Zurigo – Vicina anche nel gusto
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Zurigo – Vicina anche nel gusto
Zurigo – Vicina anche nel gusto La vita, la gente, le curiosità Editoriale Indice “S e l’umanità deve sopravvivere, avremo bisogno di un vero e proprio nuovo modo di pensa re” disse già a suo tempo Albert Einstein. Il noto fisico − che visse alcuni anni a Zuri go dove svolse delle ricerche scientifiche − spezzò una lancia a favore dell’alimentazi one vegetariana e quindi del piacere culinario con lungimiranza. L’Expo Milano 2015 si svolge anch’essa all’insegna della cultura culinaria sostenibile. In base allo slogan “Nutrire il pianeta, energia per la vita” dovranno essere elaborate idee innovative prendendo Albert Einstein come modello esemplare. Anche Zurigo vuole ovviamente fare la sua parte. Qui l’innovazione ha tradizione − e non solo a partire da Einstein. Nelle scienze alimentari e nella produzione di generi alimentari, le istituzioni scientifiche zurighesi forniscono ogni giorno un valido contributo. Ma anche nella quotidianità nascono costantemente fresche idee che mutano e arricchiscono la cultura culinaria di Zuri go. Frau Gerolds Garten è una favolosa area verde immersa nel paesaggio industriale di Zü rich-West. Il ristorante Haus Hiltl − inaugurato nel 1898 e, di conseguenza, il più antico ristorante vegetariano del mondo − ha deliziato il palato e confortato lo spirito anche di Albert Einstein. Non solo il piacere culinario lega Zurigo e Milano. Nel 2016, le due metropoli saranno ancora più vicine con l’inaugurazione della Nuova Ferrovia Transalpina (NFTA). Solo due ore e mezza separeranno la Hauptbahnhof Zürich e Milano Centrale. Sempre nel 2016, l’Italia settentrionale appassionata di arte non si perderà sicuramente un viaggio a Zurigo: la Biennale europea d’arte contemporanea Manifesta e il 100° anniversario del movimento artistico del dadaismo – inven tato e coltivato a Zurigo – trasformeranno la città sulle rive della Limmat nell’hotspot artistico europeo per eccellenza. All’insegna di “Zürich – World Class. Swiss Made.”, Zurigo nutre quindi il pianeta con inno vazioni sostenibili e cultura di alto livello. Alcuni esempi sono riportati nelle prossime pagine. Martin Sturzenegger, Direttore di Zurigo Turismo 2 Rolf Hiltl – Il macellaio vegetariano 4 Natürli, naturalmente – un pioniere che va in giro a piedi nudi 6 Frau Gerolds Garten – Oasi verde in un quartiere trendy 10 Ristorante “Italia” – Luogo della nostalgia 12 Il miele di Zurigo – un architetto e la sua dolce passione 14 Italian Food Tour attraverso Zurigo – “Baciami e portami a mangiare” 16 Il Lago di Zurigo – il piccolo Mediterraneo 20 Lindt & Sprüngli – un dolce gigante conquista il mondo 22 L’acqua delle fontane di Zurigo – Un sorso di qualità di vita 24 Rifiuti organici – Le verdure producono calore 26 3 Rolf Hiltl – Il macellaio vegetariano Rolf Hiltl – Il macellaio vegetariano Rolf Hiltl gestisce il più vecchio ristorante vegetariano del mondo – e da poco anche la prima macelleria vegetariana della Svizzera. parete sono appesi grandi coltelli proprio come in qualsiasi macelleria”. Tuttavia, nella macel leria vegetariana si può comperare il filetto di manzo a base di soia, la tartare fatta di verdure oppure la carne fatta di funghi shitake. “La natura offre molte alternative”, afferma Rolf Hiltl. “Una salsiccia in fondo è solo una forma di preparazione e non deve contenere necessaria mente animali morti”. Se si chiede a Rolf Hiltl che aspetto abbia per lui una grigliata, per prima cosa il 48enne ride, poi è pronto a dare una risposta sorprendente. La sua risposta è interessante perché il cuoco diplomato – secondo il “Guinness dei primati” - è lo chef del più antico ristorante vege tariano al mondo. Dice: “Mi piace fare il barbecue e quando ho ospiti ogni tanto metto sulla graticola anche un pezzo di carne. Sono un così detto vegetariano part-time, di tanto in tanto mangio volentieri alimenti animali. Ma naturalmente se preparassi una grigliata, arrostirei anche i nostri hamburger vegetariani caserecci o una salsiccia senza carne”. Dal 1898, già da quattro generazioni, la famiglia Hiltl gestisce l’omonimo ristorante. Inizialmente gli ospiti che frequenta vano il ristorante erano guardati con diffidenza. In realtà era stato progettato di aprire un negozio di prelibatezze come parte integrante del concetto allargato del ristorante. A un certo punto si è giunti all’idea della macelleria. E questa ha destato scalpore. In Internet i commenti giungevano discordanti: chi era entusiasta, chi rimproverava la scelta – la via di mezzo non c’era. Racconta Rolf Hiltl: “Se un’idea divide in questo modo e non lascia indifferenti, allora per me diventa appassionante”. Dal 1898, già da quattro generazioni, la famiglia Hiltl gestisce l’omonimo ristorante. Inizial mente gli ospiti che frequentavano il ristorante erano guardati con diffidenza. Dovevano entrare nel locale passando dall’ingresso posteriore. Se allora l’arrosto della domenica era la suprema conquista culinaria di ciascuna casa privata, oggi l’alimentazione vegetariana è ampiamente di tendenza. “Non potete credere quanti teenager oggi non vogliono più mangiare carne”, rac