angeli o demoni? La giustizia penale minorile nel Regno Unito

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angeli o demoni? La giustizia penale minorile nel Regno Unito
Bambini: angeli o demoni? La giustizia
penale minorile nel Regno Unito
Angeli o demoni? Innocenti per definizione o possibili criminali? Posso i
bambini commettere reati o non ne hanno la capacità giuridica? Da un lato vi
sono le esigenze di retribuzione e di punizione del reato commesso nei
confronti della vittima e di prevenzione nei confronti della società,
dall’altra però si trovano esigenze di rieducazione che, se già
caratterizzano la pena di per sé, quando si tratta di minori diventano ancora
più stringenti. Il presente lavoro si propone, partendo dall’ultimo studio
della Commissione delle Nazioni Unite sul trattamento dei minori coinvolti
nel sistema penale, di analizzare il modello inglese, in quanto esso è
risultato il meno garantista del diritti del bambino all’interno del contesto
europeo.
In primo luogo siccome la percezione pubblica dei fatti influenza
particolarmente la gestione politica ci si soffermerà brevemente
sull’opinione pubblica inglese del fenomeno della criminalità minorile.
Infatti sebbene i dati riguardanti la commissione di reati da parte dei
minori negli ultimi 10 anni abbiano segnato un calo del 75 per cento , la
percezione pubblica è di segno opposto. Questa distorsione tra realtà e
percezione è sicuramente stata determinata dalla forte attenzione riservata
dai media al fenomeno, è dimostrato da recenti studi che l’85% delle notizie
riguardanti minori sulla tv nazionale riguardano crimini. Tuttavia tale
percezione non è solo moderna. Storicamente il “problema giovani” risale alla
Rivoluzione Industriale ( 1760-1820 ) . Infatti l’improvviso aumento della
popolazione , l’urbanizzazione e la crescita della povertà ha avuto molte
conseguenze sociali. In quel periodo i bambini , in particolare i bambini
delle famiglie povere , hanno cominciato ad essere considerati come un
problema per la stabilità e la pace sociale. Pochi anni dopo infatti è stato
introdotto l’ obbligo di istruzione per i figli delle ” classi pericolose ”
insieme ai riformatori. La tendenza ha iniziato a cambiare nel 900, quando ha
preso piede il Welfare State con l’introduzione di una giustizia minorile
separata da quella degli adulti. Tuttavia il veloce fallimento del welfare
state a partire dagli anni 60 ha aperto le porte ad un nuovo periodo
conservatore in cui è nato l’attuale approccio cd “punitivo”.
Tuttavia a livello internazionale è principio ispiratore della giustizia
minorile è quello del “best interest of the child”. L’articolo 3 della CRC
1989 ha previsto che ogni volta che i bambini sono coinvolti, il loro
interesse deve essere preso in considerazione primaria. Il CRC è
particolarmente importante perché è la convenzione più ratificato al mondo ,
192 paesi ( più significativa eccezione sono gli Stati Uniti e Somalia)
concordano sui diritti fondamentali del bambino. Nel quadro internazionale
sono rilevanti anche la Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti del
fanciullo del 1959; Regole minime delle Nazioni Unite per l’amministrazione
della giustizia minorile del 1985; la Convenzione delle Nazioni Unite sui
Diritti del Bambino del 1989; Le linee guida delle Nazioni Unite per la
prevenzione della delinquenza giovanile del 1990 e del Regolamento delle
Nazioni Unite per la protezione dei minori privati della libertà del 1990. I
principi più importanti contenuti in questi strumenti internazionali , che
operano come guide per la realizzazione di sistemi giudiziari nazionali
giovanili, sono il miglior interesse del bambino , la custodia come misura di
ultima istanza (art. 37 ter UNCRC ) , il rispetto della dignità del bambino
(art. 39 CRC ) , il divieto di sottomissione a trattamenti o punizioni
inumani o degradanti ( articolo 37 bis CRC ) , il diritto alla privacy in
atti giudiziari ( art. 40 VII) e la formulazione di un’età minima per la
capacità criminale (articolo 40 VIIa) . La spiegazione di questa attenzione
che ogni Stato è tenuto a porre sui bambini è la loro mancanza di
consapevolezza e la loro vulnerabilità. Nel quadro europeo inoltre, il ruolo
cruciale è svolto dalla CEDU in base alla quale tutti gli esseri umani e, a
fortiori bambini, hanno il diritto, inter alia, alla vita (articolo 2, CEDU)
, a non essere esposti a trattamenti e punizioni inumane o degradanti
Articolo 3 CEDU) , alla libertà ( articolo 5 CEDU) , ad un processo equo
(art. 6 CEDU) e alla vita privata (articolo 8 della CEDU ) .
