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Risorse 25 R I V I S TA D E L L A F O N D A Z I O N E C A S S A D I R I S PA R M I O D I C U N E O SETTEMBRE 2016 R 25 30 14 20 Risorse25 AGOSTO 2016 5•Care cuneesi e cari cuneesi Giandomenico Genta 32 •La provincia di Cuneo al 2030 6•Uniti con il territorio Elena Bottasso Indirizzi per il mandato 2016-2019 34 •Una scuola senza carta 8•Gli Amministratori Giannino Marzola per il mandato 2016-2019 14 •Che cos’è il tempo? Da Sant’Agostino al progetto Galileo Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica 16 •Il valore economico del tempo Nell’economia digitale Giuseppe Tardivo 18 •La lancetta piccola dell’orologio I tempi lunghi della demografia Stefano Molina 20 •Il tempo del terrorismo E qualche timido segnale di speranza Alessandro Galavotti 22 •Brexit: il tempo dell’incertezza E l’incertezza dei tempi 82 istituti insieme per la dematerializzazione 36 •La progettazione di Officina Didattica I risultati dell’indagine di IPSOS 37 •Comunicare l’innovazione didattica Tre strumenti per dialogare Irene Miletto 38 •Non sono portato per la matematica Il gusto della matematica 2 Davide Antonio Martini e Donatella Platano 40 •Camminare nella storia Conoscersi per accogliersi Luisa Giorda 42 •Sicuri di essere sicuri? Il nuovo triennio di Sicuri per scelta Gian Marco Sardi 44 •Cantiere Nuovo Welfare Francesco Costamagna Lavori in corso 24 •Vivere (e spostarsi) in “provincia” Gianluca Olivero Marco Barbieri e Mattia Giusiano 45 •Talenti Latenti per un welfare di comunità ASL CN2 26 •Lo stato di salute del sistema economico provinciale Ufficio Studi Camera di Commercio di Cuneo 46 •NEW – Nuove Esperienze di Welfare Ivano Bresciano Il tempo della mobilità 28 •Pensare globale per agire locale Stimoli e riflessioni dalla Conferenza europea delle fondazioni Andrea Silvestri 30 •Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile Una grande opportunità per il Paese Giorgio Righetti 2 Scenari di sviluppo per orientare politiche e interventi 47 •L’Officina del possibile Un luogo in cui credere negli esseri umani Italo De Vito 48 •Intrecci solidali Per famiglie in difficoltà Consorzio per i servizi socio assistenziali del Monregalese 64 92 47 84 49 •Il progetto Vansé Riflessioni sull’uso del denaro Consorzio per i servizi socio assistenziali Valli Grana e Maira 50 •La terra che abbiamo in comune Storie di migrazione, di sviluppo sostenibile e di futuro Laura Fusca 70 •Per uno sport più sicuro Dotazione e diffusione dei defibrillatori in provincia di Cuneo Stefania Avetta 72 •Sport a scuola Lo sport è per tutti 54 •Punta su di te 2.0 Paola Lussignoli Manuela Ferrero, Giuseppe Sacchetto e Nadia Ferrero 74 •Per sentirsi parte del mondo, non un mondo a parte 56 •Funder35 Giampaolo Sandri Valentina Dania 76 •I Tesori della terra 57 •ART.ZONE Maurizio Bergia Cristiana Taricco 78 •Dignità del cibo, dignità della persona 58 •Una scommessa vinta per Switch on Future Roberto Piumatti Vilma Soncin Per contrastare il gioco d’azzardo Tre progetti vincenti dalla provincia di Cuneo Le imprese creano economia con la cultura. O viceversa? 59 •Da associazione a impresa culturale Associazione “Colline e Culture” 60 •I paesi di San Dalmazzo Un museo diffuso Manuele Berardo 62 •Il laboratorio del tempo Ai Licei di Piazza di Mondovì Nirvana Cerato 64 •Langa Medievale I beni romanici delle Langhe in rete Ufficio stampa Langa Medievale 66 •Risparmio energetico e comfort termico Il corso per Energy Manager Livio Giraudo e Ezio Lingero 68 •Filiera del latte piemontese Miglioramento della qualità e sviluppo competitivo Giorgio Borreani Il progetto Raggi Che fanno bene, e fanno del bene L’attività del Banco Alimentare 80 •Il nostro compito è tutelare la bellezza La chiesa di San Giovanni a Saluzzo Silvia Beltramo 82 •Lo spazio e lo spirito nell’arte visiva Due importanti mostre proposte dalla Fondazione Bottari Lattes Fondazione Bottari Lattes 84 •La cultura fa star bene! Ora c’è (anche) la prova scientifica Kalatà – Progetti per fare cultura 88 •Le strade militari d’alta quota Un patrimonio da valorizzare Andrea Marino 92 •Il Giro d’Italia in provincia di Cuneo Tre giorni di grandi successi Comitato Cuneo Granda Giro d’Italia 2016 94 •Lo staff della Fondazione 3 R 25 Con il primo numero del mandato 2016-2019, anche Risorse rinnova la sua grafica: l’obiettivo, come sempre, è di proporvi un racconto fresco e dettagliato di quello che la Fondazione CRC giorno per giorno realizza sul nostro territorio, in collaborazione con gli enti, le associazioni e le persone attivi nei diversi settori d’intervento. Ma prima di entrare nella “cronaca” delle nostre attività, questo numero riserva ampio spazio a farvi conoscere i nuovi Amministratori, entrati in carica lo scorso aprile: dopo il saluto iniziale del Presidente, sfogliando le prossime pagine troverete i profili dei nuovi Consiglieri di Amministrazione e Consiglieri Generali, oltre a quelli del Collegio Sindacale ancora in carica per un anno. Incontrerete poi un’interessante sezione dedicata al tema del “tempo”, variabile ormai fondamentale per qualsiasi attività, declinato in differenti prospettive tematiche e di attualità, grazie all’intervento di esperti e testimoni esterni. E, infine, la sezione dedicata al racconto dell’attività realizzata dalla Fondazione negli scorsi mesi, sia con i progetti e i bandi, sia con le erogazioni. Per chiudere, i ritratti e i contatti telefonici dello staff della Fondazione: un modo semplice per sapere a chi fare riferimento per le diverse necessità o per conoscere nello specifico le iniziative. Non rimane quindi che augurarvi una buona lettura, sperando che sfogliare la nostra rivista possa essere per tutti voi un buon modo per tornare alla vita di tutti i giorni, dopo la parentesi delle vacanze estive! In ogni caso, fin da ora vi diamo appuntamento al prossimo numero di Risorse, che uscirà a fine anno. 4 Care cuneesi e cari cuneesi, è per me la prima occasione di rivolgermi a tutti voi nel nuovo ruolo di presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo. Un incarico che, fin dal primo giorno, intendo interpretare, con forte senso di responsabilità, da umile servitore della comunità in cui siamo cresciuti, in cui lavoriamo e in cui vogliamo assicurare un futuro sempre migliore ai nostri figli. La Fondazione è un’istituzione prestigiosa e un prezioso patrimonio per tutta la collettività, lasciatoci in eredità dai nostri nonni e dai nostri padri, che abbiamo il dovere di preservare. Per prima cosa voglio quindi esprimere una convinta riconoscenza a quanti mi hanno preceduto nella guida dell’Ente, dai Presidenti Giacomo Oddero ed Ezio Falco ai Consiglieri tutti: amministratori che hanno operato con quella lungimiranza e quella prudenza che sono virtù proprie degli “uomini di Granda”. Per quanto mi riguarda, l’impegno sarà massimo, assieme a tutta la “squadra” del Consiglio di Amministrazione e del Consiglio Generale, per assicurare con concretezza e serietà una Fondazione sempre vicina al territorio, capace di ascoltare la gente e interpretare i bisogni e le esigenze di tutta la comunità. Non a caso abbiamo scelto la foto di copertina: le nostre porte saranno sempre aperte. Ascolto e condivisione prima di tutto. Per andare lontano è però sempre necessario avere ben chiaro il passato, perché ciò che è stato saprà sempre indirizzarci al meglio. La Fondazione compie il prossimo gennaio 25 anni, un quarto di secolo, ma ha una storia che parte da lontano, prima ancora che l’Italia fosse unita: affonda le sue radici nelle Casse di Risparmio di Cuneo, Alba, Dronero e Mondovì e nei Monti di Pietà, è il frutto del risparmio attento e oculato di generazioni di famiglie e di aziende della nostra terra. Con le riforme più recenti, da quella cardine degli inizi degli anni Novanta a quelle successive, si è andato affermando sempre più il ruolo filantropico delle Fondazioni. Negli anni, è così cambiato il rapporto con le banche di riferimento, determinando scelte obbligate. La stessa decisione rispetto alla partecipazione in Banca Regionale Europea è conseguenza diretta di questo processo di riforma. Una decisione, condivisa in modo unanime dal Consiglio Generale, che se da un lato garantisce alla nostra Fondazione quella maggiore diversificazione degli investimenti come in ultimo definita dal Protocollo di intesa tra Ministero dell’Economia e delle Finanze e Acri, dall’altro coglie l’obiettivo di assicurare alla nostra provincia, alle aziende e a tutti i cuneesi un istituto bancario di riferimento solido come è sempre stato nella tradizione della Bre e della Cassa di Risparmio di Cuneo prima. Con un ruolo da protagonista che il nostro territorio continuerà a mantenere anche nell’ambito della nuova realtà della banca unica. Dopo questo importante passo, dobbiamo ora concentrare le nostre energie per far fronte al compito per cui siamo stati chiamati. Una responsabilità tanto più forte nell’attuale contesto economico generale, che richiama tutti a operare con impegno straordinario e massima dedizione: un obiettivo da perseguire da un lato attraverso la buona amministrazione e gestione del patrimonio dell’Ente, dall’altro facendo sì che le risorse della Fondazione siano “seme” fertile per la crescita e lo sviluppo sociale, culturale, civile ed economico della nostra comunità. Guardiamo avanti, con fiducia e ottimismo. Guardiamo il cielo. Non troveremo mai un arcobaleno, diceva Charlie Chaplin, se guardiamo per terra. Giandomenico Genta Presidente della Fondazione CRC 5 25 RISORSE Uniti con il territorio Indirizzi per il mandato 2016-2019 La Fondazione CRC è una realtà non-profit, privata, autonoma, di origine bancaria, naturale erede dell’attività di carattere sociale che originariamente svolgeva la Cassa di Risparmio di Cuneo, e persegue scopi di utilità sociale e di promozione dello sviluppo economico della comunità di riferimento da cui trae origine e individuata in particolare nelle aree di prevalenza di Cuneo, Alba, Mondovì e nella provincia. Essa rappresenta una risorsa importante per il territorio a cui fa riferimento, contribuendo in modo rilevante a determinarne l’identità attraverso percorsi di crescita e sviluppo sociale, culturale, civile ed economico operando con convinzione a sostegno di iniziative di sussidiarietà orizzontale ai fini della coesione e solidarietà sociale. Il suo intervento di realizzazione di beni e servizi collettivi nell’interesse della propria comunità ne determina un legame forte con il territorio in cui opera, tanto più nel quadro attuale di congiuntura economica. Il rafforzamento del sistema locale, quindi, risulta sostanziale per la fuoriuscita positiva dalla crisi in corso e per lo sviluppo della qualità della vita e del benessere della comunità. Le risorse della Fondazione devono quindi essere interpretate come “seme” di innovazione per lo sviluppo locale e sono strettamente collegate alla mission dell’istituzione. Quanto sopra premesso, in coerenza con la carta delle Fondazioni a cui la Fondazione CRC 6 ha aderito e con riferimento alle tre sezioni in cui essa è suddivisa, governance/attività istituzionale/gestione del patrimonio, di seguito si individuano capisaldi imprescindibili per il mandato 2016-2019. Governance della Fondazione CRC A.La Fondazione CRC deve essere libera e autonoma espressione della collettività di riferimento, mantenendo uno stretto legame con le comunità che ne hanno dato origine, confermando le aree di incidenza prevalenti - Cuneo, Alba, Mondovì - e assicurando l’equilibrata rappresentatività di tali comunità: • nella composizione dell’organo esecutivo, riaffermando il principio di una giusta rotazione della figura del Presidente del CdA rispetto alle tre aree di riferimento, e con un riguardo alla realtà dei piccoli Comuni perché siano adeguatamente rappresentati; • nell’organo di indirizzo, assicurando che le designazioni permangano in capo a enti, istituzioni e associazioni (stakeholders) e vengano effettuate in una logica di terzietà evitando il ricorso alle cooptazioni. B.Gli organi dell’ente, nell’operare secondo criteri e principi di indipendenza, autonomia, responsabilità e rappresentatività, ai fini di determinare i propri programmi di attività devono mantenere uno stretto collegamento con la comunità locale di riferimento confrontandosi: • costantemente con gli stakeholders pubblici e privati di riferimento; • con enti, istituzioni e associazioni del territorio rappresentativi dei diversi settori in cui la Fondazione opera. C.I componenti gli organi dell’Ente, al fine di consentire la più efficace azione della Fondazione a favore del territorio e della comunità di riferimento, oltre a possedere comprovati requisiti di autorevolezza nonché di competenza ed esperienza nei settori in cui la Fondazione stessa opera, devono esercitare il proprio ruolo nel rispetto dei principi di indipendenza e autonomia. Così come fondamentale risulta disporre di regole che evitino ogni conflitto di interesse in un’ottica di assoluta trasparenza dell’operato. Attività istituzionale della Fondazione CRC A.La Fondazione CRC deve garantire il sostegno all’autorganizzazione dei cittadini e alla loro capacità di risposta autonoma ai problemi di interesse pubblico, affermando il principio di sussidiarietà e, dunque, l’opportunità che soggetti diversi contribuiscano a perseguire il benessere comune. Risposta che deve pervenire grazie alla capacità di aggregazione dei cittadini medesimi mediante la messa a disposizione di risorse a favore di associazioni di volontariato e sportive, cooperative sociali, istituti e fondazioni di ricerca e culturali, enti della formazione e università, ospedali, enti locali, contribuendo all’assistenza delle fasce più deboli della popolazione, alla tutela del patrimonio artistico e ambientale, alla crescita culturale, alla ricerca scientifica e allo sviluppo delle infrastrutture della comunità locale di riferimento. B.La Fondazione CRC deve operare come “motore” per le iniziative del territorio, senza essere sostitutiva dell’intervento pubblico, ma piuttosto complementare e capace di catalizzare e attrarre ulteriori risorse provenienti da terzi divenendo una vera e propria “agenzia per lo sviluppo”, anche in collaborazione con le altre fondazioni bancarie che operano sul territorio. C.La Fondazione CRC persegua le proprie finalità relative all’attività istituzionale: • attraverso i bandi, sia di carattere generale che tematici, anche mantenendo un’equa ripartizione delle risorse tra le aree di influenza da cui ha tratto origine e ispirandosi ai principi di trasparenza, imparzialità, accessibilità alle informazioni e con un’adeguata rendicontazione delle proprie attività; • attraverso i progetti propri per iniziative mirate e strategiche per lo sviluppo economico e sociale del territorio di riferimento, anche integrati e a valenza sovraterritoriale e provinciale su temi di rilevante interesse; • con politiche di stabilizzazione delle erogazioni con piani e programmi di rilevanza annuale/triennale e continuativi; • operando in ossequio ai principi della semplificazione e della sburocratizzazione, al fine di favorire la partecipazione ai bandi di ogni soggetto interessato e in particolare a quelli più deboli, come le realtà associative e i piccoli Comuni; • organizzando la propria tecnostruttura secondo criteri di economicità, efficienza ed efficacia. Gestione del patrimonio Gli obiettivi della gestione patrimoniale e finanziaria della Fondazione CRC devono essere improntati in particolare ai seguenti criteri: • salvaguardia del patrimonio, adottando una gestione diversificata dello stesso e di controllo del rischio; • conseguimento di una redditività, in grado da un lato di consentire il perseguimento degli obiettivi di missione e dall’altro di destinare all’attività filantropica istituzionale risorse coerenti con le esigenze del territorio; • investimenti in fondi per l’innovazione delle piccole e medie imprese, per la ricerca tecnologica o per le infrastrutture, per l’housing sociale, ma anche a favore di entità operanti in settori strategici per lo sviluppo del territorio; • utilizzo del proprio patrimonio come strumento per perseguire scopi e finalità della Fondazione stessa; • investendo nel sistema bancario di riferimento (UBI/BRE) con l’intento di disporre di un’istituzione finanziaria solida e radicata nel territorio che svolga pienamente la funzione di volano per la crescita del tessuto produttivo, economico e sociale. Questo è un programma di ampio respiro, ma siamo consapevoli che la fiducia dovremo meritarla giorno per giorno e lavorando insieme, perché da soli si può correre, ma soltanto insieme si può andare lontano. Giandomenico Genta 7 Gli Amministratori Consiglio di Amministrazione per il mandato 2016-2019 Giandomenico Genta Presiede il Consiglio di Amministrazione e il Consiglio Generale Nato a Valdagno il 12 gennaio 1957 Residente a Cuneo Laurea in Economia e Gestione delle Imprese Professione: Tributarista Incarichi attuali: •Presidente e Componente di Collegi Sindacali, Organismi di Vigilanza e Consigli di Amministrazione di Società ed Enti nazionali •Professore a contratto presso l’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo •Componente Consiglio dell’ACRI •Vice Presidente Associazione delle Fondazioni di origine bancaria del Piemonte Incarichi passati: •Consigliere di Amministrazione della Fondazione CRT •Consigliere di Amministrazione della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT •Presidente dell’Associazione “Pane al Pane” onlus Ezio Raviola Vice Presidente del Consiglio di Amministrazione Giuliano Viglione Vice Presidente del Consiglio di Amministrazione Nato a Mondovì il 22 agosto 1967 Residente a Mondovì Diploma di Ragioniere e Perito commerciale Professione: Imprenditore Nato ad Alba il 19 aprile 1951 Residente ad Alba Diploma di Ragioniere Professione: Dirigente Incarichi attuali: •Responsabile commerciale Punto Bere srl •Vicepresidente dell’Aspe San Biagio ASD •Vice Presidente della Polisportiva Sport in Cuneo srl ASD Incarichi passati: •Consigliere del Comune di Mondovì (2007-2014) •Presidente della Lega delle Società di Pallapugno ASD 8 Incarichi attuali: •Direttore dell’Associazione Commercianti Albesi •Vice Presidente e Consigliere delegato della Servizi ACA srl •Segretario di ASCOM Fidi Langhe e Roero •Presidente dell’Associazione “ACA Formazione” •Vice Presidente dell’APRO Formazione scrl •Consigliere di Amministrazione di CIAC scrl •Consigliere delegato di Granda Lavoro scrl •Consigliere di Amministrazione del Poliambulatorio San Paolo srl Davide Merlino Componente Consiglio di Amministrazione Paolo Merlo Componente Consiglio di Amministrazione Nato a Mondovì l’11 maggio 1971 Residente a Cigliè Diploma di Perito Industriale Professione: Imprenditore Nato a Cuneo il 19 febbraio 1967 Residente a Cuneo Laurea in Economia e Commercio Professione: Imprenditore Incarichi attuali: •Socio e Direttore tecnico della Merlino snc •Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti di Confartigianato Imprese di Cuneo •Consigliere di Amministrazione della Cooperativa Elettricisti Artigiani Cuneesi Incarichi passati: •Componente Collegio dei Revisori dei Conti di Confartigianato Cuneo (2005-2015) Incarichi attuali: •Consigliere di Amministrazione e Amministratore delegato di Merlo spa •Presidente di Treemme Technology srl •Consigliere di Amministrazione e Amministratore delegato di Tecno Industrie spa •Presidente di Merlo Project srl •Consigliere di Amministrazione di Ibis spa •Consigliere di Amministrazione di Egea Commerciale srl •Presidente di Egea New Energy spa •Consigliere di Amministrazione di Ardea Energia srl •Presidente di Edis srl •Componente Consiglio Direttivo e Giunta della Federazione Nazionale Costruttori Macchine per l’Agricoltura •Componente Consiglio Direttivo della Sezione Meccanica di Confindustria Cuneo Incarichi passati: •Componente Giunta di Confindustria Cuneo (2014-2016) Michelangelo Pellegrino Componente Consiglio di Amministrazione Pier Giorgio Reggio Componente Consiglio di Amministrazione Nato a Cuneo il 16 dicembre 1960 Residente a Boves Diploma di Perito agroalimentare Professione: Giornalista professionista Nato a Castino il 25 gennaio 1947 Residente ad Alba Laurea in Economia e Commercio Professione: Pensionato, Revisore contabile e Giornalista Incarichi attuali: •Capo Area Comunicazione e Mercati di Coldiretti Cuneo •Direttore responsabile de Il Coltivatore Cuneese •Collaboratore di Telecupole Piemonte •Corrispondente per Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta della trasmissione Mela Verde (Canale 5) •Direttore della società cooperativa “Agrisviluppo” Incarichi passati: •Responsabile Comunicazione istituzionale di Coldiretti Piemonte (2001-2014) •Consigliere di Amministrazione della Banca di Credito Cooperativo, Cassa Rurale e Artigiana di Boves Collegio Sindacale Incarichi attuali: •Presidente del Centro Studi e Ricerche Sinodali della provincia di Cuneo •Presidente del Consorzio Sinergie Sociali onlus •Revisore contabile dell’Associazione culturale “Antonella Salvatico” onlus e dell’ISACEM •Vice Presidente dell’Associazione “Armando Sabatini Social Dealer” onlus •Direttore dell’Ufficio Pastorale Diocesano per la pastorale sociale e del lavoro Incarichi passati: •Dirigente Banca Regionale Europea •Consigliere (1975-95) e Assessore (1975-90) del Comune di Castino •Vice Presidente (1985-1990), Assessore (1985-1995) e Consigliere (1975-1995) della Comunità Montana “Alta Langa” •Presidente dell’Azione Cattolica Italiana, Diocesi di Alba (1973-1983) •Componente Comitato di Gestione del Fondo Speciale per il Volontariato in Piemonte •Componente Collegio Sindacale della Fondazione “Cesare Pavese” per il mandato 2013-2016 Fausto Pascale Presidente Nato a Mondovì il 12 maggio 1942. Residente ad Alba. Professione: Ragioniere commercialista, iscritto all’Ordine dei Dottori Commercialisti e al Registro dei Revisori Contabili Lorenzo Vezza Maurizio Zazza Nato a Priocca il 18 agosto 1957. Residente a Cervasca. Professione: Dottore commercialista, iscritto all’Ordine dei Dottori Commercialisti e al Registro dei Revisori Contabili. Nato a Roma l’8 gennaio 1970. Residente a Mondovì Professione: Dottore commercialista, iscritto all’Ordine dei Dottori Commercialisti e al Registro dei Revisori Contabili. 9 Consiglio Generale Eleonora Adami Componente Consiglio Generale su designazione del Comune di Cuneo Stefano Allisiardi Componente Consiglio Generale su designazione della Camera di Commercio di Cuneo Nata a Roma l’8 settembre 1957 Residente a Vignolo Laurea in Medicina e Chirurgia, Diploma di specializzazione in Pneumologia Professione: Medico Nato a Cuneo il 4 marzo 1946 Residente a Boves Diploma di Geometra Professione: Imprenditore edile Incarichi attuali: •Responsabile Clinico del Centro Medico Europeo Incarichi passati: •Assistente medico c/o Istituto Climatico di Robilante •Medico libero professionista Incarichi passati: •Consigliere della Camera di Commercio di Cuneo (2004-2009) •Componente Comitato tecnico Confidi (2005-2008) •Consigliere Generale della Cassa Edile di Cuneo (1989-2008) •Amministratore Delegato del Raggruppamento Imprese Edili Costruzione di Cuneo (1978-2011) Giuseppe Artuffo Componente Consiglio Generale su designazione del Comune di Santo Stefano Belbo Andrea Cane Componente Consiglio Generale su designazione della Commissione di Arte Sacra, Diocesi di Alba Nato a Canelli il 26 agosto 1963 Residente a Santo Stefano Belbo Laurea in CTF e in Farmacia, Dottorato di ricerca in Chimica del farmaco Professione: Farmacista Nato a Sommariva Perno il 25 febbraio 1951 Residente a Sommariva Perno Laurea in Lettere Professione: Pensionato Incarichi attuali: •Revisore dei conti di SIFAP (Società Italina Farmacisti Preparatori) •Consigliere di amministrazione di Unifarma spa •Governatore del Distretto Rotary 2032 (per l’anno 2017-18) Incarichi passati: •Sindaco del Comune di Santo Stefano Belbo (2001-2011) •Presidente della Fondazione Cesare Pavese (2004-2011) •Vice Presidente (2003-2004) e Presidente (2004-2011) della Conferenza dei Sindaci dell’ASL 18 (poi CN2 Alba-Bra) •Revisore dei conti (1996-1999) e Consigliere (1999-2011) dell’Ordine dei Farmacisti della Provincia di Cuneo •Presidente (2009-2011) dell’Associazione dei Comuni del Moscato •Presidente dell’Asta del Belbo (2001-2011) Incarichi attuali: •Presidente del Centro culturale San Bernardino •Socio e volontario dell’Associazione interdiocesana “Volontari per l’Arte” Incarichi passati: •Insegnante (1976-2009) •Sindaco (1995-2004) e Assessore (1980-1990) del Comune di Sommariva Perno •Consigliere della Provincia di Cuneo (2005-2009) •Socio fondatore e Segretario del Gruppo Volontari di Sommariva Perno (1992-1995) •Vice Presidente (2004-2014) e Consigliere di Amministrazione (2004-2016) della Società Centro Sportivo Roero Roberta Ceretto Componente Consiglio Generale su designazione della Provincia di Cuneo Elvio Chiecchio Componente Consiglio Generale su designazione del Comune di Mondovì Nata a Torino il 6 ottobre 1972 Residente ad Alba Laurea in Lettere e Filosofia Professione: Imprenditrice Nato a Mondovì il 28 giugno 1962 Residente a Mondovì Diploma di Scuola Media Inferiore Professione: Commerciante e Intermediario assicurativo Incarichi attuali: •Consigliere di Amministrazione dell’Azienda vitivinicola Ceretto srl •Responsabile comunicazione, rapporti con la stampa e marketing, sviluppo dei progetti culturali per l’Azienda Ceretto srl •Consigliere di Amministrazione della Fondazione Nuovo Ospedale Alba-Bra onlus •Consigliere di Amministrazione del Consiglio per le relazioni tra Italia e Stati Uniti •Consigliere di Amministrazione dell’Agenzia di Pollenzo Incarichi attuali: •Componente Direttivo dell’Associazione “La Funicolare” di Mondovì •Osservatore settore giovanile FC Torino Calcio •Allenatore di calcio abilitato con corso FIGC di base “UEFA B” Incarichi passati: •Consigliere del Consorzio del Barolo e Barbaresco (2004-2007) •Vice Presidente Gruppo Giovani di Confindustria di Cuneo (2005-2008) 10 Incarichi attuali: •Componente Commissione Prezziario Opere Edili della Camera di Commercio di Cuneo •Componente Consiglio Direttivo della Sezione Costruttori Edili di Confindustria Provincia di Cuneo Incarichi passati: •Consigliere del Comune di Mondovì (2007-2015), componente Commissione elettorale (2004-2015) •Osservatore settore giovanile FC Juventus (2012-2015) Enrico Collidà Componente Consiglio Generale su designazione del Comune di Cuneo Nato a Cuneo il 18 luglio 1968 Residente a Cuneo Laurea in Giurisprudenza Professione: Avvocato Incarichi attuali: •Consulente legale di Associazioni di categoria, patronati e sindacati, Enti locali, Compagnie assicurative, istituti di credito, onlus, cooperative sociali della provincia di Cuneo Incarichi passati: •Consigliere del Comune di Cuneo (2012-2015) •Consigliere di Amministrazione dell’Autostrada Asti Cuneo spa (2009-2012) •Componente Consiglio Nazionale ANCI (2013-2015) •Consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Cuneo •Componente Commissione Regionale dell’Artigianato della Regione Piemonte (2003-2008) Donatella Croce Componente Consiglio Generale su designazione del Comune di Alba Nata ad Alba il 25 gennaio 1969 Residente ad Alba Laurea in Psicologia, Specializzazione in psicoterapia e sessuologia Professione: Psicologa, Psicoterapeuta e Sessuologa Incarichi attuali: •Psicologo convenzionato presso ASL CN2 – Area psicologia ospedaliera •Componente Direttivo Associazione “Il Campo” di Alba •Componente Consulta per le Pari Opportunità del Comune di Alba Incarichi passati: •Consulente per istituti scolastici in ambito formativo, educativo e di prevenzione •Presidente Associazione “La Torre Cultura” di Alba (2005-2009) •Formatrice volontari Centro Ascolto Caritas e altre Associazioni Antonio Degiacomi Componente Consiglio Generale su designazione del Comune di Alba Michele Antonio Fino Componente Consiglio Generale su designazione della Provincia di Cuneo Nato ad Alba il 27 gennaio 1948 Residente ad Alba Laurea in Lettere Moderne Professione: Pensionato Nato a Revello il 4 marzo 1973 Residente a Revello Laurea in Giurisprudenza, Dottorato di ricerca in Diritto Romano e Metodo Comparativo Professione: Docente universitario Incarichi attuali: •Presidente del Centro Nazionale Studi Tartufo Incarichi passati: •Sindacalista e Dirigente CISL •Formatore •Vice Presidente della Fondazione CRC (2011-2016) •Presidente Ente Fiera Internazionale del Tartufo Bianco di Alba (2010-2015) •Assessore della Provincia di Cuneo (1999-2004) •Assessore (2009-2011) e Consigliere (2005-2009) del Comune di Alba Incarichi attuali: •Professore associato di Fondamenti del Diritto Europeo e Responsabile della Ricerca presso l’Università degli studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo •Componente Comitato Tecnico Scientifico del CERVIM (Centro Ricerche per la Viticoltura di Montagna) •Consigliere giuridico della Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti Incarichi passati: •Assessore del Comune di Saluzzo (2004-2009) •Presidente della Fondazione Amleto Bertoni - Città di Saluzzo (2009-2014) •Componente Comitato Vitivinicolo Regionale Piemontese (2009-2011) Marco Formica Componente Consiglio Generale su designazione dell’ASO Santa Croce e Carle di Cuneo Elda Fulcheri Componente Consiglio Generale su designazione di Confartigianato di Cuneo Nato a Torino il 31 marzo 1957 Residente a Busca Laurea in Medicina e Chirurgia, Diploma di specializzazione in Nefrologia Professione: Dirigente medico Nata a Cuneo il 29 luglio 1961 Residente a Pianfei Laurea in Scienze Forestali Professione: Imprenditrice del legno Incarichi attuali: •Direttore medico Struttura Complessa di Nefrologia e Dialisi dell’ASL CN1 •Direttore Dipartimento Medico-Riabilitativo dell’ASL CN1 •Docente presso la Scuola di Specializzazione in Nefrologia dell’Università degli Studi di Torino •Componente Società Italiana di Nefrologia Incarichi passati: •Componente Commissione Uremia della Regione Piemonte (2006-2007) Incarichi attuali: •Socio Segheria Artigiana Fulcheri