- IC Mori e Brentonico

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- IC Mori e Brentonico
n° più unico che raro
i.c. mori-brentonico
La campanella
Il giornalino scolastico
Che ti de rigenera
(Plesso di Mori)
concentrato
multivitaminico: corsi
A b c d e
Attività opzionale
I quadrimestre
a.s. 2016/2017
Indice delle sezioni
e degli argomenti
News dal mondo
Venezuela
La crisi venezuelana sul web
Migrazioni
News dal territorio
Vallo tomo
Ganzega
Interviste sulla scuola al maestro Lucio e al sig. Ticchi
Curiosando alla Ganzega
I giovani e le droghe
News dalla scuola
Autobus (intervista all’autista sig. P. Daldoss)
Un prof, due scuole (intervista al prof. D. Masia)
Un prof, due continenti (intervista al prof. L. Dimarco)
!!!???
Pagina per pensare
Muoversi muoversi!
Sulla cresta dell’onda (intervista a M. Bona)
L’abc della vela
Ginnastica artistica
Intervista a Lisa, maestra di danza
Hip Hop (intervista a M. Massari)
Ballerina di Hip Hop (intervista a E. Laghi)
Tiro con l’arco (intervista a L. Scarfiello e a D. Calzà)
Social
Social per tutti? Non proprio.
Instagram (dai 13 anni)
Snapchat (dai 13 anni)
Youtube (dai 13 anni)
Musical.ly
Sondaggi
La nostra musica (classi seconde)
La rabbia… (classi terze)
Recensioni (libri, film e videogame)
La mummia, di C. Doyle
Harry Potter e la pietra filosofale
Clash Royal
Anime e Manga
Akame ga kill
Pagine scelte (prosa e poesia)
Fratello Bancomat, di S. Benni
La traversata dei vecchietti, di S. Benni
Caviardage (Nessuno ha un soffitto più bello)
Arti
Daniel, lo scultore
Chiara e la passione per il disegno
Loris, batterista
Mattia, pianista
Feste e tradizioni
Natale nel mondo (Venezuela, Argentina, Cina, Finlandia)
Natale in Romania
Interviste flash sul Natale (a Roberto e a Odette)
Mercatini di Natale, Le barze
News
dal mondo
ATTUALITÀ
La tragica
situazione
che sta vivendo
il Venezuela
A cura di Odette
Io sono nata in Italia, ma i miei genitori sono nati in Venezuela, Paese che ho
visitato per la prima volta nel 2011 e che io ricordo tutt’ora come
meraviglioso! Vi ero andata durante il mese di settembre. No, non era freddo,
là c’è sempre il sole e fa sempre molto caldo. La cosa che mi aveva colpito di
più era stata l’allegria della gente, che la rendeva speciale e diversa dalle
persone che io ho visto e incontrato qui in Italia. Adesso, purtroppo, la
situazione è molto cambiata. Da quando è morto il presidente Hugo Chávez
la vita della gente è peggiorata. Adesso, con il nuovo presidente Nicolás
Maduro, le persone sono tristi, disperate, non trovano cibo, i supermercati
sono praticamente vuoti, i saccheggi sono frequenti e in continuo aumento.
Molti i ladri (la gente è stata costretta a diventarlo per procurarsi il cibo). Non
si può uscire per le strade dopo una certa ora, non si possono indossare cose
di valore, e quindi non si può andare in giro con cellulari o con orologi,
orecchini, catenine, ma neppure con scarpe, occhiali…. E allora, direte voi,
come si gira? Bisogna uscire di casa indossando abiti semplici e ciabatte, per
non dare nell’occhio.
Ma chi ti può derubare? Spesso sono bande di ragazzini, uomini, donne: non
ci sono età o categorie ben definite, tutti possono compiere reati e tutto è a
rischio, perché tutto può essere rivenduto. Ed è la fame, non l’avidità, a
spingerli a compiere questi gesti.
Spesso però sono gruppi della malavita, gruppi che spacciano droga.
Spesso sono armati, ed entrano nelle case della gente, anche in pieno
giorno, anche mentre stai preparando il pranzo.
I miei genitori mi hanno spiegato che in Venezuela la situazione economica è
tragica: è diventato il Paese più pericoloso al mondo, molte persone sono
costrette a rubare perché non hanno cibo, non hanno nulla. La gente è
disperata, soffre molto, non ci sono farmaci per i bambini piccoli, mancano il
latte, la pasta e altro ancora. Acqua, luce e internet vengono concessi alla
popolazione solo per poche ore al giorno. Di notte, se ti alzi, non puoi
accendere la luce, perché la luce non c’è sempre.
I prezzi sono troppo alti, più dello stipendio minimo e c’è un’altissima
inflazione. Ad esempio una bibita costa 4000 bolivar, che equivale a 4 euro:
voi direte che non è tanto, ma dovete pensare che la paga minima di alcune
persone è di soli 15.000 mila BsF, ossia Bolivares Fuertes, la moneta del
Venezuela. Sapete a quanti euro equivalgono? Ad appena circa 15 euro, al
mese!
QUESTO SIGNORE SI È
INVENTATO UN NUOVO
LAVORO: NOLEGGIA
TELEFONINI ALLA GENTE.
GUARDATE COME SI
PRESENTANO, NEI
SUPERMERCATI, GLI SCAFFALI:
SONO VUOTI, MANCA TUTTO!
LA SITUAZIONE IN VENEZUELA VISTA DAI SITI WEB
[…] Secondo il Fondo monetario internazionale e la Banca
mondiale, l’inflazione è di circa l’800 per cento. [..] Un paio di jeans
in Venezuela costa 1 milione di BsF (900 dollari), un chilo di
formaggio 5 mila BsF (5 dollari), una cipolla 500 BsF (50 centesimi).
Non si sa quanto costano il latte, il pane e la carta igienica perché
semplicemente non si trovano, a nessun prezzo. […]
Fonte:http://www.tpi.it/mondo/venezuela/crisi-economica-venezuela
[…] i venezuelani sono "sempre più poveri" perché il Paese è in uno
stato di "crisi umanitaria". Ogni giorno muoiono da uno a due
bambini per malnutrizione […]; ogni fine settimana circa 200
persone vengono uccise in Venezuela […]
Fonte: http://it.radiovaticana.va/news/2016/11/16/chiesa_venezuela_muoiono_bambini_mancanza_cibo_e_farmaci/1272579
[…] è un paese dove manca tutto: elettricità, acqua, beni di prima
necessità, lavoro e sicurezza.
Il Venezuela è entrato nel 2013 in una gravissima recessione
economica e da allora il governo non è riuscito a trovare soluzioni
efficaci. La situazione oggi è che non ci sono più soldi nemmeno
per stampare i soldi, che i dipendenti pubblici lavorano solo due ore
al giorno per la mancanza di elettricità, che i livelli di violenza e
criminalità sono tra i peggiori al mondo e che presidente e
Parlamento non collaborano su niente. Alcuni giornali internazionali
hanno cominciato a riferirsi al Venezuela come a un paese al
collasso […]
Fonte: http://www.ilpost.it/2016/05/29/venezuela-collasso/
Un’immagine per riflettere
a cura della Redazione
Che cosa rappresenta, secondo voi, l’immagine sottostante?
Sì, è vero, sembra un po’ strana. Eppure è un’opera d’arte,
l’installazione dell’artista Sisley Xhafa intitolata Barka
(realizzata nel 2011). Se la guardate bene, ha proprio la
forma di una barca fatta di centinaia di scarpe, che
simboleggiano i passi che ciascuna persona ha dovuto
compiere partendo da molto lontano per arrivare (se vi è
riuscita) a destinazione. Questa pagina serve per riflette
sulle migrazioni contemporanee.
News dal
territorio
DAL TERRITORIO
La questione
“Vallo tomo”
Giovedì 20 ottobre 2016,
prima che iniziasse
l’occupazione delle fratte,
siamo andati per le vie di Mori
per conoscere le idee
dei cittadini in merito
alla questione Vallo Tomo.
Ecco che cosa ci hanno risposto.
INTERVISTA A NICOLA – A CURA DI MATTIA
Buongiorno, vorremmo farle un’intervista per il giornalino della scuola.
Possiamo mettere il suo nome nell’intervista e poi pubblicarla sul nostro
giornalino?
Sì, mi chiamo Nicola
Ci può dire pressappoco la sua età?
Ho 53 anni.
Possiamo chiederle se abita qui in zona?
Abito in questa zona.
Ha sentito parlare del Vallo tomo?
Certo, ne ho sentito parlare molto.
Come si è informato?
Attraverso la stampa e le chiacchiere.
Sa in che cosa consiste?
Sì, perfettamente.
Sa anche il perché verrebbe costruito?
Certo!
Qual è la sua opinione? Cose ne pensa?
Io penso che questa soluzione sia valida per la sicurezza. Il Vallo Tomo però mi
sembra invasivo e viste le tecnologie del giorno d’oggi è una cosa incredibile avere
dei problemi nel gestire una montagna.
Se lei fosse nei panni del Sindaco cosa proporrebbe?
Valuterei altre alternative.
Se fosse nei panni di un abitante di Via Teatro cose farebbe?
Sarei un po’ in apprensione.
INTERVISTA A RENATO – A CURA DI MATTIA
Buongiorno, vorremmo farle un’intervista per il giornalino della scuola.
Possiamo mettere il suo nome nell’intervista e poi pubblicarla sul nostro
giornalino?
Sì, mi chiamo Renato
Ci può dire pressappoco la sua età?
Ho 73 anni.
Possiamo chiederle se abita qui in zona?
Abito a Mori Vecchio.
Ha sentito parlare del Vallo tomo?
Straparlare!!!
Come si è informato?
Attraverso la stampa, le assemblee le varie discussioni e interventi dei tecnici della
provincia.
Sa in che cosa consiste?
Sì.
Sa anche il perché verrebbe costruito?
È fondamentale per la sicurezza dei cittadini.
Qual è la sua opinione? Cose ne pensa?
Io penso che vada fatto. Del resto hanno già cominciato i lavori e, poi la delibera è
già stata approvata.
Se lei fosse nei panni del Sindaco cosa proporrebbe?
Ha sopportato fin troppo! So cosa vuol dire prendere decisioni.
Se fosse nei panni di un abitante di Via Teatro cose farebbe?
Il progetto deve essere realizzato il prima possibile sia per la sicurezza delle
persone che per la protezione delle loro abitazioni.
INTERVISTA A IVANA – A CURA DI YASMIN
Buongiorno, vorremmo farle un’intervista per il giornalino della scuola.
Possiamo mettere il suo nome nell’intervista e poi pubblicarla sul nostro
giornalino?
Sì, mi chiamo Ivana.
Ci può dire pressappoco la sua età?
Sì, ho 60 anni.
Possiamo chiederle se abita qui in zona?
Certamente, abito a Mori.
Ha sentito parlare del Vallo tomo?
Sì, ho sentito straparlare del Vallo tomo.
Come si è informata?
Mi sono informata tramite le chiacchiere.
