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Le scuole protagoniste a Palazzo della Ragione 2015 SCUOLA SECONDARIA DI II GRADO: “Quadrittico” delle libertà con BIANCONERO VEDOVA. A cura di Cecilia Piubello e Cristina Joechler, Valeria Marchi, Veronica Pellegrini. Durata: 1 ora e 30 minuti PREMESSA Lo studio della pittura di Emilio Vedova (1919-2006) è il punto di partenza del viaggio che i ragazzi faranno per approfondire il lavoro di alcuni degli esponenti della pittura italiana della seconda metà del Novecento testimoni di un rinnovato senso di libertà artistica e di pensiero. Attraverso le sperimentazioni di Vedova e degli esponenti del Fronte Nuovo delle Arti, uno dei principali gruppi artistici italiani dell'immediato secondo dopoguerra, i ragazzi saranno stimolati ad esprimere i loro pensieri e le loro emozioni di libertà. Le esperienze personali, la storia attuale e passata, i momenti di confronto e le potenzialità nascoste dell’uso della fotografia in bianco e nero sono i tasselli del percorso che vuole invitare a una riflessione sui valori di oggi dei ragazzi. Il concetto di libertà è presente fin dall’inizio del lavoro di Vedova quando fonda nel 1946 insieme agli artisti Renato Birolli, Ennio Morlotti, Armando Pizzinato, Giuseppe Santomaso, Alberto Viani, Bruno Cassinari, Renato Guttuso, Leoncillo Leonardi e Carlo Levi la Nuova Secessione Artistica Italiana che diventerà, su proposta di Guttuso, il Fronte Nuovo delle Arti. Il gruppo nasce come “una unione tra uomini liberi” dove “ogni artista risponde con una propria individualità estetica”1. Il desiderio di Vedova e di quello degli altri esponenti del gruppo è quello di separarsi dall'arte ufficiale, ritenuta ormai compromessa dal punto di vista politico, per poter costruire qualcosa di più genuino per dare certezze in un mondo fatto di sfiducia nei valori eterni della vita. Le modalità espressive con cui Vedova, che si definiva “un agitatore”, dà vita a una pittura nuova, materica, gestuale, ma allo stesso tempo testimone delle avanguardie precedenti, sono le basi per immortalare in bianco e nero, i colori identificativi di Vedova, gesti odierni di libertà. Partendo dai segni evidenti delle pennellate di Vedova, dal gesto come strumento del mestiere del pittore, si accompagneranno i ragazzi a riscoprire i gesti di oggi, simboli nascosti di emozioni e pensieri che verranno immortalati da un loro gesto dietro la macchina fotografica. IL TEMA DEL CONCORSO Si inizia dall’interpretare il desiderio dei ragazzi di pensare ed agire in autonomia partendo dal confronto con lo spirito di ribellione che anima gli artisti nell’affermazione della loro identità, dalle loro tecniche creative e dall’uso della fotografia in bianco e nero. I ragazzi saranno stimolati a guardare l’opera d’arte facendosi prima delle domande e poi cercando di riflettere sui processi dell’artista così da declinare proprie risposte al tema del concorso. ELABORATO FINALE Per ogni classe partecipante si richiede un elaborato realizzato con materiali liberamente scelti, non deperibili, che testimoni una creazione personale rispetto agli obiettivi sperimentati in mostra. La base per 1 Giuseppe Marchiori, Il fronte Nuovo delle Arti la realizzazione dell’elaborato consiste in un cubo con lato 50x50x50 cm già pronto o creato ex novo. Il cubo deve essere realizzato con cartone (no legno, no plexiglass, no altri materiali) di spessore almeno 3 mm in modo da avere una solidità che consenta di auto-sostenersi e di poter essere impilato con altri cubi dello stesso tipo. L’interpretazione va realizzata sulle quattro facce laterali del cubo, mentre la faccia di appoggio e quella superiore, che non saranno necessariamente visibili nell’allestimento, devono essere colorate con una tinta unica a scelta. PERCORSO IN GALLERIA Durata 45 minuti ACCOGLIENZA Il momento introduttivo fa in modo che ci si possa relazionare sia al percorso