2004: anno europeo dell`educazione attraverso lo

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2004: anno europeo dell`educazione attraverso lo
N° 5 - 2004
Settembre/Ottobre
Spedizione in abb. post. art. 2 comma 20/C legge 665/96 - Filiale di Roma
Roma 4 Ottobre 2004
ASSEMBLEA FEDERALE
PER L’APPROVAZIONE
DELLO STATUTO
STAGIONE SPORTIVA 2004-2005
CORSO SPECIALE PER L’ABILITAZIONE AD
ALLENATORE PROFESSIONISTA DI SECONDA CATEGORIA
Elenco dei partecipanti
ASTOLFI Tommaso
FERRARO Francesco
POMPINI Stefano
ATZORI Gianluca
GIAMPAOLO Marco
PROTTI Stefano
BERTANI Paolo
IBBA Gianfranco
RANZATO Daniele
BAZEU Claudio
IRRERA Giuseppe
RIZZO Roberto
BONACCORSO Stefano
MESITI Girolamo
RUBINACCI Lorenzo
CALAMITA Maurizio
MARINO Umberto
SENO Andrea
CATALANO Lorenzo
MATTIOLI Roberto
SPOLLON Roberto
CERRI Massimo
MONTI Marco
STASIO Giuseppe
CERRONE Salvatore
PERFETTO Sossio
TOSI Marco
CHIAPPINO Luca
PERINELLI Fabio
VITALI Giovanni
CIMICATA Carlo
PILLON Albino
ZAVETTIERI Annunziato
D’ANGELO Maurizio
PIRACCINI Franco
SOMMARIO
EDITORIALE
di Enzo Bearzot
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SCUOLA
ALLENATORI
L’ITALIANO E L’INGLESE,
PENSIERI DI UNA NOTTE INSONNE
di Gianluca Vialli
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SCUOLA
ALLENATORI
L’INFLUENZA DEI RITMI BIOLOGICI
SUL CALCIATORE PROFESSIONISTA
di Luca Agoglia
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CENTRO STUDI
E RICERCHE
L’IMPORTANZA DEGLI ALLENATORI
NEI SETTORI GIOVANILI
a cura del Centro Studi del
Settore Tecnico FIGC
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SCUOLA
ALLENATORI
ESERCITAZIONI DI VELOCITÀ E DI
RAPIDITÀ COL PALLONE
di Vittorio Russiano
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FONDAZIONE
«MUSEO DEL CALCIO»
IL BRASILIANO NILTON SANTOS,
IL PRIMO TERZINO D’ATTACCO
di Luigi “Cina” Bonizzoni
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SCUOLA
ALLENATORI
CONSIDERAZIONI SUI GIOVANI:
APPROFONDIMENTI
di Giovanni Messina e
Maurizio Zorba
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SEZIONE SVILUPPO
CALCIO GIOVANILE
2004: ANNO EUROPEO DELL’EDUCAZIONE
ATTRAVERSO LO SPORT
di Gennaro Testa
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Le opinioni espresse negli articoli firmati non riflettono
necessariamente l’opinione
ufficiale del Settore Tecnico.
Tutto il materiale inviato non
sarà restituito. La riproduzione di articoli o immagini è
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Fotocomposizione
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Franco Morabito
A&S Grafica
Comitato di Redazione
Fotografia
Direttore
Enzo Bearzot
Luigi Natalini (coordinatore)
Felice Accame
Paolo Piani
Antonio Acconcia
M. Grazia Rubenni
Fabrizio Cattaneo
Gennaro Testa
Franco Ferrari
Guido Vantaggiato
Luca Gatteschi
Leonardo Vecchiet
Gianni Leali
Marco Viani
Mario Marella
Azeglio Vicini
Franco Morabito
Foto Sabe
Italfoto Gieffe
Archivio Settore Tecnico
Foto Archivio Museo del Calcio
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STILGRAFICA s.r.l.
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00159 ROMA
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Spedizione in abbonamento postale
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- legge 28/12/1995 n.549 Roma
Autorizzazione del tribunale di
Firenze, del 20 maggio 1968 n.1911
Finito di stampare nel novembre 2004
Per richiedere copie arretrate del Notiziario inviare una richiesta scritta indirizzata a:
F.I.G.C. Settore Tecnico Via G. D’Annunzio 138, 50135 Firenze. Non saranno accettate richieste effettuate per telefono.
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D
EDITORIALE
EDITORIALE
opo due precedenti tentativi che hanno avuto esito negativo, l’assemblea
straordinaria della F.I.G.C. che si è tenuta a Roma lo scorso 4 ottobre ha fi-
nalmente varato il nuovo Statuto federale. Si tratta di un passo importante nell’ottica della revisione e dell’adeguamento delle norme che regolano l’intero movimento, reso possibile da un’intesa fra le varie Componenti che apre ampi spiragli di ottimismo per il futuro del calcio italiano.
Purtroppo, tra le proposte di revisione dello Statuto non è stato ripresentato l’emendamento del Presidente Federale con cui doveva venire sancita la partecipazione con diritto di voto in seno al Consiglio Federale dei Presidenti del Settore Tecnico e del Settore Giovanile e Scolastico.
Come già sostenuto, si ritiene che la presenza a pieno titolo in Consiglio Federale
dei Presidenti di due Settori strategici della Federazione avrebbe contribuito in maniera determinante all’equilibrio della conduzione della politica sportiva federale.
Dispiace che le Componenti federali siano state di parere diverso.
Con questo numero il dottor Fino Fini, sempre più impegnato nell’assolvere al ruolo di Direttore del Museo del Calcio, lascia l’incarico di Direttore responsabile del
Notiziario del Settore Tecnico che ha ricoperto per molti anni. A nome personale e
di tutto il Settore Tecnico gli porgo il ringraziamento più sentito per la sua opera,
svolta sempre con la massima dedizione e competenza.
A Franco Morabito, che da questo numero firmerà il Notiziario quale Direttore responsabile, vanno i migliori auguri di buon lavoro.
Enzo Bearzot
SCUOLA
ALLENATORI
TECNICO-TATTICA
L’ITALIANO E L’INGLESE,
PENSIERI DI UNA NOTTE INSONNE
di Gianluca Vialli*
Pubblichiamo un estratto dalla tesi presentata da Gianluca Vial-
Eriksson, Arrigo Sacchi, Alberto Malesani, ecc. - però difficilmente
li al termine del corso Master che illustra le differenze peculiari
si prescinde dalla formula: buon giocatore + corso allenatori = al-
tra il calcio inglese e quello italiano relativamente alla figura del-
lenatore più o meno bravo.
l’allenatore. (Seconda parte)
In tutto ciò la scuola di Coverciano, aperta nel 1958, ha svolto un
ruolo importante, stabilendo requisiti minimi per fare il mestiere
L’ALLENATORE
Un mestiere che può fare chiunque?
di allenatore. Tutto il contrario dell’Inghilttera.
“Da noi si è convinti che un panettiere o un macellaio può tran-
er certi versi, gli allenatori sono i personaggi piu in-
quillamente allenare il Manchester United” - commenta John
vidiati e i più criticati nel mondo del pallone. Svolgo-
Barnwell, dell’assoallenatori inglese - “La licenza per allenare è
no un lavoro assolutamente fondamentale, ma rara-
un fenomeno nuovo e viene ostacolata da molti nell’ambiente
mente vengono indicati come i responsabili in caso
del calcio.”
di vittoria (il merito va ai giocatori), mentre, in caso
La lunga storia di Coverciano ha permesso ai docenti di affinare
di sconfitta, sono i primi a pagare in prima persona.
il corso, trovando le formula e i programmi più studio più idonei
Magari è perché chi fa parte del mondo del calcio -
alle esigenze degli allenatori. Il risultato è che Coverciano ha pro-
dirigenti, giornalisti, tifosi - è ben conscio di non potere emulare
dotto, nell’ultimo decennio, ben sei allenatori capaci di guidare
i giocatori. Soltanto un pazzo può pensare di potere giocare a cal-
squadre di importanti campionati europei: Nevio Scala, Giovanni
cio meglio di un Nesta o un Henry, atleti al massimo della forma
Trapattoni, Mauro Sandreani, Claudio Ranieri, Fabio Capello, Giu-
con un bagaglio tecnico di prim’ordine. Ma per gli allenatori il dis-
seppe Materazzi. Il calcio inglese, nello stesso arco di tempo, ne
corso è diverso. Qualcuno ha detto che in Italia vi sono sessanta
ha prodotti due: Terry Venables e Sir Bobby Robson.
milioni di commisari tecnici. Probabilmente è vero. Chiunque può
“Gli allenatori arrivano con le loro filosofie e con le loro visioni di
immaginarsi nel ruolo di tecnico, perché le doti di un buon alle-
gioco” - spiega il docente Franco Ferrari - “Noi illustriamo le al-
natore sono mentali e non fisiche. Così, non è difficile immagi-
ternative e poi sono loro a decidere.”
narsi più bravi di un Gerard Houllier o un Alberto Zaccheroni. Le
Quest’approccio non è basato sull’imposizione di un’unica verità
loro doti sono nascoste, così come, in gran parte, il loro lavoro.
calcistica, ma è mirato a sviluppare il dialogo e il confronto di
Tutto ciò crea un ambiente dove l’allenatore è costantemente sot-
idee, sia tra allenatori e docenti, sia tra gli stessi allenatori.
to il microscopio dell’opinione pubblica, con la differenza che
“Io feci il primo corso, di terza categoria, nel 1975” - spiega Lip-
troppo spesso è considerato un “fortunato”, che fa un mestiere
pi - “Già dopo quindici giorni ebbi le prime nozioni di medicina
che tutti, o quasi, potrebbero fare. Quest’atteggiamento, come ve-
sportiva, di preparazion fisica. Cominciai a capire il perché del la-
dremo più tardi è comune all’Italia e all’Inghilterra anche se spes-
voro che svolgevo da giocatore, ad avere una conoscenza diver-
so si manifesta in maniera diversa.
sa del nostro lavoro. Ma quello che ho trovato veramente impor-
Oggi, in Italia, si da per scontato che quasi tutti gli allenatori ad
tante è stato lo scambio di opinioni e di esperienze tra colleghi”
P
alto livello siano ex-professionisti che hanno aggiunto le nozioni
apprese al corso di Coverciano al bagaglio d’esperienza accumulato quando erano giocatori. Vi sono naturalmente le eccezioni -
*Tesi di fine studio del Corso Master 2003/2004 per l’abilitazione ad allenatore professionista di 1ª Categoria.
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ALLENATORI
TECNICO-TATTICA
– aggiunge- “Abbiamo parlato di tutto, psicologia, tattica, tec-
mento. La licenza per allenatori è stata introdotto soltanto di re-
nica di allenamento. è stata un’evoluzione continua che mi ha
cente e soltanto a seguito di pressioni da parte dell’UEFA. L’in-
aiutato molto. Non è stato il corso per sè, ma è stato l’ambiente
troduzione del patentino per allenare, però, si scontra frontal-
intorno al corso, l’atmosfera di confronto che crea. Coverciano
mente con l’atteggiamento di molti veterani che affermano: in
non ti dà convinzioni, ti da conoscenze. Più ne hai, più puoi at-
passato non c’è mai stato, abbiamo vinto il Mondiale, quindi a
tingere alle conoscenze e provare cose diverse. In tanti anni di la-
cosa serve? Non sarà certo un pezzo di carta che fa di un uomo
voro mi sono reso conto di una cosa: gli allenatori sono tutti mol-
un buon allenatore...
to presuntuosi, specialmente quelli giovani” – conclude- “Sono
Si tratta di un atteggiamento diffuso, contro il quale c’è ben po-
convinti di non avere niente da imparare. Però se li prendi e li
co da fare, come spiega Barnwell:“Nell’estate del 2003, tutti
metti in un posto come Coverciano, lì c’è uno spirito diverso. è co-
d’accordo, abbiamo deciso che ogni nuovo allenatore in Premier
me se fossi a scuola, ognuno si mette a disposizione dell’altro.
League avrebbe dovuto avere il patentino, oppure essere iscritto
C’è voglia di dividere le esperienze.”
ad un corso per ottenerlo. Bene, dopo poche settimane il Leeds
Se Coverciano è un passaggio di rito per l’allenatore italiano, per
esonera l’allenatore e chiama Eddie Gray sulla panchina. Gray
l’allenatore inglese non vi è un equivalente, almeno per il mo-
non ha alcun patentino. Otto anni fa si era iscritto ad uno dei nostri corsi, ma se ne è andato al termine del primo giorno, dicendo
Marcello Lippi
che non stava imparando niente, che era tutta una fesseria e che
il corso era assolutamente inutile. Noi ci siamo opposti, però senza alcun risultato. O meglio, il Leeds ha detto che Gray non era l’
allenatore definitivo, ma ad interim, e quindi non era soggetto alle regole. Capisco che la società era a corto di soldi, che Gray a
Leeds è un idolo, però mi sembra chiaro che una volta fatta la
legge, si è trovato l’inganno.”
Il ritornello è sempre lo stesso. Chi non crede nei patentini dice:
Alex Ferguson non ce l’ha. Bobby Robson non ce l’ha. Loro sono
grandi allenatori, quindi chiaramente non serve.
“Stiamo cercando di regolarizzare le anomalie, ma ci vorrà del tem-
po” - afferma Barnwell- “Certi atteggiamenti sono duri a morire.”
Per chi non ha il patentino ma allena da parecchi anni è stato
creato un certificato di equipollenza.
“Per i grandi come Sir Alex Ferguson o Sir Bobby Robson, gente
che chiaramente ha vinto tanto e che quindi non accetterebbe
mai di fare il corso, abbiamo istituito una specie di diploma” spiega Cale - “Loro vengono da noi, parlano delle loro esperien-
za ad un gruppo di alunni e in cambio gli diamo il diploma. Molti aderiscono, altri no. Per loro siamo disposti a fare un’eccezione, ma i nuovi devono essere tutti in regola.”
Almeno in teoria. In un calcio per certi versi ipertradizionalista,
non è facile introdurre una cosa relativamente nuova, come il
corso-allenatori. Eppure sono in molti a sostenere che il calcio inglese ha bisogno di allenatori preparati.
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“I paesi europei sono sempre stati avanti rispetto a noi per quan-
diventare allenatore. Anche per questo i loro corsi valevano po-
to riguarda la preparazione” - afferma Barnwell- “Noi non ab-
co. Erano pieni di gente che non aveva mai giocato a calcio ad al-
biamo mai avuto il beneficio di allenatori preparati come si deve.
to livello. Per gli ex-calciatori era praticamente impossibile parte-
Siamo sempre stati convinti che un grande giocatore, appena
cipare. Avrebbero dovuto, a fine carriera, a 35 o 36 anni, studia-
smesso di giocare, potessè subito sedersi in panchina e diventare
re per diventare insegnanti e poi dopo fare il corso.”
un grande allenatore.”
Per questo motivo, la PFA ha introdotto corsi alternativi, gestiti da
è d’accordo anche Wenger, il quale non lesina parole in meri-
ex-calciatori. All’epoca vi era una vera e propria battaglia ideolo-
to:“Gli inglesi sono indietro perché non hanno mai avuto un ap-
gica con la FA e Charles Hughes da una parte, e la PFA e i calcia-
proccio didattico al calcio. In Francia da anni abbiamo il patenti-
tori dall’altra.
no ed il corso allenatori. Io ho fatto il primo corso a 25 anni. An-
Qui bisogna aprire una parentesi su Hughes. La sua filosofia era
che quando giocavo sapevo che avrei voluto diventare allenatore
quella del tradizionale calcio britannico, giocato ad alta velocità,
e sapevo che avevo tanto da imparare. In Inghilterra invece se sei
con lanci lunghi e cross. Hughes aveva raccolto dati statistici a
stato un buon giocatore, la strada da allenatore è spianata.”
supporto della sua visione. Vedeva il calcio come una guerra ter-
Secondo Colbert, il preparatore atletico, questo discorso si rifà al-
ritoriale, il cui scopo era quello di guadagnare terreno ed avanza-
l’atteggiamento storico-culturale degli inglesi.
re il pallone, un pò come nel rugby. Aveva calcolato che in certe
“È vero, i nostri allenatori, fatte alcune eccezioni, hanno i para-
zone del campo si segnava un numero maggiore di reti e quindi
occhi, ragionano tutti alla stessa maniera e non vedono mai le co-
l’obiettivo di una squadra doveva essere quella di fare arrivare il
se da un punto di vista diverso” – afferma- “Ma noi inglesi sia-
pallone in quelle zone il maggior numero di volte possibile. In un
mo così. Diffidiamo di tutte le cose straniere, a cominciare dal-
certo senso, aveva ridotto il calcio ad una formula matematica.
l’Euro. Del resto siamo un’isola. Io stesso, pur essendo inglese,
“Sostenevano cose che oggi possono sembrare assurde” - spiega
vengo dal mondo della scienza dello sport e per questo sono sta-
Taylor - “Ad esempio, dicevano che se il Brasile avesse fatto me-
to accolto con scetticismo. Molti tecnici mi dicevano che ‘abbia-
no passaggi, sarebbe stato molto più forte. Oppure che bisogna-
mo sempre fatto così, quindi non si cambià oppure ‘questo me-
va andare al tiro dopo non più di tre passaggi. Conveniva calcia-
todo ha funzionato in passato, perché cambiare?’. Sono pochi
re sempre lungo, perché vi era una buona possibilità di rimediare
quelli che si chiedevano se era possibile migliorare ulteriormente.
un fallo laterale e quindi di guadagnare terreno. Ogni schema o
L’idea di cambiare o modificare qualche dettaglio era tabù.”
movimento, sia in difesa che in attacco, era basato su statistiche
Ironia della sorte, questa mentalità un pò anchilosata non ha
e percentuali. Il calcio era totalmente schematizzato.”
sempre difeso la prassi di prendere ex-campioni e di piazzarli su-
Il problema, come spesso accade quando si passa dalla teoria al-
bito in panchine prestigiose. Anzi, fino ad una ventina di anni, fa
la pratica, era che Hughes non teneva conto di certi fattori.
era più difficile per ex-calciatori diventare allenatori di quanto
“Secondo Hughes, tenere palla serviva a poco o nulla, meglio fa-
non lo fosse per gli insegnanti di educazione fisica.
re i soliti due passaggi e tirare in porta”- spiega Taylor - “Questo
“In passato, secondo la Football Association, per allenare dovevi
va bene se tutte e due le squadre ragionano così. Ma se tu giochi
essere un insegnante, con tanto di qualifica” - afferma Taylor -
alla Hughes e quindi perdi palla in continuazione e gli altri inve-
“Noi della PFA abbiamo guidato la battaglia per cambiare le co-
ce pensano a tenerla, finisci nei guai perché sei costretto a difen-
se. Eravamo convinti, e lo siamo tutt’ora, che quelli che hanno
dere e a cercare di recuperare il pallone. Qualsiasi persona che ha
praticato il calcio ai massimi livelli siano i più adatti ad insegna-
giocato a calcio ad un certo livello sa bene che si spendono tan-
re il mestiere. A patto, naturalmente, che siano istruiti nella giu-
tissime energie nel tentativo di recuperare il pallone e che, anzi,
sta maniera. La Football Association, erano i tempi di Charles Hu-
mantenere il possesso è un ottimo modo per far rifiatare la squa-
ghes, la pensava in modo diverso. Pretendevano che un ex-cal-
dra. Questo è solo un’esempio. Potrei citarne altri.”
ciatore diventasse prima insegnante, poi, eventualmente poteva
Il gioco cosidetto “all’inglese” trova le sue origini propio nella fi7
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ALLENATORI
TECNICO-TATTICA
losofia di Hughes. è però un luogo comune dire che tutti giocava-
spesso per coprire i centrocampisti quando questi si spingono in
no così in Inghilterra. Se Hughes era la norma, vi era anche chi
avanti per sfruttare gli spazi creati dagli attaccanti , permettendo
aveva il coraggio di giocare in maniera diversa. Non radicalmen-
alla squadra di rimanere equilibrata nella fase di non possesso.
te diversa, s’intende, ma c’era chi, con un pò di sagacia tattica ed
A centrocampo, i due centrali formano una coppia di grande so-
intelligenza, partiva dal modello-Hughes per imporre un calcio
stanza. Pochi svolazzi, ma grande solidità difensiva. L’avversario è
differente, più vicino a quello continentale. Il Grande Liverpool è
costantemente messo sotto pressione ogni qualvolta conquista il
un’esempio ovvio, ma anche le squadre di Brian Clough mostra-
pallone. Il centrocampista, una volta rientrato in posizione - ad
vano caratteristiche particolare. Ho potuto verificarlo personal-
una trentina di metri dalla porta - è responsabile per il manteni-
mente analizzando in videocassetta alcune vecchie partite del
mento delle distanze tra i reparti. Richiama gli attacanti che de-
Nottingham Forest, vincitore della Coppa dei Campioni nel 1979-
vono formare la prima barriera all’offensiva avversaria e detta il
80 e nel 1980-81. Ecco il mio “rapporto” tecnico-tattico:
movimento dei difensori che si alzano e abbassano a seconda del
il Forest adotta un 4-4-2, con il portiere che rinvia lungo sugli at-
tipo di pressione esercitato sui portatori di palla avversari.
taccanti per saltare il pressing della squadra avversaria. Gli attac-
Prediligono il gioco semplice e lineare, i cambi di gioco e gli inse-
canti sono molto abili nel controllo di palla e nel dribbling, ma an-
rimenti senza palla. Raramente ricevono palla dai difensori con le
che nello scambio stretto. Proteggono bene il pallone e facilitano
spalle alla porta, un pò per via delle qualità tecniche non eccelse,
l’entrata in gioco dei centrocampisti su cui si appoggiano dopo
un pò per la scarsa attitudine al dribbling. Preferiscono invece
avere controllato il lancio lungo. Nel gioco aereo sono pericolosi
“attaccare” la palla frontalmente quando viene lanciata diretta-
più per il tempismo nello stacco che per la stazza. Ottimo anche
mente in avanti dal portiere o dai difensori.
il loro senso d’anticipo sul primo palo. Sono generosi, rientrano
Amano il tiro da fuori, al quale ricorrono frequentemente con il
coraggio di chi è conscio dei propri mezzi e ha la convinzione che
Sven Goran Eriksson
sta facendo la cosa giusta. Sulle due fasce prevale l’equilibrio. La
sinistra è occupata dall’11, un giocatore dalla grande abilità nel
gioco offensivo e dal 3, che invece ha doti più difensive e di copertura. A destra troviamo il 7, un peperino tutto dinamismo che
non disdegna lo scontro fisico e il 2, un terzino alla Facchetti: elegante nella falcata e bravo nell’affondare palla al piede in area
avversaria. L’11 è un’ala inglese tradizionale, dotato di grande
tecnica, dribbling secco in accelerazione e l’imprevedibilità di chi
è capace di saltare l’avversario sia all’interno che all’esterno. L’uso di entrambi i piedi gli consente di completare l’azione del dribbling con il cross o il tiro, spesso tagliato di interno destro a cercare il secondo palo. Si tratta di un elemento fondamentale che
garantisce fantasia ed imprevedibilità.
La squadra si difende nella propria metà campo, concedendo
tempo agli avversari, ma togliendo loro spazio, e quindi la possibilità di attaccare la profondità alle spalle dei quattro difensori in linea. Una volta recuperato il pallone, il contropiede è immediato, diretto e deciso, sfruttando lo spazio che inevitabilmente gli avversari gli concedono.
Ho allegato questo mio rapporto per illustrare come non è vero
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che, almeno ai vertici, il calcio inglese di vent’anni fa era intera-
to come si deve, aperto agli ex-calciatori o a chi vuole restare in
mente fossilizzato intorno al “palla lunga”. Se è vero che il Liver-
questo ambiente ed una normativa che costringa i nuovi allenato-
pool e il Forest erano eccezioni, il fatto che potessero rappresen-
ri ad essere preparati. In questo senso il contributo dell’UEFA è
tare un’alternativa ha dato fiducia a chi voleva cambiare il siste-
stato molto importante. Loro ne hanno fatto una priorità con la li-
ma. Il loro successo significava che il calcio inglese poteva e do-
cenza PRO e il calcio inglese ha dovuto regolarsi di conseguenza.”
veva cambiare. Ci voleva però un bagno di umiltà.
Grazie alla pressione dell’UEFA e al lavoro di uomini come Taylor
“Noi della PFA, con l’appoggio dei giocatori, nei primi anni 90 ab-
e Barnwell, il calcio inglese si è lentamente “normalizzato”, avvi-
biamo pubblicato un piccolo saggio molto duro nei confronti del-
cinandosi ad Italia, Spagna, Francia, Olanda e gli altri Paesi del
la Football Association”- racconta Taylor - “Abbiamo sottolinea-
continente. Per quanto riguarda i contenuti del corso, personal-
to che, pur avendo inventato il calcio, pur avendo più società pro-
mente ho trovato un approccio non molto diverso da Coverciano,
fessionistiche di qualsiasi altro Paese, più tesserati che qualsiasi
seppur meno approfondito (ma del resto io ho fatto il corso di li-
altro Paese europeo, più spettatori che qualsiasi altro Paese, in
cenza B). Anche in Inghilterra si cerca di illustrare un ventaglio di
realtà l’Inghilterra aveva sempre reso meno del suo potenziale.
alternative e si esorta il tecnico a scegliere quella che meglio
Addirittura, nel 74 e nel 78 non ci siamo neanche qualificati per i
combacia con la sua visione del calcio.
mondiali. Segno che, invece di pavoneggiarci della nostra storia,
“Il discorso è semplice” - afferma Barnwell - “Il corso ti dà una
era venuto il tempo di cambiare e migliorare.”
visione più ampia, ti dà una base più solida. Senza un corso del
È d’accordo anche Platt, anche se secondo lui la strada da per-
genere, gli allenatori non fanno altro che mettere in atto ciò che
correre è ancora lunga.
avevano imparato da giocatori. Magari hanno avuto la fortuna di
“Non so se è perché siamo un isola, ma tendiamo sempre ad iso-
lavorare con allenatori bravissimi e quindi sono preparati in un
larci” – afferma - “Mi da fastidio il fatto che molti di noi sono
convinti che siamo i migliori in tutto. C’è gente in Federazione
Wenger
che, come me, è assolutamente convinta che il nostro corso allenatori è il migliore del mondo. Fino a poco tempo fa tutti i corsi allenatori erano basati sulla filosofia di Charles Hughes. Per
essere promosso dovevi ripetere a memoria i suoi principi. Adesso le cose stanno cambiando, ma è difficile liberarsi dall’arroganza e dal senso dogmatico che per molto tempo hanno fatto
parte del nostro DNA.”
