Natura morta - Istituto Comprensivo di Trescore Cremasco
Transcript
Natura morta - Istituto Comprensivo di Trescore Cremasco
STILLEVEN STILLEBEN STILL LIFE BODEGONES NATURE INANIMÉE NATURA MORTA Nature morte nell’antichità Nature morte nel Medioevo Nature morte nel Primo Rinascimento Jacopo de’Barbari, Natura morta con pernice, guanto di ferro e freccia, 1504, Monaco, Alte Pinakothek Albrecht Dürer, La grande zolla erbosa, 1513, Vienna, Albertina Nature morte nel XVI secolo Pieter Aertsen, Il banco del macellaio, 1551, Uppsala, University Art Collection Joachim Beuckelaer, Scena di mercato, 1564, Budapest, Museum of fine Arts Vincenzo Campi, La fruttivendola, 1580 , Milano, Brera Vincenzo Campi, La pollivendola, 1580 ca. , Milano, Brera Annibale Carracci, La bottega del macellaio, 1580 ca. , Oxford, Christ Church Picture Gallery Natura Morta in Caravaggio e nel Barocco Caravaggio, La canestra di frutta, 1596 ca., Milano, Pinacoteca Ambrosiana Fede Galizia, Natura morta, 1610 ca., olio su tavola, 29 x 41 cm, Museo Civico "Ala Ponzone", Cremona Juan Sanchez Cotàn, “Bodegon” con mela cotogna, cavolo, melone e cetriolo, 1600 ca., olio su tela, 69 x 85 cm, San Diego Museum of Art, San Diego Francisco de Zurbarán, Bodegón con vasi in ceramica, 1636, olio su tela, 46 x 84 cm, Museo del Prado, Madrid Pieter Claesz, Vanitas, 1630, olio su tavola, 39,5 x 56 cm, Mauritshuis, Den Haag Pier Francesco Cittadini, Natura morta con libri, teschio, un violino e un vaso di fiori su un tappeto Willem van Aelst, Natura morta con volatili e strumenti di caccia, 1668, Karlsruhe, Staatliche Kunsthalle Evaristo Baschenis, Natura morta con strumenti musicali, 1650 ca., olio su tela, 97 x 147 cm, Milano, Pinacoteca di Brera Pieter Claesz, Natura morta, 1627 Willem Claeszoon Heda, “Colazione” con coppa da vino, pane e limone,1640-43 Giuseppe Maria Crespi (Lo Spagnuolo), Libreria, 1725, olio su tela, Bologna, Civico Museo Bibliografico Musicale Domenico Remps, Armadio delle curiosità, 1689 ca., olio su tela sagomata, 99 x 137 cm Museo della Natura Morta, Poggio a Caiano (Firenze) Jan Brueghel il Vecchio Jan Brueghel il vecchio, Vaso di fiori con gioielli, monete e conchiglie, 1606, olio su rame, 65 x 45 cm, Milano, Pinacoteca Ambrosiana Dosso Dossi (Giovanni Luteri detto), Giove che dipinge farfalle, 1530 ca., Vienna, Kunsthistorisches Museum I cinque sensi Jan Brueghel il Vecchio, Allegoria del gusto, 1618, Madrid, Museo de Prado Jan Brueghel il Vecchio, Allegoria dell'olfatto, 1618, Madrid, Museo del Prado Jan Brueghel il Vecchio, Allegoria del tatto, 1618, Madrid, Museo del Prado Jan Brueghel il Vecchio, Allegoria dell'udito, 1618, Madrid, Museo del Prado Jan Brueghel il Vecchio, Allegoria della vista, 1618, Madrid, Museo del Prado Pier Francesco Cittadini Pier Francesco Cittadini (detto il Milanese o il Franceschino), Ghirlanda di fiori, olio su tela, 172 x 117 cm Bologna Pinacoteca Nazionale, olio su tela 101 x 150 cm, Modena Galleria Estense olio su tela, 95 x 118 cm Coll.priv. olio su tela 113 x 86 cm Bologna Chiesa della Madonna di Galliera, Giuseppe Arcimboldi Giuseppe Arcimboldo, Scherzo di ortaggi (l'Ortolano), anni '80 del XVI sec., Cremona, Museo Civico “Ala Ponzone „. BIOGRAFIA Allievo del padre Biagio, Arcimboldo lavorò con lui tra il 1549 e il 1551 alla Fabbrica del Duomo, di cui progettò alcune vetrate, arazzi per la Cattedrale di Como e dipinse gli affreschi del Duomo di Monza. Dal 1562 fu attivo alla Corte d'Asburgo, al servizio degli imperatori Ferdinando I, Massimiliano II e Rodolfo II. A partire dal 1565 come Hof-Conterfetter („contraffattore di corte“) organizzò feste e mascherate. Nel 1580 Rodolfo II gli confermò il titolo nobiliare e gli concesse uno stemma. Nel 1587 fece ritorno a Milano, dove morì, secondo alcune cronache misteriosamente assassinato, nel 1593. Giuseppe Arcimboldo, Inverno, 1563, Vienna, Kunsthistorisches Museum L'Inverno è rappresentato da un vecchio