Scarica

Transcript

Scarica
Risorse 25
R I V I S TA D E L L A F O N D A Z I O N E C A S S A D I R I S PA R M I O D I C U N E O
SETTEMBRE
2016
R
25
30
14
20
Risorse25
AGOSTO 2016
5•Care cuneesi e cari cuneesi
Giandomenico Genta
32 •La provincia di Cuneo al 2030
6•Uniti con il territorio
Elena Bottasso
Indirizzi per il mandato 2016-2019
34 •Una scuola senza carta
8•Gli Amministratori
Giannino Marzola
per il mandato 2016-2019
14 •Che cos’è il tempo?
Da Sant’Agostino al progetto Galileo
Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica
16 •Il valore economico del tempo
Nell’economia digitale
Giuseppe Tardivo
18 •La lancetta piccola dell’orologio
I tempi lunghi della demografia
Stefano Molina
20 •Il tempo del terrorismo
E qualche timido segnale di speranza
Alessandro Galavotti
22 •Brexit: il tempo dell’incertezza
E l’incertezza dei tempi
82 istituti insieme per la dematerializzazione
36 •La progettazione di Officina Didattica
I risultati dell’indagine di IPSOS
37 •Comunicare l’innovazione didattica
Tre strumenti per dialogare
Irene Miletto
38 •Non sono portato per la matematica
Il gusto della matematica 2
Davide Antonio Martini e Donatella Platano
40 •Camminare nella storia
Conoscersi per accogliersi
Luisa Giorda
42 •Sicuri di essere sicuri?
Il nuovo triennio di Sicuri per scelta
Gian Marco Sardi
44 •Cantiere Nuovo Welfare
Francesco Costamagna
Lavori in corso
24 •Vivere (e spostarsi) in “provincia”
Gianluca Olivero
Marco Barbieri e Mattia Giusiano
45 •Talenti Latenti per un welfare di comunità
ASL CN2
26 •Lo stato di salute del sistema economico provinciale
Ufficio Studi Camera di Commercio di Cuneo
46 •NEW – Nuove Esperienze di Welfare
Ivano Bresciano
Il tempo della mobilità
28 •Pensare globale per agire locale
Stimoli e riflessioni dalla Conferenza europea
delle fondazioni
Andrea Silvestri
30 •Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile
Una grande opportunità per il Paese
Giorgio Righetti
2
Scenari di sviluppo per orientare politiche e interventi
47 •L’Officina del possibile
Un luogo in cui credere negli esseri umani
Italo De Vito
48 •Intrecci solidali
Per famiglie in difficoltà
Consorzio per i servizi socio assistenziali del Monregalese
64
92
47
84
49 •Il progetto Vansé
Riflessioni sull’uso del denaro
Consorzio per i servizi socio assistenziali Valli Grana e Maira
50 •La terra che abbiamo in comune
Storie di migrazione, di sviluppo sostenibile e di futuro
Laura Fusca
70 •Per uno sport più sicuro
Dotazione e diffusione dei defibrillatori
in provincia di Cuneo
Stefania Avetta
72 •Sport a scuola
Lo sport è per tutti
54 •Punta su di te 2.0
Paola Lussignoli
Manuela Ferrero, Giuseppe Sacchetto e Nadia Ferrero
74 •Per sentirsi parte del mondo, non un mondo a parte
56 •Funder35
Giampaolo Sandri
Valentina Dania
76 •I Tesori della terra
57 •ART.ZONE
Maurizio Bergia
Cristiana Taricco
78 •Dignità del cibo, dignità della persona
58 •Una scommessa vinta per Switch on Future
Roberto Piumatti
Vilma Soncin
Per contrastare il gioco d’azzardo
Tre progetti vincenti dalla provincia di Cuneo
Le imprese creano economia con la cultura. O viceversa?
59 •Da associazione a impresa culturale
Associazione “Colline e Culture”
60 •I paesi di San Dalmazzo
Un museo diffuso
Manuele Berardo
62 •Il laboratorio del tempo
Ai Licei di Piazza di Mondovì
Nirvana Cerato
64 •Langa Medievale
I beni romanici delle Langhe in rete
Ufficio stampa Langa Medievale
66 •Risparmio energetico e comfort termico
Il corso per Energy Manager
Livio Giraudo e Ezio Lingero
68 •Filiera del latte piemontese
Miglioramento della qualità e sviluppo competitivo
Giorgio Borreani
Il progetto Raggi
Che fanno bene, e fanno del bene
L’attività del Banco Alimentare
80 •Il nostro compito è tutelare la bellezza
La chiesa di San Giovanni a Saluzzo
Silvia Beltramo
82 •Lo spazio e lo spirito nell’arte visiva
Due importanti mostre proposte
dalla Fondazione Bottari Lattes
Fondazione Bottari Lattes
84 •La cultura fa star bene!
Ora c’è (anche) la prova scientifica
Kalatà – Progetti per fare cultura
88 •Le strade militari d’alta quota
Un patrimonio da valorizzare
Andrea Marino
92 •Il Giro d’Italia in provincia di Cuneo
Tre giorni di grandi successi
Comitato Cuneo Granda Giro d’Italia 2016
94 •Lo staff della Fondazione
3
R
25
Con il primo numero del mandato 2016-2019,
anche Risorse rinnova la sua grafica: l’obiettivo,
come sempre, è di proporvi un racconto fresco
e dettagliato di quello che la Fondazione CRC
giorno per giorno realizza sul nostro territorio,
in collaborazione con gli enti, le associazioni e le
persone attivi nei diversi settori d’intervento.
Ma prima di entrare nella “cronaca” delle nostre
attività, questo numero riserva ampio spazio a
farvi conoscere i nuovi Amministratori, entrati in
carica lo scorso aprile: dopo il saluto iniziale del
Presidente, sfogliando le prossime pagine troverete
i profili dei nuovi Consiglieri di Amministrazione
e Consiglieri Generali, oltre a quelli del Collegio
Sindacale ancora in carica per un anno.
Incontrerete poi un’interessante sezione
dedicata al tema del “tempo”, variabile ormai
fondamentale per qualsiasi attività, declinato in
differenti prospettive tematiche e di attualità,
grazie all’intervento di esperti e testimoni
esterni. E, infine, la sezione dedicata al racconto
dell’attività realizzata dalla Fondazione negli
scorsi mesi, sia con i progetti e i bandi, sia con
le erogazioni. Per chiudere, i ritratti e i contatti
telefonici dello staff della Fondazione: un modo
semplice per sapere a chi fare riferimento
per le diverse necessità o per conoscere nello
specifico le iniziative.
Non rimane quindi che augurarvi una buona
lettura, sperando che sfogliare la nostra rivista
possa essere per tutti voi un buon modo per
tornare alla vita di tutti i giorni, dopo la parentesi
delle vacanze estive! In ogni caso, fin da ora vi
diamo appuntamento al prossimo numero di
Risorse, che uscirà a fine anno.
4
Care cuneesi
e cari cuneesi,
è per me la prima occasione di rivolgermi a
tutti voi nel nuovo ruolo di presidente della
Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo.
Un incarico che, fin dal primo giorno, intendo
interpretare, con forte senso di responsabilità,
da umile servitore della comunità in cui siamo
cresciuti, in cui lavoriamo e in cui vogliamo
assicurare un futuro sempre migliore ai nostri figli.
La Fondazione è un’istituzione prestigiosa e
un prezioso patrimonio per tutta la collettività,
lasciatoci in eredità dai nostri nonni e dai nostri
padri, che abbiamo il dovere di preservare.
Per prima cosa voglio quindi esprimere una
convinta riconoscenza a quanti mi hanno
preceduto nella guida dell’Ente, dai Presidenti
Giacomo Oddero ed Ezio Falco ai Consiglieri
tutti: amministratori che hanno operato con
quella lungimiranza e quella prudenza che sono
virtù proprie degli “uomini di Granda”.
Per quanto mi riguarda, l’impegno sarà massimo,
assieme a tutta la “squadra” del Consiglio di
Amministrazione e del Consiglio Generale,
per assicurare con concretezza e serietà una
Fondazione sempre vicina al territorio, capace
di ascoltare la gente e interpretare i bisogni e le
esigenze di tutta la comunità.
Non a caso abbiamo scelto la foto di copertina:
le nostre porte saranno sempre aperte. Ascolto
e condivisione prima di tutto.
Per andare lontano è però sempre necessario
avere ben chiaro il passato, perché ciò che è
stato saprà sempre indirizzarci al meglio.
La Fondazione compie il prossimo gennaio
25 anni, un quarto di secolo, ma ha una storia
che parte da lontano, prima ancora che l’Italia
fosse unita: affonda le sue radici nelle Casse di
Risparmio di Cuneo, Alba, Dronero e Mondovì
e nei Monti di Pietà, è il frutto del risparmio
attento e oculato di generazioni di famiglie
e di aziende della nostra terra.
Con le riforme più recenti, da quella cardine
degli inizi degli anni Novanta a quelle
successive, si è andato affermando sempre
più il ruolo filantropico delle Fondazioni. Negli
anni, è così cambiato il rapporto con le banche
di riferimento, determinando scelte obbligate.
La stessa decisione rispetto alla partecipazione
in Banca Regionale Europea è conseguenza
diretta di questo processo di riforma.
Una decisione, condivisa in modo unanime
dal Consiglio Generale, che se da un lato
garantisce alla nostra Fondazione quella
maggiore diversificazione degli investimenti
come in ultimo definita dal Protocollo di intesa
tra Ministero dell’Economia e delle Finanze e
Acri, dall’altro coglie l’obiettivo di assicurare alla
nostra provincia, alle aziende e a tutti i cuneesi
un istituto bancario di riferimento solido come
è sempre stato nella tradizione della Bre e della
Cassa di Risparmio di Cuneo prima. Con un
ruolo da protagonista che il nostro territorio
continuerà a mantenere anche nell’ambito della
nuova realtà della banca unica.
Dopo questo importante passo, dobbiamo ora
concentrare le nostre energie per far fronte al
compito per cui siamo stati chiamati.
Una responsabilità tanto più forte nell’attuale
contesto economico generale, che richiama
tutti a operare con impegno straordinario
e massima dedizione: un obiettivo da
perseguire da un lato attraverso la buona
amministrazione e gestione del patrimonio
dell’Ente, dall’altro facendo sì che le risorse
della Fondazione siano “seme” fertile per la
crescita e lo sviluppo sociale, culturale, civile
ed economico della nostra comunità.
Guardiamo avanti, con fiducia e ottimismo.
Guardiamo il cielo. Non troveremo mai
un arcobaleno, diceva Charlie Chaplin, se
guardiamo per terra.
Giandomenico Genta
Presidente della Fondazione CRC
5
25
RISORSE
Uniti con il
territorio
Indirizzi per il mandato 2016-2019
La Fondazione CRC è una realtà non-profit,
privata, autonoma, di origine bancaria,
naturale erede dell’attività di carattere sociale
che originariamente svolgeva la Cassa di
Risparmio di Cuneo, e persegue scopi di
utilità sociale e di promozione dello sviluppo
economico della comunità di riferimento da
cui trae origine e individuata in particolare
nelle aree di prevalenza di Cuneo, Alba,
Mondovì e nella provincia.
Essa rappresenta una risorsa importante per
il territorio a cui fa riferimento, contribuendo
in modo rilevante a determinarne l’identità
attraverso percorsi di crescita e sviluppo
sociale, culturale, civile ed economico
operando con convinzione a sostegno di
iniziative di sussidiarietà orizzontale ai fini
della coesione e solidarietà sociale.
Il suo intervento di realizzazione di beni e
servizi collettivi nell’interesse della propria
comunità ne determina un legame forte
con il territorio in cui opera, tanto più nel
quadro attuale di congiuntura economica.
Il rafforzamento del sistema locale, quindi,
risulta sostanziale per la fuoriuscita positiva
dalla crisi in corso e per lo sviluppo della qualità
della vita e del benessere della comunità.
Le risorse della Fondazione devono quindi
essere interpretate come “seme” di innovazione
per lo sviluppo locale e sono strettamente
collegate alla mission dell’istituzione.
Quanto sopra premesso, in coerenza con la
carta delle Fondazioni a cui la Fondazione CRC
6
ha aderito e con riferimento alle tre sezioni
in cui essa è suddivisa, governance/attività
istituzionale/gestione del patrimonio, di
seguito si individuano capisaldi imprescindibili
per il mandato 2016-2019.
Governance della Fondazione CRC
A.La Fondazione CRC deve essere libera e
autonoma espressione della collettività di
riferimento, mantenendo uno stretto legame
con le comunità che ne hanno dato origine,
confermando le aree di incidenza prevalenti
- Cuneo, Alba, Mondovì - e assicurando
l’equilibrata rappresentatività di tali comunità:
• nella composizione dell’organo
esecutivo, riaffermando il principio di
una giusta rotazione della figura del
Presidente del CdA rispetto alle tre aree
di riferimento, e con un riguardo alla
realtà dei piccoli Comuni perché siano
adeguatamente rappresentati;
• nell’organo di indirizzo, assicurando
che le designazioni permangano in
capo a enti, istituzioni e associazioni
(stakeholders) e vengano effettuate in
una logica di terzietà evitando il ricorso
alle cooptazioni.
B.Gli organi dell’ente, nell’operare secondo
criteri e principi di indipendenza,
autonomia, responsabilità e
rappresentatività, ai fini di determinare
i propri programmi di attività devono
mantenere uno stretto collegamento
con la comunità locale di riferimento
confrontandosi:
• costantemente con gli stakeholders
pubblici e privati di riferimento;
• con enti, istituzioni e associazioni del
territorio rappresentativi dei diversi
settori in cui la Fondazione opera.
C.I componenti gli organi dell’Ente, al fine
di consentire la più efficace azione della
Fondazione a favore del territorio e della
comunità di riferimento, oltre a possedere
comprovati requisiti di autorevolezza
nonché di competenza ed esperienza
nei settori in cui la Fondazione stessa
opera, devono esercitare il proprio ruolo
nel rispetto dei principi di indipendenza
e autonomia. Così come fondamentale
risulta disporre di regole che evitino ogni
conflitto di interesse in un’ottica di assoluta
trasparenza dell’operato.
Attività istituzionale della Fondazione CRC
A.La Fondazione CRC deve garantire
il sostegno all’autorganizzazione dei
cittadini e alla loro capacità di risposta
autonoma ai problemi di interesse pubblico,
affermando il principio di sussidiarietà e,
dunque, l’opportunità che soggetti diversi
contribuiscano a perseguire il benessere
comune. Risposta che deve pervenire grazie
alla capacità di aggregazione dei cittadini
medesimi mediante la messa a disposizione
di risorse a favore di associazioni di
volontariato e sportive, cooperative sociali,
istituti e fondazioni di ricerca e culturali,
enti della formazione e università, ospedali,
enti locali, contribuendo all’assistenza delle
fasce più deboli della popolazione, alla
tutela del patrimonio artistico e ambientale,
alla crescita culturale, alla ricerca scientifica
e allo sviluppo delle infrastrutture della
comunità locale di riferimento.
B.La Fondazione CRC deve operare come
“motore” per le iniziative del territorio,
senza essere sostitutiva dell’intervento
pubblico, ma piuttosto complementare
e capace di catalizzare e attrarre ulteriori
risorse provenienti da terzi divenendo una
vera e propria “agenzia per lo sviluppo”,
anche in collaborazione con le altre
fondazioni bancarie che operano sul
territorio.
C.La Fondazione CRC persegua le proprie
finalità relative all’attività istituzionale:
• attraverso i bandi, sia di carattere
generale che tematici, anche
mantenendo un’equa ripartizione delle
risorse tra le aree di influenza da cui ha
tratto origine e ispirandosi ai principi di
trasparenza, imparzialità, accessibilità
alle informazioni e con un’adeguata
rendicontazione delle proprie attività;
• attraverso i progetti propri per iniziative
mirate e strategiche per lo sviluppo
economico e sociale del territorio di
riferimento, anche integrati e a valenza
sovraterritoriale e provinciale su temi di
rilevante interesse;
• con politiche di stabilizzazione delle
erogazioni con piani e programmi
di rilevanza annuale/triennale e
continuativi;
• operando in ossequio ai principi
della semplificazione e della
sburocratizzazione, al fine di favorire la
partecipazione ai bandi di ogni soggetto
interessato e in particolare a quelli più
deboli, come le realtà associative e i
piccoli Comuni;
• organizzando la propria tecnostruttura
secondo criteri di economicità, efficienza
ed efficacia.
Gestione del patrimonio
Gli obiettivi della gestione patrimoniale e
finanziaria della Fondazione CRC devono essere
improntati in particolare ai seguenti criteri:
• salvaguardia del patrimonio, adottando
una gestione diversificata dello stesso e di
controllo del rischio;
• conseguimento di una redditività, in grado
da un lato di consentire il perseguimento
degli obiettivi di missione e dall’altro di
destinare all’attività filantropica istituzionale
risorse coerenti con le esigenze del
territorio;
• investimenti in fondi per l’innovazione
delle piccole e medie imprese, per la ricerca
tecnologica o per le infrastrutture, per
l’housing sociale, ma anche a favore di
entità operanti in settori strategici per lo
sviluppo del territorio;
• utilizzo del proprio patrimonio come
strumento per perseguire scopi e finalità
della Fondazione stessa;
• investendo nel sistema bancario di
riferimento (UBI/BRE) con l’intento di
disporre di un’istituzione finanziaria solida e
radicata nel territorio che svolga pienamente
la funzione di volano per la crescita del
tessuto produttivo, economico e sociale.
Questo è un programma di ampio respiro,
ma siamo consapevoli che la fiducia dovremo
meritarla giorno per giorno e lavorando
insieme, perché da soli si può correre,
ma soltanto insieme si può andare lontano.
Giandomenico Genta
7
Gli Amministratori
Consiglio di Amministrazione
per il mandato 2016-2019
Giandomenico Genta
Presiede il Consiglio di Amministrazione
e il Consiglio Generale
Nato a Valdagno il 12 gennaio 1957
Residente a Cuneo
Laurea in Economia e Gestione delle Imprese
Professione: Tributarista
Incarichi attuali:
•Presidente e Componente di Collegi Sindacali, Organismi di Vigilanza
e Consigli di Amministrazione di Società ed Enti nazionali
•Professore a contratto presso l’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo
•Componente Consiglio dell’ACRI
•Vice Presidente Associazione delle Fondazioni di origine bancaria del Piemonte
Incarichi passati:
•Consigliere di Amministrazione della Fondazione CRT
•Consigliere di Amministrazione della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT
•Presidente dell’Associazione “Pane al Pane” onlus
Ezio Raviola
Vice Presidente del Consiglio
di Amministrazione
Giuliano Viglione
Vice Presidente del Consiglio
di Amministrazione
Nato a Mondovì il 22 agosto 1967
Residente a Mondovì
Diploma di Ragioniere
e Perito commerciale
Professione: Imprenditore
Nato ad Alba il 19 aprile 1951
Residente ad Alba
Diploma di Ragioniere
Professione: Dirigente
Incarichi attuali:
•Responsabile commerciale Punto Bere srl
•Vicepresidente dell’Aspe San Biagio ASD
•Vice Presidente della Polisportiva Sport in Cuneo srl ASD
Incarichi passati:
•Consigliere del Comune di Mondovì (2007-2014)
•Presidente della Lega delle Società di Pallapugno ASD
8
Incarichi attuali:
•Direttore dell’Associazione Commercianti Albesi
•Vice Presidente e Consigliere delegato della Servizi ACA srl
•Segretario di ASCOM Fidi Langhe e Roero
•Presidente dell’Associazione “ACA Formazione”
•Vice Presidente dell’APRO Formazione scrl
•Consigliere di Amministrazione di CIAC scrl
•Consigliere delegato di Granda Lavoro scrl
•Consigliere di Amministrazione del Poliambulatorio San Paolo srl
Davide Merlino
Componente Consiglio
di Amministrazione
Paolo Merlo
Componente Consiglio
di Amministrazione
Nato a Mondovì l’11 maggio 1971
Residente a Cigliè
Diploma di Perito Industriale
Professione: Imprenditore
Nato a Cuneo il 19 febbraio 1967
Residente a Cuneo
Laurea in Economia e Commercio
Professione: Imprenditore
Incarichi attuali:
•Socio e Direttore tecnico della Merlino snc
•Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti di Confartigianato
Imprese di Cuneo
•Consigliere di Amministrazione della Cooperativa Elettricisti
Artigiani Cuneesi
Incarichi passati:
•Componente Collegio dei Revisori dei Conti di Confartigianato
Cuneo (2005-2015)
Incarichi attuali:
•Consigliere di Amministrazione e Amministratore delegato di Merlo spa
•Presidente di Treemme Technology srl
•Consigliere di Amministrazione e Amministratore delegato
di Tecno Industrie spa
•Presidente di Merlo Project srl
•Consigliere di Amministrazione di Ibis spa
•Consigliere di Amministrazione di Egea Commerciale srl
•Presidente di Egea New Energy spa
•Consigliere di Amministrazione di Ardea Energia srl
•Presidente di Edis srl
•Componente Consiglio Direttivo e Giunta della Federazione
Nazionale Costruttori Macchine per l’Agricoltura
•Componente Consiglio Direttivo della Sezione Meccanica di
Confindustria Cuneo
Incarichi passati:
•Componente Giunta di Confindustria Cuneo (2014-2016)
Michelangelo Pellegrino
Componente Consiglio
di Amministrazione
Pier Giorgio Reggio
Componente Consiglio
di Amministrazione
Nato a Cuneo il 16 dicembre 1960
Residente a Boves
Diploma di Perito agroalimentare
Professione: Giornalista professionista
Nato a Castino il 25 gennaio 1947
Residente ad Alba
Laurea in Economia e Commercio
Professione: Pensionato,
Revisore contabile e Giornalista
Incarichi attuali:
•Capo Area Comunicazione e Mercati di Coldiretti Cuneo
•Direttore responsabile de Il Coltivatore Cuneese
•Collaboratore di Telecupole Piemonte
•Corrispondente per Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta
della trasmissione Mela Verde (Canale 5)
•Direttore della società cooperativa “Agrisviluppo”
Incarichi passati:
•Responsabile Comunicazione istituzionale di Coldiretti Piemonte
(2001-2014)
•Consigliere di Amministrazione della Banca di Credito Cooperativo,
Cassa Rurale e Artigiana di Boves
Collegio Sindacale
Incarichi attuali:
•Presidente del Centro Studi e Ricerche Sinodali della provincia di Cuneo
•Presidente del Consorzio Sinergie Sociali onlus
•Revisore contabile dell’Associazione culturale “Antonella
Salvatico” onlus e dell’ISACEM
•Vice Presidente dell’Associazione “Armando Sabatini Social
Dealer” onlus
•Direttore dell’Ufficio Pastorale Diocesano per la pastorale sociale e
del lavoro
Incarichi passati:
•Dirigente Banca Regionale Europea
•Consigliere (1975-95) e Assessore (1975-90) del Comune di Castino
•Vice Presidente (1985-1990), Assessore (1985-1995) e Consigliere
(1975-1995) della Comunità Montana “Alta Langa”
•Presidente dell’Azione Cattolica Italiana, Diocesi di Alba (1973-1983)
•Componente Comitato di Gestione del Fondo Speciale per il
Volontariato in Piemonte
•Componente Collegio Sindacale della Fondazione “Cesare Pavese”
per il mandato 2013-2016
Fausto Pascale
Presidente
Nato a Mondovì
il 12 maggio 1942.
Residente ad Alba.
Professione: Ragioniere
commercialista, iscritto
all’Ordine dei Dottori
Commercialisti e al Registro
dei Revisori Contabili
Lorenzo Vezza
Maurizio Zazza
Nato a Priocca
il 18 agosto 1957.
Residente a Cervasca.
Professione: Dottore
commercialista, iscritto
all’Ordine dei Dottori
Commercialisti e al Registro
dei Revisori Contabili.
Nato a Roma
l’8 gennaio 1970.
Residente a Mondovì
Professione: Dottore
commercialista, iscritto
all’Ordine dei Dottori
Commercialisti e al Registro
dei Revisori Contabili.
