Nedo Celandroni CURRICULUM VITAE Data e luogo di - Isti-Cnr
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Nedo Celandroni CURRICULUM VITAE Data e luogo di nascita: 6 – 8 – 1947 Livorno Laurea: Ingegneria Elettronica, conseguita presso l’Universita’ di Pisa (febbraio 1973). Servizio militare presso il Consiglio Tecnico Scientifico della Difesa, congedato il 30 – 11 – 1974 con il grado di Sottotenente del Servizio Tecnico Chimico Fisico. Successivamente ha ricevuto la nomina al grado di Tenente. Assunzione al CNR: Maggio 1976 Inquadramento al momento della posizione in quiescenza: Dirigente di Ricerca. Interessi vari: Windsurf, sci, ricerca di funghi, trakking, viaggi, musica, Bridge, enigmistica. Esperienze lavorative Novembre 1974 - marzo 1976 Breve esperienza (5 mesi) sullo studio della Sensitivity Analisys dei circuiti elettronici lineari, presso l’Istituto di Elettronica dell’Universita’ di Pisa. Ha lavorato presso il CNUCE, prima come consulente, poi come borsista della Soc. IBM Italia, durante il quale ha disegnato l’intero progetto “TP-Line-Handling”. Tale progetto mirava alla realizzazione di un sistema automatico per la gestione dei collegamenti TP con il sistema IBM/3750. Il progetto fu portato avanti con la stesura del software, ma la messa in servizio del sistema fu interrotta dalla necessita’ di disinstallare il sistema IBM/3750 per ragioni di mancanza dei fondi necessari al mantenimento. Aprile 1976 - settembre 1978 Ha lavorato presso il CNUCE per il progetto SIRIO con un contratto per esperti del CNR, che si e’ successivamente convertito in un contratto per Collaboratore Tecnico Professionale. Il progetto SIRIO presso il CNUCE consisteva nella messa a punto del sistema per la dinamica del volo e nella gestione del satellite, calcolando le manovre necessarie per il mantenimento dell’orbita geostazionaria e della corretta posizione di assetto, per tutta la sua vita operativa. Nell’ambito di questo progetto, ha soggiornato presso il centro GSFS (Goddard Space Flight Center) della NASA (Maryland - USA). Ha partecipato alla realizzazione del sistema per il controllo della dinamica del volo del satellite Sirio sugli elaboratori del CNUCE della serie IBM/370, operanti con i sistemi operativi VM/CMS ed OS/VS2. Il complesso sistema permetteva l’uso interattivo dei programmi, gia’ operanti presso la NASA e opportunamente modificati nelle strutture, per la determinazione ed il controllo orbitale e di assetto del satellite, durate le operazioni per la messa in orbita e durante la fase di gestione geostazionaria. Ha avuto la responsabilita’ per i programmi relativi alle manovre orbitali che ha curato direttamente. Da due settimane prima del lancio del satellite, sino alla consegna in orbita geostazionaria da parte della NASA, sono state condotte dal “team” del CNUCE (sette persone in tutto) le operazioni di calcolo necessarie per la esecuzione delle varie manovre (stima dei parametri orbitali e di assetto, calcolo delle manovre stesse), in parallelo con le operazioni condotte dai tecnici della NASA. Ha fatto parte del “team” del CNUCE che ha gestito le manovre durante l’intero periodo operativo del satellite. Ha studiato varie tecniche di manovre, miranti ad un risparmio energetico, per consentire una vita piu’ lunga del satellite. L’ottimizzazione era ottenuta mediante manovre combinate orbitali e di assetto. Scegliendo opportunamente i propulsori e le posizioni del satellite all’interno dell’orbita, era possible operare correzioni di assetto durante una manovra orbitale, in modo da risparmiare interamente il carburante necessario alla prima e tutte le procedure relative ad una intera manovra. Ha condotto uno studio particolare sul puntamento dell’antenna di bordo, scoprendo una tecnica per consentire l’utilizzo del satellite anche in orbite con inclinazione non trascurabile, cosi’ come degenerano molto tempo dopo l’esaurimento del carburante. La tecnica consisteva nell’impiego di un piccolo residuo di carburante, insufficiente per una correzione di inclinazione orbitale, per modificare l’assetto, in modo da compensare l’inclinazione orbitale ai fini del puntamento dell’antenna sulla corretta zona terrestre. Tale tecnica e’ stata applicata dopo la fine della vita nominale del satellite, quando la quantita’ del carburante residuo consentiva solo correzioni dell’assetto e della longitudine. Da due settimane prima del lancio del satellite, sino alla consegna in orbita geostazionaria da parte della NASA, sono state condotte dal “team” del CNUCE (sette persone in tutto) le operazioni di calcolo necessarie per la esecuzione delle varie manovre (stima dei parametri orbitali e di assetto, calcolo delle manovre stesse), in parallelo con le operazioni condotte dai tecnici della NASA. Ha fatto parte del “team” del CNUCE che ha gestito le manovre durante l’intero periodo operativo del satellite. Ha studiato varie tecniche di manovre, miranti ad un risparmio energetico, per consentire una vita piu’ lunga del satellite. L’ottimizzazione era ottenuta mediante manovre combinate orbitali e di assetto. Scegliendo opportunamente i propulsori e le