A differenza del corso di Coverciano - che ha potuto quasi sempre godere dell’appoggio dell’opinione pubblica, del mondo del
calcio e dei giocatori stessi - il corso inglese ha faticato tanto per
imporsi. Prima c’è stata la battaglia “ideologica” tra i seguaci di
Hughes e i “progressisti”: sia per quanto riguarda i principi tattici, sia nel passare da un corso per “insegnanti di scuola” ad un
corso per “ex-calciatori”. Poi si è dovuto trovare il modo per convincere gli aspiranti allenatori a fare il corso, cosa non certo facile in un contesto dove molti tutt’ora sono convinti che corsi e patentini siano cose del tutto inutili.
“È stata un battaglia lunga e difficile, ma adesso abbiamo ottenuto quello che volevamo” - afferma Taylor - “E cioè un corso fat9
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modello tattico. Ma il calcio è in continua evoluzione e bisogna
aggiornarsi. Chi ha sempre fatto le cose in una maniera e non conosce alternative difficilmente sa reinventarsi o rispondere alla
esigenze di uno sport che cambia. Per non parlare dello sviluppo
individuale dei giocatori. Si può far crescere un campioncino in
terza divisione come all’Arsenal, ma soltanto se in terza divisione
si è preparati, se si conoscono le metodologie giuste.”
Secondo Platt però il corso inglese è ancora nella fase sua “infanzia”. Si può fare di più, molto di più.
“Onestamente, io non ho imparato grandi cose al corso allenatori” - afferma Platt- “Certo, alcune nozioni qua e là, ma in realtà
ho appreso poco. Secondo me è perché non siamo ancora pienamente abituati al dialogo ed al confronto. Ognuno ascolta, dice le
sue cose e poi si va avanti. C’è poca discussione. Ecco, io vorrei
un corso “scomodo”, un corso che costringa la gente a chiedersi
il perché di certe cose, che li spreme intellettualmente. Ma forse
non siamo ancora pronti per questo.”
DA DOVE VENGONO I MISTER?
compagno ed amico Attilio Lombardo (Crystal Palace).
Se per certi versi Coverciano è un corso “adulto” e quello inglese
È chiaro che soluzione del genere hanno un qualcosa d’approssi-
è ancora “bambino” (ma che però sta cercando di crescere), è al-
mativo. Non a caso, McCall, Pearce e Lombardo ebbero la chia-
trettanto vero che si parte da un approccio di base diverso. Una
mata quando la squadra era alla deriva e serviva qualcuno in gra-
delle differenze più ovvie è che, mentre l’allenatore italiano è re-
do di tenere buoni i tifosi. Nel mio caso si può dire che funzionò
sponsabile soltanto per la guida tecnica, quello inglese è “mana-
visti i cinque trofei conquistati in due stagioni e mezzo, così come
ger” e quindi deve accollarsi buona parte dei compiti che in Ita-
per Gullit e Hoddle. Ma anche intorno alla figura del player-ma-
lia spetterebbero al direttore sportivo: dal rinnovo dei contratti, al
nager vi sono molte opinioni discordanti in Inghilterra.
rapporto con gli agenti e gli sponsor, all’acquisto dei giocatori. Se-
“Molti presidenti puntano sui player-manager perché si tratta di
condo molti il fatto che il ruolo di un tecnico inglese sia più am-
ragazzi già stipendiati, è la formula del paghi uno, prendi due” -
pio rende ancora più importante una preparazione appropriata.
spiega Barnwel- “È chiaro, a volte funziona, ma non è una solu-
Eppure i club inglesi non sembrano pensarla così. Rispetto all’Ita-
zione seria. Un giocatore in attività difficilmente ha i requisiti ne-
lia, affidare squadre di massima divisione a tecnici con pochissi-
cessari per allenare. Ed è ancora più improbabile che lo possa fa-
ma esperienza è una cosa quasi normale. Io ne so qualcosa natu-
re se sta ancora giocando a tempo pieno. Però molte società lo
ralmente. Nel febbraio del 1998, quando ero ancora giocatore a
fanno, specialmente quando le cose si mettono male. Prendono il
tutti gli effetti, il Chelsea mi affidò la panchina ed il ruolo di alle-
giocatore più famoso e più amato e lo mettono lì. Così da un la-
natore-giocatore, o player-manager. In Italia fece scalpore, in In-
to risparmiano uno stipendio e dall’altro sanno che i tifosi e la
ghilterra un pò meno. Del resto, ero il terzo player-manager con-
stampa lo appoggeranno, perché si tratta di una figura dalla
secutivo del Chelsea, dopo Ruud Gullit e Glenn Hoddle. Da allora,
grande popolarità.”
seppur brevemente, vi sono stati i casi di Stuart McCall (Bradford
Al di là dell’allenatore-giocatore, ruolo che sta scomparendo in
City), Stuart Pearce (Nottingham Forest) e anche il mio vecchio
Premier League ma che si continua a vedere nelle serie inferiori,
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Mentre iniziavo io, Ron Atkinson, che avrebbe poi allenato il
Manchester United, era tra i dilettanti, proprio come David Pleat,
futuro tecnico del Tottenham, al Nuneaton Burough. Jim Smith,
che avrebbe poi allenato per vent’anni in massima serie era anche lui in terza divisione, al Colchester, mentre Brian Clough, prima di vincere due Coppe dei Campioni al Nottingham Forest, si
fece le ossa al Hartlepool, quarta divisione. Tutti noi abbiamo imparato il mestiere nelle serie minori. Oggi i presidenti delle società si fanno abbagliare dai grandi nomi. Vedono uno che ha giocato cinquanta volte in nazionale e gli affidano subito una panchina importante, come è capitato a John Barnes al Celtic. Lui ha
fallito e non è detto che tutti falliscono, però quelli che hanno
successo sono l’eccezione, non certo la regola.”
È d’accordo anche Wilkins: “Una volta si cercavano allenatori che
si erano fatti le ossa nelle serie minori, oggi però tra la Premier
League e il resto del calcio inglese c’è un’abisso. Molti sono riluttanti a prendere uno dalla First Division perché la Premiership è
Il Centro Tecnico Federale di Coverciano
piene di stelle, giocatori miliardari con grosse personalità ed è difficile trovare uno dalle serie inferiori che sia in grado di gestirli.”
gli inglesi sono spesso più pronti ad affidare la squadra a tecnici
Secondo Cale però le cose stanno migliorando, seppur lentamen-
con poca esperienza. Abbiamo analizzato i tecnici in carica a fine
te: “La cultura del calcio inglese è sempre stata quella. Si è sem-
stagione l’anno scorso in Premier League ed in Serie A (VEDI AP-
pre voluto scegliere un tecnico famoso che aveva l’immagine del
PENDICE 2). In Inghilterra avevano una media di 11,8 stagioni
vincente. Negli ultimi dieci anni molti presidenti si sono fatti un
d’esperienza alla guida di un club professionistico. In Italia, la me-
pò più furbi, ma è chiaro che ci vorrà ancora del tempo. Intanto
dia era di 13,7 stagioni, quasi due anni in più. E va detto che la
però questa logica nello scegliere l’allenatore ha avuto parecchi
media inglese è “gonfiata” dai tre tecnici stranieri, Gerard Houl-
effetti negativi. Basta vedere il numero di esoneri.”
lier, Arsene Wenger e Claudio Ranieri. Senza di loro, la media di
L’esonero, lo spauracchio di ogni allenatore. Dal punto degli alle-
Premiership scende a 11 stagioni d’esperienza.
natori, gli esoneri sono sempre troppi e troppo frequenti. Ogni
In aggiunta, in Serie A, vi è solo un allenatore - Mancini - con me-
paese si considera, ahimè, la patria dei mangia-allenatori. Abbia-
no di otto stagioni d’esperienza, pari al 5,6 per cento. In Inghil-
mo voluto però esaminare la situazione con maggiore attenzione,
terra ne troviamo ben sei - Adams, Coleman, McClaren, òLeary,
con dati e statistiche alla mano. Solo così - abbiamo pensato - si
Bruce e Moyes - pari al 30 per cento. La prima conclusione che si
potevano trarre conclusioni accurate.
può trarre è che in Italia vi è maggiore senso dell’importanza della gavetta, gli anni accumulati in Serie C o addirittura fra i dilettanti. Se si escludono i tre allenatori stranieri in Premier League,
BUTTATI O RICICLATI?
11 dei 17 britannici ha fatto esperienza nelle serie inferiori. Tra gli
Abbiamo deciso di prendere in esame il triennio comprendente le
italiani invece ben 16 dei 18 hanno lavorato in Serie B, C1 o C2;
stagioni 2000-01, 2001-02 e 2002-03 in Serie A e Serie B, confron-
le sole eccezioni sono Mancini e Capello.
tandolo con lo stesso triennio in Premiership e First Division (VEDI
“Non è sempre stato così’”- racconta Barnwell - “Io ho iniziato
APPENDICE 3). Alcuni dati sono prevedibili, altri un pò meno.
come allenatore in seconda a Peterborough, in terza divisione.
Innanzitutto è un dato di fatto che in Italia è molto più facile es11
SCUOLA
ALLENATORI
TECNICO-TATTICA
sere esonerati. Nel triennio esaminato, le squadre italiane hanno
toria” – spiega - “In Italia, se perdi sei un coglione e basta. Non
avuto una media di 3,8 allenatori: cioè più di uno a stagione. In
basta giocare bene, devi vincere. Questa è la mentalità. E, guar-
Inghilterra, nello stesso arco di tempo, la media è stata di 2,4 al-
da caso, negli altri paesi è l’opposto. Loro dicono che non basta
lenatori per squadra. Un divario importante, soprattutto se si pen-
vincere, bisogna giocare bene.”
sa che in Inghilterra il “mercato” degli allenatori è più fluido. A
I “diversi” quindi siamo noi. E, se è vero quello che dice Ferrari, il
differenza dell’Italia non vi è alcuna normativa che vieta ad un
maggior numero di esoneri in Italia si spiega con la matematica. Se
tecnica di allenare due squadre nella stessa stagione, anche nel-
è vero che, almeno in teoria, su 18 squadre di Serie A, tutte e 18
la stessa serie. Una buona parte degli avvicendamenti inglesi in-
possono giocare un buon calcio, è impossibile che, su 18 squadre,
fatti riguarda allenatori che si trasferiscono durante la stagione
tutte e 18 vincano. Così, a fine campionato, i “vincitori” sono po-
per loro scelta (e quindi devono essere sostituiti), piuttosto che
chissimi. L’allenatore che è finito primo, quello che magari ha vinto
veri e propri licenziamenti.
una coppa europea, quello che ha raggiunto un improbabile sal-
È raro vedere un allenatore restare nella stessa città per più di tre
vezza o Coppa UEFA. Non più di cinque o sei. Gli altri sono tutti
stagioni. Nel triennio esaminato, ben otto squadre italiane (Chie-
bocciati o rimandati. Colpa di una piazza - intesa in senso lato: gior-
vo, Perugia, Roma, Bologna, Brescia, Atalanta, Modena ed Empo-
nali, televisioni, tifosi, presidenti - che esige il successo immediato.
li) hanno tenuto lo stesso allenatore, un dato che, francamente, ci
L’Inghilterra è messa un pò meglio, specialmente in Premier Lea-
ha un pò sorpreso. Si tratta del 17,3 per cento. Prevedibilmente in
gue. Ma nelle serie inferiori si avvicina molto all’Italia.
Inghilterra la percentuale è stata sensibilmente più alta, il 28 per
“Uno studio dell’Università di Warwick ha trovato che, negli ulti-
cento. Interessante notare che le “italiane” che non hanno cam-
mi nove anni, stagione dopo stagione, il sessanta per cento delle
biato allenatore sono tutte squadre che sono rimaste stabilmen-
società della Football League, cioè prima, seconda e terza divisio-
te in Serie A oppure che hanno ottenuto la promozione dalla Se-
ne, ha cambiato allenatore da un anno con l’altro” - afferma Barn-
rie B. La lista “inglese” invece comprende squadre come Burnley,
well - “È un numero impressionante. Va un pò meglio in Premier
Gillingham, Sheffield United, Rotherham, Crewe Alexandra e Mill-
League, dove una squadra su quattro, quindi il 25 per cento, ha
wall, club che non hanno neanche lontanamente sfiorato la pro-
cambiato la guida tecnica da un’anno con l’altro. Secondo noi i
mozione oppure che, in certi casi, sono addirittura retrocessi.
motivi di questo turnover tecnico sono sostanzialmente due: i no-
perché una tale impazienza in Italia? Secondo Franco Ferrari, ha
stri allenatori non sono preparati e i club sbagliano nella scelta del
molto a che fare con l’ossessione italica per i risultati.
tecnico. Ormai siamo nella società del tutto-e-subito. Non c’è più
“In Italia si guarda sempre il risultato, non come è arrivata la vit-
pazienza, tutto deve essere immediato, a cominciare dal successo,
dalla gratificazione. Abbiamo il caffè istantaneo, il fast food, In-
Benitez
ternet. Nessuno è disposto ad aspettare, a crescere lentamente. La
qualità è solo un lontano ricordo. Sono sincero quando dico che
molti giovani allenatori vengono mandati allo sbaraglio e mi spiace veramente per loro. Questo accade spesso e i giovani in queste
situazioni hanno poche possibilità di restare a galla, anche perché
le pressioni sono enormi. Tutti sono pronti a criticare, e molti dei
critici capiscono poco o nulla.”
Ma torniamo alla nostra analisi. Emerge un aspetto che fa riflettere e che, francamente, dovrebbe preoccupare i tecnici inglesi.
Nel triennio esaminato, Italia ed Inghilterra hanno avuto esattamente lo stesso numero di tecnici, ottantotto, ma in Italia gli avvicendamenti sono stati molto più frequenti. Cosa significa? Che
12
in Italia è molto più facile riciclarsi altrove. Si viene licenziati pri-
Ferguson, l’allenatore che ha vinto più trofei nella storia del cal-
ma, ma poi si tende a trovare qualcuno disposto ad offrire una se-
cio, è rimasto a mani vuote per quasi quattro anni dopo avere
conda possibilità.
preso il timone del Manchester United. Quattro stagioni in cui ha
Settantadue degli ottantotto allenatori inglesi infatti hanno avu-
gettato le basi di una squadra che poi ha fatto il vuoto in Inghil-
to un solo incarico in quel triennio. Viceversa, appena cinquantu-
terra, vincendo anche la Coppa Intercontinentale, la Coppa delle
no degli “italiani” ha allenato una sola squadra nello stesso trien-
Coppe e la Champions’ League. Tutto ciò è verissimo e non biso-
nio. Il 42,1 per cento ha trovato un’altro incarico (o, a volte, lo
gna giudicare il lavoro di un tecnico troppo frettolosamente. è al-
stesso, nel caso di chi è stato richiamato) a breve. In Inghilterra
trettanto vero - e forse non tutti lo sanno - che Sir Alex Ferguson
invece è tornato in gioco soltanto il 18,1 per cento.
è stato cacciato senza troppi complimenti dalla panchina del St.
Segno che, se in Italia si è più rapidi nel definire “fallimentare”
Mirren all’età di 37 anni, nel lontano 1978. Se, come capita ogni
una gestione tecnica, si è più restii ad etichettare come “fallito”
anno a tanti allenatori britannici, non avesso trovato qualcuno
un allenatore. Viceversa, in Inghilterra, il tecnico ha più tempo per
(nel suo caso l’Aberdeen), disposto a dargli fiducia dopo il falli-
lavorare, ma, una volta cacciato, i club tendono a trattarlo come
mento precedente, sarebbe finito anche lui fuori dal calcio. E - chi
se avesse la peste.
può dirlo? - la storia del calcio scozzese ed inglese avrebbe forse
In Italia l’esonero non è considerato come un’onta permanente. è
preso una piega diversa.
capitato a grandi allenatori come Lippi, Ancelotti, Trapattoni, Spalletti. Viceversa, dei 17 allenatori britannici in Premier League, appe-
IL DOGMA TATTICO
na sette sono stati esonerati in carriera. è lecito domandarsi quanti
ottimi allenatori sfuggono al calcio inglese perché, dopo il primo
Un aspetto che colpisce chi segue da vicino il calcio inglese è la
esonero, nessuno è disposto a dargli più fiducia.
mancanza di tatticismi. è raro vedere squadre che speculano sul ri-
“Cinque anni fa la League Managers Association aveva circa 300
sultato, ancora più raro vedere moduli diversi dal 4-4-2. Nello scor-
allenatori iscritti” - spiega Barnwell - “Di questi 300 allenatori, sa
so campionato la sola squadra che ha usato regolarmente un mo-
quanti allenano oggi? Appena ventotto. Ventotto su trecento. Al-
dulo diverso è stato il Leicester City, con il suo 3-5-2 e il Chelsea di
tri settantuno si sono riciclati ed oggi restano comunque nel cal-
Ranieri che ha pre-
cio. Fanno i viceallenatori, o lavorano con i ragazzini oppure fan-
diletto il rombo. Il
no gli osservatori. E gli altri 200? Sono scomparsi, via, non esisto-
Bolton ha ripiegato
no più nel calcio. Pensi quanto talento e quante conoscenze sono
sul 4-5-1, special-
andate perse! Il problema è la mancanza di preparazione. Trovare
mente in trasferta
il primo impiego non è difficilissimo. Arriva il giovane, senza esse-
e, a volte, si è visto
re preparato, pensa di saperla lunga ma poi viene cacciato. E, vi-
il Manchester Uni-
sto che non è preparato, nessuno gli offre più un lavoro. Esce de-
ted ad una punta,
finitivamente dal calcio. Noi invece siamo convinti che, se tutti fa-
con una specie di
cessero un corso allenatori fatto bene almeno se la giocherebbe-
4-2-3-1 o 4-5-1.
ro. Avrebbero le conoscenze e le basi per imparare dagli errori, dai
Tutti gli altri hanno
fallimenti. Certo, gli esoneri ci sarebbero comunque, ma quanto-
usato un 4-4-2 più
meno avrebbero qualche possibilità in più di restare nel calcio.”
o meno rigido. Le
Una rivelazione sicuramente amara. Affermare che, spesso, si im-
marcature
para più dal fallimento che dal successo può essere un luogo co-
quasi
mune, ma sicuramente è vero. Molti, nello spiegare l’importanza
mente a zona, qua-
della pazienza nel giudicare un tecnico citano il fatto che Sir Alex
si nessuno gioca
Ferguson
sono
esclusiva-
13
SCUOLA
ALLENATORI
TECNICO-TATTICA
con il trequartista, i centrali di centrocampo sono quasi sempre so-
considerato un esempio di sagacia tattica. In Inghilterra invece lo
lo interditori.
hanno visto come un segno di confusione, di uno che non aveva le
Tutto diverso dall’Italia, dove la varietà di moduli è tale che è ra-
idee chiare.
rissimo vedere due squadre “a specchio”. Si vedono moduli con
“Eppure i cambi frequenti di moduli possono essere una cosa posi-
difese a 3, a 4, a 5, con o senza trequartista, o a volte con due tre-
tiva, a patto che i giocatori sono in gradi di seguire le indicazioni
quartisti. Marcature a uomo o a zona, a volte marcature a uomo
dell’allenatore” - afferma Lippi- “Ci sono dei giocatori che non im-
a centrocampo. Squadre che costruiscono lentamente, squadre
pareranno mai e più insisti più gli fai perdere le loro doti naturali.
che giocano a mille all’ora. C’è chi usa il centrocampo per co-
Ci sono allenatori bravissimi ad insegnare il calcio, ma che non so-
struire, e chi lo scavalca spesso e volentieri.
no capaci di scegliere i giocatori giusti per interpretare un certo mo-
Come spiegare questa varietà? Soprattutto dal momento che, sia
dulo. Ma se i giocatori li hai e sono duttili, allora è un’arma in più.”
in Serie A che in Premiership, la percentuale di stranieri sfiora il
Ma se Lippi ha ragione, perché non vi è una varietà maggiore di
50 per cento e quindi, almeno in teoria, entrambi i paesi dovreb-
moduli anche in Inghilterra? I giocatori sono forse meno duttili?
bero essere aperti ad interpretazioni diverse.
Sì e no, nel senso che si torna un pò al discorso della gallina e
Non è difficile spiegare perché in Italia vi è una grande versatilità.
l’uovo. In Italia, dove i giocatori sono più duttili, si usano tanti
Da sempre abbiamo prediletto la tattica. Se ne parla ovunque ed in
schemi diversi e quindi il calciatore è costretto ad imparare più si-
continuazione, ed abbiamo la fortuna di essere creativi per natura.
stemi di gioco e quindi aumenta la sua versatilità. In Inghilterra,
“L’allenatore italiano è molto più evoluto tatticamente, probabil-
c’è meno duttilità e quindi tutti fanno il 4-4-2 e, di conseguenza,
mente il più evoluto del mondo” - afferma Lippi - “Un bravo al-
il calciatore inglese non impara ad adattarsi a moduli diversi. Ma
lenatore deve avere grande convinzioni, ma mai certezze. La dif-
perché questa ossessione con il 4-4-2?
ferenza è che la certezza è immutabile, la convinzione, in base al-
“Il 4-4-2 è lo schema più semplice da insegnare” - suggerisce
le circostanze, può cambiare. E quindi, guardando, vedendo e co-
Wilkins - “è lo schema che si fa da bambini. Chiunque può fare
noscendo, può capitare che devi cambiare le tue convinzioni e, di
il 4-4-2.”
conseguenza il tuo modulo. è una frase un pò sfruttata, ma tutto
Platt addirittura non si pone neanche il problema: “Noi inglesi
sommato vera: si cerca il modulo che possa sfruttare al meglio le
non pensiamo alla tattica. Abbiamo sempre fatto il 4-4-2 e, salvo
caratteristiche dei
qualche eccezione, andiamo avanti sempre così. Anche perché la
giocatori.”
filosofia di Charles Hughes era basata largamente sul 4-4-2. Solo
Emblematica è sta-
negli ultimi quindici anni abbiamo provato cose diverse, come il
ta l’esperienza di
4-3-3. Solo che per fare il 4-3-3 servono le ali e noi non le abbia-
Ranieri in Inghilter-
mo. Credo anche il 4-4-2 sia lo schema più facile da implementa-
ra. Il tecnico roma-
re per chi è più scarso tecnicamente e noi non siamo mai stati il
no ha sempre ama-
massimo sotto il profilo tecnico.”
to cambiare modu-
Per Andy Cale, l’Inghilterra sta pagando un pò il prezzo per una
lo e schema di gio-
certa ottusità nel passato recente: “Soltanto adesso cominciano
co, anche due o tre
a venire fuori allenatori un pò diversi. Non credo sia colpa dei cor-
volte nell’arco di
si che facevamo prima, anche se in effetti quelli erano più basati
una sola gara. In
sull’insegnamento della tecnica che della tattica. Eravamo forse
Italia,
un pò poco aperti, ci siamo seduti un pò sugli allori dopo il mon-
Bobby Robson
14
almeno
quando funziona,
diale vinto nel 1966.”
questo tipo di at-
Del resto, senza un corso allenatori affermato che illustra visioni
teggiamento
tattiche diverse, il tecnico finisce con l’implementare quello che sa,
è
cioè quello che faceva da giocatore. E, visto che tutti facevano il 4-
ce è abituato, è più facile per lui giocare in un ruolo diverso o con
4-2, anche i nuovi allenatori sono della stessa scuola tattica.
un modulo diverso. Secondo me è anche perché in Italia ci si al-
In Inghilterra lo schema ha radici talmente profonde che neanche
lena di più sulla tattica, magari nel pomeriggio. In Inghilterra in-
Sven Goran Eriksson ha voluto provare un modulo diverso.
vece nessuno si allena il pomeriggio, perché l’allenatore ha mil-
“Qui la tradizione è enorme, per loro si fa il 4-4-2 e basta” – af-
le impegni essendo anche manager. Oppure semplicemente per-
ferma - “Non saprei dire il perché, salvo forse che ce l’hanno nel
ché è pigro e preferisce recarsi al campo da golf. Però prima o
sangue. Lo hanno fatto per tutta la vita e non c’è motivo di cam-
poi le cose dovranno cambiare anche qui da noi. Se si vuole mi-
biare. Dei tecnici britannici, l’unica cosa nuova che ho visto ogni
gliorare, bisogna aumentare le conoscenze. Questo vale sia per
tanto sono gli schemi di Glenn Hoddle, ma lui ha giocato per tan-
il calciatore, sia per l’allenatore.”
ti anni all’estero e forse è per quello.Cambiare non è facile, devi
avere un programma, devi saperlo spiegare e poi lo devono ac-
LE QUALITÀ DI UN BUON MISTER
cettare i giocatori. L’unica cosa che ho cambiato è che ho provato ad introdurre il rombo. Per i miei giocatori era una cosa nuo-
È l’allenatore che dà l’impronta tattica e tecnica alla squadra, che
va, abbiamo fatto quattro allenamenti e subito lo hanno accetta-
deve gestire il gruppo, che spesso rappresenta il volto esterno di
to ed ha funzionato. è un segno che, almeno quelli della nazio-
una società. Un ruolo, ovviamente, importantissimo e per questo
nale sono aperti.”
ritengo che la formazione degli allenatori sia essenziale.
