Graziella Zanone Milan - Accademia di architettura

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Graziella Zanone Milan - Accademia di architettura
Percorsi di ricerca
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Antonio Croci, Mendrisio 1823-1884
Architetto fra tradizione e cultura cosmopolita
Graziella Zannone Milan
Premessa
Dopo anni dedicati allo studio monografico sull’architetto di Mendrisio Antonio Croci, è
veramente difficile condensare in poche pagine quelli che sono stati i risultati raggiunti. Nel
testo che segue si cercherà di spiegare quali erano i materiali dai quali si è sviluppata la
ricerca. Si concluderà con una biografia completa, aggiornata e accertata delle uniche
notizie sulla vita del nostro artista.
«Dell’architetto Antonio Croci, uomo senza tanti eguali, non si sa come si
vorrebbe» 1
La prima persona ad interrogarsi sull’architetto Antonio Croci è Florindo Bernasconi quando
nel 1926 pubblica Le maestranze ticinesi nella storia dell’arte: «Il nome di questo architetto è quasi
ignorato, e nessun testo lo ricorda, mentre l’opera sua, veramente grande, risplende di genialità
e di freschezza»2. Nessun testo di storia dell’architettura dedica un solo passaggio ad Antonio
Croci mentre i dizionari ne riportano la voce 3.
In occasione di una esposizione d’arte dell’Ottocento al Castello di Trevano nel 1937 Ambrogio
Croci, pronipote di Antonio, scrive al curatore Antonio Galli che potrebbe mettere a
disposizione una decina di disegni appartenuti al prozio Antonio, autore della prestigiosa sede
della mostra 4. Purtroppo di Antonio Croci non verrà esposto nulla e Ambrogio scoraggiato
pubblica la biografia «romanzata» del prozio sul «Corriere del Ticino», che rimane una delle
poche pagine consacrate alla vita dell’architetto di Mendrisio5. Se non fosse stato per il
fortuito incontro, tra Fabio Reinhart e Giuseppe Martinola, in quel lontano 8 febbraio del
1970, al posto di Casa Croci troveremmo il nuovo istituto scolastico di Mendrisio; nessuno
G. Martinola, I diletti figli di Mendrisio, Locarno, 1980, p. 85.
F. Bernasconi, Le maestranze ticinesi nella storia dell’arte, Lugano, 1926, p. 190. In questa pubblicazione appare
l’unico ritratto di Antonio Croci.
3 Di seguito vengono citati tutti i dizionari che riportano la voce «Antonio Croci»: J. Béha-Castagnola, in C.
Brun (a cura di), Schweizerisches Künstler-Lexicon, Frauenfeld, 1905, B. 1, p. 329; U. Thieme, F. Becker,
Allgemeines Lexicon der Bildenden Künstler, Leipzig, 1913, B. 8, p. 140; Dictionnaire historique et biographique de la
Suisse, Neuchâtel, 1921-1934, T. 2, p. 610; M. Guidi, Dizionario degli artisti ticinesi, Roma, 1932, p. 100; G. L.
Kannès, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, 1960, pp. 222-223; Dizionario enciclopedico di architettura e
urbanistica, Roma, 1968-1969, p. 113; M. Agliati, in Schweizer Lexikon, Luzern, 1991, B. 2, p. 106; M. Pfister,
Repertorium der Tessiner Künstler, Thalwil, 1994, s. p.; G. Zannone, Architektenlexikon der Schweiz 19./20.
Jahrhundert, Basel, 1998, p. 136.
4 Biblioteca Cantonale di Lugano (BCLU), Fondo Libreria Patria, lettera di Ambrogio Croci ad Antonio Galli,
con allegata la trascrizione di quella di Constantin Scala del 10 gennaio 1937, s. d.; lettera di Ambrogio Croci
ad Antonio Galli, 2 giugno 1937; lettera di Ambrogio Croci ad Antonio Galli, Lugano, 2 settembre 1937.
