Piano Intercomunale di Protezione Civile
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Piano Intercomunale di Protezione Civile
Linee Operative Generali Marzo 2016 NOTA Il trattamento dei dati personali contenuti nel presente Piano può essere effettuato solo ed esclusivamente per fini istituzionali, nel rigoroso rispetto di quanto stabilito dal D.Lgs 196 del 2003 e successive modifiche ed integrazioni. 1 Responsabili di Progetto: Direttore Generale del Comune di Baricella Avv. Beraldi Giuseppe e Assessore del Comune di Budrio, Di Raimo Sante. Gruppo di lavoro intercomunale: Assessori dei Comuni di Baricella, Minerbio, Granarolo dell’Emilia e Budrio, Comandanti della Polizia Municipale di Budrio - Granarolo dell’Emilia, Baricella, Minerbio e Vice Comandante Polizia Municipale di Baricella Redazione operativa del Piano Intercomunale: Assessore del Comune di Budrio, Di Raimo Sante, Direttore Generale del Comune di Baricella Avv. Beraldi Giuseppe con il supporto del Vice Comandante Polizia Municipale di Baricella Gambari Dott.ssa Simona. Coordinamento gruppo di Lavoro: Direttore Generale Comune di Baricella Avv. Beraldi Giuseppe Aggiornamento del Piano a Cura della Responsabile del Servizio Intercomunale di Protezione Civile Gambari Dott.ssa Simona 2 PRESENTAZIONE Il Sindaco, l’Autorità comunale di protezione civile, in una situazione di emergenza che coinvolga il proprio territorio, assume a livello locale, ai sensi della L. 225/92, il comando delle attività di soccorso. Per potere espletare le competenze ad esso affidate, ogni comune ha il diritto-dovere di dotarsi di una struttura di Protezione Civile e di uno strumento, il Piano di Protezione Civile (o di emergenza), che permetta da un lato di pianificare le azioni preventive e dall’altro di organizzare, nel migliore dei modi, l’assistenza immediata alla popolazione colpita. Il Piano Intercomunale di Protezione Civile, redatto in forma associativa e di cooperazione previste dal D.Lgs 267 del 2000, si coordina con quello Provinciale, e permette di avere uno strumento operativo a disposizione dei sindaci dei comuni dell’Unione, dettagliando a livello locale la conoscenza dei rischi presenti sul territorio, le procedure di emergenza e gli interventi di soccorso pianificati per il ripristino delle condizioni di normalità. Il Piano può essere visto come un insieme di scenari di evento e di danneggiamento, dipendenti sia da fattori antropici e naturali che insistono sull’area geografica in esame, sia derivanti da episodi eccezionali e imprevisti e prevede un insieme di modelli di intervento di emergenza e soccorso, specifici per ciascuno degli scenari individuati, opportunamente corredato da cartografie per facilitare la lettura grafica e immediata dei dati. La presenza di rischi naturali ed antropici in un territorio, come il nostro, così fortemente urbanizzato ed intimamente connesso all’area metropolitana bolognese, ha di fatto imposto il coordinamento tra le amministrazioni locali. Da ciò è nata l’esigenza, per i comuni aderenti, di approntare un Piano Intercomunale, allo scopo di creare e condividere un linguaggio comune, pur nell’autonomia di scelta a livello locale, sancita dalla stessa L. 225 e dalle responsabilità che da essa derivano La scelta è stata quella di realizzare il Piano Intercomunale, suddiviso in linee operative generali, allo scopo di trattare gli aspetti generali relativi al territorio, ai suoi rischi e di descrivere la “struttura intercomunale di protezione civile” messa a punto ( competenze, struttura, compiti), definendone i modelli e le procedure di intervento. Il Piano Intercomunale è lo strumento che consente di fare confluire al suo interno i piani di emergenza comunali, infatti, nei piani stralcio per tipologia di rischio, potranno essere inserite tutte le casistiche che ricadono nella tipologia, divise per territorio (a titolo esemplificativo nel rischio incidente rilevante si elencheranno tutte le industrie classificate a rischio di incidente rilevante, divise per comune di ubicazione) Il servizio intercomunale di protezione civile, si occuperà di effettuare il monitoraggio periodico delle risorse del volontariato (strumentali e di personale) e per le attività di rilevanza intercomunale del coordinamento delle associazioni di volontariato sul territorio, in accordo con la Consulta Provinciale delle Associazioni di protezione Civile. Il piano intercomunale di emergenza sarà lo strumento per raccogliere il censimento delle persone esposte a maggiore rischio, per il monitoraggio di eventuali precursori di eventi (soglie e livelli) che, verranno opportunamente indicati all’interno, per la definizione della struttura di coordinamento in ambito comunale e intercomunale con l’indicazione dei soggetti reperibili e degli eventuali recapiti. Il Servizio Intercomunale di Protezione Civile si occuperà di dare attuazione dell’informazione alla popolazione in merito al contenuto del piano e delle modalità di attivazione del servizio, al coordinamento della predisposizione di opuscoli , cartacei, 3 informatici(internet) per la popolazione o attività di adesione e raccolta recapiti telefonici, per la divulgazione delle procedure in caso di evento calamitoso anche mediante l’invio di SMS, messaggi Twitter o altro che la tecnologia potrà rendere disponibile. E’ inoltre intenzione dei Comuni di associare la funzione di “attività in ambito comunale di pianificazione di protezione civile e di coordinamento dei primi soccorsi”, funzione fondamentale dei comuni, ai sensi dell'articolo 117, secondo comma, lettera p), della Costituzione come modificato dalla legge 135 del 7 agosto 2012. 4 INDICE 1. Introduzione………………………………………………………………………………….. 6 1.1 Riferimenti normativi………………………………………………………………..9-10 1.2 Obiettivi del piano……………………………………………………………………...10 1.3 Competenze…………………………………………………………………………11-12 2. Inquadramento territoriale......................................................................................13-18 3. Scenari di Rischio....................................................................................................19-28 4. Coordinamento Intercomunale di protezione civile..................................................29 4.1 Strutture comunali di protezione civile.........................................................29-36 4.2 Servizio Intercomunale di protezione civile.......................................................37 4.3 Funzionamento della sala operativa intercomunale di protezione civile...38-44 4.4 Funzioni attribuite ai settori comunali...........................................................45-47 4.5 sintesi delle attività di emergenza..................................................................47-52 4.6 rapporti con il volontariato..................................................................................53 4.7 informazioni alla cittadinanza..............................................................................53 5. Risorse del servizio intercomunale.............................................................................53 5.1 Aree di ammassamento soccorritori e risorse………………………………..53-54 5.2 Aree di attesa e di accoglienza……………………………………………………....54 5.3 Strutture ricettive……………………………………………………………………….54 5.4 Stoccaggio materiali…………………………………………………………………...54 5.5 Mezzi e materiali………………………………………………………………………..55 6. verifiche ed aggiornamento del piano……………………………………………..…55-56 7. Glossario…………………………………………………………………………………...57-59 ALLEGATI SOGGETTI A REDAZIONE SUCCESSIVA E MODIFICA DA PARTE DEL COMITATO TECNICO ALLEGATO 1: Procedura generale di attivazione emergenza ALLEGATO 2: Rischio trasporto ALLEGATO 3: Rischio idraulico ALLEGATO 4: Rischio Incidente rilevante ALLEGATO 5: Rischio Sismico ALLEGATO 6: Rischio Gas COSTITUISCONO PARTE INTEGRANTE DEL PRESENTE DOCUMENTO GLI ALLEGATI TECNICI DEI PIANI COMUNALI REDATTI PER I COMUNI ADERENTI : BARICELLA ; Piano di Emergenza e schede tecniche BUDRIO; Piano di Emergenza e schede tecniche GRANAROLO DELL’EMILIA; Piano di Emergenza e schede tecniche MINERBIO; Piano di Emergenza e schede tecniche CASTENASO: Piano di Emergenza e schede tecniche BUDRIO: Piano di Emergenza e schede tecniche 5 1. Introduzione Il Piano è redatto in osservanza della normativa nazionale e regionale di settore ed in conformità con le Linee Guida per la predisposizione dei piani di emergenza provinciali e comunali” emanate dalla Regione Emilia Romagna (D.G.R. n° 1166 del 21.6.2004) e con il “Manuale operativo per la predisposizione di un piano comunale o intercomunale di protezione civile”, redatto dal Dipartimento della Protezione Civile ai sensi dell’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri del 28 agosto 2007, n. 3606. Il Sindaco, quale Autorità di protezione civile, deve conseguire determinati obiettivi per garantire la prima risposta ordinata degli interventi a seguito di un’emergenza di protezione civile; tali obiettivi si identificano fondamentalmente con i compiti istituzionali del Sindaco e dell’Amministrazione comunale, di seguito sintetizzati e categorizzati: CENTRO OPERATIVO COMUNALE Al verificarsi dell’evento calamitoso, fino all’eventuale istituzione del Centro Operativo Misto (COM), il Sindaco assume in ambito locale la direzione e il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza avvalendosi del supporto del Centro Operativo Comunale (COC) precedentemente costituito. Nel contempo, informa il Prefetto ed eventualmente il Presidente della Giunta regionale in merito all’evento, alle sue dimensioni, alle necessità immediate, ad eventuali danni e/o pericoli incombenti, con successive relazioni giornaliere di aggiornamento alla Prefettura. CENTRO OPERATIVO MISTO Il C.O.M. è la struttura operativa decentrata che coordina le attività in emergenza di più Comuni, in supporto alle attività dei sindaci dei comuni colpiti dalle calamità svolgendo, su una base territoriale più ristretta rispetto ai C.C.S. analoghi compiti di determinazione del quadro di evento, di riscontro delle necessità rappresentate dai comuni di riferimento e di intervento logistico operativo, svolto direttamente o tramite C.C.S. per il superamento dell’emergenza. Il C.O.M. si struttura quale luogo di riferimento di gestione dell’emergenza che coinvolge più comuni contemporaneamente. L’ubicazione è baricentrica rispetto ai comuni afferenti è localizzato in una struttura antisismica, non vulnerabili a qualsiasi tipo di rischio, in casi particolari, riferiti ad eventi non prevedibili, come collocazione spaziale, il C.O.M. può essere istituito in altre sedi ritenute più opportune. E’ attivato dal Prefetto. La struttura corrisponde alle caratteristiche tecniche previste dal Dipartimento di Protezione Civile: sala per riunioni sala per funzioni di supporto sala per il volontariato sala per le Telecomunicazioni la struttura è dotata di un piazzale attiguo per accogliere i mezzi di emergenza. SALVAGUARDIA DEL TERRITORIO E DELLA POPOLAZIONE 6 La tutela del proprio territorio e la salvaguardia della popolazione sono doveri prioritari nell’ambito dell’emergenza di protezione civile; le misure da adottare sono essenzialmente le seguenti: − censimento della popolazione residente entro le aree a rischio, con particolare attenzione alle fasce più deboli; − soccorso e allontanamento della popolazione dalla zona di pericolo; − predisposizione dei primi interventi di assistenza sanitaria; − attivazione di idoneo sistema di trasporto per persone con ridotta autonomia (bambini, anziani, disabili); − attuazione dei piani particolareggiati di assistenza (aree di ricovero, vitto, beni di prima necessità); − predisposizione dei primi interventi tecnici urgenti (demolizioni, puntellamenti, sgomberi, transennamenti); − predisposizione di idoneo servizio antisciacallaggio. CONTINUITA’ AMMINISTRATIVA Mantenere la continuità amministrativa del Comune e provvedere ad assicurare i necessari collegamenti con Prefettura, Provincia, Regione, sono priorità da assicurare in caso di evento calamitoso; pertanto, saranno predisposti i seguenti apprestamenti: − allestimento di installazioni provvisorie per uffici pubblici (anagrafe, ufficio tecnico,…); − allestimento di installazioni provvisorie per le necessità della giustizia e del culto; − riassetto degli organi locali per preparare il ritorno alla normalità. RIPRISTINO DELLA VIABILITA’ E DEI TRASPORTI Già nelle prime fasi dell’emergenza, dovranno essere previsti interventi per il ripristino della viabilità e la regolamentazione del traffico da e per le zone maggiormente interessate dall’evento, per mezzo di: − attuazione dei primi interventi sulle infrastrutture eventualmente danneggiate al fine della riattivazione dei trasporti; − organizzazione dei flussi di traffico lungo le vie d’esodo; − regolamentazione dell’accesso a terzi alle aree colpite (apposizione divieti, cancelli di transito, deviazione della circolazione,…), favorendo altresì l’afflusso dei mezzi di soccorso. RIPRISTINO FUNZIONALITA’ DI TELECOMUNICAZIONI E SERVIZI ESSENZIALI La riattivazione della funzionalità di tali servizi risulta di fondamentale importanza per tutte le attività collegate all’emergenza e dovrà, quindi, essere prontamente garantita tramite: − immediata attivazione delle comunicazioni radio con apertura della sala operativa comunale; − avvio dei collegamenti radio fra le unità operative esterne comunali per diramazione di comunicati o segnalazioni; − coordinamento degli enti fornitori dei principali servizi (Enel, Telecom, Hera,…) al fine di prevedere l’impiego del personale addetto per effettuare interventi urgenti sulle linee di erogazione e per il ripristino delle reti e delle utenze. SALVAGUARDIA DEL SISTEMA PRODUTTIVO E DEI BENI CULTURALI La difesa dei mezzi di produzione e dei relativi prodotti, oltre alla tutela dei beni culturali ubicati nelle zone a rischio, sono di basilare importanza per la ripresa della vita civile ed economica nell’area colpita, pertanto saranno organizzate le seguenti misure: 7 − censimento delle aziende produttive entro le aree a rischio; − organizzazione delle procedure per il sollecito ripristino delle attività produttive e commerciali eventualmente danneggiate; − censimento dei beni artistici e culturali presenti entro le zone a rischio. INFORMAZIONE ALLA POPOLAZIONE Dovere prioritario del Sindaco, quale autorità di protezione civile, è quello dell’informazione alla popolazione, particolarmente in merito: − ai rischi presenti nell’area di residenza; − alle conseguenti disposizioni contemplate nel relativo piano di emergenza (aree sicure, percorsi d’esodo); − alle norme di comportamento da tenersi prima, durante e dopo l’evento. Il presente Piano, attraverso le indicazioni procedurali, i modelli di intervento e gli scenari di evento ha le seguenti finalità: • fornire le linee di comportamento da seguire sia in “tempo di pace” che in emergenza; • raccogliere in un elaborato organico e adeguatamente strutturato le informazioni relative alle risorse e agli elementi esposti al rischio; • analizzare le cartografie di rischio sovrapponendole alle banche dati relative alle risorse e agli elementi sposti; • essere chiaro e conciso nella descrizione di procedure, compiti e responsabilità; • essere opportunamente flessibile per meglio adattarsi a diverse circostanze; • prevedere il coinvolgimento di tutti i soggetti pubblici che possono contribuire e partecipare alla gestione dell’emergenza; • essere predisposto per periodiche revisioni e aggiornamenti; • avere ampia diffusione fra gli Enti direttamente interessati e opportuna pubblicità nei confronti della popolazione; • essere informatizzato al fine di una rapida ed efficace gestione delle informazioni; • costituire un valido e concreto strumento per la gestione dell’emergenza. Il Piano Intercomunale di Protezione Civile si compone delle seguenti sezioni: • Linee Operative Intercomunali; • Piani di Emergenza dei Comuni aderenti al progetto; • Allegati tecnici e cartografia di livello intercomunale e di livello comunale. Il Piano di Emergenza Comunale è costituito da: • Introduzione • Piani Stralcio • Allegati tecnici e cartografia di dettaglio comunale. I Piani Stralcio sono stati redatti sulla base delle conoscenze e tecniche e delle informazioni acquisite sul territorio e sono così organizzati: Comune Introduzione Rischio idraulico Rischio industriale Rischio trasporti Rischio sismico Altre emergenze 1 BARICELLA Presente Presente …........ Presente Presente Presente 2 Presente …........ Presente Presente Presente Presente Presente Presente Presente Presente Presente 4 BUDRIO GRANAROLO DELL’EMILIA MINERBIO Presente Presente Presente Presente Presente Presente Presente 5 CASTENASO Presente Presente Presente Presente Presente Presente 3 8 6 MALALBERGO Presente Presente Presente Presente Presente Presente 1.1 Riferimenti normativi Il presente piano è redatto in conformità e nel rispetto delle seguenti Norme di Legge e Disposizioni. Le fonti normative sotto elencate rappresentano le basi da cui trae fondamento e veridicità il presente piano che tiene conto degli indirizzi nazionali, così come specificati ed indicati a livelli regionale, nell’ambito delle specificità ed autonomie locali. - Legge 24 febbraio 1992, n. 225 “Istituzione del Servizio Nazionale della protezione civile” con le modifiche apportate dal D.L. 59/2012 modificato dalla legge 100/2012 ; - D.M. 14 febbraio 1997 “Direttive tecniche per l'individuazione e la perimetrazione, da parte delle regioni, delle aree a rischio idrogeologico”; - Decreto Legislativo 31 marzo 1998, n. 112 “Conferimenti di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni ed agli Enti Locali, in attuazione del Capo I della Legge 15 marzo 1997, n. 59”; - Legge Regionale 21 aprile 1999, n. 3 “Riforme del sistema regionale e locale”; - Decreto Legislativo 30 luglio 1999, n. 300 “Riforma dell’organizzazione del governo, a norma dell’art. 11 della Legge 15 marzo 1997, n. 59”; - Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267 “Testo unico sulle leggi dell’ordinamento degli enti locali”; - Decreto Legge 279 del 12 ottobre 2000 “Interventi urgenti per le aree a rischio idrogeologico molto elevato ed in materia di protezione civile, nonché a favore delle zone della regione Calabria danneggiate dalle calamità idrogeologiche di settembre ed ottobre 2000”; - Legge 11 dicembre 2000, n. 365 “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto legge 12 ottobre 2000, n. 279, recante interventi urgenti per le aree a rischio idrogeologico molto elevato ed in materia di protezione civile, nonché a favore delle zone della regione Calabria danneggiate dalle calamità idrogeologiche di settembre ed ottobre 2000”; - Decreto del Presidente della Repubblica 8 febbraio 2001, n. 194 “Regolamento recante nuova disciplina della partecipazione delle Organizzazioni di Volontariato alle attività di Protezione Civile”; - Legge 9 novembre 2001, n. 401 “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto legge 7 settembre 2001, n. 343, recante disposizioni urgenti per assicurare il coordinamento operativo delle strutture preposte all’attività di protezione civile”; - D.P.C.M. 27 febbraio 2004 “Indirizzi operativi per la gestione organizzativa e funzionale del sistema di allertamento nazionale e regionale per il rischio idrogeologico ed idraulico ai fini di protezione civile” pubblicati in G.U. n. 59 del 11.03.2004, S.O.; - Delibera di Giunta Regionale n.975 del 24.05.2004 “Realizzazione e gestione del Centro Funzionale regionale ai sensi dell’art.2, comma 7 del D.L. 180/98”, come integrata dalla successiva D.G.R. n. 1505 del 30.07.2004; - D.P.C.M. 25 febbraio 2005 “Ulteriori indirizzi operativi per la gestione organizzativa e funzionale del sistema di allertamento nazionale e regionale per il rischio idrogeologico ed idraulico ai fini di protezione civile, recanti modifiche ed integrazioni alla D.P.C.M. 27 febbraio 2004” pubblicati in G.U. n. 59 del 11.03.2004; - Delibera di Giunta Regionale n. 1427 del 12.09.2005 “Attivazione del Centro Funzionale regionale e procedure per la gestione del sistema di allertamento regionale ai fini di protezione civile. 9 Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 27 febbraio 2004 e successive modifiche ed integrazioni”;- Linee guida per la predisposizione dei “Piani di Emergenza Provinciali e Comunali”, Regione Emilia-Romagna – approvate con D.G.R. n. 1166 del 21.06.2004; - Integrazioni Tecniche alle “Linee Guida Regionali per la predisposizione dei Piani di Emergenza Provinciali e Comunali” (DGR n. 1166/2004); Prototipo di Legenda per la predisposizione della Carta del Modello di Intervento; Testo Integrato Rischio Idraulico, Idrogeologico, Incendi Boschivi; - Legge Regionale 7 febbraio 2005, n. 1 “Norme in materia di protezione civile e volontariato. Istituzione dell’Agenzia regionale di protezione civile”. 1.2 Obiettivi del piano Il passaggio successivo consiste nella definizione di modelli di intervento specifici per ciascuna tipologia degli scenari individuati. Affinché ciò sia possibile, è necessario effettuare un processo di pianificazione che si esplica attraverso: • l’identificazione delle funzioni previste dal metodo “Augustus”, • l’individuazione della struttura di livello locale COC del COM e della figura del ROC (referente operativo comunale) • definizione della struttura intercomunale di protezione civile; • il censimento di risorse, mezzi, aree di attesa, accoglienza o ricovero (tendopoli, moduli abitativi di emergenza, strutture di accoglienza di altro tipo), aree di ammassamento soccorritori, depositi logistica, ecc.; • la definizione, ove necessario, di protocolli di intesa tra enti o di convenzioni tra Comune e privati, per l’ottimizzazione degli interventi di urgenza richiesti nella gestione dell’emergenza, • la localizzazione delle servizi essenziali (reti di servizi: linee elettriche, gasdotti, oleodotti, etc.). Il modello di intervento individua i compiti e le interazioni tra le strutture coinvolte nella gestione dell’emergenza e la loro composizione e competenza territoriale, Identifica inoltre le fasi nelle quali si articola l’intervento di protezione civile: • fase di previsione consistente nell’identificazione degli scenari di rischio probabili e ove possibile al preannuncio, al monitoraggio, alla sorveglianza in tempo reale degli eventi e dei conseguenti livelli di rischio attesi; • fase della prevenzione al fine di evitare o ridurre al minimo le possibilità che si verifichino danni; • fase del soccorso consistente nell’attuazione degli interventi integrati e coordinati diretti ad assicurare, alle persone colpite ogni forma di prima assistenza; • il superamento dell’emergenza consistente nell’attuazione, coordinata con gli organi istituzionali competenti, delle iniziative necessarie e indilazionabili volte a rimuovere gli ostacoli alla ripresa delle normali condizioni di vita. Il modello di intervento si completa poi con la rappresentazione schematica di tutti i dati derivanti dal processo di pianificazione (allegati dei modelli di intervento individuati in base ai rischi specifici, allegati cartografici e tecnici). 10 1.3. Competenze Alla luce e per gli effetti combinati dei suesposti riferimenti normativi, in particolare il D.Lgs. 31 marzo 1998 n°112 che avvalora e fa prevalere il percorso tracciato con la Legge 59/97, completato con i conseguenti provvedimenti regionali, è possibile delineare un quadro sintetico delle competenze riferite ai principali organismi che compongono il sistema della protezione civile. STATO: attraverso il Presidente del Consiglio dei Ministri e le strutture che operano nell’ambito della Presidenza del Consiglio (primo fra gli altri il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile), detiene in capo le funzioni generali di indirizzo, promozione e coordinamento di tutte le attività inerenti la protezione civile, con particolare riguardo alla predisposizione degli indirizzi per i programmi di previsione e prevenzione. Predispone i piani e gli interventi per affrontare gli eventi di cui all’art.2 comma 1, lettera c) della L.225/92 (calamità naturali, catastrofi o altri eventi che, per intensità ed estensione, debbono essere fronteggiati con mezzi e poteri straordinari); in tali circostanze,provvede alla deliberazione e/o alla revoca dello stato di emergenza, nonché all’emanazione di specifiche ordinanze, d’intesa con le Regioni, per prevenire situazioni di pericolo e favorire il ritorno alla normalità. REGIONE: Sono attribuite alla Regione in generale tutte le attività relative alla predisposizione dei programmi regionali di previsione e prevenzione e le funzioni di indirizzo per i piani e programmi provinciali. Coordina l’attuazione delle attività e degli interventi urgenti nelle emergenze di cui all’art. 2 comma 1, lettera b) della L. 225/92 e della L.R. 07/02/2005 n°1 (eventi naturali o connessi con le attività umane che per natura ed estensione richiedono l’intervento, coordinato dalla regione anche in accordo con gli organi periferici statali, di più enti ed amministrazioni a carattere locale) ed i successivi interventi per superare l’emergenza e favorire il ritorno alla normalità nei territori colpiti, oltre a provvedere alla ratifica dell’esistenza di eccezionale calamità o avversità atmosferica tramite la dichiarazione dello stato di crisi ed emergenza nel territorio regionale. PROVINCIA: Sono attribuite all’Amministrazione Provinciale principalmente le funzioni relative all’attuazione, nel proprio ambito, delle attività di previsione e degli interventi di prevenzione dei rischi, oltre alla redazione del Piano Provinciale di emergenza. Ha inoltre compiti di vigilanza in merito alla predisposizione dei servizi urgenti da attivare in caso di eventi calamitosi di cui all’art. 2 comma 1, lettera b) della L. 225/92, di coordinamento e supporto alle attività di pianificazione comunale, di particolari funzioni connesse allo spegnimento di incendi boschivi, di promozione del volontariato, ecc… e in generale le competenze relative alla gestione delle emergenze nell’ambito delle proprie attribuzioni. PREFETTURA: nell’ottica di garantire un coinvolgimento sinergico delle risorse statali e locali in rilevanti situazioni di emergenza, il Prefetto assicura il concorso dello Stato nelle situazioni di emergenza di cui alle predetta lettera c) dell’art. 2 della L. 225/92, attivando tutti i mezzi e i poteri di competenza statale. Anteriormente all’adozione di ordinanze derogatorie della normativa vigente, è l’unica autorità che ha il potere, quale rappresentante dello Stato, di assumere iniziative di carattere straordinario, garantendo, in coerenza con quanto pianificato dai competenti enti territoriali, l’attivazione delle risorse 11 statali necessarie presenti sul territorio; ciò ovviamente in attesa dell’eventuale diverso assetto di competenze che dovesse in seguito delinearsi. Per esercitare le proprie funzioni in emergenza, il Prefetto si avvale di tre distinte strutture (meglio descritte in seguito): il Centro Coordinamento Soccorsi, la Sala Operativa ed il Centro Operativo Misto. COMUNE: Sono attribuite all’Amministrazione comunale le funzioni relative all’attuazione, nel proprio ambito, delle attività di previsione e degli interventi di prevenzione dei rischi, oltre alla redazione del Piano Comunale di emergenza. Predispone e adotta tutti i provvedimenti necessari ad assicurare la prima assistenza alla popolazione e gli interventi urgenti in caso di eventi calamitosi di cui all’art. 2 comma 1, lettera a) della L. 225/92 (eventi naturali o connessi con l’attività dell’uomo che possono essere fronteggiati mediante interventi attuabili con le risorse di cui dispone ogni singolo ente o amministrazione in via ordinaria); provvede alla vigilanza sull’attuazione dei servizi urgenti da parte delle strutture locali, alla informazione della popolazione sui rischi presenti sul territorio, oltre alla promozione e all’utilizzo del volontariato sulla base degli indirizzi nazionali e regionali. Il Sindaco, per l’esercizio delle proprie funzioni in emergenza, si avvale del supporto del Centro Operativo Comunale. 12 2. Inquadramento territoriale I Comuni di Baricella, Budrio, Granarolo dell’Emilia, Minerbio, Castenaso e Malalbergo sono ubicati nella Provincia di Bologna. COMUNE DI BARICELLA Provincia BO Estensione territoriale 45,61 km² Latitudine 44° 38’ 51’’ N Longitudine 11° 32’ 7’’ E Via Roma n°76 40052 Baricella (BO) Sede comunale tel. 051-6622411 Fax 051-873399 Via Pedora 53 tel. 051-6622409 Sede Polizia Locale Fax. 051-873397 Popolazione residente totale 6.931 abitanti (01.01.2013) Popolazione residente per km² 151,96 abitanti (01.01.2013) Classi altimetriche Altitudine compresa tra 4 e 11 m s.l.m. Morfologia Territorio pianeggiante Corsi d’acqua principale Fiume Reno – Canale Savena Dighe e invasi Assenti Autorità di bacino Bacino Reno Classificazione sismica 3° Comuni confinanti • • • • • • • Argenta (FE) Budrio (BO) Ferrara (FE) Malalbergo (BO) Minerbio BO) Molinella (BO) Poggio Renatico (FE) 13 COMUNE DI BUDRIO Provincia BO Estensione territoriale 120,19 km² Latitudine 44° 32' 16,80'' N Longitudine 11° 32' 4,56'' E Piazza Filopanti, 1 40054 Budrio (BO) Sede comunale tel. 051- 6928111 fax 051- 808106 Via Martiri Antifascisti 85 Sede Polizia Locale tel. 051 – 6928232 / 051 - 6928233 fax 051- 6928234 Popolazione residente totale 18.172 abitanti (01.01.2013) Popolazione residente per km² 151,20 abitanti (01.01.2013) Classi altimetriche Altitudine compresa tra 5 e 25 m s.l.m. Morfologia Territorio pianeggiante Idice: il Torrente Savena che in pianura s’immette assieme al Torrente Zena nel Torrente Idice dalla S.S. n°.9 “Via Emilia” al Ponte della Rabuina in Località Vigorso Corsi d’acqua principale di Budrio proseguendo dal Ponte della Rabuina al Ponte del Dritto in località Pedagna di Budrio dove infine è stato deviato dopo Budrio artificialmente in Reno Dighe e invasi assenti Autorità di bacino Bacino Reno e Bonifica Renana Classificazione sismica 3° est: Medicina nord: Molinella nord-ovest: Baricella, Minerbio Comuni confinanti ovest: Granarolo dell'Emilia sud: Ozzano dell'Emilia sud-ovest: Castenaso 14 CITTA' DI GRANAROLO DELL’EMILIA Provincia BO Estensione territoriale 34,41 km² Latitudine 44°33'15"12 N Longitudine 11°26'38"04 E Via San Donato 199 40057 Granarolo dell’Emilia (BO) Sede comunale tel. 0516004111 Fax 0516004333 Via San Donato 199 tel. 051.6004110 Sede Polizia Locale fax. 051.6004353 Popolazione residente totale 10.998 abitanti (01.01.2013) Popolazione residente per km² 319,62 ab./km² (01.01.2013) Classi altimetriche Altitudine compresa tra 19 e 40 m s.l.m. Morfologia Territorio pianeggiante Torrente Savena Abbandonato Scolo Zenetta di Quarto Scolo Zena Superiore Corsi d’acqua principale Canaletta di Cadriano, Scolo Marana Scolo Lorgana Dighe e invasi Assenti Autorità di bacino Bacino Reno e Bonifica Renana Classificazione sismica 3° Comuni confinanti : Bentivoglio : Bologna : Budrio : Castel Maggiore : Castenaso : Minerbio 15 CITTA' DI MINERBIO Provincia BO km² 43 Estensione territoriale Latitudine 44°37'3"72 N Longitudine 11°28'18"12 E via Garibaldi 44 - 40061 Minerbio (BO) Sede comunale tel. 051 6611711 fax 0516612152 Via Garibaldi 44 tel. 051 878216 - 051 6611726 Sede Polizia Locale 051 6611726 fax 051 878216 Popolazione residente totale 8730 abitanti (2013) Popolazione residente per km² 203 abitanti (2013) Classi altimetriche Altitudine compresa tra 8 e 24 m s.l.m. Morfologia Territorio pianeggiante Corsi d’acqua principale Savena – Canale Emiliano Romagnolo Dighe e invasi Assenti Autorità di bacino Bacino Reno e Bonifica Renana Classificazione sismica 3° est e sud: Budrio Comuni confinanti nord: Baricella e Malalbergo ovest: Bentivoglio e Granarolo dell'Emilia 16 COMUNE DI CASTENASO Provincia BO Estensione territoriale Km² 35,74 Latitudine N 44°30'36.42" Longitudine E 11°27'55.19" Sede comunale Via XXI Ottobre 1944 n.7 Sede Polizia Locale Via Nasica 9-11 Popolazione residente totale 14720 (31/12/2014) Popolazione residente per km² 412 Classi altimetriche pianura intermedia, in un’area di transizione tra dossi fluviali e aree più depresse, di forma Morfologia piatta ed allungata secondo il principale asse fluviale e con un gradiente di pendenza molto modesto. Corsi d’acqua principale Torrente Idice Dighe e invasi Autorità di bacino Autorità di Bacino del Reno Classificazione sismica 3° zona Granarolo dell'Emilia – Budrio – Bologna Comuni confinanti San Lazzaro di Savena - Ozzano dell’Emilia COMUNE DI MALALBERGO Provincia Estensione territoriale BO 53,82 km² Latitudine 44°43’07.7’’ N (sist. Sessagesimale) Longitudine Sede comunale 11°32’02.6’’ E (sist. Sessagesimale) P.zza Unità D’Italia n° 2 Sede Polizia Locale Popolazione residente totale P.zza Caduti della Resistenza 8943 al 31/12/2015 Popolazione residente per km² 166,17 ab/ km² Classi altimetriche Morfologia Pianura Pianeggiante Corsi d’acqua principale RENO – LORGANA – SAVENELLA 17 ABBANDONATO – RIOLO - NAVILE Dighe e invasi Autorità di bacino Classificazione sismica Comuni confinanti Invaso parco Isola BONIFICA RENANA – ENTE BACINO RENO E Poggio Renatico – Baricella – Minerbio - Per ogni dettaglio sugli aspetti geologici e morfologici, ambientali ed urbanistici del territorio oggetto del presente Piano Intercomunale, si rimanda agli elaborati del quadro conoscitivo di ciascun Piano Comunale (documento introduttivo e relativa cartografia). In sintesi, si riassumono comunque i temi che caratterizzano il territorio e che ne condizionano la vulnerabilità e contribuiscono a definire gli scenari di rischio per l’intero territorio: 1) morfologia pianeggiante 2) rete idrografica, caratterizzata dalla presenza di Fiumi, Canali, che interessano parzialmente, il territorio dei Comuni dell'Unione. 