Guida all`uso dello scanner
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Guida all`uso dello scanner
Fotografia Digitale Guida all’uso dello scanner Scanner piani e scanner per pellicola: le funzioni base e le nuove tecnologie. Una guida passo-passo al processo di scansione. Diffusi tra i fotoamatori che si avvicinano al digitale, gli scanner offrono un miglior rapporto qualità prezzo rispetto alle ancora costose fotocamera digitali. Lo scanner è lo strumento più antico nel mondo della fotografia digitale; è stato, e lo è finora per molti, il primo strumento per affacciarsi al mondo digitale ed è tuttora insuperato per la qualità che offre in rapporto al prezzo di vendita. Negli ultimi anni però abbiamo assistito ad un veloce ampliamento sia dei modelli che delle caratteristiche, e questo ha creato confusione tra i possibili utilizzatori che, vista l’ampia possibilità di scelta e le differenti caratteristiche, hanno difficoltà a individuare lo scanner più consono alle proprie esigenze. Cerchiamo quindi di far luce sugli elementi principali da prendere in considerazione per la scelta e l’utilizzo di questi strumenti. Iniziamo con il distinguere gli scanner in due tipologie di base: piani e per pellicola. I primi consentono di acquisire esclusivamente stampe o, con appositi adattatori, anche trasparenti (negativi e diapositive); i secondi, ovviamente, consentono di acquisire solamente pellicole, ma offrono risultati migliori. Gli scanner piani Sono i modelli più diffusi. Il loro prezzo varia da 50 Euro a diverse migliaia di Euro e in proporzione variano sia le prestazioni che i campi d’utilizzo. L’offerta dei produttori è molto ampia ed il primo criterio di scelta è quello della fascia di prezzo: all’interno della stessa fascia le prestazioni tendono ad assomigliarsi. I modelli da 50-100 Euro sono un’ottima scelta per avvicinarsi alla fotografia digitale: l’investimento è minimo e risultati sono già accettabili. Le maggiori limitazioni le abbiamo nella velocità operativa, nella mancanza di alcune personalizzazioni nella fase di acquisizione e nell’impossibilità di montare adattatori per le trasparenze; ma a questo prezzo è davvero chiedere troppo. Nella fascia tra i 200 e i 400 Euro troviamo una serie di modelli molto adatti per un utilizzo, anche piuttosto frequente, in ambito prettamente fotografico. Alcuni modelli più costosi incorporano anche il let- tore per le trasparenze e il software di gestione dello scanner è di norma ben fatto, con una serie piuttosto articolata di opzioni modificabili a piacere dall’utente. Oltre i 500 Euro si entra nel mondo degli scanner professionali. I costi salgono vertiginosamente anche oltre i 4000 Euro e le differenze sono più nella dotazione software che in quella hardware. Quale risoluzione Gli scanner piani hanno risoluzioni piuttosto varie, si parte da 300dpi per i modelli più economici per arrivare anche a 4000dpi, al pari dei migliori scanner per pellicole. 300dpi sono sufficienti per un utilizzo senza pretese, poiché a questi scanner normalmente vengono abbinate anche ottiche e software di gestione semplificati ed economici che riducono le possibilità creative. Per fare il salto di qualità bisogna orientarsi sui modelli da almeno 1000dpi. Tale risoluzione in realtà non è indispensabile per uno scanner piano, poiché gli originali acquisiti hanno già dimensioni notevoli e gli eventuali ingrandimenti per stampe di maggiori dimensioni raramente superano i 3X; per questi valori uno scanner da 600dpi andrebbe benissimo, il problema nasce dal fatto che solamente su scanner della fascia 1000-1200dpi i produttori sviluppano driver accurati ed ottiche dalla buona resa, sfruttabili con successo in ambito fotografico. Inoltre 1200dpi diventano necessari per l’acquisizione di originali trasparenti (diapositive e negativi). Risoluzioni maggiori hanno senso solamente se intendiamo acquisire molti negativi o diapositive di piccolo formato, ma a questo punto sarebbe da considerare seriamente uno scanner prettamente per diapositive che offre risultati di qualità sicuramente più elevata, anche se ad un prezzo d’acquisto superiore; una soluzione potrebbe essere quella di affiancarlo ad un semplice ed economico scanner piano per le stampe. Quale connessione La più diffusa è la USB, sufficientemente veloce ma allo stesso tempo facile da installare e configurare. Ancora piuttosto diffuse risultano le SCSI che, sebbene siano in circolazione da ormai quasi due decenni, risultano ancora estremamente veloci ed