posizioni del satellite all’interno dell’orbita, era possible operare correzioni di assetto durante una manovra orbitale, in modo da risparmiare interamente il carburante necessario alla prima e tutte le procedure relative ad una intera manovra. Ha condotto uno studio particolare sul puntamento dell’antenna di bordo, scoprendo una tecnica per consentire l’utilizzo del satellite anche in orbite con inclinazione non trascurabile, cosi’ come degenerano molto tempo dopo l’esaurimento del carburante. La tecnica consisteva nell’impiego di un piccolo residuo di carburante, insufficiente per una correzione di inclinazione orbitale, per modificare l’assetto, in modo da compensare l’inclinazione orbitale ai fini del puntamento dell’antenna sulla corretta zona terrestre. Tale tecnica e’ stata applicata dopo la fine della vita nominale del satellite, quando la quantita’ del carburante residuo consentiva solo correzioni dell’assetto e della longitudine. L’interesse al problema del puntamento delle antenne, installate su satelliti geostazionari aventi orbite di inclinazione non trascurabile, e’ tornato vivo anni dopo. Cio’ e’ stato in seguito a studi (1988) condotti dal gruppo di ricercatori del CNUCE, allora attivo in questo settore, per cui sono stati perfezionati e pubblicati in questo anno i risultati degli studi condotti a suo tempo. Ha portato avanti l’attivita’ di calcolo delle manovre per il mantenimento in stazione del Sirio in parttime fino a tutto il 1981. Cosi’ pure in part-time ha condotto studi particolari per la predizione dei dati relativi al rientro di satelliti artificiali nell’atmosfera terrestre. In occasione dei rientri dello Skylab e del Cosmos 1402, unita’ stazionate in orbite di tipo LEO (low earth orbit), essendo stato coinvolto in un gruppo operante da supporto alla Protezione Civile. Ottobre 1978 - dicembre 1983 Ha partecipato al progetto STELLA (Satellite Transmission Experiment Linking LAboratories) nelle sue due fasi (STELLA/I e STELLA/II), primo esperimento di trasmissione dati via satellite condotto in ambiente europeo. Nedo Celandroni -Curriculum 2 La partecipazione ai due progetti e’ stata sia come progettista del software dell’intero sistema e delle specifiche dell’hardware, sia come realizzatore di alcune parti fondamentali. A tale scopo sono state necessare lunghe permanenze al CERN di Ginevra e presso le stazioni Telespazio del Fucino e del Lario. La prima fase dell'esperimento (STELLA/I) si concluse all'inizio del 1981 con la realizzazione di un link a 1 Mbit/s (all’epoca definite alta velocita’) per trasmettere file di grossa mole, residenti su dischi o su nastri, tra i vari laboratori europei di fisica delle alte energie. I collegamenti possibili erano di tipo punto a punto e i dati da trasferire dovevano risiedere sui mini elaboratori dislocati presso le stazioni di terra. Collaborarono attivamente all' esperimento, condotto dal CNUCE, l'INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) di Pisa, il CERN di Ginevra ed il Rutherford LAB (U.K.). La partecipazione all'esperimento fu successivamente estesa anche al CCR di Ispra, all'INFN di Frascati, alla Technical University di Graz (A), all'Universita' di Dublino (EIRE) e al Laboratorio di Fisica di Desy (D). La seconda fase del progetto STELLA (STELLA/II) realizzo' un sistema di interconnessione di reti eterogenee, fossero esse locali, geograficamente distribuite o via satellite. Tale progetto e’ da ritenersi una prima realizzazione europea del sistema Internet, in quanto furono adottate diverse tecniche tuttora presenti nel sistema odierno Il sistema di internetworking cosi' creato si basava su un'ampia topologia e la sua estrema modularita' permetteva un facile aggancio da parte di nuovi utenti. Oltre alle normali applicazioni di rete (trasferimento di file, accesso interattivo a computer remoto, richieste a basi di dati, etc.), il progetto consenti', grazie alla velocita' del canale via satellite, la sperimentazione di applicazioni speciali, quali il monitoraggio presso il CNUCE degli esperimenti di fisica condotti al CERN. Gli istituti partecipanti furono quasi tutti quelli della prima fase del progetto, ma lo studio dell'architettura dell'intero sistema e la sua realizzazione furono a totale opera del gruppo di ricercatori del CNUCE. Il satellite impiegato in entrambe le fasi del progetto STELLA fu l' OTS (Orbital Test Satellite) ma, nella prima fase del progetto, durante un periodo di test pre-sperimentale, si fece uso del satellite italiano SIRIO con apparecchiature messe a disposizione della TELESPAZIO presso le stazioni del Fucino e di Gera Lario, dove furono condotte sperimentazioni per lungo tempo. Poiche' erano tempi ancora pionieristici per quanto riguarda la ricerca in questo settore, bisogna sottolineare che in quegli anni il ricercatore doveva essere un po' "tuttofare", nel senso che molta parte di gestione delle macchine e dell'hardware in genere, progettato o comunque utilizzato, era poi a suo carico, con conseguenti tempi persi per guasti dell’hardware prototipale e non, che richiedevano spesso lunghi periodi di debug dei sistemi complessivi Il