Queste convenzioni e principi hanno un’importanza fondamentale nel contesto
del sistema di giustizia giovanile e il rispetto dei diritti dei bambini . Ma
se da una parte i trattati internazionali di cui sopra sono strumenti di soft
law, la CEDU è vincolante per il legislatore inglese. In particolare dallo
Human Rights Act del 1998 i diritti convenzionali hanno pieno effetto anche
di fronte alle corti nazionali. Per tali ragioni ci si propone ora di
analizzare le violazioni dei diritti umani compiute dal Regno Unito.
In primo luogo è la libertà di movimento che risulta compromessa, infatti
viene fatto uso di dispositivi ad ultrasuoni atti a disperdere i giovani per
motivi di sicurezza. Tali dispositivi sono udibili solo dalle persone sotto i
25 anni, ma da esse indistintamente siano essi o no possibili criminali;
senza dubbio questa pratica interferisce con la libertà di movimento dei
bambini che sono fisicamente impediti a raggiungere alcune aree e violano la
loro dignità (articolo 37 quater UNCRC) . Inoltre nella sua consueta
relazione sul Regno Unito , il Comitato delle Nazioni Unite sui diritti del
fanciullo del 2013 ha espresso particolari preoccupazioni circa l’uso di
ASBOs per i bambini . ASBOs sono ordini civili che, se vengono violati
saranno convertiti in reati penali. Questi ordini vengono dati a seguito di
comportamenti tali da “poter provocare provocare molestie , allarme o
disagio”. Non si tratta di comportamenti illegali di per sé ma tuttavia la
violazione di tali ordini può condurre anche alla detenzione. ASBOs sono
particolarmente discutibili , perché facilmente introducono minori nel
sistema penale, non risulta così rispettato il principio del best interest of
the child. In secondo luogo sono il divieti di entrare in aree specifiche o
in luoghi in cui vivono determinate persone, tali divieti possono perciò
anche violare il diritto alla vita privata e familiare di cui all’articolo 8
della CEDU e se particolarmente restrittivi la libertà personale di cui
all’articolo 5 CEDU.
Altra caratteristica fortemente criticata del sistema penale inglese è l’età
di capacità criminale. Il Comitato delle Nazioni Unite ha osservato che il
Regno Unito ha l’età minima della responsabilità penale d’Europa : 10 anni in
Inghilterra , Galles e Irlanda del Nord e 8 in Scozia . Fino all’introduzione
di s . 34 del Crime and Disorder Act 1998 i bambini sopra i 10 ma sotto i 14
anni erano considerati doli incapaces. Tuttavia con il Disorder Act ora
soltanto al di sotto dei 10 anni si è considerati incapaci. Il trattato sulle
regole minime delle Nazioni Unite per l’amministrazione della giustizia
minorile del 1985 prevede all’articolo 4 che l’età minima non sia fissata a
un livello troppo basso di età, tenendo conto dei fatti emozionale, mentale e
intellettuale maturità”.
Muovendo ora verso la fase pre trail si può notare come i poteri della
polizia di fermare e perquisire i bambini siano gli stessi che essa ha di
fronte ad un adulto , ma alcuni trattamenti , come perquisizioni o le
condizioni di detenzione , se sono diretti verso bambini possono avere limiti
più stringenti, in considerazione della loro vulnerabilità e per tale ragione
costituire più facilmente la violazione del divieto di trattamenti
degradanti.