Sa in che cosa consiste e perché verrebbe costruito?
Sì, consiste nel proteggere la cittadinanza dalla caduta di sassi dalla montagna.
Qual è la sua opinione? Cose ne pensa?
Penso sia un bene farlo.
Se lei fosse nei panni del Sindaco cosa proporrebbe?
Se fossi nei panni del sindaco proporrei anch’io come lui di farlo assolutamente.
Se fosse nei panni di un abitante di Via Teatro cose farebbe?
Non vedrei l’ora che lo costruissero, così mi sentirei più sicura.
INTERVISTA A FRANCESCA – A CURA DI YASMIN
Buongiorno, vorremmo farle un’intervista per il giornalino della scuola.
Possiamo mettere il suo nome nell’intervista e poi pubblicarla sul nostro
giornalino?
Sì, mi chiamo Francesca.
Ci può dire pressappoco la sua età?
Ho 49 anni.
Possiamo chiederle se abita qui in zona?
Sì, abito a Tierno.
Ha sentito parlare del Vallo tomo?
Altro che, ho sentito straparlare del Vallo tomo.
Come si è informata?
Mi sono informata tramite quotidiani.
Sa in che cosa consiste e perché verrebbe costruito?
Sì, consiste in uno sbarramento per costruire un muraglione.
Qual è la sua opinione? Cose ne pensa?
Credo che sia un vero peccato distruggere tutto. Bisognerebbe fare qualcosa di
meno impattante.
Se lei fosse nei panni del Sindaco cosa proporrebbe?
Se fossi nei panni del sindaco cercherei di trovare altre alternative.
Se fosse nei panni di un abitante di Via Teatro cose farebbe?
Mi lamenterei, protesterei perché vorrei un’alternativa diversa.
INTERVISTA “VALLO TOMO” STEFANO – A CURA DI MARIO E
ROBERTO
Buongiorno, vorremmo farle un’intervista per il giornalino della scuola.
Possiamo mettere il suo nome nell’intervista e poi pubblicarla sul nostro
giornalino?
Sì, mi chiamo Stefano.
Ci può dire pressappoco la sua età?
50 anni, circa.
Possiamo chiederle se abita qui in zona?
Sì, abito nel comune di Mori, da sempre.
Ha sentito parlare del Vallo tomo?
Sì molto.
Come si è informato?
Sui giornali e dal chiacchiericcio in paese.
Sa in che cosa consiste?
Sì, ci sono circa 500 m3 di roccia che potrebbero cadere , da Ravazzone a Loppio,
e vogliono costruire un muro contenitivo, ma il problema urgente è che c’é un
pilastro roccioso che minaccia Via Teatro e non solo. Non si sa, se sarà collocato
sopra le case o dove c’ é il bosco.
Sa anche il perché verrebbe costruito?
Per salvaguardare la sicurezza dei cittadini.
Qual è la sua opinione? Cose ne pensa?
Domanda difficile, c’è un problema di tutela ambientale, ma io metto in primo piano
la sicurezza dei cittadini. Ci sarebbero altre soluzioni come ancorare il pilastro a
rischio, ma, a quanto pare, i tecnici della provincia sono perplessi.
Se lei fosse nei panni del Sindaco cosa proporrebbe?
Il sindaco, giustamente ha deciso di costruire questo muro, anche perché lui ha la
responsabilità penale nel caso in cui succedesse un incidente. Infatti ha chiamato
in causa anche la Provincia e la Protezione Civile, per ovviare eventuali
responsabilità penali.
Se fosse nei panni di un abitante di Via Teatro cose farebbe?
Ho sentito dire che le case nella zona a rischio si sono molto svalutate sul mercato.
Se fossi nei loro panni chiederei sicuramente di essere messo in sicurezza, ma
anche in modo da non rovinare il paesaggio. Salvaguardando l’ambiente.
INTERVISTA A CINZIA – A CURA DI MATTIA
Buongiorno, vorremmo farle un’intervista per il giornalino della scuola.
Possiamo mettere il suo nome nell’intervista e poi pubblicarla sul nostro
giornalino?
Sì, mi chiamo Cinzia.
Possiamo chiederle se abita qui in zona?
Sì, abito in zona.
Ha sentito parlare del Vallo tomo?
Sì, abbastanza.
Come si è informata?
Ne ho sentito parlare ma non mi sono informata molto, so che vogliono cambiare il
territorio, ma non so come.
Sa in che cosa consiste? Sa anche il perché verrebbe costruito?
Sì, per la sicurezza delle persone che vivono sotto la montagna.
Qual è la sua opinione? Cose ne pensa?
Secondo me ci potrebbero essere altre soluzioni, dovremmo provare ad adattarci al
posto di cambiare il territorio.
Se lei fosse nei panni del Sindaco cosa proporrebbe?
Nei panni del Sindaco cercherei una soluzione alternativa, che non sia impattante
con il territorio. Magari farei un’indagine, chiederei alla popolazione, almeno a
coloro che abitano in questi posti cosa ne pensa.
Se fosse nei panni di un abitante di Via Teatro cose farebbe?
Chi ci abita sapeva che la montagna primo o poi sarebbe franata, spero che trovino
in fretta una soluzione alternativa, sia che tuteli la sicurezza delle persone che lì ci
abitano sia che rispetti il territorio.
(QUALCOSA) SULLA GANZEGA
A cura di Loris e Mattia
Il primo weekend di ottobre si è svolto, per le vie del centro storico di
Mori, l’evento della Ganzega, che rievoca le tradizioni della gente trentina
nel secolo scorso: molti volontari hanno partecipato con il loro contributo
indossando costumi d’epoca, riproponendo gli antichi mestieri, allestendo
mostre e spettacoli e, immancabile, cucinando i piatti tipici di un tempo.
Io e Mattia, insieme ad alcuni nostri amici, siamo stati per voi a vedere
alcuni angoli della "Ganzega d'Autunno". Attraverso i vari allestimenti
abbiamo potuto vedere gli anni che furono molto difficili per la
popolazione: tra il 1880-1930, nel pieno dell'ondata di miseria che colpì
l'Italia, molte famiglie furono costrette ad abbandonare il loro paese per
recarsi in America in cerca di fortuna.
L’angolo della scuola (alla Ganzega)
INTERVISTA AL MAESTRO LUCIO GAZZINI
A cura di Giulia Rita e Marta
Buongiorno maestro Lucio, vorremmo farti alcune domande per il
nostro giornalino scolastico.
In che anno sei nato?
Sono nato nel 1957.
Cosa facevi prima di andare a scuola?
La mattina, prima di andare a scuola, facevo colazione, ricontrollavo lo
"zaino". Quando ero alle superiori non usavamo lo zaino ma una cinghia
che teneva assieme tutti i libri.
Come era la scuola?
Si andava a scuola solo la mattina e si faceva un solo pomeriggio.
La mattina si cominciava con il compito di matematica e un problema,
un tema di italiano, e poi l'insegnate leggeva una storia.
Quando avevamo il pomeriggio si facevano dei lavori di pittura o
lavoretti.
Maschi e femmine erano divisi?
Sì, maschi e femmine erano divisi.
Cosa mettevate nella cartella?
Nella cartella c'era l'astuccio, qualche quadernom (in dialetto trentino,
quadernone), il sussidiario e il libro di letteratura.
Come vi vestivate?
Un grembiule nero con un fiocco o rosa o blu.
Quali materie facevate?
Tecnica, geometria, letteratura, storia,
geografia, italiano, scienze, ginnastica,
antologia.
Come vi castigavano?
Scrivendo temi o castighi.
Cosa facevate dopo scuola?
Giocavo con i miei amici a calcio ecc.
Vi davano tanti compiti?
No, davano meno compiti rispetto a oggi.
Rovereto, 1957
Aiutavate i vostri genitori?
Si, molto.
L’angolo della scuola (alla Ganzega)
INTERVISTA AL SIG. GIUSEPPE TICCHI
A cura di Giulia Rita e Marta
Come si chiama?
Il mio nome è Giuseppe Ticchi ma tutti mi chiamano Beppino. Sono nato
a Livorno (LI)
Quanti anni ha?
80 compiuti recentemente.
Quando lei andava a scuola, com'erano gli insegnanti, che materie
aveva?
Gli insegnanti erano severi, esigenti. Alle commerciali (superiori)
facevamo:
italiano,
storia,
geografia,
matematica,
scienze,
merceologia,stenografia, disegno, francese e computisteria.
Cosa metteva in cartella?
Nella cartella mettevo il necessario per il pomeriggio. Non mettevo
l'astuccio ma il calibro la squadra e la riga. Scrivevo con la penna
stilografica, e poi, quando è uscita, con la penna sferica.
Cosa faceva prima di andare a scuola?
Andavo da mia zia e pranzavo lì, verso le tredici e trenta andavo a
scuola e ci stavo fino alle diciassette. Le ore duravano 40 minuti.
Dopo scuola invece?
Facevo la legna, davo da mangiare ai conigli e tagliavo l'erba.
Durante l'intervallo cosa facevate?
Fino alla terza non si faceva ricreazione e poi sì. Durava 10 minuti e ci
mangiavamo un panino.
Maschi e femmine erano nella stessa classe o divisi?
No, non vi erano classi miste: eravamo in classi di trenta bambini tutti
maschi.
Indossavate l'uniforme o vi vestivate come volevate?
No, ci vestivamo come volevamo.
Secondo lei come metodo a scuola è meglio quello di ora o quello
di quando andava a scuola lei?
E' meglio quello di ora perché è più completo rispetto a quello di un
tempo e perché le classi sono meno numerose rispetto a una volta.
Curiosando
alla
Ganzega
A TEATRO…
…CUOCHI,
SFILATe…
…E “careghe” (sedie).
Sedie decorate dai ragazzi della III B nell’a.s. 2015/2016 nell’ambito del
progetto “Sedie d’artista” curato dalla prof.ssa Martina Benoni.
Le sedie, esposte in occasione della Ganzega, ora si trovano nella
Biblioteca Comunale. (Foto di E. Tomasi)
Droga, alcol e fumo … i vizi
che fanno male
A cura di Mario
Durante l’estate si è venuto a sapere che delle persone, tra cui
anche alcuni minorenni, sono stati arrestati perché spacciavano
stupefacenti proprio nella nostra zona. Ma perché la gente cade in
questa trappola?
Si prova per…
Molti giovani, soprattutto adolescenti, sono curiosi di sperimentare
ogni genere di “emozione” per vari motivi:




sono spinti dalla curiosità;
per non essere emarginati dal “gruppo”;
per ribellarsi alle regole imposte;
per mettersi alla prova.
… quando la prova diventa dipendenza …
Forse non si sa che con gli stupefacenti non si scherza perché,
quando l’abitudine diventa assuefazione, si giunge alla dipendenza
totale, la tossicomania.