progetto STELLA/II fu ufficialmente presentato alla comunita' scientifica europea con una dimostrazione tenutasi al CNUCE nell'ottobre 1983, alla presenza di rappresentanti dei principali centri di ricerca europei. Gennaio 1984 - aprile 1988 Ha partecipato, in qualita’ di responsabile di Unita’ Operativa del Progetto Strategico Tecnologie dell’informazione, sottoprogetto Reti di Calcolatori, al progetto denominato New Satellite Bridge: realizzazione di un sistema via satellite a 2 Mbit/s, adatto a traffico misto (dati, voce, immagini in movimento), per consentire la interconnessione di reti locali con applicazioni di diversa natura. Tale progetto e’ successivamente confluito nel progetto europeo Satine2-Cost11-ter in quanto ricevette supporti dalla Comunita' Europea. Il progetto Satine2-Cost11/ter fu coordinato dal Dr. Mervyn Hine del CERN di Ginevra. Ha progettato il sistema di accesso a canale via satellite geostazionario denominato FODA-TDMA (Fifo Ordered Demad Assignment-Time Division Multiple Access). Il FODA era in grado di interconnettere un ampio numero di stazioni di terra rice/trasmittenti, ciascuna con la possibilita' di trasmettere, simultaneamente, dati provenienti da applicazioni sia sincrone (traffico stream) che Nedo Celandroni -Curriculum 3 asincrone (traffico datagram). Era pertanto in grado di soddisfare le diverse esigenze di un traffico misto, avendo anche come scopo la ottimizzazione del canale satellitare. Il FODA prevedeva una velocita' fissa di trasmissione a 2 Mbit/s, con eventuale codifica 1/2. Nello stesso periodo, come proseguimento del progetto nazionale UNIVERSE, fu sviluppato in Inghilterra dall'industria nazionale inglese, in collaborazione con il Rutherford LAB e varie universita', un prototipo di controller su canale via satellite in TDMA, basato su processori Motorola 68000, denominato "New Satellite Bridge". Sorse una collaborazione tra il CNUCE, il Rutherford and Appleton Laboratory (RAL)(U.K.) e la Technical University di Graz (A), al fine di sperimentare nuove reti via satellite per applicazioni telematiche avanzate (video-lento, trasmissioni miste di voce digitale e dati, fax-simile veloce e videoconferenza). Sulla scia di tale collaborazione, si decise di implementare il metodo di accesso FODATDMA su un prototipo di TDMA controller di progettazione inglese (GEC-Marconi R.C.). Il TDMA controller era visto in ogni stazione di terra come un concentratore di traffico a cui pervenivano dati provenienti da applicazioni, dislocate su una o piu' LAN (Local Area Network) interconnesse tra loro e facenti capo al satellite bridge. Ha dovuto sostenere lunghe permanenze al RAL ed alla Technical University di Graz. Ha partecipato alla sperimentazione del sistema prototipale FODA-TDMA prima presso la stazione Telespazio del Fucino, poi a Lustbuel (A), presso la stazione di terra della Technical University di Graz. I test sono stati effettuati con tre stazioni di terra dotate di altrettanti prototipi del sistema FODA, utilizzando i satelliti ECS-II ed ECS-IV. Il sistema FODA fu ufficialmente presentato alla comunita' scientifica internazionale in occasione del congresso EUTECO '88 tenutosi a Vienna nei giorni 20-22 Aprile 1988, con tre stazioni, di cui due poste nei pressi di Graz ed una a Vienna. Durante tale dimostrazione, che riscosse notevole successo di consensi e di interessi, per la presenza di certe soluzioni innovative rispetto a metodi tradizionali, fu presentata una configurazione ridotta del sistema FODA capace di gestire via satellite comunicazioni telefoniche unite all'invio di file di immagini ed al trasferimento di file di testo. Il sistema FODA-TDMA e' stato oggetto di brevetto nazionale C.N.R. (N. 1233264, depositato in data 21 Marzo '89) col titolo "Sistema di trasmissione dati in particolare tra un satellite ed una molteplicita' di stazioni riceventi e trasmittenti collegate a terra". Inventori: Nedo Celandroni ed Erina Ferro. Il sistema FODA, interconnesso tramite rete locale Cambridge Ring con applicazioni capaci di inviare dati sia sincroni (voce ed immagini) che asincroni, fu presentato anche in occasione dell' Olympus Utilization Conference tenutasi a Vienna nell'Aprile '89. Tale sistema era notevolmente piu' sofisticato rispetto a quello presentato l'anno precedente in occasione della conferenza EUTECO e riscosse notevole interesse in campo scientifico, tanto da spingere alla collaborazione con il CNUCE vari sperimentatori europei Olympus, quali le PTT europee ed il DFVLR (D). E’ stato eletto tra i membri interni del Consiglio Scientifico del CNUCE, insediatosi nel marzo 1989. Maggio 1988 – giugno 1994 Ha partecipato, in qualita’ di proponente (initiator, secondo la terminologia dell’ESA) e coordinatore, al progetto "Thin Route TDMA", nell' ambito della sperimentazione Italiana sul satellite Olympus, su iniziativa dell' ISPT (Istituto Superiore delle Poste e Telecomunicazioni). In questo ambito il candidato ha progettato e collaborato alla realizzazione del sistema di accesso a canale via satellite geostazionario denominato FODA/IBEA-TDMA (Fifo Ordered Demad Assignment/Information Bit Energy