il centro di gravità digitale
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il centro di gravità digitale
28 GFDS 38 • Valutare • di Gianfranco Machelli ONIX DAC25A IL CENTRO DI GRAVITÀ DIGITALE Lo scorso numero delle Guide di Fedeltà del Suono dedicate al Digitale ho disegnato per grandi tratti la mappa ed i percorsi che le sorgenti di streaming audio consentono. Un pc è posseduto da un gran numero di persone; un iPod o un iPhone, od anche un media-player non griffato, è altrettanto diffuso, con la particolarità che, quest’ultimo, è utilizzato al 99.9% per ascoltare musica, definita “liquida”, termine che se volgete all’inglese parlandone con un anglofono, strabuzzerà gli occhi non capendo assolutamente di cosa state parlando. I media-players ed i PC stanno cominciando solo ora ad essere considerati una sorgente “audiophile grade”. I motivi sono molteplici e non sono solo ascrivibili al tradizionale conservatorismo dell’appassionato. Conservatorismo che è da rispettare, primo, perché è una scelta individuale che non obbliga nessun altro, secondo, perché le passioni quando sono profonde tendono a cristallizzarsi come forma di difesa da agenti esterni che ne possano contaminare la natura e, di converso, lo stato di grazia del quale godiamo. Eppoi, non va dimenticato, questo “conservatorismo” è anche sano, perché in parte rende meno permeabili alla sirena del consumismo acritico e perché, oggi come in passato, costringe i costruttori a fornire prodotti migliori per poter conseguire una posizione di opinion leader nel segmento di mercato. Che l’Audio Hi-Fi d’eccellenza potesse fare a meno del CD è GFDS 38 • Valutare • ONIX DAC25A 29 cosa nota da qualche anno. Il formato è da tempo ampiamente giunto ai suoi massimi potenziali espressivi e non c’è più nulla da spremere. Lettori BD e DVD di ultima generazione, dal costo assolutamente abbordabile, danno già – con i CD preregistrati o “rippati” – esiti musicali di grande dignità. Potranno soffrire un po’ di “consistenza”, ma è un malanno comune e piuttosto diffuso nel Digitale ed è ascrivibile al dimensionamento (o meglio, al “ridimensionamento”) dell’alimentazione, ormai ridotta a pochi centimetri quadrati di scheda circuitale. La praticità e l’universalità dei media player e dei PC è scontata, ma la qualità audio che si può da questi ottenere, senza predisporre opportune “contromisure”, è mediamente carente, perlomeno se fruita attraverso un sistema che onori la definizione “Hi-Fi”. L’MP3 si è dimostrata utile solo per un ascolto disattento, in presenza di rumore di fondo pronunciato, e con l’esigenza di comprimere al massimo lo spazio disponibile nella memoria di un player da passeggio. Nell’ascolto domestico le cose cambiano. C’è Internet e tutto ciò che da questo si può ricavare in contenuti musicali (c’è anche la internetradio, non dimentichiamolo. C’è la possibilità di disporre di un buon sistema di riproduzione audio (o audio/video...), c’è il computer, fisso o da trasporto. Insomma, ci sono molte opportunità per attingere a segnali musicali digitali, tutti da veicolare poi nel modo migliore con l’impianto “stereo” con il quale abbiamo passato e passiamo lunghe ore di appassionato ed accurato ascolto. Un altro vantaggio che ci mette a disposizione lo streaming audio è la “custodia” dei contenuti. Anche in formato WAV (non compresso 48,000kHz/1536 kbps), dove una traccia registrata occupa uno spazio di circa dieci volte maggiore rispetto a quello richiesto in MP3, è possibile archiviare la propria discografia in qualche terabyte, ovvero in un hard-disk grande quando un dizionario e acquistabile per circa 100 euro praticamente sotto casa. E là sarà possibile metterci, oltre ai files scaricati o rippati, anche quelli “analogici” acquisiti da LP e Musicassette tramite i convertitori A/D di ultima generazione. Insomma, tutta la vostra riserva di musica ed emozioni acustiche la potrete racchiudere in qualche metro