Catalogo dell’esposizione al Castello di Trevano: Mostra ticinese d’arte dell’800 e contemporanea, LuganoBellinzona, 1937.
5 Ambrogio Croci (Mendrisio 1882-Lugano 1942), figlio di Giuseppe Cesare e Luigia Faverio, a sua volta
figlio di Ambrogio, fratello di Antonio, e Maria Baroffio. Ambrogio era giornalista e deputato al Gran
Consiglio del Cantone Ticino dal 1918 al 1921, in Ibn. Index bio-bibliographicus notorum hominum, Osnabruck,
1988, p. 760; A. Croci, Arch. Antonio Croci Mendrisio, in «Corriere del Ticino», 12 ottobre 1937.
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si sarebbe interessato al suo ideatore, probabilmente qualcuno avrebbe speso qualche
parola per la Villa Argentina, solo perché oggi sede dell’Accademia di architettura. Il caso
ha voluto che le cose andassero diversamente: dalla scoperta da parte di Fabio Reinhart del
«mondo» di Antonio Croci tante cose sono successe, compresa questa ricerca. La finalità è
stata, fin da principio, quella di «riscoprire» un’opera ed una vita originali sfatando molti
miti, proponendo nuovi riferimenti e mettendo in risalto il contrasto che si viene a creare
confrontando lo studio razionale e storiografico con l’ipotesi dell’«eccentricità» del
personaggio. La figura di Antonio Croci è stata misconosciuta per molteplici ragioni; pur
discostandosi da coevi esponenti ticinesi più noti, si tratta sicuramente di un bravo architetto
che andava studiato. L’unico contributo dedicato a tutta l’opera di Antonio Croci è il saggio
pubblicato nel 1972 in «I nostri monumenti storici» da Fabio Reinhart e Bruno Reichlin. Si
tratta di uno scritto dotto e rigoroso che traccia la biografia e approfondisce ogni progetto
noto fino a quel momento.
Nel passato Antonio Croci è stato oggetto dell’attenzione di alcuni architetti e storici.
Questo interesse era però focalizzato sulla casa dell’architetto, il Carlasch a Mendrisio,
quando negli anni Settanta l’edificio correva il pericolo di venir abbattuto. Gli architetti
Fabio Reinhart e Bruno Reichlin con lo storico ticinese Giuseppe Martinola, si prodigarono
per salvare il capolavoro di Croci dalla distruzione, chiedendo ad un nutrito gruppo di
studiosi come Otmar Birkner, Georg Germann, Francesco Gurrieri, Paul Hofer, Franco
Rosso e Alfred A. Schmid di intervenire in suo favore, scrivendo lettere alla commissione
dei monumenti storici oppure pubblicando saggi; sono tutt’ora questi i contributi più
interessanti sull’opera 6. Per la residenza che l’architetto si costruisce a Mendrisio è stata
compilata una cronologia, dall’acquisto del terreno nel 1875, all’inaugurazione quale sede
museale nel 2008. Sono state pure raccolte e commentate l’insieme delle indagini svolte
dagli specialisti che si sono occupati del restauro.
Fig. 1: Il Carlasch visto dal primo piano del Municipio (foto Museo d’arte Mendrisio)
Otmar Birkner, autore di Bauen+Wohnen in Der Schweiz 1850-1920, Zurich, 1975; Georg Germann, specialista
dell’architettura europea dell’Ottocento; Francesco Gurrieri, docente di storia dell’architettura all’Università di
Firenze e membro della Sovrintendenza toscana alle Belle Arti; Paul Hofer, docente di storia dell’urbanistica
al Politecnico federale di Zurigo; Franco Rosso, docente al Politecnico di Torino e autore della monografia
Alessandro Antonelli, 1798-1888, Milano, 1989; Alfred A. Schmid, docente di storia dell’arte all’Università di
Friborgo e Presidente della Commissione federale dei monumenti storici. Il 3 novembre del 1970, dalla
Televisione della Svizzera Italiana, viene trasmesso un documentario filmato da F. Bonetti e curato da B.