9
Consiglio Generale
Eleonora Adami
Componente Consiglio Generale
su designazione del
Comune di Cuneo
Stefano Allisiardi
Componente Consiglio Generale
su designazione della
Camera di Commercio di Cuneo
Nata a Roma l’8 settembre 1957
Residente a Vignolo
Laurea in Medicina e Chirurgia,
Diploma di specializzazione in Pneumologia
Professione: Medico
Nato a Cuneo il 4 marzo 1946
Residente a Boves
Diploma di Geometra
Professione: Imprenditore edile
Incarichi attuali:
•Responsabile Clinico del Centro Medico Europeo
Incarichi passati:
•Assistente medico c/o Istituto Climatico di Robilante
•Medico libero professionista
Incarichi passati:
•Consigliere della Camera di Commercio di Cuneo (2004-2009)
•Componente Comitato tecnico Confidi (2005-2008)
•Consigliere Generale della Cassa Edile di Cuneo (1989-2008)
•Amministratore Delegato del Raggruppamento Imprese Edili
Costruzione di Cuneo (1978-2011)
Giuseppe Artuffo
Componente Consiglio Generale
su designazione del Comune
di Santo Stefano Belbo
Andrea Cane
Componente Consiglio Generale
su designazione della Commissione
di Arte Sacra, Diocesi di Alba
Nato a Canelli il 26 agosto 1963
Residente a Santo Stefano Belbo
Laurea in CTF e in Farmacia, Dottorato
di ricerca in Chimica del farmaco
Professione: Farmacista
Nato a Sommariva Perno il 25 febbraio 1951
Residente a Sommariva Perno
Laurea in Lettere
Professione: Pensionato
Incarichi attuali:
•Revisore dei conti di SIFAP (Società Italina Farmacisti Preparatori)
•Consigliere di amministrazione di Unifarma spa
•Governatore del Distretto Rotary 2032 (per l’anno 2017-18)
Incarichi passati:
•Sindaco del Comune di Santo Stefano Belbo (2001-2011)
•Presidente della Fondazione Cesare Pavese (2004-2011)
•Vice Presidente (2003-2004) e Presidente (2004-2011) della
Conferenza dei Sindaci dell’ASL 18 (poi CN2 Alba-Bra)
•Revisore dei conti (1996-1999) e Consigliere (1999-2011)
dell’Ordine dei Farmacisti della Provincia di Cuneo
•Presidente (2009-2011) dell’Associazione dei Comuni del Moscato
•Presidente dell’Asta del Belbo (2001-2011)
Incarichi attuali:
•Presidente del Centro culturale San Bernardino
•Socio e volontario dell’Associazione interdiocesana “Volontari per l’Arte”
Incarichi passati:
•Insegnante (1976-2009)
•Sindaco (1995-2004) e Assessore (1980-1990) del Comune di
Sommariva Perno
•Consigliere della Provincia di Cuneo (2005-2009)
•Socio fondatore e Segretario del Gruppo Volontari di Sommariva
Perno (1992-1995)
•Vice Presidente (2004-2014) e Consigliere di Amministrazione
(2004-2016) della Società Centro Sportivo Roero
Roberta Ceretto
Componente Consiglio Generale
su designazione della
Provincia di Cuneo
Elvio Chiecchio
Componente Consiglio Generale
su designazione del
Comune di Mondovì
Nata a Torino il 6 ottobre 1972
Residente ad Alba
Laurea in Lettere e Filosofia
Professione: Imprenditrice
Nato a Mondovì il 28 giugno 1962
Residente a Mondovì
Diploma di Scuola Media Inferiore
Professione: Commerciante e Intermediario assicurativo
Incarichi attuali:
•Consigliere di Amministrazione dell’Azienda vitivinicola Ceretto srl
•Responsabile comunicazione, rapporti con la stampa e marketing,
sviluppo dei progetti culturali per l’Azienda Ceretto srl
•Consigliere di Amministrazione della Fondazione Nuovo Ospedale
Alba-Bra onlus
•Consigliere di Amministrazione del Consiglio per le relazioni
tra Italia e Stati Uniti
•Consigliere di Amministrazione dell’Agenzia di Pollenzo
Incarichi attuali:
•Componente Direttivo dell’Associazione “La Funicolare”
di Mondovì
•Osservatore settore giovanile FC Torino Calcio
•Allenatore di calcio abilitato con corso FIGC di base “UEFA B”
Incarichi passati:
•Consigliere del Consorzio del Barolo e Barbaresco (2004-2007)
•Vice Presidente Gruppo Giovani di Confindustria di Cuneo (2005-2008)
10
Incarichi attuali:
•Componente Commissione Prezziario Opere Edili della Camera di
Commercio di Cuneo
•Componente Consiglio Direttivo della Sezione Costruttori Edili di
Confindustria Provincia di Cuneo
Incarichi passati:
•Consigliere del Comune di Mondovì (2007-2015), componente
Commissione elettorale (2004-2015)
•Osservatore settore giovanile FC Juventus (2012-2015)
Enrico Collidà
Componente Consiglio Generale
su designazione del
Comune di Cuneo
Nato a Cuneo il 18 luglio 1968
Residente a Cuneo
Laurea in Giurisprudenza
Professione: Avvocato
Incarichi attuali:
•Consulente legale di Associazioni di categoria, patronati
e sindacati, Enti locali, Compagnie assicurative, istituti di credito,
onlus, cooperative sociali della provincia di Cuneo
Incarichi passati:
•Consigliere del Comune di Cuneo (2012-2015)
•Consigliere di Amministrazione dell’Autostrada Asti Cuneo spa
(2009-2012)
•Componente Consiglio Nazionale ANCI (2013-2015)
•Consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Cuneo
•Componente Commissione Regionale dell’Artigianato
della Regione Piemonte (2003-2008)
Donatella Croce
Componente Consiglio Generale
su designazione del Comune di Alba
Nata ad Alba il 25 gennaio 1969
Residente ad Alba
Laurea in Psicologia, Specializzazione
in psicoterapia e sessuologia
Professione: Psicologa, Psicoterapeuta e Sessuologa
Incarichi attuali:
•Psicologo convenzionato presso ASL CN2 – Area psicologia
ospedaliera
•Componente Direttivo Associazione “Il Campo” di Alba
•Componente Consulta per le Pari Opportunità del Comune di Alba
Incarichi passati:
•Consulente per istituti scolastici in ambito formativo, educativo e di
prevenzione
•Presidente Associazione “La Torre Cultura” di Alba (2005-2009)
•Formatrice volontari Centro Ascolto Caritas e altre Associazioni
Antonio Degiacomi
Componente Consiglio Generale
su designazione del Comune di Alba
Michele Antonio Fino
Componente Consiglio Generale su
designazione della Provincia di Cuneo
Nato ad Alba il 27 gennaio 1948
Residente ad Alba
Laurea in Lettere Moderne
Professione: Pensionato
Nato a Revello il 4 marzo 1973
Residente a Revello
Laurea in Giurisprudenza, Dottorato di ricerca
in Diritto Romano e Metodo Comparativo
Professione: Docente universitario
Incarichi attuali:
•Presidente del Centro Nazionale Studi Tartufo
Incarichi passati:
•Sindacalista e Dirigente CISL
•Formatore
•Vice Presidente della Fondazione CRC (2011-2016)
•Presidente Ente Fiera Internazionale del Tartufo Bianco
di Alba (2010-2015)
•Assessore della Provincia di Cuneo (1999-2004)
•Assessore (2009-2011) e Consigliere (2005-2009)
del Comune di Alba
Incarichi attuali:
•Professore associato di Fondamenti del Diritto Europeo e
Responsabile della Ricerca presso l’Università degli studi di Scienze
Gastronomiche di Pollenzo
•Componente Comitato Tecnico Scientifico del CERVIM
(Centro Ricerche per la Viticoltura di Montagna)
•Consigliere giuridico della Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti
Incarichi passati:
•Assessore del Comune di Saluzzo (2004-2009)
•Presidente della Fondazione Amleto Bertoni - Città di Saluzzo
(2009-2014)
•Componente Comitato Vitivinicolo Regionale Piemontese (2009-2011)
Marco Formica
Componente Consiglio Generale
su designazione dell’ASO
Santa Croce e Carle di Cuneo
Elda Fulcheri
Componente Consiglio Generale
su designazione di
Confartigianato di Cuneo
Nato a Torino il 31 marzo 1957
Residente a Busca
Laurea in Medicina e Chirurgia,
Diploma di specializzazione in Nefrologia
Professione: Dirigente medico
Nata a Cuneo il 29 luglio 1961
Residente a Pianfei
Laurea in Scienze Forestali
Professione: Imprenditrice del legno
Incarichi attuali:
•Direttore medico Struttura Complessa di Nefrologia e Dialisi
dell’ASL CN1
•Direttore Dipartimento Medico-Riabilitativo dell’ASL CN1
•Docente presso la Scuola di Specializzazione in Nefrologia
dell’Università degli Studi di Torino
•Componente Società Italiana di Nefrologia
Incarichi passati:
•Componente Commissione Uremia della Regione Piemonte
(2006-2007)
Incarichi attuali:
•Socio Segheria Artigiana Fulcheri snc
•Delegata provinciale del Gruppo Donne Confartigianato per la
zona di Mondovì
Incarichi passati:
•Consigliere (1995-1999) e Assessore (1999-2004) del Comune
di Pianfei
•Vice Presidente di Confartigianato Cuneo per la zona di Mondovì
(2013-2016)
•Vice Presidente (2001-2004) e Presidente (2005-2009) provinciale
del Movimento Donne Impresa Confartigianato Cuneo
11
Consiglio Generale
Giorgio Garelli
Componente Consiglio Generale
su designazione di Confcommercio
di Cuneo
Nato ad Asti il 30 aprile 1971
Residente a Canale
Laurea in Farmacia
Professione: Farmacista
Incarichi attuali:
•Consigliere di Amministrazione di Unifarma spa
Incarichi passati:
•Assessore (2004-2009) e Consigliere (2009-2014) del Comune di
Canale
•Consigliere di Amministrazione di Amos scrl (2012-2015)
•Consigliere di Amministrazione (2003-2007) e componente del
Comitato di Alto Indirizzo (2007-2016) dell’Ente Turismo Alba Bra
Langhe Roero
•Vice Presidente (2006-2009) e Consigliere (2003-2006) provinciale dell’Associazione Giovani Farmacisti
Elda Lombardi
Componente Consiglio Generale
su designazione del
Comune di Mondovì
Nata a Lisio il 28 febbraio 1944
Residente a Mondovì
Diploma di abilitazione Magistrale
Professione: Pensionata
Incarichi passati:
•Insegnante
•Assessore (1988-1990) e Consigliere (1980-1994) del Comune di
Mondovì
•Componente del Comitato di Gestione (1986-1990) e del Comitato dei Garanti (1991-1993) dell’USSL 66
Nato a Ceva il 16 febbraio 1961
Residente a Ceva
Laurea in Medicina Veterinaria
Professione: Dirigente medico
Incarichi attuali:
•Amministratore Delegato della Società Frabosa 2000 spa
•Segretario del Comitato Provinciale della Federazione Italiana Sport
Invernali
•Consigliere dell’Associazione Turistica Pro Loco di Frabosa Soprana
Incarichi passati:
•Consigliere del Comune di Ceva (2004-2009)
•Presidente dell’Associazione Turistica Pro Loco di Ceva (1997-2008)
•Presidente dell’Associazione Nazionale Alpini, sezione di Ceva
(1995-2004)
•Presidente del Lions Club Mondovì (2011-2012)
Giovanni Longo
Componente Consiglio Generale su
designazione del Comune di Cuneo
Nato a Cuneo il 5 novembre 1965
Residente a Cuneo
Diploma di Perito agrario
Professione: Imprenditore
Incarichi attuali:
•Socio fondatore de La Lucerna sas
•Socio Assodidattica - Associazione italiana fornitori
e produttori scolastici
Incarichi passati:
•Coordinatore del Movimento politico-culturale
“Cuneo Solidale” (2010-2016)
Claudia Martin
Componente Consiglio Generale
selezionata tramite bando
come Consigliere in ambito sportivo
Roberto Ovidi
Componente Consiglio Generale
su designazione della CISL
Provinciale di Cuneo
Nata a Cuneo il 4 settembre 1965
Residente a Cuneo
Diploma ISEF e Laurea in Scienze Politiche
Professione: Docente di scienze motorie e sportive
Nato a Monza il 3 luglio 1951
Residente a Cuneo
Diploma di Ragioniere
Professione: Pensionato
Incarichi attuali:
•Delegato provinciale del CONI
Incarichi attuali:
•Componente supplente Collegio sindacale della FIRST CISL Nazionale
Incarichi passati:
•Componente della Squadra nazionale di Ginnastica Ritmica
(1980-1984)
•Componente Staff tecnico della Squadra nazionale di Ginnastica
Ritmica (1990-1993)
•Responsabile Federale del Settore giovanile nazionale (1993-1995)
•Direttrice tecnica dell’ASD Cuneoginnastica (1987-2007)
•Docente presso ISEF (1996-2000) e SUISM (2000-2001) di Torino
•Giudice internazionale della Fédération Internationale
de Gymnastique
12
Massimo Gula
Componente Consiglio Generale
su designazione del Comune di Ceva
Incarichi passati:
•Quadro direttivo della Banca Regionale Europea
•Componente Esecutivo Nazionale, Comitato di Settore Creditizio
Nazionale FIBA CISL (2002-2008) e Collegio Sindacale FIBA CISL
Nazionale (2009-2013)
•Delegato Nazionale della FIBA CISL per l’attività negoziale nelle
Banche e nei Gruppi bancari del Piemonte (2005-2007)
•Segretario Generale Regionale per il Piemonte della FIBA CISL (2002-08)
•Componente Esecutivo e Consiglio Generale dell’USR CISL del
Piemonte (1997-2002) e Segreteria Provinciale di Cuneo della FIBA
CISL (1997-2002)
Franca Maria Pejrone
Componente Consiglio Generale
su designazione della Camera
di Commercio di Cuneo
Nata a Revello il 28 luglio 1964
Residente a Pagno
Diploma di Ragioniere e Perito commerciale
Professione: Imprenditrice agricola
Incarichi attuali:
•Collaboratrice Azienda Antica Cascina Costa
•Vice Presidente “Associazione Alte Terre” di Cuneo
•Consigliere Associazione “Terranostra” di Cuneo
Incarichi passati:
•Consigliere (1985-2005), Assessore (2005-2016)
e Vice Sindaco (2014-2016) del Comune di Pagno
Silvestro Roatta
Componente Consiglio Generale
su designazione dell’Associazione
Insediamenti Universitari
in provincia di Cuneo
Nato a Mondovì il 19 marzo 1968
Residente a Bastia Mondovì
Laurea in Ingegneria elettronica, Dottorato di ricerca in Fisiologia
Professione: Docente universitario
Incarichi attuali:
•Professore associato di Fisiologia presso l’Università degli studi di Torino
•Direttore del Master in Metodiche ecoguidate nelle professioni
infermieristiche e ostetriche dell’Università degli studi di Torino
•Componente Collegio Docenti del Dottorato in medicina e terapia
sperimentale dell’Università degli studi di Torino
•Componente Consiglio direttivo dell’Associazione musicale “Sicut
Lilium” di Beinette
Incarichi passati:
•Componente eletto Commissione istruttoria Programmazione e
Sviluppo del Senato Academico, Università degli studi di Torino
(2012-2015)
Elma Schena
Componente Consiglio Generale
su designazione del Comune di Boves
Nata a Borgo San Dalmazzo il 24 marzo 1950
Residente a Boves
Laurea in Pedagogia
Professione: Pensionata
Incarichi attuali:
•Collaboratrice editoriale del settimanale La Guida
Incarichi passati:
•Dirigente scolastica (1986-2008) e insegnante (1973-1986)
•Assessore del Comune di Boves (1995-1999)
•Presidente (2014), Vice Presidente (2012-2014) e Consigliere
(2010-2015) dell’Associazione culturale “Marcovaldo”
Giuliana Turco
Componente Consiglio Generale
su designazione del Comitato
Gestione del Fondo Speciale
per il Volontariato in Piemonte
Nata a Monastero di Vasco il 20 giugno 1954
Residente a Mondovì
Diploma da Infermiere
Professione: Pensionata
Incarichi attuali:
•Socio fondatore dell’Associazione Volontari Ospedalieri di Mondovì
•Ispettrice Corpo Infermiere Volontarie della CRI di Mondovì
Incarichi passati:
•Infermiere coordinatore (1973-2010)
•Consigliere (1980-1985) e Assessore (2002-2007) del Comune di
Monastero di Vasco
•Consigliere di Amministrazione della Casa di riposo “Sacra Famiglia”
di Mondovì (2010-2015)
•Componente GAMMA 75 – Gruppo Autonomo Manifestazioni
Monregalesi (1978-1994)
Giuseppe Viada
Componente Consiglio Generale
su designazione del Consorzio
Socio Assistenziale del Cuneese
Nato a Cuneo il 6 dicembre 1947
Residente a Cuneo
Laurea in Pedagogia,
Master in Psicologia della riabilitazione
Professione: Pensionato
Incarichi attuali:
•Amministratore unico Opere Sociali Servizi spa di Savona
•Vice Presidente dell’Associazione “Come voi, insieme a voi” di Cuneo
•Presidente Cooperativa sociale onlus “Il Melograno” sezione A
•Presidente Cooperativa sociale “Il Melograno 2” sezione B
Incarichi passati:
•Direttore Consorzio Socio Assistenziale del Monregalese (2008-2012)
•Dirigente Settore Assistenza (1983-2000) e Area Servizi alla Persona (2000-2007) della Provincia di Cuneo
•Consigliere di Amministrazione del Consorzio Socio Assistenziale
del Cuneese (1997-2001)
•Presidente (1991-2013) e co-fondatore dell’Associazione
“Come voi, insieme a voi” di Cuneo
13
Che cos’è
il tempo?
Da Sant’Agostino
al progetto Galileo
Non è facile spiegare che cosa sia il tempo.
Sant’Agostino affermava di sapere che cosa
fosse solo fino a che nessuno gliene chiedeva
conto («Quid est ergo tempus? Si nemo
ex me quaerat, scio; si quaerenti explicare
velim, nescio», Confessioni, XI, 14). Per
uscire dall’impasse potremmo limitarci a
una definizione operativa: il tempo è una
grandezza che si misura contando il numero di
cicli di un fenomeno periodico costante.
In Italia la sua misura è affidata all’Istituto
Nazionale di Ricerca Metrologica (INRIM),
che diffonde a tutto il Paese il segnale dell’ora
esatta, quello su cui regoliamo i nostri orologi.
Dall’osservazione del ciclo luce-tenebre
agli orologi atomici
La misura del tempo comincia agli albori
della civiltà. Inizialmente l’uomo usa come
riferimento eventi periodici: l’alternanza
tra luce e tenebre o la rotazione della Terra.
Nel 1600 Galileo Galilei si accorge che la
durata delle oscillazioni di un pendolo è
indipendente dalla loro ampiezza, fenomeno
detto isocronismo. Per la prima volta il tempo
viene legato a una realizzazione sperimentale
controllata. Nel ventesimo secolo si ha una
nuova rivoluzione: gli orologi basati sulle
vibrazioni dei cristalli di quarzo sostituiscono
gli orologi a pendolo.
Ben presto gli atomi si rivelano migliori
oscillatori del quarzo, perché meno soggetti
a influenze ambientali. Negli anni Cinquanta
vengono creati i primi orologi atomici,
che superano in stabilità e accuratezza gli
orologi meccanici e astronomici. Nel 1967
la definizione astronomica del secondo
viene abbandonata a favore di una nuova
definizione, tuttora in vigore, basata sulla
frequenza della radiazione elettromagnetica
corrispondente alla differenza tra due livelli di
energia dell’atomo di cesio. Gli orologi al cesio
più avanzati sono oggi quelli detti a fontana
di cesio, in cui gli atomi, una volta raffreddati,
vengono lanciati e fatti ricadere come gli
zampilli di una fontana. Questi dispositivi,
presenti solo in alcuni Paesi del mondo (Stati
Uniti, Francia, Gran Bretagna, Germania,
Giappone e Italia), accumulano un secondo
di errore ogni 300 milioni di anni. Ma già si
affacciano alla ribalta strumenti ancora più
precisi: sono gli orologi ottici, che studiano le
radiazioni ottiche emesse da ioni di mercurio
e alluminio o da atomi di stronzio e itterbio.
Oltre alla fontana al cesio, l’INRIM possiede
anche un orologio ottico sperimentale, basato
su atomi di itterbio.
Il tempo universale
Sulla base delle misure realizzate in tutto il
mondo dagli orologi atomici degli istituti
metrologici, si stabilisce a livello internazionale
una scala di tempo chiamata tempo atomico,
assai più accurata della scala di tempo fornita
dalla rotazione terrestre. L’orologio della
Terra non è preciso come quello atomico.
Maree e influenze gravitazionali tendono
infatti a rendere incostante il moto del nostro
pianeta. Per mantenerla al passo con la
rotazione terrestre, un secondo intercalare
viene quindi aggiunto o sottratto di tanto in
tanto alla scala di tempo atomica. Il risultato
è una scala di tempo ibrida, chiamata tempo
A cosa serve oggi misurare il tempo?
La comunità europea si appresta a varare un
proprio sistema di navigazione satellitare,
Galileo, che si propone come alternativa civile ai
sistemi oggi esistenti, come il GPS o il GLONASS,
concepiti dai rispettivi paesi, Stati Uniti e Russia,
per applicazioni militari e di intelligence.
I dati su posizioni e distanze derivano dalla
misura del tempo che il segnale emesso
dal satellite impiega a raggiungere il suo
ricevitore. Maggiore è l’accuratezza della
misura di tempo, maggiore l’accuratezza
della localizzazione.
Per garantire le migliori prestazioni, i satelliti
sono equipaggiati con orologi atomici. Fin
dalle prime fasi del progetto, l’INRIM si è
occupato della caratterizzazione degli orologi
a bordo di Galileo.
I sistemi di localizzazione satellitare si basano
su una scala di tempo interna, determinata
dai propri orologi atomici. Galileo non fa
eccezione, ma non si limita a fornire solo
informazioni di posizione o il proprio orario
interno: ci dice anche la differenza tra la
propria scala di tempo e UTC. Costituisce
quindi uno strumento di disseminazione del
segnale di tempo dell’ora esatta.
Grazie all’INRIM, Galileo offrirà poi ulteriori
servizi studiati per rispondere alle esigenze di
precisione e certificazione di una variegata
gamma di utenti specializzati. Si va dal mondo
della finanza a quello dei trasporti, delle
telecomunicazioni e dei media, ai sistemi
di controllo del traffico automobilistico, al
rilevamento topografico, alle reti di distribuzione
dell’energia, ai laboratori scientifici più avanzati.
Da gennaio 2015 l’Istituto coordina
infatti il progetto DEMETRA, acronimo di
DEMonstrator of EGNSS services based on
Time Reference Architecture. Con un unico
apparato, ora allo stadio di prototipo, vengono
erogati nove servizi ancorati al sistema Galileo:
il segnale di tempo proveniente dai satelliti di
Galileo viene reso più affidabile, certificato e
robusto, controllando e tarando gli strumenti
di trasmissione e ricezione, correggendo errori
di funzionamento in tempo reale e anche
integrando e verificando i dati con trasmissioni
via radio, tv, internet, fibra ottica e tramite
satellite geostazionario. DEMETRA permette
inoltre ai laboratori di ricerca che necessitano
della massima precisione di monitorare le loro
scale di tempo a livello del nanosecondo e
offre la possibilità di sincronizzare un’intera
infrastruttura, controllando l’andamento delle
performance e regolando il livello di precisione
a seconda delle esigenze. 
IL NOSTRO TEMPO
universale coordinato (UTC), diffusa come
riferimento d’uso civile, scientifico e legale. La
prima correzione è stata introdotta nel 1972,
l’ultima risale al 2015.
Istituto Nazionale
di Ricerca Metrologica - Torino
Galileo offrirà servizi studiati per
rispondere alle esigenze di una variegata
gamma di utenti specializzati,
dal mondo della finanza ai sistemi
di controllo del traffico automobilistico
alle reti di distribuzione dell’energia
15
25
RISORSE
Il valore economico
del tempo
Nell’economia digitale
Nessuno lo dice mai, ma il vero padrone
dell’economia è il tempo. Niente è più scarso
del tempo e la nostra vita quotidiana è
permeata dal suo divenire.
Oggi il tempo ci appartiene e la nostra
disponibilità a vederlo sprecato nell’attesa
a un ristorante o in una coda allo sportello è
pressoché nulla. Eppure, il tempo non è un
contenitore vuoto da riempire: più l’uomo
cerca di possedere il tempo, più questo gli
sfugge. La nostra vita non può ridursi a una sola
successione di cose che accadono e si ripetono.
Anche nella gestione aziendale il tempo è stato
95,71 dollari. Il 30 novembre 2015, con 1 euro
si incassavano appena 1,0564 dollari. Sono
passati solo 7 anni, ma sembra un secolo!
Che fine avranno fatto i piani strategici delle
imprese costruiti anche in quanto variabili?
Cosa è dunque il tempo per l’impresa? La
domanda è interessante perché consente di
evidenziare come la sua concettualizzazione
sia mutata negli anni, fino ad assumere la
posizione di “leva competitiva fondamentale
per il successo dell’impresa”.
Anzitutto, il tempo è stato considerato dalla
dottrina classica come un asset.
Il tempo è una risorsa, al pari dei capitali, delle
tecnologie e del know-how.
Ed è una risorsa ancora più preziosa perché
limitata e non riproducibile.
Negli anni ’50, il tempo ha assunto una
valenza diversa e più importante, iniziando a
essere considerato un valore aziendale.
Più recentemente, il tempo è stato promosso
a elemento importante dell’immagine
Il contesto competitivo digitale
con il quale tutte le imprese sono oggi
chiamate a confrontarsi è una combinazione
di quattro elementi: il tempo, lo spazio,
la massa e l’incertezza
per anni una dimensione quasi dimenticata o,
comunque, sottovalutata.
Oggi invece il tempo si afferma come criterio
organizzativo, come fattore che influenza
lo stesso modo di essere di un’impresa,
tanto che sono nuovamente di moda
quattro termini a lungo dimenticati: time
compression, time value, time to market e
lead time, per limitarci ai più usati.
Rispondere “al tempo giusto” e in maniera
coerente al cambiamento costituisce la
sfida che le imprese nell’attuale scenario
dell’economia digitale devono superare per
garantirsi prospettive durevoli di sviluppo.
Un esempio può aiutare a capire meglio i
termini del problema. Il 15 settembre 2008,
quando il fallimento Lehman Brothers aprì
formalmente la crisi, con 1 euro si compravano
1,4246 dollari e un barile di petrolio costava
16
dell’azienda. Tempestività, puntualità,
flessibilità sono diventati importanti indicatori
della qualità delle aziende, in particolare di
quelle che erogano servizi.
Il tempo può essere lo strumento che
consente di cambiare le regole del gioco
competitivo: il tempo è denaro e il tempo è
business. Infine, il tempo è sempre più un
fattore critico di successo.
Queste considerazioni portano a concludere
che la gestione del tempo pervade l’intero
sistema aziendale e, pertanto, costituisce
un principio innovatore nella gestione
dell’impresa.
Ciò è di fondamentale importanza nell’attuale
scenario competitivo dell’economia digitale.
Il contesto competitivo digitale con il quale tutte
le imprese, le organizzazioni e le istituzioni sono
oggi chiamate a operare e a confrontarsi è una
Invece, nell’ottica tradizionale (Guatri), più
operativa e manageriale e meno concettuale, il
tempo influisce sul valore economico nelle sue
due componenti “misurabili” essenziali: il valore
del capitale nel momento della sua valutazione
(W) e il valore delle opportunità di crescita.
In presenza di un tasso di profitto positivo
(Tp > 0), tanto maggiore è questo fattore, tanto
più elevato è il valore del capitale economico.
Proprio il tempo (cioè la durata del profitto)
anche se a essa inevitabilmente collegata.
Riemergono così ingredienti antichi
che diventano oggi vitali per il successo
dell’impresa: il tempo si annulla e si moltiplica,
lo spazio si comprime e si dilata, la massa si
riduce, l’incertezza si amplifica.
Da un lato le tecnologie digitali comprimono
lo spazio fisico, temporale e relazionale
tra aziende, persone e oggetti, dall’altro le
innovazioni tecnologiche digitali dilatano la
dimensione spazio. L’azienda può contattare,
presentarsi e relazionarsi in tempo reale con un
numero pressoché infinito di clienti, fornitori,
partner, concorrenti.
L’innovazione digitale nell’ottica temporale
contribuisce al passaggio “dalla fisicità degli
atomi all’intangibilità del bit”. Ogni euro di
valore creato ha una minore massa, peso/
volume nell’economia digitale.
gioca quindi un ruolo fondamentale nella
capacità di sopravvivenza dell’impresa.
Il tasso di profitto positivo e le opportunità
di crescita influenzano quindi direttamente
le politiche e le strategie per la ricerca di un
vantaggio competitivo.
Realizzare queste strategie, volte alla creazione
di un costante miglioramento, implica il
superamento di radicati modi di pensare e di
gestire l’impresa.
Ma chi, meglio di altri, saprà superare queste
resistenze e saprà effettivamente dominare, in
tutti i suoi aspetti, la risorsa tempo, certamente
si imporrà tra i leader degli anni 2000. 
IL NOSTRO TEMPO
combinazione di quattro elementi: il tempo, lo
spazio, la massa e l’incertezza.
In questo contesto, l’attitudine manageriale
alla creazione di valore economico nasce dalla
capacità di costruire e rispettare la natura e le
regole dell’equazione:
creazione di valore economico = tempo *
spazio * massa * incertezza
Una visione, dunque, fortemente innovativa
rispetto all’ottica ragioneristica tradizionale,
Giuseppe Tardivo
Ordinario di Economia e gestione delle Imprese,
Università di Torino
Coordinatore del Campus di Management ed Economia,
Università di Torino - Sede di Cuneo
17
25
RISORSE
La lancetta
piccola dell’orologio
Le lente trasformazioni della scena
demografica sono importanti perché
modificano radicalmente le condizioni
nelle quali si svolge la vita quotidiana
degli individui e delle collettività
I tempi lunghi
della demografia
Emma Morano è nata in Piemonte il 29
novembre 1899. In quell’epoca, alla luce delle
condizioni di sopravvivenza, era ragionevole
attendersi che la sua vita potesse concludersi
intorno alla fine degli anni Quaranta. A giugno
2016 è rimasta l’unica persona al mondo nata
nel XIX secolo. Il suo caso è senza dubbio
eccezionale, ma testimonia il formidabile e
generalizzato allungamento delle traiettorie
di vita: ogni bambino nato in Italia nel 2016
ha buone probabilità di vedere il XXII secolo,
ottime se si tratta di una bambina.
Come sempre quando si ragiona di
demografia – in questo caso abbiamo
considerato i cambiamenti nelle speranze di
vita alla nascita – siamo costretti a confrontarci
con archi temporali molto lunghi. E occorre
riconoscere che non sempre siamo preparati a
farlo. A questo proposito, un noto studioso di
popolazione (Alfred Sauvy) era solito ricordare
che la demografia è come la lancetta piccola
dell’orologio: «Sembra immobile, ma è la più
importante». L’efficace metafora contiene due
messaggi: il primo è che i cambiamenti della
popolazione avvengono molto lentamente.
18
Si consideri, ad esempio, l’evoluzione recente
della speranza di vita nella popolazione di
Cuneo, riportata nella tabella. Su un arco
temporale di uno o due anni i mutamenti non
sono quasi avvertibili e dunque rischiano di
sfuggire all’occhio di un osservatore anche
attento, ma inevitabilmente attratto e distratto
da altri movimenti molto più appariscenti.
Questo è ancor più vero oggi, nell’epoca della
comunicazione H-24, dell’accorciamento dei
cicli di vita dei prodotti, delle rendicontazioni
trimestrali, delle sempre imminenti scadenze
elettorali o referendarie.
Il secondo messaggio («… ma è la
più importante») rinvia sia alle cause
che stanno a monte del cambiamento
demografico, sia alle conseguenze che
esso produce sull’organizzazione della
vita economica e sociale di tutti i giorni.
La demografia è importante innanzitutto
perché le sue tendenze riassumono in modo
incontrovertibile gli effetti di una molteplicità
di forze e di tensioni che influenzano la vita
delle persone. Riprendendo l’esempio della
longevità, è fondamentale comprendere che
i progressi descritti dalla tabella non sono
né casuali, né il sentiero verso un destino
predefinito al quale si tende in virtù di una
qualche legge di natura. Sono invece il frutto
IL NOSTRO TEMPO
Speranze di vita della popolazione residente nella provincia di Cuneo,
maschi e femmine, alla nascita e a 70 anni, dal 2000 al 2014.
di un’infinità di decisioni pubbliche e di
comportamenti individuali che, cumulandosi,
hanno continuato a spostare la frontiera della
speranza di vita: scelte di politica sanitaria,
interventi per la sicurezza stradale e sul
lavoro, campagne contro il fumo e l’alcol,
alimentazione più sana, e così via.
Ma le lente trasformazioni della scena
demografica sono importanti anche perché
modificano radicalmente le condizioni nelle
quali si svolge la vita quotidiana degli individui
e delle collettività. Per non usare nuovamente
l’esempio della longevità – che ci porterebbe
a ragionare della scarsa lungimiranza con
la quale sono state gestite le tensioni sulla
spesa pensionistica – possiamo considerare
un’altra grande trasformazione demografica:
il passaggio dalla famiglia numerosa a quella
del figlio unico. Il prolungato declino del tasso
di fecondità, particolarmente pronunciato in
Italia, ha lentamente modificato le strutture
familiari, sempre più organizzate lungo linee
verticali (nonni, genitori, figli) e con minori
legami orizzontali (fratelli e sorelle, cugini)
e diagonali (zii, nipoti). Questi cambiamenti
strutturali, combinandosi con la maggiore
propensione al lavoro femminile, stanno
comprimendo la quantità di “tempo di cura”
disponibile all’interno delle famiglie e dunque
Maschi
alla nascita
Maschi
a 70 anni
Femmine
alla nascita
Femmine
a 70 anni
2000
75,99
12,60
82,06
16,09
2001
76,78
13,15
82,73
16,68
2002
76,75
13,08
82,41
16,23
2003
76,76
12,91
82,21
16,09
2004
77,69
13,55
83,48
17,20
2005
77,76
13,41
83,23
16,68
2006
77,92
13,51
83,69
17,28
2007
78,38
13,71
83,83
17,18
2008
78,70
13,86
83,83
16,83
2009
78,55
13,69
83,89
17,07
2010
78,82
14,08
84,39
17,38
2011
79,42
14,46
84,39
17,59
2012
79,51
14,37
84,14
17,45
2013
79,70
14,51
84,68
17,77
2014
79,90
14,77
84,78
17,84
Fonte: Elaborazione da www.demo.istat.it
alimentano una formidabile domanda di
assistenza alle persone anziane o con problemi
di salute. L’incapacità di adottare decisioni
pubbliche per rispondere a tale pesante
cambiamento del panorama sociale aiuta
a comprendere il fenomeno – totalmente
imprevisto solo 20 anni fa – del milione di
badanti straniere oggi presenti in Italia.
Frutti di una lentissima maturazione, visibili
solo nel calendario delle generazioni, i
cambiamenti demografici sfuggono alla
considerazione dei decisori: ma non vederli,
o presentarli come inesorabili, significa
rinunciare alla costruzione di un futuro
migliore. 
Stefano Molina
Fondazione Giovanni Agnelli
19
Il tempo
del terrorismo
E qualche timido
segnale di speranza
Un tempo nessuno avrebbe immaginato che
uno dei più celebri lungomare d’Europa, con
i suoi eleganti alberghi, i ristoranti affacciati
sul mare e gli stabilimenti balneari, diventasse
lo scenario di un massacro. E neppure che
i fuochi d’artificio per il 14 luglio, la festa
simbolo della Francia, venisse macchiata dal
sangue di 84 persone, tra cui donne e bambini,
troppi bambini, vittime innocenti di quella
follia moderna che si chiama terrorismo.
Nel bel mezzo dell’estate Nizza, la città più
italiana della Costa Azzurra, meta ogni anno
delle vacanze di migliaia di concittadini, è
invece diventata l’emblema del peggiore
incubo dei giorni nostri. Con la paura che
paralizza le vite e che minaccia di cambiare le
nostre abitudini. Per sempre.
20
Sono arrivato a Nizza un paio d’ore dopo che
il “tir della morte” trasformasse la Promenade
des Anglais in una distesa di sangue e corpi
inermi, la vicina Place Massena presidiata dalla
gendarmeria in assetto antisommossa e i locali
della zona pedonale travolti dalla fuga della
gente. «È la fine di tutto», mi dice un signore
di mezza età, lo sguardo perso nel vuoto.
Cammina scalzo, senza una direzione precisa,
la camicia strappata sul braccio come se
qualcuno si fosse aggrappato fino a romperla.
Poco più in là una ragazza in pantaloncini
piange abbracciata all’amica con cui era
uscita a cena. «Abbiamo sentito le urla della
gente, fuori dal ristorante, poi gli spari. È stato
terribile: temevamo di non uscire più da quel
locale, temevamo di morire…», racconta con
le lacrime agli occhi e il respiro affannato.
Il vento, insolitamente freddo per la stagione,
agita le palme intorno all’area pedonale. Il
salotto buono di Nizza, animato fino a poco
IL NOSTRO TEMPO
prima dalle risate di migliaia di persone,
piomba in un silenzio spettrale, interrotto
soltanto dalle sirene dei mezzi di soccorso che
fanno la spola con l’Hopital Pasteur. Seminate
a terra, in modo disordinato, le tracce dei
terribili momenti di questa “terza guerra
mondiale a pezzi”, come l’ha definita papa
Francesco. Un tappeto di vetri rotti, oggetti
fracassati, borse, maglioni e altro ancora,
abbandonati in fretta dalla folla che cercava di
evitare quel proiettile impazzito. E poi scarpe,
tante scarpe, seminate da chi ha cercato in
ogni modo di salvarsi la vita.
L’angoscia si legge negli sguardi della gente, che
vaga per le strade ancora sotto choc. I poliziotti
li raccolgono in piccoli gruppetti e li rimandano
a casa grazie al passaparola dei taxi, che fanno
da navetta di emergenza. La zona che dal porto
arriva fino all’hotel “Le Meridien”, dove inizia il
cordone di polizia, è deserta, anche se illuminata
a giorno dai lampeggianti della polizia, mentre
elicotteri sorvolano l’area a bassa quota. La
hall del Negresco, l’albergo dei vip, diventa
un ospedale da campo. Nelle sale affrescate
dei primi del ‘900 gli inquirenti ascoltano i
testimoni della strage, mentre i feriti vengono
stesi su materassini e soccorsi dai sanitari. C’è
chi piange, chi ha piccole ferite, chi cerca amici
e parenti.
Raggiungo a piedi l’ospedale, una camminata
di quasi un’ora fino alla moderna struttura
posta sulla collina di Nizza, la quinta città della
Francia per numero di abitanti dopo Parigi,
Marsiglia, Lione e Tolosa. Sulla strada non c’è
più anima viva, le persone ancora sveglie nelle
case si affacciano alle finestre, o ai balconi, per
poi chiudersi subito dentro. Mi siedo su una
panchina di pietra, mi guardo intorno e mentre
la gendarmeria mi controlla i documenti e mi
chiede di cancellare dal cellulare le immagini
dell’ingresso dell’ospedale che avevo appena
scattato, scopro anch’io di avere paura.
Proprio quello che vogliono i terroristi:
bloccare le persone, facendo temere per la
propria vita e per quella dei propri cari.
Penso ai miei bambini, che stanno dormendo
a casa, e alle incertezze del mondo che li
aspetta, quando di fronte a me compare una
«Courage» è l’esortazione della madre
alla piccola, che non smette di singhiozzare.
