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Lettere di protesta articolo “Educazione Fisica: Bocciamola” Sole 24 ore – luglio 2010 Gentile Direttore, ho cercato disperatamente di non rispondere alla "provocazione", da non confondere con "proposta", del dott. Ichino ma evidentemente non sono cosi' forte. Giro per Roma e non riesco a ignorare il suo testo. Mi permetto quindi di segnalare alcuni punti che emergono dalla lettura. Uno. Il dott. Ichino dimostra una assoluta non conoscenza del mondo dell'educazione e/o formazione. Con questo intendo dire proprio a livello accademico, di studio. Altrimenti non avrebbe potuto argomentare la sua tesi attraverso quei contenuti. Sarebbe bastato andare a cena con qualche suo collega universitario che si occupa di formazione, in particolare primaria, per capire come dovrebbe essere un buon contesto per crescere. Secondo. Il dott. Ichino, ammesso e non concesso che abbia figli, non si occupa della loro formazione. Ovvero non e' il genitore che ha abitudine a parlare con le maestre, con le insegnanti, con altri genitori, con i figli, ecc. Non comprende, non per suoi limiti, ma per assenza, il percorso che molti genitori fanno quando si "preoccupano" di iscrivere il figlio ad una scuola invece che ad un'altra, in piscina invece che in palestra, al rugby invece che a basket. Terzo. La scuola non e' un centro servizi. Non e' mia intenzione fare una lezione sulla "scuola", ma sarebbe stato, forse, piu' interessante sapere dal dott. Ichino cosa intende per "scuola". E' evidente che "pensarla" come semplice luogo di erogazione di servizi non e' la medesima cosa di "pensarla" come comunita' formativa o altro. E poi sarebbe stato altrettanto interessante scoprire come e' cambiata la scuola, fare un'analisi di questi ultimi trent'anni. Io vivo in un quartiere benestante di Roma e per un caso del destino mia figlia ha frequentato la mia stessa scuola elementare e media. Quindi posso con cognizione fare un parallelo tra la mia scuola media e quella di mia figlia. Il confronto e' devastante. Negli anni '70 la mia scuola era aperta tutti i giorni, tutto il giorno. A scuola ho imparato un sacco di cose, di mattina e di pomeriggio. Potevo scegliere di fare i compiti nelle aule di studio, divise per materie, oppure di iscrivermi al corso di teatro, imparare uno sport, ecc. In pratica vivevo a scuola insieme ai miei compagni. Mia figlia non ha potuto fare nulla di tutto cio'. La "sua" scuola e' aperta solo la mattina per le normali attivita' scolastiche. Noi genitori siamo costretti ad integrare con il privato tutto quello che la scuola ha "dimenticato" di essere, un luogo di crescita dove si studia e si cresce insieme. Spesso i docenti di mia figlia si sono lamentati del fatto che i ragazzi non si incontravano il pomeriggio. Ma come e' impossibile incontrarsi quando non hanno a disposizione luoghi dove fare attivita' insieme? Liberamente insieme. L'educazione fisica, cosi' come molto altro di cui si legge sui giornali, e' solo un dito. Ogni giorno si scopre un dito nuovo, ma la Luna chi la guarda piu'? Un saluto Iacopo Egr. Direttore, ho letto l'articolo "L'educazione fisica? Bocciamola" del prof. Ichino e la risposta del sig. Garanzini pubblicati dal suo giornale. Le confesso che la prima reazione è stata di stupore, poi di somma indignazione, per la serie d'inesattezze con cui il prof. Ichino ha voluto argomentare, denotando estrema superficialità, su un tema che evidentemente conosce poco e male, senza citare alcun documento o fonti attendibili. Di tono leggermente più elevate mi sono parse le proposte del sig. Garanzini, anch'egli, tuttavia molto disinformato sull'argomento, poiché ignora che le pratiche d'insegnamento da lui suggerite sono già piuttosto diffuse nelle scuole italiane, dove, al termine del percorso sia della scuola secondaria di primo grado che di quella di secondo grado, gli studenti devono sostenere un esame teorico della materia. L’educazione fisica ricopre un ruolo insostituibile nel processo formativo dello studente perché consente di prendere coscienza e di sviluppare la propria corporeità, imparando ad utilizzare adeguatamente i linguaggi non verbali, migliorando la relazione in tutti i suoi aspetti affettivi e comunicativi. Di fondamentale importanza è poi l’approccio critico al mondo sportivo, salvaguardandone l’indubbia valenza positiva, ma rendendo anche evidente tutte le contraddizioni e degenerazioni attuali, come il doping, la ricerca ad ogni costo del primato, la mancanza di fair play, l’esasperazione del tifo. Credo che nessuna disciplina sportiva possa surrogare l’educazione fisica nel fornire questi contributi educativi. Lavoro nella scuola secondaria statale di secondo grado da più di trent'anni; a questa mia attività professionale prioritaria unisco anche esperienze nel mondo privato, sia di carattere sportivo sia accademico che editoriale. Sono orgoglioso delle scelte professionali fatte, anche se i ripetuti attacchi alla categoria non fanno certo piacere. Stimo e conosco molto bene il mondo dell’educazione fisica in Italia, in particolare quello bolognese, presso la cui Università insegna il prof. Ichino, e posso affermare, con certezza, che numerose sono le iniziative in atto volte al rinnovamento della didattica dell'educazione fisica. Ora, mi domando, che senso ha pubblicare questi articoli? Perché si vuole gettare discredito su una categoria ed alimentare la polemica? Ci si batta, caso mai, per chiedere allo Stato ed agli Enti locali di fornire attrezzature ed impianti più adeguati e di varare norme giuridiche, che favoriscano il miglioramento della qualità d’insegnamento. Infine, egregio Direttore, non mi permetto di valutare le scelte editoriali del suo giornale, che ho sempre ritenuto essere una testata alquanto seria e competente, ritengo, invece, più opportuno che questi giornalisti, in particolare il prof. Ichino incontrino la categoria per farsi un'opinione diversa e più aderente alla realtà. prof. Massimo Lambertini Sono una docente di Scienze Motorie di Pescara ed ho letto, stupendomi, gli articoli del Prof. Ichno e di Garanzini. Insegno ormai da venticinque anni con passione, in una scuola dotata di pregevoli attrezzature sportive, grazie alle quali i miei alunni possono sperimentare numerose attività, durante le quali, coniugando la teoria con la pratica, riesco a trasmettere loro l'amore per lo sport, a formarli e a dare tutte le nozioni e informazioni di cui avranno bisogno nella loro vita per poter continuare ad essere adulti attivi, con uno stile di vita corretto. Sono certa che colleghi costretti a lavorare in scuole fatiscenti sanno cercare soluzioni alternative, e comunque le scuole inadeguate rendono difficoltoso qualsiasi insegnamento e docenti poco capaci sono presenti in tutte le discipline. Non si può avvicinare il mondo della scuola ai valori educativi dello sport senza far praticare concretamente le attività ai ragazzi, e solo le lezioni teoriche, come ipotizza Garanzini, sono assolutamente inadeguate. Se i genitori iscrivono i propri figli a corsi sportivi pomeridiani, lo fanno perchè i ragazzi devono avere i pomeriggi impegnati in modo costruttivo e non perchè le ore della mattina sono insufficienti. Anche le ore delle altre materie sono insufficienti ed è per questo che il pomeriggio si approfondisce e si studia a casa o si prendono ripetizioni private!!! Probabimente il Professore avrà incontrato nella sua carriera scolastica solo docenti di Educazione Fisica poco capaci, ma se sapesse quanta ignoranza circola in tutte le scuole ed in tutte le discipline, probabilmente non azzarderebbe consigli così distruttivi sulla nostra materia. Allora bisognerebbe chiudere tutte le scuole !!! Affinchè le future generazioni si formino in modo completo hanno bisogno sia dello studio che dello sport, senza dmenticare che quest'ultimo rappresenta un efficace banco di prova per l'acquisizione delle life-skills, come dimostrano numerosi studi in merito. Non sono indignata, sono però stupita che insigni professori dimostrino di conoscere ben poco la scuola italiana e si permettano di dare giudizi proprio su una categoria che incide in modo significativo sulla formazione dei nostri alunni. Grazie per l'attenzione, Francesca Crescenti ho letto il vostro articolo sull'educazione fisica nella scuola, scritto dal Prof. Ichino. Non voglio rispondere come altri hanno fatto addentrandomi nelle motivazioni pedagogiche, didattiche e formative che fanno dell'attività motoria a scuola un elemento imprescindibile; resto solo stupito dal fatto che per l'ennesima volta parlano dell'educazione fisica professionisti di