del nuovo allestimento, che spazia dal 1840 al 1960, sia ai criteri scelti per entrare nel mondo degli artisti che, in modo innovativo, hanno dichiarato il loro pensiero nel secondo Dopoguerra. Particolare attenzione quindi sarà posta alle due sale dove il percorso guarda ai nuovi gruppi dell’astrazione. OPERA 1 Emilio Vedova2, Trittico della libertà, 1950 La classe seduta davanti al dipinto Trittico delle libertà di Vedova riceve un blocco con alcuni fogli e una matita. Sul primo foglio sono presenti l’inizio di tre frasi da completare velocemente: - Libertà è - Libertà è quando - Libertà è dove Dopo aver letto velocemente alcune delle risposte si inizia a far ragionare i ragazzi sul concetto di libertà in arte: L’arte esprime libertà? Come può esprime un pittore il senso di libertà? Facendo forse qualcosa di nuovo che va contro le regole? Il quadro di Vedova si intitola Trittico della libertà, vi sembra una dimostrazione di una pittura libera? Vi trasmette un senso di libertà? La libertà di espressione è un concetto chiave nell’opera di Vedova che si traduce in una sperimentazione tecnica continua. Vedova mantiene una presa di posizione di fiero non allineamento sia per le sue scelte artistiche sia per la sua vita privata. La sua libertà artistica corrisponde al desiderio di costruire qualcosa di nuovo, più genuino, per dare vita a una forma di civiltà in cui potesse nuovamente riconoscersi, in cui ci potessero essere certezze e valori. Vedova affermava che “L’artista è libero per la sua libera esplorazione, come lo è lo scienziato che non domanda il permesso a nessuno per una scoperta”. 2 Emilio Vedova (Venezia 1919 – 2006). Inizia a disegnare e dipingere nel 1933 come autodidatta, nel 1937 soggiorna a Roma dove frequenta la Scuola Libera del Nudo. Continua a disegnare architetture, prospettive di rovine, grovigli di figure. Incontra al Premio Bergamo nel 1942 Morlotti e Birolli. Partecipa alla lotta partigiana e a fine guerra ne riporta una serie di disegni. Nel 1946 con Morlotti e altri compila il manifesto "Oltre Guernica", partecipa alla Nuova Secessione Artistica, poi Fronte Nuovo delle Arti. Alla Biennale del 1948 è presentato col Fronte Nuovo delle Arti e alla mostra di Palazzo Re Enzo di Bologna che determina la spaccatura tra "astrattisti" e "realisti". Di nuovo presente alla Biennale del 1950. Con gli Scontri di Situazioni avviene un superamento del periodo geometrico. Aderisce nel 1952 al gruppo degli Otto, nel 1953 esegue le grandi tele del Ciclo della Protesta ed esce dal gruppo. Viaggi e mostre all'estero hanno sempre maggiore frequenza. In Spagna conosce la pittura di Goya. Nel 1959 ha una sala personale a Documenta e alla Biennale di San Paolo. Dopo il Gran Premio della Biennale di Venezia per la pittura inizia la serie dei Plurimi, in cui supera la bidimensionalità dell'opera per un coinvolgimento complesso dello spazio. Si trasferisce in Germania fino al 1965. Il suo lavoro si sviluppa verso un informale ancora più dinamico e plastico mantenendo una forte carica partecipativa e una profonda tensione morale. (Fonte: AA.VV., L'astratto vissuto e i suoi maestri italiani degli anni Cinquanta, Fondazione F. P. Michetti 1988) Discussione dell’opera con i ragazzi: Le tre parti del quadro sono collegate tra loro? L’opera ha un suo senso narrativo? Il quadro vi sembra statico o dinamico? Vi ricorda qualche altro quadro famoso del Novecento? Picasso, Guernica Dipingere in maniera libera significa eliminare linee e forme? Quali colori ha usato? La scelta di ridurre la tavolozza al bianco e al nero dà un valore aggiunto all’opera? Chiedere ai ragazzi di avvicinassi e di concentrarsi su un dettaglio, una parte del quadro: Come ha dipinto Vedova? Usando quali strumenti? Quali gesti avrà compiuto? Mostrare ai ragazzi una foto di Vedova mentre dipinge. Opera 2 Renato Birolli3, La falce arrugginita, 1953 L’opera di Renato Birolli aiuta ad introdurre il gruppo del Fronte Nuovo delle Arti e la loro pittura sospesa tra informale e realismo. Gli anni Cinquanta sono gli anni in cui Birolli ha un rinnovato interesse verso la natura e il lavoro è strettamente collegato con i luoghi che lo ispirano. “Non siamo di fronte ad un naturalista; Birolli mantiene quel distacco tra realtà ed invenzione, tra realtà e poesia”4. 