Adapter - Time Division Multiple Access) che permette la trasmissione simultanea su satellite di traffico multimediale (dati isocroni e anisocroni), adatto a fronteggiare l'attenuazione del segnale, dovuta a cattive condizioni atmosferiche, con tecniche all’epoca del tutto innovative e tuttora considerate di avanguardia. Nedo Celandroni -Curriculum 4 E’ stato membro del Comitato Nazionale di coordinamento per gli esperimenti su satellite Olympus e membro dell' Olympus Earth Station Working Group. Il Comitato Nazionale di coordinamento per gli esperimenti su satellite Olympus era formato dagli sperimentatori italiani del satellite Olympus (lanciato nel giugno '89), i quali, per competenze e campi di interesse, presentarono all'ESA un programma di ricerca da effettuarsi sul satellite Olympus. E' stato nominato nella Commisione, presieduta dal prof. F. Carassa, per gli esperimenti di telecomunicazione con il satellite Olympus (marzo 1991). Il prototipo di sistema FODA/IBEA, messo a punto nell’ambito del progetto Thin route TDMA fu utilizzato nella seconda fase del progetto (denominato “Thin Route TDMA for LAN interconnections”, coordinato dai proff. G. Benelli e F. Pirri del dipartimento di Ingegneria Elettronica dell’Universita’ di Firenze), per la realizzazione di un sitema di internetworking, supporto per applicazioni comuni (trasferimento files) e speciali (video-conferenza). Il 10 giugno 1994, alla presenza di rappresentanti di molti centri e istituti scientifici europei, si svolse una dimostrazione di tale complesso sistema, con l’utilizzo del satellite Italsat per interconnettere quattro stazioni, di cui due site a Pisa, una a Roma ed una a Firenze. Il programma di ricerca presentato dal CNUCE, denominato "Thin Route TDMA", prevedeva la collaborazione della Telespazio e dell' ISPT/FUB (Fondazione Ugo Bordoni). Tale progetto, seppure con finalita' analoghe al precedente progetto FODA, prevedeva prestazioni del mezzo trasmissivo notevolmente piu' estese: velocita' di trasmissione su satellite variabile da 1 a 8Mbit/s, codifica variabile dei dati (1/2, 2/3, 4/5 e 1) e reti locali piu' moderne ed adatte allo scopo (Ethernet, Tokenpass networks). Poiche' fu previsto l' utilizzo sia del pacco a 12/14 GHz che del pacco a 20/30 GHz del satellite Olympus, si doveva affrontare il problema del fade countermeasure, cioe' come combattere l'attenuazione del segnale trasmissivo causato da cattive condizioni atmosferiche. Questo problema infatti, seppur presente anche nella banda 12/14 GHz (banda Ku), e' di primaria importanza nella banda 20/30 GHz (banda Ka). In tale banda infatti l' attenuazione del segnale puo' raggiungere valori superiori ai 10 dB per percentuali non trascurabili del tempo nel corso dell'anno. D'altro canto lo sfruttamento della banda Ka era di grande interesse per i sistemi di comunicazione via satellite poiche' consentiva di usare ampi spettri di segnale e la banda Ka non era ancora congestionata come le bande inferiori. La sfida era di risolvere il problema del fade countermeasure con tecnica TDMA, e non con le tecniche gia’ note di site o frequency diversity, che risultano costose in quanto basate sulla duplicazione dell’hardware. Si scelse una tecnica rivoluzionaria basata sull’adattamento della potenza trasmissiva, della ridondanza di codifica dei dati ed, eventualmente, della velocita' di trasmissione (cioe’ l’energia contenuta in un bit di informazione), in modo dinamico, a seconda del livello di fade riscontrato sul link tra la stazione trasmittente a quella ricevente, ottimizzando l'uso della banda totale. La problematica maggiore era legata alle trasmissioni in tempo reale, quali la voce e le immagini in movimento, che, una volta iniziate, devono continuare ad essere garantite con caratteristiche di qualita' entro la soglia di accettazione. La realizzazione del sistema FODA/IBEA comporto’ la progettazione e realizzazione di un TDMA controller, di un modem e di un codec con prestazioni diverse, sia rispetto a quanto allora disponibile sul mercato, sia rispetto a quanto fornito dal prototipo di TDMA controller utilizzato durante il progetto FODA. Sopratutto le prestazioni richieste dal modem non erano riscontrabili in niente di gia' esistente, e comportarono quindi la progettazione di nuove apparecchiature. Ha prodotto le specifiche del nuovo hardware ed ha seguito le varie fasi di realizzazione di tali prototipi a cura della Marconi R.C. (U.K.), non avendo trovato sul mercato italiano industrie del settore interessate o in grado di sviluppare una simile apparecchiatura a scopo di ricerca. Molte riunioni con i tecnici della Marconi sono state fatte al fine di arrivare alla realizzazione dei prototipi, di cui il modem conserva tuttora prestazioni competitive. Nedo Celandroni -Curriculum 5 Altri sperimentatori Olympus europei (PTT Svizzere, PTT Danese, BTI, DFVLR, Telespazio) utilizzarono il nuovo hardware costruito su specifiche dei ricercatori del CNUCE. Durante la realizzazione del sistema FODA/IBEA, ha inoltre studiato un sensore per la determinazione del rapporto segnale/rumore. Questi sensori devono avere caratteristiche