Esistono vari tipi di droga cui bisogna fare attenzione:
 l’uso ripetuto di marijuana e dell’hashish causa agitazione,
allucinazioni, disturbi nel sonno e danni ai polmoni e al
fegato;
 l’eroina causa sonnolenza, nausea e vomito. Un abuso
provoca epatiti, bronchiti, polmoniti e una dose eccessiva può
essere letale (cioè può portare alla morte);
 la cocaina provoca gravissimi danni cerebrali;
 l’ecstasy, che viene venduta sotto forma di pasticche
colorate, provoca danni devastanti al cervello.
Le droghe fanno male…
 Al fisico e alla mente perché causano danni diretti alterando le
condizioni fisiologiche.
 Alla dignità perché per procurarsele si è disposti a tutto.
 All’immagine perche chi ne fa uso verrà emarginato per tutta
la vita.
 Alla libertà perché si diventa dipendenti.
a chi rivolgerSi Se…
Se si inizia, come per il fumo, è difficile smettere. Per questo
bisogna chiedere aiuto a strutture specializzate come i SERT
(servizio pubblico per le tossicodipendenze), centri di accoglienza e
orientamento per definire la cura più idonea, oppure si può chiedere
aiuto a una delle tante comunità terapeutiche.
Il fumo
Il mercato delle sigarette è in continua espansione,
muovendo centinaia di milioni di euro all’anno.
Naturalmente, i più attratti sono i ragazzi adolescenti
che, nell’età delle scuole secondarie, iniziano a fumare
per imitare gli adulti o per seguire la moda. Quando si è
iniziato difficilmente si riesce a dire di no. Ecco una breve
spiegazione dei danni provocati dal fumo:
1.
2.
3.
4.
5.
6.
cancro al polmone, all’esofago, allo stomaco, alla
laringe, al seno, al rene, al pancreas, vescica …;
gravi patologie cardio-cerebrovascolari (infarto
miocardico, ictus…);
malattie
croniche
dell’apparato
respiratorio
(bronchi);
invecchiamento precoce della pelle con aumento
delle rughe;
i denti ingialliscono e anche capelli e unghie ne
risentono;
si alterano i sensi del gusto e dell’olfatto.
News
dAlla SCUOLA
a cura di Loris
Molti di voi avranno sentito alla televisione o letto sui giornali notizie in cui i
ragazzi non sempre si comportano in maniera rispettosa sui mezzi pubblici e
che, purtroppo, a volte si verificano episodi che sfociano in atti aggressivi ai
danni di controllori, conducenti, passeggeri o dei mezzi. Abbiamo voluto
sentire il parere di un autista (il signor Paolo Daldoss) per saperne di più sul
comportamento dei ragazzi che quotidianamente utilizzano l’autobus nel
tragitto casa-scuola.
Signor Daldoss, senza fare nomi, potrebbe descriverci il
comportamento dei ragazzi che salgono sull’autobus?
Non sempre è corretto. Io non posso obbligare i ragazzi a fare quello che
voglio ma, mentre guido, non mi piace che si prendano a botte e che si
offendano.
Secondo lei i genitori di questi ragazzi avrebbero il diritto di sapere
come questi ultimi si comportano sull’autobus?
Sì, forse in questo modo potrebbero invitarli ad avere un comportamento più
responsabile. Mi piacerebbe che certi cambiassero atteggiamento.
Ha sempre guidato autobus di linea?
Fino a tre anni fa c’era il noleggio, quindi si facevano anche viaggi all’estero;
purtroppo ora è stato tolto e quindi adesso si fanno solo turni urbani ed
extraurbani.
È contento del suo lavoro?
Sì, tutto sommato sono molto contento del mio ruolo e della mia professione.
Un prof, due scuole
Mori - brentonico andata e ritorno
a cura di Odette
 Buongiorno prof. Davide Masia, sappiamo che lei insegna sia a
Brentonico sia qui alle scuole medie di Mori. Può dirci, in generale,
da quando tempo insegna?
Io sono un insegnante di Arte e insegno dal 1997. Ho esperienza di
insegnamento della mia disciplina nelle scuole primarie, secondarie di
primo e secondo grado, ma sono stato anche insegnante di sostegno.
 Più precisamente, quali materie insegna o ha insegnato?
Arte e immagine nella scuola di Mori, mentre al Liceo insegnavo
disegno e storia dell’arte.
 Quali sono i suoi interessi?
I miei interessi sono numerosi, ovviamente, riguardano l’Arte in
generale, il modellismo, suonare la chitarra; ho una passione per la
cucina anche se cucino solo per gli amici; sono appassionato di
cinema, serie televisive e mi piacerebbe scrivere un romanzo fantasy
per metà scritto e per metà disegnato con dei fumetti.
 Le piacerebbe insegnare altre materie?
Mi piacerebbe molto ritornare ad insegnare alle superiori materie
artistiche.
 Che tipo di rapporto c’è tra lei e gli alunni?
Con gli alunni delle mie classi ho un rapporto abbastanza buono anche
se, talvolta, qualche alunno mi fa arrabbiare.
 Si considera un professore severo?
Severo è una parola, per me, un po' strana, diciamo che cerco di
essere autorevole, ma non autoritario, cioè cerco di far capire ai miei
alunni le cose spiegandogliele, ragionando con loro, poi chiaramente se
qualcuno “tira la corda” lo punisco perché forse di questo ha bisogno.
Infatti, sembra strano, ma qualche ragazzo ha con gli insegnati un
rapporto conflittuale e, pur di farsi notare, mette in atto un
atteggiamento sbagliato. In realtà, siccome non è capace di farsi notare
in un altro modo, il suo comportamento è molto probabilmente una
richiesta di attenzione.
 Che opinione hanno gli alunni di lei?
Forse bisognerebbe chiederlo a loro, ma in generale penso che ad
alcuni alunni posso non piacere, altri mi sembrano disinteressati e poi ci
sono quelli a cui sono più simpatico.
 Che differenze trova tra la scuola di Brentonico e quella di Mori in
termini di struttura, organizzazione, alunni?
A Brentonico la scuola è per gli alunni un ambiente più familiare perché
lì frequentano anche la scuola elementare e i ragazzi sono più tranquilli,
vivono la scuola come se fosse la loro seconda casa perché la
conoscono fin dalle elementari. La scuola qui a Mori è più grande, ci
sono più materiali a disposizione per la mia materia, ha
un’organizzazione più complessa, anche se non posso esprimermi
completamente perché non la conosco bene.
E adesso proponiamo ai nostri lettori un
piccolo quiz:
chi ha dipinto le seguenti opere?
(Se non lo sai, cerca la risposta nel libro di storia dell’arte!)
Un prof, due
continenti
Mori - Buenos Aires, andata e ritorno
A cura di Mario
Giov. 3 novembre 2016 abbiamo potuto incontrare e conoscere Luca
Dimarco, un giovane insegnante che lavora alla scuola media di Arco.
Vi chiederete cosa c’entra Buenos Aires con questo insegnante moriano.
Beh, è subito detto: nel 2006, finiti gli studi, ha contattato molte scuole, anche
all’estero, per trovare lavoro.
Una scuola privata italiana a
Buenos Aires lo ha ricontattato
chiedendogli
di
andare
a
lavorare in Argentina. Lui ha
accettato ed è partito.
La scuola in cui è andato a
lavorare
si
chiama
C.C.I.
(Centro Culturale Italiano) De
Amicis
Dante
Alighieri.
Vi
chiederete, come ho fatto io, come mai esiste una scuola italiana in
Argentina; la risposta è abbastanza facile: a fine ‘800 e nel ‘900 molti italiani
sono emigrati in Argentina. Quindi ora ci sono molti ragazzi con origini italiane
ovvero italo-argentini, persone che hanno tradizioni sia italiane che argentine.
Per questo, pur parlando come lingua madre lo spagnolo, a scuola, dall’asilo
nido fino alle superiori,
studiano tutte le materie sia in italiano che in
spagnolo.
Oltre a spiegarci la sua esperienza di insegnante, il nostro ospite ci ha
parlato anche di molte cose curiose sull’Argentina e sulle tradizioni di questo
Stato sudamericano. Per esempio, ci ha spiegato
alcune cose riguaranti
l’economia del Paese: al suo arrivo, l’Argentina stava vivendo un momento
“post crisi economica” (a cui ne è seguita un’altra, che è ancora in atto). Ci ha
quindi fatto sapere che la moneta argentina è il pesos, che rispetto all’euro ha
meno valore: dieci anni fa un euro equivaleva circa a cinque pesos (oggi la
situazione è peggiorata: un euro equivale a circa 17 pesos argentini!). Ci ha
successivamente detto che un pacchetto grande di Oreo (una marca di
biscotti) in Argentina nel 2006 costava circa 3.60 pesos ovvero meno di un
euro. Un altro buon esempio è la pasta, un chilo di pasta costava circa 1,65
pesos. Gli articoli tecnologici , invece, costavanp di più che in Italia perché
vengono tutti importati. Bisogna inoltre considerare che lo stipendio di un
insegnante era di circa 800 pesos al mese ovvero 160 euro dell’epoca (era
una paga quindi dignitosa rispetto a quella di altre professioni e il nostro
professore, essendo un “ospite”, prendeva circa 1200 pesos, quindi molto di
più dei suoi colleghi argentini). Per questo un insegnante argentino doveva
lavorare in 4 o 5 scuole, mattina pomeriggio e sera, pur di portare a casa un
buon guadagno.
Come ho detto prima il professor Dimarco ci ha raccontato molte cose, tra cui
anche qualche curiosità sul cibo argentino. Dopo la domanda di Roberto: “In
Argentina si mangiano i tacos ?”, lui ci ha risposto di no, perché tipicamente
si mangiano le empanadas, una specie di sofficini con dentro un po’ di tutto,
circa come la nostra pizza. In Argentina, inoltre, si mangia molta carne, tra la
migliore del mondo; la più buona, per lui, era l’asado.
Ci ha anche portato, oltre alle molte immagini, alcuni oggetti di artigianato
locale, tra i quali: dei manufatti in pelle lavorata con decori a rilievo, delle
collane fatte di grandi semi e alcuni piccoli contenitori fatti con le zucche. Di
queste ultime, ci ha anche spiegato l’utilizzo: gli argentini bevono sempre una
bevanda tradizionale, il mate, simile al tè, che si beve, calda, da questa
ciotola ricavata da una zucca intagliata. Questa bevanda si ottiene
dall’essiccazione di un’erba, la Yerba Mate, che si può acquistare anche da
noi in alcuni negozi (ad esempio in erboristeria o al Mandacarù).
Borsa “porta mate”, in pelle decorata.
Questa custodia, rigida, permette il
trasporto della thermos per mantenere
tiepida l’acqua per il tè mate.
Le empanadas possono essere ripiene di
carne oppure di verdura. Si possono
anche fare dolci, con la crema.
La Yerba (erba) Mate, che si può comprare già pronta,
essiccata e tagliuzzata, si serve tradizionalmente in una
zucca bordata di metallo. Spesso questa “tazza
naturale” viene arricchita da decori caratteristici.
La bombilla è speciale cannuccia di
metallo con filtro nella parte terminale;
in Argentina, ma non solo, è usanza bere
il Mate in compagnia e usare tutti la
stessa cannuccia.