Reichlin e F. Reinhart, seguito da un dibattito tra G. Martinola, G. Mezzanotte e F. Gurrieri.
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Fig. 2: Spaccato assonometrico (disegno di Lorenza Boschetti e Olivia Genni)
La storia della famiglia Bernasconi e della Villa che Antonio Croci realizzerà per loro a
Mendrisio, era stata affrontata da Mercedes Daguerre nel testo La costruzione di un mito: Ticinesi
d’Argentina, committenza e architettura, 1850-1940, e ripresa da Letizia Tedeschi in occasione della
pubblicazione Archivi e architetture: presenze nel Cantone Ticino. Per questo edificio, oltre a
descrivere le tappe più significative della storia, si è approfondito il tema del tipo architettonico,
proponendo nuovi riferimenti.
Fig. 3: Villa Argentina e il suo parco
Oltre ai due edifici citati, che sono i più rappresentativi della sua opera, Croci ha realizzato,
o solo disegnato, altri progetti per i quali è stato necessario un lungo lavoro di analisi e
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verifica. Alcuni storici hanno riportato spesso notizie inesatte, mai verificate, dando origine
ad una serie di ripetuti errori, come nel caso della formazione alla Scuola di disegno di
Mendrisio, mai frequentata da Croci; oppure circa la sua partecipazione al progetto del
castello di Trevano, che da più fonti gli viene attribuito, ma nel quale ha avuto un ruolo
marginale. Anche riguardo alla vicenda dei concorsi per la nuova chiesa parrocchiale è stato
necessario elencare in successione gli estratti dai registri Parrocchiale e Municipale,
integrando altri documenti, per smentire le precedenti ricostruzioni.
Riguardo ai progetti dell’alto Vallese esistevano i notevoli contributi dello storico dell’arte
Walter Ruppen, attento conoscitore della storia delle chiese del cantone alpino, che aveva
condotto un’analisi approfondita dei disegni per la «neogotizzazione» della parrocchiale di
Ernen ed operato un attento confronto tra il progetto e l’esecuzione della chiesa di Lax. A
questi studi è stata aggiunta la ricerca iconografica sulle due chiese, la quale ha permesso di
chiarire gli aspetti architettonici dei diversi interventi. Le indagini svolte in Costa Azzurra,
per analizzare il periodo trascorso alle dipendenze del barone von Derwies, hanno
permesso di attribuire ad Antonio Croci alcune parti della nobile residenza. Nell’archivio di
Nizza sono stati censiti una ventina di disegni di mano di Antonio Croci. La biografia che
Ambrogio Croci, pronipote di Antonio, compila nel 1937, riferendo ingenuamente la
«leggenda dello stravagante parente», ha reso ancor più complicata la verifica delle opere
ascritte, come ad esempio la sinagoga e la moschea di Smirne.
Una delle scoperte più interessanti è stata la presenza di Croci a Iaşi, in Romania. Eravamo in
possesso di un disegno di torre campanaria con la sola indicazione «Clocher de San Spiridon».
Con un’accurata ricerca è stato possibile localizzare la chiesa e, dopo indagini in loco, si è
ricostruita la storia del manufatto. La collaborazione al disegno del mausoleo Brunswick a
Ginevra con Vincenzo Vela era stata più volte indagata, studiando i documenti conservati dallo
scultore, da Giuseppe Piffaretti e Nancy J. Scott; più recentemente nel mémoire di licenza di
Michèle Andrey. L’insieme di questi scritti ha come limite quello di occuparsi della vicenda dal
punto di vista artistico dell’opera dello scultore, tralasciando un’analisi sull’architettura. I disegni
fin’ora inediti appartenenti al Fondo Croci dell’Archivio di Stato del Cantone Ticino
(Bellinzona), completano la serie custodita al Museo Vincenzo Vela di Ligornetto. La
ricostruzione della collaborazione con Vincenzo Vela è stata possibile consultando l’archivio
dello scultore.