affidabili; di contro sono piuttosto difficili da configurare per un’installazione impeccabile. Le Firewire hanno riscosso un tiepido successo solamente su alcuni scanner di fascia alta e la loro diffusione è stata fortemente rallentata dalla mancanza di tali porte nei computer PC; la loro presenza sui Mac non è stata sufficiente. Sui PC è comunque possibile inserire una scheda aggiuntiva dotata di connessione esterna Firewire, ma risulta un’operazione piuttosto complessa e laboriosa, non alla portata di tutti; un peccato, perché teoricamente la connessione Firewire ha tutte le carte in regola per affermarsi con successo nel mondo degli scanner: la velocità di trasferimento è molto elevata e decisamente superiore a quella della connessione USB, Digital ICE3 e FARE per la rimozione dei graffi Digital ICE è una nuova tecnologia sviluppata dalla Applied Science Fiction all'inizio del 1995. La versione attuale è la Digital ICE3 (Digital ICE cubed) che, oltre alla funzione ICE, incorpora altre due tecnologie che operano congiuntamente: ROC e GEM. La Digital ICE è utilizzata su scanner Minolta e Nikon, rimuove polvere, graffi e impronte dalle immagini in modo del tutto automatico con risultati particolarmente apprezzabili. Il suo funzionamento è piuttosto semplice quanto efficiente: in aggiunta ai tre canali RGB presenti in tutti gli scanner che rilevano i colori dell'immagine, vi è un quarto canale che sonda l’intero fotogramma nella lunghezza d’onda dell’infrarosso; la pellicola è completamente trasparente a questa lunghezza d’onda, mentre non lo sono i graffi, la polvere e il grasso delle impronte digitali. Una volta rilevate le zone del film in cui vi è dello sporco o dei difetti, viene creata una mappa del fotogramma e in base a questa la funzione ICE, in modo digitale, ricostruisce per interpolazione le parti mancanti al termine della scansione convenzionale. I risultati sono sorprendenti e gli artefatti apportati da questa funzione sono praticamente invisibili, a patto di non utilizzare diapositive completamente ricoperte da polvere. Il Digital ICE si applica alle pellicole a colori e a quelle in bianco-nero a sviluppo cromogeno, ma il suo impiego non è possibile con i film Kodachrome e le pellicole in bianco e nero convenzionale, poiché queste contengono i cristalli di alogenuro d’argento che non sono trasparenti all’infrarosso e verrebbero scambiati per imperfezioni della pellicola e quindi corretti! Le funzioni ROC e GEM La prima è l’acronimo di Reconstruction of Color ed è una funzione che riporta a nuova vita i colori sbiaditi dal tempo, mentre il GEM, che sta per Grain Equalization & Management, rende più uniforme la granulosità dell'immagine, con il risultato che la grana risulta molto meno evidente, senza influire sulla nitidezza dell’immagine. Quando si acquisiscono pellicole di medio-alta sensibilità, la risoluzione elevata degli scanner recenti permette di isolare i singoli punti che compongono l’immagine (la grana) con un risultato finale “visivamente” poco piacevole, anche se tecnicamente perfetto. Una grana molto vistosa influisce negativamente sui filtri dei programmi di fotoritocco (maschera di contrasto, evidenziazione bordi, ecc.), il che porta a risultati inferiori alle aspettative. Utilizzando la funzione GEM è possibile invece trattare le immagini acquisite senza evidenziarne i difetti, o meglio, i suoi limiti fisici. Digital ICE3 non richiede un'esperienza tecnica particolare per il suo corretto utilizzo ed è la soluzione perfetta per chi vuole archiviare o "restaurare" vecchie pellicole. La soluzione FARE FARE, similmente al Digital ICE di Applied Science Fiction, permette di rimuovere i graffi e la polvere dagli originali da acquisire. Viene utilizzata da Canon sia per i modelli per pellicola che per alcuni modelli piani. Canon ha sviluppato in proprio questa tecnologia, molto simile alla Digital ICE, e l’ha chiamata FARE, che è l’acronimo di quattro parole inglesi che indicano la capacità di ritoccare e migliorare in automatico la pellicola da acquisire (Film Automatic Retouching and Enhancement). Come la Digital ICE, anche la FARE si basa sulla luce infrarossa per individuare la polvere da rimuovere. In pratica, una pre-scansione del negativo (o positivo) in luce IR permette di creare una mappa della posizione di polvere e graffi; eseguita la mappa del negativo, una funzione software si occupa di ricreare le parti mancanti o danneggiate, con risultati davvero sorprendenti. Evidentemente anche questa procedura