biblioteca prima I
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LA BIBLIOTECA CAPITOLARE DI VERONA La Biblioteca si trova in Piazza Duomo ed è una delle più antiche del mondo e tra le più importanti, nel suo genere, in Europa. Ha origine nel V secolo d. C. come trasformazione dell’antico Scriptorium, cioè l’officina libraria in cui i sacerdoti, chiamati i Canonici del Capitolo (da cui deriva l’aggettivo ‘capitolare’) si dedicavano alla composizione di libri su pergamena per l’istruzione e la formazione dei religiosi. Inizia così la lezione sul libro antico che, con grande passione ed esperienza, la bibliotecaria dott.ssa Adami ha tenuto agli alunni, attenti e interessati a questa millenaria tradizione. Ecco la rielaborazione di classe degli appunti presi durante la visita: Appena arrivati, la bibliotecaria ci ha accolti e ci ha fatto accomodare in una grande sala circondata da enormi librerie ci ha spiegato che la biblioteca contiene testi molto antichi e scritti in lingue diverse. E’ una biblioteca di ‘conservazione’, infatti, per il loro elevato valore, i volumi non si concedono in prestito, ma si possono consultare solo in sede, dove numerosi studenti si recano ogni mattina per studiarli in modo approfondito e per preparare le loro tesi di laurea. Sono presenti numerosissimi manoscritti, ma la biblioteca è importante soprattutto perché contiene quindici rarissimi libri del VI secolo (sono le uniche copie al mondo!) tutti di argomento religioso, perlopiù libri d’ore scritti in latino, e un volume che indica con precisione la data di inizio delle attività dello scriptorium. (Sara ed Eusebio) Uno degli amanuensi, chiamato Ursicino, dopo aver finito di trascrivere le agiografie dei santi (“Vita di San Martino” di Sulpicio Severo e “Vita di San Paolo” di San Girolamo), dichiara di aver completato il suo lavoro il “1° agosto dell’anno 517”, quando Teodorico, re degli Ostrogoti, dominava Verona. Teodorico l’aveva scelta come sede del suo regno per alcuni motivi specifici: la città era già circondata da mura (costruite in epoca romana), l’acqua del fiume consentiva il trasporto delle merci, inoltre era vicina alla Val d’Adige, la più importante via di comunicazione con le regioni del nord Europa. (Mirea e Caterina) Nei secoli oscuri dell’alto Medioevo, in seguito alla caduta dell’Impero romano d’Occidente e alle invasioni barbariche, si ritornò all’analfabetismo, gli uomini non leggevano più e a causa delle frequenti esondazioni dei fiumi, vi fu una morìa degli animali. Non si trovavano più i velli dai quali ricavare i fogli per scrivere. Venute a mancare le pergamene, si raschiavano i libri già scritti con la pietra pomice, oppure si immergevano le pagine nel latte, fino a quando l’inchiostro non scompariva. Sulle pelli riciclate si scrivevano nuovi testi, chiamati palinsesti, cioè libri scritti due volte. (Luca N. e Nicolò) I più antichi palinsesti risalgono addirittura al IV secolo, come l’unico testo di leggi romane ad oggi pervenuto, le “Istituzioni di Gaio”, antecedente al codice di Giustiniano, conservato in questa sede. Nella biblioteca sono presenti copie di libri di Virgilio, Tito Livio e Sant’Agostino. Tra i secoli VIII e X la rinascita culturale vede la ripresa delle attività dello scriptorium, sotto la guida dell’Arcidiacono Pacifico. Aumenta il numero dei lettori e i libri tornano ad essere richiesti. Si scrivono testi di argomenti vari: storia, filosofia, astronomia e paleografia. Gli amanuensi lavorano intensamente e per velocizzare la scrittura usano caratteri nuovi, come la scrittura carolina. (Alessandro e Thomas) Chi non poteva permettersi l’acquisto di libri costosi, ma voleva ugualmente acculturarsi, si accontentava di leggere libri usati, che riceveva ad un prezzo inferiore da chi li aveva già letti varie volte per appropriarsi saldamente del contenuto. Così uno stesso libro passava di mano in mano, fino a giungere molto lontano da dove era stato scritto. Era usanza che ogni persona che aveva letto quel libro, scrivesse nell’ultima pagina il suo nome. E’ questa la storia del libro al quale, nell’ultima pagina, uno spiritoso lettore ha aggiunto il noto “Indovinello veronese”. Analizzando i nomi si è riusciti a ricostruire la strada che il libro ha percorso per arrivare fino alla biblioteca capitolare: esso proviene da Tarragona, in Spagna (un’altra città famosa per il suo scriptorium). (Giacomo e Luca M.) Dopo altri due secoli di decadenza culturale, nel XII secolo lo scriptorium diventa una vera e propria biblioteca di studio, conservazione e consultazione per gli studenti delle nascenti Università che provenivano da tutta l’Europa. La biblioteca viene visitata anche dai poeti Dante e Petrarca. Poi, con l’invenzione di Gutemberg e la diffusione dell’utilizzo della carta, i libri si moltiplicano e si diffondono con maggiore velocità. (Riccardo e Luca D. M.) Uno dei più antichi libri a stampa presenti nella