MIX-NEWS - Le reti di Dedalus
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MIX-NEWS - Le reti di Dedalus
MIX-NEWS a cura di Massimo Vecchi LETTURE – 1 Tanti capolavori letti a metà, e anche meno Sono moltissimi i libri che vengono acquistati ma non letti. Anche se lasciamo da parte i nuovi ricchi che per arredare la loro lussuosa magione riempiono una libreria di sole copertine, intonate alla tappezzeria, certi che a nessuno dei loro invitati, essendo della stessa risma, verrà mai in mente di estrarne una, resta però una buona fetta di clienti delle librerie che compra non per leggere ma per accrescere il proprio status symbol. Su questo tema è stato effettuato un sondaggio in Inghilterra, di cui ha riferito Enrico Franceschini in un’ampia corrispondenza da Londra su Repubblica, che ha consentito di rilevare come e perché il fenomeno si produca: ben il 55 per cento degli intervistati ha dichiarato di comprare libri soltanto per decorare il proprio appartamento o per far mostra di avere interessi culturali; il 40 per cento spiega che non riesce a leggere i libri troppo lunghi; il 48 per cento attribuisce alla stanchezza dopo il lavoro la sua incapacità di leggere; il 46 per cento preferisce la tv, il 26 per cento va su internet o gioca con la playstation. In conclusione, meno del 25 per cento legge un libro tutti i giorni. Con le risposte al sondaggio è stata anche compilata una classifica, davvero sconcertante, sui libri che i possessori non riescono a leggere fino in fondo, spesso si tratta di capolavori riconosciuti, romanzi o saggi di autori celebri, addirittura best seller. Per esempio, il quarto volume del “maghetto” pubblicato da J. K. Rowling, Harry Potter e il calice di fuoco, Ulisse di James Joyce, L’alchimista di Paulo Cohelo, Guerra e pace di Lev Tolstoj, My life l’autobiografia superpagata dell’ex presidente americano Bill Clinton, My side del fuoriclasse del calcio David Beckham, che si aggiudicò il record dell’autobiografia andata esaurita più rapidamente, e ancora I versi satanici di Salman Rushdie, Delitto e castigo di Fiodor Dostoevskij, Il mandolino del capitano Corelli di Louis de Bernieres e The Downing street years dell’ex premier britannico Margaret Thatcher. A fianco della corrispondenza è pubblicata un’intervista con Niccolò Ammaniti, romanziere di successo, che assolve coloro che non riescono a finire un libro, come peraltro un disco o un film, a cominciare da se stesso. Dice infatti: «Lo confesso, L’uomo senza qualità di Musil è lì che mi aspetta da anni col segno sull’ultima pagina letta». Più cinico il commento di un portavoce di Waterstone’s, la più grande catena di librerie del Regno Unito: «L’importante è che la gente, tanto per cominciare, compri i libri». LETTURE – 2 Guerra e pace in edizione snack Ancora Tolstoj in primo piano. Anche i capolavori possono essere troppo lunghi e scoraggiare i lettori, come s’è visto nella notizia precedente. Guerra e pace con le sue 1400 pagine è certamente da mettere nel conto. Ed ecco allora la trovata editoriale: tagliare. Responsabile, la quasi bicentenaria Harper & Collins, che dalla sede originaria New York oggi copre tutta l’area di lingua inglese, Usa, Gran Bretagna, Canada e Oceania (un miliardo di dollari il fatturato 2006). Il problema di come sforbiciare è stato superato togliendo le pagine in cui i personaggi parlano in francese, la lingua usata all’epoca dall’aristocrazia in Russia e altrove, e quelle in cui l’autore approfondisce i grandi temi che riguardano l’uomo, come la guerra, la pace, l’amore. Totale 600 pagine in meno, quindi la nuova edizione snack di Guerra e pace sarà di 800 pagine anziché di 1400, ma non cambierà il titolo. A sua giustificazione la casa editrice informa che sarebbe stata di recente ritrovata nell’archivio dei manoscritti di Tolstoj una prima stesura del capolavoro, risalente al 1866 e mai pubblicata, sensibilmente più breve dell’edizione ufficiale datata 1869 e