di prontezza di risposta, precisione di misura e affidabilita' di risultato, per consentire al sistema di contromisura di intervenire efficientemente e, possibilmente, con sufficiente anticipo sulle condizioni di attenuazione effettive. Tali studi rientrarono nell'ambito del Progetto Finalizzato Telecomunicazioni, sottoprogetto 5 (Realizzazioni sperimentali) a cui ha partecipato, sia con la ricerca "Allocazioni di banda per reti con applicazioni dinamiche", in qualita’ di responsabile dell’ Unita’ Operativa, che con la ricerca "Reti a larga banda integrate nei servizi". Ha condotto studi sulla probabilita' di outage di un link del sistema quando si opera in banda Ka, scrivendo un programma di simulazione in C, utilizzante il metodo Monte-Carlo. Fu inoltre studiata l’ottimizzazione di un’aliquota della banda, usata come risorsa comune, da assegnare alle varie stazioni trasmissive da assistere a seconda dei vari livelli di attenuazione del segnale. Fu inoltre fatto un confronto con il vecchio sistema FODA/TDMA che non usava tecniche di fade countermesure. Durante la realizzazione del sistema FODA/IBEA, fu definito ed implementato un sofisticato protocollo di interconnessione tra il sistema FODA/IBEA ed il mondo applicativo esterno (protocollo GAteway-FOda/ibea -GAFO). Tale protocollo considera sia la possibilita' di un gateway di interfaccia fra il sistema FODA/IBEA ed altre reti locali eterogenee, sia l'opportunita' di applicazioni direttamente connesse al TDMA controller. Il test di un cosi' complesso sistema software ed hardware ha comportato la progettazione e relativa realizzazione di un sofisticato generatore di traffico (denominato MTG - Multi-Application Traffic Generator) atto a verificare tutte le peculiarita' del sistema progettato. MTG e' stato realizzato, sotto sistema operativo UNIX, su una macchina Motorola Delta 3300 interconnessa al sistema FODA/IBEA tramite rete locale Ethernet. Ha condotto tutte le fasi, sia di test e messa a punto in laboratorio, che di sperimentazione su satellite del sistema FODA/IBEA e con l' elaborazione delle misure delle prestazioni del sistema. Poiche' per eventi accidentali il satellite Olympus dall' agosto '93 non fu piu' operativo, la sperimentazione passo', in modo trasparente, sul satellite Italsat. Il sistema FODA/IBEA-TDMA e' stato oggetto di brevetto nazionale C.N.R. (N. 1286585) depositato in data 28 Marzo ''96) col titolo "Sistema per la trasmissione via satellite di dati sincroni e asincroni in grado di contrastare l'attenuazione del segnale dovuta ad agenti atmosferici. Inventori: Nedo Celandroni, Erina Ferro e Francesco Potorti’. Successivamente alla realizzazione e sperimentazione, il suddetto sistema fu scelto dal CNR per una possible ingegnerizzazione e produzione industriale. La cosa comunque non ebbe seguito per la mancanza di partner disposti ad investire capitali adeguati. L'esperienza maturata negli anni di test degli esperimenti su satellite aveva messo in risalto la mancanza sul mercato di uno strumento di simulazione per verificare le prestazioni di mezzi trasmissivi acceduti con tecnica TDMA. Particolarmente evidente era questa lacuna la' dove si volessero fare confronti di prestazioni a parita' di condizioni di carico di traffico o di distribuzione geografica delle stazioni. Per colmare tale lacuna, fu realizzato un simulatore, denominato FRACAS (FRAmed Channel Access Simulator), particolarmente adatto alla misura delle prestazioni dei metodi di accesso a canale comune in TDMA. Questo strumento suscito' l'interesse dell' ENST (Ecole Nationale Superieure des Telecomunications) sito di Toulouse (F) e della DELTA Partners, industria nel settore dei prodotti di simulazione, la quale propose di includere FRACAS, opportunamente migliorato, nel sistema di simulazione OPNET. Il nuovo modulo era chiamato SIMULATOR. La Nedo Celandroni -Curriculum 6 proposta non ha poi avuto seguito per difficolta’ gestionali sopraggiunte all’interno della DELTA Partners. La messa a punto del sistema FODA/IBEA, la progettazione e lo sviluppo di MTG e di FRACAS sono stati portati avanti parzialmente nell' ambito del progetto "Reti a Larga Banda", finanziato dalla dotazione ordinaria di Istituto. Sempre in questo ambito e' stata portata avanti una proficua collaborazione con l'Ecole Nationale Superieure des Telecommunications (ENST) sito di Toulouse, al fine di confrontare le prestazioni di metodi di accesso in TDMA diversi tra loro. Per sviluppare questo lavoro e' risultato di fondamentale importanza l'utilizzo del sistema FRACAS. Dal 1991 al 1995 ha partecipato, in qualita’ di responsabile per l’Italia, al progetto COST-226, della Comunita' Europea, dal titolo "Integrated space/terrestrial networks". Tale progetto prevedeva l'uso del sistema FODA/IBEA per l' interconnessione di reti europee satellitarie e terrestri. Luglio 1994 - dicembre 2001 Ha deciso di sospendere l’attivita’ progettuale, portata avanti fino al momento, relativa ad attivita’ di ricerca con realizzazioni sperimentali, per dedicarsi interamente a studi teorici, in quanto, a suo parere, le realizzazioni e relativi brevetti non