senato alla riorganizzazione del
Corpo. Critica però l’opposizione: per il leghista
Roberto Maroni, ex ministro dell’Interno ed attuale presidente della Regione Lombardia, non sarebbe “una
buona idea, perché hanno una
loro storia, un senso di appartenenza peculiare, un’identità,
una tradizione. Forzare una
‘fusione a freddo’, finirebbe
solo a demotivare chi ne fa
parte”. Plausi invece dal sindacato di polizia Sap: “bisogna puntare - secondo il segretario Gianni Tonelli - all’unificazione delle forze dell’ordine
partendo dall’unificazione degli
apparati logistici e centrali che
assorbono il 60% delle risorse”.
Il capo della polizia, Alessandro Pansa, invece apre ad
una riforma complessiva del sistema di sicurezza che
punti ad una “revisione, razionalizzazione e modernizzazione della risorsa polizia”.
MARINA E VVF:
FIRMATO
ACCORDO
Marina Militare e Corpo Nazionale dei Vigili del
Fuoco hanno siglato un accordo per incrementare la
conoscenza delle rispettive organizzazioni allo scopo di
individuare attività di collaborazione di comune interesse e di reciproco beneficio per valorizzare le rispettive capacità e metterle al servizio della collettività. La
collaborazione è stata sottoscritta dal Capo di Stato
Maggiore della Marina, ammiraglio di squadra
Giuseppe De Giorgi e dal dottor ingegnere Gioacchino
Giomi, Capo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.
Verranno avviate attività di studio, ricerca, sperimentazione, formazione, addestramento congiunto e
impiego operativo, nell’ambito delle rispettive finalità
istituzionali, mettendo a disposizione il proprio personale e le strutture. La Marina Militare esprime le proprie
capacità ed impiega i propri uomini e mezzi su una
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gamma di attività ed operazioni che spaziano dal sociale, all’umanitario, all’ambientale, allo scientifico ed in
tutti i settori d’interesse della collettività che unitamente alla funzione prettamente militare delineano le capacità dual-use in senso più ampio.
Le attività di soccorso tecnico urgente e più in generale
di soccorso pubblico, unitamente a quelle di prevenzione incendi e vigilanza antincendio, sono garantite nel
nostro Paese dalle strutture operative del Corpo
Nazionale dei Vigili del Fuoco dislocate su tutto il territorio nazionale, attive 7 giorni su 7, in tutto l’arco delle
24 ore.
[ricordiamo che nell’incendio del traghetto Norman
Atlantic dello scorso 28 dicembre, erano stati impiagati appena 8 VVF imbarcati su un rimorchiatore privato…].
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I VVF VOLONTARI
NON “IDONEI”
PER LE CALAMITÀ:
LE LORO
AUTOSCALE SI!
l Sottosegretario Bocci,
rispondendo ad un’interrogazione,
ritiene che il solo personale
permanente – impiegato in Emilia
nell’alluvione d’un anno fa – fosse
idoneo e sufficiente, in quanto in
detti scenari si fa ricorso a
specifiche professionalità. Ma
purtroppo il mancato allertamento
dei presidi volontari avviene anche
in caso di “soccorso ordinario” (si
mandano permanenti da 35Km
piuttosto che volontari locali!). I
sindacati criticano invece l’invio
dei VVF volontari piemontesi – con
proprie piattaforme aeree –
sull’emergenza maltempo in
Toscana. Ai colleghi di Chiari,
nella bresciana, è invece stato
“requisito” il solo automezzo
(acquistato da consorzio di
municipi) e inviato nel fiorentino
con personale permanente.
A cura della redazione
A distanza di 13 mesi dall'interrogazione presentata
dall'On.le Gianluca Pini - in merito al mancato impiego
dei VVF volontari del modenese sull'evento alluvionale che stava colpendo i PROPRI territori - è giunta la
risposta dell'On.le Gianpiero Bocci. Il Sottosegretario di
Stato per l'Interno, nel suo scritto, sostiene che il
dispositivo di soccorso messo in atto fosse confor-
me alle procedure previste dalla " direttiva dipartimentale". Il personale permanente impiegato (quello
delle colonne mobili giunte, oltre che dall'Emilia, da
Lombardia e Veneto) sarebbe risultato idoneo e sufficiente, in ogni fase dell'emergenza, al conseguimento
degli obiettivi operativi.
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permanenti (distanti anche 35 Km) piuttosto che impiegare risorse VVF volontari locali (distanti max 10 Km),
anche in caso di soccorso "ordinario" e non di calamità.
Alla riunione erano presenti i distaccamenti volontari
di: Zocca, Luzzara, Fanano, Mirandola, Frassinoro,
Casola Valsenio, Copparo, Pievepelago, in rappresentanza delle province di Modena, Reggio Emilia,
Ravenna e Ferrara.
il nostro retwit d’un pensiero del Coord.Ass.ni VVFV del Piemonte
(Roberto Zanin)
Inoltre, l'impiego dei VVF volontari sarebbe stato limitato (nel senso di impedito? NdR) perché si sarebbe
fatto ricorso, come quasi sempre, a specifiche professionalità.
Il Sottosegretario ha poi concluso ritenendo che, in tali
casi, è consolidata "best practice" operativa il
raddoppio temporaneo (di turno) del personale
permanente.
L'Onorevole Pini, nell'interrogazione, aveva sostenuto
che: "....a questi volontari che hanno a disposizione
mezzi e competenze (nella vita civile sono lavoratori, laureati, tecnici), sarebbe stato ordinato di permanere nei
distaccamenti o di rientrarci, come accadde con il terremoto. Una situazione nota da un paio d'anni, tra l'indifferenza delle istituzioni e anzi una certa ostilità di
quanti hanno «remato» e proclamato in senso contrario
all'impiego di questi vigili del fuoco (...)” se il Ministro
intenda verificare le responsabilità circa il mancato
utilizzo dei volontari dei vigili del fuoco emiliani nelle
ultime due calamità che hanno devastato zone importanti della regione. (al medesimo link della risposta del
Sottosegretario troverete anche il testo completo dell'interrogazione).
