Piano Formativo Regionale - Meccanica - Linea 1

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Piano Formativo Regionale - Meccanica - Linea 1
ALLEGATO
B
Piano formativo per il settore meccanica - Provincia Autonoma di Trento
PIANO FORMATIVO cod____ 1
Linea 1 - SVILUPPO TERRITORIALE
TITOLO: Piano formativo per il settore meccanica
REGIONE: Provincia Autonoma di Trento
Il Piano Formativo sarà allegato al/i Progetto/i di Formazione presentati nell’ambito dello stesso Piano
1
Da compilarsi a cura di FONDARTIGIANATO
FONDARTIGIANATO – Invito per la realizzazione di attività di Formazione Continua – 1° - 2011
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Piano formativo per il settore meccanica - Provincia Autonoma di Trento
CARATTERISTICHE DEL PIANO FORMATIVO
Ambito di
riferimento e
tipologia
dell‟intervento
X Aziendale
X Individuale
X Interaziendale
X Territoriale
X Distrettuale
X Filiera
X Settoriale
X Intersettoriale
Settore/i
produttivo/i
Il presente Piano formativo riguarda il settore delle produzioni meccaniche e si colloca nell‟ambito del Piano formativo per lo
sviluppo territoriale della Provincia Autonoma di Trento.
Territorio/i
Il presente Piano formativo fa riferimento al territorio della Provincia Autonoma di Trento
Il presente Piano formativo, definito in accordo con le Parti Sociali costituenti il Fondo Artigianato Formazione, è basato
sull‟analisi dell‟attuale contesto economico e produttivo nazionale e locale, sulla valutazione previsionale delle tendenze di
mercato e delle possibilità di sviluppo economico e del tessuto produttivo locale e sull‟analisi dei fabbisogni formativi e di
competenze tecnico-professionali richieste dai lavoratori e dalle aziende artigiane locali, con specifico riferimento al settore
meccanico.
Priorità
Orientamenti
Obiettivi specifici
Si tratta di un settore che riveste un ruolo importante nell‟economia locale, sia dal punto di vista degli addetti, sia
considerando il numero elevato di aziende artigiane che vi operano, spesso nell‟indotto di grosse realtà produttive. Questo
settore ha subito a partire dal IV trimestre 2008 l‟impatto negativo della crisi che si è dimostrata in tutta la sua
drammaticità anche in Trentino; ad oggi le condizioni del settore sono molto incerte e preoccupanti e non vi sono ancora
chiari segnali di possibile ripresa.
Il Piano formativo del settore meccanico riconosce l‟importanza della qualificazione professionale e dell‟aggiornamento delle
competenze dei lavoratori come elemento centrale per la competitività delle aziende artigiane e anche come aspetto
cruciale per l‟occupabilità e la mobilità dei lavoratori nel mercato, aspetto di particolare rilievo nella situazione contingente
per fornire maggiori possibilità di ricollocamento alle risorse interessate da processi di sospensione o fuoriuscita dalle
aziende in crisi.
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Il possesso di competenze professionali e la capacità di agirle nel contesto lavorativo costituiscono un elemento
imprescindibile per l‟occupabilità e l‟occupazione dei lavoratori e, allo stesso tempo, sono alla base della capacità delle
aziende di competere sul mercato – in particolare delle piccole e medie aziende (PMI) artigiane.
La formazione continua deve quindi essere finalizzata a migliorare il livello di qualificazione e sviluppare le capacità tecnicoprofessionali dei lavoratori, consolidandone la figura professionale, assicurandone la stabilità occupazionale e consentendo
alle aziende di generare valore attraverso il lavoro delle proprie risorse umane. La formazione gioca un ruolo primario anche
nel supportare l‟adattabilità alla continua evoluzione organizzativa, tecnica, tecnologica e, in generale, dei modi di fare
business in un mercato globalizzato e sempre più concorrenziale.
Finalità e orientamenti generali
Recependo e confermando le finalità generali per la realizzazione di attività di formazione continua espresse nell‟Invito 1°2011 di Fondartigianato, tra le priorità generali individuate si evidenziano le seguenti:
a) rafforzare i sistemi territoriali attraverso lo sviluppo di nuove e/o maggiori competenze per le persone e la conseguente
competitività di impresa attraverso anche politiche formative mirate a sostenere e promuovere interventi per specifici
ambiti di azione o rivolti a target mirati di utenza, includendo il migliorare e valorizzare le organizzazioni ed i processi di
lavoro (anche attraverso la loro messa in sicurezza), stimolare e integrare politiche di sostegno allo sviluppo economicoproduttivo ed occupazionale, realizzare strumenti mirati, modelli organizzativi specifici, tipologie di innovazione
produttive e processi di integrazione e collaborazione trasversale e tra Regioni e territori diversi;
b) rafforzare il sistema delle competenze delle persone, la competitività delle imprese, lo sviluppo dei territori, dei settori e
degli specifici contesti produttivi locali e offrire opportunità formative per valorizzare il capitale umano, considerando la
rapidissima evoluzione delle tecnologie e la necessità di una formazione mirata, efficace e contestuale sia tecnicoprofessionale sia organizzativa, manageriale e anche trasversale;
c) favorire ed innovare le metodologie e i processi di apprendimento, promuovendo modelli di riferimento condivisi di
approccio metodologico, strumentale e di contenuti, per la diffusione di buone prassi e l‟apprendimento collaborativo;
d) dare impulso a un modello di dichiarazione delle competenze acquisite durante l‟esperienza formativa e spendibili sul
mercato del lavoro regionale e interregionale, con la finalità di sostenere percorsi di formalizzazione/certificazione delle
competenze;
e) favorire la messa a disposizione di imprese e lavoratori delle competenze ed esperienze formative utili a rispondere ai
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fabbisogni formativi per la crescita professionale dei lavoratori e lo sviluppo della competitività delle aziende artigiane nel
mercato locale e globale, stimolando il consolidamento di aggregazioni e reti e sostenere i processi di integrazione dei
sistemi locali di sviluppo economico e produttivo che consentano alle realtà artigiane, spesso di piccole dimensioni, di
crescere e potersi confrontare con realtà di medie grandi dimensioni anche fuori dai confini locali e nazionali;
f) sostenere e diffondere la cultura della formazione continua, con particolare attenzione alle piccole e piccolissime
imprese, rafforzando le politiche di promozione e di sostegno allo sviluppo del mercato del lavoro locale e il
consolidamento di politiche di inclusione;
g) favorire la predisposizione e la realizzazione di interventi di formazione continua che, impiegando contestualmente sia i
contributi del fondo che le risorse individuate e rese disponibili dai soggetti pubblici e/o privati a livello regionale,
integrino la platea dei destinatari creando maggiori occasioni di rafforzamento dell‟occupabilità e nuova occupazione per
le persone e più solide opportunità di tenuta e di crescita per il sistema “impresa”.
Il presente Piano formativo comprende azioni di tipo "preventivo" e/o "curativo": entrambe le tipologie di interventi sono
strettamente correlate ed integrate tra loro in quanto, se pur basate su logiche diverse, rappresentano fasi cicliche o
periodiche dei contesti produttivi.
Hanno carattere preventivo tutti gli interventi diretti alla crescita della formazione continua finalizzati a migliorare la tenuta
e la competitività dell‟impresa sul mercato, affrontare le sfide dei nuovi mercati, prevenire crisi settoriali, territoriali o
aziendali ed accrescere le competenze professionali e l‟occupabilità dei lavoratori, aggiornando e migliorando le competenze
professionali dei lavoratori rispetto alle opportunità di mercato, alle innovazioni tecnologiche di prodotto e di processo, alle
modificazioni che intervengono nei processi produttivi, all‟evoluzione delle professionalità e degli assetti normativi di
riferimento.
Hanno carattere curativo tutti gli interventi rivolti al mantenimento dei livelli occupazionali, al superamento di crisi settoriali,
territoriali o aziendali, alla diversificazione delle competenze professionali dei lavoratori, con particolare attenzione ai
lavoratori a rischio di obsolescenza professionale (ad esempio con basse qualifiche o lavoratori anziani).
Priorità e obiettivi specifici – formazione continua a sostegno dei sistemi territoriali di competenza e
competitività (linea 1 dell’invito 1°-2011) – settore meccanico
Il settore meccanico è stato interessato in questi ultimi anni da una diffusione sempre più capillare delle nuove tecnologie
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produttive e organizzative, basate a loro volta sulla diffusione delle nuove tecnologie elettroniche e informatiche e
dell‟automazione e robotica. L‟innovazione tecnica e tecnologica e la capacità di integrarla efficacemente e sfruttarla in
modo produttivo sono diventate fattori essenziali per poter competere in un settore difficile, dove la concorrenza
internazionale è sempre più forte, i costi sono sempre più ridotti e la qualità è sempre maggiore. Le nuove tecnologie e
l‟innovazione hanno un profondo impatto sull‟intera azienda, non solo sulla produzione, ma sull‟organizzazione (del lavoro,
delle risorse, dei processi) e sulla gestione di tutte le risorse, economiche, materiali, umane e strutturali. Ma soprattutto
richiedono un continuo aggiornamento delle conoscenze e delle capacità dei lavoratori, esponendoli a un processo continuo
di logoramento e obsolescenza professionale che mette a rischio la loro occupabilità.