Fino ad un certo punto. Tre mesi dopo, in occasione dell’Europeo,
Ma quali sono gli “ingredienti” di un buon allenatore? E come si
durante uno dei colloqui tra il CT e la squadra, i centrocampisti
possono insegnare? E ancora: quanto incide realmente un allena-
hanno suggerito ad Eriksson di tornare al 4-4-2 con i giocatori in
tore?
linea e lui ha acccettato. Segno che un grande allenatore sa an-
“Un allenatore può essere bravo quanto vuoi, ma se non ha cal-
che essere flessibile e ricettivo alle preferenze della squadra. Pur
ciatori bravi non vincerà mai niente” - afferma Eriksson - “L’Em-
con le intenzioni migliori, è stato difficile per i giocatori inglesi
poli non vincerà mai lo scudetto, non importa chi l’allena. Però è
perdere le abitudini tattiche di una vita.
vero anche l’opposto. Se uno allena il Real Madrid è difficile non
Per Wenger, oltre ai fattori storici, incide molto la semplicità dello
vincere qualcosa.”
schema: “Io credo che sia il modulo più razionale nella maggior
Wenger concorda sull’importanza dei giocatori. Ma secondo lui
parte dei casi. è l’essenza della razionalità. Con il 4-4-2 il sessan-
l’apporto maggiore dell’allenatore non si manifesta nei cambi tat-
ta per cento dei tuoi giocatori occupa il sessanta per cento degli
tici durante le gara e neanche nel lavoro fatto durante la setti-
spazi. Nessun’altro modulo è altrettanto efficiente. Poi dipende
mana, ma bensì nel pre-campionato.
anche dai giocatori che hai naturalmente. Se avessi Cafu e Ro-
“Il segreto lo conoscono tutti, sono i giocatori” – spiega - “Al
berto Carlos e fossero entrambi in gran forma, allora magari farei
massimo un allenatore può incidere per un cinque per cento nel
anch’io il 3-5-2, perché so che tutti e due possono fare tutta la fa-
bene o nel male. La storia del calcio la fanno i grandi giocatori. Il
scia da soli. Ma dato che non li ho, devo fare il 4-4-2, per coprire
Real Madrid aveva Di Stefano e Puskas e vinceva. Il Milan aveva
le fasce.”
Van Basten e Gullit e vinceva. Non credo fossero gli allenatori a
L’Inghilterra sta comunque, a livello di federazione, cercando al-
farli vincere. Però il lavoro più importante dell’allenatore sta nel-
tre soluzioni. Le nazionali giovanili fanno tutte il 4-3-3, con risul-
l’assemblare la squadra e metterla nelle condizioni fisiche e men-
tati alterni. Sostanzialmente però, si torna al problema della gal-
tali ottimali. Devi prepare il tutto e poi lasciarli andare. Il grosso
lina e dell’uovo. Se tutti praticano il 4-4-2 difficilmente verrano
del lavoro si fa prima dell’inizio della stagione.”
fuori i giocatori per provare schemi diversi. L’unica alternativa,
Al di là della tattica, Eriksson sottolinea l’importanza del gruppo
proposta da Wilkins, è lavorare più sulla tattica: “Il giocatore in-
e la gestione degli individui: “È importante essere bravi tattica-
glese difficilmente accetta il cambiamento. Quello italiano inve-
mente, ma è ancora più importante creare un gruppo e gestire gli
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SCUOLA
ALLENATORI
TECNICO-TATTICA
uomini correttamente. Più sono grandi i giocatori più diventa dif-
Sulla stessa lunghezza d’onda c’è anche Lippi: “Il confronto cultu-
ficile, perché tendono ad avere personalità sempre più forti. E
rale con i giocatori, soprattutto nel calcio attuale, è preziosissimo.
quindi l’allenatore deve essere preparato.”
Io parlo con loro di frequente e mi arricchisco in ogni modo: cul-
Si torna così alla questione fondamentale. Come si imparano que-
turalmente, tatticamente, tecnicamente. Sono queste le cose che
sti strumenti? Secondo Wenger il primo passo per una felice evo-
arricchisono un allenatore, non tanto quello che si trova sui libri.”
luzione da giocatore ad allenatore comporta un cambiamento ra-
Buoni giocatori, creare il gruppo, vedere il mondo in base agli in-
dicale nel modo in cui si vede il mondo: “Si può imparare, ma, per
put esterni, il dialogo etc. sono tutte nozioni che un corso allena-
certi versi bisogna dimenticare. Non tanto dimenticare le espe-
tori può provare ad insegnare, ma se l’allenatore non ha come ba-
rienze da giocatore, ma bensì dimenticare il modo in cui si inca-
se certe doti umane e tecniche innate, servono a poco. Così come
merano gli input. Per un giocatore, le energie mentali sono rivolte
è difficile insegnare quello che, secondo Wenger, è la parte più dif-
internamente. È lì che si trovano gli input più importanti. Come mi
ficile del mestiere di un allenatore : “La cosa che ancora oggi tro-
sento? Come posso migliorare? Cosa devo fare per svolgere i miei
vo difficile è potere dire: OK, ragazzi, credo in voi, la mia carriera
compiti? Da allenatore invece l’iter è interamente rivolto all’ester-
è nelle vostre manì e dirlo restando ottimista. Da un lato devi ave-
no. Quello che pensa e sente l’allenatore è importante soltanto in
re fiducia totale nei tuoi giocatori. perché se non la hai, loro se ne
funzione degli input che raccoglie dall’esterno. Come stanno i suoi
accorgono e rendono di meno. Ed avere fiducia significa essere
giocatori? Come gioca la squadra o l’avversario? Bisogna essere
ottimisti, essere convinti per davvero che possano raggiungere i
molto più percettivi e non è facile da imparare. è un processo psi-
loro obiettivi. Ma è difficile, perché la tua carriera di allenatore è
cologico totalmente diverso e non tutti sono portati a farlo.”
nelle loro mani. Ho visto tanti grandissimi allenatori fallire per
Appena approdato in Inghilterra, Wenger ha visto accelerare que-
quel motivo. perché non riuscivano ad avere una fiducia totale
sto processo. Se è vero che non tutto il male viene per nuocere,
nei giocatori e quest’ultimi se ne accorgevano.”
proprio le critiche che gli sono state rivolte appena arrivato (e l’etichetta di “carneade”) lo hanno costretto a guardare sempre più
verso l’esterno.
QUALCHE MODESTA PROPOSTA...
“Subito mi hanno detto che non avrei mai vinto niente, non solo
Più una scuola calcistica è ricca di tradizioni e più è difficile cam-
perché ero sconosciuto, ma perché ero straniero e i giornali era-
biare. Questo mi appare scontato. E quando parlo di tradizioni,
no pieni di articoli che illustravano esattamente perché uno stra-
non mi riferisco soltanto a ciò che si vede in campo, ma a tutto
niero non avrebbe mai vinto il campionato inglese”- spiega - “Di
l’ambiente che vi è intorno. Non è importante solo ciò che acca-
fronte a questa situazione, ho deciso di ingaggiare un dialogo con
de, ma è importante anche il modo in cui viene percepito dal-
ogni interlocutore. Ho cercato di essere aperto, ma pieno di cu-
l’ambiente: colleghi, giocatori, stampa, tifosi e presidenti. I para-
riosità nel cercare di capire il modo di pensare degli altri. Tutto ciò
metri con cui si è giudicati contribuiscono a determinare il raggio
ha creato un dinamismo, un senso di scoperta reciproco che mi
d’azione di un tecnico.
ha aiutato tantissimo.”
In Italia, il peso della nostra tradizione è anche, o soprattutto, la
La ricerca del dialogo e della discussione sono elementi fonda-
nostra ossessione con i risultati a breve termine. La storia dei quat-
mentali anche per Eriksson: “Per come sono fatto io cerco sem-
tro campionati a mani vuote di Sir Alex Ferguson prima di iniziare
pre la discussione. E in questo senso in Italia c’è molto più dialo-
il ciclo vincente è conosciuta da tutti, ma, tra i critici, pochissimi
go, molte più domande. In Inghilterra se trovo che i giocatori non
hanno il coraggio di incamerare la lezione. Nella storia recente del
sono curiosi allora sono io che vado da loro e chiedo le loro opi-
calcio italiano, non credo vi sia mai stato - perlomeno non in uno
nioni. Cerco di dividerli in gruppetti di quattro o cinque giocatori
dei grandi club - un tecnico che è durato anche solo tre anni sen-
e di capire cosa pensano. All’inizio, specialmente qui in Inghilter-
za vincere qualcosa. Ancelotti è stato cacciato dalla Juventus e de-
ra, erano molto sorpresi. Poi però sono diventati ricettivi.”
riso dalla critica dopo due secondi posti. Hector Cuper ha collezio-
16
nato un terzo posto, un secondo posto ed una semifinale di Cham-
avuto successo in Italia - penso ad Arrigo Sacchi al Milan o anche,
pions League ed è stato esonerato pochi mesi dopo.
in maniera diversa, Luigi del Neri al Chievo - ha fatto progressi
Viceversa, in Inghilterra, troviamo il caso di Claudio Ranieri che,
importanti in questo campo. Ampliando i nostri parametri di giu-
dopo quattro anni senza un solo trofeo, continuava ad essere ap-
dizio in modo da inglobare non solo i risultati, ma anche gli altri
poggiato da una parte della stampa e dalla maggioranza dei ti-
due elementi si arriverebbe ad un contesto dove l’operato di un
fosi del Chelsea. Oppure Gerard Houllier, rimasto al timone del Li-
tecnico verrebbe giudicato con maggiore serenità. Certo, occorre
verpool per sei stagioni, senza mai essere in lizza per il titolo.
pazienza, e, si sa, nel calcio italiano se ne trova ben poca.
Mi rendo conto che in Italia vi sono pressioni diverse e, forse,
Se perdi la domenica, spesso il presidente è al telefono con vari al-
maggiori. Ma magari sarebbe positivo cambiare il modo in cui si
lenatori disoccupati. In più, a differenza dell’Inghilterra, in Italia c’è
giudica l’operato di un tecnico, andare oltre i risultati immediati e
la figura del direttore sportivo, il quale spesso ha tutto l’interesse nel
vedere la visione d’insieme. Ecco cosa suggerisce Wenger:
gettare benzina sul fuoco. Errori fatti in campagna-acquisti possono
“A mio avviso, il lavoro di un allenatore è triplice, - ” spiega il
essere imputati all’allenatore, che non sa usare i giocatori e quindi
francese - “Deve portare avanti un progetto che si snoda in tre
si esonera più facilmente.
campi diversi e deve essere giudicato per ciò che ottiene in ognu-
Eppure, negli ultimi anni, chi ha avuto il coraggio di puntare su un
no di questi tre settori. Il primo, ovviamente, sono i risultati, la
tecnico per più stagioni - penso ad un Silvio Baldini o un France-
qualità del gioco espresso ed i punti raccolti sul campo. Va sempre ricordato però che si tratta di risultati a breve termine. Un al-
Houllier
lenatore nuovo difficilmente può incidere più di tanto nei primi sei
mesi. Se gli va bene, si accolla i meriti, se va male, deve subire le
critiche, ma in realtà , dopo così poco tempo, la squadra non è ancora sua. Il secondo parametro è l’abilità dell’allenatore nel fare
progredire i giocatori a livello individuale” – aggiunge- “Io sono
convinto che soltanto un dieci o quindici per cento dei giocatori
rende al massimo ovunque, in qualsiasi situazione societaria, con
qualsiasi tecnico. Il rendimento e lo sviluppo dell’altro 85 o 90 per
cento è determinato dall’ambiente della squadra, dal lavoro del
tecnico, dal rapporto con i compagni. Se tu compri campioni che
valgono 100 e rendono 50, ma sono i più forti in circolazione magari vinci lo stesso, però non stai facendo un buon lavoro. Portare i giocatori che hai il più vicino possibile al loro potenziale, al di
là dei risultati, deve essere una delle priorità assolute.Infine, bisogna vedere l’impatto del tecnico a livello societario, a lungo termine.E qui si entra nel campo della filosofia di gioco, dell’infrastruttura del club, dell’immagine di cui gode. Non sono cose che
si misurano anno dopo anno, bisogna fare un passo indietro. Come è visto il club? Dove si trova, rispetto a cinque anni fa? A dieci? A venti? Sono cose che succedono a livello macroscopico e magari sono soggettive, ma non per questo meno importanti.”
Dei tre metri di giudizio di Wenger, in Italia non si arriva quasi mai
al terzo. Inevitabilmente, i tecnici durano poco. Eppure, chi ha
17
SCUOLA
ALLENATORI
TECNICO-TATTICA
sco Guidolin - è stato spesso ripagato. L’assurdità del calcio ita-
tiamo di conseguenze. Su Del Neri sono state scritte pagine e pa-
liano poi è anche questa, come ha rilevato il nostro studio: si so-
gine su tutti i giornali. Di Alan Curbishley, tecnico del Charlton,
stituisce frettolosamente il tecnico, però poi lo si rimpiazza con un
che è un pò il Del Neri d’Inghilterra, invece si sa pochissimo, oltre
tecnico a sua volta frettolosamente esonerato altrove. Per questo
al fatto che è bravo nel creare uno spirito di gruppo e che è mol-
motivo il calcio italiano è pieno di allenatori come Gigi Simoni,
to legato alla società. Il giudizio su un allenatore inglese è tutto
che ha allenato otto squadre diverse negli ultimi nove anni. In
basato sulla personalità, quello su un tecnico italiano invece si
quelle circostanze, diventa pressochè impossibile impostare un
basa su mille dettagli.
progetto a lunga scadenza.
Probabilmente è anche per questo che è molto più facile per un
Qualcuno ha detto che il diavolo si nasconde nei dettagli e credo
allenatore italiano riciclarsi altrove. Il fallimento di un’italiano è
che, per il calcio italiano, sia vero. Parlando di tattica, prestiamo co-
un fallimento dei metodi o delle tattiche, non necessariamente
sì tanta attenzione ai minimi particolari che si perde la visione d’in-
della persona. Il fallimento di un inglese, invece, è quasi sempre
sieme. Questo vale sia per la critica, che spulcia sempre tra i difetti
un fallimento umano, perché degli altri aspetti non se ne parla.
ed offusca i pregi o il progresso generale, che per gli allenatori stes-
L’Inghilterra ha il peso di una tradizione ben diversa. L’isolamen-
si, ossessionati da una serie di dettagli che spesso rendono il gioco
to storico, unito alla mancanza di un’affermata scuola per allena-
più atrofizzato e nervoso. Anche per questo le squadre inglesi sono
tori, ha lasciato in eredità un calcio dove tutti giocano alla stessa
spesso più sciolte e libere, mentre quelle italiane sembrano spesso
maniera, dove la velocità e l’intensità magari aumentano lo spet-
avere il freno a mano. Il terrore di sbagliare una diagonale o un rad-
tacolo, ma anche la prevedibilità e la rigidità. I vertici del calcio
doppio di marcatura può far perdere il senso del calcio, cioè la ri-
inglese si sono già accorti che occorre cambiare e portare idee e
cerca vittoria, ottenuta attraverso un gioco propositivo.
metodologie nuove. Questo non signfica importare legioni di al-
In Inghilterra l’allenatore chiede di dare il massimo e poi stringe
lenatori stranieri, ma bensì cominciare alla base, preparando in
la mano ai giocatori alla fine della partita. L’allenatore italiano in-
maniera giusta le nuove leve. Anche perché, come si è visto dalla
vece stringe la mano solo se il giocatore ha fatto ciò che gli è sta-
nostra ricerca, sono proprio i giovani allenatori ad essere penaliz-
to chiesto. E quasi sempre ciò che gli viene chiesto è di bloccare
zati. O azzeccano subito buoni risultati, oppure vengono cacciati
l’avversario diverso. Quante volte ho sentito dire: “Non preoccu-
e scompaiono dal calcio.
parti di fare più di lui, è lui che non deve fare più di te.”
Occorre una maggiore preparazione, sia da parte dei tecnici, che
Questa attenzione ai dettagli si manifesta in tanti modi, anche
così si ritrovano meglio attrezzati per affrontare una nuova av-
nell’opinione pubblica. In Inghilterra, dove gli allenamenti rara-
ventura altrove, sia da parte delle società, le quali così farebbero
mente sono a porte aperte, si sa pochissimo dei metodi di lavoro
più attenzione nel scegliere la guida tecnica e magari trovereb-
dei vari allenatori, anche perché il grande pubblico non sembra
bero il nominativo giusto tra chi ha già fallito altrove, accumu-
interessato a conoscerli. Per loro, il manager è un condottiero, ciò
lando esperienze preziose.
che conta è la sua personalità e la sua bravura nel motivare la
Le serie minori, che dovrebbero fare da “vivaio” per i giovani tec-
squadra. Il metro di giudizio per l’allenatore inglese è quasi sem-
nici come per i giocatori, in realtà contribuiscono poco, perché le
pre lo stesso: la personalità.
squadre di Premier League tendono a scegliere i tecnici all’estero
Probabilmente, come afferma Lippi, questo è inevitabile: “È nor-
oppure puntano su ex-giocatori. In Inghilterra si trova il primo la-
male che in Inghilterra non si valuti un allenatore o una partita
voro quasi sempre grazie al passato in campo. Magari può anche
tatticamente perché è scontato che il modulo è sempre quello.
funzionare all’inizio perché il tecnico conosce una determinata
Non c’è innovazione. E quindi la bravura di un tecnico rispetto al-
realtà, ma, alla lunga si paga il prezzo dell’inesperienza e della
l’altro è tutta nel carattere, nella grinta, nell’approccio alla parti-
mancanza di preparazione. Troppo spesso i club inglesi cercano il
ta. Non alla tattica, perché quella è sempre uguale.”
colpo ad effetto nella selezione dell’allenatore, invece di guarda-
In Italia, viceversa, pensiamo di sapere tutto sui tecnici e li valu-
re il tipo di allenatore, come gioca, come allena, ecc.
18
Questo si spiega anche con il fatto che, nonostante il gran pubbli-
del classico fantasista, dotato di gran dribbling e grande visione di
co nelle serie inferiori, in Inghilterra si parla poco di ciò che acca-
gioco. In Inghilterra, tradizionalmente, i giocatori come lui vengo-
de in prima o seconda divisione. E, come sempre, degli allenatori e
no trasformati in seconde punte oppure dirottati sulla fascia, per-
di come lavorano si sa pochissimo, al di là di qualche nozione sul-
ché si pensa che non possano fare i centrocampisti centrali, non
le loro personalità (sembra essere la sola cosa che interessa al
essendo interditori. Cole però non ha grandi capacità realizzative
pubblico inglese). Viceversa in Italia, se uno apre la Gazzetta dello
e gli manca lo scatto, quindi rende meno del suo potenziale sia in
Sport o il Corriere dello Sport, trova sempre diverse pagine su Se-
attacco che sulla fascia. In Italia o in Spagna si troverebbe posto
rie B e Serie C. Quasi sempre si parla di allenatori, del loro modo
per lui dietro le punte, in Inghilterra è ancora tutto da vedere.
di giocare e via dicendo. Così un tecnico che fa bene in C o in B
Il 4-4-2 praticato da tutti tende a produrre giocatori un pò tutti
può sperare nel salto in Serie A, anche perché, come si è visto, in
uguali. Spesso regge ancora il vecchio stereotipo del calcio in-
Italia gli allenatori vengono spesso riciclati e quindi spesso sono
glese: il gioco è diretto, la palla va da dietro a davanti, il centro-
già conosciuti al grande pubblico. In Inghilterra è molto più diffici-
campo è scavalcato, le ali crossano e dribblano, una punta è al-
le. Un pò perché gli allenatori delle serie inferiori restano figure mi-
ta e grossa, l’altra piccola e guizzante. Non è proprio sempre co-
steriose (al di là - come si è detto - del loro carattere), un pò per-
sì, ma, in linea generale, si conosce poco d’altro e non vi sono
ché sono quasi sempre alle prime armi, visto che la maggior parte
proposte innovative.
degli allenatori inglesi esce dal calcio dopo il primo esonero.
Coverciano invece aiuta a sviluppare visioni tattiche diverse che,
Secondo me l’Inghilterra può solo trarre beneficio da una mag-
a loro volta, costringono i giocatori ad imparare più moduli e
giore varietà di sistemi tattici e metodi d’allenamento. E questa
quindi aumenta la possibilità di far fiorire e crescere i giocatori
maggiore varietà si potrà ottenere soltanto con una migliore pre-
nei ruoli a loro più idonei. Per questo c’è più varietà tra i nostri
parazione degli allenatori. Ci vorrà qualche anno, ma lo sviluppo
giocatori, perché devono adattarsi ad allenatori e squadre che
di sistemi di gioco diversi aiuterà a produrre giocatori più com-
giocano in modi diversi. In Inghilterra invece fare il terzino nel Bir-
pleti, capaci di adattarsi a più moduli.
mingham o nel Middlesbrough è più o meno la stessa cosa, quin-
Un’esempio per tutti: Joe Cole, attualmente al Chelsea. Si tratta
di il giocatore tende a non evolversi tatticamente.
APPENDICE 2 - ESPERIENZA ALLENATORI
Allenatori di Premiership e Serie A al termine della stagione 2003-04, con il numero di anni di esperienza
Premier League
Arsene Wenger (Arsenal)
20 anni
David òLeary (Aston Villa)
5 anni
Steve Bruce (Birmingham City)
5 anni
Graeme Souness (Blackburn Rovers) 18 anni
Sam Allardyce (Bolton Wanderers) 10 anni
Alan Curbishley (Charlton Athletic) 13 anni
Claudio Ranieri (Chelsea)
17 anni
David Moyes (Everton)
7 anni
Chris Coleman (Fulham)
1 anno
Eddie Gray (Leeds United)
1 anno
Micky Adams (Leicester City)
7 anni
Gerard Houllier (Liverpool)
12 anni
Kevin Keegan (Manchester City)
9 anni
Sir Alex Ferguson (Manchester United) 26 anni
Steve McClaren (Middlesbrough)
2 anni
Sir Bobby Robson (Newcastle United) 24 anni
Harry Redknapp (Portsmouth)
20 anni
Paul Sturrock (Southampton)
11 anni
David Pleat (Tottenham Hotspur)
19 anni
Dave Jones (Wolverhampton Wanderers) 9 anni
Serie A
Giovanni Galeone (Ancona)
Francesco Guidolin (Bologna)
Carletto Mazzone (Brescia)
Luigi Del Neri (Chievo)
20 anni
17 anni
36 anni
14 anni
Attilio Perotti (Empoli)
Alberto Zaccheroni (Inter)
Marcello Lippi (Juventus)
Roberto Mancini (Lazio)
Delio Rossi (Lecce)
Carlo Ancelotti (Milan)
Gianfranco Bellotto (Modena)
Claudio Prandelli (Parma)
Serse Cosmi (Perugia)
Giancarlo Camolese (Reggina)
Fabio Capello (Roma)
Walter Novellino (Sampdoria)
Giuseppe Papadopulo (Siena)
Luciano Spalletti (Udinese)
19 anni
16 anni
19 anni
4 anni
11 anni
9 anni
12 anni
8 anni
8 anni
4 anni
13 anni
12 anni
17 anni
10 anni
19
SCUOLA
ALLENATORI
TECNICO-TATTICA
APPENDICE 3 - ESONERI ALLENATORI
Allenatori che hanno guidato una squadra di Serie A o Serie B nel triennio comprendente le stagioni 2000-01, 2001-02 e 2002-03.