Nella scarsa bibliografia dedicata all’opera di Antonio Croci, prevalgono scritti che non fanno
riferimento alle tecniche costruttive, non parlano del concetto di spazio e tralasciano l’«analisi
architettonica», limitando le considerazioni alla decorazione o agli elementi più familiari agli
autori. Abbiamo cercato di completare le ricerche storiche esaminando anche questi aspetti.
Tra gli appunti di una conferenza tenuta da Fabio Reinhart leggiamo:
«Ogni vita è un romanzo/la vita di un creatore è un romanzo non concluso/questa è la prima
difficoltà di chi vuole parlare di Antonio Croci/ma non è l’unica né la minore/perché parlare di
un romanzo si può in molti modi:/riassumere/citare i passi salienti/parlare della sua
struttura/ma il fatto che il romanzo di Antonio Croci non sia ancora interamente scritto è
certo la/difficoltà minore/la vita di Antonio Croci è un romanzo che nessuno ha ancora
letto/rimangono poche pagine/molte perdute, certo alcune le ritroveremo/rimangono
frammenti [...]» 7
A quasi quarant’anni di distanza dal primo saggio monografico dedicato all’architetto, si sono
volute scrivere alcune delle pagine smarrite, completando le ricerche intraprese dagli «scopritori»
di Antonio Croci e raccogliendo l’insieme delle indagini condotte sugli edifici durante gli
interventi di restauro.
7
F. Reinhart, Appunti per una conferenza su Antonio Croci, 22 aprile 1989, dattiloscritto, archivio Reinhart.
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1823
7 aprile, Antonio Croci nasce a Mendrisio da
Giovanni e Maria nata Zolla. Ultimo di quattro
fratelli: Ambrogio (1812-1879), Giuseppe (1814-1891)
e Luigi (1820-1896).
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Archivio Parrocchiale di Mendrisio (APM),
Status animarum, nr. 46; APM, Ruolo della
popolazione di Mendrisio compilato a tutto
ottobre 1845, nr. 95; cronologia della
famiglia Croci a cura di Luigi Soldati,
dattiloscritto
La famiglia discende da Pietro Croci giunto a
Mendrisio dal Varesotto, di mestiere macellaio. Le
famiglie Croci a Mendrisio all’epoca sono tre, quella di
Antonio viene detta «Croci macellaro», un’altra è «dei
Zan».
1837
2 marzo, fa domanda alla Commissione Aulica di
ammissione alla Imperial Regia Accademia di Belle
Arti di Brera a Milano.
Archivio Storico dell’Accademia di Brera
(ASAB), G IV 21, nr. 108
2 dicembre, si iscrive alla Scuola di Ornamenti, in
seguito passerà a quella di Architettura.
ASAB, Scuole, Ornato, 2.20; Scuole,
Architettura, 2.1
20 novembre, fa dono alla Scuola di disegno di
Mendrisio di una tavola di architettura.
Archivio Storico del Comune di Mendrisio
(ASCM), Sedute municipio 1841-1843, p. 23
23 novembre, il Municipio gli scrive ringraziandolo e
lodandolo per i rapidi progressi fatti negli studi di
disegno.
ASCM, Copia lettere della Municipalità dal
13 agosto 1841
1842
Si iscrive alla Scuola di Estetica.
ASAB, Scuole, 2.149
1843
Vince il primo premio al Concorso di II Classe per
l’architettura
ASAB, Atti dell’I. R. Accademia di Belle
Arti in Milano, Milano 1843, p. 39
11 novembre, viene ammesso alla Scuola di
Prospettiva per attestazione del Professor Carlo
Amati.
ASAB, Scuole, 2.145
1844
Espone due disegni alla mostra biennale che presenta i
lavori degli studenti di Brera: «Prospetto dell’atrio
anteriore della basilica di Sant’Ambrogio» e «Il Ponte di
Rialto progettato da Palladio».