3) presenza di canali artificiali a regime idraulico controllato per l’irrigazione 4) efficiente rete di viabilità, principale e secondaria, che consente di connettere ogni parte del territorio, con possibilità di almeno un percorso alternativo per ogni destinazione 5) presenza di infrastrutture di trasporto significative sul territorio (strade statali, provinciali, ferrovia) sia di connessione locale che di attraversamento provinciale e nazionale 6) non elevata densità di insediamenti artigianali e industriali in ogni comune. 7) Presenza limitata di aziende classificate a rischio di incidente rilevante 8) estesa utilizzazione agricola del territorio, con numerosi insediamenti rurali distribuiti I possibili scenari di rischio considerati sono: - Rischio idraulico - Rischi dell’aria e del clima - Emergenza neve - Eventi meteorici intensi (forti temporali, grandinate, trombe d’aria,) - Rischio sismico - Rischio chimico e industriale - Ritrovamento ordigni bellici inesplosi - Rischio da arresto fornitura energia elettrica 18 3. Scenari di rischio Fra gli scenari di rischio occorre fare preliminarmente una distinzione fra: • Eventi prevedibili (rischio idraulico) • Eventi non prevedibili (rischio sismico, chimico, industriale) Il concetto di prevedibilità o di imprevedibilità è riferito a quegli eventi che, attraverso l’analisi e lo studio di percorsi storico- scientifici possono essere, o meno, previsti e nei confronti dei quali può essere ipotizzato preventivamente il loro verificarsi, oppure che accadono senza essere preceduti da segnali premonitori di sorta. Qualora sul territorio si presenti un evento prevedibile e periodico è fondamentale collegare una graduale risposta del sistema complesso di protezione civile in funzione di ogni segnale e di ogni stadio dell’evento stesso. RISCHIO IDRAULICO Il deflusso naturale delle acque dei maggiori fiumi delle Provincia, soprattutto nella bassa pianura,è interamente affidato alle opere idrauliche in essere ed alla capacità di controllo della loro efficienza. La pericolosità è quindi proporzionale alla rigidità del sistema artificiale di drenaggio, ed alla capacità di mantenerlo adeguato alle esigenze di deflusso. In questo senso le compatibilità idrauliche delle scelte di pianificazione urbanistica ed infrastrutturale, e le modificazioni della struttura di drenaggio dell’agricoltura, devono essere valutate in termini quantitativi, sempre in relazione all’insieme delle superfici modificate, e non solo stimate in relazione ai singoli interventi. In ultima analisi, la distribuzione delle possibili criticità intrinseche al sistema di drenaggio dell’intera pianura vede un aumento di criticità man mano ci si spinge verso i istemi scolanti di bonifica interamente artificiali, come dimostra la frequenza e l’estensione degli episodi di esondazione ed allagamento storici e recenti. Il territorio di BARICELLA è interessato dal rischio idraulico. Il territorio è totalmente pianeggiante, con altimetrie che variano dai 4 agli 11 metri sul livello del mare; quindi può essere soggetto a vasti allagamenti. Si dovrà quindi monitorare, anche con l’impiego dell’associazione di volontariato Prometeo, il territorio durante tutto l’arco dell’anno e segnalare inconvenienti agli enti preposti. Questi controlli dovranno essere costanti e continui in ogni situazione di grandi piene anche per mettere in stato d’allerta le autorità competenti. Nelle fasi di controllo e monitoraggio, i punti maggiormente a rischio individuati, saranno specificati su apposita cartografia. Il territorio comunale è interessato nella parte nord dall’attraversamento del fiume Reno che ha subito nel tempo moltissimi straripamenti causando ingenti danni, negli ultimi due secoli è stato arginato, ma nel caso di piene eccezionali è sempre possibile uno straripamento tale da causare danni nel territorio Numerosi sono anche i canali, fra i più importanti, la Lorgana ed il canale della Botte, a rischio esondazione, come poi avvenuto nel dicembre 1996 19 Il territorio di BUDRIO è interessato da rischio idraulico Il territorio è pianeggiante quindi soggetto ad allagamenti, i principali corsi d'acqua sono: Idice: il Torrente Savena che in pianura s’immette assieme al Torrente Zena nel Torrente Idice dalla S.S. n°.9 “Via Emilia” al Ponte della Rabuina in Località Vigorso di Budrio proseguendo dal Ponte della Rabuina al Ponte del Dritto in località Pedagna di Budrio dove infine è stato deviato dopo Budrio artificialmente in Reno I corsi d’acqua minori, “lo Scolo Gallina Inferiore e Superiore, la Fossa Selva, lo Scolo Centonara Abbandonata, il Canale di Budrio o Fossano, lo Scolo Canalazzo e il Canale Prunaro”, che pur presentando caratteristiche di criticità, hanno tuttavia una rilevanza, una caratterizzazione strutturale ed una localizzazione tale da farne ipotizzare una riqualificazione, sia attraverso lo sfruttamento delle loro caratteristiche di autodepurazione, sia per la formazione di una rete minuta di corridoi di collegamento e di fruizioni diversificate, da effettuare tramite appropriati interventi di riqualificazione delle sponde. Il territorio di GRANAROLO DELL’EMILIA è interessato dal rischio idraulico. L’indagine storico-retrospettiva degli eventi esondativi condotta dall’Ufficio di Protezione Civile per la realizzazione del tematismo “aree esondate in provincia di Bologna per il periodo 1945- 2005” e l'analisi dettagliata dei fenomeni, hanno permesso di censire nel periodo considerato n. 52 eventi meteo-pluviometrici. Il censimento ha permesso di definire anche le aste fluviali che sono state soggette al maggior numero di eventi, tra di essi risulta censito il Comune di Granarolo dell'Emilia con un numero di eventi di 6 su 10 avvenuti sul torrente Savena Abbandonato (periodo di riferimento 1945-2005). Inoltre la possibilità di forti e continue piogge nella pianura o nella zona appenninica, anche in relazione alle variazioni climatiche, rende lo scenario esondazioni il più probabile fra quelli considerati nel territorio comunale. Le aree interessate e soggette a rischio di esondazione sono quelle limitrofe ai torrenti Savena Abbandonata, scolo di Bonifica Zena e Zenetta, scolo Granarolo, scolo Lovoleto e Biscia, scolo Foggia. 20 Il territorio di MINERBIO è interessato dal rischio idraulico. Il comune di Minerbio è soggetto a rischio di esondazione, sia per la morfologia pianeggiante e a volte depressa, sia per la fitta rete idrografica di origine naturale e artificiale che lo attraversa. Tutti i corsi d’acqua si presentano arginati. Da un’analisi storica dei dati forniti dal Servizio Protezione Civile della Provincia di Bologna, si osserva che il territorio di Minerbio è stato soggetto ad esondazioni anche in tempi recenti, dovute in prevalenza ad intense precipitazioni che hanno causato il sormonto e/o la rottura degli argini. Nella tavola d’individuazione dei rischi allegata al piano sono stati individuati le zone a rischio di esondazione, rilevate sulla base dei dati storici ricevuti dall’Ufficio Provinciale di Protezione Civile; gli eventi segnalati sono riferiti ai corsi d’acqua minori, quali Scolo Zena, scolo Fiumicello, scolo Ramezzolo, scolo Dugliolo L’analisi svolta dal Servizio Protezione Civile della Provincia di Bologna ha consentito inoltre di individuare alcuni tratti di corsi d’acqua arginati che presentano elementi di criticità, e pertanto sono da considerarsi a rischio di cedimento, di straripamento, e conseguente esondazione dei terreni circostanti. In caso di esondazione, i principali rischi prevedibili sono riconducibili a: • isolamento di frazioni o case isolate • interruzione di fornitura di servizi (luce, acqua potabile, ecc.) • interruzione di strade • cedimento di edifici e infrastrutture 21 Il territorio di CASTENASO è interessato da rischio idraulico Il Comune di Castenaso, analizzando i dati della Carta delle aree esondate per gli anni 1945-2003, elaborata dall’Ufficio Protezione Civile della Provincia di Bologna, non risulta particolarmente interessato da significativi fenomeni esondativi, tuttavia, la concomitanza tra subsidenza e zone con difficoltà di scolo costituisce un considerevole incremento della criticità idraulica. In particolare la velocità di subsidenza, stimata come valore medio di abbassamento per l’intervallo 1970/93 - 1999 dall’ARPA (Bonsignore, 2001), costituisce un indice di criticità riferito ai prossimi 10 anni. In questo senso risultano particolarmente critiche le seguenti zone: Idice – Castenaso ad est del T. Idice, ove si sviluppa un’ampia depressione che si è originata più recentemente rispetto alle precedenti, ma che ha già raggiunto velocità di abbassamento superiori a 3,2 cm/anno. Anche in questo caso le ancor forti acclività di questo settore di alta pianura, assorbono le possibili criticità indotte dall’abbassamento differenziale del suolo (fonte cst.provincia di bologna.it) La possibilità di forti e continue piogge nella pianura o nella zona appenninica, anche in relazione alle variazioni climatiche in atto, rende lo scenario esondazioni probabile. Il Torrente Idice che attraversa il territorio da sud-ovest verso nordest passando per il capoluogo e le aree limitrofe al corso dell’Idice possono considerarsi a rischio esondazione. Le altre aree maggiormente soggette ad allagamenti in quanto depresse rispetto corsi d’acqua e fossi sono: - l’area golenale del Torrente Idice nei pressi dei Laghetti di Madonna di Castenaso - la zona fra Via Sentiero Idice e la Chiesa di san Giovanni Battista (ex fondo Benfenati) - a nord della frazione Fiesso lungo la via Pedagna Destra prima della passerella sull’Idice - l’intersezione via Marano -Via della Pieve - la Via Felicori dall’incrocio con via Marano a quello con Via Marana - Via Marciapesce da Via Ciottitrentadue al podere Canova - un tratto di Via Bagnarese - un tratto di Via Marana - l’intersezione Via Marana – Via della Pieve - l’intersezione Via Marana – Via Veduro - Via Cà Belfiore tratto Casalunga Golf Club (parte nord) - Via Frullo nei pressi dell'intersezione con Via Cà dell'Orbo - il sottopasso di via Chiusa Nuova 22 Il territorio di MALALBERGO è interessato da rischio idraulico L’indagine storico-retrospettiva degli eventi esondativi relativi al Fiume Reno, condotta dall’Ufficio di Protezione Civile sopra citata (periodo di riferimento 1945-2005), evidenza che tra gli anni '40 e '49 si sono registrati tre episodi di “rotta al Gallo”, successivamente a tale periodo si registrano innalzamenti anche imponenti allo sfioratore del Gallo, che rimane comunque un punto interessato da forte rischio di esondazione. Altri corsi d'acqua interessati da rischio Idraulico sono: Torrente Savenella; Torrente Riolo; Torrente Lorgana; Canale Navile (sull’argine del quale corre per 3,400 km la S.S. 64); Canale diversivo Navile; Canale diversivo Allacciante; Scolo Calcarata; Non si registra la presenza di residenti o attività in aree golenali. • RISCHIO CONNESSO AL TRASPORTO MERCI PERICOLOSE Le principali arterie della viabilità stradale, (SP3 “Trasversale di Pianura”, SS64 Porrettana SP 253 “San Vitale” , SP5 e SP20 soprattutto in corrispondenza del casello autostradale di Altedo) inoltre, sono giornalmente interessate dal transito di merci pericolose, essendo il trasporto su gomma di tali sostanze e materiali estremamente diffuso, sul territorio circolano pertanto sia mezzi di trasporto in arrivo o in partenza da insediamenti produttivi sia mezzi in transito. Inoltre, la grande rilevanza delle attività agricole comportano il trasporto, spesso con mezzi agricoli e con modalità poco sicure, di ingenti quantitativi di concimi, antiparassitari, fitofarmaci, diffusi in maniera capillare anche sulle strade di minore importanza. Punti critici per l’assommarsi di condizioni di difficoltà di transito, o per la presenza di ricettori sensibili e potenziali soggetti al rischio, sul tracciato sono gli incroci non regolati, i sottopassi e le sopraelevate, gli attraversamenti di centri abitati. La circolazione stradale di merci pericolose è regolamentata dall’Accordo Europeo del 30/09/1957, conosciuto come A.D.R., recepito dalla normativa italiana e oggetto di successivi aggiornamenti ed integrazioni. In base a tale normativa, i trasporti di merci pericolose sono immediatamente identificabili per la presenza di PANNELLI DI PERICOLO, di colore arancione posti sia anteriormente che posteriormente al veicolo, che identificano la sostanza trasportata e la tipologia di pericolo connessa, e di ETICHETTE DI PERICOLO, che esemplificano graficamente il pericolo e le caratteristiche della sostanza. Uno schema illustrativo della cartellonistica ADR è riportata in allegato al Piano. I rischi prevedibili per tale tipologia di evento si possono ricondurre a: • Esplosione; • Incendio, 23 • Diffusione di sostanze nocive per l’uomo per inalazione o per contatto; • Diffusione di sostanze inquinanti per l’ambiente. Peraltro, vista la grande diffusione del trasporto merci, in particolare su gomma, e il numero elevatissimo di sostanze, nessun rischio può essere escluso a priori in questa tipologia di evento (diffusione di sostanze radioattive, contaminanti biologici, ecc). Va inoltre rilevato che alla grande varietà di sostanze chimiche trasportate corrispondono procedure di intervento e misure di contenimento assai diversificate, che richiedono l’intervento di personale altamente qualificato e, spesso, sono fonte di rischio elevato sia per la popolazione che per i soccorritori Il territorio comunale di Baricella è attraversato dalle seguenti infrastrutture di trasporto: S.P. n°5 S.P. n°47 Dalle strade sopracitate si diramano arterie di secondaria importanza, a collegamento con le varie località situate nei pressi del centro abitato di Baricella. Il territorio comunale di Baricella è servito da una rete di autobus Data la presenza di vie di comunicazione importanti, il rischio può derivare da versamento accidentale di sostanze pericolose durante il trasporto (vinilbenzene, carburanti, ammoniaca, gas tossici, etc...) In emergenza, occorre, dare precise e tassative disposizioni al personale di soccorso, affinché non si avvicini e non faccia avvicinare nessuno più del necessario onde evitare ogni pur minima possibilità d’incendio e far intervenire al più presto i tecnici A.R.P.A., quindi interrompere il traffico, circoscrivere la zona, telefonare immediatamente all’Ente proprietario della strada; avvisare la popolazione e gli utenti interessati comunicando loro il comportamento onde evitare rischi. Attualmente, non vi sono nel territorio del Comune di Baricella Ditte identificabili come produttrici di rischi medio/bassi né come stoccaggio di materiali inquinanti. Il territorio comunale di Budrio è attraversato dalle seguenti infrastrutture di trasporto: SP 253 R “San Vitale” è una strada provinciale di rilevanza interprovinciale SP 3 “Trasversale di Pianura” SP 6 “Zenzalino” Dalle strade sopracitate si diramano arterie di secondaria importanza, a collegamento con le varie località situate nei pressi del centro abitato di Budrio. Il territorio comunale di Budrio è inoltre interessato dall’attraversamento della rete ferroviaria Sub-Urbana Bologna Portomaggiore ed è servito anche da una rete di autobus. 