Il Punto n. 89
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Il Punto n. 89
Luglio 2016 Numero 89 edizione online chiusa lunedì 11 luglio Anno XIV il Punto del settore assicurativo Assemblea annuale Ania 2016 Sommario: pg. Assemblea annuale Ania 2016 Unipol, firmato il nuovo CIA 1-2 3 Amissima annunciati 120 esuberi Direct line in sciopero Generali, effetti adesione al Fondo di Sostegno al Reddito 4 4 5-6 Appalto, a Bologna partita la contrattazione territoriale 7 Relazione annuale Ivass 8-9 Brexit, quale futuro per il settore? 10 Chi pensava che l’Ania attraversasse un periodo critico si è enormemente sbagliato. Martedì 5 luglio, a Roma, presso l’Auditorium Conciliazione, nella sua prima assemblea al vertice dell’associazione delle assicurazioni che operano in Italia, Bianca Maria Farina ha tracciato un quadro delle principali tendenze dell’industria assicurativa per passare poi all’analisi ed ai trend del mercato italiano e concludere con una articolata disamina sulle sfide ed opportunità per un comparto assicurativo al servizio del Paese. Si è mossa, rivendicando la centralità dell’associazione per arrestare le uscite e le varie dissociazioni (Gruppo Unipol, Gruppo Intesa San Paolo e altri) Ha altresì, attaccato nel tentativo di allargare la sfera degli assicurati. Ha rilanciato, da ottimo regista, il dialogo istituzionale per permettere al settore di assumere il ruolo di traino alla ripresa del nostro paese. Ha quindi sottolineato il peso crescente che le compagnie hanno già assunto negli anni nell’economia e nella società italiana. Passando all’analisi del quadro macroeconomico e finanziario B.M. Farina ha sostenuto che il nostro Paese sta lentamente uscendo dalla più profonda crisi economica del secondo dopoguerra. Le due recessioni hanno colpito nel giro di pochi anni l’economia italiana tra il 2008 e il 2014, provocando una riduzione dell’attività economica di circa 8 punti percentuali di PIL. Ne hanno sofferto l’occupazione, il reddito, gli investimenti. Dallo scorso anno finalmente, si è assistito a una inversione della tendenza e il Paese è tornato a crescere (+0,8% nel 2015). In questo contesto si collocano le misure previste nell’ultima legge di stabilità per la riduzione del prelievo fiscale sulle imprese, con l’abbassamento dell’aliquota dell’imposta sui redditi societari e la deduzione integrale ai fini dell’IRAP del costo del personale assunto a tempo indeterminato. Restano tuttavia ancora da affrontare, per la Presidente, alcuni temi, “il più significativo dei quali è il prelievo, del tutto peculiare, sulle riserve matematiche dei rami vita: un tema sul quale bisogna trovare una via di uscita, posto che l’anticipo di imposta ha raggiunto quasi 5 miliardi di euro e non sembra destinato a riassorbirsi nel tempo”. Le grandi trasformazioni in atto sul piano economico e sociale “generano nuove incertezze, fanno emergere nuovi rischi e determinano il sorgere di forti esigenze di protezione”. L’invecchiamento della popolazione, ad esempio, è un trend che si riscontra ormai da decenni in tutti i paesi a economia avanzata. L’aumento dell’aspettativa di vita e la riduzione dei tassi di fertilità, ha sottolineato la presidente dell’ANIA, “determinano una trasformazione delle strutture familiari, che tendono a diventare sempre più “verticali” (famiglie meno numerose e aumento del numero di generazioni in una stessa famiglia)”. Aumentano inoltre i rischi di non disporre di risorse sufficienti per garantire un tenore di vita adeguato. Senza un disegno complessivo di riforma del sistema sanitario che individui le priorità e le maggiori necessità, ha spiegato Farina, le situazioni di (continua a pag. 2) Periodico bimestrale di informazione della First/Cisl Emilia-Romagna accesso online www.firster.it il Punto del settore assicurativo n. 89, Luglio 2016 (segue da pag 1 Assemblea annuale Ania 2016) disagio sono destinate a diventare sempre più comuni. “Se i cittadini avessero scoperto il valore delle assicurazioni”, ha aggiunto, “non si sarebbero trovati in questa situazione. Molto c’è da fare, ma è tempo di pensare a un sistema pubblico-privato che si faccia carico dei bisogni crescenti anche sul fronte sanitario”. L’assicurazione, ha continuato Farina, “può far evolvere il suo ruolo da tradizionale liquidatore finanziario a partner dell’assicurato nell’affrontare i rischi della vita quotidiana, con una gamma di servizi e soluzioni di coperture integrate che va ben oltre la prestazione meramente monetaria”. Se nel 2000 i premi raccolti dalle assicurazioni erano pari complessivamente al 6% del prodotto interno lordo, 15 anni dopo, nel 2015, il peso ha raggiunto il 9%, per un totale di 150 miliardi. Decisamente più sostenuto è stato lo sviluppo delle riserve del comparto, che sono passate dal 19% del Pil nel 2000 al 40% dello scorso anno, ovvero circa 647 miliardi, con gli investimenti che sono arrivati a pesare per il 42% del prodotto interno lordo, cioè 692 miliardi. “Da sempre investiamo i risparmi e sosteniamo l’economia. Gli investimenti ammontano a 700 miliardi e 600 riguardano la copertura di riserve, di queste 280 miliardi sono in titoli di Stato italiani”, ha spiegato la Presidente Farina. “Nei prossimi anni, complice lo scenario dei tassi, si dovranno allocare in investimenti alternativi oggi contenuti ma che stanno crescendo”. Una tendenza ha aggiunto, che potrebbe avere un doppio vantaggio: rendimenti migliori per le compagnie e quote di risparmio verso l’economia reale italiana. L’obiettivo propositivo che si è venuto formando nell’associazione durante i sei mesi trascorsi dal suo insediamento, a supporto delle politiche pubbliche in materie che vanno dal welfare alla protezione della famiglia e del risparmio, è stato portato avanti con molto coraggio dalla Presidente, che ha evidenziato l’importanza dei soggetti privati i quali, nel momento in cui l’intervento pubblico