snc •Delegata provinciale del Gruppo Donne Confartigianato per la zona di Mondovì Incarichi passati: •Consigliere (1995-1999) e Assessore (1999-2004) del Comune di Pianfei •Vice Presidente di Confartigianato Cuneo per la zona di Mondovì (2013-2016) •Vice Presidente (2001-2004) e Presidente (2005-2009) provinciale del Movimento Donne Impresa Confartigianato Cuneo 11 Consiglio Generale Giorgio Garelli Componente Consiglio Generale su designazione di Confcommercio di Cuneo Nato ad Asti il 30 aprile 1971 Residente a Canale Laurea in Farmacia Professione: Farmacista Incarichi attuali: •Consigliere di Amministrazione di Unifarma spa Incarichi passati: •Assessore (2004-2009) e Consigliere (2009-2014) del Comune di Canale •Consigliere di Amministrazione di Amos scrl (2012-2015) •Consigliere di Amministrazione (2003-2007) e componente del Comitato di Alto Indirizzo (2007-2016) dell’Ente Turismo Alba Bra Langhe Roero •Vice Presidente (2006-2009) e Consigliere (2003-2006) provinciale dell’Associazione Giovani Farmacisti Elda Lombardi Componente Consiglio Generale su designazione del Comune di Mondovì Nata a Lisio il 28 febbraio 1944 Residente a Mondovì Diploma di abilitazione Magistrale Professione: Pensionata Incarichi passati: •Insegnante •Assessore (1988-1990) e Consigliere (1980-1994) del Comune di Mondovì •Componente del Comitato di Gestione (1986-1990) e del Comitato dei Garanti (1991-1993) dell’USSL 66 Nato a Ceva il 16 febbraio 1961 Residente a Ceva Laurea in Medicina Veterinaria Professione: Dirigente medico Incarichi attuali: •Amministratore Delegato della Società Frabosa 2000 spa •Segretario del Comitato Provinciale della Federazione Italiana Sport Invernali •Consigliere dell’Associazione Turistica Pro Loco di Frabosa Soprana Incarichi passati: •Consigliere del Comune di Ceva (2004-2009) •Presidente dell’Associazione Turistica Pro Loco di Ceva (1997-2008) •Presidente dell’Associazione Nazionale Alpini, sezione di Ceva (1995-2004) •Presidente del Lions Club Mondovì (2011-2012) Giovanni Longo Componente Consiglio Generale su designazione del Comune di Cuneo Nato a Cuneo il 5 novembre 1965 Residente a Cuneo Diploma di Perito agrario Professione: Imprenditore Incarichi attuali: •Socio fondatore de La Lucerna sas •Socio Assodidattica - Associazione italiana fornitori e produttori scolastici Incarichi passati: •Coordinatore del Movimento politico-culturale “Cuneo Solidale” (2010-2016) Claudia Martin Componente Consiglio Generale selezionata tramite bando come Consigliere in ambito sportivo Roberto Ovidi Componente Consiglio Generale su designazione della CISL Provinciale di Cuneo Nata a Cuneo il 4 settembre 1965 Residente a Cuneo Diploma ISEF e Laurea in Scienze Politiche Professione: Docente di scienze motorie e sportive Nato a Monza il 3 luglio 1951 Residente a Cuneo Diploma di Ragioniere Professione: Pensionato Incarichi attuali: •Delegato provinciale del CONI Incarichi attuali: •Componente supplente Collegio sindacale della FIRST CISL Nazionale Incarichi passati: •Componente della Squadra nazionale di Ginnastica Ritmica (1980-1984) •Componente Staff tecnico della Squadra nazionale di Ginnastica Ritmica (1990-1993) •Responsabile Federale del Settore giovanile nazionale (1993-1995) •Direttrice tecnica dell’ASD Cuneoginnastica (1987-2007) •Docente presso ISEF (1996-2000) e SUISM (2000-2001) di Torino •Giudice internazionale della Fédération Internationale de Gymnastique 12 Massimo Gula Componente Consiglio Generale su designazione del Comune di Ceva Incarichi passati: •Quadro direttivo della Banca Regionale Europea •Componente Esecutivo Nazionale, Comitato di Settore Creditizio Nazionale FIBA CISL (2002-2008) e Collegio Sindacale FIBA CISL Nazionale (2009-2013) •Delegato Nazionale della FIBA CISL per l’attività negoziale nelle Banche e nei Gruppi bancari del Piemonte (2005-2007) •Segretario Generale Regionale per il Piemonte della FIBA CISL (2002-08) •Componente Esecutivo e Consiglio Generale dell’USR CISL del Piemonte (1997-2002) e Segreteria Provinciale di Cuneo della FIBA CISL (1997-2002) Franca Maria Pejrone Componente Consiglio Generale su designazione della Camera di Commercio di Cuneo Nata a Revello il 28 luglio 1964 Residente a Pagno Diploma di Ragioniere e Perito commerciale Professione: Imprenditrice agricola Incarichi attuali: •Collaboratrice Azienda Antica Cascina Costa •Vice Presidente “Associazione Alte Terre” di Cuneo •Consigliere Associazione “Terranostra” di Cuneo Incarichi passati: •Consigliere (1985-2005), Assessore (2005-2016) e Vice Sindaco (2014-2016) del Comune di Pagno Silvestro Roatta Componente Consiglio Generale su designazione dell’Associazione Insediamenti Universitari in provincia di Cuneo Nato a Mondovì il 19 marzo 1968 Residente a Bastia Mondovì Laurea in Ingegneria elettronica, Dottorato di ricerca in Fisiologia Professione: Docente universitario Incarichi attuali: •Professore associato di Fisiologia presso l’Università degli studi di Torino •Direttore del Master in Metodiche ecoguidate nelle professioni infermieristiche e ostetriche dell’Università degli studi di Torino •Componente Collegio Docenti del Dottorato in medicina e terapia sperimentale dell’Università degli studi di Torino •Componente Consiglio direttivo dell’Associazione musicale “Sicut Lilium” di Beinette Incarichi passati: •Componente eletto Commissione istruttoria Programmazione e Sviluppo del Senato Academico, Università degli studi di Torino (2012-2015) Elma Schena Componente Consiglio Generale su designazione del Comune di Boves Nata a Borgo San Dalmazzo il 24 marzo 1950 Residente a Boves Laurea in Pedagogia Professione: Pensionata Incarichi attuali: •Collaboratrice editoriale del settimanale La Guida Incarichi passati: •Dirigente scolastica (1986-2008) e insegnante (1973-1986) •Assessore del Comune di Boves (1995-1999) •Presidente (2014), Vice Presidente (2012-2014) e Consigliere (2010-2015) dell’Associazione culturale “Marcovaldo” Giuliana Turco Componente Consiglio Generale su designazione del Comitato Gestione del Fondo Speciale per il Volontariato in Piemonte Nata a Monastero di Vasco il 20 giugno 1954 Residente a Mondovì Diploma da Infermiere Professione: Pensionata Incarichi attuali: •Socio fondatore dell’Associazione Volontari Ospedalieri di Mondovì •Ispettrice Corpo Infermiere Volontarie della CRI di Mondovì Incarichi passati: •Infermiere coordinatore (1973-2010) •Consigliere (1980-1985) e Assessore (2002-2007) del Comune di Monastero di Vasco •Consigliere di Amministrazione della Casa di riposo “Sacra Famiglia” di Mondovì (2010-2015) •Componente GAMMA 75 – Gruppo Autonomo Manifestazioni Monregalesi (1978-1994) Giuseppe Viada Componente Consiglio Generale su designazione del Consorzio Socio Assistenziale del Cuneese Nato a Cuneo il 6 dicembre 1947 Residente a Cuneo Laurea in Pedagogia, Master in Psicologia della riabilitazione Professione: Pensionato Incarichi attuali: •Amministratore unico Opere Sociali Servizi spa di Savona •Vice Presidente dell’Associazione “Come voi, insieme a voi” di Cuneo •Presidente Cooperativa sociale onlus “Il Melograno” sezione A •Presidente Cooperativa sociale “Il Melograno 2” sezione B Incarichi passati: •Direttore Consorzio Socio Assistenziale del Monregalese (2008-2012) •Dirigente Settore Assistenza (1983-2000) e Area Servizi alla Persona (2000-2007) della Provincia di Cuneo •Consigliere di Amministrazione del Consorzio Socio Assistenziale del Cuneese (1997-2001) •Presidente (1991-2013) e co-fondatore dell’Associazione “Come voi, insieme a voi” di Cuneo 13 Che cos’è il tempo? Da Sant’Agostino al progetto Galileo Non è facile spiegare che cosa sia il tempo. Sant’Agostino affermava di sapere che cosa fosse solo fino a che nessuno gliene chiedeva conto («Quid est ergo tempus? Si nemo ex me quaerat, scio; si quaerenti explicare velim, nescio», Confessioni, XI, 14). Per uscire dall’impasse potremmo limitarci a una definizione operativa: il tempo è una grandezza che si misura contando il numero di cicli di un fenomeno periodico costante. In Italia la sua misura è affidata all’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (INRIM), che diffonde a tutto il Paese il segnale dell’ora esatta, quello su cui regoliamo i nostri orologi. Dall’osservazione del ciclo luce-tenebre agli orologi atomici La misura del tempo comincia agli albori della civiltà. Inizialmente l’uomo usa come riferimento eventi periodici: l’alternanza tra luce e tenebre o la rotazione della Terra. Nel 1600 Galileo Galilei si accorge che la durata delle oscillazioni di un pendolo è indipendente dalla loro ampiezza, fenomeno detto isocronismo. Per la prima volta il tempo viene legato a una realizzazione sperimentale controllata. Nel ventesimo secolo si ha una nuova rivoluzione: gli orologi basati sulle vibrazioni dei cristalli di quarzo sostituiscono gli orologi a pendolo. Ben presto gli atomi si rivelano migliori oscillatori del quarzo, perché meno soggetti a influenze ambientali. Negli anni Cinquanta vengono creati i primi orologi atomici, che superano in stabilità e accuratezza gli orologi meccanici e astronomici. Nel 1967 la definizione astronomica del secondo viene abbandonata a favore di una nuova definizione, tuttora in vigore, basata sulla frequenza della radiazione elettromagnetica corrispondente alla differenza tra due livelli di energia dell’atomo di cesio. Gli orologi al cesio più avanzati sono oggi quelli detti a fontana di cesio, in cui gli atomi, una volta raffreddati, vengono lanciati e fatti ricadere come gli zampilli di una fontana. Questi dispositivi, presenti solo in alcuni Paesi del mondo (Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna, Germania, Giappone e Italia), accumulano un secondo di errore ogni 300 milioni di anni. Ma già si affacciano alla ribalta strumenti ancora più precisi: sono gli orologi ottici, che studiano le radiazioni ottiche emesse da ioni di mercurio e alluminio o da atomi di stronzio e itterbio. Oltre alla fontana al cesio, l’INRIM possiede anche un orologio ottico sperimentale, basato su atomi di itterbio. Il tempo universale Sulla base delle misure realizzate in tutto il mondo dagli orologi atomici degli istituti metrologici, si stabilisce a livello internazionale una scala di tempo chiamata tempo atomico, assai più accurata della scala di tempo fornita dalla rotazione terrestre. L’orologio della Terra non è preciso come quello atomico. Maree e influenze gravitazionali tendono infatti a rendere incostante il moto del nostro pianeta. Per mantenerla al passo con la rotazione terrestre, un secondo intercalare viene quindi aggiunto o sottratto di tanto in tanto alla scala di tempo atomica. Il risultato è una scala di tempo ibrida, chiamata tempo A cosa serve oggi misurare il tempo? La comunità europea si appresta a varare un proprio sistema di navigazione satellitare, Galileo, che si propone come alternativa civile ai sistemi oggi esistenti, come il GPS o il GLONASS, concepiti dai rispettivi paesi, Stati Uniti e Russia, per applicazioni militari e di intelligence. I dati su posizioni e distanze derivano dalla misura del tempo che il segnale emesso dal satellite impiega a raggiungere il suo ricevitore. Maggiore è l’accuratezza della misura di tempo, maggiore l’accuratezza della localizzazione. Per garantire le migliori prestazioni, i satelliti sono equipaggiati con orologi atomici. Fin dalle prime fasi del progetto, l’INRIM si è occupato della caratterizzazione degli orologi a bordo di Galileo. I sistemi di localizzazione satellitare si basano su una scala di tempo interna, determinata dai propri orologi atomici. Galileo non fa eccezione, ma non si limita a fornire solo informazioni di posizione o il proprio orario interno: ci dice anche la differenza tra la propria scala di tempo e UTC. Costituisce quindi uno strumento di disseminazione del segnale di tempo dell’ora esatta. Grazie all’INRIM, Galileo offrirà poi ulteriori servizi studiati per rispondere alle esigenze di precisione e certificazione di una variegata gamma di utenti specializzati. Si va dal mondo della finanza a quello dei trasporti, delle telecomunicazioni e dei media, ai sistemi di controllo del traffico automobilistico, al rilevamento topografico, alle reti di distribuzione dell’energia, ai laboratori scientifici più avanzati. Da gennaio 2015 l’Istituto coordina infatti il progetto DEMETRA, acronimo di DEMonstrator of EGNSS services based on Time Reference Architecture. Con un unico apparato, ora allo stadio di prototipo, vengono erogati nove servizi ancorati al sistema Galileo: il segnale di tempo proveniente dai satelliti di Galileo viene reso più affidabile, certificato e robusto, controllando e tarando gli strumenti di trasmissione e ricezione, correggendo errori di funzionamento in tempo reale e anche integrando e verificando i dati con trasmissioni via radio, tv, internet, fibra ottica e tramite satellite geostazionario. DEMETRA permette inoltre ai laboratori di ricerca che necessitano della massima precisione di monitorare le loro scale di tempo a livello del nanosecondo e offre la possibilità di sincronizzare un’intera infrastruttura, controllando l’andamento delle performance e regolando il livello di precisione a seconda delle esigenze. IL NOSTRO TEMPO universale coordinato (UTC), diffusa come riferimento d’uso civile, scientifico e legale. La prima correzione è stata introdotta nel 1972, l’ultima risale al 2015. Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica - Torino Galileo offrirà servizi studiati per rispondere alle esigenze di una variegata gamma di utenti specializzati, dal mondo della finanza ai sistemi di controllo del traffico automobilistico alle reti di distribuzione dell’energia 15 25 RISORSE Il valore economico del tempo Nell’economia digitale Nessuno lo dice mai, ma il vero padrone dell’economia è il tempo. Niente è più scarso del tempo e la nostra vita quotidiana è permeata dal suo divenire. Oggi il tempo ci appartiene e la nostra disponibilità a vederlo sprecato nell’attesa a un ristorante o in una coda allo sportello è pressoché nulla. Eppure, il tempo non è un contenitore vuoto da riempire: più l’uomo cerca di possedere il tempo, più questo gli sfugge. La nostra vita non può ridursi a una sola successione di cose che accadono e si ripetono. Anche nella gestione aziendale il tempo è stato 95,71 dollari. Il 30 novembre 2015, con 1 euro si incassavano appena 1,0564 dollari. Sono passati solo 7 anni, ma sembra un secolo! Che fine avranno fatto i piani strategici delle imprese costruiti anche in quanto variabili? Cosa è dunque il tempo per l’impresa? La domanda è interessante perché consente di evidenziare come la sua concettualizzazione sia mutata negli anni, fino ad assumere la posizione di “leva competitiva fondamentale per il successo dell’impresa”. Anzitutto, il tempo è stato considerato dalla dottrina classica come un asset. Il tempo è una risorsa, al pari dei capitali, delle tecnologie e del know-how. Ed è una risorsa ancora più preziosa perché limitata e non riproducibile. Negli anni ’50, il tempo ha assunto una valenza diversa e più importante, iniziando a essere considerato un valore aziendale. Più recentemente, il tempo è stato promosso a elemento importante dell’immagine Il contesto competitivo digitale con il quale tutte le imprese sono oggi chiamate a confrontarsi è una combinazione di quattro elementi: il tempo, lo spazio, la massa e l’incertezza per anni una dimensione quasi dimenticata o, comunque, sottovalutata. Oggi invece il tempo si afferma come criterio organizzativo, come fattore che influenza lo stesso modo di essere di un’impresa, tanto che sono nuovamente di moda quattro termini a lungo dimenticati: time compression, time value, time to market e lead time, per limitarci ai più usati. Rispondere “al tempo giusto” e in maniera coerente al cambiamento costituisce la sfida che le imprese nell’attuale scenario dell’economia digitale devono superare per garantirsi prospettive durevoli di sviluppo. Un esempio può aiutare a capire meglio i termini del problema. Il 15 settembre 2008, quando il fallimento Lehman Brothers aprì formalmente la crisi, con 1 euro si compravano 1,4246 dollari e un barile di petrolio costava 16 dell’azienda. Tempestività, puntualità, flessibilità sono diventati importanti indicatori della qualità delle aziende, in particolare di quelle che erogano servizi. Il tempo può essere lo strumento che consente di cambiare le regole del gioco competitivo: il tempo è denaro e il tempo è business. Infine, il tempo è sempre più un fattore critico di successo. Queste considerazioni portano a concludere che la gestione del tempo pervade l’intero sistema aziendale e, pertanto, costituisce un principio innovatore nella gestione dell’impresa. Ciò è di fondamentale importanza nell’attuale scenario competitivo dell’economia digitale. Il contesto competitivo digitale con il quale tutte le imprese, le organizzazioni e le istituzioni sono oggi chiamate a operare e a confrontarsi è una Invece, nell’ottica tradizionale (Guatri), più operativa e manageriale e meno concettuale, il tempo influisce sul valore economico nelle sue due componenti “misurabili” essenziali: il valore del capitale nel momento della sua valutazione (W) e il valore delle opportunità di crescita. In presenza di un tasso di profitto positivo (Tp > 0), tanto maggiore è questo fattore, tanto più elevato è il valore del capitale economico. Proprio il tempo (cioè la durata del profitto) anche se a essa inevitabilmente collegata. Riemergono così ingredienti antichi che diventano oggi vitali per il successo dell’impresa: il tempo si annulla e si moltiplica, lo spazio si comprime e si dilata, la massa si riduce, l’incertezza si amplifica. Da un lato le tecnologie digitali comprimono lo spazio fisico, temporale e relazionale tra aziende, persone e oggetti, dall’altro le innovazioni tecnologiche digitali dilatano la dimensione spazio. L’azienda può contattare, presentarsi e relazionarsi in tempo reale con un numero pressoché infinito di clienti, fornitori, partner, concorrenti. L’innovazione digitale nell’ottica temporale contribuisce al passaggio “dalla fisicità degli atomi all’intangibilità del bit”. Ogni euro di valore creato ha una minore massa, peso/ volume nell’economia digitale. gioca quindi un ruolo fondamentale nella capacità di sopravvivenza dell’impresa. Il tasso di profitto positivo e le opportunità di crescita influenzano quindi direttamente le politiche e le strategie per la ricerca di un vantaggio competitivo. Realizzare queste strategie, volte alla creazione di un costante miglioramento, implica il superamento di radicati modi di pensare e di gestire l’impresa. Ma chi, meglio di altri, saprà superare queste resistenze e saprà effettivamente dominare, in tutti i suoi aspetti, la risorsa tempo, certamente si imporrà tra i leader degli anni 2000. IL NOSTRO TEMPO combinazione di quattro elementi: il tempo, lo spazio, la massa e l’incertezza. In questo contesto, l’attitudine manageriale alla creazione di valore economico nasce dalla capacità di costruire e rispettare la natura e le regole dell’equazione: creazione di valore economico = tempo * spazio * massa * incertezza Una visione, dunque, fortemente innovativa rispetto all’ottica ragioneristica tradizionale, Giuseppe Tardivo Ordinario di Economia e gestione delle Imprese, Università di Torino Coordinatore del Campus di Management ed Economia, Università di Torino - Sede di Cuneo 17 25 RISORSE La lancetta piccola dell’orologio Le lente trasformazioni della scena demografica sono importanti perché modificano radicalmente le condizioni nelle quali si svolge la vita quotidiana degli individui e delle collettività I tempi lunghi della demografia Emma Morano è nata in Piemonte il 29 novembre 1899. In quell’epoca, alla luce delle condizioni di sopravvivenza, era ragionevole attendersi che la sua vita potesse concludersi intorno alla fine degli anni Quaranta. A giugno 2016 è rimasta l’unica persona al mondo nata nel XIX secolo. Il suo caso è senza dubbio eccezionale, ma testimonia il formidabile e generalizzato allungamento delle traiettorie di vita: ogni bambino nato in Italia nel 2016 ha buone probabilità di vedere il XXII secolo, ottime se si tratta di una bambina. Come sempre quando si ragiona di demografia – in questo caso abbiamo considerato i cambiamenti nelle speranze di vita alla nascita – siamo costretti a confrontarci con archi temporali molto lunghi. E occorre riconoscere che non sempre siamo preparati a farlo. A questo proposito, un noto studioso di popolazione (Alfred Sauvy) era solito ricordare che la demografia è come la lancetta piccola dell’orologio: «Sembra immobile, ma è la più importante». L’efficace metafora contiene due messaggi: il primo è che i cambiamenti della popolazione avvengono molto lentamente. 18 Si consideri, ad esempio, l’evoluzione recente della speranza di vita nella popolazione di Cuneo, riportata nella tabella. Su un arco temporale di uno o due anni i mutamenti non sono quasi avvertibili e dunque rischiano di sfuggire all’occhio di un osservatore anche attento, ma inevitabilmente attratto e distratto da altri movimenti molto più appariscenti. Questo è ancor più vero oggi, nell’epoca della comunicazione H-24, dell’accorciamento dei cicli di vita dei prodotti, delle rendicontazioni trimestrali, delle sempre imminenti scadenze elettorali o referendarie. Il secondo messaggio («… ma è la più importante») rinvia sia alle cause che stanno a monte del cambiamento demografico, sia alle conseguenze che esso produce sull’organizzazione della vita economica e sociale di tutti i giorni. La demografia è importante innanzitutto perché le sue tendenze riassumono in modo incontrovertibile gli effetti di una molteplicità di forze e di tensioni che influenzano la vita delle persone. Riprendendo l’esempio della longevità, è fondamentale comprendere che i progressi descritti dalla tabella non sono né casuali, né il sentiero verso un destino predefinito al quale si tende in virtù di una qualche legge di natura. Sono invece il frutto IL NOSTRO TEMPO Speranze di vita della popolazione residente nella provincia di Cuneo, maschi e femmine, alla nascita e a 70 anni, dal 2000 al 2014. di un’infinità di decisioni pubbliche e di comportamenti individuali che, cumulandosi, hanno continuato a spostare la frontiera della speranza di vita: scelte di politica sanitaria, interventi per la sicurezza stradale e sul lavoro, campagne contro il fumo e l’alcol, alimentazione più sana, e così via. Ma le lente trasformazioni della scena demografica sono importanti anche perché modificano radicalmente le condizioni nelle quali si svolge la vita quotidiana degli individui e delle collettività. Per non usare nuovamente l’esempio della longevità – che ci porterebbe a ragionare della scarsa lungimiranza con la quale sono state gestite le tensioni sulla spesa pensionistica – possiamo considerare un’altra grande trasformazione demografica: il passaggio dalla famiglia numerosa a quella del figlio unico. Il prolungato declino del tasso di fecondità, particolarmente pronunciato in Italia, ha lentamente modificato le strutture familiari, sempre più organizzate lungo linee verticali (nonni, genitori, figli) e con minori legami orizzontali (fratelli e sorelle, cugini) e diagonali (zii, nipoti). Questi cambiamenti strutturali, combinandosi con la maggiore propensione al lavoro femminile, stanno comprimendo la quantità di “tempo di cura” disponibile all’interno delle famiglie e dunque Maschi alla nascita Maschi a 70 anni Femmine alla nascita Femmine a 70 anni 2000 75,99 12,60 82,06 16,09 2001 76,78 13,15 82,73 16,68 2002 76,75 13,08 82,41 16,23 2003 76,76 12,91 82,21 16,09 2004 77,69 13,55 83,48 17,20 2005 77,76 13,41 83,23 16,68 2006 77,92 13,51 83,69 17,28 2007 78,38 13,71 83,83 17,18 2008 78,70 13,86 83,83 16,83 2009 78,55 13,69 83,89 17,07 2010 78,82 14,08 84,39 17,38 2011 79,42 14,46 84,39 17,59 2012 79,51 14,37 84,14 17,45 2013 79,70 14,51 84,68 17,77 2014 79,90 14,77 84,78 17,84 Fonte: Elaborazione da www.demo.istat.it alimentano una formidabile domanda di assistenza alle persone anziane o con problemi di salute. L’incapacità di adottare decisioni pubbliche per rispondere a tale pesante cambiamento del panorama sociale aiuta a comprendere il fenomeno – totalmente imprevisto solo 20 anni fa – del milione di badanti straniere oggi presenti in Italia. Frutti di una lentissima maturazione, visibili solo nel calendario delle generazioni, i cambiamenti demografici sfuggono alla considerazione dei decisori: ma non vederli, o presentarli come inesorabili, significa rinunciare alla costruzione di un futuro migliore. Stefano Molina Fondazione Giovanni Agnelli 19 Il tempo del terrorismo E qualche timido segnale di speranza Un tempo nessuno avrebbe immaginato che uno dei più celebri lungomare d’Europa, con i suoi eleganti alberghi, i ristoranti affacciati sul mare e gli stabilimenti balneari, diventasse lo scenario di un massacro. E neppure che i fuochi d’artificio per il 14 luglio, la festa simbolo della Francia, venisse macchiata dal sangue di 84 persone, tra cui donne e bambini, troppi bambini, vittime innocenti di quella follia moderna che si chiama terrorismo. Nel bel mezzo dell’estate Nizza, la città più italiana della Costa Azzurra, meta ogni anno delle vacanze di migliaia di concittadini, è invece diventata l’emblema del peggiore incubo dei giorni nostri. Con la paura che paralizza le vite e che minaccia di cambiare le nostre abitudini. Per sempre. 20 Sono arrivato a Nizza un paio d’ore dopo che il “tir della morte” trasformasse la Promenade des Anglais in una distesa di sangue e corpi inermi, la vicina Place Massena presidiata dalla gendarmeria in assetto antisommossa e i locali della zona pedonale travolti dalla fuga della gente. «È la fine di tutto», mi dice un signore di mezza età, lo sguardo perso nel vuoto. Cammina scalzo, senza una direzione precisa, la camicia strappata sul braccio come se qualcuno si fosse aggrappato fino a romperla. Poco più in là una ragazza in pantaloncini piange abbracciata all’amica con cui era uscita a cena. «Abbiamo sentito le urla della gente, fuori dal ristorante, poi gli spari. È stato terribile: temevamo di non uscire più da quel locale, temevamo di morire…», racconta con le lacrime agli occhi e il respiro affannato. Il vento, insolitamente freddo per la stagione, agita le palme intorno all’area pedonale. Il salotto buono di Nizza, animato fino a poco IL NOSTRO TEMPO prima dalle risate di migliaia di persone, piomba in un silenzio spettrale, interrotto soltanto dalle sirene dei mezzi di soccorso che fanno la spola con l’Hopital Pasteur. Seminate a terra, in modo disordinato, le tracce dei terribili momenti di questa “terza guerra mondiale a pezzi”, come l’ha definita papa Francesco. Un tappeto di vetri rotti, oggetti fracassati, borse, maglioni e altro ancora, abbandonati in fretta dalla folla che cercava di evitare quel proiettile impazzito. E poi scarpe, tante scarpe, seminate da chi ha cercato in ogni modo di salvarsi la vita. L’angoscia si legge negli sguardi della gente, che vaga per le strade ancora sotto choc. I poliziotti li raccolgono in piccoli gruppetti e li rimandano a casa grazie al passaparola dei taxi, che fanno da navetta di emergenza. La zona che dal porto arriva fino all’hotel “Le Meridien”, dove inizia il cordone di polizia, è deserta, anche se illuminata a giorno dai lampeggianti della polizia, mentre elicotteri sorvolano l’area a bassa quota. La hall del Negresco, l’albergo dei vip, diventa un ospedale da campo. Nelle sale affrescate dei primi del ‘900 gli inquirenti ascoltano i testimoni della strage, mentre i feriti vengono stesi su materassini e soccorsi dai sanitari. C’è chi piange, chi ha piccole ferite, chi cerca amici e parenti. Raggiungo a piedi l’ospedale, una camminata di quasi un’ora fino alla moderna struttura posta sulla collina di Nizza, la quinta città della Francia per numero di abitanti dopo Parigi, Marsiglia, Lione e Tolosa. Sulla strada non c’è più anima viva, le persone ancora sveglie nelle case si affacciano alle finestre, o ai balconi, per poi chiudersi subito dentro. Mi siedo su una panchina di pietra, mi guardo intorno e mentre la gendarmeria mi controlla i documenti e mi chiede di cancellare dal cellulare le immagini dell’ingresso dell’ospedale che avevo appena scattato, scopro anch’io di avere paura. Proprio quello che vogliono i terroristi: bloccare le persone, facendo temere per la propria vita e per quella dei propri cari. Penso ai miei bambini, che stanno dormendo a casa, e alle incertezze del mondo che li aspetta, quando di fronte a me compare una «Courage» è l’esortazione della madre alla piccola, che non smette di singhiozzare. «Guarda il cielo, è quasi giorno, tra poco sorgerà il sole, è tutto finito…» bambina abbracciata alla sua mamma. Non si da pace e piange a dirotto per quello che ha visto. I medici l’hanno visitata, e per fortuna sta bene, ma è sconvolta dall’orrore della tragedia a cui ha appena assistito. «Courage», «coraggio» è l’esortazione della madre alla piccola, che non smette di singhiozzare. «Guarda il cielo, è quasi giorno – le dice in tono amorevole –. Tra poco sorgerà il sole, è tutto finito…». Parole di conforto e di speranza che accompagnano l’alba nella mia mente, mentre in strada scrivo il primo reportage di una giornata lunghissima, su e giù per la Promenade des Anglais, tra le lacrime per i bambini feriti ricoverati nell’ospedale pediatrico, gli psicologi volontari che assistono i sopravvissuti e le preghiere per chi non ce l’ha fatta nella chiesa di Saint Philippe e Saint Pierre D’Arene. Quando torno a casa il lungomare è ancora chiuso, davanti alle transenne della polizia fiori, disegni e peluche, l’omaggio della gente alle vittime dell’attentato. Il tempo del terrore non ha cancellato la solidarietà fra le persone, la voglia di tendere una mano agli altri. E di tornare a vivere. Alessandro Galavotti Responsabile Ansa, sede regionale per il Piemonte 21 25 RISORSE Brexit: il tempo dell’incertezza E l’incertezza dei tempi Il 23 giugno 2016, chiamati a decidere sulla permanenza o meno del Regno Unito nell’Unione europea, il 51,89% dei