3 Biròlli, Renato (Verona 1905 - Milano 1959). Nella sua arte confluirono dapprima esperienze dell'impressionismo e dell'espressionismo, in dichiarata antitesi al Novecento; a Milano, fu sin dal 1931 tra gli animatori del movimento da cui nascerà "Corrente". Dopo l'adesione al Fronte nuovo delle arti (1946) e nel periodo in cui fece parte del gruppo degli Otto, con consapevole riferimento alla tradizione d'avanguardia francese, al cubismo e a Picasso, si impegnò in un'appassionata elaborazione della poetica astrattista ("astrattismo lirico" o "pittura concreta"). Nelle sue opere la ricerca di vigorosi ritmi lineari e coloristici si accompagna a un elevato accento emotivo della rappresentazione, sino ad avvertire nelle ultime l'impulso delle tendenze informali. (Fonte: Treccani) 4 Roberto Tassi, Il colore e il canto di Birolli, 1989 Il pittore afferma che “Colori e forme sono la vita senza bisogno di assomigliarle minuto per minuto”. Discussione dell’opera con i ragazzi: Riconoscete oggetti noti? Ci sono più colori, il quadro vi piace di più? La presenza del bianco e del nero ha la stessa valenza che nell’opera di Vedova? Sottolineare come Birolli aspiri a portare i colori agli astratti bianchi e neri, considerati quasi dei colori superiori. Dove potremmo riconoscere il tema di libertà in questo quadro? Chiedere ai ragazzi di avvicinarsi e di concentrarsi su un dettaglio del quadro: Come ha dipinto Birolli? Usando quali strumenti? Quali gesti avrà compiuto? Mostrare ai ragazzi una foto dell’artista mentre dipinge. In alternativa a Renato Birolli, Falce arrugginita: Antonio Corpora, Barche sull’argentario, 1954 Opera 3 Emilio Vedova, Varsavia, 1964 Ritorniamo a Emilio Vedova, come è cambiata la sua pittura? Riconoscete un soggetto? una forma? Quali colori usa il pittore? Chiedere ai ragazzi di avvicinarsi e di concentrarsi su un dettaglio, una parte del quadro: Come dipinge qui Vedova? Il gesto vi sembra libero? trattenuto? immediato? violento? Vedova afferma: “Il mio lavoro nasce da uno spazio di urto e scontro, di spinta e di conflitto”. Qui secondo voi è più evidente l’idea di libertà? Mostrare una foto del pittore mentre dipinge. Opera 4 Giuseppe Santomaso5, Racconto, 1961 A confronto con Vedova, l’opera di Giuseppe Santomaso permette di mostrare l’influenza dell’astrattismo di Kandinsky dove il colore è il vero protagonista e non più il gesto. Che cosa racconta secondo voi nel quadro? Un episodio positivo o negativo? La libertà che corrispondenza trova nel quadro? nel soggetto? nella tecnica? Quali colori usa il pittore? Il bianco e nero sono presenti? Chiedere ai ragazzi di avvicinarsi e di concentrarsi su un dettaglio, una parte del quadro: Il gesto pittorico vi sembra visibile? Vi sembra libero? trattenuto? Come stende i colori? Dato che qui il colore prevale sul gesto, ai ragazzi non verrà mostrata alcuna foto dell’artista, ma verrà chiesto di immaginarla. In alternativa: Renato Birolli, Incendio alle cinque terre, 1957 IN LABORATORIO Durata 45 minuti I vincoli del tema del laboratorio- oltre a libertà e bianco nero Vedova- sono legati all’uso della fotografia. Agli studenti verrà proposto un breve excursus con esempi di fotografia in bianco e nero che permetta di capire anche come la tecnica del bianco e nero non sia una privazione o una tecnica arretrata, ma una scelta voluta da artisti e fotografi anche contemporanei per dare vita un linguaggio di sentimenti espressi tramite codici rigorosi come lo sono la scelta del bianco e nero. 5 Giuseppe Santomaso (Venezia 