tende a diminuire il proprio perimetro di intervento, sono in grado di svolgere una nuova funzione nel Paese. Sul punto, nel talk show con parterre, organizzato dopo la relazione della Presidente, condotto da Enrico Mentana, direttore de La 7, costituito dal ministro dell’economia, Pier Carlo Padoan e quello dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, da Salvatore Rossi, Presidennte dell’Ivass, e dalla stessa B.M. Farina, i ministri hanno fatto sapere di essersi messi al lavoro per “incoraggiare la costituzione di pacchetti e progetti nel settore infrastrutture”, sul modello di quanto avvenuto con il piano Juncker, nel quale l’investitore pubblico interviene per la parte di rischio che i privati non sono in grado di assumersi. Per quanto riguarda la tariffa RCA nei primi cinque mesi del 2016, ha rivendicato la presidente Maria Bianca Farina, “si è ulteriormente assottigliata la distanza con i premi dei Paesi europei”. Per continuare su questa strada, ha denunciato Farina, occorre però, contrastare le frodi e l’evasione assicurativa. “La Rc auto, con oltre 14 miliardi di euro di premi raccolti, continua a essere il più importante tra i rami danni”, ha poi sottolineato il numero uno dell’Ania. “Le imprese, anche in conseguenza dei risultati tecnici positivi registrati nel triennio 20122014, hanno continuato nel 2015 ad applicare riduzioni significative delle tariffe. Il volume premi, dopo il forte calo registrato nel 2013 (-7%) e nel 2014 (-6,5%), ha registrato nel 2015 un’ulteriore contrazione”. Nell’ultimo trimestre del 2015 il prezzo della polizza è risultato pari mediamente a 439 euro, e in termini unitari è diminuito di quasi il 20% rispetto a tre anni prima. Secondo le stime di una primaria società di consulenza internazionale, ha aggiunto Farina, il divario rispetto alla media dei principali paesi europei è sceso da 213 euro nella media del 2008-2012 a 138 euro nel 2015. Nei primi cinque mesi dell’anno in corso tale differenza si è ulteriormente assottigliata. In conclusione, una relazione che ha dettato un chiaro cambio di passo dell’Ania, in cui sono state delineate le linee guida della presidenza Farina, che attribuiscono alle assicurazioni un nuovo ruolo centrale nell’economia e per la società del nostro Paese. Una relazione quindi, propositiva e improntata all’ottimismo, in cui più volte è stata ripetuta l’affermazione della disponibilità del settore a collaborare alla ripresa del Paese. Una relazione comunque, che ha risvegliato alcuni malumori, in specie quello degli agenti generali, raggruppati nell’associazione Anapa, imprenditori privati del canale distributivo delle polizze, secondo i quali l’apporto degli agenti e la peculiarità del canale di vendita non è stata ben sottolineata. Le OO.SS plaudono a questa volontà di cambiamento, ricca di contenuti positivi e di progetti brillanti, che potrebbero aiutare la crescita del nostro Paese, ma non dimenticano le mille contraddizioni che si muovono all’interno di questa potente associazione. Dal contratto nazionale dei dipendenti del settore fermo da tre anni, nonostante il settore goda buona salute, alle continue dichiarazioni di esubero di personale (ultime quelle di Amissima e di Direct Line). 2 il Punto del settore assicurativo n. 89, luglio 2016 Unipol, siglato il nuovo CIA Rassegna Stampa Nel gruppo Unipol è stato siglato il contratto integrativo aziendale unico. Nel pomeriggio dello scorso Venerdì 13 maggio le OO.SS. e la delegazione del gruppo Unipol hanno raggiunto la definizione dell'ipotesi di accordo del nuovo CIA, dopo una trattativa difficile e complessa, sia nel merito, per la necessità di armonizzare trattamenti contrattuali preesistenti diversi (ex Unipol ed ex Fonsai), sia nel metodo, a causa delle molteplici pregiudiziali e rigidità aziendali. Ci sono voluti oltre 30 incontri, più di un rialzo da parte dell’azienda e uno sciopero (lo scorso 28 aprile, proclamato nello stesso giorno dell’assemblea del gruppo, per raggiungere l’intesa. Ricordiamo, a proposito, la rigidità culminata il 25 aprile, quando l’azienda arbitrariamente ritirava il testo convenuto tra le Parti, rendendo così impossibile l’organizzazione delle assemblee, proposte dal sindacato, per la consultazione in merito. Dopo la riuscita della manifestazione dello scorso 28 aprile e alla mobilitazione di ogni livello sindacale, con il coinvolgimento delle stesse Segreterie NazionaIi, quello stesso accordo, prima ritirato dall’azienda, era riproposto nella sua interezza e siglato. Nei prossimi giorni il documento che esprime chiaramente anche l’impegno aziendale a salvaguardare i livelli occupazionali, le sedi di lavoro, la stabile occupazione e l’impegno di Unipol ad applicare il contratto Ania (pur essendone fuori), sarà sottoposto al voto dei lavoratori. L'intesa, se ratificata, avrà validità fino al 2018 (con prevista ultrattività) e si applicherà a tutti i dipendenti delle aziende Assicurative del Gruppo. Il testo condiviso con tutti i sindacati (Fisac Cgil, First Cisl, Uilca Uil, Fna e Snfia) completa la previsione del piano industriale 20132015, per cui i trattamenti derivanti dalle diverse contrattazioni integrative, che garantivano condizioni, tutele e opportunità non equivalenti per tutti i lavoratori del gruppo, sarebbero stati armonizzati. Il percorso che si è aperto si spera possa portare le Parti a ricostruire un modello di relazioni industriali più avanzato e rispondente alle attuali dimensioni e ruolo del Gruppo. L’accordo prevede l’erogazione di un unico premio aziendale fisso, con un incremento di 600 euro riferito al personale di quarto livello con punte fino a 1200 euro per un funzionario di terzo grado, l’erogazione di un assegno ad personam non assorbibile per il personale cui si applicava l’integrativo Fonsai (a salvaguardia dei trattamenti economici precedenti), l’erogazione di un ulteriore assegno ad personam non