aggiuntiva porta ad un allungamento dei tempi di acquisizione. Sullo scanner CanoScan FS4000 alla massima risoluzione, collegato ad un computer dotato di processore da 1000 Mhz e 256 Mb di RAM, occorrono circa 6 minuti; se poi si attiva l’uscita a 42 bit i tempi salgono a quasi 10 minuti. Questi valori sono stati calcolati utilizzando la connessione SCSI dello scanner; con l’interfaccia USB i tempi vanno aumentati di un buon 30%. Scanner Piani LA SCANSIONE PASSO PASSO Approfondiamo ora l’utilizzo degli scanner piani ed in particolar modo le singole funzioni del software di controllo. Tutti gli scanner piani vengono comandati da un software denominato Twain, che consente di richiamare lo scanner da un altro programma (per esempio Photoshop, ma anche Word, Powerpoint, ecc). Il formato Twain è un protocollo che permette la comunicazione tra diverse piattaforme, in questo caso tra il software dello scanner e l’applicazione di fotoritocco. Nel nostro esempio utilizzeremo come programma di fotoritocco Adobe Photoshop e uno scanner piano Nikon. 1 Sempre dal menù file si indicherà dal sottomenù “importa” di attivare il modulo Twain e questo verrà aperto all’interno del programma di fotoritocco. 3 La prima operazione da compiere per eseguire una scansione è, come ovvio, quella di porre l’originale sul piano di vetro dello scanner con il lato da acquisire rivolto verso il basso. Dal primo menù in alto a sinistra è possibile scegliere tra 3 opzioni. La prima indica lo scanner utilizzato durante la sessione di acquisizione; viene indicata marca e modello e alcuni parametri secondari, come la versione dello scanner (V1.9), l’indirizzo sulla catena SCSI (ID:5) e su che connettore è montato lo scanner (HA:0). Non sono parametri che influiscono sulla scansione e si potranno tranquillamente ignorare; solamente in caso di malfunzionamento dello scanner possono risultare utili per spiegare il problema all’assistenza tecnica. 5 Dopo aver avviato il programma di fotoritocco, dal menù file si deve scegliere quale driver Twain attivare; se avremo un solo scanner collegato al computer potremo saltare questo passo, ma con più di uno scanner va indicato al programma quale utilizzare. Nel nostro caso indicheremo il Nikon. 2 4 Esaminiamo ora tutti i parametri della finestra di scansione. La seconda voce di questo menù è invece più importante, poiché attiva un piccolo programma che permette di regolare meglio la corrispondenza colore, sul nostro monitor, delle immagini acquisite. Per fare ciò si devono inserire i valori negli appositi spazi affinché la parte centrale e la cornice dei 4 quadrati siano il più uniforme possibile. 6 La terza voce è decisamente più importante, poiché permette di scegliere il tipo di interpolazione che effettua lo scanner quando si sceglie una risoluzione diversa da quella fisica del sensore. Le possibili scelte sono due: Bilinear e Nearest Neighbor, che possono essere tradotte in Bilineare e Vicino più prossimo. La più efficiente è quella bilineare e va selezionata quest’ultima per i migliori risultati, mentre la seconda opzione consente risultati meno elaborati, ma più veloci da calcolare, anche se con i computer moderni la differenza di tempo di calcolo si è annullata completamente. Risulta evidente a questo punto che questo menù non è di utilizzo frequente e una volta impostati i parametri corretti ce ne possiamo dimenticare. 9 Le ultime tre opzioni permettono di riportare ai valori di fabbrica i parametri dello scanner, oppure di riportare a zero le correzioni colore ed infine di mantenere i valori dell’ultima sessione; in questo caso, ogni volta che si richiama il modulo Twain dello scanner, questo riporterà i valori dell’ultima scansione effettuata. k L’ultimo menù a tendina che troviamo su questo modulo riguarda la modalità di scansione. È possibile scegliere tra un’acquisizione al tratto, in bianco e nero o meglio in scala di grigio, oppure a colori. Impostare una modalità di scansione a colori per acquisire un’immagine in bianco e nero avrà come risultato un'immagine molto “pesante” con informazioni aggiuntive (il colore) non sfruttate; è quindi opportuno selezionare adeguatamente il giusto valore per la scansione che ci accingiamo ad eseguire. l La terza voce del menù si suddivide in 4 sottomenù. La prima funzione consente di attivare l’autoesposizione, ovvero quella capacità dello scanner di correggere automaticamente immagini chiare o scure. 