«Guarda il cielo, è quasi giorno, tra poco
sorgerà il sole, è tutto finito…»
bambina abbracciata alla sua mamma. Non si
da pace e piange a dirotto per quello che ha
visto. I medici l’hanno visitata, e per fortuna
sta bene, ma è sconvolta dall’orrore della
tragedia a cui ha appena assistito. «Courage»,
«coraggio» è l’esortazione della madre alla
piccola, che non smette di singhiozzare.
«Guarda il cielo, è quasi giorno – le dice in
tono amorevole –. Tra poco sorgerà il sole,
è tutto finito…». Parole di conforto e di
speranza che accompagnano l’alba nella
mia mente, mentre in strada scrivo il primo
reportage di una giornata lunghissima, su e giù
per la Promenade des Anglais, tra le lacrime
per i bambini feriti ricoverati nell’ospedale
pediatrico, gli psicologi volontari che assistono
i sopravvissuti e le preghiere per chi non ce l’ha
fatta nella chiesa di Saint Philippe e Saint Pierre
D’Arene. Quando torno a casa il lungomare
è ancora chiuso, davanti alle transenne della
polizia fiori, disegni e peluche, l’omaggio della
gente alle vittime dell’attentato. Il tempo del
terrore non ha cancellato la solidarietà fra le
persone, la voglia di tendere una mano agli
altri. E di tornare a vivere.
Alessandro Galavotti
Responsabile Ansa, sede regionale per il Piemonte
21
25
RISORSE
Brexit: il tempo
dell’incertezza
E l’incertezza dei tempi
Il 23 giugno 2016, chiamati a decidere
sulla permanenza o meno del Regno Unito
nell’Unione europea, il 51,89% dei cittadini
britannici recatisi alle urne ha espresso la sua
preferenza per il Leave, contro il 48,11%
ottenuti dal Remain. La diffusione dei dati
del referendum, nonostante gli stessi fossero
stati in qualche modo anticipati da molte delle
ultime rilevazioni, è stata accolta con stupore.
Da una parte si riteneva che la Brexit fosse
solo un fastidioso rumore di fondo destinato a
esaurirsi grazie al “pragmatismo degli elettori
britannici”, i quali mai avrebbero accettato
questo salto nel buio. Dall’altra, soprattutto
da molti dei politici sostenitori del Leave,
la consultazione era perlopiù vissuta come
una (insensata) prova di forza, senza grandi
speranze di successo.
L’iniziale sorpresa ha presto lasciato spazio
a uno stato di forte incertezza, il quale
promette di protrarsi per un lungo periodo
di tempo, non essendo chiari, al momento,
tempi, modalità ed esito della procedura
che dovrebbe ridisegnare i rapporti tra l’UE
e il Regno Unito. Incertezza determinata
dall’unicità della situazione – è, infatti, la
prima volta che uno Stato membro muove
22
deciso verso l’uscita dall’UE –, ma anche dalla
mancanza di una chiara strategia politica e di
leader credibili in grado di gestire un momento
così delicato. Sul fronte britannico, infatti,
si è assistito alla progressiva, e ingloriosa,
uscita di scena di tutti i principali protagonisti
della vicenda. All’interno dell’UE, invece, si
assiste al riaffiorare di antiche tensioni che
riflettono l’assenza di una visione comune.
Senza contare che il voto britannico potrebbe
contribuire a rafforzare ulteriormente i
movimenti anti-europeisti e xenofobi che,
sempre di più, paiono monopolizzare il
dibattito pubblico su alcuni aspetti essenziali
del modello socio-politico europeo.
Questa grave situazione di incertezza
caratterizza, prima di tutto, il futuro prossimo
dei rapporti tra UE e Regno Unito. Come noto,
infatti, il referendum ha solo valore consultivo
e non determina, di per sé, l’uscita del Regno
Unito dall’UE. Tale eventualità potrà realizzarsi
solo una volta che sia stato concluso un
accordo di recesso tra lo Stato e l’UE, ai sensi
dell’art. 50 del Trattato sull’Unione Europea
(TUE), o che siano trascorsi due anni senza
che sia stato possibile addivenire a un simile
risultato. I negoziati potranno aprirsi solo una
volta che il Regno Unito abbia notificato la
sua volontà di recedere: a oggi, nonostante
le pressioni esercitate dalle istituzioni
europee e da altri Stati membri, non è ancora
chiaro quando ciò avverrà. A complicare
ulteriormente la situazione contribuiscono
i dubbi su quale sia l’organo deputato a
procedere alla notifica – se il Parlamento o
il Governo –, e sulla possibilità che Scozia e
Irlanda del Nord, facendo giustamente valere
il voto pro-Remain dei loro cittadini, cerchino
di bloccare la decisione di recedere o vogliano
rilanciare le loro aspirazioni autonomiste.
La coltre di incertezza si fa ancora più spessa
se si cerca di guardare a un futuro meno
prossimo, provando a prevedere quale forme
potrebbe assumere il nuovo rapporto tra UE
e Regno Unito, una volta che questo abbia
definitivamente perso lo status di Paese
membro. Tali questioni dovranno essere
regolate in un accordo diverso da quello di
recesso ex art. 50 TUE, essendo quest’ultimo
destinato a “chiudere i conti con il passato”
e non a disciplinare, se non in minima parte,
il futuro dei rapporti tra i due soggetti.
Le soluzioni possibili sono molteplici e, al
momento, non è chiaro quale sarà la via
prescelta. Il principale obiettivo del Regno
Unito, così come ribadito dalla neo Prime
Minister Theresa May, è mantenere l’accesso
al mercato interno europeo per le imprese
britanniche. Di contro, la Commissione
europea e molti Stati membri hanno già
chiarito che tale richiesta non potrà essere
accolta se il Regno Unito, accanto alla libera
circolazione di merci, servizi e capitali, non
accetterà anche quella delle persone. È
facile prevedere che, dopo aver dominato il
dibattito sulla Brexit, proprio quest’ultimo
aspetto costituirà uno dei fattori decisivi
per l’esito dei futuri negoziati tra le due
La coltre di incertezza si fa ancora
più spessa se si cerca di guardare a
un futuro meno prossimo, provando
a prevedere quali forme potrebbe
assumere il nuovo rapporto tra UE
e Regno Unito, una volta che questo
abbia definitivamente perso lo status
di Paese membro
parti. D’altra parte, non vi è ragione per
la quale al Regno Unito dovrebbe essere
riservato un trattamento diverso rispetto a
tutti quegli Stati non-UE – quali Norvegia,
Liechtenstein, Islanda o Svizzera – ai quali è
stato riconosciuto l’accesso al mercato interno
solo nella misura in cui abbiano accettato
che anche le persone possano circolare
liberamente. 
Francesco Costamagna
Professore di Diritto dell’Unione Europea,
Università di Torino
23
25
RISORSE
Vivere (e spostarsi)
in “provincia”
Il tempo della mobilità
Oggigiorno, i territori della cosiddetta
“provincia italiana” vivono una costante e
sempre più evidente ambivalenza: da un lato
la “frammentarietà” che emerge dai diversi
campanilismi locali, dall’altro la necessità di “fare
sistema” imposta dalla competitività globale.
Nella provincia italiana il policentrismo – ovvero
la coesistenza su un territorio di più centri con
pari dignità – è condizione radicata nello spazio
(aree urbane inframezzate da spazi aperti), nel
tempo (spesso sin dal Medioevo) e, quindi, nelle
strategie di sviluppo, generalmente improntate
al mantenimento delle aree di influenza dei
rispettivi centri.
Al tempo stesso, emerge con evidenza la
necessità per questi territori di promuoversi
e svilupparsi come uniche entità territoriali,
superando i localismi in favore di azioni
cooperative capaci di accrescere la
24
competitività del sistema entro le dinamiche
economiche di grande scala.
Ciò accade per il territorio cuneese, ma anche
in molte aree della penisola: si pensi agli ambiti
fortemente infrastrutturati dell’Emilia e della
Romagna, ai territori policentrici veneti e
umbri, sino a sistemi territoriali più ampi come
quello che si sviluppa nella valle dell’Arno.
Pare sempre meno azzardato avanzare
l’ipotesi che i territori policentrici della
provincia italiana possano (e debbano)
funzionare come vere e proprie aree
metropolitane: le dinamiche di accentramento
o decentramento di servizi, gli sviluppi
insediativi e l’articolazione attuale delle attività
economiche stanno creando realtà territoriali
che necessitano di grande flessibilità e capacità
di ripensarsi. Lo stesso stile di vita degli abitanti
è sempre più legato a un uso “allargato”
del territorio: spostarsi è ormai un requisito
fondamentale sia per la vita privata sia per lo
sviluppo della propria attività economica.
Il caso del territorio cuneese da questo
punto di vista è paradigmatico: un territorio
storicamente incentrato su sette città maggiori
(le Sette Sorelle) che sta tuttavia subendo un
pesante processo di riorganizzazione delle
proprie polarità. In 10-20 anni si sono creati,
soppressi o spostati diversi servizi (università,
spazi commerciali, tribunali, ospedali) e si sono
avviate importanti azioni di cooperazione
sovra-comunale (le Unioni dei Comuni,
l’allargamento del Parco Fluviale Gesso e
Stura, le azioni di salvaguardia e valorizzazione
dell’arco alpino o di Langhe e Roero).
L’abitante cuneese ha e avrà sempre più
bisogno di spostarsi, anche per brevi tratte e
anche più volte nel corso della giornata.
Il tema degli spostamenti – e quindi delle
infrastrutture – diventa strategico sotto
diversi aspetti.
Per la velocità: perché se l’obiettivo è quello
di far funzionare un sistema territoriale così
sparso occorre che le distanze temporali tra le
sue parti si riducano.
Per il tipo di servizio: affinché il tempo dedicato
agli spostamenti abbia un valore sia sotto
l’aspetto economico che di qualità della vita.
Spostarsi è ormai un
requisito fondamentale sia
per la vita privata sia per
lo sviluppo della propria
attività economica.
Il caso del territorio cuneese
è paradigmatico
Come tradurre queste sollecitazioni in
proposte operative di sviluppo territoriale?
La ricerca MetroGranda. Mobilità e
territorio sviluppata dal Politecnico di Torino
(Dipartimento di Architettura e Design) con
il supporto economico di Fondazione CRC
e dei Comuni di Cuneo, Fossano, Mondovì,
Saluzzo e Savigliano, presentata il 2 luglio
presso i locali della Fondazione, ha provato
a rispondere a queste esigenze proponendo
un ripensamento innovativo della mobilità
provinciale: trasformare alcune delle tratte
ferroviarie sospese o dismesse del Cuneese
nella spina dorsale di un sistema integrato di
Trasporto Pubblico Locale.
La proposta progettuale – basata sulla
riattivazione del servizio ferroviario tra i centri di
Bra, Savigliano, Saluzzo, Cuneo e Mondovì per
creare una sorta di linea metropolitana cuneese
integrata con la rete del trasporto su gomma –
affronta espressamente le questioni della velocità
di percorrenza e del tipo servizio, proponendo
un modello sicuramente perfettibile ma dalle
notevoli possibilità, specie se ulteriormente
integrato con il versante del trasporto merci.
Inoltre, MetroGranda propone una visione
territoriale della provincia Granda capace
di superare i localismi senza cancellare
le diversità e creare rapporti di reciproca
cooperazione tra le Sorelle.
I risultati della ricerca sono visionabili sul sito
metrogranda.polito.it 
Marco Barbieri
Dottore di Ricerca in Ambiente e Territorio,
Politecnico di Torino
Mattia Giusiano
Dottore di Ricerca in Architettura
e Progettazione Edilizia, Politecnico di Torino
25
25
RISORSE
Lo stato di salute del
sistema economico provinciale
Nel corso del 2015 si è assistito a un
rallentamento del ciclo economico
internazionale, scaturito dalla decelerazione
delle economie emergenti e dei Paesi in
via di sviluppo (+4% nel 2015, a fronte del
+4,6% nel 2014) e dalla tenuta di quelle
avanzate (+1,9% nel 2015 rispetto al
+1,8% registrato nel 2014). È proseguita,
invece, la ripresa dell’area euro, seppur a
ritmi moderati: il prodotto interno lordo
è cresciuto, infatti, dell’1,6% (+0,9% nel
2014), sostenuto dall’aumento della domanda
interna. Nel primo trimestre del 2016 il
rilancio dell’eurozona si è manifestato oltre
le attese (+0,6%), trainato dai miglioramenti
registrati per consumi e investimenti, mentre
Sulle prospettive economiche
del Piemonte, come dell’Italia e
dell’Eurozona, pesa l’accresciuta
incertezza legata alla gestione dell’uscita
del Regno Unito dall’Unione Europea
il contributo estero netto è risultato negativo
per il terzo trimestre consecutivo. L’aumento
medio atteso per il 2016 è stimato all’1,6%.
Nel 2015 l’andamento di crescita
dell’economia italiana si è fermato al +0,8%,
dato comunque incoraggiante giunto in
seguito a un triennio di andamento recessivo.
Si sottolinea il contributo positivo fornito dalla
domanda interna, in primo luogo dai consumi
delle famiglie, a fronte di quello lievemente
negativo della domanda estera netta. Nei
primi mesi del 2016 è proseguita la fase di
moderato recupero dell’economia italiana
(PIL +0,3% rispetto al IV trimestre 2015),
caratterizzata da livelli produttivi dell’attività
manifatturiera nel complesso stabili e dai
primi segnali di ripresa delle costruzioni, in
un contesto generale caratterizzato da un
aumento, seppur contenuto, dell’occupazione.
26
Segnali contrastanti giungono, invece, dal
commercio estero e dalla fiducia delle imprese
e, soprattutto, dai consumatori. L’incremento
medio atteso per l’economia italiana nel 2016
è prossimo al punto percentuale.
Il 2015 restituisce quindi la fotografia di un
Piemonte che ha iniziato a risollevarsi dalla
lunga crisi che ha caratterizzato negli ultimi
anni il tessuto economico regionale: il PIL è,
infatti, aumentato dello 0,7%, andamento
simile a livello nazionale.
A sostenere l’economia regionale è stato da un
lato l’incremento della domanda interna dei
consumi, dall’altro l’ottima dinamica evidenziata
dalle esportazioni, mentre gli investimenti,
pur in recupero, hanno mostrato uno sviluppo
ancora limitato. Il 2015 si è caratterizzato, a
livello settoriale, per la buona performance
dell’industria manifatturiera regionale.
Anche la provincia di Cuneo ha vissuto, nel
corso del 2015, un generale miglioramento
della congiuntura economica: le buone
performance registrate dal tessuto
manifatturiero locale hanno trainato il
comparto regionale, le esportazioni di
merci cuneesi hanno registrato, soprattutto
nella prima metà dell’anno, ritmi di crescita
sostenuti e il mercato del lavoro provinciale
ha confermato la posizione di assoluta
eccellenza nel panorama non solo regionale
e nazionale, ma anche europeo. Per tutto
il 2015 la provincia di Cuneo è stata, tra i
territori piemontesi, quella che ha registrato le
migliori performance (in media la produzione
industriale cuneese è aumentata del 3,5%),
oltre a caratterizzarsi come l’area dal miglior
posizionamento sul mercato del lavoro. Pur
non essendo rimasta esente dalla recessione
degli ultimi anni, ha saputo, infatti, contrastare
con efficacia la congiuntura negativa,
manifestando, a partire dal 2014, una buona
ripresa. Nel 2015 le stime ISTAT non registrano
per il Cuneese alcuna variazione rispetto
all’anno precedente: il tasso di disoccupazione
resta meramente frizionale, mantenendosi al
5,3%, poco più della metà del valore regionale
(10,2%) e la provincia Granda si colloca
al terzo posto nella graduatoria nazionale,
IL NOSTRO TEMPO
Crisi e metamorfosi
in provincia di Cuneo
È in fase di conclusione la ricerca, promossa dal
Centro Studi della Fondazione CRC e realizzata
in collaborazione con la società di ricerca Antilia,
sugli effetti che la crisi ha prodotto nel sistema
economico, sociale e culturale della provincia.
L’analisi fotografa la situazione prima della
crisi, quanto è successo durante e quali possibili
tendenze si prospettano per gli anni a venire.
L’impatto della crisi non è stato esplorato solo in
termini di ricadute negative, ma anche allo scopo
di evidenziare cambiamenti e fenomeni emergenti
di una certa rilevanza. Con questa finalità, a fianco
della raccolta e analisi dei principali indicatori socio
economici, sono state realizzate interviste a diversi
attori chiave del territorio in ambito istituzionale,
economico, sociale e culturale.
Il rapporto finale dell’indagine sarà presentato nei
prossimi mesi e messo a disposizione sul sito web
della Fondazione www.fondazionecrc.it
preceduta solo da Bolzano e Vicenza.
Coerentemente il tasso di occupazione si
attesta al 67,1%, oltre tre punti sopra la media
piemontese (63,7%). Anche il confronto con
l’Unione Europea premia il territorio cuneese:
nel 2015 il tasso di occupazione della provincia
è risultato superiore di 1,5 punti percentuali
alla media dell’UE-28 (65,6%), mentre il tasso
di disoccupazione è inferiore di 4,5 punti a
quello dell’aggregato UE (9,4%).
Il 2016 per il Piemonte, così come per la
provincia di Cuneo, è iniziato all’insegna
di dinamiche contrastanti: se da un lato è
proseguita la fase di rilancio del comparto
manifatturiero (la produzione industriale
è aumentata del 2,2% in Piemonte,
dell’1,9% in provincia di Cuneo), dall’altro
il primo trimestre dell’anno ha assistito a un
consistente calo delle esportazioni di merci
(diminuite del 7,1% in Piemonte, dell’8,1%
in provincia di Cuneo) dovuto in larga parte
alla flessione della domanda da parte dei
Paesi extra UE-28. Le previsioni 2016 per
il Piemonte confermano la ripresa avviata
nel 2015, prossima, per intensità, a quella
nazionale e sostenuta principalmente dai
consumi delle famiglie e da un incremento
degli investimenti fissi.
Sulle prospettive economiche del Piemonte,
così come dell’Italia e dell’Eurozona, pesa
l’accresciuta incertezza legata alla gestione
dell’uscita del Regno Unito dall’Unione
Europea, i cui effetti, al momento
difficilmente quantificabili, potrebbero
incidere negativamente sulla fiducia e sugli
investimenti delle imprese. 
Ufficio Studi
Camera di Commercio di Cuneo
27
25
RISORSE
Pensare globale
per agire locale
Stimoli e riflessioni
dalla Conferenza europea
delle fondazioni
La città di Amsterdam, simbolo di integrazione
culturale e cosmopolitismo, ha ospitato la
conferenza 2016 dello European Foundation
Center.
I tre giorni di lavori hanno offerto oltre 30
sessioni di incontro, in gran parte organizzate
per favorire confronto, dibattito e scambio
di pratiche tra gli oltre 700 delegati di quasi
altrettante fondazioni, provenienti in gran
parte dall’Europa, con alcuni rappresentanti
anche dal Nord America, Asia, Africa.
La conferenza ha richiamato l’attenzione dei
partecipanti e del mondo filantropico su temi
globali e su temi operativi.
Tra i primi, il tema cruciale è stato quello
dei grandi flussi di migranti che si stanno
affacciando all’Europa, causati, in particolare,
28
dalla drammatica fuga di adulti, minori,
famiglie dai luoghi di guerra del Medio
Oriente e dell’Africa. Tema che è stato
affrontato con un’attenzione alle azioni locali,
che ciascuna fondazione può svolgere sul
proprio territorio, e alla sensibilizzazione verso
i governanti, perché abbandonino politiche
di totale chiusura, che purtroppo si sono
manifestate in alcuni Paesi, e trovino risorse
per sostenere la società civile che opera con
grande impegno per l’accoglienza.
Un segnale al governo polacco, di recente
protagonista di scelte molto discutibili sulla
libertà di stampa, contestate vivacemente
dalle organizzazioni della società civile, è stato
lanciato attraverso la decisione di tenere la
prossima conferenza europea delle fondazioni,
nel 2017, proprio a Varsavia.
Sul fronte delle modalità di lavoro delle
fondazioni sul proprio territorio, interessante
è stata l’enfasi sull’opportunità di coinvolgere
i giovani nei processi decisionali di
progettazione del nostro futuro, incluso il
coinvolgimento in ruoli di amministrazione
e di governo. In alcune sessioni sul tema
abbiamo incontrato giovani leader, poco più
che ventenni, provenienti da Paesi del Sud
del mondo, talvolta con storie di dolore e di
migrazione alle spalle, che parlano con una
Il Regional Foundations Network
riunisce fondazioni caratterizzate
per operare in più settori, su un
territorio specifico, diversamente
da altre fondazioni europee di
tipo “tematico”, concentrate su
un unico settore
competenza, una chiarezza e una voglia di
cambiare in meglio il mondo sorprendente per
tutti i delegati. L’impressione dei partecipanti
è stata unanime: trovare le modalità per
coinvolgere queste energie nuove nei processi
di cambiamento delle nostre società è una
sfida cruciale per dare un futuro alle comunità
in cui operiamo.
Molto ricorrente nelle sessioni della conferenza
è stato anche il tema delle imprese sociali,
capaci di coniugare opportunità occupazionali
con ricadute positive sul tessuto sociale. Una
serata coinvolgente si è svolta nel ristorante
Fifteen di Amsterdam fondato da Jamie Oliver,
celebre chef inglese, parte dell’omonima catena
presente in altre grandi città e caratterizzata dal
coinvolgimento, tra i dipendenti, di persone
provenienti da percorsi difficili come droga,
crimine e tossicodipendenza. Nel corso della
serata sono state presentate in modo originale
numerose imprese sociali olandesi, tutte
finalizzate all’inserimento lavorativo di soci
svantaggiati: una cooperativa che produce
biscotti “a marchio sociale” per la grande
distribuzione, un laboratorio di sartoria che
trasforma camice rovinate, inviate dai clienti, in
divertenti boxer, una falegnameria che produce
mobili disegnati da famosi designer, che
collaborano a titolo gratuito.
La sfida per le imprese sociali, che appare
ancora in molti casi non risolta, è quella
dell’autonoma sostenibilità sul mercato: una
combinazione di contributi a fondo perduto e
di fondi di investimento risulta indispensabile
per la sopravvivenza economica.
Una sessione è stata dedicata al lancio di un
nuovo gruppo di fondazioni all’interno di EFC:
il Regional Foundations Network, che riunisce
fondazioni caratterizzate per operare in più
settori, su un territorio specifico, diversamente
da altre fondazioni europee di tipo
“tematico”, concentrate su un unico settore,
con orizzonte nazionale o internazionale. La
Fondazione CRC fa parte della rete, che terrà a
ottobre un momento di incontro a Bruxelles.
Lo European Foundation Centre si è
dimostrato ancora una volta un luogo
utile per ricevere stimoli e idee, che in
futuro potranno essere concretizzate
anche attraverso collaborazioni e scambi
di pratiche tra fondazioni. Un’attività che
sarà rafforzata dal prossimo presidente
dell’associazione, annunciato ad
Amsterdam: il Segretario Generale di
Fondazione CRT Massimo Lapucci. 
Andrea Silvestri
Direttore Generale Fondazione CRC
29
25
RISORSE
Fondo per il contrasto
della povertà educativa minorile
Una grande opportunità
per il Paese
Il Fondo per il contrasto della povertà
educativa minorile, previsto in legge di stabilità
2016, rappresenta al tempo stesso un punto di
arrivo e un punto di partenza.
È il punto di arrivo di un articolato processo
avviato da ACRI e dalle fondazioni di origine
bancaria associate che hanno condiviso e
promosso, sin dall’inizio del 2015, l’idea di un
intervento di ampia portata e impatto su un
tema che affligge il nostro Paese: la povertà, in
particolare quella dei minori. Nelle interlocuzioni
con le rappresentanze del Volontariato e del
Terzo settore, con le quali ACRI ha realizzato
importanti progettualità e accordi, si era
L’iniziativa rappresenta un esempio
unico di partnership pubblico-privato
paritetica e volontariamente condivisa
infatti palesata l’esigenza di mettere insieme
le forze per promuovere una grande iniziativa
nazionale, facendo perno anche su risorse
disponibili su altri capitoli di intervento negli
accordi ACRI-Volontariato in essere.
Il XXIII Congresso ACRI di Lucca ha poi fatto
propria l’idea, inserendola nella mozione
finale, di un intervento di ampia portata e
di carattere nazionale per il contrasto delle
nuove povertà e il sostegno all’infanzia
svantaggiata. Il giorno successivo alla chiusura
del Congresso, in occasione di un’udienza
programmata con papa Francesco − della
delegazione ACRI faceva parte anche il
portavoce del Forum Nazionale del Terzo
Settore − il Presidente Guzzetti ha manifestato
al Santo Padre la forte intenzione di intervenire
sul problema. Papa Francesco, apprezzando
con sincera commozione l’idea, ha spronato
ad andare avanti senza indugio e a tradurre le
30
intenzioni in fatti concreti. A quel punto, non si
poteva più tornare indietro!
Iniziano così i contatti con il Governo,
nella consapevolezza che la dimensione
del problema non potesse non prevedere
un intervento coordinato e di partnership
pubblico-privato. Il Presidente del Consiglio
Matteo Renzi, contattato dal Presidente
ACRI, si è mostrato subito favorevole all’idea
e, dopo un percorso non semplice, ma
fortemente collaborativo con il Ministero
dell’Economia e delle Finanze, si è arrivati
all’inserimento, nella legge di stabilità 2016, di
un articolato che ha decretato l’istituzione del
Fondo, alimentato dalle Fondazioni di origine
bancaria, alle quali è stato riconosciuto un
credito di imposta pari al 75% dei versamenti
effettuati per un periodo triennale, sino a un
importo massimo del credito di imposta di 100
milioni di euro all’anno.
Successivamente, attraverso molteplici
interlocuzioni con il Sottosegretario alla
Presidenza del Consiglio dei Ministri,
Tommaso Nannicini, e con il capo di Gabinetto
del Ministero dell’Economia e delle Finanze,
consigliere Roberto Garofoli, è stato
messo a punto il Protocollo, previsto nella
legge, atto a regolamentare la gestione del
Fondo. Il Protocollo afferma alcuni principi
di straordinario valore: una governance
condivisa, costituita pariteticamente da
rappresentanze del Governo, delle Fondazioni
e del Terzo settore; la gestione amministrativa
del Fondo delegata ad ACRI; l’assegnazione in
capo a quest’ultima della scelta del soggetto
attuatore che gestirà operativamente il Fondo;
il protagonismo del Terzo settore per la
realizzazione degli interventi.
Se il Protocollo è indubbiamente il punto
di arrivo di un processo lungo e articolato,
rappresenta al tempo stesso anche il punto di
partenza della fase operativa, in cui ai buoni
propositi e alle buone intenzione debbono
ineluttabilmente seguire i fatti. Le condizioni
perché l’iniziativa porti gli attesi frutti ci
sono tutte: c’è un’ampia convergenza sugli
obiettivi di tutti gli attori coinvolti, Fondazioni,
Terzo settore, Governo; c’è un Comitato di
indirizzo strategico incaricato di identificare
L’iniziativa rappresenta un esempio unico
di partnership pubblico-privato paritetica
e volontariamente condivisa, esempio che
rappresenterà un punto di riferimento per tutti
quei soggetti privati interessati a collaborare con
in Fondazione con il Sud, ente che è la
massima espressione del partenariato tra
Fondazioni e Terzo settore; ci sono risorse
significative che le Fondazioni si sono
impegnate a mettere in campo, stimate in circa
120 milioni di euro all’anno per tre anni.
Per le Fondazioni, questa iniziativa
rappresenta una straordinaria opportunità, che
ha già prodotto significativi risultati.
Innanzitutto, e soprattutto, le Fondazioni
sono riuscite a far convergere su una
problematica di così ampia portata e su cui
intervengono ordinariamente, energie e
risorse estremamente importanti.
Per la prima volta, finalmente, le Fondazioni
ottengono un riconoscimento di fatto del loro
ruolo di protagoniste dell’azione in campo
sociale, e non solo per quello di investitori
istituzionali.
la pubblica amministrazione per il bene comune.
Infine, il Fondo consente di valorizzare la
positiva esperienza di Fondazione con il
Sud e di diffonderne l’approccio culturale e
operativo, invertendo finalmente, per una
volta, i tradizionali flussi di innovazione
che siamo abituati a conoscere e che vanno
sempre da Nord a Sud. Questa volta, da
Sud, si diffonde una esperienza positiva
nell’intero Paese.
Non resta che mettersi all’opera, nella
consapevolezza che il cammino sarà
complesso e richiederà il massimo impegno.
Ma la portata e la rilevanza dell’obiettivo
sono tali che non ci si può sottrarre a questa
chiamata alla responsabilità. 
CANTIERE FONDAZIONE
linee guida e criteri di implementazione del
Fondo qualificato e altamente rappresentativo
delle realtà che hanno contribuito alla sua
costituzione; c’è la garanzia di un soggetto
attuatore competente che ACRI ha individuato
Giorgio Righetti
Direttore Generale ACRI
31
La provincia
di Cuneo al 2030
Scenari di sviluppo
per orientare politiche
e interventi
Con gli incontri realizzati il 4 e 5 luglio in
Fondazione, a cui hanno partecipato più di
50 rappresentanti delle Istituzioni, del sistema
economico e del mondo sociale e culturale del
territorio, ha preso il via il progetto Scenari di
sviluppo per la provincia di Cuneo.
Perché “Scenari”?
Per usare una metafora, potremmo dire che
viviamo e vivremo tempi nei quali i mari sono
mossi e incerti e che i marinai esperti sanno che
per navigare in mare aperto, e non limitarsi al
piccolo cabotaggio, è necessario conoscere le
correnti, i venti e il porto in cui arrivare.
Fuori di metafora, siamo ormai consapevoli
che gli scenari globali con i quali dobbiamo
confrontarci sono estremamente complessi e
precari: i segnali di ripresa sono incoraggianti,
32
ma non sufficienti per pensare di lasciarsi
alle spalle la crisi e, comunque, “nulla sarà
più come prima”. Le prospettive sul futuro
dell’economia globale oscillano tra ipotesi
di “stagnazione secolare” e di “distruzione
creatrice”. Ogni previsione è resa più difficile
dalle tensioni geopolitiche mondiali, cui si
sommano le incertezze sul futuro dell’Unione
Europea. Allo stesso tempo, dobbiamo fare i
conti con le grandi transizioni demografiche:
invecchiamento della popolazione, riduzione
delle nascite, migrazioni. Ancora, le innovazioni
tecnologiche rendono difficile immaginare il
mondo di domani, ma sappiamo che avranno
un grande impatto sul lavoro. In un sistema
in cui crescono disuguaglianze economiche,
sociali, culturali, ma anche cognitive.
Per fare qualche esempio: si ipotizza che nel
2030 il 40% delle auto sarà a motore elettrico;
il 40% della popolazione sarà anziana, molti
posti di lavoro saranno persi per gli effetti
dell’automazione, ma altri se ne creeranno.
caratteristiche peculiari. Si può immaginare,
per esempio, uno scenario evolutivo, in cui
prosegua sulla strada di un modello di sviluppo
tradizionale, ma col rischio di incorrere, nel
confronto con le grande sfide globali, in un
lento declino? Oppure la provincia di Cuneo si
può avviare verso uno scenario selettivo, dove
CANTIERE FONDAZIONE
Queste tendenze globali ci interrogano, come
individui e come comunità locali, sul futuro
dei nostri territori e sul modo in cui potremo
attrezzarci per affrontarle.
Come influiranno a casa nostra le vicende
del mondo? Come possiamo immaginare e
descrivere la provincia di Cuneo del 2030 e
dintorni? Sarà sufficiente la manutenzione del
cosiddetto “modello Cuneo” per consolidare
e rafforzare i risultati finora conseguiti
o sarà necessario un salto di qualità e di
innovazione di sistema? Nel futuro, come
potranno evolvere gli attuali settori portanti
dell’economia provinciale? E quali saranno
i settori del futuro? Chi andrà avanti e chi
resterà indietro? Che cosa si intende mettere
in cantiere negli anni che ci separano da un
futuro solo apparentemente lontano? Quali
decisioni dovrebbero essere prese oggi per
costruire la provincia di domani? In una
domanda di sintesi, quale provincia si può e si
vuole costruire?
