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Sex-machine Storia di Sara C’è una donna, sola, in un bagno della stazione. Non deve partire, non è arrivata col treno, né sta aspettando un amico. Poggia i gomiti sul lavabo e prova a pigiare il dispenser del sapone, che però è finito, come in ogni stazione del mondo. Cerca allora di lavarsi come può, strofinando le mani con forza sotto l’acqua. Sente un senso di schifo, ma sul suo viso nemmeno una smorfia. Un uomo senza volto le sfila dietro le spalle, non la degna di uno sguardo e raggiunge l’uscita della toilette. Intanto lei si asciuga in modo violento sulla felpa, ripetutamente, ribagna le mani e se le porta sulla bocca, frizionando forte anche lì. Dalle labbra sale verso gli occhi, si butta dell’acqua in faccia come per svegliarsi da un brutto sogno. Il suo è un incubo ricorrente. Non è la prima volta che questa donna si trova in una toilette degli uomini, sudicia per definizione ventiquattro ore al giorno: è il suo luogo d’incontri, lì conosce e vive le sue storie con gli uomini che “ama”. Strano a dirsi per una ragazza come lei, adorabile, delicata, dalla pelle profumata senza bisogno di in- 93 93 28/02/14 15.23 Quando il gioco si fa duro trugli da beauty farm. Una così la immagini nel caffè letterario di una città d’arte, corteggiata da qualche ragazzo con lo sguardo acceso. Sara ha venticinque anni, ma sembrano tanti di meno, ed è per questo che non sorprende il fatto che viva ancora con i suoi. I “genitori perfetti”, ha sempre pensato, che l’hanno cresciuta al meglio delle loro possibilità, e che non “disturbano mai”; sarà per questo che riesce ancora a condividere con loro l’ampio appartamento di famiglia. Sara saluta sempre “i due vecchi” quando esce la mattina, e se la sera sono ancora svegli dà loro volentieri la buona notte. Nulla di più. A mamma e papà di certo non racconterà mai che sta uscendo da una stazione grigia a due isolati da casa, con troppi pensieri che le centrifugano in testa, e che ha appena conosciuto un uomo, piuttosto avanti con gli anni, del quale ha già rimosso i tratti e l’espressione. Con lui Sara ha appena avuto un rapporto sessuale, proprio dentro una di quelle latrine per soli uomini. Un colpo di testa, una follia, amore a prima vista? Succede, anche nelle migliori famiglie. Ma non è così, perché è già la seconda volta che Sara, quel giorno, ripercorre la stessa strada in quelle condizioni, dopo aver consumato del sesso con un’altra ombra abbordata per caso. Sara non è stata vittima di due irrefrenabili colpi di fulmine nella stessa giornata, sommati a quelli che ha accumulato in settimana, e alle decine di altri ancora che le tornano alla mente quando si ferma a ragionare 94 94 28/02/14 15.23 Sex-machine. Storia di Sara su cosa sia diventata la sua vita. Le continue pulsioni erotiche di cui è costellata l’esistenza di questa ragazza acqua e sapone vengono da lontano: non lo fa per amore, non lo fa nemmeno per piacere e neanche per soldi, o almeno non più. Il sesso è diventato la sua dipendenza. Tutto è iniziato il giorno della sua laurea in Medicina. Sara era molto più della classica secchiona a cui i compagni di corso chiedono sempre gli appunti. Sì, perché i secchioni ce li immaginiamo schivi, con gli occhiali spessi e anche un po’ stronzi. Invece lei era generosa, bella e aveva dieci decimi. Che volere di più dalla vita? Una laurea! E infatti il grande giorno era arrivato, ce l’ha impresso nella memoria e ogni tanto lo rivede nella sua testa come un film. Indossa un tailleur bianco di lino e vaga per l’androne con la tesi in mano aspettando che chiamino il suo nome. È il suo momento: tocca a lei. Ripete tutto d’un fiato il discorso, i magnifici professori non riescono a interromperla e, come per incanto, arriva la proclamazione: 110 e lode, un voto scontato per tutti tranne che per lei, la secchiona, che può festeggiare ubriaca a zonzo per il centro con i compagni di corso e con le canzoncine volgari di rito. Quando si dice una giornata da ricordare, eccola servita! Poi, davanti all’ennesimo bicchiere di bollicine, i suoi amici le rivelano il regalo di laurea: un weekend 95 95 28/02/14 15.23 Quando il