assorbibile per compensare l’eliminazione delle classi di anzianità nel premio aziendale di produttività per il personale impiegatizio ex cia Fonsai, l’applicazione dell’integrazione economica all’indennità di carica a tutti i funzionari del gruppo e conseguente incremento di circa il 14% rispetto agli attuali importi, in analogia a quanto previsto per il premio aziendale fisso, l’erogazione di un importo una tantum per il personale cui si applica il cia Unipol pari a 500 euro – riferita al 4° livello – per il periodo di vacanza contrattuale 2014-2015 con punte fino a 1.000 euro, l’erogazione di un premio aziendale variabile in luglio pari a 1.450 euro – riferito al 4° livello – con possibilità di trasformazione in premio welfare pari a 1.840 euro netti, la previsione di un premio aziendale variabile per i prossimi anni in ulteriore incremento a fronte di positivi risultati del gruppo, l’allineamento del buono pasto al migliore dei trattamenti presenti in azienda pari a 8 euro e 20 centesimi, l’allineamento della previdenza integrativa e delle coperture sanitarie al migliore dei trattamenti in essere, l’estensione anche al personale ex Unipol del 24 dicembre come giornata non lavorativa, l’erogazione di un assegno ad personam non assorbibile pari a una giornata e mezza di retribuzione per il personale ex Fonsai e a 2 giornate per il personale ex Milano Assicurazioni, a compensazione del superamento del sistema dei permessi retribuiti in essere. Complessivamente un incremento del 15% rispetto ai trattamenti integrativi in essere. Per i segretari nazionali Fisac Cgil, Luca Esposito e Fulvia Busettini “il nuovo contratto del gruppo Unipol si colloca fra le eccellenze non solo del settore bancario e assicurativo ma dell’intero quadro economico nazionale”. Roberto Garibotti, segretario nazionale della First Cisl spiega i problemi incontrati “è stato molto difficile ma alla fine abbiamo condiviso, con grande senso di responsabilità, un contratto dove chi perde qualcosa limita le perdite e ottiene delle compensazioni e chi ci guadagna qualcosa, non guadagna tantissimo. È un buon risultato”. In conclusione, per Marino D’Angelo, segretario generale dello Snfia, “il percorso è stato molto difficile perché si sono dovuti armonizzare due contratti che partivano da storie molto diverse”. 3 il Punto del settore assicurativo n. 89, luglio 2016 Amissima, il fondo Apollo annuncia 120 esuberi Tensione tra i 450 lavoratori di “Amissima”, tra Genova e Milano sono stati annunciati ai sindacati 110-120 esuberi. I lavoratori di Amissima, nuovo nome assegnato a ex Carige Vita Nuova e Carige Assicurazioni, dopo l’acquisto, a inizio 2015, delle due compagnie da parte del fondo americano Apollo per 310 milioni di euro, rischiano il posto di lavoro. Lo scorso 21 giugno, la nuova proprietà ha incontrato i sindacati dichiarando che Amissima ha la necessità di ridurre l’organico di “110-120 unità” a causa della riduzione del fatturato “registrata nel 2015, che ancora prosegue nel 2016”. La ristrutturazione riguarderebbe sia la sede di Genova, sia quella di Milano. Si tratta di un nuovo problema che si apre nel settore, subito dopo la risoluzione del contenzioso Axa Italia, con le trattative per il rinnovo del CCNL di categoria ancora in corso. Davvero una patata bollente per i segretari nazionali di categoria. E pensare che quando le due compagnie ex Carige sono state vendute il vecchio cda di Carige (contro i vecchi amministratori l’attuale cda ha avviato una causa proprio sulla cessione delle assicurazioni ad Apollo) giustificò la scelta del fondo USA, rispetto alle proposte della tedesca Talanx e dell’italiana Itas, proprio per l’offerta di garanzie occupazionali. Su questo punto, nell’intervista rilasciata a Il Secolo XIX, Roberto Garibotti, segretario nazionale della First Cisl, precisa che purtroppo sul contratto di cessione non c’è traccia di garanzie, mentre Apollo ha comunicato l’intenzione di procedere a una ristrutturazione con 110120 esuberi senza che fosse avviata la procedura prevista dagli articoli 15 e 16 del contratto di categoria, senza che fosse stato presentato alcun piano industriale. “Restiamo in attesa di vedere il piano industriale, ma siamo preoccupati, dichiara Garibotti, il nostro fondo copre l’accompagnamento alla pensione, ma Amissima non ha 110-120 lavoratori in età “accompagnabile”. La richiesta di Apollo è motivata, secondo la delegazione aziendale, dalla diminuzione del fatturato nel 2015 e dalla conseguente necessità di ristrutturare. “Il settore è sicuramente in crisi”, conclude il segretario First Cisl nell’intervista, ”e da un fondo di investimento americano purtroppo si rischia il peggio. Un gruppo piccolo ma solido come Itas avrebbe di sicuro garantito prospettive industriali migliori”. Al momento una cosa è chiara senza piano industriale non si apre alcun confronto. Direct line, lavoratori in sciopero per contrastare la dichiarazione aziendale di 200 esuberi Il 14 giugno, a supporto dello sciopero e della trattativa in corso con le OO.SS., si è svolto, a Cologno Monzese, sotto la sede di Direct Line, un presidio di lavoratori. La manifestazione è stata organizzata per respingere la dichiarazione aziendale di 200 esuberi, pari a quasi a un quarto dei lavoratori attivi e contrastare la disdetta unilaterale del contratto integrativo e di ogni accordo sindacale vigente. Le Segreterie territoriali di Milano e Lombardia hanno espresso totale e incondizionata solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori di Direct Line impegnati nella lotta, sostenendo la dichiarazione degli esuberi assolutamente irricevibile e inaccettabile nelle modalità e nelle quantità. Le Segreterie auspicano, altresì, che l'azienda, già nei prossimi incontri previsti ritiri il provvedimento sugli esuberi e affronti la trattativa nell'ottica di trovare soluzioni in modo sostenibile e compatibile per i lavoratori