Storia di Raiffeisen

Transcript

Storia di Raiffeisen
Scheda didattica
LA STORIA DI RAIFFEISEN E DEL CREDITO COOPERATIVO
Alla fine del 1700
avvenne in tutta Europa
un trasformazione
fondamentale: la
rivoluzione industriale…
L’agricoltura smise di essere la principale attività produttiva e il suo posto fu
preso dall’industria.
La rivoluzione industriale creò un crescente bisogno di capitali: l’industria e le
attività ad essa collegate assorbivano quasi interamente i capitali che le banche
potevano prestare. Da un lato, alcune regioni e alcuni settori dell’economia
vivevano un periodo di grande espansione e ricchezza; dall’altro lato rimaneva
invece la popolazione rurale, che non aveva i mezzi per sopravvivere.
È proprio in questo secondo scenario che si svolge la storia…
L’ideatore del sistema delle Banche di Credito Cooperativo (in origine Casse
Rurali) si chiamava Friedrich Wilhelm Raiffeisen.
Era nato nel 1818 in un piccolo paese della Germania settentrionale, Hamm,
abitato per lo più da contadini e da piccoli
artigiani. Figlio di una famiglia povera, già
durante i primi anni di scuola, si era capito che
il ragazzo era particolarmente portato per la
matematica e questo fece sì che i suoi
concittadini si rivolgessero proprio a lui per
chiedere aiuto nella gestione dei pochi affari
che facevano.
Un giorno chiese il suo aiuto il contadino
Fischer. Aveva chiesto un prestito ad un
usuraio, che gli faceva pagare interessi più alti
di quelli stabiliti.
Insieme si recarono dall’usuraio e, rifacendo
con lui i conti, scoprono che stava applicando
un interesse troppo alto: il triplo di quello
concordato!
Il tempo passava, le possibilità economiche per continuare gli studi purtroppo
non c’erano e all’età di 17 anni decise di arruolarsi nell’esercito come allievo
1
ufficiale di artiglieria. Questa ‘avventura’ durò sette anni, dopo i quali Raiffeisen
decise di tornare nella sua città d’origine, con la sua famiglia.
Nel 1843 iniziò la sua carriera nell’amministrazione pubblica: diventò infatti
dapprima impiegato a Mayen e successivamente amministratore (borgomastro)
di un piccolo comune rurale di montagna, Weyerbusch, definito il “paese della
povera gente”, un paese composto da poche case, nessun servizio pubblico
efficiente, scarsa igiene, le cui principali attività erano legate all’agricoltura,
all’allevamento di bestiame e al poco artigianato. Si produceva solo per
l’autosufficienza, c’era poco denaro, si ricorreva spesso a prestiti e spesso si
arrivava addirittura a chiedere la carità.
Appena giunto venne a sapere dal maestro del paese che una piccola alunna era
morta. Per venire a scuola doveva fare ogni giorno più di un’ora di cammino,
spesso con vestiti bagnati e le scarpe rotte. Si era ammalata ed aggravata dalla
permanenza in una classe umida e ammuffita.
“Bisogna fare qualcosa, adesso, subito. Bisogna costruire una nuova scuola.
Contribuiremo tutti quanti. I contadini trasporteranno sabbia, mattoni e calce; gli
artigiani sacrificheranno dei giorni di lavoro ed io stesso darò ogni mese una
parte del mio stipendio per contribuire alle spese”, furono le parole del
borgomastro. Raiffeisen non impose la sua opinione sugli altri, non impose nuove
tasse, non chiamò in causa il Governo per chiedere sovvenzioni. Convinse i
cittadini che esisteva solo un modo per sistemare la scuola: mettere insieme le
forze, aiutarsi a vicenda.
Purtroppo alla soddisfazione per aver portato a termine un progetto così
importante, c’era anche la preoccupazione per il dilagare di un ‘pericoloso’
fenomeno: quello dell’usura, che veniva praticata in modo impietoso. Le rendite
dei raccolti non erano mai sufficienti per comprare qualcosa (nemmeno il pane
nei periodi di carestia), così i contadini ricorrevano a chiunque potesse prestare
loro del denaro (le banche non esistevano in quei luoghi e le Banche Popolari che
sorgevano nelle città non erano raggiungibili o non concedevano comunque ‘aiuti’
perché non le persone non erano in grado di offrire le garanzie necessarie).
Intanto, nell’estate del 1845 il raccolto dei campi andò quasi tutto perduto. Le
piogge insistenti avevano rovinato tutto. I più bisognosi iniziarono ad affollarsi
presso l’ufficio di Raiffeisen chiedendo aiuto. C’era bisogno di trovare una
soluzione urgentemente. Il sindaco segnalò al Governo che la gente non sapeva
2
come superare l’inverno e sollecitò l’acquisto immediato di scorte di grano.