7 8 Sotto questo menù troviamo le opzioni Setting, con cui si possono salvare le impostazioni di scansione oppure cancellarle. È possibile anche importare ed esportare i parametri di acquisizione per utilizzarli anche su computer diversi. j La seconda funzione si riferisce al copyright del software che stiamo utilizzando. Guida all’uso dello scanner È altresì possibile impostare la scansione in positivo o in negativo. La scelta di invertire già in fase di scansione un negativo non ha controindicazioni, anzi, poi ci sarà una procedura in meno da eseguire. m p Ora analizziamo gli strumenti per correggere le immagini. I più utili sono senz’altro le curve, che consentono di correggere l’esposizione ed il colore. Ogni scanner permette di impostare unità di misura differenti, ma per le dimensioni dell’immagine riteniamo che scegliere come unità i centimetri rende più semplici i calcoli. n o Per la risoluzione è meglio orientarsi sui dpi (punti per pollice) universalmente riconosciuti. EDIT, per la scansione dei negativi con gli scanner piani Gli scanner piani sono nati per acquisire solamente originali opachi; con l’introduzione dell’accessorio simile ad un coperchio luminoso è stato possibile acquisire anche originali trasparenti. I risultati conseguibili, pur buoni, non permettono un uso professionale, a causa di un minore dettaglio ed una riproduzione dei toni di colore non sempre accurata. Microtek e Agfa utilizzano una tecnologia particolare, che consente di migliorare notevolmente la scansione di negativi con gli scanner piani. Solo alcuni modelli di fascia medio-alta adottano questo sistema, ed i risultati sono molto buoni, confrontabili con acquisizioni realizzate con scanner per pellicola. E.D.I.T. è l’acronimo di Emulsion Direct Imaging Technology. Come negli scanner a tamburo, la tecnologia E.D.I.T. permette alle lenti del CCD dello scanner di leggere dalla parte dell’emulsione della pellicola senza l’interposizione di alcuna lastra di vetro che potrebbe diminuire la nitidezza. Questa tecnica elimina qualsiasi tipo di distorsione e i noti anelli di Newton che spesso si verificano quando si appoggia l’originale trasparente su di una lastra di vetro. Inoltre migliora sensibilmente anche il range dinamico del sensore CCD. Per la lettura degli originali trasparenti ed opachi, gli scanner dotati di.E.D.I.T utilizzano un solo sensore CCD che, grazie alla rotazione di alcuni specchi all’interno dello scanner, viene orientato diversamente a seconda dell’originale da acquisire. Per ciascun tipo di originale può essere utilizzata un’ottica specifica per ottimizzare la risoluzione; in questo modo quando il sensore CCD viene rivolto verso gli originali trasparenti, di dimensioni inferiori rispetto agli originali opachi, verrà utilizzato un obiettivo che effettua un ingrandimento elevato, ottenendo una risoluzione superiore. Al contrario, l’obiettivo usato per gli originali opachi consente una risoluzione inferiore, ma pur sempre più che sufficiente per questo impiego. Uno scanner Microtek di fascia alta. È dotato di due ottiche (tecnologia EDIT) per ottimizzare la scansione dei negativi (di dimensioni ridotte) e per gli opachi, di solito stampe di dimensioni ben maggiori rispetto ai negativi. In alternativa è possibile correggere l’immagine utilizzando questi altri strumenti: dall’alto in basso: luminosità, contrasto, rosso, verde e blu; i valori ammessi variano da –100 a +100; valori negativi indicano una sottrazione di quell’elemento (meno rosso, meno contrasto, ecc.) mentre i valori positivi il contrario. q Con lo strumento quadrato tratteggiato è possibile selezionare la porzione di immagine da scansionare. Lo strumento contagocce permette di equilibrare i bianchi e i neri: si punta il contagocce bianco sul punto dell’immagine di massimo bianco e si ripete la procedura con il contagocce nero sul punto di massimo nero. Il cerchio bianco/nero comanda l’esposizione automatica. r Nella finestra di preview, è possibile ribaltare l’immagine destra/sinistra o sopra/sotto, così come ingrandirne una porzione. Una volta terminata la fase di impostazione dei parametri si preme il tasto di avvio della scansione. s A PROPOSITO DELLA RISOLUZIONE IN SCANSIONE Ricordiamoci che nella casella “risoluzione” si possono inserire valori compresi tra 1 e 9999, naturalmente fino alla risoluzione ottica massima dello scanner (300, 600, 1200, ecc. in base al modello dello scanner); più cresce la risoluzione, più aumentano i dettagli, ovvero più grande sarà l’immagine che si potrà stampare. Oltre la risoluzione ottica, invece, si avrà solamente un’immagine