tutt'altro campo come il prof Ichino, che con quello che scrivono dimostrano solo di non avere alcuna competenza in merito. Certo, sono anche deluso dalla stampa che ospita certe argomentazioni così superficiali da sembrare chiacchiere da bar, ma purtoppo tutti pensano che l'educazione fisica sia quella che hanno fatto personalmente a scuola molti anni fa (come il giovane prof. Ichino) e che quella sia rimasta. Ma qualcuno che ha avuto un pessimo insegnante di lettere e matematica non si fa vivo per abolirla?? cordiali saluti Ugo Marchetti Anche questo mi tocca sentire!!!! Vorrei ricordare al Signor Ichino che anche se in molte scuole le strutture deputate all'ed. fisica sono scarse, nulle, o fatiscenti il buon insegnante di scienze motorie e sportive si prodiga per far in modo di garantire lo stesso che l'ora venga fatta in maniera decorosa, programmando lezioni che a volte sono anche più stimolanti di quelli classiche. Questo a sottolineare il fatto che, nonostante buona parte dell'opinione pubblica continui a screditare la nostra categoria, considerandola l'ultima ruota del carro, chi realmente dentro ci lavora lo fa dedicandosi nella maniera migliore a quello che dovrebbe essere il punto di partenza e di arrivo allo stesso tempo, cioè IL RAGAZZO IN TOTO.Vorrei ricordare anche che le pecore nere, quelle che fanno di tutto per lavorare il meno possibile, avendo ben altri obiettivi, non certo il bene degli alunni, si trovano anche in tutte le altre discipline scolastiche.Spesso costoro, a differenza del pratico e buon insegnante di ed. fisica, che comunque in qualche maniera, arrabattandosi come meglio può, crea ogni giorno i presupposti per operare meglio, sanno solo denunciare ciò che non va e sono bravi con la dialettica, ma i fatti??? Ricordo ai lettori che vorranno condividere i miei pensieri che noi siamo ANCHE quelli che tappano i buchi quando mancano gli insegnanti, perchè tanto riusciamo a gestire anche i grandi numeri...in questi casi, infatti, ci si dimentica della sicurezza e delle regole, perchè c'è bisogno e allora che importa se da 20 i ragazzi diventano magari 45...ma noi lo facciamo lo stesso e sappiamo anche farli lavorare tutti contemporaneamente. Vorrei che si smettesse di parlare male della nostra categoria, perchè le cose che un tempo non andavano bene sono cambiate,; le mele marce ci sono ovunque e spetta allo Stato fare pulizia, ma non penalizzando tutti! Ritengo che l'ed. fisica non possa essere eliminata a favore delle ore private del pomeriggio, sarei per un ulteriore potenziamento di quelle del mattino, ma so che a questo non si arriverà mai, purtroppo...Ricordo anche che con l'ora di motoria si opera in maniera trasversale sul panorama delle discipline scolastiche, ma forse questo il Signor Ichino lo ha dimenticato....Avrei ancora molte cose da dire, ma rischio di parlare troppo... Lascio un commento anche per il Signor Garzantini, che non ha migliorato di certo il mio umore con le sue parole.Cosa significa : " così non è soltanto inutile.." Forse sia lui che il Sig. Ichino hanno avuto dei cattivi maestri o forse non conoscono così bene il panorama scolastico, perchè questo già si fa, ma spendendo pochissimo tempo dietro ai banchi di scuola, poichè le stesse riflessioni si fanno sul campo: in palestra o negli spazi disponibili e con i fatti, non solo con le parole...!!!Per questo auspicherei in un aumento delle ore di ed. fisica, perchè sono troppo poche per fare ginnastica e contemporaneamente ed. civica, anatomia, fisiologia, fair play, parlare della diversità e promuoverla, integrandola, magari riuscire a preparare anche il saggio di Natale e quello di fine anno, perchè così oltre ad elettrizzare i ragazzi e a motivarli, anche la scuola si fa bella !!!.L'educazione fisica non diventa ed. civica salendo con l'età, ma lo è da subito, già dalla scuola dell'infanzia e dalla scuola primaria... e quante belle cose in più si potrebbero fare se dalla classe terza anzichè un'ora di motoria ce ne fossero almeno due!!! Io ancora credo nel mio lavoro, lo difendo cercando di farlo meglio che posso ogni giorno e spero che i futuri Ichino e Garzantini possano ancora praticare l'ora di ed. fisica nella scuola. F. M. NEL SISTEMA FORMATIVO SONO DA BOCCIARE SOLO GLI INSEGNANTI DI EDUCAZIONE FISICA? Prof.ssa Silvia Lolli Sono insegnante di educazione fisica e mi sento molto offesa per l’articolo pubblicato domenica 25 luglio a firma Prof. Andrea Ichino, professore di Econometria alla facoltà di Economia dell’Università di Bologna, perché non credo il mio lavoro sia inefficace, né tanto meno inefficiente. Il Prof. Ichino, che scopro essere consulente dell’INVALSI (Istituto Nazionale per la Valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione) avendo presentato a dicembre 2009 con i Proff.i Checchi e Vittadini la proposta “Un sistema di misurazione degli apprendimenti per la valutazione delle scuole: finalità e aspetti metodologici” (4 dicembre 2008), si permette di bocciare l’educazione fisica, perché “così com’è serve a poco”. Nel suo ragionamento che, nonostante le apparenze, contiene “tremontiane” spiegazioni economiche, c’è prima di tutto un obiettivo sempre più visibile nella politica proposta oggi: destrutturare, anzi distruggere la scuola pubblica, quella che per Calamandrei è un fondamentale organo costituzionale, cioè “un organo ematopoietico importante per la democrazia, perché deve servire per formare le classi dirigenti del futuro”. Solo se la scuola pubblica è eccellente si può avere una scuola privata (“senza oneri per lo Stato” art. 33 Costituzione Italiana) eccellente. Potrei rispondere al Prof. Ichino riprendendo le finalità fondamentali dell’educazione fisica e sportiva scolastica, attualmente considerate anche dai piani sanitari e dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) di vitale importanza per la formazione psico-fisca dei giovani. Voglio invece riprendere il suo ragionamento, almeno in alcuni punti che considero interessanti, e spero che mi sarà consentito invadere altri campi. 1) Il Prof. Ichino considera la scuola inefficiente; la causa principale è solo l’educazione fisica? Se però valutiamo i costi dei corsi di recupero effettuati negli ultimi anni nelle scuole e i costi in nero che le famiglie sostengono ancora per le lezioni di ripetizione dovremmo accertare l’inefficienza e l’inefficacia di molte altre discipline insegnate a scuola. Comunque l’inefficienza causata dall’insegnante di educazione fisica e sportiva si trova solo nella scuola media inferiore e superiore. Infatti nella scuola primaria l’educazione motoria è (o dovrebbe essere) insegnata dal maestro. Dal prossimo anno ci potremmo chiedere come sarà visto il calo delle ore voluto dalla Ministra Gelmini. Tuttavia già oggi nella scuola primaria c’è il sistema sportivo: quando va bene, con il laureato in scienze motorie, da affiancare al maestro. Spesso sono le famiglie che finanziano direttamente questi corsi, quindi c’è già un contributo volontario sborsato, non sottoforma di imposizione fiscale. 2) L’educazione fisica è per il professore Ichino uno degli ambiti della scuola più disastrati. A questo punto occorrerebbe fare qualche distinguo, rispetto ai diversi territori italiani. Si dovrebbe almeno cercare dove e per quali ordini di istituti esistono le condizioni fatiscenti delle palestre e delle attrezzature. In molte situazioni del Nord dell’Italia gli EELL garantiscono un’impiantistica sportiva scolastica di alto livello alla pari di altri paesi europei. 3) Il professore. Ichino afferma che gli adolescenti vengono iscritti dai genitori ai corsi sportivi pomeridiani. Normalmente la fascia di età in cui si ha il fenomeno dell’abbandono sportivo è proprio quella adolescenziale, quando l’influenza dei genitori nelle scelte del ragazzo non c’è più. Forse c’è stata prima, più per aspettative genitoriali che per vere e proprie motivazioni del bambino. A livello nazionale, di CONI, l’abbandono è interpretato come un grosso problema per il sistema; a livello internazionale, invece, si dà atto ai giovani della loro crescita quando sanno fare una scelta diversa ed autonoma. L’abbandono in Italia è causato spesso da un’attività troppo impegnativa: molte attività sportive sono declinate solo alla prestazione e all’esasperata selezione e spesso nulla hanno a che vedere con la reale formazione dei giovani. In questi ultimi anni noi docenti di educazione fisica osserviamo molti studenti incapaci a sottostare alle regole, di gruppo, in palestra: normalmente sono coloro che praticano sport di squadra, soprattutto il calcio. Il sistema sportivo italiano considera l’abbandono un grosso problema, soprattutto perché non assicura più la crescita del sistema stesso; poi oggi anche per la crisi economica fa sempre più fatica ad auto sostenersi economicamente, nonostante si consideri parte del sistema volontaristico, di privato sociale. 