quadrato, senza decadimenti qualitativi e di facilissimo accesso. Una cosa importatissima: fatevi le copie! Siano su HD, siano su supporto CD o DVD, fatevi le vostre copie. Gli HD si sfasciano, possono essere rubati o danneggiati e con essi il 30 GFDS 38 • Valutare • ONIX DAC25A L’interno del DAC-25A palesa qualità e raziocinio, con lay-out e componentistica tipica della Onix attuale (vedi trasformatore custom su specifiche), dimostratesi – alla verifica pratica – di grande musicalità ed affidabilità vostro patrimonio di memorie sonore. Avere solo un archivio “sintetico” è un grosso rischio che vi raccomando di non correre. CONVERTITI E RINASCERAI... Il mercato dell’audio, seppur depresso per congiunture planetarie e “volatilità intellettuale” (l’ascolto attento della musica è una manifestazione dell’intelletto e della cultura personali, ed è frutto di una attitudine naturale e spontanea) che relega la passione per l’hi-fi dopo il giardinaggio e la pesca, dignitosissimi anch’essi. La parte del leone la continua a fare – comunque – la tecnologia digitale: il Blu-ray per l’audio/video e quella che orbita attorno al download per il suono. A dipanare i tanti rivoli ed elemento cruciale per acquisire una qualità sonora degna di riempire l’aria del nostro salotto acustico, il DAC, oggi rintracciabile in più forme: lo troviamo dentro gli amplificatori che si fregiano del distintivo “Digital”, laddove questo significa che in quell’apparecchio, oltre ai canonici ingressi/uscite analogici, ci siano anche quelli digitali (ormai in tre formati, RCA coassiale elettrico, TosLink ottico e USB informatico). Ciò significa che nell’ampli è presente un DAC che converte il segnale proveniente da lettori, media player o computer, quindi li spedisce – amplificati – direttamente alle casse. Ottima soluzione, diventerà comune tra un paio di anni, ma attenzione alla qualità. Sempre attenzione alla qualità! Lo stesso dicasi per la nuova generazione di lettori CD, che pur incorporando buonissima parte di tecnologia ereditata dal DVD (gruppi di lettura e chip di decodifica), continuano ad essere esclusivamente devoti alla lettura del vecchio formato. Alcuni modelli, i più recenti, proprio per non essere ignorati dal popolo del media-player a colazione-pranzo-cena, dispongono, oltre che delle consuete uscite, anche di ingressi multistandard per altre sorgenti digitali. La soluzione più diffusa e meglio plasmabile sulle proprie esigenze è però l’unità di conversione a sé stante. Si badi bene, sto parlando di un apparecchio dotato di più ingressi in più formati, e non di un semplice DAC nato solo per connettersi a prese USB. Di questi apparecchi ce ne sono ormai a decine e possono essere acquistati on line già a poco oltre i 100 euro. Mediamente non fanno danni: è talmente scadente il DAC dei pc che già uno che veda l’alba della sufficienza appare miracolistico. Spendendo qualcosa in più, si cominciano ad ottenere dei risultati sensibilmente interessanti e non solo per i files musicali, ma anche con lettori CD dal chip di decodifica obsoleto o con le colonne sonore dei video musicali visti & ascoltati in 2/canali. Per il sub, fate vobis. Con questo numero passiamo dalla teoria alla pratica e ne approfittiamo per andare a tastare il polso del mercato, mettendo in sala d’ascolto una delle ultime novità tra i DAC di qualità (in realtà è anche un amplificatore per cuffia), l’Onix DAC-25A. ONIX, L’INGLESE CHE VIENE DA LONTANO Il marchio Onix, scritto con la “i” e non con la “y”, tanto per non confonderlo con altri, affonda le proprie radici nel periodo migliore dell’audio britannico, quel del “rinascimento” della Stereofonia di qualità, dagli inizi degli anni ‘80, fin verso la metà dei ‘90. Aderente alla filosofia del minimalismo funzionale e circuitale, a differenza di altri concorrenti coevi, seppe fondere con grande razionalità ed armonia, costruzione, estetica e suono, il tutto ad un prezzo