2004: anno europeo dell`educazione attraverso lo
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2004: anno europeo dell`educazione attraverso lo
N° 5 - 2004 Settembre/Ottobre Spedizione in abb. post. art. 2 comma 20/C legge 665/96 - Filiale di Roma Roma 4 Ottobre 2004 ASSEMBLEA FEDERALE PER L’APPROVAZIONE DELLO STATUTO STAGIONE SPORTIVA 2004-2005 CORSO SPECIALE PER L’ABILITAZIONE AD ALLENATORE PROFESSIONISTA DI SECONDA CATEGORIA Elenco dei partecipanti ASTOLFI Tommaso FERRARO Francesco POMPINI Stefano ATZORI Gianluca GIAMPAOLO Marco PROTTI Stefano BERTANI Paolo IBBA Gianfranco RANZATO Daniele BAZEU Claudio IRRERA Giuseppe RIZZO Roberto BONACCORSO Stefano MESITI Girolamo RUBINACCI Lorenzo CALAMITA Maurizio MARINO Umberto SENO Andrea CATALANO Lorenzo MATTIOLI Roberto SPOLLON Roberto CERRI Massimo MONTI Marco STASIO Giuseppe CERRONE Salvatore PERFETTO Sossio TOSI Marco CHIAPPINO Luca PERINELLI Fabio VITALI Giovanni CIMICATA Carlo PILLON Albino ZAVETTIERI Annunziato D’ANGELO Maurizio PIRACCINI Franco SOMMARIO EDITORIALE di Enzo Bearzot 4 SCUOLA ALLENATORI L’ITALIANO E L’INGLESE, PENSIERI DI UNA NOTTE INSONNE di Gianluca Vialli 5 SCUOLA ALLENATORI L’INFLUENZA DEI RITMI BIOLOGICI SUL CALCIATORE PROFESSIONISTA di Luca Agoglia 22 CENTRO STUDI E RICERCHE L’IMPORTANZA DEGLI ALLENATORI NEI SETTORI GIOVANILI a cura del Centro Studi del Settore Tecnico FIGC 37 SCUOLA ALLENATORI ESERCITAZIONI DI VELOCITÀ E DI RAPIDITÀ COL PALLONE di Vittorio Russiano 40 FONDAZIONE «MUSEO DEL CALCIO» IL BRASILIANO NILTON SANTOS, IL PRIMO TERZINO D’ATTACCO di Luigi “Cina” Bonizzoni 43 SCUOLA ALLENATORI CONSIDERAZIONI SUI GIOVANI: APPROFONDIMENTI di Giovanni Messina e Maurizio Zorba 44 SEZIONE SVILUPPO CALCIO GIOVANILE 2004: ANNO EUROPEO DELL’EDUCAZIONE ATTRAVERSO LO SPORT di Gennaro Testa 48 Le opinioni espresse negli articoli firmati non riflettono necessariamente l’opinione ufficiale del Settore Tecnico. Tutto il materiale inviato non sarà restituito. La riproduzione di articoli o immagini è autorizzata a condizione che ne venga citata la fonte. Direttore Responsabile Fotocomposizione impaginazione e disegni Franco Morabito A&S Grafica Comitato di Redazione Fotografia Direttore Enzo Bearzot Luigi Natalini (coordinatore) Felice Accame Paolo Piani Antonio Acconcia M. Grazia Rubenni Fabrizio Cattaneo Gennaro Testa Franco Ferrari Guido Vantaggiato Luca Gatteschi Leonardo Vecchiet Gianni Leali Marco Viani Mario Marella Azeglio Vicini Franco Morabito Foto Sabe Italfoto Gieffe Archivio Settore Tecnico Foto Archivio Museo del Calcio Stampa STILGRAFICA s.r.l. Via Ignazio Pettinengo, 31/33 00159 ROMA Tel. 06/43588200 Spedizione in abbonamento postale comma 27 - art.2 - legge 28/12/1995 n.549 Roma Autorizzazione del tribunale di Firenze, del 20 maggio 1968 n.1911 Finito di stampare nel novembre 2004 Per richiedere copie arretrate del Notiziario inviare una richiesta scritta indirizzata a: F.I.G.C. Settore Tecnico Via G. D’Annunzio 138, 50135 Firenze. Non saranno accettate richieste effettuate per telefono. 3 D EDITORIALE EDITORIALE opo due precedenti tentativi che hanno avuto esito negativo, l’assemblea straordinaria della F.I.G.C. che si è tenuta a Roma lo scorso 4 ottobre ha fi- nalmente varato il nuovo Statuto federale. Si tratta di un passo importante nell’ottica della revisione e dell’adeguamento delle norme che regolano l’intero movimento, reso possibile da un’intesa fra le varie Componenti che apre ampi spiragli di ottimismo per il futuro del calcio italiano. Purtroppo, tra le proposte di revisione dello Statuto non è stato ripresentato l’emendamento del Presidente Federale con cui doveva venire sancita la partecipazione con diritto di voto in seno al Consiglio Federale dei Presidenti del Settore Tecnico e del Settore Giovanile e Scolastico. Come già sostenuto, si ritiene che la presenza a pieno titolo in Consiglio Federale dei Presidenti di due Settori strategici della Federazione avrebbe contribuito in maniera determinante all’equilibrio della conduzione della politica sportiva federale. Dispiace che le Componenti federali siano state di parere diverso. Con questo numero il dottor Fino Fini, sempre più impegnato nell’assolvere al ruolo di Direttore del Museo del Calcio, lascia l’incarico di Direttore responsabile del Notiziario del Settore Tecnico che ha ricoperto per molti anni. A nome personale e di tutto il Settore Tecnico gli porgo il ringraziamento più sentito per la sua opera, svolta sempre con la massima dedizione e competenza. A Franco Morabito, che da questo numero firmerà il Notiziario quale Direttore responsabile, vanno i migliori auguri di buon lavoro. Enzo Bearzot SCUOLA ALLENATORI TECNICO-TATTICA L’ITALIANO E L’INGLESE, PENSIERI DI UNA NOTTE INSONNE di Gianluca Vialli* Pubblichiamo un estratto dalla tesi presentata da Gianluca Vial- Eriksson, Arrigo Sacchi, Alberto Malesani, ecc. - però difficilmente li al termine del corso Master che illustra le differenze peculiari si prescinde dalla formula: buon giocatore + corso allenatori = al- tra il calcio inglese e quello italiano relativamente alla figura del- lenatore più o meno bravo. l’allenatore. (Seconda parte) In tutto ciò la scuola di Coverciano, aperta nel 1958, ha svolto un ruolo importante, stabilendo requisiti minimi per fare il mestiere L’ALLENATORE Un mestiere che può fare chiunque? di allenatore. Tutto il contrario dell’Inghilttera. “Da noi si è convinti che un panettiere o un macellaio può tran- er certi versi, gli allenatori sono i personaggi piu in- quillamente allenare il Manchester United” - commenta John vidiati e i più criticati nel mondo del pallone. Svolgo- Barnwell, dell’assoallenatori inglese - “La licenza per allenare è no un lavoro assolutamente fondamentale, ma rara- un fenomeno nuovo e viene ostacolata da molti nell’ambiente mente vengono indicati come i responsabili in caso del calcio.” di vittoria (il merito va ai giocatori), mentre, in caso La lunga storia di Coverciano ha permesso ai docenti di affinare di sconfitta, sono i primi a pagare in prima persona. il corso, trovando le formula e i programmi più studio più idonei Magari è perché chi fa parte del mondo del calcio - alle esigenze degli allenatori. Il risultato è che Coverciano ha pro- dirigenti, giornalisti, tifosi - è ben conscio di non potere emulare dotto, nell’ultimo decennio, ben sei allenatori capaci di guidare i giocatori. Soltanto un pazzo può pensare di potere giocare a cal- squadre di importanti campionati europei: Nevio Scala, Giovanni cio meglio di un Nesta o un Henry, atleti al massimo della forma Trapattoni, Mauro Sandreani, Claudio Ranieri, Fabio Capello, Giu- con un bagaglio tecnico di prim’ordine. Ma per gli allenatori il dis- seppe Materazzi. Il calcio inglese, nello stesso arco di tempo, ne corso è diverso. Qualcuno ha detto che in Italia vi sono sessanta ha prodotti due: Terry Venables e Sir Bobby Robson. milioni di commisari tecnici. Probabilmente è vero. Chiunque può “Gli allenatori arrivano con le loro filosofie e con le loro visioni di immaginarsi nel ruolo di tecnico, perché le doti di un buon alle- gioco” - spiega il docente Franco Ferrari - “Noi illustriamo le al- natore sono mentali e non fisiche. Così, non è difficile immagi- ternative e poi sono loro a decidere.” narsi più bravi di un Gerard Houllier o un Alberto Zaccheroni. Le Quest’approccio non è basato sull’imposizione di un’unica verità loro doti sono nascoste, così come, in gran parte, il loro lavoro. calcistica, ma è mirato a sviluppare il dialogo e il confronto di Tutto ciò crea un ambiente dove l’allenatore è costantemente sot- idee, sia tra allenatori e docenti, sia tra gli stessi allenatori. to il microscopio dell’opinione pubblica, con la differenza che “Io feci il primo corso, di terza categoria, nel 1975” - spiega Lip- troppo spesso è considerato un “fortunato”, che fa un mestiere pi - “Già dopo quindici giorni ebbi le prime nozioni di medicina che tutti, o quasi, potrebbero fare. Quest’atteggiamento, come ve- sportiva, di preparazion fisica. Cominciai a capire il perché del la- dremo più tardi è comune all’Italia e all’Inghilterra anche se spes- voro che svolgevo da giocatore, ad avere una conoscenza diver- so si manifesta in maniera diversa. sa del nostro lavoro. Ma quello che ho trovato veramente impor- Oggi, in Italia, si da per scontato che quasi tutti gli allenatori ad tante è stato lo scambio di opinioni e di esperienze tra colleghi” P alto livello siano ex-professionisti che hanno aggiunto le nozioni apprese al corso di Coverciano al bagaglio d’esperienza accumulato quando erano giocatori. Vi sono naturalmente le eccezioni - *Tesi di fine studio del Corso Master 2003/2004 per l’abilitazione ad allenatore professionista di 1ª Categoria. 5 SCUOLA ALLENATORI TECNICO-TATTICA – aggiunge- “Abbiamo parlato di tutto, psicologia, tattica, tec- mento. La licenza per allenatori è stata introdotto soltanto di re- nica di allenamento. è stata un’evoluzione continua che mi ha cente e soltanto a seguito di pressioni da parte dell’UEFA. L’in- aiutato molto. Non è stato il corso per sè, ma è stato l’ambiente troduzione del patentino per allenare, però, si scontra frontal- intorno al corso, l’atmosfera di confronto che crea. Coverciano mente con l’atteggiamento di molti veterani che affermano: in non ti dà convinzioni, ti da conoscenze. Più ne hai, più puoi at- passato non c’è mai stato, abbiamo vinto il Mondiale, quindi a tingere alle conoscenze e provare cose diverse. In tanti anni di la- cosa serve? Non sarà certo un pezzo di carta che fa di un uomo voro mi sono reso conto di una cosa: gli allenatori sono tutti mol- un buon allenatore... to presuntuosi, specialmente quelli giovani” – conclude- “Sono Si tratta di un atteggiamento diffuso, contro il quale c’è ben po- convinti di non avere niente da imparare. Però se li prendi e li co da fare, come spiega Barnwell:“Nell’estate del 2003, tutti metti in un posto come Coverciano, lì c’è uno spirito diverso. è co- d’accordo, abbiamo deciso che ogni nuovo allenatore in Premier me se fossi a scuola, ognuno si mette a disposizione dell’altro. League avrebbe dovuto avere il patentino, oppure essere iscritto C’è voglia di dividere le esperienze.” ad un corso per ottenerlo. Bene, dopo poche settimane il Leeds Se Coverciano è un passaggio di rito per l’allenatore italiano, per esonera l’allenatore e chiama Eddie Gray sulla panchina. Gray l’allenatore inglese non vi è un equivalente, almeno per il mo- non ha alcun patentino. Otto anni fa si era iscritto ad uno dei nostri corsi, ma se ne è andato al termine del primo giorno, dicendo Marcello Lippi che non stava imparando niente, che era tutta una fesseria e che il corso era assolutamente inutile. Noi ci siamo opposti, però senza alcun risultato. O meglio, il Leeds ha detto che Gray non era l’ allenatore definitivo, ma ad interim, e quindi non era soggetto alle regole. Capisco che la società era a corto di soldi, che Gray a Leeds è un idolo, però mi sembra chiaro che una volta fatta la legge, si è trovato l’inganno.” Il ritornello è sempre lo stesso. Chi non crede nei patentini dice: Alex Ferguson non ce l’ha. Bobby Robson non ce l’ha. Loro sono grandi allenatori, quindi chiaramente non serve. “Stiamo cercando di regolarizzare le anomalie, ma ci vorrà del tem- po” - afferma Barnwell- “Certi atteggiamenti sono duri a morire.” Per chi non ha il patentino ma allena da parecchi anni è stato creato un certificato di equipollenza. “Per i grandi come Sir Alex Ferguson o Sir Bobby Robson, gente che chiaramente ha vinto tanto e che quindi non accetterebbe mai di fare il corso, abbiamo istituito una specie di diploma” spiega Cale - “Loro vengono da noi, parlano delle loro esperien- za ad un gruppo di alunni e in cambio gli diamo il diploma. Molti aderiscono, altri no. Per loro siamo disposti a fare un’eccezione, ma i nuovi devono essere tutti in regola.” Almeno in teoria. In un calcio per certi versi ipertradizionalista, non è facile introdurre una cosa relativamente nuova, come il corso-allenatori. Eppure sono in molti a sostenere che il calcio inglese ha bisogno di allenatori preparati. 6 “I paesi europei sono sempre stati avanti rispetto a noi per quan- diventare allenatore. Anche per questo i loro corsi valevano po- to riguarda la preparazione” - afferma Barnwell- “Noi non ab- co. Erano pieni di gente che non aveva mai giocato a calcio ad al- biamo mai avuto il beneficio di allenatori preparati come si deve. to livello. Per gli ex-calciatori era praticamente impossibile parte- Siamo sempre stati convinti che un grande giocatore, appena cipare. Avrebbero dovuto, a fine carriera, a 35 o 36 anni, studia- smesso di giocare, potessè subito sedersi in panchina e diventare re per diventare insegnanti e poi dopo fare il corso.” un grande allenatore.” Per questo motivo, la PFA ha introdotto corsi alternativi, gestiti da è d’accordo anche Wenger, il quale non lesina parole in meri- ex-calciatori. All’epoca vi era una vera e propria battaglia ideolo- to:“Gli inglesi sono indietro perché non hanno mai avuto un ap- gica con la FA e Charles Hughes da una parte, e la PFA e i calcia- proccio didattico al calcio. In Francia da anni abbiamo il patenti- tori dall’altra. no ed il corso allenatori. Io ho fatto il primo corso a 25 anni. An- Qui bisogna aprire una parentesi su Hughes. La sua filosofia era che quando giocavo sapevo che avrei voluto diventare allenatore quella del tradizionale calcio britannico, giocato ad alta velocità, e sapevo che avevo tanto da imparare. In Inghilterra invece se sei con lanci lunghi e cross. Hughes aveva raccolto dati statistici a stato un buon giocatore, la strada da allenatore è spianata.” supporto della sua visione. Vedeva il calcio come una guerra ter- Secondo Colbert, il preparatore atletico, questo discorso si rifà al- ritoriale, il cui scopo era quello di guadagnare terreno ed avanza- l’atteggiamento storico-culturale degli inglesi. re il pallone, un pò come nel rugby. Aveva calcolato che in certe “È vero, i nostri allenatori, fatte alcune eccezioni, hanno i para- zone del campo si segnava un numero maggiore di reti e quindi occhi, ragionano tutti alla stessa maniera e non vedono mai le co- l’obiettivo di una squadra doveva essere quella di fare arrivare il se da un punto di vista diverso” – afferma- “Ma noi inglesi sia- pallone in quelle zone il maggior numero di volte possibile. In un mo così. Diffidiamo di tutte le cose straniere, a cominciare dal- certo senso, aveva ridotto il calcio ad una formula matematica. l’Euro. Del resto siamo un’isola. Io stesso, pur essendo inglese, “Sostenevano cose che oggi possono sembrare assurde” - spiega vengo dal mondo della scienza dello sport e per questo sono sta- Taylor - “Ad esempio, dicevano che se il Brasile avesse fatto me- to accolto con scetticismo. Molti tecnici mi dicevano che ‘abbia- no passaggi, sarebbe stato molto più forte. Oppure che bisogna- mo sempre fatto così, quindi non si cambià oppure ‘questo me- va andare al tiro dopo non più di tre passaggi. Conveniva calcia- todo ha funzionato in passato, perché cambiare?’. Sono pochi re sempre lungo, perché vi era una buona possibilità di rimediare quelli che si chiedevano se era possibile migliorare ulteriormente. un fallo laterale e quindi di guadagnare terreno. Ogni schema o L’idea di cambiare o modificare qualche dettaglio era tabù.” movimento, sia in difesa che in attacco, era basato su statistiche Ironia della sorte, questa mentalità un pò anchilosata non ha e percentuali. Il calcio era totalmente schematizzato.” sempre difeso la prassi di prendere ex-campioni e di piazzarli su- Il problema, come spesso accade quando si passa dalla teoria al- bito in panchine prestigiose. Anzi, fino ad una ventina di anni, fa la pratica, era che Hughes non teneva conto di certi fattori. era più difficile per ex-calciatori diventare allenatori di quanto “Secondo Hughes, tenere palla serviva a poco o nulla, meglio fa- non lo fosse per gli insegnanti di educazione fisica. re i soliti due passaggi e tirare in porta”- spiega Taylor - “Questo “In passato, secondo la Football Association, per allenare dovevi va bene se tutte e due le squadre ragionano così. Ma se tu giochi essere un insegnante, con tanto di qualifica” - afferma Taylor - alla Hughes e quindi perdi palla in continuazione e gli altri inve- “Noi della PFA abbiamo guidato la battaglia per cambiare le co- ce pensano a tenerla, finisci nei guai perché sei costretto a difen- se. Eravamo convinti, e lo siamo tutt’ora, che quelli che hanno dere e a cercare di recuperare il pallone. Qualsiasi persona che ha praticato il calcio ai massimi livelli siano i più adatti ad insegna- giocato a calcio ad un certo livello sa bene che si spendono tan- re il mestiere. A patto, naturalmente, che siano istruiti nella giu- tissime energie nel tentativo di recuperare il pallone e che, anzi, sta maniera. La Football Association, erano i tempi di Charles Hu- mantenere il possesso è un ottimo modo per far rifiatare la squa- ghes, la pensava in modo diverso. Pretendevano che un ex-cal- dra. Questo è solo un’esempio. Potrei citarne altri.” ciatore diventasse prima insegnante, poi, eventualmente poteva Il gioco cosidetto “all’inglese” trova le sue origini propio nella fi7 SCUOLA ALLENATORI TECNICO-TATTICA losofia di Hughes. è però un luogo comune dire che tutti giocava- spesso per coprire i centrocampisti quando questi si spingono in no così in Inghilterra. Se Hughes era la norma, vi era anche chi avanti per sfruttare gli spazi creati dagli attaccanti , permettendo aveva il coraggio di giocare in maniera diversa. Non radicalmen- alla squadra di rimanere equilibrata nella fase di non possesso. te diversa, s’intende, ma c’era chi, con un pò di sagacia tattica ed A centrocampo, i due centrali formano una coppia di grande so- intelligenza, partiva dal modello-Hughes per imporre un calcio stanza. Pochi svolazzi, ma grande solidità difensiva. L’avversario è differente, più vicino a quello continentale. Il Grande Liverpool è costantemente messo sotto pressione ogni qualvolta conquista il un’esempio ovvio, ma anche le squadre di Brian Clough mostra- pallone. Il centrocampista, una volta rientrato in posizione - ad vano caratteristiche particolare. Ho potuto verificarlo personal- una trentina di metri dalla porta - è responsabile per il manteni- mente analizzando in videocassetta alcune vecchie partite del mento delle distanze tra i reparti. Richiama gli attacanti che de- Nottingham Forest, vincitore della Coppa dei Campioni nel 1979- vono formare la prima barriera all’offensiva avversaria e detta il 80 e nel 1980-81. Ecco il mio “rapporto” tecnico-tattico: movimento dei difensori che si alzano e abbassano a seconda del il Forest adotta un 4-4-2, con il portiere che rinvia lungo sugli at- tipo di pressione esercitato sui portatori di palla avversari. taccanti per saltare il pressing della squadra avversaria. Gli attac- Prediligono il gioco semplice e lineare, i cambi di gioco e gli inse- canti sono molto abili nel controllo di palla e nel dribbling, ma an- rimenti senza palla. Raramente ricevono palla dai difensori con le che nello scambio stretto. Proteggono bene il pallone e facilitano spalle alla porta, un pò per via delle qualità tecniche non eccelse, l’entrata in gioco dei centrocampisti su cui si appoggiano dopo un pò per la scarsa attitudine al dribbling. Preferiscono invece avere controllato il lancio lungo. Nel gioco aereo sono pericolosi “attaccare” la palla frontalmente quando viene lanciata diretta- più per il tempismo nello stacco che per la stazza. Ottimo anche mente in avanti dal portiere o dai difensori. il loro senso d’anticipo sul primo palo. Sono generosi, rientrano Amano il tiro da fuori, al quale ricorrono frequentemente con il coraggio di chi è conscio dei propri mezzi e ha la convinzione che Sven Goran Eriksson sta facendo la cosa giusta. Sulle due fasce prevale l’equilibrio. La sinistra è occupata dall’11, un giocatore dalla grande abilità nel gioco offensivo e dal 3, che invece ha doti più difensive e di copertura. A destra troviamo il 7, un peperino tutto dinamismo che non disdegna lo scontro fisico e il 2, un terzino alla Facchetti: elegante nella falcata e bravo nell’affondare palla al piede in area avversaria. L’11 è un’ala inglese tradizionale, dotato di grande tecnica, dribbling secco in accelerazione e l’imprevedibilità di chi è capace di saltare l’avversario sia all’interno che all’esterno. L’uso di entrambi i piedi gli consente di completare l’azione del dribbling con il cross o il tiro, spesso tagliato di interno destro a cercare il secondo palo. Si tratta di un elemento fondamentale che garantisce fantasia ed imprevedibilità. La squadra si difende nella propria metà campo, concedendo tempo agli avversari, ma togliendo loro spazio, e quindi la possibilità di attaccare la profondità alle spalle dei quattro difensori in linea. Una volta recuperato il pallone, il contropiede è immediato, diretto e deciso, sfruttando lo spazio che inevitabilmente gli avversari gli concedono. Ho allegato questo mio rapporto per illustrare come non è vero 8 che, almeno ai vertici, il calcio inglese di vent’anni fa era intera- to come si deve, aperto agli ex-calciatori o a chi vuole restare in mente fossilizzato intorno al “palla lunga”. Se è vero che il Liver- questo ambiente ed una normativa che costringa i nuovi allenato- pool e il Forest erano eccezioni, il fatto che potessero rappresen- ri ad essere preparati. In questo senso il contributo dell’UEFA è tare un’alternativa ha dato fiducia a chi voleva cambiare il siste- stato molto importante. Loro ne hanno fatto una priorità con la li- ma. Il loro successo significava che il calcio inglese poteva e do- cenza PRO e il calcio inglese ha dovuto regolarsi di conseguenza.” veva cambiare. Ci voleva però un bagno di umiltà. Grazie alla pressione dell’UEFA e al lavoro di uomini come Taylor “Noi della PFA, con l’appoggio dei giocatori, nei primi anni 90 ab- e Barnwell, il calcio inglese si è lentamente “normalizzato”, avvi- biamo pubblicato un piccolo saggio molto duro nei confronti del- cinandosi ad Italia, Spagna, Francia, Olanda e gli altri Paesi del la Football Association”- racconta Taylor - “Abbiamo sottolinea- continente. Per quanto riguarda i contenuti del corso, personal- to che, pur avendo inventato il calcio, pur avendo più società pro- mente ho trovato un approccio non molto diverso da Coverciano, fessionistiche di qualsiasi altro Paese, più tesserati che qualsiasi seppur meno approfondito (ma del resto io ho fatto il corso di li- altro Paese europeo, più spettatori che qualsiasi altro Paese, in cenza B). Anche in Inghilterra si cerca di illustrare un ventaglio di realtà l’Inghilterra aveva sempre reso meno del suo potenziale. alternative e si esorta il tecnico a scegliere quella che meglio Addirittura, nel 74 e nel 78 non ci siamo neanche qualificati per i combacia con la sua visione del calcio. mondiali. Segno che, invece di pavoneggiarci della nostra storia, “Il discorso è semplice” - afferma Barnwell - “Il corso ti dà una era venuto il tempo di cambiare e migliorare.” visione più ampia, ti dà una base più solida. Senza un corso del È d’accordo anche Platt, anche se secondo lui la strada da per- genere, gli allenatori non fanno altro che mettere in atto ciò che correre è ancora lunga. avevano imparato da giocatori. Magari hanno avuto la fortuna di “Non so se è perché siamo un isola, ma tendiamo sempre ad iso- lavorare con allenatori bravissimi e quindi sono preparati in un larci” – afferma - “Mi da fastidio il fatto che molti di noi sono convinti che siamo i migliori in tutto. C’è gente in Federazione Wenger che, come me, è assolutamente convinta che il nostro corso allenatori è il migliore del mondo. Fino a poco tempo fa tutti i corsi allenatori erano basati sulla filosofia di Charles Hughes. Per essere promosso dovevi ripetere a memoria i suoi principi. Adesso le cose stanno cambiando, ma è difficile liberarsi dall’arroganza e dal senso dogmatico che per molto tempo hanno fatto parte del nostro DNA.” A differenza del corso di Coverciano - che ha potuto quasi sempre godere dell’appoggio dell’opinione pubblica, del mondo del calcio e dei giocatori stessi - il corso inglese ha faticato tanto per imporsi. Prima c’è stata la battaglia “ideologica” tra i seguaci di Hughes e i “progressisti”: sia per quanto riguarda i principi tattici, sia nel passare da un corso per “insegnanti di scuola” ad un corso per “ex-calciatori”. Poi si è dovuto trovare il modo per convincere gli aspiranti allenatori a fare il corso, cosa non certo facile in un contesto dove molti tutt’ora sono convinti che corsi e patentini siano cose del tutto inutili. “È stata un battaglia lunga e difficile, ma adesso abbiamo ottenuto quello che volevamo” - afferma Taylor - “E cioè un corso fat9 SCUOLA ALLENATORI TECNICO-TATTICA modello tattico. Ma il calcio è in continua evoluzione e bisogna aggiornarsi. Chi ha sempre fatto le cose in una maniera e non conosce alternative difficilmente sa reinventarsi o rispondere alla esigenze di uno sport che cambia. Per non parlare dello sviluppo individuale dei giocatori. Si può far crescere un campioncino in terza divisione come all’Arsenal, ma soltanto se in terza divisione si è preparati, se si conoscono le metodologie giuste.” Secondo Platt però il corso inglese è ancora nella fase sua “infanzia”. Si può fare di più, molto di più. “Onestamente, io non ho imparato grandi cose al corso allenatori” - afferma Platt- “Certo, alcune nozioni qua e là, ma in realtà ho appreso poco. Secondo me è perché non siamo ancora pienamente abituati al dialogo ed al confronto. Ognuno ascolta, dice le sue cose e poi si va avanti. C’è poca discussione. Ecco, io vorrei un corso “scomodo”, un corso che costringa la gente a chiedersi il perché di certe cose, che li spreme intellettualmente. Ma forse non siamo ancora pronti per questo.” DA DOVE VENGONO I MISTER? compagno ed amico Attilio Lombardo (Crystal Palace). Se per certi versi Coverciano è un corso “adulto” e quello inglese È chiaro che soluzione del genere hanno un qualcosa d’approssi- è ancora “bambino” (ma che però sta cercando di crescere), è al- mativo. Non a caso, McCall, Pearce e Lombardo ebbero la chia- trettanto vero che si parte da un approccio di base diverso. Una mata quando la squadra era alla deriva e serviva qualcuno in gra- delle differenze più ovvie è che, mentre l’allenatore italiano è re- do di tenere buoni i tifosi. Nel mio caso si può dire che funzionò sponsabile soltanto per la guida tecnica, quello inglese è “mana- visti i cinque trofei conquistati in due stagioni e mezzo, così come ger” e quindi deve accollarsi buona parte dei compiti che in Ita- per Gullit e Hoddle. Ma anche intorno alla figura del player-ma- lia spetterebbero al direttore sportivo: dal rinnovo dei contratti, al nager vi sono molte opinioni discordanti in Inghilterra. rapporto con gli agenti e gli sponsor, all’acquisto dei giocatori. Se- “Molti presidenti puntano sui player-manager perché si tratta di condo molti il fatto che il ruolo di un tecnico inglese sia più am- ragazzi già stipendiati, è la formula del paghi uno, prendi due” - pio rende ancora più importante una preparazione appropriata. spiega Barnwel- “È chiaro, a volte funziona, ma non è una solu- Eppure i club inglesi non sembrano pensarla così. Rispetto all’Ita- zione seria. Un giocatore in attività difficilmente ha i requisiti ne- lia, affidare squadre di massima divisione a tecnici con pochissi- cessari per allenare. Ed è ancora più improbabile che lo possa fa- ma esperienza è una cosa quasi normale. Io ne so qualcosa natu- re se sta ancora giocando a tempo pieno. Però molte società lo ralmente. Nel febbraio del 1998, quando ero ancora giocatore a fanno, specialmente quando le cose si mettono male. Prendono il tutti gli effetti, il Chelsea mi affidò la panchina ed il ruolo di alle- giocatore più famoso e più amato e lo mettono lì. Così da un la- natore-giocatore, o player-manager. In Italia fece scalpore, in In- to risparmiano uno stipendio e dall’altro sanno che i tifosi e la ghilterra un pò meno. Del resto, ero il terzo player-manager con- stampa lo appoggeranno, perché si tratta di una figura dalla secutivo del Chelsea, dopo Ruud Gullit e Glenn Hoddle. Da allora, grande popolarità.” seppur brevemente, vi sono stati i casi di Stuart McCall (Bradford Al di là dell’allenatore-giocatore, ruolo che sta scomparendo in City), Stuart Pearce (Nottingham Forest) e anche il mio vecchio Premier League ma che si continua a vedere nelle serie inferiori, 10 Mentre iniziavo io, Ron Atkinson, che avrebbe poi allenato il Manchester United, era tra i dilettanti, proprio come David Pleat, futuro tecnico del Tottenham, al Nuneaton Burough. Jim Smith, che avrebbe poi allenato per vent’anni in massima serie era anche lui in terza divisione, al Colchester, mentre Brian Clough, prima di vincere due Coppe dei Campioni al Nottingham Forest, si fece le ossa al Hartlepool, quarta divisione. Tutti noi abbiamo imparato il mestiere nelle serie minori. Oggi i presidenti delle società si fanno abbagliare dai grandi nomi. Vedono uno che ha giocato cinquanta volte in nazionale e gli affidano subito una panchina importante, come è capitato a John Barnes al Celtic. Lui ha fallito e non è detto che tutti falliscono, però quelli che hanno successo sono l’eccezione, non certo la regola.” È d’accordo anche Wilkins: “Una volta si cercavano allenatori che si erano fatti le ossa nelle serie minori, oggi però tra la Premier League e il resto del calcio inglese c’è un’abisso. Molti sono riluttanti a prendere uno dalla First Division perché la Premiership è Il Centro Tecnico Federale di Coverciano piene di stelle, giocatori miliardari con grosse personalità ed è difficile trovare uno dalle serie inferiori che sia in grado di gestirli.” gli inglesi sono spesso più pronti ad affidare la squadra a tecnici Secondo Cale però le cose stanno migliorando, seppur lentamen- con poca esperienza. Abbiamo analizzato i tecnici in carica a fine te: “La cultura del calcio inglese è sempre stata quella. Si è sem- stagione l’anno scorso in Premier League ed in Serie A (VEDI AP- pre voluto scegliere un tecnico famoso che aveva l’immagine del PENDICE 2). In Inghilterra avevano una media di 11,8 stagioni vincente. Negli ultimi dieci anni molti presidenti si sono fatti un d’esperienza alla guida di un club professionistico. In Italia, la me- pò più furbi, ma è chiaro che ci vorrà ancora del tempo. Intanto dia era di 13,7 stagioni, quasi due anni in più. E va detto che la però questa logica nello scegliere l’allenatore ha avuto parecchi media inglese è “gonfiata” dai tre tecnici stranieri, Gerard Houl- effetti negativi. Basta vedere il numero di esoneri.” lier, Arsene Wenger e Claudio Ranieri. Senza di loro, la media di L’esonero, lo spauracchio di ogni allenatore. Dal punto degli alle- Premiership scende a 11 stagioni d’esperienza. natori, gli esoneri sono sempre troppi e troppo frequenti. Ogni In aggiunta, in Serie A, vi è solo un allenatore - Mancini - con me- paese si considera, ahimè, la patria dei mangia-allenatori. Abbia- no di otto stagioni d’esperienza, pari al 5,6 per cento. In Inghil- mo voluto però esaminare la situazione con maggiore attenzione, terra ne troviamo ben sei - Adams, Coleman, McClaren, òLeary, con dati e statistiche alla mano. Solo così - abbiamo pensato - si Bruce e Moyes - pari al 30 per cento. La prima conclusione che si potevano trarre conclusioni accurate. può trarre è che in Italia vi è maggiore senso dell’importanza della gavetta, gli anni accumulati in Serie C o addirittura fra i dilettanti. Se si escludono i tre allenatori stranieri in Premier League, BUTTATI O RICICLATI? 11 dei 17 britannici ha fatto esperienza nelle serie inferiori. Tra gli Abbiamo deciso di prendere in esame il triennio comprendente le italiani invece ben 16 dei 18 hanno lavorato in Serie B, C1 o C2; stagioni 2000-01, 2001-02 e 2002-03 in Serie A e Serie B, confron- le sole eccezioni sono Mancini e Capello. tandolo con lo stesso triennio in Premiership e First Division (VEDI “Non è sempre stato così’”- racconta Barnwell - “Io ho iniziato APPENDICE 3). Alcuni dati sono prevedibili, altri un pò meno. come allenatore in seconda a Peterborough, in terza divisione. Innanzitutto è un dato di fatto che in Italia è molto più facile es11 SCUOLA ALLENATORI TECNICO-TATTICA sere esonerati. Nel triennio esaminato, le squadre italiane hanno toria” – spiega - “In Italia, se perdi sei un coglione e basta. Non avuto una media di 3,8 allenatori: cioè più di uno a stagione. In basta giocare bene, devi vincere. Questa è la mentalità. E, guar- Inghilterra, nello stesso arco di tempo, la media è stata di 2,4 al- da caso, negli altri paesi è l’opposto. Loro dicono che non basta lenatori per squadra. Un divario importante, soprattutto se si pen- vincere, bisogna giocare bene.” sa che in Inghilterra il “mercato” degli allenatori è più fluido. A I “diversi” quindi siamo noi. E, se è vero quello che dice Ferrari, il differenza dell’Italia non vi è alcuna normativa che vieta ad un maggior numero di esoneri in Italia si spiega con la matematica. Se tecnica di allenare due squadre nella stessa stagione, anche nel- è vero che, almeno in teoria, su 18 squadre di Serie A, tutte e 18 la stessa serie. Una buona parte degli avvicendamenti inglesi in- possono giocare un buon calcio, è impossibile che, su 18 squadre, fatti riguarda allenatori che si trasferiscono durante la stagione tutte e 18 vincano. Così, a fine campionato, i “vincitori” sono po- per loro scelta (e quindi devono essere sostituiti), piuttosto che chissimi. L’allenatore che è finito primo, quello che magari ha vinto veri e propri licenziamenti. una coppa europea, quello che ha raggiunto un improbabile sal- È raro vedere un allenatore restare nella stessa città per più di tre vezza o Coppa UEFA. Non più di cinque o sei. Gli altri sono tutti stagioni. Nel triennio esaminato, ben otto squadre italiane (Chie- bocciati o rimandati. Colpa di una piazza - intesa in senso lato: gior- vo, Perugia, Roma, Bologna, Brescia, Atalanta, Modena ed Empo- nali, televisioni, tifosi, presidenti - che esige il successo immediato. li) hanno tenuto lo stesso allenatore, un dato che, francamente, ci L’Inghilterra è messa un pò meglio, specialmente in Premier Lea- ha un pò sorpreso. Si tratta del 17,3 per cento. Prevedibilmente in gue. Ma nelle serie inferiori si avvicina molto all’Italia. Inghilterra la percentuale è stata sensibilmente più alta, il 28 per “Uno studio dell’Università di Warwick ha trovato che, negli ulti- cento. Interessante notare che le “italiane” che non hanno cam- mi nove anni, stagione dopo stagione, il sessanta per cento delle biato allenatore sono tutte squadre che sono rimaste stabilmen- società della Football League, cioè prima, seconda e terza divisio- te in Serie A oppure che hanno ottenuto la promozione dalla Se- ne, ha cambiato allenatore da un anno con l’altro” - afferma Barn- rie B. La lista “inglese” invece comprende squadre come Burnley, well - “È un numero impressionante. Va un pò meglio in Premier Gillingham, Sheffield United, Rotherham, Crewe Alexandra e Mill- League, dove una squadra su quattro, quindi il 25 per cento, ha wall, club che non hanno neanche lontanamente sfiorato la pro- cambiato la guida tecnica da un’anno con l’altro. Secondo noi i mozione oppure che, in certi casi, sono addirittura retrocessi. motivi di questo turnover tecnico sono sostanzialmente due: i no- perché una tale impazienza in Italia? Secondo Franco Ferrari, ha stri allenatori non sono preparati e i club sbagliano nella scelta del molto a che fare con l’ossessione italica per i risultati. tecnico. Ormai siamo nella società del tutto-e-subito. Non c’è più “In Italia si guarda sempre il risultato, non come è arrivata la vit- pazienza, tutto deve essere immediato, a cominciare dal successo, dalla gratificazione. Abbiamo il caffè istantaneo, il fast food, In- Benitez ternet. Nessuno è disposto ad aspettare, a crescere lentamente. La qualità è solo un lontano ricordo. Sono sincero quando dico che molti giovani allenatori vengono mandati allo sbaraglio e mi spiace veramente per loro. Questo accade spesso e i giovani in queste situazioni hanno poche possibilità di restare a galla, anche perché le pressioni sono enormi. Tutti sono pronti a criticare, e molti dei critici capiscono poco o nulla.” Ma torniamo alla nostra analisi. Emerge un aspetto che fa riflettere e che, francamente, dovrebbe preoccupare i tecnici inglesi. Nel triennio esaminato, Italia ed Inghilterra hanno avuto esattamente lo stesso numero di tecnici, ottantotto, ma in Italia gli avvicendamenti sono stati molto più frequenti. Cosa significa? Che 12 in Italia è molto più facile riciclarsi altrove. Si viene licenziati pri- Ferguson, l’allenatore che ha vinto più trofei nella storia del cal- ma, ma poi si tende a trovare qualcuno disposto ad offrire una se- cio, è rimasto a mani vuote per quasi quattro anni dopo avere conda possibilità. preso il timone del Manchester United. Quattro stagioni in cui ha Settantadue degli ottantotto allenatori inglesi infatti hanno avu- gettato le basi di una squadra che poi ha fatto il vuoto in Inghil- to un solo incarico in quel triennio. Viceversa, appena cinquantu- terra, vincendo anche la Coppa Intercontinentale, la Coppa delle no degli “italiani” ha allenato una sola squadra nello stesso trien- Coppe e la Champions’ League. Tutto ciò è verissimo e non biso- nio. Il 42,1 per cento ha trovato un’altro incarico (o, a volte, lo gna giudicare il lavoro di un tecnico troppo frettolosamente. è al- stesso, nel caso di chi è stato richiamato) a breve. In Inghilterra trettanto vero - e forse non tutti lo sanno - che Sir Alex Ferguson invece è tornato in gioco soltanto il 18,1 per cento. è stato cacciato senza troppi complimenti dalla panchina del St. Segno che, se in Italia si è più rapidi nel definire “fallimentare” Mirren all’età di 37 anni, nel lontano 1978. Se, come capita ogni una gestione tecnica, si è più restii ad etichettare come “fallito” anno a tanti allenatori britannici, non avesso trovato qualcuno un allenatore. Viceversa, in Inghilterra, il tecnico ha più tempo per (nel suo caso l’Aberdeen), disposto a dargli fiducia dopo il falli- lavorare, ma, una volta cacciato, i club tendono a trattarlo come mento precedente, sarebbe finito anche lui fuori dal calcio. E - chi se avesse la peste. può dirlo? - la storia del calcio scozzese ed inglese avrebbe forse In Italia l’esonero non è considerato come un’onta permanente. è preso una piega diversa. capitato a grandi allenatori come Lippi, Ancelotti, Trapattoni, Spalletti. Viceversa, dei 17 allenatori britannici in Premier League, appe- IL DOGMA TATTICO na sette sono stati esonerati in carriera. è lecito domandarsi quanti ottimi allenatori sfuggono al calcio inglese perché, dopo il primo Un aspetto che colpisce chi segue da vicino il calcio inglese è la esonero, nessuno è disposto a dargli più fiducia. mancanza di tatticismi. è raro vedere squadre che speculano sul ri- “Cinque anni fa la League Managers Association aveva circa 300 sultato, ancora più raro vedere moduli diversi dal 4-4-2. Nello scor- allenatori iscritti” - spiega Barnwell - “Di questi 300 allenatori, sa so campionato la sola squadra che ha usato regolarmente un mo- quanti allenano oggi? Appena ventotto. Ventotto su trecento. Al- dulo diverso è stato il Leicester City, con il suo 3-5-2 e il Chelsea di tri settantuno si sono riciclati ed oggi restano comunque nel cal- Ranieri che ha pre- cio. Fanno i viceallenatori, o lavorano con i ragazzini oppure fan- diletto il rombo. Il no gli osservatori. E gli altri 200? Sono scomparsi, via, non esisto- Bolton ha ripiegato no più nel calcio. Pensi quanto talento e quante conoscenze sono sul 4-5-1, special- andate perse! Il problema è la mancanza di preparazione. Trovare mente in trasferta il primo impiego non è difficilissimo. Arriva il giovane, senza esse- e, a volte, si è visto re preparato, pensa di saperla lunga ma poi viene cacciato. E, vi- il Manchester Uni- sto che non è preparato, nessuno gli offre più un lavoro. Esce de- ted ad una punta, finitivamente dal calcio. Noi invece siamo convinti che, se tutti fa- con una specie di cessero un corso allenatori fatto bene almeno se la giocherebbe- 4-2-3-1 o 4-5-1. ro. Avrebbero le conoscenze e le basi per imparare dagli errori, dai Tutti gli altri hanno fallimenti. Certo, gli esoneri ci sarebbero comunque, ma quanto- usato un 4-4-2 più meno avrebbero qualche possibilità in più di restare nel calcio.” o meno rigido. Le Una rivelazione sicuramente amara. Affermare che, spesso, si im- marcature para più dal fallimento che dal successo può essere un luogo co- quasi mune, ma sicuramente è vero. Molti, nello spiegare l’importanza mente a zona, qua- della pazienza nel giudicare un tecnico citano il fatto che Sir Alex si nessuno gioca Ferguson sono esclusiva- 13 SCUOLA ALLENATORI TECNICO-TATTICA con il trequartista, i centrali di centrocampo sono quasi sempre so- considerato un esempio di sagacia tattica. In Inghilterra invece lo lo interditori. hanno visto come un segno di confusione, di uno che non aveva le Tutto diverso dall’Italia, dove la varietà di moduli è tale che è ra- idee chiare. rissimo vedere due squadre “a specchio”. Si vedono moduli con “Eppure i cambi frequenti di moduli possono essere una cosa posi- difese a 3, a 4, a 5, con o senza trequartista, o a volte con due tre- tiva, a patto che i giocatori sono in gradi di seguire le indicazioni quartisti. Marcature a uomo o a zona, a volte marcature a uomo dell’allenatore” - afferma Lippi- “Ci sono dei giocatori che non im- a centrocampo. Squadre che costruiscono lentamente, squadre pareranno mai e più insisti più gli fai perdere le loro doti naturali. che giocano a mille all’ora. C’è chi usa il centrocampo per co- Ci sono allenatori bravissimi ad insegnare il calcio, ma che non so- struire, e chi lo scavalca spesso e volentieri. no capaci di scegliere i giocatori giusti per interpretare un certo mo- Come spiegare questa varietà? Soprattutto dal momento che, sia dulo. Ma se i giocatori li hai e sono duttili, allora è un’arma in più.” in Serie A che in Premiership, la percentuale di stranieri sfiora il Ma se Lippi ha ragione, perché non vi è una varietà maggiore di 50 per cento e quindi, almeno in teoria, entrambi i paesi dovreb- moduli anche in Inghilterra? I giocatori sono forse meno duttili? bero essere aperti ad interpretazioni diverse. Sì e no, nel senso che si torna un pò al discorso della gallina e Non è difficile spiegare perché in Italia vi è una grande versatilità. l’uovo. In Italia, dove i giocatori sono più duttili, si usano tanti Da sempre abbiamo prediletto la tattica. Se ne parla ovunque ed in schemi diversi e quindi il calciatore è costretto ad imparare più si- continuazione, ed abbiamo la fortuna di essere creativi per natura. stemi di gioco e quindi aumenta la sua versatilità. In Inghilterra, “L’allenatore italiano è molto più evoluto tatticamente, probabil- c’è meno duttilità e quindi tutti fanno il 4-4-2 e, di conseguenza, mente il più evoluto del mondo” - afferma Lippi - “Un bravo al- il calciatore inglese non impara ad adattarsi a moduli diversi. Ma lenatore deve avere grande convinzioni, ma mai certezze. La dif- perché questa ossessione con il 4-4-2? ferenza è che la certezza è immutabile, la convinzione, in base al- “Il 4-4-2 è lo schema più semplice da insegnare” - suggerisce le circostanze, può cambiare. E quindi, guardando, vedendo e co- Wilkins - “è lo schema che si fa da bambini. Chiunque può fare noscendo, può capitare che devi cambiare le tue convinzioni e, di il 4-4-2.” conseguenza il tuo modulo. è una frase un pò sfruttata, ma tutto Platt addirittura non si pone neanche il problema: “Noi inglesi sommato vera: si cerca il modulo che possa sfruttare al meglio le non pensiamo alla tattica. Abbiamo sempre fatto il 4-4-2 e, salvo caratteristiche dei qualche eccezione, andiamo avanti sempre così. Anche perché la giocatori.” filosofia di Charles Hughes era basata largamente sul 4-4-2. Solo Emblematica è sta- negli ultimi quindici anni abbiamo provato cose diverse, come il ta l’esperienza di 4-3-3. Solo che per fare il 4-3-3 servono le ali e noi non le abbia- Ranieri in Inghilter- mo. Credo anche il 4-4-2 sia lo schema più facile da implementa- ra. Il tecnico roma- re per chi è più scarso tecnicamente e noi non siamo mai stati il no ha sempre ama- massimo sotto il profilo tecnico.” to cambiare modu- Per Andy Cale, l’Inghilterra sta pagando un pò il prezzo per una lo e schema di gio- certa ottusità nel passato recente: “Soltanto adesso cominciano co, anche due o tre a venire fuori allenatori un pò diversi. Non credo sia colpa dei cor- volte nell’arco di si che facevamo prima, anche se in effetti quelli erano più basati una sola gara. In sull’insegnamento della tecnica che della tattica. Eravamo forse Italia, un pò poco aperti, ci siamo seduti un pò sugli allori dopo il mon- Bobby Robson 14 almeno quando funziona, diale vinto nel 1966.” questo tipo di at- Del resto, senza un corso allenatori affermato che illustra visioni teggiamento tattiche diverse, il tecnico finisce con l’implementare quello che sa, è cioè quello che faceva da giocatore. E, visto che tutti facevano il 4- ce è abituato, è più facile per lui giocare in un ruolo diverso o con 4-2, anche i nuovi allenatori sono della stessa scuola tattica. un modulo diverso. Secondo me è anche perché in Italia ci si al- In Inghilterra lo schema ha radici talmente profonde che neanche lena di più sulla tattica, magari nel pomeriggio. In Inghilterra in- Sven Goran Eriksson ha voluto provare un modulo diverso. vece nessuno si allena il pomeriggio, perché l’allenatore ha mil- “Qui la tradizione è enorme, per loro si fa il 4-4-2 e basta” – af- le impegni essendo anche manager. Oppure semplicemente per- ferma - “Non saprei dire il perché, salvo forse che ce l’hanno nel ché è pigro e preferisce recarsi al campo da golf. Però prima o sangue. Lo hanno fatto per tutta la vita e non c’è motivo di cam- poi le cose dovranno cambiare anche qui da noi. Se si vuole mi- biare. Dei tecnici britannici, l’unica cosa nuova che ho visto ogni gliorare, bisogna aumentare le conoscenze. Questo vale sia per tanto sono gli schemi di Glenn Hoddle, ma lui ha giocato per tan- il calciatore, sia per l’allenatore.” ti anni all’estero e forse è per quello.Cambiare non è facile, devi avere un programma, devi saperlo spiegare e poi lo devono ac- LE QUALITÀ DI UN BUON MISTER cettare i giocatori. L’unica cosa che ho cambiato è che ho provato ad introdurre il rombo. Per i miei giocatori era una cosa nuo- È l’allenatore che dà l’impronta tattica e tecnica