cittadini britannici recatisi alle urne ha espresso la sua preferenza per il Leave, contro il 48,11% ottenuti dal Remain. La diffusione dei dati del referendum, nonostante gli stessi fossero stati in qualche modo anticipati da molte delle ultime rilevazioni, è stata accolta con stupore. Da una parte si riteneva che la Brexit fosse solo un fastidioso rumore di fondo destinato a esaurirsi grazie al “pragmatismo degli elettori britannici”, i quali mai avrebbero accettato questo salto nel buio. Dall’altra, soprattutto da molti dei politici sostenitori del Leave, la consultazione era perlopiù vissuta come una (insensata) prova di forza, senza grandi speranze di successo. L’iniziale sorpresa ha presto lasciato spazio a uno stato di forte incertezza, il quale promette di protrarsi per un lungo periodo di tempo, non essendo chiari, al momento, tempi, modalità ed esito della procedura che dovrebbe ridisegnare i rapporti tra l’UE e il Regno Unito. Incertezza determinata dall’unicità della situazione – è, infatti, la prima volta che uno Stato membro muove 22 deciso verso l’uscita dall’UE –, ma anche dalla mancanza di una chiara strategia politica e di leader credibili in grado di gestire un momento così delicato. Sul fronte britannico, infatti, si è assistito alla progressiva, e ingloriosa, uscita di scena di tutti i principali protagonisti della vicenda. All’interno dell’UE, invece, si assiste al riaffiorare di antiche tensioni che riflettono l’assenza di una visione comune. Senza contare che il voto britannico potrebbe contribuire a rafforzare ulteriormente i movimenti anti-europeisti e xenofobi che, sempre di più, paiono monopolizzare il dibattito pubblico su alcuni aspetti essenziali del modello socio-politico europeo. Questa grave situazione di incertezza caratterizza, prima di tutto, il futuro prossimo dei rapporti tra UE e Regno Unito. Come noto, infatti, il referendum ha solo valore consultivo e non determina, di per sé, l’uscita del Regno Unito dall’UE. Tale eventualità potrà realizzarsi solo una volta che sia stato concluso un accordo di recesso tra lo Stato e l’UE, ai sensi dell’art. 50 del Trattato sull’Unione Europea (TUE), o che siano trascorsi due anni senza che sia stato possibile addivenire a un simile risultato. I negoziati potranno aprirsi solo una volta che il Regno Unito abbia notificato la sua volontà di recedere: a oggi, nonostante le pressioni esercitate dalle istituzioni europee e da altri Stati membri, non è ancora chiaro quando ciò avverrà. A complicare ulteriormente la situazione contribuiscono i dubbi su quale sia l’organo deputato a procedere alla notifica – se il Parlamento o il Governo –, e sulla possibilità che Scozia e Irlanda del Nord, facendo giustamente valere il voto pro-Remain dei loro cittadini, cerchino di bloccare la decisione di recedere o vogliano rilanciare le loro aspirazioni autonomiste. La coltre di incertezza si fa ancora più spessa se si cerca di guardare a un futuro meno prossimo, provando a prevedere quale forme potrebbe assumere il nuovo rapporto tra UE e Regno Unito, una volta che questo abbia definitivamente perso lo status di Paese membro. Tali questioni dovranno essere regolate in un accordo diverso da quello di recesso ex art. 50 TUE, essendo quest’ultimo destinato a “chiudere i conti con il passato” e non a disciplinare, se non in minima parte, il futuro dei rapporti tra i due soggetti. Le soluzioni possibili sono molteplici e, al momento, non è chiaro quale sarà la via prescelta. Il principale obiettivo del Regno Unito, così come ribadito dalla neo Prime Minister Theresa May, è mantenere l’accesso al mercato interno europeo per le imprese britanniche. Di contro, la Commissione europea e molti Stati membri hanno già chiarito che tale richiesta non potrà essere accolta se il Regno Unito, accanto alla libera circolazione di merci, servizi e capitali, non accetterà anche quella delle persone. È facile prevedere che, dopo aver dominato il dibattito sulla Brexit, proprio quest’ultimo aspetto costituirà uno dei fattori decisivi per l’esito dei futuri negoziati tra le due La coltre di incertezza si fa ancora più spessa se si cerca di guardare a un futuro meno prossimo, provando a prevedere quali forme potrebbe assumere il nuovo rapporto tra UE e Regno Unito, una volta che questo abbia definitivamente perso lo status di Paese membro parti. D’altra parte, non vi è ragione per la quale al Regno Unito dovrebbe essere riservato un trattamento diverso rispetto a tutti quegli Stati non-UE – quali Norvegia, Liechtenstein, Islanda o Svizzera – ai quali è stato riconosciuto l’accesso al mercato interno solo nella misura in cui abbiano accettato che anche le persone possano circolare liberamente. Francesco Costamagna Professore di Diritto dell’Unione Europea, Università di Torino 23 25 RISORSE Vivere (e spostarsi) in “provincia” Il tempo della mobilità Oggigiorno, i territori della cosiddetta “provincia italiana” vivono una costante e sempre più evidente ambivalenza: da un lato la “frammentarietà” che emerge dai diversi campanilismi locali, dall’altro la necessità di “fare sistema” imposta dalla competitività globale. Nella provincia italiana il policentrismo – ovvero la coesistenza su un territorio di più centri con pari dignità – è condizione radicata nello spazio (aree urbane inframezzate da spazi aperti), nel tempo (spesso sin dal Medioevo) e, quindi, nelle strategie di sviluppo, generalmente improntate al mantenimento delle aree di influenza dei rispettivi centri. Al tempo stesso, emerge con evidenza la necessità per questi territori di promuoversi e svilupparsi come uniche entità territoriali, superando i localismi in favore di azioni cooperative capaci di accrescere la 24 competitività del sistema entro le dinamiche economiche di grande scala. Ciò accade per il territorio cuneese, ma anche in molte aree della penisola: si pensi agli ambiti fortemente infrastrutturati dell’Emilia e della Romagna, ai territori policentrici veneti e umbri, sino a sistemi territoriali più ampi come quello che si sviluppa nella valle dell’Arno. Pare sempre meno azzardato avanzare l’ipotesi che i territori policentrici della provincia italiana possano (e debbano) funzionare come vere e proprie aree metropolitane: le dinamiche di accentramento o decentramento di servizi, gli sviluppi insediativi e l’articolazione attuale delle attività economiche stanno creando realtà territoriali che necessitano di grande flessibilità e capacità di ripensarsi. Lo stesso stile di vita degli abitanti è sempre più legato a un uso “allargato” del territorio: spostarsi è ormai un requisito fondamentale sia per la vita privata sia per lo sviluppo della propria attività economica. Il caso del territorio cuneese da questo punto di vista è paradigmatico: un territorio storicamente incentrato su sette città maggiori (le Sette Sorelle) che sta tuttavia subendo un pesante processo di riorganizzazione delle proprie polarità. In 10-20 anni si sono creati, soppressi o spostati diversi servizi (università, spazi commerciali, tribunali, ospedali) e si sono avviate importanti azioni di cooperazione sovra-comunale (le Unioni dei Comuni, l’allargamento del Parco Fluviale Gesso e Stura, le azioni di salvaguardia e valorizzazione dell’arco alpino o di Langhe e Roero). L’abitante cuneese ha e avrà sempre più bisogno di spostarsi, anche per brevi tratte e anche più volte nel corso della giornata. Il tema degli spostamenti – e quindi delle infrastrutture – diventa strategico sotto diversi aspetti. Per la velocità: perché se l’obiettivo è quello di far funzionare un sistema territoriale così sparso occorre che le distanze temporali tra le sue parti si riducano. Per il tipo di servizio: affinché il tempo dedicato agli spostamenti abbia un valore sia sotto l’aspetto economico che di qualità della vita. Spostarsi è ormai un requisito fondamentale sia per la vita privata sia per lo sviluppo della propria attività economica. Il caso del territorio cuneese è paradigmatico Come tradurre queste sollecitazioni in proposte operative di sviluppo territoriale? La ricerca MetroGranda. Mobilità e territorio sviluppata dal Politecnico di Torino (Dipartimento di Architettura e Design) con il supporto economico di Fondazione CRC e dei Comuni di Cuneo, Fossano, Mondovì, Saluzzo e Savigliano, presentata il 2 luglio presso i locali della Fondazione, ha provato a rispondere a queste esigenze proponendo un ripensamento innovativo della mobilità provinciale: trasformare alcune delle tratte ferroviarie sospese o dismesse del Cuneese nella spina dorsale di un sistema integrato di Trasporto Pubblico Locale. La proposta progettuale – basata sulla riattivazione del servizio ferroviario tra i centri di Bra, Savigliano, Saluzzo, Cuneo e Mondovì per creare una sorta di linea metropolitana cuneese integrata con la rete del trasporto su gomma – affronta espressamente le questioni della velocità di percorrenza e del tipo servizio, proponendo un modello sicuramente perfettibile ma dalle notevoli possibilità, specie se ulteriormente integrato con il versante del trasporto merci. Inoltre, MetroGranda propone una visione territoriale della provincia Granda capace di superare i localismi senza cancellare le diversità e creare rapporti di reciproca cooperazione tra le Sorelle. I risultati della ricerca sono visionabili sul sito metrogranda.polito.it Marco Barbieri Dottore di Ricerca in Ambiente e Territorio, Politecnico di Torino Mattia Giusiano Dottore di Ricerca in Architettura e Progettazione Edilizia, Politecnico di Torino 25 25 RISORSE Lo stato di salute del sistema economico provinciale Nel corso del 2015 si è assistito a un rallentamento del ciclo economico internazionale, scaturito dalla decelerazione delle economie emergenti e dei Paesi in via di sviluppo (+4% nel 2015, a fronte del +4,6% nel 2014) e dalla tenuta di quelle avanzate (+1,9% nel 2015 rispetto al +1,8% registrato nel 2014). È proseguita, invece, la ripresa dell’area euro, seppur a ritmi moderati: il prodotto interno lordo è cresciuto, infatti, dell’1,6% (+0,9% nel 2014), sostenuto dall’aumento della domanda interna. Nel primo trimestre del 2016 il rilancio dell’eurozona si è manifestato oltre le attese (+0,6%), trainato dai miglioramenti registrati per consumi e investimenti, mentre Sulle prospettive economiche del Piemonte, come dell’Italia e dell’Eurozona, pesa l’accresciuta incertezza legata alla gestione dell’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea il contributo estero netto è risultato negativo per il terzo trimestre consecutivo. L’aumento medio atteso per il 2016 è stimato all’1,6%. Nel 2015 l’andamento di crescita dell’economia italiana si è fermato al +0,8%, dato comunque incoraggiante giunto in seguito a un triennio di andamento recessivo. Si sottolinea il contributo positivo fornito dalla domanda interna, in primo luogo dai consumi delle famiglie, a fronte di quello lievemente negativo della domanda estera netta. Nei primi mesi del 2016 è proseguita la fase di moderato recupero dell’economia italiana (PIL +0,3% rispetto al IV trimestre 2015), caratterizzata da livelli produttivi dell’attività manifatturiera nel complesso stabili e dai primi segnali di ripresa delle costruzioni, in un contesto generale caratterizzato da un aumento, seppur contenuto, dell’occupazione. 26 Segnali contrastanti giungono, invece, dal commercio estero e dalla fiducia delle imprese e, soprattutto, dai consumatori. L’incremento medio atteso per l’economia italiana nel 2016 è prossimo al punto percentuale. Il 2015 restituisce quindi la fotografia di un Piemonte che ha iniziato a risollevarsi dalla lunga crisi che ha caratterizzato negli ultimi anni il tessuto economico regionale: il PIL è, infatti, aumentato dello 0,7%, andamento simile a livello nazionale. A sostenere l’economia regionale è stato da un lato l’incremento della domanda interna dei consumi, dall’altro l’ottima dinamica evidenziata dalle esportazioni, mentre gli investimenti, pur in recupero, hanno mostrato uno sviluppo ancora limitato. Il 2015 si è caratterizzato, a livello settoriale, per la buona performance dell’industria manifatturiera regionale. Anche la provincia di Cuneo ha vissuto, nel corso del 2015, un generale miglioramento della congiuntura economica: le buone performance registrate dal tessuto manifatturiero locale hanno trainato il comparto regionale, le esportazioni di merci cuneesi hanno registrato, soprattutto nella prima metà dell’anno, ritmi di crescita sostenuti e il mercato del lavoro provinciale ha confermato la posizione di assoluta eccellenza nel panorama non solo regionale e nazionale, ma anche europeo. Per tutto il 2015 la provincia di Cuneo è stata, tra i territori piemontesi, quella che ha registrato le migliori performance (in media la produzione industriale cuneese è aumentata del 3,5%), oltre a caratterizzarsi come l’area dal miglior posizionamento sul mercato del lavoro. Pur non essendo rimasta esente dalla recessione degli ultimi anni, ha saputo, infatti, contrastare con efficacia la congiuntura negativa, manifestando, a partire dal 2014, una buona ripresa. Nel 2015 le stime ISTAT non registrano per il Cuneese alcuna variazione rispetto all’anno precedente: il tasso di disoccupazione resta meramente frizionale, mantenendosi al 5,3%, poco più della metà del valore regionale (10,2%) e la provincia Granda si colloca al terzo posto nella graduatoria nazionale, IL NOSTRO TEMPO Crisi e metamorfosi in provincia di Cuneo È in fase di conclusione la ricerca, promossa dal Centro Studi della Fondazione CRC e realizzata in collaborazione con la società di ricerca Antilia, sugli effetti che la crisi ha prodotto nel sistema economico, sociale e culturale della provincia. L’analisi fotografa la situazione prima della crisi, quanto è successo durante e quali possibili tendenze si prospettano per gli anni a venire. L’impatto della crisi non è stato esplorato solo in termini di ricadute negative, ma anche allo scopo di evidenziare cambiamenti e fenomeni emergenti di una certa rilevanza. Con questa finalità, a fianco della raccolta e analisi dei principali indicatori socio economici, sono state realizzate interviste a diversi attori chiave del territorio in ambito istituzionale, economico, sociale e culturale. Il rapporto finale dell’indagine sarà presentato nei prossimi mesi e messo a disposizione sul sito web della Fondazione www.fondazionecrc.it preceduta solo da Bolzano e Vicenza. Coerentemente il tasso di occupazione si attesta al 67,1%, oltre tre punti sopra la media piemontese (63,7%). Anche il confronto con l’Unione Europea premia il territorio cuneese: nel 2015 il tasso di occupazione della provincia è risultato superiore di 1,5 punti percentuali alla media dell’UE-28 (65,6%), mentre il tasso di disoccupazione è inferiore di 4,5 punti a quello dell’aggregato UE (9,4%). Il 2016 per il Piemonte, così come per la provincia di Cuneo, è iniziato all’insegna di dinamiche contrastanti: se da un lato è proseguita la fase di rilancio del comparto manifatturiero (la produzione industriale è aumentata del 2,2% in Piemonte, dell’1,9% in provincia di Cuneo), dall’altro il primo trimestre dell’anno ha assistito a un consistente calo delle esportazioni di merci (diminuite del 7,1% in Piemonte, dell’8,1% in provincia di Cuneo) dovuto in larga parte alla flessione della domanda da parte dei Paesi extra UE-28. Le previsioni 2016 per il Piemonte confermano la ripresa avviata nel 2015, prossima, per intensità, a quella nazionale e sostenuta principalmente dai consumi delle famiglie e da un incremento degli investimenti fissi. Sulle prospettive economiche del Piemonte, così come dell’Italia e dell’Eurozona, pesa l’accresciuta incertezza legata alla gestione dell’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, i cui effetti, al momento difficilmente quantificabili, potrebbero incidere negativamente sulla fiducia e sugli investimenti delle imprese. Ufficio Studi Camera di Commercio di Cuneo 27 25 RISORSE Pensare globale per agire locale Stimoli e riflessioni dalla Conferenza europea delle fondazioni La città di Amsterdam, simbolo di integrazione culturale e cosmopolitismo, ha ospitato la conferenza 2016 dello European Foundation Center. I tre giorni di lavori hanno offerto oltre 30 sessioni di incontro, in gran parte organizzate per favorire confronto, dibattito e scambio di pratiche tra gli oltre 700 delegati di quasi altrettante fondazioni, provenienti in gran parte dall’Europa, con alcuni rappresentanti anche dal Nord America, Asia, Africa. La conferenza ha richiamato l’attenzione dei partecipanti e del mondo filantropico su temi globali e su temi operativi. Tra i primi, il tema cruciale è stato quello dei grandi flussi di migranti che si stanno affacciando all’Europa, causati, in particolare, 28 dalla drammatica fuga di adulti, minori, famiglie dai luoghi di guerra del Medio Oriente e dell’Africa. Tema che è stato affrontato con un’attenzione alle azioni locali, che ciascuna fondazione può svolgere sul proprio territorio, e alla sensibilizzazione verso i governanti, perché abbandonino politiche di totale chiusura, che purtroppo si sono manifestate in alcuni Paesi, e trovino risorse per sostenere la società civile che opera con grande impegno per l’accoglienza. Un segnale al governo polacco, di recente protagonista di scelte molto discutibili sulla libertà di stampa, contestate vivacemente dalle organizzazioni della società civile, è stato lanciato attraverso la decisione di tenere la prossima conferenza europea delle fondazioni, nel 2017, proprio a Varsavia. Sul fronte delle modalità di lavoro delle fondazioni sul proprio territorio, interessante è stata l’enfasi sull’opportunità di coinvolgere i giovani nei processi decisionali di progettazione del nostro futuro, incluso il coinvolgimento in ruoli di amministrazione e di governo. In alcune sessioni sul tema abbiamo incontrato giovani leader, poco più che ventenni, provenienti da Paesi del Sud del mondo, talvolta con storie di dolore e di migrazione alle spalle, che parlano con una Il Regional Foundations Network riunisce fondazioni caratterizzate per operare in più settori, su un territorio specifico, diversamente da altre fondazioni europee di tipo “tematico”, concentrate su un unico settore competenza, una chiarezza e una voglia di cambiare in meglio il mondo sorprendente per tutti i delegati. L’impressione dei partecipanti è stata unanime: trovare le modalità per coinvolgere queste energie nuove nei processi di cambiamento delle nostre società è una sfida cruciale per dare un futuro alle comunità in cui operiamo. Molto ricorrente nelle sessioni della conferenza è stato anche il tema delle imprese sociali, capaci di coniugare opportunità occupazionali con ricadute positive sul tessuto sociale. Una serata coinvolgente si è svolta nel ristorante Fifteen di Amsterdam fondato da Jamie Oliver, celebre chef inglese, parte dell’omonima catena presente in altre grandi città e caratterizzata dal coinvolgimento, tra i dipendenti, di persone provenienti da percorsi difficili come droga, crimine e tossicodipendenza. Nel corso della serata sono state presentate in modo originale numerose imprese sociali olandesi, tutte finalizzate all’inserimento lavorativo di soci svantaggiati: una cooperativa che produce biscotti “a marchio sociale” per la grande distribuzione, un laboratorio di sartoria che trasforma camice rovinate, inviate dai clienti, in divertenti boxer, una falegnameria che produce mobili disegnati da famosi designer, che collaborano a titolo gratuito. La sfida per le imprese sociali, che appare ancora in molti casi non risolta, è quella dell’autonoma sostenibilità sul mercato: una combinazione di contributi a fondo perduto e di fondi di investimento risulta indispensabile per la sopravvivenza economica. Una sessione è stata dedicata al lancio di un nuovo gruppo di fondazioni all’interno di EFC: il Regional Foundations Network, che riunisce fondazioni caratterizzate per operare in più settori, su un territorio specifico, diversamente da altre fondazioni europee di tipo “tematico”, concentrate su un unico settore, con orizzonte nazionale o internazionale. La Fondazione CRC fa parte della rete, che terrà a ottobre un momento di incontro a Bruxelles. Lo European Foundation Centre si è dimostrato ancora una volta un luogo utile per ricevere stimoli e idee, che in futuro potranno essere concretizzate anche attraverso collaborazioni e scambi di pratiche tra fondazioni. Un’attività che sarà rafforzata dal prossimo presidente dell’associazione, annunciato ad Amsterdam: il Segretario Generale di Fondazione CRT Massimo Lapucci. Andrea Silvestri Direttore Generale Fondazione CRC 29 25 RISORSE Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile Una grande opportunità per il Paese Il Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, previsto in legge di stabilità 2016, rappresenta al tempo stesso un punto di arrivo e un punto di partenza. È il punto di arrivo di un articolato processo avviato da ACRI e dalle fondazioni di origine bancaria associate che hanno condiviso e promosso, sin dall’inizio del 2015, l’idea di un intervento di ampia portata e impatto su un tema che affligge il nostro Paese: la povertà, in particolare quella dei minori. Nelle interlocuzioni con le rappresentanze del Volontariato e del Terzo settore, con le quali ACRI ha realizzato importanti progettualità e accordi, si era L’iniziativa rappresenta un esempio unico di partnership pubblico-privato paritetica e volontariamente condivisa infatti palesata l’esigenza di mettere insieme le forze per promuovere una grande iniziativa nazionale, facendo perno anche su risorse disponibili su altri capitoli di intervento negli accordi ACRI-Volontariato in essere. Il XXIII Congresso ACRI di Lucca ha poi fatto propria l’idea, inserendola nella mozione finale, di un intervento di ampia portata e di carattere nazionale per il contrasto delle nuove povertà e il sostegno all’infanzia svantaggiata. Il giorno successivo alla chiusura del Congresso, in occasione di un’udienza programmata con papa Francesco − della delegazione ACRI faceva parte anche il portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore − il Presidente Guzzetti ha manifestato al Santo Padre la forte intenzione di intervenire sul problema. Papa Francesco, apprezzando con sincera commozione l’idea, ha spronato ad andare avanti senza indugio e a tradurre le 30 intenzioni in fatti concreti. A quel punto, non si poteva più tornare indietro! Iniziano così i contatti con il Governo, nella consapevolezza che la dimensione del problema non potesse non prevedere un intervento coordinato e di partnership pubblico-privato. Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, contattato dal Presidente ACRI, si è mostrato subito favorevole all’idea e, dopo un percorso non semplice, ma fortemente collaborativo con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, si è arrivati all’inserimento, nella legge di stabilità 2016, di un articolato che ha decretato l’istituzione del Fondo, alimentato dalle Fondazioni di origine bancaria, alle quali è stato riconosciuto un credito di imposta pari al 75% dei versamenti effettuati per un periodo triennale, sino a un importo massimo del credito di imposta di 100 milioni di euro all’anno. Successivamente, attraverso molteplici interlocuzioni con il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Tommaso Nannicini, e con il capo di Gabinetto del Ministero dell’Economia e delle Finanze, consigliere Roberto Garofoli, è stato messo a punto il Protocollo, previsto nella legge, atto a regolamentare la gestione del Fondo. Il Protocollo afferma alcuni principi di straordinario valore: una governance condivisa, costituita pariteticamente da rappresentanze del Governo, delle Fondazioni e del Terzo settore; la gestione amministrativa del Fondo delegata ad ACRI; l’assegnazione in capo a quest’ultima della scelta del soggetto attuatore che gestirà operativamente il Fondo; il protagonismo del Terzo settore per la realizzazione degli interventi. Se il Protocollo è indubbiamente il punto di arrivo di un processo lungo e articolato, rappresenta al tempo stesso anche il punto di partenza della fase operativa, in cui ai buoni propositi e alle buone intenzione debbono ineluttabilmente seguire i fatti. Le condizioni perché l’iniziativa porti gli attesi frutti ci sono tutte: c’è un’ampia convergenza sugli obiettivi di tutti gli attori coinvolti, Fondazioni, Terzo settore, Governo; c’è un Comitato di indirizzo strategico incaricato di identificare L’iniziativa rappresenta un esempio unico di partnership pubblico-privato paritetica e volontariamente condivisa, esempio che rappresenterà un punto di riferimento per tutti quei soggetti privati interessati a collaborare con in Fondazione con il Sud, ente che è la massima espressione del partenariato tra Fondazioni e Terzo settore; ci sono risorse significative che le Fondazioni si sono impegnate a mettere in campo, stimate in circa 120 milioni di euro all’anno per tre anni. Per le Fondazioni, questa iniziativa rappresenta una straordinaria opportunità, che ha già prodotto significativi risultati. Innanzitutto, e soprattutto, le Fondazioni sono riuscite a far convergere su una problematica di così ampia portata e su cui intervengono ordinariamente, energie e risorse estremamente importanti. Per la prima volta, finalmente, le Fondazioni ottengono un riconoscimento di fatto del loro ruolo di protagoniste dell’azione in campo sociale, e non solo per quello di investitori istituzionali. la pubblica amministrazione per il bene comune. Infine, il Fondo consente di valorizzare la positiva esperienza di Fondazione con il Sud e di diffonderne l’approccio culturale e operativo, invertendo finalmente, per una volta, i tradizionali flussi di innovazione che siamo abituati a conoscere e che vanno sempre da Nord a Sud. Questa volta, da Sud, si diffonde una esperienza positiva nell’intero Paese. Non resta che mettersi all’opera, nella consapevolezza che il cammino sarà complesso e richiederà il massimo impegno. Ma la portata e la rilevanza dell’obiettivo sono tali che non ci si può sottrarre a questa chiamata alla responsabilità. CANTIERE FONDAZIONE linee guida e criteri di implementazione del Fondo qualificato e altamente rappresentativo delle realtà che hanno contribuito alla sua costituzione; c’è la garanzia di un soggetto attuatore competente che ACRI ha individuato Giorgio Righetti Direttore Generale ACRI 31 La provincia di Cuneo al 2030 Scenari di sviluppo per orientare politiche e interventi Con gli incontri realizzati il 4 e 5 luglio in Fondazione, a cui hanno partecipato più di 50 rappresentanti delle Istituzioni, del sistema economico e del mondo sociale e culturale del territorio, ha preso il via il progetto Scenari di sviluppo per la provincia di Cuneo. Perché “Scenari”? Per usare una metafora, potremmo dire che viviamo e vivremo tempi nei quali i mari sono mossi e incerti e che i marinai esperti sanno che per navigare in mare aperto, e non limitarsi al piccolo cabotaggio, è necessario conoscere le correnti, i venti e il porto in cui arrivare. Fuori di metafora, siamo ormai consapevoli che gli scenari globali con i quali dobbiamo confrontarci sono estremamente complessi e precari: i segnali di ripresa sono incoraggianti, 32 ma non sufficienti per pensare di lasciarsi alle spalle la crisi e, comunque, “nulla sarà più come prima”. Le prospettive sul futuro dell’economia globale oscillano tra ipotesi di “stagnazione secolare” e di “distruzione creatrice”. Ogni previsione è resa più difficile dalle tensioni geopolitiche mondiali, cui si sommano le incertezze sul futuro dell’Unione Europea. Allo stesso tempo, dobbiamo fare i conti con le grandi transizioni demografiche: invecchiamento della popolazione, riduzione delle nascite, migrazioni. Ancora, le innovazioni tecnologiche rendono difficile immaginare il mondo di domani, ma sappiamo che avranno un grande impatto sul lavoro. In un sistema in cui crescono disuguaglianze economiche, sociali, culturali, ma anche cognitive. Per fare qualche esempio: si ipotizza che nel 2030 il 40% delle auto sarà a motore elettrico; il 40% della popolazione sarà anziana, molti posti di lavoro saranno persi per gli effetti dell’automazione, ma altri se ne creeranno. caratteristiche peculiari. Si può immaginare, per esempio, uno scenario evolutivo, in cui prosegua sulla strada di un modello di sviluppo tradizionale, ma col rischio di incorrere, nel confronto con le grande sfide globali, in un lento declino? Oppure la provincia di Cuneo si può avviare verso uno scenario selettivo, dove CANTIERE FONDAZIONE Queste tendenze globali ci interrogano, come individui e come comunità locali, sul futuro dei nostri territori e sul modo in cui potremo attrezzarci per affrontarle. Come influiranno a casa nostra le vicende del mondo? Come possiamo immaginare e descrivere la provincia di Cuneo del 2030 e dintorni? Sarà sufficiente la manutenzione del cosiddetto “modello Cuneo” per consolidare e rafforzare i risultati finora conseguiti o sarà necessario un salto di qualità e di innovazione di sistema? Nel futuro, come potranno evolvere gli attuali settori portanti dell’economia provinciale? E quali saranno i settori del futuro? Chi andrà avanti e chi resterà indietro? Che cosa si intende mettere in cantiere negli anni che ci separano da un futuro solo apparentemente lontano? Quali decisioni dovrebbero essere prese oggi per costruire la provincia di domani? In una domanda di sintesi, quale provincia si può e si vuole costruire? Con questo progetto, la Fondazione CRC, avvalendosi del proprio Centro Studi, si propone di delineare le coordinate del proprio viaggio – e quello del territorio in cui opera –, per imparare a riconoscere le direzioni più favorevoli e i porti più accoglienti e sicuri, e di fornire al territorio elementi utili a pianificare le attività future, per fare fronte alle sfide imposte dal sistema globale. In una logica cooperativa, è ormai consolidata la consapevolezza che le prospettive di sviluppo di un territorio non dipendono solo dalle dotazioni di risorse, ma soprattutto dalla