Agostinelli
Ancelotti
Antonelli
Arrigoni
S. Baldini
Bellotto
Beretta
Bianchi
Bolchi
Brini
Burgnich
Buso
Cabrini
Cagni
Camolese
Capello
Carboni
Carmignani
Cavasin
Chiarugi
Colomba
Cosmi
Cuccureddu
Cuoghi
Cuper
De Biasi
De Canio
Del Neri
Piacenza, Ternana
Juventus, Milan
Monza
Palermo (2 volte),
Messina (2 volte)
Empoli
Cagliari, Sampdoria, Venezia
Ternana
Fiorentina
Messina, Genoa (2 volte),
Ternana
Ancona
Pescara
Venezia
Crotone
Sampdoria, Piacenza
Torino
Roma
Genoa
Parma
Lecce
Fiorentina
Napoli (2 volte), Reggina,
Perugia
Crotone
Crotone
Inter
Modena
Napoli, Reggina, Udinese
Chievo
De Rosa
Dominissini
Donadoni
Eriksson
Fascetti
Galeone
Glerean
Guerini
Guidolin
Gustinetti
Hodgson
Iachini
Lippi
Magni
Maldini
Malesani
Mancini
Mandorlini
Materazzi
Matteoli
Mazzone
Mondonico
Moro
Mutti
Nicoletti
Novellino
Nuciari
Oddo
Onofri
Papadopulo
Cosenza (2 volte)
Como
Livorno
Lazio
Como, Vicenza, Bari
Pescara
Palermo, Cittadella
Siena, Catania
Bologna
Treviso
Udinese
Venezia
Inter, Juventus
Genoa
Milan
Parma, Verona
Fiorentina, Lazio
Vicenza
Cagliari, Crotone
Cagliari
Brescia
Cosenza (2 volte), Napoli
Vicenza
Palermo, Cosenza, Reggina
Pistoiese (2 volte)
Piacenza, Sampdoria
Cagliari
Messina, Salernitana (2 volte)
Genoa
Crotone, Siena (2 volte)
Passarella
Parma
Pellegrino
Catania
Perotti
Bari, Verona
Pillon
Pistoiese, Ascoli
Prandelli
Venezia, Parma
Reja
Vicenza, Genoa, Catania
D. Rossi
Pescara (2 volte), Lecce
E. Rossi
Triestina
Rumignani
Ravenna
Sala
Cagliari, Cosenza (2 volte), Siena
Salvioni
Cosenza
Santarini
Ravenna
Sciannimanico Bari
Scoglio
Genoa, Napoli
Simoni
Ancona, Torino
Sonetti
Palermo, Cagliari, Salernitana
Spalletti
Ancona, Udinese (2 volte)
Stringara
Pistoiese
Tardelli
Inter, Bari
Terim
Fiorentina, Milan
Tobia
Ternana
Torrente
Genoa
Toshack
Catania
Ulivieri
Torino, Parma
Varrella
Salernitana
Vavassori
Atalanta
Ventura
Cagliari, Udinese
Zaccheroni Lazio, Milan
Zeman
Salernitana, Napoli
Zoff
Lazio
Allenatori che hanno guidato una squadra di Premier League o First Division nel triennio comprendente
le stagioni 2000-01, 2001-02 e 2002-03
Adams
Aldridge
Allardyce
Bassett
Brooking
Brown
Bruce
Burley
Burton
20
Leicester City
Tranmere Rovers
Bolton Wanderers
Leicester City, Barnsley
West Ham
Preston North End
Birmigham City, Crystal Palace,
Huddersfield
Ipswich Town, Derby County
Wimbledon
Claridge
Coleman
Coppell
Cotterill
Curbishley
Ferguson
G. Francis
T. Francis
Gradi
Graham
Portsmouth
Fulham
Brighton
Stoke
Charlton Athletic
Manchester United
Queen’s Park Rangers
Birmingham City, Crystal Palace
Crewe Alexandra
Tottenham Hotspur
Gray
Graydon
Gregory
Groves
Hamilton
Hart
Hessenthaler
Hinshelwood
Hoddle
Southampton
Walsall
Aston Villa, Derby County
Grimsby
Norwich
Nottingham Forest
Gillingham
Brighton
Southampton, Tottenham
Hotspur
Holloway
Houllier
Hutchings
Jefferies
Jewell
Jones
Keegan
Kember
Kilner
Law
Lawrence
Lewington
Lee
Macari
McAllister
McCarthy
McClaren
McGhee
Megson
Mills
Queen’s Park Rangers
Liverpool
Bradford City
Bradford City
Sheffield Wednesday
Wolves
Manchester City
Crystal Palace
Stockport
Bradford City
Grimsby
Watford
Wolves, Walsall
Huddersfield
Coventry City
Sunderland
Middlesbrough
Millwall
West Bromwich Albion
Birmingham City
Moore
Moyes
Murdoch
Nilsson
òLeary
Pardew
Palmer
Platt
Pleat
Pulis
Ranieri
Redknapp
Reid
Rix
Bo. Robson
Br. Robson
Roeder
Royle
Sheedy
Rotherham
Everton, Preston North End
Wimbledon
Coventry City
Leeds United
Reading
Parkin- Barnsley
Stockport
Nottingham Forest
Tottenham Hotspur
Portsmouth, Stoke
Chelsea
West Ham, Portsmouth
Leeds United, Sunderland
Portsmouth
Newcastle United
Middlesbrough
West Ham
Ipswich Town, Manchester City
Tranmere Rovers
- I dati confermano quello che molti sospettano: in Italia è facile
essere esonerati, molto più che in Inghilterra. Nel triennio preso
in considerazione, le squadre di Serie A e B hanno avuto una media di 3,8 allenatori, cioè più di uno a stagione (la statistica
comprende i casi in cui un tecnico viene esonerato e poi richiamato). Viceversa, le squadre di Premier League e First Division
hanno avuto una media di 2,4 allenatori. Un divario assai sensibile, reso ancora più notevole dal fatto che, in Inghilterra (a differenza dell’Italia) gli allenatori possono cambiare club a metà
stagione, un fatto che, logicamente, tende ad inflazionare il numero di avvicendamenti nel calcio inglese.
- Nel triennio esaminato 46 squadre hanno giocato in Serie A o
Serie B, contro le 50 che hanno conteso il titolo di Premiership o
First Division. Tra le italiane, otto squadre (Chievo, Empoli, Roma, Modena, Atalanta, Brescia, Bologna e Perugia) hanno avuto lo stesso allenatore per l’intero triennio. Si tratta del 17,3 per
cento. Viceversa, tra le inglesi, ben quattordici (Arsenal, Manchester United, Liverpool, Charlton Athletic, Newcastle, Blackburn Rovers, Bolton Wanderers, West Bromwich Albion, Burnley,
Sheffield United, Gillingham, Crewe Alexandra, Millwall, e Ro-
Shreeves
A. Smith
J. Smith
W. Smith
Souness
Spackman
Strachan
G. Taylor
P. Taylor
Ternent
Tigana
Todd
Venables
Vialli
Ward
Warnock
Wenger
Wilkinson
Worthington
Yorath
Sheffield Wednesday
Crystal Palace
Derby County
Everton
Blackburn Rovers
Barnsley
Southampton, Coventry City
Aston Villa, Watford
Leicester City
Burnley
Fulham
Coventry
Leeds United, Midddlesbrough
Chelsea, Watford
Wolves
Sheffield United
Arsenal
Sunderland
Norwich
Sheffield Wednesday
therham) non hanno variato la guida tecnica. Una percentuale
del 28 per cento.
- Nel triennio sono 88 gli allenatori italiani che hanno lavorato in
Serie A e B. E sono 88 anche i tecnici inglesi che hanno operato
in Premier League o First Division. A prima vista non vi è una
grande differenza. Ma guardando da vicino si notano delle cose
interessanti.
- 72 degli 88 tecnici inglesi hanno allenato una sola squadra
(81,8 per cento). 15 (il 17 per cento) hanno allenato due squadre, mentre uno solo (1,1 per cento) ha avuto tre incarichi. In Italia invece 51 (il 57,9 per cento) ha avuto un solo incarico, mentre 23 (26,1 per cento) hanno avuto due squadre (o due incarichi con lo stesso club), 11 (12,5 per cento) hanno avuto tre
squadre e 3 tecnici (3,4 per cento( hanno avuto addirittura quattro incarichi.
- Questi dati sembrano indicare che, se è vero che in Italia si viene
esonerati più facilmente, è altrettanto vero che in Italia si è più disposti a dare una seconda opportunità ad un allenatore esonerato.
21
SCUOLA
ALLENATORI
PREPARAZIONE FISICA
L’INFLUENZA DEI RITMI BIOLOGICI
SUL CALCIATORE PROFESSIONISTA
di Luca Agoglia*
L
a presenza di oscillazioni ritmiche funzionali è un fe-
Kleiterman nel 1963 ipotizzò che la corrispondenza tra l’andamen-
nomeno ormai emerso a tutti i livelli dell’organizza-
to della temperatura corporea (ritenuta espressione del metaboli-
zione bio-psicologica. L’esistenza di un’organizza-
smo generale e quindi indice del livello di attivazione), il vigore fi-
zione ciclica è stata dimostrata nel funzionamento
sico e l’efficienza comportamentale avevano un andamento simile
dei costituenti delle cellule, dei tessuti, dei sistemi
a quello della temperatura corporea. Egli notò una variazione tem-
organici, fino alle funzioni degli organismi animali
porale con un minimo nelle ultime ore della notte ed un massimo
superiori. Molti di questi cicli seguono il ritmo di cir-
nel tardo pomeriggio. Successivamente emerse come molte funzio-
ca 24 ore scandito dall’alternarsi della luce e del buio, a sua vol-
ni subivano una relazione di fase con la temperatura corporea.
ta vengono determinati dalla rotazione terrestre. Uno degli effet-
Per esempio i compiti che richiedono l’uso della memoria a breve
ti più noti di queste fluttuazioni è rappresentato dall’andamento
termine sembrano poter essere svolti in maniera ottimale la mat-
della temperatura corporea.
tina quando il livello della temperatura è ancora basso (Folkard
Gli esseri umani appartengono alla categoria degli omeotermi,
1982). Negli anni successivi Querrioux e Coulomber (1990) deci-
cioè di quella specie capace di mantenere una temperatura cor-
dono di analizzare nel dettaglio questa scoperta ed in un loro stu-
porea relativamente stabile, indipendentemente dalle variazioni
dio specificano che la relazione e le curve di efficienza variano in
climatiche dell’ambiente esterno. Nonostante questa capacità du-
base al processo cognitivo che andiamo a stimolare.
rante l’arco delle 24 ore la temperatura corporea mostra oscilla-
È quindi evidente che l’efficienza comportamentale varia in ma-
zioni periodiche spontanee regolari essendo minima (bradifase)
niera ciclica; compiti che richiedono l’utilizzo di processi cognitivi
all’avvicinarsi dell’alba (tra le 3 e le 5 del mattino) e massima
differenti possono assumere una propria periodicità e raggiun-
(acrofase) tra le 7:00 e le 20:00.
gere la loro acrofase in vari momenti della giornata. Questa trat-
La necessità di descrivere i fenomeni legati alla periodicità nell’an-
tazione vuole presentare alcune applicazioni dirette alla pratica
damento delle funzioni biologiche ha così determinato la nascita e
sportiva del calcio dei principi di cronobiologia individuando co-
lo sviluppo della cronobiologia, disciplina che ha avuto origine al-
me i ritmi biologici possano andare ad influenzare la preparazio-
l’inizio del nostro secolo ma che si è affermata definitivamente so-
ne e la prestazione atletica degli atleti di alto livello.
lo nell’ultimo quarantennio. Il concetto della cronobiologia è legato all’esistenza di uno o più orologi biologici che regolano l’andamento temporale di numerose funzioni biologiche permettendo al-
I RITMI CIRCADIANI
l’organismo di prevedere le variazioni cicliche dell’ambiente circo-
La presenza di ritmi circadiani è stata osservata in moltissimi or-
stante e garantire le opportune strategie di adattamento.
ganismi dalle alghe unicellulari fino ad arrivare all’uomo. Nell’uo-
La dimostrazione dell’esistenza di fluttuazioni cicliche delle fun-
mo alcune strutture cellulari sono particolarmente sensibili ai rit-
zioni biologiche ha spinto i ricercatori ad interessarsi a tali oscil-
mi (nuclei cerebrali come il nucleo soprachiasmatico), organi e si-
lazioni anche dal punto di vista comportamentale. Oggi si può af-
stemi di organi (apparato endocrino), e come conseguenza finale
fermare che la cronopsicologia sia una disciplina in piena espan-
l’apparato in toto (prestazione fisica, alternanza sonno veglia).
sione in grado di fornire importanti messaggi alla psicologia dello sport.
22
*Tesi di fine studio del Corso per Preparatori Atletici 2003/2004
Anche la genetica studia i ritmi biologici in quanto l’organismo
A = Ampiezza: metà della differenza tra massimo e minimo della
umano, il regno animale e vegetale si sono evoluti nel corso di mi-
curva cosinusoidale ovvero metà della escursione dell’oscil-
lioni di anni in un ambiente periodico per quanto riguarda l’alter-
lazione.
narsi di luce ed oscurità creando una base di tipo genetico.
Φ = acrofase: ora del valore massimo assunto dalla curva cosi-
Il principale sincronizzatore del ritmo circadiano nell’uomo è il rit-
nusoidale espressa in riferimento ad un definito tempo zero.
mo luce/buio ma hanno anche grande importanza le interazioni
In genere le ore 0:00 dell’orologio vengono fatte coincidere
sociali.
con 0 gradi.
Per definizione, una manifestazione ritmica si ottiene alla presenza di un fenomeno che si presenta ad intervalli regolari (P. BARATTINI. RITMI CIRCADIANI, PRESTAZIONE ATLETICA e DISCRO-
I ritmi circadiani vengono studiati non solo per applicazioni fisio-
NISMO TRANSMERIDIANO. Medicina dello Sport Volume 50 Giu-
logiche ma anche per evidenti fenomeni patologici. I più noti so-
gno 1997 (p127-136)).
no sicuramente l’ischemia transitoria e l’infarto del miocardio che
Se vogliamo rappresentare il fenomeno in questione all’interno di
presentano una massima frequenza proprio nelle prime ore del
un grafico possiamo utilizzare l’espressione matematica di un’on-
mattino. In molteplici situazioni in medicina si applicano finestre
da, essa risulta caratterizzata da alcuni parametri. Ricordiamo in
terapeutiche circadiane andando a somministrare farmaci in de-
particolare: la frequenza (υ) ovvero quanti picchi dell’onda si ma-
terminate ore.
nifestano nell’unità di tempo ed il periodo (τ), ovvero il tempo che
L’attuale letteratura scientifica evidenzia come nei mammiferi il
intercorre tra i due picchi (τ =1/υ).
sistema circadiano è organizzato da:
Per ritmi biologici intendiamo le oscillazioni di variabili fisico-chi-
1 – Nucleo soprachiasmatico (NSC).
miche e fisiologiche che caratterizzano gli organismi viventi e
2 – Fotorecettori Retinici che proiettano al NSC.
vengono come prima istanza classificati in base al periodo (?).
3 – Epifisi o Ghiandola Pineale che secerne la melatonina (ormo-
I ritmi circadiani (“Circa”→ intorno; “Dies”→ Giorno) sono quel-
ne in grado di regolare il ritmo sonno veglia).
li aventi periodo tra le 20 e le 28 ore. Per dimostrare l’esistenza di
È quindi il nucleo soprachiamatico il principale regolatore dei rit-
un ritmo biologico in grado di regolare una determinata funzione
mi circadiani.
è indispensabile effettuare una serie precisa di rilevazioni pari al-
Si tratta di un complesso cellulare formato da 16.000 coppie di
meno al tempo indagato.
nuclei localizzati nell’ipotalamo. La maggior parte delle ricerche si
Per tracciare la curva cosinusoidale in grado di rappresentare i da-
sono concentrate su questo nucleo per diversi motivi. Essendo
ti sperimentali viene utilizzata la seguente funzione coseno utiliz-
posto sopra il chiasma ottico, dove transitano incrociandosi i fa-
zando un metodo di statistica interferenziale chiamato “cosinor”.
sci nervosi provenienti dai bulbi oculari, il nucleo soprachiasmati-
Y(t) = M+A (cos (ω t + Φ)
co è sensibile alle stimolazioni luminose che colpiscono la retina
Y(t) = valore della variabile al tempo.
e quindi si trovano in una delle sedi ottimali per recepire e ri-
ω = frequenza angolare espressa in gradi. (ω = 360°/τ).
spondere alle informazioni fornite dagli Zeitgeber (fattori esterni)
360° viene considerato un ciclo completo e viene indicato come
ed in particolare alla presenza di luce e buio.
modello per il ritmo circadiano.
Inoltre i nuclei soprachiasmatici sono in una stretta correlazione
I parametri del modello sono:
funzionale con la ghiandola pineale, che regola le fluttuazioni di
M = Mesor (Midline Estimating Of Rhythm), ovvero valore medio
numerosi ormoni, tra cui quelle della melatonina. Una importan-
della curva sinusoidale.
te prova di questa correlazione è determinata dal fatto che la le-
Il mesor, quando i dati sono raccolti ad intervalli di tempo rego-
sione selettiva di uno di questi nuclei determina la scomparsa di
lare, coincide con la media aritmetica ed ha un significato affine
alcuni ritmi circadiani. Ad esempio il ciclo sonno-veglia assume un
ad essa.
andamento fortemente irregolare.
23
SCUOLA
ALLENATORI
PREPARAZIONE FISICA
BASI SCIENTIFICHE DEL SONNO E DEI RITMI CIRCADIANI
– DOTTORESSA ELISA FRISALDI – TESI
Anche nei tessuti periferici esistono oscillazioni circadiane dell’espressione genica. Si pensa che il NSC abbia il ruolo di SOSTENERE e SINCRONIZZARE tale ritmicità.
Immagine tratta dal Basi scientifiche del sonno e dei ritmi circadiani
la sostanza più abbondante del NSC è l’acido g-Aminobutirrico
(GABA) che probabilmente agisce come neurotrasmettitore in tutti i neuroni di tale complesso.
In questo modo gli stimoli provenienti dal NSC vengono convertiti in programmi temporali per l’intero organismo che può così
adattarsi alle variazioni stagionali, alle diverse condizioni metaboliche.
Esiste anche un piccolo sottogruppo di cellule gangliari retiniche
dette fotorecettori circadiani che non elaborano informazioni visive bensì trasportano “informazioni sulla luce”.
I risultati sperimentali dimostrano che:
• Ogni cellula neuronale del NSC è in grado di generare e regolare ritmi circadiani.
• Nel NSC c’è un’elevata densità neuronale questo permette
un’estesa sovrapposizione delle membrane cellulari incrementando tutti gli scambi intra-cellulari e favorire la sincronizzazione dei ritmi circadiani.
• Il sistema circadiano è sincronizzato quando oscilla ad una frequenza vicina alla frequenza più espressa all’interno della popolazione neuronale del NSC.
24
Una ricerca di Procl Natl Acad (Sci:68, 1971) Konopa RJ e Benzer S
pio i viaggi intercontinentali che gli atleti devono effettuare per
ha messo in luce che anche nella Drosophila esiste un gene deno-
quando affrontano delle trasferte in paesi con il fuso orario diffe-
minato period (per) che altera la lunghezza del periodo circadiano.
rente a quello ‘biologico’.
Successivamente sono stati identificati altri geni di Drosophila
I disturbi che derivano dall’operare in momenti in cui i nostri oro-
che mutati determinano alterazione della lunghezza del periodo
logi biologici sono sincronizzati ‘sul sonno’ si manifestano con il
o la perdita della ritmicità circadiana. Questi sono stati denomi-
verificarsi di eccessiva sonnolenza o stanchezza in orari diurni,
nati geni CLOCK. Inoltre Evidenze sperimentali attestano che i
problemi gastrici o intestinali, calo nel tono dell’umore, irritabili-
geni CLOCK non sono espressi solo nel NSC bensì anche nei tes-
tà, difficoltà di concentrazione. Tutti questi sintomi sono stati clas-
suti periferici. ulteriore conferma del fatto che le modulazioni cir-
sificati da Strampi nel 1991 e prendono il nome di sindrome da
cadiane sono presenti sia nel sistema nervoso centrare che nei
maladattamento circadiano e possono andare a limitare forte-
tessuti periferici.
mente la prestazione di un atleta nel momento della gara.
I progressi della cronobiologia e lo sviluppo dello studio delle vaIL RITMO SONNO VEGLIA
rie fasi in cui si articola il sonno hanno permesso in anni recenti
di elaborare delle strategie adeguate ad affrontare il problema in
(PIRRITANO, M., LUCIDI, F. & VIOLANI, C. (1997). La sindrome da Jet
modo efficace. Il concetto chiave per una corretta articolazione di
Lag in atleti italiano di alto livello. SDS - Rivista di Cultura Sportiva,
tali strategie è quello secondo cui gli strumenti cronobiologici
Anno XVI Nº. 39 (luglio-Settembre): 10-14. Scuola dello Sport).
agiscono diversamente a seconda del momento di applicazione.
Il mondo in cui viviamo oscilla continuamente in una alternanza di
Somministrando melatonina nel tardo pomeriggio (tramonto sog-
luce e buio con un ritmo di 24 ore. Questo ritmo nel processo evo-
gettivo) avviene un anticipo nella fase dei ritmi biologici, mentre
lutivo ha creato adattamenti genetici che va ad influenzare alcune
la sua somministrazione nelle prime ore della mattina (alba sog-
delle principali funzioni comportamentali, fisiologiche e neuroen-
gettiva) determina un ritardo nel sistema circadiano dell’indivi-
docrine, il sonno e la veglia, la temperatura corporea, i livelli della
duo. Discorso analogo può essere fatto per altri farmaci come le
vigilanza ed anche quello delle performance. In condizioni di luce
benzodiapzepine o altri farmaci antidepressivi.
o di buio costanti, per esempio all’interno di grotte sotterranee o
La moderna cronobiologia ha comunque studiato delle applicazio-
in laboratori isolati dalla luce e dai rumori, le principali funzioni
ni che possono anche non prevedere l’uso di farmaci con l’obietti-
biopsicologiche mantengono oscillazioni costanti, con un periodo
vo di andare ad intervenire sul fattore provocante lo sfasamento
regolare, in media leggermente più lungo delle 24 ore. Questo di-
del ciclo del sonno. Gli interventi in questione sono la cronotera-
mostra la presenza di uno (o più) orologi biologici interni.
pia, la fototerapia (o terapia della luce), e l’igiene del sonno.
Nelle condizioni usuali i ritmi hanno un periodo di 24 ore, perché
sono sincronizzati dai cosiddetti Zeitgeber.
Cronoterapia
Negli esseri umani i principali zetigeber sono:
Le prime forme di riabilitazione cronoterapica (Czeiler et al. 1986)
a) Di natura comportamentale: la conoscenza dell’ora, orario dei
consistevano in un progressivo riadattamento degli orari dedicati
pasti, l’attività lavorativa.
b) Di natura biologica: principalmente la luce di intensità superiore a 1000 lux.
al proprio sonno, sino al raggiungimento dell’orario desiderato.
L’intervento consiste nel porre il soggetto in condizioni di freerunning andando ad eliminare indicatori fisici e sociali dello scor-
Negli anni recenti esiste un numero crescente di situazioni in cui gli
rere del tempo (come l’alternanza di luce e buio e gli orari dei pa-
zeitgeber ambientali forniscono informazioni fortemente discrepan-
sti). In questo modo la sensazione di arrivo del sonno rallentava
ti rispetto a quelle degli orologi biologici interni dell’organismo.
di tre ore ogni giorno; l’obiettivo era quello di determinare un ri-
Questo tipo di condizioni si verificano con notevole frequenza an-
tardo analogo nell’orario del risveglio seguito da un immediato
che nella pratica sportiva a livello agonistico. Prendiamo ad esem-
abbandono del letto. In via teorica nel giro di 8 giorni sarebbe co25
SCUOLA
ALLENATORI
PREPARAZIONE FISICA
sì possibile effettuare uno sfasamento di 24 ore. Questa via co-
Nell’uomo, a differenza rispetto ad alcuni animali, l’esposizione ad
munque risulta particolarmente difficile da percorrere in quanto
un unico flash non è sufficiente per creare uno spostamento nella
richiede un’alta motivazione da parte del soggetto e delle attrez-
fase di alcuni ritmi biologici. È quindi necessaria una esposizione
zature di laboratorio in gradi di simulare condizioni esterne di
protratta e ripetuta. La fototerapia consiste nell’esposizione alla lu-
orario. L’atleta inoltre si trova in una condizione che può influen-
ce sfruttando alcune particolari lampade composte da 4 ad 8 tubi
zare negativamente il suo stato di benessere.
fluorescenti simili a quelle più conosciute in uso nei solarium.
Questi strumenti utilizzano wattaggi variabili tra i 15 ed i 65 watt.
La fototerapia o terapia della luce
Il livello di luce ad un metro di distanza corrisponde circa a 2500
Una pratica particolarmente recente per ottenere un trattamento
lux, sufficiente a bloccare la secrezione di melatonina (livelli infe-
dei disturbi collegati ad un cattivo adattamento circadiano è ba-
riori tendono solo a ridurla).
sata sull’uso del principale sincronizzatore ambientale: la luce.
Sebbene l’importanza della luce nella regolazione della fluttuazioni circadiane nelle piante e negli animali sia nota da lungo
tempo. Recentemente è stata riconosciuta la possibilità di modificare la struttura dei ritmi circadiani nei soggetti umani attraverso una adeguata esposizione a fonti luminose. Da alcuni studi
(Lewy, Rosenthal 1985) risultò che il meccanismo ha una azione
riflessa diretta sulla melatonina.
Durante la terapia non è per forza necessario fissare la lampada
continuamente, è possibile effettuare attività come leggere un libro ricordandosi di guardare verso la luce ogni 70-80 secondi.
Partendo proprio dai risultati di queste prime ricerche alcuni stu-
Le modifiche dell’orologio biologico rappresentate nel grafico
diosi hanno ipotizzato che una esposizione intensa a fonti lumi-
vengono dette Phase Response Curve e compaiono a seguito di
nose potesse andare ad alterare i principali ritmi circadiani e
una sessione di irraggiamento.
quindi potesse essere indicata nel trattamento dei disturbi legati
Lo spostamento dell’orologio biologico con la presenza della PRC
al sonno o al Jet lag dei turni di lavoro.
cambia in relazione al tempo di esposizione all’irraggiamento.