Certi dell'impeccabile operato, anche in quell'ennesima
calamità, della componente professionale del CNVVF,
riteniamo che i nostri distaccamenti VVF volontari
LOCALI sarebbero stati visti dalla popolazione (qualora fossero stati impiegati) come una pronta risposta
dell'Amministrazione all'emergenza in corso, e che
sia stata comunque un'assurdità lasciare questa componente del Corpo inoperativa presso le proprie
caserme di PROSSIMITÀ'.
In seguito alle mancate attivazioni dei presidi VVF
volontari, in occasione delle alluvioni d’un anno fa, il
vicepresidente nazionale ANVVFV Rolando Fagioli accompagnato dai consiglieri Biddoccu e Di Maio incontrò i rappresentanti VVFV dell'Emilia Romagna.
Ne risultò una mancanza di razionalità nella risposta
antincendi e di soccorso, con l'attivazione di presidi
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I problemi legati all'allertamento risultarono tra i più sentiti da tutti: l'impiego delle partenze volontarie è
lasciato alla discrezione dei capi turno di Sala
Operativa 115. I distaccamenti volontari non sarebbero "abilitati" ad effettuare interventi di incidenti
stradali, benché dotati di cesoia idraulica…
I distaccamenti volontari non avrebbero territori di
competenza assegnati, pertanto la discrezionalità
della chiamata continua ad essere soggettiva e la
gestione delle chiamate pare essere piuttosto "personalizzata". A Ravenna il Comando Provinciale prevede che i VVF volontari neo-iscritti vengano affiancati
alle squadre permanenti per circa tre mesi, ma in questo periodo pare che i vigili vengano utilizzati in mansioni "diverse" dal soccorso.
Vi sarebbero poi distaccamenti con scarse dotazioni di
vestiario e DPI (acquistati in molti casi dagli stessi
volontari). Alcuni presidi devono, inoltre, sostenere
oneri e spese ormai insostenibili (affitto dei locali e
utenze, incluso il telefono), a Luzzara ad esempio, i
VVF volontari sono costretti a racimolare 28.000€
all'anno per far fronte alle spese di gestione della caserma. In alcuni casi, mezzi di soccorso riparati a spese
dei volontari, sono stati "requisiti" per esigenze dei
comandi provinciali.
Mentre andiamo in stampa ci arrivano, invece, due notizie (una buona e una cattiva). La buona è che due
distaccamenti VVF volontari (dell’astigiano e del novarese) sono stati aggregati alla colonna mobile del
Piemonte ed inviati in Toscana per l’emergenza maltempo di questi giorni. Le cattive in realtà sono due: le
organizzazioni sindacali, unitariamente (CGIL, FNS,
USB, CONAPO e CONFSAL) hanno criticato per iscritto l’invio di tale personale, ritenendo l’impostazione
come antieconomica. Le “sigle” – nello scritto indirizzato ai vertici del Corpo e del Dipartimento VVF – dicono
di non comprendere quale scelta operativa abbia fatto
propendere la Direzione a formare una selezione di personale differente da quello solo professionista normalmente utilizzato, e per “mission”, chiamato a rispondere, e operare, in prima fase nei crateri emergenziali.
Omettono – i signori delle organizzazioni sindacali – che
esiste una precisa norma di legge che prevede l’impiego di personale volontario in operazioni di emergenza al
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Passi che (per strani motivi) non ci inviino in calamità –
quando sarebbe proprio uno dei motivi principe per
attuare i richiami in servizio – passi un po’ meno che
non ci facciano neppure uscire (per calamità, ma a volte
anche per intervento ordinario) sui territori prossimi ai
nostri presidi. Ma che vengano a prendersi i nostri automezzi, acquistati anche con sacrifici (e, in qualche caso,
anche rinunciando a quel “soldo” tanto criticatoci), pare
davvero troppo; c’è da augurarsi che si sia trattato soltanto d’un fraintendimento.
La piattaforma del distaccamento vol. di Nizza Monferrato a Calenzano (FI).
di fuori della propria area di competenza ed aggregato
a colonne mobili regionali (cfr art 10 punto 7 legge
246/2000) e di cui si attende, da 14 anni, l’emanazione
del relativo decreto ministeriale. I mezzi richiesti dal
Centro Operativo Nazionale per l’invio nel cratere emergenziale sono stati acquistati, con contributi e fondi
economici vari, da Comuni con destinazione d’uso ai
distaccamenti volontari interessati.
A proposito di quest’ultimo punto, ecco la seconda
brutta notizia: il Comando Provinciale di Brescia ha
“prelevato” (parrebbe proprio su “ordine” della
Direzione Regionale e del Centro Operativo Nazionale)
la piattaforma aerea (A-TRID Multitel) in servizio al
distaccamento volontario di Chiari e l’ha destinata all’emergenza maltempo fiorentina, con proprio personale
permanente. Si noti che l’automezzo fu acquistato nel
2013 (si veda VFV n°1/2014 pag. 40) da un consorzio di
11 municipi, a un costo di 175mila euro (ca. 45 cent ad
abitante) e ceduto in comodato d’uso gratuito (con un
vero e proprio contratto) al Dipartimento VVF con la tipica clausola “ad uso esclusivo del distaccamento VVF
volontari di” Chiari.
Nessuno, per carità, avrebbe negato l’invio dell’automezzo in aiuto alle popolazioni toscane messe in ginocchio dal vento, certo sarebbe stato più “carino” che a
bordo di quel mezzo vi fosse personale volontario del
medesimo distaccamento di provenienza.
I VVF volontari del Trentino durante il terremoto emiliano.
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Prot. N. 54/2015
Torino, 10 Marzo 2015
Al Direttore regionale VV.F. Piemonte
Dott. Ing. Davide META
E p.c.
Al Sottosegretario di Stato all’Interno
On.le Giampiero BOCCI
E p.c.
Al Capo Dipartimento VVSPDC
Pref. Francesco Antonio MUSOLINO
E p.c.
Al Capo Del Corpo Nazionale Vigili del Fuoco
Dott. Ing. Gioacchino GIOMI
E p.c.
Ai Comandanti Provinciali dei vigili del fuoco
di Asti e Novara
E p.c.