alla squadra, che va, abbiamo fatto quattro allenamenti e subito lo hanno accetta- deve gestire il gruppo, che spesso rappresenta il volto esterno di to ed ha funzionato. è un segno che, almeno quelli della nazio- una società. Un ruolo, ovviamente, importantissimo e per questo nale sono aperti.” ritengo che la formazione degli allenatori sia essenziale. Fino ad un certo punto. Tre mesi dopo, in occasione dell’Europeo, Ma quali sono gli “ingredienti” di un buon allenatore? E come si durante uno dei colloqui tra il CT e la squadra, i centrocampisti possono insegnare? E ancora: quanto incide realmente un allena- hanno suggerito ad Eriksson di tornare al 4-4-2 con i giocatori in tore? linea e lui ha acccettato. Segno che un grande allenatore sa an- “Un allenatore può essere bravo quanto vuoi, ma se non ha cal- che essere flessibile e ricettivo alle preferenze della squadra. Pur ciatori bravi non vincerà mai niente” - afferma Eriksson - “L’Em- con le intenzioni migliori, è stato difficile per i giocatori inglesi poli non vincerà mai lo scudetto, non importa chi l’allena. Però è perdere le abitudini tattiche di una vita. vero anche l’opposto. Se uno allena il Real Madrid è difficile non Per Wenger, oltre ai fattori storici, incide molto la semplicità dello vincere qualcosa.” schema: “Io credo che sia il modulo più razionale nella maggior Wenger concorda sull’importanza dei giocatori. Ma secondo lui parte dei casi. è l’essenza della razionalità. Con il 4-4-2 il sessan- l’apporto maggiore dell’allenatore non si manifesta nei cambi tat- ta per cento dei tuoi giocatori occupa il sessanta per cento degli tici durante le gara e neanche nel lavoro fatto durante la setti- spazi. Nessun’altro modulo è altrettanto efficiente. Poi dipende mana, ma bensì nel pre-campionato. anche dai giocatori che hai naturalmente. Se avessi Cafu e Ro- “Il segreto lo conoscono tutti, sono i giocatori” – spiega - “Al berto Carlos e fossero entrambi in gran forma, allora magari farei massimo un allenatore può incidere per un cinque per cento nel anch’io il 3-5-2, perché so che tutti e due possono fare tutta la fa- bene o nel male. La storia del calcio la fanno i grandi giocatori. Il scia da soli. Ma dato che non li ho, devo fare il 4-4-2, per coprire Real Madrid aveva Di Stefano e Puskas e vinceva. Il Milan aveva le fasce.” Van Basten e Gullit e vinceva. Non credo fossero gli allenatori a L’Inghilterra sta comunque, a livello di federazione, cercando al- farli vincere. Però il lavoro più importante dell’allenatore sta nel- tre soluzioni. Le nazionali giovanili fanno tutte il 4-3-3, con risul- l’assemblare la squadra e metterla nelle condizioni fisiche e men- tati alterni. Sostanzialmente però, si torna al problema della gal- tali ottimali. Devi prepare il tutto e poi lasciarli andare. Il grosso lina e dell’uovo. Se tutti praticano il 4-4-2 difficilmente verrano del lavoro si fa prima dell’inizio della stagione.” fuori i giocatori per provare schemi diversi. L’unica alternativa, Al di là della tattica, Eriksson sottolinea l’importanza del gruppo proposta da Wilkins, è lavorare più sulla tattica: “Il giocatore in- e la gestione degli individui: “È importante essere bravi tattica- glese difficilmente accetta il cambiamento. Quello italiano inve- mente, ma è ancora più importante creare un gruppo e gestire gli 15 SCUOLA ALLENATORI TECNICO-TATTICA uomini correttamente. Più sono grandi i giocatori più diventa dif- Sulla stessa lunghezza d’onda c’è anche Lippi: “Il confronto cultu- ficile, perché tendono ad avere personalità sempre più forti. E rale con i giocatori, soprattutto nel calcio attuale, è preziosissimo. quindi l’allenatore deve essere preparato.” Io parlo con loro di frequente e mi arricchisco in ogni modo: cul- Si torna così alla questione fondamentale. Come si imparano que- turalmente, tatticamente, tecnicamente. Sono queste le cose che sti strumenti? Secondo Wenger il primo passo per una felice evo- arricchisono un allenatore, non tanto quello che si trova sui libri.” luzione da giocatore ad allenatore comporta un cambiamento ra- Buoni giocatori, creare il gruppo, vedere il mondo in base agli in- dicale nel modo in cui si vede il mondo: “Si può imparare, ma, per put esterni, il dialogo etc. sono tutte nozioni che un corso allena- certi versi bisogna dimenticare. Non tanto dimenticare le espe- tori può provare ad insegnare, ma se l’allenatore non ha come ba- rienze da giocatore, ma bensì dimenticare il modo in cui si inca- se certe doti umane e tecniche innate, servono a poco. Così come merano gli input. Per un giocatore, le energie mentali sono rivolte è difficile insegnare quello che, secondo Wenger, è la parte più dif- internamente. È lì che si trovano gli input più importanti. Come mi ficile del mestiere di un allenatore : “La cosa che ancora oggi tro- sento? Come posso migliorare? Cosa devo fare per svolgere i miei vo difficile è potere dire: OK, ragazzi, credo in voi, la mia carriera compiti? Da allenatore invece l’iter è interamente rivolto all’ester- è nelle vostre manì e dirlo restando ottimista. Da un lato devi ave- no. Quello che pensa e sente l’allenatore è importante soltanto in re fiducia totale nei tuoi giocatori. perché se non la hai, loro se ne funzione degli input che raccoglie dall’esterno. Come stanno i suoi accorgono e rendono di meno. Ed avere fiducia significa essere giocatori? Come gioca la squadra o l’avversario? Bisogna essere ottimisti, essere convinti per davvero che possano raggiungere i molto più percettivi e non è facile da imparare. è un processo psi- loro obiettivi. Ma è difficile, perché la tua carriera di allenatore è cologico totalmente diverso e non tutti sono portati a farlo.” nelle loro mani. Ho visto tanti grandissimi allenatori fallire per Appena approdato in Inghilterra, Wenger ha visto accelerare que- quel motivo. perché non riuscivano ad avere una fiducia totale sto processo. Se è vero che non tutto il male viene per nuocere, nei giocatori e quest’ultimi se ne accorgevano.” proprio le critiche che gli sono state rivolte appena arrivato (e l’etichetta di “carneade”) lo hanno costretto a guardare sempre più verso l’esterno. QUALCHE MODESTA PROPOSTA... “Subito mi hanno detto che non avrei mai vinto niente, non solo Più una scuola calcistica è ricca di tradizioni e più è difficile cam- perché ero sconosciuto, ma perché ero straniero e i giornali era- biare. Questo mi appare scontato. E quando parlo di tradizioni, no pieni di articoli che illustravano esattamente perché uno stra- non mi riferisco soltanto a ciò che si vede in campo, ma a tutto niero non avrebbe mai vinto il campionato inglese”- spiega - “Di l’ambiente che vi è intorno. Non è importante solo ciò che acca- fronte a questa situazione, ho deciso di ingaggiare un dialogo con de, ma è importante anche il modo in cui viene percepito dal- ogni interlocutore. Ho cercato di essere aperto, ma pieno di cu- l’ambiente: colleghi, giocatori, stampa, tifosi e presidenti. I para- riosità nel cercare di capire il modo di pensare degli altri. Tutto ciò metri con cui si è giudicati contribuiscono a determinare il raggio ha creato un dinamismo, un senso di scoperta reciproco che mi d’azione di un tecnico. ha aiutato tantissimo.” In Italia, il peso della nostra tradizione è anche, o soprattutto, la La ricerca del dialogo e della discussione sono elementi fonda- nostra ossessione con i risultati a breve termine. La storia dei quat- mentali anche per Eriksson: “Per come sono fatto io cerco sem- tro campionati a mani vuote di Sir Alex Ferguson prima di iniziare pre la discussione. E in questo senso in Italia c’è molto più dialo- il ciclo vincente è conosciuta da tutti, ma, tra i critici, pochissimi go, molte più domande. In Inghilterra se trovo che i giocatori non hanno il coraggio di incamerare la lezione. Nella storia recente del sono curiosi allora sono io che vado da loro e chiedo le loro opi- calcio italiano, non credo vi sia mai stato - perlomeno non in uno nioni. Cerco di dividerli in gruppetti di quattro o cinque giocatori dei grandi club - un tecnico che è durato anche solo tre anni sen- e di capire cosa pensano. All’inizio, specialmente qui in Inghilter- za vincere qualcosa. Ancelotti è stato cacciato dalla Juventus e de- ra, erano molto sorpresi. Poi però sono diventati ricettivi.” riso dalla critica dopo due secondi posti. Hector Cuper ha collezio- 16 nato un terzo posto, un secondo posto ed una semifinale di Cham- avuto successo in Italia - penso ad Arrigo Sacchi al Milan o anche, pions League ed è stato esonerato pochi mesi dopo. in maniera diversa, Luigi del Neri al Chievo - ha fatto progressi Viceversa, in Inghilterra, troviamo il caso di Claudio Ranieri che, importanti in questo campo. Ampliando i nostri parametri di giu- dopo quattro anni senza un solo trofeo, continuava ad essere ap- dizio in modo da inglobare non solo i risultati, ma anche gli altri poggiato da una parte della stampa e dalla maggioranza dei ti- due elementi si arriverebbe ad un contesto dove l’operato di un fosi del Chelsea. Oppure Gerard Houllier, rimasto al timone del Li- tecnico verrebbe giudicato con maggiore serenità. Certo, occorre verpool per sei stagioni, senza mai essere in lizza per il titolo. pazienza, e, si sa, nel calcio italiano se ne trova ben poca. Mi rendo conto che in Italia vi sono pressioni diverse e, forse, Se perdi la domenica, spesso il presidente è al telefono con vari al- maggiori. Ma magari sarebbe positivo cambiare il modo in cui si lenatori disoccupati. In più, a differenza dell’Inghilterra, in Italia c’è giudica l’operato di un tecnico, andare oltre i risultati immediati e la figura del direttore sportivo, il quale spesso ha tutto l’interesse nel vedere la visione d’insieme. Ecco cosa suggerisce Wenger: gettare benzina sul fuoco. Errori fatti in campagna-acquisti possono “A mio avviso, il lavoro di un allenatore è triplice, - ” spiega il essere imputati all’allenatore, che non sa usare i giocatori e quindi francese - “Deve portare avanti un progetto che si snoda in tre si esonera più facilmente. campi diversi e deve essere giudicato per ciò che ottiene in ognu- Eppure, negli ultimi anni, chi ha avuto il coraggio di puntare su un no di questi tre settori. Il primo, ovviamente, sono i risultati, la tecnico per più stagioni - penso ad un Silvio Baldini o un France- qualità del gioco espresso ed i punti raccolti sul campo. Va sempre ricordato però che si tratta di risultati a breve termine. Un al- Houllier lenatore nuovo difficilmente può incidere più di tanto nei primi sei mesi. Se gli va bene, si accolla i meriti, se va male, deve subire le critiche, ma in realtà , dopo così poco tempo, la squadra non è ancora sua. Il secondo parametro è l’abilità dell’allenatore nel fare progredire i giocatori a livello individuale” – aggiunge- “Io sono convinto che soltanto un dieci o quindici per cento dei giocatori rende al massimo ovunque, in qualsiasi situazione societaria, con qualsiasi tecnico. Il rendimento e lo sviluppo dell’altro 85 o 90 per cento è determinato dall’ambiente della squadra, dal lavoro del tecnico, dal rapporto con i compagni. Se tu compri campioni che valgono 100 e rendono 50, ma sono i più forti in circolazione magari vinci lo stesso, però non stai facendo un buon lavoro. Portare i giocatori che hai il più vicino possibile al loro potenziale, al di là dei risultati, deve essere una delle priorità assolute.Infine, bisogna vedere l’impatto del tecnico a livello societario, a lungo termine.E qui si entra nel campo della filosofia di gioco, dell’infrastruttura del club, dell’immagine di cui gode. Non sono cose che si misurano anno dopo anno, bisogna fare un passo indietro. Come è visto il club? Dove si trova, rispetto a cinque anni fa? A dieci? A venti? Sono cose che succedono a livello macroscopico e magari sono soggettive, ma non per questo meno importanti.” Dei tre metri di giudizio di Wenger, in Italia non si arriva quasi mai al terzo. Inevitabilmente, i tecnici durano poco. Eppure, chi ha 17 SCUOLA ALLENATORI TECNICO-TATTICA sco Guidolin - è stato spesso ripagato. L’assurdità del calcio ita- tiamo di conseguenze. Su Del Neri sono state scritte pagine e pa- liano poi è anche questa, come ha rilevato il nostro studio: si so- gine su tutti i giornali. Di Alan Curbishley, tecnico del Charlton, stituisce frettolosamente il tecnico, però poi lo si rimpiazza con un che è un pò il Del Neri d’Inghilterra, invece si sa pochissimo, oltre tecnico a sua volta frettolosamente esonerato altrove. Per questo al fatto che è bravo nel creare uno spirito di gruppo e che è mol- motivo il calcio italiano è pieno di allenatori come Gigi Simoni, to legato alla società. Il giudizio su un allenatore inglese è tutto che ha allenato otto squadre diverse negli ultimi nove anni. In basato sulla personalità, quello su un tecnico italiano invece si quelle circostanze, diventa pressochè impossibile impostare un basa su mille dettagli. progetto a lunga scadenza. Probabilmente è anche per questo che è molto più facile per un Qualcuno ha detto che il diavolo si nasconde nei dettagli e credo allenatore italiano riciclarsi altrove. Il fallimento di un’italiano è che, per il calcio italiano, sia vero. Parlando di tattica, prestiamo co- un fallimento dei metodi o delle tattiche, non necessariamente sì tanta attenzione ai minimi particolari che si perde la visione d’in- della persona. Il fallimento di un inglese, invece, è quasi sempre sieme. Questo vale sia per la critica, che spulcia sempre tra i difetti un fallimento umano, perché degli altri aspetti non se ne parla. ed offusca i pregi o il progresso generale, che per gli allenatori stes- L’Inghilterra ha il peso di una tradizione ben diversa. L’isolamen- si, ossessionati da una serie di dettagli che spesso rendono il gioco to storico, unito alla mancanza di un’affermata scuola per allena- più atrofizzato e nervoso. Anche per questo le squadre inglesi sono tori, ha lasciato in eredità un calcio dove tutti giocano alla stessa spesso più sciolte e libere, mentre quelle italiane sembrano spesso maniera, dove la velocità e l’intensità magari aumentano lo spet- avere il freno a mano. Il terrore di sbagliare una diagonale o un rad- tacolo, ma anche la prevedibilità e la rigidità. I vertici del calcio doppio di marcatura può far perdere il senso del calcio, cioè la ri- inglese si sono già accorti che occorre cambiare e portare idee e cerca vittoria, ottenuta attraverso un gioco propositivo. metodologie nuove. Questo non signfica importare legioni di al- In Inghilterra l’allenatore chiede di dare il massimo e poi stringe lenatori stranieri, ma bensì cominciare alla base, preparando in la mano ai giocatori alla fine della partita. L’allenatore italiano in- maniera giusta le nuove leve. Anche perché, come si è visto dalla vece stringe la mano solo se il giocatore ha fatto ciò che gli è sta- nostra ricerca, sono proprio i giovani allenatori ad essere penaliz- to chiesto. E quasi sempre ciò che gli viene chiesto è di bloccare zati. O azzeccano subito buoni risultati, oppure vengono cacciati l’avversario diverso. Quante volte ho sentito dire: “Non preoccu- e scompaiono dal calcio. parti di fare più di lui, è lui che non deve fare più di te.” Occorre una maggiore preparazione, sia da parte dei tecnici, che Questa attenzione ai dettagli si manifesta in tanti modi, anche così si ritrovano meglio attrezzati per affrontare una nuova av- nell’opinione pubblica. In Inghilterra, dove gli allenamenti rara- ventura altrove, sia da parte delle società, le quali così farebbero mente sono a porte aperte, si sa pochissimo dei metodi di lavoro più attenzione nel scegliere la guida tecnica e magari trovereb- dei vari allenatori, anche perché il grande pubblico non sembra bero il nominativo giusto tra chi ha già fallito altrove, accumu- interessato a conoscerli. Per loro, il manager è un condottiero, ciò lando esperienze preziose. che conta è la sua personalità e la sua bravura nel motivare la Le serie minori, che dovrebbero fare da “vivaio” per i giovani tec- squadra. Il metro di giudizio per l’allenatore inglese è quasi sem- nici come per i giocatori, in realtà contribuiscono poco, perché le pre lo stesso: la personalità. squadre di Premier League tendono a scegliere i tecnici all’estero Probabilmente, come afferma Lippi, questo è inevitabile: “È nor- oppure puntano su ex-giocatori. In Inghilterra si trova il primo la- male che in Inghilterra non si valuti un allenatore o una partita voro quasi sempre grazie al passato in campo. Magari può anche tatticamente perché è scontato che il modulo è sempre quello. funzionare all’inizio perché il tecnico conosce una determinata Non c’è innovazione. E quindi la bravura di un tecnico rispetto al- realtà, ma, alla lunga si paga il prezzo dell’inesperienza e della l’altro è tutta nel carattere, nella grinta, nell’approccio alla parti- mancanza di preparazione. Troppo spesso i club inglesi cercano il ta. Non alla tattica, perché quella è sempre uguale.” colpo ad effetto nella selezione dell’allenatore, invece di guarda- In Italia, viceversa, pensiamo di sapere tutto sui tecnici e li valu- re il tipo di allenatore, come gioca, come allena, ecc. 18 Questo si spiega anche con il fatto che, nonostante il gran pubbli- del classico fantasista, dotato di gran dribbling e grande visione di co nelle serie inferiori, in Inghilterra si parla poco di ciò che acca- gioco. In Inghilterra, tradizionalmente, i giocatori come lui vengo- de in prima o seconda divisione. E, come sempre, degli allenatori e no trasformati in seconde punte oppure dirottati sulla fascia, per- di come lavorano si sa pochissimo, al di là di qualche nozione sul- ché si pensa che non possano fare i centrocampisti centrali, non le loro personalità (sembra essere la sola cosa che interessa al essendo interditori. Cole però non ha grandi capacità realizzative pubblico inglese). Viceversa in Italia, se uno apre la Gazzetta dello e gli manca lo scatto, quindi rende meno del suo potenziale sia in Sport o il Corriere dello Sport, trova sempre diverse pagine su Se- attacco che sulla fascia. In Italia o in Spagna si troverebbe posto rie B e Serie C. Quasi sempre si parla di allenatori, del loro modo per lui dietro le punte, in Inghilterra è ancora tutto da vedere. di giocare e via dicendo. Così un tecnico che fa bene in C o in B Il 4-4-2 praticato da tutti tende a produrre giocatori un pò tutti può sperare nel salto in Serie A, anche perché, come si è visto, in uguali. Spesso regge ancora il vecchio stereotipo del calcio in- Italia gli allenatori vengono spesso riciclati e quindi spesso sono glese: il gioco è diretto, la palla va da dietro a davanti, il centro- già conosciuti al grande pubblico. In Inghilterra è molto più diffici- campo è scavalcato, le ali crossano e dribblano, una punta è al- le. Un pò perché gli allenatori delle serie inferiori restano figure mi- ta e grossa, l’altra piccola e guizzante. Non è proprio sempre co- steriose (al di là - come si è detto - del loro carattere), un pò per- sì, ma, in linea generale, si conosce poco d’altro e non vi sono ché sono quasi sempre alle prime armi, visto che la maggior parte proposte innovative. degli allenatori inglesi esce dal calcio dopo il primo esonero. Coverciano invece aiuta a sviluppare visioni tattiche diverse che, Secondo me l’Inghilterra può solo trarre beneficio da una mag- a loro volta, costringono i giocatori ad imparare più moduli e giore varietà di sistemi tattici e metodi d’allenamento. E questa quindi aumenta la possibilità di far fiorire e crescere i giocatori maggiore varietà si potrà ottenere soltanto con una migliore pre- nei ruoli a loro più idonei. Per questo c’è più varietà tra i nostri parazione degli allenatori. Ci vorrà qualche anno, ma lo sviluppo giocatori, perché devono adattarsi ad allenatori e squadre che di sistemi di gioco diversi aiuterà a produrre giocatori più com- giocano in modi diversi. In Inghilterra invece fare il terzino nel Bir- pleti, capaci di adattarsi a più moduli. mingham o nel Middlesbrough è più o meno la stessa cosa, quin- Un’esempio per tutti: Joe Cole, attualmente al Chelsea. Si tratta di il giocatore tende a non evolversi tatticamente. APPENDICE 2 - ESPERIENZA ALLENATORI Allenatori di Premiership e Serie A al termine della stagione 2003-04, con il numero di anni di esperienza Premier League Arsene Wenger (Arsenal) 20 anni David òLeary (Aston Villa) 5 anni Steve Bruce (Birmingham City) 5 anni Graeme Souness (Blackburn Rovers) 18 anni Sam Allardyce (Bolton Wanderers) 10 anni Alan Curbishley (Charlton Athletic) 13 anni Claudio Ranieri (Chelsea) 17 anni David Moyes (Everton) 7 anni Chris Coleman (Fulham) 1 anno Eddie Gray (Leeds United) 1 anno Micky Adams (Leicester City) 7 anni Gerard Houllier (Liverpool) 12 anni Kevin Keegan (Manchester City) 9 anni Sir Alex Ferguson (Manchester United) 26 anni Steve McClaren (Middlesbrough) 2 anni Sir Bobby Robson (Newcastle United) 24 anni Harry Redknapp (Portsmouth) 20 anni Paul Sturrock (Southampton) 11 anni David Pleat (Tottenham Hotspur) 19 anni Dave Jones (Wolverhampton Wanderers) 9 anni Serie A Giovanni Galeone (Ancona) Francesco Guidolin (Bologna) Carletto Mazzone (Brescia) Luigi Del Neri (Chievo) 20 anni 17 anni 36 anni 14 anni Attilio Perotti (Empoli) Alberto Zaccheroni (Inter) Marcello Lippi (Juventus) Roberto Mancini (Lazio) Delio Rossi (Lecce) Carlo Ancelotti (Milan) Gianfranco Bellotto (Modena) Claudio Prandelli (Parma) Serse Cosmi (Perugia) Giancarlo Camolese (Reggina) Fabio Capello (Roma) Walter Novellino (Sampdoria) Giuseppe Papadopulo (Siena) Luciano Spalletti (Udinese) 19 anni 16 anni 19 anni 4 anni 11 anni 9 anni 12 anni 8 anni 8 anni 4 anni 13 anni 12 anni 17 anni 10 anni 19 SCUOLA ALLENATORI TECNICO-TATTICA APPENDICE 3 - ESONERI ALLENATORI Allenatori che hanno guidato una squadra di Serie A o Serie B nel triennio comprendente le stagioni 2000-01, 2001-02 e 2002-03. Agostinelli Ancelotti Antonelli Arrigoni S. Baldini Bellotto Beretta Bianchi Bolchi Brini Burgnich Buso Cabrini Cagni Camolese Capello Carboni Carmignani Cavasin Chiarugi Colomba Cosmi Cuccureddu Cuoghi Cuper De Biasi De Canio Del Neri Piacenza, Ternana Juventus, Milan Monza Palermo (2 volte), Messina (2 volte) Empoli Cagliari, Sampdoria, Venezia Ternana Fiorentina Messina, Genoa (2 volte), Ternana Ancona Pescara Venezia Crotone Sampdoria, Piacenza Torino Roma Genoa Parma Lecce Fiorentina Napoli (2 volte), Reggina, Perugia Crotone Crotone Inter Modena Napoli, Reggina, Udinese Chievo De Rosa Dominissini Donadoni Eriksson Fascetti Galeone Glerean Guerini Guidolin Gustinetti Hodgson Iachini Lippi Magni Maldini Malesani Mancini Mandorlini Materazzi Matteoli Mazzone Mondonico Moro Mutti Nicoletti Novellino Nuciari Oddo Onofri Papadopulo Cosenza (2 volte) Como Livorno Lazio Como, Vicenza, Bari Pescara Palermo, Cittadella Siena, Catania Bologna Treviso Udinese Venezia Inter, Juventus Genoa Milan Parma, Verona Fiorentina, Lazio Vicenza Cagliari, Crotone Cagliari Brescia Cosenza (2 volte), Napoli Vicenza Palermo, Cosenza, Reggina Pistoiese (2 volte) Piacenza, Sampdoria Cagliari Messina, Salernitana (2 volte) Genoa Crotone, Siena (2 volte) Passarella Parma Pellegrino Catania Perotti Bari, Verona Pillon Pistoiese, Ascoli Prandelli Venezia, Parma Reja Vicenza, Genoa, Catania D. Rossi Pescara (2 volte), Lecce E. Rossi Triestina Rumignani Ravenna Sala Cagliari, Cosenza (2 volte), Siena Salvioni Cosenza Santarini Ravenna Sciannimanico Bari Scoglio Genoa, Napoli Simoni Ancona, Torino Sonetti Palermo, Cagliari, Salernitana Spalletti Ancona, Udinese (2 volte) Stringara Pistoiese Tardelli Inter, Bari Terim Fiorentina, Milan Tobia Ternana Torrente Genoa Toshack Catania Ulivieri Torino, Parma Varrella Salernitana Vavassori Atalanta Ventura Cagliari, Udinese Zaccheroni Lazio, Milan Zeman Salernitana, Napoli Zoff Lazio Allenatori che hanno guidato una squadra di Premier League o First Division nel triennio comprendente le stagioni 2000-01, 2001-02 e 2002-03 Adams Aldridge Allardyce Bassett Brooking Brown Bruce Burley Burton 20 Leicester City Tranmere Rovers Bolton Wanderers Leicester City, Barnsley West Ham Preston North End Birmigham City, Crystal Palace, Huddersfield Ipswich Town, Derby County Wimbledon Claridge Coleman Coppell Cotterill Curbishley Ferguson G. Francis T. Francis Gradi Graham Portsmouth Fulham Brighton Stoke Charlton Athletic Manchester United Queen’s Park Rangers Birmingham City, Crystal Palace Crewe Alexandra Tottenham Hotspur Gray Graydon Gregory Groves Hamilton Hart Hessenthaler Hinshelwood Hoddle Southampton Walsall Aston Villa, Derby County Grimsby Norwich Nottingham Forest Gillingham Brighton Southampton, Tottenham Hotspur Holloway Houllier Hutchings Jefferies Jewell Jones Keegan Kember Kilner Law Lawrence Lewington Lee Macari McAllister McCarthy McClaren McGhee Megson Mills Queen’s Park Rangers Liverpool Bradford City Bradford City Sheffield Wednesday Wolves Manchester City Crystal Palace Stockport Bradford City Grimsby Watford Wolves, Walsall Huddersfield Coventry City Sunderland Middlesbrough Millwall West Bromwich Albion Birmingham City Moore Moyes Murdoch Nilsson òLeary Pardew Palmer Platt Pleat Pulis Ranieri Redknapp Reid Rix Bo. Robson Br. Robson Roeder Royle Sheedy Rotherham Everton, Preston North End Wimbledon Coventry City Leeds United Reading Parkin- Barnsley Stockport Nottingham Forest Tottenham Hotspur Portsmouth, Stoke Chelsea West Ham, Portsmouth Leeds United, Sunderland Portsmouth Newcastle United Middlesbrough West Ham Ipswich Town, Manchester City Tranmere Rovers - I dati confermano quello che molti sospettano: in Italia è facile essere esonerati, molto più che in Inghilterra. Nel triennio preso in considerazione, le squadre di Serie A e B hanno avuto una media di 3,8 allenatori, cioè più di uno a stagione (la statistica comprende i casi in cui un tecnico viene esonerato e poi richiamato). Viceversa, le squadre di Premier League e First Division hanno avuto una media di 2,4 allenatori. Un divario assai sensibile, reso ancora più notevole dal fatto che, in Inghilterra (a differenza dell’Italia) gli allenatori possono cambiare club a metà stagione, un fatto che, logicamente, tende ad inflazionare il numero di avvicendamenti nel calcio inglese. - Nel triennio esaminato 46 squadre hanno giocato in Serie A o Serie B, contro le 50 che hanno conteso il titolo di Premiership o First Division. Tra le italiane, otto squadre (Chievo, Empoli, Roma, Modena, Atalanta, Brescia, Bologna e Perugia) hanno avuto lo stesso allenatore per l’intero triennio. Si tratta del 17,3 per cento. Viceversa, tra le inglesi, ben quattordici (Arsenal, Manchester United, Liverpool, Charlton Athletic, Newcastle, Blackburn Rovers, Bolton Wanderers, West Bromwich Albion, Burnley, Sheffield United, Gillingham, Crewe Alexandra, Millwall, e Ro- Shreeves A. Smith J. Smith W. Smith Souness Spackman Strachan G. Taylor P. Taylor Ternent Tigana Todd Venables Vialli Ward Warnock Wenger Wilkinson Worthington Yorath Sheffield Wednesday Crystal Palace Derby County Everton Blackburn Rovers Barnsley Southampton, Coventry City Aston Villa, Watford Leicester City Burnley Fulham Coventry Leeds United, Midddlesbrough Chelsea, Watford Wolves Sheffield United Arsenal Sunderland Norwich Sheffield Wednesday therham) non hanno variato la guida tecnica. Una percentuale del 28 per cento. - Nel triennio sono 88 gli allenatori italiani che hanno lavorato in Serie A e B. E sono 88 anche i tecnici inglesi che hanno operato in Premier League o First Division. A prima vista non vi è una grande differenza. Ma guardando da vicino si notano delle cose interessanti. - 72 degli 88 tecnici inglesi hanno allenato una sola squadra (81,8 per cento). 15 (il 17 per cento) hanno allenato due squadre, mentre uno solo (1,1 per cento) ha avuto tre incarichi. In Italia invece 51 (il 57,9 per cento) ha avuto un solo incarico, mentre 23 (26,1 per cento) hanno avuto due squadre (o due incarichi con lo stesso club), 11 (12,5 per cento) hanno avuto tre squadre e 3 tecnici (3,4 per cento( hanno avuto addirittura quattro incarichi. - Questi dati sembrano indicare che, se è vero che in Italia si viene esonerati più facilmente, è altrettanto vero che in Italia si è più disposti a dare una seconda opportunità ad un allenatore esonerato. 21 SCUOLA ALLENATORI PREPARAZIONE FISICA L’INFLUENZA DEI RITMI BIOLOGICI SUL CALCIATORE PROFESSIONISTA di Luca Agoglia* L a presenza di oscillazioni ritmiche funzionali è un fe- Kleiterman nel 1963 ipotizzò che la corrispondenza tra l’andamen- nomeno ormai emerso a tutti i livelli dell’organizza- to della temperatura corporea (ritenuta espressione del metaboli- zione bio-psicologica. L’esistenza di un’organizza- smo generale e quindi indice del livello di attivazione), il vigore fi- zione ciclica è stata dimostrata nel funzionamento sico e l’efficienza comportamentale avevano un andamento simile dei costituenti delle cellule, dei tessuti, dei sistemi a quello della temperatura corporea. Egli notò una variazione tem- organici, fino alle funzioni degli organismi animali porale con un minimo nelle ultime ore della notte ed un massimo superiori. Molti di questi cicli seguono il ritmo di cir- nel tardo pomeriggio. Successivamente emerse come molte funzio- ca 24 ore scandito dall’alternarsi della luce e del buio, a sua vol- ni subivano una relazione di fase con la temperatura corporea. ta vengono determinati dalla rotazione terrestre. Uno degli effet- Per esempio i compiti che richiedono l’uso della memoria a breve ti più noti di queste fluttuazioni è rappresentato dall’andamento termine sembrano poter essere svolti in maniera ottimale la mat- della temperatura corporea. tina quando il livello della temperatura è ancora basso (Folkard Gli esseri umani appartengono alla categoria degli omeotermi, 1982). Negli anni successivi Querrioux e Coulomber (1990) deci- cioè di quella specie capace di mantenere una temperatura cor- dono di analizzare nel dettaglio questa scoperta ed in un loro stu- porea relativamente stabile, indipendentemente dalle variazioni dio specificano che la relazione e le curve di efficienza variano in climatiche dell’ambiente esterno. Nonostante questa capacità du- base al processo cognitivo che andiamo a stimolare. rante l’arco delle 24 ore la temperatura corporea mostra oscilla- È quindi evidente che l’efficienza comportamentale varia in ma- zioni periodiche spontanee regolari essendo minima (bradifase) niera ciclica; compiti che richiedono l’utilizzo di processi cognitivi all’avvicinarsi dell’alba (tra le 3 e le 5 del mattino) e massima differenti possono assumere una propria periodicità e raggiun- (acrofase) tra le 7:00 e le 20:00. gere la loro acrofase in vari momenti della giornata. Questa trat- La necessità di descrivere i fenomeni legati alla periodicità nell’an- tazione vuole presentare alcune applicazioni dirette alla pratica damento delle funzioni biologiche ha così determinato la nascita e sportiva del calcio dei principi di cronobiologia individuando co- lo sviluppo della cronobiologia, disciplina che ha avuto origine al- me i ritmi biologici possano andare ad influenzare la preparazio- l’inizio del nostro secolo ma che si è affermata definitivamente so- ne e la prestazione atletica degli atleti di alto livello. lo nell’ultimo quarantennio. Il concetto della cronobiologia è legato all’esistenza di uno o più orologi biologici che regolano l’andamento temporale di numerose funzioni biologiche permettendo al- I RITMI CIRCADIANI l’organismo di prevedere le variazioni cicliche dell’ambiente circo- La presenza di ritmi circadiani è stata osservata in moltissimi or- stante e garantire le opportune strategie di adattamento. ganismi dalle alghe unicellulari fino ad arrivare all’uomo. Nell’uo- La dimostrazione dell’esistenza di fluttuazioni cicliche delle fun- mo alcune strutture cellulari sono particolarmente sensibili ai rit- zioni biologiche ha spinto i ricercatori ad interessarsi a tali oscil- mi (nuclei cerebrali come il nucleo soprachiasmatico), organi e si- lazioni anche dal punto di vista comportamentale. Oggi si può af- stemi di organi (apparato endocrino), e come conseguenza finale fermare che la cronopsicologia sia una disciplina in piena espan- l’apparato in toto (prestazione fisica, alternanza sonno veglia). sione in grado di fornire importanti messaggi alla psicologia dello sport. 22 *Tesi di fine studio del Corso per Preparatori Atletici 2003/2004 Anche la genetica studia i ritmi biologici in quanto l’organismo A = Ampiezza: metà della differenza tra massimo e minimo della umano, il regno animale e vegetale si sono evoluti nel corso di mi- curva cosinusoidale ovvero metà della escursione dell’oscil- lioni di anni in un ambiente periodico per quanto riguarda l’alter- lazione. narsi di luce ed oscurità creando una base di tipo genetico. Φ = acrofase: ora del valore massimo assunto dalla curva cosi- Il principale sincronizzatore del ritmo circadiano nell’uomo è il rit- nusoidale espressa in riferimento ad un definito tempo zero. mo luce/buio ma hanno anche grande importanza le interazioni In genere le ore 0:00 dell’orologio vengono fatte coincidere sociali. con 0 gradi. Per definizione, una manifestazione ritmica si ottiene alla presenza di un fenomeno che si presenta ad intervalli regolari (P. BARATTINI. RITMI CIRCADIANI, PRESTAZIONE ATLETICA e DISCRO- I ritmi circadiani vengono studiati non solo per applicazioni fisio- NISMO TRANSMERIDIANO. Medicina dello Sport Volume 50 Giu- logiche ma anche per evidenti fenomeni patologici. I più noti so- gno 1997 (p127-136)). no sicuramente l’ischemia transitoria e l’infarto del miocardio che Se vogliamo rappresentare il fenomeno in questione all’interno di presentano una massima frequenza proprio nelle prime ore del un grafico possiamo utilizzare l’espressione matematica di un’on- mattino. In molteplici situazioni in medicina si applicano finestre da, essa risulta caratterizzata da alcuni parametri. Ricordiamo in terapeutiche circadiane andando a somministrare farmaci in de- particolare: la frequenza (υ) ovvero quanti picchi dell’onda si ma- terminate ore. nifestano nell’unità di tempo ed il periodo (τ), ovvero il tempo che L’attuale letteratura scientifica evidenzia come nei mammiferi il intercorre tra i due picchi (τ =1/υ). sistema circadiano è organizzato da: Per ritmi biologici intendiamo le oscillazioni di variabili fisico-chi- 1 – Nucleo soprachiasmatico (NSC). miche e fisiologiche che caratterizzano gli organismi viventi e 2 – Fotorecettori Retinici che proiettano al NSC. vengono come prima istanza classificati in base al periodo (?). 3 – Epifisi o Ghiandola Pineale che secerne la melatonina (ormo- I ritmi circadiani (“Circa”→ intorno; “Dies”→ Giorno) sono quel- ne in grado di regolare il ritmo sonno veglia). li aventi periodo tra le 20 e le 28 ore. Per dimostrare l’esistenza di È quindi il nucleo soprachiamatico il principale regolatore dei rit- un ritmo biologico in grado di regolare una determinata funzione mi circadiani. è indispensabile effettuare una serie precisa di rilevazioni pari al- Si tratta di un complesso cellulare formato da 16.000 coppie di meno al tempo indagato. nuclei localizzati nell’ipotalamo. La maggior parte delle ricerche si Per tracciare la curva cosinusoidale in grado di rappresentare i da- sono concentrate su questo nucleo per diversi motivi. Essendo ti sperimentali viene utilizzata la seguente funzione coseno utiliz- posto sopra il chiasma ottico, dove transitano incrociandosi i fa- zando un metodo di statistica interferenziale chiamato “cosinor”. sci nervosi provenienti dai bulbi oculari, il nucleo soprachiasmati- Y(t) = M+A (cos (ω t + Φ) co è sensibile alle stimolazioni luminose che colpiscono la retina Y(t) = valore della variabile al tempo. e quindi si trovano in una delle sedi ottimali per recepire e ri- ω = frequenza angolare espressa in gradi. (ω = 360°/τ). spondere alle informazioni fornite dagli Zeitgeber (fattori esterni) 360° viene considerato un ciclo completo e viene indicato come ed in particolare alla presenza di luce e buio. modello per il ritmo circadiano. Inoltre i nuclei soprachiasmatici sono in una stretta correlazione I parametri del modello sono: funzionale con la ghiandola pineale, che regola le fluttuazioni di M = Mesor (Midline Estimating Of Rhythm), ovvero valore medio numerosi ormoni, tra cui quelle della melatonina. Una importan- della curva sinusoidale. te prova di questa correlazione è determinata dal fatto che la le- Il mesor, quando i dati sono raccolti ad intervalli di tempo rego- sione selettiva di uno di questi nuclei determina la scomparsa di lare, coincide con la media aritmetica ed ha un significato affine alcuni ritmi circadiani. Ad esempio il ciclo sonno-veglia assume un ad essa. andamento fortemente irregolare. 23 SCUOLA ALLENATORI PREPARAZIONE FISICA BASI SCIENTIFICHE DEL SONNO E DEI RITMI CIRCADIANI – DOTTORESSA ELISA FRISALDI – TESI Anche nei tessuti periferici esistono oscillazioni circadiane dell’espressione genica. Si pensa che il NSC abbia il ruolo di SOSTENERE e SINCRONIZZARE tale ritmicità. Immagine tratta dal Basi scientifiche del sonno e dei ritmi circadiani la sostanza più abbondante del NSC è l’acido g-Aminobutirrico (GABA) che probabilmente agisce come neurotrasmettitore in tutti i neuroni di tale complesso. In questo modo gli stimoli provenienti dal NSC vengono convertiti in programmi temporali per l’intero organismo che può così adattarsi alle variazioni stagionali, alle diverse condizioni metaboliche. Esiste anche un piccolo sottogruppo di cellule gangliari retiniche dette fotorecettori circadiani che non elaborano informazioni visive bensì trasportano “informazioni sulla luce”. I risultati sperimentali dimostrano che: • Ogni cellula neuronale del NSC è in grado di generare e regolare ritmi circadiani. • Nel NSC c’è un’elevata densità neuronale questo permette un’estesa sovrapposizione delle membrane cellulari incrementando tutti gli scambi intra-cellulari e favorire la sincronizzazione dei ritmi circadiani. • Il sistema circadiano è sincronizzato quando oscilla ad una frequenza vicina alla frequenza più espressa all’interno della popolazione neuronale del NSC. 24 Una ricerca di Procl Natl Acad (Sci:68, 1971) Konopa RJ e Benzer S pio i viaggi intercontinentali che gli atleti devono effettuare per ha messo in luce che anche nella Drosophila esiste un gene deno- quando affrontano delle trasferte in paesi con il fuso orario diffe- minato period (per) che altera la lunghezza del periodo circadiano. rente a quello ‘biologico’. Successivamente sono stati identificati altri geni di Drosophila I disturbi che derivano dall’operare in momenti in cui i nostri oro- che mutati determinano alterazione della lunghezza del periodo logi biologici sono sincronizzati ‘sul sonno’ si manifestano con il o la perdita della ritmicità circadiana. Questi sono stati denomi- verificarsi di eccessiva sonnolenza o stanchezza in orari diurni, nati geni CLOCK. Inoltre Evidenze sperimentali attestano che i problemi gastrici o intestinali, calo nel tono dell’umore, irritabili- geni CLOCK non sono espressi solo nel NSC bensì anche nei tes- tà, difficoltà di concentrazione. Tutti questi sintomi sono stati clas- suti periferici. ulteriore conferma del fatto che le modulazioni cir- sificati da Strampi nel 1991 e prendono il nome di sindrome da cadiane sono presenti sia nel sistema nervoso centrare che nei maladattamento circadiano e possono andare a limitare forte- tessuti periferici. mente la prestazione di un atleta nel momento della gara. I progressi della cronobiologia e lo sviluppo dello studio delle vaIL RITMO SONNO VEGLIA rie fasi in cui si articola il sonno hanno permesso in anni recenti di elaborare delle strategie adeguate ad affrontare il problema in (PIRRITANO, M., LUCIDI, F. & VIOLANI, C. (1997). La sindrome da Jet modo efficace. Il concetto chiave per una corretta articolazione di Lag in atleti italiano di alto livello. SDS - Rivista di Cultura Sportiva, tali strategie è quello secondo cui gli strumenti cronobiologici Anno XVI Nº. 39 (luglio-Settembre): 10-14. Scuola dello Sport). agiscono diversamente a seconda del momento di applicazione. Il mondo in cui viviamo oscilla continuamente in una alternanza di Somministrando melatonina nel tardo pomeriggio (tramonto sog- luce e buio con un ritmo di 24 ore. Questo ritmo nel processo evo- gettivo) avviene un anticipo nella fase dei ritmi biologici, mentre lutivo ha creato adattamenti genetici che va ad influenzare alcune la sua somministrazione nelle prime ore della mattina (alba sog- delle principali funzioni comportamentali, fisiologiche e neuroen- gettiva) determina un ritardo nel sistema circadiano dell’indivi- docrine, il sonno e la veglia, la temperatura corporea, i livelli della duo. Discorso analogo può essere fatto per altri farmaci come le vigilanza ed anche quello delle performance. In condizioni di luce benzodiapzepine o altri farmaci antidepressivi. o di buio costanti, per esempio all’interno di grotte sotterranee o La moderna cronobiologia ha comunque studiato delle applicazio- in laboratori isolati dalla luce e dai rumori, le principali funzioni ni che possono anche non prevedere l’uso di farmaci con l’obietti- biopsicologiche mantengono oscillazioni costanti, con un periodo vo di andare ad intervenire sul fattore provocante lo sfasamento regolare, in media leggermente più lungo delle 24 ore. Questo di- del ciclo del sonno. Gli interventi in questione sono la cronotera- mostra la presenza di uno (o più) orologi biologici interni. pia, la fototerapia (o terapia della luce), e l’igiene del sonno. Nelle condizioni usuali i ritmi hanno un periodo di 24 ore, perché sono sincronizzati dai cosiddetti Zeitgeber. Cronoterapia Negli esseri umani i principali zetigeber sono: Le prime forme di riabilitazione cronoterapica (Czeiler et al. 1986) a) Di natura comportamentale: la conoscenza dell’ora, orario dei consistevano in un progressivo riadattamento degli orari dedicati pasti, l’attività lavorativa. b) Di natura biologica: principalmente la luce di intensità superiore a 1000 lux. al proprio sonno, sino al raggiungimento dell’orario desiderato. L’intervento consiste nel porre il soggetto in condizioni di freerunning andando ad eliminare indicatori fisici e sociali dello scor- Negli anni recenti esiste un numero crescente di situazioni in cui gli rere del tempo (come l’alternanza di luce e buio e gli orari dei pa- zeitgeber ambientali forniscono informazioni fortemente discrepan- sti). In questo modo la sensazione di arrivo del sonno rallentava ti rispetto a quelle degli orologi biologici interni dell’organismo. di tre ore ogni giorno; l’obiettivo era quello di determinare un ri- Questo tipo di condizioni si verificano con notevole frequenza an- tardo analogo nell’orario del risveglio seguito da un immediato che nella pratica sportiva a livello agonistico. Prendiamo ad esem- abbandono del letto. In via teorica nel giro di 8 giorni sarebbe co25 SCUOLA ALLENATORI PREPARAZIONE FISICA sì possibile effettuare uno sfasamento di 24 ore. Questa via co- Nell’uomo, a differenza rispetto ad alcuni animali, l’esposizione ad munque risulta particolarmente difficile da percorrere in quanto un unico flash non è sufficiente per creare uno spostamento nella richiede un’alta motivazione da parte del soggetto e delle attrez- fase di alcuni ritmi biologici. È quindi necessaria una esposizione zature di laboratorio in gradi di simulare condizioni esterne di protratta e ripetuta. La fototerapia consiste nell’esposizione alla lu- orario. L’atleta inoltre si trova in una condizione che può influen- ce sfruttando alcune particolari lampade composte da 4 ad 8 tubi zare negativamente il suo stato di benessere. fluorescenti simili a quelle più conosciute in uso nei solarium. Questi strumenti utilizzano wattaggi variabili tra i 15 ed i 65 watt. La fototerapia o terapia della luce Il livello di luce ad un metro di distanza corrisponde circa a 2500 Una pratica particolarmente recente per ottenere un trattamento lux, sufficiente a bloccare la secrezione di melatonina (livelli infe- dei disturbi collegati ad un cattivo adattamento circadiano è ba- riori tendono solo a ridurla). sata sull’uso del principale sincronizzatore ambientale: la luce. Sebbene l’importanza della luce nella regolazione della fluttuazioni circadiane nelle piante e negli animali sia nota da lungo tempo. Recentemente è stata riconosciuta la possibilità di modificare la struttura dei ritmi circadiani nei soggetti umani attraverso una adeguata esposizione a fonti luminose. Da alcuni studi (Lewy, Rosenthal 1985) risultò che il meccanismo ha una azione riflessa diretta sulla melatonina. Durante la terapia non è per forza necessario fissare la lampada continuamente, è possibile effettuare attività come leggere un libro ricordandosi di guardare verso la luce ogni 70-80 secondi. Partendo proprio dai risultati di queste prime ricerche alcuni stu- Le modifiche dell’orologio biologico rappresentate nel grafico diosi hanno ipotizzato che una esposizione intensa a fonti lumi- vengono dette Phase Response Curve e compaiono a seguito di nose potesse andare ad alterare i principali ritmi circadiani e una sessione di irraggiamento. quindi potesse essere indicata nel trattamento dei disturbi legati Lo spostamento dell’orologio biologico con la presenza della PRC al sonno o al Jet lag dei turni di lavoro. cambia in relazione al tempo di esposizione all’irraggiamento. 26 L’obiettivo della fototerapia è quindi quello di ridurre gli effetti legati alla desincronizzazione tra il pacemaker circadiano interno e gli zeit- L’IGIENE DEL SONNO FONDAMENTI SCIENTIFICI DELLE NORME DI IGIENE DEL SONNO geber esterni che si generano ad esempio con il cambio di fuso ora- (Documento tratto dal centro di medicina del sonno istituto neu- rio. Alcuni dati indicano che tre individui su quattro a seguito di un rologico C. Mondino - Pavia) viaggio transmeridiano soffrono dei sintomi da Jet Lag ed una ricer- Il principio basilare su cui si fondano i concetti della vita di un at- ca effettuata dal CONI evidenzia come i risultati prestazionali di leta devono obbligatoriamente passare da una corretta igene del alcuni atleti sottoposti a Jet Lag presentano dei decrementi. sonno. Questa metodica consiste semplicemente nel mettere in pratica alcune basilari regole di comportamento che facilitano il La somministrazione della fototerapia deve seguire questi sem- sonno. La più semplice è quella di mantenere un ritmo sonno-ve- plici concetti di base: glia costante e poco variabile. Ci sono poi alcune indicazioni: 1) Nei viaggi transmeridiani verso ovest l’orologio biologico del- 1. La stanza in cui si dorme non dovrebbe ospitare altro che l’es- l’atleta viene spostato avanti rispetto all’orario locale. In que- senziale per domire. È da sconsigliare la collocazione nella ca- sto caso una applicazione fototerapica tardo pomeridiana può mera da letto di televisore, computer, scrivanie per evitare di risultare utile. stabilire legami tra attività non rilassanti e l’ambiente in cui 2) Nei i viaggi verso est un’esposizione mattutina alla fototerapia può facilitare il necessario anticipo della fase. si deve invece stabilire una condizione di relax che favorisca l’inizio ed il mantenimento del sonno notturno. 