interpolata, priva di informazioni aggiuntive e più pesante da gestire; meglio lasciare l’eventuale interpolazione al momento del fotoritocco. La scansione e la successiva stampa sono strettamente connesse: per ottenere la migliore qualità, occorre scansionare l’immagine in modo tale che in fase di stampa essa abbia una risoluzione di 300 dpi. Un esempio: se abbiamo una stampa 10x15cm e vogliamo acquisirla per poi stamparla in formato 20x30cm dovremo eseguire una scansione a 600dpi, poiché la stampa finale avrà dimensioni doppie e quindi risoluzione dimezzata (600dpi:2=300 dpi). In pratica questa regola si rivela fin troppo restrittiva e 200dpi sono già sufficienti per una buona qualità fotografica. Quindi, con l’esempio precedente, sarà sufficiente una risoluzione in scansione di soli 400dpi. Con soggetti di colore uniforme e con pochi dettagli fini è possibile scendere anche a 100-150 dpi senza intaccare pesantemente la qualità finale. Per aiutarci in questo calcolo possiamo utilizzare la scala presente in ogni modulo Twain degli scanner. Consideriamo ancora lo stesso esempio: stampa 10x15cm, da stampare in formato 20x30cm. Imposteremo nella casella risoluzione il valore necessario (150, 200 o 300 in base alle nostre esigenze) e poi porteremo il cursore del valore scala su 200%, poiché intendiamo stampare l’immagine in dimensioni pari al 200% rispetto all’originale acquisito. Guida all’uso dello scanner Scanner per pellicole LA SCANSIONE PASSO PASSO Come per gli scanner piani anche quelli per pellicola vengono azionati mediante un modulo richiamabile da quasi tutte le applicazioni. Per la nostra prova ci baseremo il modulo Twain dello scanner Canon Canoscan 4000. Saltiamo la spiegazione di come richiamare il modulo da un’applicazione poiché è lo stesso degli scanner piani già citati e partiamo dall’interfaccia del driver. 1 Questo è il modulo Canon come appare dopo aver azionato il tasto Thumbnail. Partiamo con i menù della barra degli strumenti. Il primo riguarda le impostazioni dello scanner e si suddivide in otto voci. Poi troviamo la scelta della messa a fuoco. Anche qui possiamo scegliere di lasciar fare tutto allo scanner o precedere a tentativi per mettere a fuoco una zona ben precisa del negativo. 5 Power serve per impostare il tempo di utilizzo dello scanner, dopo il quale si spengono le lampade. Questo permette sia di risparmiare energia, che di allungare la durata delle lampade. 9 2 La prima voce riguarda l’esposizione; è possibile modificarla in un intervallo di +/- 2 EV oppure lasciare allo scanner la scelta del valore più appropriato in base all’originale inserito nello scanner. 3 La voce Color Matching permette di disabilitare o abilitare questa funzione. 6 Il monitor Gamma ha la stessa funzione di quella che abbiamo visto con gli scanner piani, solamente che qui possiamo inserire valori standard senza avere una percezione visiva del risultato. 7 La seconda voce consente di modificare le impostazioni per la rimozione automatica di polvere e graffi. Si può scegliere di non attivarla o di eseguirla in modalità standard o strong (per le foto molto rovinate). 4 Alla voce Preferences possiamo impostare dei parametri consoni al tipo di scansioni che andremo ad effettuare. 8 j Questa funzione parla da sola: si riporta tutto alle impostazioni di fabbrica. Il secondo menù riguarda strettamente lo scanner. La prima opzione attiva un self test per verificare il corretto funzionamento dello scanner, mentre la seconda identifica la versione. k L’ultimo menù richiama l’Help È presente anche una modalità in linea. Utile per verificare il per preparare immagini da mansignificato di qualche impostadare via fax o da guardare solazione secondaria che non rimente a monitor, utile per la cordiamo. Da usare! creazione di immagini per il web, ed una per andare direttamente in stampa. l o Veniamo ora ai parametri di scansione. Le prime voci che troviamo riguardano il tipo e la modalità di scansione; si può notare come questo scanner sia in grado di elaborare in uscita file a 42 bit (per il colore) e a 14 bit (per il bianco e nero) oltre ai consueti 24 e 8 bit rispettivamente per il colore e il B&N. Il vantaggio principale è la scansione con un maggior numero di sfumature di colore (si passa in teoria da qualche milione a diversi miliardi!); in pratica si notano solo piccoli miglioramenti nelle zone di alte luci e in quelle d’ombra. È utile per cercare di tirar fuori tutto il possibile da un originale con esposizione sbagliata (sottoesposto o