4) Il servizio scolastico sportivo è inefficiente al mattino, dunque meglio quello pomeridiano. Proprio al pomeriggio le scuole aprono corsi sportivi gratuiti (vedi Centri Sportivi Scolastici di nuova istituzione) che vengono frequentati nelle scuole superiori di II grado e nelle scuole medie inferiori, con elevata efficacia. In base a che cosa il Prof. Ichino considera il servizio dell’insegnante di educazione fisica “inadeguato”? Perché pensare di bocciare, cioè ELIMINARE, gli insegnanti di educazione fisica? Probabilmente sotto c’è anche una ragione non esplicitata. Si sta cercando un metodo valutativo per la misurazione dell’efficacia dell’insegnamento e forse il compito diventa più facile se si elimina un docente che ha competenze difficilmente misurabili nella scuola. Quando anni fa si parlò di valutazione dei docenti per parlare di nuovi parametri per l’avanzamento di carriera, si propose il “concorsone” a cui però poteva aspirare soltanto il 20% di docenti (causa le scarse risorse economiche). Si propose una valutazione divisa fra docenti dell’area umanistica e docenti dell’area scientifica. Ma dove collocare l’insegnante di educazione fisica? Non si seppe inserire il suo sapere! Del resto l’epistemologia della disciplina riprende aspetti scientifici e umanistici, mettendoli in pratica. E’ proprio attraverso ciò che lo studente viene formato come cittadino. Forse se si parla del bilancio del Ministero della Pubblica Istruzione vorrei sapere quanto di questo bilancio viene tolto per gli esperti. Per esempio nel documento proposto all’INVALSI per somministrare la valutazione si ipotizza un costo dai 26 milioni ai 31 milioni di euro. Sono spese per somministratori terzi e per correttori (se si usano i docenti interni sono pagati meno, come sempre); esperti a contratto atipico (precari), oppure che aggiungono questo reddito al loro stipendio percepito magari in un’altra pubblica amministrazione. A tutto ciò poi occorre aggiungere i costi della formazione! 5) Forse il Prof. Ichino ignora che è ancora in vigore la Costituzione del 1948 che agli artt. 2 e 3, 32 e 34 sottolinea alcuni diritti inalienabili della persona (fra i quali la salute e la scuola). Questi devono essere garantiti da parte dello Stato anche attraverso l’attuazione dell’art.53 (6° articolo del titolo 4° Rapporti politici):”…tutti i cittadini sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva”, che, al 2° comma, viene esplicitata nel criterio di progressività. Perché prima di procedere a tagli insensati non si recupera la progressività di carico fiscale, oltre che l’evasione e l’elusione fiscale? E’ troppo facile fare economia spostando soltanto il problema, cioè facendo giochi ragionieristici di bilancio. Dare € 233,00 annui ad ogni studente come voucher per praticare solo corsi sportivi risolverà l’inefficienza della scuola italiana? Ma soprattutto il Prof. Ichino è poi così sicuro che nella povertà culturale, economica e sociale di molti territori italiani questa cifra sia veramente spesa per la formazione sportiva? L’attuale crisi sta colpendo la capacità di spesa soprattutto di beni secondari, come può essere considerato lo sport. Senza considerare che € 233 è una cifra irrisoria che consente in pochi casi la partecipazione fuori dalla scuola ad un corso sportivo, magari effettuato da un tecnico giovane con poche competenze. 6) A questo punto vorrei sapere se il Prof. Ichino conosce bene i contratti di lavoro del sistema sportivo; quando ci sono rapporti a tempo indeterminato sono inquadrati nel settore del commercio o dell’artigianato; più spesso invece sono rapporti di lavoro autonomo, oppure che utilizzano la possibilità di avere un reddito esentasse, vedi finanziaria 2002 con la quale i tecnici sportivi, gli atleti, i segretari delle associazioni sportive, possono percepire fino a € 7.500 esentasse, più i rimborsi spese documentati. L’insegnante di educazione fisica potrà trovare un lavoro soddisfacente in questo sistema in cui chiunque può fare il suo lavoro? E’ il così detto privato sociale, perché il privato ormai è formato da reti di palestre in franchesing. 7) Infine un’ultima domanda al Prof. Ichino. Se vogliamo parlare di efficienza e di economicità del sistema scuola occorre esaminare anche altri aspetti: perché lo Stato democratico e laico che emerge dalla nostra Costituzione deve permettere un costo pubblico non relativo al solo finanziamento alle scuole private, ma soprattutto al pagamento degli insegnanti di religione, diventati di ruolo nella scuola pubblica senza dover sostenere pubblici esami? Per la revisione del concordato del 1984 e la “riforma Moratti”, viene inserito l’insegnamento della sola religione cattolica per due ore settimanali nella scuola primaria (anche alla materna). I docenti immessi con il benestare del Vescovo diventati di ruolo rimangono e andranno ad insegnare un’altra disciplina anche quando non saranno più funzionali alle scelte del clero. Ricordo che molti studenti non si avvalgono di questo insegnamento, ma le classi non vengono accorpate per fare religione quindi questi docenti hanno classi molto meno numerose degli altri. Non è questa una palese inefficienza del sistema? Perché il sistema di valutazione non boccia anche questi, oltre alle altre sacche di inefficienza, per esempio di dirigenti strapagati negli uffici amministrativi e per anni qui immessi senza un regolare concorso pubblico? Gentile Direttore, abbiamo letto le lettere inviate al Suo quotidiano dai molti colleghi indignati per gli articoli apparsi il 25/07 u.s. relativi all'Educazione Fisica. Vogliamo sottoscrivere tutti i contenuti delle missive e concludere con questa riflessione: "Quando l'ombra dei piccoli uomini si allunga all'orizzonte vuol dire che il tramonto è vicino". Piccoli uomini sono anche coloro che, senza conoscere, predicano e scrivono la loro verità. Ringraziando per l'attenzione un gruppo di docenti di Educazione Fisica di Arezzo e provincia Anna Maria Becattini Silvano Bernardoni Luca Boncompagni Costanza Carrai Paolo Dainelli Alessandra De Mori ( presidente AISMAP associata Capdi) Antonia De Mori Daniele Gallastroni Stefania Galletti Patrizia Odorici Olga Ratti Francesca Russo Maurizio Serafini Roberta Michelini Fabio Sinatti Sono un affezionato lettore del Sole 24 Ore. Domenica sono rimasto sorpreso e deluso dagli articoli di Ichino e Garanzini, di leggere, in un autorevole quotidiano, argomentazioni un po’ superficiali sugli impianti sportivi. Con l’analisi esposta nel primo articolo e accettata nel secondo, un Paese con alcune scuole carenti di lavagne dovrebbe licenziare tutti i docenti di matematica ed economia, le scuole non in regola col D.L. 81/08 dovrebbero inviare a casa gli studenti per tutto l’anno scolastico. Le carenze di adeguati impianti sportivi scolastici italiani esistono, ma sono molto diverse tra gli impianti (sia pubblici che privati) dell’Alto Adige e quelli di alcune zone del Centro. Conosco gli impianti del Veneto che sono di buon livello; ho visto molte palestre scolastiche di Roma e qui purtroppo le deficienze sono diffuse ma la soluzione non è, come suggerito, il licenziamento dei docenti e il finanziamento di un mercato privato dove è ben presente l’economia sommersa. A Roma ci sono alcuni eccellenti centri sportivi con tariffe però scandalose. Molti impianti privati (palestre, piscine) sono “nuove catacombe“ ricavate nei sotterranei dei palazzi con tariffe alte e istruttori pagati poco. E’ importantissimo migliorare lo standard delle palestre scolastiche per una questione di civiltà, per lo sport e anche per diminuire la spesa sanitaria. Questi impianti possono essere utilizzati non solo da scolari e studenti ma anche da tutti i cittadini del quartiere (anziani, donne, giovani, ecc..) a tariffe controllate, istruttori qualificati con diploma ISEF e gestiti dalle scuole stesse o da associazioni no-profit in collaborazione col Comune. Questo è il modello di molte regioni italiane, di tutti i paesi dell’Europa settentrionale. Mi auguro che i due articoli siano stati una provocazione per aprire un dibattito. Un cordiale saluto Edoardo Betto Il corpo. La mente. E' molto avvilente che nel 2010 si separi ancora il corpo dalla mente. Leggere i due articoli sul Sole 24 ore di domenica scorsa mi ha fatto una tristezza infinita, e mi ha fatto pensare che non si finirà mai di discutere sull'importanza