conta Rolf Hiltl. Il suo ristorante nel centro della città è diventato un locale di tendenza. Poco distante dalla Bahnhofstrasse, offre fine dining nonché take away; è un bar, una caffetteria e talvolta persino una discoteca. Vi si svolgono corsi di cucina, si pubblicano libri e si affittano sale per seminari. L’“Hiltl” fornisce pasti vegetariani alla compagnia aerea Swiss e, con “tibits” come partner, ha aperto un locale a Londra. I presupposti sono quindi buoni affinché la storia del più antico ristorante vegetariano al mondo possa continuare. La quinta generazione Hiltl sta crescendo, e il prossimo grande pro getto si sta sviluppando: nel 2016, alla Sihlpost nella stazione centrale di Zurigo, verrà aperta una grande filiale “Hiltl” con spazio per 100 amanti delle verdure che saranno serviti nella caf fetteria, nel bistrò o al bar. Oppure, se lo vorranno, potranno acquistare take away le specialità senza carne. Questo rallegra le persone a Zurigo e gli animali in tutto il mondo. www.hiltl.ch Da pochissimo tempo Rolf Hiltl gestisce la prima macelleria vegetariana della Svizzera. Se gli si chiede di spiegare a un cliente in cosa consista questa macelleria, l’uomo che ha fatto delle verdure un must have dice: “È un locale con pareti piastrellate in cui c’è un grande ban cone, all’interno del quale è esposta la carne. Dietro al bancone ci sono persone gentili. Alla 4 5 Natürli, naturalmente – un pioniere che va in giro a piedi nudi Natürli, naturalmente – un pioniere che va in giro a piedi nudi “Think Global, Eat Local”. Dalla regione di Zurigo provengono eccellenti specialità casearie. Dietro questo successo vi è un eccentrico pioniere. Gli agricoltori di “natürli” non vogliono avere niente a che fare con la grande produzione industriale fatta con latte pastorizzato e riscaldato. “In questo modo anche il miglior formaggio perde il suo carattere”, Alfred Bieri ne è convinto. Grazie alla vendita in cooperazione, anche le piccole aziende possono vivere del loro formaggio: già 150 diverse varietà vengono prodotte sotto il marchio comune “natürli”. I prodotti vengono già proposti in decine di punti vendita: dalle Zurigo ha un’ottima fama come metropoli finanziaria, polo industriale e centro di servizi. Meno noto è il fatto che la regione sia anche patria di oltre 3500 aziende agricole. Con una su perficie coltivabile di 74 000 ettari, Zurigo è addirittura il quinto cantone agricolo della Svizzera. Sul territorio di Zurigo vivono 36 000 mucche e molte di queste – assieme ad alcune centinaia di pecore e capre – producono il latte per formaggi di eccezionale qualità. Dal 1996, con il marchio “natürli – Produkte aus dem Zürcher Berggebiet” vengono commer cializzati ricercati formaggi di latte crudo, prodotti da piccole aziende. “Natürli” significa “natu Sul territorio di Zurigo vivono 36 000 mucche e molte di queste – assieme ad alcune centinaia di pecore e capre – produco no il latte per formaggi di eccezionale qualità. botteghe con marchio proprio “natürli”, ai piccoli negozi di specialità, fino ai reparti di prelibatez ze da Jelmoli, Globus o Marinello. ralmente” nel dialetto di Zurigo e incarna la tendenza “Think Global, Eat Local” che riconduce al movimento Slow Food sviluppatosi in Italia. Il marchio è stato fondato su iniziativa e sotto la direzione dell’associazione Pro Zürcher Berggebiet assieme al casaro Alfred Bieri. “Quando ho presentato la mia idea ai contadini della regione – quella di non produrre più merce per la massa ma piuttosto di cominciare a dedicarsi alle specialità – all’inizio hanno reagito con scetticismo”, rammenta l’eccentrico pioniere che in estate e in inverno, quando possibile, va in giro a piedi nudi. Di coloro che alla fine si sono convinti fa parte anche Walter Gerhard di Bäretswil. “L’ho assillato per molti anni”, afferma Bieri “perché il suo formaggio è davvero speciale”. Solo pochi formaggi “natürli” vengono esportati all’estero. Ma in fin dei conti il formaggio de lla regione è prodotto soprattutto per la regione. Per gli ospiti stranieri, le blasonate prelibatezze zurighesi come il “Senne-Flade”, lo “Schupplis Geissenkäse” (formaggio di capra), il “Bachtha ler”, il “Jersey Blue” – o appunto il “Waldsberger” di Walter Gerhard – sono buoni suggerimenti e un ottimo motivo per far visita all’Oberland zurighese. Nemmeno a un’ora dal centro città si possono fare magnifiche escursioni nelle graziose Prealpi – e, strada facendo, si possono gusta re esclusive varietà di formaggio. www.natuerli.ch Gerhard produce il “Waldsberger”, una specie di Emmentaler. Con il suo aroma dolce e le note leggermente dolciastre, secondo gli esperti, è uno dei migliori formaggi di questo tipo. “Per un buon formaggio è determinante la qualità del latte e della coltura batterica”, afferma Walter Gerhard, un uomo pacato. “Ma soprattutto, bisogna lasciare molto tempo al formaggio”. Le sue enormi forme di formaggio – ognuna di 90-100 chili – maturano delicatamente in cantina fino a due anni e mezzo prima di avere la caratteristica cui Gerhard aspira: “il sapore autentico”. 