Gli obiettivi che il Piano formativo intende affrontare riguardano sia i processi tecnico-produttivi, sia quelli gestionali e
amministrativi, ponendo attenzione anche alle competenze di carattere strategico e manageriale al fine di promuovere e
supportare una maggiore capacità imprenditoriale di affrontare la situazione di crisi, riorganizzando le risorse aziendali,
differenziando la produzione, valorizzando le risorse umane, il lavoro di gruppo e le relazioni intra- ed extra-aziendali.
Nel quadro delle finalità e degli orientamenti generali delineati, le priorità individuate dalle Parti Sociali costituenti il Fondo
Artigianato Formazione a sostegno dei sistemi territoriali di competenza e competitività e, nello specifico, per il settore
meccanico, sono le seguenti:
• promuovere interventi mirati al sostegno di strategie e innovazioni organizzative, produttive e di mercato, in particolare
stimolando innovazioni di processo e di prodotto e nuove modalità di business che permettano di differenziare i clienti per
poter reagire in modo più efficace nelle situazioni di crisi;
• favorire e sostenere processi di crescita professionale e di carriera, con particolare riferimento alla
certificabilità/certificazione delle competenze, ai processi di riconoscimento delle figure professionali di settore e alle
competenze legate all‟evoluzione tecnica e tecnologica di settore;
• incentivare la partecipazione delle donne ai percorsi formativi e sostenere l‟occupazione femminile:
o per rafforzare l‟occupazione/occupabilità e le pari opportunità nelle imprese del settore, anche oltre i ruoli
“tradizionalmente” femminili;
o per ridurre le disparità di genere e per valorizzare le competenze distintive in una prospettiva si sviluppo di sistema;
o per favorire percorsi di carriera, creando e/o rafforzando le responsabilità tecnico/organizzative;
o per innovare e armonizzare l‟organizzazione del lavoro, ad esempio prevedendo interventi sui tempi e sugli orari di
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lavoro e la loro conciliazione con i bisogni delle donne, oppure sperimentando nuovi modelli organizzativi;
• favorire la partecipazione dei lavoratori stranieri alla formazione continua:
o
per sostenere i processi di integrazione lavorativa e sociale;
o
per rafforzare la loro presenza e quindi contribuire allo sviluppo di sistema;
o per sostenere i processi di mobilità nei mercati del lavoro degli stati dell‟ Unione Europea.
In relazione alle suddette priorità sono rilevabili le seguenti finalizzazioni per obiettivi:
• sostenere le persone e le organizzazioni nei processi di cambiamento e innovazione, sia in chiave curativa per superare
situazioni di difficoltà e crisi, sia in chiave anticipatoria per rafforzare la competitività, e il valore aggiunto con cui ci si
propone nel mercato;
• favorire politiche integrate di sviluppo locale e rafforzare il ruolo e il possibile valore aggiunto dei sistemi diffusi di piccola
e piccolissima impresa, con particolare attenzione al fare rete (in ottica di aggregazioni di imprese similari, di distretti di
aziende integrate, di filiere);
• innovare i processi, le metodologie e i modelli di erogazione della formazione continua;
• incentivare politiche e azioni per la partecipazione, le pari opportunità e la non discriminazione dei soggetti meno forti.
In particolare, per quanto attiene alla priorità specifica relativa all‟occupazione femminile:
• favorire l‟accesso alla formazione e l‟innovazione dei sistemi e dei processi organizzativi aziendali;
• affermare politiche e prassi di mainstreaming;
e, per quanto attiene ai lavoratori stranieri:
• mettere a disposizione attività di formazione continua mirata alla tipologia di utenza individuata;
• affermare politiche e prassi di inclusione;
realizzare azioni di pari opportunità e non discriminazione
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Finalità
Validità e
durata Piano
Eventuale
Interazione/Int
egrazione con
altri interventi
di formazione
ed altre fonti di
finanziamento
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X Competitività di Sistema
X Sviluppo Locale
X Competitività di impresa
X Qualità prodotto/processo
X Innovazioni
A valere sull‟insieme delle scadenze dell‟Invito 1° - 2011
ACCORDI DI PROGRAMMA E/O PROGRAMMAZIONE INTEGRATA TRA PARTI SOCIALI E ISTITUZIONI OVVERO SOGGETTI PUBBLICI E/O PRIVATI
REGIONALI E/O PROVINCIALI: (Descrivere brevemente le caratteristiche della integrazione degli interventi)
Risorse
necessarie
per gli
interventi
previsti
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Descrizione contesto e sua evoluzione
Il 2008 è stato un anno di crisi per l‟economia mondiale e la recessione in corso nelle principali economie del mondo continua
ad essere la più profonda dal dopoguerra. La crisi è stata più marcata nei paesi dove maggiore è la quota della produzione
manifatturiera, come Giappone ed Europa. Nel 2008 le economie degli stati europei hanno registrato una crescita del PIL
dello 0,8%, rispetto al +2,7% del 2007. La crisi è diventata recessione per diversi paesi, tra cui l‟Italia (-1%). La crisi si è
fatta sentire sulla domanda estera prima e interna poi, con una caduta negli acquisti di beni capitali e una flessione negli
investimenti.
Sociale
Il settore manifatturiero, e quello della meccanica in particolare, hanno pesantemente risentito della crisi dei mercati: in
Trentino gli effetti della crisi si sono fatti sentire in modo improvviso e virulento nella seconda metà del 2008, iniziando con il
sostanziale blocco produttivo delle grosse imprese locali di settore e quindi riversandosi sulle piccole aziende che operano
nell‟indotto di tali imprese. Nell‟industria manifatturiera è stato il settore metalmeccanico ad accusare una più forte flessione
del fatturato; gli ordini sono precipitati nella fase acuta della crisi del 28%. Il fatturato del settore manifatturiero, stando alle
rilevazioni sul I trimestre 2011, si connota per una buona crescita: la variazione rispetto al primo trimestre 2010 è pari ad un
+13,6%. Ma i settori maggiormente responsabili di questo andamento positivo sono il chimico-gomma e il tessileabbigliamento, mentre il settore meccanico rimane in una situazione di generale difficoltà e incertezza.
Economico
Produttivo
(fonte: Tendenze congiunturali in provincia di Trento, CCIAA, I Trimestre 2011)
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Proprio le aziende artigiane di settore hanno sofferto molto negli ultimi due. Le imprese artigiane sono presenti in molti
settori d‟attività del sistema economico trentino e rappresentano il 26,1% delle ditte registrate, cioè una ogni quattro.
Considerando la dinamica dell‟universo delle aziende con più di sette addetti nel periodo dal 1991 al 2007 (dati ripresi da
“L'artigianato nei comprensori della provincia di Trento”, Camera di Commercio I.A.A. di Trento, situazione al giugno 2009),
le attività manifatturiere sono tra quelle a maggiore incidenza delle imprese artigiane rispetto a tutte le imprese del settore
(pari al 69%). All‟interno del comparto manifatturiero si registra una presenza cospicua di imprese meccaniche (16,4% di
tutte le aziende esaminate).
Nel contesto delle imprese interessate dall‟indagine citata, storicamente la situazione occupazionale complessiva ha espresso
una fase di ripiegamento dal 1993 al 1997 e successivamente una fase di recupero, quindi una successiva fase di
ripiegamento per la crisi che si è avviata nel 2008 e che ad oggi non pare ancora superata. In particolare, le imprese operanti
nel comparto manifatturiero evidenziano un ripiegamento fino al 2005, sia come numero di unità locali che in termini di
addetti, e poi un recupero, quindi seguito, a partire dal IV trimestre 2008 da un brusco calo. Anche il comparto delle officine
meccaniche è stato interessato da una dinamica positiva fino al III trimestre 2008 e poi da un rallentamento improvviso e
molto marcato, in molti casi con il sostanziale blocco dell‟attività produttiva che ancora oggi persiste.
Il valore della produzione rilevato nel I trimestre 2009 per il settore manifatturiero in Trentino è calato di 22,13 punti
percentuali rispetto al trimestre precedente e ha fatto registrare un -12,04% rispetto al corrispondente trimestre dell‟anno
precedente. Il valore del fatturato nel I trimestre 2009 per le attività manifatturiere in Trentino è calato del 10,68% rispetto
al trimestre precedente, segnando una diminuzione di 12,73 punti percentuali rispetto al corrispondente trimestre dell‟anno
precedente.