di Direct Line. 4 il Punto del settore assicurativo n. 89, Luglio 2016 uscendo dalla rispettiva azienda del gruppo per entrare nel Fondo e usufruire delle garanzie ivi previste. Il bando che regola il Fondo è ormai noto a tutti i dipendenti del Gruppo a cui si applica e vale per coloro che, avendone i Dal 2 maggio scorso i colleghi che hanno aderito (il ter- requisiti, vi aderiscano volontariamente come da tabella mine decorre dal 25 gennaio) al Fondo di Sostegno al di seguito indicata, che tiene conto anche del premio di reddito del Gruppo Generali hanno iniziato l’esodo, tempestività proposto: Effetti dell’adesione al Fondo di Solidarietà del Gruppo Generali Premio di tempes vità Firma entro mesi 5 * 31/03/2016 mesi 2 ** 30/06/2016 * proroga 30/09/2016 ** proroga 30/09/2016 Permanenza nel Fondo Permanenza nel Fondo da 2 Permanenza nel Fondo Permanenza nel Fondo fino a 2 anni uscita al a 4 anni uscita al da 0 a 4 anni uscita al da 4 a 5 anni uscita al 30/04/2016 30/09/2016 31/03/2017 31/03/2017 30/09/2016 30/12/2016 31/10/2016 31/03/2017 tra l’1/11 e il 30/12/2016 Senza addentrarci nelle norme che regolano il bando in merito alle diverse forme di incentivazione previste, in questo articolo diamo, invece, l’informazione mirata sugli effetti che produce tale adesione al Fondo. Innanzitutto, il lavoratore che aderisce al Fondo, compilando e sottoscrivendo l’apposito verbale di conciliazione, manifesta la volontà di risolvere in maniera consensuale il rapporto di lavoro, rinunciando al preavviso e alla relativa indennità sostitutiva. Tale domanda si intende vincolante e l’accesso alle prestazioni straordinarie del Fondo di Solidarietà avrà decorrenza a partire dal giorno successivo a quello di uscita dalla propria azienda. Poi, gli incentivi e il TFR (quello presente in Azienda) verranno erogati entro 45 giorni dalla cessazione del rapporto di lavoro e assoggettati al regime fiscale della tassazione separata. Gli importi di incentivazione definiti nell’apposito verbale di conciliazione e il TFR verranno riconosciuti in un’unica soluzione. Il lavoratore cessando anticipatamente il proprio rapporto di lavoro, secondo le disposizioni del D.lgs. n. 252 del 2005, potrà richiedere il riscatto della posizione maturata nel Fondo complementare di previdenza, al quale verrà applicato un trattamento fiscale diverso a seconda che decida un riscatto parziale, totale, per cause diverse, ovvero richieda la liquidazione dell’intero ammontare in capitale. L’esercizio della facoltà di riscatto della posizione individuale è ammessa esclusivamente prima del raggiungimento dei requisiti di accesso alle prestazioni pensionistiche, cioè prima del pensionamento. Vediamo più da vicino la questione. L’associato che aderisce al Fondo di solidarietà ha la possibilità di riscattare il 50% del montante (il capitale accumulato nel Fondo Pensione dei dipendenti delle Società del Gruppo Generali) a titolo di mobilità, nei casi di cessazione dell’attività lavorativa che comporti l’inoccupazione un periodo di tempo inferiore a 12 mesi e non superiore a 48 mesi, ovvero in caso di ricorso da parte del datore di lavoro a procedure di mobilità, cassa integrazione guadagni ordinaria e straordinaria (art. 14, comma 2, lett. b) del D.lgs. n. 252 del 2005). Se lo desidera l’associato può riscattare, per cause diverse, anche il secondo 50% del montante a titolo di perdita dei requisiti di partecipazione al Fondo Pensione, ex art. 12 c. 2 lett. d dello Statuto. Prioritariamente, il riscatto del 50% per mobilità è imputato al montante A (capitale maturato dal giorno dell’adesione al F.P. fino al 31.12.2000) e al montante B (capitale maturato dal 1.1.2001 al 31.12.2006), solo l’eventuale eccedenza viene imputata al montante C (capitale maturato dal 1.1.2007 alla data di uscita dal F.P.), a ciascuno dei quali sarà applicato il regime fiscale proprio delle prestazioni definitive. A questo punto bisogna distinguere tra vecchi iscritti (assunti in data anteriore al 29 aprile 1993 ed entro tale data iscritti ad una forma pensionistica complementare precedente la l. 421/92, che non abbiano mai riscattato l’intera posizione maturata) e nuovi iscritti (assunti successivamente al 29 aprile 1993) in quanto per i vecchi iscritti l’imponibile del montante A su cui viene calcolata la tassazione è ridotto dei contributi versati dall’iscritto entro il 4% del reddito e dei rendimenti (gestione effettuata mediante polizze), mentre per i nuovi, alla riduzione del 4% si aggiunge la porzione di franchigia TFR di spettanza del Fondo. Per tutti gli iscritti il regime fiscale dei montanti A e B è quello della tassazione separata, con aliquota del TFR per il montante A, e con aliquota determinata dal Fondo Pensione, secondo l’aliquota del TFR, per il montante B. L’imposta prevista, invece, per il montante C è pari al 15%, ridotta dello 0,30% per ogni anno eccedente il 15° di partecipazione a forme previdenziali complementari, fino a un massimo del 6% (gli anni di iscrizione prima del 2007 sono conteggiati fino a un massimo di 15). Nel caso di riscatto del restante 50% del capitale per cause diverse, sia per vecchi che per nuovi iscritti, valgono le regole di tassazione prevista per il montante A del riscatto per mobilità, mentre per il montante B, con l’imponibile ridotto dei rendimenti e dei contributi non dedotti, (continua a pag. 6) 5 il Punto del settore assicurativo n. 89, Luglio 2016 (segue da pag. 5 Effetti dell’adesione ……..) scatta la tassazione ordinaria con conseguente applicazione di un’aliquota crescente in funzione egli scaglioni di reddito, e per il montante C, con la stessa riduzione dell’imponibile, opera la ritenuta a titolo di imposta del 23%, senza alcuna riduzione in funzione del numero di anni di adesione a Fondi Previdenziali Complementari. Il riscatto totale della posizione individuale maturata è previsto nei casi di invalidità permanente