Con questo progetto, la Fondazione CRC,
avvalendosi del proprio Centro Studi, si
propone di delineare le coordinate del proprio
viaggio – e quello del territorio in cui opera
–, per imparare a riconoscere le direzioni più
favorevoli e i porti più accoglienti e sicuri, e di
fornire al territorio elementi utili a pianificare
le attività future, per fare fronte alle sfide
imposte dal sistema globale.
In una logica cooperativa, è ormai consolidata
la consapevolezza che le prospettive di
sviluppo di un territorio non dipendono solo
dalle dotazioni di risorse, ma soprattutto dalla
capacità dei soggetti locali di condividere
visioni e prendere oggi le decisioni che
potranno condizionare il domani.
Concretamente, il progetto – avvalendosi della
collaborazione di un partner tecnico esperto in
analisi di questo genere – prevede quattro fasi:
una prima fase di ascolto, realizzata nel mese
di luglio, in cui si è condiviso il progetto con gli
attori locali per raccogliere idee e indicazioni
utili allo sviluppo successivo del lavoro. Una
seconda fase di analisi si focalizzerà sul sistema
cuneese, per fare emergere le principali
dotazioni del territorio, i suoi punti di forza e di
debolezza, le opportunità e le minacce rispetto
ai principali trend economici, tecnologici e
sociali internazionali.
La terza fase sarà dedicata alla definizione
degli scenari alternativi, per comprendere
come potrà reagire la provincia di Cuneo
alle tendenze globali, alla luce delle sue
Le prospettive di sviluppo di un territorio
non dipendono solo dalla dotazione
di risorse, ma dalla capacità di condividere
visioni e prendere decisioni
alcuni settori e alcuni territori sapranno reagire
e andare avanti, mentre qualcun altro rimarrà
indietro, aumentando le disuguaglianze?
O, ancora, uno scenario innovativo, nel
quale la comunità provinciale, in una logica
cooperativa, riuscirà a fare un salto di qualità
attraverso scelte strategiche e di sistema?
A partire da queste riflessioni, il progetto si
concluderà con una fase di condivisione, per
consolidare le ipotesi elaborate, integrare le
informazioni e ragionare su alcune indicazioni
di policy, nella prospettiva della provincia di
Cuneo del 2030, condivise dagli attori locali.
L’intero percorso, che dovrebbe concludersi
intorno ad aprile 2017, prevede in ogni
fase un ampio coinvolgimento del sistema
istituzionale, economico, sociale, culturale
del territorio, attraverso la raccolta di dati e
informazioni, la realizzazione di interviste,
la promozione di tavoli di lavoro congiunti e
workshop tematici.
Ci auguriamo che il progetto possa
rappresentare un’occasione di riflessione
strategica e confronto tra i principali attori locali
sulle scelte da prendere oggi per costruire la
migliore provincia cuneese di domani. 
Elena Bottasso
Responsabile Centro Studi
33
25
RISORSE
Una scuola
senza carta
82 istituti insieme
per la dematerializzazione
“Una scuola senza carta” è il nome che
abbiamo dato alla nostra iniziativa e l’obiettivo
che ci siamo posti. In realtà, la carta nella
scuola c’è e continuerà ad esserci. Però
anche le scuole, come tutte le pubbliche
amministrazioni, devono uniformarsi al
dettato del Decreto Legislativo 7/03/05, n.
82, il Codice dell’Amministrazione Digitale
(C.A.D.). Dobbiamo “eliminare la carta”
o comunque dematerializzare il flusso
documentale in ingresso, in gestione e in uscita
dalla scuola. È un tema stimolante che ha a che
vedere con un cambiamento culturale, perché
la dematerializzazione è una partita grossa che
richiede professionalità e strumenti, ma offre
grandi occasioni: abbassare drasticamente il
consumo di carta e di inchiostro, risparmiare
soldi di tutti e creare meno problemi
all’ambiente. Tanto per avere un’idea: è
stato calcolato che la cifra imputabile all’uso
della carta e dell’inchiostro nella pubblica
amministrazione italiana si attesta intorno ai
quattro miliardi di euro l’anno. Dall’altra parte,
però, questo processo apre problemi enormi
e irrisolti come la gestione e la conservazione
degli archivi.
Il C.A.D., del 2005, ha imposto alle pubbliche
amministrazioni l’attuazione, entro dieci
anni, delle norme previste, dando mandato ai
singoli Ministeri di redigere dei piani attuativi.
Quindi il Ministero dell’Istruzione nel 2005
ha avuto incarico dal legislatore di stendere
un piano attuativo per l’introduzione della
dematerializzazione nelle scuole: piano che,
a tutt’oggi, non esiste. Però gli obblighi per
le scuole ci sono lo stesso e all’interno della
scuola il Dirigente scolastico è il responsabile:
è lui a firmare i contratti con un dipendente
o con un fornitore. La legge stabilisce
che un contratto cartaceo della pubblica
amministrazione non abbia più alcun valore
e che quel contratto debba essere digitale:
quindi, se il Dirigente sottoscrive un contratto
cartaceo, quel contratto è nullo. E come si
può pensare di pagare un insegnante, o un
34
fornitore, ai sensi di un contratto nullo? Come
potrebbero i revisori dei conti confermare la
validità di pagamenti fatti ai sensi di contratti
nulli?
A fronte di considerazioni e previsioni di
questo genere, lo scorso anno, in prossimità
delle scadenze previste dal C.A.D., ha
cominciato a diffondersi la preoccupazione
tra i Dirigenti scolastici, anche della nostra
provincia.
Nella primavera del 2015 diversi dirigenti
scolastici della provincia di Cuneo si sono
autoconvocati e si sono incontrati, presso
l’Ufficio Scolastico di Cuneo, per affrontare
insieme la questione. Viviamo nell’epoca
dell’autonomia scolastica, risoltasi finora nel
“ognuno faccia per sé”. Ma non è possibile
pensare che una partita del genere venga
affrontata dalle istituzioni scolastiche in ordine
sparso, senza un coordinamento e senza un
supporto. Anche solo l’enucleazione delle
implicazioni tecniche e organizzative di questo
processo comporta competenze specifiche che
nelle scuole, generalmente, non sono previste
e non sono presenti. Non resterebbe, quindi,
che affidarsi alle “sirene” del libero mercato,
a chi offre pacchetti chiavi in mano la cui
efficacia è davvero difficile valutare a priori.
Anche dal confronto con gli uffici del
Ministero, non sono emerse soluzioni
percorribili. Ci siamo quindi trovati di fronte
a un paradosso: le scuole sono tenute ad
adempiere all’obbligo di legge, senza essere
messe nelle condizioni di farlo. Ma ha senso
che ogni scuola proceda per conto proprio?
Se ognuno crea un proprio sistema di gestione,
come possono questi sistemi dialogare?
Sulla base di queste considerazioni e in
forza dei rapporti di collaborazione che la
Fondazione CRC ha costruito nel tempo
con le scuole cuneesi, abbiamo deciso di
interpellarla. Siamo stati ricevuti, il Consiglio
di Amministrazione ci ha ascoltati, ha
capito l’importanza dell’iniziativa e ha
immediatamente sostenuto la nostra azione.
Due condizioni che la Fondazione ha posto:
che il numero di scuole coinvolte fosse
significativo e che questa fosse un’operazione
soprattutto di tipo culturale, cioè
82 scuole cuneesi hanno dimostrato
unità di azione in un settore decisivo
per la riorganizzazione gestionale
e amministrativa della loro attività
prevalentemente orientata alla formazione
del personale, piuttosto che all’acquisto di
apparecchiature. A seguito di una prima
raccolta di adesioni, verificata la serietà del
progetto, la Fondazione ha garantito uno
stanziamento di 80 mila euro. Le scuole che
hanno aderito sono la quasi totalità di quelle
della provincia: 85 su 92. Oggi il numero è
sceso a 82: una si è ritirata dall’iniziativa e
due il prossimo anno cesseranno di esistere,
perché assorbite da altri istituti a seguito di
dimensionamento.
Le scuole hanno deciso di mettersi in rete
innanzitutto per rendere disponibile a tutti le
competenze informatiche di quattro Dirigenti
(Paola Banchio, Antonella Germini, Paola
Maniotti e Lorenzo Rubini), due Direttori
amministrativi (Caterina De Michelis e Maria
Teresa Bottero) e un’insegnante (Consuelo
Giaccone): questi hanno costituito il Gruppo
di consulenza tecnica. Il gruppo ha preso in
esame i prodotti, li ha vagliati convocando i
fornitori, ne ha selezionato tre come prodotti
validi a un prezzo ragionevole e li ha proposti
alle scuole della rete. Ora la rete fornisce
alle scuole formazione del personale, alcune
apparecchiature, sostegno e soprattutto uno
sconto-quantità: i fornitori, avendo a che
fare con grandi numeri, hanno abbassato i
prezzi. In questo modo è stato possibile avere
lo stesso prodotto a condizioni molto più
vantaggiose di quelle che le scuole avrebbero
spuntato con singoli acquisti in ordine sparso.
Nel corso dell’estate 2016 le diverse fasi del
progetto andranno a compimento e all’inizio
del 2017 procederemo al monitoraggio
dei risultati. Ma già oggi possiamo dire che
un risultato importante è stato raggiunto:
82 scuole cuneesi hanno dimostrato unità
di azione in un settore decisivo per la
riorganizzazione gestionale e amministrativa
della loro attività. 
Giannino Marzola
Dirigente scolastico dell’I.C. “Muzzone” di Racconigi
35
25
RISORSE
La progettazione di
Officina Didattica
I risultati dell’indagine
di IPSOS
Nel corso del 2016 è stata condotta, da
parte dell’Ipsos di Milano e per conto della
Fondazione CRC, un’indagine a sostegno
della progettazione della prossima edizione di
Officina Didattica: l’indagine ha coinvolto 41
dirigenti scolastici, 263 docenti, 1055 alunni
e 930 genitori. In questo modo, per la prima
volta, è stato possibile per la Fondazione
raggiungere in modo diretto studenti e genitori.
Officina Didattica promuove il finanziamento e
la diffusione di progetti di innovazione didattica
nelle scuole della provincia di Cuneo, attraverso
la formazione degli insegnanti e l’applicazione
nelle classi di sperimentazioni e metodi didattici
efficaci e innovativi.
Dall’indagine realizzata emerge una grande
apertura ai progetti e all’innovazione nella
didattica, finalizzata soprattutto a sostenere
aree che presentano delle debolezze, più che
incentivare le aree di eccellenza.
In generale, la scuola presenta un profilo
soddisfacente per qualità dell’insegnamento
e per capacità di gestire situazioni di difficoltà,
quali per esempio alunni con problematicità
diagnosticate nell’apprendimento e accoglienza
di studenti stranieri.
36
Le aree da potenziare riguardano in particolare
l’apertura alla collaborazione esterna e interna
alla scuola.
Guardando al futuro, le necessità avvertite
riguardano, a diverso livello secondo
l’ordine della scuola, il potenziamento
dell’utilizzo delle dotazioni scolastiche, anche
digitali; un maggior numero di momenti
di condivisione tra docenti; una maggior
apertura a momenti di discussione, finalizzati
anche a dirimere conflitti e creare maggior
coesione tra compagni, contribuendo alla
crescita emotiva e di ragionamento critico
dei ragazzi; la messa in atto di soluzioni per
incrementare l’attenzione e la capacità di
concentrazione degli studenti e un sostegno
all’apprendimento delle lingue straniere.
Complessivamente i progetti di innovazione
didattica riscuotono il gradimento generale
dei docenti, anche se a volte possono risultare
troppo teorici e di difficile applicazione; si
avverte la necessità di un maggior tutoring,
il supporto nell’applicazione e una maggior
collaborazione e sostegno tra docenti.
Sulla base delle indicazioni emerse, la
Fondazione si propone di identificare
tra i progetti già sperimentati quelli che
saranno alla base di Officina Didattica e
che dovranno avere queste caratteristiche:
essere sviluppati in rete tra scuole; l’acquisto
e l’implementazione di strumenti e nuove
tecnologie solo se accompagnato da una
formazione che possa supportarne il reale
utilizzo; la previsione di uno o più tutor che
possa seguire la progettazione; la formazione
degli insegnanti e la fase di applicazione,
come momento di crescita, scambio,
documentazione delle attività didattiche. 
CANTIERE FONDAZIONE
Comunicare
l’innovazione didattica
Tre strumenti
per dialogare
Il dialogo tra la Fondazione CRC e il mondo
della scuola si trova di fronte a una sfida
duplice con un obiettivo comune: rafforzare
l’innovazione didattica nelle scuole della
provincia.
Una delle vie sfidanti che la Fondazione
intende percorrere riguarda la diffusione
delle pratiche e delle esperienze migliori che
le scuole sviluppano grazie ai finanziamenti
ottenuti, la valorizzazione del lavoro svolto e il
miglioramento delle possibilità di fruizione, per
le altre scuole, dei modelli sperimentati, come
esempio di attività a cui ispirarsi.
L’altra strada è raggiungere i dirigenti
scolastici, gli insegnanti e, da due anni,
anche gli studenti e le loro famiglie, affinché
siano tutti a conoscenza delle opportunità di
finanziamento offerte.
Per rispondere a questa sfida sono attivi tre
strumenti di comunicazione che possono
crescere ed essere efficaci se il dialogo con le
scuole continuerà a essere aperto e basato
sull’ascolto come lo è stato finora.
Sito web di Officina Didattica
La prima azione di divulgazione proposta
è la creazione di un sito internet dedicato
all’innovazione didattica. Il sito è online dalla
primavera del 2016 all’indirizzo
www.officinadidattica.fondazionecrc.it.
È stato ideato per valorizzare i progetti finanziati
soprattutto nel Bando Innovazione Didattica:
sono schedati 120 progetti che hanno ricevuto,
dal 2008, oltre 4 milioni di euro. È inoltre un
utile strumento di comunicazione di Officina
Didattica, progetto in corso e che proseguirà
ancora per una edizione.
Il sito contiene una sezione per l’archiviazione
e la messa a disposizione di quanto realizzato
dai progetti di innovazione didattica finanziati,
una sezione specifica per le notizie da parte dei
progetti in corso e da parte della Fondazione,
la presentazione di Officina Didattica e della
formazione all’interno dei progetti finanziati.
Newsletter per la scuola
Insieme al sito di Officina Didattica, la
Fondazione utilizza una newsletter dedicata alla
scuola per comunicare con dirigenti, insegnanti
e soggetti interessati le proprie iniziative: grazie
a questo strumento si informa circa le date
di scadenza dei bandi dedicati alle scuole, gli
eventi dei progetti promossi dalla Fondazione,
gli inviti agli incontri di presentazione delle
ricerche o di progettazione delle iniziative che
coinvolgono il mondo della scuola.
Per ricevere la newsletter “Fondazione CRC
per la Scuola” potete inviare una richiesta agli
indirizzi [email protected]
o [email protected].
La giornata della scuola
A ogni inizio di anno scolastico la Fondazione
invita i dirigenti scolastici e gli insegnanti
interessati a una giornata di presentazione di
tutti i progetti dedicati alla scuola.
La presentazione dell’offerta progettuale
della Fondazione CRC per l’anno scolastico
2016/2017 sarà il 13 settembre alle ore 16,30
presso lo Spazio Incontri. Per dare un’idea dei
numeri, lo scorso anno sono state presentate
11 iniziative tra bandi e progetti.
Il dialogo è aperto, ci vediamo a settembre! 
Irene Miletto
Referente settore Educazione, istruzione e formazione
37
25
RISORSE
Non sono portato
per la matematica
Il gusto della
matematica 2
Il progetto Il gusto della matematica 2
unisce due esperienze didattiche sostenute
dalla Fondazione CRC nell’ambito del
Bando Innovazione Didattica, Il gusto della
matematica e Investigazioni matematiche: è
stato avviato con il progetto Officina Didattica
2014 e coinvolge, con una articolazione
triennale, otto scuole della provincia di Cuneo.
«Non sono portato per la matematica» è
un refrain al quale siamo abituati, un luogo
comune che investe una disciplina le cui
competenze sono indispensabili per il successo
scolastico e non solo.
Il gruppo di lavoro del progetto Il gusto
della matematica 2 è partito da questa
considerazione per modulare un percorso
di formazione e sperimentazione in ambito
logico-matematico che coinvolgesse i docenti
della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria
di primo grado e pertanto tutti gli alunni degli
istituti coinvolti a partire dai 3 fino ai 14 anni.
Le scuole che hanno aderito al progetto sono
gli Istituti Comprensivi di Cervasca (scuola
capofila), Borgo San Dalmazzo, Busca,
Centallo-Villafalletto, Cuneo Corso Soleri,
Dronero, Moretta, Verzuolo e la Scuola media
unificata di Cuneo, per un totale di circa
9000 alunni potenzialmente coinvolti nella
sperimentazione.
Il progetto ha previsto in primis la formazione
dei docenti (primavera-autunno 2015) su
cui, con l’acquisizione di strumentazione
informatica e materiale didattico grazie
ai fondi del progetto, si è innestata la
sperimentazione con gli alunni, che proseguirà
per tutto l’a.s. 2016/17.
Il lavoro svolto ha innanzitutto puntato
38
l’attenzione sul superamento del concetto
di matematica come semplice acquisizione
di meccanismi, spesso astratti e privi di
collegamento con la realtà, per focalizzarsi
invece su un lavoro che mirasse di più a
far emergere e sviluppare negli alunni le
competenze logico-matematiche e di problem
solving.
Coscienti che il percorso di apprendimento si
avvia fin da piccoli, si è dato spazio e priorità
all’apprendimento del metodo analogico
basato su metafore e analogie. Così come i
bambini imparano naturalmente a giocare,
a parlare o usare il computer, con lo stesso
metodo possono imparare la matematica.
La formazione sul metodo analogico e sulla
sua sperimentazione in aula ha coinvolto
soprattutto i docenti di scuola dell’infanzia
e dei primi anni di scuola primaria, con
risultati sorprendenti, anche per quei bambini
che manifestavano maggiori difficoltà di
apprendimento.
Sempre sul tema delle difficoltà, il progetto ha
anche dato spazio a una formazione specifica
sui disturbi del calcolo, con due giornate di
studio tenute dal Polo di Apprendimento di
Padova nel settembre 2015.
Attraverso l’utilizzo di programmi specifici,
quali Geogebra e Mat@bel, sono stati coinvolti
insegnanti sia di scuola secondaria di primo
grado, sia di scuola primaria. Grazie a docenti
degli istituti coinvolti già formati in materia, si
è potuto avviare un percorso di peer education
tra colleghi dai risvolti positivi. Questi
programmi a forte contenuto tecnologico
hanno permesso di stimolare con successo i
ragazzi e di permettere loro di visualizzare ciò
che spesso in matematica è astrazione: una
competenza non sempre sviluppata già nella
fascia d’età del primo ciclo di istruzione.
Sempre partendo dall’osservazione della realtà
e dallo sviluppo dei processi metacognitivi
si è sviluppato, in collaborazione con il
Dipartimento di Didattica della Matematica
dell’Università di Torino, un percorso sulla
geometria nella scuola primaria.
L’ampio e complesso lavoro di formazione,
che ha coinvolto circa centocinquanta docenti,
è stato sperimentato in classe nell’anno
CANTIERE FONDAZIONE
Così come i bambini imparano
naturalmente a giocare, a parlare
o usare il computer, con lo stesso
metodo possono imparare la
matematica
scolastico appena concluso e proseguirà il
prossimo anno. I materiali didattici prodotti dai
docenti e sperimentati in classe sono oggi messi
a disposizione sul sito dell’Istituto Comprensivo
Centallo Villafalletto, in un’area riservata.
La formazione teorica a cui si sono dedicati
gli insegnanti ha trovato applicazione
tramite l’attività pratica di insegnamento,
grazie anche alle attrezzature e ai materiali
didattici che ognuna delle otto scuole ha
potuto acquisire nei mesi di novembre/
dicembre 2015: tablet, LIM, computer, testi
di approfondimento e materiali didattici
hanno facilitato la ricerca-azione e la
sperimentazione delle conoscenze acquisite.
Il punto di forza del progetto è sicuramente
rappresentato dal poter offrire ai docenti una
formazione di qualità che si è compenetrata
con la sperimentazione in classe supportata
dai sussidi, dagli incontri periodici tra i docenti
coinvolti, dalla supervisione di esperti e dalla
condivisione di materiali.
Questo progetto rappresenta quindi un
importante tassello nel lungo percorso alla
ricerca del “gusto della matematica”, un
percorso che continuerà nei prossimi anni e
contribuirà a colmare le lacune che ancora
troppo spesso i nostri studenti manifestano
rispetto ai coetanei europei, a sviluppare nei
ragazzi la curiosità per le discipline scientifiche
e matematiche, a rafforzare le competenze
essenziali per un progetto concreto di life
long learning. 
Davide Antonio Martini
Dir. Scolastico Reggente I.C. di Cervasca • a.s. 2014/15
Donatella Platano
Dir. Scolastico Reggente I.C. di Cervasca • a.s. 2015/16
39
25
RISORSE
Camminare
nella storia
Conoscersi per accogliersi
pantone 483 / C21 - M80 - Y81 - K72
pantone 7510 / C5 - M40 - Y71 - K10
18 settembre del 1943 − 15 febbraio 1944. In
questo breve arco di tempo inizia e si conclude
la storia del campo di concentramento di Borgo
San Dalmazzo, ultima tappa dell’esodo, dopo
l’8 settembre 1943, degli ebrei di St. Martin
Vesubie dalla Francia occupata all’Italia che,
a seguito dell’armistizio, sembrava essere
diventata terra pacificata e luogo di possibile
rifugio. Oggi sappiamo che non fu così. Circa
330, dell’oltre migliaio di ebrei che attraverso le
Alpi raggiunsero Borgo San Dalmazzo e i vicini
comuni delle vallate, furono rinchiusi nell’ex
caserma degli Alpini presso il “Quartiere” e,
dopo alcuni mesi di detenzione, stipati in carri
bestiame, deportati nel campo di sterminio di
Auschwitz dove trovarono la morte.
Dopo di loro, il 5 dicembre dello stesso anno,
anche 26 ebrei rastrellati nel comune di Saluzzo
40
furono rinchiusi i nello stesso campo per essere
deportati, il 15 febbraio del 1944.
Tra tutti loro sopravvissero alla terribile
esperienza solo una trentina di persone.
Questa la premessa storica dalla quale ha preso
le mosse il progetto Camminare nella Storia
promosso, nel 2009, dal Comune di Borgo San
Dalmazzo insieme all’Istituto Comprensivo
“Grandis” e all’Istituto Storico della Resistenza
e della Storia Contemporanea di Cuneo.
Per non dimenticare. Per proporre, soprattutto
ai più giovani, momenti di riflessione e
approfondimento sui temi della tolleranza,
del dialogo interculturale e religioso e sulla
conoscenza e consapevolezza della storia
locale come strumento di “lettura” della realtà
e confronto sui fenomeni sociali che oggi
particolarmente ci coinvolgono e interrogano
(l’immigrazione, il rapporto con la presenza di
stranieri e la volontà e capacità di accoglienza,
la costruzione di percorsi di cittadinanza e
inclusione, le leggi che ne regolano la presenza
e il ruolo nella nostra società…).
Dal 2013, grazie a un primo contributo della
Fondazione CRC, è stato possibile estendere
la partecipazione al progetto anche alle scuole
di Cervasca e di Centallo. Questo primo
progetto, conclusosi nell’autunno 2015, ha
visto, grazie alla disponibilità e l’attenzione alle
tematiche proposte da parte degli insegnantiaccompagnatori delle diverse scuole, il
coinvolgimento attivo di quasi 400 ragazzi
delle classi terze media del territorio.
Il coinvolgimento delle famiglie
nell’organizzazione di una camminata e nella
“restituzione” dell’esperienza, oltre che nei
successivi momenti di approfondimento in
corso d’anno scolastico, ha determinato una
ricaduta ad ampio raggio delle finalità del
progetto.
Il nuovo contributo della Fondazione
CRC accordato nel 2016 consentirà una
partecipazione “verticale” degli allievi
dell’Istituto Comprensivo cittadino
cui il progetto si rivolge, estendendo il
coinvolgimento agli alunni delle quinte della
scuola primaria e delle prime classi della media.
Infatti la presenza ormai consolidata in città di
famiglie provenienti da oltre 20 Paesi (Europa,
Africa, Medio Oriente, Cina, America Latina…)
e il conseguente naturale inserimento dei
ragazzi nel percorso scolastico ha suggerito la
realizzazione di un percorso circolare che dagli
eventi della Storia di ieri porti alla conoscenze
delle diverse “storie” delle famiglie che
oggi cercano nella fuga dalla guerra, dalla
violenza, dalla persecuzione, dalla miseria
un’opportunità di riscatto e di futuro.
Interviste, elaborazioni multimediali,
rappresentazioni teatrali saranno gli strumenti
con i quali il progetto sarà presentato alla
cittadinanza con l’obiettivo, ancora una volta,
di favorire con la reciproca conoscenza la
prospettiva di un futuro da costruire insieme.
L’importanza e l’attualità dei temi è sintetizzata
dalla frase riportata sulle targhe che sono
state posizionate sui colli di Ciriegia e di
Per proporre, soprattutto
ai più giovani, momenti di riflessione
e approfondimento sui temi della
tolleranza, del dialogo interculturale
e religioso e sulla conoscenza e
consapevolezza della storia locale come
strumento di “lettura” della realtà
Finestre, snodo nella fuga verso una speranza
impossibile che segnò, 70 anni fa, la sorte degli
ebrei di St. Martin: «Tutto ciò è accaduto (e
accade) ogni volta che accettiamo che ad altri
esseri umani siano riconosciuti meno diritti di
quelli che pretendiamo per noi». 
Luisa Giorda
Assessore Comune di Borgo San Dalmazzo
41
25
RISORSE
Sicuri di
essere sicuri?
Il nuovo triennio
di Sicuri per scelta
I dati allarmanti sull’incidentalità stradale
nel cuneese avevano spinto la Fondazione
CRC a promuovere e coordinare, dal 2009 al
2015, il progetto Sicuri per scelta. Muoversi.
Con intelligenza, ispirandosi alle indicazioni
di matrice europea e rivolgendosi in modo
particolare alle utenze stradali vulnerabili come i
pedoni, i ciclisti, i passeggeri dei veicoli privati.
La selezione del target a cui rivolgersi si è
basata sulla crescita evolutiva dei bambini,
dipendenti dagli adulti per tutto ciò che
riguarda la mobilità stradale: dall’utero
materno alla nascita e successivamente a
3, 6, 11, 14, 18 anni, ogni tappa scolastica
La proposta formativa si basa sulla
continuità di un percorso didattico
educativo dai 3 a 18 anni
rappresenta per un bambino la possibilità di
ampliare la propria autonomia e indipendenza
dal controllo genitoriale. In questo processo
di crescita assume un valore etico la sicurezza,
intesa come rispetto della propria vita e di
quella altrui.
Importanti i risultati raggiunti durante le
6 annualità del progetto: oltre 100 mila
kit ludico-educativi distribuiti e materiali
divulgativi (poster, locandine, sagome, cartelli
da banco...) tradotti nelle 9 lingue più presenti
sul territorio cuneese.
Sicuri per scelta 2015/16
Dall’anno scolastico appena concluso il progetto
Sicuri per scelta ha inaugurato un nuovo
triennio di attività e l’attenzione si è allargata
alle principali situazioni di potenziale pericolo
nei diversi ambienti di vita quotidianamente
frequentati dagli studenti: per strada, a scuola,
42
in casa, nei luoghi del lavoro, dello sport e
del tempo libero, a cui si aggiungono i rischi
collegati a un uso inadeguato delle nuove
tecnologie e della rete Internet.
La proposta formativa indirizzata alle scuole si
basa sulla continuità di un percorso didattico
educativo da 3 a 18 anni, per affiancare
gli allievi nell’apprendimento di adeguate
abitudini comportamentali orientate alla
sicurezza nella quotidianità, attraverso due
azioni fra di esse complementari:
• utilizzo delle moderne tecnologie per
la formazione diffusa, potenzialmente
indirizzata a tutte le scuole della provincia;
• gruppi di lavoro e incontri in classe per la
formazione intensiva, destinata a un panel
selezionato di istituti scolastici di ogni
ordine e grado.
Particolarmente significative le adesioni
degli Istituti di scuola secondaria di II°
grado: grazie alla loro collaborazione, è
stato somministrato, a un campione di circa
1.800 studenti, un questionario i cui risultati
forniscono una panoramica sulle opinioni dei
diciassettenni cuneesi, supportando i docenti
nell’individuazione dei rischi quotidiani
maggiormente sottovalutati dagli adulti.
Dai risultati della ricerca emergono infatti
criticità su cui è urgente intervenire, tra cui i
pericoli in casa e i rischi collegati all’esposizione
ai campi elettromagnetici (smartphone, wifi,
ecc.). La strada e la discoteca sono gli ambienti
percepiti dai ragazzi come i più pericolosi, alta
è la preoccupazione per eventi catastrofici
(per esempio un terremoto), ma con bassa
probabilità che si verifichino.
In generale, secondo gli studenti seguire le
regole (anche in ambito di norme di sicurezza)
permette di abbassare il rischio, ma il desiderio
di nuove esperienze e la gratificazione
personale sembrano prevalere nella spinta
verso l’assunzione di comportamenti rischiosi.
Dopo questo primo anno di lavoro, il progetto
proseguirà ora operativamente da settembre
prossimo, a partire dagli importanti dati emersi
grazie al questionario.
Gian Marco Sardi
Psicologo SIPSiVi (Società Italiana
di Psicologia della Sicurezza Viaria)
CANTIERE FONDAZIONE
annualità 2015-2016
Formazione intensiva
196
13
7
Formazione diffusa
30
docenti
coinvolti
gruppi
di lavoro
sedi
schede didattiche
sperimentali
1.731
14
1
1
studenti
coinvolti
istituti
questionario
report finale
2.350
studenti
coinvolti
257
utenti
iscritti
94
squadre
966
missioni
completate
www.sicuriperscelta.it
41.134
1.695
utenti
unici
4.580
pagine
aperte
sessioni
La nuova agenda per gli insegnanti
I pregiudizi e gli stereotipi emersi durante le attività con gli studenti sono
correlabili ai dati statistici periodicamente diffusi dall’OMS circa gli incidenti
in età evolutiva, che costituiscono tutt’oggi un grave problema di sanità
pubblica in tutti i Paesi del mondo, inclusi quelli industrializzati.
Secondo l’OMS, con circa 115 decessi ogni giorno, gli infortuni sono
la principale minaccia per i bambini e gli adolescenti: incidenti stradali,
annegamento, avvelenamento, incendi e cadute causano ogni anno 42
mila decessi nei giovani sotto i 20 anni.
Da queste considerazioni scaturisce l’idea di dedicare l’Agenda sussidiario per
l’anno scolastico 2016/17 al tema della sicurezza: attraverso l’analisi della
realtà, le concettualizzazioni e l’educazione al controllo emotivo, la scuola
può infatti promuovere un percorso didattico-educativo volto a riconoscere le
situazioni pericolose e a rispondervi con un atteggiamento adeguato.
L’Agenda sussidiario 2016/17, intitolata Sicuri di essere sicuri?, presenta
così 10 tematiche per i 10 mesi dell’anno, per ciascuna delle quali evidenzia
i fattori di rischio sottovalutati e propone l’intervista con un esperto del territorio.
Le agende sono state distribuite alle scuole della provincia di Cuneo nel mese di giugno: chi avesse necessità di altre
copie può farne richiesta all’indirizzo mail [email protected].
43
25
RISORSE
Cantiere
Nuovo Welfare
migliorare così la propria condizione di vita.