2. La stanza in cui si dorme deve essere sufficientemente buia, Un esempio di fototerapia applicata è quello della compagnia silenziosa e di temperatura adeguata (evitare eccesso di cal- di volo Japan Air Lines che ha installato nell’aeroporto di San do o di freddo). Francesco una stanza adibita alla fototerapia proprio per limi- 3. Evitare di assumere, in particolare nelle ore serali, bevande a tare gli effetti della Jat Lag sui propri piloti. Sasaki nel 1989 ha base di caffeina e simili (caffè, the, coca-cola, cioccolata). rilevato che gli effetti erano particolarmente positivi soprat- 4. Evitare di assumere nelle ore serali o, peggio, a scopo ipnoin- tutto se la terapia veniva ottimizzata con l’assunzione di vitamina B12 per due settimane prima del volo e nella settimana successiva. ducente , bevande alcoliche (vino, birra, superalcolici). 5. Evitare pasti serali ipercalorici o comunque abbondanti e ad alto contenuto di proteine (carne, pesce). 6. Evitare il fumo di tabacco nelle ore serali. I consigli di alcuni studiosi come Rosenthal e Weizman sono quel- 7. Evitare sonnellini diurni, eccetto un breve sonnellino post- li di utilizzare la fototerapia (LT – Light Terapy) a 2500 lux in que- prandiale.Evitare in particolare sonnellini dopo cena, nella fa- sto modo: scia oraria prima di coricarsi. - Per i soggetti che tendono ad addormentarsi troppo tardi, la col- 8. Evitare, nelle ore prima di coricarsi, l’esercizio fisico di medio- locazione mattutina della fototerapia permette un anticipo del- alta intensità (per es. palestra). L’esercizio fisico È invece au- la fase del sonno. spicabile nel tardo pomeriggio. - Per i soggetti che tendono a svegliarsi in un orario particolarmente anticipato la fototerapia viene applicata nel tardo pomeriggio. 9. Il bagno caldo serale non dovrebbe essere fatto nell’immediatezza di coricarsi ma a distanza di 1-2 ore. 10. Evitare, nelle ore prima di coricarsi, di impegnarsi in attività che risultano particolarmente coinvolgenti sul piano mentale Terman ed i suoi collaboratori affermano che per evitare fastidio- e/o emotivo (studio; lavoro al computer; video-giochi etc…) si sintomi collaterali è necessario l’uso di alcune cautele evitando 11. Cercare di coricarsi la sera e alzarsi al mattino in orari regola- l’uso di antidepressivi triciclici, fenotiazine, antistaminici, ed in ri e costanti e quanto piu’ possibile consoni alla propria ten- generale tutti i farmaci potenzialmente fotosensibili. denza naturale al sonno. 27 SCUOLA ALLENATORI PREPARAZIONE FISICA 12. Non protrarre eccessivamente il tempo trascorso a letto di LE NORME COMPORTAMENTALI notte, anticipando l’ora di coricarsi e/o posticipando l’ora di Il ciclo sonno-veglia del nostro organismo È regolato da quello alzarsi al mattino. che viene comunemente chiamato “orologio interno”, un complesso meccanismo neuro-ormonale, di cui fanno parte determi- LE NORME AMBIENTALI nate zone del sistema nervoso centrale (principalmente il dience- Sono quelle che risultano maggiormente intuitive. Fattori quali la falo; la ghiandola pineale con la secrezione della melatonina) e luce, il rumore o sensazioni fisiche fastidiose (fino al dolore), co- che, anche in assenza di stimoli esterni, fa sì che noi ciclicamente stituiscono stimoli che a livello del sistema nervoso centrale atti- alterniamo veglia e sonno secondo un ritmo che è un po’ più lun- vano i sistemi della veglia, rendendo difficile l’innesco o il mante- go di quello cui ci “costringe” il mondo esterno: la nostra giorna- nimento del sonno. Una buona igiene dell’ambiente, favorirà il re- ta “interna” sarebbe di 25 ore (ritmo “circadiano”); quella socia- lax in senso fisico e psicologico attraverso l’attenuazione degli le-convenzionale è, come tutti sappiamo, di 24 ore. stimoli fisici risveglianti e l’allontanamento dagli oggetti simbolo Tale adattamento è possibile in quanto il nostro sistema di rego- dell’attività di veglia, i.e. scrivanie,computer etc… lazione interna è adattabile e si lascia ritmare dagli stimoli esterni (soprattutto dall’alternanza di luce/buio. La luce, attraverso la LE NORME DIETETICHE retina, manda impulsi al diencefalo e interferisce con la secrezio- La caffeina e le sostanze analoghe esercitano a livello dei centri ne di melatonina). nervosi (tronco dell’encefalo e corteccia cerebrale) una attività Tra i tanti fattori che possono contribuire a mantenere il nostro eccitante e dunque risvegliante. orologio interno “regolato” e in fase con gli stimoli del mondo Esistono studi sperimentali su volontari sani, che dimostrano co- esterno , senz’altro è importante il mantenimento di abitudini e me in determinate dosi e tempi di somministrazione la caffeina orari di sonno quanto più possibile regolari e costanti. induce insonnia. Diversamente disorientiamo il nostro orologio interno e facciamo L’alcol è al contrario un sedativo, ma la sua azione è molto ra- si che il nostro sistema veglia/sonno diventi irregolare, con inson- pida. Dopo aver velocemente favorito il sonno, l’alcol viene eli- nia notturna e sonnolenza diurna, in modo simile a quello che minato rapidamente dall’organismo e il sistema nervoso cen- succede ai lavoratori turnisti, costretti da motivi professionali a trale entra (come accade nelle “sindromi di astinenza”) in uno variare i propri orari e dormire o vegliare in orari non consueti. stato di relativa “ipereccitabilità” con conseguente facilitazio- Una breve “siesta” nel primissimo pomeriggio, è un fatto fisiolo- ne dei sistemi della veglia e quindi risvegli nel corso del sonno gico per molti di noi e non interferisce significativamente con il notturno. sonno notturno. Il fumo di sigaretta o pipa comportano assunzione di nicotina, so- Sonnellini serotini o dopo cena invece sono deleteri per la quan- stanza con effetti eccitanti sul sistema nervoso centrale. Il fumo tità e qualità del sonno notturno perché “consumano” in antici- inoltre ha effetti irritanti e congestionanti sulle vie respiratorie e po la quota di sonno che dovremmo “consumare” nella notte. può quindi favorire la comparsa di disturbi respiratori durante il L’esercizio fisico influenza il sonno a seconda dell’intensità, della sonno con conseguenti disturbi del sonno stesso. durata e dell’ora in cui viene praticato. È verosimile che l’eserci- La dieta a base di zuccheri (amidi del riso e della pasta; fruttosio, zio fisico influenzi il sonno attraverso più meccanismi: saccarosio) favorisce l’innesco e il mantenimento del sono facili- 1) aumento della temperatura corporea tando l’assorbimento di un aminoacido, il triptofano, che entra 2) modificazione nella secrezione di melatonina nella sintesi della Serotonina, sostanza che ha un ruolo impor- 3) influenza sul livello di relax e comfort psico-fisico. tante nella regolazione del sonno. Al contrario un pasto proteico La regolazione della temperatura corporea è strettamente con- tende a rendere più difficile l’assorbimento di questo aminoacido. nessa con quella del ciclo sonno/veglia. Alla diminuzione della Cibi ricchi in triptofano possono favorire il sonno. temperatura corrisponde un aumento della propensione al sonno. 28 Praticando esercizio fisico nelle ore precedenti l’ora di coricarci, Questo problema è dovuto alla maggiore difficoltà che per sua na- provocheremo un aumento di temperatura inizialmente, che poi tura l’orologio biologico possiede nell’adattarsi agli anticipi di fase. scenderà al momento in cui ci coricheremo, creando una condi- c) Caratteristiche individuali del viaggiatore zione di propensione al sonno. a. Età: gli effetti del Jet Lag sembrano proporzionati all’età del In modo analogo possono essere spiegate le relazioni tra bagno soggetto. Nei soggetti più anziani i parametri del sonno re- caldo serale e facilitazione del sonno. gistrano alterazioni di maggiore durata e gravità. b. Tipologia circadiana: esistono alcuni soggetti in cui il livello LA SINDROME DA JET LAG Mirella Porritano, Alberto Cei del di- di attivazione è massimo nelle prime ore o nelle ore serali della giornata. partimento di psicologia Istituto di In base alla tipologia circadiana suddividiamo quindi in indivi- scienza dello sport del Coni di Roma dui detti insieme a Fabio Lucidi e Cristiano - Matutini (gergalmente allodole) à massimi livelli attivazione Violani del dipartimento di Psicologia Università di Roma “La Sapienza” definiscono in questo modo la sindrome da Jet Lag (SDS numero 39, 1997). nelle prime ore del giorno. - Serotini (gergalmente gufi) à massimi livelli attivazione nelle ore serali. “La sindrome da Jet Lag fa seguito a rapidi spostamenti in loca- In campo sportivo gli atleti di discipline come golf o tiro al volo lità con fuso orario differente dal luogo di partenza. È caratteriz- sono prevalentemente matutini; mentre atleti come i pallanuoti- zata dalla presenza di disturbi nell’inizio e nel mantenimento del sti sono prevalentemente serotini (vedi studi di Rossi et al. 1983). sonno, difficoltà di concentrazione, affaticabiltà, irritabilità e dis- Una interessante ricerca effettuata da Recht e collaboratori nel turbi viscero-vegetativi. Questi disturbi sono particolarmente in- 1995 su atleti impegnati nella Major League per tre stagioni con- desiderabili quando ad esperirli sono atleti di alto livello impe- secutive ha messo in luce un peggioramento significativo dei ri- gnati in competizioni di internazionali.” sultati quando la direzione del viaggio di trasferimento era Est Il problema della sindrome sugli atleti sono riscontrabili sia in ma- piuttosto che verso Ovest. niera diretta nel corso della prestazione, che in maniera indiretta Numerosi studi indicano che tra le 3 e le 5 del mattino la presta- limitando la qualità degli allenamenti nei giorni immediatamente zione psicofisica raggiunge il suo minimo assoluto (bradifase). successivi all’arrivo. Si nota anche un incremento nel rischio di in- Un atleta italiano che dovesse affrontare una gara a Sidney tra le fortuni. Zani e Rossi nel 1984 suggerivano di non sottoporre ad 12 e le 14 (3 e 5 in Italia) svolgerebbe la sua attività nelle peg- allenamento gli atleti nei due giorni successivi al viaggio e gra- giori condizioni possibili. duarne l’intensità nei primi dieci. Il problema per i calciatori è che Smith e collaboratori, in uno studio sulle squadre della National spesso il viaggio di andata e quello di ritorno sono vicini. Football league statunitense nel 1997, hanno rilevato risultati mi- In genere i sintomi da Jet Lag sono di durata e gravita diretta- gliori in trasferta quando le partite si svolgono in un orario che nel- mente proporzionale: le città di provenienza corrisponde proprio alle sei del pomeriggio. a) Al numero di fusi attraversati: nella maggior parte dei casi i Sazaki nel 1980 studiò le performance della nazione di pallavolo sintomi scompaiono in breve tempo (circa 2/4 giorni) ma se il dell’URSS annotando in un diario tutte le variazioni prestazionali salto di fusi è stato cospicuo (oltre sette/otto ore) possono per- dopo un viaggio transmeridiano contro una selezione giappone- durare anche oltre i sette giorni, specie se la direzione del vo- se. I risultati mostrano come dopo i primi tre giorni la nazionale lo è stata verso est. perse gli incontri e tutti i giochi mentre nei successivi sei giorni b) Alla direzione del viaggio (verso est o verso ovest) vinse tutti gli incontri con margini sempre più larghi. L’autore af- a. 90 minuti al giorno verso ovest. fermò quindi che la risposta era dovuta ad un progressivo adat- b. 60 minuti al giorno verso est. tamento delle giocatrici al nuovo fuso orario. 29 SCUOLA ALLENATORI PREPARAZIONE FISICA In una ricerca effettuata dal CONI su 122 atleti di alta prestazio- Un problema che devono spesso affrontare le squadre di alto li- ne, di cui 36 vincitori di medaglie olimpiche risulta che l’80% de- vello è relativo ai soventi viaggi transmeridiani dei calciatori gli atleti risente dei disagi legati ai viaggi transmeridiani. I sinto- per andare a giocare con le rispettive nazionali. Un problema mi sembrano sparire in circa tre giorni ma la durata è stretta- ulteriore è dovuto al fatto che i giorni per ottenere un adatta- mente legata all’età del soggetto. mento al fuso sono sempre pochissimi (Domenica partita di Il dato caratteristico della ricerca è che i soggetti definiti matuti- campionato in Italia, Mercoledì incontro con la nazionale in un ni hanno bisogno di più tempo per abituarsi agli orari del luogo altro continente). di destinazione, mentre sembra siano in grado di non risentire Gli spostamenti quindi devono essere effettuati utilizzando dei particolari differenze se il viaggio è verso est o verso ovest. mezzi rapidi, nel caso del calciatore è indispensabile l’uso del- Da uno studio effettuato su nuotatori e ciclisti di alto livello che l’aereo mentre in altre discipline si potrebbero usare mezzi più hanno effettuato un viaggio verso est con spostamento di sei ore, ‘lenti’ per via terrestre o marittima che riducono notevolmente la capacità di forza si è normalizzata dopo tre giorni nei ciclisti e l’impatto della SJL. in quattro giorni per i nuotatori; la resistenza aerobica è tornata Andiamo ad analizzare ora nello specifico quali problemi può por- a valori normali dopo sei giorni per i ciclisti e dopo otto per i nuo- tare la sindrome da Jet Lag nel calciatore: tatori; la resistenza anaerobica nei ciclisti tornò a condizioni nor- 1) Fatica e sonnolenza durante il periodo diurno e veglia notturna. mali dopo 4 giorni (Platanov, Bulatova 1997). 2) Diminuzione della performance a livello mentale e del livello dell’attenzione. MEQ Per prendere in analisi gli atleti che effettuano viaggi transmeridiani è necessario utilizzare il Morningness – Eveningless – Que- 3) Diminuzione della performance fisica strettamente correlata ai movimenti ci coordinazione fine. 4) Problemi comportamentali e di relazione interpersonale, diminuzione nella motivazione. stionnaire. Il MEQ è lo strumento più utilizzato per definire la ti- 5) Problemi gastro-intestinali, perdita dell’appetito, nausea. pologia circadiana. 6) Riduzione della capacità di risposta del sistema immunitario. Si compone di 19 domande inerenti ad orari relative al sonno ed 7) Aumento della probabilità degli infortuni. alla veglia. Alla fine del test si è in grado di indicare la tipologia La sindrome si ripercuote con sintomi molto meno evidenti nella circadiana. fase del ‘ritorno a casa’ anche se nei giorni immediatamente successivi al rientro potrebbero esserci ancora degli squilibri dovuti Sindrome da Jet Lag (SJT) nel calciatore di alto livello al repentino cambio dell’orologio biologico del giocatore. Nel calcio europeo, anche se le competizioni internazionali impli- Purtroppo attualmente non esistono studi che hanno correlato la cano dei frequenti spostamenti, non ci sono particolari variazioni SJT (sindrome da Jet Lag) con un calo della performance sportiva nel fuso orario. Il problema assume una grande importanza inve- del calciatore. Solo due autori (Davis, 1988 cit. por Pirritano et al., ce nel caso di campionato del mondo, giochi olimpici, competi- 1997) hanno effettuato una ricerca nella quale si riscontra un evi- zioni con la nazionale di origine. Secondo alcuni autori (Reilly dente aumento del rischio dei infortuni. 1998 e Silverio 2000), i primi problemi da SJT iniziano quando il Sempre gli stessi autori comunque suppongono un calo prestati- cambiamento del fuso orario è superiore alle 3 ore. vo solo per il semplice fatto che la SJL non permette all’atleta di Silva et al., 1996 suddivide la sindrome in base alla durata degli allenarsi al massimo livello e di conseguenza ne risente la pre- effetti collaterali: stazione gara. Sindrome Acuta: sette giorni o meno. Hill et al. (1993) analizzarono l’influenza del SJL associata alla Sindrome Subacuta: da sette giorni a tre mesi. prestazione sportiva in tre differenti studi. I risultati ottenuti mo- Sindrome cronica superiore ai tre mesi. strarono che: 30 1) La squadra femminile di football degli stati uniti dopo un viag- ra corporea; l’organismo è infatti in grado di esprimere le miglio- gio transmeridiano di otto ore verso ovest presentò per due ri performance in questo senso quando la temperatura è elevata giorni dei picchi di forza dinamica molto più bassi rispetto a (tra le 17:00 e le 20:30). Il valore minimo coincide invece con un quelli misurati in precedenza. picco negativo nella temperatura (dalle 4:00 alle 6:00). 2) Un gruppo di studenti universitari di educazione fisica dopo un Dobbiamo considerare che con un viaggio transmeridiano abbia- viaggio transmediano di sette ore verso est presentò una po- mo uno sfasamento tra l’acrofase positiva e negativa della tempe- tenza ed una capacità aerobica notevolmente inferiore nelle ratura corporea, che implicherà, simultaneamente uno sposta- ore pomeridiane. mento della massima e della minima disponibilità alla performan- 3) Un gruppo di studenti universitari di educazione fisica dopo un ce fisica da parte dell’organismo. Per esempio un calciatore con viaggio transmeridiano di sette ore verso ovest presentò una una acrofase massima nella temperatura comporea ella 18:00 ed capacità anaerobica particolarmente bassa durante le prime una picco negativo alle 6:00 se deve affronare un viaggio da Por- ore del giorno. Anche in questo caso si notò un calo nella for- to a Sidney dovrà avanzare di 9 ore le lancette del proprio orolo- za dinamica . gio biologico. La sua peggiore performance sarà individuabile L’influenza negativa della SJL nella performance sportiva può pas- quindi alle 15:00 di Sidney mentre la migliore solo alle 3:00 di not- sare attraverso tre differenti percorsi (Minors et al., 1993). te. Questo può implicare forti problemi nel caso in cui la gara sia 1) Disturbi del sonno. effettuata senza un adattamento al fuso di qualche giorno. 2) Spostamento della fase in cui l’organismo è in grado di otte- Reilly (1995) precisa che l’adattamento della temperatura corpo- nere la migliore performance nel corso della giornata. 3) Desincronizzazione interna provocata da differenti velocità di adattamento ai vari ritmi circadidiani dell’organismo. rea è di circa 60 minuti al giorno per ogni fuso attraversato indipendentemente dalla direzione del viaggio. Silverio (2000) consiglia di utilizzare sempre una rilevazione orale della temperatu- Hill nel 1993 analizzò gli effetti di uno sfasamento di otto ore ver- ra interna per controllare la sincronizzazione del calciatore al so est in sette giocatori della squadra femminile di calcio degli nuovo orario. stati uniti. I risultati mettono in luce come le atlete tornarono a Ovviamente non esiste una regola fissa per l’adattamento e la velo- valori di performance normale dopo circa tre giorni. Questa trat- cità di risposta allo stimolo del fuso orario può variare da soggetto tazione si collega a quella di Pirritano 1997 e Reinberg 1998 se- a soggetto (Silva et al., 1996; Reinberg, 1998, Zani & Rossi, 1986). condo cui il ritmo sonno veglia riesce a trovare una certa stabiliz- In media: zazione dopo circa tre giorni. - Il 25% dei soggetti hanno grosse difficoltà di adattamento. Nel 2002 Amaral e Garganta hanno cercato di analizzare nel det- - Il 50% dei soggetti rientrano nella casistica generale presentan- taglio quali possono essere i problemi di performance nei calciatori di alto livello andando ad aggiungere qualcosa alla letteratura. Le modifiche del ritmo sonno veglia implicano: 1) Diminuzione della capacità cognitiva con relativi problemi nell’esecuzione tecnica di gesti complessi. do difficoltà moderate. - Il 25% dei soggetti non presentano particolari difficoltà di adattamento. (Badillo et al., 1998 cit. por Silvério, 2000). Minor (et al.) nel 1993 afferma che il fuso influenza in maniera 2) Riduzione della capacità di reazione e decisione. meno importante le attività fisiche che non richiedono una attivi- 3) Aumento della percezione dello sforzo. tà motoria complessa. 4) Diminuzione della resistenza alla fatica. Nel calcio, come conseguenza delle caratteristiche del gioco, ab- 5) Aumento delle turbe psicologiche nell’affrontare l’incontro. biamo lo stimolo di una molteplice variabilità di situazioni e quin- Sempre questi studiosi, in uno studio di Cronobiologia applicato di un processo cognitivo complesso a fianco della prestazione fi- allo sport hanno osservato come la velocità, la forza e la flessibi- sica, il tempo di sincronizzazione al FH (fuso orario) è sicuramen- lità sono altamente correlate con le fluttuazioni della temperatu- te più alto rispetto a molti altri sport (Bulatova & Platonov 1997). 