ancora largamente competitivo. Il suo prodotto “storico” è stato l’integrato OA21S, ancora perfettamente a suo agio oggi sotto ogni aspetto, prodotto seminale che ha dato la stura ad una piccola declinazione di elettroniche con la stessa linea ed approccio. Poi ci son state – come moltissime altre aziende britanniche – convulsioni societarie che han fatto passare di mano il marchio, mano non sempre rispettosa del suo passato e del suo patrimonio ideale, fino a... fino al nuovo millennio, quando è stata rilevata dai progettisti originari. Progettati ed ingegnerizzati in UK e costruiti in Cina, i nuovi Onix (amplificazione e lettori CD) hanno sin da subito polarizzato l’attenzione dei critici più accorti e del pubblico in attesa di qualcosa che richiamasse la loro attenzione. Oltre ad essere ben fatti e ben suonanti, agli Onix di nuova generazione va riconosciuto un altro, prezioso merito: l’onestà del prezzo. Sono ormai molti i prodotti di passaporto inglese costruiti in Cina, quindi a prezzi più vantaggiosi rispetto a quelli made in UK, ma la maggior parte di questi si “ostina” a mantenere sostenuto il prezzo, come fossero british-made al 100%. Onix no, mantiene i vantaggi delle due metà del cielo: cervello anglosassone e manodopera cinese rigirandoli in buona entità direttamente al cliente. Che ringrazia. Buon styling, ottima componentistica, layout circuitale razionale ed efficace, mix in grado di produrre sonorità fragranti e variegate, ricche di spazio e colori armonici, quello che rese a suo GFDS 38 • Valutare • ONIX DAC25A 31 tempo giustamente apprezzato l’OA-21S. Il talento dei progettisti non si è limitato alle amplificazioni, ma, dai risultati, sembra esser traslato, di pari grado, alle macchine digitali. Personalmente ho avuto modo di ascoltare solo il più piccolo dei modelli, il quale però mi ha molto ben favorevolmente colpito per il suo equilibrio complessivo e la spiccata personalità nonostante la convenienza economica. Con il DAC-25A siamo ad occuparci di un apparecchio che entra in una delle arene più aggressive e popolate del momento, ma da questa può risultare un buon viatico per l’immagine positiva del marchio, viste le prerogative eccellentemente espresse sin qui da Onix. BELLO E DI SOSTANZA Il DAC-25A è un’unità di conversione D/A 24bit/192kHZ con tre ingressi digitali (USB, TosLink ottico, RCA elettrico), due uscite analogiche stereo (1 sbilanciata RCA, 1 bilanciata XLR), più un amplificatore per cuffia di alta qualità con regolazione del volume. Piuttosto consistente nel peso e nella fattura fisica (“half-width” come i primi integrati ONIX, ma piuttosto sviluppato in profondità), il DAC-25A ha un “vero” telaio ed una vera “alimentazione” per essere considerato un prodotto audio di qualità superiore, niente a che vedere con alcuni suoi competitors dall’incerta consistenza fisica. Il sistema di riproduzione nel quale è stato inserito il DAC-25A comprende un notebook Packard Bell di ultima generazione, utilizzato con player iTunes, Windows Media Player e Foobar2000 (playlist compilate prelevando il segnale da CD originali, in formato WAV 48.000 kHz/1536 kbps), il lettore DVD-Audio Rotel DVD-1093, il CD-player Marantz CD-63SE. La diversità di classe dei lettori è utile a stabilire quanto & come la meccanica di lettura influenzi il risultato acustico finale. Una prova significativa in tal senso la feci una ventina di anni fa, avendo un modello di lettore (Micromega) disponibile sia come integrato, sia come componenti separati transporter – DAC. In quella occasione la meccanica risultò più decisiva del DAC, con il cavo di collegamento digitale a fare da terzo, ma non ignorabile, incomodo. Oggi, con i sistemi intrinseci nei circuiti dei DAC, il jitter non è più lo spauracchio di allora, ma la capacità di ricavare dati rimane comunque una virtù innegabile e decisiva. Il resto del sistema è composto dall’amplificatore Rega Mira 3 e casse acustiche