gioco si fa duro lungo tutti insieme a Venezia. Saranno tre giorni da sogno, con cene a base di champagne e puntate al tavolo verde del casinò, tra roulette, gondole e blackjack. Un’idea bislacca per una perfettina come lei, per la prima della classe, per la neolaureata Sara. Ma, arrivati in Laguna, i dottorini si divertono un sacco: Venezia sarà anche umida, ma è stupenda, e Sara si scopre particolarmente portata per il gioco. “Portata” nel senso che per due giorni è letteralmente baciata dalla fortuna. È l’unica che vince: mentre gli altri della combriccola perdono miseramente tutto, lei si porta a casa quasi ottomila euro. «Ragazzi, è davvero il mio momento!» ripete nel viaggio di ritorno. «Sono calda, fermiamoci all’autogrill che offro un giro di Gratta e Vinci!» Lo trova eccitante, divertente, magnetico. In quel weekend le si accende una piccola lampadina, quella della puntata, del rien ne va plus: per Sara les jeux sont faits, i giochi sono fatti. Pian piano la studentessa modello si appassiona al mondo del gioco, sprona di continuo gli amici a organizzare nuove spedizioni ai casinò o li coinvolge nel sistemone settimanale del Superenalotto, facendo la classica colletta per puntare su più combinazioni, con la promessa di dividere gli incassi dell’eventuale vincita. Lentamente questo pianificare scommesse diventa una seconda attività, subito dopo lo studio per la specializzazione in Chirurgia. All’inizio le persone che 96 96 28/02/14 15.23 Sex-machine. Storia di Sara le stanno attorno la prendono un po’ in giro, ma le danno corda: partecipano alle collette per il Lotto o a qualche viaggetto spacciato come culturale, che in realtà ha il casinò come attrazione principale. A San Pietroburgo, per esempio, Sara è stata l’unica a non visitare l’Hermitage, perché al casinò ogni giorno era la sua “giornata giusta”. Dopo il viaggio in Russia, però, qualcosa cambia e gli amici iniziano a rifiutare i suoi inviti, i suoi sistemoni e le bische a casa sempre meno goliardiche. Nessuno si diverte più con Sara. Con lei la scommessa è diventata troppo seria e troppo onerosa per le tasche di giovani laureati: è così che comincia a isolarsi. Chi tra gli amici si preoccupa e tenta di farla ragionare viene messo al bando o ricoperto di bugie. Ma andare da sola al casinò è impegnativo e costoso, e i soldi del casello e della benzina preferisce giocarseli: la dottoressa Sara non ci mette molto a scovare in internet una roulette on line. Certo l’atmosfera di Montecarlo è un’altra cosa, con tutte quelle luci e quei lustrini, ma a poco a poco con la fantasia s’immerge in qualcosa di assai simile che non dista ore di macchina. Carta di credito alla mano, si registra su uno di questi siti e inizia a giocare, a vincere, ma anche a perdere. Chiusa a chiave dentro camera sua, l’ex secchiona passa tutto il giorno nello stesso angolo, alla scrivania dove un tempo preparava la tesi. Ora rimane nel suo pigiamone dalla mattina alla sera, si dimentica 97 97 28/02/14 15.23 Quando il gioco si fa duro dei compagni di corso e soprattutto inizia a perdere troppo. Ai genitori risponde a monosillabi che deve studiare per il dottorato, che devono lasciarla stare. Già prima ci parlava poco, ma ora si è ridotta al «sì», «no», fino al «non rompetemi le palle», espressione mai usata prima. La situazione sta precipitando e la sua seconda attività la impegna troppo: specializzarsi non è più la priorità. Prima deve trovare i soldi per coprire il suo rosso in banca, perché Sara non ha nessuna entrata, non lavora, ha sempre e solo studiato. Che fare? Un giorno il suo istinto di sopravvivenza le suggerisce di rubare la carta di credito al padre. Sente la porta blindata chiudersi, aspetta dieci minuti e si mette a gridare dalla stanza: «Mamma, papi... ci siete?». Non arriva nessuna risposta. Allora fruga nel cassetto dove il padre tiene i documenti della banca. È un uomo all’antica, anziano, che ha la carta di credito ma non la usa praticamente mai; non ha mai nemmeno prelevato dal bancomat, ci va la moglie e poi gli consegna i contanti. Sara trova la MasterCard, col codice scritto su un post-it attaccato dietro. Troppo facile! Inserisce i dati nel sito del casinò on line e il croupier virtuale può finalmente rilanciare la pallina nella roulette: Sara ricomincia a puntare, certa che quel “prestito” la farà tornare in pari. Ed è così, ma solo per poche ore, perché purtroppo, dopo un colpo di fortuna grandioso, riprende a perdere. Adesso è il denaro del padre che inizia a mancare e si somma al suo passivo. 