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Gli ultimi dati disponibili, esprimono un 2010 significativo per la ripresa del settore. In particolare il fatturato sembra aver
finalmente invertito la tendenza degli ultimi anni, fornendo dati incoraggianti, anche se è troppo presto per considerare la
crisi economica di settore del tutto superata, ed anzi da più parti giungono segnali non positivi proprio sul settore delle
lavorazioni meccaniche e soprattutto dalle piccole aziende artigiane del settore, in larga parte terziste.
Dal punto di vista dell‟occupazione, i dati del Sistema Informativo Excelsior (realizzato da Unioncamere in collaborazione con
il Ministero del Lavoro e basato su un‟indagine annuale riguardante circa 100mila aziende con almeno un addetto dipendente)
evidenziano per il 2009 una flessione del lavoro dipendente nell‟industria e nei servizi pari a quasi 213mila unità rispetto allo
stock di fine 2008, con una corrispondente variazione in termini relativi pari a -1,9%. Il calo della domanda internazionale di
beni e l‟intensificarsi della riduzione dei consumi interni hanno determinato un contraccolpo occupazionale più rilevante e più
tempestivo nel settore dell‟industria manifatturiera, e in particolare nel settore della meccanica, dove le imprese hanno
previsto un saldo fra nuove assunzioni ed uscite di personale pari a –102.420 unità (-2,6% rispetto agli occupati a fine 2008).
Un dato su tutti: le ore complessivamente autorizzate nel I trimestre 2011 per il comparto meccanico (ad esclusione
dell‟edilizia) hanno pesato sul monte ore globale per il 53,3%, un indice significativo del perdurare di una situazione di
difficoltà che attanaglia ancora il settore.
Sempre Unioncamere sottolinea che sono soprattutto le piccolissime imprese (con meno di 10 dipendenti), comprese quelle a
carattere artigianale, ad aver mostrato la più intensa contrazione occupazionale (-2,2%), per lo più tra le unità manifatturiere
(-3,1%). Rispetto a quanto verificato negli scorsi anni, sono quindi proprio le piccole e piccolissime imprese manifatturiere a
far registrare i saldi occupazionali più negativi: -2,6% quelle fino a 50 dipendenti (con un picco del -3,2% per quelle
artigiane), valore sia pur di poco inferiore anche a quello delle medie imprese fino a 499 dipendenti (che si attesta al –2,4%).
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Considerando il mercato trentino, la distribuzione delle vendite nel corso del primo trimestre 2009 ha interessato in misura
più cospicua, come al solito, il territorio provinciale (51,3% del totale delle vendite realizzate), mentre i mercati nazionali
hanno avuto un‟incidenza del 28,2% (29,1% nel 2008) e quelli esteri del 20,5% (21,3% nel 2008).
Nel 2008 il valore delle esportazioni della provincia di Trento superava di poco i 2,9 miliardi di euro, con una flessione del
3,3% rispetto al 2007, una dinamica che si discosta sfavorevolmente rispetto al +0,3% dell‟Italia e al +3,3% dell‟Alto Adige e
va attribuita principalmente alla situazione stagnante del mercato tedesco, il principale partner delle imprese trentine.
La composizione dell‟export è variegata e rispecchia l‟assenza di una marcata specializzazione nell‟attività produttiva del
territorio, tipica invece dei distretti industriali. La voce principale, sempre con riferimento al 2008, è quella riguardante il
settore metalmeccanico (con il 47,7% del totale).
Entrando nel dettaglio delle singole classi economiche di attività, per il comparto artigiano l‟ambito locale assorbe il 63,5% dei
prodotti, il mercato nazionale il 31,6% e quello estero il 4,9%.
Mercato
Le imprese manifatturiere locali risultano più orientate ai mercati nazionale ed estero: il peso della componente nazionale è,
infatti, molto rilevante, totalizzando il 39% dei ricavi ottenuti, come ancor più consistente (39,6%) risulta la percentuale di
vendite effettuate all‟estero, contro il 21,4% locale. Il comparto manifatturiero è la componente del tessuto industriale
trentino maggiormente legata al contesto internazionale, sia con grandi ditte, sia con imprese più piccole. Per quanto
riguarda le esportazioni, complessivamente vi è stata una caduta sia rispetto al quarto trimestre 2008 (- 12%) che rispetto
allo scorso anno (- 20,5%), dovuta soprattutto alla debolezza della domanda da parte dei paesi europei. In particolare
l‟industria manifatturiera, settore che realizza circa l‟83% delle esportazioni trentine, accusa una flessione pari al 20,4%.
Questa caratterizzazione è uno dei fattori scatenanti della crisi del settore in Trentino: il blocco della produzione delle grandi
aziende locali, dovuto alla crisi delle case madri in Italia o nelle altre nazioni, e politiche di ottimizzazione produttiva, hanno
comportato il successivo blocco delle aziende che lavorano nell‟indotto, in maggioranza piccole aziende artigiane, spesso
mono-cliente.
Nel confronto con il Nord Est e con la media italiana, è possibile rilevare un minor peso, in Trentino, del settore
metalmeccanico (52,5% a livello nazionale). Il principale Paese di riferimento per l‟attività d‟esportazione trentina è sempre la
Germania, verso la quale nel 2008 si sono dirette merci per un valore pari a 562 milioni di euro. A grande distanza seguono la
Francia con 340 milioni di euro e gli Stati Uniti con 302 milioni di euro. Solo Germania, Svezia e Belgio hanno fatto registrare
un incremento delle esportazioni nel 2008, mentre accusano una forte flessione quelle verso la Svizzera, gli Stati Uniti e la
Gran Bretagna, cioè i tre Paesi esterni all‟area euro.
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Descrizione processi e loro evoluzione
I processi lavorativi nell‟ambito delle lavorazioni meccaniche hanno subito significativi cambiamenti nel tempo: si è assistito
ad uno spostamento da lavorazioni tradizionali, meno specializzate, a lavorazioni più specializzate e di precisione, con sempre
maggior diffusione della strumentazione elettronica e informatica all‟interno del processo produttivo, il passaggio da strumenti
tradizionali a macchine a controllo numerico e fino a centri di lavorazioni completamente automatizzati, il riposizionamento
verso produzioni a maggiore valore aggiunto, la crescente importanza dell‟innovazione tecnica e tecnologica quale fattore
competitivo di notevole rilievo e l‟internazionalizzazione (o, perlomeno, la competizione su mercati oggigiorno globalizzati).
Come evidenzia il Piano formativo nazionale del settore meccanica di produzione di Fondartigianato, questo processo di
ammodernamento ha avuto delle ricadute su tutti processi dell‟impresa:
Lavorativi
-
le modalità, le tecniche, le tecnologie e in generale i processi e le attività tecnico-produttive
-
l‟organizzazione del lavoro e delle risorse in generale dentro l‟impresa e nei rapporti con clienti e fornitori
-
la ridefinizione delle competenze e delle professionalità richieste ai lavoratori, con forte spostamento verso le competenze
più astratte legate alla sempre maggiore diffusione delle tecnologie elettroniche e informatiche
-
la gestione economica, amministrative e delle risorse finanziarie;
-
i processi di aggregazione, collaborazione in rete e internazionalizzazione.
Per molte imprese, anche di piccole dimensioni e artigiane, è stato necessario dotarsi di nuovi macchinari e di nuove
tecnologie, acquisire le competenze necessarie al loro utilizzo e alla loro gestione e gestire, nel contempo, gli investimenti
necessari per realizzare tali operazioni. La ricaduta principale si è avuta sui processi lavorativi e sulle modalità produttive,
sulla razionalizzazione dei tempi di intervento e sull‟ottimizzazione del processo produttivo. In termini di competenze del
lavoratore la ripercussione di queste nuove modalità produttive è notevole, e rende necessario un aggiornamento continuo
sui processi lavorativi e su tutte le attività tecnico-produttive, includendo:
-
i processi di analisi e progettazione, includendo attività tipiche della ricerca e dello sviluppo (spesso fatti dalle piccole
aziende in modo informale ma significativo), dove le diverse fasi, dallo studio del problema o dei
requisiti/specifiche/standard, alla progettazione concettuale e fino alla progettazione operativa e alla pianificazione della
produzione – con la contestuale produzione della documentazione tecnica a supporto (disegni, schemi, distinte base),
sono sempre più incentrati sull‟uso di strumenti elettronici e informatici (CAD/CAM/CAE). La gestione delle commesse e la
pianificazione e il controllo della produzione costituiscono aspetti ormai cruciali anche nelle piccole aziende artigiane: la
gestione degli ordini, l‟organizzazione delle risorse necessarie (tecniche, strumentali, umane, …), la programmazione delle
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macchine, la logistica in ingresso (materie prime e semi-lavorati necessari) e in uscita (movimentazione interna in
produzione, magazzino, fornitura al cliente) e il controllo puntuale della produzione e di tutte le risorse coinvolte sono
elementi irrinunciabili in una strategia di flessibilità e qualità del prodotto e del servizio.