sovraesposto), mentre per immagini corrette non ne vale la pena, poiché i risultati sarebbero praticamente indistinguibili. q Di fianco alla finestra di preview sono presenti alcuni strumenti utili per ruotare, invertire o ingrandire una porzione dell’immagine prima di eseguire la scansione. m Arrivati a questo punto si premerà il tasto SCAN per eseguire la scansione. È chiaro che ogni software è diverso, soprattutto da marca a marca, ma i comandi principali sono questi e saranno sempre individuabili. Gli strumenti per la correzione del contrasto e del colore li troviamo tutti assieme: istogrammi, curve e cursori per il contrasto e per il colore. La funzione è la stessa per tutti ed ognuno utilizzerà quelli che riterrà più facili ed intuitivi: sia con gli istogrammi che con le curve, così come con i cursori, è possibile raggiungere gli stessi risultati. p Questo modulo aiuta i meno esperti ad eseguire la scansione in modo soddisfacente, ma lascia anche la libertà di impostare ogni singolo valore. n Guida all’uso dello scanner Scanner piani: i Prezzi Marca/Modello Formato Risoluzione Bit Prezzo in Euro A4 A4 A4 A4 A4 A4 A4 A4 1200x600 1200x600 1200x600 1200x600 1200x1200 1200x600 1200x600 2400x1200 12 14 14 14 12 16 16 12 232 181 139 77 284 83 Novità 1.136 A4 A4 A4 A4 A4 A4 A4 A4 A4 A4 A4 A4 A4 A4 2400x1200 2000x1000 1200x600 1200x600 1200x600 1200x600 1200x600 1200x600 1200x600 2400x1200 2400x1200 2400x1200 2400x1200 1200x600 14 14 12 12 12 12 12 14 16 14 16 14 16 12 1.549 3.595 1.171 75 184 248 77 98 Novità 165 Novità 232 Novità 129 A4 A4 A4 A4 A4 A4 A4 A4 A4 A4 A4 A4 A4 1200x600 600x600 600x600 600x600 600x600 1200x600 1200x600 1200x600 4800x2400 1200x1200 2400x1200 2400x1200 2400x1200 14 12 12 12 12 14 14 14 16 12 14 14 14 170 103 103 160 160 103 134 145 516 568 258 336 207 A4 A4 A4 A4 A4 A4 A4 A4 3200x1600 3200x1600 2400x1200 2400x1200 3200x1600 3200x1600 3200x1600 4800x2400 16 16 16 16 14 16 16 16 997 1.360 129 151 280 194 240 387 A4 A4 A4 1200x600 1200x600 1200x600 10 10 14 222 346 Novità ACER AcerScan 620ST AcerScan 620UT AcerScan 640BU AcerScan 640P AcerScan 1240UT S2W 3300U S2W 4300U ScanPremio ST AGFA DuoScan f40 DuoScan HiD DuoScan T1200 SnapScan 1212 P SnapScan 1212 U SnapScan 1236 U SnapScan e20 SnapScan e25 SnapScan e26 SnapScan e40 SnapScan e42 SnapScan e50 SnapScan e52 SnapScan Touch CANON CanoScan D660U CanoScan FB630P CanoScan FB630U CanoScan FB636U CanoScan FB636Ui CanoScan N640P CanoScan N650U CanoScan N656U CanoScan D2400UF CanoScan FB1200S CanoScan FB1210U CanoScan FB1210U+FAU CanoScan N1220U EPSON Expression 1680 Expression 1680 Pro Perfection 1250 Perfection 1250 Photo Perfection 1640SU Perfection 1650 Perfection 1650 Photo Perfection 2450 Photo GENIUS ColorPage HR5 ColorPage HR5 pro ColorPage HR6 vivid III vivid Pro II vivid Pro II film vivid Pro II USB A4 A4 A4 A4 1200x600 1200x600 1200x600 1200x600 12 12 12 12 Novità 93 145 119 A4 A4 A4 A4 A4 A4 A4 A4 A4 A4 600x600 1200x600 1200x600 1200x600 1200x1200 1200x1200 1200x1200 2400x1200 2400x1200 2400x1200 12 12 12 12 14 14 14 16 16 16 89 99 129 179 229 305 465 568 775 1.136 A4 A4 600x600 600x600 12 12 77 88 A4 A3 A4 A4 A4 A4 A4 A4 A4 A4 A4 A4 2000x1000 2000x2000 2500x2500 6000x2000 1200x600 1200x600 2400x1200 2400x1200 2000x1000 2400x1200 2400x1200 2400x1200 14 12 12 14 12 14 14 14 12 14 14 14 2.061 6.662 4.436 13.376 87 103 181 284 1.544 1.183 356 460 A4 A4 A4 A4 A4 A4 A4 1200x600 1200x600 1200x600 1200x600 1200x600 1200x600 1200x600 12 14 10 12 12 12 12 77 77 83 119 116 98 93 A4 A4 A4 A4 A4 A3 A3 A4 A4 A4 1200x600 1200x600 2400x1200 1200x600 2400x1200 1600x800 1600x800 2400x1200 2400x1200 2400x1200 14 14 14 14 14 14 14 14 14 14 181 258 427 155 1.850 3.525 3.091 1.542 1.914 428 HP ScanJet 2200C ScanJet 3400C ScanJet 4400C ScanJet 4470C ScanJet 5400C ScanJet 5470C ScanJet 5490C ScanJet 7400C ScanJet 7450C ScanJet 7490C LG Scanworks 600P Scanworks 600U MICROTEK ArtixScan 1100 ArtixScan 2020 ArtixScan 2500 ArtixScan 6000 XY ScanMaker 3600 ScanMaker 3700 ScanMaker 4600 ScanMaker 4700 ScanMaker 5 ScanMaker 8700 ScanMaker X12USL ScanMaker X12USL TRUST Combi Scan USB 19200 Compact Scan USB 19200 Easy Connect 19200 Plus Flat Scan USB 19200 Office Scan USB 19200 SCSI Connect 19200 E.S. SCSI Scan 19200 E.S. UMAX Astra 2100 SU Astra 2100 SU Pro Astra 6450 firewire AstraNET iA101 Powerlook 1100 firewire Powerlook 2100 XL Powerlook 2100 XL Powerlook III Powerlook III pro Speedy IIc 4000 Scanner per pellicola: i Prezzi Marca/Modello Formato Risoluzione Bit Prezzo in Euro 2700x2700 