Esposizione delle opere degli artisti e dei
dilettanti nelle gallerie dell’I. R. Accademia di
Belle Arti per l’anno 1844, Milano, 1844, p. 7 e
p. 58.
1845
Ottiene il 2° Accessit al Concorso di II Classe per il
rilievo di ornamenti.
ASAB, Atti dell’I. R. Accademia di Belle
Arti in Milano, Milano, 1845, p. 48
1847
24 ottobre, si trova a Costantinopoli.
ASCM, SE2, Militari
1857
Partecipa alla prima Esposizione Svizzera di Belle arti
di Berna con due acquerelli: «Progetto di un ponte da
erigersi in Venezia» e «L’interno della Basilica di S.
Ambrogio in Milano».
BSSI, Anno XXV, 1903, p. 89; Verzeichnis
der Kunstgegenstände auf der
Schweizerischen Kunstausstellung zu Bern,
Bern 1857, p. 14
1858
dicembre, colloquio con il Direttore delle pubbliche
costruzioni e diversi membri del Consiglio di Stato a
Locarno per presentare il progetto di ferrovia.
Der Bund, 13.12.1858
16 dicembre, si pubblica in Ticino un articolo sulla
sua proposta per un nuovo sistema di ferrovia.
La Democrazia, 16.12.1858
14 dicembre, l’ingegner Leemann di Bienne scrive
all’ingegner Sebastiano Beroldingen di Mendrisio per
chiedere informazioni sul progetto di Croci, la cui
descrizione è apparsa su «Der Bund».
Archivio di Stato del Canton Ticino (ASTi),
Diversi 1143
18 dicembre, articolo su invenzione ferrovia.
Gazzetta Ticinese, 18.12.1858
1841
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23 dicembre, Sebastiano Beroldingen risponde a
Leemann, spiegandogli che Croci è disposto a
sottomettergli il progetto e collaborare, sente il bisogno di
confrontarsi con un esperto.
ASTi, Diversi 1143
1861
Partecipa al Concorso per l’edificazione della Nuova
Chiesa Parrocchiale di Mendrisio, che lo vedrà
coinvolto fino al 1864.
Archivio parrocchiale di Mendrisio (APM) e
ASCM
1862
25 febbraio, riceve 200 franchi dal parroco Mengis per
«... i disegni del ristauro ed aggionta alla Parrocchia di
Ernen».
Pfarrarchiv Ernen (PAE), D 219
5 gennaio, viene scartato provvisoriamente dal
servizio militare.
ASCM, Protocollo dei Coscritti e delle
Reclute appartenenti al Comune di
Mendrisio, 1862-1863, nr. 97, 5 gennaio
16 luglio, la Congregazione dei Confratelli di S. Maria di
Mendrisio gli corrisponde la cifra di 75 franchi per il
disegno della controporta della chiesa e per l’elaborazione,
ancora in corso, dello stendardo.
ASCM, Confraternita del S. Sacramento del
Rosario, SRI/2
6 agosto, firma il disegno della Cappella Franchini a
Mendrisio.
Collezione privata Riccardo Bergossi
3 febbraio, «a saldo d’ogni suo avere» la Cassa della
chiesa nuova gli versa la somma di 900 franchi.
M. Medici, La Chiesa dei SS. Cosma e
Damiano, Mendrisio, 1980, p. 139, n. 10
22 febbraio, riceve 12 franchi in pagamento del
disegno per l’armadio che deve contenere lo
stendardo.
ASCM, Confraternita del S. Sacramento del
Rosario, SRI/2
1866
16 luglio, la Municipalità lo informa che il
Dipartimento Militare gli ha ridotto, dopo sua istanza,
la tassa d’imposta militare.
ASCM, Copia lettere della Municipalità,
1858-1867, 16 luglio 1866, nr. 693
1869
7 febbraio, il censimento dalla municipalità certifica
che si trova in Francia.
ASCM, Scatola PO0, Cartella 5
EMIGRAZIONE
1870
20 agosto, il fratello Luigi scrive alla Famiglia Barberini a
Buenos Aires: «Sento che avete veduto mio fratello
Antonio...»