dell'educazione globale delle persone. Il Prof. Ichino, ma anche il giornalista Garanzini con la sua finta difesa della categoria, sono fermi alla ginnastica di stampo militare, o all'avviamento allo sport, che nulla hanno a che fare con l'educazione fisica. E' forse utile ricordare che educare viene dal latino ex-ducere, cioè “portare fuori” e questo principio, presente anche nel suo nome (educazione fisica), l'ha fatta essere sempre la materia più amata, perché permette di conoscere i propri limiti, le proprie abilità e confrontarle con quelle degli altri non in maniera agonistico- competitiva, come fa lo sport, ma per rispettare e confrontare le capacità (e incapacità) di ciascuno. E questo è il lato prettamente pedagogico della faccenda, ma c'è da dire che anche le neuroscienze ribadiscono sempre di più sull'unità psicofisica umana e quindi non si capisce perché proprio chi parla di scuola e di formazione, invece, ne sia ancora così lontano. E' pur vero che spesso si continua a proporre un modello di funzionalità corporeo-motoria integrata solo su di una dimensione “consequenziale”, rispetto ad una cognizione, più o meno consapevole, approccio fondato sull’atteggiamento cartesiano: prima penso, dubito, conosco per certo e poi agisco. E che questo fa ancora pensare ad un vecchio modo di imparare e, di conseguenza, di insegnare. Ma oggi le nuove prospettive psicobiologiche (Oliverio), neurologiche e neuropsicologiche (Kandel, Damasio, Rizzolatti solo per citarne qualcuno), neuropsicoanalitiche (Solms), psicologiche (Neisser), insieme a quelle psicoterapeutiche (Lo Verso) e riabilitative (Ramachandran), propongono una diversa visione del corpo, della coscienza, delle emozioni, della motricità, dell'educazione, e rovesciano questo paradigma. E quindi: agisco, comprendo, assimilo. Vale la pena di approfondire questi argomenti, prima di scrivere sull'educazione fisica e motoria. Una nota personale La scorsa settimana sono venuti a mangiare una pizza a casa mia un gruppo di ex alunne e alunni, alcuni non li vedevo (e non si vedevano) da 17 anni: lasciati preadolescenti li ho ritrovati adulti. Li guardavo e pensavo che quando li ho conosciuti avevo più o meno la loro età (30 anni). Mi hanno raccontato quanto sia stato importante il lavoro fatto insieme alle medie, a quanto sia presente nella loro vita quello che abbiamo raggiunto in tre anni, con due ore a settimana, ma con un contatto vero, fatto di presenza, di attenzione, di ascolto, che li ha aiutati più di qualsiasi cosa. Parlo di Napoli, di una scuola in un quartiere “difficile” e di un gruppo di alunni/e eterogeneo. Vi prego, quindi, di ripensare a ciò che avete scritto, riscriverne alla luce delle molte lettere che state ricevendo, e di parlare in generale con maggiore cognizione di causa di argomenti che, si vede, sono molto lontani da voi. Grazie Marina Rippa, Napoli. Eh già! ottima soluzione: tutto quello che nella scuola non va togliamolo e diamolo ai pivati. Non ci sono palestre? Via l'educazione fisica (e non ginnastica che è ben altra cosa) Non ci sono le aule di musica? Via l'ed musicale tanto si può cantare lo stesso anche per strada o nelle numerosissime scuole di musica sparse nel territorio italiano. Le aule artistiche non ci sono? Via l'educazione artistica si può disegnare anche stando a casa, che diamine; oppure frequentare i numerosisssssimi laboratori d'arte presenti ovunque.Mancano le aule speciali di scienze? Via le scienze. La chimica la fisica, la mineralogia e l'astronomia la faranno quando andranno all'università. Mancano le aule di informatica? Via l'informatica a casa un compiter ce l'hanno tutti ormai. Azzardando un pò si potrebbero eliminare anche le lingue straniere che avrebbero necessità di aule attrezzate Via, piazza pulita di tutta queste discipline che servono solo a far perdere tempo ad insegnamenti più nobili e più utili allo sviluppo dell'intelletto e alla formazione del vero cittadino: 'saper leggere, scrivere e far di conto' come diceva il mio vecchio preside! Questo è quello che conta il resto sono solo cianfrusaglie, sottrazione di tempo a conoscenze più importanti e attuali come il latino e il greco antico, queste sì fondamentali per la crescita del cittadino e per l'apertura ai mercati orientali. E poi sai che risparmio? Ichino: lei che è così bravo a far di conto, faccia un pò il calcolo. Io che sono un'intile insegnante di ed. fisica a spanne penso che eliminando tutta sta zavorra di docenti la scuola potrebbe essere determinante per sanare il bilancio dello stato. E gli alunni e le famiglie ringrazierebbero naturalmente perchè dalla scuola finalmente verrebbero tolti gli insegnamenti più noiosi, inutili e poco stimolanti, capaci di rendere le mattine difficilmente sopportabili. L'educazione fisica ma che cos'è ? Il concetto di 'salute /sport', (obesità giovanile e decessi da cardiopatie in aumento spaventoso in Italia negli ultimi anni) 'di sviluppo delle capacità motorie di base', la 'consapevolezza delle proprie responsabilità nel rispetto delle regole dei compagni e degli avversari', 'integrazione', 'solidarietà' attraverso lo sport ? ma che cos'è sta roba? non è meglio indirizzarli subito al calcio che imparino a tirar bene in porta e basta? Magari ci guadagnano qualcosa anche! E quelli che abitano in montagna non è meglio indirizzarli subito allo sci o su per le crode? Tanto un domani faranno di sicuro i maestri di sci o le guide alpine. Si fa sport lo stesso no? imparano quello che serve lo stesso no? E' un doppione con l'ed fisica. E poi, dai, non ci vuole la laurea in scienze motorie per insegnare a far quattro salti e un pò di corsa? Io non so in che razza di realtà vive ed opera 'l'amico' Ichino. Ma se prima di scivere cazzate si fosse fatto almeno una pallida idea di come funziona l'insegnamento dell'educazione fisica nelle scuole italiane si sarebbe accorto che fare di tutte le erbe un fascio è sempre la più grande stupidaggine che si possa fare perchè si finisce inevitabilmente per gettare fango su realtà positive, bellissime dove per quanto riguarda l'argomento in oggetto, l'educazione fisica si svolge in ambienti adeguati o perlomeno dignitosi, dove l'ed. fisica è scuola di vita essendo l'unica disciplina che può trasformare in tempo reale un concetto con un'esperienza personale e senza ombra di dubbio costituisce uno dei momenti più formativi della scuola. Soprattutto quando i docenti sono competenti e capaci di creare sonergie interne organizzando attività in collaborazione con colleghi, enti esterni alla scuola, genitori, associazioni ecc; dove le ore di educazione fisica sono attese non perchè si può giocare a carte mentre il docente legge il giornale o restare in spogliatoio a fare gossip, perchè il docente segue solo i più bravi, ma perchè gli insegnanti sono coinvolgenti e riescono a fare bene il loro dovere anche quando le palestre non ci sono e quando gli alunni sono diabetici e in sovrapeso e perciò di solito odiano muoversi. Realtà dove l'educazione fisica, che si avvale dello sport per lo sviluppo della fantasia e della creatività nel movimento con tutte le forme possibili e immaginabili, lavora in sinergia con le società sportive alle quali molto spesso indirizza i ragazzi che vogliono cimentarsi nell'agonismo; dove l'educazione fisica insieme alle società sportive integra e sostiene la vita stessa del Coni evitando che le società sportive naufraghino in un'attività che per la sua stessa essenza tende ad inaridisi e a ripiegarsi su sè stessa, essendo il suo un' obiettivo più specifico e quindi più limitante, che impone sempre e comunque la ricerca del risultato sportivo, com'è giusto che sia. Sfido Ighino a proporre di eliminare l'ed.fisica dalle scuole bellunesi o venete o friulane o alto atesine, ma credo da tutto il nord e probabilmente anche dal centro; ad eliminare questa disciplina dalla scuola per metterla in mano solo ai privati che cercherebbero com'è nel loro diritto, lucro da un sacrosanto diritto sancito dalla legge: il diritto dei bambini e dei giovani di svolgere una sana attività motoria non finalizzata e accessibile gratuitamente a tutti compresi i ragazzini che abitano lontani dalle scuole e da qualsiasi forma di attività sportiva! organizzata. Cominci pure il suo viaggio nelle scuole italiane da Belluno e prosegua in tutte le scuole nelle quali vorrà verificare come e dove si lavora e poi se ne avrà ancora il coraggio, confermi pure la sua bocciatura. Se Il problema sono le strutture sportive del sud che rendono il modo di svolgere questa attività insulso, ancichè penalizzare chi la svolge come si deve, cerchiamo di dare al sud quello che ha diritto di avere. O tagliamo la gamba perchè abbiamo male al piede? Loredana Stiletto, docente ed.fisica e presidente dell'Aief Belluno buongiorno , il signor iachino è semplicemente triste . cordiali saluti. giacomo zanuttigh Spett. direttore il sole 24 ore ho avuto la fortuna di esser informato dalla mia organizzazione capdi (confederazione rappresentate gli insegnanti di educazione fisica) e, quindi, leggere l’articolo del vostro eccellente giornalista sig iachino.. ho provato anche a rileggere un’altra volta quell’articolo ma non ce l’ho fatta, sinceramente. Il sig articolista è senz’altro un’economista straordinario che, come dice bossi onorevole del tremonti ministro: ‘..