98 98 28/02/14 15.23 Sex-machine. Storia di Sara Un senso di colpa la attraversa da capo a piedi: che vergogna trattare i genitori in quel modo e rubare i soldi al papi. Sara corre in bagno e si specchia: la dottoressa modello è diventata una ladra. Cosa dirà ai suoi per giustificare l’ammanco? Potrebbero morire di crepacuore se la vedessero frugare nel comodino in cerca di soldi come un tossico. Il futuro medico non trova cura per questo male: la necessità di racimolare denaro facile e subito. E, come facciamo tutti quando abbiamo un sintomo e non sappiamo come curarlo, anche lei si affida a una ricerca su Google: internet in questo è eccezionale, sembra darti una soluzione per tutto. E ce n’è una giusta anche per il “mal di soldi”. Prima ne aveva solo sentito parlare alla tv in un servizio de Le Iene: ragazze, studentesse, ma anche donne sposate con figli, che si spogliano per soldi, davanti alla webcam, senza nemmeno muoversi da casa. Così si pagano l’università, il pediatra e la borsa Louis Vuitton. Fa davvero al caso suo, ci si può iscrivere a uno di questi siti in un secondo e intascare subito il grano. Fa un giro veloce on line per controllare come sono le altre che si sono già buttate nel business: «Ammazza che gnocche» si dice, e per qualche istante non si sente all’altezza. Ma Sara ha un gran bel fisico, e rammenta sua nonna e le donne della sua famiglia che si “tramandano” da generazioni un seno alto e sodo. Click, è iscritta. Adesso quel seno e tutto il resto è in vendita in rete. Non proprio tutto ovviamente, e poi, in fondo, se non 99 99 28/02/14 15.23 Quando il gioco si fa duro mostra il viso nessuno lo verrà mai a sapere. Scrive così il primo annuncio su uno di quei portali per incontri sessuali e la dottoressa Sara, laureata in Medicina, si trasforma in Milly. «Ciao, mi chiamo Milly, amo il divertimento, sono calda e focosa. Se volete ci possiamo vedere in cam senza tabù, per trasgredire insieme e fare tanto buon sesso.» Non sapeva bene cosa scrivere, tutto quel che provava a buttare giù le sembrava non credibile, quindi ha scopiazzato della robaccia vista in internet. E, nonostante l’annuncio ridicolo, nel giro di qualche ora, come per magia, arrivano i primi clienti. Il suo tariffario è due euro al minuto: decide il cliente quanto spendere, basta mettere dei soldi su una Postepay prima di iniziare lo show. Alla prima videochat è impacciata, non sa bene come muoversi, ma ad Antonio, un vecchio grassone, sembra non dispiacere affatto. «Dai, lasciati andare! Non essere timida, fammi vedere di più» le ansima mentre si masturba a gambe larghe con il boxer abbassato alle caviglie. Sara non mostra il volto, e quell’uomo arrapato non può vedere che sta piangendo, e probabilmente non gli cambierebbe nulla. Quel che le fa più schifo è farlo in camera sua, dove tiene appesi alle pareti i poster degli idoli di quando era piccola, i suoi libri, i regali della madre; quella è la sua intimità, mostrarsi nuda 100 100 28/02/14 15.23 Sex-machine. Storia di Sara la turba molto meno. Però si giustifica perché i soldi le servono, ha le spalle al muro, con diecimila euro da trovare senza se e senza ma. In quel primo giorno di “lavoro” incontra in videochat cinque uomini e tira su duecento euro puliti puliti; purtroppo non riesce a trovare la forza di metterli da parte, se li gioca la sera stessa. La sua patologia è già irrefrenabile. Pochi giorni dopo la banca avverte i suoi dell’ammanco per una spesa effettuata su un casinò on line. «Impossibile» dice Sara, «hanno clonato la carta, ora me ne occupo io.» I genitori abboccano, perché si fidano della loro figlia modello. Con il passare dei mesi, Sara prende sicurezza con la sua nuova professione: gira in casa con intimo di pizzo e autoreggenti sotto i suoi vestaglioni, e ha messo su uno spettacolino che