Ai Coordinamenti e Segreterie Nazionali
CGIL VVF, FNS CISL, UIL VVF,
USB VVF, CONFSAL VVF, CONAPO
Oggetto: “Emergenza maltempo Toscana”
Egregio Direttore,
siamo stati informati che, in occasione dell'evento emergenziale di cui all'oggetto, nella colonna
mobile regionale, dai comandi di Novara e Asti , si è autorizzata anche la partenza di personale dei
distaccamenti volontari.
Non comprendiamo quale scelta operativa abbia fatto propendere la Direzione a formare una
selezione di personale differente da quello solo professionista normalmente utilizzato, e per
“mission”, chiamato a rispondere, e operare, in prima fase nei crateri emergenziali.
Questa “inedita organizzazione" inevitabilmente affianca tipologie differenti di lavoratori e, per
correttezza procedurale, dovrebbe trovare l'accordo sindacale rientrando la stessa nella sfera
dell'organizzazione del lavoro.
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Ciòҋ premesso, riteniamo questa impostazione antieconomica in quanto ha impiegato personale
che è oggettivamente eccedente rispetto alle necessità e alle richieste manifestate dal Ministero,
aggravando, probabilmente, i costi totali di spesa in un momento nel quale tutte le indicazioni
nazionali chiedono di contrarre i costi.
Al fine di evitare interpretazioni discordanti con la realtà è opportuno chiarire sin da subito che sia
dal Comando di Asti che dal Comando di Novara le squadre di supporto, adibite alla conduzione
delle piattaforme aeree, erano formate da un capo squadra e un autista permanenti esperti, e
che gli stessi risultano essere anche istruttori di guida iscritti allҋalbo ministeriale, pertanto non
era necessario avvalersi di personale diverso essendo gli stessi altamente specializzati.
Per quanto sopra chiediamo quindi urgentemente una delucidazione su tutta la vicenda.
Distinti Saluti
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VVF VOLONTARI
LA BASE DEL
DISPOSITIVO
DI SOCCORSO
A cura della redazione
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D’AOSTE
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I permanenti valdostani
resteranno alle
dipendenze della Regione
Autonoma
Era stato il sindacato Conapo a paventare un possibile
ritorno al Corpo Nazionale VVF per la sola componente
professionale del Corpo Valdostano dei Vigili del Fuoco
(ca. 160 persone). Motivo della bagarre “richieste disattese” di natura contrattuale e previdenziale: secondo il
sindacato, infatti, la regionalizzazione non volle riconoscere specificità lavorativa del personale e non avrebbe
garantito stesse tutele previdenziali previste per i cugini
del Corpo Nazionale. Ora l’INPS s’è pronunciata mettendo nero su bianco che il Corpo Valdostano VVF è
assimilato a quello nazionale e le condizioni per la pensione sono le medesime del personale dipendente da
Roma. Per le altre sigle (CGIL, CISL, SAVT e UIL) quello della questione previdenziale “era un finto problema”.
Il Presidente Rollandin ha dichiarato la questione risolta:
«E’ chiaro che dovevamo attendere la risposta dell’Inps
per poterci esprimere su questa problematica ma oggi,
con piena soddisfazione, possiamo dire che i problemi
legati al trattamento previdenziale sono risolti» - ha
detto Rollandin concordando con Elso Gerandin di Uvp,
promotore dell’interpellanza, che l’idea di - «creare un
corpo valdostano è stata una buona idea, che ha dato
delle risposte positive, apprezzate dalla comunità.».
Un anno fa i pompieri volontari valdostani s’erano imposti fermamente al trattamento loro riservato da quando,
nel 2012, era stata abolita la figura del Direttore dei
Servizi Antincendi. Da allora il Consiglio del personale
volontario non aveva più la stessa considerazione presso il Comando Regionale dei VVF e, spesso, i volontari
non venivano neppure allertati al verificarsi d’una emergenza nel proprio comune. All’assemblea annuale dei
volontari il Comandante Regionale dei VVF Salvatore
Coriale era stato persino fischiato durante il suo intervento dal palco (ne avevamo parlato su VFV n°3/2014
NdR). Ora gli animi sono più sereni e i 1383 vigili del
fuoco volontari valdostani hanno ottenuto la considerazione che chiedevano a gran voce.
Nell’accordo - firmato dal Presidente della Regione
Autonoma Rollandin, dal Comandante del Corpo VVF
Coriale e dal Presidente del Consiglio del personale
Volontario Cappelletti – salta all’occhio innanzitutto che la
Sala Operativa del 115 (come sarebbe la logica NdR),
acquisite dall’utente le necessarie informazioni, allerterà
immediatamente il distaccamento VVFV comunale e, nel
caso di mancata ricezione, quello dei comuni vicini.
S’interverrà sulla norma affinché gli ispettori di Comunità
Montana – che coordinano gli interventi quando sono
presenti più distaccamenti sullo scenario incidentale –
vengano scelti soltanto tra il personale operativo, col
grado di capo squadra conseguito da almeno 5 anni e
previo il superamento d’un corso di formazione atto ad
accertare l’attitudine al comando e coordinamento.
I corsi di formazione, per tutto il personale volontario, verranno organizzati esclusivamente in orari e giorni compatibili con l’attività lavorativa dei VVF volontari e la forma-
VFV GENNAIO/FEBBRAIO 2015
43
VA L L E
D ’ A O S TA / VA L L E E
D’AOSTE
da SX il Comandante del Corpo Valdostano VVF Coriale; il Presidente dei VVF Volontari Cappelletti
e il Presidente della Regione Autonoma VDA Rolladin.
zione potrà anche essere “esternalizzata” in caso d’impossibilità – da parte del Comando – d’organizzare le
lezioni in orari adeguati alle esigenze dei VVFV.
Il Comandante dei VVF e il Direttore della
Motorizzazione Regionale - dando seguito a leggi e
regolamenti degli anni 2009/10/11/12 – rilasceranno le
prime patenti di servizio del Corpo Valdostano VVF
anche al personale volontario che abbia effettuato
guide per almeno 6 mesi. I volontari verranno altresì
dotati di tesserino di riconoscimento, al pari del personale di ruolo.