è uno che dà del tu all’economia’. Ciò senz altro vale anche per il giornalista iachino e ,lei, sig. direttore, ne è senz’altro a conoscenza. Quel che obietta questo articolista economista in difesa probabilmente del libero mercato e della salute delle casse statali, come se fossero le sue , ci sta che possa esser condiviso da qualcuno/due e anche tre, come lo illuminato. E fin qui niente di male. E niente di male sarebbe se il sole24, che becca i quattrini dallo stato per pagare i fogli riempiti anche dallo iachino, cominciasse a fare un’opera di costrizione economica restituendo i denari allo stato stesso specie quando lo iachino descrive qualsiasi cosa che a lui passa dalla mente giornalistica (che dovrebbe essere informata e in grado di controllare le fonti ascritte prima di vomitarle sui fogli non riciclati). la violenza espressa nei confronti dell'educazione fisica e delle istituzioni scolastiche statali e non, mi muovono nel proporre una colletta affinchè egli possa iscriversi giammai a scienze motorie quanto a quelle pedagogiche per poter iniziare un nuovo percorso terapeutico dalle bischerate senza 'corpo vissuto' affermate in quell’articolo. mi permetto, seguendo le orme e gli spunti dell'articolista, di suggerire di ridurre di una pagina il vs. prestigioso giornale: da un punto di vista economico e sociale, per il sole significherebbe risparmio di carta e di inchiostro, meno soggetti addetti allo sviluppo del quotidiano soggiogati alla lettura non voluta e, naturally, senza licenziare il giornalista che non troverebbe spazi/lavoro nel nostro giornaletto confederale in virtù della legge dei mercati liberi ma destinarlo a fare il suo lavoro sul web dove siamo certi, dopo l’ultima opera magna, tutti lo cercherebbero su google per sapere le verità attuali da lui studiate. nel caso egli già ci fosse consiglio di utilizzare you tube per mostrarcelo in sportfitness atteggiamenti: prospetto attrattivo. Mi immagino a tal proposito che il sig iachino sia un ‘ursus’ del fitness e che abbia raffinato un ‘esperienza oramai talmente alta che invita a solo esempio a mandare i bambini o ragazzi a riempire le palestre del basket…. Non voglio entrare nel difficile , ma perché proprio del basket e non del tennis e o della scherma o del golf? Eppoi sarei curioso di sapere se conosce un fenomeno di nome ‘drop out’ e le sue cause. Poi capirebbe forse la valenza di una educazione che non può esistere senza educazione fisica….e senza La Scuola. Saluti distinti, dr marco manetti Gent.mo Direttore Leggo con evidente rammarico gli articolo “contro” (elaborato certamente da chi ignora fortemente in conoscenze specifiche) e “pro” (peggiore del contro) in merito all’Educazione Fisica. Dato che questo è un Paese che deve risparmiare, non solo nel “pubblico” ... La invito immediatamente a “lasciare a casa” gli estensori degli articoli perché credo appartengano alla categoria di quelli che nella scuola ... una volta, venivano chiamati i “somari”. Di certo vi è soltanto l’inadeguato numero di impianti sportivi, specie palestre annesse agli istituti scolastici, la loro vetustà e la mancanza di attrezzature. Ma sono le stesse palestre pubbliche che usano le società sportive e l’associazionismo nelle ore pomeridiane e serali. Gli impianti sportivi privati - più adeguati , ma spesso dotati di personale non competente - rispondono ad una “domanda” diversa e ad un target capace di poter spendere. Quindi ancora una volta l’articolo è solo un “apripista” all’esigenza dell’offerta privata , volta ad accreditare la bontà di società e circoli privati... quelli appunto di golf, di tennis, di fitness e magari costruiti sulle sponde di fiumi e laghetti e finanziati con i denari dei tanti sigg.ri Anemone. Intanto 1 docente di E.F. con 9 classi e 18 ore risponde a circa 250 allievi annui (altro che 125!!). Intanto la “ginnastica” è solo un aspetto delle ore di educazione fisica che sviluppa un programma molto più vasto: dalla condizione psicofisica alla coordinazione motoria (altro che solo basket!), dalla socializzazione di giovani sempre più in disagio all’educazione civica per una comunità sempre meno educata. Dall’educazione stradale, alimentare, alla legalità, al doping, fair play (appunto saper perdere e.. magari vincere!!) ... ma i sigg.ri giornalisti conoscono davvero quanto si sviluppa nella maggior parte delle scuole e quanti i progetti e gli argomenti affidati appunto ai docenti di EF. Docenti che molto spesso sono vicari del dirigente o coordinatori di plesso, o responsabili dei progetti di “sicurezza e prevenzione” o di “ed. stradale”, proprio per la loro capacità di sapersi organizzare anche davanti all’inadeguatezza di strutture, impianti, edifici, attrezzature. Sanno i giornalisti che i docenti di EF sono gli UNICI che hanno sviluppato, attraverso la loro Confederazione Nazionale CAPDI, un piano nazionale molto dettagliato e apprezzato in tutta europa dalle altre associazioni... di ambiti, obiettivi, competenze, attività, metodologia, verifiche tecniche ... un registro personalizzato e ... un registro informatizzato?? Conoscono i giornalisti l’azione di EDUCAZIONE E PROMOZIONE SPORTIVA che i docenti di EF sviluppano nelle loro scuole e sui territori, accettando di svolgere ore complementari di avviamento GENERALIZZATO - cioè anche per i meno bravi e per i diversabili – a pochi spiccioli data l’avversità dei Ministri Gelmini ( e dei tanti che si sono succeduti) e del “piccolo” Brunetta. Altro che SOLO lezioni in classe, le lezioni sono in parte di “teoria” con l’ausilio del libro – quando ci è possibile ordinarlo – perché dati i “tetti” ministeriali molto spesso si possono ordinare quelli cosiddetti “fondamentali” e poi solo “consigliare” gli altri, come il nostro! Ma non vorrei che il sig. Garanzini finisse per preferire e consigliare un EF a tavolino, cioè da seduti, per sviluppare sedentarietà e non motricità. Vi è al contrario bisogno di far uscire i ragazzi in cortile, nelle strade, nei giardini ... e magari negli impianti ove presenti quei giovani oggi in maggior parte OBESI per farli muovere e consumare più “energie”. Proprio per questo basterebbe attuare quel Piano suggerito al MIUR (ex MPI) anni or sono da un Tavolo Interministeriale (MPI e POGAS) ... altro che protocolli con altri soggetti quali CONI e FSN che già sviluppano e finanziano interventi sostitutivi dell’azione pubblica. QUI MANCA LO STATO ALTRO CHE INSEGNANTI DI EF INEFFICIENTI!! Peccato che vi siano giornalisti disinformati a cui un po’ di “movimento” gioverebbe, con esercizi impartiti da diplomati ISEF e laureati in Scienze Motorie e non ... da improvvisati operatori di motricità. Sono disposto ad ospitare nella sportiva Città di PRATO i Sigg. giornalisti per educarli a conoscere meglio quanto si insegna. Cordialità, Salvatore Conte : diplomato ISEF, fiero docente di EF da 37 anni 8 mesi 12 giorni pett.le Capdi, vi invio il mio pensiero sugli articoli in oggetto. L'ho scritto di notte, di getto, senza pensare troppo alla forma e quindi, prudentemente, lo sottopongo prima a voi. Se è valido non ho problemi ad inviarlo alla redazione del Sole 24 ore e sottoscriverlo, anche se probabilmente occorre qualcosa di meno istintivo e più ragionato. Egregi signori, fate il vostro mestiere e lasciate fare il proprio agli altri, senza sommergerli di denigranti luoghi comuni. Voi non vi intendete di Educazione Fisica ( ginnastica, come qualcuno continua a chiamarla ). Lasciate come minimo ai nostri Dirigenti Scolastici il compito di giudicare come lavoriamo. Invece di incoraggiarci a continuare a lottare per fare bene il nostro lavoro, spesso in condizioni ambientali e strutturali difficili se non impossibili, cosa fate? Proponete di spedirci fuori dallo Stato a calci nel sedere, contribuendo a farci passare per statali lazzaroni, improduttivi e incompetenti. Sono indignato. Invece di amplificare ogni esempio negativo, andate a cercare i numerosissimi esempi di chi nel campo