24 Il territorio comunale di Granarolo dell’Emilia è attraversato dalle seguenti infrastrutture di trasporto: - S.S. 64 Porrettana (fraz. Cadriano e Lovoleto) - S.P. 3 “Trasversale di Pianura” - S.P. 5 San Donato, - S.P. 86 Lungosavena - S.P. 46 Via Roma Dalle strade sopracitate si diramano arterie di secondaria importanza, a collegamento con le varie località situate nei pressi del centro abitato di Granarolo dell’Emilia. Il territorio comunale di Granarolo dell’Emilia è servito anche da una rete di autobus. (linee 88, 93, 301 e 302, Prontobus collegamento con Bentivoglio, linea 431 con Budrio ) Il territorio comunale di Minerbio è attraversato dalle seguenti infrastrutture di trasporto: - S.S 64 Porrettana - S.P. n°5 Dalle strade sopracitate si diramano arterie di secondaria importanza, a collegamento con le varie località situate nei pressi del centro abitato di Minerbio. Il territorio comunale di Minerbio è servito da una rete di autobus. Il capoluogo Castenaso e la frazione Villanova sono ubicate lungo la S.P. 253 “San Vitale”,la principale arteria di viabilità del territorio. Su tale direttrice si registrano intensi flussi di traffico in provenienza dalle aree Budrio/Molinella e Medicina/Lugo/Ravenna verso Bologna e viceversa. Attualmente è in fase di completamento il tratto della nuova arteria stradale “LungoSavena” che interessa il territorio comunale dai pressi della zona industriale di Via Pederzana a Villanova fino a via Foggianova al confine con Granarolo dell'Emilia. Il territorio comunale è poi attraversato da un tratto della linea ferroviaria suburbana Bologna – Portomaggiore. Si prospettano le seguenti ipotesi di gravi incidenti: incidente stradale con interruzione della viabilità sulla S.P. 253 o incidente stradale/ferroviario con interruzione della linea ferroviaria incidente stradale con fuoriuscita di sostanze chimiche tossiche o nocive pericolose per l’ambiente circostante incidente aereo con collisione su area abitata o zona industriale. 25 Il territorio comunale di Malalbergo è attraversato dalle seguenti infrastrutture di trasporto: Direttrice Bologna – Ferrara S.S. 64 via Porrettana Autostrada a 13 (con casello autostradale) Direttrici Trasversali S.P. 20 collega San Pietro in casale alla S.S. 64 oltre che servire il casello autostradale; S.P. 47 collega il comune di Baricella ad Altedo, ovvero la S.P. 5 alla S.S. 64; S.P. 44 (bassa Bolognese) che collega Bentivoglio alla S.S. 64; S.P. 12 (basso reno) che collega la S.P. 4 con la S.S. 64 Inoltre la S.S. 64 viene utilizzata dall'Azienda TPER (Trasporto Pubblico Emilia Romagna) come direttrice di collegamento tra la provincia di Ferrara e quella di Bologna. Sul territorio è presente altresì una fitta rete di strade comunali di collegamento tra le frazioni ed il capoluogo nonché con le arterie sopra elencate. RISCHIO SISMICO Il Servizio Sismico Nazionale pur non potendo prevedere quando e dove accadrà un terremoto fornisce studi dettagliati sulla sismicità del territorio nell’intento di ridurre il rischio sismico. Per rischio sismico s’intende una stima del danno atteso a seguito di un evento sismico, può essere espresso in termini di vittime, costo economico, danno alle costruzioni. La previsione si fonda principalmente su calcoli statistici e fornisce la carta del rischio terremoti in Italia. Il terremoto è uno dei più temibili fenomeni geologici, connotato, come mostrano alcuni censimenti sulle catastrofi naturali, da un’alta incidenza come numero di vittime rispetto agli altri eventi geologici, che può rappresentarsi con tassi variabili dal 58 al 30% rispetto agli altri fenomeni, a seconda del periodo d’osservazione considerato; in Italia dal 1000 ad oggi si sono avuti 30.000 terremoti, dei quali circa 200 disastrosi, che hanno causato più di 120.000 vittime solo in questo secolo. Il rischio connesso a fenomeni sismici è ovviamente riferito ad un contesto territoriale più ampio di quello comunale; gli eventi calamitosi di tale tipo attivano pertanto procedure di intervento a livello provinciale, alle quali il comune può fornire supporto logistico e tecnico. Il rischio al quale è soggetto il territorio è dato dalla combinazione fra la massima intensità attesa del fenomeno e la vulnerabilità delle costruzioni e delle infrastrutture presenti. I quattro Comuni dell’Unione Terre di Pianura sono classificati in “Zona 3”, cioè ad una zona con pericolosità sismica bassa. L’intensità sismica è misurata secondo la scala Mercalli, la massima intensità di evento sismico atteso, sulla base dei dati storici disponibili, è pari al 7° grado della scala Mercalli. La situazione sull’intero territorio dell’Unione è eterogenea, potendosi trovare sia zone di interesse storico, con fabbricati di antica e recente edificazione, sia edifici o complessi co26 lonici isolati, caratterizzati dalle più varie tipologie costruttive, spesso sovrapposte o adiacenti. Non essendo disponibile un censimento degli edifici sulla base dei parametri di vulnerabilità sismica o di tipologia costruttiva, non è possibile stabilire a priori quali zone del territorio risulteranno particolarmente sensibili ad eventi sismici, e quale sia la soglia di intensità dell’evento tale da causare danni generalizzati al patrimonio edilizio esistente. • RISCHIO NEVE Negli ultimi anni le precipitazioni nevose sono state esigue anche se associate a freddo intenso e ghiaccio. Nei mesi invernali sono localmente possibili precipitazioni nevose abbondanti circa 20 – 40 cm. Nei casi più rilevanti si possono verificare: - difficoltà della circolazione stradale con autoveicoli bloccati e interruzioni sulla rete viaria, - interruzione di linee elettriche e telefoniche; - isolamento di abitazioni; - interruzione di alcune attività produttive. Ne i piani comunali sono individuati mezzi (spazzaneve, trattori, a ruote o cingoli, ecc...) disponibili e utilizzabili in caso di emergenza. Si tratta di emergenza in parte prevedibile, in quanto il rischio si realizza in un arco di tempo di ore. • RISCHIO NUBIFRAGIO E TROMBA D’ARIA E’ possibile che in occasione di situazioni meteorologiche instabili possano verificarsi violenti temporali e trombe d’aria. In particolare nei territori di pianura, come il nostro, in condizioni di elevata umidità e calore al suolo un nubifragio con formazione di trombe d’aria può essere devastante per le strutture e che incontra nel suo spostamento e pericoloso per persone ed animali esposti. Si tratta di fenomeni intensi di durata breve che sprigionano la massima energia in aree circoscritte dell’intero territorio comunale. Le strutture instabili, i beni e le merci collocati nei seminterrati sono sicuramente i più esposti al rischio danneggiamento quando la rete di scolo e rete fognaria non riescono più a smaltire l’enorme quantità di acque meteoriche. Si tratta di eventi che si sono verificati in anni recenti e che per loro natura sono imprevedibili. • RISCHIO INCIDENTE RILEVANTE Il rischio industriale è la probabilità che si verifichi un incidente rilevante così definito: un avvenimento, quale un emissione, un incendio o un esplosione di rilievo, connessi ad uno sviluppo incontrollato di un attività industriale, che dia luogo ad un pericolo grave, immediato o differito per l’uomo, all’interno o all’esterno dello stabilimento, e per l’ambiente e che comporti l’uso di una o più sostanze pericolose. In sostanza si potrebbe verificare uno sversamento nell’ambiente. Si ricorda che gli sversamenti nell’ambiente possono avvenire sotto forma liquida, solida o gassosa, ma spesso sono contemporaneamente presenti più fasi. Per gli impianti più pericolosi, viene assegnato al Prefetto, d intesa con gli Enti Locali, il compito di redigere i Piani di Emergenza Esterni. Sul territorio dell’Unione sono presenti attività industriali e artigianali che, per tipologia e per dimensioni, possono essere origine o concausa di incidenti e/o inquinamenti, di estensione e gravità tali da costituire evento di interesse della protezione civile. 27 In particolare, si evidenzia la presenza di attività industriali per le quali è necessario lo stoccaggio ed il trattamento di sostanze chimiche in quantità rilevanti, quali ad esempio la fabbricazione di vernici e le attività di galvanotecnica. Per tali attività, i rischi prevedibili per la cittadinanza si possono ricondurre a: • emissione accidentale di inquinanti gassosi e/o polveri aerodisperse in atmosfera • versamento di inquinanti in forma liquida nel terreno o in corsi d’acqua • incendio • esplosione Si tratta di attività ubicate nell’area industriale, di “Cà de Fabbri” a Minerbio, dove si trova altresì una attività produttiva che utilizza nel processo produttivo radiazioni ionizzanti, con conseguente stoccaggio di materiali radioattivi e nel Comune di Granarolo dell’Emilia dove è attualmente insediato un impianto produttivo soggetto agli obblighi dell’art. 6 del D.Lgs. 334/99. Più precisamente si tratta della Ditta BRENNTAG SpA con sede in via Caduti per la Libertà n. 6 a “Quarto Inferiore” che svolge attività di deposito e distribuzione di prodotti chimici industriali. Altre emergenze non analizzate nei piani stralcio precedentemente indicati, coprenti le seguenti tipologie di rischio: rischio ondate di calore; rischio incendio; Ritrovamento ordigni bellici inesplosi; Rischio da arresto fornitura energia elettrica Come già precisato ciascuno dei rischi suddetti è oggetto di un approfondimento specifico, la cui trattazione è sviluppata, con un significativo grado di dettaglio, nelle schede di rischio allegate. Per ciascun dei citati ambiti di rischio sono sviluppati i pertinenti scenari di evento, rappresentativi dei fenomeni plausibili sul territorio e i conseguenti modelli di intervento La combinazione di questi ultimi con le vulnerabilità del territorio, intesi come centri abitati, infrastrutture produttive, infrastrutture di comunicazione, ecc., produce gli scenari di rischio, funzionali non soltanto alla valutazione delle conseguenze di un evento calamitoso, ma anche all’individuazione delle strategie migliori per le operazioni di intervento e soccorso, Risulta fondamentale l’assoluta continuità di intenti del Piano Intercomunale di Protezione Civile con i Piani di Emergenza Comunali e con i Piani Provinciali, che sono sottoposti a costante aggiornamento. 28 4.Coordinamento intercomunale di protezione civile 4.1 Strutture comunali di protezione civile Le tabelle seguenti riportano i nominativi dei responsabili di funzione a livello comunale. Comune di Baricella RESPONSABILI EMERGENZA Funzione SINDACO ASSESSORE Delegato alla PROTEZIONE CIVILE Nominativo SINDACO ASSESSORE ROC - Referente Operativo Comunale COMANDANTE Sostituto ROC - Referente Operativo Comunale VICE COMANDANTE Recapiti Tel. 051-6622401 Cell. 348-0040326 Cell. 347-2638266 Tel. 051-66224097 Cell. 348-4082307 Tel. 051-6622427 Cell. 348-4082303 Tel. 051-6622409-408 COMANDANTE POLIZIA LOCALE VICE COMANDANTE Fax. 051-873397 Cell. 348-4082307 Cell. 348-4082303 FUNZIONI DI SUPPORTO RESPONSABILE ASS. PROMETEO Tel. 874365 Cell. 3347363954 VOLONTARIATO STAZIONE CARABINIERI Baricella COMANDANTE DI STAZIONE Tel. 051-879131 RESPONSABILI PER LE EMERGENZE Funzione Nominativo Recapiti 29 Sanità Assistenza Sociale e Veterinaria Servizi essenziali e attività scolastici Assistenza alla popolazione Tecnico Scientifica Pianificazione Mezzi e Risorse Tel 0516622432 Tel. 051-6622409 e Strutture operative locali e viabilità Materiali Umane RESPONSABILE ISTITUZIONI COMANDANTE POLIZIA MUNICIPALE Censimento danni persone o cose COMANDANTE POLIZIA MUNICIPALE RESPONSABILE PIANIFICAZIONE GESTIONE TERRITORIO Telecomunicazioni RESPONSABILE PIANIFICAZIONE GESTIONE TERRITORIO Cell. 348-4082307 Tel. 051-6622409 Cell. 348-4082307 Tel. 051-6622413 Tel. 051-6622413 Comune di Budrio RESPONSABILI EMERGENZA Funzione SINDACO ROC - Referente Operativo Comunale Nominativo SINDACO ASSESSORE Recapiti Tel. Cell. 339 3017511 Tel. Cell. 3393017511 Tel. Sostituto ROC - Referente Operativo Comunale Cell. Tel. 0516928292 POLIZIA LOCALE COMANDANTE Fax.0516928234 Cell.3480402332 FUNZIONI DI SUPPORTO VOLONTARIATO RESPONSABILE ASS. Tel. Tel. Ab. Cell. 3316018819 30 Coord. Locale Tel. Cell. 33160188819 STAZIONE CARABINIERI Budrio COMANDANTE DI STAZIONE Tel. 051 801104 STAZIONE CARABINIERI Mezzolara COMANDANTE DI STAZIONE Tel. 051 805702 RESPONSABILI PER LE EMERGENZE Funzione Sanità Assistenza Sociale e Veterinaria Servizi essenziali e attività scolastici Assistenza alla popolazione Tecnico Scientifica Pianificazione Nominativo Tel. RESPONSABILE ISTITUZIONI e Cell. 3480402332 COMANDANTE POLIZIA MUNICIPALE Materiali Mezzi e Risorse Umane Telecomunicazioni Cell. 3393017511 Tel. COMANDANTE POLIZIA MUNICIPALE Strutture operative locali e viabilità Censimento danni persone o cose Recapiti RESPONSABILE PIANIFICAZIONE GESTIONE TERRITORIO RESPONSABILE PIANIFICAZIONE GESTIONE TERRITORIO Cell.3480402332 Tel. 0516928293 Cell. Comune di Granarolo dell’Emilia RESPONSABILI EMERGENZA Funzione SINDACO Nominativo SINDACO ROC - Referente Operativo Comunale ASSESSORE Sostituto ROC - Referente Operativo Comunale RESPONSABILE UFFICIO TECNICO POLIZIA LOCALE COMANDANTE Recapiti Tel. 051/6004125 Cell. 3687362558 Tel. 3484772982 Cell. Tel. Cell. 348 7393898 Tel. 051 6004110 31 Fax. 051 6004353 Cell. 3480402332l FUNZIONI DI SUPPORTO Tel. RESPONSABILE ASS. Tel. Ab. Cell. 3483549595 VOLONTARIATO Coord. Locale Tel. Cell. 3484772982 STAZIONE CARABINIERI Granarolo dell’Emilia COMANDANTE STAZIONE Cell. 334 6920359 RESPONSABILI PER LE EMERGENZE Funzione Nominativo Sanità Assistenza Sociale e Veterinaria Tel. Servizi essenziali e attività RESPONSABILE ISTITUZIONI Cell. scolastici Assistenza alla popolazione Tecnico Scientifica Pianificazione e Strutture viabilità operative e Materiali Umane Mezzi locali Recapiti Tel. 051 6004110 COMANDANTE POLIZIA MUNICIPALE Fax. 051 6004353 Cell. 348 0402332 e Risorse Censimento danni persone o cose Telecomunicazioni COMANDANTE POLIZIA MUNICIPALE Tel. 051 6004110 Fax. 051 6004353 Cell. 348 0402332 RESPONSABILE PIANIFICAZIONE GESTIONE Tel. TERRITORIO Cell. 348 7393898 RESPONSABILE Tel. PIANIFICAZIONE GESTIONE Cell. 348 7393898 TERRITORIO 32 Tel. 051 6611715 ROC - Referente Operativo Comunale ASSESSORE Sostituto ROC - Referente Operativo Comunale COMANDANTE