capacità dei soggetti locali di condividere visioni e prendere oggi le decisioni che potranno condizionare il domani. Concretamente, il progetto – avvalendosi della collaborazione di un partner tecnico esperto in analisi di questo genere – prevede quattro fasi: una prima fase di ascolto, realizzata nel mese di luglio, in cui si è condiviso il progetto con gli attori locali per raccogliere idee e indicazioni utili allo sviluppo successivo del lavoro. Una seconda fase di analisi si focalizzerà sul sistema cuneese, per fare emergere le principali dotazioni del territorio, i suoi punti di forza e di debolezza, le opportunità e le minacce rispetto ai principali trend economici, tecnologici e sociali internazionali. La terza fase sarà dedicata alla definizione degli scenari alternativi, per comprendere come potrà reagire la provincia di Cuneo alle tendenze globali, alla luce delle sue Le prospettive di sviluppo di un territorio non dipendono solo dalla dotazione di risorse, ma dalla capacità di condividere visioni e prendere decisioni alcuni settori e alcuni territori sapranno reagire e andare avanti, mentre qualcun altro rimarrà indietro, aumentando le disuguaglianze? O, ancora, uno scenario innovativo, nel quale la comunità provinciale, in una logica cooperativa, riuscirà a fare un salto di qualità attraverso scelte strategiche e di sistema? A partire da queste riflessioni, il progetto si concluderà con una fase di condivisione, per consolidare le ipotesi elaborate, integrare le informazioni e ragionare su alcune indicazioni di policy, nella prospettiva della provincia di Cuneo del 2030, condivise dagli attori locali. L’intero percorso, che dovrebbe concludersi intorno ad aprile 2017, prevede in ogni fase un ampio coinvolgimento del sistema istituzionale, economico, sociale, culturale del territorio, attraverso la raccolta di dati e informazioni, la realizzazione di interviste, la promozione di tavoli di lavoro congiunti e workshop tematici. Ci auguriamo che il progetto possa rappresentare un’occasione di riflessione strategica e confronto tra i principali attori locali sulle scelte da prendere oggi per costruire la migliore provincia cuneese di domani. Elena Bottasso Responsabile Centro Studi 33 25 RISORSE Una scuola senza carta 82 istituti insieme per la dematerializzazione “Una scuola senza carta” è il nome che abbiamo dato alla nostra iniziativa e l’obiettivo che ci siamo posti. In realtà, la carta nella scuola c’è e continuerà ad esserci. Però anche le scuole, come tutte le pubbliche amministrazioni, devono uniformarsi al dettato del Decreto Legislativo 7/03/05, n. 82, il Codice dell’Amministrazione Digitale (C.A.D.). Dobbiamo “eliminare la carta” o comunque dematerializzare il flusso documentale in ingresso, in gestione e in uscita dalla scuola. È un tema stimolante che ha a che vedere con un cambiamento culturale, perché la dematerializzazione è una partita grossa che richiede professionalità e strumenti, ma offre grandi occasioni: abbassare drasticamente il consumo di carta e di inchiostro, risparmiare soldi di tutti e creare meno problemi all’ambiente. Tanto per avere un’idea: è stato calcolato che la cifra imputabile all’uso della carta e dell’inchiostro nella pubblica amministrazione italiana si attesta intorno ai quattro miliardi di euro l’anno. Dall’altra parte, però, questo processo apre problemi enormi e irrisolti come la gestione e la conservazione degli archivi. Il C.A.D., del 2005, ha imposto alle pubbliche amministrazioni l’attuazione, entro dieci anni, delle norme previste, dando mandato ai singoli Ministeri di redigere dei piani attuativi. Quindi il Ministero dell’Istruzione nel 2005 ha avuto incarico dal legislatore di stendere un piano attuativo per l’introduzione della dematerializzazione nelle scuole: piano che, a tutt’oggi, non esiste. Però gli obblighi per le scuole ci sono lo stesso e all’interno della scuola il Dirigente scolastico è il responsabile: è lui a firmare i contratti con un dipendente o con un fornitore. La legge stabilisce che un contratto cartaceo della pubblica amministrazione non abbia più alcun valore e che quel contratto debba essere digitale: quindi, se il Dirigente sottoscrive un contratto cartaceo, quel contratto è nullo. E come si può pensare di pagare un insegnante, o un 34 fornitore, ai sensi di un contratto nullo? Come potrebbero i revisori dei conti confermare la validità di pagamenti fatti ai sensi di contratti nulli? A fronte di considerazioni e previsioni di questo genere, lo scorso anno, in prossimità delle scadenze previste dal C.A.D., ha cominciato a diffondersi la preoccupazione tra i Dirigenti scolastici, anche della nostra provincia. Nella primavera del 2015 diversi dirigenti scolastici della provincia di Cuneo si sono autoconvocati e si sono incontrati, presso l’Ufficio Scolastico di Cuneo, per affrontare insieme la questione. Viviamo nell’epoca dell’autonomia scolastica, risoltasi finora nel “ognuno faccia per sé”. Ma non è possibile pensare che una partita del genere venga affrontata dalle istituzioni scolastiche in ordine sparso, senza un coordinamento e senza un supporto. Anche solo l’enucleazione delle implicazioni tecniche e organizzative di questo processo comporta competenze specifiche che nelle scuole, generalmente, non sono previste e non sono presenti. Non resterebbe, quindi, che affidarsi alle “sirene” del libero mercato, a chi offre pacchetti chiavi in mano la cui efficacia è davvero difficile valutare a priori. Anche dal confronto con gli uffici del Ministero, non sono emerse soluzioni percorribili. Ci siamo quindi trovati di fronte a un paradosso: le scuole sono tenute ad adempiere all’obbligo di legge, senza essere messe nelle condizioni di farlo. Ma ha senso che ogni scuola proceda per conto proprio? Se ognuno crea un proprio sistema di gestione, come possono questi sistemi dialogare? Sulla base di queste considerazioni e in forza dei rapporti di collaborazione che la Fondazione CRC ha costruito nel tempo con le scuole cuneesi, abbiamo deciso di interpellarla. Siamo stati ricevuti, il Consiglio di Amministrazione ci ha ascoltati, ha capito l’importanza dell’iniziativa e ha immediatamente sostenuto la nostra azione. Due condizioni che la Fondazione ha posto: che il numero di scuole coinvolte fosse significativo e che questa fosse un’operazione soprattutto di tipo culturale, cioè 82 scuole cuneesi hanno dimostrato unità di azione in un settore decisivo per la riorganizzazione gestionale e amministrativa della loro attività prevalentemente orientata alla formazione del personale, piuttosto che all’acquisto di apparecchiature. A seguito di una prima raccolta di adesioni, verificata la serietà del progetto, la Fondazione ha garantito uno stanziamento di 80 mila euro. Le scuole che hanno aderito sono la quasi totalità di quelle della provincia: 85 su 92. Oggi il numero è sceso a 82: una si è ritirata dall’iniziativa e due il prossimo anno cesseranno di esistere, perché assorbite da altri istituti a seguito di dimensionamento. Le scuole hanno deciso di mettersi in rete innanzitutto per rendere disponibile a tutti le competenze informatiche di quattro Dirigenti (Paola Banchio, Antonella Germini, Paola Maniotti e Lorenzo Rubini), due Direttori amministrativi (Caterina De Michelis e Maria Teresa Bottero) e un’insegnante (Consuelo Giaccone): questi hanno costituito il Gruppo di consulenza tecnica. Il gruppo ha preso in esame i prodotti, li ha vagliati convocando i fornitori, ne ha selezionato tre come prodotti validi a un prezzo ragionevole e li ha proposti alle scuole della rete. Ora la rete fornisce alle scuole formazione del personale, alcune apparecchiature, sostegno e soprattutto uno sconto-quantità: i fornitori, avendo a che fare con grandi numeri, hanno abbassato i prezzi. In questo modo è stato possibile avere lo stesso prodotto a condizioni molto più vantaggiose di quelle che le scuole avrebbero spuntato con singoli acquisti in ordine sparso. Nel corso dell’estate 2016 le diverse fasi del progetto andranno a compimento e all’inizio del 2017 procederemo al monitoraggio dei risultati. Ma già oggi possiamo dire che un risultato importante è stato raggiunto: 82 scuole cuneesi hanno dimostrato unità di azione in un settore decisivo per la riorganizzazione gestionale e amministrativa della loro attività. Giannino Marzola Dirigente scolastico dell’I.C. “Muzzone” di Racconigi 35 25 RISORSE La progettazione di Officina Didattica I risultati dell’indagine di IPSOS Nel corso del 2016 è stata condotta, da parte dell’Ipsos di Milano e per conto della Fondazione CRC, un’indagine a sostegno della progettazione della prossima edizione di Officina Didattica: l’indagine ha coinvolto 41 dirigenti scolastici, 263 docenti, 1055 alunni e 930 genitori. In questo modo, per la prima volta, è stato possibile per la Fondazione raggiungere in modo diretto studenti e genitori. Officina Didattica promuove il finanziamento e la diffusione di progetti di innovazione didattica nelle scuole della provincia di Cuneo, attraverso la formazione degli insegnanti e l’applicazione nelle classi di sperimentazioni e metodi didattici efficaci e innovativi. Dall’indagine realizzata emerge una grande apertura ai progetti e all’innovazione nella didattica, finalizzata soprattutto a sostenere aree che presentano delle debolezze, più che incentivare le aree di eccellenza. In generale, la scuola presenta un profilo soddisfacente per qualità dell’insegnamento e per capacità di gestire situazioni di difficoltà, quali per esempio alunni con problematicità diagnosticate nell’apprendimento e accoglienza di studenti stranieri. 36 Le aree da potenziare riguardano in particolare l’apertura alla collaborazione esterna e interna alla scuola. Guardando al futuro, le necessità avvertite riguardano, a diverso livello secondo l’ordine della scuola, il potenziamento dell’utilizzo delle dotazioni scolastiche, anche digitali; un maggior numero di momenti di condivisione tra docenti; una maggior apertura a momenti di discussione, finalizzati anche a dirimere conflitti e creare maggior coesione tra compagni, contribuendo alla crescita emotiva e di ragionamento critico dei ragazzi; la messa in atto di soluzioni per incrementare l’attenzione e la capacità di concentrazione degli studenti e un sostegno all’apprendimento delle lingue straniere. Complessivamente i progetti di innovazione didattica riscuotono il gradimento generale dei docenti, anche se a volte possono risultare troppo teorici e di difficile applicazione; si avverte la necessità di un maggior tutoring, il supporto nell’applicazione e una maggior collaborazione e sostegno tra docenti. Sulla base delle indicazioni emerse, la Fondazione si propone di identificare tra i progetti già sperimentati quelli che saranno alla base di Officina Didattica e che dovranno avere queste caratteristiche: essere sviluppati in rete tra scuole; l’acquisto e l’implementazione di strumenti e nuove tecnologie solo se accompagnato da una formazione che possa supportarne il reale utilizzo; la previsione di uno o più tutor che possa seguire la progettazione; la formazione degli insegnanti e la fase di applicazione, come momento di crescita, scambio, documentazione delle attività didattiche. CANTIERE FONDAZIONE Comunicare l’innovazione didattica Tre strumenti per dialogare Il dialogo tra la Fondazione CRC e il mondo della scuola si trova di fronte a una sfida duplice con un obiettivo comune: rafforzare l’innovazione didattica nelle scuole della provincia. Una delle vie sfidanti che la Fondazione intende percorrere riguarda la diffusione delle pratiche e delle esperienze migliori che le scuole sviluppano grazie ai finanziamenti ottenuti, la valorizzazione del lavoro svolto e il miglioramento delle possibilità di fruizione, per le altre scuole, dei modelli sperimentati, come esempio di attività a cui ispirarsi. L’altra strada è raggiungere i dirigenti scolastici, gli insegnanti e, da due anni, anche gli studenti e le loro famiglie, affinché siano tutti a conoscenza delle opportunità di finanziamento offerte. Per rispondere a questa sfida sono attivi tre strumenti di comunicazione che possono crescere ed essere efficaci se il dialogo con le scuole continuerà a essere aperto e basato sull’ascolto come lo è stato finora. Sito web di Officina Didattica La prima azione di divulgazione proposta è la creazione di un sito internet dedicato all’innovazione didattica. Il sito è online dalla primavera del 2016 all’indirizzo www.officinadidattica.fondazionecrc.it. È stato ideato per valorizzare i progetti finanziati soprattutto nel Bando Innovazione Didattica: sono schedati 120 progetti che hanno ricevuto, dal 2008, oltre 4 milioni di euro. È inoltre un utile strumento di comunicazione di Officina Didattica, progetto in corso e che proseguirà ancora per una edizione. Il sito contiene una sezione per l’archiviazione e la messa a disposizione di quanto realizzato dai progetti di innovazione didattica finanziati, una sezione specifica per le notizie da parte dei progetti in corso e da parte della Fondazione, la presentazione di Officina Didattica e della formazione all’interno dei progetti finanziati. Newsletter per la scuola Insieme al sito di Officina Didattica, la Fondazione utilizza una newsletter dedicata alla scuola per comunicare con dirigenti, insegnanti e soggetti interessati le proprie iniziative: grazie a questo strumento si informa circa le date di scadenza dei bandi dedicati alle scuole, gli eventi dei progetti promossi dalla Fondazione, gli inviti agli incontri di presentazione delle ricerche o di progettazione delle iniziative che coinvolgono il mondo della scuola. Per ricevere la newsletter “Fondazione CRC per la Scuola” potete inviare una richiesta agli indirizzi [email protected] o [email protected]. La giornata della scuola A ogni inizio di anno scolastico la Fondazione invita i dirigenti scolastici e gli insegnanti interessati a una giornata di presentazione di tutti i progetti dedicati alla scuola. La presentazione dell’offerta progettuale della Fondazione CRC per l’anno scolastico 2016/2017 sarà il 13 settembre alle ore 16,30 presso lo Spazio Incontri. Per dare un’idea dei numeri, lo scorso anno sono state presentate 11 iniziative tra bandi e progetti. Il dialogo è aperto, ci vediamo a settembre! Irene Miletto Referente settore Educazione, istruzione e formazione 37 25 RISORSE Non sono portato per la matematica Il gusto della matematica 2 Il progetto Il gusto della matematica 2 unisce due esperienze didattiche sostenute dalla Fondazione CRC nell’ambito del Bando Innovazione Didattica, Il gusto della matematica e Investigazioni matematiche: è stato avviato con il progetto Officina Didattica 2014 e coinvolge, con una articolazione triennale, otto scuole della provincia di Cuneo. «Non sono portato per la matematica» è un refrain al quale siamo abituati, un luogo comune che investe una disciplina le cui competenze sono indispensabili per il successo scolastico e non solo. Il gruppo di lavoro del progetto Il gusto della matematica 2 è partito da questa considerazione per modulare un percorso di formazione e sperimentazione in ambito logico-matematico che coinvolgesse i docenti della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado e pertanto tutti gli alunni degli istituti coinvolti a partire dai 3 fino ai 14 anni. Le scuole che hanno aderito al progetto sono gli Istituti Comprensivi di Cervasca (scuola capofila), Borgo San Dalmazzo, Busca, Centallo-Villafalletto, Cuneo Corso Soleri, Dronero, Moretta, Verzuolo e la Scuola media unificata di Cuneo, per un totale di circa 9000 alunni potenzialmente coinvolti nella sperimentazione. Il progetto ha previsto in primis la formazione dei docenti (primavera-autunno 2015) su cui, con l’acquisizione di strumentazione informatica e materiale didattico grazie ai fondi del progetto, si è innestata la sperimentazione con gli alunni, che proseguirà per tutto l’a.s. 2016/17. Il lavoro svolto ha innanzitutto puntato 38 l’attenzione sul superamento del concetto di matematica come semplice acquisizione di meccanismi, spesso astratti e privi di collegamento con la realtà, per focalizzarsi invece su un lavoro che mirasse di più a far emergere e sviluppare negli alunni le competenze logico-matematiche e di problem solving. Coscienti che il percorso di apprendimento si avvia fin da piccoli, si è dato spazio e priorità all’apprendimento del metodo analogico basato su metafore e analogie. Così come i bambini imparano naturalmente a giocare, a parlare o usare il computer, con lo stesso metodo possono imparare la matematica. La formazione sul metodo analogico e sulla sua sperimentazione in aula ha coinvolto soprattutto i docenti di scuola dell’infanzia e dei primi anni di scuola primaria, con risultati sorprendenti, anche per quei bambini che manifestavano maggiori difficoltà di apprendimento. Sempre sul tema delle difficoltà, il progetto ha anche dato spazio a una formazione specifica sui disturbi del calcolo, con due giornate di studio tenute dal Polo di Apprendimento di Padova nel settembre 2015. Attraverso l’utilizzo di programmi specifici, quali Geogebra e Mat@bel, sono stati coinvolti insegnanti sia di scuola secondaria di primo grado, sia di scuola primaria. Grazie a docenti degli istituti coinvolti già formati in materia, si è potuto avviare un percorso di peer education tra colleghi dai risvolti positivi. Questi programmi a forte contenuto tecnologico hanno permesso di stimolare con successo i ragazzi e di permettere loro di visualizzare ciò che spesso in matematica è astrazione: una competenza non sempre sviluppata già nella fascia d’età del primo ciclo di istruzione. Sempre partendo dall’osservazione della realtà e dallo sviluppo dei processi metacognitivi si è sviluppato, in collaborazione con il Dipartimento di Didattica della Matematica dell’Università di Torino, un percorso sulla geometria nella scuola primaria. L’ampio e complesso lavoro di formazione, che ha coinvolto circa centocinquanta docenti, è stato sperimentato in classe nell’anno CANTIERE FONDAZIONE Così come i bambini imparano naturalmente a giocare, a parlare o usare il computer, con lo stesso metodo possono imparare la matematica scolastico appena concluso e proseguirà il prossimo anno. I materiali didattici prodotti dai docenti e sperimentati in classe sono oggi messi a disposizione sul sito dell’Istituto Comprensivo Centallo Villafalletto, in un’area riservata. La formazione teorica a cui si sono dedicati gli insegnanti ha trovato applicazione tramite l’attività pratica di insegnamento, grazie anche alle attrezzature e ai materiali didattici che ognuna delle otto scuole ha potuto acquisire nei mesi di novembre/ dicembre 2015: tablet, LIM, computer, testi di approfondimento e materiali didattici hanno facilitato la ricerca-azione e la sperimentazione delle conoscenze acquisite. Il punto di forza del progetto è sicuramente rappresentato dal poter offrire ai docenti una formazione di qualità che si è compenetrata con la sperimentazione in classe supportata dai sussidi, dagli incontri periodici tra i docenti coinvolti, dalla supervisione di esperti e dalla condivisione di materiali. Questo progetto rappresenta quindi un importante tassello nel lungo percorso alla ricerca del “gusto della matematica”, un percorso che continuerà nei prossimi anni e contribuirà a colmare le lacune che ancora troppo spesso i nostri studenti manifestano rispetto ai coetanei europei, a sviluppare nei ragazzi la curiosità per le discipline scientifiche e matematiche, a rafforzare le competenze essenziali per un progetto concreto di life long learning. Davide Antonio Martini Dir. Scolastico Reggente I.C. di Cervasca • a.s. 2014/15 Donatella Platano Dir. Scolastico Reggente I.C. di Cervasca • a.s. 2015/16 39 25 RISORSE Camminare nella storia Conoscersi per accogliersi pantone 483 / C21 - M80 - Y81 - K72 pantone 7510 / C5 - M40 - Y71 - K10 18 settembre del 1943 − 15 febbraio 1944. In questo breve arco di tempo inizia e si conclude la storia del campo di concentramento di Borgo San Dalmazzo, ultima tappa dell’esodo, dopo l’8 settembre 1943, degli ebrei di St. Martin Vesubie dalla Francia occupata all’Italia che, a seguito dell’armistizio, sembrava essere diventata terra pacificata e luogo di possibile rifugio. Oggi sappiamo che non fu così. Circa 330, dell’oltre migliaio di ebrei che attraverso le Alpi raggiunsero Borgo San Dalmazzo e i vicini comuni delle vallate, furono rinchiusi nell’ex caserma degli Alpini presso il “Quartiere” e, dopo alcuni mesi di detenzione, stipati in carri bestiame, deportati nel campo di sterminio di Auschwitz dove trovarono la morte. Dopo di loro, il 5 dicembre dello stesso anno, anche 26 ebrei rastrellati nel comune di Saluzzo 40 furono rinchiusi i nello stesso campo per essere deportati, il 15 febbraio del 1944. Tra tutti loro sopravvissero alla terribile esperienza solo una trentina di persone. Questa la premessa storica dalla quale ha preso le mosse il progetto Camminare nella Storia promosso, nel 2009, dal Comune di Borgo San Dalmazzo insieme all’Istituto Comprensivo “Grandis” e all’Istituto Storico della Resistenza e della Storia Contemporanea di Cuneo. Per non dimenticare. Per proporre, soprattutto ai più giovani, momenti di riflessione e approfondimento sui temi della tolleranza, del dialogo interculturale e religioso e sulla conoscenza e consapevolezza della storia locale come strumento di “lettura” della realtà e confronto sui fenomeni sociali che oggi particolarmente ci coinvolgono e interrogano (l’immigrazione, il rapporto con la presenza di stranieri e la volontà e capacità di accoglienza, la costruzione di percorsi di cittadinanza e inclusione, le leggi che ne regolano la presenza e il ruolo nella nostra società…). Dal 2013, grazie a un primo contributo della Fondazione CRC, è stato possibile estendere la partecipazione al progetto anche alle scuole di Cervasca e di Centallo. Questo primo progetto, conclusosi nell’autunno 2015, ha visto, grazie alla disponibilità e l’attenzione alle tematiche proposte da parte degli insegnantiaccompagnatori delle diverse scuole, il coinvolgimento attivo di quasi 400 ragazzi delle classi terze media del territorio. Il coinvolgimento delle famiglie nell’organizzazione di una camminata e nella “restituzione” dell’esperienza, oltre che nei successivi momenti di approfondimento in corso d’anno scolastico, ha determinato una ricaduta ad ampio raggio delle finalità del progetto. Il nuovo contributo della Fondazione CRC accordato nel 2016 consentirà una partecipazione “verticale” degli allievi dell’Istituto Comprensivo cittadino cui il progetto si rivolge, estendendo il coinvolgimento agli alunni delle quinte della scuola primaria e delle prime classi della media. Infatti la presenza ormai consolidata in città di famiglie provenienti da oltre 20 Paesi (Europa, Africa, Medio Oriente, Cina, America Latina…) e il conseguente naturale inserimento dei ragazzi nel percorso scolastico ha suggerito la realizzazione di un percorso circolare che dagli eventi della Storia di ieri porti alla conoscenze delle diverse “storie” delle famiglie che oggi cercano nella fuga dalla guerra, dalla violenza, dalla persecuzione, dalla miseria un’opportunità di riscatto e di futuro. Interviste, elaborazioni multimediali, rappresentazioni teatrali saranno gli strumenti con i quali il progetto sarà presentato alla cittadinanza con l’obiettivo, ancora una volta, di favorire con la reciproca conoscenza la prospettiva di un futuro da costruire insieme. L’importanza e l’attualità dei temi è sintetizzata dalla frase riportata sulle targhe che sono state posizionate sui colli di Ciriegia e di Per proporre, soprattutto ai più giovani, momenti di riflessione e approfondimento sui temi della tolleranza, del dialogo interculturale e religioso e sulla conoscenza e consapevolezza della storia locale come strumento di “lettura” della realtà Finestre, snodo nella fuga verso una speranza impossibile che segnò, 70 anni fa, la sorte degli ebrei di St. Martin: «Tutto ciò è accaduto (e accade) ogni volta che accettiamo che ad altri esseri umani siano riconosciuti meno diritti di quelli che pretendiamo per noi». Luisa Giorda Assessore Comune di Borgo San Dalmazzo 41 25 RISORSE Sicuri di essere sicuri? Il nuovo triennio di Sicuri per scelta I dati allarmanti sull’incidentalità stradale nel cuneese avevano spinto la Fondazione CRC a promuovere e coordinare, dal 2009 al 2015, il progetto Sicuri per scelta. Muoversi. Con intelligenza, ispirandosi alle indicazioni di matrice europea e rivolgendosi in modo particolare alle utenze stradali vulnerabili come i pedoni, i ciclisti, i passeggeri dei veicoli privati. La selezione del target a cui rivolgersi si è basata sulla crescita evolutiva dei bambini, dipendenti dagli adulti per tutto ciò che riguarda la mobilità stradale: dall’utero materno alla nascita e successivamente a 3, 6, 11, 14, 18 anni, ogni tappa scolastica La proposta formativa si basa sulla continuità di un percorso didattico educativo dai 3 a 18 anni rappresenta per un bambino la possibilità di ampliare la propria autonomia e indipendenza dal controllo genitoriale. In questo processo di crescita assume un valore etico la sicurezza, intesa come rispetto della propria vita e di quella altrui. Importanti i risultati raggiunti durante le 6 annualità del progetto: oltre 100 mila kit ludico-educativi distribuiti e materiali divulgativi (poster, locandine, sagome, cartelli da banco...) tradotti nelle 9 lingue più presenti sul territorio cuneese. Sicuri per scelta 2015/16 Dall’anno scolastico appena concluso il progetto Sicuri per scelta ha inaugurato un nuovo triennio di attività e l’attenzione si è allargata alle principali situazioni di potenziale pericolo nei diversi ambienti di vita quotidianamente frequentati dagli studenti: per strada, a scuola, 42 in casa, nei luoghi del lavoro, dello sport e del tempo libero, a cui si aggiungono i rischi collegati a un uso inadeguato delle nuove tecnologie e della rete Internet. La proposta formativa indirizzata alle scuole si basa sulla continuità di un percorso didattico educativo da 3 a 18 anni, per affiancare gli allievi nell’apprendimento di adeguate abitudini comportamentali orientate alla sicurezza nella quotidianità, attraverso due azioni fra di esse complementari: • utilizzo delle moderne tecnologie per la formazione diffusa, potenzialmente indirizzata a tutte le scuole della provincia; • gruppi di lavoro e incontri in classe per la formazione intensiva, destinata a un panel selezionato di istituti scolastici di ogni ordine e grado. Particolarmente significative le adesioni degli Istituti di scuola secondaria di II° grado: grazie alla loro collaborazione, è stato somministrato, a un campione di circa 1.800 studenti, un questionario i cui risultati forniscono una panoramica sulle opinioni dei diciassettenni cuneesi, supportando i docenti nell’individuazione dei rischi quotidiani maggiormente sottovalutati dagli adulti. Dai risultati della ricerca emergono infatti criticità su cui è urgente intervenire, tra cui i pericoli in casa e i rischi collegati all’esposizione ai campi elettromagnetici (smartphone, wifi, ecc.). La strada e la discoteca sono gli ambienti percepiti dai ragazzi come i più pericolosi, alta è la preoccupazione per eventi catastrofici (per esempio un terremoto), ma con bassa probabilità che si verifichino. In generale, secondo gli studenti seguire le regole (anche in ambito di norme di sicurezza) permette di abbassare il rischio, ma il desiderio di nuove esperienze e la gratificazione personale sembrano prevalere nella spinta verso l’assunzione di comportamenti rischiosi. Dopo questo primo anno di lavoro, il progetto proseguirà ora operativamente da settembre prossimo, a partire dagli importanti dati emersi grazie al questionario. Gian Marco Sardi Psicologo SIPSiVi (Società Italiana di Psicologia della Sicurezza Viaria) CANTIERE FONDAZIONE annualità 2015-2016 Formazione intensiva 196 13 7 Formazione diffusa 30 docenti coinvolti gruppi di lavoro sedi schede didattiche sperimentali 1.731 14 1 1 studenti coinvolti istituti questionario report finale 2.350 studenti coinvolti 257 utenti iscritti 94 squadre 966 missioni completate www.sicuriperscelta.it 41.134 1.695 utenti unici 4.580 pagine aperte sessioni La nuova agenda per gli insegnanti I pregiudizi e gli stereotipi emersi durante le attività con gli studenti sono correlabili ai dati statistici periodicamente diffusi dall’OMS circa gli incidenti in età evolutiva, che costituiscono tutt’oggi un grave problema di sanità pubblica in tutti i Paesi del mondo, inclusi quelli industrializzati. Secondo l’OMS, con circa 115 decessi ogni giorno, gli infortuni sono la principale minaccia per i bambini e gli adolescenti: incidenti stradali, annegamento, avvelenamento, incendi e cadute causano ogni anno 42 mila decessi nei giovani sotto i 20 anni. Da queste considerazioni scaturisce l’idea di dedicare l’Agenda sussidiario per l’anno scolastico 2016/17 al tema della sicurezza: attraverso l’analisi della realtà, le concettualizzazioni e l’educazione al controllo emotivo, la scuola può infatti promuovere un percorso didattico-educativo volto a riconoscere le situazioni pericolose e a rispondervi con un atteggiamento adeguato. L’Agenda sussidiario 2016/17, intitolata Sicuri di essere sicuri?, presenta così 10 tematiche per i 10 mesi dell’anno, per ciascuna delle quali evidenzia i fattori di rischio sottovalutati e propone l’intervista con un esperto del territorio. Le agende sono state distribuite alle scuole della provincia di Cuneo nel mese di giugno: chi avesse necessità di altre copie può farne richiesta all’indirizzo mail [email protected]. 