Nelle pagine che seguono la parola passa
dunque ai quattro partenariati − composti da
numerosi enti e soggetti, anche for profit, e
coordinati dagli Enti Gestori dei servizi socio
assistenziali del territorio − attivati negli scorsi
mesi: un breve resoconto dei diversi metodi e
degli strumenti che stanno mettendo in campo
in questo primo periodo di attività.
Lavori in corso
Il contrasto alle nuove forme di povertà
è l’obiettivo a cui tendono tutte le
sperimentazioni avviate all’interno della misura
A del bando Cantiere Nuovo Welfare 2015, i
cui contributi sono stati deliberati a fine 2015.
I soggetti, coinvolti nella sperimentazione
di iniziative finalizzate all’efficientamento
e all’innovazione dei servizi sociali, hanno
concluso il percorso di accompagnamento
metodologico, formalizzato le partnership e
sono entrati nella fase operativa che li vedrà
lavorare insieme fino al 2018. Per far ciò,
quindi, i partenariati stanno investendo in una
maggior consapevolezza e nell’attivazione
delle persone in difficoltà, affinché possano
tornare a credere nelle proprie potenzialità e
44
Cantiere Nuovo Welfare 2016
La Fondazione CRC, forte di questa positiva
esperienza, ha recentemente avviato una
nuova edizione del bando Cantiere Nuovo
Welfare: così come per il 2015, l’iniziativa si
compone di 3 misure finalizzate a stimolare
la nascita di esperienze concrete di welfare
comunitario, efficaci e sostenibili nel tempo,
attraverso un forte coinvolgimento di diversi
soggetti − pubblici, del privato sociale, del
privato for profit, dell’associazionismo −
nella co-progettazione ed erogazione dei
servizi di welfare.
Ecco in breve le finalità delle tre misure:
•misura A, volta all’efficientamento e
all’innovazione di servizi sociali;
•misura B, finalizzata a supportare lo sviluppo
di distretti di economia sociale e solidale;
•misura C, dedicata ai servizi di sostegno della
domiciliarità per persone anziane, finalizzata
a trasferire l’esperienza sperimentata con il
progetto Veniamo a trovarvi.
Il Bando, la cui scadenza è stata prorogata
al 15 settembre 2016, è disponibile sul sito
internet della Fondazione: non rimane dunque
che aspettare le proposte che arriveranno dal
territorio dopo la pausa estiva! 
Gianluca Olivero
Referente settore Promozione e solidarietà sociale
CANTIERE FONDAZIONE
Talenti Latenti per
un welfare di comunità
Talenti Latenti: rete per un welfare di
comunità è il progetto del territorio Alba-Bra
che prende avvio da un’analisi del territorio
di riferimento dei due enti gestori che lo
“accudiscono”: i Servizi sociali di Bra dell’ASL
CN2 e il Consorzio socio assistenziale di
Alba, Langhe e Roero. Da questa emerge in
modo evidente l’impoverimento economico
e relazionale che ha colpito anche questo
pezzo di provincia e rende improrogabile
l’individuare soluzioni a sostegno della tenuta
del sistema famiglia.
La partnership è folta e variegata: è
presente il privato sociale, con Legacoop e
Confcooperative, il volontariato, con la Caritas,
le associazioni “La Cordata”, “Libera” sezione
di Cuneo e la “Bottega del Possibile”.
A questi attori si affiancano quattro aziende
profit del territorio: Dimar Spa, Sebaste, Slow
Food e l’Università di Scienze Gastronomiche.
L’idea è sperimentare un nuovo modello di
welfare che coinvolga più soggetti territoriali,
costruendo una rete d’imprese pubbliche e
private che si uniscono e si organizzano per
proporre iniziative di welfare a vantaggio dei
dipendenti e delle loro famiglie, attraverso la
sinergia con gli attori pubblici del territorio.
Questo modello prefigura la diffusione
della cultura di welfare aziendale nel tessuto
imprenditoriale albese e braidese. Inoltre,
l’avvio, su iniziativa delle aziende, di primi
interventi che facilitino, nell’arco del triennio,
l’attivazione di servizi a beneficio dei
dipendenti, delle loro famiglie e della comunità.
Il primo passo è stato creare due strumenti
fondamentali per la governance: la Cabina
di regia e il Team operativo, due gruppi di
persone che porteranno avanti le strategie e
realizzeranno le azioni previste dal progetto.
A Pollenzo, il 16 giugno scorso, si è svolto
il seminario di presentazione del progetto,
rivolto agli operatori socio sanitari e alle
aziende del territorio interessate alle
opportunità legate al welfare aziendale.
In chiusura si è svolta la premiazione degli
studenti delle scuole di Alba e di Bra, che
hanno lavorato alla creazione del logo. In
finale, tra le proposte grafiche la platea ha
scelto quella che identificherà il progetto. Si è
avviata, intanto, l’analisi sul benessere sociale
della popolazione dipendente delle aziende
partner: a partire dai bisogni specifici di
welfare che emergeranno per ognuna di esse,
verranno sviluppati interventi informativi/
formativi su temi quali genitorialità, bilancio
familiare, consumo sano e consapevole,
benessere personale e sociale. 
ASL CN2
45
25
RISORSE
NEW – Nuove
Esperienze di Welfare
Tra la prevalenza e l’universalismo
dell’intervento pubblico (welfare state) e la
libera iniziativa della comunità (big society),
i territori cuneesi sono alla ricerca di un
modello di intervento sociale che accompagni
le famiglie in difficoltà verso percorsi di
autonomizzazione e di integrazione sociale.
Il Consorzio Monviso Solidale, insieme alle
Caritas diocesane di Fossano, Savigliano
e Saluzzo e i rispettivi Comuni, sta
sperimentando nuove relazioni istituzionali
e comunitarie che traccino un percorso
verso un nuovo modello di benessere e di
inclusione sociale.
Attraverso il progetto NEW – Nuove
Esperienze di Welfare, tale percorso esplora
46
due piste di lavoro altrettanto significative:
• l’organizzazione di un nuovo sistema di
integrazione tra il sistema pubblico delle
comunità (il Consorzio e i suoi principali
Comuni) e quello della Chiesa locale
espressa dalle Caritas;
• il confronto e il miglioramento degli
interventi nei settori del lavoro, della
casa, dell’integrazione al reddito e
dell’accompagnamento delle famiglie verso
l’autonomia.
Il lavoro intrapreso sul primo asse di
intervento ha l’obiettivo di disegnare una
nuova governance che intrecci il lavoro locale
(cabine di regia) con quello più ampio del
territorio consortile, affiancato da proposte
di tavoli di lavoro tematici (lavoro, casa,
integrazione al reddito e accompagnamento
delle famiglie), un’attività formativa e di
coinvolgimento di nuove leve (volontariato
e giovani), il miglioramento delle forme
di comunicazione e l’inter-operabilità dei
rispettivi sistemi informativi.
Sulle tematiche di maggior preoccupazione
sociale, il secondo asse, le esperienze
che si stanno conducendo sono rilevanti
soprattutto nel campo del lavoro (voucher
di lavoro accessorio e borse lavoro) e
dell’integrazione al reddito (empori solidali),
mentre l’accompagnamento delle famiglie e
l’abitazione verranno presto attivate.
Un primo risultato della collaborazione tra i
partner progettuali è già stato raggiunto:
a Fossano l’avvio dell’Officina del Possibile,
grazie anche alla presenza della Fondazione
“NoiAltri” e della cooperazione sociale,
ha permesso di dar vita a un’iniziativa di
integrazione e di inclusione sociale in cui i
principi della solidarietà, della responsabilità e
della reciprocità trovano spazio di espressione
e di realizzazione immediata. Uno stimolo
importante per proseguire per i due anni e mezzo
che rimangono alla conclusione del progetto! 
Ivano Bresciano
Responsabile del progetto NEW
CANTIERE FONDAZIONE
L’Officina
del possibile
Un luogo in cui credere
negli esseri umani
L’Officina del possibile è realtà. Il due aprile
scorso è stato inaugurato a Fossano, in via
Matteotti 32/34, anche grazie ai fondi del
Cantiere Nuovo Welfare della Fondazione CRC,
un emporio sociale. Un luogo per dire che la
vita e le cose non si buttano, ma si riparano −
anzi − si rigenerano. Negli oltre cinquecento
metri quadri della struttura sono ospitate
quattro diverse realtà. La prima è Bottega23,
un negozio di abiti usati sanificati, di articoli per
la casa, di oggetti per l’infanzia e di libri. Tutti
oggetti donati liberamente alla cooperativa
“Il Ramo” (gestore della Bottega) che vengono
rimessi in vendita per finanziare il progetto
solidale: favorire gli inserimenti lavorativi di
persone svantaggiate, disabili inclusi.
A fianco della Bottega, poi, troviamo
l’Oltrestore. Un opificio dell’«oltre» − gestito
dalla cooperativa “Il Viandante” di Cuneo − in
cui i sogni diventano realtà: dove un mobile
vecchio può rinascere, Non tanto perché
viene restaurato, ma perché viene rigenerato.
Non solo, perché le persone con disabilità
della cooperativa sono specialiste anche
nella creazione di accessori con materiali di
recupero: orecchini, segnalibri, braccialetti,
collane e graziose bomboniere per le nozze.
Verso il fondo dell’Officina ha sede invece
il Magazzino del dono. Un emporio gestito
dalla Caritas diocesana, che dona borse
alimentari alle persone in difficoltà. Un aiuto
temporaneo, perché l’ambizione è quella di
far tornare tutti a “camminare con le proprie
gambe”. Il sistema è informatizzato, e quindi
non si sgarra, perché tutto viene registrato.
Le donazioni possono provenire dai privati,
ma soprattutto arrivano dall’Agea, dal Banco
alimentare e dai supermercati delle zona.
La quarta realtà, non meno importante, è la
Fondazione NoiAltri Onlus che ha in gestione
la Piazza della fiducia, ovvero l’ampio salone
centrale che funziona da filo rosso verso
tutti i negozi dell’Officina. La Fondazione
ha a cuore la cultura della reciprocità e della
solidarietà ed è stata il raccordo necessario
nella realizzazione del progetto Officina
del possibile. NoiAltri ha come obiettivo la
creazione di un nuovo modello di welfare,
il cosiddetto “welfare generativo”, che si
basa sulla valorizzazione delle risorse già
disponibili. Un welfare della rigenerazione
e del riuso. Oggi la Fondazione racchiude
18 organizzazioni che operano nel sociale
in ambito Fossanese. Tra queste anche le
cooperative “Il Ramo” e “Il Viandante”.
All’inaugurazione è stata cantata la canzone
Esseri umani di Marco Mengoni, sintesi
perfetta dell’intero progetto: «Credo negli
esseri umani. Credo negli esseri umani. Credo
negli esseri umani che hanno coraggio,
coraggio di essere umani». E l’Officina del
possibile è davvero il luogo in cui credere
ancora, ogni giorno, negli esseri umani. 
Italo De Vito
Presidente della cooperativa “Il Ramo”
47
25
RISORSE
Intrecci
Solidali
Per famiglie in difficoltà
Intrecci Solidali, gestito in qualità di capofila
dal CSSM (Consorzio per i servizi socio
assistenziali del Monregalese), è un progetto
che nasce dalla volontà di offrire un supporto,
attuando forme di sostegno innovative
dedicate a quei nuclei familiari che non sono
inseriti nei circuiti tradizionali di assistenza
e che, a causa della crisi economica (perdita
del lavoro, difficoltà a trovarlo…), vivono un
momento di criticità.
Il primo obiettivo dell’iniziativa è quello
di ridurre l’incidenza delle problematiche
riconducibili alle nuove povertà, attraverso
percorsi di accompagnamento all’autonomia
personale, familiare ed economica, percorsi
di ricerca del lavoro e di orientamento ai
servizi del territorio, al fine di un reinserimento
professionale e sociale/relazionale. La scoperta
e lo sviluppo delle proprie capacità, attraverso
il supporto di professionisti del settore,
sono il punto nodale di tutto il progetto.
Comprendere come si è e come si desidera
essere è un primo passo per poter modificare
la situazione negativa che si sta vivendo e
migliorare la qualità di vita.
I servizi offerti dal progetto sono: interventi
di coaching (orientamento e ricerca attiva
del lavoro, incontri su finanza domestica,
48
orientamento a opportunità territoriali,
bilancio ri-motivazionale); tirocinio lavorativo
e tutoraggio (percorsi di reinserimento nel
mercato del lavoro); percorsi di prossimità
(attività di volontariato in contesti
socializzanti); sostegni economici per
superamento della fase acuta.
Il secondo obiettivo, che il progetto intende
sviluppare nel corso del triennio, consiste
nell’attivazione di una rete fra i diversi soggetti
del mondo del sociale e un collegamento con i
soggetti appartenenti al mondo delle imprese,
al fine di promuovere un sistema integrato
capace di mettere in atto misure di contrasto
stabili e permanenti.
Sono partner del progetto nella realizzazione
delle attività: Comune di Mondovì, Comune
di Carrù, Comune di Dogliani, Comune di
San Michele Mondovì, Comune di Villanova
Mondovì, Caritas diocesana di Mondovì,
Agenzia formativa Forcoop, Cooperativa
“Animazione Valdocco”, Cooperativa
“Animazione e Territorio”, Cooperativa
sociale “Nuova Socialità”, Società cooperativa
“Caracol”, Cooperativa “Il Melograno”.
Per informazioni è possibile scrivere a
[email protected]. 
Consorzio per i servizi
socio assistenziali del Monregalese
CANTIERE FONDAZIONE
Il progetto
Vansé
Riflessioni suIl’uso
del denaro
Un nuovo sistema di aiuto alla povertà:
accompagnare nella gestione consapevole del
proprio denaro. Detto in piemontese: come si
fa a “vansè” qualche soldo a fine mese.
Si tratta di un concetto per lo più ben presente
nella vita quotidiana dei nostri avi e che
oggi deve essere recuperato. Un insieme
di comportamenti che, dati i tempi, è bene
rimettere in moto, attualizzandone le tecniche.
Vansé è il titolo del progetto studiato dal
Consorzio per i servizi socio assistenziali delle
Valli Grana e Maira di Dronero, insieme con
diverse associazioni di volontariato e scuole, e
finanziato dalla Fondazione CRC con il bando
Cantiere Nuovo Welfare 2015.
Lo scopo del progetto è aiutare le persone in
difficoltà economica a essere protagoniste
del proprio miglioramento, anziché semplici
destinatarie di interventi assistenziali.
Le persone e le famiglie individuate saranno
aiutate a essere consapevoli dell’importanza
di redigere un bilancio familiare, conoscere le
pratiche che si devono svolgere in banca per
un prestito o per un mutuo, conoscere i luoghi
e i modi per acquisti a prezzi scontati, imparare
come si cucinano piatti nutrienti e saporiti
spendendo il meno possibile.
L’obiettivo ultimo è rafforzare la capacità di
autodeterminazione delle persone impedendo
il cronicizzarsi delle difficoltà economiche. Nei
confronti della comunità si vuole contribuire
a creare un contesto culturale e ambientale
di riferimento più competente su bilancio
familiare, risparmio e alimentazione. Nei
confronti dei partner mettere a sistema in
modo più efficace gli aiuti e creare servizi
dedicati alla vulnerabilità, con metodologie
innovative quali tutoring e coaching.
I partner coinvolti sono le associazioni “San
Vincenzo” di Dronero e Caraglio, “Raffaella
Rinaudo” e “Voci del Mondo” di Dronero, gli
Istituti AFP e Alberghiero di Dronero, la Caritas
zonale Valle Grana, la Caritas interparrocchiale
di Busca, la cooperativa “Animazione
Valdocco” di Torino.
La Fondazione CRC ha messo a disposizione
l’accompagnamento metodologico per la
progettazione, grazie alla consulenza fornita
dall’Associazione per la ricerca sociale (ARS) di
Milano, che si occupa anche del monitoraggio
e dell’accompagnamento durante la
realizzazione del progetto.
L’accompagnamento formativo per tutti
gli operatori dei servizi e i volontari è stato
organizzato con l’Associazione ActionAid
che, sulla base di precedenti esperienze di
riflessione sull’utilizzo del denaro con persone
in situazione di difficoltà economica, ha
proposto una serie di incontri informativi e
progettuali, dai quali far scaturire un modus
operandi utilizzabile nella prassi quotidiana.
Elemento innovativo nel progetto è la
figura del “tutor economico”, che seguirà
costantemente le famiglie target nelle varie
fasi progettuali. 
Consorzio per i servizi socio assistenziali
Valli Grana e Maira
49
La terra che
abbiamo in comune
Storie di migrazione,
di sviluppo sostenibile
e di futuro
Dal Burkina Faso all’Italia, l’orto è in città
A Reggio Emilia, nel Parco del Mauriziano,
c’è un orto che produce a km 0. A gestirlo
dal 2010 è Abreer, un’associazione di
migranti dal Burkina Faso. Nell’orto in città
i soci di Abreer promuovono anche corsi
di formazione come AgrAfica2, avviato
nell’ultimo anno, e lezioni teoriche e pratiche
su tecniche di agricoltura biologica. I
partecipanti ad AgrAfica2 sono 20 cittadini
originari del Burkina Faso, oggi residenti
nelle provincie di Parma e Reggio Emilia. La
maggior parte sono giovani sotto i 40 anni e
4 le donne. «L’agricoltura – racconta Abdou
Yabré, 26 anni, nato e cresciuto nella regione
del Boulgou in Burkina Faso, da 9 anni a
50
Reggio Emilia e segretario di Abreer – è il
mestiere che conosciamo meglio perché il
Paese da cui veniamo vive di agricoltura. Per
questo acquisire nuove competenze significa
molto, è un “saper fare” che rappresenta
un’opportunità di inserimento lavorativo in
Italia e un’occasione di ritorno nella nostra
Terra con un progetto professionale e di
vita». Boureima, per esempio, partecipa
alle lezioni con suo padre e suo fratello
già impiegati nel settore agricolo, e poi c’è
Aruna, di 27 anni, che da tempo lavora a un
progetto tutto suo: la messa in opera di un
biodigestore a Reggio. C’è anche chi già si sta
muovendo per aprire un’attività in Burkina,
come ha fatto Gampena, uno dei fondatori
dell’orto in città di Reggio. Tornato da
qualche mese nel Paese di origine, Gampena
ha avviato un’impresa agricola applicando le
conoscenze acquisite in Italia e mettendole a
disposizione degli altri contadini. «Imparare
a coltivare in modo sostenibile – conclude
CANTIERE FONDAZIONE
Abdou – significa anche far sì che un giorno i
giovani non se ne debbano andare e che dalla
possibilità di restare nasca un futuro per la
nostra Terra».
Dall’Italia al Burkina Faso, è bio per tutti
Ci spostiamo nel villaggio di Koubri, a 30 km
dalla capitale Ouagadougou. Qui, dal maggio
2015, 50 famiglie, formate e seguite da un
agronomo locale, coltivano un campo con
tecniche biologiche. L’iniziativa, chiamata
BioxTutti, è promossa dall’associazione
“Watinoma” di migranti burkinabè di
Villasanta (Monza), operativa anche in
Burkina Faso. «In Burkina Faso − dice Ima
Hado, nato a Ouagadougou, da 15 anni
in Italia e fondatore di Watinoma − la
maggioranza della popolazione dipende
dall’agricoltura di sussistenza. Diffondere
tecniche agricole più sostenibili è
fondamentale per permettere alla terra di
continuare a essere vita e nutrimento, ma
anche per restituire fiducia ai contadini e alle
giovani generazioni, prevenendo l’abbandono
delle campagne e l’emigrazione». Nel campo
biologico di Koubri le famiglie producono
niébé, riso, sesamo e bisab, prodotti alla base
dell’alimentazione locale.
Progetto Migranti
Il Progetto Migranti è un’iniziativa che intende sperimentare
azioni innovative di accoglienza attraverso il coinvolgimento
delle comunità locali, delle cooperative e delle associazioni
impegnate sul tema in provincia di Cuneo.
Il progetto, promosso dalla Fondazione CRC e sviluppato in
partenariato con “Rifugiati in Rete”, costituitasi settembre 2015,
ha preso avvio operativamente a maggio 2016. In questi primi
mesi, il quadrante cuneese (Cuneo e Busca) ha optato per attivare
dei percorsi scolastici intensivi che dureranno tutta l’estate: l’area
del monregalese sta avviando proprio in queste settimane due
borse lavoro all’interno di un percorso a spiccata valenza socioculturale-sportiva; il territorio albese sta lavorando a protocolli
specifici in ambito sanitario che, se approvati, potranno essere
estesi agli altri territori. Questa prima fase proseguirà fino a fine
anno, momento in cui la Rete sarà in grado di fornire informazioni
e spunti più precisi circa i risultati raggiunti.
Per informazioni: [email protected]
51
25
RISORSE
«L’anima delle attività sono soprattutto le
donne – continua a raccontare Hado – :
partecipano alle formazioni su malnutrizione
ed educazione alimentare e gestiscono la
nuova mensa scolastica per 130 bambini,
rifornita grazie alla produzione biologica
del campo». Insieme, le donne di Koubri
hanno scelto il menu e a turno si occupano
di cucinare per i loro figli, garantendo loro
un pasto sano, buono, giusto e completo.
«Mi ricordo l’inizio – dice Hado sorridendo –
quando abbiamo parlato la prima volta di
produrre con tecniche naturali.
Ci dicevano: voi siete matti. Poi sono arrivati i
buoni raccolti e i primi risultati.
E oggi la partecipazione e la motivazione
della comunità sono grandi».
Fondazioni for Africa Burkina Faso: dalla
migrazione l’opportunità di una nuova
cultura del vivere insieme
Il corso di formazione AgrAfica2 e il progetto
BioxTutti sono due progetti nati all’interno
delle iniziative messe in campo da Fondazioni
for Africa Burkina Faso per valorizzare la
relazione preziosa che oggi lega migrazione
e sviluppo sostenibile. Fondazioni for Africa
Burkina Faso è un intervento promosso
da 28 fondazioni di origine bancaria con
l’obiettivo di garantire in tre anni il diritto
al cibo per 60 mila persone. «Fin dal
principio, per raggiungere l’obiettivo – spiega
Ilaria Caramia, del Comitato di indirizzo
strategico Fondazioni for Africa Burkina
Faso – le fondazioni hanno scelto una
strada precisa: unire le forze con quanti già
sono impegnati per la stessa causa. Da una
parte collaborando con ong, organizzazioni
non profit (Acra, Cisv, Lvia, Mani Tese,
Fondazione Slow Food per la biodiversità) e
organizzazioni contadine che già lavorano
in Burkina Faso e creando sinergia con gli
enti locali italiani (tra cui Regione Piemonte)
impegnati in programmi di cooperazione
52
decentrata nel Paese. Dall’altra, proprio
dando il via, con la consulenza del centro
di ricerca Cespi, a un percorso con 27
associazioni di migranti dal Burkina Faso
in Italia, per rafforzare la loro capacità di
azione e creare occasioni di confronto e
collaborazione».
Come la storia dell’orto in città a Reggio
Emilia e la storia del campo biologico a Koubri
ci raccontano, infatti, oggi più che mai i
migranti presenti da lungo tempo sul nostro
territorio e protagonisti di un’integrazione
riuscita hanno un ruolo fondamentale. «Sono
il ponte che unisce il Paese di origine e quello
di destinazione – continua Ilaria Caramia −
E dalla loro capacità di divenire attori sui
territori discende la possibilità di dare vita
a processi di inclusione e integrazione dei
cittadini di origine straniera in Italia più
efficaci e, al contempo, di rendere più incisivi
e duraturi gli interventi di sviluppo sostenibile
nelle loro terre di origine».
Oltre ad AgrAfica2 e Bioxtutti, sono
numerose le iniziative promosse dalle
associazioni di migranti con il sostegno di
Fondazioni for Africa Burkina Faso e la
collaborazione di associazioni ed enti locali.
Come Una Terra Tante Persone (eventi e
incontri in tutta Italia per far incontrare
persone e culture), Burkinabell a Napoli
(corsi e laboratori di cinema, musica e
batik), Culture in Campo a Como (corsi di
orto in città per i migranti) e Formare per
Informare a Pordenone (corso di consumo
consapevole). A fine settembre, inoltre, in
occasione di Terra Madre, Abreer e Watinoma
saranno protagoniste di un dialogo aperto al
pubblico con i produttori, tra agricoltori del
Burkina Faso, per mettere a confronto visioni
e tecniche e prendersi insieme cura della Terra
che abbiamo in comune.
Per seguire e approfondire gli interventi di
Fondazioni for Africa Burkina Faso
www.fondazioniforafrica.org
Anche su Facebook e Twitter. 
Laura Fusca
Fondazione for Africa Burkina Faso
CANTIERE FONDAZIONE
I migranti presenti da
lungo tempo sul nostro
territorio e protagonisti di
un’integrazione riuscita
sono il ponte che unisce il
Paese di origine con quello
di destinazione
53
Punta su di te 2.0
Per contrastare
il gioco d’azzardo
Punta su di te 2.0 è la prosecuzione di
due progetti sperimentali sul fenomeno e
la patologia da gioco d’azzardo, finanziati
negli anni scorsi dalla Fondazione CRC e
dalla Fondazione CRT. Il primo si è svolto sul
territorio di Alba da luglio 2013 a dicembre
2014, il secondo ha coinvolto l’intera
provincia, nello specifico le ASL CN1 e CN2,
i Comuni di Cuneo, Savigliano, Fossano,
Saluzzo, Mondovì, Alba, Bra, Libera – presidio
di Cuneo e la Caritas diocesana di Cuneo.
Gli esiti positivi, sia rispetto alla creazione di
una rete provinciale sia rispetto agli obiettivi
di prevenzione e sensibilizzazione prefissati,
hanno fatto sì che nascesse una collaborazione
tra Fondazione CRC, l’ASL CN1, l’ASL CN2
e CIS – Compagnia di Iniziative Sociali nella
progettazione e nella stesura della nuova
fase del progetto provinciale. All’iniziativa
54
aderiscono nuovamente le sette città principali
del cuneese, la Caritas diocesana di Cuneo e
l’associazione Libera – presidio di Cuneo.
Punta su di te 2.0 è stato presentato
pubblicamente lo scorso 29 giugno e
finanziato dalla Fondazione CRC e dai
soggetti partner, ha preso l’avvio operativo
dal mese di luglio 2016. L’iniziativa ha come
finalità il contrasto del gioco d’azzardo e si
propone di diminuire il numero di persone
esposte al rischio di sviluppare comportamenti
problematici e patologici, con un’attenzione
particolare per i giovani e le donne. Per
questo intende accrescere e diffondere la
cultura della prevenzione e della promozione
della salute, attraverso un mix di strategie,
alcune mutuate dalle precedenti edizioni
del progetto, altre totalmente nuove, da
inscrivere in un quadro sperimentale.
Tre sono le aree d’intervento scelte:
l’aggancio precoce e l’informazione, la
formazione e l’osservatorio.
Accanto a modalità d’aggancio precoce e
informazione già attive (i quattro sportelli
telefonici, lo spettacolo teatrale Rien ne va
plus dell’associazione “Voci Erranti”,
il gruppo di sostegno per giocatori sul territorio
operatori, in collegamento con reti attive
sul territorio nazionale. Infine, per i vari
beneficiari del progetto l’osservatorio
produrrà schede di valutazione i cui dati
verranno raccolti, elaborati e diffusi sia
attraverso un report a uso interno, sia con un
abstract divulgativo. 
Manuela Ferrero,
CANTIERE FONDAZIONE
dell’ASL CN2) si è deciso di implementare
alcuni interventi sperimentali: lo sportello
on line di consulenza e lo sportello mobile,
presente in contesti pubblici.
Lo sportello on line sarà gestito dagli operatori
del progetto e dal Centro Steadycam.
Permetterà ai fruitori del servizio di
comunicare direttamente con gli operatori, per
avere informazioni sulla patologia e sui servizi
provinciali di cura e di sostegno; lo sportello
mobile farà i suoi interventi in tre città del
cuneese scelte a campione (Cuneo, Mondovì,
Alba), privilegiando i contesti con prevalenza
femminile e giovanile (mercati, centri
commerciali, fiere) e mettendo a disposizione
uno spazio informativo e uno di consulenza.
Importante sarà anche l’avvio dei gruppi
sperimentali di consulenza per familiari nelle
varie sedi Ser.d. della nostra provincia.
Nell’ambito della formazione, proseguirà il
lavoro attraverso formazioni di secondo livello
o tavoli tematici per chi ha già effettuato
incontri nella fase precedente del progetto.
La proposta formativa dedicata alle
associazioni di commercianti e ai sindaci
verrà implementata alla luce della Legge
Regionale sulla prevenzione e il contrasto alla
diffusione del gioco d’azzardo patologico,
che sarà oggetto di attenta analisi da parte
del gruppo di lavoro.
Accanto ai beneficiari già coinvolti nel
progetto, vi sono altre tipologie di stakeholder
a cui Punta su di te 2.0 intende rivolgersi: in
particolare, gli istituti bancari e le federazioni
dei tabaccai, per capire la loro percezione del
fenomeno e i loro bisogni formativi.
In parallelo, verranno avviati percorsi
sperimentali di informazione e
sensibilizzazione in alcune scuole secondarie
di secondo grado della provincia, mediante
l’organizzazione di un concorso finalizzato a
realizzare materiale multimediale sul gioco
d’azzardo e i suoi rischi.
L’ultima area d’intervento sarà la creazione di
un osservatorio che avrà una duplice finalità:
analizzare la percezione del fenomeno
attraverso strumenti di rilevazione, che
verranno somministrati con diverse modalità
dall’equipe di lavoro; raccogliere materiale
informativo sul gioco d’azzardo, realizzando
un archivio on line destinato agli operatori
del settore, uno spazio che possa essere
contenitore di materiali, articoli, spazi di
discussione, informazione e scambio per
Compagnia di Iniziative Sociali
Giuseppe Sacchetto,
Direttore Dipartimento dipendenze
patologiche ASL CN2
Nadia Ferrero,
Direttore Dipartimento dipendenze
patologiche ASL CN1
L’iniziativa ha come finalità il contrasto
del gioco d’azzardo e si propone
di diminuire il numero di persone
esposte a comportamenti problematici
e patologici
55
25
RISORSE
Tre progetti vincenti
dalla provincia di Cuneo
dalla commissione esterna deputata a valutare
i contenuti e la sostenibilità economicofinanziaria dei singoli progetti.
I soggetti hanno avuto accesso al programma
di accompagnamento, di monitoraggio
periodico e di supporto connesse alle
tematiche organizzative, gestionali e di
innovazione tecnologica, con l’obiettivo di
L’adesione all’iniziativa
è stata dettata dall’esigenza
di dare sostegno alle start
up culturali giovanili,
che incontrano notevoli
difficoltà per accreditarsi
sul mercato
Funder35 è un progetto nato in seno
alla Commissione per le Attività e i Beni
Culturali dell’ACRI, Associazione delle
Casse di Risparmio Italiane, finalizzato ad
accompagnare le imprese culturali giovanili
nell’acquisizione di modelli gestionali e di
produzione tali da garantirne un migliore
posizionamento sul mercato e una maggiore
efficienza e sostenibilità. La Fondazione CRC
ha aderito nel 2015 al secondo triennio di
attività, unitamente a 18 fondazioni diffuse su
tutto il territorio nazionale, tra cui Fondazione
Cariplo come ente capofila del progetto.
Il budget complessivo per l’edizione 2015 è
stato di 2,65 milioni di euro.
In un panorama generale di riduzione delle
risorse dedicate al settore culturale, l’adesione
all’iniziativa è stata dettata dall’esigenza
di dare sostegno alle start up culturali
giovanili, che incontrano notevoli difficoltà
per accreditarsi sul mercato. Funder35 si
è sviluppato con un’azione combinata di
attività di accompagnamento, monitoraggio,
formazione e di sostegno economico.