POLIZIA MUNICIPALE Cel. 3666813126 Tel. 051 878216 Cell. 3484777807 Tel. 051 878216 POLIZIA LOCALE COMANDANTE Cell. 348 4777807 FUNZIONI DI SUPPORTO Tel. 0516612250 Tel. Ab. 051 878614 RESPONSABILE ASS. Cell. 3801415737 VOLONTARIATO Coord. Locale Tel. Cell. Tel. 051 878115 STAZIONE CARABINIERI Minerbio COMANDANTE STAZIONE Cell. 3313603222 RESPONSABILI PER LE EMERGENZE Funzione Sanità Assistenza Sociale e Veterinaria Servizi essenziali e attività scolastici Assistenza alla popolazione Tecnico Scientifica Pianificazione Mezzi e Risorse Censimento danni persone o cose Telecomunicazioni RESPONSABILE SERVIZIO SOCIO SCOLASTICO e Strutture operative locali e viabilità Materiali Umane Nominativo Recapiti Tel. 0516611725 Cell. 348540337 Tel. 051 878216 COMANDANTE POLIZIA MUNICIPALE Cell. 3484777807 COMANDANTE POLIZIA MUNICIPALE Tel. 051 878216 Cell. 3484082307 RESPONSABILE PIANIFICAZIONE GESTIONE RESPONSABILE PIANIFICAZIONE GESTIONE TERRITORIO Tel. 051 6611713 Cell. 3484777810 Tel. 051 6611713 Cell. 3484777810 33 Comune di Castenaso RESPONSABILI EMERGENZA Funzione SINDACO Nominativo Recapiti SERMENGHI STEFANO Cell. 348 4607963 ROC - Referente Operativo Comunale COM. FABBRI STEFANO Cell. 339 7015710 Sostituto ROC - Referente Operativo Comunale V.COM. BIGNAMI CRISTINA Cell. 328 3711677 COMANDANTE FABBRI STEFANO Cell. 339 7015710 VICE COMANDANTE BIGNAMI CRISTINA Cell. 328 3711677 ASSESSORE Delegato alla PROTEZIONE CIVILE POLIZIA LOCALE FUNZIONI DI SUPPORTO PRO LOCO Castenaso SCOUT A.G.E.S.C.I. SCOUT M.A.S.C.I. VOLONTARIATO ASSOCIAZIONE NAZIONALE CARABINIERI SEZ. CASTENASO AUSER CASTENASO PUBBLICA ASSISTENZA CASTENASO STAZIONE CARABINIERI CASTENASO COM. FRONZOLI ENRICO Tel. 051 788071 Cell. 338 4853417 Cell. 349 2561590 Cell. 335 7686141 Tel. 051 787736 Cell. 347 5618864 Tel. 051 785515 Cell. 333 3412787 Tel. 051 787151 Cell. 334 6921639 34 RESPONSABILI PER LE EMERGENZE Funzione Sanità Assistenza Sociale e Veterinaria Servizi essenziali e attività scolastici Assistenza alla popolazione Sanità Assistenza Sociale e Veterinaria Servizi essenziali e attività scolastici Assistenza alla popolazione Nominativo RESP. AFFARI GENERALI LUI ELISA Tecnico Scientifica e Pianificazione Strutture operative locali e viabilità Materiali Mezzi Risorse Umane RESP. SERVIZI ALLA PERSONA GOTTI MARINA COMANDANTE POLIZIA MUNICIPALE FABBRI STEFANO Recapiti Tel. 051 6059276 Cell. 3488645536 Tel. 051 6059249 Cell. 3382432973 Tel. 051 6059245 Cell. 3397015710 e Censimento danni persone o cose RESPONSABILE AREA TECNICA RUSCELLONI FABRIZIO Telecomunicazioni RESPONSABILE AREA TECNICA RUSCELLONI FABRIZIO Tel. 051 6059267 Cell. 3343750699 Tel. 051 6059267 Cell. 3343750699 COMUNE DI MALALBERGO RESPONSABILI EMERGENZA Funzione SINDACO Nominativo MONIA GIOVANNINI Recapiti Tel. 051 6620220 35 ASSESSORE Delegato alla PROTEZIONE CIVILE MARCO FORNASARI Tel. 051 6620220 Cell. 366 5706866 ROC - Referente Operativo Comunale COM.TE DANIELE ROMAGNOLI Tel 051 6620270 Sostituto ROC - Referente Operativo Comunale ISP. C CAPPIELLO BENVENUTO Tel. 051 6620270 COMANDANTE VICE COMANDANTE POLIZIA LOCALE Cell. 349 2229266 Cell. 349 2229267 Tel. 051 6620270 FUNZIONI DI SUPPORTO RESPONSABILE ASS. PEGASO LIVIO GURIOLI Tel. 051 871895 Cell. 3346742188 VOLONTARIATO STAZIONE CARABINIERI MALALBERGO COMANDANTE DI STAZIONE MAR. C. EMANUELE MILANI Tel. 051 872005 STAZIONE CARABINIERI ALTEDO COMANDANTE DI STAZIONE MAR. AIUTANTE U.P.S.. ANTONIO DEL VECCHIO Tel. 051 871109 RESPONSABILI PER LE EMERGENZE Funzione Sanità Assistenza Sociale e Veterinaria Servizi essenziali e attività scolastici Assistenza alla popolazione Tecnico Scientifica Pianificazione Mezzi e Risorse Censimento danni persone o cose Telecomunicazioni RESPONSABILE ISTITUZIONI ZAMBONI SABRINA Recapiti Tel 051 6620230 Cell. Tel. 051 6620270 e Strutture operative locali e viabilità Materiali Umane Nominativo COMANDANTE POLIZIA MUNICIPALE Cell. 349 2229266 COMANDANTE POLIZIA MUNICIPALE DANIELE ROMAGNOLI RESPONSABILE PIANIFICAZIONE GESTIONE TERRITORIO FEDERICO FERRARATO Tel. 051 6620270 RESPONSABILE PIANIFICAZIONE GESTIONE TERRITORIO FEDERICO FERRARATO Cell. 349 2229263 Cell. 349 2229266 Tel. 051 6620250 Cell. 349 2229250 Tel. 051 6620250 Cell. 349 2229250 36 4.2 Servizio intercomunale di protezione civile La struttura di protezione civile operante a livello integrato è il Servizio Intercomunale di Protezione Civile è organizzato su diversi livelli di funzioni e competenze ed è suddivisa in Struttura Intercomunale e Comitato Tecnico: La Struttura Intercomunale è composta da: • • • • Sindaci/Assessori Responsabile/Referente del Servizio Intercomunale di Protezione Civile ROC dei comuni aderenti Un referente per ogni Comune (preferibilmente dei settori Tecnico o Polizia Locale) • Un Coordinatore dei gruppi (o associazioni) di volontariato di P.C. • Eventuali rappresentanti Strutture di Soccorso secondo necessità • Referente per comunicazioni emergenza (ass. radioamatori) • Eventuali rappresentanti altri Enti ed Aziende erogatrici di servizi essenziali secondo necessità Il responsabile del Servizio intercomunale di Protezione Civile è nominato in accordo con le Amministrazioni. Il Comitato Tecnico è composto da: Sindaci/Assessori Responsabile/ Referente del Servizio Intercomunale di Protezione Civile; Responsabili operativi comunali (ROC) Referenti dei servizio Intercomunale di Protezione civile; Coordinatore delle associazioni (o gruppo) di volontariato Il comitato ha compiti di coordinamento e collegamento con i singoli comuni e ha funzioni di supporto alla struttura di protezione civile nell'organizzazione delle attività previste dal piano e nell'aggiornamento dello stesso. Sovrintende alle attività di protezione civile nelle fasi di pianificazione previsione e prevenzione e fornisce supporto tecnico logistico in caso di emergenza. Si riunisce periodicamente e viene convocato dal Responsabile del Servizio Intercomunale o su richiesta di uno dei componenti, sia della struttura sia del comitato. Il Servizio Intercomunale non si sostituisce al COC al quale rimangono specifiche competenze di intervento tempestivo in caso di emergenza. Il Servizio Intercomunale di Protezione Civile viene istituito con il compito di ausilio ai Sindaci, alle strutture o servizi comunali ai quali sono assegnate specifiche funzioni, di coordinamento degli interventi, di razionalizzazione delle risorse (umane e materiali) di acquisto di mezzi e materiali, anche attraverso finanziamenti pubblici (regionali nazionali e comunitari) e sponsorizzazioni di privati. Per garantire il presidio h 24, in caso di emergenza viene istituito un numero telefonico di reperibilità e le caselle di posta elettronica certificata dedicate alle comunicazioni di allerta: 37 4.3 Funzionamento della sala operativa intercomunale di protezione civile La Sala Operativa Intercomunale di Protezione Civile è ubicata presso Il Comune di Granarolo dell’Emilia (presso la sede legale dell’Unione), per il quale si ritengono soddisfatte le seguenti condizioni: - la sede è ubicata nei pressi della viabilità principale; - la sede non è gravata da ipotetiche situazioni di rischio; - il fabbricato ha una dotazione adeguata di linee telefoniche e fax, internet ed altri apparati per comunicazioni di emergenza; - vi è disponibilità di più locali per garantire piena ed efficace operatività al personale. Il funzionamento e la struttura del COC è alla base della del funzionamento del Servizio Intercomunale di Protezione Civile, esso viene convocato per un’emergenza locale e il funzionamento segue il modello “Augustus”, nel caso in cui le conseguenze incidentali possano interessare i territori limitrofi oppure nel caso in cui sia necessario richiedere ulteriore supporto, è compito del Sindaco richiedere l’attivazione della Struttura Intercomunale di Protezione Civile, (SIPC). La stessa Struttura intercomunale di Protezione Civile può essere convocata interamente o limitatamente ad alcune funzioni ritenute necessarie, alla segnalazione di possibili pericoli o di eventi calamitosi le cui conseguenze non siano locali, ma interessino (o possano interessare) porzioni di territorio sovracomunale. Le modalità di coordinamento ed attivazione della Struttura Intercomunale di protezione Civile sono illustrate nelle pagine seguenti. Qualora l'emergenza comporti l'attivazione del C.O.M., da parte del Prefetto, il SIPC fornisce il necessario supporto. COC – Responsabile ASSESSORE- SINDACO Suddivisione delle Responsabilità nelle Amministrazioni Comunali FUNZIONE COMPETENZE PERSONALE INTERESSATO 1. Tecnico Scientifica e Pianificazione Questa funzione ha il compito di creare le condizioni per una pianificazione efficace nonché mantenere il collegamento tra tutte le funzioni del COC per migliorare al massimo la capacità d’intervento 2. Sanità,assistenza sociale e veterinaria Questa funzione ha il compito di RESPONSABILE SERVIZI ALLA pianificare e gestire tutte le PERSONA (SCUOLA SANITA’ situazioni e le problematiche ASSISTENZA) legate agli aspetti socio – sanitari dell’emergenza. 3. Volontariato Questa funzione ha il compito di RESPONSABILE ASSOCIAZIONE coordinare le attività, i mezzi e i COMUNALE DI PROTEZIONE materiali delle associazioni del CIVILE volontariato che intervengono in sintonia con le altre strutture operative e in stretta collaborazione e dipendenza della funzione di pianificazione e coordinamento RESPONSABILE/REFERENTE DE SERVIZIO INTERCOMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE in collaborazione con il REFERENTE OPERATIVO COMUNALE POLIZIA 4. Materiali, Mezzi e Risorse Questa funzione dovrà gestire e RESPONSABILE Umane coordinare l’impiego e la MUNICIPALE in collaborazione con RESPONSABILE distribuzione dei materiali e mezzi il 38 appartenenti ad enti locali, volontariato ecc. nonché e risorse umane a disposizione 5. Servizi essenziali e attività scolastiche PIANIFICAZIONE TERRITORIO E GESTIONE Questa funzione ha il compito di RESPONSABILE SERVIZI ALLA assicurare il ripristino e/o il PERSONA (SCUOLA SANITA’ mantenimento dei servizi primari ASSISTENZA) compresi quelli dell’attività scolastica; il responsabile è tenuto, tramite i contatti con rappresentanti di tutti i servizi essenziali erogati sul territorio coinvolto, a tenere costantemente aggiornata la situazione circa l’efficienza e gli interventi sulla rete 6. Censimento a danni persone Questa funzione avrà il compito, e/o cose successivamente all’evento calamitoso, provvedere al censimento dei danni a persone, edifici e infrastrutture pubbliche e private, attività produttive, opere di interesse culturale, agricoltura e zootecnia. Il referente dovrà provvedere all’aggiornamento costante di un report riassuntivo da inviare agli enti superiori. RESPONSABILE POLIZIA MUNCIPALE IN COLLABORAZIONE CON RESPONSABILE PIANIFICAZIONE E GESTIONE TERRITORIO 7. Strutture operative locali e viabilità Questa funzione avrà il compito di coordinare le varie componenti locali istituzionalmente preposte alla viabilità e alla pubblica sicurezza per quanto di competenza. RESPONSABILE POLIZIA MUNCICIPALE IN COLLABORAZIONE CON RESPONSABILE PIANIFICAZIONE E GESTIONE TERRITORIO 8.Telecomunicazioni Questa funzione ha il compito di RESPONSABILE PIANIFICAZIONE verificare l’efficienza della rete di E GESTIONE TERRITORIO telecomunicazioni avvalendosi dei tecnici delle reti fisse e mobili 9.Assistenza alla popolazione Questa funzione ha il compito RESPONSABILE SERVIZI ALLA fornire assistenza alla popolazione PERSONA (SCUOLA SANITA’ colpita ed in particolare a persone ASSISTENZA) di fascia protetta curando gestendo le eventuali procedure per il reperimento di sistemazioni alternative. Ciascuna Amministrazione appartenente all’Unione “Terre di Pianura” individua il Responsabile e l’eventuale sostituto di ciascuna delle 9 funzioni. Gli organigrammi e ogni successiva modifica che ciascuna amministrazione apporterà dovranno essere comunicati al Responsabile/ Referente del SIPC senza ritardo. Il SIPC provvederà a collaborare con ciascun componente dei vari COC e li aggiornerà sulle novità apportate al Piano Intercomunale di Emergenza, si coordinerà con il ROC del Comune interessato in caso di emanazione di allerte di Protezione Civile. In accordo con il Sindaco attiva la fase di preallarme e convoca il C.O.C. In funzione della tipologia di emergenza che si andasse a verificare, il Sindaco potrà attivare solamente alcune delle funzioni sopra indicate, anche derogando alle indicazioni fornite dal presente piano. Tutti i settori dell’Amministrazione Comunale durante le emergenze metteranno con assoluta priorità a disposizione del Sindaco del SIPC e COC indistintamente tutto il personale e le risorse disponibili. 39 Il Sindaco potrà delegare ad uno dei Responsabili della sua Amministrazione la predisposizione dei turni di servizio di tutto il personale dell’Ente, prevedendo un’organizzazione che garantisca la continuità del servizio per tutto il tempo necessario a fronteggiare l’emergenza. Il Sindaco potrà delegare ad uno dei Responsabili della sua Amministrazione la gestione della segreteria, nella quale confluiranno e verranno opportunamente gestite tutte le informazioni relative alla gestione dell’emergenza. La segreteria predisporrà la redazione di tutti i report riepilogativi giornalieri da inoltrarsi agli Enti superiori interessati nella gestione dell’emergenza e al SIPC. La L. n°225/92 e la L.R. 7 febbraio 2005 n.1 distinguono tre tipologie di eventi: a) eventi naturali o connessi con l'attività dell'uomo che possono essere fronteggiati mediante interventi attuabili dai singoli enti e amministrazioni competenti in via ordinaria; b) eventi naturali o connessi con l'attività dell'uomo che per loro natura ed estensione comportano l'intervento coordinato di più enti o amministrazioni competenti in via ordinaria; c) calamità naturali, catastrofi o altri eventi che, per intensità ed estensione, debbono essere fronteggiati con mezzi e poteri straordinari. Per quelli di tipo A) è prevista la responsabilità del coordinamento in capo al Sindaco; quanto contenuto nel presente piano si riferisce ed organizza operazioni nell’ambito di questo tipo di evento E’ evidente che il modello di seguito descritto rappresenta una situazione tipica e dovrà essere di volta in volta adattato al contesto ambientale ed alle caratteristiche dell’evento, sulla base dell’esperienza e della valutazione delle circostanze determinatesi; per ogni scenario di evento individuato è, comunque, prevista una maggiore e più puntuale definizione delle azioni da compiere da parte di ciascuno dei referenti, come previsto dalle linee guida regionali di cui alla D.G.R. 1166 del 21/06/04. Le procedure previste dal piano e la struttura organizzativa data ai settori comunali, per fronteggiare le calamità di origine naturale, possono essere adottate anche in caso di catastrofi di origine tecnica quali grande incidente stradale, nube tossica, incendio od esplosione, importante inquinamento di acque superficiali o di falda, radioattività, ecc…, in quanto pensate per essere il più possibile flessibili ed adattabili a diversi eventi calamitosi. 