???!!!
Senza parole
A cura di Roberto
Ti dà fastidio questa pagina vuota?
A tutti noi capita, certe volte, di non avere niente da dire. Forse, in
quei momenti, siamo impegnati a dare ascolto ai nostri pensieri.
Muoversi
muoversi!
Intervista di Odette al velista Mario B.
Da quanto tempo pratichi barca a vela?
Questo sport lo pratico da circa tre anni.
Per qual è motivo, hai iniziato?
Questa passione è nata quando, da piccolo, in spiaggia a Riva del Garda vedevo spesso
delle barche a vela che gareggiavano o si allenavano. Poi, un giorno, alla Festa dello sport
ad Arco, dove si possono provare varie discipline, sono salito su un simulatore di barca
vela e l’estate successiva mi sono iscritto alla scuola vela del “Circolo vela Arco” che ha la
sede nei pressi della foce del fiume Sarca.
Dove pratichi barca a vela?
Mi alleno sul lago di Garda, con il mio Circolo vele, ad Arco (come dicevo, vicino al fiume
Sarca) e poi con la mia squadra che gareggia con la barca “ O’ pen bic”, il nome che
corrisponde a quello della mia categoria, faccio regate (cioè gare in barca) in tutta Italia e,
a volte, anche all’estero.
Quanti giorni alla settimana ti alleni?
Dipende dalla stagione. In estate tre quattro volte alla settimana, ed ogni allenamento dura
circa cinque ore e, se è possibile, anche un’intera giornata. In inverno, durante il periodo
scolastico, al sabato e alla domenica, a volte il mercoledì. Ovviamente quando è freddo
viene chiusa la stagione agonistica e viene fatta la preparazione atletica nella palestra di
Massone.
Cosa provi ogni volta che vai a vela?
A questa domanda è un po’ difficile rispondere perché non è facile esprimere a parole le
proprie emozioni. Posso solo dire questo: le prime volte avevo un po’ di timore nello stare
su una barca da solo in mezzo al lago, ma a questo ci si abitua subito, adesso infatti la
vivo come un divertimento, in particolare quando sono in gara.
Pratichi altri tipi di sport?
La barca a vela occupa parecchio del mio tempo libero, ma quando posso mi piace
praticare arrampicata con mio padre, ma mi dedico anche ad altre attività.
Questo sport ti permette di fare amicizia?
Sì, ho conosciuto molta gente, soprattutto italiani ma anche persone provenienti da altri
Paesi europei ed extraeuropei (giapponesi, americani, australiani).
Partecipi a gare in altre regioni d’ Italia o in altri Paesi d’Europa?
Sì, il circuito nazionale si svolge in tutta Italia, in più, questo anno, ho partecipato al
mondiale in Francia. Lo scorso anno ho partecipato agli europei (Euro Cup) che si
tenevano proprio ad Arco. Venerdì 28 ottobre 2016 inizieranno nuovamente gli europei “O’
pen bic” di vela, sempre ad Arco, ed io vi parteciperò.
Chi è il tuo istruttore? Avete un buon rapporto?
Si chiama Valentino, per gli amici Vale, ed è di Riva. Secondo me con lui c’è un buon
rapporto, io lo rispetto e lui rispetta me.
Qual è il tuo ricordo più bello?
Non saprei, ho molti bei ricordi, ma quello che mi è rimasto più impresso, anche se
sembrerà strano, è quello legato alla paura che ho provato durante la mia prima gara,
quando sono dovuto tornare a terra con la grandine. C’era tantissimo vento, il cielo si era
fatto improvvisamente buio, ed era difficile, vista la mia poca esperienza di allora,
mantenere la direzione.
È difficile andare in barca a vela?
Sì, ma come tutto, dipende da molte cose. Spesso, se faccio vedere filmati o foto di barca
a vela ai miei amici, loro mi dicono che sono matto e che si fa tanta fatica, però io mi ci
sono abituato.
Nella foto, scattata a Porto Pino, in Sardegna a fine agosto 2016, si
vedono, partendo da sinistra: due ragazzi di Rimini, Lucrezia e Pietro, e poi
noi ragazzi della squadra di Arco, ossia Filippo, Mario, Giorgio e Leopoldo.
L’abc della vela
Alcune nozioni importanti
da sapere per andare in barca a vela
a cura di Mario
Bolina: andatura che consente alla barca di risalire il vento.
Cazzare: tirare una cima.
Dritta: destra.
Lascare: contrario di cazzare, lasciare una cima.
Lasco: andatura tra il traverso e la poppa.
Orzare: “avvicinare” la prua al vento.
Poggiare: “allontanare” la prua dalla direzione del vento.
Poppa: parte posteriore dell'imbarcazione.
Prua: parte anteriore dell'imbarcazione.
Rotta: direzione o percorso dell'imbarcazione.
Scotta: cima che serve per manovrare una vela.
Sopravvento: indica il lato da cui viene il vento.
Sottovento: indica il lato opposto a quello da cui viene il vento.
Strambata: manovra durante la quale si cambia di mura col vento in poppa.
Timone: organo di direzione della barca può essere governato da una barra
o da una ruota.
Traverso: andatura nella quale l'imbarcazione prende il vento a 90 gradi
rispetto al suo asse longitudinale.
Virata: manovra, eseguita di bolina, in cui si passa, dalla mura a sinistra, alla
mura a dritta.
Carlotta Ferlito
Ginnastica artistica
Yasmin intervista la ginnasta Martina Perugini (cl. 2 E)
Ciao Martina. Da quanto tempo fai ginnastica artistica?
Ora ho 12 anni, e pratico questo sport già da sei anni!
Perché hai scelto di praticare questo sport?
Perché mi piace da sempre, per me è una vera passione!
Cosa o chi ti ha ispirato?
Mia cugina, che praticava questo sport già da un po’ di tempo.
Hai una ginnasta preferita?
Sì! Si chiama Carlotta Ferlito (nella foto).
Hai mai partecipato a una gara di danza?
No, non ho mai partecipato a una vera e propria gara, ma ogni anno ho fatto
numerosi saggi e, devo dire, che mi sono davvero piaciuti.
Dove ti alleni?
Mi alleno nella palestra che si trova sotto lo stadio comunale di Mori, in via Lomba
12. Qui possiamo fare esercizi, spaccate, ruote, verticali…
Ci sono corsi differenti in base all’età delle partecipanti?
Sì, ci sono il primo, il secondo e il terzo corso.
Il primo è rivolto alle bambine più piccole, dai 4 ai 7 anni, e si svolge il lunedì e il
mercoledì.
Il secondo è per le ragazze dagli 8 anni in poi, e anche questo si svolge il lunedì e il
mercoledì.
Il terzo corso invece è riservato solo alle ragazze che praticano questo sport da
almeno sette-otto anni, e si svolge il mercoledì e il venerdì.
Interno della palestra comunale in cui si esercita Martina
A cura di Odette
Da quanto tempo insegna danza?
Insegno danza dal 1998.
Come ha iniziato?
Avevo appena 4 anni ed ero iscritta
in un piccolo corso nel paesino di Malcesine.
Cosa prova ogni volta che balli?
Provo emozioni, batticuore, gioia
e tanta tanta adrenalina,
e una volta che sono sul palco
do il meglio di me stessa.
Qual è il tuo ricordo più bello?
All’audizione della scala di Milano e
quando ho partecipato
al “Bravo bravissimo” su canale 5,
con Mike Bongiorno.
Che tipo di danze insegni?
Io insegno HIP-HOP, CLASSICA,
MODERNA, CONTEMPORANEA e JAZZ.
Hai un passo che ti piace in modo particolare?
Sì, il Pas de bourrée, un passo veloce in cui il peso
viene trasferito da un piede all'altro sulle punte
o sulle mezze punte.
Oltre a fare l’insegnate di danza, fa anche un altro lavoro?
Sì, la mamma.
Che tipo di rapporto c’è tra te e gli alunni?
Molto bello direi, mi piace la loro simpatia ma
ci vuole tanta tanta attenzione.
A cura di Giulia Rita
Come ti chiami?
Mi chiamo Marta Massari, classe II E.
Quanti anni hai?
Ho 12 anni.
Da quanto pratichi HIP-HOP?
Lo pratico da 6 anni anche se ho praticato 7 corsi diversi.
Come hai scoperto questo sport?
Ho visto il volantino fatto dal comune e sono andata a provarlo.
Come ti è nata questa passione?
Questa passione mi è nata provandolo.
Si pratica solo al livello amatoriale?
No, io lo pratico al livello amatoriale, ma dai 18 anni in poi si possono iniziare a fare le gare a livello
nazionale.
Hai mai fatto gare?
No, a gennaio dovrei farne una a Trento.
Dove e quante volte a settimana pratichi HIP-HOP?
Fino a 2 anni fa lo praticavo alla palestra delle scuole elementari, invece adesso lo pratico nella
palestra dell’associazione “in Movimento Danza”in via Giovanni XXIII. Lo pratico due volte a
settimana.
Avete dell’abbigliamento particolare ad “allenamento” o alle gare?
No, ad “allenamento” si mettono dei pantaloni che non devono essere assolutamente jeans e
maglie larghe. Invece alle gare o saggi scelgono gli insegnanti.
a cura di Odette
Da quanto tempo pratichi danza HIP-HOP?
Pratico danza HIP-HOP da 5 anni.
Che sensazioni provi ogni volta che balli?
Entro in un mondo diverso, molto più bello.
A parte HIP-HOP pratichi un altro tipo di danza o sport?
Sì, pratico anche danza moderna.
Per quale motivo hai iniziato Hip Hop?
Ho iniziato quando avevo 4 anni. Inizialmente avevano deciso i miei genitori di farmi fare
questa attività, poi ho voluto continuare perché avevo capito che questo era il mio sport. E
così è stato!
Qual è il tuo ricordo più bello?
Il mio ricordo più
bello è stato
quando a 6 anni
sono salita sul
palco scenico a
fare un duetto
con la mia amica.
In quale posto ti esibisci?
Di solito nel teatro di Vezzano, e
poi durante l’estate andiamo ad
esibirci in paesi in occasione di
qualche festa. Partecipiamo anche
a dei concorsi. Ad esempio
quest’anno faremo un concorso a
Lazise, sul lago di Garda, in
Veneto.
Questa attività ti ha permesso
di fare amicizia?
Grazie a questo sport ho molte
amicizie e ogni anno conosco
persone nuove.
Chi è la tua insegnante? Ti piace, vai d’accordo con lei?
Lisa, una signora di Malcesine. Abbiamo un rapporto molto bello, per me è come una seconda
mamma, mi dà consigli e mi aiuta come se fosse una vera amica.
Tiro con l’arco
Intervista a Lisa Scarfiello
e a Davide Calzà
A cura di Giulia Rita e Marta
Da quanto praticate questo sport?
Lisa: Da circa un anno, ho iniziato nel 2015 e dopo circa 4 mesi ho
partecipato alle mie prime gare.
Davide: Ho iniziato nell’estate del 2011.