43 25 RISORSE Cantiere Nuovo Welfare migliorare così la propria condizione di vita. Nelle pagine che seguono la parola passa dunque ai quattro partenariati − composti da numerosi enti e soggetti, anche for profit, e coordinati dagli Enti Gestori dei servizi socio assistenziali del territorio − attivati negli scorsi mesi: un breve resoconto dei diversi metodi e degli strumenti che stanno mettendo in campo in questo primo periodo di attività. Lavori in corso Il contrasto alle nuove forme di povertà è l’obiettivo a cui tendono tutte le sperimentazioni avviate all’interno della misura A del bando Cantiere Nuovo Welfare 2015, i cui contributi sono stati deliberati a fine 2015. I soggetti, coinvolti nella sperimentazione di iniziative finalizzate all’efficientamento e all’innovazione dei servizi sociali, hanno concluso il percorso di accompagnamento metodologico, formalizzato le partnership e sono entrati nella fase operativa che li vedrà lavorare insieme fino al 2018. Per far ciò, quindi, i partenariati stanno investendo in una maggior consapevolezza e nell’attivazione delle persone in difficoltà, affinché possano tornare a credere nelle proprie potenzialità e 44 Cantiere Nuovo Welfare 2016 La Fondazione CRC, forte di questa positiva esperienza, ha recentemente avviato una nuova edizione del bando Cantiere Nuovo Welfare: così come per il 2015, l’iniziativa si compone di 3 misure finalizzate a stimolare la nascita di esperienze concrete di welfare comunitario, efficaci e sostenibili nel tempo, attraverso un forte coinvolgimento di diversi soggetti − pubblici, del privato sociale, del privato for profit, dell’associazionismo − nella co-progettazione ed erogazione dei servizi di welfare. Ecco in breve le finalità delle tre misure: •misura A, volta all’efficientamento e all’innovazione di servizi sociali; •misura B, finalizzata a supportare lo sviluppo di distretti di economia sociale e solidale; •misura C, dedicata ai servizi di sostegno della domiciliarità per persone anziane, finalizzata a trasferire l’esperienza sperimentata con il progetto Veniamo a trovarvi. Il Bando, la cui scadenza è stata prorogata al 15 settembre 2016, è disponibile sul sito internet della Fondazione: non rimane dunque che aspettare le proposte che arriveranno dal territorio dopo la pausa estiva! Gianluca Olivero Referente settore Promozione e solidarietà sociale CANTIERE FONDAZIONE Talenti Latenti per un welfare di comunità Talenti Latenti: rete per un welfare di comunità è il progetto del territorio Alba-Bra che prende avvio da un’analisi del territorio di riferimento dei due enti gestori che lo “accudiscono”: i Servizi sociali di Bra dell’ASL CN2 e il Consorzio socio assistenziale di Alba, Langhe e Roero. Da questa emerge in modo evidente l’impoverimento economico e relazionale che ha colpito anche questo pezzo di provincia e rende improrogabile l’individuare soluzioni a sostegno della tenuta del sistema famiglia. La partnership è folta e variegata: è presente il privato sociale, con Legacoop e Confcooperative, il volontariato, con la Caritas, le associazioni “La Cordata”, “Libera” sezione di Cuneo e la “Bottega del Possibile”. A questi attori si affiancano quattro aziende profit del territorio: Dimar Spa, Sebaste, Slow Food e l’Università di Scienze Gastronomiche. L’idea è sperimentare un nuovo modello di welfare che coinvolga più soggetti territoriali, costruendo una rete d’imprese pubbliche e private che si uniscono e si organizzano per proporre iniziative di welfare a vantaggio dei dipendenti e delle loro famiglie, attraverso la sinergia con gli attori pubblici del territorio. Questo modello prefigura la diffusione della cultura di welfare aziendale nel tessuto imprenditoriale albese e braidese. Inoltre, l’avvio, su iniziativa delle aziende, di primi interventi che facilitino, nell’arco del triennio, l’attivazione di servizi a beneficio dei dipendenti, delle loro famiglie e della comunità. Il primo passo è stato creare due strumenti fondamentali per la governance: la Cabina di regia e il Team operativo, due gruppi di persone che porteranno avanti le strategie e realizzeranno le azioni previste dal progetto. A Pollenzo, il 16 giugno scorso, si è svolto il seminario di presentazione del progetto, rivolto agli operatori socio sanitari e alle aziende del territorio interessate alle opportunità legate al welfare aziendale. In chiusura si è svolta la premiazione degli studenti delle scuole di Alba e di Bra, che hanno lavorato alla creazione del logo. In finale, tra le proposte grafiche la platea ha scelto quella che identificherà il progetto. Si è avviata, intanto, l’analisi sul benessere sociale della popolazione dipendente delle aziende partner: a partire dai bisogni specifici di welfare che emergeranno per ognuna di esse, verranno sviluppati interventi informativi/ formativi su temi quali genitorialità, bilancio familiare, consumo sano e consapevole, benessere personale e sociale. ASL CN2 45 25 RISORSE NEW – Nuove Esperienze di Welfare Tra la prevalenza e l’universalismo dell’intervento pubblico (welfare state) e la libera iniziativa della comunità (big society), i territori cuneesi sono alla ricerca di un modello di intervento sociale che accompagni le famiglie in difficoltà verso percorsi di autonomizzazione e di integrazione sociale. Il Consorzio Monviso Solidale, insieme alle Caritas diocesane di Fossano, Savigliano e Saluzzo e i rispettivi Comuni, sta sperimentando nuove relazioni istituzionali e comunitarie che traccino un percorso verso un nuovo modello di benessere e di inclusione sociale. Attraverso il progetto NEW – Nuove Esperienze di Welfare, tale percorso esplora 46 due piste di lavoro altrettanto significative: • l’organizzazione di un nuovo sistema di integrazione tra il sistema pubblico delle comunità (il Consorzio e i suoi principali Comuni) e quello della Chiesa locale espressa dalle Caritas; • il confronto e il miglioramento degli interventi nei settori del lavoro, della casa, dell’integrazione al reddito e dell’accompagnamento delle famiglie verso l’autonomia. Il lavoro intrapreso sul primo asse di intervento ha l’obiettivo di disegnare una nuova governance che intrecci il lavoro locale (cabine di regia) con quello più ampio del territorio consortile, affiancato da proposte di tavoli di lavoro tematici (lavoro, casa, integrazione al reddito e accompagnamento delle famiglie), un’attività formativa e di coinvolgimento di nuove leve (volontariato e giovani), il miglioramento delle forme di comunicazione e l’inter-operabilità dei rispettivi sistemi informativi. Sulle tematiche di maggior preoccupazione sociale, il secondo asse, le esperienze che si stanno conducendo sono rilevanti soprattutto nel campo del lavoro (voucher di lavoro accessorio e borse lavoro) e dell’integrazione al reddito (empori solidali), mentre l’accompagnamento delle famiglie e l’abitazione verranno presto attivate. Un primo risultato della collaborazione tra i partner progettuali è già stato raggiunto: a Fossano l’avvio dell’Officina del Possibile, grazie anche alla presenza della Fondazione “NoiAltri” e della cooperazione sociale, ha permesso di dar vita a un’iniziativa di integrazione e di inclusione sociale in cui i principi della solidarietà, della responsabilità e della reciprocità trovano spazio di espressione e di realizzazione immediata. Uno stimolo importante per proseguire per i due anni e mezzo che rimangono alla conclusione del progetto! Ivano Bresciano Responsabile del progetto NEW CANTIERE FONDAZIONE L’Officina del possibile Un luogo in cui credere negli esseri umani L’Officina del possibile è realtà. Il due aprile scorso è stato inaugurato a Fossano, in via Matteotti 32/34, anche grazie ai fondi del Cantiere Nuovo Welfare della Fondazione CRC, un emporio sociale. Un luogo per dire che la vita e le cose non si buttano, ma si riparano − anzi − si rigenerano. Negli oltre cinquecento metri quadri della struttura sono ospitate quattro diverse realtà. La prima è Bottega23, un negozio di abiti usati sanificati, di articoli per la casa, di oggetti per l’infanzia e di libri. Tutti oggetti donati liberamente alla cooperativa “Il Ramo” (gestore della Bottega) che vengono rimessi in vendita per finanziare il progetto solidale: favorire gli inserimenti lavorativi di persone svantaggiate, disabili inclusi. A fianco della Bottega, poi, troviamo l’Oltrestore. Un opificio dell’«oltre» − gestito dalla cooperativa “Il Viandante” di Cuneo − in cui i sogni diventano realtà: dove un mobile vecchio può rinascere, Non tanto perché viene restaurato, ma perché viene rigenerato. Non solo, perché le persone con disabilità della cooperativa sono specialiste anche nella creazione di accessori con materiali di recupero: orecchini, segnalibri, braccialetti, collane e graziose bomboniere per le nozze. Verso il fondo dell’Officina ha sede invece il Magazzino del dono. Un emporio gestito dalla Caritas diocesana, che dona borse alimentari alle persone in difficoltà. Un aiuto temporaneo, perché l’ambizione è quella di far tornare tutti a “camminare con le proprie gambe”. Il sistema è informatizzato, e quindi non si sgarra, perché tutto viene registrato. Le donazioni possono provenire dai privati, ma soprattutto arrivano dall’Agea, dal Banco alimentare e dai supermercati delle zona. La quarta realtà, non meno importante, è la Fondazione NoiAltri Onlus che ha in gestione la Piazza della fiducia, ovvero l’ampio salone centrale che funziona da filo rosso verso tutti i negozi dell’Officina. La Fondazione ha a cuore la cultura della reciprocità e della solidarietà ed è stata il raccordo necessario nella realizzazione del progetto Officina del possibile. NoiAltri ha come obiettivo la creazione di un nuovo modello di welfare, il cosiddetto “welfare generativo”, che si basa sulla valorizzazione delle risorse già disponibili. Un welfare della rigenerazione e del riuso. Oggi la Fondazione racchiude 18 organizzazioni che operano nel sociale in ambito Fossanese. Tra queste anche le cooperative “Il Ramo” e “Il Viandante”. All’inaugurazione è stata cantata la canzone Esseri umani di Marco Mengoni, sintesi perfetta dell’intero progetto: «Credo negli esseri umani. Credo negli esseri umani. Credo negli esseri umani che hanno coraggio, coraggio di essere umani». E l’Officina del possibile è davvero il luogo in cui credere ancora, ogni giorno, negli esseri umani. Italo De Vito Presidente della cooperativa “Il Ramo” 47 25 RISORSE Intrecci Solidali Per famiglie in difficoltà Intrecci Solidali, gestito in qualità di capofila dal CSSM (Consorzio per i servizi socio assistenziali del Monregalese), è un progetto che nasce dalla volontà di offrire un supporto, attuando forme di sostegno innovative dedicate a quei nuclei familiari che non sono inseriti nei circuiti tradizionali di assistenza e che, a causa della crisi economica (perdita del lavoro, difficoltà a trovarlo…), vivono un momento di criticità. Il primo obiettivo dell’iniziativa è quello di ridurre l’incidenza delle problematiche riconducibili alle nuove povertà, attraverso percorsi di accompagnamento all’autonomia personale, familiare ed economica, percorsi di ricerca del lavoro e di orientamento ai servizi del territorio, al fine di un reinserimento professionale e sociale/relazionale. La scoperta e lo sviluppo delle proprie capacità, attraverso il supporto di professionisti del settore, sono il punto nodale di tutto il progetto. Comprendere come si è e come si desidera essere è un primo passo per poter modificare la situazione negativa che si sta vivendo e migliorare la qualità di vita. I servizi offerti dal progetto sono: interventi di coaching (orientamento e ricerca attiva del lavoro, incontri su finanza domestica, 48 orientamento a opportunità territoriali, bilancio ri-motivazionale); tirocinio lavorativo e tutoraggio (percorsi di reinserimento nel mercato del lavoro); percorsi di prossimità (attività di volontariato in contesti socializzanti); sostegni economici per superamento della fase acuta. Il secondo obiettivo, che il progetto intende sviluppare nel corso del triennio, consiste nell’attivazione di una rete fra i diversi soggetti del mondo del sociale e un collegamento con i soggetti appartenenti al mondo delle imprese, al fine di promuovere un sistema integrato capace di mettere in atto misure di contrasto stabili e permanenti. Sono partner del progetto nella realizzazione delle attività: Comune di Mondovì, Comune di Carrù, Comune di Dogliani, Comune di San Michele Mondovì, Comune di Villanova Mondovì, Caritas diocesana di Mondovì, Agenzia formativa Forcoop, Cooperativa “Animazione Valdocco”, Cooperativa “Animazione e Territorio”, Cooperativa sociale “Nuova Socialità”, Società cooperativa “Caracol”, Cooperativa “Il Melograno”. Per informazioni è possibile scrivere a [email protected]. Consorzio per i servizi socio assistenziali del Monregalese CANTIERE FONDAZIONE Il progetto Vansé Riflessioni suIl’uso del denaro Un nuovo sistema di aiuto alla povertà: accompagnare nella gestione consapevole del proprio denaro. Detto in piemontese: come si fa a “vansè” qualche soldo a fine mese. Si tratta di un concetto per lo più ben presente nella vita quotidiana dei nostri avi e che oggi deve essere recuperato. Un insieme di comportamenti che, dati i tempi, è bene rimettere in moto, attualizzandone le tecniche. Vansé è il titolo del progetto studiato dal Consorzio per i servizi socio assistenziali delle Valli Grana e Maira di Dronero, insieme con diverse associazioni di volontariato e scuole, e finanziato dalla Fondazione CRC con il bando Cantiere Nuovo Welfare 2015. Lo scopo del progetto è aiutare le persone in difficoltà economica a essere protagoniste del proprio miglioramento, anziché semplici destinatarie di interventi assistenziali. Le persone e le famiglie individuate saranno aiutate a essere consapevoli dell’importanza di redigere un bilancio familiare, conoscere le pratiche che si devono svolgere in banca per un prestito o per un mutuo, conoscere i luoghi e i modi per acquisti a prezzi scontati, imparare come si cucinano piatti nutrienti e saporiti spendendo il meno possibile. L’obiettivo ultimo è rafforzare la capacità di autodeterminazione delle persone impedendo il cronicizzarsi delle difficoltà economiche. Nei confronti della comunità si vuole contribuire a creare un contesto culturale e ambientale di riferimento più competente su bilancio familiare, risparmio e alimentazione. Nei confronti dei partner mettere a sistema in modo più efficace gli aiuti e creare servizi dedicati alla vulnerabilità, con metodologie innovative quali tutoring e coaching. I partner coinvolti sono le associazioni “San Vincenzo” di Dronero e Caraglio, “Raffaella Rinaudo” e “Voci del Mondo” di Dronero, gli Istituti AFP e Alberghiero di Dronero, la Caritas zonale Valle Grana, la Caritas interparrocchiale di Busca, la cooperativa “Animazione Valdocco” di Torino. La Fondazione CRC ha messo a disposizione l’accompagnamento metodologico per la progettazione, grazie alla consulenza fornita dall’Associazione per la ricerca sociale (ARS) di Milano, che si occupa anche del monitoraggio e dell’accompagnamento durante la realizzazione del progetto. L’accompagnamento formativo per tutti gli operatori dei servizi e i volontari è stato organizzato con l’Associazione ActionAid che, sulla base di precedenti esperienze di riflessione sull’utilizzo del denaro con persone in situazione di difficoltà economica, ha proposto una serie di incontri informativi e progettuali, dai quali far scaturire un modus operandi utilizzabile nella prassi quotidiana. Elemento innovativo nel progetto è la figura del “tutor economico”, che seguirà costantemente le famiglie target nelle varie fasi progettuali. Consorzio per i servizi socio assistenziali Valli Grana e Maira 49 La terra che abbiamo in comune Storie di migrazione, di sviluppo sostenibile e di futuro Dal Burkina Faso all’Italia, l’orto è in città A Reggio Emilia, nel Parco del Mauriziano, c’è un orto che produce a km 0. A gestirlo dal 2010 è Abreer, un’associazione di migranti dal Burkina Faso. Nell’orto in città i soci di Abreer promuovono anche corsi di formazione come AgrAfica2, avviato nell’ultimo anno, e lezioni teoriche e pratiche su tecniche di agricoltura biologica. I partecipanti ad AgrAfica2 sono 20 cittadini originari del Burkina Faso, oggi residenti nelle provincie di Parma e Reggio Emilia. La maggior parte sono giovani sotto i 40 anni e 4 le donne. «L’agricoltura – racconta Abdou Yabré, 26 anni, nato e cresciuto nella regione del Boulgou in Burkina Faso, da 9 anni a 50 Reggio Emilia e segretario di Abreer – è il mestiere che conosciamo meglio perché il Paese da cui veniamo vive di agricoltura. Per questo acquisire nuove competenze significa molto, è un “saper fare” che rappresenta un’opportunità di inserimento lavorativo in Italia e un’occasione di ritorno nella nostra Terra con un progetto professionale e di vita». Boureima, per esempio, partecipa alle lezioni con suo padre e suo fratello già impiegati nel settore agricolo, e poi c’è Aruna, di 27 anni, che da tempo lavora a un progetto tutto suo: la messa in opera di un biodigestore a Reggio. C’è anche chi già si sta muovendo per aprire un’attività in Burkina, come ha fatto Gampena, uno dei fondatori dell’orto in città di Reggio. Tornato da qualche mese nel Paese di origine, Gampena ha avviato un’impresa agricola applicando le conoscenze acquisite in Italia e mettendole a disposizione degli altri contadini. «Imparare a coltivare in modo sostenibile – conclude CANTIERE FONDAZIONE Abdou – significa anche far sì che un giorno i giovani non se ne debbano andare e che dalla possibilità di restare nasca un futuro per la nostra Terra». Dall’Italia al Burkina Faso, è bio per tutti Ci spostiamo nel villaggio di Koubri, a 30 km dalla capitale Ouagadougou. Qui, dal maggio 2015, 50 famiglie, formate e seguite da un agronomo locale, coltivano un campo con tecniche biologiche. L’iniziativa, chiamata BioxTutti, è promossa dall’associazione “Watinoma” di migranti burkinabè di Villasanta (Monza), operativa anche in Burkina Faso. «In Burkina Faso − dice Ima Hado, nato a Ouagadougou, da 15 anni in Italia e fondatore di Watinoma − la maggioranza della popolazione dipende dall’agricoltura di sussistenza. Diffondere tecniche agricole più sostenibili è fondamentale per permettere alla terra di continuare a essere vita e nutrimento, ma anche per restituire fiducia ai contadini e alle giovani generazioni, prevenendo l’abbandono delle campagne e l’emigrazione». Nel campo biologico di Koubri le famiglie producono niébé, riso, sesamo e bisab, prodotti alla base dell’alimentazione locale. Progetto Migranti Il Progetto Migranti è un’iniziativa che intende sperimentare azioni innovative di accoglienza attraverso il coinvolgimento delle comunità locali, delle cooperative e delle associazioni impegnate sul tema in provincia di Cuneo. Il progetto, promosso dalla Fondazione CRC e sviluppato in partenariato con “Rifugiati in Rete”, costituitasi settembre 2015, ha preso avvio operativamente a maggio 2016. In questi primi mesi, il quadrante cuneese (Cuneo e Busca) ha optato per attivare dei percorsi scolastici intensivi che dureranno tutta l’estate: l’area del monregalese sta avviando proprio in queste settimane due borse lavoro all’interno di un percorso a spiccata valenza socioculturale-sportiva; il territorio albese sta lavorando a protocolli specifici in ambito sanitario che, se approvati, potranno essere estesi agli altri territori. Questa prima fase proseguirà fino a fine anno, momento in cui la Rete sarà in grado di fornire informazioni e spunti più precisi circa i risultati raggiunti. Per informazioni: [email protected] 51 25 RISORSE «L’anima delle attività sono soprattutto le donne – continua a raccontare Hado – : partecipano alle formazioni su malnutrizione ed educazione alimentare e gestiscono la nuova mensa scolastica per 130 bambini, rifornita grazie alla produzione biologica del campo». Insieme, le donne di Koubri hanno scelto il menu e a turno si occupano di cucinare per i loro figli, garantendo loro un pasto sano, buono, giusto e completo. «Mi ricordo l’inizio – dice Hado sorridendo – quando abbiamo parlato la prima volta di produrre con tecniche naturali. Ci dicevano: voi siete matti. Poi sono arrivati i buoni raccolti e i primi risultati. E oggi la partecipazione e la motivazione della comunità sono grandi». Fondazioni for Africa Burkina Faso: dalla migrazione l’opportunità di una nuova cultura del vivere insieme Il corso di formazione AgrAfica2 e il progetto BioxTutti sono due progetti nati all’interno delle iniziative messe in campo da Fondazioni for Africa Burkina Faso per valorizzare la relazione preziosa che oggi lega migrazione e sviluppo sostenibile. Fondazioni for Africa Burkina Faso è un intervento promosso da 28 fondazioni di origine bancaria con l’obiettivo di garantire in tre anni il diritto al cibo per 60 mila persone. «Fin dal principio, per raggiungere l’obiettivo – spiega Ilaria Caramia, del Comitato di indirizzo strategico Fondazioni for Africa Burkina Faso – le fondazioni hanno scelto una strada precisa: unire le forze con quanti già sono impegnati per la stessa causa. Da una parte collaborando con ong, organizzazioni non profit (Acra, Cisv, Lvia, Mani Tese, Fondazione Slow Food per la biodiversità) e organizzazioni contadine che già lavorano in Burkina Faso e creando sinergia con gli enti locali italiani (tra cui Regione Piemonte) impegnati in programmi di cooperazione 52 decentrata nel Paese. Dall’altra, proprio dando il via, con la consulenza del centro di ricerca Cespi, a un percorso con 27 associazioni di migranti dal Burkina Faso in Italia, per rafforzare la loro capacità di azione e creare occasioni di confronto e collaborazione». Come la storia dell’orto in città a Reggio Emilia e la storia del campo biologico a Koubri ci raccontano, infatti, oggi più che mai i migranti presenti da lungo tempo sul nostro territorio e protagonisti di un’integrazione riuscita hanno un ruolo fondamentale. «Sono il ponte che unisce il Paese di origine e quello di destinazione – continua Ilaria Caramia − E dalla loro capacità di divenire attori sui territori discende la possibilità di dare vita a processi di inclusione e integrazione dei cittadini di origine straniera in Italia più efficaci e, al contempo, di rendere più incisivi e duraturi gli interventi di sviluppo sostenibile nelle loro terre di origine». Oltre ad AgrAfica2 e Bioxtutti, sono numerose le iniziative promosse dalle associazioni di migranti con il sostegno di Fondazioni for Africa Burkina Faso e la collaborazione di associazioni ed enti locali. Come Una Terra Tante Persone (eventi e incontri in tutta Italia per far incontrare persone e culture), Burkinabell a Napoli (corsi e laboratori di cinema, musica e batik), Culture in Campo a Como (corsi di orto in città per i migranti) e Formare per Informare a Pordenone (corso di consumo consapevole). A fine settembre, inoltre, in occasione di Terra Madre, Abreer e Watinoma saranno protagoniste di un dialogo aperto al pubblico con i produttori, tra agricoltori del Burkina Faso, per mettere a confronto visioni e tecniche e prendersi insieme cura della Terra che abbiamo in comune. Per seguire e approfondire gli interventi di Fondazioni for Africa Burkina Faso www.fondazioniforafrica.org Anche su Facebook e Twitter. Laura Fusca Fondazione for Africa Burkina Faso CANTIERE FONDAZIONE I migranti presenti da lungo tempo sul nostro territorio e protagonisti di un’integrazione riuscita sono il ponte che unisce il Paese di origine con quello di destinazione 53 Punta su di te 2.0 Per contrastare il gioco d’azzardo Punta su di te 2.0 è la prosecuzione di due progetti sperimentali sul fenomeno e la patologia da gioco d’azzardo, finanziati negli anni scorsi dalla Fondazione CRC e dalla Fondazione CRT. Il primo si è svolto sul territorio di Alba da luglio 2013 a dicembre 2014, il secondo ha coinvolto l’intera provincia, nello specifico le ASL CN1 e CN2, i Comuni di Cuneo, Savigliano, Fossano, Saluzzo, Mondovì, Alba, Bra, Libera – presidio di Cuneo e la Caritas diocesana di Cuneo. Gli esiti positivi, sia rispetto alla creazione di una rete provinciale sia rispetto agli obiettivi di prevenzione e sensibilizzazione prefissati, hanno fatto sì che nascesse una collaborazione tra Fondazione CRC, l’ASL CN1, l’ASL CN2 e CIS – Compagnia di Iniziative Sociali nella progettazione e nella stesura della nuova fase del progetto provinciale. All’iniziativa 54 aderiscono nuovamente le sette città principali del cuneese, la Caritas diocesana di Cuneo e l’associazione Libera – presidio di Cuneo. Punta su di te 2.0 è stato presentato pubblicamente lo scorso 29 giugno e finanziato dalla Fondazione CRC e dai soggetti partner, ha preso l’avvio operativo dal mese di luglio 2016. L’iniziativa ha come finalità il contrasto del gioco d’azzardo e si propone di diminuire il numero di persone esposte al rischio di sviluppare comportamenti problematici e patologici, con un’attenzione particolare per i giovani e le donne. Per questo intende accrescere e diffondere la cultura della prevenzione e della promozione della salute, attraverso un mix di strategie, alcune mutuate dalle precedenti edizioni del progetto, altre totalmente nuove, da inscrivere in un quadro sperimentale. Tre sono le aree d’intervento scelte: l’aggancio precoce e l’informazione, la formazione e l’osservatorio. Accanto a modalità d’aggancio precoce e informazione già attive (i quattro sportelli telefonici, lo spettacolo teatrale Rien ne va plus dell’associazione “Voci Erranti”, il gruppo di sostegno per giocatori sul territorio operatori, in collegamento con reti attive sul territorio nazionale. Infine, per i vari beneficiari del progetto l’osservatorio produrrà schede di valutazione i cui dati verranno raccolti, elaborati e diffusi sia attraverso un report a uso interno, sia con un abstract divulgativo. Manuela Ferrero, CANTIERE FONDAZIONE dell’ASL CN2) si è deciso di implementare alcuni interventi sperimentali: lo sportello on line di consulenza e lo sportello mobile, presente in contesti pubblici. Lo sportello on line sarà gestito dagli operatori del progetto e dal Centro Steadycam. Permetterà ai fruitori del servizio di comunicare direttamente con gli operatori, per avere informazioni sulla patologia e sui servizi provinciali di cura e di sostegno; lo sportello mobile farà i suoi interventi in tre città del cuneese scelte a campione (Cuneo, Mondovì, Alba), privilegiando i contesti con prevalenza femminile e giovanile (mercati, centri commerciali, fiere) e mettendo a disposizione uno spazio informativo e uno di consulenza. Importante sarà anche l’avvio dei gruppi sperimentali di consulenza per familiari nelle varie sedi Ser.d. della nostra provincia. Nell’ambito della formazione, proseguirà il lavoro attraverso formazioni di secondo livello o tavoli tematici per chi ha già effettuato incontri nella fase precedente del progetto. La proposta formativa dedicata alle associazioni di commercianti e ai sindaci verrà implementata alla luce della Legge Regionale sulla prevenzione e il contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo patologico, che sarà oggetto di attenta analisi da parte del gruppo di lavoro. Accanto ai beneficiari già coinvolti nel progetto, vi sono altre tipologie di stakeholder a cui Punta su di te 2.0 intende rivolgersi: in particolare, gli istituti bancari e le federazioni dei tabaccai, per capire la loro percezione del fenomeno e i loro bisogni formativi. In parallelo, verranno avviati percorsi sperimentali di informazione e sensibilizzazione in alcune scuole secondarie di secondo grado della provincia, mediante l’organizzazione di un concorso finalizzato a realizzare materiale multimediale sul gioco d’azzardo e i suoi rischi. L’ultima area d’intervento sarà la creazione di un osservatorio che avrà una duplice finalità: analizzare la percezione del fenomeno attraverso strumenti di rilevazione, che verranno somministrati con diverse modalità dall’equipe di lavoro; raccogliere materiale informativo sul gioco d’azzardo, realizzando un archivio on line destinato agli operatori del settore, uno spazio che possa essere contenitore di materiali, articoli, spazi di discussione, informazione e scambio per Compagnia di Iniziative Sociali Giuseppe Sacchetto, Direttore Dipartimento dipendenze patologiche ASL CN2 Nadia Ferrero, Direttore Dipartimento dipendenze patologiche ASL CN1 L’iniziativa ha come finalità il contrasto del gioco d’azzardo e si propone di diminuire il numero di persone esposte a comportamenti problematici e patologici 55 25 RISORSE Tre progetti vincenti dalla provincia di Cuneo dalla commissione esterna deputata a valutare i contenuti e la sostenibilità economicofinanziaria dei singoli progetti. I soggetti hanno avuto accesso al programma di accompagnamento, di monitoraggio periodico e di supporto connesse alle tematiche organizzative, gestionali e di innovazione tecnologica, con l’obiettivo di L’adesione all’iniziativa è stata dettata dall’esigenza di dare sostegno alle start up culturali giovanili, che incontrano notevoli difficoltà per accreditarsi sul mercato Funder35 è un progetto nato in seno alla Commissione per le Attività e i Beni Culturali dell’ACRI, Associazione delle Casse di Risparmio Italiane, finalizzato ad accompagnare le imprese culturali giovanili nell’acquisizione di modelli gestionali e di produzione tali da garantirne un migliore posizionamento sul mercato e una maggiore efficienza e sostenibilità. La Fondazione CRC ha aderito nel 2015 al secondo triennio di attività, unitamente a 18 fondazioni diffuse su tutto il territorio nazionale, tra cui Fondazione Cariplo come ente capofila del progetto. Il budget complessivo per l’edizione 2015 è stato di 2,65 milioni di euro. In un panorama generale di riduzione delle risorse dedicate al settore culturale, l’adesione all’iniziativa è stata dettata dall’esigenza di dare sostegno alle start up culturali giovanili, che incontrano notevoli difficoltà per accreditarsi sul mercato. Funder35 si è sviluppato con un’azione combinata di attività di accompagnamento, monitoraggio, formazione e di sostegno economico. Nel 2015, degli oltre 160 richiedenti da tutta Italia, tre sono stati quelli della provincia di Cuneo: l’associazione “Art.ur” di Cuneo per Art.zone - Arte Cultura Innovazione, l’associazione “Switch On Future” di Bra per Switch on: nuovi modi di vivere l’arte e l’associazione “Colline e Culture” di Alba per ACROSSITALY – Nuove strade culturali. Tutte le proposte sono state