6 7 Frau Gerolds Garten – Oasi verde in un quartiere trendy Frau Gerolds Garten – Oasi verde in un quartiere trendy La vecchia area industriale Zürich West è il nuovo quartiere di tendenza. Ora anche la natura ha fatto ritorno in questa zona. Grazie a un affascinante progetto di “Urban Gardening”. elettricità di quella che ci serve”. I piatti che vengono utilizzati nel ristorante all’aperto, così come i bicchieri, possono essere ridotti in concime organico. Grazie alla vicina centrale di teleriscalda mento, con i rifiuti organici, che provengono dalla cucina, vengono scaldati molti appartamenti del quartiere. Il quartiere Zürich West è la parte più dinamica e in più rapida evoluzione della città. In un’area industriale tradizionale dove, negli anni ‚80, imprese come Escher-Wyss, Steinfels o Lö wenbräu producevano ancora macchinari, saponi e birra, negli ultimi anni è sorta un’affascinante miscellanea fatta di spazi vitali, cultura, formazione, commercio – e natura. Qui, nel bel mezzo di palazzine ad architettura moderna, rotaie e strade principali, si trova la oasi verde Frau Gerolds Garten. Uno spazio in cui provare le sensazioni di una volta con un Uno spazio in cui provare le sensazioni di una volta con un mix fatto di gas tronomia giovane e citta dina, “Urban Gardening” e cultura. Su un grande pezzo di terreno incolto – 2500 metri quadrati – in un’ottantina di orti ri alzati, vengono piantate verdure, erbe aromatiche, insalata e frutta. Ma Frau Gerolds Garten è anche una specie di laboratorio urbano dove, in collaborazione con l’Università delle Arti di Zurigo (ZHdK), vengono sperimentate nuove forme di comunicazi one. Ad esempio, c’è un pannello sovradimensionato in cui i frequentatori possono annotare i loro desideri sulla città. Last but not least, questo speciale giardino è anche un progetto artistico. La grafica e illustratrice Sarah Parsons, di Zurigo, ha trasformato le pareti con ampi disegni cui seguiranno altre opere d’arte. mix fatto di gastronomia giovane e cittadina, “Urban Gardening” e cultura. Su un grande pezzo di terreno incolto – 2500 metri quadrati – in un’ottantina di orti rialzati, vengono piantate verdu re, erbe aromatiche, insalata e frutta. Questi prodotti sono utilizzati nella cucina del ristorante, anche se ovviamente non possono essere coltivate quantità sufficienti per soddisfare un’attività che, da aprile a ottobre, resta aperta 13 ore al giorno mettendo a disposizione fino a 600 posti. Negli orari di punta in estate, qui quotidianamente vengono serviti circa 1000 pasti all’aperto. Nei mesi freddi il ristorante è aperto di sera e propone fondue di formaggio e Moules et Frites. Questa riuscita miscellanea – fatta di ristorante, punto d’incontro di quartiere, natura e arte all’aperto – è un magnete per il pubblico. Il Frau Gerolds Garten è stato scelto dai visitatori come locale più amato della Svizzera ed è stato premiato con il “Master Best of Swiss Gastro Awards 2014” – un riconoscimento meritato per un’idea fiorente. www.fraugerold.ch Gli orti-aiuola dietro al ristorante non solo hanno un aspetto carino, bensì sono anche un punto d’incontro per gli abitanti del quartiere che possono affittare oppure chiedere in prestito i cassoni in cui coltivare le piante in base ai propri desideri. Chi vuole migliorare le proprie capa cità da giardiniere, può anche frequentare il corso offerto da Frau Gerold. Marc Blickenstorfer – avvocato e vivace imprenditore nella ristorazione, che con il suo team ha creato questo posto particolare – racconta di aver considerato fino in fondo e in maniera conseguente il concetto di natura. “Produciamo per conto nostro, con pannelli solari, la nostra corrente – addirittura più 10 11 Ristorante “Italia” – Luogo della nostalgia Ristorante “Italia” – Luogo della nostalgia A Zurigo ci sono circa 200 pizzerie e trattorie italiane. Tra di loro c’è il Ristorante “Italia”. La patria degli amanti della “cucina della mamma”. di cucina e conversa di argomenti tecnici con i fornitori per poi ampliare il menù con nuove prelibatezze. Tra i classici del ristorante ci sono i celestiali gnocchi al gorgonzola e radicchio, il tenerissimo polpo alla ligure e la finissima battuta di manzo all’aglio e peperoncino. Ci sono poi tanti altri prodotti della cucina tradizionale. Per esempio il Lardo di colonnata, puro grasso bianco di maiale speziato e lasciato stagionare nel marmo. Oppure la trippa con pancetta. E In principio era la nostalgia. La nostalgia per le cose autentiche. Per le cose semplici e vere. Per la buona cucina italiana, casereccia e dai sapori decisi. Seguirono poi pellegrinaggi culinari verso la Liguria, in Piemonte e in Toscana. Stefan Tamò e Rosemarie Lanfranchi, che negli anni ‚90 avevano già dato il via a diversi progetti di successo nel settore della gastronomia, si misero alla ricerca del gusto vero. Della ricetta perfetta. “Soltanto per cercare gli spaghetti all’amatriciana, abbiamo mangiato in una dozzina di locali”, racconta Stefan Tamò ripensando a quei tempi: “alla fine li abbiamo trovati in una piccola attività a conduzione familiare sul Lago di Como”. “Soltanto per cercare gli spaghetti all’amatricia na, abbiamo mangiato in una dozzina di locali”, racconta Stefan Tamò ripensando a quei tempi: “alla fine li abbiamo tro vati in una piccola attivi tà a conduzione familiare sul Lago di