hanno dimostrato sufficiente riconoscimento in termini di avanzamento di carriera in ambito CNR. Le attivita’ realizzative molto spesso presentano delle enormi difficolta’, quali la reperibilita’ dei finanziamenti, problemi gestionali ed imprevisti, come ad esempio e’ accaduto, lo spegnimento prematuro del satellite Olympus, o la rivoluzione strutturale in ambito Telecom/Telespazio/ASST/ISTP. Queste difficolta’ si sono tradotte in forti ritardi nel conseguimento dei risultati, con rischio addirittura del fallimento del programma, senza nessuna colpa da attribuire ai ricercatori e tecnici, che tuttavia si sono trovati ad aver investito inutilmente una importante parte del loro tempo. Nelle realizzazioni sperimentali, la produzione di pubblicazioni risulta quindi ridotta rispetto alle attivita’ di ricerca che prevedono solo studi teorici. La realizzazione del sistema FODA/IBEA, ad esempio, che e’ stata corredata del relativo brevetto, misura delle prestazioni con metodi analitici e simulativi e numerose prove sperimentali di efficienza, avrebbe dovuto essere seguita dalla ingegnerizzazione e collocazione sul mercato di un prodotto che risulterebbe ancora oggi competitivo in termini di prestazioni. La crisi attraversata da aziende italiane del settore, quali la Telespazio, che avrebbe dovuto curare il processo, ha introdotto latenze scoraggianti a proseguire questo tipo di attivita’. Ha partecipato all'azione europea COST-253 dal titolo "Service-Efficient Network Interconnection Via Non-Geo Satellites", iniziato nel gennaio 1997 e conclusosi nel corso del 2000. In tale progetto si sono riaffrontate le problematiche dell'interconnessione delle reti terrestri tramite satelliti in orbita bassa (low earth orbit - LEO), con utenza fissa o mobile, tipica delle attuali trasmissioni cellulari. Ha partecipato al progetto coordinato C.N.R. "Gestione del traffico VBR in ambiente interconnesso", finanziato dal Comitato di Ingegneria e Architettura. In tale ambito sono state affrontate le problematiche relative alla trasmissione su tratta satellitare geostazionaria di dati video codificati MPEG-2. Tali trasmissioni sono infatti caratterizzate da un' ampia variabilita' della banda occupata dai dati (dati VBR–variable bit rate) i quali, essendo trasmessi in tempo reale, necessitano di precise garanzie, per quanto riguanda il ritardo end-to-end, la variazione del ritardo (jitter) ed il tasso di errore, per assicurare la qualita’ di servizio richiesta dall’utente. Le specifiche dello standard MPEG (moving pictures expert group) non esprimono molti dettagli a riguardo del massimo tasso di errore dei dati ammissibile per ottenere immagini ancora accettabili. Le uniche cifre reperibili nella letteratura parlano di probabilita’ di errore dell’ordine di 10-10 ÷10-12, con probabilita di perdita di pacchetto dell’ordine di 10-9. Certe prestazioni sono facilmente raggiungibili con reti terrestri cablate (tipicamente reti ATM in fibra ottica), mentre per trasmissioni via etere e, particolarmente per reti via satellite, risultano proibitive, se si vogliono contenere i costi entro valori accettabili. Nedo Celandroni -Curriculum 7 Gli studi condotti in questo progetto miravano a far luce in questa materia. In particolare si e’ indagato sulla convenienza delle varie tecniche di codifica di canale (convoluzionale e/o a blocchi) per trasmettere il segnale video codificato MPEG su tratta satellitare. L'attivita' iniziata nell'ambito del progetto di cui sopra e' successivamente confluita nel progetto integrato C.N.R. "Ambienti avanzati per comunicazioni a pacchetto" (finanziato dall’allora Comitato Nazionale per le Scienze e la Tecnologia dell'Informazione), logica conseguenza del precedente progetto. In tale ambito e' stata particolarmente attiva la collaborazione con il CSTV/CNR di Torino. In tale progetto sono stati ripresi gli studi sulle problematiche relative alla trasmissione, su satellite geostazionario, di dati video codificati MPEG-2, concentrando pero' la ricerca principalmente sulle tecniche di recupero e concealment video degli errori di trasmissione. L'attivita' fu basata sull'ipotesi relativa alla codifica scalabile in ambiente MPEG. Ha partecipato al Progetto “IntraCoastal Satellite Communicator System” che ha realizzato un sistema che sfrutta un canale di rice/trasmissione satellitare per mezzi in movimento ed un software per siti Internet tematici adibiti alla distribuzione di informazioni codificate e criptate. I moderni prodotti d’ausilio alla navigazione costiera (ChartPlotter), sebbene integrati con altri strumenti (GPS, autopilota, etc.), non comprendono la comunicazione da/verso l’esterno. La disponibilità commerciale di una rete satellitaria di tipo Low-Earth Orbit (LEO), quale ORBCOM, permise una comunicazione globale a basso costo, offrendo ai naviganti la possibilità di essere costantemente informati (variazioni delle condizioni ambientali, informazioni commerciali, etc.) e la capacità di comunicare (messaggi di posta elettronica, SMS verso i cellulari GSM, voce). Il ChartPlotter divenne l’interfaccia ricetrasmittente per la messaggistica, mentre il