31 SCUOLA ALLENATORI PREPARAZIONE FISICA In ogni caso, essendo il calcio un gioco di squadra, basta che an- DOMENICA → Incontro di campionato in Italia che solo due o tre elementi dell’ossatura del gruppo risentano Differenza fuso orario: 4 ore verso est fortemente dei sintomi del Jat Lag per creare un decremento nel- Incontro ore 21:00 Italia → 01.00 in Brasile Condizioni negative la performance della squadra (.Minors et al., 1993). STRATEGIE DA ADOTTARE Come si può notare l’atleta al ritorno in Italia potrebbe giocare una partita in orario serale alle 21 che corrispondono alla 1.00 in 1) il primo dato da prendere in considerazione è l’ora del match. Brasile. Se l’atleta è stato convocato dalla propria nazionale in 2) Successivamente calcolare di quante ore differisce il fuso. Brasile diversi giorni prima dell’incontro ed ha subito quindi un 3) Iniziare a spostare gli orari biologici e le abitudini quotidiane adattamento al fuso brasiliano, la sua prestazione potrebbe esse- di 2 ore verso il fuso, due giorni prima del volo. re davvero limitata sia nella partita che negli allenamenti dei giorni successivi in Italia. Un calciatore Italiano che deve affrontare una trasferta intercon- Un elemento da non sottovalutare assolutamente in questo caso tinentale per giocare un match con la propria nazionale in brasi- è anche l’aumento del rischio di infortunio per l’atleta soggetto le avrà uno sfasamento di 4 ore del fuso orario. Teoricamente ser- a questo tipo di stress. vono 4 giorni di adattamento per raggiungere una temperatura Bisogna comunque tenere presente che il ritorno ad un fuso ora- corporea ideale. rio abituale permette una re-sincronizzazione molto più rapida. Un match che si svolge alle 21.00 ora del Brasile corrispondenti In questo senso Reilly nel 1996 osservò come atleti che dalla alle 17.00 italiane permette ad un atleta ambientato sul fuso ita- Gran Bretagna dovevano adattarsi al fuso coreano (9 ore ad est) liano di giocare in brasile in un orario abbastanza favorevole. La ed al fuso della Malesia (6 ore ad ovest) non bastarono rispetti- prestazione infatti avviene in un momento in cui la temperatura vamente 9 e 6 giorni mentre il ritorno in patria fu molto meno corporea è ad un livello ottimale. traumatico, soprattutto per quelli che tornavano dalla Corea e Se l’atleta dovrà effettuare una semplice trasferta con la nazio- quindi verso ovest. nale e poi tornare in Italia per giocare un incontro di campionato, Il motivo per cui ci vuole più tempo per recuperare nei viaggi ver- la soluzione migliore è favorire un rientro immediato subito dopo so est (Zani & Rossi, 1986; Reinberg, 1994; Pirritani et al., 1997; l’impegno. Silvério, 2000; Maund, 2001) è da indicare nel fatto che l’organi- Se infatti l’orologio biologico iniziasse ad assestarsi sul ritmo del smo tollera con minore facilità un prolungamento della giornata fuso brasiliano, il ritorno sarebbe particolarmente problematico in mentre non subisce forti stress nel caso di riduzione. quanto in questo caso si tratterebbe di un viaggio verso est. Una interessante ricerca del 1993 fatta da Minors e alcuni suoi Con un ritorno previsto nella giornata di Giovedì, l’atleta avrebbe collaboratori afferma che l’effetto della SJL in una squadra moti- 2 giorni per recuperare nel caso in cui l’allenatore decidesse di vata, unita, altamente allenata e con esperienza di viaggi inter- utilizzarlo nella partita di campionato la domenica successiva. nazionali sarà sicuramente minore rispetto ad un gruppo che non Se il ritorno invece avvenisse il venerdì il recupero sarebbe dav- possiede queste caratteristiche. vero minimo e si potrebbe incappare nei problemi elencati in Anche Bulatova e Platonov 1997 confermano questa teoria af- precedenza. fermando che pur tenendo sempre in considerazioni le variabili individuali della velocità di adattamento ad un nuovo fuso MERCOLEDI’ → Incontro in Brasile con la Nazionale orario, gli atleti soggetti a frequenti viaggi transmeridiani ri- Differenza di fuso orario: 4 ore verso ovest escono ad adattarsi al nuovo fuso in maniera molto più rapida Incontro ore 21:00 Brasile → 17.00 Italiane rispetto ai soggetti che hanno regimi di vita con ritmi circa- Condizioni positive 32 diani stabili. Prima di effettuare il viaggio Strategie all’arrivo Una semplice strategia di preadattamento è quella di anticipare Le strategie all’arrivo variano in base al tipo di viaggio l’effetto del fuso orario modificando le sue abitudini naturali e so- - Nel caso di un viaggio verso ovest all’atleta viene consigliato di ciali, oltre a cambiare l’orario nell’andare a dormire e nello svegliarsi, già due o tre giorni prima di partire (Maund 2001). ritirarsi in camera ed andare a dormire. - Nel caso di viaggio verso est i problemi sono maggiori. È consi- Quando si sceglie il volo cercare sempre un viaggio che arrivi nel- gliabile effettuare subito una seduta di allenamento alla luce del le ore antecedenti alla notte in modo da andare a dormire dopo pomeriggio, questo dovrebbe ridurre l’insorgere di un risveglio l’arrivo. precoce la notte successiva (T. Reilly). - Nei primi giorni dopo l’arrivo evitare di sonni brevi nel corso del- Durante il viaggio la giornata. Bisogna cercare di tenere in considerazione tutti i sintomi che ca- - Tea e caffè possono essere assunti nei giorni successivi all’arri- ratterizzano la sindrome da Jet Lag. Un consiglio è quello di im- vo sfruttando il loro intervento sul sistema nervoso. Nel pome- postare il proprio orologio sul fuso del paese di destinazione per riggio per quanto concerne i viaggi verso ovest mentre la dopo affrontare la giornata con un approccio mentale corretto (Silva & cena nei viaggi ad est. Silvério, 1996). Mantenersi freschi e con la mente attiva nelle ore di volo che con- Allenamento nei primi giorni dopo l’arrivo traddistinguono il pomeriggio dell’orario di arrivo può sicura- Per i primi giorni le sedute di allenamento devono tenere forte- mente aiutare. mente in considerazione l’impatto della Jet Lag sull’atleta. Tutti i Un problema riscontrato in tutti gli atleti è la disidratazione do- lavori che richiedono l’uso della coordinazione fine devono esse- vuta al viaggio (nell’aereo l’aria è particolarmente secca – dry re evitati perché sono la principale causa di infortuni, evitare air), è quindi indispensabile bere molto soventemente ed evitare quindi il più possibile le partitelle durante l’allenamento. gli alcolici che potrebbero fungere da diuretici (stimolando la (Reilly -http://www.sportsci.org/encyc/jetlag/jetlag.html). produzione di urina). La caffeina stimola la perdita di acqua ed i Se il ritiro prevede la possibilità di effettuare un lungo periodo suoi effetti sul sistema nervoso non sono sicuramente ottimali di adattamento, nel corso della prima settimana evitare gli in- nel caso in cui si voglia cercare di dormire durante il viaggio. È contri amichevoli, che potrebbero essere introdotti a partire consigliabile effettuare i pasti in volo già utilizzando l’orario del dalla seconda settimana per poi passare nella terza settimana fuso di arrivo. alla fase competitiva. Questo per quanto concerne i viaggi ol- Un altro problema è la posizione tenuta dagli atleti durante il vo- tre oceano. lo. Capita spesso di dover rimanere seduti per diverse ore. Quan- Gli atleti e l’allenatore devono essere tranquillizzati e messi a cono- do è possibile conviene passeggiare nel corridoio e comunque ef- scenza che gli effetti della jet lag nei primi due o tre giorni possono fettuare di tanto in tanto stretching ed esercizi isometrici di po- anche incrementare portando ad un progressivo calo della perfor- stura per braccia, gambe e tronco. mance; questo calo viene riassorbito poi nei giorni successivi. La nazionale Inglese utilizza dei cuscini durante gli spostamenti in aereo per favorire la possibilità di addormentarsi nel caso in cui il Influenza sulla forza muscolare viaggio lo richieda (solitamente nei viaggi verso est). Non vengo- Esiste una forte correlazione tra i ritmi circadiani, il ritmo della no somministrati medicinali per favorire il sonno perché il loro temperatura corporea e la prestazione di forza (Reilly, T., G. At- uso potrebbe influenzare negativamente la performance tecnica è kinson and J. Waterhouse. Biological Rhythms and Exercise. Ox- difficile trovare l’orario giusto di somministrazione (molto suscet- ford University Press, 1997.). tibile da atleta ad atleta). In un lavoro effettuato su macchine isocinetiche e sulla forza iso- (Reilly -http://www.sportsci.org/encyc/jetlag/jetlag.html). metrica, si è riscontrato che il picco di forza massima si ottiene nel 33 SCUOLA ALLENATORI PREPARAZIONE FISICA tardo pomeriggio. Purtroppo nel gioco del calcio i movimenti di- In conclusione; l’orario migliore per effettuare lavori sulla forza è namici non rientrano pienamente tra queste due categorie ma è stato indicato da Gutenbrunner tra le 18 e le 21 (Gutenbrunner, significativa la correlazione con la temperatura corporea che ha C. “Circadian variations of physical training.” Chronobiology and dei picchi proprio nel tardo pomeriggio. Chronomedicine: Basic Research and Applications. Eds. C. Guten- Da una interessante ricerca effettuata sul sistema nervoso (Wurt- brunner, G. Hildebrandt and R. Moog. Frankfurt: Lang-Verlag, man, R. J. and J.D. Fernstrom. “Effects of the diet on brain neuro- 1993). Sempre lo stesso autore ha riscontrato che un allenamen- transmitters.” Nutrition Reviews 32.7 (1974): 193-200) emerge to sulla forza effettuato in questo periodo della giornata crea mi- come anche la velocità di conduzione nervosa presenta un ‘Peak nori problemi post-esercizio (DOMS). TimÈ correlato alla temperatura corporea. Dalle 21 in poi molti soggetti presentano una fase di decremento Il tempo di reazione a stimoli visivi o uditivi presenta un picco nel nella forza (Piercy, J. and L. Lack. “Daily exercise can shift the en- tardo pomeriggio in corrispondenza dei massimi valori di tempe- dogenous circadian phase.” Sleep Res. 17 (1988): 393. Abstract) e ratura corporea. Una spiegazione può essere ricercata nel fatto quindi altri autori affermano che, per un’atleta, l’orario ottimale che per ogni grado centigrado (°C) di aumento della temperatu- oscilla tra le 17 e le 19. ra la velocità di conduzione nervosa aumenta di 2,4 m/s. Sempre questi autori affermano che comunque bisogna sempre Reilly analizzando atleti con alcuni test sul salto verticale ed oriz- tenere in considerazione le variazioni a cui è soggetto ogni sin- zontale ha notato che il picco di prestazione si ottiene verso le sei golo individuo. del pomeriggio (Reilly, T. and A. Down. “Circadian variation in the Bernard, T., M. Giacomoni, O. Gavarry, M. Seymat e G. Falgairette standing broad jump.” Perceptual and Motor Skills 62 (1986): 830). nella loro opera “Time-of-day effects in maximal anaerobic leg Nel caso in cui l’allenamento o la gara siano fissati per la mattina exercise” (Eur. J. Appl. Phsiol. 77.1-2 (1998): 133-138) affermano un corretto riscaldamento ha una valenza importantissima. che è impensabile ottenere una performance di forza esplosiva Il consiglio è quello di dedicare la mattina alle attività di tipo co- nel corso della mattinata ed attestano anche di una ridotta capa- gnitivo e di coordinazione motoria fine (Reilly, T., G. Atkinson and cità nel meccanismo anaerobico sempre nelle prime ore della J. Waterhouse. Biological Rhythms and Exercise. Oxford University giornata. Press, 1997). È comunque stata dimostrata la possibilità di incrementare la per- Bisogna sempre tenere in considerazione le variazioni individuali formance di forza della mattina con un lavoro specifico effettua- sul ritmo sonno veglia, il lavoro di tipo cognitivo pur rimanendo to proprio in quelle ore (Hill, D.W., J.A. Leiferman, N.A. Lynch, B.S. ad alti picchi nel corso della mattinata è strettamente correlato al Dangelmaier and S.E. Burt. “Temporal specificity in adaptations to momento del risveglio. high-intensity exercise training.” Med. Sci. Sports Ex. 30.3 (1998): Un preparatore fisicoquindi prima di stilare una seduta di allena- 450-455). mento dovrebbe tenere in considerazione le abitudini dell’atleta Negli States gli atleti delle discipline esplosive che devono e, nel creare una programmazione, dovrebbe tenere presente i se- affrontare delle gare molto importanti (come giochi olimpici guenti fattori: o trials) si allenano all’orario della gara già parecchi giorni - Livello di difficoltà dell’esercizio richiesto. prima. - Livello di abilità tecnica dell’atleta (anche nel lavoro con i pesi Se consideriamo che nelle disciplina di forza veloce come i 100 in palestra). - Effettuare una correlazione con lo stesso esercizio proposto in diversi momenti della giornata. - Scrivere all’interno di un diario la presenza di stress ed inusuali o particolari sensazioni dell’atleta. - Differenze a livello di flessibilità nell’arco della giornata. 34 metri le differenze di prestazione possono sfiorare il 7/8% in relazione all’orario di allenamento (Gutenbrunner), appare chiaro come sia fondamentale scegliere il momento giusto per effettuare il training pre-gara. Di particolare importanza anche l’interazione tra la forza muscolare, ritmi circadiani e cicli mestruali apparsa sul sito http://www.teknosport.com ad opera di Bambaeichi, T. Reilly, N.T. s-1 mostrò un significativo ritmo circadiano, con una acrofase os- Cable e M. Giacomoni servata rispettivamente alle ore 15:00 e 15:28 nella fase follico- “Molti studi hanno dimostrato come la forza muscolare sia nei lare e lutea. Per i flessori del ginocchio i picco di forza per la stes- soggetti di sesso maschile sensibile ai ritmi circadiani, sia nella sa velocità angolare (1.05 rad s-1) fu maggiore nel corso della fa- espressione isometrica che dinamica di essa e questo per molti se lutea, rispetto a quella follicolare. Una interazione significati- muscoli. Nonostante l’evidenza dell’esistenza di ritmi circa-me- va venne rilevata tra l’orario del giorno e la fase sia follicolare che struali della forza muscolare, solo poche ricerche hanno studiato lutea sulla forza isometrica dei flessori del ginocchio. Nessun ef- l’influenza del ritmo circadiano sulla forza muscolare in soggetti fetto significativo del momento della giornata, ciclo mestruale o di sesso femminile. Bambaeichi e coll. nel loro studio hanno esa- interazione di essi venne invece rilevato sulle altre misure della minato in giovani donne (n=8, età 28±4 anni, peso 59.9+5.6 kg, forza. Comunque ulteriori verifiche che hanno tenuto conto delle altezza 1.61+0.08 m) con cicli mestruali regolari, gli effetti impo- differenze individuali, dimostrarono l’esistenza di una ritmica cir- sti dai ritmi circadiani sulla forza muscolare nonché le possibili in- cadiana nella massima contrazione volontaria degli estensori del terferenze operate su essa, dalla presenza dei cicli mestruali e dei ginocchio (1.05 rad s-1) e dei flessori ginocchio (3.14 rad s-1). Il ritmi circadiani. Tutte le partecipanti godevono di buona salute e gruppo di ricerca della John Moore University di Liverpool con- non assumevano farmaci di alcun tipo compreso contraccettivi cludono la loro presentazione confermando l’esistenza di un rit- orali da almeno 4 mesi. Inoltre quale criterio di inclusione nello mo circadiano della forza muscolare femminile sia a bassa che studio, si richiese l’indennità da infortuni osteomuscolari nel cor- elevata velocità, la quale viene mascherata da variazioni indivi- so dei precedenti 3 anni. Prima di ogni test alle giovani donne duali. Queste variazioni circadiane vengono inoltre influenzate venne richiesto di astenersi nel corso delle 24 ore precedenti dal- dalle fasi del ciclo mestruale.” l’assunzione di alcol e caffeina e dal fumare. La forza massimale isocinetica dei flessori ed estensori del ginocchio venne valutata (Lido Isokinetic Dynamometer, Loredan, Davis, CA) alle velocità di INFLUENZA SULLA PRESTAZIONE DEL CALCIATORE 1.05 e 3.14 rad s-1 in sei momenti della giornata (02:00, 06:00, La Università di Stanford si è interessata dell’influenza dei ritmi 10:00, 14:00, 18:00, 22:00 h) nel corso sia della fase lutea (7-10 circadiani sulla prestazione del calciatore di alto livello. In parti- giorni) che della fase follicolare (19-21 giorni) del ciclo mestrua- colar modo sono stati effettuati degli studi in relazione all’incon- le. Ogni valutazione venne effettuata sui soggetti ad una distan- tro del posticipo serale del Lunedì (Monday Night). za di almeno 12 ore. In aggiunta ai soggetti venne determinata la I risultati sono stati sorprendenti, in quanto i ricercatori riusciro- massima forza isometrica volontaria ed evocata (50 Hz, 10s sti- no per tutta la durata dello studio a prevedere in anticipo il risul- molazione, model DS7, Digitimer Ltd, Welwyn Garden City, UK) tato dei match prendendo come riferimento le variazioni della degli estensori del ginocchio e la temperatura rettale (Grant In- temperatura corporea dei vari giocatori (Lyne Lamberg, Michael struments Ltd, Shepreth, UK) nel corso di tutte le rilevazioni sia Smolensky 2000). Inoltre nello studio si riscontrò un incremento giornaliere che del ciclo menstruale. Sia l’analisi della varianza di infortuni nel corso degli incontri serali piuttosto che in quelli per prove ripetute che la COSINOanalysis, rivelarono ai ricercato- pomeridiani. ri della John Moore University che la temperatura corporea seguiva un andamento circadiano con una acrofase del ritmo com- Tenendo in considerazione che per motivi di sponsor ed esigenze presa tra le 18:18 h e le 17:26 h, rispettivamente nel corso della televisive nell’ultimo anno le società con maggiori ambizioni per fase lutea e follicolare. La temperatura rettale delle giovani don- la vittoria finale del campionato italiano e per ottenere un posto ne risultò essere inoltre più elevata nel corso della fase lutea, ma in Champions League hanno giocato moltissime gare in orario se- in entrambe le situazioni il suo valore più basso si verificò alle rale, la preparazione moderna deve adattarsi anche a considera- 06:00 h. La forza massima degli estensori del ginocchio a 1.05 rad re le fasi biologiche del calciatore. 35 SCUOLA ALLENATORI PREPARAZIONE FISICA Partita Milan-Bologna Chievo-Juventus Juventus-Roma* Udinese-Inter Empoli-Lazio Inter-Milan* Ancona-Juventus Milan-Lazio* Inter-Roma* Milan-Juventus* Chievo-Inter Roma-Lazio* Chievo-Milan Inter-Reggina Juventus-Inter* Lazio-Juventus* Chievo-Roma Milan-Siena Lazio-Inter* Ris. 2-1 1-2 2-2 0-0 2-2 1-3 2-3 1-0 0-0 1-1 0-2 2-0 0-2 6-0 1-3 2-0 0-3 2-1 2-1 Data 13-09-03 14-09-03 21-09-03 27-09-03 28-09-03 05-10-03 18-10-03 19-10-03 26-10-03 01-11-03 02-11-03 09-11-03 23-11-03 22-11-03 29-11-03 06-12-03 07-12-03 28-01-04 21-12-03 Ora 20:30 20:30 20:30 20:30 20:30 20:30 20:30 20:30 20:30 20:30 20:30 20:30 20:30 20:30 20:30 20:30 20:30 20:30 20:30 Stadio Giuseppe Meazza Marc’Antonio Bentegodi Delle Alpi Friuli Carlo Castellani Giuseppe Meazza Del Conero Giuseppe Meazza Giuseppe Meazza Giuseppe Meazza Marc’Antonio Bentegodi Olimpico Marc’Antonio Bentegodi Giuseppe Meazza Delle Alpi Olimpico Marc’Antonio Bentegodi Giuseppe Meazza Olimpico Partita Empoli-Roma Roma-Milan* Parma-Inter Brescia-Milan Empoli-Juventus Inter-Siena Brescia-Roma Roma-Juventus* Juventus-Reggina Milan-Inter* Lazio-Milan* Bologna-Lazio Brescia-Juventus Juventus-Milan* Milan-Parma Inter-Juventus* Juventus-Lazio* Modena-Roma Ris. 0-2 1-2 1-0 0-1 3-3 4-0 1-0 4-0 1-0 3-2 0-1 2-1 2-3 1-3 3-1 3-2 1-0 0-1 Data 20-12-03 06-01-04 10-01-04 18-01-04 25-01-04 01-02-04 31-01-04 08-02-04 15-02-04 21-02-04 29-02-04 25-03-04 06-03-04 14-03-04 20-03-04 04-04-04 10-04-04 18-04-04 Ora 20:30 20:30 20:30 20:30 20:30 20:30 20:30 20:30 20:30 20:30 20:30 20:30 20:30 20:30 20:30 20:30 20:30 20:30 Stadio Carlo Castellani Olimpico Ennio Tardini Mario Rigamonti Carlo Castellani Giuseppe Meazza Mario Rigamonti Olimpico Delle Alpi Giuseppe Meazza Olimpico Renato Dall’Ara Mario Rigamonti Delle Alpi Giuseppe Meazza Giuseppe Meazza Delle Alpi Alberto Braglia * Scontri diretti tra le prime 5 squadre delle classifica fino alla 32ma giornata del campionato 2003/04. (Totale 16 scontri diretti). In questa ricerca sulle partite svolte dalle prime 5 classificate fino verso le 21 inizia a calare. alla 32ma giornata del campionato di Serie A 2003/04 risulta che Lo stesso problema si nota per quanto concerne la flessibilità mu- Milan, Juventus ed Inter hanno giocato un terzo delle loro gare al- scolare che rimane strettamente correlata alla temperatura cor- le 20.30. Anche Roma e Lazio hanno giocato molte partite in se- porea. rale, rispettivamente il 26% ed il 23% del totale degli incontri di Una ridotta flessibilità muscolare insieme a condizioni meteoro- campionato. logiche non particolarmente favorevoli nel corso dei mesi inver- Squadra Milan Juventus Inter Roma Lazio Partite giocate 12/34 11/34 11/34 9/34 8/34 % Incontri 35 % 32 % 32 % 26 % 23 % nali possono incidere fortemente sulla attività muscolare; questa incidenza risulta importante in un eventuale studio per la prevenzione degli infortuni muscolari. Come affermato in precedenza, da alcune ricerche risulta che Il massimo livello delle capacità cognitive e di lavoro intellettuale, nonché la massima precisione del gesto, si registra al mattino. Ciò A dare maggiore rilevanza a questo dato emerge il fatto concre- condiziona negativamente gli sport in cui è importante la de- to che la quasi totalità degli scontri diretti tra queste società si è strezza e gli sport ad elevata componente tecnico-tattica (es. cal- svolta alle 20.30. Inoltre tutte queste società hanno partecipato cio) nel caso in cui l’incontro si giochi in orario serale. alle coppe europee con impegni infrasettimanali. Sia la UEFA Cup Da questa ricerca si evince come nella preparazione di un pro- che la Champions League si giocano in orario serale alle 20.45. gramma di allenamento in squadre di alto livello è molto impor- In tutte queste gare è fondamentale che l’orologio biologico del- tante tenere in considerazione l’orario del match. l’atleta sia pronto a sopportare lo stress tipico del calcio nel pe- Nel caso in cui il calendario preveda diversi incontri importanti riodo che va dalle 20.30 alle 22.30 circa. consecutivi in orario serale, sarebbe opportuno cercare di sposta- Abbiamo visto però in precedenza come il picco di forza esplosi- re l’orologio biologico dell’atleta per favore una pick performan- va e di potenza anaerobica è massimo attorno alle 17/18 mentre ce proprio nel momento della gara. 36 CENTRO STUDI E RICERCHE COMUNICAZIONE L’IMPORTANZA DEGLI ALLENATORI NEI SETTORI GIOVANILI a cura del Centro Studi del Settore Tecnico FIGC settori giovanili rappresenta- Proprio l’attuale situazione dei settori gio- matico per il settore giovanile. Lo scorso no, ormai da molti anni, uno vanili nel nostro paese è stato l’argomen- anno, dopo la retrocessione in B, le risor- degli argomenti più appas- to centrale di una tavola rotonda (febbraio se a disposizione sono passate da 2,5 mi- sionanti nelle discussioni fra 2004), organizzata presso il Settore Tecni- lioni di euro a 1,8 milioni. Anche a livello gli operatori calcistici. La cri- co, nel quadro del corso per Direttori Spor- di strutture poi vi è una forte carenza: le si economica che ha colpito tivi, a cui hanno partecipato alcuni esperti società infatti, investono a livello di strut- l’intero sistema e gli scarsi ri- del settore. ture e di uomini esclusivamente per la pri- sultati ottenuti dalla nazionale nelle ulti- I lavori, coordinati dal giornalista del Gue- ma squadra tralasciando il settore giova- me grandi manifestazioni sono solo due rin Sportivo Gianluca Grassi - responsabi- nile”. Sul problema delle risorse è interve- dei “grandi problemi” del calcio italiano le per il settimanale delle pagine Spring nuto anche il vice presidente Mazzini, il che, secondo un’opinione diffusa, potreb- dedicate ai settori giovanili - hanno visto quale ha detto: “Ogni volta che si insedia bero essere risolti investendo di più nei la partecipazione di Stefano Bonaccorso, un nuovo governo federale viene istituita settori giovanili in modo da formare “in da 13 anni tecnico del settore giovanile una commissione sui settori giovanili, che casa” giocatori di qualità creando, così, un dell’Atalanta, del tecnico federale Antonio fornisce spesso nuove idee e progetti. Il valido serbatoio per la nostra squadra na- Rocca, responsabile delle nazionali Under problema principale poi è la copertura fi- zionale. 