Il Consiglio del personale volontario avrà finalmente un
ufficio presso il Comando Regionale dei VVF, questo
anche per formalizzare che detta componente fa parte
a tutti gli effetti del Corpo VVF, ma anche per ragioni
pratiche. La sede definitiva degli organi direttivi del personale volontario troverà posto nella caserma di Aosta
che verrà presto ristrutturata.
loro delegati). Incontri mirati sia agli aspetti organizzativi che amministrativi, ma vi saranno anche incontri
mirati e preventivi nelle fasi di predisposizione di bilancio, impegni di spesa, formazione e manutenzione
straordinaria degli automezzi.
Saranno, infine, tre le figure professionali che gestiranno l’ufficio volontari, tra questi un’addetta alla gestione
amministrativa ed un incaricato per la parte operativa. A
quest’ultimi farà riferimento il Consiglio dei volontari,
fermo restando il ruolo del Comandante.
In merito ai datori di lavoro, questi – sia pubblici che privati – restano obbligati ad assicurare la disponibilità dei
propri dipendenti per lo svolgimento del servizio, ma
solo i secondi riceveranno il rimborso degli emolumenti
versati ai lavoratori.
Seguici sui social network, e contribuisci alla
redazione del nostro periodico inviando materiale a:
[email protected]
Nel documento si concorda sulla necessità di coinvolgimento del Consiglio dei VVF volontari per gli argomenti
di loro competenza. Verranno calendarizzati incontri
periodici tra Presidente del volontari e Comandante (o
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VFV GENNAIO/FEBBRAIO 2015
facebook - pompierivfv
twitter@pompieri
BREVI
LA FRANCIA
TENTA
D’ARGINARE LA
CRISI DEL
VOLONTARIATO
Ad un incontro di
reclutamento organizzato
dai Sapeurs Pompiers di
Lavelanet, comune
francese di circa 7mila
abitanti nel dipartimento
dell’Ariege, s’è presentato
un solo aspirante…
decisamente poco.
Fonte: Ariègenews.com
Il dipartimento dell’Ariege conta su 49 pompieri professionali, ripartiti in 4 centri di soccorso e ben 664 pompieri volontari. «Diciassette caserme funzionano unicamente con pompieri volontari, ha dichiarato Didier
Marcaillou
comandante
del
SDIS
(Service
Départemental d’Incendie et de Secours) dell’Ariege,
rammentando che «il numero necessario dei volontari
da reclutare è di 100/150 per tutto il dipartimento».
In conferenza stampa, il tenente colonnello Marcaillou
ha confidato: «Purtroppo soltanto quando si ritrova ad
aver bisogno di noi, la gente è sensibile al nostro operato. Nel pericolo e nella sfortuna, la cittadinanza comprende l’utilità dei pompieri volontari».
Alcuni incontri informativi sono stati previsti nella regione al sabato mattina, nei centri di Seix, Lavelanet,
Saverdun e Auzat.
A Lavelanet, s’è presentato Anthony, addetto all’amministrazione nel Centro Ospedaliero di Val d’Ariège e ha
coneganto la propria candidatura al tenente Patrice
Fauconnet, comandante del Centro di Soccorso locale.
Il giovane trentatreenne è già da considerarsi un pompiere volontario anziano.
«Si, una persona è molto poco, troppo poco» - hanno
sottolineato i tenenti Pygmy Falcon e Marie-Laure
Soucarre, che s’occupano dello sviluppo del volontariato pompieristico nel SDIS 09 - «Era, in fondo, il primo
incontro da noi organizzato, siamo fiduciosi, molti altri
aspiranti pompieri possono ancora avvicinarsi al nostro
volontariato venendoti a trovare.».
Nel 2014 si sono registrati 792 interventi di soccorso
contro i 685 del 2013, con un incremento del 16% (107
uscite in più). Gli interventi più frequenti sono quelli di
soccorso sanitario (malori, incidenti…) con 489 interventi. Il Centro di Soccorso di Lalevanet ha effettuato
660 interventi; di questi
493 nel proprio territorio
di “prima partenza” e
132 in rinforzo ad altri.
Gli interventi rilevanti
del 2014 – nel territorio
dell’Olmes – sono due:
le piogge torrenziali che
hanno colpito l’alta valle
dell’Hers e l’incendio
della pensione familiare
che ha provocato tre
vittime.
VFV GENNAIO/FEBBRAIO 2015
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LE AUTO
IBRIDE
DI EXPO
NON FARANNO
SOCCORSO
Le “vetturette” erano state fornite in comodato d’uso
gratuito dalla BMW, per il periodo dei giochi appunto,
ma si dimostrarono così versatili e maneggevoli che la
brigade decise di dotarsene in pianta stabile. Durante le
olimpiadi queste automobiline avevano risposto, in
prima istanza, a ben 300 chiamate di soccorso, risolvendo spesso alcuni sinistri sul nascere. Attualmente
questo tipo di veicolo costituisce meno del 5% dell’intera flotta antincendio dei VVF di Londra ma il numero
potrebbe raggiungere il 30% nei prossimi 10 anni.
Ne ha acquistate 5 di Toyota Auris (con alimentazione
ibrida) il Comando Provinciale dei vigili del fuoco milanesi e speravamo si seguisse l’esempio dei colleghi londinesi che avevano attrezzato delle MINI Country Man
per le Olimpiadi del 2012. Purtroppo non sarà così, verranno utilizzate soltanto per servizi di trasporto dirigenti e funzionari nonché come navetta per il personale VVF
che s’avvicenderà nei servizi per EXPO.
Si tratta di 5 autovetture marca Toyota, modello Auris
TS Hybris Active Plus MY 14 ed erano apparse nelle
officine della centrale di via Messina nei mesi scorsi.
Ora vestono la sobria livrea del Corpo Nazionale ma,
apprendiamo, non verranno impiegate (almeno per il
periodo EXPO) al soccorso.