12 413 ACER ScanWit 2720S 35mm CANON CanoScan FS4000US CanoScan FS2710 35mm, APS 35mm, APS 4000x4000 14 2720x2720 12 1.033 774 35mm, APS 45 35mm 4000x4000 12 2500x2500 14 1800x1800 12 2.298 7.695 201 35mm, APS 35mm, APS 35mm, APS 45, APS 2438x2438 2820x2820 2820x2820 2700x2700 583 1.167 1.250 3.915 Canon CanoScan 4000 con gli adattatori per le acquisizioni di negativi in striscia, dia intelaiate e pellicole APS. MICROTEK ArtixScan 4000t ArtixScan 4500t FilmScan 35 MINOLTA Dimage Scan Dual II Dimage Scan Elite Dimage Scan Elite+sc.SCSI Dimage Scan Multi Pro 10 12 12 12 NIKON Coolscan IV ED LS-2000 Super Coolscan LS-30 Coolscan III Super Coolscan 4000 ED Super Coolscan 8000 ED 35mm, APS 35mm, APS 35mm, APS 35mm, APS 45, APS 2900x2900 2700x2700 2700x2700 4000x4000 4000x4000 12 12 12 14 14 1.033 1.548 873 2.066 4.648 35mm 35mm 45 2700x2700 12 4000x4000 12 2000x2000 12 2.014 2.417 6.972 35mm 1800x1800 12 196 Il retro degli scanner moderni è molto spoglio; oltre alla presa per l’alimentazione e la connessione al computer, alle volte è presente la connessione per alimentare l’adattatore per trasparenze. Ciò semplifica il lavoro di installazione. POLAROID SprintScan 35 Plus SprintScan 4000 SprintScan 45 PRIME FILM PF 1800u è facile da configurare ed installare come l’USB e, a differenza di quest’ultima, può alimentare direttamente la periferica, evitando il cavo di alimentazione dello scanner (meno cavi dietro al nostro computer!). Di recente introduzione è invece lo standard USB 2.0, che vanta la solita semplicità della versione precedente (la 1.1), ma velocità di trasferimento dati superiore a livello della FireWire. Il grande vantaggio è la compatibilità all’indietro, ovvero con le “vecchie” periferiche USB 1.1; molti costruttori di schede madre per PC stanno già inserendo il supporto per tale interfaccia e si può quindi prevedere una ampia diffusione per tale standard. Fortunatamente si sono estinti i vecchi modelli di scanner dotati di connessione parallela, che tanto hanno fatto soffrire quando si cercava di far coesistere scanner e stampante sulla stessa porta. Gli accessori Per gli scanner piani sono due gli accessori utili: l’adattatore per trasparenze e l’ali- mentatore automatico per i fogli. L’adattatore per trasparenze è essenziale per poter utilizzare lo scanner piano anche con originali trasparenti, non illuminabili per riflessione come le stampe. Il problema maggiore nell’utilizzo di questi accessori risiede nella presenza del vetro tra il sensore CCD e l’originale da acquisire. Anche se è un vetro di qualità, quando vi appoggiamo sopra le diapositive intelaiate o i negativi negli appositi telai, l’emulsione non risulta a contatto del vetro, punto in cui viene tarata la messa a fuoco dell’ottica del sensore, ma in una posizione leggermente scostata verso l’alto. Inoltre il vetro può comunque provocare aberrazioni ottiche. La conseguenza è un risultato buono, ma non eccelso ed indubbiamente inferiore a quello di un qualsiasi scanner per pellicole, anche economico. Alcuni modelli hanno la possibilità di variare il fuoco del sensore per ovviare a questo inconveniente, ma sono modelli molto costosi. Altri hanno rimediato utilizzando addirittura due ottiche distinte, ottimizzate o per gli origi- Anche scanner di fascia economica permettono di ottenere risultati qualitativamente apprezzabili. Minolta Dimage Elite. Guida all’uso dello scanner nali opachi o per le trasparenze; sono però soluzioni adottate nei modelli di fascia alta o professionale. L’alimentatore automatico per i fogli è più utile per un impiego in ufficio che in camera oscura digitale, poiché funziona male con carte di spessore elevato come le fotografie; inoltre si inceppa spesso se le fotografie hanno dimensioni differenti. È egregio invece se si deve scansionare una serie di fogli formato A4, come lettere e documenti; in questo caso basta appoggiare la pila di documenti sullo scanner e questo, in completo automatismo, li importa uno ad uno nel PC. Scanner per pellicola Sono tutti modelli molto specialistici. Il loro utilizzo è confinato alla sola acquisizione di originali trasparenti e spesso di dimensione fissa (35mm in striscia o intelaiate) raramente in grado di leggere formati diversi (120, 220, pellicola piana, ecc.).Sono tutti dotati di risoluzione ottica elevata, almeno 2000 dpi, poiché la scansione, se stampata, deve essere ingrandita molto, anche 10x. I modelli più raffinati arrivano a 4000 dpi e ciò consente ingrandimenti in stampa superiori al 30x45cm. La