40 IL SISTEMA DI COMANDO E CONTROLLO Il SINDACO Informa Quale autorità di protezione civile ai sensi della L. 225/92 deve assicurare nel proprio ambito territoriale, l'organizzazione, la direzione e il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza necessari a fronteggiare l'emergenza Prefetto Provincia Agenzia Regionale di Protezione civile Agenzia Regionale (APC) e unità di crisi presso la Prefettura CENTRO OPERATIVO COMUNALE SALA OPERATIVA INTERCOMUNALE In caso di calamità provvede a dare comunicazione al Prefetto, alla Provincia e all'Agenzia regionale di Protezione civile, che forniranno supporto in base alla gravità dell'evento. In particolare in caso di evento rilevante a carattere idrogeologico informa l'Agenzia Regionale e l'unità di crisi presso la Prefettura su eventuali criticità o problematiche insorte sul Territorio. Inoltre partecipa all'unità di crisi, qualora convocata. Per svolgere in maniera funzionale tutte le funzioni assegnate, diverse tra loro per tipologia e procedura il Sindaco si avvale del COC che viene supportato e dal SIPC. Qualora l’evento riguardi più comuni viene attivato il Centro Operativo Misto. Esso si riunisce presso la Sala Operativa Intercomunale La struttura del COC viene articolata in diverse funzioni di supporto, ciascuna con a capo un responsabile, i cui compiti sono quelli di fornire i dati e le informazioni utili al Servizio Intercomunale di protezione civile “in tempo di pace” al fine di tenere aggiornati il piano intercomunale e comunali di emergenza e la gestione delle operazioni di soccorso in fase di “emergenza”. Tale struttura può essere affiancata se ritenuto necessario, da esperti o da rappresentanti di enti e associazioni esterni all'amministrazione. E' la sede presso la quale opera il Servizio Intercomunale di Protezione Civile, dei comuni dell'Unione. E' situata in Granarolo dell’Emilia presso la sede legale dell’Unione E' dotata delle seguenti attrezzature: Personal computer Sistemi di comunicazione Impianto radio 41 CENTRO OPERATIVO MISTO SEDE OPERATIVA DISTACCATA La struttura del COM si avvale delle diverse funzioni di supporto, dei comuni interessati dall'evento, ciascuna con a capo un responsabile, i cui compiti sono quelli della gestione delle operazioni di soccorso in fase di “emergenza”. Tale struttura può essere affiancata se ritenuto necessario, da esperti o da rappresentanti di enti e associazioni esterni all'amministrazione. Da tale area partono soccorritori per i comuni afferenti al COM. Il piano Intercomunale di Protezione Civile prevede l'individuazione di sedi operative distaccate dove sono collocate attrezzature, mezzi e personale che possono essere attivate per fronteggiare con maggiore celerità l'emergenza. Tali sedi sono: - ------------------------ Il Responsabile/Referente del Servizio intercomunale di Protezione Civile, nominato dai Sindaci dell'Unione, ricevuta la notizia del verificarsi di una situazione di emergenza non gestibile con la normale attività, in accordo con il Sindaco attiva la fase di preallarme e informa i ROC e i componenti del C.O.C., Qualora la situazione non arrivasse a soluzione, sempre in accordo con il Sindaco, dichiara lo stato di allarme, informando l'Unità di crisi, la Provincia e l'Agenzia Regionale, convoca il C.O.C., al completo. Nella scheda che segue viene meglio descritta la procedura di attivazione della fase di preallarme e di allarme. 42 43 44 4.4 Funzioni attribuite ai settori comunali Qui di seguito sono elencate, in forma sintetica, le funzioni di competenza suddivise per ogni singolo Settore comunale interessato, in caso di evento calamitoso. SETTORE: RESPONSABILE /REFERENTE DEL SERVIZIO INTERCOMUNALE 1) TECNICO SCIENTIFICA PIANIFICAZIONE 3) VOLONTARIATO - coordinamento generale operazioni di emergenza; - apertura ed attivazione della Sala Operativa ed eventualmente dell’area di ammassamento, con assicurazione dei contatti con gli Enti preposti (Prefettura, Provincia, Regione, ecc…) e/o coinvolti; - gestione rapporti con Associazioni di volontariato di protezione civile convenzionate - gestione e coordinamento dei dati e delle informazioni; - eventuale delimitazione dell’area interessata dall’evento e suo monitoraggio; trasporto e predisposizione del materiale necessario all’approntamento delle strutture ricettive SETTORE: RESPONSABILE POLIZIA MUNICIPALE RESPONSABILE PIANIFICAZIONE GESTION TERRITORIO 6) CENSIMENTO DANNI A PERSONE E COSE 4) MATERIALI E MEZZI E RISORSE UMANE - posizionamento segnaletica per deviazione traffico e blocchi stradali; - rilevazione viabilità inagibile ed opere stradali danneggiate; - gestione delle risorse; - collaborazione all’approntamento, anche tramite imprese esterne, dei locali prescelti per l’alloggiamento evacuati; - rimozione materiali e macerie, drenaggio, asportazione acqua, ecc…; - eseguire una prima rilevazione dei danni subiti dalle attività industriali, artigianali e commerciali del territorio; - rilevazione funzionalità impianti termici in edifici pubblici; - rilevazione funzionalità reti tecnologiche, cura e gestione rapporti con li Enti erogatori di pubblici servizi per il ripristino dei servizi di acqua luce e gas e delle telecomunicazioni: - organizzazione del personale per provvedere all’eventuale rimozione di tronchi, rami ed altro materiale dalle strade, onde ripristinare il passaggio e la viabilità; - collaborazione con la Polizia Municipale per deviazioni del traffico e istituzione cancelli di transito e coordinamento per il loro posizionamento e blocchi stradali - gestione rapporti con i detentori di mezzi di trasporto per il loro relativo reperimento; - rilevamento del grado di agibilità degli edifici privati, in prima battuta tramite la distribuzione e successiva raccolta del modello di autocertificazione e, successivamente, qualora la gravità dell’evento lo richiedesse ed in collaborazione con Tecnici appositamente formati, tramite compilazione di a apposite schede, con invio di dati al C.O.C., per l' emanazione di eventuali ordinanze di inagibilità e/o di sgombero. 45 SETTORE: RESPONSABILE SERVIZI ALLA PERSONA, SOCIALI E SCOLASTICI 2) SANITÀ, ASSISTENZA SOCIALE E VETERINARIA 5) SERVIZI ESSENZIALI E ATTIVITÀ SCOLASTICA 9)ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE - individuazione del preciso numero di persone da trasferire, con indicazione di quelle non autosufficienti e di quelle che necessitano di soccorso sanitario, tramite distribuzione e successiva raccolta dell’apposita scheda, con invio dati al C.O.C.; - gestione rapporti con i proprietari delle strutture ricettive per assicurare il relativo accesso, approntamento ed eventuale riscaldamento; - rilevazione bisogno di generi di prima necessità in collaborazione con il Servizio Economato; - eventuale accompagnamento/assistenza degli evacuati durante i trasferimenti; - organizzazione di un presidio con personale comunale o del volontariato all’interno di ogni struttura ricettiva (se necessario, anche di tipo sanitario); - contatti e gestione rapporti con unità di soccorso e servizio veterinario;contatti e gestione rapporti con le Associazioni di Volontariato nel campo sanitario/assistenziale effettuare; - il censimento delle perdite di bestiame nelle aziende agricole del territorio; - allertamento del personale delle scuole pubbliche, o dei referenti presso scuole non pubbliche, in caso di avvio della fase di evacuazione delle strutture; - apertura e approntamento dei locali relativi a scuole individuati come centri di raccolta temporanea della popolazione e come strutture ricettive; - attivazione delle scuole interessate per la relativa produzione di pasti; - collaborazione con il Settore Tecnico per effettuare la verifica di agibilità di edifici di proprietà comunale, nonché per il censimento di alloggi disponibili, sempre di proprietà comunale, da utilizzare per il ricovero di evacuati; - in caso di allestimento di tendopoli o baraccopoli, cura dell’emissione degli opportuni atti per l’occupazione temporanea delle aree o, eventualmente, l’esproprio delle stesse; - reperimento letti, materassi, coperte e quanto altro per allestimento delle strutture ricettive; - reperimento generi di prima necessità quali indumenti, calzature, effetti personali o per l’igiene; - gestione rapporti con i fornitori del vitto e provvista di forniture, con le mense scolastiche impegnate nella produzione pasti per il reperimento dei relativi generi alimentari e quanto altro; - pulizia dei locali occupati; - reperimento di informazioni inerenti l’anagrafe della popolazione; - ripristino della popolazione e mantenimento della continuità amministrativa del Comune, provvedendo anche ad assicurare i necessari collegamenti con i vari organi amministrativi decentrati e per l’allestimento di installazioni provvisorie per gli uffici demografici; - collaborazione ai fini del censimento della popolazione residente nelle zone colpite anche tramite la disponibilità degli elenchi dell’anagrafe assistenza, tramite il servizio CED, ai responsabili delle funzioni di supporto in tutte le necessità legate all’utilizzo di strumentazioni informatiche quali, a titolo esemplificativo, ripristino collegamenti, predisposizione postazioni presso luoghi prestabiliti, supporto nell’utilizzo dei programmi utili alla gestione emergenze (SIT), ecc. 46 SETTORE: RESPONSABILE POLIZIA MUNICIPALE RESPONSABILE PIANIFICAZIONE GESTION TERRITORIO 7) STRUTTURE OPERATIVE LOCALI E VIABILITA' 8) TELECOMUNICAZIONI - informazione alla popolazione mediante avvisi comunicati per mezzo di altoparlanti mobili o - distribuzione volantini e per mezzo delle Radio e TV locali convenzionate; - collaborazione all’assistenza alla popolazione durante le operazioni di trasferimento; - istituzione di posti di blocco nei luoghi prestabiliti in funzione del grado di emergenza; - controllo e gestione della viabilità; - contatti con gli Enti preposti in relazione ad eventuali interventi su strade non comunali; - organizzazione di ricognizioni per verifica avvenuta evacuazione e servizio antisciacallaggio in collaborazione con le forze dell’ordine 4.5 Sintesi delle attività di emergenza Le prime immediate predisposizioni che devono essere attivate dal Sindaco, tramite il responsabile del Centro Operativo Intercomunale, in seguito all’accertamento di una situazione di emergenza, si configurano come segue: CONVOCAZIONE COC. il C.O.C., si riunisce presso la sala operativa intercomunale o, in caso di inagibilità, i responsabili delle funzioni (ed i loro eventuali sostituti o collaboratori) saranno rintracciabili tramite numeri telefonici di reperibilità, precedentemente indicati, e si recheranno nel luogo convenuto entro i tempi di volta in volta stabiliti, in caso di emergenza intercomunale se sarà convocato il COM sarà integrato dai Responsabili delle funzioni dei Comuni interessati. Le funzioni di competenza relative ad ogni singolo settore comunale, come precedentemente definite, sono di seguito elencate, nelle loro linee essenziali, in forma di azioni ed attività da compiere in caso di evento calamitoso conclamato. 1 – CIRCOSCRIZIONE ZONE A RISCHIO Dovranno essere individuate ed opportunamente delimitate le aree oggetto dell’evento,compatibilmente con l’estensione del fenomeno. verranno istituiti posti di blocco e deviazioni del traffico su percorsi alternativi alla rete viaria interessata al fine di regolamentare l’entrata e l’uscita nell’area a rischio. i settori coinvolti nelle operazioni saranno il comando di polizia municipale, che si occuperà delle funzioni di cui sopra, ed il settore tecnico per l’apposizione della necessaria segnaletica. 2 – INFORMAZIONE ALLA POPOLAZIONE Dovranno essere fornite adeguate informazioni ai cittadini interessati, che saranno informati in merito al tipo di evento in corso, all’ubicazione delle aree sicure di raccolta, alle modalità di raggiungimento di tali aree, ai tempi di evacuazione, ecc… le informazioni saranno rese note tramite un messaggio del sindaco, predisposto dal servizio intercomunale di protezione civile, che verrà diffuso alla popolazione per mezzo di altoparlanti mobili e tramite radio e tv locali. Tali operazioni saranno eseguite, a livello 47 comunale, a cura del comando della polizia municipale, che in tal modo potrà controllare e regolare il traffico, il flusso dell’eventuale esodo verso i luoghi di ritrovo, anche in collaborazione con forze dell’ordine, vigili del fuoco ed associazioni di volontariato presenti. in questa fase potranno essere raccolte segnalazioni in merito alla presenza di persone non autosufficienti al fine di provvedere ai loro bisogni. 3 – SOCCORSO E RACCOLTA POPOLAZIONE Al verificarsi di un evento calamitoso che fa presumere situazioni di grave pericolo, il sindaco, sentito il prefetto ordina lo stato di allarme, avvalendosi del responsabile del COI; dispone che scatti la fase di evacuazione; informa la popolazione sulle modalità di evacuazione e sulla ubicazione delle aree sicure di raccolta; organizza l’assistenza alla popolazione lungo le vie di esodo; organizza le squadre di soccorso per le persone da evacuare non autosufficienti, contemporaneamente il C.O.C / C.O.M avrà organizzato personale e attrezzature per la gestione delle aree sicure di raccolta, tali aree sono pensate per il ricovero temporaneo delle persone e hanno lo scopo di fornire, in emergenza, un luogo sicuro ove la popolazione può raggrupparsi e ricevere le prime indicazioni (aree di attesa) e, successivamente, se necessario, un riparo assistito in prospettiva che rientri l’emergenza oppure che siano organizzati in altre strutture (scuole, alberghi, palestre, tendopoli) alloggi più duraturi. il personale necessario per la gestione di questa fase può essere composto dai dipendenti di ogni settore facente parte del Comune interessato, potrà essere inoltre richiesta, se necessaria, la presenza di personale sanitario e di altre forze dell’ordine (polizia, carabinieri, ecc…), dovrà essere immediatamente verificata la funzionalità dei collegamenti telefonici con la sala operativa intercomunale di protezione civile e con le sedi operative distaccate qualora siano in funzione. Ai soggetti ricoverati dovranno essere forniti generi di conforto (coperta, bevande, ecc…). I referenti del settore servizi sociali si occuperanno del censimento della popolazione alloggiata nelle strutture approntate, qualora la stessa non possa far rientro alle proprie abitazioni o non riesca a trovare un alloggio alternativo; appena possibile, trasmetterà tale censimento al C.O.C che a sua volta invierà i dati all'Agenzia Regionale e/o alla Prefettura, nonché al settore servizi demografici quale resoconto dei movimenti della popolazione. i dati generali delle aree sicure di raccolta sono evidenziati nei piani stralcio comunali e riprodotti nell’apposita sezione del presente piano, unitamente alle strutture ricettive destinate all’alloggiamento prolungato degli evacuati per i soggetti che necessitano di soccorso sanitario sarà necessaria la collaborazione del personale del 118 e C.R.I. 4 – EVACUAZIONE SCUOLE/CENTRI ANZIANI E' rilevato il numero indicativo delle presenze nei plessi scolastici suddiviso per alunni, o ospiti, portatori di handicap e personale. in caso di una possibile calamità, si cercherà in primo luogo di mantenere chiuse le strutture che si ritiene risultino comprese nello scenario di rischio; qualora l’evento si manifesti in tempi brevi ed in orario di apertura di tali istituti, si procederà alla fase di evacuazione degli alunni e degli ospiti, questi, tramite mezzi messi a disposizione dal comune, saranno trasferiti presso l’area sicura di raccolta più vicina ed indicata dal COC. e durante il percorso saranno accompagnati dal relativo personale insegnante e, se del caso, da personale comunale preposto alla funzione. Questa operazione sarà gestita dal Servizio Istituzioni, tramite l’ufficio scuola che si occuperà del coordinamento organizzativo, unitamente alla Polizia Municipale, una volta avviata la fase di evacuazione, il responsabile del Corpo di Polizia Municipale, ed 48 eventuali altre forze intervenute, informeranno i familiari fornendo le necessarie informazioni. L' eventuale assistenza sanitaria sarà fornita da personale del 118 e C.R.I., preventivamente allertato dal servizio istituzioni tramite l’ufficio servizi sociali. 