ASCM, PP1
1873
4 marzo, firma il disegno del prospetto principale di Villa
Argentina.
ASTi, Fondo Antonio Croci
5 dicembre, Vincenzo Vela accetta la commissione del
monumento al duca Carlo II di Brunswick, sceglie
Antonio Croci per assisterlo. Scultore e architetto
partono alla volta di Verona per studiare le tombe
Scaligere, quindi si recano a Ginevra per un
sopralluogo al sito destinato al progetto.
Archivio Federale di Berna (AFB,) A-N 3,
Bd. 53, doc. 2.
24 gennaio, Vela in una lettera a Cherbuliez, uno degli
esecutori testamentari del duca, scrive che Antonio
Croci partirà per Ginevra con nuovi disegni e potrà
fare lui stesso i cambiamenti che si riterranno
opportuni.
G. Piffaretti, Il grande rifiuto ovvero la storia del
monumento a Ginevra che Vincenzo Vela non poté
realizzare, Mendrisio, 1990, p. 41
26 gennaio, Cherbuliez risponde a Vela di non
mandare Croci a Ginevra, ma che sarà l’architetto
Franel a venire a Ligornetto, per un incontro a tre. Da
questo momento Croci verrà estromesso dalla vicenda
della costruzione del mausoleo.
Ibid., p. 42
1863
1864
1875
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Acquista dalle sorelle Piotti, Rachele e Carolina, e da
Antonio Mantegazza tre terreni, definiti orti, in
contrada Caslaccio, per la somma totale di 549 lire di
Milano e 32 soldi.
ASCM, Estimo censuario del Comune di
Mendrisio, I, 1-291; Catasto delle partite
patriziali dei possidenti di Mendrisio, II,
218-456
1880
30 dicembre, paga la «Tassa d’inscrizione» di 10
franchi relativa al 1879.
ASCM, copia lettere della Municipalità, 30
dicembre 1880, nr. 705
1884
2 gennaio, ricorre tardivamente contro le variazioni
introdotte alla propria partita d’imposta dall’Ufficio di
revisione, perché è da lungo tempo malato.
ASCM, copia lettere della Municipalità, 2
gennaio 1884, nr. 78
25 settembre, in risposta alla sua richiesta di sussidio,
il Municipio gli risponde: «... i vostri fratelli Sig. Luigi
e Giuseppe Croci sono sempre disposti a sovvenirvi
quanto vi può essere necessario per campare la vita,
purché ne facciate loro domanda...».
ASCM, copia lettere della Municipalità 25
settembre 1884, nr. 424
2 dicembre, a mezzogiorno muore di tisi bronchiale.
Nel registro dei morti di Mendrisio si scrive:
«...Architetctus Egregius, animan suam Deo reddidit
in propria domo ab ipso designata (parva sed apta
sibi)....».
ASCM, Fondo Comune, Registro dei
decessi, nr. 94; APM, 5° Liber Mortorum
1869-1886, nr. 56
I parenti afflitti annunciano la morte del loro
amatissimo Architetto ANTONIO CROCI avvenuta
in oggi, dopo lunga malattia sostenuta colla massima
rassegnazione e confidenza in Dio. I funerali avranno
luogo, in Mendrisio, il giorno di giovedì 4 dicembre,
alle ore 9 1/2. Il presente annuncio serva per coloro
che desiderassero accompagnare la salma all’ultima
dimora.
La Libertà, 3.12.84; Il Credente Cattolico,
4.12.1884; Gazzetta Ticinese, 4.12.1884
I parenti del compianto Architetto ANTONIO
CROCI presentano vive grazie ai numerosi amici, che
ne onorarono i funerali, ed in special modo all’egregio
sig. avv. Antonio Cattaneo per le affettuose parole
pronunciate sulla sua tomba.
La Libertà, 6.12.1884; Gazzetta Ticinese,
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