fascia media si basa su modelli da 2700dpi, che è lo standard per questi scanner. Le connessioni più diffuse sono la SCSI e l’USB e se la prima è in forte ridimensionamento, l’USB si sta diffondendo a macchia d’olio; se continua questo trend, sostituirà a breve la vecchia interfaccia. Sono presenti comunque anche l’interfaccia Firewire, che richiede una scheda apposita per poter essere utilizzata con un PC, mentre non sono ancora presenti scanner dotati di interfaccia USB 2.0. I prezzi partono da circa 500 Euro per i modelli più semplici, per arrivare ad oltre 5000 Euro per quelli in grado di acquisire anche trasparenti di formato superiore al 35mm. Le interfacce di gestione (moduli Twain) sono di norma molto ben fatte e superiori per qualità e quantità di opzioni rispetto a quelle degli scanner piani. Con questi modelli è spesso possibile mettere a fuoco un punto ben preciso dell’emulsione, oppure eseguire una scansione di più immagini in rapida successione. Alcuni modelli sono dotati di tecnologie particolari in grado di eliminare graffi e polvere con estrema perizia. Prendono nomi diversi in base alla marca dello scanner ma, sia che si tratti di FARE o Digital ICE, i risultati sono comparabili. La tecnologia adottata si basa su di una prescansione dell’originale in luce infrarossa; la gelatina e i copulanti che costituiscono l’immagine sono completamente trasparenti a questa lunghezza d’onda, mentre non lo sono polvere e graffi. In questo mo- Il modulo Twain di uno scanner piano Canon… …e quello di uno scanner Microtek. Con gli scanner per trasparenze è necessario utilizzare appositi telai per inserire gli originale nello scanner. do viene eseguita una “mappa” di ogni graffio o imperfezione della pellicola; lo scanner rielabora queste zone dell’immagine a partire dalle informazioni contenute nei punti intorno a quelli difettosi, ricostruendo artificialmente le zone mancanti (coperte da polvere o graffiate). I risultati sono quasi sempre spettacolari; immagini che sembravano irrimediabilmente rovinate ritornano al loro antico splendore. Alcuni produttori hanno inserito nei propri scanner versioni aggiornate di questi prodotti (Digital ICE 3), che consentono anche di uniformare la grana, sempre molto evidente nelle scansioni, e di correggere automaticamente le vecchie diapositive sbiadite dal tempo, riportandole ai colori originali. Queste tecnologie risultano particolarmente utili per chi si appresta a digitalizzare tutto il suo archivio fotografico, ma bisogna mettere in conto un allungamento dei tempi di scansione. Uno scanner per diapositive esegue una scansione in circa 20-40s in condizioni normali, ma può arrivare ad oltre 400s se attiviamo tutte le funzioni per rimuovere la polvere e graffi e quelle per ripristinare i colori corretti. Conclusioni Ovviamente spetterà ad ognuno di noi scegliere le caratteristiche più adeguate alle proprie esigenze, ma vi sono alcune valutazioni da fare indipendentemente dal modello. Innanzi tutto la risoluzione. Non è necessario un valore elevatissimo negli scanner piani, poiché abbiamo visto che in pratica anche risoluzioni di “soli” 600 dpi consentono ingrandimenti notevoli; una risoluzione elevata è invece indispensabile quando si vuole acquisire un originale trasparente di piccole dimensioni, poiché questo verrà ingrandito in stampa sia che si esegua la scansione con uno scanner piano dotato di lettore per le trasparenze, che con uno scanner per pellicola. In questi casi il valore minimo da prendere in considerazione non dovrebbe scendere sotto i 2000dpi. La velocità di acquisizione è strettamente legata alla connessione ed alla costruzione meccanica dello scanner. Meglio orientarsi su FireWire o USB 2.0 se si ha bisogno di uno scanner veloce ed efficiente, mentre la più diffusa USB 1.1 andrà benissimo in tutti gli altri casi. Estremamente utili sono le nuove tecnologie Digital Ice3 e FARE per la rimozione dei graffi; sono efficienti e consentono di risparmiare diverso tempo nella fase di post-produzione. Quale marca. Abbiamo ormai verificato che su fasce di prezzo simili anche le prestazioni tendono ad eguagliarsi; sarà quindi importante confrontare in modo più approfondito le specifiche tecniche dei diversi modelli e verificare la dotazione di accessori e di software. L’ideale comunque è disporre di uno scanner piano dalle prestazioni non esasperate e di un buon modello per diapositive dotato di tecnologia per la rimozione dei graffi in automatico. Valerio Pardi Guida all’uso dello scanner