5 – PRESIDIO VIE D’ESODO E REGOLAMENTAZIONE TRAFFICO In questa fase è prevista l’attuazione di tutte le misure atte ad assicurare il controllo e la regolamentazione del traffico nella fase acuta dell’emergenza, saranno mantenuti i posti di blocco nei luoghi prestabiliti, in funzione del grado di emergenza e dello scenario, al fine di rendere libere le vie d’esodo, impedire l’accesso alle zone a rischio e per deviare il traffico su percorsi alternativi. Dovranno inoltre essere condotti i necessari contatti con gli enti proprietari delle strade (Provincia, A.N.A.S., ecc...) per la loro eventuale chiusura. I settori coinvolti nelle operazioni saranno in primo luogo, il comando di polizia municipale, che si occuperà delle funzioni di cui sopra, con la collaborazione del servizio tecnico per l’apposizione della necessaria segnaletica e per l’eventuale emissione di ordinanze per chiusura di strade; in base all’entità del fenomeno, sarà eventualmente richiesto l’ausilio delle forze dell’ordine. 6 – RICOGNIZIONI PER VERIFICA EVACUAZIONE Sono previste ricognizioni per l’accertamento dell’avvenuto sgombero degli stabili o delle zone dichiarate inagibili, le operazioni saranno eseguite tramite la ripetizione del messaggio di informazione alla popolazione con mezzi adeguati all’esigenza. Tali ricognizioni saranno coordinate per conto del comune dal corpo di polizia municipale, che si affiancherà a personale esterno (VV.FF. - forze dell’ordine - volontariato) e/o interno secondo le necessità. 7 – REPERIMENTO A ALLESTIMENTO ALLOGGI DI EMERGENZA – STRUTTURE RICETTIVE – AREA AMMASSAMENTO Individuate in maniera precisa le persone da trasferire, si provvederà a contattare i referenti delle strutture ricettive al fine di effettuare la relativa apertura e l’eventuale riscaldamento, nonché per la predisposizione del personale per l’accoglienza. Allo scopo, dovrà essere allestito un idoneo locale, possibilmente dotato di linea telefonica e situato in prossimità dell’accesso principale della struttura, da cui gli addetti comunali potranno effettuare la gestione della struttura ricettiva; tali addetti, facenti parte dei settori di seguito elencati e in collaborazione con le associazioni di volontariato, si organizzeranno in turni per fornire una continua assistenza agli evacuati, almeno nella fase più acuta dell’emergenza. Nella scelta della struttura verrà data precedenza agli edifici di proprietà comunale, come ad esempio le scuole o le strutture sportive che, oltre ad avere ampi spazi e servizi, possono essere dotate di cucina, scegliendole fra quelle indicate, nel piano stralcio comunale, nell’apposito elenco a seconda dello scenario prospettatosi. qualora non risulti fattibile tale soluzione, si valuterà la possibilità di ospitare gli evacuati presso strutture alberghiere. i servizi preposti a tali operazioni sono individuati come segue. Istituzioni e servizio alla persona assistenza, scuola e sanità tramite l’ufficio servizi sociali è incaricato di gestire i rapporti con i referenti delle strutture ricettive per la loro preparazione; in caso di scuole il medesimo servizio, tramite l’ufficio scuola darà disposizione per l’approntamento dei plessi individuati, mentre, nel caso di alberghi, 49 tramite l’ufficio servizi sociali prenderà diretti contatti con i proprietari di dette strutture. il settore tecnico fornirà l’eventuale supporto tecnico per la gestione dei locali. L’allestimento delle scuole sarà effettuato a cura del settore Gestione e Governo del Territorio che si occuperà del reperimento di letti, materassi, coperte e quanto altro; e dovrà, inoltre, provvedere alla pulizia dei locali occupati tramite le apposite imprese che eseguono tali lavori in condizioni di normalità. L’eventuale approntamento di tendopoli e l’apertura dell’area di ammassamento sarà effettuata a cura del servizio protezione civile. 8 – REPERIMENTO VITTO Alloggiati gli evacuati, si dovrà provvedere alla fornitura dei pasti, questi, ove possibile, saranno preparati nelle cucine eventualmente allestite, reperendo gli alimenti presso i fornitori abituali o avvalendosi di altri fornitori. in alternativa, i pasti potranno essere reperiti presso ristoranti di cui all’apposito allegato; in questo caso, verranno trasportati presso le strutture ricettive tramite idonei mezzi di proprietà comunale. Il personale addetto sarà quello segreteria generale, al quale è demandata la gestione organizzativa dei rapporti con i fornitori; quello facente parte della segreteria generale dovrà attivare le cucine per la produzione pasti. 9 – MEZZI DI TRASPORTO il trasporto alle strutture ricettive degli abitanti privi di mezzi propri avverrà, a cura del comune, tramite idonei automezzi comunali o privati e, se necessario, con mezzi per il soccorso sanitario; allo scopo potranno essere contattati gli enti e le ditte elencate in una apposita sezione “risorse del servizio intercomunale”. è prevista, ove necessaria, la presenza di funzionari comunali, o volontari appositamente incaricati, sui mezzi di trasporto per l’accorpamento degli evacuati. i percorsi saranno quelli individuati, a seconda degli scenari, dai componenti il C.O.C le operazioni relative al reperimento dei mezzi di trasporto saranno coordinate dal servizio pianificazione e gestione del territorio 10 – REPERIMENTO VESTIARIO E GENERI VARI in questa fase è prevista la fornitura di generi di prima necessità agli abitanti trasferiti impossibilitati a dotarsene, tali generi consistono in indumenti, calzature, effetti personali o per l’igiene della persona, che potranno essere reperiti presso i fornitori più avanti elencati o tramite associazioni di volontariato. Gli acquisti saranno effettuati direttamente dal servizio economato su indicazione dei servizi sociali, che effettueranno una “ricognizione” delle necessità più urgenti manifestate dalle persone trasferite. 11 – PRESIDIO SANITARIO è previsto l’insediamento di un presidio sanitario nelle aree sicure di raccolta e nelle strutture ricettive in cui sono alloggiati i nuclei familiari trasferiti, qualora venga ritenuto necessario dal C.O.C e dagli enti competenti, l’organizzazione delle operazioni e la tenuta dei contatti con gli organi preposti saranno demandate al servizio assistenza, sanità. 12 – VERIFICA AGIBILITÀ EDIFICI durante la fase di accoglienza, presso le aree sicure di raccolta, sarà consegnato agli evacuati un modulo per la rilevazione sommaria del grado di agibilità degli edifici privati al 50 fine di valutare la conseguente necessità di evacuazione dei locali; oltre ai dati generali relativi al dichiarante, ai familiari e all’abitazione, dovranno essere indicati la destinazione d’uso dei locali colpiti dalla calamità, nonché impianti danneggiati, ciò allo scopo di individuare le zone più interessate dall’evento, di effettuare una prima sommaria rilevazione dei danni agli edifici privati e, nello stesso tempo, verificare il numero dei nuclei familiari che necessitano di essere ospitati nelle strutture ricettive per un periodo di tempo prolungato; i modelli saranno distribuiti, e successivamente inoltrati al SIPC il settore tecnico provvederà a censire i danni presso le abitazioni private e a censire i danni alle attività produttive, analogamente, si procederà nella verifica dell’agibilità degli edifici pubblici e nella valutazione dei danni alla rete viaria e scolante comunale con lo scopo principale di conoscere l’effettiva situazione di fruibilità. Il settore tecnico eseguirà una rilevazione relativa agli edifici di proprietà comunale e trasmetteranno i risultati allo stesso SPIC. 13 – EROGAZIONE SERVIZI ESSENZIALI questa fase prevede l’interruzione e/o il ripristino dell’erogazione dei servizi essenziali (acqua, gas, energia elettrica, telefono) nelle zone colpite dall’evento calamitoso, le società competenti verificheranno quali zone rimarranno isolate da un’eventuale interruzione delle linee e una volta cessata la fase acuta dell’emergenza, dovranno adoperarsi per ripristinare i servizi nel più breve tempo possibile o, perlomeno, limitare l’interruzione nelle aree strettamente interessate tramite la realizzazione di idonei sezionamenti. il settore comunale delegato ad intrattenere i contatti con i referenti di Hera, Enel, Ttelecom, sarà il settore tecnico. 14 – POLIZIA VETERINARIA è prevista l’attuazione di un servizio di polizia veterinaria da svolgersi una volta terminata la fase acuta. Il settore assistenza e sociali avrà il compito di mantenere i necessari rapporti con il servizio veterinario dell’azienda A.S.L. ed eventualmente con ulteriori enti coinvolti (es. ordine veterinari). 15 – SERVIZIO ANTISCIACALLAGGIO ad evacuazione ultimata, sarà organizzato, qualora ritenuto necessario, un idoneo servizio antisciacallaggio a protezione delle abitazioni sgomberate a livello comunale, questa operazione sarà gestita dal corpo polizia municipale che agirà in collaborazione con le forze dell’ordine preposte ed eventualmente avvalendosi delle associazioni di volontariato. 51 1. CIRCOSCRIZIONE AREE A RISCHIO 2. INFORMAZIONE 3. SOCCORSO/RACCOLTA POPOLAZIONE 4. EVACUAZIONE SCUOLE/ CENTRI ANZIANI 5.PRESIDI VIE DI ESODO REGOLAMENTAZIONE TRAFFICO GESTIONE EMERGENZA 6. RICOGNIZIONE/VERIFICA EVACUAZIONE 7.REPERIMENTO ALLESTIMENTO ALLOGGI 8.REPERIMENTO VITTO 9.REPERIMENTO MEZZI DI TRASPORTO 10.REPERIMENTO ABBIGLIAMENTO E VARIE 11.PRESIDIO SANITARIO 12. VERIFICA AGIBILITA' EDIFICI 13.RIPRISTINO SERVIZI E TELECOMUNICAZIONI 14.POLIZIA VETERINARIA 15. SERVIZIO ANTISCIACALLAGGIO 52 4.6 Rapporti con il volontariato I Comuni possono sottoscrivere convenzioni con Associazioni di volontariato. Per le attività di interesse comune il SIPC coordina le associazioni in accordo con la Consulta Provinciale delle Associazioni, mantiene i rapporti con il volontariato e effettua un monitoraggio periodico delle risorse e dei mezzi. Si occupa della formazione delle associazioni, sulla struttura, i contenuti del Piano Intercomunale e sulle procedure di emergenza, Le specifiche convenzioni i rapporti istituzionali gli accordi di collaborazione e quelli economici restano in carico alle singole amministrazioni comunali. I volontari impiegati nelle operazioni di protezione civile, previste dal presente piano, dovranno seguire le istruzioni impartite, senza assumere iniziative personali che potrebbero compromettere le operazioni o costituire pericolo per l'incolumità. In collaborazione con la Consulta Provinciale e con altri Enti preposti, organizza attività di addestramento in relazione ai possibili scenari di rischio. 4.7 Informazione alla cittadinanza Il SIPC può contribuire nella realizzazione di programmi didattici per la sensibilizzazione alla “cultura dell’emergenza” e alla conoscenza del territorio. L’attività di collaborazione è finalizzata alla sensibilizzazione delle strutture scolastiche, delle associazioni, e dei comitati della società, con il duplice intento di migliorare le capacità di risposta alle emergenze e contribuire alla creazione di una diffusa coscienza sulle tematiche della protezione civile, quale forma di educazione civica. Il personale appositamente incaricato potrà essere di ausilio ai docenti delle scuole, durante le prove di evacuazione, e potrà essere di supporto per l'elaborazione di prove di simulazione dei vari scenari di rischio. Potranno essere predisposti opuscoli e volantini illustrativi circa le operazioni da compiere per affrontare e superare l'emergenza. 5. Risorse del servizio intercomunale 5.1 Aree di ammassamento soccorritori e risorse Le Aree di Ammassamento dei soccorritori e delle risorse devono essere necessariamente Individuate dai Sindaci i cui Comuni sono sedi di C.O.M. Da tali aree partono i soccorsi per i Comuni afferenti al C.O.M, nell'ambito della pianificazione provinciale di emergenza, si potranno individuare aree di ammassamento anche in Comuni lontani o difficilmente raggiungibili. Ciascun Sindaco il cui Comune è sede di C.O.M., individua tale area evidenziandola sulla cartografia e segnalando il percorso migliore per accedervi. I Comuni sede di C.O.C e contemporaneamente di C.O.M. dovranno individuare una sola area di ammassamento di supporto ad entrambi. Le aree di ammassamento soccorritori e risorse garantiscono un razionale impiego dei soccorritori e delle risorse nelle zone di intervento, esse devono essere di dimensioni sufficienti per accogliere almeno due campi base (circa 6000 mq). Ciascun sindaco il cui comune è sede di C.O.M dovrà individuare almeno una di tali aree segnalando in giallo sulla cartografia il percorso migliore per accedervi. Si devono individuare aree non soggette a rischio (dissesti idrogeologici, inondazioni, etc..), ubicate nelle vicinanze di risorse idriche elettriche e ricettive per lo smaltimento di acque 53 reflue. Tali aree dovranno essere poste in prossimità di un nodo viario o comunque dovranno essere facilmente raggiungibili anche da mezzi di grandi dimensioni. Le aree individuate per l'ammassamento soccorritori e risorse possono essere dotate di attrezzature ed impianti di interesse pubblico per la realizzazione e lo svolgimento, in condizioni di "non emergenza", di attività fieristiche, concertistiche, circensi, sportive etc.. Le Aree di Ammassamento dei soccorritori e risorse saranno utilizzate per un periodo di tempo compreso tra poche settimane e qualche mese. Per i Comuni dell’Unione terre di Pianura la sede del COM è individuata nel Comune di Molinella. Un’altra area potrà essere individuata, come possibile area di ammassamento per soccorritori e risorse. . 5.2 Aree di attesa e di accoglienza Le Aree di accoglienza sono individuate in luoghi non soggetti a rischio (di inondazioni, di frane, di crollo di ammassi rocciosi, etc..), e sono ubicate nelle vicinanze di risorse idriche, elettriche e ricettive per lo smaltimento di acque reflue. Tali aree sono individuate per ogni Comune dell’Unione nei Piani di Emergenza e individuate con le apposite cartografie. 5.3 Strutture ricettive Sono edifici che, per le loro caratteristiche e per la loro destinazione d’uso, possono essere destinati, nel momento dell’emergenza, al ricovero dei cittadini evacuati. Per questo scopo, sono state individuate le seguenti strutture: - scuole e palestre - alberghi, hotel, bed & breakfast di proprietà privata, Tali strutture possono essere utilizzate qualora l’evento calamitoso non ne abbia compromesso la sicurezza; in caso contrario, o in caso di insufficiente ricettività, si provvederà ad attrezzare le aree di ricovero. Per consentire l’utilizzo di strutture di proprietà privata, il Sindaco è tenuto a sentire il parere della proprietà. Qualora questo fosse impossibile, ovvero il parere fosse negativo, e qualora le condizioni di emergenza lo richiedano, il Sindaco può ordinare la requisizione della struttura in oggetto, tutta o in parte. Nel Comune di Budrio è presente l’Ospedale Civile sito in via Benni 44 con oltre 99 posti letto; inoltre nel territorio dell’Unione Terre di Pianura sono presenti diverse strutture volte ad assicurare trattamenti socio-assistenziali e sanitari di base. L’elenco delle strutture e delle aree sopra elencate presenti sul territorio dell’Unione, è riportato nelle schede allegate al Piano. 5.4 Stoccaggio materiali Per le esigenze della Protezione Civile e per conservare i materiali di non corrente utilizzo, presso ciascun Comune potrà essere predisposto un deposito permanente, contenente materiali di prima necessità per la gestione delle emergenze. 