universalmente conosciuta. Il fatto è che la nuova edizione ridotta della Harper & Collins presenta cambiamenti di non poco conto. Per esempio, non muoiono due dei protagonisti, il principe Andrej Volkonskij, che nella versione originale perde la vita nella battaglia di Borodino, e il giovane poeta Petija Rostov. Inoltre l’eroina Natasha non sposa Andrej ma l’intellettuale Pierre. A questo punto si pone il dubbio: è meglio che il pubblico si trovi di fronte ai capolavori di tutti i tempi in edizione originale anche a rischio che non li compri o che, nel caso se li metta sul comodino, non riesca a portare a termine la lettura, lunga, complessa, impegnativa? Oppure è meglio mettergli a disposizione un’edizione ridotta che lo induca all’acquisto e gli faciliti la lettura, nella convinzione che è meglio un approccio parziale piuttosto che niente? Il commento di Maria Serena Paglieri nella rubrica La fabbrica dei libri che tiene su l’Unità è perché «questa scemenza?». L’edizione ridotta, fa notare, «non è una novità: l’industria le ha prodotte per il pubblico infantile, oppure per un pubblico considerato tale, vedi quelle popolarissime di Selezione dal Reader’s Digest». Ma bisogna chiarire quale operazione si sta facendo, altrimenti «sarebbe come se da noi si pubblicasse sotto il titolo I promessi sposi il precedente Renzo e Lucia». Comunque, se i tagli a Guerra e pace, prosegue la Paglieri, sono motivati dal fatto che per il mondo d’oggi è troppo complesso e non si ha il tempo di leggerlo, certamente presto «la scure potrà cadere sulla Recherche: quattro volumi, meglio tagliare le divagazioni proustiane sulla memoria, andiamo al sodo, gli amori di Swann». E conclude: «Guerra e pace è un libro insostituibile». Basta trovare l’occasione giusta per leggerlo. Purtroppo «i maghi del marketing, spesso, disegnano mondi a una dimensione, mentre al mondo c’è posto per ogni varietà di libro». CLASSIFICA Anna Karenina è il romanzo più bello di tutti i tempi E tre: di nuovo Tolstoj. Nella classifica dei dieci migliori libri di tutti i tempi stilata con i voti di 125 autori americani, inglesi e australiani contemporanei, il grande scrittore russo trionfa conquistando il primo posto con Anna Karenina e il terzo con Guerra e pace. Da notare che tra i 125 scrittori d’oggi, tutti di lingua inglese, che hanno espresso il loro voto erano presenti autori celebri come Martin Amis, Ian Mc Ewan, Salman Rushdie, Norman Mailer, Stephen King, Tom Wolfe. La graduatoria dei primi dieci vede al secondo posto, tra i due capolavori di Tolstoj (1828 – 1910), Madame Bovary di Gustave Flaubert (1821 – 1880), in quarta posizione Lolita di Vladimir Nabokov (1899 – 1977), e poi di seguito Le avventure di Huckleberry Finn di Mark Twain (1835 – 1910), Amleto di William Shakespeare (1564 – 1616), Il grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald (1896 – 1940), Alla ricerca del tempo perduto di Marcel Proust (1871 – 1922), I racconti di Anton Cechov (1860 – 1904) e Middlemarch di George Eliot (pseudonimo di Mary Ann o Marian Evans, 1819 – 1880). Si rileva subito che la top ten non comprende alcun romanzo di oggi, nessun scrittore vivente. Soltanto uno tra i primi venti: Cent'anni di solitudine di Gabriel Garcia Márquez. È la letteratura dell’Ottocento a dominare la scena e dunque i classici vincono dieci a zero. I CLASSICI IN AMERICA Eliminati Hemingway e la Dickinson, poco richiesti Come sempre, o quasi, c’è un’antitesi all’entusiasmo per i classici ottocenteschi espresso dagli scrittori di oggi, come si legge nella notizia precedente. Nelle biblioteche americane molti capolavori del secolo scorso non vengono più presi in prestito e le direzioni hanno deciso di liberare gli scaffali dal loro ingombro per far posto alle novità. Hanno dato il via alla rivoluzione le biblioteche della Contea di Fairfax, Virginia, ma le altre si preparano a seguirne l’esempio. Il termine stabilito per eliminare i volumi non