ormai ha affezionati habitué. Il suo profilo gode di una certa notorietà ed è caricato su una marea di siti hot per incontri; insomma, Sara è lontana dal diventare un chirurgo, in compenso la calda Milly, in rete, è una celebrità. Durante il giorno gioca al tavolo verde virtuale e di sera si guadagna i soldi che le servono per scommettere, ma non le bastano mai, ha sempre più bisogno di denaro: sessanta euro ogni mezz’ora è troppo poco. Pensa che forse deve concedersi di più, le ragazze che si mostrano in viso prendono un sacco di soldi. Oppure c’è l’altra soluzione: incontrare di persona qualche cliente affezionato. Perché no, glielo hanno chiesto 101 101 28/02/14 15.23 Quando il gioco si fa duro tante volte e in fondo l’hanno già vista nuda; si sono masturbati insieme e un po’ ci si è affezionata anche lei, o almeno se ne convince, vista la desolazione affettiva che la circonda da mesi. Che cosa cambia? Sara si risponde: assolutamente niente. E allora alla prima videochat concede il suo numero di telefono a Marco, l’ammiratore numero uno, padre di due figlie, e si mettono d’accordo su luogo e ora dell’incontro. I genitori finalmente la sorprendono mentre si prepara per uscire, perché, a parte qualche spesa al supermarket, negli ultimi tempi raramente l’hanno vista varcare la porta di casa. Ma stavolta è diverso: la figlia è tirata da gara, è tornata a essere bella come sempre! La vedono sgattaiolare fuori su tacchi 12 e si sorridono rassicurati. Forse Sara si sente meglio. Purtroppo, invece, la loro bambina non è mai stata così malata. L’appuntamento è al primo motel vicino al casello dell’autostrada, dove incrocia solamente gente col capo chino e occhiali scuri. Come Marco, eccolo, le sembra meno peggio che in chat, ma anche meno gentile. Si svolge tutto a una velocità impressionante. Entrano in una stanza, denudano il letto della coperta, si spogliano anche loro e iniziano a fare sesso in silenzio. Era parecchio tempo che non incontrava fisicamente un uomo e scopre che le piace, più di prima. Sara non ha mai fatto mistero di amare il sesso: non ha avuto relazioni molto lunghe, cosa che le ha permesso 102 102 28/02/14 15.23 Sex-machine. Storia di Sara di conoscere più ragazzi. Tutto nella norma, ma questo accadeva prima, quando era lei che controllava il sesso e non il contrario. Stavolta è diverso. Si trova in un alberghetto, dove viene presa con foga da uno sconosciuto che le ha messo dei soldi sul comodino. Lo sta facendo solo perché quel denaro le occorre a ogni costo, e questo pensiero le toglie ogni senso di colpa, è la sua medicina. Si sente giustificata e si assolve proprio perché ne ha bisogno. E poi al motel fila tutto liscio. Così pensa di continuare. Fa un elenco dettagliato dei suoi “amici di chat” su un’agendina e accanto a ogni nome prende anche nota dei relativi gusti sessuali, così può offrire a ciascuno un incontro dal vivo “personalizzato” nel solito tre stelle, vista autostrada. A ben altra cifra rispetto alla chat, s’intende. Ormai ha due cellulari per farsi chiamare a ogni ora del giorno e della notte: è diventata una professionista! Ecco la definizione che usa nei suoi annunci: Milly la professionista del sesso, perché escort è troppo abusato, ragazza per incontri le sembra cheap e puttana non lo prende in considerazione. Eppure è proprio quello che è diventata Sara. Adesso sono tanti, troppi, gli uomini che incontra e che arrivano da ogni dove, perché il suo numero gira sul web e quei telefoni squillano di continuo! La novità è che sta iniziando a giocare di meno. La roulette finisce per essere la sua seconda attività 103 103 28/02/14 15.23 Quando il gioco si fa duro (il dottorato è ormai un ricordo) perché è diventato molto più impellente il desiderio di fare sesso: lo cerca in continuazione, un rapporto dopo l’altro, un uomo dopo l’altro. La compulsione per il gioco si è trasformata, si è sublimata (direbbe uno psichiatra del SerT), in una compulsione nuova. Oggi Sara non gioca più, non vuole neppure essere pagata in contanti. Preferisce regali, cene, viaggi. Ovunque si trovi adesca uomini di ogni età e aspetto fisico: per strada, al bar, in treno. Un desiderio