Como”. tutto è “reduced to the max”: insaporito il meno possibile, solo il necessario. Semplicemente geniale. È nata così la meravigliosa “Italia”. Un’osteria semplice e accogliente. La patria degli amanti della “cucina della mamma”. Un’istituzione tra i circa 200 ristoranti italiani a Zurigo. L’“Italia” è un luogo democratico. Dall’inaugurazione, 11 anni fa, si incontrano qui persone che lavorano in ambito culturale, giornalisti, uomini d’affari, pensionati, gente alternativa e famiglie – frequenta tori assidui che vogliono più di una pizza quattro stagioni o delle scaloppine al limone. “Siamo orgogliosi di essere più autentici della maggior parte degli italiani a Zurigo”, afferma Stefan Tamò e poi racconta di una coppia italiana che nel ristorante ha festeggiato le nozze d’oro. Il Ristorante “Italia” è gestito esclusivamente da svizzeri, a eccezione dello chef de ser vice che è romano. Il locale, però, ha un’anima italiana. E questo soltanto ha importanza. Lo sapeva già Cicerone: “Ubi bene, ibi patria”. www.ristorante-italia.ch Il locale si trova in un luogo immerso nella storia: nel bel mezzo del quartiere “Chreis Cheib” – la “Little Italy” di Zurigo – dove alla fine del 19° secolo vivevano 6500 emigrati italiani e nel 1901 fu edificata la prima cappella della Missione cattolica. È una “dichiarazione d’amo re all’epoca del Neorealismo” – come scrisse un tempo un giornale – e offre nostalgia senza essere fuori moda. Tavoli in legno, un juke-box e, al centro, una salumeria: una grande vetrina con prodotti suini, selvaggina e formaggio. Fin dal primo giorno ai fornelli c’è Mischa Käser. “Siamo appassionati di ricette tradizionali e della varietà dei piatti regionali. Niente ci entusi asma più del sapore intenso dei prodotti freschi e di stagione”. Il cuoco incarna quel perfezi onismo e la passione che rappresentano l’“Italia”. Mischa Käser spulcia continuamente i libri 12 13 Il miele di Zurigo – un architetto e la sua dolce passione Il miele di Zurigo – un architetto e la sua dolce passione A Zurigo ci sono oltre 60 apicoltori. Un architetto pensionato produce un miele davvero speciale – tra l’altro, sul tetto di un hotel a cinque stelle. Peter Schneider paragona il suo lavoro a quello di un direttore di circo: “Sono come un domatore che deve conoscere i suoi animali”. Ad esempio, se il tempo volge al brutto, diventa fresco e piovoso, bisogna lasciare tranquille le api. “In tal caso sono indispettite e pungono rapidamente”, dice il pensionato. Egli stesso è già stato punto molte volte, “ma si dice che il veleno delle api faccia bene contro i reumatismi”. Sul volgere al termine della sua carriera professionale, 10 anni fa, l’architetto Peter Schnei der voleva iniziare qualcosa di nuovo e ha così deciso di imparare un mestiere. Da persona amante della natura qual è, lo interessavano le api e il loro affascinante lavoro al servizio dell’uomo e della natura. Schneider ha frequentato per due anni un corso da apicoltore: “Oggi fare l’apicoltore è il mio nuovo lavoro”, racconta. L’idea di produrre un miele urbano è venuta a sua moglie: “C’è il miele a New York, Hong Kong o Parigi” – ha affermato un giorno – “perché allora non può esserci anche un miele di Zurigo?”. L’idea di produrre un miele urbano è venuta a sua moglie: “C’è il miele a New York, Hong Kong o Parigi” – ha affermato un giorno – “perché allora non può esserci anche un miele di Zurigo?”. Non appena a Zurigo arriva il caldo, per Peter Schneider c’è molto da fare: comincia a con trollare le sue 60 colonie di api che vivono in tre posti diversi. Sul tetto dell’hotel a cinque stelle “Mariott” ha 18 colonie con insediate circa 700 000 “api mellifere europee”; altre 28 colonie sono situate nel quartiere Höngg, dove ci sono molti alberi da frutta. In Bregaglia, nel sudest della Svizzera non lontano dal confine italiano, vivono altre 14 colonie che naturalmente non producono miele urbano ma il miele “Val Bregaglia”. Di regola, l’apicoltore urbano estrae il miele per centrifugazione due volte l’anno. A maggio si produce il miele di primavera, a luglio quello di bosco: “La quantità di miele varia molto”, afferma Schneider: “nei lunghi inverni che durano fino a marzo o aprile, il miele di primavera addirittura non si produce affatto”. In ogni caso per l’apicoltore il miele non è mai troppo: va sempre tutto esaurito. L’oro dolce e vischioso è venduto in piccoli negozi, all’aeroporto di Zu rigo o in famosi grandi magazzini. Il successo del suo miele è semplice da spiegare: “La gente lo vuole”. 