Francesco combatte tutto da solo il bullismo

Transcript

Francesco combatte tutto da solo il bullismo
Francesco combatte tutto da solo il bullismo
di Alex Vecchio
Francesco è un ragazzo molto timido, spesso soggetto ad atti di bullismo da parte di ragazzi che si
ritenevano più “forti”. Ogni giorno tornava a casa piangendo e prima di salire sull’ascensore per
salire al terzo piano dove abitava si asciugava le lacrime e faceva l’indifferente agli occhi dei
genitori. Le cose peggioravano giorno dopo giorno, e quelle violenze che una volta si
presentavano solo in ambito scolastico iniziarono ad essere vissute anche fuori. Riceveva minacce
telefoniche di notte, messaggi che lo tenevano sveglio tutta la notte, foto postate su face book,
mentre riceveva ceffoni dalla banda di Piero ,ragazzi che si ritenevano i “boss” della scuola.“I
bravi”, così si facevano chiamare i ragazzi che facevano parte di questa banda, riferendosi a una
famosa composizione del Manzoni. Francesco aveva la passione della lettura, era l’unico modo che
aveva per discostare i pensieri da ciò che lo turbava, e si recava sempre al parco fino alla sera tardi
e si lasciava andare nella lettura. Giorno per giorno non c’era nessun margine di miglioramento,
anzi. I bravi non avevano una bella reputazione, anzi, si può dire che non erano estranei alle Forze
dell’ordine del paese, tra rapine e spaccio. Francesco era sempre più disperato, ma non trovava
mai la forza di denunciare ai genitori e a nessun’altra persone ciò che lo chiudeva sempre più in se
stesso, per paura di ciò che poteva accadere dopo. Un giorno Francesco mentre si recava alla
libreria per acquistare un nuovo libro, quello che tanto sognava leggere da tempo, con i soldi della
paghetta che aveva racimolato in tre mesi e mezzo, si ritrovò davanti la banda dei bravi, lo
strattonarono fino a portarlo in un cantiere abbandonato, che era il loro punto di ritrovo, lo
spogliarono nudo e gli rubarono tutti i soldi e i vestiti e fuggirono. Francesco si ritrovò nudo in un
cantiere abbandonato e mentre si lamentava e piangeva fu avvistato da un signore, che sembrava
essere sulla sessantina d’anni, che lo coprì come poté con la sua giacca e se lo portò con se a
casa. Giovanni, questo era il nome di questo signore, offrì subito a Francesco vestiti puliti di suo
nipote e una tazza di thè caldo. Iniziarono a parlare, ma Francesco si limitava ad ascoltare senza
rispondere, era terrorizzato. Giovanni gli spiegò un po’ la sua vita e si guadagnò da subito la fiducia
di Francesco, che per la prima volta nella sua vita si sentiva al sicuro e vide in Giovanni una
persona capace di poterlo aiutare. Giovanni finì per un po’ di parlare, perché capì che Francesco
era ancora terrorizzato e voleva prima farlo calmare. << Bè, Francesco, mi dici cosa ci facevi in quel
cantiere, nudo a piangere?>>gli domandò Giovanni, Francesco cadde in un silenzio profondo, <<
Tranquillo raccontami tutto,ti ascolterò>> gli disse ancora. Francesco allora, di scatto, si sentì
subito di raccontare la sua storia a Giovanni e iniziò a parlare. Nel bel mezzo del racconto,
Giovanni scoppiò a piangere. <<Ho detto qualcosa che non dovevo? Mi scusi!>> disse Francesco,
<<No no tranquillo, continua, scusami..>> gli rispose Giovanni. Francesco, curioso, prima di
continuare gli chiede:<<Perché ti sei messo a piangere?>>, <<No niente mi è venuta in mente una
cosa..>>. << Cosa? Io ti ho raccontato tutto, ora tu mi dici perché stai piangendo?>>. <<Il fatto è
che ho visto in te me quando ero piccolo, anche io all’età tua sono stato vittima di bulli fino all’età
di quindici anni, fin dalle scuole elementari, sono stati gli anni più brutti della mia vita. Avevo
paura di parlarne perfino con i miei genitori, non so cosa mi avrebbero fatto se ne avessi parlato a
qualcuno e se il preside fosse venuto a conoscenza di tutto ciò che mi accadeva.>> gli disse
Giovanni. Francesco gli rispose: << E come ne sei uscito? Per favore, dimmelo!io non ce la faccio
più!>> Giovanni subito gli disse:<< Un giorno mentre ero a casa sul divano,stavo vedendo un film e
io mi rispecchiavo molto nel protagonista, che risolse il problema raccontando tutto alla sua
professoressa di matematica, ed è così che feci io..>>. <<E i bulli non ti fecero niente?>> ribattè
Francesco. << No, anzi dal quel giorno mi iniziarono a rispettare e mi salutavano ogni giorno>> gli
rispose Giovanni. Intanto, si fecero le 7 e mezza di sera e Francesco doveva tornare a casa, salutò
Giovanni, lo abbracciò e gli disse grazie di tutto che gli aveva detto e di averlo ascoltato, e gli
promise di tornare. Francesco mentre tornava a casa provò un’emozione che non provava da
tempo, era felice! Tornò a casa e mentre cenava con tutta la famiglia si alzò si sedette sul padre e
gli raccontò tutto. Il giorno dopo il padre di Francesco andò a parlare con il preside, i bulli ebbero
la loro punizione, una sospensione di 4 giorni e pulirono i bagni per un intero mese. Da quel giorno
i bulli ebbero massimo rispetto per Francesco, che finalmente poteva sorridere e vivere con
spensieratezza, senza la paura che fuori di casa potrebbe esserci qualcuno pronto a dargli fastidio.
Inoltre, Francesco andava ogni giorno da Giovanni che lo aiutava con i compiti e dopo averli finiti
giocavano al gioco dell’oca oppure andavano a fare una passeggiata nel parco.