-
i processi tecnico-produttivi, ovvero il nucleo delle attività di business delle aziende di settore e dove si concentrano la
maggior parte dei lavoratori (anche con professionalità medio-basse e spesso con forti fabbisogni di riqualificazione,
valorizzazione e sostegno alla crescita professionale, anche per migliorare le condizioni di occupabilità in situazioni
contingenti, come lo è l‟attuale situazione di crisi dei mercati) e dove vi è una sempre maggiore penetrazione e diffusione
di innovazione tecnica, tecnologica e strumentale che comporta una richiesta crescente di competenze intellettuali e una
costante diminuzione di attività “labour intensive”; le attività tipiche includono la lettura ed analisi della documentazione
tecnica a supporto, l‟impostazione dei parametri di lavorazione delle macchine utensili e il loro settaggio, l‟esecuzione delle
lavorazioni previste, la verifica, il controllo qualità e l„eventuale misura e collaudo delle lavorazioni e la manutenzione e il
controllo dei macchinari.
I processi organizzativi che caratterizzano le imprese del settore sono estremamente vari: si passa dall‟organizzazione più
tradizionale, tipica delle botteghe artigiane, per le lavorazioni più artigianali (prodotti non standardizzati, ad elevato contenuto
di lavoro manuale, dove la professionalità del singolo lavoratore è il vero valore aggiunto nel prodotto e nel servizio
realizzato), alle organizzazione tipicamente industriale di piccole e media imprese che operano attraverso processi tecnicoproduttivi strutturati, flessibili e spesso incentrati sull‟impiego di macchine a forte componente di automazione. I processi
organizzativi costituiscono un tassello fondamentale nella ricerca di maggiore competitività, sia dal punto di vista della
capacità di rispondere in modo flessibile alla variabilità delle commesse e della produzione, sia considerando il bisogno di
maggiori performance, riducendo i costi, i tempi e la complessità dei processi di produzione.
Organizzativi
I processi organizzativi sui quali è necessario investire includono:
-
l‟organizzazione dei processi produttivi e dell‟intera filiera di lavoro, dalla gestione dell‟ordine, alla pianificazione della
commessa e della produzione, alla gestione della logistica in ingresso e in uscita e delle relazioni con clienti, fornitori e
altri soggetti con cui l‟azienda collabora, ai sistemi di qualità e fino alla gestione delle risorse umane e produttive in
generale
-
la gestione dei dati aziendali, attraverso il ricorso a tecnologie abilitanti (ICT, elettroniche, ecc.) che consentano il
monitoraggio costante delle performance aziendali, il controllo di tutte le variabili aziendali, la stima previsionale e la
pianificazione delle risorse.
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Particolare importanza riveste inoltre anche l‟insieme dei processi di gestione delle risorse umane – con la valorizzazione, il
coinvolgimento e lo sviluppo professionale dei lavoratori, delle relazioni interne ed esterne all‟azienda – con lo sviluppo di reti
e di forme di aggregazione di filiera o di distretto che permettano una maggiore competitività e capacità produttiva e
commerciale delle piccole e micro aziende locali.
L‟innovazione, intesa come la capacità dell‟azienda di rinnovare la propria capacità di perseguire in modo efficace una sempre
maggiore competitività e crescere continuamente il valore aggiunto dei propri prodotti e servizi, costituisce un aspetto
irrinunciabile in un settore soggetto a uno sviluppo continuo, legato soprattutto all‟impiego sempre più massiccio e capillare
delle nuove tecnologie elettroniche e informatiche e dall‟automazione delle lavorazioni.
L‟innovazione tocca e impregna tutti gli aspetti dell‟azienda e della sua vita, includendo:
-
l‟innovazione di prodotto, ovvero la capacità di migliorare o modificare i prodotti e i servizi per fornire ai clienti maggiore
valore aggiunto
-
l‟innovazione tecnologica, ovvero la capacità di individuare e inserire all‟interno dei processi tecnico-produttivi e
organizzativi nuove tecniche, tecnologie o strumenti che possano incrementare le performance aziendali
-
l‟innovazione organizzativa, ovvero l‟analisi e la revisione/re-ingegnerizzazione dei processi e delle modalità con cui sono
organizzate e gestire le risorse coinvolte in questi, rivedendo l‟organizzazione dei processi e delle attività e integrando
sistemi per una maggiore qualità, sicurezza, sostenibilità produttiva e tutela ambientale
-
l‟innovazione strategica, ovvero la capacità di rinnovare continuamente i modi con cui l‟azienda persegue la propria
mission e realizza i propri obiettivi di business, immaginando e organizzandosi per raggiungere nuovi mercati e nuovi
clienti (anche esteri, seguendo processi di internazionalizzazione) o rinnovando continuamente la propria offerta, i propri
caratteri distintivi e quindi rafforzando la propria competitività nel mercato.
Innovazione
Tali processi di innovazione risultano necessariamente interconnessi, essendo in generale necessario abbinare a un‟azione
mirata di introduzione di innovazione su un determinato elemento, un processo più ampio di integrazione, cambiamento e
messa a regime anche degli altri aspetti produttivi, di gestione e organizzativi. Le imprese hanno in generale maggiore
propensione alle innovazioni che impattano direttamente sui processi tecnico-produttivi, sui prodotti e sulle attività operative:
acquisto di nuovi macchinari, innovazione di prodotto, informatizzazione. Risulta invece in generale più difficile, in particolare
nelle piccole aziende artigianali e guidate dall‟artigiano imprenditore e padrone, agire su elementi strutturali, sia di processo
(riorganizzazione di cicli e processi produttivi in senso lato), sia organizzativi (riorganizzazione delle risorse e delle modalità di
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gestione dell‟azienda e dei processi produttivi), sia di carattere strategico (ricollocazione sul mercato, riconversione
produttiva, ecc.). Un ruolo determinante in questi processi è svolto dalla introduzione dei sistemi informativi gestionali e delle
tecnologie correlate, che generalmente coinvolgono sia i processi tecnico-produttivi sia quelli gestionali e organizzativi,
richiedendo la partecipazione fattiva del personale impiegato (e la sua adeguata formazione a addestramento) sia per la sua
realizzazione sia nella verifica dell'efficacia delle innovazioni introdotte.
Mercato
L‟approccio al mercato e le attività commerciali, soprattutto nelle piccole realtà artigiane che caratterizzano il settore, sono
molto spesso appannaggio dell‟imprenditore che svolge, oltre al ruolo di responsabile tecnico e produttivo, anche il ruolo di
commerciale. Le strategie commerciali, dalla mission al perseguimento degli obiettivi di business e quindi alle modalità di
penetrare il mercato, sono definite dal titolare seguendo il suo spirito e la sua idea imprenditoriale e tarando, di conseguenza,
le strategie e le attività di marketing. Le attività di analisi del mercato, di valutazione dei concorrenti e benchmarking, di
promozione e, soprattutto, di individuazione, contatto e gestione dei clienti, è generalmente tenuta in mano o fortemente
presidiata e diretta dal titolare. Questo modello, seppure adeguato in contesti locali dove le relazioni dirette e brevi (spesso
personali) con i clienti possono essere efficaci e fruttifere, è purtroppo limitato e potenzialmente inadeguato (in relazione alle
capacità personali e alle attitudini e caratteristiche dell‟imprenditore – spesso una figura tecnica e „di produzione‟) in un
contesto di forte dinamicità, dove è necessario, per affrontare la contingente crisi e l‟internazionalizzazione sempre crescente
dei mercati, cambiare strategie commerciali, differenziarsi, ripensare l‟immagine e le peculiarità produttive dell‟azienda, creare
reti di collaborazione e ripensare non solo i modi di perseguire il business ma, a volte, ripesare il business stesso.
La formazione, intesa come percorsi di sviluppo delle conoscenze e delle capacità dell‟imprenditore e sviluppo professionale
dei soggetti che possono affiancare e aiutare il titolare sugli aspetti commerciali e di marketing, può giocare un ruolo primario
per il recupero della competitività delle aziende locali e lo sviluppo delle potenzialità del tessuto economico e del territorio.