che comportino la riduzione della capacità di lavoro a meno di un terzo ed a seguito di cessazione dell’attività lavorativa che comporti l’inoccupazione per un periodo di tempo superiore a 48 mesi (art. 14, comma 2, lett. c D.lgs. n. 252 del 2005). In caso di riscatto integrale della posizione individuale maturata il Fondo Pensione dovrà provvedere a liquidare prioritariamente il riscatto parziale per mobilità e, successivamente, il riscatto per cause diverse, con applicazione di una tassazione mista. [Risoluzione n. 399/E del 22/10/2008 -- Agenzia delle Entrate] Infine, per chi non ha interesse a riscattare l’intera posizione è prevista la facoltà di rimanere associati al Fondo Pensione: a) continuando a versare contributi ed usufruire della deducibilità fiscale; b) continuando ad aderire al Fondo pensione senza ulteriori versamenti come disciplinato dall’art. 12 c. 2 lett. e dello Statuto. L'assegno straordinario verrà erogato dalle competenti sedi INPS in relazione alla residenza del lavoratore. Viene erogato dal mese successivo la cessazione del rapporto di lavoro e fino alla conclusione del mese antecedente il pagamento della pensione. L’importo dell’assegno è a carico dell'Azienda che verserà all’Inps anche i relativi contributi (c.d. contributi correlati). L’assegno straordinario è corrisposto per 13 mensilità, in rate mensili anticipate al 1° giorno lavorativo di ogni mese. Il pagamento è domiciliato presso un conto corrente bancario o postale, indicato dal lavoratore. L’assegno viene calcolato secondo le norme previdenziali in vigore, in base alla situazione del singolo lavoratore. L'assegno straordinario di sostegno al reddito è pari all'importo netto della pensione che l’interessato avrebbe percepito con la maturazione dei contributi necessari al raggiungimento del diritto alla pensione di anzianità o di vecchiaia. Per il periodo compreso tra la data di cessazione dal servizio e quella di maturazione del requisito pensionistico, l’azienda verserà all’INPS la “contribuzione correlata”, calcolata sulla base dell’ultima retribuzione percepita, ragguagliata ad anno e divisa per 13. Il sostituto d’imposta è l’Inps il quale invia annualmente al lavoratore interessato la Certificazione Unica (CU) con l’indicazione delle somme erogate a titolo di sostegno al reddito. Tali somme sono soggette a tassazione ordinaria secondo gli scaglioni tempo per tempo vigenti. I percettori dell’assegno straordinario erogato dall’Inps pertanto, usufruiscono delle detrazioni di imposta per carichi di famiglia e delle deduzioni fiscali di spesa previste dalla legge. In presenza di altri redditi scaturisce l’obbligo della dichiarazione annuale dei redditi (mod. 730), eventualmente anche in forma congiunta. In base alle norme vigenti il diritto a percepire l’assegno straordinario non esclude che il titolare possa svolgere altre prestazioni lavorative (salvo le limitazioni previste ex art. 13, dell’accordo di adeguamento all’art. 3 della l. 28 giugno 2012 e s.m.i., del Regolamento del Fondo di Sostegno al reddito intersettoriale della categoria, per i redditi relativi al lavoro dipendente o autonomo, eventualmente acquisiti durante il periodo di fruizione degli assegni medesimi, derivanti da attività lavorativa prestata a favore di altri soggetti operanti nel medesimo settore che svolgono attività in concorrenza con il datore di lavoro presso cui prestava servizio l’interessato), a cui saranno applicate le norme fiscali stabilite in regime di cumulo dei redditi. L'assegno straordinario non è reversibile ai superstiti ma, in caso di decesso del beneficiario, viene comunque liquidata ai superstiti la pensione indiretta che tiene conto dei contributi versati e della contribuzione correlata versata a favore del lavoratore dall’azienda fino all'ultima mensilità di pagamento dell'assegno. Nel caso dovessero cambiare le disposizioni di legge in materia pensionistica opera la clausola di salvaguardia, voluta dalle OO.SS., per evitare eventuali effetti negativi nei confronti degli aderenti al Fondo, i quali potranno continuare a percepire l’assegno fino al raggiungimento effettivo della data di pensione (evitando così il ripetersi della situazione degli esodati creata dalla riforma Fornero). Ciò vale anche per le condizioni relative all’assistenza sanitaria, alla previdenza complementare, alla copertura vita caso morte. Da ricordare per tutti che il passaggio dal Fondo alla pensione vera e propria non è automatico. Qualche mese prima dello scadere del periodo di erogazione dell'assegno straordinario, entro il mese precedente la maturazione della decorrenza della propria pensione, è necessario che l’interessato presenti la relativa domanda all’Inps. 6 il Punto del settore assicurativo n. 89, luglio 2016 Appalto, per Bologna e provincia, partita la contrattazione territoriale. Sottoscritti il 1 giugno u.s. due importanti accordi nel comparto delle Agenzie Assicurative in gestione libera per la provincia di Bologna. L’importanza degli accordi, oltre al merito dei contenuti di cui si dirà in seguito, risiede nella assoluta novità per il comparto di vedere le OO.SS. e l’associazione datoriale ANAPA seduti ad un tavolo di contrattazione di secondo livello. Segno tangibile, questo, della volontà di costruire delle relazioni sindacali necessarie per la valorizzazione del settore della distribuzione delle polizze, da sempre “cenerentola” del mercato assicurativo, sebbene fondamentale e cruciale. zo, la programmazione condivisa dei recuperi ... In tema di gestione di criticità aziendali, rilevante la condivisione di rafforzare le relazioni sindacali per la gestione partecipata delle misure atte a contenere le ricadute sui livelli occupazionali, tanto attraverso il ricorso agli ammortizzatori sociali previsti dalla legge per le aziende con più di 5 dipendenti, tanto attraverso un percorso di informativa e sensibilizzazione al