14 La moria delle api, che negli ultimi anni si è verificata in tutto il mondo, ci ha resi consa pevoli dell’immensa importanza di questi insetti. L’inquinamento, le malattie e l’acaro varroa mettono a dura prova le colonie di api. Negli ultimi anni, in alcuni inverni, già solo in Svizzera è morta la metà di questi piccoli utili animali. Il film documentario svizzero, di successo, “More than Honey” ha mostrato come più di un terzo dei nostri alimenti non crescerebbe senza l’in tervento (impollinazione) delle api. Peter Schneider vede il suo lavoro in un contesto più ampio: “Noi apicoltori prestiamo un importante contributo alla natura. Senza le api, ad esempio, molte varietà di alberi di mela non esisterebbero. Per quanto mi riguarda, le api hanno un ruolo fon damentale nella società”. Peter Schneider è uno dei 60 apicoltori presenti a Zurigo. Il suo miele urbano è il lato dolce e naturale di Zurigo. Una gioia per il palato per chiunque lo assaggia. E un piccolo ma prezioso servizio per il futuro delle api. www.zuerihonig.ch 15 Italian Food Tour attraverso Zurigo – “Baciami e portami a mangiare” Italian Food Tour attraverso Zurigo – “Baciami e portami a mangiare” Raramente in una città al di fuori dall’Italia si mangia una buona cucina italiana come qui. L’occasione ideale per lasciarsi convincere di questo è offerta dalla passeggiata culinaria “Baciami e portami a mangiare”. do la famosa pasta Garofalo, si impara qualcosa in più sull’origine del modo di dire “Tsching ge”. Infine, si passeggia attraverso la celebre Paradeplatz fino al bar La Stanza, dove ci si crede definitivamente in Italia: il bancone è così lungo che può trovarvi posto un’intera città italiana senza problemi. Qui il caffè è il migliore della città. Un piccolo dolcetto “alla napolitana” della fantastica Pasticceria Caredda accompagnerà nel tragitto di ritorno. Negli anni 60, al tempo della grande ondata migratoria, li chiamavano “Tschingge”, termi ne derivato dal numero cinque. Oggi gli italiani sono gli stranieri più amati a Zurigo e non si può più immaginare la città senza di loro. Circa 15 000 cittadini italiani vivono qui e decine di migliaia di zurighesi hanno antenati italiani. Questi lasciano la loro impronta in molti settori – dall’artigianato, passando per la moda fino allo sport – tuttavia il loro influsso non è percepibile da nessuna parte così come nella cultura alimentare per la quale gli zurighesi vanno pazzi. L’identità gastronomica della città sulla Limmat per buona parte è fondata su molti fantastici Circa 15 000 cittadini italiani vivono qui e decine di migliaia di zurighesi hanno antenati italiani. Questi lasciano la loro impronta in molti settori – dall’artigianato, passando per la moda fino allo sport – tuttavia il loro influsso non è percepibile da nessuna parte così come nella cultura alimentare per la quale gli zurighesi vanno pazzi. ristoranti autenticamente italiani: da un classico come la Casa Ferlin (dal 1907), passando per la rinomata Accademia del Gusto fino al barocco Napoli del mitico gestore Gerardo. Oltre a questi ci sono numerosi locali semplici con una squisita cucina. La migliore pizza al di fuori dell’Italia? Ovviamente a Zurigo. Il miglior espresso a nord di Como? Ovviamente a Zurigo. Le passeggiate culinarie sono un trend importato dagli USA dalle due donne che hanno dato il via all’iniziativa. Stefanie Rigutto (34) è cresciuta in Svizzera come figlia di un classico immigrante italiano degli anni 60. Luisa Iacono (31), invece, è una tipica emigrata del 21° seco lo: la crisi in Italia l’ha condotta a Zurigo. “In origine volevamo offrire il tour a giovani emigrati italiani che sono convinti che solo in Italia si possa trovare una buona pizza o un buon gelato”, dice la giornalista Stefanie Rigutto, “ma subito la passeggiata culinaria ha trovato il consenso anche dei secondos e degli svizzeri”. Per dirla tutta in pochi mesi, nella classifica di Tripadvi sor, l’Italian Food Tour Zurich è salito al quarto posto tra le migliori attività a Zurigo. http://italianfoodtourzurich.tumblr.com La prova di questa ardita affermazione è fornita dalla passeggiata culinaria guidata “Baci ami e portami a mangiare”. Si svolge una volta al mese, dura circa 3 ore e viene proposta in italiano, tedesco o inglese a seconda dei partecipanti. Il tour si concentra sulla gastronomia italiana più giovane e comincia con un Aperol Spritz presso il Don Leone L’Aperitivo, un bar ar redato con grande cura e con un grande buffet di antipasti (come a Milano) nel quartiere (Kreis) 4. Si prosegue poi nel ristorante trendy Italia con affettati fatti in casa e formaggio saporito. La terza fermata della passeggiata culinaria è il Bar Basso, dove vengono serviti la Pizza Marghe rita Bufala e l’inebriante vino rosso toscano Libertà. Il forno per la pizza fa dire a ogni italiano nostalgico un estasiato “Mamma mia, come a Napoli!” (anche se il pizzaiolo viene da Pesca ra). Si va avanti attraverso le più belle viuzze del centro storico fino all’accogliente take away Tschingg – ovviamente gestito da secondos (italiani di seconda generazione) – dove, degustan 16 17 Il Lago di Zurigo – il piccolo Mediterraneo Il Lago di Zurigo – il piccolo Mediterraneo Zurigo è la capitale dei bagni d’Europa con un’atmosfera mediterranea. La città deve questo agli dei – e ai romani. corpo, come allora era consueto. Il bagno, dall’aria orientaleggiante con il suo leggero gazebo squadrato, era dotato di una severa schermatura. Il tetto e le pareti di legno proteggevano le donne dagli sguardi curiosi, privandole però anche dello splendido panorama del centro stori co, del lago e delle Alpi. Con il passare degli anni il tetto è stato rimosso e le donne ora pren dono il sole davanti al gazebo, su un pontile sul lago. Il bagno ospita una piccola biblioteca, Gli zurighesi devono ringraziare gli dei per lo spettacolare lago contornato dalle Alpi. Per