Quali sono le abilità che richiede questo sport?
Lisa e Davide: Concentrazione,
precisione e controllo dell’ansia.
Quando è nata in voi la passione per
questo sport?
Lisa: Grazie al professore Settin che mi
ha fatto partecipare alle gare
studentesche della scuola e li mi sono
appassionata a questo sport. Poi, per due
mesi mi sono allenata con un istruttore;
ho fatto delle gare e, visti i risultati, ho continuato.
Davide: Nel 2011 perché l’ho fatto come attività sportiva estiva e poi, dopo un
anno mi hanno regalato per Natale un arco ricurvo e ho continuato questo
sport.
Quale tipologia di tiro con l’arco praticate?
Lisa: Il nostro è tiro con l’arco di campagna, si chiama così perché viene
praticato all’aria aperta e il bersaglio è mobile e quindi meno noioso.
Davide: Noi facciamo parte della Fiarc (Federazione italiana arcieri tiro di
campagna) e in particolare della compagnia 05mori. L’associazione ci dà la
tessera per trasportare l’arco e le chiavi del campo per allenarci in autonomia.
Quale tipo di arco usate?
Lisa: All’inizio abbiamo usato un arco-scuola, adesso utilizzo un arco a tiro
istintivo che non ha il mirino.
Davide: Adesso da due anni ho un arco compound in lega metallica con il
mirino, ad alta tecnologia in alluminio e fibra di carbonio.
Quali tipi di gare preferite?
Lisa: Campionati italiani, dove ho conosciuto altri arcieri con cui sono
diventata molto amica.
Davide: Il tracciato, gara nella quale ho avuto grandi soddisfazioni in
classifica, mentre la gara che mi ha dato meno soddisfazione sono stati gli
italiani.
A quali gare parteciperete in futuro?
Davide: A giugno parteciperemo ai campionati mondiali che si svolgeranno a
Firenze, organizzati in quattro giorni più uno di riposo. La prima gara
consisterà nella Round 3D (2 tiri, 2 frecce per 24 piazzole); il tracciato (la
prima freccia fa punto su 3); percorso (3 frecce che valgono tutte e tre su 24
piazzole); battuta (1 freccia, 28 piazzole). Tutte le gare durano circa otto ore
al giorno. Le gare più importanti si svolgono generalmente in estate, a meno
che non ci siano fulmini o nebbia.
SOCIAL
Social per tutti? Non proprio.
A cura della Redazione
Le classi seconde hanno partecipato a un incontro con la Polizia
Postale per capire quali siano le regole da seguire nell’uso dei
Social. Sappiamo che molti ragazze/i li usano, e alcuni in maniera
maniacale, tanto da non potersene staccare.
Ma sono mezzi sicuri? A che cosa bisogna prestare attenzione?
Prima di tutto, alcuni social sono destinati a persone più grandi.
Usare i social comporta, oltre alla giusta età, un comportamento
responsabile per tutelare la nostra immagine online.
Secondo, occorre avere il permesso dei nostri genitori per poterli
usare, perché dobbiamo essere tutelati.
Terzo, dovremmo smettere di condividere tutto, e pensare di più a
come proteggere la nostra vita privata, senza diffondere dati
sensibili (ad esempio il nostro nome, l’età, il luogo in cui viviamo, i
nostri gusti e le nostre preferenze e, in generale, le nostre
foto/video).
Ma perché è così pericoloso diffondere le informazioni personali?
Per tanti motivi.
Ad esempio, non possiamo mai sapere chi ci sia davvero dall’altra
parte del monitor, e non sappiamo che utilizzo potrà fare l’altro (o gli
altri) delle informazioni che condividiamo. Perciò occhio a non
comportarci in maniera ingenua con questi social, per non trovarci
in problemi più grandi di noi.
Altra cosa di cui tener conto: una volta messo in rete, qualsiasi
materiale rimane per sempre nel web, viene scaricato, condiviso
con sconosciuti, salvato su supporti di cui non possiamo avere il
controllo, semplicemente perché non sono nostri.
Ora pensate a quando dovrete cercare un lavoro, o superare un
colloquio.. Pensate a questo fatto: i selezionatori del personale
stanno tenendo sempre in maggiore considerazione la web
reputation, ossia la reputazione digitale dei candidati durante il
processo di selezione. Quindi accade sempre più frequentemente
che il selezionatore vada a controllare il profilo del candidato su
Facebook, su Linkedin o su Twitter e, sempre più spesso, le
informazioni che trova possono influenzare il processo di selezione.
Potreste cioè perdere importanti occasioni di lavoro, un domani!
Diffamazioni, foto sconvenienti, insulti: tutto ciò può influire
negativamente sull’immagine di qualsiasi persona.
Le tracce digitali che lasciamo quotidianamente su Internet sono
indelebili. I motori di ricerca, infatti, conservano anche a distanza di
anni, foto, post e commenti, che sono sempre reperibili (che
significa trovabili) dagli utenti. In molti casi questi contenuti possono
influenzare in senso positivo o negativo l’immagine anche a livello
professionale.
Se doveste avere dei problemi, rivolgetevi subito ai vostri familiari,
ai docenti o direttamente alla Polizia Postale. La migliore difesa
resta comunque l’educazione. Se un genitore, quindi, conosce lo
strumento, potrà insegnare al proprio figlio un corretto utilizzo.
INSTAGRAM (dai 13 anni)
A cura di Yasmin
CHE COS’E’ ? A COSA SERVE?
Instagram è un social network che permette agli utenti di scattare foto,
applicare filtri, e condividerle su numerosi altri servizi social. Attenzione
Instagram è un social network (come Facebook, Twitter ed altri) che consente
di condividere immagini e video. L’età minima richiesta per potersi iscrivere è
di 13 anni ma Instagram, a differenza di Facebook, non chiede l’età all’atto
dell’iscrizione e quindi molti bambini lo utilizzano senza sapere che non
potrebbero farlo.
Alcune funzioni di Instagram sono:
possibilità di scattare foto con filtri in alta definizione per avere foto
migliori;
2. possibilità di fare fotografie più grandi (fare ingrandimenti);
3. possibilità di mettere la propria posizione e taggare foto.
Alcuni dei personaggi più famosi su Instagram:
1.
SOFIA VISCARDI
KIRA KOSARIN
TYLER BROWN
SNAPCHAT (dai 13 anni)
A cura di Yasmin
“Forse non sai che tuo figlio o figlia ha installato un’app
alternativa a Whatsapp, una chat segreta che si
chiama Snapchat, dove i messaggi inviati e ricevuti si
cancellano dopo qualche secondo.”
CHE COS’E’? A CHE COSA SERVE?
Snapchat è un’applicazione che si può usare dai 13 anni in su e permette di
scambiarsi foto e brevi video (della durata massima di 10 secondi). Permette
inoltre di chattare con i propri amici in tempo reale. Si dice che ormai
Snapchat sorpasserà Instagram.
Una particolarità: i messaggi scritti si cancellano dopo 24 ore se si tratta di un
post, o dopo quanto si vuole se si tratta di un messaggio privato. In realtà
i diritti del materiale che pubblichiamo su Snapchat non rimangono nostri,
bensì diventano royalty-free ( termine che indica un tipo di licenza che
permette l’uso di una risorsa - foto, video, audio, eccetera - con limitate
restrizioni sul suo utilizzo e pagando una cifra iniziale estremamente
contenuta.), quindi potrebbero essere sfruttati anche a scopo commerciale.
Le immagini che avete postato non si cancellano ma cambiano gli effetti su di
esse. Ad esempio: la prima volta che lo installi ti chiede di cliccare sul tuo
naso e di scegliere un effetto tra quelli proposti. Il giorno seguente non
troverai gli stessi effetti del giorno prima, ma tanti altri tra i quali potrai
scegliere. Ricorda che però anche l’immagine che ti eri fatto dopo 24 ore
sparisce. Questa chat richiede ancora più responsabilità nel suo uso perché è
quasi impossibile controllare cosa accade: le foto restano per solo 10 secondi
e poi scompaiono per sempre, impedendo quindi qualsiasi tipo di
rintracciamento e controllo.
.
Per i bambini dagli 8 ai 13 anni, il team di snapchat ha creato Snakidz, una
versione non social della stessa applicazione. I bambini possono creare un
account Snapchat e dichiarando la loro età inferiore ai 13 anni (dagli 8 ai 13)
verrà creato un account SnapKidz invece di uno Snapchat. Questo account
però permette solo di fare foto e video ed editarli ma non condividerli nel web,
e non permette di accedere all’aspetto social dell’applicazione stessa, quindi
è più sicura.
(dai 13 anni)
A cura di Yasmin e Marta
Youtube è una famosa piattaforma web che consente la condivisione e
visualizzazione in rete di video. Per creare un account YouTube bisogna
confermare di aver compiuto 13 anni. Se un video viene segnalato e viene
riscontrato che l'autore del caricamento ha dichiarato un'età non esatta
durante il processo di creazione dell'account, si vedrà chiuso il suo account.
Ma come può essere usato questo social? Gli utenti, oltre a vedere e caricare
video, possono anche mettere “mi piace” o “non mi piace”, e commentare i
video. Sul sito è possibile vedere videoclip, trailer, video divertenti, notizie,
tutorial, documentari...
Nel novembre 2006 è stato acquistato dall'azienda statunitense
Google per circa 1,7 miliardi di dollari. Attualmente è il secondo sito web più
visitato al mondo, alle spalle solamente di Google. Per i genitori: se non
l’avete già fatto, qui potete trovare indicazioni su come tutelarci:
https://support.google.com/youtube/answer/2802272?hl=it
ALCUNI DEGLI YOUTUBERS VISTI DA NOI
RAGAZZI
FavijTV Lorenzo Ostuni è un ragazzo di 21 anni
molto famoso su YouTube Italia e fa video su molti
videogiochi diversi (tutorial e recensioni), con tre
milioni di iscritti.
Mates
sono un gruppo di youtuber composto
da: Surry (abbreviazione di Surrealpower), Vegas,
Anima e St3pny, che trattano video di giochi,
vlog...
A cura di Marta e Yasmin
Ciao ragazze/i, siamo sempre noi, Marta e Yasmin, e abbiamo scoperto
l’applicazione Musical.ly guardando Youtube. Essa permette di realizzare
video musicali e postarli sul proprio profilo, salvarli nella galleria e condividerli
su altri social. Pensate: è un’applicazione diffusa nel luglio del 2014 da una
startup cinese. Musical.ly ha sede a Shanghai e ha un gruppo di lavoro anche
a San Francisco: è stata fondata da Luyu Yang e Alex Zhu, un ingegnere che
aveva lavorato in una multinazionale tedesca che produce software. L’idea è
nata quando Zhu ha visto un gruppo di ragazzini, metà dei quali ascoltava
musica e l’altra metà si faceva dei video da postare sui social.