26
L’obiettivo della fototerapia è quindi quello di ridurre gli effetti legati
alla desincronizzazione tra il pacemaker circadiano interno e gli zeit-
L’IGIENE DEL SONNO FONDAMENTI SCIENTIFICI DELLE
NORME DI IGIENE DEL SONNO
geber esterni che si generano ad esempio con il cambio di fuso ora-
(Documento tratto dal centro di medicina del sonno istituto neu-
rio. Alcuni dati indicano che tre individui su quattro a seguito di un
rologico C. Mondino - Pavia)
viaggio transmeridiano soffrono dei sintomi da Jet Lag ed una ricer-
Il principio basilare su cui si fondano i concetti della vita di un at-
ca effettuata dal CONI evidenzia come i risultati prestazionali di
leta devono obbligatoriamente passare da una corretta igene del
alcuni atleti sottoposti a Jet Lag presentano dei decrementi.
sonno. Questa metodica consiste semplicemente nel mettere in
pratica alcune basilari regole di comportamento che facilitano il
La somministrazione della fototerapia deve seguire questi sem-
sonno. La più semplice è quella di mantenere un ritmo sonno-ve-
plici concetti di base:
glia costante e poco variabile. Ci sono poi alcune indicazioni:
1) Nei viaggi transmeridiani verso ovest l’orologio biologico del-
1. La stanza in cui si dorme non dovrebbe ospitare altro che l’es-
l’atleta viene spostato avanti rispetto all’orario locale. In que-
senziale per domire. È da sconsigliare la collocazione nella ca-
sto caso una applicazione fototerapica tardo pomeridiana può
mera da letto di televisore, computer, scrivanie per evitare di
risultare utile.
stabilire legami tra attività non rilassanti e l’ambiente in cui
2) Nei i viaggi verso est un’esposizione mattutina alla fototerapia
può facilitare il necessario anticipo della fase.
si deve invece stabilire una condizione di relax che favorisca
l’inizio ed il mantenimento del sonno notturno.
2. La stanza in cui si dorme deve essere sufficientemente buia,
Un esempio di fototerapia applicata è quello della compagnia
silenziosa e di temperatura adeguata (evitare eccesso di cal-
di volo Japan Air Lines che ha installato nell’aeroporto di San
do o di freddo).
Francesco una stanza adibita alla fototerapia proprio per limi-
3. Evitare di assumere, in particolare nelle ore serali, bevande a
tare gli effetti della Jat Lag sui propri piloti. Sasaki nel 1989 ha
base di caffeina e simili (caffè, the, coca-cola, cioccolata).
rilevato che gli effetti erano particolarmente positivi soprat-
4. Evitare di assumere nelle ore serali o, peggio, a scopo ipnoin-
tutto se la terapia veniva ottimizzata con l’assunzione di vitamina B12 per due settimane prima del volo e nella settimana
successiva.
ducente , bevande alcoliche (vino, birra, superalcolici).
5. Evitare pasti serali ipercalorici o comunque abbondanti e ad
alto contenuto di proteine (carne, pesce).
6. Evitare il fumo di tabacco nelle ore serali.
I consigli di alcuni studiosi come Rosenthal e Weizman sono quel-
7. Evitare sonnellini diurni, eccetto un breve sonnellino post-
li di utilizzare la fototerapia (LT – Light Terapy) a 2500 lux in que-
prandiale.Evitare in particolare sonnellini dopo cena, nella fa-
sto modo:
scia oraria prima di coricarsi.
- Per i soggetti che tendono ad addormentarsi troppo tardi, la col-
8. Evitare, nelle ore prima di coricarsi, l’esercizio fisico di medio-
locazione mattutina della fototerapia permette un anticipo del-
alta intensità (per es. palestra). L’esercizio fisico È invece au-
la fase del sonno.
spicabile nel tardo pomeriggio.
- Per i soggetti che tendono a svegliarsi in un orario particolarmente anticipato la fototerapia viene applicata nel tardo pomeriggio.
9. Il bagno caldo serale non dovrebbe essere fatto nell’immediatezza di coricarsi ma a distanza di 1-2 ore.
10. Evitare, nelle ore prima di coricarsi, di impegnarsi in attività
che risultano particolarmente coinvolgenti sul piano mentale
Terman ed i suoi collaboratori affermano che per evitare fastidio-
e/o emotivo (studio; lavoro al computer; video-giochi etc…)
si sintomi collaterali è necessario l’uso di alcune cautele evitando
11. Cercare di coricarsi la sera e alzarsi al mattino in orari regola-
l’uso di antidepressivi triciclici, fenotiazine, antistaminici, ed in
ri e costanti e quanto piu’ possibile consoni alla propria ten-
generale tutti i farmaci potenzialmente fotosensibili.
denza naturale al sonno.
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SCUOLA
ALLENATORI
PREPARAZIONE FISICA
12. Non protrarre eccessivamente il tempo trascorso a letto di
LE NORME COMPORTAMENTALI
notte, anticipando l’ora di coricarsi e/o posticipando l’ora di
Il ciclo sonno-veglia del nostro organismo È regolato da quello
alzarsi al mattino.
che viene comunemente chiamato “orologio interno”, un complesso meccanismo neuro-ormonale, di cui fanno parte determi-
LE NORME AMBIENTALI
nate zone del sistema nervoso centrale (principalmente il dience-
Sono quelle che risultano maggiormente intuitive. Fattori quali la
falo; la ghiandola pineale con la secrezione della melatonina) e
luce, il rumore o sensazioni fisiche fastidiose (fino al dolore), co-
che, anche in assenza di stimoli esterni, fa sì che noi ciclicamente
stituiscono stimoli che a livello del sistema nervoso centrale atti-
alterniamo veglia e sonno secondo un ritmo che è un po’ più lun-
vano i sistemi della veglia, rendendo difficile l’innesco o il mante-
go di quello cui ci “costringe” il mondo esterno: la nostra giorna-
nimento del sonno. Una buona igiene dell’ambiente, favorirà il re-
ta “interna” sarebbe di 25 ore (ritmo “circadiano”); quella socia-
lax in senso fisico e psicologico attraverso l’attenuazione degli
le-convenzionale è, come tutti sappiamo, di 24 ore.
stimoli fisici risveglianti e l’allontanamento dagli oggetti simbolo
Tale adattamento è possibile in quanto il nostro sistema di rego-
dell’attività di veglia, i.e. scrivanie,computer etc…
lazione interna è adattabile e si lascia ritmare dagli stimoli esterni (soprattutto dall’alternanza di luce/buio. La luce, attraverso la
LE NORME DIETETICHE
retina, manda impulsi al diencefalo e interferisce con la secrezio-
La caffeina e le sostanze analoghe esercitano a livello dei centri
ne di melatonina).
nervosi (tronco dell’encefalo e corteccia cerebrale) una attività
Tra i tanti fattori che possono contribuire a mantenere il nostro
eccitante e dunque risvegliante.
orologio interno “regolato” e in fase con gli stimoli del mondo
Esistono studi sperimentali su volontari sani, che dimostrano co-
esterno , senz’altro è importante il mantenimento di abitudini e
me in determinate dosi e tempi di somministrazione la caffeina
orari di sonno quanto più possibile regolari e costanti.
induce insonnia.
Diversamente disorientiamo il nostro orologio interno e facciamo
L’alcol è al contrario un sedativo, ma la sua azione è molto ra-
si che il nostro sistema veglia/sonno diventi irregolare, con inson-
pida. Dopo aver velocemente favorito il sonno, l’alcol viene eli-
nia notturna e sonnolenza diurna, in modo simile a quello che
minato rapidamente dall’organismo e il sistema nervoso cen-
succede ai lavoratori turnisti, costretti da motivi professionali a
trale entra (come accade nelle “sindromi di astinenza”) in uno
variare i propri orari e dormire o vegliare in orari non consueti.
stato di relativa “ipereccitabilità” con conseguente facilitazio-
Una breve “siesta” nel primissimo pomeriggio, è un fatto fisiolo-
ne dei sistemi della veglia e quindi risvegli nel corso del sonno
gico per molti di noi e non interferisce significativamente con il
notturno.
sonno notturno.
Il fumo di sigaretta o pipa comportano assunzione di nicotina, so-
Sonnellini serotini o dopo cena invece sono deleteri per la quan-
stanza con effetti eccitanti sul sistema nervoso centrale. Il fumo
tità e qualità del sonno notturno perché “consumano” in antici-
inoltre ha effetti irritanti e congestionanti sulle vie respiratorie e
po la quota di sonno che dovremmo “consumare” nella notte.
può quindi favorire la comparsa di disturbi respiratori durante il
L’esercizio fisico influenza il sonno a seconda dell’intensità, della
sonno con conseguenti disturbi del sonno stesso.
durata e dell’ora in cui viene praticato. È verosimile che l’eserci-
La dieta a base di zuccheri (amidi del riso e della pasta; fruttosio,
zio fisico influenzi il sonno attraverso più meccanismi:
saccarosio) favorisce l’innesco e il mantenimento del sono facili-
1) aumento della temperatura corporea
tando l’assorbimento di un aminoacido, il triptofano, che entra
2) modificazione nella secrezione di melatonina
nella sintesi della Serotonina, sostanza che ha un ruolo impor-
3) influenza sul livello di relax e comfort psico-fisico.
tante nella regolazione del sonno. Al contrario un pasto proteico
La regolazione della temperatura corporea è strettamente con-
tende a rendere più difficile l’assorbimento di questo aminoacido.
nessa con quella del ciclo sonno/veglia. Alla diminuzione della
Cibi ricchi in triptofano possono favorire il sonno.
temperatura corrisponde un aumento della propensione al sonno.
28
Praticando esercizio fisico nelle ore precedenti l’ora di coricarci,
Questo problema è dovuto alla maggiore difficoltà che per sua na-
provocheremo un aumento di temperatura inizialmente, che poi
tura l’orologio biologico possiede nell’adattarsi agli anticipi di fase.
scenderà al momento in cui ci coricheremo, creando una condi-
c) Caratteristiche individuali del viaggiatore
zione di propensione al sonno.
a. Età: gli effetti del Jet Lag sembrano proporzionati all’età del
In modo analogo possono essere spiegate le relazioni tra bagno
soggetto. Nei soggetti più anziani i parametri del sonno re-
caldo serale e facilitazione del sonno.
gistrano alterazioni di maggiore durata e gravità.
b. Tipologia circadiana: esistono alcuni soggetti in cui il livello
LA SINDROME DA JET LAG
Mirella Porritano, Alberto Cei del di-
di attivazione è massimo nelle prime ore o nelle ore serali
della giornata.
partimento di psicologia Istituto di
In base alla tipologia circadiana suddividiamo quindi in indivi-
scienza dello sport del Coni di Roma
dui detti
insieme a Fabio Lucidi e Cristiano
- Matutini (gergalmente allodole) à massimi livelli attivazione
Violani del dipartimento di Psicologia Università di Roma “La Sapienza” definiscono in questo modo la sindrome da Jet Lag (SDS
numero 39, 1997).
nelle prime ore del giorno.
- Serotini (gergalmente gufi) à massimi livelli attivazione nelle ore
serali.
“La sindrome da Jet Lag fa seguito a rapidi spostamenti in loca-
In campo sportivo gli atleti di discipline come golf o tiro al volo
lità con fuso orario differente dal luogo di partenza. È caratteriz-
sono prevalentemente matutini; mentre atleti come i pallanuoti-
zata dalla presenza di disturbi nell’inizio e nel mantenimento del
sti sono prevalentemente serotini (vedi studi di Rossi et al. 1983).
sonno, difficoltà di concentrazione, affaticabiltà, irritabilità e dis-
Una interessante ricerca effettuata da Recht e collaboratori nel
turbi viscero-vegetativi. Questi disturbi sono particolarmente in-
1995 su atleti impegnati nella Major League per tre stagioni con-
desiderabili quando ad esperirli sono atleti di alto livello impe-
secutive ha messo in luce un peggioramento significativo dei ri-
gnati in competizioni di internazionali.”
sultati quando la direzione del viaggio di trasferimento era Est
Il problema della sindrome sugli atleti sono riscontrabili sia in ma-
piuttosto che verso Ovest.
niera diretta nel corso della prestazione, che in maniera indiretta
Numerosi studi indicano che tra le 3 e le 5 del mattino la presta-
limitando la qualità degli allenamenti nei giorni immediatamente
zione psicofisica raggiunge il suo minimo assoluto (bradifase).
successivi all’arrivo. Si nota anche un incremento nel rischio di in-
Un atleta italiano che dovesse affrontare una gara a Sidney tra le
fortuni. Zani e Rossi nel 1984 suggerivano di non sottoporre ad
12 e le 14 (3 e 5 in Italia) svolgerebbe la sua attività nelle peg-
allenamento gli atleti nei due giorni successivi al viaggio e gra-
giori condizioni possibili.
duarne l’intensità nei primi dieci. Il problema per i calciatori è che
Smith e collaboratori, in uno studio sulle squadre della National
spesso il viaggio di andata e quello di ritorno sono vicini.
Football league statunitense nel 1997, hanno rilevato risultati mi-
In genere i sintomi da Jet Lag sono di durata e gravita diretta-
gliori in trasferta quando le partite si svolgono in un orario che nel-
mente proporzionale:
le città di provenienza corrisponde proprio alle sei del pomeriggio.
a) Al numero di fusi attraversati: nella maggior parte dei casi i
Sazaki nel 1980 studiò le performance della nazione di pallavolo
sintomi scompaiono in breve tempo (circa 2/4 giorni) ma se il
dell’URSS annotando in un diario tutte le variazioni prestazionali
salto di fusi è stato cospicuo (oltre sette/otto ore) possono per-
dopo un viaggio transmeridiano contro una selezione giappone-
durare anche oltre i sette giorni, specie se la direzione del vo-
se. I risultati mostrano come dopo i primi tre giorni la nazionale
lo è stata verso est.
perse gli incontri e tutti i giochi mentre nei successivi sei giorni
b) Alla direzione del viaggio (verso est o verso ovest)
vinse tutti gli incontri con margini sempre più larghi. L’autore af-
a. 90 minuti al giorno verso ovest.
fermò quindi che la risposta era dovuta ad un progressivo adat-
b. 60 minuti al giorno verso est.
tamento delle giocatrici al nuovo fuso orario.
29
SCUOLA
ALLENATORI
PREPARAZIONE FISICA
In una ricerca effettuata dal CONI su 122 atleti di alta prestazio-
Un problema che devono spesso affrontare le squadre di alto li-
ne, di cui 36 vincitori di medaglie olimpiche risulta che l’80% de-
vello è relativo ai soventi viaggi transmeridiani dei calciatori
gli atleti risente dei disagi legati ai viaggi transmeridiani. I sinto-
per andare a giocare con le rispettive nazionali. Un problema
mi sembrano sparire in circa tre giorni ma la durata è stretta-
ulteriore è dovuto al fatto che i giorni per ottenere un adatta-
mente legata all’età del soggetto.
mento al fuso sono sempre pochissimi (Domenica partita di
Il dato caratteristico della ricerca è che i soggetti definiti matuti-
campionato in Italia, Mercoledì incontro con la nazionale in un
ni hanno bisogno di più tempo per abituarsi agli orari del luogo
altro continente).
di destinazione, mentre sembra siano in grado di non risentire
Gli spostamenti quindi devono essere effettuati utilizzando dei
particolari differenze se il viaggio è verso est o verso ovest.
mezzi rapidi, nel caso del calciatore è indispensabile l’uso del-
Da uno studio effettuato su nuotatori e ciclisti di alto livello che
l’aereo mentre in altre discipline si potrebbero usare mezzi più
hanno effettuato un viaggio verso est con spostamento di sei ore,
‘lenti’ per via terrestre o marittima che riducono notevolmente
la capacità di forza si è normalizzata dopo tre giorni nei ciclisti e
l’impatto della SJL.
in quattro giorni per i nuotatori; la resistenza aerobica è tornata
Andiamo ad analizzare ora nello specifico quali problemi può por-
a valori normali dopo sei giorni per i ciclisti e dopo otto per i nuo-
tare la sindrome da Jet Lag nel calciatore:
tatori; la resistenza anaerobica nei ciclisti tornò a condizioni nor-
1) Fatica e sonnolenza durante il periodo diurno e veglia notturna.
mali dopo 4 giorni (Platanov, Bulatova 1997).
2) Diminuzione della performance a livello mentale e del livello
dell’attenzione.
MEQ
Per prendere in analisi gli atleti che effettuano viaggi transmeridiani è necessario utilizzare il Morningness – Eveningless – Que-
3) Diminuzione della performance fisica strettamente correlata ai
movimenti ci coordinazione fine.
4) Problemi comportamentali e di relazione interpersonale, diminuzione nella motivazione.
stionnaire. Il MEQ è lo strumento più utilizzato per definire la ti-
5) Problemi gastro-intestinali, perdita dell’appetito, nausea.
pologia circadiana.
6) Riduzione della capacità di risposta del sistema immunitario.
Si compone di 19 domande inerenti ad orari relative al sonno ed
7) Aumento della probabilità degli infortuni.
alla veglia. Alla fine del test si è in grado di indicare la tipologia
La sindrome si ripercuote con sintomi molto meno evidenti nella
circadiana.
fase del ‘ritorno a casa’ anche se nei giorni immediatamente successivi al rientro potrebbero esserci ancora degli squilibri dovuti
Sindrome da Jet Lag (SJT) nel calciatore di alto livello
al repentino cambio dell’orologio biologico del giocatore.
Nel calcio europeo, anche se le competizioni internazionali impli-
Purtroppo attualmente non esistono studi che hanno correlato la
cano dei frequenti spostamenti, non ci sono particolari variazioni
SJT (sindrome da Jet Lag) con un calo della performance sportiva
nel fuso orario. Il problema assume una grande importanza inve-
del calciatore. Solo due autori (Davis, 1988 cit. por Pirritano et al.,
ce nel caso di campionato del mondo, giochi olimpici, competi-
1997) hanno effettuato una ricerca nella quale si riscontra un evi-
zioni con la nazionale di origine. Secondo alcuni autori (Reilly
dente aumento del rischio dei infortuni.
1998 e Silverio 2000), i primi problemi da SJT iniziano quando il
Sempre gli stessi autori comunque suppongono un calo prestati-
cambiamento del fuso orario è superiore alle 3 ore.
vo solo per il semplice fatto che la SJL non permette all’atleta di
Silva et al., 1996 suddivide la sindrome in base alla durata degli
allenarsi al massimo livello e di conseguenza ne risente la pre-
effetti collaterali:
stazione gara.
Sindrome Acuta: sette giorni o meno.
Hill et al. (1993) analizzarono l’influenza del SJL associata alla
Sindrome Subacuta: da sette giorni a tre mesi.
prestazione sportiva in tre differenti studi. I risultati ottenuti mo-
Sindrome cronica superiore ai tre mesi.
strarono che:
30
1) La squadra femminile di football degli stati uniti dopo un viag-
ra corporea; l’organismo è infatti in grado di esprimere le miglio-
gio transmeridiano di otto ore verso ovest presentò per due
ri performance in questo senso quando la temperatura è elevata
giorni dei picchi di forza dinamica molto più bassi rispetto a
(tra le 17:00 e le 20:30). Il valore minimo coincide invece con un
quelli misurati in precedenza.
picco negativo nella temperatura (dalle 4:00 alle 6:00).
2) Un gruppo di studenti universitari di educazione fisica dopo un
Dobbiamo considerare che con un viaggio transmeridiano abbia-
viaggio transmediano di sette ore verso est presentò una po-
mo uno sfasamento tra l’acrofase positiva e negativa della tempe-
tenza ed una capacità aerobica notevolmente inferiore nelle
ratura corporea, che implicherà, simultaneamente uno sposta-
ore pomeridiane.
mento della massima e della minima disponibilità alla performan-
3) Un gruppo di studenti universitari di educazione fisica dopo un
ce fisica da parte dell’organismo. Per esempio un calciatore con
viaggio transmeridiano di sette ore verso ovest presentò una
una acrofase massima nella temperatura comporea ella 18:00 ed
capacità anaerobica particolarmente bassa durante le prime
una picco negativo alle 6:00 se deve affronare un viaggio da Por-
ore del giorno. Anche in questo caso si notò un calo nella for-
to a Sidney dovrà avanzare di 9 ore le lancette del proprio orolo-
za dinamica .
gio biologico. La sua peggiore performance sarà individuabile
L’influenza negativa della SJL nella performance sportiva può pas-
quindi alle 15:00 di Sidney mentre la migliore solo alle 3:00 di not-
sare attraverso tre differenti percorsi (Minors et al., 1993).
te. Questo può implicare forti problemi nel caso in cui la gara sia
1) Disturbi del sonno.
effettuata senza un adattamento al fuso di qualche giorno.
2) Spostamento della fase in cui l’organismo è in grado di otte-
Reilly (1995) precisa che l’adattamento della temperatura corpo-
nere la migliore performance nel corso della giornata.
3) Desincronizzazione interna provocata da differenti velocità di
adattamento ai vari ritmi circadidiani dell’organismo.
rea è di circa 60 minuti al giorno per ogni fuso attraversato indipendentemente dalla direzione del viaggio. Silverio (2000) consiglia di utilizzare sempre una rilevazione orale della temperatu-
Hill nel 1993 analizzò gli effetti di uno sfasamento di otto ore ver-
ra interna per controllare la sincronizzazione del calciatore al
so est in sette giocatori della squadra femminile di calcio degli
nuovo orario.
stati uniti. I risultati mettono in luce come le atlete tornarono a
Ovviamente non esiste una regola fissa per l’adattamento e la velo-
valori di performance normale dopo circa tre giorni. Questa trat-
cità di risposta allo stimolo del fuso orario può variare da soggetto
tazione si collega a quella di Pirritano 1997 e Reinberg 1998 se-
a soggetto (Silva et al., 1996; Reinberg, 1998, Zani & Rossi, 1986).
condo cui il ritmo sonno veglia riesce a trovare una certa stabiliz-
In media:
zazione dopo circa tre giorni.
- Il 25% dei soggetti hanno grosse difficoltà di adattamento.
Nel 2002 Amaral e Garganta hanno cercato di analizzare nel det-
- Il 50% dei soggetti rientrano nella casistica generale presentan-
taglio quali possono essere i problemi di performance nei calciatori di alto livello andando ad aggiungere qualcosa alla letteratura.
Le modifiche del ritmo sonno veglia implicano:
1) Diminuzione della capacità cognitiva con relativi problemi nell’esecuzione tecnica di gesti complessi.
do difficoltà moderate.
- Il 25% dei soggetti non presentano particolari difficoltà di adattamento.
(Badillo et al., 1998 cit. por Silvério, 2000).
Minor (et al.) nel 1993 afferma che il fuso influenza in maniera
2) Riduzione della capacità di reazione e decisione.
meno importante le attività fisiche che non richiedono una attivi-
3) Aumento della percezione dello sforzo.
tà motoria complessa.
4) Diminuzione della resistenza alla fatica.
Nel calcio, come conseguenza delle caratteristiche del gioco, ab-
5) Aumento delle turbe psicologiche nell’affrontare l’incontro.
biamo lo stimolo di una molteplice variabilità di situazioni e quin-
Sempre questi studiosi, in uno studio di Cronobiologia applicato
di un processo cognitivo complesso a fianco della prestazione fi-
allo sport hanno osservato come la velocità, la forza e la flessibi-
sica, il tempo di sincronizzazione al FH (fuso orario) è sicuramen-
lità sono altamente correlate con le fluttuazioni della temperatu-
te più alto rispetto a molti altri sport (Bulatova & Platonov 1997).
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SCUOLA
ALLENATORI
PREPARAZIONE FISICA
In ogni caso, essendo il calcio un gioco di squadra, basta che an-
DOMENICA → Incontro di campionato in Italia
che solo due o tre elementi dell’ossatura del gruppo risentano
Differenza fuso orario: 4 ore verso est
fortemente dei sintomi del Jat Lag per creare un decremento nel-
Incontro ore 21:00 Italia → 01.00 in Brasile
Condizioni negative
la performance della squadra (.Minors et al., 1993).
STRATEGIE DA ADOTTARE
Come si può notare l’atleta al ritorno in Italia potrebbe giocare
una partita in orario serale alle 21 che corrispondono alla 1.00 in
1) il primo dato da prendere in considerazione è l’ora del match.
Brasile. Se l’atleta è stato convocato dalla propria nazionale in
2) Successivamente calcolare di quante ore differisce il fuso.
Brasile diversi giorni prima dell’incontro ed ha subito quindi un
3) Iniziare a spostare gli orari biologici e le abitudini quotidiane
adattamento al fuso brasiliano, la sua prestazione potrebbe esse-
di 2 ore verso il fuso, due giorni prima del volo.
re davvero limitata sia nella partita che negli allenamenti dei giorni successivi in Italia.
Un calciatore Italiano che deve affrontare una trasferta intercon-
Un elemento da non sottovalutare assolutamente in questo caso
tinentale per giocare un match con la propria nazionale in brasi-
è anche l’aumento del rischio di infortunio per l’atleta soggetto
le avrà uno sfasamento di 4 ore del fuso orario. Teoricamente ser-
a questo tipo di stress.
vono 4 giorni di adattamento per raggiungere una temperatura
Bisogna comunque tenere presente che il ritorno ad un fuso ora-
corporea ideale.
rio abituale permette una re-sincronizzazione molto più rapida.