reperimento dell’informazione avvenne tramite esplorazione di DataBase tematici Internet. Il progetto fu finanziato al 50% dalla Regione Toscana. Ha partecipato al Progetto 5% Multimedialita' del DM 21.01.97 dal titolo "Rete Multimediale interattiva di accesso all'utente", Linea di ricerca 3: “Rete multimediale interattiva con accesso e interconnessione via satellite", Tema: Aspetti trasmissivi", Sottotema: Allocazione dinamica della banda per traffico multimediale. In tale ambito ha studiato una tecnica ottimale (a controllo centralizzato o distribuito) di accesso a canale via satellite per l'allocazione dinamica della banda per la gestione di traffico multimediale proveniente da applicazioni in tempo reale e non, per un'utenza mobile e/o fissa. Una efficace tecnica di multiplexing statistico, mantenuta anche sul canale via satellite, ottimizzava l'uso della banda satellitaria. Ad ogni tipo di traffico veniva associata una classe di servizio, il cui mantenimento era garantito dalla politica di allocazione scelta. Le tecniche di accesso oggetto di studio furono inizialmente orientate ai soli satelliti geostazionari in banda Ka. Furono inoltre presi in considerazione anche satelliti in orbite basse (LEO/MEO) per poter studiare se, ed in che modo, gli algoritmi precedentemente studiati per tecnologia GEO potevano essere adattati per sistemi non-GEO, in termini di probabilita' di caduta della connessione legata al passaggio (handover) tra due diverse unita’ rice-trasmittenti a bordo del satellite (due diversi fasci della stessa antenna) o tra un satellite e l’altro, per ragioni di cambio della zona di copertura dovuta alla mobilita’. Il suddetto progetto si articolava in due filoni, il primo denominato Prototipo innovativo, il secondo Sistema innovativo. Nell’ambito del primo filone fu progettato l’algoritmo in FH-TDMA (Frequency Hopping -Time Division Multiple Access) denominato FH-JFDA (jitter free demand assignment) che ha tenuto conto delle caratteristiche dell’hardware prototipale fornito dalla Marconi Communications. E’ stata inoltre studiata l’architettura dell’esperimento di validazione del sistema. L’attivita’ per il Sistema innovativo si articolava su due fronti: a) il traffico multimediale; b) le costellazioni di satelliti LEO. Per quanto riguarda il punto a), furono conclusi gli studi dell’ algoritmo VnL-DA/TDMA per l’ accesso a canale via satellite geostazionario per traffico multimediale (in tempo reale e non), in grado di garantire una ottimizzazione del canale satellitare anche in presenza di traffico a bit rate variabile (VBR). Nedo Celandroni -Curriculum 8 Per quanto riguarda le costellazioni di satelliti in orbita bassa, lo scopo finale era quello di studiare le prestazioni di diversi metodi di allocazione dinamica della banda satellitaria per traffico voce e dati. Fu studiata l’architettura di un simulatore per costellazioni LEO soddisfacente i requisiti richiesti per gli studi in programma. Di tale simulatore, chiamato GaliLEO, fu portata avanti una prima stesura in Java. Post dicembre 2001 Ha collaborato con il Dipartimento di Informatica Sistemistica e Telematica (Universita’ di Genova) sul tecniche di ottimizzazione dell’allocazione della banda tra diversi utenti di una rete satellitare e criteri di call admission control (CAC) per garantire una certa qualita’ del servizio anche quando il canare risulta degradato da maggior attenuazione dovuta a cause atmosferiche. Ha partecipato al progetto finanziato dal MIUR (PNR 2001-2003 (FIRB art.8) D.M. 199 Ric. del 8 marzo 2001) “Tecnologie abilitanti per la Societa' della conoscenza ICT”, titolo della ricerca “Algoritmi e modelli dell'ingegneria del traffico per l'ottimizzazione di reti IP di nuova concezione (progetto TANGO, Responsabile Scientifico: Prof. Marco Ajmone Marsan). TANGO, si proponeva di contribuire alla realizzazione di una metodologia di progetto, dimensionamento, configurazione e gestione per reti IP multiservizio di nuova generazione, con avanzate capacità di controllo del traffico e con garanzie di qualita’ del servizio per gli utenti finali. A tal fine, TANGO sviluppo’ nuovi strumenti modellistici (analitici e simulativi) e di ottimizzazione. Questi strumenti erano finalizzati al miglioramento della progettazione delle reti da parte degli operatori nel settore delle telecomunicazioni e dell'informatica (gestori, aziende, ISP) , che ebbero a disposizione migliori algoritmi di gestione e configurazione, con notevoli vantaggi in termini sia di riduzione dei costi e delle tariffe, sia di miglioramento nella qualita’ del servizio percepita dagli utenti. Ha partecipato al progetto, finanziato dal MIUR, “Infrastrutture software per reti ad-hoc orientate ad ambienti difficili (progetto IS-MANET; Responsabile Scientifico Prof. Carlo Ghezzi). Il progetto si proponeva di realizzare un’infrastruttura per reti MANET (Mobile Ad-hoc NETworks) e per la loro interconnessione mediante collegamenti satellitari. L’infrastruttura era finalizzata a realizzare un prototipo di applicazione per la gestione di emergenze ambientali nell’ambito della protezione civile. Ha partecipato al