1907 – 1990). Studia all'Accademia di Belle Arti di Venezia. Nel 1934 partecipa alla Biennale di Venezia. Nel 1946 aderisce alla Nuova Secessione Artistica poi Fronte Nuovo delle Arti con Birolli, Guttuso, Morlotti, Cassinari, Vedova, Viani, Leoncillo e Pizzinato. Nel 1952 fa parte del gruppo degli Otto con Afro, Vedova, Birolli, Corpora, Moreni, Morlotti e Turcato che, con la formula Astratto-concreto, tende a superare l'antinomia tra realismo e astrattismo. La pittura di Santomaso, liberatasi dal dato figurativo e naturalistico, anche grazie alla lettura della pittura di Braque, giunge a soluzioni di grande equilibrio e compostezza formale. Negli anni Cinquanta partecipa a Documenta, alle Biennali e a diverse importanti mostre internazionali. Nel 1974 lascia l'insegnamento all'Accademia di Belle Arti di Venezia dopo vent'anni di docenza. Nel 1979 ha una personale alla Fondazione Mirò di Barcellona. Il suo lavoro ha raggiunto una luminosa compostezza in dialogo con la pittura classica veneta: significativo al riguardo un ciclo di opere dedicate al Palladio. (Fonte: AA.VV., L'astratto vissuto e i suoi maestri italiani degli anni Cinquanta, Fondazione F. P. Michetti 1988) La fotografia è ad oggi lo strumento artistico più comune, ma forse quello meno conosciuto e limitato al concetto di immortalare ricordi o momenti fuggevoli concentrandosi solo sulla velocità dello scatto più che sui dettagli. In laboratorio si aiuteranno quindi i ragazzi a comprendere qualche esempio di metodo artistico che passa dalla fotografia così da avere in mano uno strumento che non significa solo saper fare dei selfie. Il lavoro di osservazione di dettagli e in particolare del gesto compiuto dai pittori visti in Galleria è il punto di partenza per iniziare a riflettere sul significato dei gesti che compiamo ogni giorno e che vediamo negli altri. Gesto non solo come azione, ma come simbolo carico di significati. Il percorso e il laboratorio partono dal gesto del pittore per arrivare al gesto di libertà passando dal concetto di gesto come simbolo. Partendo dalla loro definizione di libertà scritta in Galleria davanti al Trittico delle libertà i ragazzi, lavorando in gruppo inizieranno a pensare a una storia di libertà raccontata attraverso i gesti. I gesti potranno essere fotografati o dipinti, tenendo presente i vincoli: • bianco nero • Vedova • Fotografia come metodo. In laboratorio inizieranno a comporre una storia di libertà, in gruppo o a coppie, in modo che si costruisca il progetto delle 4 facce a partire dalle loro idee di libertà.. (Esempio base - la libertà è: la fine degli esami) LAVORO IN CLASSE In classe i ragazzi completeranno il lavoro avviato in galleria facendo una sintesi delle idee e delle proposte emerse a valle della visita e del laboratorio. CONSEGNA DELL’ELABORATO FINALE Il cubo realizzato dalla classe dovrà essere consegnato, insieme alla SCHEDA DI PRESENTAZIONE DELL’ELABORATO (che sarà scaricabile dal sito), presso gli uffici della Galleria d’Arte Moderna Achille Forti a Palazzo della Ragione (Cortile Mercato Vecchio 6) entro e non oltre venerdì 4 dicembre 2015 ore 16.00, durante l’orario di apertura degli uffici di sotto indicati. PRENOTAZIONE VISITA E LABORATORIO Le visite e i laboratori delle classi iscritte si svolgeranno dal 29 settembre al 28 novembre 2015 con i seguenti 5 turni possibili: dal martedì al sabato: 9.00- 9.30- 10.00 -11.00 - 14.00. Sabato unico turno ore 11.00. Per la prenotazione contattare gli uffici della Galleria d’Arte Moderna al numero 045 8001903 nell’orario di apertura degli uffici di seguito indicati. Orario di apertura uffici: lunedi 9.30-13.30 dal martedi al venerdi 9.30-13.30; 14.30-17.30 Per ogni ulteriore informazione consultare il sito www.palazzodellaragioneverona.it alla sezione DIDATTICA selezionando “Le Scuole Protagoniste a Palazzo della Ragione 2015”.
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