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Descrizione tecnologie e prodotto/i e loro innovazione
Tecnologie
Le tecnologie e la loro continua innovazione costituiscono elementi ormai irrinunciabili per poter competere con i concorrenti:
le imprese che operano nel settore delle produzioni meccanico si devono confrontare quotidianamente con l‟evoluzione e
l‟innovazione delle tecnologie produttive e di supporto alla produzione, siano esse correlate ai processi produttivi o a
macchinari e strumenti di lavoro. Le aziende, anche quelle artigiane di piccole e piccolissime dimensioni, sono quindi costrette
a dotarsi delle più recenti tecnologie produttive per poter offrire ai clienti prodotti concorrenziali rispetto a quelli offerti da
concorrenti, anche seguendo strategie di differenziazione basate su una migliore qualità delle lavorazioni e dei servizi
realizzati (che purtroppo però non possono da sole garantire maggiore successo, ma devono essere considerate assieme a
logiche di riduzione dei costi e dei tempi e di flessibilità di produzione). Questo richiede investimenti spesso ingenti,
soprattutto per realtà piccole che fanno fatica ad accedere al credito (a maggiore ragione oggi, in una situazione di “credit
crunch”), e proprio questo è uno dei punti deboli più problematici: il calo drastico degli investimenti collegato alla situazione
di crisi rischia di rendere anche più difficile una potenziale ripresa, poiché ai primi venti di ripartenza del mercato le aziende
artigiane locali si presenteranno con infrastrutture e strutture obsolete o comunque non aggiornate e quindi meno
competitive di quelle di aziende medio-grandi (che hanno maggiore capacità di investimento) e anche di aziende piccole che
hanno potuto beneficiare di condizioni particolari di supporto e di liquidità (ad esempio in alcuni stati Europei o delle zone di
nuova industrializzazione, come la Cina).
Oltre alle tecnologie strettamente produttive, anche le tecnologie informatiche e i connessi strumenti di progettazione,
organizzazione e gestione, monitoraggio e controllo della produzione hanno ormai raggiunto una diffusione capillare,
assurgendo a strumenti irrinunciabili nei moderni ambienti produttivi. CAD, CAM e CAE sono oggi acronimi che tutti i
lavoratori di settore conoscono, mentre i software di gestione delle macchine e addirittura le stazioni completamente
automatizzate e robotizzate sono diffusissime anche nelle piccole aziende. L‟informatizzazione e l‟automazione delle
lavorazioni richiede competenze più estese e “astratte”, sia tecniche che culturali, e differenzia sempre più le figure ricercate
e valorizzate dalle aziende da quelle a scarsa occupabilità che sono in forte pericolo di fuoriuscita occupazionale (oltre ad
essere difficilmente ricollocabili nel settore). Infine, le tecnologie costituiscono l‟infrastruttura chiave per la realizzazione di
sistemi integrati di qualità, sicurezza e tutela ambientale, raccordati con i sistemi informativi aziendali che costituiscono il
sistema nervoso centrale dell‟azienda e ne determinano, anche nel settore manifatturiero e delle lavorazioni meccaniche, il
reale valore aggiunto.
Prodotto/i
La produzione meccanica si è evoluta negli anni verso lavorazioni di maggior precisione, con più attenzione alla qualità e con
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processi produttivi più complessi e articolati. I prodotti meccanici, comunque caratterizzati da caratteristiche, tipologie e
gamma molto varia, si sono evoluti con l‟evoluzione tecnica e tecnologica, e costituiscono uno degli elementi distintivi e di
competizione sui quali si confrontano le aziende. I prodotti, le loro caratteristiche e le modalità con cui sono realizzati, sono il
frutto di un processo di continua innovazione e differenziazione, oltre che di competizione tra le aziende, anche rispetto ad
attività di ricerca e sviluppo sviluppate per poterli realizzare. La continua innovazione dei prodotti, oltre a essere correlata a
richieste specifiche da parte dei clienti, è anche sostenuta dalla necessità di posizionarsi sul mercato con caratteristiche di
elevato valore aggiunto. Per quanto riguarda invece le aziende subfornitrici e che operano nell‟indotto di grandi imprese
(quindi con richieste e specifiche di prodotto provenienti da tali aziende), l‟innovazione di prodotto risulta spesso meno
strategica di quanto non sia quella tecnologica e di processo, in quanto strettamente legati alle esigenze e specifiche
progettuali dei committenti e quindi difficilmente spendibile come valore aggiunto.
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Descrizione fabbisogni formativi
Il profilo professionale degli occupati nelle aziende del settore meccanico si sta trasformando, passando da una
caratterizzazione dominata da competenze prettamente tecniche e manuali a un profilo più articolato, maggiormente spostato
verso competenze astratte e trasversali. Questa trasformazione è legata al‟evoluzione del settore e all‟innovazione dei processi
tecnico-produttivi e organizzativi e gestionali: l‟avvento delle tecnologie dell‟informazione e della comunicazione sta spostando
i modelli produttivi verso quella che viene definita l‟economia della conoscenze, ovvero un contesto caratterizzato da contenuti
di conoscenza in continua evoluzione, da aspetti relazionali, di creatività e di iniziativa personale, tutte componenti
determinanti di quello che possiamo definire il nuovo “agire professionale di qualità”. Sono, questi, gli aspetti intangibili legati
alle qualità personali, al bagaglio di conoscenze e competenze condivise, al capitale umano, all‟insieme delle relazioni di coloro
che a vario titolo sono coinvolti nel processo lavorativo, cioè all‟insieme del “sapere essere” e del “sapere fare” delle persone.
Relazionali
Accanto alle competenze di carattere tecnico-produttivo, organizzativo e gestionale, vi è una richiesta sempre maggiore di
qualificare l‟individuo in quanto soggetto capace di comportamenti professionali e capacità di decisione autonoma,
sviluppando le abilità relazionali, di comunicazione, di collaborazione e lavoro cooperativo. Occorre superare la tendenza,
spesso diffusa nel tessuto estremamente frammentato e locale-centrico delle piccole imprese artigiane trentine, al lavoro
individuale, isolato, con scarsa propensione a collaborare e fare rete, condividendo conoscenze e aprendosi a possibili
strategie a carattere più ampio, anche a livello internazionale.
Accanto alle competenze relazionali evidenziate nel Piano formativo per lo sviluppo territoriale della Provincia Autonoma di
Trento, si vuole richiamare l‟attenzione sullo sviluppo delle abilità relazionali e di comunicazione interni e, soprattutto, esterni
all‟azienda, per supportare la creazione e i consolidamento di reti di collaborazione di filiera e di distretto che presuppongono
tutta la fitta rete di relazioni che si viene a costituire con clienti, fornitori, istituzioni, concorrenti, consulenti, servizi e attori
coinvolti nella gestione del più ampio sistema produttivo trentino.
Di processo
Il settore meccanico, e la produzione manifatturiera in generale, sono interessati da un processo di continua evoluzione
tecnologica e produttiva: l‟avvento delle nuove tecnologie dell‟informazione e della comunicazione, l‟elettronica e
l‟automazione industriale hanno portato nei processi produttivi incredibili cambiamenti, passando da una situazione produttiva
“labour intensive” a un contesto dove assumono sempre maggiore importanza le competenze “astratte” e le capacità di tipo
tecnico-gestionale e organizzativo. L‟attività “manuale” (anche se è ancora indispensabile e sicuramente ha una sua
collocazione e importanza nei processi produttivi) è sempre più sostituita (o perlomeno affiancata) dalla richiesta di
conoscenze e competenze di carattere tecnico. Una tendenza confermata anche dai dati sull‟occupazione e sui bisogni di
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competenze e figure professionali rilevati dal sistema informativo Excelsior, che evidenzia la difficoltà delle figure operaie
(soprattutto a bassa specializzazione) e la migliore tenuta, se non addirittura ricerca, di figure professionali maggiormente
qualificate, quali tecnici e operai specializzati.
Una tendenza confermata anche dai dati sull‟occupazione e sui bisogni di competenze e figure professionali rilevati dal
sistema informativo Excelsior (La domanda di professioni e di formazione nel 2009, luglio 2009):
-
la contrazione occupazionale relativa al personale inquadrato a livello operaio e al personale non qualificato sarebbe pari a
-2,4% (circa 160mila unità in meno) rispetto allo stock di occupati dipendenti a fine 2008, ossia un dato significativamente
più elevato rispetto a quanto atteso le figure tecniche con maggiori competenze “astratte”;
-
la dinamica delle entrate mostra differenze piuttosto consistenti tra la riduzione, rispetto a quanto previsto per il 2008,
raggiunge il 29% per le previsioni di assunzioni di personale operaio e a bassa qualificazione, a fronte di una flessione del
24% per le figure con competenze tecniche e più alta qualificazione;
-
è in atto nelle aziende quello che può essere letto come un graduale ma continuo miglioramento del profilo qualitativo
della struttura occupazionale, presumibilmente a testimonianza della volontà strategica delle imprese di farsi trovare alla
ripresa con un‟offerta sempre più innovativa e competitiva. Pur in un contesto di generalizzato ridimensionamento in
termini assoluti delle assunzioni previste per il 2009, si evidenzia infatti una crescita relativa delle entrate di figure
professionali maggiormente qualificate (tra cui tecnici), mentre invece decrescono in misura considerevole, non solo in
termini assoluti ma anche in termini relativi, gli operai, gli assemblatori e i conduttori di impianti (soprattutto a bassa
professionalità e specializzazione).