irrefrenabile, un’ossessione che le annebbia ogni pensiero di amor proprio. Frequenta anche locali per scambisti, Sara. Entra gratis in quanto donna giovane e bella, si fa offrire da bere un paio di cocktail e via con il sesso, con donne, con uomini, in tre, in quattro contemporaneamente. Quando esce prova angoscia, vergogna, un senso di vuoto; eppure senza quella cosa non resiste, il suo pensiero va sempre lì, e dopo il sesso la sua sazietà dura pochissimo. Quando è a casa, parla di continuo al cellulare: sono i suoi amanti, oppure ex clienti. Si chiude in bagno e bisbiglia qualcosa, si prepara e poi esce. La madre prova a origliare, ma non capisce. Chi sono tutte queste persone che la chiamano? Dove va Sara? I genitori sono nel panico, convinti che la figlia si droghi: ma a parte l’espressione angosciata, la ragazza non mostra 104 104 28/02/14 15.23 Sex-machine. Storia di Sara sintomi evidenti di tossicodipendenza, né buchi sulle braccia. Una volta, mentre era fuori, i suoi le hanno perquisito la camera in cerca di bustine bianche, o pillole illegali, e a sua insaputa le hanno anche fatto il tampone del test antidroga. Ma niente. È pulita, anche se non ci sono andati tanto lontani, perché per Sara il sesso è davvero diventato una droga, la sua medicina per qualsiasi problema o cattivo pensiero. Gli unici segni fisici che i genitori a un certo punto notano sono delle piaghe (o qualcosa di simile) che le sono spuntate intorno alla bocca. Lei taglia corto, dicendo che è uno stupido herpes. Ma Sara, che sarebbe un promettente medico, sa bene che quei segni sono spia di una malattia venerea contratta probabilmente con un rapporto orale occasionale. Perché a volte, travolta dalla sua compulsione irrefrenabile, non usa neppure il preservativo. Va a fare una visita con accurati esami del sangue e dopo qualche giorno le arriva la diagnosi: sifilide. Anche se la dottoressa Sara sa già tutto, ascolta inebetita un collega, che la mette in guardia sui gravi rischi della malattia. Le prescrive degli antibiotici e le raccomanda di usare precauzioni durante i rapporti, per la propria salute, ma anche per quella dei partner. Dopo un anno, ha perso il conto dei suoi incontri. Ormai la conoscono in tanti. In certe serate arriva a elemosinare il sesso. Le sue condizioni patologiche sono diventate così evidenti da imbruttire persino un fiore 105 105 28/02/14 15.23 Quando il gioco si fa duro come lei, costretta ad aspettare la chiusura di qualche locale per farsi portare via da uno sconosciuto carico di Viagra. È vero, era deliziosa, Sara, ma oggi la realtà è un’altra. Vede sesso ovunque, interpreta qualsiasi parola e qualsiasi sguardo come un messaggio erotico, come quel giorno in cui il bel cassiere del supermarket le offre un aiuto per togliere dal nastro la cassa d’acqua. Sara lo fissa e mentre le sta accanto gli passa una mano sui genitali. «Che cazzo fai? Ma come sei messa?» le risponde il ragazzo scansandola. Lei sbianca e farfuglia: «Scusami, pensavo ti piacesse...». «A me? Riprenditi, mi fai schifo, non sono mica un disperato come il vigilante qui fuori che ti scopi!» Sara trema per l’umiliazione. Lascia la spesa alla cassa e corre fuori. Passa davanti a quella guardia obesa che si vanta di “essersela fatta” e scappa veloce verso chissà dove. Sente di non valere niente e di non poter aspirare a migliorare la propria vita, ma non ha più le forze per tornare indietro. Senza averlo deciso razionalmente, si ritrova di fronte alla stazione, vaga intontita nei corridoi e poi si rifugia dentro il posto che più la rassicura, la toilette degli uomini. Sara, pardon, Milly, si guarda allo specchio nel bagno sudicio. Ripensa per un attimo ai tempi dell’università. Ricorda le lezioni infinite e intricate di quei professoroni, che pochi capivano, ma che la 106 106 28/02/14 15.23 Sex-machine. Storia di Sara stimolavano a puntare in alto, ad aspirare a una carriera da grande medico. Prova schifo per se stessa anche ora, dopo aver appena concluso l’ennesimo rapporto con un tizio qualunque sceso dall’espresso delle 16.45. La sua vicenda, per ora, non ha un lieto fine. Da schiava del gioco è diventata schiava del sesso. 107 107 28/02/14 15.23