Milano invece – in merito ad unità di soccorso rapido dovrà aspettare (o soprassedere): le automobili ibride di
nuovo acquisto sono state così distribuite: 1 al “dirigente Addetto” del Comando VVF; 1 al “Funzionario
EXPO”; un’altra al “Capo Reparto EXPO”, e le ultime
due per gli spostamenti interni al sito, del personale VVF
e navetta. Anche un IVECO Massif – attrezzato tempo
fa, per impiego rapido urbano, con modulo FireXpress –
non sembra aver ottenuto il successo sperato.
Nel 2012 il London Fire Brigade aveva allestito proprio
5 autovetture MINI Country Man e le aveva destinate ai
servizi (di soccorso) legati alle Olimpiadi. Le macchinette erano infatti state attrezzate d’estintori per le diverse
categorie d’incendio, nonché zaino di soccorso sanitario e Defibrillatore Automatico (DAE). Per via delle
dimensioni e la maneggevolezza erano state preferite,
quali veicoli di primo impiego, per ridurre i tempi di
risposta.
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VFV GENNAIO/FEBBRAIO 2015
CORPO NAZIONALE
DELLA
PROTEZIONE CIVILE
Da qualche tempo circola su vari siti internet una bozza di
legge delega attribuita al Governo e rilanciata da alcune
testate online, nella quale vengono descritte le linee guida
di un riordino delle forze di Polizia (sia ad ordinamento civile
che militare) e una trasformazione del Corpo Nazionale dei
Vigili del Fuoco in un “Corpo Nazionale della Protezione
Civile” con contestuale uscita dal Ministero dell’Interno. Ne
riportiamo un estratto, anche se nulla di ufficiale è stato
trovato sul sito del Senato.
A cura della redazione
Per quanto ci riguarda, dovrebbe avvenire una vera e
propria “trasformazione del Corpo nazionale dei Vigili
del fuoco nel Corpo nazionale della Protezione civile,
salvo il trasferimento alle Regioni di tali funzioni allorché
non richiedano un esercizio unitario ... con contestuale
riordino delle funzioni e dell’organizzazione del
Dipartimento dei Vigili del fuoco, del soccorso pubblico
e della difesa civile del Ministero dell’Interno ... prevedendo in ogni caso una direzione del nuovo Corpo
distinta rispetto all’organizzazione del Ministero
dell’Interno e a quella del Dipartimento nazionale della
Protezione civile. Che sia un primo passo verso la regionalizzazione e il decentramento del soccorso tecnico
urgente, così come avviene già in regioni e province
autonome, oppure si tratta solo d’un falso? E’ tra l’altro
previsto lo scioglimento del Corpo Forestale dello Stato
e di quello della Guardia di Finanza…ecco lo stralcio
dall’ipotetica “bozza”.
BOZZA RIORDINO FORZE DI POLIZIA ELABORATA
DAL GOVERNO Stralcio della Legge Delega
(art. 4, 5 e 6) per riordino e accorpamento
Forze statali di Polizia
Art. (3)
Principi generali e criteri direttivi della delega legislativa
per il riordino delle funzioni di polizia, dei corpi di polizia
dello Stato e per l’istituzione del Corpo nazionale della
Protezione civile
1. Nell’esercizio della delega legislativa per il riordino
delle funzioni di polizia e dei corpi di polizia dello Stato
il Governo oltre ad attenersi ai criteri e principi direttivi
previsti negli articoli 1 e 2, provvede a riordinare il sistema previsto dalla legge n. 181/1981 e successive modifiche e integrazioni e le norme del codice dell’ordina-
VFV GENNAIO/FEBBRAIO 2015
47
mento militare concernenti le funzioni di polizia e a riordinare tutte le funzioni di polizia svolte da tutti i corpi di
polizia statale e locale e anche delle Forze armate, attenendosi ai seguenti criteri e principi direttivi:
a) trasferire in tutto o in parte dalle forze di polizia, anche
ad ordinamento militare, ad altre autorità amministrative
statali, anche ad ordinamento autonomo, le funzioni precedentemente svolte, con il relativo personale e la relativa dotazione finanziaria e infrastrutturale, che non consistano in funzioni di polizia o in funzioni di indispensabile supporto ad esse, prevedendo in ogni caso:
di quelle svolte dal Corpo forestale dello Stato in quelle
delle altre forze di polizia e la garanzia degli attuali livelli di presidio dell’ambiente e del territorio e la salvaguardia delle professionalità esistenti nel Corpo forestale dello Stato;
1) il trasferimento alle agenzie fiscali dei compiti non
attinenti a funzioni di polizia attualmente svolti dalla
Guardia di Finanza in materia tributaria, catastale,
doganale e di gestione amministrativa e finanziaria dei
beni demaniali, fermi restando gli attuali livelli di tutela
della sicurezza economico-finanziaria e la salvaguardia
delle professionalità esistenti nella Guardia di Finanza;
4) il trasferimento al Corpo nazionale dei Vigili del fuoco
delle funzioni in materia di protezione civile e di soccorso pubblico, di prevenzione e soccorso in caso di
incendi boschivi e di soccorso montano e sciistico finora svolte dal Corpo forestale dello Stato e delle funzioni
di soccorso alpino finora svolte dalla Guardia di
Finanza, fermo restando la delega legislativa prevista
nel numero 5) alla contestuale trasformazione del
Corpo nazionale dei Vigili del fuoco nel Corpo nazionale della Protezione civile, salvo il trasferimento
alle Regioni di tali funzioni allorché non richiedano un
esercizio unitario;
2) il trasferimento alle regioni o alle Agenzie per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici o ai corpi di
polizia locale o agli enti locali delle funzioni amministrative e dei compiti di polizia amministrativa locale finora
svolti dal Corpo forestale dello Stato e dal Corpo delle
Capitanerie di porto-Guardia costiera, fermo restando il
riordino delle funzioni di polizia di tutela dell’ambiente e
del territorio, nonché nel campo della sicurezza e dei
controlli nel settore agroalimentare, con assorbimento
48
3) il trasferimento alle Prefetture e agli enti portuali
ovvero alle Regioni di alcune funzioni di polizia amministrativa svolte dal Corpo delle capitanerie di porto, circa
la gestione della navigazione da diporto e delle attività
portuali, escluse le attività di vigilanza in mare;
5) il riordino dell’organizzazione centrale e periferica del
Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco, trasformato in
Corpo nazionale della protezione civile, con contestuale riordino delle funzioni e dell’organizzazione del
VFV GENNAIO/FEBBRAIO 2015
Dipartimento dei Vigili del fuoco, del soccorso pubblico
e della difesa civile del Ministero dell’Interno, del
Dipartimento della Protezione civile e degli enti pubblici
statali componenti del Servizio nazionale della
Protezione civile e con incorporazione nel nuovo Corpo
nazionale della Protezione civile delle funzioni, degli uffici e del personale attualmente addetto alle funzioni di
soccorso alpino finora svolte dalla Guardia di Finanza e
alle funzioni di protezione civile nell’ambito del
disciolto Corpo forestale dello Stato in materia di
prevenzione e di contrasto degli incendi, di soccorso
montano e sciistico e di soccorso in caso di calamità
naturali e del relativo personale, prevedendo in ogni
caso una direzione del nuovo Corpo distinta rispetto
all’organizzazione del Ministero dell’Interno e a quella
del Dipartimento nazionale della Protezione civile;
6) il trasferimento ai corpi di polizia locale di tutti i compiti e le funzioni di polizia amministrativa locale e delle
funzioni di polizia di sicurezza di interesse esclusivamente locale finora esercitati dalle amministrazioni statali e dalle forze di polizia dello Stato;
b) orientare le funzioni, la preparazione e l’organizzazione dei corpi di polizia, in modo da preparare, aumentare, distribuire e pianificare le funzioni di tipo preventivo
e di controllo di tutto il territorio della Repubblica, oltre
che le funzioni di contrasto e di repressione;
c) riordinare, accorpare ed accentrare presso le amministrazioni centrali e periferiche del Ministero
dell’Interno tutti gli organi, gli uffici, le funzioni, con le
relative risorse finanziarie, tecnologiche, logistiche e di
personale, che sono meramente strumentali al comando operativo del personale e alla gestione di ogni forza
di polizia dello Stato e all’esercizio dei compiti e delle
funzioni di polizia e che finora erano collocati nell’ambito dell’organizzazione di ogni corpo di polizia dello
Stato o delle amministrazioni di altri organi statali o di
altri Ministeri, affidandone la gestione in via preferenziale soprattutto al personale civile dell’Amministrazione
dell’Interno per i compiti non strettamente operativi,
prevedendo le modifiche necessarie alla discipline dell’organizzazione interna dei Ministeri e delle altre amministrazioni centrali o periferiche dello Stato e includendo in ogni caso tra le funzioni spettanti al solo Ministero
dell’Interno, nell’ambito del Sistema nazionale integrato
di sicurezza istituito ai sensi dell’articolo 8, le seguenti:
1) la gestione, l’organizzazione e la didattica degli istituti di formazione di base del personale chiamato a svolgere funzioni di polizia, con esclusione della formazione
di tipo strettamente militare del personale dell’Arma dei
carabinieri, con contestuale riordino, aggiornamento e
potenziamento dei percorsi didattici per l'istruzione, la
formazione e l'aggiornamento del personale chiamato a
svolgere compiti di polizia, delle materie insegnate e
degli ordinamenti didattici dei vari corsi e il loro collegamento con il resto dei corsi scolastici, universitari e di
formazione, includendovi anche la promozione della
conoscenza e della pratica delle norme costituzionali,
internazionali e dell’Unione europea, la promozione
della coscienza civica, la conoscenza e l'addestramento all’uso delle armi e dei sistemi informatici e all'uso di
risorse e metodi nonviolenti nelle modalità del servizio
operativo e l’apprendimento di una deontologia professionale che sia conforme alla primaria funzione preventiva spettante alle forze di polizia;
2) la gestione amministrativa e finanziaria del personale
di tutte le forze di polizia dello Stato, con esclusione
della gestione amministrativa e finanziaria e del personale militare dell’Arma dei Carabinieri chiamato a svolgere i compiti militari indicati nell’art. 4, comma 1, lett.
a), b), h) e con esclusione dei procedimenti concernenti gli avanzamenti, le promozioni e le onoreficienze militari e gli aspetti connessi con la disciplina militare del
personale dell’Arma dei Carabinieri;
3) la gestione amministrativa e finanziaria dei contratti e
degli appalti concernenti la gestione a qualsiasi titolo o
gli acquisti dei beni mobili e immobili e dei servizi, inclusi i mezzi di trasporto, le armi, le dotazioni logistiche e
tecnologiche e gli strumenti e i sistemi di comunicazione messi a disposizione di tutte le forze di polizia dello
Stato e tutte le attività concernenti gli appalti e i contratti concernenti tali beni e servizi, con esclusione del
materiale di armamento e di comunicazione strettamente attinente alla mera difesa esterna dello Stato e dei
mezzi di trasporto, degli strumenti e degli armamenti in
dotazione alla nuova Arma dei Carabinieri per svolgere
i compiti militari indicati nell’art. 4, comma 1, lett. a), b),
h) della presente legge;
d) organizzare lo svolgimento delle funzioni amministrative spettanti allo Stato in materia di polizia amministrativa, di polizia di sicurezza e di polizia giudiziaria in
modo che esse siano esercitate da due soli corpi dello
Stato e che siano contestualmente accorpati nell’ambito di essi tutti i corpi dello Stato che attualmente svolgono funzioni di polizia, prevedendo in particolare:
1) il riordino dell’Arma dei Carabinieri, quale Forza
armata e corpo di polizia statale ad ordinamento militare e a competenza specializzata, secondo i principi e i
criteri direttivi previsti nell’articolo 4 della presente
legge, con trasferimento ad essa di alcune funzioni di
polizia, inclusi il relativo personale e le rispettive dota-
VFV GENNAIO/FEBBRAIO 2015
49
zioni, finora esercitate da altre forze armate e dal Corpo
della Guardia di Finanza e con trasferimento alla Polizia
di Stato di alcune funzioni di polizia finora svolte
dall’Arma stessa, inclusi il relativo personale e le rispettive dotazioni;
2) il riordino della Polizia di Stato, quale corpo di polizia
