Di stEFaNo F., DE Vita a., sENsaLE G., aPPoLLoNi L.

Transcript

Di stEFaNo F., DE Vita a., sENsaLE G., aPPoLLoNi L.
Biol. Mar. Mediterr. (2012), 19 (1): 104-107
F. Di Stefano, A. De Vita* , G. Sensale, L. Appolloni, A. Pagliarani, M. Renzi,
R. Sandulli, L. Sbrescia, G.F. Russo
Dipartimento di Scienze per l’Ambiente (DiSAm), Università di Napoli Parthenope,
Centro Direzionale, Isola C4 – 80143 Napoli, Italia.
[email protected]
*Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano (PNCVD), Italia.
CARTOGRAFIA TEMATICA PER LA GESTIONE SOSTENIBILE
DELLA NAUTICA DA DIPORTO NELL’AMP
DI COSTA INFRESCHI E MASSETA
THEMATIC CARTOGRAPHY FOR THE SUSTAINABLE MANAGEMENT
OF RECREATIONAL BOATING IN THE MPA
OF THE COSTA INFRESCHI AND MASSETA
Abstract - The management of anchoring and mooring in a MPA requires special attention to ensure
both the purposes of conservation and of tourist use. Cartographic tools have been used to address
underwater surveys, to represent human activities and to define anchoring and mooring areas in the
MPA of ‘Costa degli Infreschi e della Masseta’, with the aim to reduce conflicts.
Key-words: coastal zone management, marine reserves, GIS, recreational boating.
Introduzione - L’Italia, per la sua particolare conformazione costiera, cultura e
tradizioni, ha una forte vocazione al turismo nautico, che rappresenta un settore
in continua espansione e trainante per l’intera economia del paese, nonostante
la recente crisi economica mondiale (UNICA, 2010). Proprio perché la nautica
costituisce un’importante fonte di reddito per le popolazioni della costa è opportuno
regolamentarla per evitarne uno sviluppo incontrollato, che potrebbe provocare
impatti di diverso tipo sull’ambiente marino costiero, non ultimo il disturbo alle
comunità biologiche per l’azione degli ancoraggi (Cattaneo Vietti e Tunesi, 2007).
La gestione delle attività diportistiche rappresenta, quindi, uno dei punti cruciali
nel regolamento di un’Area Marina Protetta e nelle due AMP del Cilento è stato
sviluppato un progetto, cofinanziato dall’ente gestore (PNCVD), atto a definire
nelle zone B e C le aree idonee per la messa in opera di campi boe per l’ormeggio
o fondali idonei per l’ancoraggio e i relativi disciplinari. Nel presente lavoro viene
illustrata la metodologia adottata per la produzione di carte tematiche dell’AMP di
Costa degli Infreschi e della Masseta, rinviando a Sbrescia et al. (2012) per ciò che
riguarda l’AMP di Santa Maria di Castellabate.
Materiali e metodi - La prima fase di lavoro ha previsto un accurato reperimento
dell’informazione in parte già prodotta in precedenti analisi del territorio costiero
emerso e sommerso (Russo e Di Stefano, 2003; Russo et al., 2008). Sulla base di
tali informazioni, nel maggio 2011 sono stati effettuati survey preliminari che, per
ottimizzare le attività di campo, hanno consentito di suddividere il territorio in 18
settori di costa (“unità ambientali” in Chemello e Russo, 2001), e di implementare,
con l’ausilio del GIS, carte propedeutiche ai rilevamenti in situ. Durante la seconda
fase, svolta tra giugno e settembre 2011, l’area di studio è stata indagata attraverso 61
transetti costa-largo di “rilevamento visivo” e 33 transetti “batimetrici” integrativi, al
fine di integrare le informazioni preesistenti sugli aspetti caratteristici del paesaggio
subacqueo, nonché la tipologia e la distribuzione su grande scala dei popolamenti
bentonici. I transetti sono stati svolti dalla linea di costa verso il largo, hanno avuto
lunghezza variabile, dipendente dalla profondità (5-30 m) e dalla morfologia costiera
(cala, falesia, spiaggia), e distanza inter-transetto variabile (50 m per le cale e 100/150
Cartografia tematica per la gestione sostenibile della nautica da diporto nell’AMP di Costa Infreschi e Masseta 105
m per i tratti prospicienti le spiagge). Il rilevamento è stato eseguito impiegando
coppie di operatori subacquei (uno munito di lavagnetta grafica e l’altro, con il
compito di guida, provvisto di bussola e boa galleggiante di segnalazione); ed una
barca d’appoggio con 2 operatori a bordo (uno responsabile della navigazione e
l’altro addetto al posizionamento georeferenziato del galleggiante di segnalazione).