54 5.5 Mezzi e materiali Sono costituiti da tutti i mezzi ed i materiali di proprietà dei Comuni e che possono risultare di pratica utilità in caso di emergenza; si tratta sia di veicoli per il trasporto di persone, sia di mezzi per il trasporto materiali, sia delle macchine operatrici dei servizi manutenzione. Vi sono compresi tutti i materiali e le attrezzature di proprietà comunale, sia ad uso manuale che motorizzato. Le suddette risorse devono essere mantenute costantemente aggiornate, in stato di efficienza e custodite in luoghi accessibili prontamente. Le Associazioni di Volontariato, in caso di emergenza, mettono a disposizione del SIPC tutti i loro mezzi il cui impiego sarà gestito dai volontari stessi su indicazione del Sindaco, del Referente Comunale di Protezione Civile e Referente/Responsabile del SIPC. Il materiale e i mezzi di proprietà del Comune possono essere messi a disposizione delle Associazioni di Volontariato secondo le modalità stabilite nelle convenzioni. In caso di necessità, il Sindaco può disporre la requisizione di mezzi o materiali di proprietà privata e ritenuti di rilevante importanza per fronteggiare l’evento calamitoso. Per la requisizione delle suddette risorse, il Sindaco si avvale del potere d’ordinanza, stabilendo nel contempo le modalità di uso, di conservazione, di restituzione dei beni requisiti, nonché le indicazioni per eventuali risarcimenti conseguenti all’uso o al danneggiamento durante le fasi d’emergenza. L' elenco dei materiali e mezzi di proprietà comunale e l'elenco di materiali e mezzi delle associazioni di volontariato sono contenuti nelle schede allegate al presente. 6. Verifica ed aggiornamento del piano In conclusione è importante ricordare che gli elementi fondamentali per tenere vivo un Piano sono: le attività di coordinamento e addestrativa; l’aggiornamento periodico. Le attività di coordinamento e addestrativa possono essere svolte sul campo oppure a tavolino (esercitazioni in bianco, senza dispiegamento di uomini e mezzi), e devono mirare a verificare, nelle condizioni più diversificate, la capacità di risposta di tutte le strutture operative interessate e facenti parte del modello di intervento, così come previsto dal Piano. Per tale ragione, esse devono essere verosimili e tendere il più possibile alla simulazione della realtà e degli scenari pianificati. L'organizzazione di un'esercitazione deve considerare in maniera chiara gli obiettivi (verifica dei tempi di attivazione, dei materiali e mezzi, delle modalità di informazione alla popolazione, delle aree di ammassamento, di attesa, di accoglienza o ricovero, etc.), gli scenari previsti, le strutture operative coinvolte, etc. L'aggiornamento periodico del Piano è attività indispensabile per garantire la vitalità e l’applicabilità del Piano stesso. Poiché la pianificazione di emergenza risente fortemente della dinamicità dell’assetto del territorio, sia dal punto di vista fisico, che antropico, occorre tenere costantemente aggiornati i seguenti parametri: l’evoluzione dell’assetto del territorio; l’aggiornamento delle tecnologie scientifiche per il monitoraggio; il progresso della ricerca scientifica per l’aggiornamento dello scenario dell’evento massimo atteso. 55 “Il processo di verifica e aggiornamento di un piano di emergenza può essere inquadrato secondo uno schema organizzativo ciclico, finalizzato ad affinare e perfezionare in continuazione la performance e la qualità degli interventi. I passaggi operativi possono essere pertanto i seguenti: definizione del modello di intervento e delle procedure costituenti; addestramento: è la fase in cui tutte le strutture operative del sistema di protezione civile acquisiscono le procedure del Piano e si preparano ad applicarle; applicazione: tenuto conto che la varietà degli scenari non consente di prevedere in anticipo tutte le opzioni strategiche e tattiche, il momento in cui il Piano viene messo realmente alla prova è quando viene applicato nella realtà; in questo caso il riscontro della sua efficacia potrà essere immediatamente misurato e potranno essere effettuati adattamenti in corso d'opera; revisione e critica: la valutazione dell'efficacia di un Piano deve portare alla raccolta di una serie di osservazioni che, debitamente incanalate con appositi strumenti e metodi, serviranno per il processo di revisione critica. La revisione critica è un momento di riflessione che viene svolto una volta cessata l'emergenza, e che deve portare ad evidenziare in modo costruttivo quegli aspetti del Piano che devono essere corretti, migliorati ed integrati; correzione: dopo il momento di revisione critica la procedura viene corretta ed approvata ufficialmente. In conseguenza di quanto sopra, la durata del Piano è illimitata, nel senso che non può essere stabilita una durata predeterminata, ma che obbligatoriamente si deve rivedere e aggiornare il Piano ogni qualvolta si verifichino mutamenti nell'assetto territoriale, o siano disponibili studi e ricerche più approfondite in merito ai rischi individuati, ovvero siano modificati elementi costitutivi significativi, dati sulle risorse disponibili, sugli Enti coinvolti, etc. Tenuto conto che: il piano di previsione e prevenzione provinciale ha, sulla base di quanto stabilito dalla L.R. 16/04, validità di quattro anni, in assenza di modifiche sostanziali nel frattempo intervenute; il piano di emergenza si fonda sugli scenari di rischio, individuati ed analizzati nell’ambito del piano di previsione e prevenzione; la provincia, per la predisposizione del proprio piano di emergenza tiene necessariamente conto dei piani di emergenza locali (piani comunali e intercomunali), predisposti dagli Enti preposti. Si ritiene opportuno che il presente Piano di Emergenza Intercomunale si conformi con le linee provinciali e quindi venga verificato ed aggiornato almeno con cadenza quadriennale. 56 7. Glossario Aree di emergenza: aree destinate, in caso di emergenza, ad uso di protezione civile. In particolare le aree di attesa sono luoghi di prima accoglienza per la popolazione immediatamente dopo l'evento; le aree di ammassamento dei soccorritori e delle risorse rappresentano i centri di raccolta di uomini e mezzi per il soccorso della popolazione; le aree di ricovero della popolazione sono i luoghi in cui saranno istallati i primi insediamenti abitativi o le strutture in cui si potrà alloggiare la popolazione colpita. Attivazioni in emergenza: rappresentano le immediate predisposizioni che dovranno essere attivate dai centri operativi. Attività addestrativa: la formazione degli operatori di protezione civile e della popolazione tramite corsi ed esercitazioni. Calamità: è un evento naturale o legato ad azioni umane, nel quale tutte le strutture fondamentali della società sono distrutte o inagibili su un ampio tratto del territorio. Catastrofe: è un evento, non importa di quale entità e con quali conseguenze sia sulle persone che sulle cose, provocato vuoi da cause naturali che da azioni umane, nel quale però le strutture fondamentali della società rimangono nella quasi totalità intatte, efficienti ed agibili. Centro Operativo: è in emergenza l'organo di coordinamento delle strutture di protezione civile sul territorio colpito, ed è costituito da un'Area Strategia, nella quale afferiscono i soggetti preposti a prendere decisioni, e da una Sala Operativa, strutturata in funzioni di supporto. La DI.COMA.C. (Direzione Comando e Controllo) esercita, sul luogo dell'evento, il coordinamento nazionale; il C.C.S. (Centro Coordinamento Soccorsi) gestisce gli interventi a livello provinciale attraverso il coordinamento dei C.O.M. (Centro Operativo Misto) che operano sul territorio di più Comuni in supporto all'attività dei Sindaci; il C.O.C. (Centro Operativo Comunale), presieduto dal Sindaco, provvede alla direzione dei soccorsi e dell'assistenza della popolazione del comune. Centro Situazioni: è il centro nazionale che raccoglie e valuta informazioni e notizie relative a qualsiasi evento che possa determinare l'attivazione di strutture operative di protezione civile. In situazioni di emergenza si attiva come Sala Operativa a livello nazionale. Commissario delegato: è l'incaricato da parte del Consiglio dei Ministri per l'attuazione degli interventi di emergenza conseguenti alla dichiarazione dello stato di emergenza (eventi di tipo "c" - art. 2, L.225/92). Continuità amministrativa: il mantenimento delle attività amministrative fondamentali volto a garantire l'organizzazione sociale in situazioni di emergenza. Coordinamento operativo: è la direzione unitaria delle risposte operative a livello nazionale, provinciale e comunale. Evento atteso: rappresenta l'evento, in tutte le sue caratteristiche (intensità, durata ecc.), che la Comunità Scientifica si aspetta possa accadere in una certa porzione di territorio, entro un determinato periodo di tempo. Evento non prevedibile: l'avvicinarsi o il verificarsi di tali eventi non è preceduto da alcun fenomeno (indicatore di evento) che consenta la previsione. Evento prevedibile: un evento si definisce prevedibile quando è preceduto da fenomeni precursori. Evento: fenomeno di origine naturale o antropica in grado di arrecare danno alla popolazione, alle attività, alle strutture e infrastrutture, al territorio. Gli eventi, ai fini dell'attività di protezione civile, si distinguono in: a) eventi naturali o connessi con l'attività dell'uomo che possono essere fronteggiati mediante interventi attuabili dai singoli enti e amministrazioni competenti in via ordinaria; b) eventi naturali o connessi con l'attività dell'uomo che per loro natura ed estensione comportano l'intervento coordinato di più enti 57 e amministrazioni competenti in via ordinaria; c) calamità naturali, catastrofi o altri eventi che per intensità ed estensione devono essere fronteggiati con mezzi e poteri straordinari (art. 2, L.225/92). Fasi operative: è l'insieme delle azioni di protezione civile centrali e periferiche da intraprendere prima (per i rischi prevedibili), durante e dopo l'evento; le attivazioni delle fasi precedenti all'evento sono legate ai livelli di allerta (attenzione, preallarme, allarme). Funzioni di supporto: costituiscono l'organizzazione delle risposte, distinte per settori di attività e di intervento, che occorre dare alle diverse esigenze operative. Per ogni funzione di supporto si individua un responsabile che, relativamente al proprio settore, in situazione ordinaria provvede all'aggiornamento dei dati e delle procedure, in emergenza coordina gli interventi dalla Sala Operativa. Indicatore di evento: è l'insieme dei fenomeni precursori e dei dati di monitoraggio che permettono di prevedere il possibile verificarsi di un evento. Lineamenti della pianificazione individuano gli obiettivi da conseguire per dare una adeguata risposta di protezione civile ad una qualsiasi situazione di emergenza e le competenze dei soggetti che vi partecipano. Livelli di allerta: scandiscono i momenti che precedono il possibile verificarsi di un evento e sono legati alla valutazione di alcuni fenomeni precursori o, in alcuni casi, a valori soglia. Vengono stabiliti dalla Comunità Scientifica. Ad essi corrispondono delle fasi operative. Modello di intervento: consiste nell'assegnazione delle responsabilità nei vari livelli di comando e controllo per la gestione delle emergenze, nella realizzazione del costante scambio di informazioni nel sistema centrale e periferico di protezione civile, nell'utilizzazione delle risorse in maniera razionale. Rappresenta il coordinamento di tutti i centri operativi dislocati sul territorio. Modello integrato: è l'individuazione preventiva sul territorio dei centri operativi e delle aree di emergenza e la relativa rappresentazione su cartografia, e/o immagini fotografiche e/o da satellite. Per ogni centro operativo i dati relativi all'area amministrativa di pertinenza, alla sede, ai responsabili del centro e delle funzioni di supporto sono riportati in banche-dati. Modulistica: schede tecniche, su carta e su supporto informatico, finalizzate alla raccolta e all'organizzazione dei dati per le attività addestrative, di pianificazione e di gestione delle emergenze. Parte generale: è la raccolta di tutte le informazioni relative alla conoscenza del territorio e ai rischi che incombono su di esso, alle reti di monitoraggio presenti, alla elaborazione degli scenari. Pericolosità (H): è la probabilità che un fenomeno di una determinata intensità (I) si verifichi in un dato periodo di tempo ed in una data area. Pianificazione d'emergenza: l'attività di pianificazione consiste nell'elaborazione coordinata delle procedure operative d'intervento da attuarsi nel caso si verifichi l'evento atteso contemplato in un apposito scenario. I piani di emergenza devono recepire i programmi di previsione e prevenzione. Potere di ordinanza: è il potere del Commissario delegato, in seguito alla dichiarazione dello stato di emergenza, di agire anche a mezzo di ordinanze in deroga ad ogni disposizione vigente e nel rispetto dei principi generali dell'ordinamento giuridico. Procedure operative: è l'insieme delle attivazioni-azioni, organizzate in sequenza logica e temporale, che si effettuano nella gestione di un'emergenza. Sono stabilite nella pianificazione e sono distinte per tipologie di rischio. 58 Programmazione: L'attività di programmazione è afferente alla fase di previsione dell'evento, intesa come conoscenza tecnico scientifica dei rischi che insistono sul territorio, nonché alla fase della prevenzione intesa come attività destinata alla mitigazione dei rischi stessi. Il risultato dell'attività di programmazione sono i programmi di previsione e prevenzione che costituiscono il presupposto per la pianificazione d'emergenza. Rischio (R): è il valore atteso delle perdite umane, dei feriti, dei danni alle proprietà e delle perturbazioni alle attività economiche dovuti al verificarsi di un particolare fenomeno di una data intensità. Il rischio totale è associato ad un particolare elemento a rischio E e ad una data intensità I è il prodotto: R (E;I) = H (I) V (I;E) W(E). Gli eventi che determinano i rischi si suddividono in prevedibili (idrogeologico, vulcanico) e non prevedibili (sismico, chimico-industriale, incendi boschivi). Risposta operativa: è l'insieme delle attività di protezione civile in risposta a situazioni di emergenza determinate dall'avvicinarsi o dal verificarsi di un evento calamitoso. Sala Operativa: è l'area del centro operativo, organizzata in funzioni di supporto, da cui partono tutte le operazioni di intervento, soccorso e assistenza nel territorio colpito dall'evento secondo quanto deciso nell'Area Strategia. Salvaguardia: l'insieme delle misure volte a tutelare l'incolumità della popolazione, la continuità del sistema produttivo e la conservazione dei beni culturali. Scenario dell'evento atteso: è la valutazione preventiva del danno a persone e cose che si avrebbe al verificarsi dell'evento atteso. Sistema di comando e controllo: è il sistema per esercitare la direzione unitaria dei servizi di emergenza a livello nazionale, provinciale e comunale e si caratterizza con i seguenti centri operativi: DI.COMA.C., C.C.S., C.O.M. e C.O.C.. Soglia: è il valore del/i parametro/i monitorato/i al raggiungimento del quale scatta un livello di allerta. Stato di calamità: prevede il ristoro dei danni causati da qualsiasi tipo di evento, alle attività produttive e commerciali. Stato di emergenza: al verificarsi di eventi di tipo "c" (art. 2, L.225/92) il Consiglio dei Ministri delibera lo stato di emergenza, determinandone durata ed estensione territoriale. Tale stato prevede la nomina di un Commissario delegato con potere di ordinanza. Strutture effimere: edifici presso i quali di regola si svolgono attività ordinarie (scuole, palestre ecc.), mentre in emergenza diventano sede di centri operativi. Valore esposto (W): rappresenta il valore economico o il numero di unità relative ad ognuno degli elementi a rischio in una data area. Il valore è in funzione del tipo di elemento a rischio: W = W (E). Vulnerabilità (V): è il grado di perdita prodotto su un certo elemento o gruppo di elementi esposti a rischio risultante dal verificarsi di un fenomeno di una data intensità. E espressa in scala da 0 (nessuna perdita) a 1 (perdita totale) ed è in funzione dell'intensità del fenomeno e della tipologia di elemento a rischio: V = V (I; E) 59