statale ad ordinamento civile e a competenza generale
residuale rispetto a quelle che in base ai principi e criteri direttivi previsti dalla presente legge sono assegnati alla competenza esclusiva o prevalente dell’Arma dei
Carabinieri o dei corpi di polizia locale, secondo i principi e i criteri direttivi previsti nell’articolo 5 della presente legge, con trasferimento ad essa di alcune funzioni di polizia finora esercitate da altre forze armate e
di alcune funzioni finora svolte dal Corpo della Guardia
di Finanza, inclusi il relativo personale e le rispettive
dotazioni, e con trasferimento all’Arma dei Carabinieri di
alcune funzioni di polizia finora svolte dalla stessa
Polizia di Stato, inclusi il relativo personale e le rispettive dotazioni;
3) lo scioglimento del Corpo della Guardia di Finanza,
con trasferimento delle funzioni finora svolte dal Corpo
e del relativo personale e dotazioni nell’ambito della
Polizia di Stato o nell’ambito dell’Arma dei carabinieri,
secondo le loro nuove competenze riordinate per effetto della presente legge, escluse le funzioni di polizia
amministrativa che debbano essere trasferite alle agenzie fiscali o ad altri organi, secondo i criteri e i principi
direttivi previsti negli articoli 4 e 5 della presente legge;
dotazioni, secondo i criteri e i principi direttivi previsti
negli articoli 4 e 5 della presente legge, salvo il trasferimento ai corpi di polizia locale di eventuali funzioni di
polizia amministrativa locale;
7) l’inserimento nell’ambito del personale dei due corpi
statali di polizia riordinati del personale dei corpi disciolti o ridotti che non sia stato trasferito a funzioni di protezione civile o ad altre funzioni od amministrazioni per
effetto del riordino delle funzioni di polizia previste dal
presente articolo e la contestuale trasformazione dello
stato giuridico del personale trasferito, salvo che il personale ad ordinamento militare chieda ed ottenga, col
consenso dello Stato maggiore della Difesa, il trasferimento in una Forza armata diversa dall’Arma dei carabinieri, nei cui ruoli vi siano vacanze di organico e preminenti interessi pubblici al trasferimento;
e) trasferire in tutto o in parte all’Arma dei Carabinieri,
col consenso dello Stato maggiore della Difesa, il personale militare appartenente ad altre forze Armate che
abbia esercitato funzioni di pubblica sicurezza e che
risulti eccedentario rispetto alle esigenze funzionali del
corpo militare a cui appartiene o delle altre Forze armate, anche nell’ambito del più generale riordino delle
Forze armate, fatte salve le esigenze di riqualificazione
4) lo scioglimento del Corpo di Polizia Penitenziaria, con
trasferimento delle funzioni finora svolte e del relativo
personale e delle connesse dotazioni nell’ambito della
Polizia di Stato riordinata per effetto della presente
legge, secondo i criteri e i principi direttivi previsti nell’articolo 5 della presente legge;
5) lo scioglimento del Corpo forestale dello Stato, con
trasferimento delle funzioni finora svolte e del relativo
personale e delle connesse dotazioni nell’ambito della
Polizia di Stato riordinata per effetto della presente
legge, escluse le funzioni di polizia amministrativa trasferite al nuovo Corpo nazionale della Protezione civile
ai sensi della lettera a) o alle Regioni o ad altri enti,
secondo i criteri e i principi direttivi previsti nell’articolo
5 della presente legge;
6) il trasferimento all’Arma dei Carabinieri o alla Polizia
di Stato delle funzioni di polizia amministrativa e di sicurezza svolte sulla terraferma o nel mare territoriale dal
Corpo delle Capitanerie di porto-Guardia costiera della
Marina militare, del connesso personale e delle relative
50
VFV GENNAIO/FEBBRAIO 2015
professionale e di riclassificazione della carriera;
f) prevedere in modo puntuale una complessiva e
diversa organizzazione territoriale delle due forze di
polizia statali riordinate in modo da raggiungere le
seguenti finalità:
1) assicurare un effettivo controllo generale di tutto il
territorio della Repubblica, anche in concorso con i
corpi di polizia locale, nell’ambito del Sistema integrato
di sicurezza istituto ai sensi dell’articolo 8 della presente legge;
mento dei rapporti internazionali o comunitari o per i
rapporti tra le diverse articolazioni locali ovvero che
debbano essere impiegati per servizi organizzati a livello interprovinciale o che dispongano di personale che
debba essere impiegato in modo rapido o flessibile in
circostanze speciali o in circostanze straordinarie per
esigenze operative connesse ad indagini o alle funzioni
di polizia giudiziaria ovvero all’esigenza di provvedere ai
problemi di sicurezza di rilevanza locale acuta o di
carattere internazionale;
2) eliminare e prevenire sovrapposizioni o concorrenza
tra i compiti e le funzioni svolte dalle due forze di polizia
dello Stato e tra quelli svolti dai corpi di polizia locale,
che comportino diseconomie, ritardi o lacune nell’effettiva e tempestiva tutela delle esigenze della sicurezza
individuale e collettiva e nella prevenzione e nel contrasto della criminalità;
3) tutelare a livello locale la popolazione rispetto a tutti i
tipi di esigenze e di pericoli connessi con l’ordine pubblico la sicurezza;
5) istituire a livello provinciale e locale di un'unica centrale operativa della Polizia e a livello comunale o sovracomunale una rete capillare di comandi / commissariati
/ stazioni di polizia che devono essere ovunque sempre
operativi 24 ore su 24;
4) assicurare un adeguato e specialistico svolgimento
delle diverse attività che devono essere esercitate in
modo unitario o che necessitano di particolari specializzazioni o che debbano essere impiegati per il manteni-
6) prevedere un’adeguata ed uniforme dotazione tecnica, economica ed informatica di tutti i comandi territoriali o i commissariati delle due nuove forze di polizia
dello Stato in conformità ai nuovi compiti e alla nuova
organizzazione;
7) prevedere un’organizzazione territoriale delle due
nuove forze di polizia statali, in modo omogeneo tra di