giudicate positivamente 56 accompagnare il processo di miglioramento e favorire l’ottimizzazione delle risorse. Inoltre le associazioni “Art.ur” e “Switch On Future” sono state finanziate nell’ambito del bando, rispettivamente con 48 mila e 25 mila euro, raggiungendo un risultato eccezionale che restituisce l’immagine di una provincia in grado di produrre innovazione in ambito culturale e di guardare con coraggio al futuro dell’impresa giovanile nel settore. La Fondazione CRC, forte della valutazione positiva ottenuta anche dall’associazione “Colline e Culture”, ha deliberato di sostenere anche questo progetto con 25 mila euro, consentendo all’associazione di accedere al percorso di Funder35 con le stesse prerogative degli enti finanziati con le risorse del bando. Il 2 maggio 2016 è partita la nuova edizione di Funder35, il cui budget complessivo ammonta a 2,65 milioni di euro. Il 19 luglio è scaduto il bando 2016: 180 le idee progettuali pervenute, 26 dal Piemonte. Ora si avvia l’iter di valutazione che porterà alla selezione dei progetti entro fine anno. La Fondazione CRC anche per il 2016 ha aderito a Funder35 e si è resa disponibile a valutare, in stretta collaborazione con il comitato promotore, la possibilità di sostenere economicamente i progetti presentati dal territorio cuneese e ritenuti meritevoli dalla commissione scientifica indipendente. Valentina Dania Referente settore Arte, attività e beni culturali Le imprese creano economia con la cultura. O viceversa? Qual è il contributo di un’esposizione di arte o di uno spettacolo nel creare opportunità di lavoro e innovazione per le imprese artigiane del nostro territorio, nel valorizzare un evento aprendolo a un nuovo pubblico, nel qualificare l’immagine di un territorio o di un centro storico, nell’incrementare i flussi turistici? La risposta sarà il frutto di ART.ZONE, un progetto di ricerca e innovazione dei modelli di gestione delle imprese culturali che coinvolge le associazioni culturali “Art.ur” (www.zooart.it e www.art-ur.it) di Cuneo e “Origami” (www.associazioneorigami.it) di Borgo San Dalmazzo. Il progetto in questo caso non è quindi la creazione di un format o di un evento, di uno spettacolo o di una mostra, ma è il futuro stesso delle associazioni partner a essere protagonista. La sfida è trasformarle in chiave imprenditoriale e sempre più professionale. Nei due anni di lavoro sono previsti: •una ricerca sui fattori che determinano la crescita e la sostenibilità delle realtà culturali, svolta in collaborazione con il prof. Bertacchini, che presso l’Università di Torino si occupa di Economia della cultura; •il consolidamento della struttura interna delle due associazioni verso una sempre maggiore professionalità, che si realizzi attraverso riorganizzazione, incremento delle risorse umane, formazione; •la creazione di un brand che, unendo esperienze e competenze delle due associazioni coinvolte, proponga al territorio un’offerta completa di servizi culturali di qualità. Per fare questo abbiamo pensato a due servizi complementari: Idee e Produzione. Idee vuole creare valore aggiunto per CANTIERE FONDAZIONE ART.ZONE eventi, luoghi e prodotti attraverso attività culturali, artistiche, laboratoriali ed espositive, spettacoli. Produzione supporta la produzione artistica, offrendo ad artisti, gallerie, musei una rete di progettisti, artigiani di eccellenza con esperienza nella produzione di opere d’arte contemporanea e allestimenti. L’obiettivo comune è quindi fare “cultura”, ovvero perseguire fini culturali, ma in chiave sempre più professionale e imprenditoriale attraverso un portfolio di servizi integrato in cui ciascuno valorizzi le proprie competenze. Da dove nasce l’idea? Dalla consapevolezza che trasformare buone idee in prodotti culturali crea valore aggiunto. Ci stiamo quindi attrezzando per farlo sempre meglio e imparare a comunicarlo, perché si comprenda che se l’investimento in cultura è sempre stato pubblico, in un periodo di cambio radicale di paradigma è fondamentale non perdere le opportunità non solo culturali e sociali, ma anche economiche che derivano dal nostro operare. Non possiamo che ribadire che 1 euro investito in cultura ne attiva altri 1,8 sul resto dell’economia, come dimostra la ricerca Io sono cultura 2016 della Fondazione Symbola. È ora di farlo sapere! Cristiana Taricco Project manager ART.ZONE 57 25 RISORSE Una scommessa vinta per Switch on Future A noi di “Switch on Future”, partecipare a Funder35 era sempre sembrata una scommessa troppo ambiziosa. Nel corso dell’ultimo anno, tuttavia, tante cose sono andate bene e c’è stato un cambio di passo non indifferente: l’associazione si è ingrandita e sono entrate a farne parte in maniera stabile persone già competenti in vari ambiti organizzativi e amministrativi. Abbiamo accumulato moltissima esperienza, arrivando in qualche occasione a competere con professionisti del settore. Ma soprattutto la qualità degli eventi e degli artisti coinvolti è aumentata esponenzialmente a ogni iniziativa, con una risposta da parte del pubblico sempre più incoraggiante. Insomma, abbiamo deciso di provarci e scrivere il nostro progetto, che in realtà altro non è che quello che facciamo tutti i giorni con l’associazione: organizzare eventi, iniziative e concorsi, sempre cercando di metterci in gioco con nuove proposte. Non si può comprendere cosa voglia dire vincere un bando così per un’associazione come la nostra, se non si conosce il lavoro che ci sta dietro: in meno di quattro anni abbiamo contribuito a creare una rete di più di 400 artisti, organizzato e co-organizzato più di 40 eventi, promosso concorsi artistici con centinaia di partecipanti. Abbiamo creato un canale alternativo e dato opportunità ad artisti talentuosi, che altrimenti difficilmente ne avrebbero avute. Questo vuol dire che un gruppo di ragazzi e ragazze ha dovuto dedicare la maggior parte delle proprie serate e dei propri weekend a lavorare perché tutto ciò fosse possibile, a titolo volontario, non retribuito né rimborsato. 58 Siamo pienamente soddisfatti di questi risultati, ma grazie a Funder35 abbiamo l’opportunità concreta di fare un ulteriore salto di qualità. Davanti a noi ci sono tre anni di tempo e un progetto per diventare un’impresa culturale, per riuscire ad aumentare e stabilizzare le nostre entrate e ingrandire la portata dei nostri progetti. Per migliorare. Abbiamo già iniziato a lavorare: è ormai alle battute finali l’opera di rinnovamento del nostro portale web (www.switchonfuture.it), che porterà con sé numerose novità, e non solo a livello grafico; allo stesso tempo, negli ultimi mesi abbiamo indetto ben due concorsi nazionali alla loro prima edizione, uno di racconti brevi e un altro di illustrazione, che hanno coinvolto qualche centinaio di partecipanti. E per quanto riguarda il futuro, abbiamo in cantiere moltissimi progetti. Innanzitutto, ci aspetta un tour estivo pieno di appuntamenti che ci porterà in vari festival con i nostri laboratori (dalla cianotipia alla serigrafia, al fumetto), presentazioni, ospiti e installazioni artistiche. Ma soprattutto, a completamento di questo frenetico periodo, ci attende a ottobre il nostro festival annuale, Chiamata alle Arti, che si terrà a Bra per il quinto anno consecutivo e di cui stiamo definendo il programma in queste settimane. Anche per quest’edizione si rinnova la sfida di portare sulla scena del Movicentro proposte coraggiose, dando spazio a giovani talenti e offrendo al pubblico l’occasione di scoprire nuovi modi di intendere l’arte. Roberto Piumatti Associazione “Switch on Future” CANTIERE FONDAZIONE Da associazione a impresa culturale Il progetto promosso dall’Associazione culturale “Colline e Culture” − in partenariato con le associazioni Turismo in Langa, Be Street e col sostegno della Fondazione Museo Diocesano di Alba − mira a consolidare e incrementare modalità di valorizzazione dei beni culturali già sperimentate nella città di Alba, proponendole in nuovi territori e a nuovi pubblici, e a sviluppare un sistema di impresa culturale che si regga sulla creazione di valore economico generato dal patrimonio culturale stesso. Il carattere innovativo delle proposte intercetta infatti un segmento di mercato composto principalmente da giovani e famiglie che cercano un approccio alla cultura diverso dalle modalità tradizionali. Le diverse competenze che le associazioni possono mettere in campo (storici dell’arte, archeologi, artisti, guide e operatori turistici) hanno permesso di strutturare proposte e percorsi di visita alternativi e di creare alcuni format innovativi che, a partire dal risultato di un precedente progetto, AcrossalbA, promuovono la valorizzazione dei percorsi romani e medievali della città di Alba. L’ottimo riscontro da parte del pubblico ha reso evidente l’efficacia e le potenzialità delle proposte, tanto da rendere consapevoli gli stessi partner della possibilità di esportare queste buone pratiche in altre realtà diffuse sul territorio nazionale. Utilizzare le arti performative per un approccio storico-artistico e di rilettura dei beni culturali e del paesaggio coinvolge maggiormente la partecipazione attiva e responsiva degli utenti, che non sempre è percepita come valore aggiunto. Grandi città d’arte (quali per esempio Torino, Genova e Milano) vorrebbero quindi essere il luogo ideale nelle quali sperimentare i format principali del progetto per verificarne l’adattabilità. Il nuovo percorso sta muovendo i primi passi e vedrà, tra le prime azioni, l’individuazione di un managing partner che, attraverso una serie di incontri formativi, supporti l’organizzazione per sviluppare le competenze in chiave manageriale. Seguirà la messa a punto di prodotti turistici e la definizione di una strategia di commercializzazione degli stessi. Fiore all’occhiello saranno i Rolling Tour, coinvolgenti visite guidate nei centri storici a bordo di speciali monopattini, e i Rap Tour, narrazioni attraverso cui il pubblico scopre e sperimenta il patrimonio culturale che lo circonda a ritmo di musica, grazie alle rime improvvisate da un rapper professionista. La fase successiva prevede il consolidamento delle azioni nel contesto locale, ma soprattutto la ricerca di nuovi partner e interlocutori a livello nazionale: si procederà dunque all’organizzazione di giornate seminariali e workshop in cui verranno illustrate le proposte di visita “sperimentali” e i format di valorizzazione brevettati. Gli stakeholder che mostreranno interesse potranno affiliarsi al progetto e utilizzare i format sulla base di accordi da stringere con l’organizzazione di “Colline e Culture”. In questo modo si costituirà un network di promozione e vendita di attività culturali di nuova generazione. Associazione “Colline e Culture” 59 I paesi di San Dalmazzo Un museo diffuso Forse non molti lo sanno, ma Borgo San Dalmazzo ha una storia antichissima della quale si cominciano ad avere notizie strutturate a partire dall’epoca romana, quando nella necropoli della città – all’epoca chiamata Pedona – venne seppellito il corpo di un giovane che la tradizione prese a indicare come un santo martire. Forse non molti lo sanno, ma nel volgere di qualche tempo, il culto rivolto a questa sepoltura divenne così importante che nel VI secolo venne costruita una chiesa per ospitare i fedeli che accorrevano a venerare il corpo del martire. Una semplice e piccola chiesa della quale però si interessò addirittura un re longobardo, Ariperto II, che nell’VIII secolo decise di fondare a Pedona un’abbazia. Abbandonata nel corso del X secolo e ripopolata nell’XI secolo da un gruppo di monaci benedettini, in epoca romanica questa abbazia conobbe un successo straordinario, arrivando a contare più di quaranta 60 dipendenze – ovvero piccole comunità e chiese fondate dai monaci – sparse su un territorio compreso tra il Piemonte meridionale, la Liguria e le Alpi della Provenza. Questa storia è oggi raccontata dal Museo dell’abbazia di Pedona a Borgo San Dalmazzo attraverso alcune sale espositive e un affascinante percorso archeologico. È questa la storia che sta alla base del progetto Museo Diffuso Paesi di San Dalmazzo, sostenuto dalla Fondazione CRC nell’ambito del Bando Valorizzazione, che quest’anno giunge alla sua terza e ultima annualità. Un cammino lungo e importante che in questi anni ha permesso all’Associazione “Pedo Dalmatia” – capofila del progetto – di avviare un processo di rinnovamento e potenziamento che ha dato frutti importanti non solo nell’ambito del decorso progettuale. L’idea del progetto è nata nella primavera del 2013, quando l’associazione ha ipotizzato la possibilità di farsi carico del progetto Paesi di San Dalmazzo, un’iniziativa pilota promossa dall’amministrazione comunale negli anni precedenti. Nel corso del primo anno di progetto è stato possibile co-finanziare una borsa di ricerca nell’ambito del bando Master dei Talenti della Società Civile, promosso dalla Fondazione CRT, grazie alla quale è stata realizzata una Grazie alla costituzione di un tavolo di lavoro che ha coinvolto storici, psicologi ed esperti di didattica, è stata costruita un’offerta didattica dedicata alle scuole del territorio mappatura approfondita di quanto disponibile sul tema in oggetto. Sempre nel primo anno sono stati avviati i lavori per la creazione dell’infrastruttura del sito web, una sorta di piccolo museo digitale che rappresenta la porta di accesso virtuale al progetto. Nel sito (www.paesidisandalmazzo.it) sono disponibili approfondimenti tematici sulla storia dell’abbazia, delle sue dipendenze e del suo santo titolare e soprattutto la descrizione dei beni culturali legati alla sua storia, localizzati nei territori dei vari Comuni coinvolti. Inoltre, il sito fornisce informazioni sui principali beni culturali messi in rete, la loro storia e le strutture che forniscono accoglienza turistica. Parallelamente a questo lavoro è stato sviluppato un programma di eventi destinati a far conoscere il progetto sul territorio. In collaborazione con l’Associazione culturale “Innovarsi” è stato inaugurato il festival Suoni d’abbazia, che da tre anni anima i beni aderenti al progetto con concerti che spaziano dalla musica medievale al jazz. A fianco di questo calendario, nella seconda annualità sono stati organizzati i Percorsi d’abbazia, ovvero visite guidate in occasione della festività del santo. Nel corso della terza annualità è stata poi allestita una mostra documentaria che, oltre a descrivere il progetto, rappresenta un’occasione per promuovere la rete, i suoi contenuti e il museo sul territorio. Il museo è stato oggetto di un’attenzione particolare. Il progetto ha permesso di inaugurare un calendario di eventi di approfondimento e divulgazione che hanno coinvolto realtà anche extra-provinciali. Un’iniziativa che ha raccolto un successo inaspettato è stata l’Aperitivo al museo, oggi parte del calendario del museo con cadenza mensile. Il fiore all’occhiello del progetto è forse rappresentato dal coinvolgimento delle scuole di primo e secondo grado nel percorso del museo. Grazie alla costituzione di un tavolo di lavoro, che ha coinvolto storici, psicologi ed esperti di didattica, è stata costruita un’offerta didattica dedicata alle scuole del territorio che, anche in termini numerici, rappresenta uno dei maggiori successi del progetto. In questi ultimi mesi lo staff che opera sul progetto sta lavorando a una pubblicazione riepilogativa, grazie alla quale i contenuti realizzati saranno resi disponibili anche all’interno di un fascicolo, di cui si prevede la presentazione nei mesi invernali. Parallelamente sono in corso valutazioni per garantire alla rete creata un sostegno futuro e l’individuazione di nuove sfide e occasioni di rafforzamento. Manuele Berardo Presidente dell’Associazione “Ente Fiera Fredda” 61 Il laboratorio del tempo Ai Licei di Piazza di Mondovì Martedì 7 giugno 2016, a conclusione del progetto I Licei di Piazza – Il laboratorio del tempo realizzato con il finanziamento della Fondazione CRC previsto dal Bando Valorizzazione 2013, è stata inaugurata l’area museale al “piano chiostro” del Liceo “Vasco-Beccaria-Govone”. Il patrimonio librario e la strumentazione antica del gabinetto di fisica dei Licei, dimenticati per anni in locali non sempre idonei, sono tornati a essere fruibili grazie a un lavoro di recupero, restauro e catalogazione durato tre anni. 62 Difficilmente all’interno di strutture scolastiche vengono fornite agli allievi e ai docenti occasioni davvero concrete per manifestare le proprie capacità e il proprio talento. Il progetto ha rappresentato un’importante occasione per entrare da protagonisti all’interno di una nuova dimensione del “fare scuola”: un’operazione ricchissima di stimoli per tutta la comunità scolastica. Gli spazi del Liceo, ora trasformati in area museale, sono anche diventati ambienti formativi in cui divulgare, a un pubblico più ampio, l’amore per le scienze. La speranza è che da tale operazione possano originarsi l’interesse e la volontà di ampliare la “rete museale” della città nella prospettiva della creazione di nuovi e più completi itinerari culturali. Il Gabinetto di Fisica Ordinati in armadi nella sala che presenta il soffitto affrescato nel 1874 da Pietro Balbo e restaurato grazie al finanziamento, sono stati raccolti circa 500 strumenti, che costituivano il patrimonio scientifico del Liceo Classico “Beccaria” e dell’Istituto Magistrale “Govone”, documentazione ricca e completa della scienza e della tecnologia dell’Otto-Novecento, distribuita tra i vari settori della fisica classica: meccanica dei solidi e dei fluidi, ottica, acustica, calorimetria, elettrostatica, elettromagnetismo. Rivestono un ruolo di importanza assoluta due strumenti appartenuti proprio al Beccaria: si tratta di una pompa pneumatica e di una macchina elettrostatica a strofinio, già esposte in occasione dei 250 anni dell’Osservatorio di Torino e per i 600 anni dell’Università di Torino. Per stimare il valore della collezione è importante ricordare che molti di questi strumenti sono stati costruiti dalle più famose ditte di apparecchi per la didattica della fisica: A. Loiseau di Parigi, Officine Galileo di Firenze, Leybold di Colonia, Aeg di Berlino, Hartmann and Braun di Francoforte, Tecnomasio Italiano di Milano. Alcuni strumenti, inoltre, sono analoghi a quelli esposti in prestigiosi musei della scienza, quali il Museo Galileo e il Museo CANTIERE FONDAZIONE La Biblioteca La biblioteca del Liceo, è una delle più ampie tra quelle degli istituti scolastici piemontesi, comprende anche numerosi fondi speciali, tra cui – particolarmente significativo per la rarità dei materiali – è quello di età coloniale e fascista. Il progetto ha offerto la possibilità di valorizzare il più importante di essi, il Fondo Antico, il cui esame ci restituisce l’immagine di una raccolta che è testimone attendibile della cultura e delle letture di questo angolo di Piemonte nel corso dei secoli. Il nucleo più rilevante è costituito dai volumi giunti in dono dal disciolto Circolo di Lettura di Breo, fondato nel 1844: libri stampati tra 1737 e 1830, considerati abbastanza recenti da essere di interessi per la «civil coltura». È così disponibile uno spaccato attendibile di quello che si considerava utile per una pubblica biblioteca a metà dell’Ottocento. I volumi più significativi arrivano da donazioni private al volgere tra XIX e XX secolo. Grazie al finanziamento è stato possibile restaurare i volumi principali e trovare nell’ex presidenza del Liceo Classico la sede adatta per i fondi speciali, nonché gli arredi per una migliore conservazione. Del patrimonio restaurato fa parte anche una raccolta di manifesti risalenti agli anni 1799-1801, che hanno visto il passaggio del Piemonte dalla Repubblica Piemontese voluta dai francesi del Direttorio alla restaurazione dei Savoia, al ritorno di Napoleone dopo Marengo. Si tratta in totale di 221 manifesti. Gli spazi del Liceo, ora trasformati in area museale, sono anche diventati ambienti formativi in cui divulgare, a un pubblico più ampio, l’amore per le scienze FirST di Firenze, il Museo della Facoltà di Fisica di Torino, il Museo del Liceo Foscarini di Venezia, il Museo di fisica di Sardegna. L’area museale sarà aperta al pubblico dal 4 luglio al 12 agosto, dal lunedì al venerdì con orario 8,30-12,30, grazie a un progetto di alternanza scuola-lavoro che coinvolge gli allievi del terzo anno dei vari indirizzi del Liceo. Per prenotare le visite, telefonare al numero 0174-558235 (Liceo “Vasco-BeccariaGovone”, Piazza IV Novembre, Mondovì). Nirvana Cerato Dirigente IIS “Vasco-Beccaria-Govone” 63 25 RISORSE Langa Medievale I beni romanici delle Langhe in rete Compie tre anni Langa Medievale, progetto che mette in rete le principali architetture romaniche civili e religiose conservate nel territorio delle Langhe. L’iniziativa è nata dal progetto La rete del Romanico tra Albese e Monregalese. Dalla Cattedrale di Alba alle pievi medievali delle Langhe, promosso dal Museo Diocesano di Alba, dalle Diocesi di Alba e Mondovì e dal CISIM, con il contributo della Fondazione CRC attraverso il Bando Valorizzazione 2013. Il progetto si è articolato in diverse fasi, riuscendo a costituirsi come una vera e propria offerta culturale in grado di contribuire a incrementare il turismo nella zona delle Langhe attraverso la promozione dei suoi importanti insediamenti medievali. Sono stati ben 46 i beni coinvolti in un totale 64 di 30 comuni. Numerose anche le associazioni, i tour operator e gli enti turistici che hanno lavorato in concertazione per proporre itinerari e organizzare la fruizione turistica dei preziosi beni storici, anche in collaborazione con l’Ente Turismo Alba Bra Langhe e Roero . A tre anni dall’inizio dell’iniziativa, si stima che Langa Medievale abbia coinvolto più di 50 mila turisti. Ma come si è arrivati a questo risultato di assoluto valore? Si è partiti con una fitta attività di ricerca e di approfondimento scientifico, che ha mappato i beni medievali presenti sul territorio in collaborazione con il Centro Internazionale di studi sugli insediamenti medievali. Questa analisi ha consentito di costituire l’ossatura del progetto ed è sfociata nella creazione del portale web www.langamedievale.it: un sito che è diventato non solo punto di riferimento e di aggiornamento per gli addetti ai lavori, ma anche strumento di informazione per il visitatore. In una seconda fase si sono individuati e costruiti alcuni itinerari che hanno permesso ai visitatori di fruire dei beni medievali di Langa in modo sistemico. Contestualmente le realtà locali (Associazioni, Comuni, ATL, strutture ricettive) sono state coinvolte in incontri di formazione in loco per programmare attività comuni. Ultima, ma non meno importante, è stata la collaborazione con l’Associazione “Volontari per l’Arte”, gruppo di volontari che collabora attivamente con l’Ufficio beni culturali ecclesiastici, con le Diocesi della provincia di Cuneo e con la Fondazione San Michele. Il gruppo è stato coinvolto nelle aperture dei beni, creando in questo modo una collaborazione stabile con il mondo del volontariato locale che si è rivelata il vero perno dell’iniziativa: una risorsa insostituibile per la promozione di un patrimonio che è di tutti e di cui i volontari si sono sentiti direttamente responsabili. Infine, con l’obiettivo di proporre ai visitatori nuove occasioni di fruizione, sono stati organizzati nei beni romanici della rete eventi ad hoc − concerti, visite in notturna, convegni di approfondimento − che hanno permesso anche ai residenti di riavvicinarsi in modo coinvolgente al proprio patrimonio culturale. Nell’ambito di un progetto così complesso e ricco, non potevano mancare pubblicazioni che restituissero i risultati delle analisi e del grande lavoro di approfondimento realizzato. E così nel 2016 sono state date alla stampa due pubblicazioni: Langa Medievale. La rete degli insediamenti umani e dei luoghi di culto, un volume di approfondimento storico a cura del CISIM (Centro Internazionale di Studi sugli Insediamenti Medievali); e Langa Medievale. Dalla Cattedrale di Alba alle pievi di Albese e Monregalese, pubblicata da Più Eventi Edizioni di Cuneo, una guida di carattere divulgativo rivolta a turisti e appassionati. Queste due pubblicazioni rappresentano Una vera e propria offerta culturale in grado di contribuire a incrementare il turismo nella zona delle Langhe attraverso la promozione dei suoi insediamenti medievali bene il punto di arrivo di Langa Medievale: un’iniziativa che grazie al sostegno della Fondazione CRC e alla collaborazione degli enti turistici, delle Associazioni, dei Comuni, delle strutture ricettive e di tanti volontari ha saputo davvero “fare rete” per promuovere e valorizzare lo straordinario patrimonio medievale delle Langhe. Ufficio stampa Langa Medievale 65 25 RISORSE Risparmio energetico e comfort termico Il corso per Energy Manager Il Comune di Borgo San Dalmazzo ha individuato da tempo, tra le proprie priorità, la tutela dell’ambiente e la promozione dello sviluppo sostenibile del territorio: fin dal 2004 ha adottato un piano d’azione per la riduzione delle emissioni in atmosfera. Quando, a partire dal 2012, la Fondazione CRC ha promosso i bandi delle varie edizioni di AmbienteEnergia, l’Assessorato all’Ambiente del Comune ha visto in questa iniziativa un importate mezzo per dare concretezza a questi obiettivi. con successo alla misura 1 del bando per la redazione del Piano Regolatore dell’Illuminazione Comunale (PRIC) e, nel 2015 alla misura per la formazione di Energy Manager, grazie a cui i tecnici comunali hanno potuto approfondire le proprie conoscenze sull’efficienza energetica degli edifici (in particolare degli impianti di riscaldamento) e degli impianti di illuminazione pubblica. Per le esigenze attuali del Comune, sono state molto utili le lezioni tenute dall’Environment Park sui temi delle Esco e del finanziamento tramite terzi, sempre più importante per gli Enti locali in questi momenti di ristrettezze finanziare. Fondamentale è stata la formazione pratica, dedicata al monitoraggio dei consumi e Questi interventi hanno consentito di ottenere un risparmio stagionale teorico di oltre 6.000 euro, circa il 13% del costo stimato per il riscaldamento Partecipando a queste iniziative, è stato possibile redigere e approvare il Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile (PAES) con l’adesione al Patto dei Sindaci (misura 1 del 2013), e realizzare gli audit energetici di tutti gli edifici comunali (misura 2 del 2013). Questo ha consentito poi di progettare due significativi interventi di riqualificazione energetica su edifici scolastici attualmente in corso di esecuzione (Istituto Comprensivo “Grandis” e Scuola dell’infanzia e primaria di Via Giovanni XXIII). A seguito della redazione degli audit energetici sugli edifici comunali, il Comune ha aderito anche all’iniziativa Progetto ESCo AmbientEnergia, promossa dalla Fondazione congiuntamente alla Provincia di Cuneo per la realizzazione degli interventi di efficientamento degli edifici pubblici. Nel 2014 il Comune ha partecipato 66 al comfort termico degli edifici comunali. In accordo con i tecnici incaricati dalla Fondazione, per la sperimentazione è stato scelto il fabbricato scolastico di Via Giovanni XXIII. Grazie al kit fornito, sono stati installati alcuni sensori per rilevare le temperature interne (posizionati nelle aule) ed esterne, e un conta impulsi posizionato sul contatore del metano, per il computo dei consumi. I dati emersi hanno permesso di visualizzare da remoto, tramite un apposito applicativo internet, le temperature delle aule, la temperatura esterna e il consumo di metano, e sono stati analizzati durante le sessioni formative mensili: è così emersa un’anomalia – altrimenti difficilmente rilevabile – nel funzionamento notturno dell’impianto termico, che generava un consumo non strettamente necessario. Si è così proceduto a installare, direttamente indicano la necessità di coibentare l’edificio con la posa del cappotto sulle murature esterne, sostituire i serramenti esterni, rifare la centrale termica e installare valvole termostatiche su tutti i radiatori. Grazie al progetto Energy Manager i sensori di rilevamento delle temperature e del consumo di metano verranno mantenuti anche per la prossima stagione termica: sarà quindi possibile calcolare le riduzioni del limitato apporto solare, delle dispersioni dovute alle superfici vetrate e ai muri e all’impossibilità di regolare i termosifoni per singola aula, sono emerse invece condizioni di comfort termico insufficienti. Questi interventi hanno consentito, secondo quanto emerge dal Report di monitoraggio redatto dall’Environment Park, di ottenere un risparmio stagionale teorico, per la stagione termica appena conclusa, di oltre 6.000 euro, circa il 13% del costo stimato per il riscaldamento: ottimizzare l’energia termica impiegata, e quindi il combustibile utilizzato, sarebbe stato impossibile senza gli strumenti di monitoraggio utilizzati. Inoltre, oggi la scuola è oggetto di un intervento di ristrutturazione e riqualificazione energetica, predisposto sulla base dei risultati emersi dall’audit energetico realizzato nel 2013, che di consumi e rilevare il miglioramento del comfort termico nelle aule dopo l’intervento di riqualificazione. Si potrà inoltre calcolare, sulla base dei dati oggettivi acquisiti, l’effettivo tempo di ritorno dell’investimento, creando pertanto un volano di informazioni positive che incentivino gli interventi di questo tipo anche sugli edifici privati. Il tutto in linea con gli obiettivi fissati dal PAES. Ora la sfida è estendere questa buona pratica anche agli altri principali edifici comunali per verificare, attraverso il monitoraggio continuo, il loro comportamento termico e adottare gli opportuni accorgimenti gestionali che consentano di ottimizzare i consumi e migliorare il comfort termico. CANTIERE FONDAZIONE sui bruciatori, orologi per programmare accensione e spegnimento in base all’effettivo utilizzo e alle necessità della scuola. Il monitoraggio ha consentito anche di analizzare la performance termica dell’edificio: nelle