La fase trail è poi caratterizzata da un’altra criticità: la Human Rights
Review nel 2012, ha riferito che tra il 2009 e il 2010 , 2.886 bambini sono
stati processati in tribunali Corona (tribunali per adulti) e la metà di loro
ha ricevuto una pena detentiva . Il Comitato delle Nazioni Unite sui diritti
del fanciullo ha sottolineato che i bambini non dovrebbero mai essere
trattati come adulti e che la gravità dei crimini non modifica questo
principio importante che è fondamentale per il rispetto dell’articolo 6. Il
governo britannico non ha modificato questa disposizione. Tuttavia nel caso
dell’omicidio Bulgar ad opera di due bambini di 11 anni processati come
adulti, la Corte ha constatato che i due ragazzi non avessero ricevuto un
processo equo , perché non avevano potuto partecipare ad esso e perché non
erano del tutto consapevoli di quanto stesse accadendo. Da allora sono state
messe in atto alcuni miglioramenti: misure speciali come un’udienza breve,
meno formalità, un linguaggio più semplice, spiegazioni delle regole
procedurali e maggiore coinvolgimento nel processo. Ma la possibilità di un
procedimento giudiziario davanti al tribunale della corona rimane ed è il
giudice con discrezione, che può decidere di adottare misure speciali per i
bambini o meno .
La fase finale del processo costituita dalla pena ha ricevuto le critiche più
aspre. Infatti un principio fondamentale a livello internazionale è quello
della detenzione come last resort, ossia come ultima risorsa. Articolo 37
UNCRC prevede che la detenzione debba essere usata solo come ultima risorsa e
per il più breve periodo di tempo possibile. Tuttavia il sistema del Regno
Unito è stato criticato perché la detenzione non è una vera e propria ultima
spiaggia, la prova di questa affermazione è l’elevato numero di bambini in
carcere: i bambini in custodia nel gennaio 2014 risultavano 1200 .
Nell’ultimo anno questo numero è sceso di 149, ma rimane un numero abbastanza
elevato, soprattutto perché 60 di questi bambini sono tra i 10 e i 14 anni.
Per questi motivi il Comitato delle Nazioni Unite ha sottolineato l’urgenza
di una revisione di questo sistema e il bisogno di più alternative alla
custodia . Ci sono molte questioni connesse alla violazione del principio di
ultima istanza. Infatti le statistiche dimostrano che è più facile che i
bambini ricomettano un secondo reato se sono stati in prigione. Punto focale
poi è la quasi totale assenza di una corretta educazione. Il Legal Centre del
Comitato delle Nazioni Unite sui fanciulli ha riferito che i bambini in
custodia non hanno un vero e proprio diritto all’istruzione. Sono infatti
previsti solo 15 ore settimanali di corsi di formazione per coloro che sono
nell’età dell’obbligo scolastico.
Il Comitato delle Nazioni Unite ha inoltre valutato che la condizione di
restrizione fisica per i bambini in stato di detenzione , non è accettabile e
viola gli articoli 3 , 6 , 19 e 37 della CRC e costituisce trattamenti
degradanti e disumani ai sensi dell’articolo 3 della CEDU.
Si noti poi che dal 1990 33 bambini sono morti in custodia . Come riportato
dal The Guardian questi numeri sono una vera vergogna per un paese sviluppato
e democratico . Il numero di decessi di bambini in carcere negli ultimi dieci
anni dà prova di una grave violazione dell’articolo 2 della CEDU : la vita
dei bambini non sono state protette a sufficienza . La gravità di questa
situazione e la violazione del diritto umano più basilare costituiscono una
grande debolezza del sistema di giustizia minorile del Regno Unito .
In conclusione si è notato che il miglior interesse del bambino spesso non
viene messo al centro del sistema: l’uso della detenzione, la bassa età di
responsabilità e mancanza di istruzione sono le più grandi debolezze. Ma sono
solo i risultati del problema di base che è l’approccio estremamente punitivo
alla criminalità giovanile. Il vero obiettivo è la necessità di fermare la
criminalizzazione dei bambini, non introducendo altri reati commessi
prevalentemente da giovani e ripensandone alcuni già esistenti. In questo
modo e focalizzando l’attenzione sulla riabilitazione e l’educazione e non
sulla punizione, il sistema di giustizia penale minorile inglese potrebbe
davvero rispettare i diritti umani e ridurre la criminalità giovanile.
VALENTINA MOINE
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Hine, Lewis, CC BY-NC-SA 2.0, flickr.com