La risposta fu evasiva. In quasi tutte le regioni della Germania il raccolto era
stato cattivo. Ogni paese, dunque, doveva arrangiarsi da sé. Però venne
distribuita inizialmente una quantità di pane irrisoria per la popolazione e
successivamente ottiene solo poca farina per il suo distretto da distribuire
soltanto a persone affidabili che pagassero in contanti. La cosa non viene
accettata. Secondo il Borgomastro, la distribuzione della farina avrebbe dovuto
essere fondata sulla povertà delle persone e avrebbe dovuto essere data a
credito anche a coloro che non potevano pagare.
Per l’ennesima volta, Raiffeisen cercò di convincere i suoi concittadini che solo se
avessero unito le forze sarebbero stati in grado di risolvere i loro problemi.
Venne convocata una riunione fra i sindaci della zona: “Prendiamo un prestito e
compriamo la farina. Faccio appello a voi stessi. Che ognuno porti la somma che
può dare senza sacrificio. Troveremo anche altre persone benestanti nei vari
comuni e se tutti loro contribuissero con pochi scudi potremmo acquistare la
farina e distribuirla a pagamento dopo il nuovo raccolto”.
“E chi si farà garante del prestito?”.
“Qui si tratterà della fiducia reciproca. Coloro che sono in difficoltà sono vostri
concittadini, piccoli proprietari o coltivatori, pronti a garantire con quello che
possiedono pur di sopravvivere”. Anche i più esitanti alla fine accettarono. Venne
costruito anche un forno, con la collaborazione di tutta la comunità. In questa
maniera, vennero gettate le basi per la solidarietà, reciprocità, mutuo aiuto tra la
gente.
Nel 1848 Raiffeisen venne trasferito con merito presso un distretto più grande,
Flammersfeld, dove il grattacapo principale per il giovane Borgomastro era legato
più che mai al fenomeno dell’usura, che portava alla rovina molti agricoltori. La
causa derivava dall’acquisto di bestiame. Si pensò di bloccare la speculazione sui
poveri contadini fondando, nel 1849, un’associazione che acquisti il bestiame, la
Lega di soccorso di Flammersfeld per l’assistenza ai contadini sprovvisti di mezzi,
alla quale avrebbero dovuto aderire tutti coloro che avessero delle proprietà
senza debiti e magari un ‘cuore cristiano’. Per il denaro, venne interpellato un
banchiere che concedeva il prestito, garantito dai membri dell’associazione I
contadini che acquistavano a credito da questa Lega dovevano rimborsare la
quota in 5 anni.
Nel 1852 avvenne il trasferimento di Raiffeisen al distretto di Heddesdorf, dove
strinse una forte amicizia con il pastore del luogo. Assieme discutevano su come
3
aiutare la gente a star meglio, ad osservare i Comandamenti, ad essere onesti e
giusti. Si sviluppò un progetto: creare un’associazione di persone unite in
un’opera sociale durevole ed efficace. Ognuno avrebbe depositato, ricevendo un
interesse, una somma, creando un fondo per i bisognosi, che conceda prestiti a
lungo termine. Con l’aiuto di 59 persone facoltose, nacque la Società di
beneficenza di Heddesdorf per prestare denaro ai piccoli contadini ed artigiani ed
aiutarli ad uscire dalle difficoltà. Per poter ottenere un prestito da questa cassa
non era necessario presentare delle garanzie: il prestito, così come concepito da
Raiffeisen si basava sulla fiducia. Per non rischiare che questa fiducia fosse mal
riposta, bisognava possedere alcune caratteristiche particolari: essere membri di
quel villaggio, essere contadini o piccoli artigiani, essere persone oneste.
All’entusiasmo iniziale però si sostituirono progressivamente le difficoltà:
l’entusiasmo andò scemando, rischiando di far crollare tutto. Bisognava trovare il
modo giusto per tenere uniti questi “soci”, che collaboravano gratuitamente. La
soluzione si ritrovò nel fatto che anche chi veniva aiutato doveva riuscire in
qualche modo a collaborare, diventando anche esso socio: l’aiuto diretto poteva
riuscire a sollevare per un po’ una persona dalle difficoltà, ma non risolveva il
problema per sempre. Inoltre, il coinvolgimento dei poveri, li avrebbe spronati a
diventare attivi e a rendersi utili. Nacque la prima vera Cassa Rurale. Un gruppo
legato da vincoli di collaborazione spirituale, morale, economica, secondo il vero
modello cooperativo.
Nel giro di pochi anni le banche ideate da Raiffeisen si diffusero in tutta la
Germania, ma anche in Europa, risollevando notevolmente le condizioni delle
popolazioni rurali.
In Italia esistono tutt’ora: noi le chiamiamo Banche di Credito Cooperativo.
4