Si conferma quindi un fabbisogno di competenze tecnico-professionali specifiche, essenziali non solo per la competitività
dell‟azienda e per la capacità di sfruttare appieno le innovazioni tecniche e tecnologiche, ma anche indispensabili nel caso di
strategie di riposizionamento di mercato.
Si confermano quindi le indicazioni espresse nel Piano formativo nazionale del settore meccanica di produzione di
Fondartigianato, in coerenza con l‟analisi generale dei fabbisogni professionali effettuata nel Piano formativo per lo sviluppo
territoriale della Provincia Autonoma di Trento, rispetto ai processi tecnico-produttivi e a quelli gestionali e organizzativi, in
relazione alla figura professionale, al ruolo e alle mansioni, con specifica priorità per i seguenti ambiti:
I)
-
processi gestionali e organizzativi:
sviluppo delle competenze sulla pianificazione e programmazione, sul monitoraggio, il controllo e la gestione integrata,
tramite strumenti informatici e di comunicazione elettronica, dell‟informazione, delle lavorazioni e dei flussi di risorse
all‟interno dell‟azienda e fra l‟azienda e tutti i soggetti con cui si interfaccia, come fornitori, clienti, collaboratori, ecc.;
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-
sviluppo delle abilità relazionali, di comunicazione e collaborazione, orientate sia alla gestione più efficace dell‟azienda e
delle sue risorse, ma anche allo sviluppo di sistemi e reti che consentano alle aziende di superare l‟individualismo e
l‟isolamento in cui spesso operano a favore della crescita di strumenti di collaborazione, sia di filiera produttiva, sia
distrettuale, valorizzando le potenzialità delle aziende artigiane attraverso una maggiore forza aggregata di competizione,
anche in mercati nazionali ed esteri;
-
sviluppo di abilità di pianificazione strategica e commerciale, per promuovere il rinnovamento delle aziende, la loro
capacità di ricollocarsi, rinnovarsi e re-inventare prodotti, servizi e modalità di business per affrontare con creatività e
nuovo spirito imprenditoriale l‟attuale crisi dei mercati.
II) processi tecnico-produttivi:
-
sviluppo delle competenze tecnico-professionali specifiche di settore, relative ai processi produttivi e alle lavorazioni
meccaniche, con particolare riguardo all‟utilizzo delle nuove macchine a controllo numerico e dei centri di lavoro
automatici e robotizzati, alle attività di programmazione, settaggio e controllo delle macchine, alla manutenzione e uso in
sicurezza delle macchine;
-
sviluppo delle conoscenze e delle competenze in merito alla progettazione con strumenti informatici, quali CAD/CAM/CAE,
alla lettura di disegni e procedure di lavorazione, alla conoscenza di standard e norme di settore;
-
acquisizione delle conoscenze relative ai sistemi di qualità e integrati qualità-sicurezza-ambiente, di monitoraggio e
controllo della produzione per la garanzia di qualità del processo e del prodotto, all‟utilizzo di strumenti e macchine di
misura, anche programmabili e automatizzati;
-
acquisizione delle conoscenze e competenze sull‟utilizzo delle nuove tecnologie informatiche e della comunicazione, sia
relativamente all‟ambito della produzione, sia negli ambiti della gestione e dell‟organizzazione, ma anche in generale in
quanto competenze ormai fondamentali nella società moderna.
Si ribadisce inoltre la priorità della formazione orientata alla sicurezza nel luogo di lavoro, con riferimento alle capacità della
valutazione dei rischi legati al corretto utilizzo delle macchine e delle attrezzature in tutte le fasi del processo produttivo.
(altro)
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Descrizione processi di apprendimento
Nel presente Piano formativo di settore si fa riferimento alle indicazioni metodologiche e organizzative descritte nel Piano formativo per lo sviluppo
territoriale della Provincia Autonoma di Trento
Requisiti prioritari per la qualità degli interventi formativi
Metodologie
Le seguenti indicazioni metodologiche sono di fondamentale importanza per rispondere ai fabbisogni formativi espressi dalle
imprese e dai lavoratori. Sono ritenute prioritarie e vanno pertanto pienamente soddisfatte nella progettazione della proposta
formativa.
Definizione dei destinatari e considerazione delle necessità lavorative
È importante avere sempre chiaro e ben definito il target cui si rivolge l‟intervento di formazione, individuando le modalità di
erogazione più opportune e adeguate.
La progettazione dell‟intervento deve quindi tener conto:
 delle caratteristiche dei beneficiari (ruoli aziendali, titoli di studio e attestati di altri percorsi, esperienze pregresse,
motivazioni, conoscenze iniziali ed eventuali carenze), precisando eventuali prerequisiti per poter accedere al percorso
formativo;
 delle caratteristiche aziendali o consortili (dimensioni, organizzazione, ecc.) e del contesto settoriale in cui essi operano;
 delle necessità lavorative rispetto alla frequenza degli interventi (più o meno diluiti nel tempo), alla stagionalità
produttiva (presenza di periodi di picchi lavorativi/produttivi), nella scelta del contesto, dell‟area, del territorio dove
realizzare il percorso formativo, riducendo al minimo le complicazioni logistiche le differenze di organizzazione del lavoro
tra singole imprese, per assicurare la presenza del maggior numero di lavoratori e ridurre al minimo i disagi delle
imprese.
Stretta correlazione tra obiettivi formativi, risultati attesi e relative competenze traguardo
Definire e proporre obiettivi formativi specifici orientati a risultati attesi e strategici, con una chiara visione del punto da cui si
è partiti e del punto di arrivo, cioè del “sapere fare dopo”.
Durata del percorso adeguata agli obiettivi e ai risultati da conseguire
Particolarmente stringente è la coerenza tra obiettivi formativi, relativi contenuti e durata dell‟intervento per raggiungere
concretamente le competenze traguardo prefigurate.
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Senza rinunciare a corsi di specializzazione e riqualificazione di durata significativa in ragione di obiettivi e competenze target
specifiche, appare opportuno considerare con attenzione la possibilità che i corsi siano realizzati con la durata minima di ore
indispensabile per formare le competenze traguardo, in alternanza all‟attività lavorativa per facilitare il trasferimento
contestuale in agire professionale degli apprendimenti, e siano ripetuti nel tempo (formazione continua) per garantire la
diffusione delle competenze soprattutto di base, a fasce più ampie possibili di lavoratori.
Definizione dei macro-processi e delle aree di competenza
Distinguere chiaramente i macroprocessi:
 macroprocesso tecnico-produttivo, e relativi ambiti;
 macroprocesso manageriale, gestionale e organizzativo, e relativi ambiti.
Le




aree di competenza di riferimento si distinguono in:
competenze tecnico-produttive;
competenze manageriali, gestionali e organizzative;
competenze trasversali, relazionali e di comunicazione;
competenze strategiche.
(si veda in calce al Piano formativo per lo sviluppo territoriale della Provincia Autonoma di Trento lo schema di riferimento
per la descrizione delle competenze traguardo)
Valutazione delle competenze traguardo e loro riconoscibilità nel contesto professionale e lavorativo
Progettare interventi di formazione in cui le competenze traguardo siano rese esplicite e riconoscibili all‟interno di contesti
professionali e lavorativi, una volta acquisite, attraverso azioni di valutazione coerenti, allo scopo di favorire la trasparenza e
la riconoscibilità delle competenze acquisite dai lavoratori, rendendole dimostrabili e spendibili anche in situazioni di transito
e cambiamento nel contesto di lavoro.
La valutazione delle competenze traguardo può orientarsi:
-
ad una valutazione degli apprendimenti acquisiti con il percorso formativo tramite test e/o prove pratiche che verifichino
la spendibilità concreta delle competenze raggiunte nel contesto lavorativo, in una prospettiva di auto-valutazione degli
apprendimenti raggiunti e di messa in trasparenza degli esiti ottenuti,
oppure
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-
ad un sistema di valutazione che conduca formalmente alla certificabilità delle competenze, in base a standard o
meccanismi di certificazione già riconosciuti, oppure promuovendo azioni e sistemi, anche sperimentali, di certificazione.