dell'Educazione Fisica produce, educa, insomma insegna e lavora con serietà e dignità, dalla Scuola dell'Infanzia all'Università. Ho già sentito questi discorsi: farsi scalare le tasse per i servizi che si giudicano inadeguati o di cui non si intende usufruire, dalle infrastrutture alla scuola alla sanità ecc... Spero che un giornale come il Sole 24 ore non favorisca un giornalismo che ipotizza scenari dove ognuno paga quello che gli pare: un progetto sociale che in Italia porterebbe in breve tempo fuori controllo tutto e tutti. Un modo di porsi che va alla pancia della gente e non al cervello ed all'obiettività delle analisi. Ma torniamo all' Educazione Fisica. Voi opinionisti siete così certi che le società sportive di base (non apro il discorso di quelle professionistiche perchè scoperchierei un sarcofago con dentro di tutto) siano superiori al servizio che lo Stato dà agli studenti? Sapete quanti giovani si allontanano dall'attività sportiva/motoria perchè non reggono allenatori e dirigenti incompetenti sia sul piano umano che professionale? O perchè non reggono il peso dello stress da prestazione, della sconfitta, della panchina, dello sforzo in rapporto ai risultati mediocri? O perchè non reggono il peso del bullismo dei coetanei più abili e forti, che in società sportiva nessuno si sogna di contrastare? O perchè si annoiano, obbligati ad un addestramento ripetitivo finalizzato ad ottenere automatismi di movimento perfetti? Vi invito ad interrogarvi su quali garanzie di sviluppo della persona può dare una scuola od una società sportiva, quali interessi si muovono in una realtà e nell'altra, quali professionalità siano in gioco per la realizzazione dei rispettivi progetti. Parliamo di soldi. A parte il fatto che le cifre di cui parlate non bastano per coprire un anno sportivo, volete mandare a casa gli Insegnanti di Educazione Fisica per dare quattro soldi alle famiglie? Lo Stato con quei soldi garantisce un servizio capillare su tutta la popolazione scolastica: chi garantisce sul se e sul come sarebbero spesi dalle famiglie per la salute dei figli? Perchè non fare lo stesso per l'insegnamento della lettura, della scrittura, della capacità di calcolo matematico; per sviluppare le competenze e la capacità di esprimersi con l'arte e con la musica, con le scienze e con le materie umanistiche? Vi invito ad approfondire i dati ministeriali sui danni e sui costi sociali derivanti dalla sedentarietà, dai disturbi posturali e dell'alimentazione, dalle difficoltà relazionali e poi ragioniamo se quello che offre l'attività motoria scolastica vada soppresso per dare un contributo economico alle famiglie con il quale pagarsi un efficace percorso preventivo. Intanto, mentre voi scrivete i vostri articoli seduti dietro alla scrivania , protetti dal vostro status di giornalisti, opinionisti, professori universitari, ogni giorno la stragrande maggioranza di noi Insegnanti di Educazione Fisica ( grazie per non averci etichettati "maestri di zompi" ... ) combattiamo contro la cultura delle scorciatoie e del doping, del "fatta la regola si trova l'inganno", del "non provo a far niente oltre a quello che so già fare", del "non faccio nulla se non ho garanzie di mettermi in evidenza", del "prendiamo a sberle quell'imbranato che ci fa perdere tutte le volte", del "me ne frego se puzzo", del "me ne frego se spacco qualcosa, tanto non è roba mia", del "non mi va di faticare o concentrarmi", del "non lo faccio perchè non sono capace", ecc.... Vi garantisco che "sporcarsi le mani " in questa umanità, così diversa dagli utenti delle società sportive, è così complesso e affascinante da farci amare il nostro lavoro, che ci crediate o no. Comunque, potete approfondire la questione pedagogico-metodologica in Università, con i Docenti della Facoltà di Scienze dell'Educazione e di Scienze Motorie. Questione delle lezioni "teoriche". Chi propone ai giovani di stare seduti in un'aula ad ascoltare lezioni di Educazione Civica e Sportiva, in alternativa all'attività motoria, non capisce niente di Educazione Fisica: fra la vostra proposta di lezione teorica e la palestra con i suoi attrezzi ,cosa pensate che desideri un giovane dopo aver partecipato a ore di matematica, storia e geografia? Noi Insegnanti di Educazione Fisica talvolta teniamo in classe i nostri allievi per parlare, ma in genere favoriamo la loro esigenza di muoversi, conoscere, sbagliare e riprovare, competere, giocare e misurarsi, migliorarsi e socializzare. La parte "teorica" abilmente la riduciamo a sporadici "stop and go", integrandola con il contesto dell'attività ludico/motoria in corso. In questo modo permettiamo ai nostri allievi di crescere,apprendere e socializzare, spesso in modo trasversale ad altri insegnamenti, usando il corpo. Sta alla nostra professionalità proporre contenuti e metodologie idonee alla loro fase evolutiva e stimolarne le motivazioni, instaurando corrette relazioni interpersonali, proponendo obiettivi, condividendo adeguati criteri di valutazione. La professionalità ed il progetto. Noi con l'attività motoria formiamo le persone: il gioco è una potentissima leva che utilizziamo per insegnare la materia che lo Stato ci ha abilitato ad insegnare. Non si dimentichi che siamo dei professionisti selezionati per fare questo mestiere, tramite un percorso universitario, concorsi abilitanti e tirocini. Se voi opinionisti volete denigrare anche questo iter di reclutamento, fate pure, ma con nomi e cognomi di chi non è stato serio: facciamola finita con i luoghi comuni, perchè io mi sono messo in gioco profondamente in questo percorso e ne rivendico orgogliosamente la dignità. Mentre voi siete dietro ad una scrivania a scrivere un articolo che compiaccia il lettore o il vostro Direttore, noi spendiamo una vita e quantità di fegato a quintali , per educare i giovani al rispetto di sè stessi, degli altri e delle regole. E sempre più spesso, a causa di articoli come quelli in oggetto, abbiamo difficoltà ad insegnare ad alcuni allievi, i cui genitori non hanno fiducia in quello che facciamo e giustificano e negano qualsiasi comportamento incivile del figlio, a meno che non ci sia una telecamera che lo inchioda alle sue responsabilità. A questo aggiungiamo la lotta quotidiana per far passare nei Collegi Docenti il principio della pari dignità dell'Educazione Fisica con le altre materie e del valore formativo dell'Educazione Fisica nella scuola, come progetto autonomo e diverso da quello che propongono le società sportive alle quali i nostri allievi si rivolgono in orario extrascolastico. Tutto ciò al fine di ottenere quattro soldi del fondo di Istituto, il permesso di fare manifestazioni espressive e ludico/sportive in orario curricolare e per far approvare progetti di Educazione Motoria nel Piano dell'Offerta Formativa di Istituto ( POF ). Spendiamo un'enorme quantità di energie per diffondere un progetto culturale che voi, secondo me, non conoscete. Vi invito a smetterla di cavalcare la tigre del malcontento del servizio pubblico e di iniziare a valorizzare più spesso coloro che fanno il proprio dovere, si aggiornano e lavorano in modo serio e onesto. Orgogliosi di servire lo Stato e determinati a produrre un'immagine positiva del proprio Istituto e dell'Italia nel mondo. Prof. Poletti Luciano Titolare di Scienze Motorie e Sportive c/o la Scuola Media "Marconi", Istituto Comprensivo "Dante Alighieri" di Cornate d'Adda, MB CREDO SICURAMENTE CHE COLUI CHE HA SCRITTO L'ARTICOLO DOMENICA SCORSA SI SIA SBAGLIATO E ABBIA CONFUSO QUALCHE PASSAGGIO IMPORTANTE DELLA VITA. MI SENTO DI PERDONARLO. IL PERCHE' LO TROVERA' FRA LE RIGHE ( 3^ riga dopo il titolo L'ENTUSIASMATORE ), DI QUESTA LETTERA CHE HA GIRATO L'ITALIA E COLTO STRAORDINARI CONSENSI DA QUALUNQUE CETO SOCIALE SIA STATA LETTA E CONSIDERATA. CORDIALMENTE, BRUNO ZUCCHELLI www.brunozucchelli.it Presidente del CONI Giorgio Torgler Prof. Diego Tomasi Egregio Prof. Andrea Ichino, ho letto il suo articolo del Sole 24 ore del 25 luglio 2010 “L’educazione fisica? Bocciamola!” e dentro di me sono balzati i più svariati sentimenti, dall’odio quasi profondo, alla rabbia, al senso di frustrazione, allo spirito di sopravvivenza, al riderci sopra. Ho cercato di immaginare lei fisicamente, forse poco portato allo sport, con un passato scolastico motorio non troppo stimolante, con un docente poco preparato. Mi ha ricordato il mio Dirigente Scolastico che da tempo continua a dire che mi stima enormemente ma ritiene che l’Educazione Fisica, la materia che insegno da quasi trent’anni, dovrebbe essere eliminata dalla Scuola Secondaria Superiore (io insegno in un Liceo) perché non serve a nulla. Queste sono le mie