Per evitare il conflitto tra il posizionamento delle aree di ormeggio (campi boe)
e le altre attività presenti nell’area di studio (AA.VV., 2007), nello stesso periodo
sono state effettuate indagini sull’uso del territorio marino, attraverso interviste agli
operatori interessati (diving, noleggi, visite guidate, ecc.). Integrando l’informazione
ottenuta dai transetti visivi con quella sull’uso del territorio marino, sono state poi
cartograficamente individuate le aree idonee per la messa in opera dei campi boe.
In una terza fase, su tali aree è stata sovrapposta una griglia di punti distanziati
tra loro di 60 m, lunghezza che definisce il cosiddetto “raggio libero” dell’ormeggio
e che, oltre ad assicurare la privacy degli utenti e la sostenibilità paesaggistica ed
ambientale, deve garantire all’imbarcazione di muoversi liberamente “alla ruota”,
anche con velocità angolare diversa dalla barca vicina. In tali punti è stato ispezionato
il fondale per raccogliere ulteriori informazioni ambientali utili per stabilire le
tipologie di ancoraggio delle boe. I dati di raccolti nelle diverse fasi sono stati tutti
archiviati in una base dati GIS, implementata con ArcGIS 9, in cui le informazioni
sono state organizzate e georeferenziate nel sistema cartografico WGS84-UTM, al
fine di elaborare carte tematiche di dettaglio, a supporto delle attività del progetto e
di pianificazione e gestione dell’AMP (Russo et al., 2010).
Risultati - Per individuare gli specchi d’acqua idonei all’ormeggio e all’ancoraggio
sono state realizzate in totale 95 carte tematiche a scala variabile in base all’eterogeneità
del territorio: 17 carte batimetriche (1:1000 – 1:5000), 16 carte bionomiche (1:1000 –
1:3500), 20 carte sull’uso del territorio marino (1:1000 – 1:6000), 8 carte delle zone
di ancoraggio (1:2000 – 1:4000) e 14 carte delle zone di ormeggio (1:5000 – 1:6000).
Infine, per non creare confitto tra le zone di ormeggio e gli altri usi del territorio
marino, sono state realizzate 20 “carte di fruibilità” (1:1000 – 1:6000) che propongono
una sintesi ottimale dei vari tipi di utilizzo del sito. Le aree di ancoraggio individuate
nell’AMP sono 10 in totale. Sono state definite sia in funzione della facilità di
controllo, sia per le loro caratteristiche nautiche (tipo di fondale e sua capacità di
tenuta, profondità non eccessiva, ridosso da venti dominanti). Sono posizionate in
zona B e C e sono accessibili a “natanti” fino a 7 metri l.f.t., situate a breve distanza
dalla costa e ad una profondità inferiore ai 5-10 m. Le biocenosi presenti sono: Alghe
Fotofile (AP), Sabbie Fini Ben Calibrate (SFBC), praterie di Posidonia oceanica con
copertura inferiore al 20% (HHP). Dove possibile, le zone, sono state individuate
con un poligono a quattro vertici, sui quali si potrà posizionare un gavitello di
segnalamento. In tratti di costa lunghi e relativamente stretti, le zone potranno essere
segnalate con gavitelli distanziati, consentendo l’ancoraggio all’interno della loro
linea di traguardo. In totale, sono stati individuati 58 punti-boa, distribuiti in 14 aree
di ormeggio, localizzate in zone particolarmente frequentate dal diportismo, sia per
il loro valore paesaggistico e naturalistico sia perché offrono riparo dai locali venti
regnanti e dominanti. Inoltre, si tratta di aree in cui i sistemi sommersi permanenti
delle boe non interferiscono con la pesca costiera locale, costituendo “afferrature”
per gli attrezzi. In queste aree, il fondale va da un massimo di 26 m ad un minimo
di 4 m, con una media di 14,5 m; è poco inclinato, generalmente con copertura di
P. oceanica superiore al 40%, impiantata su SFBC, e distante dal ciglio di scarpate,
il che esclude eventuali problemi di instabilità dei fissaggi delle boe di ormeggio. Il
posizionamento dei gavitelli di delimitazione delle aree di ancoraggio e di ormeggio
rivoluzioneranno in parte l’attuale utilizzo delle cale e dei tratti di costa (riportato
F. Di Stefano
106
et al.
a)
b)
Fig. 1 - Baia degli Infreschi: a) Carta dell’utilizzo del territorio marino; b) Carta Fruibilità futura.