Nel 2015, degli oltre 160 richiedenti da tutta
Italia, tre sono stati quelli della provincia di
Cuneo: l’associazione “Art.ur” di Cuneo
per Art.zone - Arte Cultura Innovazione,
l’associazione “Switch On Future” di Bra
per Switch on: nuovi modi di vivere l’arte e
l’associazione “Colline e Culture” di Alba per
ACROSSITALY – Nuove strade culturali. Tutte
le proposte sono state giudicate positivamente
56
accompagnare il processo di miglioramento e
favorire l’ottimizzazione delle risorse. Inoltre
le associazioni “Art.ur” e “Switch On Future”
sono state finanziate nell’ambito del bando,
rispettivamente con 48 mila e 25 mila euro,
raggiungendo un risultato eccezionale che
restituisce l’immagine di una provincia in
grado di produrre innovazione in ambito
culturale e di guardare con coraggio al futuro
dell’impresa giovanile nel settore.
La Fondazione CRC, forte della valutazione
positiva ottenuta anche dall’associazione
“Colline e Culture”, ha deliberato di sostenere
anche questo progetto con 25 mila euro,
consentendo all’associazione di accedere al
percorso di Funder35 con le stesse prerogative
degli enti finanziati con le risorse del bando.
Il 2 maggio 2016 è partita la nuova edizione
di Funder35, il cui budget complessivo
ammonta a 2,65 milioni di euro. Il 19 luglio è
scaduto il bando 2016: 180 le idee progettuali
pervenute, 26 dal Piemonte. Ora si avvia
l’iter di valutazione che porterà alla selezione
dei progetti entro fine anno. La Fondazione
CRC anche per il 2016 ha aderito a Funder35
e si è resa disponibile a valutare, in stretta
collaborazione con il comitato promotore,
la possibilità di sostenere economicamente
i progetti presentati dal territorio cuneese
e ritenuti meritevoli dalla commissione
scientifica indipendente. 
Valentina Dania
Referente settore Arte, attività e beni culturali
Le imprese creano
economia con la cultura.
O viceversa?
Qual è il contributo di un’esposizione di arte
o di uno spettacolo nel creare opportunità di
lavoro e innovazione per le imprese artigiane
del nostro territorio, nel valorizzare un evento
aprendolo a un nuovo pubblico, nel qualificare
l’immagine di un territorio o di un centro
storico, nell’incrementare i flussi turistici?
La risposta sarà il frutto di ART.ZONE, un
progetto di ricerca e innovazione dei modelli di
gestione delle imprese culturali che coinvolge
le associazioni culturali “Art.ur”
(www.zooart.it e www.art-ur.it) di Cuneo e
“Origami” (www.associazioneorigami.it) di
Borgo San Dalmazzo.
Il progetto in questo caso non è quindi la
creazione di un format o di un evento, di uno
spettacolo o di una mostra, ma è il futuro
stesso delle associazioni partner a essere
protagonista. La sfida è trasformarle in chiave
imprenditoriale e sempre più professionale.
Nei due anni di lavoro sono previsti:
•una ricerca sui fattori che determinano
la crescita e la sostenibilità delle realtà
culturali, svolta in collaborazione con il prof.
Bertacchini, che presso l’Università di Torino
si occupa di Economia della cultura;
•il consolidamento della struttura interna delle
due associazioni verso una sempre maggiore
professionalità, che si realizzi attraverso
riorganizzazione, incremento delle risorse
umane, formazione;
•la creazione di un brand che, unendo
esperienze e competenze delle due
associazioni coinvolte, proponga al
territorio un’offerta completa di servizi
culturali di qualità.
Per fare questo abbiamo pensato a due
servizi complementari: Idee e Produzione.
Idee vuole creare valore aggiunto per
CANTIERE FONDAZIONE
ART.ZONE
eventi, luoghi e prodotti attraverso
attività culturali, artistiche, laboratoriali ed
espositive, spettacoli. Produzione supporta
la produzione artistica, offrendo ad artisti,
gallerie, musei una rete di progettisti, artigiani
di eccellenza con esperienza nella produzione
di opere d’arte contemporanea e allestimenti.
L’obiettivo comune è quindi fare “cultura”,
ovvero perseguire fini culturali, ma in chiave
sempre più professionale e imprenditoriale
attraverso un portfolio di servizi integrato in
cui ciascuno valorizzi le proprie competenze.
Da dove nasce l’idea? Dalla consapevolezza
che trasformare buone idee in prodotti
culturali crea valore aggiunto. Ci stiamo
quindi attrezzando per farlo sempre
meglio e imparare a comunicarlo, perché
si comprenda che se l’investimento in
cultura è sempre stato pubblico, in un
periodo di cambio radicale di paradigma è
fondamentale non perdere le opportunità
non solo culturali e sociali, ma anche
economiche che derivano dal nostro operare.
Non possiamo che ribadire che 1 euro
investito in cultura ne attiva altri 1,8 sul resto
dell’economia, come dimostra la ricerca Io
sono cultura 2016 della Fondazione Symbola.
È ora di farlo sapere! 
Cristiana Taricco
Project manager ART.ZONE
57
25
RISORSE
Una scommessa vinta
per Switch on Future
A noi di “Switch on Future”, partecipare a
Funder35 era sempre sembrata una scommessa
troppo ambiziosa. Nel corso dell’ultimo anno,
tuttavia, tante cose sono andate bene e c’è
stato un cambio di passo non indifferente:
l’associazione si è ingrandita e sono entrate
a farne parte in maniera stabile persone già
competenti in vari ambiti organizzativi e
amministrativi. Abbiamo accumulato moltissima
esperienza, arrivando in qualche occasione a
competere con professionisti del settore. Ma
soprattutto la qualità degli eventi e degli artisti
coinvolti è aumentata esponenzialmente a ogni
iniziativa, con una risposta da parte del pubblico
sempre più incoraggiante.
Insomma, abbiamo deciso di provarci e
scrivere il nostro progetto, che in realtà altro
non è che quello che facciamo tutti i giorni con
l’associazione: organizzare eventi, iniziative e
concorsi, sempre cercando di metterci in gioco
con nuove proposte.
Non si può comprendere cosa voglia dire
vincere un bando così per un’associazione
come la nostra, se non si conosce il lavoro
che ci sta dietro: in meno di quattro anni
abbiamo contribuito a creare una rete di più
di 400 artisti, organizzato e co-organizzato
più di 40 eventi, promosso concorsi artistici
con centinaia di partecipanti. Abbiamo creato
un canale alternativo e dato opportunità ad
artisti talentuosi, che altrimenti difficilmente
ne avrebbero avute.
Questo vuol dire che
un gruppo di ragazzi e ragazze ha dovuto
dedicare la maggior parte delle proprie serate
e dei propri weekend a lavorare perché tutto
ciò fosse possibile, a titolo volontario, non
retribuito né rimborsato.
58
Siamo pienamente soddisfatti di questi
risultati, ma grazie a Funder35 abbiamo
l’opportunità concreta di fare un ulteriore salto
di qualità. Davanti a noi ci sono tre anni di
tempo e un progetto per diventare un’impresa
culturale, per riuscire ad aumentare e
stabilizzare le nostre entrate e ingrandire la
portata dei nostri progetti. Per migliorare.
Abbiamo già iniziato a lavorare: è ormai alle
battute finali l’opera di rinnovamento del nostro
portale web (www.switchonfuture.it), che
porterà con sé numerose novità, e non solo a
livello grafico; allo stesso tempo, negli ultimi
mesi abbiamo indetto ben due concorsi nazionali
alla loro prima edizione, uno di racconti brevi
e un altro di illustrazione, che hanno coinvolto
qualche centinaio di partecipanti.
E per quanto riguarda il futuro, abbiamo in
cantiere moltissimi progetti. Innanzitutto,
ci aspetta un tour estivo pieno di
appuntamenti che ci porterà in vari festival
con i nostri laboratori (dalla cianotipia alla
serigrafia, al fumetto), presentazioni, ospiti e
installazioni artistiche.
Ma soprattutto, a completamento di questo
frenetico periodo, ci attende a ottobre il nostro
festival annuale, Chiamata alle Arti, che si
terrà a Bra per il quinto anno consecutivo e di
cui stiamo definendo il programma in queste
settimane. Anche per quest’edizione si rinnova
la sfida di portare sulla scena del Movicentro
proposte coraggiose, dando spazio a giovani
talenti e offrendo al pubblico l’occasione di
scoprire nuovi modi di intendere l’arte. 
Roberto Piumatti
Associazione “Switch on Future”
CANTIERE FONDAZIONE
Da associazione
a impresa culturale
Il progetto promosso dall’Associazione
culturale “Colline e Culture” − in partenariato
con le associazioni Turismo in Langa, Be
Street e col sostegno della Fondazione Museo
Diocesano di Alba − mira a consolidare e
incrementare modalità di valorizzazione dei
beni culturali già sperimentate nella città
di Alba, proponendole in nuovi territori e a
nuovi pubblici, e a sviluppare un sistema di
impresa culturale che si regga sulla creazione
di valore economico generato dal patrimonio
culturale stesso. Il carattere innovativo delle
proposte intercetta infatti un segmento di
mercato composto principalmente da giovani
e famiglie che cercano un approccio alla
cultura diverso dalle modalità tradizionali.
Le diverse competenze che le associazioni
possono mettere in campo (storici dell’arte,
archeologi, artisti, guide e operatori turistici)
hanno permesso di strutturare proposte e
percorsi di visita alternativi e di creare alcuni
format innovativi che, a partire dal risultato
di un precedente progetto, AcrossalbA,
promuovono la valorizzazione dei percorsi
romani e medievali della città di Alba.
L’ottimo riscontro da parte del pubblico ha
reso evidente l’efficacia e le potenzialità delle
proposte, tanto da rendere consapevoli gli
stessi partner della possibilità di esportare
queste buone pratiche in altre realtà diffuse
sul territorio nazionale. Utilizzare le arti
performative per un approccio storico-artistico
e di rilettura dei beni culturali e del paesaggio
coinvolge maggiormente la partecipazione
attiva e responsiva degli utenti, che non
sempre è percepita come valore aggiunto.
Grandi città d’arte (quali per esempio Torino,
Genova e Milano) vorrebbero quindi essere
il luogo ideale nelle quali sperimentare i
format principali del progetto per verificarne
l’adattabilità.
Il nuovo percorso sta muovendo i primi passi
e vedrà, tra le prime azioni, l’individuazione
di un managing partner che, attraverso
una serie di incontri formativi, supporti
l’organizzazione per sviluppare le competenze
in chiave manageriale. Seguirà la messa a
punto di prodotti turistici e la definizione di
una strategia di commercializzazione degli
stessi. Fiore all’occhiello saranno i Rolling Tour,
coinvolgenti visite guidate nei centri storici a
bordo di speciali monopattini, e i Rap Tour,
narrazioni attraverso cui il pubblico scopre
e sperimenta il patrimonio culturale che lo
circonda a ritmo di musica, grazie alle rime
improvvisate da un rapper professionista.
La fase successiva prevede il consolidamento
delle azioni nel contesto locale, ma soprattutto
la ricerca di nuovi partner e interlocutori
a livello nazionale: si procederà dunque
all’organizzazione di giornate seminariali
e workshop in cui verranno illustrate le
proposte di visita “sperimentali” e i format
di valorizzazione brevettati. Gli stakeholder
che mostreranno interesse potranno affiliarsi
al progetto e utilizzare i format sulla base
di accordi da stringere con l’organizzazione
di “Colline e Culture”. In questo modo si
costituirà un network di promozione e vendita
di attività culturali di nuova generazione. 
Associazione “Colline e Culture”
59
I paesi di
San Dalmazzo
Un museo diffuso
Forse non molti lo sanno, ma Borgo San
Dalmazzo ha una storia antichissima
della quale si cominciano ad avere notizie
strutturate a partire dall’epoca romana,
quando nella necropoli della città – all’epoca
chiamata Pedona – venne seppellito il corpo di
un giovane che la tradizione prese a indicare
come un santo martire.
Forse non molti lo sanno, ma nel volgere
di qualche tempo, il culto rivolto a questa
sepoltura divenne così importante che nel
VI secolo venne costruita una chiesa per
ospitare i fedeli che accorrevano a venerare
il corpo del martire. Una semplice e piccola
chiesa della quale però si interessò addirittura
un re longobardo, Ariperto II, che nell’VIII
secolo decise di fondare a Pedona un’abbazia.
Abbandonata nel corso del X secolo e
ripopolata nell’XI secolo da un gruppo di
monaci benedettini, in epoca romanica questa
abbazia conobbe un successo straordinario,
arrivando a contare più di quaranta
60
dipendenze – ovvero piccole comunità e chiese
fondate dai monaci – sparse su un territorio
compreso tra il Piemonte meridionale, la
Liguria e le Alpi della Provenza.
Questa storia è oggi raccontata dal Museo
dell’abbazia di Pedona a Borgo San Dalmazzo
attraverso alcune sale espositive e un
affascinante percorso archeologico.
È questa la storia che sta alla base del progetto
Museo Diffuso Paesi di San Dalmazzo,
sostenuto dalla Fondazione CRC nell’ambito
del Bando Valorizzazione, che quest’anno
giunge alla sua terza e ultima annualità.
Un cammino lungo e importante che in questi
anni ha permesso all’Associazione “Pedo
Dalmatia” – capofila del progetto – di avviare
un processo di rinnovamento e potenziamento
che ha dato frutti importanti non solo
nell’ambito del decorso progettuale.
L’idea del progetto è nata nella primavera del
2013, quando l’associazione ha ipotizzato la
possibilità di farsi carico del progetto
Paesi di San Dalmazzo, un’iniziativa pilota
promossa dall’amministrazione comunale
negli anni precedenti.
Nel corso del primo anno di progetto è stato
possibile co-finanziare una borsa di ricerca
nell’ambito del bando Master dei Talenti della
Società Civile, promosso dalla Fondazione
CRT, grazie alla quale è stata realizzata una
Grazie alla costituzione di un
tavolo di lavoro che ha coinvolto
storici, psicologi ed esperti
di didattica, è stata costruita
un’offerta didattica dedicata
alle scuole del territorio
mappatura approfondita di quanto disponibile
sul tema in oggetto. Sempre nel primo anno
sono stati avviati i lavori per la creazione
dell’infrastruttura del sito web, una sorta di
piccolo museo digitale che rappresenta la
porta di accesso virtuale al progetto. Nel sito
(www.paesidisandalmazzo.it) sono disponibili
approfondimenti tematici sulla storia
dell’abbazia, delle sue dipendenze e del suo
santo titolare e soprattutto la descrizione dei
beni culturali legati alla sua storia, localizzati
nei territori dei vari Comuni coinvolti. Inoltre,
il sito fornisce informazioni sui principali
beni culturali messi in rete, la loro storia e le
strutture che forniscono accoglienza turistica.
Parallelamente a questo lavoro è stato
sviluppato un programma di eventi destinati
a far conoscere il progetto sul territorio. In
collaborazione con l’Associazione culturale
“Innovarsi” è stato inaugurato il festival Suoni
d’abbazia, che da tre anni anima i beni aderenti
al progetto con concerti che spaziano dalla
musica medievale al jazz. A fianco di questo
calendario, nella seconda annualità sono
stati organizzati i Percorsi d’abbazia, ovvero
visite guidate in occasione della festività del
santo. Nel corso della terza annualità è stata
poi allestita una mostra documentaria che,
oltre a descrivere il progetto, rappresenta
un’occasione per promuovere la rete, i suoi
contenuti e il museo sul territorio.
Il museo è stato oggetto di un’attenzione
particolare. Il progetto ha permesso di
inaugurare un calendario di eventi di
approfondimento e divulgazione che hanno
coinvolto realtà anche extra-provinciali.
Un’iniziativa che ha raccolto un successo
inaspettato è stata l’Aperitivo al museo, oggi
parte del calendario del museo con cadenza
mensile. Il fiore all’occhiello del progetto è
forse rappresentato dal coinvolgimento delle
scuole di primo e secondo grado nel percorso
del museo. Grazie alla costituzione di un tavolo
di lavoro, che ha coinvolto storici, psicologi ed
esperti di didattica, è stata costruita un’offerta
didattica dedicata alle scuole del territorio che,
anche in termini numerici, rappresenta uno dei
maggiori successi del progetto.
In questi ultimi mesi lo staff che opera sul
progetto sta lavorando a una pubblicazione
riepilogativa, grazie alla quale i contenuti
realizzati saranno resi disponibili anche
all’interno di un fascicolo, di cui si prevede
la presentazione nei mesi invernali.
Parallelamente sono in corso valutazioni per
garantire alla rete creata un sostegno futuro e
l’individuazione di nuove sfide e occasioni di
rafforzamento. 
Manuele Berardo
Presidente dell’Associazione “Ente Fiera Fredda”
61
Il laboratorio
del tempo
Ai Licei di Piazza
di Mondovì
Martedì 7 giugno 2016, a conclusione del
progetto I Licei di Piazza – Il laboratorio del tempo
realizzato con il finanziamento della Fondazione
CRC previsto dal Bando Valorizzazione 2013,
è stata inaugurata l’area museale al “piano
chiostro” del Liceo “Vasco-Beccaria-Govone”.
Il patrimonio librario e la strumentazione
antica del gabinetto di fisica dei Licei,
dimenticati per anni in locali non sempre
idonei, sono tornati a essere fruibili grazie a un
lavoro di recupero, restauro e catalogazione
durato tre anni.
62
Difficilmente all’interno di strutture scolastiche
vengono fornite agli allievi e ai docenti occasioni
davvero concrete per manifestare le proprie
capacità e il proprio talento. Il progetto ha
rappresentato un’importante occasione per
entrare da protagonisti all’interno di una nuova
dimensione del “fare scuola”: un’operazione
ricchissima di stimoli per tutta la comunità
scolastica. Gli spazi del Liceo, ora trasformati in
area museale, sono anche diventati ambienti
formativi in cui divulgare, a un pubblico più
ampio, l’amore per le scienze. La speranza è che
da tale operazione possano originarsi l’interesse
e la volontà di ampliare la “rete museale” della
città nella prospettiva della creazione di nuovi e
più completi itinerari culturali.
Il Gabinetto di Fisica
Ordinati in armadi nella sala che presenta il
soffitto affrescato nel 1874 da Pietro Balbo e
restaurato grazie al finanziamento, sono stati
raccolti circa 500 strumenti, che costituivano
il patrimonio scientifico del Liceo Classico
“Beccaria” e dell’Istituto Magistrale “Govone”,
documentazione ricca e completa della scienza
e della tecnologia dell’Otto-Novecento,
distribuita tra i vari settori della fisica
classica: meccanica dei solidi e dei fluidi,
ottica, acustica, calorimetria, elettrostatica,
elettromagnetismo.
Rivestono un ruolo di importanza assoluta
due strumenti appartenuti proprio al Beccaria:
si tratta di una pompa pneumatica e di una
macchina elettrostatica a strofinio, già esposte
in occasione dei 250 anni dell’Osservatorio di
Torino e per i 600 anni dell’Università di Torino.
Per stimare il valore della collezione è
importante ricordare che molti di questi
strumenti sono stati costruiti dalle più famose
ditte di apparecchi per la didattica della fisica:
A. Loiseau di Parigi, Officine Galileo di Firenze,
Leybold di Colonia, Aeg di Berlino, Hartmann
and Braun di Francoforte, Tecnomasio Italiano
di Milano. Alcuni strumenti, inoltre, sono
analoghi a quelli esposti in prestigiosi musei
della scienza, quali il Museo Galileo e il Museo
CANTIERE FONDAZIONE
La Biblioteca
La biblioteca del Liceo, è una delle più ampie
tra quelle degli istituti scolastici piemontesi,
comprende anche numerosi fondi speciali, tra
cui – particolarmente significativo per la rarità dei
materiali – è quello di età coloniale e fascista.
Il progetto ha offerto la possibilità di
valorizzare il più importante di essi, il Fondo
Antico, il cui esame ci restituisce l’immagine
di una raccolta che è testimone attendibile
della cultura e delle letture di questo angolo di
Piemonte nel corso dei secoli.
Il nucleo più rilevante è costituito dai volumi
giunti in dono dal disciolto Circolo di Lettura di
Breo, fondato nel 1844: libri stampati tra 1737
e 1830, considerati abbastanza recenti da
essere di interessi per la «civil coltura». È così
disponibile uno spaccato attendibile di quello
che si considerava utile per una pubblica
biblioteca a metà dell’Ottocento.
I volumi più significativi arrivano da donazioni
private al volgere tra XIX e XX secolo.
Grazie al finanziamento è stato possibile
restaurare i volumi principali e trovare nell’ex
presidenza del Liceo Classico la sede adatta
per i fondi speciali, nonché gli arredi per una
migliore conservazione.
Del patrimonio restaurato fa parte anche
una raccolta di manifesti risalenti agli anni
1799-1801, che hanno visto il passaggio del
Piemonte dalla Repubblica Piemontese voluta
dai francesi del Direttorio alla restaurazione
dei Savoia, al ritorno di Napoleone dopo
Marengo. Si tratta in totale di 221 manifesti.
Gli spazi del Liceo, ora trasformati in area
museale, sono anche diventati ambienti
formativi in cui divulgare, a un pubblico più
ampio, l’amore per le scienze
FirST di Firenze, il Museo della Facoltà di
Fisica di Torino, il Museo del Liceo Foscarini di
Venezia, il Museo di fisica di Sardegna.
L’area museale sarà aperta al pubblico dal 4
luglio al 12 agosto, dal lunedì al venerdì con
orario 8,30-12,30, grazie a un progetto di
alternanza scuola-lavoro che coinvolge gli
allievi del terzo anno dei vari indirizzi del Liceo.
Per prenotare le visite, telefonare al numero
0174-558235 (Liceo “Vasco-BeccariaGovone”, Piazza IV Novembre, Mondovì). 
Nirvana Cerato
Dirigente IIS “Vasco-Beccaria-Govone”
63
25
RISORSE
Langa
Medievale
I beni romanici delle
Langhe in rete
Compie tre anni Langa Medievale, progetto
che mette in rete le principali architetture
romaniche civili e religiose conservate nel
territorio delle Langhe.
L’iniziativa è nata dal progetto La rete del
Romanico tra Albese e Monregalese. Dalla
Cattedrale di Alba alle pievi medievali delle
Langhe, promosso dal Museo Diocesano di
Alba, dalle Diocesi di Alba e Mondovì e dal
CISIM, con il contributo della Fondazione CRC
attraverso il Bando Valorizzazione 2013.
Il progetto si è articolato in diverse fasi,
riuscendo a costituirsi come una vera e propria
offerta culturale in grado di contribuire a
incrementare il turismo nella zona delle
Langhe attraverso la promozione dei suoi
importanti insediamenti medievali.
Sono stati ben 46 i beni coinvolti in un totale
64
di 30 comuni. Numerose anche le associazioni,
i tour operator e gli enti turistici che hanno
lavorato in concertazione per proporre itinerari
e organizzare la fruizione turistica dei preziosi
beni storici, anche in collaborazione con l’Ente
Turismo Alba Bra Langhe e Roero .
A tre anni dall’inizio dell’iniziativa, si stima
che Langa Medievale abbia coinvolto più di
50 mila turisti. Ma come si è arrivati a questo
risultato di assoluto valore?
Si è partiti con una fitta attività di ricerca
e di approfondimento scientifico, che
ha mappato i beni medievali presenti sul
territorio in collaborazione con il Centro
Internazionale di studi sugli insediamenti
medievali. Questa analisi ha consentito
di costituire l’ossatura del progetto ed è
sfociata nella creazione del portale web
www.langamedievale.it: un sito che è
diventato non solo punto di riferimento e
di aggiornamento per gli addetti ai lavori,
ma anche strumento di informazione per il
visitatore.
In una seconda fase si sono individuati e
costruiti alcuni itinerari che hanno permesso ai
visitatori di fruire dei beni medievali di Langa
in modo sistemico. Contestualmente le realtà
locali (Associazioni, Comuni, ATL, strutture
ricettive) sono state coinvolte in incontri di
formazione in loco per programmare attività
comuni. Ultima, ma non meno importante,
è stata la collaborazione con l’Associazione
“Volontari per l’Arte”, gruppo di volontari
che collabora attivamente con l’Ufficio beni
culturali ecclesiastici, con le Diocesi della
provincia di Cuneo e con la Fondazione San
Michele. Il gruppo è stato coinvolto nelle
aperture dei beni, creando in questo modo
una collaborazione stabile con il mondo del
volontariato locale che si è rivelata il vero
perno dell’iniziativa: una risorsa insostituibile
per la promozione di un patrimonio che
è di tutti e di cui i volontari si sono sentiti
direttamente responsabili.
Infine, con l’obiettivo di proporre ai visitatori
nuove occasioni di fruizione, sono stati
organizzati nei beni romanici della rete eventi
ad hoc − concerti, visite in notturna, convegni
di approfondimento − che hanno permesso
anche ai residenti di riavvicinarsi in modo
coinvolgente al proprio patrimonio culturale.
Nell’ambito di un progetto così complesso e
ricco, non potevano mancare pubblicazioni
che restituissero i risultati delle analisi e del
grande lavoro di approfondimento realizzato.
E così nel 2016 sono state date alla stampa due
pubblicazioni: Langa Medievale. La rete degli
insediamenti umani e dei luoghi di culto, un
volume di approfondimento storico a cura del
CISIM (Centro Internazionale di Studi sugli
Insediamenti Medievali); e Langa Medievale.
Dalla Cattedrale di Alba alle pievi di Albese e
Monregalese, pubblicata da Più Eventi Edizioni
di Cuneo, una guida di carattere divulgativo
rivolta a turisti e appassionati.
Queste due pubblicazioni rappresentano
Una vera e propria offerta culturale
in grado di contribuire a incrementare
il turismo nella zona delle Langhe
attraverso la promozione
dei suoi insediamenti medievali
bene il punto di arrivo di Langa Medievale:
un’iniziativa che grazie al sostegno della
Fondazione CRC e alla collaborazione degli
enti turistici, delle Associazioni, dei Comuni,
delle strutture ricettive e di tanti volontari ha
saputo davvero “fare rete” per promuovere
e valorizzare lo straordinario patrimonio
medievale delle Langhe. 
Ufficio stampa Langa Medievale
65
25
RISORSE
Risparmio energetico
e comfort termico
Il corso per
Energy Manager
Il Comune di Borgo San Dalmazzo ha
individuato da tempo, tra le proprie priorità,
la tutela dell’ambiente e la promozione dello
sviluppo sostenibile del territorio: fin dal 2004
ha adottato un piano d’azione per la riduzione
delle emissioni in atmosfera.
Quando, a partire dal 2012, la Fondazione
CRC ha promosso i bandi delle varie
edizioni di AmbienteEnergia, l’Assessorato
all’Ambiente del Comune ha visto in questa
iniziativa un importate mezzo per dare
concretezza a questi obiettivi.
con successo alla misura 1 del bando
per la redazione del Piano Regolatore
dell’Illuminazione Comunale (PRIC) e, nel
2015 alla misura per la formazione di Energy
Manager, grazie a cui i tecnici comunali hanno
potuto approfondire le proprie conoscenze
sull’efficienza energetica degli edifici (in
particolare degli impianti di riscaldamento) e
degli impianti di illuminazione pubblica. Per le
esigenze attuali del Comune, sono state molto
utili le lezioni tenute dall’Environment Park sui
temi delle Esco e del finanziamento tramite
terzi, sempre più importante per gli Enti locali
in questi momenti di ristrettezze finanziare.
Fondamentale è stata la formazione pratica,
dedicata al monitoraggio dei consumi e
Questi interventi hanno consentito
di ottenere un risparmio stagionale
teorico di oltre 6.000 euro, circa il 13%
del costo stimato per il riscaldamento
Partecipando a queste iniziative, è stato
possibile redigere e approvare il Piano
d’Azione per l’Energia Sostenibile (PAES)
con l’adesione al Patto dei Sindaci (misura 1
del 2013), e realizzare gli audit energetici di
tutti gli edifici comunali (misura 2 del 2013).
Questo ha consentito poi di progettare due
significativi interventi di riqualificazione
energetica su edifici scolastici attualmente
in corso di esecuzione (Istituto Comprensivo
“Grandis” e Scuola dell’infanzia e primaria di
Via Giovanni XXIII).
A seguito della redazione degli audit
energetici sugli edifici comunali, il Comune
ha aderito anche all’iniziativa Progetto
ESCo AmbientEnergia, promossa dalla
Fondazione congiuntamente alla Provincia di
Cuneo per la realizzazione degli interventi di
efficientamento degli edifici pubblici.
Nel 2014 il Comune ha partecipato
66
al comfort termico degli edifici comunali.
In accordo con i tecnici incaricati dalla
Fondazione, per la sperimentazione è
stato scelto il fabbricato scolastico di Via
Giovanni XXIII. Grazie al kit fornito, sono
stati installati alcuni sensori per rilevare le
temperature interne (posizionati nelle aule)
ed esterne, e un conta impulsi posizionato
sul contatore del metano, per il computo dei
consumi. I dati emersi hanno permesso di
visualizzare da remoto, tramite un apposito
applicativo internet, le temperature delle
aule, la temperatura esterna e il consumo
di metano, e sono stati analizzati durante
le sessioni formative mensili: è così emersa
un’anomalia – altrimenti difficilmente rilevabile
– nel funzionamento notturno dell’impianto
termico, che generava un consumo non
strettamente necessario.
Si è così proceduto a installare, direttamente
indicano la necessità di coibentare l’edificio
con la posa del cappotto sulle murature
esterne, sostituire i serramenti esterni,
rifare la centrale termica e installare valvole
termostatiche su tutti i radiatori.
Grazie al progetto Energy Manager i sensori
di rilevamento delle temperature e del
consumo di metano verranno mantenuti
anche per la prossima stagione termica:
sarà quindi possibile calcolare le riduzioni
del limitato apporto solare, delle dispersioni
dovute alle superfici vetrate e ai muri e
all’impossibilità di regolare i termosifoni per
singola aula, sono emerse invece condizioni
di comfort termico insufficienti.
Questi interventi hanno consentito, secondo
quanto emerge dal Report di monitoraggio
redatto dall’Environment Park, di ottenere
un risparmio stagionale teorico, per la
stagione termica appena conclusa, di oltre
6.000 euro, circa il 13% del costo stimato
per il riscaldamento: ottimizzare l’energia
termica impiegata, e quindi il combustibile
utilizzato, sarebbe stato impossibile senza gli
strumenti di monitoraggio utilizzati. Inoltre,
oggi la scuola è oggetto di un intervento di
ristrutturazione e riqualificazione energetica,
predisposto sulla base dei risultati emersi
dall’audit energetico realizzato nel 2013, che
di consumi e rilevare il miglioramento del
comfort termico nelle aule dopo l’intervento
di riqualificazione. Si potrà inoltre calcolare,
sulla base dei dati oggettivi acquisiti,
l’effettivo tempo di ritorno dell’investimento,
creando pertanto un volano di informazioni
positive che incentivino gli interventi di
questo tipo anche sugli edifici privati. Il tutto
in linea con gli obiettivi fissati dal PAES.
Ora la sfida è estendere questa buona pratica
anche agli altri principali edifici comunali
per verificare, attraverso il monitoraggio
continuo, il loro comportamento termico e
adottare gli opportuni accorgimenti gestionali
che consentano di ottimizzare i consumi e
migliorare il comfort termico.
CANTIERE FONDAZIONE
sui bruciatori, orologi per programmare
accensione e spegnimento in base all’effettivo
utilizzo e alle necessità della scuola.
Il monitoraggio ha consentito anche
di analizzare la performance termica
dell’edificio: nelle aule esposte a sud del
piano rialzato, viste le temperature rilevate,
si è provveduto chiudere i termosifoni per
buona parte della stagione termica; nelle
aule esposte a nord nel primo piano, a causa
Livio Giraudo • Ezio Lingero
Ufficio Tecnico, Comune di Borgo San Dalmazzo
67
Filiera del latte
piemontese
Miglioramento della
qualità e sviluppo
competitivo
In provincia di Cuneo operano oltre 1.500
aziende zootecniche che producono più di
4 milioni di quintali di latte all’anno. Recenti
risultati della ricerca internazionale sulla qualità
nutraceutica (presenza di Omega 3 e CLA) e
igienico sanitaria (indice citologico e patogeni)
dei prodotti lattiero-caseari hanno accresciuto
nel consumatore finale le aspettative di
salubrità e di garanzia del legame con il
territorio di origine degli alimenti.