loro in via generale su base provinciale, salva l’eventuale istituzione di strutture di livello interprovinciale, regionale o interregionale che siano strettamente indispensabili a livello sub- statale per svolgere funzioni di supporto o collegamento alle funzioni svolte dalle due forze
di polizia statali a livello provinciale, al fine di evitare
sovrapposizioni di competenze e di favorire la gestione
associata dei servizi strumentali;
g) prevedere contestualmente il cambio di stato giuridico e il trasferimento all’Arma dei Carabinieri del personale, delle strutture e delle risorse afferenti alle funzioni
e ai compiti trasferiti all’Arma per effetto della presente
legge che in precedenza erano svolti dalla Polizia di
Stato, dal Corpo delle capitanerie di Porto- Guardia
Costiera e dalla Guardia di Finanza, e il trasferimento
alla nuova Polizia di Stato del personale di tutta la
Polizia penitenziaria, del personale del Corpo forestale
dello Stato non trasferito al nuovo Corpo nazionale della
Protezione civile o ad altre amministrazioni statali o
regionali, del personale del Corpo delle capitanerie di
Porto- Guardia Costiera e della Guardia di Finanza
addetto ai compiti trasferiti e del personale dall’Arma
dei Carabinieri addetto ai nuclei o comandi specializzati trasferiti per effetto della presente legge o non più
necessario a svolgere i nuovi compiti dell’Arma;
h) prevedere il trasferimento ad altre amministrazioni
pubbliche, statali, regionali o locali, ovvero la dismissio-
VFV GENNAIO/FEBBRAIO 2015
51
ne, la cessione o l’alienazione dei beni e delle risorse
strumentali, informatiche e tecnologiche che erano in
uso alle forze di polizia dello Stato, nei casi in cui, per
effetto del riordino disposto in attuazione dalla presente legge o dell’evoluzione tecnologica od operativa, non
siano più necessarie per finalità di polizia o per finalità
attinenti all’ordine pubblico o alla sicurezza o per altre
finalità pubbliche, anche al fine di ottenere riduzioni
delle spese e dell’indebitamento delle amministrazioni
pubbliche;
i) prevedere l’abrogazione espressa di tutte le norme
legislative e regolamentari che disciplinavano l’organizzazione dei corpi dello Stato disciolti e le connesse funzioni esercitate, salva la nuova disciplina in materia di
ordine pubblico e sicurezza riordinata dal codice emanato per effetto della delega legislativa prevista nell’articolo 2 e ferma restando la nuova disciplina delle funzioni nell’ambito dei corpi riordinati.
2. Ai fini della presente legge per funzioni di polizia si
intende l’insieme delle seguenti funzioni, come meglio
definite dalle pronunce della Corte costituzionale e dalle
altre norme statali vigenti, incluso il codice da emanarsi
ai sensi dell’articolo 2 della presente legge:
a) funzioni di polizia amministrativa;
b) funzioni polizia di sicurezza, finalizzata alla prevenzione dei reati e alla tutela dell’ordine pubblico e della
sicurezza;
c) funzioni di polizia giudiziaria.
Art. (4)
Principi specifici e criteri direttivi della delega legislativa
per il riordino dell’Arma dei Carabinieri
1. Nell’esercizio della delega legislativa per il riordino
dei corpi di polizia dello Stato il Governo, oltre ad attenersi ai criteri e principi direttivi previsti negli articoli 1,
2, 3 e 5, è tenuto a prevedere il riordino dell’Arma dei
Carabinieri, quale unica forza armata competente a
svolgere anche funzioni di polizia e quale forza di polizia ad ordinamento militare e a competenza specializzata, secondo i seguenti criteri e principi direttivi:
a) attribuzione in via esclusiva all’Arma dei Carabinieri,
in virtù del suo rango di Forza armata, di tutti i compiti
militari previsti dal codice dell’ordinamento militare
emanato con decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66 e
successive modificazioni e integrazioni, la cui disciplina
deve essere contestualmente armonizzata con la presente legge:
52
1) difesa della Patria,
2) salvaguardia delle istituzioni,
3) partecipazione ad operazioni militari in Italia e all’estero, anche nell’ambito di missioni dell’ONU, della
NATO, dell’OSCE e dell’Unione europea,
4) polizia militare,
5) sicurezza militare,
6) polizia giudiziaria militare,
7) concorso all’eventuale mobilitazione delle Forze
armate,
8) sicurezza delle rappresentanze diplomatiche e consolari italiane all’estero e degli uffici degli addetti militari all’estero;
b) partecipazione di un contingente di personale
dell’Arma, quale forza di polizia italiana a statuto militare, alla Forza di gendarmeria europea (EURGENDFOR)
istituita dalle norme internazionali ratificate e rese esecutive con legge 14 maggio 2010, n. 84, posto alle
dipendenze del relativo Comando secondo le priorità
decise dai Ministri degli Stati partecipanti e concordate
col Governo;
c) attribuzione all’Arma in via esclusiva delle seguenti
funzioni e compiti di polizia:
1) tutte le funzioni concernenti la sicurezza che attengono anche indirettamente alla difesa nazionale e alla
protezione dei confini nazionali, incluse quelle funzioni
di vigilanza e di pattugliamento alle frontiere terrestri,
ferroviarie ed aeree e di controllo operativo delle persone, delle merci e dei natanti operate alle frontiere terrestri, aeree e marittime, di tutela della sicurezza della
navigazione, della sicurezza economico-finanziaria
della Repubblica e di prevenzione della criminalità transnazionale, che erano finora svolte dalla Polizia di Stato,
dalla Guardia di Finanza e dal Corpo delle Capitanerie
di Porto-Guardia costiera, mantenendo a quest’ultimo
Corpo della Marina militare e alla Marina militare i compiti tecnici ed operativi attinenti alla difesa nazionale,
alla sicurezza della navigazione, alla vigilanza e al soccorso nelle acque internazionali e alla difesa militare del
mare territoriale della Repubblica rispetto alle minacce
armate e ad eventuali conflitti armati internazionali; [...]
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l’intero testo della BOZZA RIORDINO FORZE DI POLIZIA ELABORATA DAL GOVERNO
Stralcio della Legge Delega
(art. 4, 5 e 6)
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VFV GENNAIO/FEBBRAIO 2015