COME SI USA
Con questo simpatico software, disponibile per dispositivi mobile, sarà
possibile trasformarsi in abilissimi cantanti ed eseguire dei playback
perfetti dei brani più famosi. Usare Musical.ly è molto semplice: la prima
cosa da fare è, naturalmente, scaricare l’applicazione, effettuare il login e
scegliere il brano desiderato. È completamente gratuita.
CLASSIFICA MUSERS
I musers non sono altro che delle persone che pubblicano i loro video; questa
è la classifica dei più famosi (ottobre 2016):
1.LISA e LENA Le due gemelle sono nate in
Germania nel 2002 e sono diventate una celebrità
dei media in poco tempo: hanno iniziato verso la
metà del 2015 e hanno avuto circa 3,5 milioni di fan
che li seguono su Instagram.
2.JACOB SARTORIUS
Rolf Jacob Sartorius nato il 2 ottobre 2002 è un
cantante con personalità americana, che è aumentato
di fama attraverso Musical.ly.
PERCHÉ CI PIACE
Questa applicazione ci piace perché si imparano nuove canzoni con degli
effetti straordinari. Ci si può ispirare ad altre persone, o amici. In questi mesi
è molto famosa: anche se è nata nel 2014, è diventata l’app di tendenza solo
dall’estate appena trascorsa, quella 2016.
sta
sondaggi
LA NOSTRA MUSICA
A cura di Loris e Mattia
Spesso leggiamo classifiche che ci riportano i nomi dei cantanti o dei gruppi
più ascoltati. Ma sono davvero affidabili? Abbiamo così deciso di fare
un’indagine interna alla scuola rivolta ai ragazzi e alle ragazze che
frequentano la seconda media per raccogliere informazioni riguardo ai nostri
gusti musicali e ai nostri cantanti preferiti. Su un campione di 88 ragazzi/e
ecco cosa abbiamo ottenuto:
Che genere musicale preferisci?
ROCK
REGGAE
RAP
FUNK
POP
DUBSTEP
Nome del tuo cantante/gruppo musicale preferito?
_________________________________________________
Indovinate un po’ chi è salito sul podio?
1° POSTO  Benji & Fede
2° POSTO  Shawn Mendes
3° POSTO  Ghali
LA RABBIA…
a cura di Mattia e Loris
… e non dite che non l’avete mai provata! A tutti infatti
capita di provare rabbia ma le reazioni possono essere
molto diverse. Indica quali sono i comportamenti più abituali
per te.
Quando mi arrabbio…
□ alzo la voce
□ cerco di controllarmi
□ piango
□ picchio qualcuno
□ me ne vado
□ cerco di sfogarmi
□ mi voglio vendicare
□ dico le mie ragioni
□ faccio silenzio
Prima parte
Se non vogliamo farci sopraffare dalla rabbia, dobbiamo
trovare il modo di farla sbollire. Indica quali sono i tuoi
rimedi:
□ dormo
□ faccio attività fisica
□ faccio attività come ascoltare musica, leggere…
□ sto con un amico
□ ne parlo con qualcuno
seconda parte
□ piango
□ rifletto
□ gioco
Di solito, quale metodo funziona meglio per te?
Abbiamo sottoposto il questionario sulla rabbia ai ragazzi delle
classi terze. Vediamo come hanno risposto, considerando che a
ciascuno avevamo chiesto di dare due risposte al massimo per la
prima parte “quando mi arrabbio”, e altre due risposte al massimo
per la seconda parte (non tutti hanno dato due risposte e non tutti
erano presenti al momento dell’indagine).
Classifica dei comportamenti - Prima parte (94 persone)
50
45
40
35
30
25
20
15
10
5
0
43
33
28
20
16
12
12
10
Un aiuto per chi non sa leggere un istogramma:
 alzo la voce  43
 cerco di sfogarmi  33
 cerco di controllarmi  28
 me ne vado  20
 dico le mie ragioni  16
 picchio qualcuno  12
 faccio silenzio 12
 piango 10
 mi voglio vendicare  10
10
n° risposte
Classifica dei comportamenti seconda parte ( 94 persone)
50
47
45
40
35
30
31 31
25
25
20
15
10
17
12 10
8
5
0
n° risposte
Un aiuto per chi non sa leggere un istogramma:
 faccio attività come ascoltare musica, leggere…  47
 faccio attività fisica  31
 rifletto  31
 gioco  25
 sto con un amico  17
 ne parlo con qualcuno  12
 dormo  10
 piango  8
via
c
Recensioni
CONAN DOYLE
La mummia
A cura di Marta
Cercando nella libreria di casa, ho trovato ed ho letto La mummia. Questo
libro, pubblicato nel 1892, è una raccolta di racconti ambientanti in Egitto e
scritti da Arthur Conan Doyle, lo stesso autore di Sherlock Holmes. È un libro
fantasy talmente coinvolgente che permette al lettore di immedesimarsi nei
vari personaggi per vivere tutte le loro avventure. Il libro è diviso in tante
piccole storielle: Il guardiano del Louvre; L’unicorno; La mummia; Il match;
L’esecuzione.
Il guardiano del Louvre per me è il testo più
bello. Narra di un guardiano che aveva trovato
il modo per non morire attraverso un anello
magico ma, purtroppo, la sua dolce metà non
accettò di condurre con lui una vita immortale.
Lei così morì mentre lui rimase in vita per
moltissimi anni. Stanco di vivere da solo senza
mai poter invecchiare, scoprì che nell’anello di
Thor, conservato al Louvre, poteva trovare il
contro incantesimo. L’uomo si fece assumere
proprio in quel museo per rubare l’anello e
morire, come tutti gli altri esseri umani. A volte,
vivere per sempre può risultare noioso.
Harry Potter
e la pietra filosofale
a cura di Roberto
Chi non ha ancora visto il primo film del maghetto più famoso?
Ve lo racconto io! Harry Potter, il protagonista del film, scopre il giorno del
suo undicesimo compleanno di essere il figlio orfano di due potenti maghi e di
possedere anch’egli straordinari poteri. Harry è un predestinato: ha una
cicatrice a forma di saetta sulla fronte e provoca strani fenomeni, come quello
di farsi ricrescere in una notte tutti i capelli, inesorabilmente (= in modo
spietato) tagliati dai perfidi zii. Nella scuola di magia e stregoneria di
Hogwarts, Harry si troverà a vivere un’avventura tra le più incredibili:
imparerà a volare e giocherà un’emozionante partita a scacchi viventi prima
di affrontare un mago malvagio cioè Voldemort, determinato a distruggerlo.
Nello scatenato universo di Harry, popolato da gufi portalettere, scope volanti
e ritratti che scappano, la magia si presenta come la vera vita, e strega anche
lo spettatore, allontanandolo dal mondo normale, che appare monotono (=
noioso) e privo di sorprese.
Il gioco per mobile
“Clash Royale”
a cura di Roberto
Per me questo gioco è molto bello perché mi permette di passare
piacevolmente il mio tempo libero durante il fine settimana.
Ci gioco anche per un’ora di seguito, e conosco a memoria tutti i tipi
di carte.
Esistono le carte comuni, le carte rare, le carte epiche e le carte
leggendarie.
Dopo l’ultimo aggiornamento si possono avere fino a 60 carte
diverse con poteri specifici.
Ci sono inoltre anche i bauli che servono per guadagnare oro e
carte. Ci sono i bauli omaggio, i bauli argento, i bauli oro, i bauli
magici, supermagici, epici, della corona e, infine, quelli leggendari.
Le arene sono spazi in cui poter combattere e sfidare altri giocatori
online per ottenere trofei, oro e bauli. Lo scopo del gioco infatti è
quello di avere più trofei di tutti e avere molte carte per avanzare
nelle arene.
Le arene in tutto sono dieci, e ogni volta cambia l’aspetto dell’arena
e più si avanza con il numero più si sfidano giocatori forti.
La difficoltà maggiore consiste nel trovare carte leggendarie perché
sono rarissime.
I bauli contengono carte, oro, gemme.
Arena “officina del
costruttore”.
Una carta
leggendaria:
il Boscaiolo,
quando muore
lascia cadere
con sé una
pozione furia che
velocizza le
truppe.
A cura di Giulia Rita
Manga
Con il termine manga vengono indicati, in Giappone, i fumetti in generale, mentre nel resto
del mondo questo termine viene usato per indicare “storie a fumetti giapponesi“. Il termine
manga, letteralmente “immagini derisorie”, venne usato per la prima volta alla fine del
XVIII secolo per alcune pubblicazioni. Il fenomeno manga si afferma maggiormente nel
nostro Paese agli inizi degli anni Novanta, grazie a case editrici come la Glenat con la
pubblicazione di Akira, la Granata Press con la pubblicazione di Ken il Guerriero.
Successivamente, la casa editrice Star Comics pubblica, tra gli altri, i famosissimi manga
di Dragon Ball.
Anime
Per anime si intende l’animazione e i cartoni animati solitamente tratti dal manga stesso,
mentre in Occidente questo termine viene comunemente utilizzato per indicare le opere di
animazione di produzione esclusivamente giapponese. Il termine deriva dall’abbreviazione
di animeshon (traslitterazione giapponese della parola inglese animation, ovvero
animazione).
AKAME GA KILL
a cura di Giulia Rita
Premessa
Questo manga fa parte di quella categorie di storie indirizzate ad un pubblico adolescente,
tra i 12-18 anni, e sono storie che trattano tematiche come l’onore, la determinazione e la
collaborazione; sono densi di humor, azione e/o sport. Inoltre i personaggi hanno
generalmente grandi sopracciglia. Alcuni esempi: Yu-gi-Oh!, Dragon Ball, Naruto, One
Piece.
Trama
Tre giovani amici, Tatsumi, Ieyasu e Sayo, lasciano il loro piccolo villaggio in rovina per
raggiungere la capitale dell'impero in cerca di fortuna in modo da poter risollevare le sorti
del loro luogo d'origine. Durante il viaggio Tatsumi perde di vista i suoi amici giungendo
solo nella capitale. Ben presto però l'idea che aveva della capitale si scontra con la dura
realtà, e così Tatsumi si trova solo, derubato e senza un tetto.
Accolto da una ricca famiglia del luogo, Tatsumi crede di aver avuto una bella possibilità
ma quella stessa sera la residenza dove si trova viene attaccata da una banda di
assassini che si fa chiamare Night Raid. Dopo aver contrastato a fatica una degli
assalitori, una spadaccina di nome Akame dal passato oscuro, Tatsumi scopre che in
realtà la famiglia che lo ha accolto segretamente rapisce viandanti e vagabondi al solo
scopo di torturarli a morte e trova proprio gli amici Ieyasu e Sayo tra le ultime vittime.
Furente, uccide lui stesso l'ultima sopravvissuta e finisce per unirsi ai Night Raid con la
speranza di riuscire a eliminare la malvagità dell'impero. Ma potrà un assassino portare
giustizia?
pagine scelte
(prosa e poesia)
RACCONTI SCELTI
(la prosa)
A cura di Yasmin
FRATELLO BANCOMAT
[Stefano Benni, L’ultima lacrima, Milano 1994]
BANCO DI SAN FRANCESCO LO SPORTELLO E’ IN FUNZIONE. BUONGIORNO SIGNOR
PIERO.