La scelta di adottare un simile sistema di valutazione prevede la somministrazione di test e l‟effettuazione di prove
teorico-pratiche in situazioni strettamente correlate alle competenze traguardo. La certificabilità delle competenze e la
certificazione delle competenze traguardo potrà essere collegata a dispositivi che sono in corso di definizione in provincia
di Trento, quali il libretto formativo, che dovrebbe essere il documento per formalizzare le competenze acquisite sia dalla
formazione in apprendistato, sia dalla formazione specialistica e continua durante l‟arco della vita lavorativa.
La valutazione non potrà comunque limitarsi ad un questionario di gradimento o ad una discussione di gruppo sulla
percezione e auto-valutazione degli apprendimenti, ma dovrà essere indirizzata prioritariamente al singolo individuo e al suo
percorso di crescita professionale.
Sviluppare un‟ottica di sistema senza trascurare le specificità
È fortemente auspicabile che gli interventi di formazione siano rivolti a gruppi (anche piccoli) di imprese o consorzi,
accomunati dal tipo di servizio, di prodotto e dalla medesima domanda formativa. Questo consente di strutturare la domanda
di formazione all‟interno di percorsi unificanti, permette una maggiore diffusione delle conoscenze e promuove un‟ottica di
sistema, anche quando si opera a livello di piccoli gruppi e di piccole imprese, facilitando nel contempo anche alle piccole e
micro imprese la partecipazione alla formazione.
Questo duplice sguardo “integrato”, rivolto quindi a competenze utili:
- sia alle necessità particolari per lo sviluppo competitivo della singola azienda (dimensione specifica)
- sia nell‟ambito di filiera/distretto, di rete o, più in generale, di sistema in cui la stessa azienda opera o intende operare
(dimensione di sistema)
è fortemente privilegiato in quanto più coerente alla realtà essendo sempre più forte l‟integrazione tra competenze
specialistiche utili all‟azienda e quelle generalmente utili nella filiera/distretto o rete/sistema di riferimento. In questa
prospettiva “g-local” si determina di fatto il superamento del concetto di trasferibilità legato all‟una o all‟altra dimensione
nella polarità concettuale tra specifico e generale.
Disporre di materiali e attrezzature idonei ad una formazione di qualità
È necessario scegliere con grande oculatezza i luoghi di formazione. È necessario disporre di laboratori e di idonee
attrezzature e materiali che consentano lo sviluppo, oltre che delle conoscenze e degli aspetti teorici, anche delle capacità e
competenze pratiche, elemento fondamentale nel lavoro artigiano. Di qui nasce l‟esigenza di valorizzare le risorse
tecnologiche presenti sul territorio tramite, ad esempio i Centri di Formazione Professionale provinciali, spesso collocabili in
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una fascia di eccellenza, per individuare sedi adeguate per gli interventi formativi e di addestramento soprattutto a carattere
interaziendale. Questo al fine di promuovere anche a questo livello la logica di sistema che ispira questo Piano, oltre a
privilegiare una logica di efficienza nel razionalizzare l‟uso delle risorse di qualità disponibili sul territorio.
Organizzare interventi omogenei per specificità produttiva e territoriale
Dove e quando è necessario, è opportuno che gli interventi di formazione considerino attentamente le diverse
specificità/specializzazioni territoriali e produttive di settore/distretto/filiera/rete, e sappiano progettare e mettere a punto
una offerta formativa coerente con la diversa concentrazione territoriale e produttiva delle imprese. Tipicamente queste
diversità si realizzano nei distretti industriali e nei sistemi produttivi locali di piccole e medie imprese.
Complessivamente si richiede che il progetto formativo risponda alle seguenti caratteristiche e quindi sia:
- Unificante, cioè capace di integrare linguaggi, culture e modalità produttive e organizzative proprie di differenti imprese e
territori in modalità didattiche e comunicative comuni;
- Adeguato alla struttura dell‟impresa e alle sue necessità produttive e organizzative;
- Rispettoso delle caratteristiche individuali e professionali dei partecipanti, delle loro motivazioni;
- Consapevole, perché sviluppa, tra i partecipanti, un percorso cognitivo in grado di valutare e integrare i diversi livelli di
complessità professionale e organizzativi del contesto lavorativo;
- Significativo, capace di rendere chiaro il senso e il significato delle conoscenze e delle competenze professionali, oltre che
la loro modalità di utilizzo concreto;
- Contestuale, con una definizione precisa del contesto produttivo e lavorativo di riferimento e del “qui ed ora” progettuali;
- Trasparente rispetto alle necessità e ai fabbisogni formativi dell‟utenza, rendendo sempre visibile la relazione tra
domanda di formazione e offerta formativa;
- Esplicito nel pianificare l‟intervento formativo per l‟impresa e il lavoratore, quantificando sempre chiaramente il divario tra
livello di conoscenze in partenza e quello previsto in arrivo;
- Solido, cioè sostenuto da modelli pedagogici e formativi chiari e ben esplicitati;
- Completo, cioè basato su una programmazione didattica conclusa, definita e riproducibile;
- Valutabile rispetto ai metodi e agli obiettivi che si pone, alla situazione da cui parte e ai risultati a cui aspira;
- Preciso nel definire e valutare la performance finale e i risultati ottenuti dai partecipanti;
- Misurabile, in grado di quantificare con precisione i livelli di prestazione raggiunti e da raggiungere;
- Competente, cioè basato su metodi, strumenti, materiali e contesti didattici adeguati e sostenuto da docenti esperti e
aggiornati in materia;
- Documentabile, in grado di creare una documentazione a prova e garanzia della sua efficacia;
- Versatile, cioè caratterizzato dalla presenza di percorsi misti, con momenti di formazione d‟aula, esperienze di laboratorio
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-
e momenti di (auto)apprendimento nei contesti di lavoro;
Moderno, cioè in grado di proporre e utilizzare, quando effettivamente utili, nuove tecnologie e strumenti multimediali a
distanza;
Strategico, in grado di fornire un vantaggio competitivo ai lavoratori e alle imprese;
Preventivo, in grado di progettare e agire anche in un‟ottica di medio e lungo termine;
Efficace, nel definire e raggiungere i propri obiettivi formativi, ed efficiente, nell‟impiego delle risorse per raggiungere i
risultati pianificati.
Si raccomanda, nella preparazione dei progetti formativi da proporre a Fondartigianato nell‟ambito dell‟Invito 1° - 2011, di
fare riferimento al Manuale di progettazione – Linee guida di supporto tecnico e metodologico realizzato da RSO Spa
(aggiornato ad aprile 2011) e reso disponibile assieme all‟invito stesso.
Strumenti
Un modello formativo adeguato deve sapere descrivere chiaramente gli strumenti di formazione coerenti con l‟impianto
progettuale (contesto aziendale/settoriale, tipologia di destinatari, obiettivi e competenze traguardo, contenuti, metodologie
previste, ecc.).
Oltre a specificare le attrezzature tecniche e tecnologiche specifiche, è opportuno indicare:
Modalità
organizzative
-
gli spazi e i luoghi della formazione (azienda, laboratorio, ambiente attrezzato, postazione per la formazione a distanza
(FAD), ambiente per lo stage esterno, setting di apprendimento, ecc. );
-
i tempi, specificando la quantità di ore di formazione necessaria in relazione agli obiettivi formativi e a un adeguato
sviluppo dei contenuti;
-
la ricorsività e la modularità degli interventi formativi per rispondere ad esigenze sia di brevità / specificità dei singoli
interventi, sia di approfondimento / specializzazione con interventi diversi, programmati in un lasso temporale
prolungato, nell‟ottica di un piano di sviluppo articolato e non di azioni “spot”.
Per quanto riguarda tale ambito, si rimanda alla struttura progettuale basata sull‟impianto articolato per Unità di
Competenze, così come indicato dalla modulistica riferita alla descrizione dei Progetti di formazione a corredo dell‟Invito 1° 2011 di Fondartigianato.
Per gli aspetti di monitoraggio e di valutazione finale del percorso formativo si rimanda al Manuale di progettazione – Linee
guida di supporto tecnico e metodologico realizzato da RSO Spa e reso disponibile assieme all‟invito citato di Fondartigianato,
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oltre alle indicazioni sulle modalità di valutazione fornite alla sezione “Requisiti prioritari per la qualità degli interventi
formativi”.
Documentazione
(utilizzo materiali e
prodotti di esperienze
precedenti)
La documentazione utilizzata e l‟insieme di materiali prodotti e resi disponibili nei progetti formativi deve essere adeguata e
conforme alle modalità di erogazione e agli obiettivi dei progetti formativi da realizzare e coerente con le indicazioni e le
richieste dell‟Invito 1° - 2011 di Fondartigianato.