progetto Europeo SatNEx (Satellite Network of Excellence) per la costituzione di una rete di eccellenza (NoE) in ambiente satellitare. Il progetto fu finanziato dalla Comunita’ Europea e comprendeva 21 Istituti Europei. Il progetto trasse origine dall’attività dell’azione COST 272, ed ebbe come scopo primario l’avanzamento dell’Europa nel campo delle telecomunicazioni via satellite. Tale avanzamento, infatti, poteva essere ottenuto aumentando la massa critica dei ricercatori Europei coinvolti nei molti aspetti della ricerca in questo settore, aumentando cioè le sinergie e la collaborazione tra enti industriali e scientifici. Il progetto si articolo’ su due distinte fasi di durata tri e biennale, rispettivamente, su molte “Joint Activities” e si prefisse una grossa azione propagandistica ed educazionale. Al termine della seconda fare di SatNEx, l’ESA (European Space Agency) si fece carico di finanziare il proseguimento, permettendo alla comunita’ di esperti che avevano lavorato insieme profiquamente di continuare gli studi su tematiche di commune interesse per l’ESA stessa. Il progetto che ne derivo’ conservo’ la stessa sigla SatNEx, ma con significato diverso (Satellite Nertwork of Experts). E cosi’ seguirono SatNEx III e SatNEx IV, quest’ultimo e’ iniziato nel 2014. Piu’ recentemente ha condotto studi delle prestazioni del TCP (transmission control protocol) in ambiente wireless terrestre e in ambiente satellitare; in particolare, considerando l’influenza che i vari metodi di accesso a canale comune hanno sul comportamento del TCP (sistemi a banda garantita su domanda, sistemi ad acceso casuale, etc.) Questi studi sono stati fatti su base analitica e simulativa; in quest’ultimo caso, e’ stato anche costruito un simulatore ad hoc (TGEP–TCP goodput estimation program), basato su un metodo fluido, per avere uno strumento velocissimo e poter quindi selezionare Nedo Celandroni -Curriculum 9 lo scenario simulativo da produrre con i simulatori a pacchetto esistenti, che sono piu’ precisi ma che richiedono spesso lunghi tempi di elaborazione. Ha prodotto in totale (riviste, proceedings, rapport tecnici e capitol di libro) oltre 200 articoli. Principali enti/aziende nazionali ed internazionali con i quali ha collaborato: Goddard Space Flight Center – NASA (USA) Teledesic (USA) Telespazio S.p.A, Roma Centro Studi Televisivi (CSTV) del C.N.R., Torino Centro Studi Telecomunicazioni Spaziali (CSTS) del C.N.R., Milano Dipartimento di Informatica Sistemistica e Telematica (Universita’ di Genova) Dipartimento di Ingegneria Elettronica dell' Universita' di Firenze Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell' Universita' di Siena Istituto Superiore delle Telecomunicazioni (Roma) Fondazione Ugo Bordoni (Roma) Alcatel – SIETTE (Firenze) Istituto Nazionale Fisica Nucleare (Pisa) Technical University di Graz (A) Rutherford and Appleton Laboratory (RAL), UK GEC-Marconi Research Center, UK Ecole Nationale Superieure des Communicationes (ENST), sito di Toulouse (F) European Space Agency, Transmission Techniques Section (NL) Agenzia Spaziale Italiana (Roma) CERN (Ginevra - CH). DLR (gia’ DLVFR) Monaco (D) Centro Comune di Ricerca – Ispra University College of London (UK) University College of Dublin (EIRE) Marconi Communications (Genova-Pomezia-Messina) Synthema (Pisa). ELENCO DELLE PUBBLICAZIONI SU RIVISTA FINO AL 2001 Tutte le pubblicazioni successive all’anno 2001 sono reperibili sul sito http://www.isti.cnr.it/about/people.php?id=73 N. Celandroni, A.Foni, S. Trumpy, “Performance evaluation of the SIRIO Maneuver System”, Alta Frequenza, Volume XLVIII, Number 6, pp. 309-320, Giugno 1979. A. Cardillo, N. Celandroni , A.Foni, S. Trumpy, “Evolution of the SIRIO in-orbit Control Strategy”, Alta Frequenza, Volume XLIX, Number 5, pp. 319-322, Settembre/Ottobre 1980. A. B. Bonito, N. Celandroni, E. Ferro, L. Lenzini, E. Perotto, S. Tirro', Experimentation of the STELLA (Satellite Transmission Experiment Linking LAboratories) project using the SIRIO satellite”, Alta Frequenza, Volume XLIX, Number 5, pp. 323-331, Settembre/Ottobre 1980. Nedo Celandroni -Curriculum 10 N. Celandroni, E. Ferro, L. Lenzini, B. M. Segal, K. S. Oloffson, “Architecture and Protocols of STELLA- A European Experiment On Satellite Interconnection of Local Area Networks:", Computer Communication Review, Vol. 13, Number 4, October 1983, pp. 17-24. N. Celandroni, E. Ferro, L. Dossi, G. Tartara, "User oriented satellite networks: studies on utilization of transmission capacity in TDMA and TDMA/FDMA systems", European Transactions on Telecommunications, Vol. 2 - N. 4, JulyAug. 1991. N. Celandroni, E. Ferro, "The FODA-TDMA satellite access scheme: presentation, study of the system and results", IEEE Transactions on Communications, Vol. 39, N. 12, pp. 1823-1831, December 1991. N. Celandroni, E. Ferro, N. James and F. Potortì, "FODA/IBEA: a flexible fade countermeasure system in user oriented networks", International Journal of Satellite Communications, Vol. 10, N. 6, pp. 309-323, November-December 1992. N. Celandroni, E. Ferro, F. Potortì , A. 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