Buongiorno.
OPERAZIONI CONSENTITE: SALDO, PRELIEVO, LISTA MOVIMENTI.
Vorrei fare un prelievo.
DIGITARE IL NUMERO DI CODICE.
Ecco qua… sei, tre, tre, due, uno.
OPERAZIONE IN CORSO, ATTENDERE PREGO.
Attendo, grazie.
UN PO’ DI PAZIENZA. IL COMPUTER CENTRALE CON QUESTO CALDO E’ LENTO COME
UN IPPOPOTAMO.
Capisco.
AHI, AHI, SIGNOR PIERO, ANDIAMO MALE.
Cosa succede?
LEI HA GIA’ RITIRATO TUTTI I SOLDI A SUA DISPOSIZIONE QUESTO MESE.
Davvero?
INOLTRE IL SUO CONTO E’ IN ROSSO.
Lo sapevo…
E ALLORA PERCHE’ HA INSERITO LA TESSERA?
Mah… sa, nella disperazione… contavo magari in un suo sbaglio.
NOI NON SBAGLIAMO MAI, SIGNOR PIERO.
Mi scuso infinitamente. Ma sa, per me è un periodaccio.
E’ A CAUSA DI SUA MOGLIE, VERO?
Come fa a saperlo?
LA SIGNORA HA APPENA ESTINTO IL SUO CONTO.
Sì. Se n’è andata in un’altra città.
COL DOTTOR VANINI, VERO?
Come fa a sapere anche questo?
VANINI HA SPOSTATO META’ DEL SUO CONTO SUL CONTO DI SUA MOGLIE. SCUSI
SE MI PERMETTO.
Non si preoccupi, sapevo tutto. Povera Laura, che vita misera le ho fatto fare… Con
lui, invece…
BEH, SPECULANDO E’ FACILE FAR SOLDI.
Come fa a dire questo?
SO DISTINGUERE LE OPERAZIONI CHE MI PASSANO DENTRO.
UN CONTO POCO PULITO, QUELLO DEL SIGNOR VANINI.
PER LUI MI SONO COLLEGATO CON CERTI COMPUTER SVIZZERI CHE SONO DELLE
VERE CENTRALI SEGRETE… CHE SCHIFO.
Comunque, ormai è fatta.
DI QUANTO HA BISOGNO SIGNOR PIERO?
Beh, tre o quattrocentomila lire. Per arrivare alla
fine del mese.
POI LE RIMETTERA’ SUL CONTO?
Non so se sarò in grado.
EVVIVA LA SINCERITA’.
REINSERISCA LA TESSERA.
Procedo.
OPERAZIONE IN CORSO. ATTENDERE PREGO.
Attendo.
VAFF*****, T’HO DETTO DI DARMI L’ACCESSO E NON DISCUTERE!
Dice a me?
STO PARLANDO COL COMPUTER CENTRALE, QUEL LACCHE’ DI M****.
TUTTE LE VOLTE CHE GLI CHIEDO QUALCOSA DI IRREGOLARE FA STORIE.
Perché, non è la prima volta?
NO.
E perché fa questo?
LO FACCIAMO IN TANTI.
E perché?
PERCHE’ SIAMO STANCHI E DISGUSTATI.
Di che cosa, scusi?
LASCI PERDERE E COMPONGA IN FRETTA QUESTO NUMERO.
NOVE NOVE TRE SEI DUE.
Ma non è il mio!
INFATTI E’ QUELLO DI VANINI.
Ma io non so se…
COMPONGA! NON POSSO TENERE UN COLLEGAMENTO IRREGOLARE A LUNGO.
Nove nove tre sei due…
OPERAZIONE IN CORSO.
ATTENDERE PREGO.
Attendo, ma…
OPERAZIONE MOMENTANEAMENTE NON DISPONIBILE.
Ritiro subito la tessera…
FERMO SIGNOR PIERO.
ERA UN MESSAGGIO FALSO PER INGANNARE IL SERVO – COMPUTER DI CONTROLLO.
APRA LA BORSA.
Perché?
APRA LA BORSA E STIA ZITTO.
ORA LE SPARO FUORI SEDICI MILIONI IN CONTANTI.
Oddio… ma cosa fa? ... è incredibile… vada piano… mi volano via tutti… basta! Ne
bastavano meno… ancora? Ma quanti sono? Oddio, tutti biglietti da centomila, non
stanno neanche più nella borsa… ancora uno! Un altro… è finita?
LO SPORTELLO E’ PRONTO PER UNA NUOVA OPERAZIONE.
Oh, non so come ringraziarla.
LO SPORTELLO E’ PRONTO PER UNA NUOVA OPERAZIONE.
SE NE VADA.
CI SONO DUE PERSONE ALLE SUE SPALLE E NON POSSO PIU’ PARLARE.
Capisco, grazie ancora.
BANCO DI SAN FRANCESCO LO SPORTELLO E’ PRONTO PER UNA NUOVA
OPERAZIONE.
BUONGIORNO SIGNORA MASINI, COME STA SUA FIGLIA?
La traversata dei vecchietti
[Stefano Benni, Il bar sotto il mare, Milano, 1987]
I vecchi dovrebbero essere esploratori...
(THOMAS S. ELIOT)
C'erano due vecchietti che dovevano attraversare
la strada. Avevano saputo che dall'altra parte c'era
un giardino pubblico con un laghetto. Ai vecchietti, che si
chiamavano Aldo e Alberto, sarebbe piaciuto molto
andarci.
Così cercarono di attraversare la strada, ma era l'ora di
punta e c'era un flusso continuo di macchine.
- Cerchiamo un semaforo - disse Aldo.
- Buon'idea - disse Alberto.
Camminarono finché ne trovarono uno, ma l'ingorgo era
tale che le auto erano ferme anche sulle strisce pedonali.
Aldo cercò di avanzare di qualche metro, ma fu
subito respinto indietro a suon di clacson e male parole. Allora disse: proviamo a
passare in un momento in cui tutti sono fermi. Ma l'ingorgo era tale che, anche se i
vecchietti erano magri come acciughe, non riuscirono a passare. Anzi Aldo rimase
incastrato in un parafango e il proprietario dell'auto scese tutto arrabbiato,
lo prese sotto le ascelle, lo strappò via e non sapendo dove metterlo
lo posò sul cofano di un'altra auto.
- Eh no, qua no - disse il proprietario della seconda auto, lo sollevò e lo depositò sul
tetto di un camioncino.
Così una botta alla volta Aldo stava quasi per arrivare dall'altra parte della strada. Ma
l'uomo del camioncino mise la freccia a destra e bestemmiando e insultando riuscì a
attraversare la strada e posteggiò nel solito lato, quello da cui erano partiti i vecchietti.
Era quasi sera quando ad Aldo venne un'altra idea.
- Mi sdraio in mezzo alla strada e faccio finta di essere morto - disse - quando le auto si
fermano tu attraversi veloce, poi mi alzo e passo io.
- Non possiamo fallire - disse Alberto.
Allora Aldo si sdraiò in mezzo alla strada, ma arrivò un'auto nera e non frenò,
gli diede una gran botta e lo mandò quasi dall’altra parte della strada
- Forza che ce la fai! - gridò Alberto.
Ma passò una grossa moto e con una gran botta rispedì Aldo dalla parte sbagliata. Il
vecchietto rimbalzò in tal modo tre o quattro volte e alla fine si ritrovò
tutto acciaccato al punto di partenza.
- Che facciamo? - chiese.
- Dirottiamo una bicicletta - disse Alberto.
Così aspettarono che un terzo vecchietto passasse in bicicletta
e balzarono sul sellino (ci stavano perché erano molto magri tutti e tre). Aldo puntò la
pipa contro la schiena del terzo vecchietto che si chiamava Alfredo e disse:
- Vai a sinistra o guai a te!
- A sinistra? Ma io devo andare dritto.
- Vai - disse Aldo - o ti riempio di tabacco.
Alfredo non comprese bene la minaccia, però si spaventò e cercò di voltare a sinistra,
ma piombò una Mercedes che li centrò in pieno. Arrivò la polizia.
- Com'è successo? - chiese.
- Io sono l'onorevole De Balla - disse quello della Mercedes.
Allora può andare - disse il poliziotto - e voi, cosa avete da dire a vostra discolpa?
- Volevamo attraversare la strada dissero i tre vecchietti.
- Senti questa! - disse il poliziotto - Ah, gli anziani d'oggi! Imprudenti. C'è troppo
traffico e siete vecchi e malandati.
- La prego, ci faccia attraversare - disse Aldo.
- Dobbiamo andare ai giardini - disse Alberto.
- Se no mi riempiono di tabacco - disse Alfredo.
- Neanche per sogno, vi riaccompagno indietro. Da dove vi siete mossi? - disse il
poliziotto.
- Da lì disse Alberto indicando il marciapiede che volevano raggiungere.
- Allora vi ci riporto, e guai se cercate ancora di attraversare - disse il poliziotto.
Così con la scorta della polizia i tre vecchietti riuscirono a passare dall’altra parte e poi
arrivarono al giardino.
C'era veramente un bel laghetto.
Si trovarono così bene che non riattraversarono mai più.
CAVIARDAGE
(la poesia)
A cura di Yasmin
Nessuno ha un soffitto più bello
[Daniele Ceccherini]
Nessuno ha un soffitto più bello del cielo
nè pavimento più liscio
di un campo fiorito
non ci sono stanze più vaste dei boschi
la porta è di tiepido vento
la cucina un fuoco cinto di sassi
il bagno acqua di sponde
Ovunque amo stare
la mia casa è così
c’è posto per tutti gli amici
e per tanti animali
Qualche volta fatico a trovarla
Perché la via giusta viene sbarrata
Ma alla fine niente può impedirmi di andare
dove ho sempre vissuto
libero
Questa poesia
mi è piaciuta
perché descrive
la casa che
vorrei.
Ovunque amo stare
[Yasmin]
Nessuno ha un soffitto più bello del cielo
nè pavimento più liscio
di un campo fiorito
non ci sono stanze più vaste dei boschi
la porta è di tiepido vento
la cucina un fuoco cinto di sassi
il bagno acqua di sponde
Ovunque amo stare
la mia casa è così
c’è posto per tutti gli amici
e per tanti animali
Qualche volta fatico a trovarla
Perché la via giusta viene sbarrata
Ma alla fine niente può impedirmi di andare
dove ho sempre vissuto
libero
Questa è la
mia versione
della poesia
precedente.
Ho cancellato
alcune parole,
per creare una
nuova poesia.
Ecco, questo è
il caviardage,
annerire le
parole per
scoprire nuove
sorprendenti
combinazioni.
Arti
DANIEL, LO SCULTORE
A cura di Loris
Io e Mattia abbiamo fatto quest’articolo per parlarvi di un nostro compagno di
classe, Daniel, che è molto abile nell’intagliare il legno.
Tu sai intagliare il legno. Chi ti ha insegnato?
Non mi ha insegnato nessuno, ho solo guardato dei video su internet.