ceppo, funghi, edera sempreverde e altri elementi simili. Il bavero in paglia dell'Inverno presenta in basso a sinistra la lettera M di Massimiliano; la spada di fuoco più volte intessuta nel motivo della paglia intrecciata raffigura parte delle imprese dell'Ordine del Toson d'Oro. L'Inverno rappresentato da una testa imperiale allude agli antichi romani, che fissarono in inverno l'inizio dell'anno (caput anni). Giuseppe Arcimboldo, Primavera, 1563, Madrid, Real Academia de Bellas Artes de San Fernando Nella Primavera, dei boccioli compongono la testa, mentre il fogliame costituisce le spalle e il petto; le labbra e i denti sono resi delicatamente, il collare è costituito da gigli e il medaglione da iris. In tutto sono stati identificati otto tipi di piante, ma, dal momento che esse non fioriscono contemporaneamente, il pittore deve aver utilizzato studi preparatori da repertori personali. Il dipinto è al limite tra natura morta con fiori e ritratto tipizzato (probabilmente Massimiliano II da giovane). Si manifesta inoltre qui il principio sistematico dell'ancor giovane classificazione delle Scienze naturali: dalla flora pura, erbe e fiori di campo (in basso), si passa ai fiori nobili per il viso. Giuseppe Arcimboldo, Estate, 1572, Vienna, Kunsthistorisches Museum In epoca rinascimentale, all'interno del complesso sistema di corrispondenze tra macro e microcosmo, la stagione estiva è associata al fuoco e al temperamento collerico. Qui l'Estate viene rappresentata come una natura morta antropomorfa (un uomo nella piena giovinezza) carica di motivi simbolici legati al culto solare e imperiale: le spighe di grano con cui è formato l'abito, il carciofo e la pannocchia matura. Il dipinto costituisce anche un inventario dei cibi disponibili sulle tavole dell'epoca, comprese alcune rare specialità provenienti dal Nuovo Mondo, come la pannocchia (coltivata in Europa solo dal 1525), o la melanzana (coltivata allora solo in Africa e Andalusia). Giuseppe Arcimboldo, Autunno, 1573, Parigi, Museo del Louvre L'opera è una copia autografa dell'autore, l'originale è perduto; si tratta di un volto maschile i cui tratti vengono però assemblati tramite l'utilizzo di elementi vegetali caratterizzanti l'omonima stagione. Il naso è una pera matura, la bocca invece una castagna; i capelli sono grappoli d'uva dai riflessi ambrati, l'orecchio un fungo, l'orecchino un fico semiaperto, il mento una melagrana e una zucca viene ironicamente interpretata come un cappello. Le spalle del personaggio sono avvolte dalle assi di un tino adatto alla vendemmia, in un intrecciarsi di stagioni e mestieri dell'anno che rimanda ai calendari di pietra medievali. Natura Morta nel XVIII secolo Jean-Baptiste-Siméon Chardin, Water Glass and Jug, c. 1760 Oil on canvas, 32,5 x 41 cm Museum of Art, Carnegie Institute, Pittsburgh Natura Morta nel XIX secolo Eduard Manet, Colazione nell’atelier, 1868, Monaco, Neue Pinakothek Natura Morta nel XX secolo Pablo Picasso, Bicchiere e bottiglia di Suze, 1912, Washington Univ. Gallery, St. Louis Missouri Pablo Picasso, Natura morta con sedia impagliata, 1912, Parigi, Musee Picasso Luigi Ghirri, Lo studio di Giorgio Morandi, 1989 Natura Morta nella fotografia Louis Jacques-Mandé Daguerre, L’Atelier dell’artista, 1837, dagherrotipo Robert Mapplethorpe, Flowers Natura Morta nell’arte contemporanea Jeff Koons, New Hoover, Deluxe Shampoo Polisher, 1980 Sam Taylor Wood, Still Life, 2001 http://youtu.be/pXPP8eUlEtk Damien Hirst The Physical Impossibility of Death in the Mind of Someone Living, (1991) Mother and Child, divided (1993) Damien Hirst, For the love of God, 2007 Nicola Bolla, Vanitas (Skull), 1997 Nicola Bolla, Vanitas
Documenti analoghi
Scarica l`elenco completo delle opere in mostra
Olio su tela, cm 162,6 x 208,3
Cincinnati Art Museum. Dono di Miss Mary
Hanna, Mr e Mrs Charls P. Taft e Mr Stevenson
Scott in memoria di Charles Frederick Fowles
Sala 3. Visioni ed estasi