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Contenuti formativi da sviluppare
I contenuti formativi da sviluppare nei percorsi formativi presentati a valere sul presente Piano formativo di settore sono riconducibili alle
seguenti aree previste dal Piano formativo nazionale del settore meccanica di produzione di Fondartigianato:
I)
Processi gestionali e organizzativi
Area A - Impresa e Qualità
-
-
-
Qualità, sistemi aziendali di qualità e sistemi integrati qualità-sicurezza-ambiente: la qualità come elemento competitivo, il costo della
qualità, l‟introduzione di sistemi di qualità, la qualità di processo, l‟integrazione con i sistemi informativi aziendali, i sistemi integrati QSA
Processi lavorativi, innovazione e miglioramento continuo: pianificazione, organizzazione, monitoraggio e controllo dei processi e delle
attività di lavorazione, stima e pianificazione flessibile per commessa e lotti, nuovi strumenti di supporto all‟organizzazione e gestione dei
processi aziendali, individuazione, integrazione e sfruttamento dell‟innovazione, processi di miglioramento continuo
Customer satisfaction: gestione dei contatti e della relazione con i clienti, in relazione allo sviluppo di processi produttivi e logistici in grado
di garantire la soddisfazione dei requisiti tecnici e di timing dei committenti, alle tecniche di negoziazione e modalità di gestione delle
trattative commerciali
Normativa su sicurezza e ambiente: analisi dei rischi, verifica delle procedure di lavoro, utilizzo corretto e sicuro dei macchinari, tutela
ambientale, gestione degli scarti, dei rifiuti e dei residui di lavorazione
Area B - Gestione economica
-
Gestione economica: strumenti informatici, novità di settore, controllo di gestione, tecniche di ottimizzazione e di riduzione dei costi,
strumenti di monitoraggio e controllo economico
Preventivazione: tecniche per l‟elaborazione dei preventivi e la determinazione dei prezzi, tecniche di analisi di fattibilità dei lavori
(tecnologie, costi, tempi, ecc.)
Area C - Analisi di mercato e marketing
-
-
Analisi di mercato, valutazione della concorrenza e benchmarking, innovazione e rapporti marketing/R&S, strategie di differenziazione,
ricollocamento, rinnovamento prodotti/immagine/modalità di marketing, individuazione di nuove nicchie di mercato o innovazioni
complementari ai prodotti (ad esempio servizi aggiuntivi)
Sviluppo di relazioni e partnership, fare rete e valorizzazione di sinergie e collaborazioni di filiera e distretto, internazionalizzazione
Area D – Rapporto con i fornitori. Produzioni conto proprio e produzioni conto terzi
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ALLEGATO
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II)
B
Piano formativo per il settore meccanica - Provincia Autonoma di Trento
Modalità operative per valutare il mercato di riferimento e i fornitori di materiali e servizi, metodologie e tecniche di valutazione e
selezione dei fornitori, anche dal punto di vista del fornitore nell‟ambito di contratti di subfornitura (situazione in cui operano molte piccole
aziende artigiane locali), valorizzazione delle relazioni con fornitori e partner
Lavorazione conto proprio e lavorazione conto terzi, controlli di qualità e misurazioni a garanzia degli accordi contrattuali di fornitura,
anche nell‟ambito di sistemi di qualità e accordi di partnership
Tecniche di supporto per l‟attività di approvvigionamento, in relazione a procedure, attività e strumenti per l‟ottimizzazione di acquisiti,
ordini e processi logistici a supporto della pianificazione della produzione, registrazioni e garanzia di qualità dei processi
Strumenti informatici e di comunicazione elettronica per la comunicazione formale e informale con i fornitori (e tutti gli altri soggetti con
cui l‟azienda ha contatti)
Processi tecnico-produttivi
Area E – Produzione e servizio
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Stima e pianificazione delle attività di progettazione e di produzione, organizzazione del lavoro e allocazione delle risorse, compresa
l'individuazione dei punti di verifica, la definizione delle responsabilità, ecc.
Tecniche e strumenti di monitoraggio, misura, analisi della difettosità, controllo e ottimizzazione della produzione, con particolare
riferimento all‟applicazione delle nuove tecnologie ICT e di produzione
Programmi e piani di manutenzione delle macchine e degli strumenti
Qualificazione e certificazione di prodotti/processi/servizi, gestione della documentazione della progettazione e della certificazione di
qualità
Logistica in ingresso e uscita, gestione dei materiali, delle scorte, del magazzino
Area F – Metodi, tecnologie, interventi: il “saper fare” nell‟impresa meccanica.
L‟obiettivo specifico è qualificare e sviluppare le competenze tecnico-professionali dei lavoratori, con particolare all‟utilizzo e alla gestione delle
macchine di produzione, migliorando nel contempo l‟occupabilità dei lavoratori. I contenuti da sviluppare nei percorsi di formazione possono
essere riferiti alle seguenti aree:
1.
Progettazione: conoscenze e capacità specifiche, utilizzo di strumenti informatici e software di progettazione
2.
Sistemi di produzione, macchine, stazioni di lavoro e sistemi automatici e a controllo numerico, con particolare attenzione alla
programmazione e alla conduzione di macchine a controllo numerico
I contenuti potranno essere di carattere generale o approfondire aspetti e competenze specifiche relativamente a macchine, metodologie di
lavoro o tecnologie utilizzate dalle aziende beneficiarie.
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B
Piano formativo per il settore meccanica - Provincia Autonoma di Trento
Priorità dell‟intervento
“PREVENTIVO”:
X
anticipare i bisogni di formazione
X
aggiornare e migliorare le competenze professionali rispetto a opportunità di mercato/innovazioni tecnologiche/modificazioni dei processi
produttivi/evoluzione delle professionalità
X
adeguare la qualificazione professionale dei lavoratori
“CURATIVO”:
X
rispondere ai bisogni formativi specifici
X
riqualificare i lavoratori
X
aggiornare e migliorare le competenze professionali rispetto a opportunità di mercato/innovazioni tecnologiche/modificazioni dei processi
produttivi/evoluzione delle professionalità
X
acquisire nuove qualificazioni professionali
Descrizione ruoli e profili professionali destinatari dell‟azione
Ruoli
L‟analisi condotta in fase di definizione del Piano formativo per il settore meccanico ha messo in evidenza un fabbisogno
formativo che coinvolge sostanzialmente tutti i ruoli coinvolti nelle attività di settore, sia con riferimento ai processi tecnicoproduttivi, sia per i processi organizzativi e amministrativi. I fabbisogni rilevati mettono in luce la necessità di qualificare e
approfondire le conoscenze e le competenze tecnico-professionali, sviluppando nel contempo le abilità trasversali dei
lavoratori per valorizzarne il ruolo in azienda, fornendo maggiori spazi di autonomia, coinvolgendoli e motivandoli e quindi
aumentandone il ruolo, sia in una prospettiva di maggiore polifunzionalità (una caratteristica tipicamente richiesta nelle
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piccole aziende), sia per rendere più flessibili i processi e muoversi verso una reale economia della conoscenza.
La progettazione di percorsi formativi nell‟ambito del presente Piano formativo può quindi prevedere il coinvolgimento dei
lavoratori occupati nelle aziende trentine del settore, indipendentemente dal ruolo svolto in azienda.
Profili
professionali
I profili professionali considerati durante la definizione del presente Paino formativo comprendono figure amministrative,
commerciali, tecniche in ambito progettazione, produzione, gestione qualità, magazzino, acquisti, rispetto ai quali si intende
integrarne e aggiornarne le conoscenze e le competenze.
AZIENDE/TERRITORI
(descrizione dei bacini di riferimento e
Aziende con sede nella Provincia Autonoma di Trento e che rispettano i vincoli per la partecipazione previsti
dall‟invito 1°-2011.
della tipologia, numero delle aziende e
dei territori interessati)
PROGETTO/I
(indicazione del Progetto/i
finalizzato/i alla realizzazione del
Le tipologie di progetti che possono essere presentati con riferimento al presente invito devono essere coerenti con le
indicazioni sviluppate nel presente piano rispetto alla Linea 1 “Sviluppo territoriale” dell‟invito 1°-2011 di
Fondartigianato e sono descritti nella sezione “Ambito di riferimento e tipologia dell‟intervento”.
Piano Formativo)
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B
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ASSOOAZIONE ARTIGIANI E PICCOL
Il Presidente
Roberto De Laurentis
L­
CGIL DEL TRENTINO
Il Segretario Generale
Paolo Burli
PARTl SOCIALI
OSL DEL TRENTINO
Il Segretario Generale
Lorenzo Pomini
UIL DEL TRENnJ
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Il Segretario Ge~~~eRENTO-yi3 Matteo ti 20 1
Ermano Monari Tel. '04W376111-Fax04613
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Trento, 31 agosto 2011
FONDARTIGIANATO - Invito per la realizzazione di attività di Fonnazione Continua - 1 0 _ 2011