Prof.ssa Rossella D`Alfonso – scheda su Petronio Arbitro – Vita : non
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Prof.ssa Rossella D`Alfonso – scheda su Petronio Arbitro – Vita : non
Prof.ssa Rossella D'Alfonso – scheda su Petronio Arbitro – – – – – – Vita: non si hanno dati certi (come per Lucano); Tacito (Annales) cita un Petronio arbiter elegantiae alla corte di Nerone: caduto in disgrazia si uccise a Cuma tagliandosi le vene, dopo aver intrattenuto gli amici su argomenti futili ed aver inserito nel testamento numerosi episodi delle dissolutezze del principe; parrebbe un riferimento indiretto all'opera di P.; tale opera, il Satyricon, è un romanzo, giuntoci frammentario e attribuito ora a un Petronio ora a un Arbiter (presumibilm il suo soprannome); i brani sono abbastanza ampi da permettere la ricostruzione della trama, basata sulle peregrinazioni in ambienti corrotti, fra amori illeciti e venali, del giovane Encolpio – sorta di pìcaro ante litteram - per recuperare la virilità toltagli da dio Priàpo; il racconto è fatto dallo stesso Encolpio, in prima persona; E. s'accompagna al giovanissimo Gìtone, e talora ad altri due personaggi, uno vecchio (il poeta Eumolpo) e uno giovane (Ascilto): tutti e quattro sono corrotti, amorali, intrisi di cinismo, senso estetico, ironico distacco da tutto. genere: la mescolanza di prosa e versi, oltre che l'interccio fra l'erotico e l'avventuroso, riconduce il romanzo di P. alla satura menippea1, genere fondato sulla parodia. E il S. è proprio una parodia del romanzo greco-ellenistico, incentato sulle peripezie di amanti perseguitati dagli dei; l'abbondanza di particolari e di digressioni si sostanzia anche nell'inserzione, all'interno della trama principale, di diverse novelle, dotate di una certa autonomia, che si richiamano al genere delle licenziose novelle Milesiae (nate in Grecia dopo il II sec. a.C.). Stile: Lo sperimentalismo è il tratto dominante; e se la licenziosità degli argomenti, rese l'opera molto gradita ad un pubblico più ampio, la mescolanza di stili che emerge dal variegato lessico e sintassi dei personaggi rese l'opera molto godibile per un pubblico ristretto e colto, quale quello cui Petronio si rivolgeva. Alcuni episodi: – L'episodio più famoso è la cena di Trimalchione, un liberto arricchito, nella cui dimora si allestiche un banchetto esorbitante, alla presenza di numerosi invitati che rappresentanto altrettante individualità dettagliatamente descritte e tipologie umane e sociali, ma tutte o quasi afferenti all'ambiente dei liberti, spesso di origine orientale, di cui l0'autore mette in scena l'arroganza e l'ignoranza tipica dei parvenus, come emerge dal loro linguaggio, di cui Petronio dà una rappresentazione caricaturale. Tale è anche il padrone di casa, che sfoggia le sue ricchezze, è esibizionista, vanta le proprie fortune e abilità. – La novella più nota è La matrona di Éfeso, parodia della figura della vedova casta: in un primo tempo modello di virtù per ogni donna della città, ella, dopo aver passato notti insonni sulla tomba del marito a graffiarsi le gote, piangere e digiunare, cederà prima all'offerta di cibo del soldato che faceva la guardia alle croci, poi ad altre profferte. Ed il finale della loro storia non manca di sorprese: mentre matrona e soldato si danno al buon tempo, i genitori di un condannato ne tirano giù il cadavere dalla croce. La cosa si riseppe e già il soldato stava per essere punito. Per evitare guai all'amante, la matrona consente di appendere il corpo del marito morto alla croce: "non vogliano gli dei ch'io debba assistere a due morti", dice! E tutti si chiesero come il morto fosse potuto salir da solo sulla croce. 1 Inaugurata da Menippo di Gàdara nel III sec., con discorsi di tipo morale ispirati ai cinici, che criticavano i costumi contemporanei, suggerendo comportamenti lontani dalle convenzioni; alla prosa mescolava i versi (esametro e forse anche il trimetro giambico). Tale genere fu introdotto a Roma da Varrone Reatino, che usò un'estrema varietà metrica per criticare sia le debolezze, sia i costrumi corrotti, l'individualismo (come Menippo) e l'abbandono dei valori tradizionali (diversamente da Menippo), sia l'eccessivo dogmatismo dei filosofi. Gli altri due tipi di satira sviluppatisi fra l'età della repubblica e il principato sono la satira di tipo enniano, con notevole varietà di metri e di argomenti, e quella luciliana, esametrica, ispirata al sermo cotidianus, alla conversazione quotidiana (Orazio, ...). Tutti e tre sono espressioni della letteratura serio-comica. Alla satira Menippea appartiene anche l'Apocolokyntosis di Seneca, coevo al Satyricon.
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