Un match che si svolge alle 21.00 ora del Brasile corrispondenti
In questo senso Reilly nel 1996 osservò come atleti che dalla
alle 17.00 italiane permette ad un atleta ambientato sul fuso ita-
Gran Bretagna dovevano adattarsi al fuso coreano (9 ore ad est)
liano di giocare in brasile in un orario abbastanza favorevole. La
ed al fuso della Malesia (6 ore ad ovest) non bastarono rispetti-
prestazione infatti avviene in un momento in cui la temperatura
vamente 9 e 6 giorni mentre il ritorno in patria fu molto meno
corporea è ad un livello ottimale.
traumatico, soprattutto per quelli che tornavano dalla Corea e
Se l’atleta dovrà effettuare una semplice trasferta con la nazio-
quindi verso ovest.
nale e poi tornare in Italia per giocare un incontro di campionato,
Il motivo per cui ci vuole più tempo per recuperare nei viaggi ver-
la soluzione migliore è favorire un rientro immediato subito dopo
so est (Zani & Rossi, 1986; Reinberg, 1994; Pirritani et al., 1997;
l’impegno.
Silvério, 2000; Maund, 2001) è da indicare nel fatto che l’organi-
Se infatti l’orologio biologico iniziasse ad assestarsi sul ritmo del
smo tollera con minore facilità un prolungamento della giornata
fuso brasiliano, il ritorno sarebbe particolarmente problematico in
mentre non subisce forti stress nel caso di riduzione.
quanto in questo caso si tratterebbe di un viaggio verso est.
Una interessante ricerca del 1993 fatta da Minors e alcuni suoi
Con un ritorno previsto nella giornata di Giovedì, l’atleta avrebbe
collaboratori afferma che l’effetto della SJL in una squadra moti-
2 giorni per recuperare nel caso in cui l’allenatore decidesse di
vata, unita, altamente allenata e con esperienza di viaggi inter-
utilizzarlo nella partita di campionato la domenica successiva.
nazionali sarà sicuramente minore rispetto ad un gruppo che non
Se il ritorno invece avvenisse il venerdì il recupero sarebbe dav-
possiede queste caratteristiche.
vero minimo e si potrebbe incappare nei problemi elencati in
Anche Bulatova e Platonov 1997 confermano questa teoria af-
precedenza.
fermando che pur tenendo sempre in considerazioni le variabili individuali della velocità di adattamento ad un nuovo fuso
MERCOLEDI’ → Incontro in Brasile con la Nazionale
orario, gli atleti soggetti a frequenti viaggi transmeridiani ri-
Differenza di fuso orario: 4 ore verso ovest
escono ad adattarsi al nuovo fuso in maniera molto più rapida
Incontro ore 21:00 Brasile → 17.00 Italiane
rispetto ai soggetti che hanno regimi di vita con ritmi circa-
Condizioni positive
32
diani stabili.
Prima di effettuare il viaggio
Strategie all’arrivo
Una semplice strategia di preadattamento è quella di anticipare
Le strategie all’arrivo variano in base al tipo di viaggio
l’effetto del fuso orario modificando le sue abitudini naturali e so-
- Nel caso di un viaggio verso ovest all’atleta viene consigliato di
ciali, oltre a cambiare l’orario nell’andare a dormire e nello svegliarsi, già due o tre giorni prima di partire (Maund 2001).
ritirarsi in camera ed andare a dormire.
- Nel caso di viaggio verso est i problemi sono maggiori. È consi-
Quando si sceglie il volo cercare sempre un viaggio che arrivi nel-
gliabile effettuare subito una seduta di allenamento alla luce del
le ore antecedenti alla notte in modo da andare a dormire dopo
pomeriggio, questo dovrebbe ridurre l’insorgere di un risveglio
l’arrivo.
precoce la notte successiva (T. Reilly).
- Nei primi giorni dopo l’arrivo evitare di sonni brevi nel corso del-
Durante il viaggio
la giornata.
Bisogna cercare di tenere in considerazione tutti i sintomi che ca-
- Tea e caffè possono essere assunti nei giorni successivi all’arri-
ratterizzano la sindrome da Jet Lag. Un consiglio è quello di im-
vo sfruttando il loro intervento sul sistema nervoso. Nel pome-
postare il proprio orologio sul fuso del paese di destinazione per
riggio per quanto concerne i viaggi verso ovest mentre la dopo
affrontare la giornata con un approccio mentale corretto (Silva &
cena nei viaggi ad est.
Silvério, 1996).
Mantenersi freschi e con la mente attiva nelle ore di volo che con-
Allenamento nei primi giorni dopo l’arrivo
traddistinguono il pomeriggio dell’orario di arrivo può sicura-
Per i primi giorni le sedute di allenamento devono tenere forte-
mente aiutare.
mente in considerazione l’impatto della Jet Lag sull’atleta. Tutti i
Un problema riscontrato in tutti gli atleti è la disidratazione do-
lavori che richiedono l’uso della coordinazione fine devono esse-
vuta al viaggio (nell’aereo l’aria è particolarmente secca – dry
re evitati perché sono la principale causa di infortuni, evitare
air), è quindi indispensabile bere molto soventemente ed evitare
quindi il più possibile le partitelle durante l’allenamento.
gli alcolici che potrebbero fungere da diuretici (stimolando la
(Reilly -http://www.sportsci.org/encyc/jetlag/jetlag.html).
produzione di urina). La caffeina stimola la perdita di acqua ed i
Se il ritiro prevede la possibilità di effettuare un lungo periodo
suoi effetti sul sistema nervoso non sono sicuramente ottimali
di adattamento, nel corso della prima settimana evitare gli in-
nel caso in cui si voglia cercare di dormire durante il viaggio. È
contri amichevoli, che potrebbero essere introdotti a partire
consigliabile effettuare i pasti in volo già utilizzando l’orario del
dalla seconda settimana per poi passare nella terza settimana
fuso di arrivo.
alla fase competitiva. Questo per quanto concerne i viaggi ol-
Un altro problema è la posizione tenuta dagli atleti durante il vo-
tre oceano.
lo. Capita spesso di dover rimanere seduti per diverse ore. Quan-
Gli atleti e l’allenatore devono essere tranquillizzati e messi a cono-
do è possibile conviene passeggiare nel corridoio e comunque ef-
scenza che gli effetti della jet lag nei primi due o tre giorni possono
fettuare di tanto in tanto stretching ed esercizi isometrici di po-
anche incrementare portando ad un progressivo calo della perfor-
stura per braccia, gambe e tronco.
mance; questo calo viene riassorbito poi nei giorni successivi.
La nazionale Inglese utilizza dei cuscini durante gli spostamenti in
aereo per favorire la possibilità di addormentarsi nel caso in cui il
Influenza sulla forza muscolare
viaggio lo richieda (solitamente nei viaggi verso est). Non vengo-
Esiste una forte correlazione tra i ritmi circadiani, il ritmo della
no somministrati medicinali per favorire il sonno perché il loro
temperatura corporea e la prestazione di forza (Reilly, T., G. At-
uso potrebbe influenzare negativamente la performance tecnica è
kinson and J. Waterhouse. Biological Rhythms and Exercise. Ox-
difficile trovare l’orario giusto di somministrazione (molto suscet-
ford University Press, 1997.).
tibile da atleta ad atleta).
In un lavoro effettuato su macchine isocinetiche e sulla forza iso-
(Reilly -http://www.sportsci.org/encyc/jetlag/jetlag.html).
metrica, si è riscontrato che il picco di forza massima si ottiene nel
33
SCUOLA
ALLENATORI
PREPARAZIONE FISICA
tardo pomeriggio. Purtroppo nel gioco del calcio i movimenti di-
In conclusione; l’orario migliore per effettuare lavori sulla forza è
namici non rientrano pienamente tra queste due categorie ma è
stato indicato da Gutenbrunner tra le 18 e le 21 (Gutenbrunner,
significativa la correlazione con la temperatura corporea che ha
C. “Circadian variations of physical training.” Chronobiology and
dei picchi proprio nel tardo pomeriggio.
Chronomedicine: Basic Research and Applications. Eds. C. Guten-
Da una interessante ricerca effettuata sul sistema nervoso (Wurt-
brunner, G. Hildebrandt and R. Moog. Frankfurt: Lang-Verlag,
man, R. J. and J.D. Fernstrom. “Effects of the diet on brain neuro-
1993). Sempre lo stesso autore ha riscontrato che un allenamen-
transmitters.” Nutrition Reviews 32.7 (1974): 193-200) emerge
to sulla forza effettuato in questo periodo della giornata crea mi-
come anche la velocità di conduzione nervosa presenta un ‘Peak
nori problemi post-esercizio (DOMS).
TimÈ correlato alla temperatura corporea.
Dalle 21 in poi molti soggetti presentano una fase di decremento
Il tempo di reazione a stimoli visivi o uditivi presenta un picco nel
nella forza (Piercy, J. and L. Lack. “Daily exercise can shift the en-
tardo pomeriggio in corrispondenza dei massimi valori di tempe-
dogenous circadian phase.” Sleep Res. 17 (1988): 393. Abstract) e
ratura corporea. Una spiegazione può essere ricercata nel fatto
quindi altri autori affermano che, per un’atleta, l’orario ottimale
che per ogni grado centigrado (°C) di aumento della temperatu-
oscilla tra le 17 e le 19.
ra la velocità di conduzione nervosa aumenta di 2,4 m/s.
Sempre questi autori affermano che comunque bisogna sempre
Reilly analizzando atleti con alcuni test sul salto verticale ed oriz-
tenere in considerazione le variazioni a cui è soggetto ogni sin-
zontale ha notato che il picco di prestazione si ottiene verso le sei
golo individuo.
del pomeriggio (Reilly, T. and A. Down. “Circadian variation in the
Bernard, T., M. Giacomoni, O. Gavarry, M. Seymat e G. Falgairette
standing broad jump.” Perceptual and Motor Skills 62 (1986): 830).
nella loro opera “Time-of-day effects in maximal anaerobic leg
Nel caso in cui l’allenamento o la gara siano fissati per la mattina
exercise” (Eur. J. Appl. Phsiol. 77.1-2 (1998): 133-138) affermano
un corretto riscaldamento ha una valenza importantissima.
che è impensabile ottenere una performance di forza esplosiva
Il consiglio è quello di dedicare la mattina alle attività di tipo co-
nel corso della mattinata ed attestano anche di una ridotta capa-
gnitivo e di coordinazione motoria fine (Reilly, T., G. Atkinson and
cità nel meccanismo anaerobico sempre nelle prime ore della
J. Waterhouse. Biological Rhythms and Exercise. Oxford University
giornata.
Press, 1997).
È comunque stata dimostrata la possibilità di incrementare la per-
Bisogna sempre tenere in considerazione le variazioni individuali
formance di forza della mattina con un lavoro specifico effettua-
sul ritmo sonno veglia, il lavoro di tipo cognitivo pur rimanendo
to proprio in quelle ore (Hill, D.W., J.A. Leiferman, N.A. Lynch, B.S.
ad alti picchi nel corso della mattinata è strettamente correlato al
Dangelmaier and S.E. Burt. “Temporal specificity in adaptations to
momento del risveglio.
high-intensity exercise training.” Med. Sci. Sports Ex. 30.3 (1998):
Un preparatore fisicoquindi prima di stilare una seduta di allena-
450-455).
mento dovrebbe tenere in considerazione le abitudini dell’atleta
Negli States gli atleti delle discipline esplosive che devono
e, nel creare una programmazione, dovrebbe tenere presente i se-
affrontare delle gare molto importanti (come giochi olimpici
guenti fattori:
o trials) si allenano all’orario della gara già parecchi giorni
- Livello di difficoltà dell’esercizio richiesto.
prima.
- Livello di abilità tecnica dell’atleta (anche nel lavoro con i pesi
Se consideriamo che nelle disciplina di forza veloce come i 100
in palestra).
- Effettuare una correlazione con lo stesso esercizio proposto in
diversi momenti della giornata.
- Scrivere all’interno di un diario la presenza di stress ed inusuali
o particolari sensazioni dell’atleta.
- Differenze a livello di flessibilità nell’arco della giornata.
34
metri le differenze di prestazione possono sfiorare il 7/8% in relazione all’orario di allenamento (Gutenbrunner), appare chiaro
come sia fondamentale scegliere il momento giusto per effettuare il training pre-gara.
Di particolare importanza anche l’interazione tra la forza muscolare, ritmi circadiani e cicli mestruali apparsa sul sito
http://www.teknosport.com ad opera di Bambaeichi, T. Reilly, N.T.
s-1 mostrò un significativo ritmo circadiano, con una acrofase os-
Cable e M. Giacomoni
servata rispettivamente alle ore 15:00 e 15:28 nella fase follico-
“Molti studi hanno dimostrato come la forza muscolare sia nei
lare e lutea. Per i flessori del ginocchio i picco di forza per la stes-
soggetti di sesso maschile sensibile ai ritmi circadiani, sia nella
sa velocità angolare (1.05 rad s-1) fu maggiore nel corso della fa-
espressione isometrica che dinamica di essa e questo per molti
se lutea, rispetto a quella follicolare. Una interazione significati-
muscoli. Nonostante l’evidenza dell’esistenza di ritmi circa-me-
va venne rilevata tra l’orario del giorno e la fase sia follicolare che
struali della forza muscolare, solo poche ricerche hanno studiato
lutea sulla forza isometrica dei flessori del ginocchio. Nessun ef-
l’influenza del ritmo circadiano sulla forza muscolare in soggetti
fetto significativo del momento della giornata, ciclo mestruale o
di sesso femminile. Bambaeichi e coll. nel loro studio hanno esa-
interazione di essi venne invece rilevato sulle altre misure della
minato in giovani donne (n=8, età 28±4 anni, peso 59.9+5.6 kg,
forza. Comunque ulteriori verifiche che hanno tenuto conto delle
altezza 1.61+0.08 m) con cicli mestruali regolari, gli effetti impo-
differenze individuali, dimostrarono l’esistenza di una ritmica cir-
sti dai ritmi circadiani sulla forza muscolare nonché le possibili in-
cadiana nella massima contrazione volontaria degli estensori del
terferenze operate su essa, dalla presenza dei cicli mestruali e dei
ginocchio (1.05 rad s-1) e dei flessori ginocchio (3.14 rad s-1). Il
ritmi circadiani. Tutte le partecipanti godevono di buona salute e
gruppo di ricerca della John Moore University di Liverpool con-
non assumevano farmaci di alcun tipo compreso contraccettivi
cludono la loro presentazione confermando l’esistenza di un rit-
orali da almeno 4 mesi. Inoltre quale criterio di inclusione nello
mo circadiano della forza muscolare femminile sia a bassa che
studio, si richiese l’indennità da infortuni osteomuscolari nel cor-
elevata velocità, la quale viene mascherata da variazioni indivi-
so dei precedenti 3 anni. Prima di ogni test alle giovani donne
duali. Queste variazioni circadiane vengono inoltre influenzate
venne richiesto di astenersi nel corso delle 24 ore precedenti dal-
dalle fasi del ciclo mestruale.”
l’assunzione di alcol e caffeina e dal fumare. La forza massimale
isocinetica dei flessori ed estensori del ginocchio venne valutata
(Lido Isokinetic Dynamometer, Loredan, Davis, CA) alle velocità di
INFLUENZA SULLA PRESTAZIONE DEL CALCIATORE
1.05 e 3.14 rad s-1 in sei momenti della giornata (02:00, 06:00,
La Università di Stanford si è interessata dell’influenza dei ritmi
10:00, 14:00, 18:00, 22:00 h) nel corso sia della fase lutea (7-10
circadiani sulla prestazione del calciatore di alto livello. In parti-
giorni) che della fase follicolare (19-21 giorni) del ciclo mestrua-
colar modo sono stati effettuati degli studi in relazione all’incon-
le. Ogni valutazione venne effettuata sui soggetti ad una distan-
tro del posticipo serale del Lunedì (Monday Night).
za di almeno 12 ore. In aggiunta ai soggetti venne determinata la
I risultati sono stati sorprendenti, in quanto i ricercatori riusciro-
massima forza isometrica volontaria ed evocata (50 Hz, 10s sti-
no per tutta la durata dello studio a prevedere in anticipo il risul-
molazione, model DS7, Digitimer Ltd, Welwyn Garden City, UK)
tato dei match prendendo come riferimento le variazioni della
degli estensori del ginocchio e la temperatura rettale (Grant In-
temperatura corporea dei vari giocatori (Lyne Lamberg, Michael
struments Ltd, Shepreth, UK) nel corso di tutte le rilevazioni sia
Smolensky 2000). Inoltre nello studio si riscontrò un incremento
giornaliere che del ciclo menstruale. Sia l’analisi della varianza
di infortuni nel corso degli incontri serali piuttosto che in quelli
per prove ripetute che la COSINOanalysis, rivelarono ai ricercato-
pomeridiani.
ri della John Moore University che la temperatura corporea seguiva un andamento circadiano con una acrofase del ritmo com-
Tenendo in considerazione che per motivi di sponsor ed esigenze
presa tra le 18:18 h e le 17:26 h, rispettivamente nel corso della
televisive nell’ultimo anno le società con maggiori ambizioni per
fase lutea e follicolare. La temperatura rettale delle giovani don-
la vittoria finale del campionato italiano e per ottenere un posto
ne risultò essere inoltre più elevata nel corso della fase lutea, ma
in Champions League hanno giocato moltissime gare in orario se-
in entrambe le situazioni il suo valore più basso si verificò alle
rale, la preparazione moderna deve adattarsi anche a considera-
06:00 h. La forza massima degli estensori del ginocchio a 1.05 rad
re le fasi biologiche del calciatore.
35
SCUOLA
ALLENATORI
PREPARAZIONE FISICA
Partita
Milan-Bologna
Chievo-Juventus
Juventus-Roma*
Udinese-Inter
Empoli-Lazio
Inter-Milan*
Ancona-Juventus
Milan-Lazio*
Inter-Roma*
Milan-Juventus*
Chievo-Inter
Roma-Lazio*
Chievo-Milan
Inter-Reggina
Juventus-Inter*
Lazio-Juventus*
Chievo-Roma
Milan-Siena
Lazio-Inter*
Ris.
2-1
1-2
2-2
0-0
2-2
1-3
2-3
1-0
0-0
1-1
0-2
2-0
0-2
6-0
1-3
2-0
0-3
2-1
2-1
Data
13-09-03
14-09-03
21-09-03
27-09-03
28-09-03
05-10-03
18-10-03
19-10-03
26-10-03
01-11-03
02-11-03
09-11-03
23-11-03
22-11-03
29-11-03
06-12-03
07-12-03
28-01-04
21-12-03
Ora
20:30
20:30
20:30
20:30
20:30
20:30
20:30
20:30
20:30
20:30
20:30
20:30
20:30
20:30
20:30
20:30
20:30
20:30
20:30
Stadio
Giuseppe Meazza
Marc’Antonio Bentegodi
Delle Alpi
Friuli
Carlo Castellani
Giuseppe Meazza
Del Conero
Giuseppe Meazza
Giuseppe Meazza
Giuseppe Meazza
Marc’Antonio Bentegodi
Olimpico
Marc’Antonio Bentegodi
Giuseppe Meazza
Delle Alpi
Olimpico
Marc’Antonio Bentegodi
Giuseppe Meazza
Olimpico
Partita
Empoli-Roma
Roma-Milan*
Parma-Inter
Brescia-Milan
Empoli-Juventus
Inter-Siena
Brescia-Roma
Roma-Juventus*
Juventus-Reggina
Milan-Inter*
Lazio-Milan*
Bologna-Lazio
Brescia-Juventus
Juventus-Milan*
Milan-Parma
Inter-Juventus*
Juventus-Lazio*
Modena-Roma
Ris.
0-2
1-2
1-0
0-1
3-3
4-0
1-0
4-0
1-0
3-2
0-1
2-1
2-3
1-3
3-1
3-2
1-0
0-1
Data
20-12-03
06-01-04
10-01-04
18-01-04
25-01-04
01-02-04
31-01-04
08-02-04
15-02-04
21-02-04
29-02-04
25-03-04
06-03-04
14-03-04
20-03-04
04-04-04
10-04-04
18-04-04
Ora
20:30
20:30
20:30
20:30
20:30
20:30
20:30
20:30
20:30
20:30
20:30
20:30
20:30
20:30
20:30
20:30
20:30
20:30
Stadio
Carlo Castellani
Olimpico
Ennio Tardini
Mario Rigamonti
Carlo Castellani
Giuseppe Meazza
Mario Rigamonti
Olimpico
Delle Alpi
Giuseppe Meazza
Olimpico
Renato Dall’Ara
Mario Rigamonti
Delle Alpi
Giuseppe Meazza
Giuseppe Meazza
Delle Alpi
Alberto Braglia
* Scontri diretti tra le prime 5 squadre delle classifica fino alla 32ma giornata del campionato 2003/04. (Totale 16 scontri diretti).
In questa ricerca sulle partite svolte dalle prime 5 classificate fino
verso le 21 inizia a calare.
alla 32ma giornata del campionato di Serie A 2003/04 risulta che
Lo stesso problema si nota per quanto concerne la flessibilità mu-
Milan, Juventus ed Inter hanno giocato un terzo delle loro gare al-
scolare che rimane strettamente correlata alla temperatura cor-
le 20.30. Anche Roma e Lazio hanno giocato molte partite in se-
porea.
rale, rispettivamente il 26% ed il 23% del totale degli incontri di
Una ridotta flessibilità muscolare insieme a condizioni meteoro-
campionato.
logiche non particolarmente favorevoli nel corso dei mesi inver-
Squadra
Milan
Juventus
Inter
Roma
Lazio
Partite giocate
12/34
11/34
11/34
9/34
8/34
% Incontri
35 %
32 %
32 %
26 %
23 %
nali possono incidere fortemente sulla attività muscolare; questa
incidenza risulta importante in un eventuale studio per la prevenzione degli infortuni muscolari.
Come affermato in precedenza, da alcune ricerche risulta che Il
massimo livello delle capacità cognitive e di lavoro intellettuale,
nonché la massima precisione del gesto, si registra al mattino. Ciò
A dare maggiore rilevanza a questo dato emerge il fatto concre-
condiziona negativamente gli sport in cui è importante la de-
to che la quasi totalità degli scontri diretti tra queste società si è
strezza e gli sport ad elevata componente tecnico-tattica (es. cal-
svolta alle 20.30. Inoltre tutte queste società hanno partecipato
cio) nel caso in cui l’incontro si giochi in orario serale.
alle coppe europee con impegni infrasettimanali. Sia la UEFA Cup
Da questa ricerca si evince come nella preparazione di un pro-
che la Champions League si giocano in orario serale alle 20.45.
gramma di allenamento in squadre di alto livello è molto impor-
In tutte queste gare è fondamentale che l’orologio biologico del-
tante tenere in considerazione l’orario del match.
l’atleta sia pronto a sopportare lo stress tipico del calcio nel pe-
Nel caso in cui il calendario preveda diversi incontri importanti
riodo che va dalle 20.30 alle 22.30 circa.
consecutivi in orario serale, sarebbe opportuno cercare di sposta-
Abbiamo visto però in precedenza come il picco di forza esplosi-
re l’orologio biologico dell’atleta per favore una pick performan-
va e di potenza anaerobica è massimo attorno alle 17/18 mentre
ce proprio nel momento della gara.
36
CENTRO STUDI
E RICERCHE
COMUNICAZIONE
L’IMPORTANZA DEGLI ALLENATORI
NEI SETTORI GIOVANILI
a cura del Centro Studi del Settore Tecnico FIGC
settori giovanili rappresenta-
Proprio l’attuale situazione dei settori gio-
matico per il settore giovanile. Lo scorso
no, ormai da molti anni, uno
vanili nel nostro paese è stato l’argomen-
anno, dopo la retrocessione in B, le risor-
degli argomenti più appas-
to centrale di una tavola rotonda (febbraio
se a disposizione sono passate da 2,5 mi-
sionanti nelle discussioni fra
2004), organizzata presso il Settore Tecni-
lioni di euro a 1,8 milioni. Anche a livello
gli operatori calcistici. La cri-
co, nel quadro del corso per Direttori Spor-
di strutture poi vi è una forte carenza: le
si economica che ha colpito
tivi, a cui hanno partecipato alcuni esperti
società infatti, investono a livello di strut-
l’intero sistema e gli scarsi ri-
del settore.
ture e di uomini esclusivamente per la pri-
sultati ottenuti dalla nazionale nelle ulti-
I lavori, coordinati dal giornalista del Gue-
ma squadra tralasciando il settore giova-
me grandi manifestazioni sono solo due
rin Sportivo Gianluca Grassi - responsabi-
nile”. Sul problema delle risorse è interve-
dei “grandi problemi” del calcio italiano
le per il settimanale delle pagine Spring
nuto anche il vice presidente Mazzini, il
che, secondo un’opinione diffusa, potreb-
dedicate ai settori giovanili - hanno visto
quale ha detto: “Ogni volta che si insedia
bero essere risolti investendo di più nei
la partecipazione di Stefano Bonaccorso,
un nuovo governo federale viene istituita
settori giovanili in modo da formare “in
da 13 anni tecnico del settore giovanile
una commissione sui settori giovanili, che
casa” giocatori di qualità creando, così, un
dell’Atalanta, del tecnico federale Antonio
fornisce spesso nuove idee e progetti. Il
valido serbatoio per la nostra squadra na-
Rocca, responsabile delle nazionali Under
problema principale poi è la copertura fi-
zionale.
16 e 17, del direttore generale del Vicenza
nanziaria di tali progetti, poiché mancan-
Rinaldo Sagramola e del vi-
do, nel calcio italiano, una cultura della
ce presidente federale In-
programmazione a lungo termine”.
nocenzo Mazzini.