la spiccata cultura dei bagni devono dire grazie ai Romani che nel 15 a. C. fondarono la base mi litare Turicum ed eressero nell’attuale Weinplatz il primo stabilimento balneare, i cui resti esisto no ancora oggi. E anche nel tardo 19° secolo, quando si assistette a un vero boom edilizio di bagni pubblici, gli architetti zurighesi rivolsero lo sguardo all’Italia: Trieste e Venezia funsero da modello con i loro stabilimenti balneari galleggianti. Oggi Zurigo è la capitale dei bagni d’Europa con un’atmosfera mediterranea. Il sole splende Oggi Zurigo è la capitale dei bagni d’Europa con un’atmosfera mediterra nea. Le acque hanno la qualità dell’acqua pota bile e da metà maggio il lago ed entrambi i fiumi diventano il parco di divertimento degli amanti delle attività acquatiche. un negozio nonché un bar specializzato in panini e spremute fresche. Su richiesta vengono addirittura offerti massaggi rilassanti. mediamente per 1482 ore l’anno e sulla cosiddetta “Goldküste” (costa d’oro) crescono palme e vigneti. Le acque hanno la qualità dell’acqua potabile e da metà maggio, quando la tempe ratura dell’acqua raggiunge i 20 gradi (in piena estate si toccano i 25 gradi!), il lago ed entram bi i fiumi – la Limmat e la Sihl – diventano il parco di divertimento degli amanti delle attività acquatiche. Ci sono 18 diversi bagni tra cui scegliere, ognuno di essi con un carattere parti colare. Ce n’è per tutti i gusti: dal bagno per famiglie con sabbia e con enormi distese di prato (Mythenquai), al bagno trendy sul fiume da cui – trascinati dalla corrente – si passa attraverso la città (Oberer Letten), fino al rilassante bagno sul lago, ideale per amoreggiare (Enge). Le usanze nel frattempo sono cambiate e ora l’accesso è consentito anche agli uomini, però solo alla sera quando nel “Frauenbad” apre i battenti il Barfussbar. Intorno alla piscina vengono piazzati tavoli e seggiole. In sottofondo si sente musica lounge. Vengono serviti pic coli piatti, birra e vino. Come dice il nome (barfuss significa scalzo), gli ospiti devono lasciare le loro scarpe all’entrata. Da quando ha aperto nel 1997, il Barfussbar è diventato un locale di culto. Contornato dalle luci del centro storico, si gode di una meravigliosa vista sulle torri della cattedrale Grossmünster. Nel bar si svolgono regolarmente concerti intimi o rappresentazioni teatrali. E di domenica si balla. In nessun altro posto si esprime meglio il lato mediterraneo di Zurigo: se con gli occhi chiusi si ciondolano i piedi in acqua, si ha l’impressione di essere nel Mediterraneo. www.barfussbar.ch Al lento calar del sole le stazioni balneari emanano quell’incantevole magia delle tiepi de serate estive, quando gli zurighesi gaudenti si addentrano nella vita notturna. È questo il momento in cui i “Badis” – come vengono affettuosamente chiamati i bagni – si trasformano in suggestivi bar, cinema all’aperto o palcoscenici di concerti. Il posto forse più bello è il nostal gico bagno per donne che si trova nel cuore di Zurigo, costruito nel 1888 in stile liberty come “stabilimento balneare appropriato per il sesso femminile”. Non per nuotare ma per la cura del 20 21 Lindt & Sprüngli – un dolce gigante conquista il mondo Lindt & Sprüngli – un dolce gigante conquista il mondo La Svizzera non si situa all’Equatore né dispone di un porto di mare. Nonostante ciò un cioccolato di Zurigo ha conquistato i palati. Grazie a molta innovazione. A metà del 20° secolo, Lindt & Sprüngli ideò poi le sue due specialità sicuramente più fa mose. Nel 1952 fece la sua prima comparsa il coniglietto di cioccolato con il nastro rosso e la campanella al collo. Tre anni prima era stata sviluppata la ricetta Lindor che è alla base delle inconfondibili tavolette di cioccolato o delle boules, le palline con un guscio consistente e un cuore cremoso dall’effetto leggermente fresco. Nonostante questi classici, le innovative ideazi Che la Svizzera sia considerata in tutto il mondo il Paese del cioccolato, è oggigiorno cosa ormai ovvia. Un miracolo, se si guarda al passato. Il Paese non dispone della materia prima – il cacao – né ha a disposizione un collegamento a un porto di mare per poterlo importare dalle regioni tropicali. Al contrario: in mezzo ci sono anche le Alpi come barriera naturale che rende ancora più difficile il trasporto delle merci. I chocolatier svizzeri hanno dovuto, quindi, sviluppare capacità davvero particolari. Il loro segreto sta nell’elevata attenzione alla qualità artigianale, a un marketing intelligente, ma soprat I chocolatier svizzeri hanno dovuto, quindi, svi luppare capacità davvero particolari. Il loro segreto sta nell’elevata attenzione alla qualità artigianale, a un marketing intelligen te, ma soprattutto alla spiccata forza innovativa sul piano tecnologico. oni restano estremamente importanti per il colosso del cioccolato. Così, da ultimo, sono state sviluppate nuove ricette come “Strawberry Cheesecake” o “Caramel Brownie” per i golosi più giovani. tutto alla spiccata forza innovativa sul piano tecnologico. Ciò è dimostrato, per esempio, dall’ascesa della ditta zurighese Lindt & Sprüngli a colosso mondiale della produzione di cioccolato pregiato. La storia ebbe inizio nel 1845 quando