16 e 17, del direttore generale del Vicenza nanziaria di tali progetti, poiché mancan- Rinaldo Sagramola e del vi- do, nel calcio italiano, una cultura della ce presidente federale In- programmazione a lungo termine”. nocenzo Mazzini. Di taglio leggermente diverso è stato l’in- Uno dei primi temi trattati tervento di Rinaldo Sagramola – attuale è stata la mancanza, di ri- Direttore generale del Vicenza, ma per sorse finanziarie sufficienti tanti anni artefice del “miracolo” Lodigia- per fornire una formazione ni - il quale ha puntato l’attenzione su co- calcistica di qualità. A tale me la mancanza di risorse possa costitui- proposito Stefano Bonac- re un motore “creativo” per migliorare la corso ha affermato: “Le so- propria organizzazione: “Io ho lavorato cietà di alto livello spendo- per ventisette anni alla Lodigiani. Siamo no almeno il 90% del loro partiti dai tornei amatoriali e siamo finiti budget per la prima squa- in serie C1, con una realtà molto piccola, I Antonio Rocca dra, e anche l’Atalanta non praticamente senza tifosi, schiacciati dal si sottrae a questa propor- peso cittadino che avevano e che hanno zione. In caso di retroces- Roma e Lazio. Come abbiamo fatto? Gra- sione poi, il ridimensiona- zie a piccole cose, ma tentando di non mento economico è trau- tralasciare mai la nostra filosofia, cioè 37 CENTRO STUDI E RICERCHE COMUNICAZIONE quella di allargare la base. Oltre ai ragazzi, infatti, noi tentavano di far entrare nella famiglia Lodigiani anche le famiglie, diversificando le nostre offerte. Offrivamo loro ad esempio vacanze, proposte assicurative etc. in modo tale da creare un vero e proprio finanziamento continuo delle nostre casse”. Un altro argomento trattato è stato quello della preparazione degli allenatori che operano all’interno dei settori giovanili. Molto sensibile, su questo argomento, Antonio Rocca, secondo cui: “Il settore giova- nile non deve diventare la fucina degli al- Sagramola e Grassi lenatori: il settore giovanile non deve formare gli allenatori, deve formare i giocato- I due allenatori presenti al dibattito si so- zione. E’ molto difficile, purtroppo, stabili- ri. E’ inopportuno che un allenatore, dopo no confrontati anche sul tema della sele- re le reali motivazioni, l’attitudine alle aver allenato qualche anno in un settore zione e dell’istruzione tecnica, individuati ’sofferenze’, la capacità di applicarsi e la giovanile, ossia quando ha acquisito quegli come i punti focali per la “creazione” di disponibilità ad apprendere, di un ragazzo strumenti indispensabili per avere un rap- calciatori di qualità: “All’Atalanta – ha che si appresta ad entrare nel nostro set- porto con i ragazzi, vada poi in una prima spiegato Bonaccorso – arrivano ogni anno tore giovanile”. squadra di C o di B, costringendo la socie- migliaia di segnalazioni dai vari club della Antonio Rocca, a proposito delle capacita tà ha ingaggiare un nuovo mister esor- provincia bergamasca e dalle moltissime mentali ha sottolineato che: “Quando un diente che non può contribuire come il pre- società gemellate in giro per l’Italia, oltre ragazzo arriva per la prima volta in una cedente al processo di formazione del ra- che le segnalazioni dirette. Abbiamo pre- rappresentativa nazionale, io e i miei col- gazzo”. Sulla stessa lunghezza d’onda Bo- disposto una fitta rete di osservatori, i laboratori ci accorgiamo subito che è poco naccorso, il quale ha così esposto la sua quali, effettuata una prima scrematura, abituato a pensare. Spesso, infatti, nelle opinione: “Spesso si utilizza il settore gio- vengono affiancati dai vari tecnici delle società si offre solamente una stretta for- vanile come semplice trampolino di lancio. squadre per valutare i ragazzi. I potenziali mazione tecnico-tattica, tralasciando l’a- Un giocatore che smette di giocare e vuole futuri atalantini devono soddisfare le no- spetto creativo, indispensabile per stimo- intraprendere la carriera di allenatore ini- stre esigenze secondo tre attitudini: tecni- lare l’intelligenza dei ragazzi in fase di cre- zia dal settore giovanile, come se fosse fi- che, fisiche e psicologiche. La capacità scita. La scarsa attitudine al lavoro menta- siologico fare esperienza in quel settore, tecnica è sicuramente la più importante. I le, blocca anche i ragazzi nella crescita come a dire che se si sbaglia con i ragazzi due requisiti fondamentali sono la padro- tecnico-tattica. Non dico che l’allenatore delle giovanili, non se ne accorge nessuno. nanza della palla e la capacità di entrare di un settore giovanile debba diventare La figura dell’allenatore dei giovani calcia- nel vivo del gioco, perché , specialmente uno psicologo, ma sicuramente deve am- tori è invece molto importante all’interno nei ragazzi più giovani, queste due capaci- pliare le sue competenze e le sue respon- del sistema calcio, e gli allenatori dei set- tà sono indici di buona qualità sia tecnica sabilità”. tori giovanili dovrebbero essere sempre più che tattica. Le capacità psicologiche sono, Tutti gli intervenuti al dibattito hanno pe- preparati e specializzati.” invece, quelle meno testate in fase di sele- rò convenuto che, nel nostro Paese, anco- 38 ra non esiste una cultura del settore gio- te ad alto livello. Gli stessi giocatori, poi, nali, periodicamente, in occasione di alcu- vanile. Se Bonaccorso ha ribadito che: devono essere impiegati in ruoli diversi ed ne inchieste, vengono fuori nuove propo- “Esiste ancora solamente la cultura della in moduli diversi, onde arricchire la loro ste molto interessanti, come ad esempio la vittoria. I dirigenti non chiedono mai come formazione tecnico-tattica. Tutto questo creazione di un protocollo unitario per lo si comportano i ragazzi, o se mostrano deve avvenire anche a scapito del risulta- sviluppo dei settori giovanili nel nostro progressi, ma solamente che tipo di risul- to, ma molti allenatori sono frenati in que- paese, ma ancora non si è fatto nulla in tati ha ottenuto una squadra piuttosto che ste intenzioni dall’ambizione dei dirigenti, questo senso”. Chiamato in causa il Vice un’altra. Per questo secondo me noi alle- oltre che dalla loro. Presidente Mazzini ha esposto un’opinione natori nei settori giovanili dobbiamo libe- Rinaldo Sagramola ha invece puntato il di- molto simile a quella del dg. del Vicenza: rarci di alcune convinzioni come quella di to sulla mancanza di: “Una cultura nazio- “Purtroppo manca la volontà per portare formazione tipo e specializzazione di ruoli nale dei settori giovanili. L’Atalanta e la avanti un discorso programmatico sui set- e moduli. Secondo me è fondamentale da- Lazio sono due realtà vincenti ma isolate. tori giovanili. Anni fa, provocatoriamente, re a tutti i ragazzi a disposizione, che per C’è bisogno infatti di un organico progetto proposi di destinare tutte le multe a carico altro sono stati scelti in precedenza e che nazionale di tutela dei nostri vivai, che do- delle società professionistiche in un fondo quindi godono della fiducia di tecnico e vrebbe fare capo alla Federazione, la qua- per il settore giovanile (perché i problemi società, le stesse opportunità di crescita, le dovrebbe demandare l’intera responsa- sono anche economici non lo dimentichia- garantendo loro un certo numero di parti- bilità al settore tecnico. Da anni sui gior- mo) ma è rimasto tutto com’era”. Bonaccorso e Antonio Rocca 39 SCUOLA ALLENATORI TECNICA ESERCITAZIONI DI VELOCITÀ E DI RAPIDITÀ COL PALLONE di Vittorio Russiano* N el gioco del calcio una particolare e grande impor- (B) (A) tanza., nella preparazione fisica del calciatore, viene riservata alla parte riguardante la velocità.. Essere veloci può voler significare arrivare per primi sul pallone e quindi entrarne subito in possesso anticipando gli avversari. Tuttavia allenare i ragazzi verso un indirizzo di pura velocità non è sufficiente in quanto questa dote atletica, spesso, durante la gara deve essere coniugata a quella tecnica del controllo della palla. Ecco allora l’importanza di addestrare il giovane oltre che ad essere veloce anche ad avere una rapidità di movimento con il pallone. Fig. 1 Di seguito vengono proposte alcune esercitazioni da eseguire in allenamento dove il giocatore si troverà impegnato in situazioni Esercizio 2. (a coppie) di scatti veloci abbinati a movimenti rapidi con il pallone. Finalità = partenza con scatto ad arrivare sul pallone, segue appoggio laterale e successivo sprint in avanti. Esercizio 1. (a coppie) Giocatori disposti sulla linea dell’area laterale del campo (A) fron- Finalità = velocità di anticipo sul pallone in arrivo. te ad un segnale (paletto o cono di plastica) posto a circa 12 me- Giocatori disposti sulla linea dell’area laterale del campo (A) fron- tri di distanza. (X) te una porticina formata da 2 pioli di plastica posta a circa 5 me- Sulla metà circa di tale distanza, situato a breve distanza in posi- tri di distanza. zione laterale, va a piazzarsi un compagno (B) in possesso di pal- Dalla parte opposta, a 6 - 7 metri davanti a quest’ultima,va a la. (Fig.2) piazzarsi fronte ad ognuno,un compagno (B) in possesso di palla. Al segnale di partenza i giocatori in A scattano veloci verso il se- (Fig.1) gnale X. Al segnale di partenza i giocatori in A scattano veloci verso la porticina ad intercettare e poi ripassare il pallone, prima che questi LEGENDA: abbia oltrepassato la linea di porta, ai compagni in B che nel frat- Traiettoria del pallone tempo lo avevano appoggiato in avanti. Guida della palla Quindi tornano sulla linea laterale in attesa di ripetere l’esercita- Movimento senza pallone zione. Dopo varie ripetizioni i ruoli dei giocatori si invertono. 40 *Allenatore di base. (B) A metà tragitto ricevono il passaggio della palla dai compagni in (A) B e sempre in corsa ,con un appoggio laterale col piede sinistro, glielo rimandano proseguendo poi lo sprint fino a raggiungere il punto X. Quindi stesso percorso con identiche modalità per tornare nuova- X mente alla linea di partenza iniziale ma, stavolta, con appoggio di pallone eseguito con il piede destro. Dopo alcune ripetizioni i ruoli dei giocatori si invertono (B) (A) X Fig. 3 Esercizio 4. (di gruppo) Finalità = velocità in corsa libera alternata a guida rapida del pallone in avanti Giocatori divisi in due gruppi si fronteggiano dalle postazioni A e Fig. 2 B situate ad una distanza di 20 metri circa una dall’altra. Sulla metà della linea del percorso un tratto di 6 metri circa viene segnalato con 2 pioli di plastica (X e X1) ed un pallone viene Esercizio 3. (a coppie) posto accanto al primo dei due (X). (Fig. 4). Finalità = scatto veloce di partenza ad arrivare sul pal- Al segnale di partenza, il primo giocatore del gruppo A scatta ve- lone seguito da guida rapida in avanti. loce verso X a portare via il pallone in avanti. L’esercitazione si svolge con i giocatori posti nelle identiche posizio- Quindi,dopo averlo guidato rapidamente fino al punto X1, lo lascia ni dell’esercizio precedente ma con una variante sulla esecuzione. sul posto per poi scattare a raggiungere il compagno piazzato in B Infatti i giocatori in (A) nel ricevere il passaggio da (B) nel primo che prontamente parte per ripetere l’esercizio in direzione oppo- tratto del percorso non gli restituiscono il pallone ma ,dopo aver- sta. Così via di seguito per tutti gli altri giocatori dei 2 gruppi. lo controllato in corsa, lo guidano veloci verso il segnale X. Le serie e le ripetizioni dell’ esercitazione variano a secondo del- Quindi iniziano il tragitto di ritorno con una guida rapida della pal- l’età dei ragazzi in essa impegnati. la fino all’altezza del compagno in B per poi, con un passaggio laterale, appoggiargli il pallone ed infine proseguire con uno scatto Esercizio 5. (di gruppo) in corsa libera fino a raggiungere il punto di partenza. A (Fig.3) Finalità = velocità di corsa libera in avanti alternata a Dopo alcune ripetizioni i ruoli dei giocatori si invertono guida rapida di pallone in dribbling laterale 41 SCUOLA ALLENATORI TECNICA Percorso e posizione dei giocatori identici all’esercizio preceden- Esercizio 6. (di gruppo) Finalità = velocità di corsa libera te. (Fig.5) con cambio di direzione alternata a controllo e guida Unica variante l’aggiunta nel tratto centrale del percorso di un se- rapida del pallone in avanti. gnale (X2) posto lateralmente ad alcuni metri di distanza (5 – 6 Una serie di coni di plastica vengono disposti in linea, in modo da metri). formare una retta di 16 metri circa, lasciando sulla sua metà uno Al segnale di partenza, il primo giocatore del gruppo A scatta ve- spazio vuoto di un paio di metri. loce verso X a portare via il pallone lateralmente.. Al centro di quest’ultimo, spostato lateralmente di una decina di Quindi,dopo averlo guidato rapidamente ad aggirare il segnale metri, viene piazzato un altro cono (X). (Fig. 6) X2, lo porta fino al punto X1 dove lo lascia sul posto. Infine corre Due gruppi di giocatori, tutti in possesso di pallone tranne i primi veloce a raggiungere il compagno piazzato in B che prontamente due di ciascun gruppo, vanno a sistemarsi ai lati estremi del per- parte per ripetere l’esercizio in direzione opposta..Così via di se- corso. (A) – (B) guito per tutti gli altri giocatori dei 2 gruppi Al via il giocatore senza palla del gruppo precedentemente pre- Le serie e le ripetizioni dell’ esercitazione variano a secondo del- scelto (A), scatta veloce costeggiando la parte esterna del percor- l’età dei ragazzi in essa impegnati so fino a raggiungere lo spazio vuoto al centro. Qui, con un rapido cambio di direzione, si volta verso il segnale posto a lui di fronte pronto a raggiungerlo, in forma di guida ra- (A) pida del pallone che prontamente aveva provveduto ad inviargli il secondo compagno della sua fila. Quindi, dopo aver aggirato il piolo X si porta con la palla in fondo alla sua fila mentre, dalla parte opposta, l’esercitazione viene ripetuta con identiche modalità dall’altro gruppo B. X Così via di seguito, con ripetizioni in rapida successione,alternando di volta in volta nell’esercizio i giocatori dei due gruppi X1 (A) (A) (B) X Fig. 4 X2 X X1 (B) (B) Fig. 5 42 Fig. 6 FONDAZIONE «MUSEO DEL CALCIO» STORIA IL BRASILIANO NILTON SANTOS, IL PRIMO TERZINO D’ATTACCO di Luigi “Cina” Bonizzoni* el 1958, durante il Campiona- cor prima di scontare la condanna. Questa fluidificare e fu un esempio per tutti. Il fat- to Mondiale disputato in Sve- intuizione venne ripagata con ventidue an- to poi che sapesse orchestrare la difesa e zia e vinto dal Brasile, si vide ni di attività da parte del difensore sempre l’attacco con assoluta maestria, faceva sì per la prima volta un terzino nelle file del Botafogo che, per quattro vol- che gli attaccanti avversari raramente si interpretare il suo ruolo nel te, divenne campione del Brasile. avvicinassero al portiere brasiliano Gilmar. gioco di interdizione e di rilan- In Svezia il tecnico responsabile della Na- Ed eccoci alla finalissima per il titolo di cio, cioè nel ruolo di terzino- zionale brasiliana, Vincent Feola, un oriun- Campione del Mondo 1958: si assiste allo mediano-attaccante: era il brasiliano Niton do di Sorrento, svelò per la prima volta al scontro tra Nilton Santos ed Hamrin. Que- Santos, precursore del grande Maroso che, mondo il famoso 4.2.4 che, all’occorrenza, st’ultimo, che abbiamo avuto modi di am- per stile ed eleganza, lo eguagliava, di Sur- si trasformava sul campo in un 4.3.3. che mirare quando venne a giocare in Italia, bier e Krol e del nostro Giacinto Facchetti. dominò per anni la scena calcistica mon- era abilissimo nel dribbling, nel fare ser- Niton Santos fu l’antesignano del difensore- diale. Il secondo modulo era più prudente pentine e segnava gol di rapina. La finalis- attaccante: smistava, dribblava e sapeva rispetto al primo: quattro difensori in li- sima, che laureò il Brasile Campione del scartare come un attaccante, con lo scopo di nea, due centrocampisti, quattro attaccan- Mondo, terminò col risultato di 5 a 2 per i ottenere la superiorità numerica lungo la fa- ti.Il quartetto avanzato era formato da brasiliani. La squadra svedese, che era gui- scia sinistra. Era in grado di crossare e di Garrincha, Pelè, Vavà e Zagalo. Era proprio data da Nils Liedholm, venne dominata. creare scompensi nella difesa avversaria per quest’ultimo ad arretrare sulla linea dei Nella finale dell’edizione successiva, quel- favorire Pelè, Vavà, Garrincha, Zito e Didì. centrocampisti, cosicché il modulo diven- la disputata in Ighilterra, Santos non giocò Nilson Santos, sostituendo le ali che, fatte- tava 4.3.3., ma tutta la squadra era in mo- e, in quell’occasione, gli allora allenatori si arretranti e vaganti per il campo, aveva- vimento e disorientava così gli avversari. del Brasile Feola ed Amaral dissero di aver no cambiato natura, poté così diventare In una simile situazione, Nilton Santos perso la finale perché: “Senza Nilton San- un fattore sorpresa, creando le premesse compiva rapide proiezioni offensive e, in tos, il Brasile non è il vero Brasile”. per meglio penetrare nel dispositivo difen- quel caso, retrocedeva al suo sivo avversario e favorire, quindi, le con- posto Orlando se l’azione parti- clusioni a rete. va dall’area di rigore, oppure Ma chi era Nilton Santos? Nato nel 1925 Zagalo se Nilton si era già spin- cominciò a giocare al calcio in prigione, to oltre la linea di metà campo. perché aveva rifiutato di rispondere alla Nilton Santos era un superlativo chiamata di leva. Santos, durante l’ora d’a- palleggiatore, colpiva il pallone ria, giocava al calcio. Il direttore del carce- con precisione ed era sempre re che, stando a quanto riferito, era tifoso padrone della situazione. A cala- del Botafogo, avendo intuito le grandi pos- mitare l’attenzione della critica sibilità di Nilton, tanto si diede da fare af- erano proprio lui e Pelè. Santos finché fosse assunto da quella società an- era un difensore esterno sinistro, pronto a N Brasile Campione del Mondo * Direttore Tecnico 43 SCUOLA ALLENATORI PREPARAZIONE FISICA CONSIDERAZIONI SUI GIOVANI: APPROFONDIMENTI di Giovanni Messina* e Maurizio Zorba* ’idea del presente lavoro nasce dalla lettura del re- di lanciare una palla modificato poi da specifiche istruzioni, come cente articolo di Franco Ferrari, docente ai corsi Ma- ad esempio sulla velocità di lancio” (Bortoli, Robazza, 1990, pag. ster presso il Settore Tecnico, apparso su questa rivi- 20). Tale concetto, supera quello di Programma Motorio Semplice sta (Ferrari, 2003). (Bortoli, Robazza, 1991; Cottini, 2003) in quanto vuole risolvere Abbiamo trovato alcuni interessanti concetti relati- due problemi cardine della questione dell’apprendimento moto- vi all’apprendimento giovanile e che ci piacerebbe, rio: il problema dell’immagazzinamento (se ci fossero tanti pro- tuttavia, approfondire da un punto di vista pretta- grammi quante le varianti di ogni gesto, ad esempio del passag- mente motorio mettendone da parte gli aspetti esclusivamente gio, ci sarebbe bisogno di una memoria enorme che, in realtà, non pedagogici. è dimostrato che non esista ma che tuttavia appare poco redditi- Ci piacerebbe, cioè, dare riscontro ad alcune affermazioni presenti zia, tanto da presupporre un sistema più economico, quello ap- nell’articolo ma giustificandoli in base alla teoria del movimento. punto del PMG) e il problema della novità (come si spiega un ge- Molto spesso, nel calcio ma non solo, si crede che le indicazioni di- sto nuovo? Se ogni gesto presuppone un programma, la novità di dattiche che le varie guide tecniche o i vari manuali propongono e una variante di un gesto o un’azione ex novo, non sarebbero giu- che i vari docenti trasmettono nei corsi o durante gli aggiornamen- stificabili, non avendo sviluppato il programma motorio specifico ti, siano il risultato di semplici speculazioni “filosofiche” o ancora per quella variante o quel gesto (vedi Bortoli, Robazza, 1990; peggio di opinioni degli autori, alle quali dare pertanto maggiore o Schmidt, Wrisberg, 2000). minore peso in base alla maggiore o minore autorevolezza dell’au- Lo Schema, allora, diventa lo strumento per specificare i parame- tore, o in base a mal espresse teorie personali, o in base a quel bia- tri corretti per quella particolare circostanza, è cioè una “[…] ge- simabile (in questo caso) buon senso che porta taluni a dire “Non neralizzazione astratta di regole, concetti e relazioni derivate dal- ci credo… io sono vent’anni che faccio diversamente”. l’esperienza, da cui vengono tratte le specifiche richieste per ese- Si vuole, così facendo, disconoscere i progressi e gli importanti guire una particolare versione del movimento.” Bortoli, Robazza, contributi delle scienze motorie, finalmente assurti a pieno titolo 1990, pag.21). a dignità universitaria anche in Italia, con le istituzioni delle Fa- Fatta questa indispensabile premessa teorica, vediamone i risvol- coltà e dei Corsi di Laurea in Scienze Motorie. ti applicativi in relazione a quanto affermato dal prof. Ferrari nel- La teoria alla quale vogliamo rifarci è quella teoria dell’apprendi- l’articolo citato all’inizio. mento motorio che attualmente, a livello internazionale (Pesce, Gli spunti ai quali ci riferiamo sono i seguenti, con - in grassetto 2002), insieme alla Teoria Ecologica o Dinamica (Bernstein, 1967, - le considerazioni durante la pratica (Bortoli, Robazza, 1990): 1989; Kelso, 1995) offre risposte maggiori e più soddisfacenti: la “Si intuisce e si capisce ulteriormente come l’apprendimento e Teoria dello Schema (Schmidt, 1980, 2000). l’esecuzione tecnica nelle prime fasce d’età siano più quantitativi In estrema sintesi, ricordiamo che la Teoria dello Schema prevede che qualitativi […]” (Ferrari, 2003,pag. 15) à quantità della l’esistenza di un Programma Motorio Generalizzato (PMG), inte- pratica e interferenza contestuale. L so come “rappresentazione mnemonica di una classe di azioni che può essere pensata come un gruppo di risposte con lo stesso pattern; vi può essere un unico programma per le molte maniere 44 *Preparatore Atletico e Allenatore di Base “Aumentare le esperienze motorie, attraverso interventi multila- citarsi con successo nel compito stabilito” (pag.1). Nell’ambito terali sempre sotto forma di gioco […]” (ibidem, pag. 16) - va- più specifico dell’educazione fisica, i riferimenti sono ai lavori del- riabilità della pratica (multilateralità) la Rink (1993) e di Siedentopp e Tannehill (2000) che parlano rispettivamente di tempo di apprendimento disciplinare (Academic Ci riferiamo, inizialmente, al solo aspetto della quantità della pra- Learning Time) e di Tempo di apprendimento attivo (Active Lear- tica e alla interferenza contestuale. ning Time), entrambi etichettati con l’acronimo ALT. È ampiamente riconosciuto come, per il raggiungimento delle abi- Direttamente correlati alla questione della quantità, c’è la que- lità, la ripetizione sia determinante, tanto che il concetto stesso di stione delle modalità con cui fare esercitare compiti differenti, ad abilità presuppone l’automatizzazione di un gesto preceduto da esempio una conduzione di palla, un passaggio, un tiro in porta. un certo periodo di esercitazioni. Lo stesso Schmidt (1988) ritiene Si tratta del principio dell’interferenza contestuale. Come orga- che “[…] strutturando la sessione pratica, il numero di prove do- nizzare l’insegnamento di più compiti differenti? A blocchi (cioè vrebbe essere massimizzato” (in Bortoli, Robazza, 1990, pag.45) attraverso la ripetizione continua dello stesso compito) o in for- e che “Non c’è bisogno di dire che il fattore più importante che ma randomizzata (cioè proponendo i diversi compiti, palleggiare, contribuisce all’apprendimento motorio è l’esecuzione ripetuta calciare in porta, condurre la palla, senza un ordine particolare e del gesto esatto” (Schmidt, Wrisberg, 2000, pag. 232). predefinito, quindi minimizzando la ripetizione di un singolo mo- Ecco, allora, la richiesta di fare praticamente, dare il tempo di ri- vimento)? Le ricerche, prime fra tutte quelle di Shea e Morgan petere le richieste nella fase dell’apprendimento motorio che Fitts (1979, in Shmidt e Wrisberg, 2000), evidenziano come nel breve e Posner (1967) chiamano stadio associativo e in cui l’attenzione termine sia migliore l’approccio a blocchi ma come, nel lungo ter- dell’allievo si orienta per associare e fissare ogni elemento che sia mine, dia risultati superiori la forma randomizzata. Ecco, allora, necessario per la rifinitura dell’abilità. È la fase