Baia degli Infreschi: a) Map of present sea use; b) Map of future usability.
Cartografia tematica per la gestione sostenibile della nautica da diporto nell’AMP di Costa Infreschi e Masseta 107
nelle “carte di utilizzo”), soprattutto da parte degli operatori delle visite guidate
e dei diving e per questo motivo sono state realizzate “carte di fruibilità” futura.
Come esempio si riporta il settore di costa più complesso, denominato Baia degli
Infreschi, fulcro dell’AMP, porto naturale ben riparato e frequentatissimo, che ricade
in zona B, con una parte B+ per la presenza di un “campo di nacchere” (Pinna
nobilis) particolarmente denso. Oltre alle sue peculiarità naturalistiche, è anche sito
di molteplici attività socio-economiche, che comprendono: una spiaggia con pontile
mobile e zona balneare, un punto di ristoro galleggiante, 15 boe di ormeggio, visite
guidate alla Grotta (semisommersa) degli Infreschi, due siti di immersione. Dato
l’elevato interesse economico-turistico dell’area e l’errato posizionamento in zona
B+ di alcune boe di ormeggio, il progetto ha previsto una riorganizzazione degli
spazi per mitigare le conflittualità d’uso della Baia, come si può osservare dal
confronto tra la “carta di utilizzo” (Fig. 1a) e la “carta di fruibilità” (Fig. 1b) del
territorio marino. In sintesi la proposta prevede: la modifica della rotta delle unità
navali che accedono alla baia, individuando nella sua parte centrale un “corridoio
di atterraggio” a forma di “V”, a doppio senso, per raggiungere da un lato il pontile
della spiaggia, dov’è presente il punto di ristoro galleggiante e, dall’altro, la Grotta
degli Infreschi; alle preesistenti, sono state aggiunte 10 boe di ormeggio e ne sono
state eliminate 5 (boe con x, in Fig. 1b), istallate in zona B+, ed una antistante la
Grotta degli Infreschi; infine, una delle boe preesistenti (boa con cerchio, in Fig. 1b)
è stata riutilizzata dedicandola ai diving come punto immersione.
Conclusioni - In conclusione, la metodologia adottata per la produzione di
carte tematiche dell’AMP di Costa degli Infreschi e della Masseta, ha consentito
di integrare in maniera sintetica e speditiva l’informazione sull’ambiente marino
costiero con quella relativa alla sua fruizione. Ne è risultata una proposta che,
oltre a mitigare l’impatto sull’ambiente delle attività antropiche, attenua i conflitti
tra i portatori d’interesse. Inoltre, le 95 cartografie tematiche prodotte costituiscono
un utile strumento di lavoro per i tavoli tecnici tra le autorità competenti, gli
amministratori locali e gli operatori economici interessati.
Bibliografia
AA.VV. (2007) - Tavolo tecnico per la nautica sostenibile presso il Ministero dell’Ambiente e della
Tutela del Territorio e del Mare. Roma.
CATTANEO VIETTI R., TUNESI L. (2007) - Le aree marine protette in Italia, problemi e
prospettive. Aracne editrice, Roma: 249 pp.
CHEMELLO R., RUSSO G.F. (2001) - MaREP - Marine Reserve Evaluation Procedures .Una
metodica per la valutazione della qualità ambientale nelle aree marine protette. Ed. Valtrend,
Napoli: 46 pp.
RUSSO G.F., DI DONATO R., DI STEFANO F. (2008) - Gli Habitat sottomarini delle coste della
Campania. Biologi Italiani, Ecodinamica, 6: 36-40.
RUSSO G.F., DI STEFANO F. (2003) - Gli studi di fattibilità per l’istituzione di aree marine
protette: esperienze in Campania. In: Carrada G.C., Coiro P., Russo G.F. (eds), Le aree marine
protette del Mediterraneo. Electa, Napoli: 83-88.
RUSSO G.F., DI STEFANO F., ONORI L., NATALE M.G. (2010) - La Costa del Cilento: analisi
multicriteri per un modello di gestione. Quaderni ISPRA-Ambiente e Società, 2: 103 pp.
SBRESCIA L., DE VITA A., DI STEFANO F., SENSALE G., GIORDANO G., SANDULLI R.
(2012) - Cartografia tematica per la definizione di aree di ormeggio e di ancoraggio nell’AMP
di Santa Maria di Castellabate. Biol. Mar. Mediterr., 19 (1): 114-115.
UNICA (2010) - La Nautica in Cifre – Analisi del mercato per l’anno 2009. Genova: 160 pp.