ProAc Tablette 50 Signature. La dotazione del DAC-25A è ristretta all’essenziale, ma con il benefit dell’uscita analogica XLR per potersi collegare a sezioni di preamplificazione di alte prestazioni, compresa quella del nuovo tandem pre & finale della stessa Onix. ASCOLTO Tramite un cavo con mini-jack stereo da un capo e due RCA dall’altro, ho sottoposto all’ascolto il notebook PB Easynote, con DAC incorporato 24/192. L’ascolto, nonostante la limitazione del cavo di interconnessione, è sorprendentemente piacevole, aperto e dettagliato, con una buona percezione spaziale ed ariosità tra i piani sonori. Certo, nonostante l’ossatura musicale sia buona, manca tutta la “polpa” armonica, la naturalezza che solo un’efficace trasparenza ed equilibrata completezza tonale sanno comunicare. Collegandosi al DAC-25A, (bisogna ricordarsi di selezionare l’uscita USB dopo aver caricato il software specifico), le cose cambiano sensibilmente. Il suono finalmente esce dalle casse, si irradia su un fronte sonoro di rimarchevole quota e spessore, con accenti caldi, quasi “analogici”, tanto per sfruttare un luogo comune (anche “l’analogico” sa essere vetroso e ruvido, volendo, o non sapendo). L’emissione si fa prospetticamente più profonda, con una gamma alta più rifinita ed estesa. Armonicamente, la tavolozza tonale appare più ricca e variegata e di maggior densità agli estremi, rendendo taluni strumenti meglio identificabili e fisicamente più credibili. Passando ad utilizzare il Marantz CD-63SE, modello che al suo comparire (seconda metà anni ‘90), dominò la categoria dei CDP attorno al milione di lire per circa un quinquennio. Per quanto mi riguarda, poi, la sua piacevolezza musicale è stata talmente grande che spesso me lo ha fatto preferire a macchine più costose, ma più “asettiche” emozionalmente. I suoi limiti tecnici si sono palesati sopratutto con l’evoluzione delle registrazioni digitali (non sempre sul versante della correttezza tecnica) ed oggi mostra tutta la sua età. Di suo ha un’ottima fluidità ed equilibrio complessivi, con una dose di dettaglio e calore rari all’epoca in cui è stato progettato. Connesso al DAC-25A è totalmente un’altra pasta, una pasta decisamente migliore. Pur mantenendo la decisa propensione al ritmo d’origine (il DAC Onix è molto efficace in questo e non rimane “distaccato” nella riproposizione musicale come avviene troppo spesso con unità DAC di costo sotto i 1000 euro), il suono del tandem Marantz/Onix assume un sontuoso abito armonico e spaziale, dalle tinte piuttosto dense e calde, con una buonissima scansione nei piani sonori e nelle componenti impulsive, queste sia in alta che bassa frequenza. Commutando ora su 96, ora su 32 GFDS 38 • Valutare • ONIX DAC25A 192kHz, si potrebbe riassumere la percezione acustica della prima situazione in sonorità un po’ smorzate agli estremi, umorose, raccolte, ma fisiologicamente terrestri e tangibili. La seconda è più spettacolare, certamente più “hi-fi grade”, quindi con una vena intrinseca di “doping” nell’emissione, che ne rende più teso e vibrante il contenuto, forse di maggior appeal ad un ascolto più immediato, ma – con un pizzico di orecchio avvezzo alla musica “live”, affetto da una certa quota di artificiosità. Non è spiacevole; anzi in alcune registrazioni è anche preferibile al 96kHz, ma per motivi di cronaca reputo giusto registrarlo. In generale e dopo qualche giorno di convivenza, questa dicotomia tende a stemperarsi con un burn-in più avanzato ed efficace, ma la cosa più incoraggiante è la grande qualità e piacevolezza del suono in tutte le sue sfaccettature, tanto da far riscoprire tantissimi dischi dei quali pensavo di conoscere ogni nota. Non ne aggiunge di nuove, ne fa emergere di nascoste e dispone l’intero quadro musicale in una dimensione prospettica mai goduta finora dal solo Marantz. Sarà difficile vedere uscire questo DAC dal mio salotto. É ora la volta del lettore DVD-A Rotel modello