tema per le agenzie con meno di 5 dipendenti, difatti escluse dalle tutele di legge e maggiormente esposte a rischi e ricadute negative per i lavoratori. È un primo esempio di contrattazione territoriale su tali argomenti, il cui confronto concluso positivamente rafforza la legittimità del contratto nazionale del 20/11/2014 e attribuisce maggiore coerenza a tutte le rispettive Parti firmatarie, le quali sviluppando al Il confronto tra le OO.SS. di Bologna e Anapa Bolo- meglio la struttura negoziale del contratto nazionale gna, assistita da ANAPA regionale e ASCOM loca- di lavoro hanno concretamente riconosciuto dignità le, si è aperto, dopo che la circolare del Ministero agli addetti del comparto. del Lavoro aveva legittimato il Ccnl del 20/11/2014 definendolo l’unico contratto di riferimento per il Per le OO.SS. tali accordi rappresentano il concreto comparto delle agenzie assicurative, con l’intento di e fattivo contrasto alle arbitrarie forzature e irregolaconcretizzare i contenuti del contratto stesso, ogget- rità contrattuali messe in campo dallo SNA con l’acto di demando territoriale, e creare una più comples- cordo di comodo siglato con sindacati di non rappresiva salvaguardia dell'occupazione degli addetti al sentativi del settore. comparto, che vede la maggioranza delle agenzie Solo potenziando e valorizzando il CCNL del impiegare meno di 5 dipendenti. 20/11/2014, attraverso la sua declinazione alle esiDa questi presupposti quindi, sotto l'egida del rico- genze dei diversi territori ed il conseguente consolinoscimento reciproco come Parti titolate e rappre- damento di un sistema di relazioni e previsioni di sentative del settore e con le difficoltà intrinseche ai reciproco interesse tra agenti e lavoratori – per il due diversi approcci, l’Associazione Anapa e il Sin- tramite del sindacato - si potrà riuscire a spuntare le dacato dei lavoratori del comparto, nell’ambito del armi di chi ha inteso arbitrariamente destrutturare i territorio della provincia di Bologna sono riuscite a diritti acquisiti dai lavoratori e dare opportunità di portare a termine una trattativa difficile e complessa, sviluppo all’intero comparto. gestita con la caparbietà necessaria, considerata la posta in gioco, definendo i due accordi relativi a: 1. Demandi del CCNL, ex art. 29, per specifiche articolazioni orarie (es apertura sabato mattina, orario estivo, orario multiperiodale, flessibilità di orario) 2. Procedure di gestione in situazioni di crisi con possibili ricadute sui livelli occupazionali Per quanto riguarda l’accordo per i demandi CCNL, si sono individuate misure organizzative orarie orientate ad una maggiore funzionalità e produttività aziendale, - finora in molti casi attivate e/o imposte unilateralmente dagli agenti senza possibilità di replica-, anche dirette a consentire, ai dipendenti, prevalentamente donne, la possibilità di fruire delle flessibilità orarie, utili alla conciliazione dei tempi di vita e tempi di lavoro. Vanno in questa direzione ad esempio: la volontarietà nell’eventuale copertura del turno antimeridiano del sabato (aperture limitate a n.16 nell’arco dell’anno e max n.10 per dipendente); l’accumulo ore per l’utilizzo dei permessi, il riconoscimento della flessibilità oraria in entrata/uscita o in pausa pran7 il Punto del settore assicurativo n. 89, Luglio 2016 Relazione annuale Ivass 2016 L’Istituto di vigilanza delle assicurazioni (Ivass), nella relazione annuale, svoltasi a Roma lo scorso 15 giugno, ha sviluppato un’analisi capillare del settore, partendo dal numero delle Compagnie assicurative che lo compongono per arrivare agli argomenti sulla vigilanza, passando attraverso la disamina della raccolta premi e della distribuzione del mercato delle polizze, quindi argomentando di Solvency II, dell’andamento economico finanziario, dell’attività di semplificazione effettuata, per concludere con un’ampia carrellata sull’attività di vigilanza e le relative sanzioni. Un vero e proprio trattato che in questa sede proviamo a sintetizzare e rendere più schematico. Dunque, lo studio specifica che tra il 2006 e il 2015 il numero delle imprese costituenti il mercato assicurativo italiano si è gradualmente ridotto con una contrazione del 32% nel decennio. Al 31 dicembre 2015 le imprese autorizzate a esercitare l’attività assicurativa e riassicurativa in Italia, sottoposte alla vigilanza prudenziale dell’IVASS, risultano 117 (124 nel 2014), di cui 114 nazionali e 3 rappresentanze di imprese estere con sede legale non appartenente allo SEE. Circa il 32% delle rappresentanze ammesse a operare sul territorio italiano ha sede nel Regno Unito, il 18% in Francia, il 13% in Irlanda e il 13% in Germania; la rimanente quota è ripartita tra le imprese con sede legale in Lussemburgo (circa il 6%), Belgio (circa il 5%), Austria e Spagna (entrambe circa il 4%), Paesi Bassi, Gibilterra e Liechtenstein. L’analisi si sposta quindi al mercato assicurativo italiano, il quale continua a presentare una concentrazione elevata. Il rapporto di concentrazione per i gruppi, valutato separatamente per il comparto vita e per quello danni come incidenza della raccolta dei primi cinque e dieci gruppi sul totale della raccolta, fornisce il quadro seguente: nel ramo vita si registra una quota detenuta dai primi cinque gruppi pari al 60% che sale al 77% per i primi dieci gruppi; nel ramo danni le quote di mercato registrate dai primi cinque e dai primi dieci gruppi assicurativi sono pari, rispettivamente, al 71% e all’86%. Rappor* di concentrazione dei primi 5 Gruppi nazionali (fonte Ivass) 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 Danni 73,0% 71,0% 70,1% 68,3% 70,1% 68,8% 73,0% 72,5% 71,7% 70,7% Vita 50,4% 53,0% 56,4% 56,2% 53,2% 62,6% 66,1% 65,3% 58,6% 60,0% Passando al mercato la relazione osserva che nel 2015 la raccolta premi lordi contabilizzati del portafoglio italiano ed estero è stata pari a 150,4 