richiesti è 24 mesi. A decretare la condanna è il nuovo programma software installato nel computer centrale utilizzato da ciascuna biblioteca. Quando informa che quel libro non è stato preso in prestito da due anni scatta l’eliminazione. Via dagli scaffali e probabilmente vendita a prezzi scontati. Prime vittime annunciate i capolavori di Ernest Hemingway, perfino Per chi suona la campana, I discorsi e gli scritti di Abraham Lincoln, il libro di poesie di Emily Dickinson Final Harvest, Zoo di vetro di Tennessee Williams e Il buio oltre la siepe di Harper Lee. I CLASSICI IN ITALIA Un genere che sta morendo lentamente Mentre negli Stati Uniti i classici un tempo popolarissimi vengono tolti dagli scaffali delle biblioteche, in Italia si assiste a una crisi di questo genere letterario che sembra avviata a un finale assai triste. Secondo le statistiche dell’Istat, mentre la produzione libraria è rimasta costante intorno ai 60.000 titoli, nel 2001 i testi classici pubblicati, compresi gli scolastici, raggiungevano una cifra uguale o molto vicina a quella dell’anno prima e dell’anno prima ancora: 2086. Ma da quel momento in poi si è verificato un calo sempre più pronunciato. Nel 2003 i classici pubblicati erano 1574 e l’anno appena un po’ di più: 1608. Ma per l’anno 2005 i dati, soltanto provvisori, danno una cifra drammaticamente bassa: 936. OPERAZIONE APPEAL Jane Austen abbellita con un nuovo maquillage L’autrice di Orgoglio e pregiudizio conosce da qualche tempo un rilancio a livello planetario con la ristampa dei suoi romanzi e le trasposizioni cinematografiche e televisive soprattutto del suo capolavoro sopra citato. Jane Austen (1775 – 1817), considerata una delle voci più significative della lettura inglese grazie alla sua prosa semplice ed elegante e alla fine ironia con le quali ha saputo raccontare la vita dell’aristocrazia di campagna del suo tempo, evidenziando i contrasti fra i valori personali e le responsabilità sociali dei personaggi, non era molto bella se si guarda l’unico ritratto che conosciamo, quello disegnato dalla sorella Cassandra ora esposto alla National Portrait Gallery di Londra, in cui ha le labbra sottili, il mento piccolo e i capelli schiacciati sotto una cuffietta. Ma nelle descrizioni di parenti e amici che ci sono pervenute è definita graziosa come una bambola. Prendendo per buoni questi complimenti e non il ritratto di Cassandra Helen Tryler, manager della casa editrice Wordsworth, specializzata in edizioni economiche di classici, ha deciso di ritoccare il ritratto della Austen per stampare sulla copertina della monografia scritta dal pronipote James Austen-Leigh, A memory of Jane Austen, un’immagine più attraente: labbra carnose, mento regolare, occhi luminosi e capelli riccioluti senza cuffietta. Ma il rivoluzionario metodo di rifare il look delle grandi scrittrici del passato sembra non fermarsi a Jane Austen. Nel mirino ci sono già altre figure: «Virginia Woolf – ha detto la Tryler – non era certo una bellezza e George Eliot era addirittura un fagotto». UN’ASTA, FORSE Due editori a caccia di Valeria Parrella La grande casa editrice Rizzoli e l’altrettanto potente Einaudi vogliono assicurarsi a tutti i costi (è proprio la definizione esatta) che Valeria Parrella, nata a Napoli nel 1974, entri a far parte della loro scuderia. La Parrella finora ha pubblicato soltanto racconti da Mosca più balena che ha vinto il Premio Campiello Opera Prima nel 2004 a Per grazia ricevuta, selezionato nella cinquina dello Strega 2005, oltre a varie partecipazioni come quella con Verissimo entrato nell’antologia La qualità dell’aria a cura di Lagioia e Raimo, tutte edizioni di minimum fax. Secondo le notizie pubblicate da Mirella Appiotti su Tuttolibri sarebbero in corso trattative riservatissime, ma trapela l’indiscrezione di un’offerta della Rizzoli di 300 mila euro e di una meno alta della Einaudi. Nessun commento dalla minimum fax che ha lanciato Valeria Parrella.