Di taglio leggermente diverso è stato l’in-
Uno dei primi temi trattati
tervento di Rinaldo Sagramola – attuale
è stata la mancanza, di ri-
Direttore generale del Vicenza, ma per
sorse finanziarie sufficienti
tanti anni artefice del “miracolo” Lodigia-
per fornire una formazione
ni - il quale ha puntato l’attenzione su co-
calcistica di qualità. A tale
me la mancanza di risorse possa costitui-
proposito Stefano Bonac-
re un motore “creativo” per migliorare la
corso ha affermato: “Le so-
propria organizzazione: “Io ho lavorato
cietà di alto livello spendo-
per ventisette anni alla Lodigiani. Siamo
no almeno il 90% del loro
partiti dai tornei amatoriali e siamo finiti
budget per la prima squa-
in serie C1, con una realtà molto piccola,
I
Antonio Rocca
dra, e anche l’Atalanta non
praticamente senza tifosi, schiacciati dal
si sottrae a questa propor-
peso cittadino che avevano e che hanno
zione. In caso di retroces-
Roma e Lazio. Come abbiamo fatto? Gra-
sione poi, il ridimensiona-
zie a piccole cose, ma tentando di non
mento economico è trau-
tralasciare mai la nostra filosofia, cioè
37
CENTRO STUDI
E RICERCHE
COMUNICAZIONE
quella di allargare la base. Oltre ai ragazzi, infatti, noi tentavano di far entrare
nella famiglia Lodigiani anche le famiglie,
diversificando le nostre offerte. Offrivamo
loro ad esempio vacanze, proposte assicurative etc. in modo tale da creare un
vero e proprio finanziamento continuo
delle nostre casse”.
Un altro argomento trattato è stato quello
della preparazione degli allenatori che
operano all’interno dei settori giovanili.
Molto sensibile, su questo argomento, Antonio Rocca, secondo cui: “Il settore giova-
nile non deve diventare la fucina degli al-
Sagramola e Grassi
lenatori: il settore giovanile non deve formare gli allenatori, deve formare i giocato-
I due allenatori presenti al dibattito si so-
zione. E’ molto difficile, purtroppo, stabili-
ri. E’ inopportuno che un allenatore, dopo
no confrontati anche sul tema della sele-
re le reali motivazioni, l’attitudine alle
aver allenato qualche anno in un settore
zione e dell’istruzione tecnica, individuati
’sofferenze’, la capacità di applicarsi e la
giovanile, ossia quando ha acquisito quegli
come i punti focali per la “creazione” di
disponibilità ad apprendere, di un ragazzo
strumenti indispensabili per avere un rap-
calciatori di qualità: “All’Atalanta – ha
che si appresta ad entrare nel nostro set-
porto con i ragazzi, vada poi in una prima
spiegato Bonaccorso – arrivano ogni anno
tore giovanile”.
squadra di C o di B, costringendo la socie-
migliaia di segnalazioni dai vari club della
Antonio Rocca, a proposito delle capacita
tà ha ingaggiare un nuovo mister esor-
provincia bergamasca e dalle moltissime
mentali ha sottolineato che: “Quando un
diente che non può contribuire come il pre-
società gemellate in giro per l’Italia, oltre
ragazzo arriva per la prima volta in una
cedente al processo di formazione del ra-
che le segnalazioni dirette. Abbiamo pre-
rappresentativa nazionale, io e i miei col-
gazzo”. Sulla stessa lunghezza d’onda Bo-
disposto una fitta rete di osservatori, i
laboratori ci accorgiamo subito che è poco
naccorso, il quale ha così esposto la sua
quali, effettuata una prima scrematura,
abituato a pensare. Spesso, infatti, nelle
opinione: “Spesso si utilizza il settore gio-
vengono affiancati dai vari tecnici delle
società si offre solamente una stretta for-
vanile come semplice trampolino di lancio.
squadre per valutare i ragazzi. I potenziali
mazione tecnico-tattica, tralasciando l’a-
Un giocatore che smette di giocare e vuole
futuri atalantini devono soddisfare le no-
spetto creativo, indispensabile per stimo-
intraprendere la carriera di allenatore ini-
stre esigenze secondo tre attitudini: tecni-
lare l’intelligenza dei ragazzi in fase di cre-
zia dal settore giovanile, come se fosse fi-
che, fisiche e psicologiche. La capacità
scita. La scarsa attitudine al lavoro menta-
siologico fare esperienza in quel settore,
tecnica è sicuramente la più importante. I
le, blocca anche i ragazzi nella crescita
come a dire che se si sbaglia con i ragazzi
due requisiti fondamentali sono la padro-
tecnico-tattica. Non dico che l’allenatore
delle giovanili, non se ne accorge nessuno.
nanza della palla e la capacità di entrare
di un settore giovanile debba diventare
La figura dell’allenatore dei giovani calcia-
nel vivo del gioco, perché , specialmente
uno psicologo, ma sicuramente deve am-
tori è invece molto importante all’interno
nei ragazzi più giovani, queste due capaci-
pliare le sue competenze e le sue respon-
del sistema calcio, e gli allenatori dei set-
tà sono indici di buona qualità sia tecnica
sabilità”.
tori giovanili dovrebbero essere sempre più
che tattica. Le capacità psicologiche sono,
Tutti gli intervenuti al dibattito hanno pe-
preparati e specializzati.”
invece, quelle meno testate in fase di sele-
rò convenuto che, nel nostro Paese, anco-
38
ra non esiste una cultura del settore gio-
te ad alto livello. Gli stessi giocatori, poi,
nali, periodicamente, in occasione di alcu-
vanile. Se Bonaccorso ha ribadito che:
devono essere impiegati in ruoli diversi ed
ne inchieste, vengono fuori nuove propo-
“Esiste ancora solamente la cultura della
in moduli diversi, onde arricchire la loro
ste molto interessanti, come ad esempio la
vittoria. I dirigenti non chiedono mai come
formazione tecnico-tattica. Tutto questo
creazione di un protocollo unitario per lo
si comportano i ragazzi, o se mostrano
deve avvenire anche a scapito del risulta-
sviluppo dei settori giovanili nel nostro
progressi, ma solamente che tipo di risul-
to, ma molti allenatori sono frenati in que-
paese, ma ancora non si è fatto nulla in
tati ha ottenuto una squadra piuttosto che
ste intenzioni dall’ambizione dei dirigenti,
questo senso”. Chiamato in causa il Vice
un’altra. Per questo secondo me noi alle-
oltre che dalla loro.
Presidente Mazzini ha esposto un’opinione
natori nei settori giovanili dobbiamo libe-
Rinaldo Sagramola ha invece puntato il di-
molto simile a quella del dg. del Vicenza:
rarci di alcune convinzioni come quella di
to sulla mancanza di: “Una cultura nazio-
“Purtroppo manca la volontà per portare
formazione tipo e specializzazione di ruoli
nale dei settori giovanili. L’Atalanta e la
avanti un discorso programmatico sui set-
e moduli. Secondo me è fondamentale da-
Lazio sono due realtà vincenti ma isolate.
tori giovanili. Anni fa, provocatoriamente,
re a tutti i ragazzi a disposizione, che per
C’è bisogno infatti di un organico progetto
proposi di destinare tutte le multe a carico
altro sono stati scelti in precedenza e che
nazionale di tutela dei nostri vivai, che do-
delle società professionistiche in un fondo
quindi godono della fiducia di tecnico e
vrebbe fare capo alla Federazione, la qua-
per il settore giovanile (perché i problemi
società, le stesse opportunità di crescita,
le dovrebbe demandare l’intera responsa-
sono anche economici non lo dimentichia-
garantendo loro un certo numero di parti-
bilità al settore tecnico. Da anni sui gior-
mo) ma è rimasto tutto com’era”.
Bonaccorso e Antonio Rocca
39
SCUOLA
ALLENATORI
TECNICA
ESERCITAZIONI DI VELOCITÀ E DI
RAPIDITÀ COL PALLONE
di Vittorio Russiano*
N
el gioco del calcio una particolare e grande impor-
(B)
(A)
tanza., nella preparazione fisica del calciatore, viene
riservata alla parte riguardante la velocità..
Essere veloci può voler significare arrivare per primi
sul pallone e quindi entrarne subito in possesso anticipando gli avversari.
Tuttavia allenare i ragazzi verso un indirizzo di pura
velocità non è sufficiente in quanto questa dote atletica, spesso,
durante la gara deve essere coniugata a quella tecnica del controllo della palla.
Ecco allora l’importanza di addestrare il giovane oltre che ad essere veloce anche ad avere una rapidità di movimento con il pallone.
Fig. 1
Di seguito vengono proposte alcune esercitazioni da eseguire in
allenamento dove il giocatore si troverà impegnato in situazioni
Esercizio 2. (a coppie)
di scatti veloci abbinati a movimenti rapidi con il pallone.
Finalità = partenza con scatto ad arrivare sul pallone,
segue appoggio laterale e successivo sprint in avanti.
Esercizio 1. (a coppie)
Giocatori disposti sulla linea dell’area laterale del campo (A) fron-
Finalità = velocità di anticipo sul pallone in arrivo.
te ad un segnale (paletto o cono di plastica) posto a circa 12 me-
Giocatori disposti sulla linea dell’area laterale del campo (A) fron-
tri di distanza. (X)
te una porticina formata da 2 pioli di plastica posta a circa 5 me-
Sulla metà circa di tale distanza, situato a breve distanza in posi-
tri di distanza.
zione laterale, va a piazzarsi un compagno (B) in possesso di pal-
Dalla parte opposta, a 6 - 7 metri davanti a quest’ultima,va a
la. (Fig.2)
piazzarsi fronte ad ognuno,un compagno (B) in possesso di palla.
Al segnale di partenza i giocatori in A scattano veloci verso il se-
(Fig.1)
gnale X.
Al segnale di partenza i giocatori in A scattano veloci verso la porticina ad intercettare e poi ripassare il pallone, prima che questi
LEGENDA:
abbia oltrepassato la linea di porta, ai compagni in B che nel frat-
Traiettoria del pallone
tempo lo avevano appoggiato in avanti.
Guida della palla
Quindi tornano sulla linea laterale in attesa di ripetere l’esercita-
Movimento senza pallone
zione.
Dopo varie ripetizioni i ruoli dei giocatori si invertono.
40
*Allenatore di base.
(B)
A metà tragitto ricevono il passaggio della palla dai compagni in
(A)
B e sempre in corsa ,con un appoggio laterale col piede sinistro,
glielo rimandano proseguendo poi lo sprint fino a raggiungere il
punto X.
Quindi stesso percorso con identiche modalità per tornare nuova-
X
mente alla linea di partenza iniziale ma, stavolta, con appoggio di
pallone eseguito con il piede destro.
Dopo alcune ripetizioni i ruoli dei giocatori si invertono
(B)
(A)
X
Fig. 3
Esercizio 4. (di gruppo)
Finalità = velocità in corsa libera alternata a guida rapida del pallone in avanti
Giocatori divisi in due gruppi si fronteggiano dalle postazioni A e
Fig. 2
B situate ad una distanza di 20 metri circa una dall’altra.
Sulla metà della linea del percorso un tratto di 6 metri circa viene segnalato con 2 pioli di plastica (X e X1) ed un pallone viene
Esercizio 3. (a coppie)
posto accanto al primo dei due (X). (Fig. 4).
Finalità = scatto veloce di partenza ad arrivare sul pal-
Al segnale di partenza, il primo giocatore del gruppo A scatta ve-
lone seguito da guida rapida in avanti.
loce verso X a portare via il pallone in avanti.
L’esercitazione si svolge con i giocatori posti nelle identiche posizio-
Quindi,dopo averlo guidato rapidamente fino al punto X1, lo lascia
ni dell’esercizio precedente ma con una variante sulla esecuzione.
sul posto per poi scattare a raggiungere il compagno piazzato in B
Infatti i giocatori in (A) nel ricevere il passaggio da (B) nel primo
che prontamente parte per ripetere l’esercizio in direzione oppo-
tratto del percorso non gli restituiscono il pallone ma ,dopo aver-
sta. Così via di seguito per tutti gli altri giocatori dei 2 gruppi.
lo controllato in corsa, lo guidano veloci verso il segnale X.
Le serie e le ripetizioni dell’ esercitazione variano a secondo del-
Quindi iniziano il tragitto di ritorno con una guida rapida della pal-
l’età dei ragazzi in essa impegnati.
la fino all’altezza del compagno in B per poi, con un passaggio laterale, appoggiargli il pallone ed infine proseguire con uno scatto
Esercizio 5. (di gruppo)
in corsa libera fino a raggiungere il punto di partenza. A (Fig.3)
Finalità = velocità di corsa libera in avanti alternata a
Dopo alcune ripetizioni i ruoli dei giocatori si invertono
guida rapida di pallone in dribbling laterale
41
SCUOLA
ALLENATORI
TECNICA
Percorso e posizione dei giocatori identici all’esercizio preceden-
Esercizio 6. (di gruppo) Finalità = velocità di corsa libera
te. (Fig.5)
con cambio di direzione alternata a controllo e guida
Unica variante l’aggiunta nel tratto centrale del percorso di un se-
rapida del pallone in avanti.
gnale (X2) posto lateralmente ad alcuni metri di distanza (5 – 6
Una serie di coni di plastica vengono disposti in linea, in modo da
metri).
formare una retta di 16 metri circa, lasciando sulla sua metà uno
Al segnale di partenza, il primo giocatore del gruppo A scatta ve-
spazio vuoto di un paio di metri.
loce verso X a portare via il pallone lateralmente..
Al centro di quest’ultimo, spostato lateralmente di una decina di
Quindi,dopo averlo guidato rapidamente ad aggirare il segnale
metri, viene piazzato un altro cono (X). (Fig. 6)
X2, lo porta fino al punto X1 dove lo lascia sul posto. Infine corre
Due gruppi di giocatori, tutti in possesso di pallone tranne i primi
veloce a raggiungere il compagno piazzato in B che prontamente
due di ciascun gruppo, vanno a sistemarsi ai lati estremi del per-
parte per ripetere l’esercizio in direzione opposta..Così via di se-
corso. (A) – (B)
guito per tutti gli altri giocatori dei 2 gruppi
Al via il giocatore senza palla del gruppo precedentemente pre-
Le serie e le ripetizioni dell’ esercitazione variano a secondo del-
scelto (A), scatta veloce costeggiando la parte esterna del percor-
l’età dei ragazzi in essa impegnati
so fino a raggiungere lo spazio vuoto al centro.
Qui, con un rapido cambio di direzione, si volta verso il segnale
posto a lui di fronte pronto a raggiungerlo, in forma di guida ra-
(A)
pida del pallone che prontamente aveva provveduto ad inviargli
il secondo compagno della sua fila.
Quindi, dopo aver aggirato il piolo X si porta con la palla in fondo alla sua fila mentre, dalla parte opposta, l’esercitazione viene
ripetuta con identiche modalità dall’altro gruppo B.
X
Così via di seguito, con ripetizioni in rapida successione,alternando di volta in volta nell’esercizio i giocatori dei due gruppi
X1
(A)
(A)
(B)
X
Fig. 4
X2
X
X1
(B)
(B)
Fig. 5
42
Fig. 6
FONDAZIONE
«MUSEO DEL CALCIO»
STORIA
IL BRASILIANO NILTON SANTOS,
IL PRIMO TERZINO D’ATTACCO
di Luigi “Cina” Bonizzoni*
el 1958, durante il Campiona-
cor prima di scontare la condanna. Questa
fluidificare e fu un esempio per tutti. Il fat-
to Mondiale disputato in Sve-
intuizione venne ripagata con ventidue an-
to poi che sapesse orchestrare la difesa e
zia e vinto dal Brasile, si vide
ni di attività da parte del difensore sempre
l’attacco con assoluta maestria, faceva sì
per la prima volta un terzino
nelle file del Botafogo che, per quattro vol-
che gli attaccanti avversari raramente si
interpretare il suo ruolo nel
te, divenne campione del Brasile.
avvicinassero al portiere brasiliano Gilmar.
gioco di interdizione e di rilan-
In Svezia il tecnico responsabile della Na-
Ed eccoci alla finalissima per il titolo di
cio, cioè nel ruolo di terzino-
zionale brasiliana, Vincent Feola, un oriun-
Campione del Mondo 1958: si assiste allo
mediano-attaccante: era il brasiliano Niton
do di Sorrento, svelò per la prima volta al
scontro tra Nilton Santos ed Hamrin. Que-
Santos, precursore del grande Maroso che,
mondo il famoso 4.2.4 che, all’occorrenza,
st’ultimo, che abbiamo avuto modi di am-
per stile ed eleganza, lo eguagliava, di Sur-
si trasformava sul campo in un 4.3.3. che
mirare quando venne a giocare in Italia,
bier e Krol e del nostro Giacinto Facchetti.
dominò per anni la scena calcistica mon-
era abilissimo nel dribbling, nel fare ser-
Niton Santos fu l’antesignano del difensore-
diale. Il secondo modulo era più prudente
pentine e segnava gol di rapina. La finalis-
attaccante: smistava, dribblava e sapeva
rispetto al primo: quattro difensori in li-
sima, che laureò il Brasile Campione del
scartare come un attaccante, con lo scopo di
nea, due centrocampisti, quattro attaccan-
Mondo, terminò col risultato di 5 a 2 per i
ottenere la superiorità numerica lungo la fa-
ti.Il quartetto avanzato era formato da
brasiliani. La squadra svedese, che era gui-
scia sinistra. Era in grado di crossare e di
Garrincha, Pelè, Vavà e Zagalo. Era proprio
data da Nils Liedholm, venne dominata.
creare scompensi nella difesa avversaria per
quest’ultimo ad arretrare sulla linea dei
Nella finale dell’edizione successiva, quel-
favorire Pelè, Vavà, Garrincha, Zito e Didì.
centrocampisti, cosicché il modulo diven-
la disputata in Ighilterra, Santos non giocò
Nilson Santos, sostituendo le ali che, fatte-
tava 4.3.3., ma tutta la squadra era in mo-
e, in quell’occasione, gli allora allenatori
si arretranti e vaganti per il campo, aveva-
vimento e disorientava così gli avversari.
del Brasile Feola ed Amaral dissero di aver
no cambiato natura, poté così diventare
In una simile situazione, Nilton Santos
perso la finale perché: “Senza Nilton San-
un fattore sorpresa, creando le premesse
compiva rapide proiezioni offensive e, in
tos, il Brasile non è il vero Brasile”.
per meglio penetrare nel dispositivo difen-
quel caso, retrocedeva al suo
sivo avversario e favorire, quindi, le con-
posto Orlando se l’azione parti-
clusioni a rete.
va dall’area di rigore, oppure
Ma chi era Nilton Santos? Nato nel 1925
Zagalo se Nilton si era già spin-
cominciò a giocare al calcio in prigione,
to oltre la linea di metà campo.
perché aveva rifiutato di rispondere alla
Nilton Santos era un superlativo
chiamata di leva. Santos, durante l’ora d’a-
palleggiatore, colpiva il pallone
ria, giocava al calcio. Il direttore del carce-
con precisione ed era sempre
re che, stando a quanto riferito, era tifoso
padrone della situazione. A cala-
del Botafogo, avendo intuito le grandi pos-
mitare l’attenzione della critica
sibilità di Nilton, tanto si diede da fare af-
erano proprio lui e Pelè. Santos
finché fosse assunto da quella società an-
era un difensore esterno sinistro, pronto a
N
Brasile Campione del Mondo
* Direttore Tecnico
43
SCUOLA
ALLENATORI
PREPARAZIONE FISICA
CONSIDERAZIONI SUI GIOVANI:
APPROFONDIMENTI
di Giovanni Messina* e Maurizio Zorba*
’idea del presente lavoro nasce dalla lettura del re-
di lanciare una palla modificato poi da specifiche istruzioni, come
cente articolo di Franco Ferrari, docente ai corsi Ma-
ad esempio sulla velocità di lancio” (Bortoli, Robazza, 1990, pag.
ster presso il Settore Tecnico, apparso su questa rivi-
20). Tale concetto, supera quello di Programma Motorio Semplice
sta (Ferrari, 2003).
(Bortoli, Robazza, 1991; Cottini, 2003) in quanto vuole risolvere
Abbiamo trovato alcuni interessanti concetti relati-
due problemi cardine della questione dell’apprendimento moto-
vi all’apprendimento giovanile e che ci piacerebbe,
rio: il problema dell’immagazzinamento (se ci fossero tanti pro-
tuttavia, approfondire da un punto di vista pretta-
grammi quante le varianti di ogni gesto, ad esempio del passag-
mente motorio mettendone da parte gli aspetti esclusivamente
gio, ci sarebbe bisogno di una memoria enorme che, in realtà, non
pedagogici.
è dimostrato che non esista ma che tuttavia appare poco redditi-
Ci piacerebbe, cioè, dare riscontro ad alcune affermazioni presenti
zia, tanto da presupporre un sistema più economico, quello ap-
nell’articolo ma giustificandoli in base alla teoria del movimento.
punto del PMG) e il problema della novità (come si spiega un ge-
Molto spesso, nel calcio ma non solo, si crede che le indicazioni di-
sto nuovo? Se ogni gesto presuppone un programma, la novità di
dattiche che le varie guide tecniche o i vari manuali propongono e
una variante di un gesto o un’azione ex novo, non sarebbero giu-
che i vari docenti trasmettono nei corsi o durante gli aggiornamen-
stificabili, non avendo sviluppato il programma motorio specifico
ti, siano il risultato di semplici speculazioni “filosofiche” o ancora
per quella variante o quel gesto (vedi Bortoli, Robazza, 1990;
peggio di opinioni degli autori, alle quali dare pertanto maggiore o
Schmidt, Wrisberg, 2000).
minore peso in base alla maggiore o minore autorevolezza dell’au-
Lo Schema, allora, diventa lo strumento per specificare i parame-
tore, o in base a mal espresse teorie personali, o in base a quel bia-
tri corretti per quella particolare circostanza, è cioè una “[…] ge-
simabile (in questo caso) buon senso che porta taluni a dire “Non
neralizzazione astratta di regole, concetti e relazioni derivate dal-
ci credo… io sono vent’anni che faccio diversamente”.
l’esperienza, da cui vengono tratte le specifiche richieste per ese-
Si vuole, così facendo, disconoscere i progressi e gli importanti
guire una particolare versione del movimento.” Bortoli, Robazza,
contributi delle scienze motorie, finalmente assurti a pieno titolo
1990, pag.21).
a dignità universitaria anche in Italia, con le istituzioni delle Fa-
Fatta questa indispensabile premessa teorica, vediamone i risvol-
coltà e dei Corsi di Laurea in Scienze Motorie.
ti applicativi in relazione a quanto affermato dal prof. Ferrari nel-
La teoria alla quale vogliamo rifarci è quella teoria dell’apprendi-
l’articolo citato all’inizio.
mento motorio che attualmente, a livello internazionale (Pesce,
Gli spunti ai quali ci riferiamo sono i seguenti, con - in grassetto
2002), insieme alla Teoria Ecologica o Dinamica (Bernstein, 1967,
- le considerazioni durante la pratica (Bortoli, Robazza, 1990):
1989; Kelso, 1995) offre risposte maggiori e più soddisfacenti: la
“Si intuisce e si capisce ulteriormente come l’apprendimento e
Teoria dello Schema (Schmidt, 1980, 2000).
l’esecuzione tecnica nelle prime fasce d’età siano più quantitativi
In estrema sintesi, ricordiamo che la Teoria dello Schema prevede
che qualitativi […]” (Ferrari, 2003,pag. 15) à quantità della
l’esistenza di un Programma Motorio Generalizzato (PMG), inte-
pratica e interferenza contestuale.
L
so come “rappresentazione mnemonica di una classe di azioni
che può essere pensata come un gruppo di risposte con lo stesso
pattern; vi può essere un unico programma per le molte maniere
44
*Preparatore Atletico e Allenatore di Base
“Aumentare le esperienze motorie, attraverso interventi multila-
citarsi con successo nel compito stabilito” (pag.1). Nell’ambito
terali sempre sotto forma di gioco […]” (ibidem, pag. 16) - va-
più specifico dell’educazione fisica, i riferimenti sono ai lavori del-
riabilità della pratica (multilateralità)
la Rink (1993) e di Siedentopp e Tannehill (2000) che parlano rispettivamente di tempo di apprendimento disciplinare (Academic
Ci riferiamo, inizialmente, al solo aspetto della quantità della pra-
Learning Time) e di Tempo di apprendimento attivo (Active Lear-
tica e alla interferenza contestuale.
ning Time), entrambi etichettati con l’acronimo ALT.