top del catalogo A/V di un paio di anni fa e dotato di ottimi convertitori 24/192, quindi – teoricamente – il meno sensibile al potenziale up grade tramite DAC esterno. Ascoltato da solo, l’RDV-1093 mostra una ragguardevole capacità di risoluzione e di contrasto dinamico. Privo sostanzialmente di grana, con un’emissione omogenea e piuttosto chiara, soffre di un gamma grave un po’ avara, cosa che si riflette nell’equilibrio generale in una sonorità raffinata, ma un po’ “fredda”, più convincente nelle colonne sonore che non nell’ascolto dei CD o dei DVD musicali (ne ho utilizzati diversi in questa occasione). Utilizzato con il DAC 25A prelevando il segnale PCM dall’uscita digitale elettrica RCA, le differenze si fanno subito sentire. Eccome. Rispetto a quanto riscontrato con il Marantz, la percezione è quella di una trascrizione più accurata, precisa, più neutra e scandita. La gamma bassa, prima un po’ troppo “tenuta”, è ora più espressiva, scolpita, articolata. La meccanica di lettura, sensibilmente più raffinata, fa la decisa differenza, permettendo al DAC25A una prestazione di grande livello, caratterizzata da un grande palcoscenico acustico, sia per fronte che per modu- lazione dei piani, non straordinaria in altezza, ma più che sufficiente per concorrere a realizzare un intenso pathos d’ascolto di alto livello qualitativo. Utilizzato con concerti live in DVD (Tina Turner, Earth Wind & Fire, Chicago, Robben Ford), l’esito è stato – se possibile – ancora più eclatante. Strumenti finalmente a tutto tondo, grazie ad una maggiore focalizzazione e ricchezza armonica. Sensibilmente migliorata anche la trasparenza, che fa correlare con grande precisione suono con immagine come mai prima d’ora. Anche in questo caso, è difficile tornare allo stato pregresso. Il DAC-25A è dotato, oltre che di un raffinato, setoso, “inarrestabile” flusso musicale, appena scaldato in tinte bronzee che non vanno però a detrimento del controllo, della solidità nella ricreazione degli strumenti. Scontato ed inconsistente definire ciò “Onix sound”. Per quanto mi possa ricordare della bella esperienza avuta a suo tempo con l’OA21S, mi sembra di rintracciare in questa con il DAC-25A diversi punti di contatto, ma utilizzando per la produzione del suono anche un apparecchio non-Onix, mi sembra azzardato affermarlo. CONCLUSIONI Che dire che non sia già stato detto. Il DAC-25A mi ha fortemente convinto e non solo per la mia originaria simpatia e rispetto per Onix. Le mie remore per i DAC under 1000 euro è che questi siano più efficaci con i PC rispetto all’abbinamento con lettori CD o DVD o BD. Perlomeno in questo caso non è così. Il carattere del DAC-25A rimane sostanzialmente lo stesso, arioso, solido e dorato, ma laddove la lettura del contenuto musicale avviene con il massimo rigore, la trasparenza dell’Onix la rende per intero. La presenza di uscite bilanciate rende il DAC-25A pronto per associarsi a lettori & preamplificatori di rango, mentre il prezzo lo rende altamente competitivo, a tal punto da essere compreso in progetti di sistemi High-End di medio-livello. Ideale per restituire vita a lettori precocemente invecchiati o con lo stadio di decodifica troppo consumer per essere considerato dagli orecchi snob degli audiofili a cinque stelle, il DAC-25A può ben figurare in una vasta gamma di situazioni. Se, oltre a quanto considerato sinora, avete un debole per un certo “colore” musicale, diciamo pure, un “british-sound da terzo millennio”, allora il 25A rischia sul serio di non avere rivali. CARATTERISTICHE TECNICHE Tipo: Convertitore Digitale-Analogico Gamma dinamica: (24bit)> 120dB Rapporto segnale/rumore: > 112dB (RCA);> 125dB (XLR) THD + N: <0.001% (20Hz-20KHz); Uscita XLR: 4.0V; Uscita RCA: 2.0V Dimensioni (lxpxh): 32 x 45 x 20 cm Peso: 7 Kg Prezzo IVA inclusa: euro 599,00 Distributore: Pacetech Tel. 0871 54.04.70 - Web: www.pacetech.it
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