gratificazioni lavorative che si aggiungono alle varie frasi che mi sono sentita dire nel corso della carriera: “L’educazione fisica è una materia di serie B”, “ Gli insegnanti di educazione fisica dovrebbero essere pagati di meno”, “ Tu non correggi i compiti” e quindi deduco di avere un lavoro più leggero.Tutto quanto ho sentito in questi anni avrebbe minato l’equilibrio psichico dell’uomo più solido del mondo e non nascondo che spesso mi sono sentita frustrata . Sono, però, una persona seria, come ce ne sono tantissime che fanno il mio mestiere, credo nel valore formativo ed educativo della materia e vado avanti per la mia strada cercando di dare a tutti i ragazzi, e non solo ai più dotati, maggiori stimoli possibili,conoscenze motorie e sportive, entusiasmo, regole e tanti altri insegnamenti che l’Educazione Fisica può trasmettere. Mi viene da sorridere a pensare che l’eliminazione di noi docenti di Educazione Fisica possa in qualche modo salvare le sorti dell’Italia. Ragionando così, in una politica di tagli, si possono eliminare anche altre materie perché, per esempio, in un liceo scientifico si potrebbero studiare solo materie di ambito scientifico così come al liceo classico si potrebbero eliminare la matematica e le altre materie non caratterizzanti il corso di studi. Non credo sia il modo giusto per formare i nostri allievi, la generazione del futuro.Rifletto ancora su quanto lei dice a proposito dell’attività pomeridiana. Può succedere che i genitori la scelgano per i figli perché insoddisfatti da quella proposta dalla scuola ma più facilmente la scelgono perché, TRAMITE LA SCUOLA, i loro figli conoscono e desiderano approfondire ambiti motori e sportivi a loro congeniali .Esistono, poi, purtroppo, famiglie meno abbienti che di certo non hanno i soldi per palestre e corsi privati per cui le due ore di Educazione Fisica scolastiche sono l’unica opportunità per i loro figli per avvicinarsi allo sport ed acquisire una cultura motoria.Tutto questo fa supporre che, invece di eliminare la materia, essa andrebbe integrata per evitare aggravi finanziari a quelle famiglie sensibili all’importanza dell’attività motoria per i propri ragazzi.E’ ancora vero che in Italia ci sono scuole senza palestre oppure locali fatiscenti ma allora il problema non si risolve eliminando questa disciplina ma bensì investendo risorse affinché gli studenti possano svolgere le ore di Educazione Fisica in ambienti adeguati, con spogliatoi agibili e decorosi per rimettersi in ordine dopo l’esercizio fisico.Riguardo all’articolo di Gigi Garanzini, ringrazio l’autore per la sensibilità dimostrata alla categoria ma i suggerimenti che fornisce sono per così dire “ il pane quotidiano” di noi docenti di Educazione Fisica. Infatti, mentre insegnamo e facciamo svolgere le più svariate attività ovviamente consone ai programmi ministeriali e all’età dei nostri allievi, forniamo sempre ai nostri alunni suggerimenti utili, indicazioni, norme di sicurezza, informazioni sul doping, sull’alimentazione, sulla salute, sui meccanismi energetici, sui valori dello sport. In questa nostra opera siamo anche aiutati da validi testi specifici per la materia che possono essere utili ai ragazzi per la loro crescita. Sinceramente, in una Italia che “va a bagno”per lo spreco di denaro pubblico, le troppe auto blu, strade e ospedali costruiti e mai aperti, mafia e camorra distribuitesi a tela di ragno su tutto il territorio, un senso di impunità generalizzato per cui chi sbaglia facilmente non paga, prendersela con i professori di Educazione Fisica rientra nella logica della nostra politica, colpire sempre i più deboli e i più piccoli. Forti e potenti hanno santi in paradiso. Genova ,28 luglio 2010 Prof. Donatella Alla Redazione Il sole 24 ore Terminata da pochi secondi la lettura degli articoli dei Sigg. Ichino e Garanzini, pubblicati il 25 luglio scorso, l'indignazione spinge ad una immediata risposta. Il primo impulso, fortemente emotivo, e l'indignazione è una delle più ricorrenti e forti emozioni che mi trovo a sperimentare in questo periodo, è quello di rispondere con una sintetica illustrazione delle tante motivazioni su cui si fonda il valore formativo dell'Educazione Fisica scolastica, pubblica ed obbligatoria per tutti. Ma, con un faticoso tentativo di attivare anche la parte razionale della mia mente, mi rendo conto che tale risposta risulterebbe, per i destinatari, autori degli articoli in questione, del tutto inefficace. L'Ignoranza mostrata, sia rispetto all'ambito culturale e scientifico specifico delle Scienze Motorie, sia rispetto al sistema scuola in generale, resa evidente anche solo dalle semplici scelte terminologiche adottate (non si è nemmeno capaci di distinguere tra "Educazione Fisica" "ginnastica" e "sport") ed ancor più evidente nei ragionamenti sviluppati dai due autori, mi convince dell'assoluta impossibilità di generare un seppur minimo scambio dialettico, con un qualsiasi sintetico scritto che possa raggiungere le loro menti. Inviterei, pertanto, gli autori a ricercare un confronto, nelle sedi e con gli interlocutori opportuni, a cominciare dagli insegnanti di Educazione Fisica, un pò più approfondito e sistematico prima di pubblicare articoli su testate peraltro autorevoli. Voglio, infine, seplicemente segnalare alla loro sensibilità, personale oltre che giornalistica, che la grossolanità di quanto espresso nei loro articoli, se non fosse così evidentemente sostenuta dall'ignoranza, potrebbe risultare profondamente offensiva per ben 33.830 Cittadini italiani!!!! Cordialmente. Caterina Piernera Docente di Educazione Fisica mi sono sentita di rispondere così... spero serva anche il mio piccolo contributo..... Gent.mo direttore ho letto con dispiacere l'articolo di un vostro giornalista in merito all'educazione fisica,e vorrei chiarirle la situazione. Sono un'insegnante precaria da anni di educazione fisica che si è dovuta arrangiare nel privato per anni senza i contributi con contratti inesistenti o senza contratto!tanti colleghi sono messi così perchè non è mai stato fatto nulla per la nostra categoria ma forse il Vostro giornalista non sa che in palestra e in certe strutture sportive insegnano persone con qualifiche raggiunte in un week-end!Già!Ha mai letto i nostri programmi scolastici ha mai parlato con insegnanti che lavorano senza palestra e sanno creare situazioni educative che certi colleghi senza cattedra e banchi non riuscirebbero mai sa a che cosa serve l'educazione fisica? forse pensa alla sua esperienza personale non può generalizzare!si informi prima di scrivere articoli offensivi nei confronti di chi ama questo lavoro lo fa con passione e crede nella crescita sana dei nostri figli attraverso il movimento e la capacità di conoscere il prorpio corpo costretto dalla società in cui ci troviamo a vivere troppo spesso in situazioni di mancanza di libertà di espressione corporea! In merito all’articolo “L’educazione fisica? Bocciamola” non ritenendo che meriti delle risposte, vorrei solo suggerire all’autore alcune domande che avrebbe dovuto, scrupolosamente, porsi prima di fare certe affermazioni. ……seguendo passo passo l’articolo: 1- il “panorama vacillante dell’istruzione pubblica italiana” dipende dal personale della scuola o dai governi dei vari colori che si sono succeduti? 2- Poiché il 90% dell’attività delle società sportive viene svolta nelle palestre delle scuole date in concessione al pomeriggio, per quale strana forma di magia gli stessi impianti ed attrezzature, fatiscenti al mattino, diventano perfettamente adatti allo scopo permettendo un lavoro di qualità alle soc. sportive al pomeriggio? 3- si è chiesto l’autore se c’è differenza tra le attività sportive agonistiche specifiche e/o i corsi di culturismo, aerobica step…ecc.(e chi più ne ha più ne metta) proposte al pomeriggio da gran parte delle società sportive e l’educazione motoria ed alla salute di cui hanno bisogno i ragazzi dalla scuola materna in poi? 4- Come mai, in paesi come la Francia, l’attività sportiva giovanile è gestita dalle scuole e solo dopo i 14-15 anni di età passa alle società sportive agonistiche? 5- Perché il Ministero della Sanità chiedeva un incremento dell’attività motoria nelle scuole per instaurare una sana ABITUDINE all’attività fisica quotidiana in quanto prevenzione di alcune malattie quali obesità, diabete, dislipidemie e cardiopatie , mentre il MPI ha più volte proposto tagli di vario genere alle ore di educazione fisica ? 