in cui i feedback che a parità di tempo dedicato al palleggio, alla conduzione del- dell’allenatore sono meno importanti (Schmidt, 2000) e comun- la palla e al tiro in porta, diversa è la conseguenza a seconda del- que, qualora ci siano, devono essere precisi e indirizzati all’obiet- la organizzazione dell’insegnamento. Due le possibili giustifica- tivo specifico che l’allievo tende a raggiungere in quel momento. zioni in ambito motorio: una è l’ipotesi della elaborazione; pre- La quantità della pratica, quindi, serve per esperire i primi para- suppone la capacità dell’allievo di saper confrontare, durante le metri dello Schema da applicare al PMG corrispondente a quel esercitazioni dei diversi compiti, le rispettive caratteristiche pecu- particolare gesto. Una conduzione di palla, un tiro in porta, un liari “rendendo pertanto più pregnante la loro memorizzazione” passaggio, devono avere nella pratica ripetuta la possibilità di ag- (Schmidt e Wrisberg, 2000, pag. 235). L’altra è l’ipotesi della di- giungere informazioni per il raggiungimento dello scopo: come menticanza: il passaggio da due compiti differenti, presuppone la condurre la palla a due tocchi obbligatori facendo uno slalom tra dimenticanza di quello precedente. Allora, nel momento di ese- coni posti a 1 metro di distanza? Quali parametri usare ora che la guirli nuovamente, entrerebbe in azione una componente decisa- conduzione di palla è a 3 tocchi obbligatori per uno slalom tra co- mente attiva da parte dell’allievo nel ricercarne il rispettivo piano ni posti sempre a 1 metro di distanza? E a 3 metri di distanza? Ec- di azione. Si esercita, quindi, la capacità di recuperare dalla me- co, allora, che il TEMPO diventa uno degli aspetti didattici più in- moria motoria l’informazione relativa al compito da eseguire. Da teressanti. punto di vista della teoria dello Schema, si tratta di recuperare i Un recente articolo di Bortoli (2003) sintetizza egregiamente la corretti PMG e i parametri motori (esempio velocità, forza asso- questione, prendendo spunti da lavori internazionali: “l’efficacia luta, gruppi muscolari coinvolti, ecc.) adeguati al gesto in quel dell’insegnamento si fonda principalmente su due aspetti che particolare e specifico contesto. l’insegnante dovrebbe saper gestire in modo sempre più preciso: Da qui deriva uno dei principi fondamentali dell’insegnamento il tempo da garantire agli allievi per esercitarsi su di un compito giovanile, cioè il Principio di multilateralità. in modo significativo e le opportunità per tutti gli allievi di eser- Spesso il termine di considera equivalente a quello di Polivalen45 SCUOLA ALLENATORI PREPARAZIONE FISICA za, anch’esso spesso presente in lavori riguardanti l’apprendi- armonioso, idonea a favorire la molteplicità delle attività in ma- mento motorio in età giovanile, dimenticando però che quest’ul- niera accattivante per i ragazzi, proficua dal punto di vista igieni- timo riguarda gli aspetti cosiddetti dell’educazione attraverso il co e in grado di accompagnare a lungo il loro cammino. La mul- movimento; riguarda, cioè, quegli aspetti solitamente legati alla tilateralità può dunque essere considerata un principio della pre- metodologia e agli stili di insegnamento, che contribuiscono ad parazione che indica un competo sviluppo delle funzioni di base educare, appunto attraverso il movimento, le aree di cui ogni per- e può quindi consentire di eliminare le limitazioni del potenziale sona è composta: l’area cognitiva, l’area sociale e l’area affettiva motorio che una specializzazione può provocare.” (AA.VV., 2001). e morale. Si tratta di sviluppare al massimo le potenzialità motorie del ra- Sostiene Fabi che la “persona è un’unità plurisistemica, bio-psico- gazzo attraverso una ricca proposta motoria. Ricca dal punto di operante[…]” (Fabi, Cottini, 1989): ogni persona perciò è deter- vista delle esperienze da fare, delle abilità da arricchire, delle ca- minata da un’area cognitiva, una sociale ed una affettiva e mo- pacità da sviluppare, delle varianti da provare. Si contrappone al- rale. La personalià è ciò che distingue una persona dall’altra. La la specializzazione precoce, che vorrebbe l’uso limitato di abilità polivalenza, allora, è quel principio attraverso il quale, grazie al- ma affinate il prima possibile. l’alternanza degli stili di insegnamento (stile direttivo e stile non Un immagine che rende meglio l’idea è quella del triangolo equi- direttivo), e attraverso l’alternanza di metodi diversi (metodo del- latero: una base motoria stretta (specializzazione precoce) preve- la libera esplorazione, del problem solving, del metodo prescritti- de di arrivare prima alle abilità, al risultato, alla perfezione, ma ad vo, ecc), si interviene nell’area cognitiva (educa la possibilità di un livello inferiore (vertice alto del triangolo del triangolo) rispet- fare delle scelte, analizzare una situazione, confrontare più ele- to a quanto può arrivare il vertice di un triangolo con una base menti,…), nell’area sociale (prevede la competenza di stare con larga (molteplicità di esperienze), seppur in più tempo. gli altri) e nell’area affettiva e morale (educa gli aspetti della motivazione, della self-efficacy, ecc) L’area prettamente motoria, invece, vede nel principio della Mul- Scarto di prestazione finale tilateralità l’aspetto predominante. La tabella 1 semplifica e sintetizza quanto appena detto. Principi Area interessata Strumenti Tipo di educazione Polivalenza Area Sociale, cognitiva, affettiva e morale Alternanza di stili di insegnamento, alternanza di metodi Educazione attraverso il movimento SPECIALIZZAZIONE PRECOCE MULTILATERALITÀ La nuova Guida Tecnica Generale dei Centri di Avviamento allo Sport del CONI (2001), distingue 4 tipi di multilateralità: Multilateralità Area motoria Contenuti vari Educazione del (esercizi, proposte…), movimento mezzi diversi (palle con varie dimensioni, colori,pesi,ecc) 1. multilateralità estensiva (6-9 anni) 2. multilateralità orientata (9-11 anni) 3. multilateralità mirata (11-14 anni) 4. multilateralità nelle specializzazioni (sopra i 14 anni) Tab 1 – Aspetti che coinvolgono i principi di polivalenza e multi- Come inserire questi aspetti nella Teoria dello Schema di Shmidt? lateralità Attraverso il concetto di variabilità della pratica. Come detto in precedenza, se lo Schema è una generalizzazioni di regole e rela- Ma in cosa consiste questa multilateralità? Di cosa si tratta? “La zioni, che attraverso la pratica e l’esperienza consentono di sele- multilateralità è da tempo ritenuta una strategia dell’allenamen- zionare i corretti parametri da applicare ad un PMG, ecco che una to giovanile indispensabile per uno sviluppo motorio e somatico maggiore esperienza (nel senso di variabilità) determina una 46 maggiore possibilità di mettere in relazione i parametri scelti con tanto sugli aspetti di controllo e regolazione interni all’individuo i risultati dell’azione eseguita. In altre parole: provando diverse (la teoria dello schema, infatti, è di matrice cognitivista) quanto maniere, ad esempio, di passare la palla (di interno, esterno, a sugli aspetti regolatori derivati dalla complessa relazione tra uo- parabola, teso, ad un compagno distante 10m o 25m, utilizzando mo ed individuo. Al centro della sua teoria c’è il principio della au- diversi palloni, con pesi e dimensioni diverse, ecc) si acquisisce to-organizzazione, secondo cui l’organismo è in grado di effet- l’esperienza necessaria da permettere di selezionare i corretti tuare spontaneamente degli auto-aggiustamenti in particolari parametri (forza assoluta, gruppi muscolari diversi, tempo assolu- condizioni. Alcuni autori considerano maggiormente questa teo- to di esecuzione, ecc) per i diversi contesti. “Secondo la teoria del- ria per l’apprendimento del calciatore (es. Wisloff, Salveson, Sig- lo schema, dunque, maggiori sono le variazioni dei parametri ap- mundstad, 2001). Ma allora qual è il riferimento scientifico più plicati ad uno stesso programma motorio – es. il passare la palla, corretto? Quale teoria deve essere privilegiata? “Plausibilmente, n.d.a. -, tanto più preciso diviene lo schema del gesto ricercato , la risposta a questo quesito può essere trovata nell’integrazione poiché la sua forza è in funzione della gamma di feed-back spe- dell’approccio cognitivo ed ecologico-dinamico” (Pesce, 2002, rimentata” (Bortoli, Robazza, 1991, pag.66). pag. 16) e questa è la direzione futura della ricerca. È evidente che nelle fasi iniziali dell’apprendimento, il risultato sia grossolano e non preciso: siamo infatti in quella fase che i diversi autori identificano come la fase della Coordinazione grezza (Meinel, Schnabel, 1984), fase Cognitiva (Fitts e Posner, 1967) o fase della ri- duzione dei gradi di libertà (Bernstein, 1967, in Pesce, 2002). Tuttavia, “l’apprendimento della regola è più efficace quando l’esperienza sottostante è variata piuttosto che costante” (Bortoli, Robazza, 1991, pag. 66). Non dimentichiamo che il calcio è uno sport di situazione, e che quindi esercitarsi in maniera costante ed esclusivamente standardizzata, è contrario al carattere “aperto” delle abilità calcistiche. Il calcio, cioè, è caratterizzato da open-skills, cioè da abilità aperte, eseguite pertanto in ambiente imprevedibile e mutevole e che richiede a chi la esegue di adattare i suoi movimenti in risposta alle proprietà dinamiche dell’ambiente (Schmidt, Wrisberg, 2000).Ancora una volta si afferma come, per la Teoria dello Schema, l’esercitazione variata fa aumentare la flessibilità o adattabilità dell’esecuzione motoria, consentendo soprattutto di applicare ciò che si è appreso in allenamento dalle esercitazioni variate all’esecuzione di azioni simili, ma mai esercitate in precedenza. In conclusione, è bene comunque ricordare come la Teoria dello Schema non sia la sola che intende spiegare l’apprendimento e il controllo motorio. A livello internazionale, ha ampia diffusione anche la Teoria Ecologica, nata dalle intuizioni e studi del neurofisiologo russo N. Bernstein e che si è poi diffusa anche con i lavori successivi di Kelso (1988), Gibson (1979) e altri (Pesce, 2002; Robazza, 2001; Zanon, 2001). Questa teoria, detta anche teoria dinamica, considera la coordinazione motoria come centrata non Bibliografia: AA.VV.(2001): Guida Tecnica Generale dei Centri di Avviamento allo Sport del CONI, ed. SSS, Roma; Bernstein, N.A. (1989): Fisiologia del movimento, ed. SSS, Roma; Bortoli, L.(2003): Il tempo nella didattica, SISS del Veneto; Bortoli, L., Robazza, C.(1990): Apprendimento motorio: concetti e applicazioni, ed. Pozzi, Roma; Bortoli, L., Robazza, C. (1991): Teoria dello schema e apprendimento motorio, Rivista di Cultura Sportiva, SdS, 63-70, n.21; Cottini, L. (2003): Psicomotricità, ed. Carocci, Roma; Fabi, A., Cottini, L. (1989): Educazione motoria a scuola, Ed. Montefeltro, Urbino; Ferrari, F. (2003): Considerazioni sui giovani, Notiziario del Settore Tecnico, FIGC, n.6; Meinel, K., Schnabel, G. (1984): Teoria del movimento, ed. SSS, Roma; Pesce, C. (2002): Insegnamento prescrittivo o apprendimento euristico?, Rivista di Cultura Sportiva, SdS, 10-18, n.55; Robazza, C. (2001): Comunicazioni personali; Schmidt, R., Wrisberg, C. (2000): Apprendimento motorio e prestazione, SSS, Roma; Siedentop, D. E Tannehill, D. (2000): Developing Teaching Skills in Physical Education (4thed). Mountain View, California: Mayfield Publishing Company; Rink, J.E. (1993): Teaching physical education for learning (4th ed). McGraw-Hill Hihher Education, New York; Wisloff, U., Salveson, E., Sigmundstadt, E. (2001): Lo sviluppo della prestazione nel calcio, Teknosport libri, Ancona; Zanon, S. (2002): Verso una fisiologia della qualità del movimento, ed. Nuova Atletica, Ricerca in Scienze dello Sport, Udine, n. 174, 13-16. 47 SEZIONE SVILUPPO CALCIO GIOVANILE SOCIOLOGIA 2004: ANNO EUROPEO DELL’EDUCAZIONE ATTRAVERSO LO SPORT di Gennaro Testa* I l Parlamento europeo e il Consiglio hanno istituito l’Anno europeo dell’educazione attraverso lo sport per promuovere tra il mondo dell’istruzione ed il mondo dello sport i valori educativi e sociali dell’attività sportiva. I documenti ufficiali, che di seguito si riportano, forniscono precise e chiare indicazioni per la visione positiva della pratica sportiva. Lo sport è divenuto un fenomeno economico e sociale di rilevante importanza nell’Unione europea. La Comunità europea ha riconosciuto più volte l’importante ruolo sociale dello sport e in particolare il suo ruolo educativo. I Giochi Olimpici e Paraolimpici di Atene del 2004 e gli europei di calcio in Portogallo hanno visto un aumento della copertura mediatica per lo sport e della sensibilizzazione del pubblico riguardo allo sport, offrendo una buona occasione per potenziare la promozione dei valori ad esso legati. Lo sport costituisce uno dei settori di attività che riguarda e avvi- Gli obiettivi dell’anno europeo dell’educazione attraverso lo sport cina maggiormente i cittadini dell’Unione europea, indipendente- 2004 sono i seguenti: mente dalla loro età e dalla loro origine sociale. Oltre la metà di • sensibilizzare le organizzazioni educative e le organizzazioni essi pratica regolarmente un’attività sportiva in uno dei 700.000 sportive riguardo alla necessità di cooperare allo scopo di svi- club esistenti nell’Unione ovvero al di fuori di tali club. Circa due luppare l’educazione attraverso lo sport e la sua dimensione milioni di educatori, di istruttori, di volontari dedicano il loro tem- europea; po di lavoro o il loro tempo libero all’animazione della vita spor- • approfittare dei valori trasmessi dallo sport come uno strumen- tiva. Queste persone svolgono un ruolo fondamentale di educa- to di sviluppo delle conoscenze e delle competenze educative di zione e di inserimento sociale in un momento in cui le società si base, che consentono ai giovani di migliorare le loro capacità fi- trovano a far fronte a consistenti problemi riguardanti la coesio- siche e sociali, segnatamente nel quadro del percorso scolasti- ne sociale e l’identità culturale. co (lavoro in equipe, solidarietà, “fair-play” in un contesto mul- Tale funzione sociale d’interesse generale dello sport è da molti ticulturale); anni messa in pericolo dall’apparizione di nuovi fenomeni, di na- • incoraggiare lo scambio di buone pratiche per quanto riguarda tura diversa, che mettono talvolta in discussione gli aspetti etici e il ruolo che lo sport può svolgere nei sistemi educativi al fine di i principi di organizzazione dello sport: la violenza negli stadi, la promuovere l’integrazione sociale dei gruppi più svantaggiati; corruzione, l’espansione delle pratiche di doping, lo sfruttamento • analizzare i problemi legati all’istruzione dei giovani sportivi e dei giovani, di entrambi i sesi, impegnati in sport agonistici. 48 *Docente Scuola Allenatori di giovani sportivi, la ricerca di guadagni finanziari rapidi a disca- lo scelgono sovente di espatriare per sfruttare il loro talento, pito di un’evoluzione più equilibrata dello sport. abbassando così il livello tecnico-sportivo di tali paesi. La pratica e l’organizzazione dello sport, pur con alcune differenze La dichiarazione sullo sport allegata al Trattato di Amsterdam fra un paese e l’altro, presenta caratteristiche comuni che consen- “sottolinea l’importanza sociale dello sport e in particolare il suo tono di parlare di un approccio europeo nei confronti dello sport. ruolo di promozione dell’identità e di intermediazione fra gli uo- Da alcuni anni, diversi fenomeni ostacolano però tale approccio mini”. Le attività sportive devono pertanto trovare un loro posto europeo nei confronti dello sport: nel sistema educativo di ogni stato europeo. • l’aumento della popolarità dello sport in termini di pratica e di Potenziare la funzione educativa e sociale dello sport per i valori spettacolo; • l’internazionalizzazione dello sport con la moltiplicazione delle competizioni internazionali; • lo sviluppo senza precedenti della componente economica dello sport, con un aumento spettacolare dei diritti televisivi. che rappresentano (pari opportunità, fair play, solidarietà) devono del pari essere diffusi dalle associazioni sportive che forniscono un contributo decisivo all’educazione e alla formazione dei giovani, nonché alla vita democratica e sociale. Infatti, lo sport è divenuto uno dei fenomeni di massa più im- Tali fenomeni apportano peraltro allo sport e alla società alcuni portanti all’interno delle nostre società. Raggiungendo tutte le elementi positivi, come il numero di posti di lavoro prodotti diret- classi sociali e tutti i gruppi d’età della popolazione, lo sport co- tamente o indirettamente dallo sport, aumentato del 60% nel stituisce uno strumento essenziale di integrazione sociale e di corso degli ultimi dieci anni, raggiungendo circa i 2 milioni. educazione. È opportuno tuttavia riconoscere che tali fenomeni possono an- L’azione comunitaria mira a perseguire gli seguenti obiettivi (de- che essere fonte di tensioni e perfino di contraddizioni a livello di cisione n. 291/2003/CE): alcuni principi fondamentali dello sport: • migliorare il posto dello sport e dell’educazione fisica nelle • il sovraccarico dei calendari di avvenimenti sportivi può essere considerato come una delle cause dell’espansione del doping; • la moltiplicazione degli avvenimenti sportivi a scopo di lucro può portare a privilegiare la logica commerciale a discapito della logica sportiva e della funzione sociale dello sport; scuole, basandosi sui programmi comunitari; • favorire la riconversione e la reintegrazione successiva degli sportivi nel mondo del lavoro; • favorire il ravvicinamento dei sistemi di formazione dei quadri sportivi in ogni stato europeo; • la tentazione di taluni operatori sportivi e di alcuni grandi club • migliorare il rapporto fra mondo educativo e mondo dello sport; di uscire dal quadro delle federazioni per sfruttare al meglio il • utilizzare al meglio i valori dello sport nell’educazione e nell’in- potenziale economico dello sport a loro esclusivo profitto. Tale tegrazione, per la formazione della personalità e del carattere; tendenza può rimettere in discussione il principio di solidarietà • promuovere la consapevolezza del contributo che le attività di finanziaria fra lo sport professionistico e lo sport dilettantistico, nonché il sistema di promozione-retrocessione comune alla maggior parte delle federazioni; • i pericoli corsi da giovani spinti sempre più presto verso lo sport volontariato sportivo hanno nell’educazione sportiva; • creare un migliore equilibrio di alternanza e complementarietà tra attività intellettuali e fisiche; • considerare i problemi connessi all’istruzione sportiva dei prati- di alta competizione, spesso senza formazione professionale canti di entrambi i sessi che partecipano alle attività sportive; complementare, con rischi per la loro salute fisica e mentale e • piena e corretta applicazione di pari opportunità e di pari di- per la loro riconversione; • la ricerca di guadagni immediati (come effetto della sovracom- gnità, nei problemi connessi alla partecipazione delle attività sportive per i praticanti di entrambi i sessi. mercializzazione) legata all’internazionalizzazione dello sport può condurre a situazioni di disuguaglianza per alcuni paesi La riflessione che emerge, nel fare proprie le indicazioni fornite meno grandi o meno popolati nei quali gli sportivi di alto livel- dall’Europa, è considerare lo sport in generale ed il gioco del cal49 SEZIONE SVILUPPO CALCIO GIOVANILE SOCIOLOGIA cio, nelle sue molteplici funzioni: Il massimo risultato del calciatore (giovane e prima squadra) si ot- funzione educativa tiene “allenando” tutte le qualità e le capacità. equilibrare la formazione individuale e lo sviluppo umano a qual- Tutti gli allenatori sanno bene che un calciatore che abbia solo siasi età, avvicinando e promuovendo la pratica sportiva; qualità atletiche, ma è carente nella tecnica e/o nell’applicazione funzione sociale tattica non potrà sperare nel completo “successo”, ugualmente promuovere una società più solidale, contro l’intolleranza, il raz- un calciatore fisicamente e tecnicamente “valido” non potrà rag- zismo, la violenza, contribuire all’integrazione nel mercato del la- giungere “ottimi risultati” senza forza di carattere, di volontà, di voro, delle pari dignità e delle pari opportunità; sacrificio, ecc. L’essere umano non è un sommergibile con diviso- funzione culturale ri rigidi e “compartimenti stagni”. radicamento delle società sportive nel territorio, conoscenza ed L’allenatore che pensa di allenare a settori ben distinti (la prepa- aggiornamento costante dei dirigenti e dei tecnici; razione fisica “facendo solo corsa ed esercizi” e poi “solo il pal- funzione ludica lone” per allenare tecnica e tattica e dopo “in pizzeria per fare componente importante del tempo libero e del divertimento indi- gruppo”) si comporta da “ammiraglio” e non da “mister”. viduale e collettivo; I calciatori sono i protagonisti del proprio cammino formativo, con funzione di sanità l’assistenza dell’allenatore, che mira al consolidamento delle qualità migliorare la salute e lottare in modo efficace per preservare la allenando la globalità delle possibilità e potenzialità dell’individuo. qualità della vita con lo sport. L’allenatore è sempre, comunque un esempio, uno stimolo, un modello di riferimento, ricordandosi che trasmette al proprio gruppo RUOLO ED ATTIVITÀ DELL’ALLENATORE “quello che è” piuttosto che “quello che sa”, trovando sempre spazio per i valori educativi, attraverso il reciproco rispetto. In una realtà così articolata e positivamente complessa, l’allena- Non si pone come chi sa tutto e non sbaglia mai. E’ propositivo, tore riveste sempre più una importanza primaria ed insostituibile, ma è disposto a cambiare il tiro se i ragazzi non seguono. E’ ca- nella specificità del modello di prestazione del gioco del calcio. pace e disposto a cambiare la propria modalità operativa perché il rapporto con i calciatori è propositivo promuovendo l’autonomia e coinvolgendo i ragazzi, che devono essere attivi nel gruppo. Dovrà sempre offrire una molteplicità di proposte, non basta la “programmazione scientifica”, l’allenatore dovrà essere sempre capace di interagire, parlare, giocare, scherzare per evitare la “poca voglia di fare” da parte dei calciatori. In questa ottica assume grande valore la società sportiva come comunità educante, l’insieme per formare non solo i calciatori, ma per trasmettere (attraverso l’identità di gruppo e lo stare insieme in modo positivo) la passione per il calcio per futuri dirigenti, collaboratori, tifosi, arbitri. Ecco l’attività educativa = educare, tirar fuori, estrapolare le migliori qualità e il carattere positivo dell’intero gruppo sociale (calciatori, tecnici, dirigenti, famiglie, sostenitori, territorio ed ambiente). Quanto l’Europa chiede per il 2004 anno europeo dell’educazione attraverso lo sport, abbiamo la necessità di renderlo “educazione permanente” per il bene dello sport e del nostro gioco del calcio. 50 UN SITO PER OGNI VOSTRA DOMANDA www.settoretecnico.figc.it Tutti coloro che vogliono approfondire tematiche di tecnica, preparazione fisica e medicina sportiva attraverso libri e videocassette possono rivolgersi al museo del calcio. www.museodelcalcio.it - e-mail: [email protected] FORZA AZZURRI!