Il latte ha caratteristiche molto ben definite
che difficilmente lo distinguono sul mercato
e, unitamente alla crescente competizione tra
produttori, risulta praticamente impossibile
all’allevatore influenzarne il prezzo di vendita.
A fronte però di consumatori più informati e
critici, la possibilità di diversificare la qualità del
latte dal punto di vista nutrizionale, legando
le produzioni alla gestione aziendale e, in
particolar modo, al sistema alimentare delle
68
bovine, rappresenta un’importante occasione
di vera valorizzazione e differenziazione del
latte per il comparto regionale e soprattutto per
la provincia di Cuneo, ove i sistemi zootecnici
sono ancora fortemente legati alla produzione
e all’utilizzo di risorse foraggere locali. Quindi
non solo qualità del latte, ma salvaguardia del
territorio nei suoi aspetti più intimi legati alla
biodiversità e alla sostenibilità dell’agricoltura.
A partire da queste premesse, il settore
latte piemontese ha intrapreso un cammino
di valorizzazione della filiera produttiva,
che prevede l’individuazione di criteri che
consentano di classificarlo per le sue proprietà
nutrizionali, sanitarie e merceologiche. Per
rispondere a queste esigenze il gruppo di ricerca
coordinato dall’Università di Torino e sostenuto
da un contributo della Fondazione CRC
– Bando Ricerca Scientifica 2011 – ha
condotto un’indagine che ha permesso di
ottenere dati scientifici sulla realtà produttiva
della filiera lattiero-casearia e sulle variabili
che determinano le qualità nutraceutica e
sanitaria del latte, coinvolgendo la cooperativa
COMPRAL LATTE (che raccoglie oltre 3.000
quintali di latte al giorno da 243 soci) e
INALPI di Moretta, gestore dell’impianto di
produzione di latte in polvere, che fornisce
alla Ferrero questa materia prima, a pochi
chilometri dalla sede di produzione di Alba, in
cui viene utilizzata.
CANTIERE FONDAZIONE
Numerosi i risultati che il progetto ha ottenuto
promuovendo l’innovazione nel settore
lattiero piemontese: innanzitutto ha permesso
di legare la produzione primaria alle esigenze
dell’industria di trasformazione, creando una
filiera in cui emergano la qualità e sanità del
prodotto e l’unicità del territorio. In secondo
battuta, ha fornito indicazioni per la gestione
dei foraggi nelle razioni per l’ottenimento
di latte con elevate concentrazioni di acidi
grassi polinsaturi, il miglioramento della
qualità nutrizionale e sensoriale del latte e
della qualità igienico sanitaria, attraverso
l’identificazione di marcatori molecolari
impiegabili nella valutazione della suscettibilità
individuale alla mastite. Inoltre, ha consentito
di individuare parametri nutrizionali e igienico
sanitari utili per una futura certificazione
della filiera: sono state approntate strategie
operative per indirizzare le aziende
zootecniche verso la ristrutturazione dei
sistemi foraggeri, finalizzata al miglioramento
del valore nutrizionale del latte, attraverso
l’impiego di maggiori quantitativi di
foraggi prativi nella razione delle bovine in
produzione, e l’organizzazione della raccolta
di latte per valorizzare gruppi di aziende
omogenei, particolarmente virtuosi per qualità
nutrizionale e sanitaria. Infine, attraverso la
tecnologia all’infrarosso, è stata sviluppata una
metodica efficiente, accurata e poco costosa
Non solo qualità del latte, ma anche
salvaguardia del territorio nei suoi
aspetti più intimi legati alla biodiversità
e alla sostenibilità dell’agricoltura
per la determinazione dei principali gruppi
di acidi grassi (saturi, insaturi, monoinsaturi,
polinsaturi): un importante strumento tecnico
a disposizione degli allevatori e dei caseifici
del territorio regionale, grazie al quale sarà
possibile misurare parametri utili per definire
meglio il prezzo del latte.
Esperienze condotte in aziende hanno inoltre
dimostrato che la riorganizzazione del sistema
foraggero e l’utilizzo delle superfici aziendali
per produrre i migliori alimenti da impiegare
in stalla sono scelte imprenditoriali vincenti,
grazie alle quali l’agricoltore-allevatore è in
grado di ridurre il costo di alimentazione della
bovina da latte, gestire l’alimentazione in
modo da produrre un latte con caratteristiche
di qualità, salubrità e sanità eccellenti e, nel
contempo, diminuire l’impatto ambientale
dell’attività agricola, legando in maniera
virtuosa le produzioni lattiero-casearie al loro
territorio d’origine. 
Giorgio Borreani
Coordinatore del gruppo di ricerca costituito dal
Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari
(DISAFA) e dal Dipartimento di Scienze Veterinarie
dell’Università degli Studi di Torino, con l’Associazione
Regionale Allevatori del Piemonte (ARAP)
69
Emerge l’importanza di
promuovere e intensificare
azioni di prevenzione della
salute, attraverso visite mediche
specialistiche e screening per
gli sportivi e per tutti coloro che
praticano attività motoria anche
a livello dilettantistico
Per uno sport
più sicuro
Dotazione e diffusione
dei defibrillatori in
provincia di Cuneo
Nei primi mesi del 2016, la Fondazione CRC
ha avviato un’analisi sulla diffusione di
defibrillatori automatici esterni (DAE) presso
le Associazioni sportive dilettantistiche (ASD),
i Comuni e gli istituti scolastici della provincia
di Cuneo. Il lavoro, realizzato dal Centro
Studi, è stato realizzato in collegamento con il
Bando Defibrillatori 2016 e in collaborazione
con il CONI Point di Cuneo. L’indagine si
inserisce nel quadro dell’evoluzione legislativa
riferita al Decreto Balduzzi del 24/04/2013,
che detta le linee guida sulla dotazione e
l’utilizzo dei DAE rendendone obbligatoria
l’adozione a partire dal 20/01/2016
(scadenza poi prorogata al 20/07/2016).
Nell’ambito dell’analisi sono stati inviati
circa 1.800 questionari online a oltre
1.400 ASD registrate, a tutti i Comuni, gli
istituti scolastici e le agenzie di formazione
70
professionale della provincia. L’adesione
all’indagine è stata ampia: ha risposto al
questionario il 33% dei soggetti, un valore
al di sopra della media registrata in questo
tipo di indagini. In particolare, le scuole
hanno dato un forte segnale di sensibilità
su questo tema, con un tasso di risposta che
supera l’80%. Questi numeri consentono
di dare una lettura piuttosto estesa della
distribuzione di defibrillatori sul territorio, pur
con la consapevolezza di non poter essere
completamente esaustivi.
In generale, è emersa una conoscenza poco
chiara del Decreto Balduzzi, in particolare per
quanto riguarda le responsabilità e i soggetti
tenuti ad avere la titolarità di DAE. Inoltre,
dotarsi di defibrillatori (e provvedere alla loro
manutenzione periodica) rappresenta un
impegno economico che incide in maniera
sensibile su tutte e tre le categorie considerate,
in particolare sulle realtà più piccole.
Ma come si ottiene un defibrillatore?
L’indagine ha messo in luce comportamenti
differenti. Le ASD, essendo soggette
all’obbligo, ricorrono all’acquisto a spese
proprie in misura maggiore rispetto a scuole e
Comuni, oppure lo ottengono attraverso altri
canali (la donazione da parte di altri soggetti
o l’edizione 2015 del Bando Defibrillatori,
promosso dalla Fondazione CRC). Per i
Comuni è più diffusa la donazione, mentre
decisamente inferiore è la scelta dell’acquisto.
Per quanto riguarda le scuole, è nettamente
prevalente la donazione.
Un elemento sicuramente importante, che
va di pari passo con il dotarsi di defibrillatori,
è rappresentato dalla formazione. Il Decreto
Balduzzi prevede l’obbligo della presenza di
almeno una persona formata all’utilizzo del
DAE nel corso delle gare e degli allenamenti e
aggiunge che, per ogni dispositivo, è richiesta
la formazione di «un numero sufficiente di
persone». Quasi tutte le 424 ASD intervistate
hanno formato una o più persone, in molti
casi fra i 3 e i 5 soggetti (48,5% dei casi). Una
quota significativa dichiara di aver formato
addirittura più di dieci persone (18%). Buona
risulta dunque la copertura, ma potrebbe essere
utile fornire anche nozioni più ampie di primo
soccorso, per poter rispondere a situazioni
di emergenze differenti. Inoltre, emerge
l’importanza di promuovere e intensificare azioni
di prevenzione della salute, attraverso visite
mediche specialistiche e screening per gli sportivi
e per tutti coloro che praticano attività motoria
anche a livello dilettantistico. La manutenzione
periodica del defibrillatore è un fattore
altrettanto importante, ma si registra una scarsa
chiarezza fra gli operatori su questo aspetto.
Anche la collocazione dei defibrillatori, che
Sono stati consegnati nel
pomeriggio del 18 luglio
i 50 defibrillatori che la
Fondazione CRC ha messo a
disposizione di Enti proprietari e gestori di impianti sportivi in
provincia di Cuneo con il Bando Defibrillatori 2016. Come
già per il 2015, il bando prevede, insieme con la fornitura
del defibrillatore, una formazione specifica sul suo utilizzo e
su nozioni di primo soccorso per gli incaricati indicati dagli
Enti beneficiari. Con questa nuova edizione, salgono a 122 i
defibrillatori messi a disposizione e a circa 500 le persone formate
per poterli utilizzare, in caso di bisogno.
devono essere facilmente raggiungibili per i
soccorritori, è un elemento da non trascurare:
dalle risposte emerge, invece, che talvolta
vengono posizionati all’interno degli impianti
sportivi in luoghi poco accessibili in caso di
necessità.
Infine, il questionario ha cercato di raccogliere
anche le esigenze dei soggetti intervistati.
Da questo punto di vista, sono le scuole a
segnalare una maggiore necessità: ben il 45%
di queste avrebbe bisogno di altri tre o più
DAE. Oltre un quarto delle ASD intervistate
(28,5%), invece, dichiara di non avere bisogno
di altri defibrillatori. 
Stefania Avetta
Centro Studi
71
25
RISORSE
Sport a scuola
Lo sport è per tutti
Si è conclusa con una coloratissima festa
l’annualità pilota del progetto Sport a scuola,
che la Fondazione CRC ha promosso per la
prima volta nell’anno scolastico 2015/16 con
l’obiettivo di favorire la pratica sportiva per
tutti. Questa prima edizione ha coinvolto 11
scuole secondarie di primo grado di Cuneo,
72
Borgo San Dalmazzo, Centallo e Villafalletto,
Peveragno, Bernezzo, Cervasca, Mondovì,
Ceva e Villanova Mondovì.
Da alcuni anni le ore di avviamento alla
pratica sportiva sovvenzionate dal MIUR
sono state significativamente ridotte: in
questo modo molti ragazzi, le cui famiglie
non possono permettersi corsi a pagamento,
hanno perso l’unica opportunità di avvicinarsi
allo sport e sperimentare una o più discipline.
Per questa ragione, grazie anche alla
collaborazione con i Licei partner, che hanno
all’attivo un indirizzo sportivo – il Liceo
“Peano-Pellico” di Cuneo, il Liceo “VascoBeccaria-Govone” di Mondovì e l’Istituto
Magistrale “De Amicis” di Cuneo – e il
patrocinio dell’Ufficio scolastico territoriale di
È stato possibile trasmettere ai ragazzi
i fondamenti delle tre discipline scelte
per le tre classi: pallapugno per le
prime, pallacanestro per le seconde
e atletica leggera per le terze
Cuneo, la Fondazione ha lanciato il progetto
Sport a scuola.
I plessi di scuola media che hanno aderito
all’iniziativa hanno svolto, nel corso dell’anno,
60 ore pomeridiane di avviamento alla
pratica sportiva, durante le quali i docenti
hanno coinvolto i ragazzi in diverse attività.
In particolare, è stato possibile trasmettere ai
ragazzi i fondamenti delle tre discipline scelte
per le tre classi: pallapugno per le prime,
pallacanestro per le seconde e atletica leggera
per le terze. Per ognuna delle discipline sono
stati organizzati tornei, prima a livello di plesso
e poi a livello provinciale.
Le migliori classi di ogni plesso hanno potuto
gareggiare, durante la giornata conclusiva
organizzata a Cuneo lo scorso 30 maggio,
nelle palestre dei Licei di corso Giolitti e della
scuola primaria di corso Galileo Ferraris e al
campo di atletica di corso Monviso.
Oltre 1.000 ragazzi − provenienti dai 18
plessi delle scuole che hanno preso parte
all’iniziativa − si sono sfidati durante la
mattinata, in un clima di competizione sportiva
e fair play, all’insegna della partecipazione
di tutti i componenti delle classi,
indipendentemente dalle capacità tecniche
di ciascuno. Il plesso di via Bersezio (Scuola
media unificata di Cuneo) ha trionfato nella
classifica generale, aggiudicandosi il trofeo
del progetto Sport a scuola. 
Paola Lussignoli
Referente settore Attività sportiva
73
25
RISORSE
Per sentirsi parte del mondo,
non un mondo a parte
Il progetto Raggi
Il 18 ottobre 2014 nasce l’associazione
culturale “Raggi da Oltre Confine”: è
composta da 15 amici che, insieme a me,
persona con disabilità, vogliono vivere
attivamente l’inclusione e il benessere. Il
termine “confine” richiama il concetto di
“limite”, che nel linguaggio comune ha
perlopiù un’accezione negativa. In realtà, il
”limite” non è solo quello che ci limita, ma è
anche ciò che ci descrive e racchiude, con le
nostre debolezze e caratteristiche.
Da tre anni, in collaborazione con l’educatore
Con ogni ragazzo è stato possibile
costruire un “ponte a due vie” invisibile,
che permette di entrare in punta di piedi
nel mondo dell’altro e di rimanervi,
seppur per un tempo breve, per offrire
spunti, prima di ritornare in se stessi
Michele Ottenga, abbiamo ideato e realizzato
il progetto Raggi con cui, partendo dalla mia
disabilità, intendiamo stimolare i ragazzi a
investire anche sulle debolezze, per trasformarle
in risorse. È un’iniziativa che ha come obiettivo
la prevenzione primaria della salute e la
promozione del benessere psico-sociale.
Abbiamo scelto di partire dalle scuole medie
e dalle superiori e, nonostante il periodo di
criticità economica degli istituti, l’adesione è
stata molto alta, anche grazie al contributo
della Fondazione CRC e di altri sponsor.
Nell’anno scolastico appena concluso,
hanno partecipato al progetto 15 istituti,
con il coinvolgimento di 1.120 studenti e 50
insegnanti, per un totale di 320 ore di lavoro
nelle classi. Tre sono le finalità che con questa
iniziativa intendiamo perseguire: contribuire alla
74
prevenzione del disagio giovanile, promuovere
comportamenti inclusivi, e incentivare il
benessere degli allievi. Possiamo oggi dire che
l’idea di raccontare “la vita concreta di una
persona disabile”si è rivelata una modalità
efficace per comunicare con gli studenti e
permette loro di uscire dal proprio “guscio”.
Abbiamo cercato di curare il più possibile i
contenuti dei singoli laboratori per catturare
al meglio l’interesse dei ragazzi, motivarli e
mantenere l’impegno costante e in crescendo.
In ogni incontro abbiamo cercato di creare
“spazi di cura personale”, momenti nei quali
ogni ragazzo potesse lavorare su dì sé, fare un
po’ di luce attraverso gli spunti forniti.
“Essere gruppo” in maniera nuova è stato
uno degli aspetti su cui abbiamo insistito
maggiormente. Abbiamo cercato, attraverso la
testimonianza diretta, di sottolineare che nelle
dinamiche di gruppo i forti non sono coloro
che non cadono, ma coloro che cercano le
risorse per rialzarsi, per andare avanti; coloro
che cercano il confronto. Abbiamo evidenziato
che la considerazione nei confronti degli altri
nasce da una sana autostima, che a sua volta
deriva dalla cura che ciascuno ha di sé.
Dalle condivisioni sono emersi tre bisogni
molto comuni tra i ragazzi coinvolti: il bisogno
di appartenenza, che è la necessità di sentirsi
parte di un gruppo e di cooperare con altri;
la ricerca di considerazione, che è il bisogno
di essere rispettati, apprezzati e approvato,
di sentirsi competenti e produttivi; infine, il
bisogno di autorealizzazione, inteso come
l’esigenza di affermare la propria identità e di
portare a compimento le proprie aspettative
(a partire dall’occupare una posizione
soddisfacente nella classe). Con ogni ragazzo
è stato possibile costruire un “ponte a due vie”
invisibile, che permette di entrare in punta
di piedi nel mondo dell’altro e di rimanervi,
seppur per un tempo breve, per offrire spunti,
prima di ritornare in se stessi.
Quando in classe mi presento, affermo
che il mio disagio è visibile, ma che tutti
noi ne abbiamo di forse più nascosti che ci
fanno “faticare” a camminare: tirarli fuori,
prenderne consapevolezza per poi averne
cura è un passo importante.
LA FONDAZIONE E IL TERRITORIO
Durante i laboratori, io sono sulla sedia
a rotelle, ma ognuno è sulla propria
“carrozzella emotiva”: l’obiettivo del lavoro è
comprendere che la dignità personale e altrui
va sempre rispettata, qualunque sia la sedia
su cui ci si poggia.
Per il prossimo anno scolastico, molte sono
le scuole interessate a proseguire questa
attività. Per continuare il lavoro con la cura
e l’attenzione necessarie, l’associazione
ha deciso di mettere una sorta di “numero
chiuso”: i corsi saranno 24, con un massimo di
3 laboratori per ognuno. Dopo il primo anno di
esperienza, dunque, l’avventura continua! 
Giampaolo Sandri
Presidente Associazione “Raggi da Oltre Confine”
La Fondazione CRC sostiene il progetto Raggi
75
I Tesori della terra
Che fanno bene,
e fanno del bene
La cooperativa “I Tesori della terra”, in
frazione San Bernardo di Cervasca, venerdì
10 giugno ha aperto le sue porte. L’occasione
era l’inaugurazione della nuova area esterna
realizzata grazie al progetto Agri Lab
sostenuto dalla Fondazione CRC. Tanti gli
ospiti intervenuti a questo appuntamento,
tra cui il vice ministro alle Politiche agricole
Andrea Olivero, il vescovo di Cuneo e
Fossano monsignor Piero Delbosco ,
l’assessore regionale Alberto Valmaggia, i
parlamentari Chiara Gribaudo, Mino Taricco
e Patrizia Manassero, la presidente regionale
di Coldiretti Delia Revelli e il presidente di
Confcooperative Cuneo Alessandro Durando.
Presente anche il responsabile generale della
Comunità Papa Giovanni XXIII (di cui la
cooperativa fa parte attraverso il Consorzio
“Condividere”), Giovanni Paolo Ramonda.
Gli ospiti si sono confrontati in municipio a
Cervasca sulla nuova Legge per l’agricoltura
76
sociale e il Programma di sviluppo rurale
(PSR) 2014-2020 come opportunità di
sviluppo del territorio. Un dibattito che ha
prodotto molti interventi e spunti, chiuso dal
viceministro Olivero che ha ribadito come
l’approvazione della Legge sull’agricoltura
sociale sia stato un «tassello fondamentale
per un nuovo tipo di agricoltura attenta,
responsabile e inclusiva». Parole simili
sono venute anche dai responsabili della
cooperativa, che hanno sottolineato
l’importanza non solo di fare rete, ma di
“essere rete”. Una rete in cui ognuno è una
tessera del mosaico, producendo secondo le
proprie possibilità. Un modello che restituisce
dignità alla parola “collega”, cioè come colui
che è unito agli altri, essenziale.
La prima eco-stalla d’Italia
La giornata è continuata in frazione San
Bernardo. La cooperativa, nata nei primi
anni Duemila dall’unione delle aziende
agricole Cascina Bianca e Panero Rosanna,
raggruppa oggi varie strutture: serre e
orti, un caseificio con punto vendita, una
fattoria didattica con un laboratorio per le
persone con disabilità, un maneggio, una
casa-famiglia e due stalle: una tradizionale
e un’innovativa eco-stalla, prima nel suo
Altri punti di forza della cascina
sono il maneggio e il laboratorio,
che offrono attività di supporto
alle persone con disabilità,
impiegando gli animali come
mediatori di relazioni positive
e come facilitatori di emozioni
genere in Italia. Un progetto, questo, nato
nel 2013 in collaborazione con l’Università di
Torino per rendere eco sostenibili le deiezioni
e per dare maggior benessere agli animali.
L’eco-stalla è interamente in legno, perciò
facilmente smontabile e poco impattante dal
punto di vista paesaggistico. Ma la vera novità
sta nella lettiera su cui i bovini sostano, perché
frutto dell’unione delle deiezioni alla frazione
organica (compost) che arriva direttamente
dai centri limitrofi di raccolta e smaltimento
dei rifiuti. Ogni giorno viene rimescolata e,
grazie alla naturale circolazione d’aria che
l’eco-stalla garantisce, viene mantenuto
un processo di fermentazione aerobica (in
presenza d’ossigeno). Questo consente di
ottenere un fertilizzante naturale che può
essere usato direttamente nei campi, senza
bisogno di essere trattato e senza il problema
dello spandimento dei liquami. Ogni anno
la lettiera viene integralmente sostituita. Nel
2014, poi, il Dipartimento di Veterinaria ha
voluto approfondire il benessere generato dal
nuovo metodo di allevamento: per questo ha
testato la quantità e qualità di latte prodotto
da queste vacche rispetto alle “tradizionali” e
dall’analisi è emerso come le prime fossero più
in forma, più sane e più produttive rispetto alle
seconde. Risultati questi che garantiscono al
consumatore la massima qualità dei prodotto
biologici certificati che troverà in cooperativa.
Non solo, perché altri punti di forza della
cascina sono il maneggio e il laboratorio,
che offrono attività di supporto alle persone
con disabilità, impiegando gli animali come
mediatori di relazioni positive e come
facilitatori di emozioni. Per dirla in altri
termini, una pet-therapy. Ma tutta l’azienda
è, in verità, una sorta di grande progetto di
terapia con gli animali, perché dà benessere
e lavoro a persone in difficoltà: oggi dà
occupazione a diciannove soci, cinque dei
quali svantaggiati, e impiega nelle sue varie
realtà oltre cinquanta lavoratori. È stata
tra le prime in Italia a credere e a investire
nell’agricoltura biologica sociale attraverso
il reinserimento terapeutico, nell’attività
produttiva, di persone disagiate.
Perché lavorare la terra fa bene e fa del
bene e perché ”tesori della terra“, in fondo,
siamo tutti noi. 
Maurizio Bergia
Presidente cooperativa sociale
“I Tesori della terra”
La Fondazione CRC ha sostenuto
il progetto Agri Lab
77
25
RISORSE
Dignità del cibo,
dignità della persona
L’attività del Banco
Alimentare
Da 23 anni il Banco Alimentare del Piemonte
sostiene le persone con problemi di povertà ed
emarginazione grazie a una presenza radicata
sul territorio regionale, con 5 magazzini a
Moncalieri, Novara, Asti, Biella e Fossano:
secondo le stime ISTAT, questa attività permette
di dare aiuto a circa il 46% delle persone
in difficoltà presenti nella nostra regione.
Grazie all’impegno di oltre 225 volontari, alla
generosità di 500 mila piemontesi che hanno
partecipato alla Colletta Alimentare, di 70
aziende, 161 supermercati appartenenti a 23
diverse catene e 17 mense, nel 2015 sono stati
raccolti e distribuiti 350 tonnellate di alimenti
freschi, 13 milioni di piatti.
La sede provinciale del Banco Alimentare del
Piemonte è dal 2005 a Fossano: una struttura
dotata di un magazzino di circa 600 metri
quadrati adeguatamente attrezzata, messa a
disposizione a titolo gratuito dalla Fondazione
Cassa di Risparmio di Fossano, dove vengono
stoccate le derrate raccolte in loco, oltre a
quelle provenienti dalla sede di Torino.
Tutte le attività sono gestite localmente grazie
all’impegno costante di 23 volontari e tramite
le procedure SAP (sistema informatico di
gestione e controllo), di cui la sede è stata
dotata a partire dal 2014.
Per l’anno 2015, 74 strutture caritative di
42 Comuni della provincia di Cuneo hanno
stipulato una Convenzione con il Banco
Alimentare del Piemonte, una rete che da aiuto
e supporto a oltre 13 mila persone in difficoltà:
il 50% sono di nazionalità italiana e altrettanti
sono gli stranieri, il 13% è rappresentato da
minori o bambini di età compresa tra 0 e 5 anni.
Nel corso del 2015 sono stati distribuiti alle 74
strutture caritative convenzionate in provincia
oltre 574 mila kg di prodotti alimentari.
Le fonti di raccolta degli alimenti si possono
suddividere in quattro settori principali:
• Prodotti AGEA: forniti a livello nazionale
dall’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura;
• Prodotti vari: raccolti localmente nella
Giornata Nazionale della Colletta Alimentare
o da donatori locali (industrie alimentari);
78
• Ortofrutta: prodotti del settore
agroalimentare;
• Prodotti della GDO: raccolti dalla catene
della Grande distribuzione organizzata.
Importante è stato anche il contributo dato
dalla provincia di Cuneo durante la Giornata
Nazionale della Colletta Alimentare dello
scorso novembre: sono stati raccolti
107.319 kg di prodotti alimentari, grazie al
generoso aiuto di 1.590 volontari che hanno
presidiato 220 punti vendita.
Il biennio 2014-15 è stato certamente uno dei
più critici della storia del Banco Alimentare: per
far fronte alla fine del programma europeo,
che garantiva il 40% del distribuito e un
importante contributo economico, il Banco
si è fortemente impegnato nel diversificare
gli approvvigionamenti, con l’obiettivo di
compensare il mancato arrivo di prodotti
europei gestiti da AGEA.
Il Banco Alimentare si è fortemente
impegnato per sviluppare la raccolta
di alimenti dalla grande distribuzione
organizzata e dalle industrie, e il recupero
di pasti dalle mense scolastiche, aziendali e
ospedaliere. Ottimi i risultati ottenuti, anche
se queste attività hanno implicato costanti
adattamenti logistici e operativi, a causa
di una maggiore complessità di gestione e
trasporto.
Il sostegno della Fondazione Cassa di
Risparmio di Cuneo ha consentito al Banco
Alimentare di superare con successo questa
delicata fase e di minimizzare le conseguenze
dei cambiamenti intercorsi per le strutture
caritative della provincia di Cuneo.
Un significativo esempio di come le
fondazioni di origine bancaria siano attente
alle esigenze del territorio e permettano di
valorizzare le buone prassi che la società civile
sa esprimere, grazie al valore della solidarietà
e del volontariato. 
Vilma Soncin
Direttore Banco Alimentare del Piemonte
La Fondazione CRC ha sostenuto
il Banco Alimentare del Piemonte
Il biennio 2014-15 è stato
certamente uno dei più critici
della storia del Banco Alimentare:
per far fronte alla fine del
programma europeo il Banco
si è fortemente impegnato
nel diversificare
gli approvvigionamenti
79
25
RISORSE
Il nostro compito
è tutelare la bellezza
La chiesa di
San Giovanni a Saluzzo
Le giornate di studio La chiesa di San Giovanni
e la cappella dei marchesi di Saluzzo:
materiali, tecniche e geometrie di un cantiere
medievale. Studi preliminari al restauro,
svolte a Saluzzo il 5 e il 6 maggio 2016 presso il
refettorio del convento di San Giovanni, hanno
prospettato esiti significativi sul futuro della
chiesa dell’antico complesso conventuale.
I lavori si sono conclusi con una tavola rotonda
che ha visto l’adesione e la presenza di tutte
le istituzioni amministrative, religiose, gli enti
La partecipazione dei cittadini è stata
la testimonianza del vivo interesse
presente per questo importante edificio,
simbolo della storia e del paesaggio
saluzzese, e nel contempo bene culturale
di rilevanza internazionale
di tutela e di ricerca e le fondazioni bancarie
coinvolte in questi anni nelle ricerche e nei
progetti di restauro per la chiesa: la Diocesi
di Saluzzo, il Comune di Saluzzo, la Regione
Piemonte, le Fondazioni Cassa di Risparmio di
Cuneo e di Saluzzo, la Soprintendenza Belle
Arti e Paesaggio per le province di Alessandria,
Biella, Asti, Cuneo, Novara, Verbano-CusioOssola e Vercelli e il Politecnico di Torino.
La partecipazione dei cittadini è stata la
testimonianza del vivo interesse presente per
questo importante edificio, simbolo della storia
e del paesaggio saluzzese, e nel contempo
bene culturale di rilevanza internazionale.
Il confronto emerso in questa occasione ha
sottolineato la necessità di proseguire, dopo
l’importante fase di studi e di conoscenza,
al fine di operare per il suo mantenimento,
promuovendo la conservazione, il restauro e
80
la sua fruizione. Molte le suggestioni e le idee
proposte: dalla necessità di definire fin da subito
un progetto di valorizzazione in concomitanza
con la ricerca dei fondi (anche attraverso forme
innovative come il crowfunding per i beni
culturali) e con l’individuazione di soluzioni
per la gestione del bene, fino alla “adozione”
dell’edificio da parte dei cittadini, investendo in
comunicazione e fidelizzazione della sua storia
e della sua cultura.
Le giornate di studio sono nate dalla volontà di
presentare al pubblico le importanti ricerche e i
cantieri di conoscenza realizzati in questi ultimi
anni da enti di ricerca e di tutela: il Politecnico
di Torino e di Milano, l’Università di Pisa, la
Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio e la
Diocesi di Saluzzo,.
Dal 2010 al 2014 il Politecnico di Torino ha
promosso e attuato un progetto di ricerca
sull’architettura e sulle tecniche costruttive
attraverso l’individuazione dei modelli
architettonici del cantiere della chiesa
domenicana, con tecniche innovative di rilievo
metrico tridimensionale e di diagnostica e con
l’analisi dei materiali e delle tecniche costruttive
impiegate nella cappella marchionale. La
collaborazione con il Politecnico di Milano,
nell’ambito del master Architettura e
Costruzione. Progettazione Contemporanea
con la pietra, e con la Scuola di Specializzazione
in Beni Architettonici e del Paesaggio del
Politecnico di Torino ha permesso di diffondere
la conoscenza tra gli studenti, che hanno avuto
la possibilità di crescere nella loro formazione
specialistica, confrontandosi con laboratori e
analisi condotti nei cantieri di restauro avanzati,
e contribuire all’approfondimento, con percorsi
di tesi sui temi della conservazione.
Le ricerche maturate in questi anni con gli
studi sulla storia dell’edificio e sulle sue
trasformazioni costruttive e artistiche hanno
fatto emergere nuovi e interessanti elementi
sulla costruzione della chiesa e le analisi
relative ai materiali e alle tecniche costruttive
sulla Cappella marchionale hanno confermato
l’importanza dell’edificio anche in ambito
internazionale.
La Cappella marchionale è un gioiello del tardo
gotico saluzzese che dialoga per importanza
LA FONDAZIONE E IL TERRITORIO
con i noti esempi francesi delle cappelle di
Chambery, Vincennes e Brou e con gli esiti
raggiunti nei cantieri del Duomo di Milano
grazie alla specializzazione e alla capacità
tecnica delle maestranze impiegate nel
cantiere medievale.
Nelle giornate di studio sono stati anche
illustrati i risultati ottenuti con i primi cantieri
di restauro attuati e finanziati dal Ministero dei
Beni, delle Attività Culturali e del Turismo ed
è stato presentato al pubblico l’approfondito
progetto preliminare di restauro predisposto
per la chiesa dall’arch. Paolo Bovo, che
attende ora di essere attuato, a partire dagli
elementi che mostrano un degrado maggiore
per procedere, nel prossimo futuro, al restauro
dell’intero complesso.