miliardi di euro con un incremento del 2,6% rispetto al 2014 (146,5 miliardi di euro). I premi del portafoglio italiano (diretto e indiretto) sono pari a 147,9 miliardi di euro (+2,6% rispetto al 2014). I premi del solo lavoro diretto italiano ammontano a 146,9 miliardi di euro (+2,5% rispetto al 2014): di questi il 78,2% riguar- da il settore vita, pari a 114,9 miliardi di euro (+4% rispetto al 2014) il 21,8% è relativo alla gestione danni, pari a 32 miliardi di euro (-2,4% rispetto al 2014). Segnala, altresì, che il rapporto tra i premi del portafoglio diretto italiano e il prodotto interno lordo è cresciuto, passando dall’8,9% del 2014 al 9% del 2015. I dati evidenziano che il mercato è tornato ad avere un eccesso di liquidità netta espressa in termini di rapporto tra liquidità in entrata (premi al netto dei riscatti) e in uscita (oneri al netto dei riscatti). Nel corso del 2015 si è assistito a una forte riallocazione dei prodotti vita tra prodotti di ramo I a maggior contenuto di risparmio e prodotti di ramo III a maggior contenuto di investimento. La produzione del mercato danni (lavoro diretto italiano) presenta una marcata tendenza al ribasso (-2,4%), contraendosi ulteriormente rispetto al -2,6% del 2014. La riduzione della raccolta è ascrivibile principalmente al comparto auto (-5,3%) che rappresenta il 52,1% della produzione dei rami danni nel lavoro diretto italiano. Per quanto riguarda la distribuzione dei prodotti, gli sportelli bancari e postali continuano a costituire il canale maggiormente utilizzato nel settore vita, con una incidenza in lieve aumento rispetto all’esercizio precedente (63,1% nel 2015; 62% nel 2014). Il canale agenziale continua a registrare una modesta ma ulteriore riduzione passando dal 20,2% del 2014 al 19,8% nel 2015; tale riduzione si è riscontrata, in particolare, nella raccolta di prodotti effettuata dalle agenzie in economia e gerenze che hanno chiuso il 2015 con un decremento del portafoglio raccolto (2,3%) a fronte di un incremento del portafoglio intermediato dalle agenzie con mandato (+4%) rispetto all’anno precedente. Nel decennio 2006-2015 si osserva la progressiva, anche se lenta, crescita dei canali di vendita diretta e degli sportelli bancari che hanno eroso la quota del canale agenziale. Sulla Solvency II l’analisi continua segnalando che, con la scadenza del 20 maggio, le imprese assicurative italiane hanno iniziato a segnalare all'autorità di vigilanza i dati richiesti dalla direttiva Solvency II e dai connessi implementing technical standard. Sulla base dei dati provvisori, ancora soggetti a potenziali rettifiche da parte delle imprese, e di alcuni indicatori sintetici, è stato riscontrato che la mediana dell’indicatore afferente al nuovo requisito di capitale (Solvency Capital Ratio) si colloca di poco al di sopra di quanto richiesto dalla precedente normativa (1,9 per l'SCR al 1° gennaio 2016 a fronte di 1,8 dell’indice di copertura del margine di solvibilità al 31 dicembre 2015). Nel 2015, prosegue la relazione, le imprese assicurative hanno registrato un andamento economico finanziario complessivamente positivo per 5,7 miliardi di euro circa (2014: utile di 5,9 miliardi di euro), pari al 3,8% dei premi lordi contabilizzati (4,1% nel 2014). Sia la gestione vita (continua a pag. 9) 8 il Punto del settore assicurativo n. 89, Luglio 2016 (segue da pag. 8 Ivass, Relazione annuale 2016) che quella danni hanno chiuso in utile di esercizio. Il ROE nel 2015 è complessivamente rimasto ampiamente positivo (8,6%) sebbene in diminuzione rispetto al 2014 (9,2%). Nella gestione vita il ROE raggiunge il 9,6%; performance più modesta invece per la gestione danni che si attesta al 7,2% (entrambi i valori superavano il 9% nel 2014). Continua, segnala la relazione annuale, la prevista semplificazione amministrativa del ramo r.c. auto. Ormai la fase assuntiva dei contratti è affidata alle banche dati che recano le informazioni sulle coperture precedentemente affidate alla sola gestione cartolare. Anche nel 2015 è proseguito il processo di snellimento della fase assuntiva attraverso la realizzazione della dematerializzazione dell’attestato di rischio, l’entrata in vigore della dematerializza- Viene evidenziato che le segnalazioni dei consumatori svolgono un ruolo molto importante nell’orientare l’attività di vigilanza sulla trasparenza e sulla correttezza dei comportamenti tra le compagnie e i clienti. Nel 2015 sono pervenuti all’IVASS complessivamente 22.644 reclami nei confronti delle imprese, in calo dell’11,7% rispetto all’anno precedente, con una diminuzione più sensibile di quella nel 2014 (-3,7%). Il decremento è interamente imputabile al comparto danni, e in particolare al settore r.c. auto; il comparto vita registra al contrario un incremento dell’11,9%. Nel 2015 il Contact Center, il servizio telefonico IVASS di assistenza e di orientamento ai consumatori, ha ricevuto 44.069 telefonate (43.550 nel 2014), con una media di circa 139 al giorno. Il Contact Center, per gli analisti, oltre ad essere un utile zione del contrassegno assicurativo e la digitalizzazione della documentazione assicurativa. L’Ivass prevede di pervenire ad una Banca Dati dinamica ovvero alla possibilità di attestati di rischio elaborati nel continuo, attraverso la comunicazione costante delle informazioni sui sinistri definiti “con responsabilità principale” e l’aggiornamento in tempo reale del profilo di rischio relativo a ciascun assicurato. Lo studio ricorda che il decreto legislativo 12 maggio 2015, n. 74 di attuazione della direttiva 2009/138/CE (Solvency II) ha profondamente innovato il Codice Assicurazioni Private riguardo: alle finalità della vigilanza, alla definizione del sistema di governo societario, alla gestione degli investimenti e dei requisiti patrimoniali e al sistema sanzionatorio. Le nuove regole impongono, altresì, alla vigilanza assicurativa una profonda