aule esposte a sud del piano rialzato, viste le temperature rilevate, si è provveduto chiudere i termosifoni per buona parte della stagione termica; nelle aule esposte a nord nel primo piano, a causa Livio Giraudo • Ezio Lingero Ufficio Tecnico, Comune di Borgo San Dalmazzo 67 Filiera del latte piemontese Miglioramento della qualità e sviluppo competitivo In provincia di Cuneo operano oltre 1.500 aziende zootecniche che producono più di 4 milioni di quintali di latte all’anno. Recenti risultati della ricerca internazionale sulla qualità nutraceutica (presenza di Omega 3 e CLA) e igienico sanitaria (indice citologico e patogeni) dei prodotti lattiero-caseari hanno accresciuto nel consumatore finale le aspettative di salubrità e di garanzia del legame con il territorio di origine degli alimenti. Il latte ha caratteristiche molto ben definite che difficilmente lo distinguono sul mercato e, unitamente alla crescente competizione tra produttori, risulta praticamente impossibile all’allevatore influenzarne il prezzo di vendita. A fronte però di consumatori più informati e critici, la possibilità di diversificare la qualità del latte dal punto di vista nutrizionale, legando le produzioni alla gestione aziendale e, in particolar modo, al sistema alimentare delle 68 bovine, rappresenta un’importante occasione di vera valorizzazione e differenziazione del latte per il comparto regionale e soprattutto per la provincia di Cuneo, ove i sistemi zootecnici sono ancora fortemente legati alla produzione e all’utilizzo di risorse foraggere locali. Quindi non solo qualità del latte, ma salvaguardia del territorio nei suoi aspetti più intimi legati alla biodiversità e alla sostenibilità dell’agricoltura. A partire da queste premesse, il settore latte piemontese ha intrapreso un cammino di valorizzazione della filiera produttiva, che prevede l’individuazione di criteri che consentano di classificarlo per le sue proprietà nutrizionali, sanitarie e merceologiche. Per rispondere a queste esigenze il gruppo di ricerca coordinato dall’Università di Torino e sostenuto da un contributo della Fondazione CRC – Bando Ricerca Scientifica 2011 – ha condotto un’indagine che ha permesso di ottenere dati scientifici sulla realtà produttiva della filiera lattiero-casearia e sulle variabili che determinano le qualità nutraceutica e sanitaria del latte, coinvolgendo la cooperativa COMPRAL LATTE (che raccoglie oltre 3.000 quintali di latte al giorno da 243 soci) e INALPI di Moretta, gestore dell’impianto di produzione di latte in polvere, che fornisce alla Ferrero questa materia prima, a pochi chilometri dalla sede di produzione di Alba, in cui viene utilizzata. CANTIERE FONDAZIONE Numerosi i risultati che il progetto ha ottenuto promuovendo l’innovazione nel settore lattiero piemontese: innanzitutto ha permesso di legare la produzione primaria alle esigenze dell’industria di trasformazione, creando una filiera in cui emergano la qualità e sanità del prodotto e l’unicità del territorio. In secondo battuta, ha fornito indicazioni per la gestione dei foraggi nelle razioni per l’ottenimento di latte con elevate concentrazioni di acidi grassi polinsaturi, il miglioramento della qualità nutrizionale e sensoriale del latte e della qualità igienico sanitaria, attraverso l’identificazione di marcatori molecolari impiegabili nella valutazione della suscettibilità individuale alla mastite. Inoltre, ha consentito di individuare parametri nutrizionali e igienico sanitari utili per una futura certificazione della filiera: sono state approntate strategie operative per indirizzare le aziende zootecniche verso la ristrutturazione dei sistemi foraggeri, finalizzata al miglioramento del valore nutrizionale del latte, attraverso l’impiego di maggiori quantitativi di foraggi prativi nella razione delle bovine in produzione, e l’organizzazione della raccolta di latte per valorizzare gruppi di aziende omogenei, particolarmente virtuosi per qualità nutrizionale e sanitaria. Infine, attraverso la tecnologia all’infrarosso, è stata sviluppata una metodica efficiente, accurata e poco costosa Non solo qualità del latte, ma anche salvaguardia del territorio nei suoi aspetti più intimi legati alla biodiversità e alla sostenibilità dell’agricoltura per la determinazione dei principali gruppi di acidi grassi (saturi, insaturi, monoinsaturi, polinsaturi): un importante strumento tecnico a disposizione degli allevatori e dei caseifici del territorio regionale, grazie al quale sarà possibile misurare parametri utili per definire meglio il prezzo del latte. Esperienze condotte in aziende hanno inoltre dimostrato che la riorganizzazione del sistema foraggero e l’utilizzo delle superfici aziendali per produrre i migliori alimenti da impiegare in stalla sono scelte imprenditoriali vincenti, grazie alle quali l’agricoltore-allevatore è in grado di ridurre il costo di alimentazione della bovina da latte, gestire l’alimentazione in modo da produrre un latte con caratteristiche di qualità, salubrità e sanità eccellenti e, nel contempo, diminuire l’impatto ambientale dell’attività agricola, legando in maniera virtuosa le produzioni lattiero-casearie al loro territorio d’origine. Giorgio Borreani Coordinatore del gruppo di ricerca costituito dal Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (DISAFA) e dal Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università degli Studi di Torino, con l’Associazione Regionale Allevatori del Piemonte (ARAP) 69 Emerge l’importanza di promuovere e intensificare azioni di prevenzione della salute, attraverso visite mediche specialistiche e screening per gli sportivi e per tutti coloro che praticano attività motoria anche a livello dilettantistico Per uno sport più sicuro Dotazione e diffusione dei defibrillatori in provincia di Cuneo Nei primi mesi del 2016, la Fondazione CRC ha avviato un’analisi sulla diffusione di defibrillatori automatici esterni (DAE) presso le Associazioni sportive dilettantistiche (ASD), i Comuni e gli istituti scolastici della provincia di Cuneo. Il lavoro, realizzato dal Centro Studi, è stato realizzato in collegamento con il Bando Defibrillatori 2016 e in collaborazione con il CONI Point di Cuneo. L’indagine si inserisce nel quadro dell’evoluzione legislativa riferita al Decreto Balduzzi del 24/04/2013, che detta le linee guida sulla dotazione e l’utilizzo dei DAE rendendone obbligatoria l’adozione a partire dal 20/01/2016 (scadenza poi prorogata al 20/07/2016). Nell’ambito dell’analisi sono stati inviati circa 1.800 questionari online a oltre 1.400 ASD registrate, a tutti i Comuni, gli istituti scolastici e le agenzie di formazione 70 professionale della provincia. L’adesione all’indagine è stata ampia: ha risposto al questionario il 33% dei soggetti, un valore al di sopra della media registrata in questo tipo di indagini. In particolare, le scuole hanno dato un forte segnale di sensibilità su questo tema, con un tasso di risposta che supera l’80%. Questi numeri consentono di dare una lettura piuttosto estesa della distribuzione di defibrillatori sul territorio, pur con la consapevolezza di non poter essere completamente esaustivi. In generale, è emersa una conoscenza poco chiara del Decreto Balduzzi, in particolare per quanto riguarda le responsabilità e i soggetti tenuti ad avere la titolarità di DAE. Inoltre, dotarsi di defibrillatori (e provvedere alla loro manutenzione periodica) rappresenta un impegno economico che incide in maniera sensibile su tutte e tre le categorie considerate, in particolare sulle realtà più piccole. Ma come si ottiene un defibrillatore? L’indagine ha messo in luce comportamenti differenti. Le ASD, essendo soggette all’obbligo, ricorrono all’acquisto a spese proprie in misura maggiore rispetto a scuole e Comuni, oppure lo ottengono attraverso altri canali (la donazione da parte di altri soggetti o l’edizione 2015 del Bando Defibrillatori, promosso dalla Fondazione CRC). Per i Comuni è più diffusa la donazione, mentre decisamente inferiore è la scelta dell’acquisto. Per quanto riguarda le scuole, è nettamente prevalente la donazione. Un elemento sicuramente importante, che va di pari passo con il dotarsi di defibrillatori, è rappresentato dalla formazione. Il Decreto Balduzzi prevede l’obbligo della presenza di almeno una persona formata all’utilizzo del DAE nel corso delle gare e degli allenamenti e aggiunge che, per ogni dispositivo, è richiesta la formazione di «un numero sufficiente di persone». Quasi tutte le 424 ASD intervistate hanno formato una o più persone, in molti casi fra i 3 e i 5 soggetti (48,5% dei casi). Una quota significativa dichiara di aver formato addirittura più di dieci persone (18%). Buona risulta dunque la copertura, ma potrebbe essere utile fornire anche nozioni più ampie di primo soccorso, per poter rispondere a situazioni di emergenze differenti. Inoltre, emerge l’importanza di promuovere e intensificare azioni di prevenzione della salute, attraverso visite mediche specialistiche e screening per gli sportivi e per tutti coloro che praticano attività motoria anche a livello dilettantistico. La manutenzione periodica del defibrillatore è un fattore altrettanto importante, ma si registra una scarsa chiarezza fra gli operatori su questo aspetto. Anche la collocazione dei defibrillatori, che Sono stati consegnati nel pomeriggio del 18 luglio i 50 defibrillatori che la Fondazione CRC ha messo a disposizione di Enti proprietari e gestori di impianti sportivi in provincia di Cuneo con il Bando Defibrillatori 2016. Come già per il 2015, il bando prevede, insieme con la fornitura del defibrillatore, una formazione specifica sul suo utilizzo e su nozioni di primo soccorso per gli incaricati indicati dagli Enti beneficiari. Con questa nuova edizione, salgono a 122 i defibrillatori messi a disposizione e a circa 500 le persone formate per poterli utilizzare, in caso di bisogno. devono essere facilmente raggiungibili per i soccorritori, è un elemento da non trascurare: dalle risposte emerge, invece, che talvolta vengono posizionati all’interno degli impianti sportivi in luoghi poco accessibili in caso di necessità. Infine, il questionario ha cercato di raccogliere anche le esigenze dei soggetti intervistati. Da questo punto di vista, sono le scuole a segnalare una maggiore necessità: ben il 45% di queste avrebbe bisogno di altri tre o più DAE. Oltre un quarto delle ASD intervistate (28,5%), invece, dichiara di non avere bisogno di altri defibrillatori. Stefania Avetta Centro Studi 71 25 RISORSE Sport a scuola Lo sport è per tutti Si è conclusa con una coloratissima festa l’annualità pilota del progetto Sport a scuola, che la Fondazione CRC ha promosso per la prima volta nell’anno scolastico 2015/16 con l’obiettivo di favorire la pratica sportiva per tutti. Questa prima edizione ha coinvolto 11 scuole secondarie di primo grado di Cuneo, 72 Borgo San Dalmazzo, Centallo e Villafalletto, Peveragno, Bernezzo, Cervasca, Mondovì, Ceva e Villanova Mondovì. Da alcuni anni le ore di avviamento alla pratica sportiva sovvenzionate dal MIUR sono state significativamente ridotte: in questo modo molti ragazzi, le cui famiglie non possono permettersi corsi a pagamento, hanno perso l’unica opportunità di avvicinarsi allo sport e sperimentare una o più discipline. Per questa ragione, grazie anche alla collaborazione con i Licei partner, che hanno all’attivo un indirizzo sportivo – il Liceo “Peano-Pellico” di Cuneo, il Liceo “VascoBeccaria-Govone” di Mondovì e l’Istituto Magistrale “De Amicis” di Cuneo – e il patrocinio dell’Ufficio scolastico territoriale di È stato possibile trasmettere ai ragazzi i fondamenti delle tre discipline scelte per le tre classi: pallapugno per le prime, pallacanestro per le seconde e atletica leggera per le terze Cuneo, la Fondazione ha lanciato il progetto Sport a scuola. I plessi di scuola media che hanno aderito all’iniziativa hanno svolto, nel corso dell’anno, 60 ore pomeridiane di avviamento alla pratica sportiva, durante le quali i docenti hanno coinvolto i ragazzi in diverse attività. In particolare, è stato possibile trasmettere ai ragazzi i fondamenti delle tre discipline scelte per le tre classi: pallapugno per le prime, pallacanestro per le seconde e atletica leggera per le terze. Per ognuna delle discipline sono stati organizzati tornei, prima a livello di plesso e poi a livello provinciale. Le migliori classi di ogni plesso hanno potuto gareggiare, durante la giornata conclusiva organizzata a Cuneo lo scorso 30 maggio, nelle palestre dei Licei di corso Giolitti e della scuola primaria di corso Galileo Ferraris e al campo di atletica di corso Monviso. Oltre 1.000 ragazzi − provenienti dai 18 plessi delle scuole che hanno preso parte all’iniziativa − si sono sfidati durante la mattinata, in un clima di competizione sportiva e fair play, all’insegna della partecipazione di tutti i componenti delle classi, indipendentemente dalle capacità tecniche di ciascuno. Il plesso di via Bersezio (Scuola media unificata di Cuneo) ha trionfato nella classifica generale, aggiudicandosi il trofeo del progetto Sport a scuola. Paola Lussignoli Referente settore Attività sportiva 73 25 RISORSE Per sentirsi parte del mondo, non un mondo a parte Il progetto Raggi Il 18 ottobre 2014 nasce l’associazione culturale “Raggi da Oltre Confine”: è composta da 15 amici che, insieme a me, persona con disabilità, vogliono vivere attivamente l’inclusione e il benessere. Il termine “confine” richiama il concetto di “limite”, che nel linguaggio comune ha perlopiù un’accezione negativa. In realtà, il ”limite” non è solo quello che ci limita, ma è anche ciò che ci descrive e racchiude, con le nostre debolezze e caratteristiche. Da tre anni, in collaborazione con l’educatore Con ogni ragazzo è stato possibile costruire un “ponte a due vie” invisibile, che permette di entrare in punta di piedi nel mondo dell’altro e di rimanervi, seppur per un tempo breve, per offrire spunti, prima di ritornare in se stessi Michele Ottenga, abbiamo ideato e realizzato il progetto Raggi con cui, partendo dalla mia disabilità, intendiamo stimolare i ragazzi a investire anche sulle debolezze, per trasformarle in risorse. È un’iniziativa che ha come obiettivo la prevenzione primaria della salute e la promozione del benessere psico-sociale. Abbiamo scelto di partire dalle scuole medie e dalle superiori e, nonostante il periodo di criticità economica degli istituti, l’adesione è stata molto alta, anche grazie al contributo della Fondazione CRC e di altri sponsor. Nell’anno scolastico appena concluso, hanno partecipato al progetto 15 istituti, con il coinvolgimento di 1.120 studenti e 50 insegnanti, per un totale di 320 ore di lavoro nelle classi. Tre sono le finalità che con questa iniziativa intendiamo perseguire: contribuire alla 74 prevenzione del disagio giovanile, promuovere comportamenti inclusivi, e incentivare il benessere degli allievi. Possiamo oggi dire che l’idea di raccontare “la vita concreta di una persona disabile”si è rivelata una modalità efficace per comunicare con gli studenti e permette loro di uscire dal proprio “guscio”. Abbiamo cercato di curare il più possibile i contenuti dei singoli laboratori per catturare al meglio l’interesse dei ragazzi, motivarli e mantenere l’impegno costante e in crescendo. In ogni incontro abbiamo cercato di creare “spazi di cura personale”, momenti nei quali ogni ragazzo potesse lavorare su dì sé, fare un po’ di luce attraverso gli spunti forniti. “Essere gruppo” in maniera nuova è stato uno degli aspetti su cui abbiamo insistito maggiormente. Abbiamo cercato, attraverso la testimonianza diretta, di sottolineare che nelle dinamiche di gruppo i forti non sono coloro che non cadono, ma coloro che cercano le risorse per rialzarsi, per andare avanti; coloro che cercano il confronto. Abbiamo evidenziato che la considerazione nei confronti degli altri nasce da una sana autostima, che a sua volta deriva dalla cura che ciascuno ha di sé. Dalle condivisioni sono emersi tre bisogni molto comuni tra i ragazzi coinvolti: il bisogno di appartenenza, che è la necessità di sentirsi parte di un gruppo e di cooperare con altri; la ricerca di considerazione, che è il bisogno di essere rispettati, apprezzati e approvato, di sentirsi competenti e produttivi; infine, il bisogno di autorealizzazione, inteso come l’esigenza di affermare la propria identità e di portare a compimento le proprie aspettative (a partire dall’occupare una posizione soddisfacente nella classe). Con ogni ragazzo è stato possibile costruire un “ponte a due vie” invisibile, che permette di entrare in punta di piedi nel mondo dell’altro e di rimanervi, seppur per un tempo breve, per offrire spunti, prima di ritornare in se stessi. Quando in classe mi presento, affermo che il mio disagio è visibile, ma che tutti noi ne abbiamo di forse più nascosti che ci fanno “faticare” a camminare: tirarli fuori, prenderne consapevolezza per poi averne cura è un passo importante. LA FONDAZIONE E IL TERRITORIO Durante i laboratori, io sono sulla sedia a rotelle, ma ognuno è sulla propria “carrozzella emotiva”: l’obiettivo del lavoro è comprendere che la dignità personale e altrui va sempre rispettata, qualunque sia la sedia su cui ci si poggia. Per il prossimo anno scolastico, molte sono le scuole interessate a proseguire questa attività. Per continuare il lavoro con la cura e l’attenzione necessarie, l’associazione ha deciso di mettere una sorta di “numero chiuso”: i corsi saranno 24, con un massimo di 3 laboratori per ognuno. Dopo il primo anno di esperienza, dunque, l’avventura continua! Giampaolo Sandri Presidente Associazione “Raggi da Oltre Confine” La Fondazione CRC sostiene il progetto Raggi 75 I Tesori della terra Che fanno bene, e fanno del bene La cooperativa “I Tesori della terra”, in frazione San Bernardo di Cervasca, venerdì 10 giugno ha aperto le sue porte. L’occasione era l’inaugurazione della nuova area esterna realizzata grazie al progetto Agri Lab sostenuto dalla Fondazione CRC. Tanti gli ospiti intervenuti a questo appuntamento, tra cui il vice ministro alle Politiche agricole Andrea Olivero, il vescovo di Cuneo e Fossano monsignor Piero Delbosco , l’assessore regionale Alberto Valmaggia, i parlamentari Chiara Gribaudo, Mino Taricco e Patrizia Manassero, la presidente regionale di Coldiretti Delia Revelli e il presidente di Confcooperative Cuneo Alessandro Durando. Presente anche il responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII (di cui la cooperativa fa parte attraverso il Consorzio “Condividere”), Giovanni Paolo Ramonda. Gli ospiti si sono confrontati in municipio a Cervasca sulla nuova Legge per l’agricoltura 76 sociale e il Programma di sviluppo rurale (PSR) 2014-2020 come opportunità di sviluppo del territorio. Un dibattito che ha prodotto molti interventi e spunti, chiuso dal viceministro Olivero che ha ribadito come l’approvazione della Legge sull’agricoltura sociale sia stato un «tassello fondamentale per un nuovo tipo di agricoltura attenta, responsabile e inclusiva». Parole simili sono venute anche dai responsabili della cooperativa, che hanno sottolineato l’importanza non solo di fare rete, ma di “essere rete”. Una rete in cui ognuno è una tessera del mosaico, producendo secondo le proprie possibilità. Un modello che restituisce dignità alla parola “collega”, cioè come colui che è unito agli altri, essenziale. La prima eco-stalla d’Italia La giornata è continuata in frazione San Bernardo. La cooperativa, nata nei primi anni Duemila dall’unione delle aziende agricole Cascina Bianca e Panero Rosanna, raggruppa oggi varie strutture: serre e orti, un caseificio con punto vendita, una fattoria didattica con un laboratorio per le persone con disabilità, un maneggio, una casa-famiglia e due stalle: una tradizionale e un’innovativa eco-stalla, prima nel suo Altri punti di forza della cascina sono il maneggio e il laboratorio, che offrono attività di supporto alle persone con disabilità, impiegando gli animali come mediatori di relazioni positive e come facilitatori di emozioni genere in Italia. Un progetto, questo, nato nel 2013 in collaborazione con l’Università di Torino per rendere eco sostenibili le deiezioni e per dare maggior benessere agli animali. L’eco-stalla è interamente in legno, perciò facilmente smontabile e poco impattante dal punto di vista paesaggistico. Ma la vera novità sta nella lettiera su cui i bovini sostano, perché frutto dell’unione delle deiezioni alla frazione organica (compost) che arriva direttamente dai centri limitrofi di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Ogni giorno viene rimescolata e, grazie alla naturale circolazione d’aria che l’eco-stalla garantisce, viene mantenuto un processo di fermentazione aerobica (in presenza d’ossigeno). Questo consente di ottenere un fertilizzante naturale che può essere usato direttamente nei campi, senza bisogno di essere trattato e senza il problema dello spandimento dei liquami. Ogni anno la lettiera viene integralmente sostituita. Nel 2014, poi, il Dipartimento di Veterinaria ha voluto approfondire il benessere generato dal nuovo metodo di allevamento: per questo ha testato la quantità e qualità di latte prodotto da queste vacche rispetto alle “tradizionali” e dall’analisi è emerso come le prime fossero più in forma, più sane e più produttive rispetto alle seconde. Risultati questi che garantiscono al consumatore la massima qualità dei prodotto biologici certificati che troverà in cooperativa. Non solo, perché altri punti di forza della cascina sono il maneggio e il laboratorio, che offrono attività di supporto alle persone con disabilità, impiegando gli animali come mediatori di relazioni positive e come facilitatori di emozioni. Per dirla in altri termini, una pet-therapy. Ma tutta l’azienda è, in verità, una sorta di grande progetto di terapia con gli animali, perché dà benessere e lavoro a persone in difficoltà: oggi dà occupazione a diciannove soci, cinque dei quali svantaggiati, e impiega nelle sue varie realtà oltre cinquanta lavoratori. È stata tra le prime in Italia a credere e a investire nell’agricoltura biologica sociale attraverso il reinserimento terapeutico, nell’attività produttiva, di persone disagiate. Perché lavorare la terra fa bene e fa del bene e perché ”tesori della terra“, in fondo, siamo tutti noi. Maurizio Bergia Presidente cooperativa sociale “I Tesori della terra” La Fondazione CRC ha sostenuto il progetto Agri Lab 77 25 RISORSE Dignità del cibo, dignità della persona L’attività del Banco Alimentare Da 23 anni il Banco Alimentare del Piemonte sostiene le persone con problemi di povertà ed emarginazione grazie a una presenza radicata sul territorio regionale, con 5 magazzini a Moncalieri, Novara, Asti, Biella e Fossano: secondo le stime ISTAT, questa attività permette di dare aiuto a circa il 46% delle persone in difficoltà presenti nella nostra regione. Grazie all’impegno di oltre 225 volontari, alla generosità di 500 mila piemontesi che hanno partecipato alla Colletta Alimentare, di 70 aziende, 161 supermercati appartenenti a 23 diverse catene e 17 mense, nel 2015 sono stati raccolti e distribuiti 350 tonnellate di alimenti freschi, 13 milioni di piatti. La sede provinciale del Banco Alimentare del Piemonte è dal 2005 a Fossano: una struttura dotata di un magazzino di circa 600 metri quadrati adeguatamente attrezzata, messa a disposizione a titolo gratuito dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Fossano, dove vengono stoccate le derrate raccolte in loco, oltre a quelle provenienti dalla sede di Torino. Tutte le attività sono gestite localmente grazie all’impegno costante di 23 volontari e tramite le procedure SAP (sistema informatico di gestione e controllo), di cui la sede è stata dotata a partire dal 2014. Per l’anno 2015, 74 strutture caritative di 42 Comuni della provincia di Cuneo hanno stipulato una Convenzione con il Banco Alimentare del Piemonte, una rete che da aiuto e supporto a oltre 13 mila persone in difficoltà: il 50% sono di nazionalità italiana e altrettanti sono gli stranieri, il 13% è rappresentato da minori o bambini di età compresa tra 0 e 5 anni. Nel corso del 2015 sono stati distribuiti alle 74 strutture caritative convenzionate in provincia oltre 574 mila kg di prodotti alimentari. Le fonti di raccolta degli alimenti si possono suddividere in quattro settori principali: • Prodotti AGEA: forniti a livello nazionale dall’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura; • Prodotti vari: raccolti localmente nella Giornata Nazionale della Colletta Alimentare o da donatori locali (industrie alimentari); 78 • Ortofrutta: prodotti del settore agroalimentare; • Prodotti della GDO: raccolti dalla catene della Grande distribuzione organizzata. Importante è stato anche il contributo dato dalla provincia di Cuneo durante la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare dello scorso novembre: sono stati raccolti 107.319 kg di prodotti alimentari, grazie al generoso aiuto di 1.590 volontari che hanno presidiato 220 punti vendita. Il biennio 2014-15 è stato certamente uno dei più critici della storia del Banco Alimentare: per far fronte alla fine del programma europeo, che garantiva il 40% del distribuito e un importante contributo economico, il Banco si è fortemente impegnato nel diversificare gli approvvigionamenti, con l’obiettivo di compensare il mancato arrivo di prodotti europei gestiti da AGEA. Il Banco Alimentare si è fortemente impegnato per sviluppare la raccolta di alimenti dalla grande distribuzione organizzata e dalle industrie, e il recupero di pasti dalle mense scolastiche, aziendali e ospedaliere. Ottimi i risultati ottenuti, anche se queste attività hanno implicato costanti adattamenti logistici e operativi, a causa di una maggiore complessità di gestione e trasporto. Il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo ha consentito al Banco Alimentare di superare con successo questa delicata fase e di minimizzare le conseguenze dei cambiamenti intercorsi per le strutture caritative della provincia di Cuneo. Un significativo esempio di come le fondazioni di origine bancaria siano attente alle esigenze del territorio e permettano di valorizzare le buone prassi che la società civile sa esprimere, grazie al valore della solidarietà e del volontariato. Vilma Soncin Direttore Banco Alimentare del Piemonte La Fondazione CRC ha sostenuto il Banco Alimentare del Piemonte Il biennio 2014-15 è stato certamente uno dei più critici della storia del Banco Alimentare: per far fronte alla fine del programma europeo il Banco si è fortemente impegnato nel diversificare gli approvvigionamenti 79 25 RISORSE Il nostro compito è tutelare la bellezza La chiesa di San Giovanni a Saluzzo Le giornate di studio La chiesa di San Giovanni e la cappella dei marchesi di Saluzzo: materiali, tecniche e geometrie di un cantiere medievale. Studi preliminari al restauro, svolte a Saluzzo il 5 e il 6 maggio 2016 presso il refettorio del convento di San Giovanni, hanno prospettato esiti significativi sul futuro della chiesa dell’antico complesso conventuale. I lavori si sono conclusi con una tavola rotonda che ha visto l’adesione e la presenza di tutte le istituzioni amministrative, religiose, gli enti La partecipazione dei cittadini è stata la testimonianza del vivo interesse presente per questo importante edificio, simbolo della storia e del paesaggio saluzzese, e nel contempo bene culturale di rilevanza internazionale di tutela e di ricerca e le fondazioni bancarie coinvolte in questi anni nelle ricerche e nei progetti di restauro per la chiesa: la Diocesi di Saluzzo, il Comune di Saluzzo, la Regione Piemonte, le Fondazioni Cassa di Risparmio di Cuneo e di Saluzzo, la Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio per le province di Alessandria, Biella, Asti, Cuneo, Novara, Verbano-CusioOssola e Vercelli e il Politecnico di Torino. La partecipazione dei cittadini è stata la testimonianza del vivo interesse presente per questo importante edificio, simbolo della storia e del paesaggio saluzzese, e nel contempo bene culturale di rilevanza internazionale. Il confronto emerso in questa occasione ha sottolineato la necessità di proseguire, dopo l’importante fase di studi e di conoscenza, al fine di operare per il suo mantenimento, promuovendo la conservazione, il restauro e 80 la sua fruizione. Molte le suggestioni e le idee proposte: dalla necessità di definire fin da subito un progetto di valorizzazione in concomitanza con la ricerca dei fondi (anche attraverso forme innovative come il crowfunding per i beni culturali) e con l’individuazione di soluzioni per la gestione del bene, fino alla “adozione” dell’edificio da parte dei cittadini, investendo in comunicazione e fidelizzazione della sua storia e della sua cultura. Le giornate di studio sono nate dalla volontà di presentare al pubblico le importanti ricerche e i cantieri di conoscenza realizzati in questi ultimi anni da enti di ricerca e di tutela: il Politecnico di Torino e di Milano, l’Università di Pisa, la Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio e la Diocesi di Saluzzo,. Dal 2010 al 2014 il Politecnico di Torino ha promosso e attuato un progetto di ricerca sull’architettura e sulle tecniche costruttive attraverso l’individuazione dei modelli architettonici del cantiere della chiesa domenicana, con tecniche innovative di rilievo metrico tridimensionale e di diagnostica e con l’analisi dei materiali e delle tecniche costruttive impiegate nella cappella marchionale. La collaborazione con il Politecnico di Milano, nell’ambito del master Architettura e Costruzione. Progettazione Contemporanea con la pietra, e con la Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio del Politecnico di Torino ha permesso di diffondere la conoscenza tra gli studenti, che hanno avuto la possibilità di crescere nella loro formazione specialistica, confrontandosi con laboratori e analisi condotti nei cantieri di restauro avanzati, e contribuire all’approfondimento, con percorsi di tesi sui temi della conservazione. Le ricerche maturate in questi anni con gli studi sulla storia dell’edificio e sulle sue trasformazioni costruttive e artistiche hanno fatto emergere nuovi e interessanti elementi sulla costruzione della chiesa e le analisi relative ai materiali e alle tecniche costruttive sulla Cappella marchionale hanno confermato l’importanza dell’edificio anche in ambito internazionale. La Cappella marchionale è un gioiello del tardo gotico saluzzese che dialoga per importanza LA FONDAZIONE E IL TERRITORIO con i noti esempi francesi delle cappelle di Chambery, Vincennes e Brou e con gli esiti raggiunti nei cantieri del Duomo di Milano grazie alla specializzazione e alla capacità tecnica delle maestranze impiegate nel cantiere medievale. Nelle giornate di studio sono stati anche illustrati i risultati ottenuti con i primi cantieri di restauro attuati e finanziati dal Ministero dei Beni, delle Attività Culturali e del Turismo ed è stato presentato al pubblico l’approfondito progetto preliminare di restauro predisposto per la chiesa dall’arch. Paolo Bovo, che attende ora di essere attuato, a partire dagli elementi che mostrano un degrado maggiore per procedere, nel prossimo futuro, al restauro dell’intero complesso. Sperando che tutto quanto effettuato possa rappresentare l’inizio di un nuovo percorso, per fare diventare la chiesa di San Giovanni un monumento “adottato” da tutta la comunità e l’emblema del patrimonio culturale di Saluzzo e non solo, anche a fronte dei continui riconoscimenti pubblici come quelli del critico d’arte Philippe Daverio che solo pochi giorni fa ricordava che Saluzzo conserva una delle chiese tardo gotiche più raffinate del Piemonte! Silvia Beltramo Politecnico di Torino Coordinatore scientifico del progetto di ricerca La Fondazione CRC ha finanziato gli studi preliminari sulla chiesa di San Giovanni e la Cappella dei Marchesi 81 25 RISORSE Lo spazio e lo spirito nell’arte visiva Due importanti mostre proposte dalla Fondazione Bottari Lattes La Fondazione Bottari Lattes continua la sua attività culturale, divulgativa e artistica sul territorio delle Langhe, grazie anche al contributo della Fondazione CRC, proponendo due mostre di forte richiamo: Walter Bonatti. Fotografie dai grandi spazi a Monforte e Roberto Demarchi. Forma, materia e spirito a Palazzo Tovegni di Murazzano. Quest’ultima proseguirà da settembre a Monforte d’Alba, nella sede della Fondazione Bottari Lattes, e anche a Torino, presso lo Spazio Don Chisciotte di via Della Rocca 37. La mostra di Bonatti è promossa e prodotta da Contrasto, Civita e GAmm Giunti in collaborazione con l’Archivio Bonatti e organizzata dalla Fondazione Bottari Lattes e dall’Associazione Giulia Falletti di Barolo. 