Sperando che tutto quanto effettuato
possa rappresentare l’inizio di un nuovo
percorso, per fare diventare la chiesa di San
Giovanni un monumento “adottato” da
tutta la comunità e l’emblema del patrimonio
culturale di Saluzzo e non solo, anche a fronte
dei continui riconoscimenti pubblici come
quelli del critico d’arte Philippe Daverio che
solo pochi giorni fa ricordava che Saluzzo
conserva una delle chiese tardo gotiche più
raffinate del Piemonte! 
Silvia Beltramo
Politecnico di Torino
Coordinatore scientifico del progetto di ricerca
La Fondazione CRC ha finanziato gli studi
preliminari sulla chiesa di San Giovanni
e la Cappella dei Marchesi
81
25
RISORSE
Lo spazio e lo spirito
nell’arte visiva
Due importanti
mostre proposte dalla
Fondazione Bottari Lattes
La Fondazione Bottari Lattes continua la
sua attività culturale, divulgativa e artistica
sul territorio delle Langhe, grazie anche al
contributo della Fondazione CRC, proponendo
due mostre di forte richiamo: Walter Bonatti.
Fotografie dai grandi spazi a Monforte e
Roberto Demarchi. Forma, materia e spirito a
Palazzo Tovegni di Murazzano. Quest’ultima
proseguirà da settembre a Monforte d’Alba,
nella sede della Fondazione Bottari Lattes, e
anche a Torino, presso lo Spazio Don Chisciotte
di via Della Rocca 37.
La mostra di Bonatti è promossa e prodotta
da Contrasto, Civita e GAmm Giunti in
collaborazione con l’Archivio Bonatti e
organizzata dalla Fondazione Bottari Lattes
e dall’Associazione Giulia Falletti di Barolo.
82
L’esposizione offre l’occasione di apprezzare le
fotografie scattate dall’indimenticabile alpinista
ed esploratore durante le sue spedizioni per
la rivista EPOCA, in oltre 30 anni di viaggi
alla scoperta dei luoghi meno conosciuti e
più impervi della Terra. Dai gelidi paesaggi
antartici alla Patagonia, dalle Ande boliviane a
Ayers Rock, dalle sorgenti del Nilo allo Yukon
River, passando dai deserti della Namibia al
vulcano Krakatoa, le fotografie sviluppano un
unico racconto visivo. Un insieme di immagini
straordinarie, stampate in grande formato,
un’avventura esistenziale unica che permette al
visitatore di conoscere l’alpinista, l’esploratore,
ma soprattutto il fotografo.
Bonatti imparò a fotografare e a scrivere le
proprie avventure con la stessa dedizione
posta nell’apprendere i segreti della
montagna. In ogni viaggio, Bonatti partiva
alla ricerca dei suoi ricordi letterari e dei suoi
eroi, provando a riviverne le avventure.
La fotografia era fondamentale in questo
processo di immedesimazione. Molte tra le
folgoranti immagini di Bonatti sono grandiosi
“autoritratti ambientati” e i paesaggi in cui si
muove sono insieme luoghi di contemplazione
e di scoperta. Nelle fotografie, Bonatti riesce
a cogliere la sua stessa fatica, la gioia per una
scoperta, così come le geometrie e le vastità
della natura che andava esplorando.
Roberto Demarchi svolge invece un altro tipo
di esplorazione, tutta cerebrale, sui grandi
temi della ricerca filosofica, dalla Natura al
Sacro, trasformando le immagini evocate dalle
parole di importanti autori in composizioni
astratte, giocate sulla combinazione delle
forme geometriche e delle vibrazioni dei colori
puri. Quella di Murazzano è la prima tappa
di un ciclo di tre mostre di Roberto Demarchi,
organizzate dalla Fondazione Bottari Lattes,
che offrirà al pubblico la possibilità di rivedere
un vasto corpus di opere che vanno dal 2001
al 2015, tratte da numerose esposizioni
realizzate in precedenza dal pittore torinese
e curate da storici e critici dell’arte quali
Antonio Paolucci, Claudio Strinati, Luca
Beatrice. Opere sulle quali, negli anni, si è
posata l’attenzione di scrittori e poeti: Andrea
Zanzotto, Giovanni Raboni, Yves Bonnefoy,
LA FONDAZIONE E IL TERRITORIO
Gunter Kunert, Pavlos Matesis, Titos Patrikios.
L’arte di Roberto Demarchi ha trovato negli
anni un’intensa quanto misteriosa, nel suo
farsi, sintesi di forma, materia e spirito.
La loro sinergia è una delle componenti
essenziali di questo evento, che si sviluppa in
tre tappe: a Palazzo Tovegni di Murazzano
con la riflessione, attraverso un linguaggio
pittorico astratto, sul momento aurorale
del pensiero occidentale; navigando, nelle
sale della storica sede della Fondazione a
Monforte, nei mari profondi dell’origine
della nostra comune storia e dei nostri
comuni miti, così come narrati nell’Antico e
Nuovo Testamento; e infine condensandosi
in un’antologia, un compendio esistenziale,
nello spazio Don Chisciotte a Torino.
Sono proprio la vita, l’esistenza il collante che
fa di queste tre componenti (forma, materia e
spirito) il fil rouge che lega queste mostre. 
Fondazione Bottari Lattes
La Fondazione CRC ha finanziato le mostre
della Fondazione Bottari Lattes
Walter Bonatti. Fotografie dai grandi spazi
Fondazione Bottari Lattes • Via Marconi 16 • Monforte d’Alba (Cn)
Fino al 2 settembre 2016
lunedì-venerdì ore 14.30-17.00
sabato e domenica ore 15.30-18.30
Roberto Demarchi. Forma, materia e spirito
Palazzo Tovegni
Via Conte Adami, Murazzano (CN)
Fino al 21 agosto 2016
Da giovedì a sabato ore 15-18, domenica ore 10-12 e 15-18
Spazio Don Chisciotte
Via della Rocca 37, Torino
Dal 15 settembre al 6 novembre 2016
Da martedì a sabato ore 10.30-12.30; 15-19.
Fondazione Bottari Lattes
Via Marconi 16, Monforte d’Alba (CN)
Dal 17 settembre al 12 novembre 2016
Da lunedì a venerdì ore 14.30-17; sabato e domenica ore 15.30-18.30
Per entrambe le mostre l’ingresso è libero
Per info: +39 0173 789282
[email protected]
www.fondazionebottarilattes.it
83
25
RISORSE
Nessun istituto di ricerca,
università o struttura sanitaria
aveva mai tentato prima di
misurare in maniera oggettiva
come la fruizione di beni e
attività culturali fosse in grado
di influire sulla percezione
di benessere delle persone
84
LA FONDAZIONE E IL TERRITORIO
La cultura
fa star bene!
Ora c’è (anche)
la prova scientifica
Quanto leggere un libro, assistere a un
concerto, visitare una mostra o partecipare a
un evento culturale fa stare bene? Verificarlo
è stato l’obiettivo della ricerca realizzata
nell’ambito di Magnificat Follow-up dalla
cooperativa Kalatà, in collaborazione con il
professor Enzo Grossi – docente dell’Università
di Bologna e membro del comitato scientifico
EXPO 2015 – e l’ASL CN1 di Cuneo.
Magnificat è il progetto di Kalatà che ha
consentito, anche grazie al costante supporto
della Fondazione Cassa di Risparmio di
Cuneo, la messa in sicurezza di un percorso
di salita e visita alla cupola del Santuario di
Vicoforte, fruito durante la prima edizione da
più di 22 mila visitatori. A partire dal mese di
novembre 2015, l’esperienza è proseguita con
Magnificat Follow-up, iniziativa sostenuta
dalla Compagnia di San Paolo e finalizzata al
coinvolgimento di target differenziati e alla
scalabilità del modello gestionale.
Esiste indubbiamente un rapporto privilegiato
tra partecipazione culturale e stato di salute.
Alcuni studi, come evidenziato dal professor
Grossi, hanno dimostrato come la fruizione
intelligente del tempo libero si associ a un
prolungamento dell’aspettativa di vita e a una
riduzione di alcune patologie degenerative,
come la malattia di Alzheimer o il cancro.
L’attività culturale è un importante strumento
in grado di prevenire il declino cognitivo,
diminuire le condizioni di stress e contribuire al
benessere generale.
85
Fino a oggi però, nessun Istituto di ricerca,
università o struttura sanitaria aveva mai
tentato di misurare in maniera oggettiva
come la fruizione di beni e attività culturali
fosse in grado di influire sulla percezione di
benessere delle persone. Sabato 9 e domenica
10 aprile 2016, nell’ambito di Magnificat sono
state quindi sviluppate le fasi sperimentali di
una ricerca medico-scientifica finalizzata a
indagare proprio questi aspetti.
Hanno partecipato allo studio un centinaio
di persone di età compresa tra i 19 e gli 81
anni, provenienti in gran parte dalla provincia
di Cuneo. Ai visitatori che hanno aderito
all’iniziativa è stato chiesto di effettuare una
serie di semplici test: un questionario, che ha
valutato lo stato generale di benessere fisico e
psicologico di ciascun soggetto e il suo livello
86
di “consumo culturale” e un tampone, che ne
ha invece rilevato, prima e dopo l’esperienza
di visita alla cupola del Santuario, il livello di
cortisolo salivare. Il cortisolo è il cosiddetto
“ormone dello stress”: i suoi livelli aumentano
all’aumentare di uno stato di tensione e
nervosismo, diminuiscono invece in una
condizione di benessere.
Se i visitatori, al termine dell’esperienza,
avevano già percepito un aumento
considerevole del loro stato di benessere,
l’esito delle analisi di laboratorio ha
confermato appieno le aspettative: il livello
medio di cortisolo si è infatti ridotto di
oltre il 60%. Ammirare da vicino la cupola
ellittica più grande al mondo, osservare da
una prospettiva del tutto inedita i 6 mila
metri quadrati di affresco che la decorano,
conoscere dall’interno le straordinarie vicende
che hanno portato alla sua realizzazione
hanno consentito ai partecipanti all’indagine di
accrescere il valore di un’esperienza culturale
irripetibile e di forte impatto emozionale.
Utile e necessario a potenziare la partecipazione
e la fruizione culturale è rivolgere una particolare
attenzione tanto al potenziale impatto che l’arte
e la bellezza possono avere sulla salute umana,
quanto, come evidenzia il professor Grossi, a
come l’esposizione alla bellezza sia in grado di
promuove il benessere psicologico e la salute
cerebrale, creando le basi per nuove politiche di
welfare. 
Kalatà – Progetti per fare cultura
La Fondazione CRC ha sostenuto Magnificat
per le edizioni 2015 e 2016
Magnificat 2016
Dal 23 aprile scorso, e fino al 30 ottobre 2016, Magnificat vi
aspetta nuovamente per farvi vivere la storia di un cantiere
secolare, scoprendo dall’interno le vicende del Santuario di
Vicoforte, capolavoro del Barocco piemontese e della sua
grandiosa cupola ellittica, la quinta al mondo per dimensioni.
Grazie a un percorso appositamente messo in sicurezza, che
attraversa locali mai aperti al pubblico, è possibile percorrere gli
antichi camminamenti riservati alle maestranze e raggiungere la
sommità dell’edificio, godendo di un affaccio mozzafiato dall’alto
del cupolino a 75 metri di altezza.
Una visita emozionante per conoscere, gradino dopo gradino, gli
aspetti architettonici, storici, artistici del Santuario e le sofisticate
tecnologie che oggi consentono il costante monitoraggio di
questo eccezionale monumento d’arte e di fede.
Per informazioni e prenotazioni: magnificat-italia.com
87
25
RISORSE
Le strade militari
d’alta quota
Un patrimonio
da valorizzare
Tra Valle d’Aosta, Piemonte e Liguria sono
presenti circa 2.000 chilometri di ex strade
militari realizzate tra il 1700 e il 1940, epoca
nella quale fu portato a termine il cosiddetto
“Vallo Alpino”: un’imponente serie di strade
e di opere difensive che contrassegna tutto
È stata avviata un’attività di
sensibilizzazione dell’utenza turistica
e degli stessi operatori economici
locali, per favorire la diffusione di nuovi
modelli di fruizione, improntati a una
maggiore sostenibilità ambientale
e più rispettosi del territorio e delle sue
valenze e peculiarità
l’arco alpino occidentale senza soluzione di
continuità, patrimonio d’inestimabile valore
dal punto di vista storico e ingegneristico, ma
anche paesaggistico e culturale. Cessata la
funzione militare, la rete viaria d’alta quota
è stata abbandonata e giace in condizioni di
avanzato degrado, pur avendo ancora oggi
utilità fondamentali: il raggiungimento degli
alpeggi in quota e il transito intervallivo.
Inoltre, in prospettiva futura, acquisterà
una valenza ancora maggiore, connessa alla
possibile valorizzazione turistica dell’ambito
territoriale in cui si trovano le strade.
L’importanza delle strade è stata evidenziata
anche dalla Regione Piemonte che nel
2010 ha approvato una legge (n. 9/2010)
finalizzata proprio alla realizzazione di
“Iniziative per il recupero e la valorizzazione
delle strade militari dismesse”. La legge
regionale piemontese riconosce il loro ruolo in
88
qualità di percorsi storico-culturali e turisticosportivi, mirando al loro recupero e alla loro
valorizzazione attraverso l’inserimento in
circuiti escursionistici. Per la realizzazione
di queste iniziative la Regione Piemonte
ha previsto una dotazione finanziaria da
rinnovare annualmente, che risulta però
ampiamente sottodimensionata rispetto
alle esigenze reali: per salvaguardare questo
patrimonio è pertanto necessario porre in
atto un’azione integrata, che mobiliti interessi
plurimi e favorisca il reperimento di differenti
fonti di finanziamento.
In questa prospettiva i Comuni di Acceglio,
Canosio, Castelmagno, Demonte, Marmora,
Pietraporzio, Sambuco, in collaborazione
con le Comunità montane della Valle Stura e
delle Valli Grana e Maira (ora trasformate in
Unioni montane), hanno promosso a partire
dal 2013 un’iniziativa congiunta, formalizzata
mediante la sottoscrizione di un Protocollo
d’Intesa, che si propone concretamente
l’obiettivo di tutelare e valorizzare le strade ex
militari nel quadro di una gestione integrata
delle risorse dell’ambito territoriale posto alla
convergenza delle valli Stura, Grana e Maira.
L’area, compresa all’incirca tra il passo della
Gardetta e il Colle di Valcavera, è attraversata
da alcuni tratti di strade ex militari tra i più
significativi – dal punto di vista paesaggistico
e ambientale – di tutto l’arco alpino e si presta
particolarmente allo sviluppo di un’offerta
turistica multisettoriale.
Come primo passo, le amministrazioni
comunali citate hanno avviato la procedura
per l’acquisizione della rete viaria in oggetto
dal demanio militare, così da poterne
disporre ufficialmente sia per realizzare
gli indispensabili lavori di manutenzione e
ripristino sia per regolamentarne l’accessibilità
e l’utilizzo in base alle condizioni stesse delle
strade e al tipo di proposta turistica che si
intende attivare, improntata alla tutela e alla
sostenibilità ambientale.
Successivamente si è proceduto alla
presentazione di richieste di finanziamento
a valere su bandi delle principali fondazioni
bancarie piemontesi. La Fondazione CRC
in primis ha finanziato il progetto erogando
89
25
RISORSE
nell’arco di tre annualità circa 90 mila euro,
seguita dalla Compagnia di San Paolo. Le
risorse disponibili hanno consentito l’avvio
del progetto di tutela e valorizzazione del
patrimonio viario ex militare a partire dagli
interventi considerati prioritari: l’attuazione
dell’iniziativa nella sua interezza richiede infatti
un budget ben più cospicuo, che permetta
specifici interventi strutturali finalizzati alla
conservazione delle strade.
In prima battuta, l’attenzione è stata pertanto
rivolta alla costruzione di un sistema di
regolamentazione della viabilità veicolare che
dovrebbe consentire di ridurre drasticamente
i passaggi di automezzi, soprattutto lungo
i tracciati d’alta quota dell’altipiano della
Gardetta, i più minacciati dal punto di vista della
conservazione, ma anche i più affascinanti e
spettacolari: essi infatti si snodano, praticamente
in piano, per più di 25 chilometri a oltre 2.000
metri d’altezza. L’obiettivo dell’intervento
finanziato è quello di dare continuità ed efficacia
all’iniziativa, intrapresa da alcuni Sindaci dei
Comuni coinvolti nel progetto, di chiudere
al traffico veicolare le strade almeno nelle
giornate estive di maggior afflusso.
L’intervento prevede, in corrispondenza
del Colle Valcavera (Comune di Demonte)
e del Colle del Preit (Comune di Canosio),
l’installazione di due barriere temporizzate
dotate di un sistema di sblocco per consentire
90
il passaggio di soggetti autorizzati (residenti,
malgari, addetti alla manutenzione, mezzi di
soccorso, ecc.) e per garantirne l’uscita verso
valle. Per il loro funzionamento è prevista
l’installazione di due pannelli fotovoltaici, dove
non sia presente la rete elettrica municipale.
La fase successiva, complementare alla
prima, prevede l’installazione di tre barriere
sulle strade ex militari nelle alte valli Stura
(Vallone dell’Arma), Grana e Maira (Vallone
di Marmora), in corrispondenza della frazione
San Giacomo (Comune di Demonte),
del Santuario di San Magno (Comune di
Castelmagno) e dell’Alpe Valanghe (Comune
di Marmora). Ciascuna barriera sarà dotata
di lettore ottico (QR code, codice a barre,
ecc.) di ticket per l’accesso a pagamento
dei percorsi in quota delle strade ex militari.
I biglietti saranno acquistabili presso
esercizi convenzionati e/o direttamente
on line (portale web e/o app dedicati).
Complessivamente, l’iniziativa necessita di
oltre 200 mila euro, in gran parte garantiti
dal contributo della Fondazione CRC e della
Compagnia di San Paolo, che coprirà la parte
progettuale e la realizzazione delle opere,
cui si dovrebbe aggiungere il finanziamento
richiesto alla Regione Piemonte, a valere sul
bando connesso alla misura 7.5.1 del nuovo
PSR 2014/2020. La tempistica d’attuazione ha
visto lo svolgimento della progettazione delle
opere nel corso del 2015, la realizzazione della
prima parte d’interventi (percorso in quota)
nel 2016 e, nel 2017, vedrà la parte inerente i
collegamenti intervallivi.
Parallelamente all’azione strutturale è
stata avviata un’attività di sensibilizzazione
dell’utenza turistica e degli stessi operatori
economici locali, per favorire la diffusione
di nuovi modelli di fruizione dell’ambito
di progetto, improntati a una maggiore
sostenibilità ambientale e più rispettosi del
territorio e delle sue valenze e peculiarità.
La risposta, avuta per ora sulla base della
chiusura sperimentale della strada attuata dai
Comuni di Canosio e Sambuco, è positiva.
I visitatori intervistati hanno espresso
grande apprezzamento per l’iniziativa che,
consentendo la percorrenza delle strade a
piedi, in bicicletta, a cavallo senza la presenza
invasiva degli automezzi, ha offerto una
condizione particolarmente favorevole
per godere di un contesto ambientale e
paesaggistico davvero eccezionale. Più a
lungo termine, vi è l’obiettivo di organizzare
e potenziare eventi (sull’esempio della Sky
Marathon) che richiamino in loco e facciano
conoscere le potenzialità dell’area a un ampio
pubblico; è inoltre prevista l’attivazione di
servizi di trasporto integrativo (realizzato
con mezzi elettrici) per facilitare l’accesso
di persone che per diverse ragioni debbano
ricorrere all’ausilio di un automezzo.
Perché l’iniziativa possa trovare compimento
e piena sostenibilità economico-finanziaria
occorre ancora prevedere la realizzazione
di due interventi fondamentali: il
recupero di alcuni tratti della rete di ex
strade militari (soprattutto la parte più in
quota, pesantemente compromessa) e la
realizzazione di uno o due posti tappa, che
possano ospitare i turisti. Oggi infatti sono
poche e con un limitato numero di posti letto
le strutture turistiche esistenti, certamente
non sufficienti a offrire al visitatore,
prevalentemente straniero, una proposta di
vacanza della durata minima di 4/5 giorni .
Un bene che sicuramente potrebbe essere
recuperato con questa finalità è il complesso
delle caserme (ex militari) in località Bandia, di
straordinario valore architettonico e culturale
che il Comune di Sambuco ha da poco
acquisito dal demanio militare.
Con questi obiettivi gli enti interessati stanno
predisponendo nuove progettualità e richieste
di contributo che possano reperire le risorse
previste (circa 1,5 milioni di euro) e consentire
la realizzazione degli interventi citati. 
Andrea Marino
La Fondazione CRC ha sostenuto il progetto
di valorizzazione delle strade militari
91
25
RISORSE
Il Giro d’Italia
in provincia di Cuneo
Tre giorni di grandi
successi
Una scommessa vinta da tutto il territorio.
Potrebbe essere questo il risultato finale della
tre giorni in provincia di Cuneo del Giro d’Italia
2016. La speranza di un successo, che si è poi
rivelato tale, era stata resa pubblica a dicembre
dello scorso anno, quando per la prima volta
nella storia della corsa si decise di istituire un
Comitato di tappa unico per le diverse tappe
sul territorio provinciale. E in effetti è stato
così: un trionfo incredibile di partecipazione, di
folla, di promozione del territorio, di iniziative
e coinvolgimento. Un successo che ha fatto
esclamare a Marco Nardoni, responsabile di
partenza del Giro d’Italia, colui che coordina
l’organizzazione dell’incredibile macchina
della Corsa Rosa in tutti i “Villaggi del Giro”
costruiti e ricostruiti di giorno in giorno in tutto
il Paese: «Cuneo è una città bellissima, pulita e
ordinata, avete la più bella piazza del Giro d’Italia,
l’organizzazione del Comitato di tappa è stata
impeccabile sia qui sia a Sant’Anna di Vinadio.
E francamente in questo Giro d’Italia, che è stato
molto seguito, non ho mai visto tanta gente come
a Cuneo. Questa notte rosa è strepitosa!».
La Corsa Rosa in provincia di Cuneo non ha
deluso le attese e le strade della Granda hanno
ricambiato con il grande affetto di migliaia
92
di appassionati e con percorsi affascinanti
che hanno deciso le sorti del Giro e imprese
destinate a restare impresse nella memoria
collettiva. E che il Giro d’Italia in provincia di
Cuneo dal 27 al 29 maggio sia stato un successo
incredibile lo dicono anche i numeri televisivi: la
tappa di Sant’Anna di Vinadio ha ottenuto più
del 30% di share diventando, con la sua media
di 4,1 milioni di telespettatori, la tappa di gran
lunga più vista del Giro d’Italia 2016. E la puntata
serale del Processo alla tappa, con uno share del
20%, è risultata la più seguita in tutto la storia del
Giro, non solo di quello del 2016. Testimonianza
che Cuneo, Vinadio, Sant’Anna e le valli cuneesi
sono rimaste negli occhi e nella testa di tanti e che
rimarranno per sempre nella storia della Corsa
Rosa. Altra conferma è arrivata dalle presenze
incredibili alle tre “Notti Rosa” di Saluzzo, di
Vinadio e specialmente di Cuneo, che nella serata
finale di sabato 28 maggio ha visto il capoluogo
letteralmente preso d’assalto in ogni strada e
in ogni piazza da migliaia e migliaia di persone,
entusiaste del Giro e dell’organizzazione di
una serie di eventi semplici ma coreografici e
piacevoli, perché in ogni angolo c’era spazio
per un’iniziativa e un momento di festa.
A dare una mano al successo, ben preparato
con mesi e mesi di lavoro, hanno contribuito
anche altri due fattori. Il primo si è rivelato il
tempo: il meteo ha regalato, dopo il freddo
e la pioggia dei giorni precedenti, tre giorni
splendidi nello scenario unico delle montagne
del cuneese. Il secondo è stato il fattore “gara
sportiva”: gli esperti, in fase di presentazione
del Giro d’Italia, avevano segnalato la tappa
da Guillestre a Sant’Anna di Vinadio come
la più affascinante e probabilmente decisiva
del 99° Giro d’Italia. Ma la realtà ha superato
addirittura le previsioni: il “tappone” alpino di
sabato 28 maggio non è solo stato decisivo per
la classifica finale, ma ha anche trovato posto
tra le pagine delle tappe più belle e avvincenti
della storia del Giro d’Italia. Nella tappa
“provinciale” da Pinerolo a Risoul, con la
salita alla Cima Coppi rappresentata dal Colle
dell’Agnello, la caduta nella discesa è costata
cara all’olandese Kruijswijk, transitato in cima
LA FONDAZIONE E IL TERRITORIO
La Corsa Rosa in provincia di Cuneo
non ha deluso le attese e le strade
della Granda hanno ricambiato
con il grande affetto di migliaia di
appassionati e percorsi affascinanti
che hanno deciso le sorti del Giro
al colle insieme a Chaves e Nibali, perché ha
riportato quest’ultimo in corsa per la maglia
rosa. E così il siciliano, già vincitore di un
Giro, di un Tour e di una Vuelta, proprio quel
giorno ha iniziato a scrivere il suo capolavoro
sulla salita del Colle dell’Agnello, nella discesa
successiva, nell’ascesa conclusiva a Risoul.
Impresa completata il sabato, nell’irresistibile
salita al Colle della Lombarda e in quella a
Sant’Anna di Vinadio, grazie a cui ha sfilato la
maglia rosa agli avversari e ha conquistato il
Giro d’Italia 2016.
«Non possiamo che essere contenti di un
successo senza precedenti − spiega il presidente
del Comitato Cuneo Granda Giro d’Italia 2016,
e ora presidente dell’ATL del Cuneese, Mauro
Bernardi − Chiudiamo la tre giorni in rosa della
nostra provincia con numeri, partecipazione e
soddisfazione. Un grazie sincero a tutti quelli
che hanno collaborato alla riuscita di questo
grande evento, dai due Comuni che hanno
sempre creduto e lavorato per l’evento, Cuneo
e Vinadio, agli sponsor, le forze dell’ordine,
le associazioni di categoria e tutti i mezzi di
informazione, ai cuneesi e ai tanti turisti che
hanno partecipato alle nostre iniziative.
E un complimento spassionato e davvero
sentito ai componenti del Comitato di tappa
che gratuitamente hanno speso tanto del loro
tempo per un’organizzazione che non ha lasciato
davvero nulla al caso». 
Comitato Cuneo Granda Giro d’Italia 2016
La Fondazione CRC ha sostenuto
il Comitato organizzatore delle tappe
in provincia di Cuneo
93
Lo staff della Fondazione
Andrea Silvestri
Claudio Alberto
Vice Direttore Generale
Responsabile Segreteria di Presidenza
Tel. 0171.452720
Tel. 0171.452740
Tel. 0171.452751
Lorenza Arlotto
Melania Dalmasso
Nicola Pugliese
Tel. 0171.452720
Tel. 0171.452721
Tel. 0171.452722
Responsabile Segreteria
Wilma Tesio
Segreteria
Debora Botasso
Segreteria
Deborah Cortassa
Gestione del patrimonio
Gestione del patrimonio
Gestione del patrimonio
Tel. 0171.452741
Tel. 0171.452745
Tel. 0171.452740
Giorgio Rostagno
Giulia Manassero
Andrea Alfieri
Gestione del patrimonio
Responsabile Attività Istituzionale
Sviluppo locale e Ricerca scientifica
Tel. 0171.452744
Tel. 0171.452773
Tel. 0171.452735
Enea Cesana
94
Roberto Giordana
Direttore Generale
Valentina Dania
Ilenia Garino
Monitoraggio e valutazione
Arte, attività e beni culturali
Amministrazione contributi
Tel. 0171.452736
Tel. 0171.452734
Tel. 0171.452715
Paola Lussignoli
Attività sportiva
Educazione, istruzione e formazione
Irene Miletto
Gianluca Olivero
Tel. 0171.452737
Tel. 0171.452732
Tel. 0171.452733
Federica Tallone
Welfare e Salute
Amministrazione contributi
Responsabile Centro Studi
Elena Bottasso
Stefania Avetta
Tel. 0171.452731
Tel. 0171.452775
Tel. 0171.452774
Donatella Botanica
Antonella Bersezio
Manuela Martino
Tel. 0171.452717
Tel. 0171.452742
Tel. 0171.452747
Claudio Pecollo
Valentina Tassone
Amministrazione
Responsabile Ufficio Legale e Gestione Qualità
Tel. 0171.452743
Tel. 0171.452747
Tel. 0171.452729
Responsabile Amministrazione
Amministrazione
Francesco Bertello
Amministrazione
Stefano Bottasso
Centro Studi
Amministrazione
Alessandro Mazzola
Carlo Giraudo
Responsabile Comunicazione
Responsabile Sistemi Informativi
Responsabile Servizi Tecnici
Tel. 0171.452771
Tel. 0171.452761
Tel. 0171.452760
95
Risorse
Rivista della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo
Anno 13 - n. 1
Semestrale
Direttore responsabile:
Francesco Bertello
Direzione:
Via Roma 17 - 12100 Cuneo
Autorizzazione del tribunale di Cuneo n.577 del 23-3-2004
Poste Italiane SpA
Spedizione in abbonamento postale - 70% - DCB/CN
In caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO
di Cuneo per la restituzione al mittente
Fonti iconografiche:
Francesco Doglio (copertina, pp. 4, 8, 9, 70, 71), Kalatà (p. 6, 84, 85, 86, 87), Artic Video (p. 6), Severino Marcato (p. 6),
Marco Sasia (pp. 9, 94, 95), ESA-P. Carril (p. 14), Sonia Ponzo (pp. 18, 19, 27, 31, 44), Enrico Marcoz (p. 21), AutoriVari
(pp. 24, 72, 73), Metro Granda (p. 25), Antonia Giusino (p. 31), Angelo Rigio (p. 31), Federico Carle (pp. 47, 76, 77),
Enzo Bruno - Più Eventi Edizioni (pp. 64, 65), Silvia Beltramo (p. 81), Andrea Marino (pp. 89, 90, 91), Comitato Cuneo Granda
Giro d’Italia (pp. 92, 93)
European Foundation Centre (pp. 28, 29), IC “Muzzone” Racconigi (p. 35), IC di Cervasca (p. 39),
Comune di Borgo San Dalmazzo (pp. 40, 41, 66, 67), ASL CN2 (p. 45), Consorzio Monviso Solidale (p. 46),
Consorzio per i servizi socio assistenziali Valli Grana e Maira (p. 49), Fondazioni for Africa Burkina Faso (pp. 50, 51, 52, 53),
Fondazione con il Sud (p. 56), Associazione Art.ur (p. 57), Associazione Switch on Future (p. 58), Associazione Colline e Culture
(p. 59), Museo diffuso Paesi di San Dalmazzo (pp. 60, 61), IIS “Vasco-Beccaria-Govone” (pp. 62, 63), Università degli Studi
di Torino (pp. 68, 69), Associazione Raggi da Oltre Confine (p. 75), Banco Alimentare del Piemonte (p. 79)
ShutterStock (pp. 15, 16), Contrasto (pp. 17, 20, 22, 23, 83), iStock (p. 27), Walter Bonatti\Contrasto (p.82)
La Fondazione è a disposizione di tutti i proprietari di diritti sulle immagini riprodotte,
nel caso non si fosse riusciti a reperirli per chiedere debita autorizzazione
Didascalie dell’articolo Lo spazio e lo spirito nell’arte visiva:
Pagina 82: Villaggi e popolazioni toradja (centro isola Sulawesi), Indonesia, dicembre 1974
Pagina 83, a sinistra; Roberto Demarchi, Riflesso di giardino zen, 2014;
a destra: Roberto Demarchi, Esiodo. Quando il tempo era di metallo. L’età del bronzo, 2012
Progetto grafico e impaginazione: Bosio.Associati - Savigliano
Stampa: Tec - Fossano
Chiuso in tipografia a settembre 2016