È ampiamente riconosciuto come, per il raggiungimento delle abi-
Direttamente correlati alla questione della quantità, c’è la que-
lità, la ripetizione sia determinante, tanto che il concetto stesso di
stione delle modalità con cui fare esercitare compiti differenti, ad
abilità presuppone l’automatizzazione di un gesto preceduto da
esempio una conduzione di palla, un passaggio, un tiro in porta.
un certo periodo di esercitazioni. Lo stesso Schmidt (1988) ritiene
Si tratta del principio dell’interferenza contestuale. Come orga-
che “[…] strutturando la sessione pratica, il numero di prove do-
nizzare l’insegnamento di più compiti differenti? A blocchi (cioè
vrebbe essere massimizzato” (in Bortoli, Robazza, 1990, pag.45)
attraverso la ripetizione continua dello stesso compito) o in for-
e che “Non c’è bisogno di dire che il fattore più importante che
ma randomizzata (cioè proponendo i diversi compiti, palleggiare,
contribuisce all’apprendimento motorio è l’esecuzione ripetuta
calciare in porta, condurre la palla, senza un ordine particolare e
del gesto esatto” (Schmidt, Wrisberg, 2000, pag. 232).
predefinito, quindi minimizzando la ripetizione di un singolo mo-
Ecco, allora, la richiesta di fare praticamente, dare il tempo di ri-
vimento)? Le ricerche, prime fra tutte quelle di Shea e Morgan
petere le richieste nella fase dell’apprendimento motorio che Fitts
(1979, in Shmidt e Wrisberg, 2000), evidenziano come nel breve
e Posner (1967) chiamano stadio associativo e in cui l’attenzione
termine sia migliore l’approccio a blocchi ma come, nel lungo ter-
dell’allievo si orienta per associare e fissare ogni elemento che sia
mine, dia risultati superiori la forma randomizzata. Ecco, allora,
necessario per la rifinitura dell’abilità. È la fase in cui i feedback
che a parità di tempo dedicato al palleggio, alla conduzione del-
dell’allenatore sono meno importanti (Schmidt, 2000) e comun-
la palla e al tiro in porta, diversa è la conseguenza a seconda del-
que, qualora ci siano, devono essere precisi e indirizzati all’obiet-
la organizzazione dell’insegnamento. Due le possibili giustifica-
tivo specifico che l’allievo tende a raggiungere in quel momento.
zioni in ambito motorio: una è l’ipotesi della elaborazione; pre-
La quantità della pratica, quindi, serve per esperire i primi para-
suppone la capacità dell’allievo di saper confrontare, durante le
metri dello Schema da applicare al PMG corrispondente a quel
esercitazioni dei diversi compiti, le rispettive caratteristiche pecu-
particolare gesto. Una conduzione di palla, un tiro in porta, un
liari “rendendo pertanto più pregnante la loro memorizzazione”
passaggio, devono avere nella pratica ripetuta la possibilità di ag-
(Schmidt e Wrisberg, 2000, pag. 235). L’altra è l’ipotesi della di-
giungere informazioni per il raggiungimento dello scopo: come
menticanza: il passaggio da due compiti differenti, presuppone la
condurre la palla a due tocchi obbligatori facendo uno slalom tra
dimenticanza di quello precedente. Allora, nel momento di ese-
coni posti a 1 metro di distanza? Quali parametri usare ora che la
guirli nuovamente, entrerebbe in azione una componente decisa-
conduzione di palla è a 3 tocchi obbligatori per uno slalom tra co-
mente attiva da parte dell’allievo nel ricercarne il rispettivo piano
ni posti sempre a 1 metro di distanza? E a 3 metri di distanza? Ec-
di azione. Si esercita, quindi, la capacità di recuperare dalla me-
co, allora, che il TEMPO diventa uno degli aspetti didattici più in-
moria motoria l’informazione relativa al compito da eseguire. Da
teressanti.
punto di vista della teoria dello Schema, si tratta di recuperare i
Un recente articolo di Bortoli (2003) sintetizza egregiamente la
corretti PMG e i parametri motori (esempio velocità, forza asso-
questione, prendendo spunti da lavori internazionali: “l’efficacia
luta, gruppi muscolari coinvolti, ecc.) adeguati al gesto in quel
dell’insegnamento si fonda principalmente su due aspetti che
particolare e specifico contesto.
l’insegnante dovrebbe saper gestire in modo sempre più preciso:
Da qui deriva uno dei principi fondamentali dell’insegnamento
il tempo da garantire agli allievi per esercitarsi su di un compito
giovanile, cioè il Principio di multilateralità.
in modo significativo e le opportunità per tutti gli allievi di eser-
Spesso il termine di considera equivalente a quello di Polivalen45
SCUOLA
ALLENATORI
PREPARAZIONE FISICA
za, anch’esso spesso presente in lavori riguardanti l’apprendi-
armonioso, idonea a favorire la molteplicità delle attività in ma-
mento motorio in età giovanile, dimenticando però che quest’ul-
niera accattivante per i ragazzi, proficua dal punto di vista igieni-
timo riguarda gli aspetti cosiddetti dell’educazione attraverso il
co e in grado di accompagnare a lungo il loro cammino. La mul-
movimento; riguarda, cioè, quegli aspetti solitamente legati alla
tilateralità può dunque essere considerata un principio della pre-
metodologia e agli stili di insegnamento, che contribuiscono ad
parazione che indica un competo sviluppo delle funzioni di base
educare, appunto attraverso il movimento, le aree di cui ogni per-
e può quindi consentire di eliminare le limitazioni del potenziale
sona è composta: l’area cognitiva, l’area sociale e l’area affettiva
motorio che una specializzazione può provocare.” (AA.VV., 2001).
e morale.
Si tratta di sviluppare al massimo le potenzialità motorie del ra-
Sostiene Fabi che la “persona è un’unità plurisistemica, bio-psico-
gazzo attraverso una ricca proposta motoria. Ricca dal punto di
operante[…]” (Fabi, Cottini, 1989): ogni persona perciò è deter-
vista delle esperienze da fare, delle abilità da arricchire, delle ca-
minata da un’area cognitiva, una sociale ed una affettiva e mo-
pacità da sviluppare, delle varianti da provare. Si contrappone al-
rale. La personalià è ciò che distingue una persona dall’altra. La
la specializzazione precoce, che vorrebbe l’uso limitato di abilità
polivalenza, allora, è quel principio attraverso il quale, grazie al-
ma affinate il prima possibile.
l’alternanza degli stili di insegnamento (stile direttivo e stile non
Un immagine che rende meglio l’idea è quella del triangolo equi-
direttivo), e attraverso l’alternanza di metodi diversi (metodo del-
latero: una base motoria stretta (specializzazione precoce) preve-
la libera esplorazione, del problem solving, del metodo prescritti-
de di arrivare prima alle abilità, al risultato, alla perfezione, ma ad
vo, ecc), si interviene nell’area cognitiva (educa la possibilità di
un livello inferiore (vertice alto del triangolo del triangolo) rispet-
fare delle scelte, analizzare una situazione, confrontare più ele-
to a quanto può arrivare il vertice di un triangolo con una base
menti,…), nell’area sociale (prevede la competenza di stare con
larga (molteplicità di esperienze), seppur in più tempo.
gli altri) e nell’area affettiva e morale (educa gli aspetti della motivazione, della self-efficacy, ecc)
L’area prettamente motoria, invece, vede nel principio della Mul-
Scarto di prestazione
finale
tilateralità l’aspetto predominante.
La tabella 1 semplifica e sintetizza quanto appena detto.
Principi
Area
interessata
Strumenti
Tipo di
educazione
Polivalenza
Area Sociale,
cognitiva,
affettiva e morale
Alternanza di stili
di insegnamento,
alternanza di metodi
Educazione
attraverso il
movimento
SPECIALIZZAZIONE
PRECOCE
MULTILATERALITÀ
La nuova Guida Tecnica Generale dei Centri di Avviamento allo
Sport del CONI (2001), distingue 4 tipi di multilateralità:
Multilateralità Area motoria
Contenuti vari
Educazione del
(esercizi, proposte…), movimento
mezzi diversi (palle
con varie dimensioni,
colori,pesi,ecc)
1. multilateralità estensiva (6-9 anni)
2. multilateralità orientata (9-11 anni)
3. multilateralità mirata (11-14 anni)
4. multilateralità nelle specializzazioni (sopra i 14 anni)
Tab 1 – Aspetti che coinvolgono i principi di polivalenza e multi-
Come inserire questi aspetti nella Teoria dello Schema di Shmidt?
lateralità
Attraverso il concetto di variabilità della pratica. Come detto in
precedenza, se lo Schema è una generalizzazioni di regole e rela-
Ma in cosa consiste questa multilateralità? Di cosa si tratta? “La
zioni, che attraverso la pratica e l’esperienza consentono di sele-
multilateralità è da tempo ritenuta una strategia dell’allenamen-
zionare i corretti parametri da applicare ad un PMG, ecco che una
to giovanile indispensabile per uno sviluppo motorio e somatico
maggiore esperienza (nel senso di variabilità) determina una
46
maggiore possibilità di mettere in relazione i parametri scelti con
tanto sugli aspetti di controllo e regolazione interni all’individuo
i risultati dell’azione eseguita. In altre parole: provando diverse
(la teoria dello schema, infatti, è di matrice cognitivista) quanto
maniere, ad esempio, di passare la palla (di interno, esterno, a
sugli aspetti regolatori derivati dalla complessa relazione tra uo-
parabola, teso, ad un compagno distante 10m o 25m, utilizzando
mo ed individuo. Al centro della sua teoria c’è il principio della au-
diversi palloni, con pesi e dimensioni diverse, ecc) si acquisisce
to-organizzazione, secondo cui l’organismo è in grado di effet-
l’esperienza necessaria da permettere di selezionare i corretti
tuare spontaneamente degli auto-aggiustamenti in particolari
parametri (forza assoluta, gruppi muscolari diversi, tempo assolu-
condizioni. Alcuni autori considerano maggiormente questa teo-
to di esecuzione, ecc) per i diversi contesti. “Secondo la teoria del-
ria per l’apprendimento del calciatore (es. Wisloff, Salveson, Sig-
lo schema, dunque, maggiori sono le variazioni dei parametri ap-
mundstad, 2001). Ma allora qual è il riferimento scientifico più
plicati ad uno stesso programma motorio – es. il passare la palla,
corretto? Quale teoria deve essere privilegiata? “Plausibilmente,
n.d.a. -, tanto più preciso diviene lo schema del gesto ricercato ,
la risposta a questo quesito può essere trovata nell’integrazione
poiché la sua forza è in funzione della gamma di feed-back spe-
dell’approccio cognitivo ed ecologico-dinamico” (Pesce, 2002,
rimentata” (Bortoli, Robazza, 1991, pag.66).
pag. 16) e questa è la direzione futura della ricerca.
È evidente che nelle fasi iniziali dell’apprendimento, il risultato sia
grossolano e non preciso: siamo infatti in quella fase che i diversi autori identificano come la fase della Coordinazione grezza (Meinel,
Schnabel, 1984), fase Cognitiva (Fitts e Posner, 1967) o fase della ri-
duzione dei gradi di libertà (Bernstein, 1967, in Pesce, 2002). Tuttavia, “l’apprendimento della regola è più efficace quando l’esperienza sottostante è variata piuttosto che costante” (Bortoli, Robazza,
1991, pag. 66). Non dimentichiamo che il calcio è uno sport di situazione, e che quindi esercitarsi in maniera costante ed esclusivamente standardizzata, è contrario al carattere “aperto” delle abilità
calcistiche. Il calcio, cioè, è caratterizzato da open-skills, cioè da abilità aperte, eseguite pertanto in ambiente imprevedibile e mutevole
e che richiede a chi la esegue di adattare i suoi movimenti in risposta alle proprietà dinamiche dell’ambiente (Schmidt, Wrisberg,
2000).Ancora una volta si afferma come, per la Teoria dello Schema,
l’esercitazione variata fa aumentare la flessibilità o adattabilità dell’esecuzione motoria, consentendo soprattutto di applicare ciò che
si è appreso in allenamento dalle esercitazioni variate all’esecuzione di azioni simili, ma mai esercitate in precedenza.
In conclusione, è bene comunque ricordare come la Teoria dello
Schema non sia la sola che intende spiegare l’apprendimento e il
controllo motorio. A livello internazionale, ha ampia diffusione
anche la Teoria Ecologica, nata dalle intuizioni e studi del neurofisiologo russo N. Bernstein e che si è poi diffusa anche con i lavori successivi di Kelso (1988), Gibson (1979) e altri (Pesce, 2002;
Robazza, 2001; Zanon, 2001). Questa teoria, detta anche teoria
dinamica, considera la coordinazione motoria come centrata non
Bibliografia:
AA.VV.(2001): Guida Tecnica Generale dei Centri di Avviamento
allo Sport del CONI, ed. SSS, Roma;
Bernstein, N.A. (1989): Fisiologia del movimento, ed. SSS, Roma;
Bortoli, L.(2003): Il tempo nella didattica, SISS del Veneto;
Bortoli, L., Robazza, C.(1990): Apprendimento motorio: concetti e
applicazioni, ed. Pozzi, Roma;
Bortoli, L., Robazza, C. (1991): Teoria dello schema e apprendimento motorio, Rivista di Cultura Sportiva, SdS, 63-70, n.21;
Cottini, L. (2003): Psicomotricità, ed. Carocci, Roma;
Fabi, A., Cottini, L. (1989): Educazione motoria a scuola, Ed. Montefeltro, Urbino;
Ferrari, F. (2003): Considerazioni sui giovani, Notiziario del Settore Tecnico, FIGC, n.6;
Meinel, K., Schnabel, G. (1984): Teoria del movimento, ed. SSS,
Roma;
Pesce, C. (2002): Insegnamento prescrittivo o apprendimento euristico?, Rivista di Cultura Sportiva, SdS, 10-18, n.55;
Robazza, C. (2001): Comunicazioni personali;
Schmidt, R., Wrisberg, C. (2000): Apprendimento motorio e prestazione, SSS, Roma;
Siedentop, D. E Tannehill, D. (2000): Developing Teaching Skills in
Physical Education (4thed). Mountain View, California: Mayfield
Publishing Company;
Rink, J.E. (1993): Teaching physical education for learning (4th
ed). McGraw-Hill Hihher Education, New York;
Wisloff, U., Salveson, E., Sigmundstadt, E. (2001): Lo sviluppo della prestazione nel calcio, Teknosport libri, Ancona;
Zanon, S. (2002): Verso una fisiologia della qualità del movimento, ed. Nuova Atletica, Ricerca in Scienze dello Sport, Udine, n.
174, 13-16.
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SEZIONE SVILUPPO
CALCIO GIOVANILE
SOCIOLOGIA
2004: ANNO EUROPEO DELL’EDUCAZIONE
ATTRAVERSO LO SPORT
di Gennaro Testa*
I
l Parlamento europeo e il Consiglio hanno istituito
l’Anno europeo dell’educazione attraverso lo sport
per promuovere tra il mondo dell’istruzione ed il
mondo dello sport i valori educativi e sociali dell’attività sportiva.
I documenti ufficiali, che di seguito si riportano, forniscono precise e chiare indicazioni per la visione
positiva della pratica sportiva.
Lo sport è divenuto un fenomeno economico e sociale di rilevante importanza nell’Unione europea. La Comunità europea ha riconosciuto più volte l’importante ruolo sociale dello sport e in
particolare il suo ruolo educativo.
I Giochi Olimpici e Paraolimpici di Atene del 2004 e gli europei di
calcio in Portogallo hanno visto un aumento della copertura mediatica per lo sport e della sensibilizzazione del pubblico riguardo
allo sport, offrendo una buona occasione per potenziare la promozione dei valori ad esso legati.
Lo sport costituisce uno dei settori di attività che riguarda e avvi-
Gli obiettivi dell’anno europeo dell’educazione attraverso lo sport
cina maggiormente i cittadini dell’Unione europea, indipendente-
2004 sono i seguenti:
mente dalla loro età e dalla loro origine sociale. Oltre la metà di
• sensibilizzare le organizzazioni educative e le organizzazioni
essi pratica regolarmente un’attività sportiva in uno dei 700.000
sportive riguardo alla necessità di cooperare allo scopo di svi-
club esistenti nell’Unione ovvero al di fuori di tali club. Circa due
luppare l’educazione attraverso lo sport e la sua dimensione
milioni di educatori, di istruttori, di volontari dedicano il loro tem-
europea;
po di lavoro o il loro tempo libero all’animazione della vita spor-
• approfittare dei valori trasmessi dallo sport come uno strumen-
tiva. Queste persone svolgono un ruolo fondamentale di educa-
to di sviluppo delle conoscenze e delle competenze educative di
zione e di inserimento sociale in un momento in cui le società si
base, che consentono ai giovani di migliorare le loro capacità fi-
trovano a far fronte a consistenti problemi riguardanti la coesio-
siche e sociali, segnatamente nel quadro del percorso scolasti-
ne sociale e l’identità culturale.
co (lavoro in equipe, solidarietà, “fair-play” in un contesto mul-
Tale funzione sociale d’interesse generale dello sport è da molti
ticulturale);
anni messa in pericolo dall’apparizione di nuovi fenomeni, di na-
• incoraggiare lo scambio di buone pratiche per quanto riguarda
tura diversa, che mettono talvolta in discussione gli aspetti etici e
il ruolo che lo sport può svolgere nei sistemi educativi al fine di
i principi di organizzazione dello sport: la violenza negli stadi, la
promuovere l’integrazione sociale dei gruppi più svantaggiati;
corruzione, l’espansione delle pratiche di doping, lo sfruttamento
• analizzare i problemi legati all’istruzione dei giovani sportivi e
dei giovani, di entrambi i sesi, impegnati in sport agonistici.
48
*Docente Scuola Allenatori
di giovani sportivi, la ricerca di guadagni finanziari rapidi a disca-
lo scelgono sovente di espatriare per sfruttare il loro talento,
pito di un’evoluzione più equilibrata dello sport.
abbassando così il livello tecnico-sportivo di tali paesi.
La pratica e l’organizzazione dello sport, pur con alcune differenze
La dichiarazione sullo sport allegata al Trattato di Amsterdam
fra un paese e l’altro, presenta caratteristiche comuni che consen-
“sottolinea l’importanza sociale dello sport e in particolare il suo
tono di parlare di un approccio europeo nei confronti dello sport.
ruolo di promozione dell’identità e di intermediazione fra gli uo-
Da alcuni anni, diversi fenomeni ostacolano però tale approccio
mini”. Le attività sportive devono pertanto trovare un loro posto
europeo nei confronti dello sport:
nel sistema educativo di ogni stato europeo.
• l’aumento della popolarità dello sport in termini di pratica e di
Potenziare la funzione educativa e sociale dello sport per i valori
spettacolo;
• l’internazionalizzazione dello sport con la moltiplicazione delle
competizioni internazionali;
• lo sviluppo senza precedenti della componente economica dello sport, con un aumento spettacolare dei diritti televisivi.
che rappresentano (pari opportunità, fair play, solidarietà) devono del pari essere diffusi dalle associazioni sportive che forniscono un contributo decisivo all’educazione e alla formazione dei
giovani, nonché alla vita democratica e sociale.
Infatti, lo sport è divenuto uno dei fenomeni di massa più im-
Tali fenomeni apportano peraltro allo sport e alla società alcuni
portanti all’interno delle nostre società. Raggiungendo tutte le
elementi positivi, come il numero di posti di lavoro prodotti diret-
classi sociali e tutti i gruppi d’età della popolazione, lo sport co-
tamente o indirettamente dallo sport, aumentato del 60% nel
stituisce uno strumento essenziale di integrazione sociale e di
corso degli ultimi dieci anni, raggiungendo circa i 2 milioni.
educazione.
È opportuno tuttavia riconoscere che tali fenomeni possono an-
L’azione comunitaria mira a perseguire gli seguenti obiettivi (de-
che essere fonte di tensioni e perfino di contraddizioni a livello di
cisione n. 291/2003/CE):
alcuni principi fondamentali dello sport:
• migliorare il posto dello sport e dell’educazione fisica nelle
• il sovraccarico dei calendari di avvenimenti sportivi può essere
considerato come una delle cause dell’espansione del doping;
• la moltiplicazione degli avvenimenti sportivi a scopo di lucro
può portare a privilegiare la logica commerciale a discapito della logica sportiva e della funzione sociale dello sport;
scuole, basandosi sui programmi comunitari;
• favorire la riconversione e la reintegrazione successiva degli
sportivi nel mondo del lavoro;
• favorire il ravvicinamento dei sistemi di formazione dei quadri
sportivi in ogni stato europeo;
• la tentazione di taluni operatori sportivi e di alcuni grandi club
• migliorare il rapporto fra mondo educativo e mondo dello sport;
di uscire dal quadro delle federazioni per sfruttare al meglio il
• utilizzare al meglio i valori dello sport nell’educazione e nell’in-
potenziale economico dello sport a loro esclusivo profitto. Tale
tegrazione, per la formazione della personalità e del carattere;
tendenza può rimettere in discussione il principio di solidarietà
• promuovere la consapevolezza del contributo che le attività di
finanziaria fra lo sport professionistico e lo sport dilettantistico,
nonché il sistema di promozione-retrocessione comune alla
maggior parte delle federazioni;
• i pericoli corsi da giovani spinti sempre più presto verso lo sport
volontariato sportivo hanno nell’educazione sportiva;
• creare un migliore equilibrio di alternanza e complementarietà
tra attività intellettuali e fisiche;
• considerare i problemi connessi all’istruzione sportiva dei prati-
di alta competizione, spesso senza formazione professionale
canti di entrambi i sessi che partecipano alle attività sportive;
complementare, con rischi per la loro salute fisica e mentale e
• piena e corretta applicazione di pari opportunità e di pari di-
per la loro riconversione;
• la ricerca di guadagni immediati (come effetto della sovracom-
gnità, nei problemi connessi alla partecipazione delle attività
sportive per i praticanti di entrambi i sessi.
mercializzazione) legata all’internazionalizzazione dello sport
può condurre a situazioni di disuguaglianza per alcuni paesi
La riflessione che emerge, nel fare proprie le indicazioni fornite
meno grandi o meno popolati nei quali gli sportivi di alto livel-
dall’Europa, è considerare lo sport in generale ed il gioco del cal49
SEZIONE SVILUPPO
CALCIO GIOVANILE
SOCIOLOGIA
cio, nelle sue molteplici funzioni:
Il massimo risultato del calciatore (giovane e prima squadra) si ot-
funzione educativa
tiene “allenando” tutte le qualità e le capacità.
equilibrare la formazione individuale e lo sviluppo umano a qual-
Tutti gli allenatori sanno bene che un calciatore che abbia solo
siasi età, avvicinando e promuovendo la pratica sportiva;
qualità atletiche, ma è carente nella tecnica e/o nell’applicazione
funzione sociale
tattica non potrà sperare nel completo “successo”, ugualmente
promuovere una società più solidale, contro l’intolleranza, il raz-
un calciatore fisicamente e tecnicamente “valido” non potrà rag-
zismo, la violenza, contribuire all’integrazione nel mercato del la-
giungere “ottimi risultati” senza forza di carattere, di volontà, di
voro, delle pari dignità e delle pari opportunità;
sacrificio, ecc. L’essere umano non è un sommergibile con diviso-
funzione culturale
ri rigidi e “compartimenti stagni”.
radicamento delle società sportive nel territorio, conoscenza ed
L’allenatore che pensa di allenare a settori ben distinti (la prepa-
aggiornamento costante dei dirigenti e dei tecnici;
razione fisica “facendo solo corsa ed esercizi” e poi “solo il pal-
funzione ludica
lone” per allenare tecnica e tattica e dopo “in pizzeria per fare
componente importante del tempo libero e del divertimento indi-
gruppo”) si comporta da “ammiraglio” e non da “mister”.
viduale e collettivo;
I calciatori sono i protagonisti del proprio cammino formativo, con
funzione di sanità
l’assistenza dell’allenatore, che mira al consolidamento delle qualità
migliorare la salute e lottare in modo efficace per preservare la
allenando la globalità delle possibilità e potenzialità dell’individuo.
qualità della vita con lo sport.
L’allenatore è sempre, comunque un esempio, uno stimolo, un modello di riferimento, ricordandosi che trasmette al proprio gruppo
RUOLO ED ATTIVITÀ DELL’ALLENATORE
“quello che è” piuttosto che “quello che sa”, trovando sempre
spazio per i valori educativi, attraverso il reciproco rispetto.
In una realtà così articolata e positivamente complessa, l’allena-
Non si pone come chi sa tutto e non sbaglia mai. E’ propositivo,
tore riveste sempre più una importanza primaria ed insostituibile,
ma è disposto a cambiare il tiro se i ragazzi non seguono. E’ ca-
nella specificità del modello di prestazione del gioco del calcio.
pace e disposto a cambiare la propria modalità operativa perché il
rapporto con i calciatori è propositivo promuovendo l’autonomia
e coinvolgendo i ragazzi, che devono essere attivi nel gruppo.
Dovrà sempre offrire una molteplicità di proposte, non basta la
“programmazione scientifica”, l’allenatore dovrà essere sempre
capace di interagire, parlare, giocare, scherzare per evitare la “poca voglia di fare” da parte dei calciatori.
In questa ottica assume grande valore la società sportiva come
comunità educante, l’insieme per formare non solo i calciatori, ma
per trasmettere (attraverso l’identità di gruppo e lo stare insieme
in modo positivo) la passione per il calcio per futuri dirigenti, collaboratori, tifosi, arbitri.
Ecco l’attività educativa = educare, tirar fuori, estrapolare le migliori qualità e il carattere positivo dell’intero gruppo sociale (calciatori,
tecnici, dirigenti, famiglie, sostenitori, territorio ed ambiente).
Quanto l’Europa chiede per il 2004 anno europeo dell’educazione
attraverso lo sport, abbiamo la necessità di renderlo “educazione
permanente” per il bene dello sport e del nostro gioco del calcio.
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UN SITO PER OGNI VOSTRA DOMANDA
www.settoretecnico.figc.it
Tutti coloro che vogliono approfondire tematiche di tecnica, preparazione fisica e medicina
sportiva attraverso libri e videocassette possono rivolgersi al museo del calcio.
www.museodelcalcio.it - e-mail: [email protected]
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AZZURRI!