82 L’esposizione offre l’occasione di apprezzare le fotografie scattate dall’indimenticabile alpinista ed esploratore durante le sue spedizioni per la rivista EPOCA, in oltre 30 anni di viaggi alla scoperta dei luoghi meno conosciuti e più impervi della Terra. Dai gelidi paesaggi antartici alla Patagonia, dalle Ande boliviane a Ayers Rock, dalle sorgenti del Nilo allo Yukon River, passando dai deserti della Namibia al vulcano Krakatoa, le fotografie sviluppano un unico racconto visivo. Un insieme di immagini straordinarie, stampate in grande formato, un’avventura esistenziale unica che permette al visitatore di conoscere l’alpinista, l’esploratore, ma soprattutto il fotografo. Bonatti imparò a fotografare e a scrivere le proprie avventure con la stessa dedizione posta nell’apprendere i segreti della montagna. In ogni viaggio, Bonatti partiva alla ricerca dei suoi ricordi letterari e dei suoi eroi, provando a riviverne le avventure. La fotografia era fondamentale in questo processo di immedesimazione. Molte tra le folgoranti immagini di Bonatti sono grandiosi “autoritratti ambientati” e i paesaggi in cui si muove sono insieme luoghi di contemplazione e di scoperta. Nelle fotografie, Bonatti riesce a cogliere la sua stessa fatica, la gioia per una scoperta, così come le geometrie e le vastità della natura che andava esplorando. Roberto Demarchi svolge invece un altro tipo di esplorazione, tutta cerebrale, sui grandi temi della ricerca filosofica, dalla Natura al Sacro, trasformando le immagini evocate dalle parole di importanti autori in composizioni astratte, giocate sulla combinazione delle forme geometriche e delle vibrazioni dei colori puri. Quella di Murazzano è la prima tappa di un ciclo di tre mostre di Roberto Demarchi, organizzate dalla Fondazione Bottari Lattes, che offrirà al pubblico la possibilità di rivedere un vasto corpus di opere che vanno dal 2001 al 2015, tratte da numerose esposizioni realizzate in precedenza dal pittore torinese e curate da storici e critici dell’arte quali Antonio Paolucci, Claudio Strinati, Luca Beatrice. Opere sulle quali, negli anni, si è posata l’attenzione di scrittori e poeti: Andrea Zanzotto, Giovanni Raboni, Yves Bonnefoy, LA FONDAZIONE E IL TERRITORIO Gunter Kunert, Pavlos Matesis, Titos Patrikios. L’arte di Roberto Demarchi ha trovato negli anni un’intensa quanto misteriosa, nel suo farsi, sintesi di forma, materia e spirito. La loro sinergia è una delle componenti essenziali di questo evento, che si sviluppa in tre tappe: a Palazzo Tovegni di Murazzano con la riflessione, attraverso un linguaggio pittorico astratto, sul momento aurorale del pensiero occidentale; navigando, nelle sale della storica sede della Fondazione a Monforte, nei mari profondi dell’origine della nostra comune storia e dei nostri comuni miti, così come narrati nell’Antico e Nuovo Testamento; e infine condensandosi in un’antologia, un compendio esistenziale, nello spazio Don Chisciotte a Torino. Sono proprio la vita, l’esistenza il collante che fa di queste tre componenti (forma, materia e spirito) il fil rouge che lega queste mostre. Fondazione Bottari Lattes La Fondazione CRC ha finanziato le mostre della Fondazione Bottari Lattes Walter Bonatti. Fotografie dai grandi spazi Fondazione Bottari Lattes • Via Marconi 16 • Monforte d’Alba (Cn) Fino al 2 settembre 2016 lunedì-venerdì ore 14.30-17.00 sabato e domenica ore 15.30-18.30 Roberto Demarchi. Forma, materia e spirito Palazzo Tovegni Via Conte Adami, Murazzano (CN) Fino al 21 agosto 2016 Da giovedì a sabato ore 15-18, domenica ore 10-12 e 15-18 Spazio Don Chisciotte Via della Rocca 37, Torino Dal 15 settembre al 6 novembre 2016 Da martedì a sabato ore 10.30-12.30; 15-19. Fondazione Bottari Lattes Via Marconi 16, Monforte d’Alba (CN) Dal 17 settembre al 12 novembre 2016 Da lunedì a venerdì ore 14.30-17; sabato e domenica ore 15.30-18.30 Per entrambe le mostre l’ingresso è libero Per info: +39 0173 789282 [email protected] www.fondazionebottarilattes.it 83 25 RISORSE Nessun istituto di ricerca, università o struttura sanitaria aveva mai tentato prima di misurare in maniera oggettiva come la fruizione di beni e attività culturali fosse in grado di influire sulla percezione di benessere delle persone 84 LA FONDAZIONE E IL TERRITORIO La cultura fa star bene! Ora c’è (anche) la prova scientifica Quanto leggere un libro, assistere a un concerto, visitare una mostra o partecipare a un evento culturale fa stare bene? Verificarlo è stato l’obiettivo della ricerca realizzata nell’ambito di Magnificat Follow-up dalla cooperativa Kalatà, in collaborazione con il professor Enzo Grossi – docente dell’Università di Bologna e membro del comitato scientifico EXPO 2015 – e l’ASL CN1 di Cuneo. Magnificat è il progetto di Kalatà che ha consentito, anche grazie al costante supporto della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, la messa in sicurezza di un percorso di salita e visita alla cupola del Santuario di Vicoforte, fruito durante la prima edizione da più di 22 mila visitatori. A partire dal mese di novembre 2015, l’esperienza è proseguita con Magnificat Follow-up, iniziativa sostenuta dalla Compagnia di San Paolo e finalizzata al coinvolgimento di target differenziati e alla scalabilità del modello gestionale. Esiste indubbiamente un rapporto privilegiato tra partecipazione culturale e stato di salute. Alcuni studi, come evidenziato dal professor Grossi, hanno dimostrato come la fruizione intelligente del tempo libero si associ a un prolungamento dell’aspettativa di vita e a una riduzione di alcune patologie degenerative, come la malattia di Alzheimer o il cancro. L’attività culturale è un importante strumento in grado di prevenire il declino cognitivo, diminuire le condizioni di stress e contribuire al benessere generale. 85 Fino a oggi però, nessun Istituto di ricerca, università o struttura sanitaria aveva mai tentato di misurare in maniera oggettiva come la fruizione di beni e attività culturali fosse in grado di influire sulla percezione di benessere delle persone. Sabato 9 e domenica 10 aprile 2016, nell’ambito di Magnificat sono state quindi sviluppate le fasi sperimentali di una ricerca medico-scientifica finalizzata a indagare proprio questi aspetti. Hanno partecipato allo studio un centinaio di persone di età compresa tra i 19 e gli 81 anni, provenienti in gran parte dalla provincia di Cuneo. Ai visitatori che hanno aderito all’iniziativa è stato chiesto di effettuare una serie di semplici test: un questionario, che ha valutato lo stato generale di benessere fisico e psicologico di ciascun soggetto e il suo livello 86 di “consumo culturale” e un tampone, che ne ha invece rilevato, prima e dopo l’esperienza di visita alla cupola del Santuario, il livello di cortisolo salivare. Il cortisolo è il cosiddetto “ormone dello stress”: i suoi livelli aumentano all’aumentare di uno stato di tensione e nervosismo, diminuiscono invece in una condizione di benessere. Se i visitatori, al termine dell’esperienza, avevano già percepito un aumento considerevole del loro stato di benessere, l’esito delle analisi di laboratorio ha confermato appieno le aspettative: il livello medio di cortisolo si è infatti ridotto di oltre il 60%. Ammirare da vicino la cupola ellittica più grande al mondo, osservare da una prospettiva del tutto inedita i 6 mila metri quadrati di affresco che la decorano, conoscere dall’interno le straordinarie vicende che hanno portato alla sua realizzazione hanno consentito ai partecipanti all’indagine di accrescere il valore di un’esperienza culturale irripetibile e di forte impatto emozionale. Utile e necessario a potenziare la partecipazione e la fruizione culturale è rivolgere una particolare attenzione tanto al potenziale impatto che l’arte e la bellezza possono avere sulla salute umana, quanto, come evidenzia il professor Grossi, a come l’esposizione alla bellezza sia in grado di promuove il benessere psicologico e la salute cerebrale, creando le basi per nuove politiche di welfare. Kalatà – Progetti per fare cultura La Fondazione CRC ha sostenuto Magnificat per le edizioni 2015 e 2016 Magnificat 2016 Dal 23 aprile scorso, e fino al 30 ottobre 2016, Magnificat vi aspetta nuovamente per farvi vivere la storia di un cantiere secolare, scoprendo dall’interno le vicende del Santuario di Vicoforte, capolavoro del Barocco piemontese e della sua grandiosa cupola ellittica, la quinta al mondo per dimensioni. Grazie a un percorso appositamente messo in sicurezza, che attraversa locali mai aperti al pubblico, è possibile percorrere gli antichi camminamenti riservati alle maestranze e raggiungere la sommità dell’edificio, godendo di un affaccio mozzafiato dall’alto del cupolino a 75 metri di altezza. Una visita emozionante per conoscere, gradino dopo gradino, gli aspetti architettonici, storici, artistici del Santuario e le sofisticate tecnologie che oggi consentono il costante monitoraggio di questo eccezionale monumento d’arte e di fede. Per informazioni e prenotazioni: magnificat-italia.com 87 25 RISORSE Le strade militari d’alta quota Un patrimonio da valorizzare Tra Valle d’Aosta, Piemonte e Liguria sono presenti circa 2.000 chilometri di ex strade militari realizzate tra il 1700 e il 1940, epoca nella quale fu portato a termine il cosiddetto “Vallo Alpino”: un’imponente serie di strade e di opere difensive che contrassegna tutto È stata avviata un’attività di sensibilizzazione dell’utenza turistica e degli stessi operatori economici locali, per favorire la diffusione di nuovi modelli di fruizione, improntati a una maggiore sostenibilità ambientale e più rispettosi del territorio e delle sue valenze e peculiarità l’arco alpino occidentale senza soluzione di continuità, patrimonio d’inestimabile valore dal punto di vista storico e ingegneristico, ma anche paesaggistico e culturale. Cessata la funzione militare, la rete viaria d’alta quota è stata abbandonata e giace in condizioni di avanzato degrado, pur avendo ancora oggi utilità fondamentali: il raggiungimento degli alpeggi in quota e il transito intervallivo. Inoltre, in prospettiva futura, acquisterà una valenza ancora maggiore, connessa alla possibile valorizzazione turistica dell’ambito territoriale in cui si trovano le strade. L’importanza delle strade è stata evidenziata anche dalla Regione Piemonte che nel 2010 ha approvato una legge (n. 9/2010) finalizzata proprio alla realizzazione di “Iniziative per il recupero e la valorizzazione delle strade militari dismesse”. La legge regionale piemontese riconosce il loro ruolo in 88 qualità di percorsi storico-culturali e turisticosportivi, mirando al loro recupero e alla loro valorizzazione attraverso l’inserimento in circuiti escursionistici. Per la realizzazione di queste iniziative la Regione Piemonte ha previsto una dotazione finanziaria da rinnovare annualmente, che risulta però ampiamente sottodimensionata rispetto alle esigenze reali: per salvaguardare questo patrimonio è pertanto necessario porre in atto un’azione integrata, che mobiliti interessi plurimi e favorisca il reperimento di differenti fonti di finanziamento. In questa prospettiva i Comuni di Acceglio, Canosio, Castelmagno, Demonte, Marmora, Pietraporzio, Sambuco, in collaborazione con le Comunità montane della Valle Stura e delle Valli Grana e Maira (ora trasformate in Unioni montane), hanno promosso a partire dal 2013 un’iniziativa congiunta, formalizzata mediante la sottoscrizione di un Protocollo d’Intesa, che si propone concretamente l’obiettivo di tutelare e valorizzare le strade ex militari nel quadro di una gestione integrata delle risorse dell’ambito territoriale posto alla convergenza delle valli Stura, Grana e Maira. L’area, compresa all’incirca tra il passo della Gardetta e il Colle di Valcavera, è attraversata da alcuni tratti di strade ex militari tra i più significativi – dal punto di vista paesaggistico e ambientale – di tutto l’arco alpino e si presta particolarmente allo sviluppo di un’offerta turistica multisettoriale. Come primo passo, le amministrazioni comunali citate hanno avviato la procedura per l’acquisizione della rete viaria in oggetto dal demanio militare, così da poterne disporre ufficialmente sia per realizzare gli indispensabili lavori di manutenzione e ripristino sia per regolamentarne l’accessibilità e l’utilizzo in base alle condizioni stesse delle strade e al tipo di proposta turistica che si intende attivare, improntata alla tutela e alla sostenibilità ambientale. Successivamente si è proceduto alla presentazione di richieste di finanziamento a valere su bandi delle principali fondazioni bancarie piemontesi. La Fondazione CRC in primis ha finanziato il progetto erogando 89 25 RISORSE nell’arco di tre annualità circa 90 mila euro, seguita dalla Compagnia di San Paolo. Le risorse disponibili hanno consentito l’avvio del progetto di tutela e valorizzazione del patrimonio viario ex militare a partire dagli interventi considerati prioritari: l’attuazione dell’iniziativa nella sua interezza richiede infatti un budget ben più cospicuo, che permetta specifici interventi strutturali finalizzati alla conservazione delle strade. In prima battuta, l’attenzione è stata pertanto rivolta alla costruzione di un sistema di regolamentazione della viabilità veicolare che dovrebbe consentire di ridurre drasticamente i passaggi di automezzi, soprattutto lungo i tracciati d’alta quota dell’altipiano della Gardetta, i più minacciati dal punto di vista della conservazione, ma anche i più affascinanti e spettacolari: essi infatti si snodano, praticamente in piano, per più di 25 chilometri a oltre 2.000 metri d’altezza. L’obiettivo dell’intervento finanziato è quello di dare continuità ed efficacia all’iniziativa, intrapresa da alcuni Sindaci dei Comuni coinvolti nel progetto, di chiudere al traffico veicolare le strade almeno nelle giornate estive di maggior afflusso. L’intervento prevede, in corrispondenza del Colle Valcavera (Comune di Demonte) e del Colle del Preit (Comune di Canosio), l’installazione di due barriere temporizzate dotate di un sistema di sblocco per consentire 90 il passaggio di soggetti autorizzati (residenti, malgari, addetti alla manutenzione, mezzi di soccorso, ecc.) e per garantirne l’uscita verso valle. Per il loro funzionamento è prevista l’installazione di due pannelli fotovoltaici, dove non sia presente la rete elettrica municipale. La fase successiva, complementare alla prima, prevede l’installazione di tre barriere sulle strade ex militari nelle alte valli Stura (Vallone dell’Arma), Grana e Maira (Vallone di Marmora), in corrispondenza della frazione San Giacomo (Comune di Demonte), del Santuario di San Magno (Comune di Castelmagno) e dell’Alpe Valanghe (Comune di Marmora). Ciascuna barriera sarà dotata di lettore ottico (QR code, codice a barre, ecc.) di ticket per l’accesso a pagamento dei percorsi in quota delle strade ex militari. I biglietti saranno acquistabili presso esercizi convenzionati e/o direttamente on line (portale web e/o app dedicati). Complessivamente, l’iniziativa necessita di oltre 200 mila euro, in gran parte garantiti dal contributo della Fondazione CRC e della Compagnia di San Paolo, che coprirà la parte progettuale e la realizzazione delle opere, cui si dovrebbe aggiungere il finanziamento richiesto alla Regione Piemonte, a valere sul bando connesso alla misura 7.5.1 del nuovo PSR 2014/2020. La tempistica d’attuazione ha visto lo svolgimento della progettazione delle opere nel corso del 2015, la realizzazione della prima parte d’interventi (percorso in quota) nel 2016 e, nel 2017, vedrà la parte inerente i collegamenti intervallivi. Parallelamente all’azione strutturale è stata avviata un’attività di sensibilizzazione dell’utenza turistica e degli stessi operatori economici locali, per favorire la diffusione di nuovi modelli di fruizione dell’ambito di progetto, improntati a una maggiore sostenibilità ambientale e più rispettosi del territorio e delle sue valenze e peculiarità. La risposta, avuta per ora sulla base della chiusura sperimentale della strada attuata dai Comuni di Canosio e Sambuco, è positiva. I visitatori intervistati hanno espresso grande apprezzamento per l’iniziativa che, consentendo la percorrenza delle strade a piedi, in bicicletta, a cavallo senza la presenza invasiva degli automezzi, ha offerto una condizione particolarmente favorevole per godere di un contesto ambientale e paesaggistico davvero eccezionale. Più a lungo termine, vi è l’obiettivo di organizzare e potenziare eventi (sull’esempio della Sky Marathon) che richiamino in loco e facciano conoscere le potenzialità dell’area a un ampio pubblico; è inoltre prevista l’attivazione di servizi di trasporto integrativo (realizzato con mezzi elettrici) per facilitare l’accesso di persone che per diverse ragioni debbano ricorrere all’ausilio di un automezzo. Perché l’iniziativa possa trovare compimento e piena sostenibilità economico-finanziaria occorre ancora prevedere la realizzazione di due interventi fondamentali: il recupero di alcuni tratti della rete di ex strade militari (soprattutto la parte più in quota, pesantemente compromessa) e la realizzazione di uno o due posti tappa, che possano ospitare i turisti. Oggi infatti sono poche e con un limitato numero di posti letto le strutture turistiche esistenti, certamente non sufficienti a offrire al visitatore, prevalentemente straniero, una proposta di vacanza della durata minima di 4/5 giorni . Un bene che sicuramente potrebbe essere recuperato con questa finalità è il complesso delle caserme (ex militari) in località Bandia, di straordinario valore architettonico e culturale che il Comune di Sambuco ha da poco acquisito dal demanio militare. Con questi obiettivi gli enti interessati stanno predisponendo nuove progettualità e richieste di contributo che possano reperire le risorse previste (circa 1,5 milioni di euro) e consentire la realizzazione degli interventi citati. Andrea Marino La Fondazione CRC ha sostenuto il progetto di valorizzazione delle strade militari 91 25 RISORSE Il Giro d’Italia in provincia di Cuneo Tre giorni di grandi successi Una scommessa vinta da tutto il territorio. Potrebbe essere questo il risultato finale della tre giorni in provincia di Cuneo del Giro d’Italia 2016. La speranza di un successo, che si è poi rivelato tale, era stata resa pubblica a dicembre dello scorso anno, quando per la prima volta nella storia della corsa si decise di istituire un Comitato di tappa unico per le diverse tappe sul territorio provinciale. E in effetti è stato così: un trionfo incredibile di partecipazione, di folla, di promozione del territorio, di iniziative e coinvolgimento. Un successo che ha fatto esclamare a Marco Nardoni, responsabile di partenza del Giro d’Italia, colui che coordina l’organizzazione dell’incredibile macchina della Corsa Rosa in tutti i “Villaggi del Giro” costruiti e ricostruiti di giorno in giorno in tutto il Paese: «Cuneo è una città bellissima, pulita e ordinata, avete la più bella piazza del Giro d’Italia, l’organizzazione del Comitato di tappa è stata impeccabile sia qui sia a Sant’Anna di Vinadio. E francamente in questo Giro d’Italia, che è stato molto seguito, non ho mai visto tanta gente come a Cuneo. Questa notte rosa è strepitosa!». La Corsa Rosa in provincia di Cuneo non ha deluso le attese e le strade della Granda hanno ricambiato con il grande affetto di migliaia 92 di appassionati e con percorsi affascinanti che hanno deciso le sorti del Giro e imprese destinate a restare impresse nella memoria collettiva. E che il Giro d’Italia in provincia di Cuneo dal 27 al 29 maggio sia stato un successo incredibile lo dicono anche i numeri televisivi: la tappa di Sant’Anna di Vinadio ha ottenuto più del 30% di share diventando, con la sua media di 4,1 milioni di telespettatori, la tappa di gran lunga più vista del Giro d’Italia 2016. E la puntata serale del Processo alla tappa, con uno share del 20%, è risultata la più seguita in tutto la storia del Giro, non solo di quello del 2016. Testimonianza che Cuneo, Vinadio, Sant’Anna e le valli cuneesi sono rimaste negli occhi e nella testa di tanti e che rimarranno per sempre nella storia della Corsa Rosa. Altra conferma è arrivata dalle presenze incredibili alle tre “Notti Rosa” di Saluzzo, di Vinadio e specialmente di Cuneo, che nella serata finale di sabato 28 maggio ha visto il capoluogo letteralmente preso d’assalto in ogni strada e in ogni piazza da migliaia e migliaia di persone, entusiaste del Giro e dell’organizzazione di una serie di eventi semplici ma coreografici e piacevoli, perché in ogni angolo c’era spazio per un’iniziativa e un momento di festa. A dare una mano al successo, ben preparato con mesi e mesi di lavoro, hanno contribuito anche altri due fattori. Il primo si è rivelato il tempo: il meteo ha regalato, dopo il freddo e la pioggia dei giorni precedenti, tre giorni splendidi nello scenario unico delle montagne del cuneese. Il secondo è stato il fattore “gara sportiva”: gli esperti, in fase di presentazione del Giro d’Italia, avevano segnalato la tappa da Guillestre a Sant’Anna di Vinadio come la più affascinante e probabilmente decisiva del 99° Giro d’Italia. Ma la realtà ha superato addirittura le previsioni: il “tappone” alpino di sabato 28 maggio non è solo stato decisivo per la classifica finale, ma ha anche trovato posto tra le pagine delle tappe più belle e avvincenti della storia del Giro d’Italia. Nella tappa “provinciale” da Pinerolo a Risoul, con la salita alla Cima Coppi rappresentata dal Colle dell’Agnello, la caduta nella discesa è costata cara all’olandese Kruijswijk, transitato in cima LA FONDAZIONE E IL TERRITORIO La Corsa Rosa in provincia di Cuneo non ha deluso le attese e le strade della Granda hanno ricambiato con il grande affetto di migliaia di appassionati e percorsi affascinanti che hanno deciso le sorti del Giro al colle insieme a Chaves e Nibali, perché ha riportato quest’ultimo in corsa per la maglia rosa. E così il siciliano, già vincitore di un Giro, di un Tour e di una Vuelta, proprio quel giorno ha iniziato a scrivere il suo capolavoro sulla salita del Colle dell’Agnello, nella discesa successiva, nell’ascesa conclusiva a Risoul. Impresa completata il sabato, nell’irresistibile salita al Colle della Lombarda e in quella a Sant’Anna di Vinadio, grazie a cui ha sfilato la maglia rosa agli avversari e ha conquistato il Giro d’Italia 2016. «Non possiamo che essere contenti di un successo senza precedenti − spiega il presidente del Comitato Cuneo Granda Giro d’Italia 2016, e ora presidente dell’ATL del Cuneese, Mauro Bernardi − Chiudiamo la tre giorni in rosa della nostra provincia con numeri, partecipazione e soddisfazione. Un grazie sincero a tutti quelli che hanno collaborato alla riuscita di questo grande evento, dai due Comuni che hanno sempre creduto e lavorato per l’evento, Cuneo e Vinadio, agli sponsor, le forze dell’ordine, le associazioni di categoria e tutti i mezzi di informazione, ai cuneesi e ai tanti turisti che hanno partecipato alle nostre iniziative. E un complimento spassionato e davvero sentito ai componenti del Comitato di tappa che gratuitamente hanno speso tanto del loro tempo per un’organizzazione che non ha lasciato davvero nulla al caso». Comitato Cuneo Granda Giro d’Italia 2016 La Fondazione CRC ha sostenuto il Comitato organizzatore delle tappe in provincia di Cuneo 93 Lo staff della Fondazione Andrea Silvestri Claudio Alberto Vice Direttore Generale Responsabile Segreteria di Presidenza Tel. 0171.452720 Tel. 0171.452740 Tel. 0171.452751 Lorenza Arlotto Melania Dalmasso Nicola Pugliese Tel. 0171.452720 Tel. 0171.452721 Tel. 0171.452722 Responsabile Segreteria Wilma Tesio Segreteria Debora Botasso Segreteria Deborah Cortassa Gestione del patrimonio Gestione del patrimonio Gestione del patrimonio Tel. 0171.452741 Tel. 0171.452745 Tel. 0171.452740 Giorgio Rostagno Giulia Manassero Andrea Alfieri Gestione del patrimonio Responsabile Attività Istituzionale Sviluppo locale e Ricerca scientifica Tel. 0171.452744 Tel. 0171.452773 Tel. 0171.452735 Enea Cesana 94 Roberto Giordana Direttore Generale Valentina Dania Ilenia Garino Monitoraggio e valutazione Arte, attività e beni culturali Amministrazione contributi Tel. 0171.452736 Tel. 0171.452734 Tel. 0171.452715 Paola Lussignoli Attività sportiva Educazione, istruzione e formazione Irene Miletto Gianluca Olivero Tel. 0171.452737 Tel. 0171.452732 Tel. 0171.452733 Federica Tallone Welfare e Salute Amministrazione contributi Responsabile Centro Studi Elena Bottasso Stefania Avetta Tel. 0171.452731 Tel. 0171.452775 Tel. 0171.452774 Donatella Botanica Antonella Bersezio Manuela Martino Tel. 0171.452717 Tel. 0171.452742 Tel. 0171.452747 Claudio Pecollo Valentina Tassone Amministrazione Responsabile Ufficio Legale e Gestione Qualità Tel. 0171.452743 Tel. 0171.452747 Tel. 0171.452729 Responsabile Amministrazione Amministrazione Francesco Bertello Amministrazione Stefano Bottasso Centro Studi Amministrazione Alessandro Mazzola Carlo Giraudo Responsabile Comunicazione Responsabile Sistemi Informativi Responsabile Servizi Tecnici Tel. 0171.452771 Tel. 0171.452761 Tel. 0171.452760 95 Risorse Rivista della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo Anno 13 - n. 1 Semestrale Direttore responsabile: Francesco Bertello Direzione: Via Roma 17 - 12100 Cuneo Autorizzazione del tribunale di Cuneo n.577 del 23-3-2004 Poste Italiane SpA Spedizione in abbonamento postale - 70% - DCB/CN In caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di Cuneo per la restituzione al mittente Fonti iconografiche: Francesco Doglio (copertina, pp. 4, 8, 9, 70, 71), Kalatà (p. 6, 84, 85, 86, 87), Artic Video (p. 6), Severino Marcato (p. 6), Marco Sasia (pp. 9, 94, 95), ESA-P. Carril (p. 14), Sonia Ponzo (pp. 18, 19, 27, 31, 44), Enrico Marcoz (p. 21), AutoriVari (pp. 24, 72, 73), Metro Granda (p. 25), Antonia Giusino (p. 31), Angelo Rigio (p. 31), Federico Carle (pp. 47, 76, 77), Enzo Bruno - Più Eventi Edizioni (pp. 64, 65), Silvia Beltramo (p. 81), Andrea Marino (pp. 89, 90, 91), Comitato Cuneo Granda Giro d’Italia (pp. 92, 93) European Foundation Centre (pp. 28, 29), IC “Muzzone” Racconigi (p. 35), IC di Cervasca (p. 39), Comune di Borgo San Dalmazzo (pp. 40, 41, 66, 67), ASL CN2 (p. 45), Consorzio Monviso Solidale (p. 46), Consorzio per i servizi socio assistenziali Valli Grana e Maira (p. 49), Fondazioni for Africa Burkina Faso (pp. 50, 51, 52, 53), Fondazione con il Sud (p. 56), Associazione Art.ur (p. 57), Associazione Switch on Future (p. 58), Associazione Colline e Culture (p. 59), Museo diffuso Paesi di San Dalmazzo (pp. 60, 61), IIS “Vasco-Beccaria-Govone” (pp. 62, 63), Università degli Studi di Torino (pp. 68, 69), Associazione Raggi da Oltre Confine (p. 75), Banco Alimentare del Piemonte (p. 79) ShutterStock (pp. 15, 16), Contrasto (pp. 17, 20, 22, 23, 83), iStock (p. 27), Walter Bonatti\Contrasto (p.82) La Fondazione è a disposizione di tutti i proprietari di diritti sulle immagini riprodotte, nel caso non si fosse riusciti a reperirli per chiedere debita autorizzazione Didascalie dell’articolo Lo spazio e lo spirito nell’arte visiva: Pagina 82: Villaggi e popolazioni toradja (centro isola Sulawesi), Indonesia, dicembre 1974 Pagina 83, a sinistra; Roberto Demarchi, Riflesso di giardino zen, 2014; a destra: Roberto Demarchi, Esiodo. Quando il tempo era di metallo. L’età del bronzo, 2012 Progetto grafico e impaginazione: Bosio.Associati - Savigliano Stampa: Tec - Fossano Chiuso in tipografia a settembre 2016