Rudolph Sprüngli e suo figlio aprirono una pasticceria nel centro storico di Zurigo. Nel 1899 Sprüngli ju nior edificò una fabbrica a Kilchberg sul Lago di Zurigo; poco dopo, rilevò la Lindt – manifattura di cioccolato di Berna – e con essa anche il brevetto del “concaggio” l’innovativa invenzione di Rodolphe Lindt che rendeva la massa di cioccolato così cremosa tanto da ottenere in ultimo una consistenza finissima (cioccolato fondente). Oggi la cioccolata di Lindt è prodotta in diverse sedi, tra l’altro anche dalle due ditte italiane affiliate, la Induno Olona a Varese e la Caffarel a Torino. Tradizionalmente gli italiani hanno una particolare predilezione per il cioccolato fondente, ma se si tratta di cioccolato svizzero, allora è molto richiesto il cioccolato al latte. Le boules rosse Lindor sono il prodotto di Lindt più conos ciuto e più amato. Nonostante il successo mondiale, la sede principale dell’impresa a oggi si trova a Kilchberg sul Lago di Zurigo. Qui – così come oltre cento anni fa – vengono prodotti i dolciumi che si pos sono acquistare nello shop della fabbrica, assolutamente freschi. E chi fa visita alla sede di Lindt & Sprüngli, capisce dal profumo che qui la stessa aria che si respira è fatta un po’ di cioccolato. www.lindt.ch In seguito, gli zurighesi hanno realizzato con successo altre innovazioni. Ad esempio la pro duzione in pratica completamente automatizzata della massa di cacao, che viene macinata così finemente da risultare una granella impalpabile simile alla polvere. Oppure l’ottimizzazione della produzione del latte in polvere: mediante un procedimento complesso, si è potuto eliminare il sapore caseoso del latte attraverso la tostatura. 22 23 L’acqua delle fontane di Zurigo – Un sorso di qualità di vita L’acqua delle fontane di Zurigo – Un sorso di qualità di vita Zurigo è una delle città al mondo con più fontane. Esse rispecchiano la storia avvincente della città e rappresentano il suo emblema: acqua potabile di altissima qualità. me di “Limmat-Athen” (Atene sulla Limmat). All’inizio dello scorso secolo furono poi le statue di persone o le figure di animali a diventare le decorazioni preferite che gli scultori riservavano alle fontane. In tempi più recenti poeti, artisti e fotografi si sono occupati del variegato aspetto delle fontane. Otto manutentori di fontane se ne prendono cura a tempo pieno. L’acqua, il bene più prezioso in assoluto, sta diventando sempre di più una risorsa che scarseggia. Oggigiorno in tutto il mondo sono circa 1,2 miliardi le persone che non hanno accesso ad acqua potabile pulita e in molti Paesi questa deve essere acquistata a caro prezzo. Non è questo il caso della Svizzera, soprannominata “il castello d’acqua dell’Europa”. Sebbe ne il territorio elvetico copra solo lo 0,4 per cento della superficie europea, in questo Paese si trova il 6 per cento delle riserve d’acqua dolce europee. Zurigo, dove l’oro blu sgorga addirittura da 1200 fontane, appartiene alle città con il maggior numero di fontane al mondo. Zurigo, dove l’oro blu sgorga addirittura da 1200 fontane, appartiene alle città con il maggi or numero di fontane al mondo. La maggior parte di esse offre lo stesso mix dell’acqua del ru binetto: un cocktail composto dal 70 per cento di acqua di lago, 15 per cento di acqua freatica e da un ultimo 15 per cento di acqua di sorgente. Circa 400 fontane vengono alimentate con acqua di sorgente: una soluzione particolarmente ecologica visto che così l’acqua non deve essere né trattata né pompata. Queste fontane assicurano l’approvvigionamento idrico anche in periodi di emergenza mediante una rete indipendente. La storia delle fontane ha più di 500 anni. Se una volta questi distributori di acqua erano luoghi di aggregazione, oggi molte fontane abbelliscono vie e piazze come delle opere d’arte. L’architettura delle fontane ha vissuto diverse epoche. Al tempo della Riforma, le decorazio ni cristiane furono distrutte e sostituite con figure delle leggende greche. Se uno scalpellino voleva diventare un maestro, allora doveva realizzare per la città una statua con motivi richia manti l’antico mondo leggendario. È per questo che Zurigo ricevette l’apprezzabile sopranno Dal punto di vista ecologico, l’acqua di fonte (e quindi anche l’acqua di rubinetto) è presso ché imbattibile: basti pensare che per portarla al consumatore viene impiegata una quantità di energia mille volte minore rispetto a quella utilizzata per l’acqua minerale. Anche sotto l’aspet to dell’igiene, l’acqua potabile di Zurigo non teme confronti con l’acqua minerale. Soltanto il contenuto di sali minerali è in parte più basso. La qualità dell’acqua viene monitorata in modo permanente da un sistema sofisticato che vede l’impiego, oltre di analisi chimiche e micro biologiche, anche di “organismi sentinella” (biomonitoraggio). In entrambe le centrali idriche di Lengg e Moos sono presenti trote che nuotano contro corrente. Nel momento in cui questi animali scappano dalle impurità in direzione della corrente o se addirittura boccheggiano a pelo d’acqua, si innesca l’allarme nella centrale di controllo dell’approvvigionamento idrico di Zurigo. Nella centrale di acqua freatica di Hardhof questa funzione è