6- visto che la salute è un diritto uguale ed inalienabile per tutti i cittadini non crede l’autore che demandare alle possibilità di spesa individuali una attività così legata al benessere fisico ed alla salute configuri una forma di ingiustizia sociale? E una carenza in questo senso può, eventualmente, far lievitare i costi in altri settori come la Sanità, o provocare più giorni di assenza dal lavoro per malattia da adulti, ecc., proprio perché legata alla prevenzione di alcune malattie (vedi punto precedente)? 7- Visto che, a differenza del datore di lavoro privato, quando è lo stato ad erogare le retribuzioni una gran parte delle trattenute fiscali ritornano nelle casse dello stesso, non è più corretto indicare il netto invece del lordo per una corretta comprensione da parte di chi legge? 8- Si è informato dei costi di iscrizione e frequenza alle attività sportive ed alle palestre di fitness prima di affermare che con 233 euro si può acquistare un servizio di qualità? (un anno di pallavolo per mio figlio costa 350 euro e per mia figlia 300 euro; nelle palestre di fitness sfido a trovare quote mensili inferiori ai 50/60 euro che per 10 mesi di attività da settembre a giugno sono pari a 500/600 euro)? 9- Le società sportive e le palestre di fitness utilizzano principalmente istruttori che hanno acquisito la qualifica con un corso specifico (aerobica, pilates, basket, nuoto, volley, calcio, …ecc.) di qualche mese indetto dalle federazioni la cui qualità ed approfondimento, per quanto serie possano essere le federazioni sportive, non può non risentire del limitato numero di ore svolto; nella scuola insegnano diplomati ISEF (diploma triennale di livello universitario) e laureati in scienze motorie (5 anni di studi universitari) abilitati con specifico corso ed esame statale all’insegnamento delle attività motorie nella scuola. Premesso che bravi e meno bravi esistono in tutti i settori, sia pubblici sia privati, a quale dei due un genitore affiderebbe con maggiore tranquillità i propri figli ? 10- a questo punto, perché non privatizzare anche la religione, l’italiano, la matematica, e tutto il resto ritornando indietro di decine di anni, quando lo studio non era un diritto uguale per tutti, ma legato alle possibilità economico-sociali del singolo? Mi permetto anche di fare un breve commento alla risposta “ma io la difendo, se cambia”: l’abitudine ad una sana attività fisica, imparando anche le nozioni fisiologiche che ne stanno alla base, il rispetto delle regole, il rispetto dell’avversario, ecc. si può ottenere inanzitutto CON LA PRATICA COSTANTE DELLA STESSA; benvenga, quindi, la teoria, che comunque è già prevista nei programmi scolastici, ma vengano date anche, come in altri paesi europei, le ore per poter attuare in modo completo ed efficace i programmi. Spinea, 28 – 07 - 2010 Semenzato Renato Cittadino Italiano, padre di due figli in età scolare (2^ media e 3^ liceo scientifico) pensionato, ex. Insegnante di Educazione Fisica Sc.Sec. di II grado Ci sono, con tutta evidenza, nodi di cultura e di conseguente posizione politica sui quali, ancora, non si è riuscito a fare chiarezza e dispero mai potrà essere fatta essendo assente un comune pensiero (cosa che, per la verità mi rallegra). Anche se, e me ne dispiaccio, la posizione del prof. appare sempre più quella vincente. Perché mai, mi chiedo, la sola educazione fisica? Ci sono ottime scuole private in lingue straniere e di educazione artistica (si potrebbero rieditare le botteghe artigiane nelle quali, con grande profitto, gli allievi apprendevano le tecniche del maestro) e poi, via, in assenza dell’istituzione, sorgerebbero come funghi scuole di scrittura “creativa” e di matematica “topologica”, nonché “geometria frattale”. Nel libero mercato le offerte prolifererebbero in modo smisurato. Avanti ragazzi: educazione circense (che è un bel mestiere), e di ballo acrobatico, e di sitar (strumento a corde asiatico dal suono mellifluo e monocorde e francamente molto noioso) e, perchè no, di degustazione vini, di tombolo, di cucina, di bonsai, di ornitologia….Sai che risparmio per lo stato in periodo di crisi! Ivan Illich impera! Confesso di non essere mai stato statalista e di avere, con convinzione, difeso le cosiddette scuole private, che preferisco chiamare “libere”. Libere di programmare la didattica ed i contenuti d’insegnamento secondo un proprio progetto educativo. In coerenza, è ovvio, con la scelta dei genitori che, fino a prova contraria, nel nostro paese, ancora non totalitario, sono i soli ed unici responsabili dell’educazione dei loro pargoli. Tuttavia l’istituzione deve fornire le linee programmatiche, ed i contenuti minimi indispensabili, nonché verificare il loro ottenimento. Stato laico significa relativista? Oppure esistono contenuti educativi (valori) che dovrebbero essere condivisi? Comprendo bene che “valori” è espressione logora ed abusata, ma non mi è chiaro come sia possibile costruire personalità mature (educare) in loro assenza. Già, in tutto questo dibattito mi appare assente la parola educazione. Non dico istruzione e neppure formazione, che, in qualunque corso “Roland” (apprendimento rapido dell’uso delle tastiere) sono relativamente facili ad ottenere. Parlo di Educazione ( mi scuso, ma reitero testardamente la maiuscola) di cui mi appare si siano perduti i connotati. Termine discusso e discutibile poiché fa riferimento alla visione dell’uomo che ogni cultura possiede. Ebbene sì, una cultura pluralista, nella quale ogni soggetto culturale presente nel paese, (prima che l’omogeneizzazione sia del tutto vincente), sia libero di opposizione e democratica dialettica con le altre posizioni. Dobbiamo fare presto perché il modello unico, il Grande Fratello incombe. Che ci azzecca tutto questo con l’ed. fisica e sportiva? In altre parole: lo sport educa? Naturalmente ritengo che in esso siano presenti “valori” educativi che nessuna moderna palestra potrà mai perseguire per il semplice motivo che non appartiene al suo interesse. Quali valori educativi, come dire?, universali, a cui indirizzare i giovani? Ne avrei alcuni da enumerare, ma, in questo scritto, non mi sembra il caso di elencarli. E’ sufficiente confermare che l’esperienza pratica è maestra più d’ogni teoria. Massimo Grusovin. Ex docente di ed, fisica. Docente scuola dello sport F.V.G. Cordiale Redazione del Sole 24 Ore, penso che nel 2010 sia del tutto sconvolgente leggere, in Italia, ancora degli articoli che tendono di fare propaganda negativa contro l'educazione fisica nella scuola, anzi forse sono io un tantino troppo ottimista nel pensare che l'ignoranza al mondo di oggi non appartenga più a nessuno. Sarebbe bastato poco ai benpensanti che hanno scritto l'articolo per evitare una tale figuraccia, bastava solo farsi un giro su Pubmed o avere un dialogo con qualche conoscitore della materia per capire come l'educazione fisica sia importante praticarla e su come sia ancora più importante praticarla all'interno di un contesto educativo e di conseguenza socio-pedagogico come quello della scuola, perchè miei cari per quanto possa sembrarvi strano l'educazione fisica fatta a scuola è cosa totalmente diversa dall'attività sportiva fatta nelle società private. E poi dall'articolo sembra che la rovina dell'economia scolastica Italiana siano gli stipendi dei Prof. di Educazione Fisica, ma dai, come si possono fare certe affermazioni quando nelle scuole ci sono aule informatiche mai aperte, laboratori linguistici inutilizzati, laboratori musicali dimenticati, etc. etc. ... Ricordandovi tra l'altro che l'insegnante di Educazione Fisica è una persona che ha conseguito una laurea triennale e una specialistica studiando, sudando sui libri (nel vero senso della parola) e facendo tanti tanti sacrifici, come l'insegnante di matematica, italiano, greco e tutti gli altri. In allegato vi invio una tabella che non ha bisogno di commenti, ma che dimostra molto bene come l'Italia sia culturalmente indietro rispetto l'Europa. Cordiali Saluti, Marco. Si evince chiaramente dall'articolo lettera del sig. Iachino Andrea che non ha alcuna competenza sull'argomento trattato. Le conoscenze del mondo scolastico, pedagogiche e fisiologiche sono nulle. Chiedo alla Capdi ove vi fossero gli estremi, di agire legalmente nei confronti del sig. Iachino, essendo l'articolo altamente offensivo e denigratorio per la categoria docenti di educazione fisica. Altre balle sparate a raffica nel commento Garanzini, come si può proporre di ridurre o eliminare l'attività pratica a favore della teoria (lezioni con campioni sportivi o filmati o educazione civica). Gli alunni hanno sempre più necessità di attività motoria a causa dello stile di vita che si conduce in questa epoca, essendo spesso relegati per tanti motivi a passare numerose ore fra le mura domestiche. Angelo Lisci