biblioteca è “La Divina Commedia” di Dante Alighieri. La dottoressa ci sta spiegando che si tratta di un incunabolo, un libro molto pesante e voluminoso, tenuto insieme da una grossa copertina fatta con delle assicelle di legno ricoperte di pelle con margini bordati di porpora. I testi sono corredati da note laterali che spiegano il contenuto dei versi. (Chiara e Aurora) Altri testi interessanti sono le Cinquecentine conservate nella biblioteca, molte delle quali provengono dallo stampatore Aldo Manuzio, attivo a Venezia. Anche nel Cinquecento, come accade oggi, vi era la distinzione tra libri economici e costosi. I più costosi erano impreziositi da disegni e miniature dipinte da pittori con polvere d’oro e sostanze naturali (minio, ocra, lapislazzuli). e per realizzarli si chiedeva un contributo alle persone nobili. Se il nobile accettava di ‘finanziare’ il libro, ne diventava il committente e nella prima pagina veniva riprodotto lo stemma del suo casato oppure raffigurato il suo ritratto. I libri economici, invece, erano scritti in maniera molto fitta, con margini stretti e senza alcun abbellimento. (Francesca e Jingzhi) Quando nel 1630 anche a Verona scoppiò l’epidemia di peste, molti dei manoscritti più antichi andarono smarriti poiché morì anche il bibliotecario, unico a conoscere dove erano stati nascosti per preservarli dai furti e dalle incursioni degli eserciti stranieri calati in Italia. I manoscritti furono casualmente ritrovati nel 1712 grazie all’interessamento del conte Scipione Maffei. La biblioteca nel 1781 fu ampliata e i libri furono trasferiti tutti nella sede attuale. (Riccardo, Luca D.M. e Rafael) Il 4 gennaio del 1945 la biblioteca è stata bombardata involontariamente da un aereo delle forze alleate che avrebbe dovuto colpire la stazione di Porta Nuova. A causa della nebbia cambiò rotta e, poiché aveva ricevuto l’ordine di sganciare due bombe alle ore 10,20 precise, le lasciò cadere sopra la biblioteca distruggendo il soffitto e le pareti della sala in cui ci troviamo. Nell’incendio molti libri si sono rovinati, alcuni tuttora contengono schegge, ma per fortuna si sono salvati quelli più rari e preziosi (Indovinello veronese compreso!). (Fernando e Serghej) Finita la lezione, la bibliotecaria ci ha dato il permesso di osservare da vicino i libri esposti nelle teche: abbiamo notato che alcuni sono danneggiati dal ‘cancro della pergamena’, che provoca lo sbriciolamento dei fogli, per cui devono essere tenuti al riparo dall’aria. Altri volumi molto belli e di grandi dimensioni sono i Salteri e gli Antifonari, che contengono notazioni musicali disposte su tetragrammi, usati dai religiosi per pregare e cantare. (Enrico e Nelly) Dopo aver ringraziato la dottoressa per la visita e la accurata spiegazione, siamo usciti per fare la nostra merenda davanti alla bellissima Cattedrale di Verona. PICCOLO GLOSSARIO DEI TERMINI SPECIFICI (a cura di Margherita e Samuele, assenti durante la visita… ma presenti in classe!) AGIOGRAFIA - è il racconto della vita dei santi, narrato per ricordarne le virtù AMANUENSE - monaco o religioso che dedicava gran parte della sua giornata alla trascrizione manuale dei codici, utilizzando penne di volatile e inchiostro naturale ANTIFONARIO – è il libro che contiene le preghiere cantate nelle ore della giornata CAROLINA - carattere corsivo minuscolo usato all’epoca di Carlo Magno, permetteva di scrivere più rapidamente, senza staccare la penna dal foglio CAPITALE - così era chiamata la lettera maiuscola con cui si inizia a scrivere una frase CAPITOLO - la Cattedrale, cioè il Duomo, della città CINQUECENTINA - libro stampato nel XVI secolo con la tecnica dei caratteri mobili CODICE - il libro antico era chiamato codex, in origine tavoletta di legno ricoperta di cera COMMITTENTE - chi ordinava all’amanuense di copiare un libro dietro compenso GUTEMBERG - tipografo tedesco, nel 1455 inventò la stampa a caratteri mobili INCUNABOLO - è la prima copia di un libro stampato con la tecnica dei caratteri mobili LIBRO D’ORE - libro che conteneva le preghiere per i diversi momenti della giornata MINIATURA - piccolo disegno artistico a colori che ornava l’incipit di un pagina o di un capitolo del manoscritto PALEOGRAFIA - insegna come si leggono i testi antichi e come si interpretano correttamente i caratteri e i termini in essi contenuti PALINSESTO - libro riscritto sulla superficie raschiata o scolorita della pergamena PREFAZIONE - la parte introduttiva di un libro, dove si spiega qual è l’argomento trattato SALTERIO - è il libro dei Salmi, composizioni poetiche dell’Antico Testamento SCRIPTORIUM - il laboratorio dove gli amanuensi si dedicavano alla copiatura manuale dei codici TETRAGRAMMA – rigo musicale formato da quattro linee usato nella notazione medievale VELLUM - pelle di vitello, della migliore qualità, preparata per ricevere l’inchiostro CLASSE 1a sez. I scuola media “V. Betteloni” – a. s. 2014-2015 ..