affidata alle pulci d’acqua – dette anche daphnie – che reagiscono con un comportamento ben visibile alla minima concen trazione di metalli pesanti e sostanze tossiche nell’acqua. Zurigo è nota in tutto il mondo per la qualità di vita. L’acqua fresca delle sue fontane ne è la testimonianza più tangibile. Chi fa un giro tra le vie del centro storico o prende parte a una visita guidata alle fontane, ne deve assolutamente assaggiare un sorso. www.stadt-zuerich.ch 24 25 Rifiuti organici – Le verdure producono calore Rifiuti organici – Le verdure producono calore A Zurigo il riciclo è una tradizione. Di recente, anche gli scarti alimentari e i rifiuti domestici vengono ritirati dalle abitazioni per produrre biogas. utilizzabili entrambi come ammendanti del terreno in agricoltura e giardinaggio. Mangiare vuol dire provare piacere. Ma mangiare procura anche immense quantità di rifiuti. L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) stima che, ogni anno, nel mondo vadano a finire nel secchio dell’immondizia circa 1,3 miliardi di tonnellate di generi alimentari – il che corrisponderebbe a circa un terzo della produzione globale annuale. Responsabili dello spreco alimentare sono non soltanto la grande distribuzione e i ristoranti, ma anche le economie domestiche, come documenta uno studio dell’Ufficio federale dell’am biente: nel 2012, circa 250 000 tonnellate di alimenti sono finite nei sacchi della spazzatura delle famiglie svizzere – 31 chilogrammi a persona. In 20 anni, dunque, la percentuale dei rifiuti Dal 2013, la Città die Zurigo percorre una nuova strada nello smaltimento dei generi alimentari con l’introdu zione del ritiro dei rifiuti organici. Oltre alle frazi oni organiche di cucina fanno parte dei rifiuti organici anche i resti di cibo cotti e crudi e i rifiuti vegetali da giardino e orto. Questa nuova idea incontra il consenso della popolazione: nel primo anno sono stati venduti 14 000 abbonamenti e raccolte oltre 10 000 tonnellate di rifiuti organici biodegradabi li. Il biogas prodotto può coprire il fabbisogno termico di 5000 appartamenti e, come energia rinnovabile, riduce le emissioni di CO2, fornendo così un importante contributo agli obiettivi ambientali della Città di Zurigo. O, in altre parole: le verdure producono calore. Chi applica la raccolta differenziata dei rifiuti organici, non risparmia solo denaro – visto che paga meno tasse per i sacchi dell’immondizia – ma contribuisce anche a chiudere il ciclo delle biomasse, proprio come facevano i nostri antenati una volta con il compostaggio dei rifiuti. organici, fra i quali oltre agli alimenti si contano anche le frazioni organiche di cucina e dell’or to/giardino, è così salita dal 23 al 33 per cento. La Città di Zurigo intende fermare questa tendenza. Dal 2013 percorre una nuova strada nello smaltimento dei generi alimentari con l’introduzione del ritiro dei rifiuti organici. Oltre alle frazioni organiche di cucina (ad esempio frutta, verdura, fondi di caffè, gusci d’uova), fanno parte dei rifiuti organici anche i resti di cibo cotti e crudi (prodotti da forno, latticini, uova, grasso da cucina, salse) e i rifiuti vegetali da giardino e orto. Una volta a settimana, i veicoli per la raccolta dei rifiuti di ERZ Entsorgung + Recycling Zürich (ente pubblico per lo smaltimento di Zurigo) svuotano i cassonetti e portano i rifiuti organici nella più grande centrale svizzera di biogas con reattore di fermentazione. Qui il materiale viene tritato e fatto fermentare in assenza di ossigeno. Si forma così il biogas che viene pulito da CO2 e altri gas in traccia, nell’impianto di depurazione dalle tecnologie all’avanguardia. Il gas metano praticamente puro può poi esse re immesso nella rete di distribuzione del gas della Città di Zurigo. Il materiale solido, attraver so altre fasi di lavorazione, viene trasformato in fertilizzanti liquidi e prodotti di compostaggio 26 A Zurigo il riciclo è una tradizione. Nel 1993, tenuto conto del principio di causalità, il Go verno cittadino ha introdotto la tassa sui sacchi dell’immondizia. Sono state anche potenziate le raccolte differenziate dei materiali riciclabili. In città attualmente ci sono 160 punti di raccolta per vetro e piccoli metalli. Carta, cartone e vestiti vengono ritirati gratuitamente a casa. La quota di riciclaggio si attesta al 40 per cento – un valore di punta a livello mondiale. La recente introduzione del ritiro dei rifiuti organici completa il concetto di smaltimento dei rifiuti. Essa fornisce un ulteriore contributo in direzione della pulizia e quindi dell’elevata qualità di vita di Zurigo. www.stadt-zuerich.ch 27 Impressum Cantone di Zurigo Ufficio del lavoro e delleconomia Walchestrasse 19 CH-8090 Zurigo Tel +41 43 259 49 92 52 awa.zh.ch Città di Zurigo Ufficio Sviluppo Urbano Stadthausquai 17 CH-8022 Zurigo Tel +41 44 412 36 63 stadt-zuerich.ch Zurigo Turismo Stampfenbachstrasse 52 CH-8006 Zurigo Tel +41 44 215 40 10 zuerich.com ISDM Marketing integrativo della destinazione Zurigo zuerich.ch Immagini: © Zurigo Turismo / © Città di Zurigo Lindt & Sprüngli, immagine 2: © Michael Krobath Italian Food Tour, immagine 1: © Elisabeth Real
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