revisione della propria azione a tutela della stabilità finanziaria delle imprese. Alle autorità si richiede una più precisa valutazione dei rischi fronteggiati dalle compagnie, finalizzata a una maggiore tempestività nell'individuazione delle vulnerabilità e alla richiesta di azioni correttive. supporto per il cittadino, si conferma un importante strumento di vigilanza, in quanto permette, attraverso il contatto quotidiano con il pubblico, di avere l’immediata percezione del mercato assicurativo, consentendo la tempestiva adozione delle necessarie iniziative a tutela dei consumatori. In tal modo sono stati intercettati fenomeni emergenti a livello di intero sistema, nonché individuati, attraverso un apposito sistema di alert, le compagnie che presentavano, con riferimento ai singoli comparti (r.c. auto, rami danni diversi dall’r.c. auto e rami vita), un andamento dei reclami significativamente distante dai dati medi di mercato; nei confronti di tali compagnie, dopo approfondita analisi, sono stati avviati interventi di vigilanza. 9 il Punto del settore assicurativo n. 89, Luglio 2016 Dopo la Brexit quale futuro per il settore? Prima del voto Londra aveva da poco conquistato, superando New York e Hong Kong la prima posizione nel Global Financial Centers Index (Gfci) che calcola il potere competitivo dei centri finanziari, pubblicato semestralmente. A Londra i dipendenti della banca d’affari Goldmann Sachs sono circa 5500, di Bank of America Merryl Linch circa 4500, di Morgan Stanley circa 5000, di JP Morgan circa 7000,di citigroup circa 7000 e così tanti altri istituti finanziari e compagnie di assicurazione. Tutte ora, dopo il fatidico 23 giugno, dovranno aprire non più solo una filiale ma una vera e propria succursale in qualche altro Paese comunitario. Si prevede, ottimisticamente, una dislocazione di personale di portata enorme portata. Sono 2079, secondo l’EBA (European Banking Autority) le istituzioni finanziarie con base a Londra fra britanniche e straniere, in possesso dei passaporti rights, cioè del diritto di operare in tutta l’U.E. come da direttiva Mifid; la seconda è Cipro con 148 società e la terza Lussemburgo con 79. Tutte adesso dovranno prepararsi a cambiare loock, aprendo nuovi uffici ovvero avviando traslochi veri e propri. Nel Regno Unito, dopo l’esito del voto, con l’avvento della Brexit, il settore assicurativo a livello internazionale potrà subire trasformazioni o cambiamenti? Gli analisti di Kepler Cheuvreux, hanno già fornito una prima stima, nel breve periodo, considerando limitati gli effetti del voto Brexit sui ricavi delle compagnie assicurative e tranquillizzando il mercato. Potrebbero, invece, destare perdite i crolli del mercato azionario. L’esposizione del capitale delle Compagnie, salvo qualche eccezione, specialmente rispetto ai titoli finanziari, dovrebbe essere generalmente bassa. I costi di copertura, al contrario, dovrebbero salire e i tassi di cambio dovrebbero essere complessivamente positivi. La situazione si capovolge rispetto agli effetti di lungo termine, con i tassi di interesse che potrebbero mantenersi bassi per lungo tempo, ponendo maggiore pressione sui ricavi futuri delle compagnie assicurative. Secondo il broker il settore risulta comunque “ben coperto”, col rischio però, che i prodotti assicurativi potrebbero perdere attrattività e che le previsioni di crescita riviste al ribasso potrebbero aggiungere pressione su volumi e margini. L’analisi della banca d’affari riguardo all’aspetto patrimoniale del settore assicurativo, conclude che la Brexit non dovrebbe destare effetti particolarmente rilevanti. “L’industria assicurativa ha una migliore leva finanziaria e risulta più allineata rispetto al passato”, tuttavia, i minori tassi di interesse, il mercato finanziario più debole e la più alta volatilità “possono avere un’influenza sfavorevole sui coefficienti di solvibilità”. Situazioni che, in alcuni casi, “potrebbero intercedere negativamente sui dividendi”. Intanto, il terremoto che sta investendo il settore dei fondi immobiliari inglesi colpisce duro il settore assicurativo britannico. E non potrebbe essere altrimenti, considerato che quattro dei sei fondi al momento “congelati” fanno riferimento ad altrettante compagnie: Prudential, Aviva, Standard Life e la più piccola Canada Life. Il tutto in un pericoloso effetto domino che ha avuto immediati riverberi sulle quotazioni delle aziende coinvolte. Aviva in un giorno, 7 luglio, ha perso il 6,15%, Prudential il 4,32% e Standard Life il 3,5%. Se si confronta la performance dell’ultimo mese il bilancio è ancora più negativo. L’investimento nel mattone, d’altronde, è spesso un tassello chiave nella strategia di gestione degli asset dei gruppi assicurativi, in Gran Bretagna come nel resto d’Europa. Il congelamento dei fondi immobiliari oltre ad avere evidenti ricadute di immagine per le compagnie coinvolte, soprattutto nei rapporti con la clientela, avrà l’ulteriore effetto, non certo secondario, della svalutazione degli asset immobiliari in portafoglio. In Gran Bretagna si paventano forti rischi industriali e di mercato nel settore assicurativo. Stare fuori dalla Ue significa la revoca della possibilità di offrire polizze in uno dei paesi comunitari, senza la necessità di avere una succursale basata su quel territorio. Una possibilità che riguarda soprattutto i rami Rc professionale e danni catastrofali, più che il risparmio e la previdenza: in questo settore le aziende estere domiciliate in territorio italiano sono circa un terzo del totale. Idem per quanto riguarda la vigilanza e le sue regole comunitarie: uscire dalla Ue potrebbe significare per la Gran Bretagna il venire meno delle norme a tutela dei consumatori e delle aziende. In redazione: Vincenzo Curtale, e mail: vcurtale@firstcisl.it Collaborano: Lucia Di Tonno, Donatella Alessandrini, Silvia Lamber ni, Alberto Enzini Orie/a Ruccolo. 10