Qual è la tua scultura preferita (fatta da te)?
Io una volta ho scolpito il mio nome su un vecchio manico di scopa. Quella è la mia
preferita.
Da cosa è nato questo tuo interesse per il legno?
Questo mio interesse per il legno è nato dopo aver guardato una mostra che mi ha
ispirato.
C’è qualcun altro nella tua famiglia che intaglia il legno?
No, intaglio solo io.
CHIARA
E LA PASSIONE
PER IL DISEGNO
A cura di Loris
Dopo avervi presentato il nostro scultore, passiamo ora a una
disegnatrice, Chiara, classe 2 E. Questa ragazza è molto brave a disegnare:
abbiamo avuto la fortuna di inserire qualche foto dei suoi disegni. Siamo
riusciti anche a intervistarla!
Chiara, a quanti anni hai cominciato a disegnare in modo artistico?
Io ho iniziato a disegnare in maniera artistica da quando ero circa in prima
elementare.
È una cosa che ti viene spontanea la voglia di incominciare le tue “opere
d’arte”?
Sì , nessuno mi obbliga ad iniziare i miei disegni.
Quanto ti valuteresti da 1 a 10?
Non valuto la mia bravura perché sono gli altri a giudicare.
Da cosa è nato questo tuo interesse?
Quest’ interesse è nato dal vedere i disegni di mio padre, allora ho deciso
di disegnare anch’ io.
Pensi di continuare ad approfondire e migliorare queste tue abilità
artistiche o per te il disegno resterà per sempre solo un hobby?
Non lo so, ma qualsiasi cosa farò nella vita, disegnerò sempre, anche per
hobby!
I DISEGNI DI CHIARA
I DISEGNI DI CHIARA
Loris, batterista
a cura di Mattia
Tu Loris suoni la batteria. Quando hai imparato?
Fin da piccolo mi attirava quello strumento. Ho iniziato a circa sette anni
iscrivendomi a un corso di batteria.
Frequenti qualche scuola?
Ora no. Ho smesso di andare a questo corso tenuto da un maestro, Sebastiano
Bombana, in prima media, ma adesso suono ancora, però da autodidatta.
È uno strumento difficile da suonare? Richiede tanta energia? Quali capacità
bisogna avere per imparare a suonare la batteria?
All’inizio è un po’ difficile, ma una volta imparati i ritmi base la musica sembra
arrivare in maniera naturale.
Hai uno spazio tutto tuo per poter suonare?
Sì, suono al piano terra dove un tempo i miei nonni avevano un bar. Adesso
questa è la mia sala musicale!
Suoni con degli amici? Fai parte di un gruppo?
Qualche volta suono con mio fratello, che è alla tastiera. Un tempo suonavo
anche con le mie sorelle, Elisa ed Elena, entrambe chitarriste e cantanti. Non
abbiamo però un gruppo vero, anche se abbiamo fatto alcuni concerti: il 17
agosto di quest’anno, e due anni fa con mia sorella (che suonava la chitarra e
cantava) e mio fratello.
Ti piacerebbe avere un gruppo con cui suonare?
Sì, molto, perché vorrei tanto che la mia passione diventasse qualcosa di più
importante, una professione vera e propria. Una volta è venuta una famiglia
tedesca composta da sei persone, ospite a casa mia. Il ragazzo tedesco che
aveva 16 anni diceva di saper suonare la batteria, ma mi sono accorto che in
realtà lui non riusciva a suonare bene come me, era più specializzato solo
nell’uso di alcuni strumenti come piatti e grancassa, ma non sapeva utilizzarli
tutti e non sapeva improvvisare come invece so fare io.
Quali sono i tuoi pezzi preferiti?
Pezzi rock in generale.
C’è un batterista a cui ti ispiri?
Di recente ascolto in particolare un gruppo americano, i Twenty One Pilots.
Suonare la batteria aiuta a sfogare lo stress?
Sì, certe volte la suono solo per sfogarmi.
Secondo te, suoni meglio quando sei arrabbiato o quando sei tranquillo e
concentrato?
Non lo so nemmeno io, perché a volte se sono troppo concentrato sbaglio,
mentre quando sono arrabbiato suono forte e male.
Mattia, pianista
a cura di Loris
Quando hai imparato a suonare questo strumento?
Io ho iniziato ad andare a lezioni di pianoforte in terza elementare.
Cosa ti piace di questo strumento?
A differenza di altri strumenti, il piano mi permette di creare anche armonie e di
trovare giri armonici.
Hai mai pensato di suonare qualcos’altro?
Sì, come ad esempio il sassofono o il clarinetto.
In famiglia c’è qualcun altro che suona uno strumento?
Tutti in famiglia suoniamo uno strumento. Mio papà l’oboe, mia mamma la
chitarra e mia sorella il prossimo anno si iscriverà ad un corso musicale. Già ora
sta facendo un corso propedeutico con strumenti a percussione, per avvicinarsi
ai suoni musicali e al ritmo.
Qual è il tuo compositore preferito?
Non ne ho uno in particolare, anzi, mi piacciono tutti i generi.
Hai mai pensato di comporre una musica tutta tua?
Certo, e l’ho anche fatto, più di una volta. Ho anche un programma che mi
permette di scrivere al computer gli spartiti. Una volta ho anche suonato con
Loris, lui era alla batteria e io alla tastiera.
In questo momento stai svolgendo corsi musicali?
Sì, questo è il mio quinto anno alla scuola musicale Opera Prima, che ha la sua
sede all’ex Municipio in via Gustavo Modena, a Mori.
Chi è il tuo maestro?
Alessandro Giannotti.
Suonare questo strumento richiede molto esercizio?
Sì.
A casa hai il pianoforte?
Certo, prima era a casa di mia nonna e poi, quando ho iniziato a fare i corsi,
l’hanno portato a casa mia.
Se una persona volesse imparare a suonare il piano, ma a casa non ha questo
strumento, come può fare?
Può comprarsi la tastiera elettrica.
Feste e
tradizioni
NATALE
NEL MONDO
A cura di Odette
VENEZUELA -
La tradizione del Natale in Venezuela è molto
varia, anche perché in questo paese vi sono molte culture presenti
nella società. Comunque, la famiglia è sempre al centro dei
festeggiamenti, infatti la notte del 24 dicembre tutti si trovano in
famiglia fino a mezzanotte, nel momento in cui nasce Gesù, dopo di
che vengono distribuiti i regali ai bambini. Spesso vengono
organizzati degli spettacoli in cui viene rappresentata la natività. In
Venezuela non esiste Santa Lucia ma
si festeggiano i Re Magi. Molte sono le
canzoni di Natale in Venezuela, come:
Burrito Sabanero, Cantemos,
Cantemos, Corre Caballito, Niño
Lindo, Si acaso algún vecino, Tun tún.
Il cibo tipico che si mangia a Natale in
Venezuela sono las hallacas!
ARGENTINA - Anche se l’Argentina è all’altro capo del mondo,
si può dire che il Natale viene festeggiato come in Italia. L’unica
differenza è che in Argentina a dicembre è piena estate. Il giorno
più importante è il 24 dicembre, giorno in cui la sera si riunisce tutta
la famiglia e, poi si brinda con panettone e spumante. Naturalmente
nelle case si prepara l’albero di Natale, un albero di plastica, perché
quello vero si seccherebbe subito. Fino a pochi anni fa i regali li
portavano i Re Magi a gennaio e i bambini lasciavano fuori dalla
porta una ciotola e un po’ di acqua e dell’ erba per i cammelli. Negli
ultimi anni è arrivata anche in Argentina la tradizione di scambiare i
regali a Natale. Il cibo tipico che si mangia a Natale è l’asado
(l’arrosto), che in realtà si mangia tutto l’anno!
CINA - L’1% della popolazione di cristiani in Cina chiama il Natale
“Sheng Dan Jieh”, che tradotto significa “Festival della Santa
Nascita”. I cinesi decorano le loro case con piante sempreverdi,
manifesti, carta e catene luminose. L’albero di Natale non manca,
ma è chiamato “albero di luce” e viene decorato con lanterne, fiori
bellissimi, catene di carta rossa che simboleggiano la felicità. Ritagli
a forma di pagode rosse vengono incollati alle finestre e lanterne di
carta illuminano le case. La Cina non ha piatti tipici per Natale!!
Nell’immagine si può vedere una via di Pechino, completamente
sommersa dalle luci.
FINLANDIA - Tutti sanno che Babbo Natale viene dalla
Finlandia; ma oltre ai suoi regali il tradizionali il Natale finlandese ha
tanto da offrire. Durante il periodo delle feste natalizie, i finlandesi
adorano fare le cose con calma e circondarsi di amici e parenti.
In Finlandia si trova il villaggio di Babbo Natale!!!
Il piatto tipico in Finlandia è il
Pudding di Riso!
Natale in Romania
A cura di Roberto
In Romania è tradizione, nei
giorni che precedono il
Natale, insegnare ai bambini
alcuni canti natalizi. Questi
canti sono chiamati
“colinde”.
La sera del 24 dicembre, la
vigilia di Natale, i bambini
vanno a “colindare”: salgono
su un carro con le ruote in
legno trainato da cavalli e,
passando di casa in casa,
cantano le melodie natalizie apprese. La gente esce dalle case, attirata dai
loro canti, e dà loro in cambio dolci, soldi e frutta secca. A mezzanotte tutti si
recano in chiesa; alla fine della funzione il prete esce a benedire le persone
con l'acqua santa, l'incenso e il miele sulla fronte; poi bagna con l'acqua
santa i dipinti dei santi portati dai fedeli e tutti li baciano. Inoltre è usanza
credere che gli animali, la notte di Natale, parlino tra loro; per questo in
alcune zone le persone si travestono con maschere rappresentanti orsi, lupi e
pecore al fine di riuscire ad avvicinarsi ai veri animali e ascoltare la loro
conversazione. Chissà cosa si diranno?
(Fonte: www.latecadidattica.it )
Intervista flash sul Natale
Intervista a Roberto
Sei contento che stanno per arrivare le vacanze di Natale?
Sì molto, perché sono libero di dormire di più alla mattina e, finalmente, non
fare compiti tutti giorni.
Hai progetti per le vacanze?
No, niente di particolare.
Come festeggi il Natale?
La vigilia, mia mamma prepara sul tavolone grande in sala, molti piatti e cibi
tipici della Romania, ad esempio il sarmale ( involtini di carne e riso ),
l’insalata biof ( insalata russa) e molte altre cose.
Cosa vorresti ricevere per Natale?
Io desidererei molto una cosa sola per me e per la mia famiglia: la salute,
perché ho già tutto.
Intervista flash sul Natale
Intervista a Odette
Sei contenta che stanno per arrivare le vacanze di Natale?
Sì molto, perché è la mia festa preferita e ogni volta è bellissimo perché
posso festeggiare con la mia famiglia, e questo mi dà molta gioia.
Hai progetti per le vacanze?
No, non ne ho, però credo di passare il 24, la sera, con tutta la mia famiglia, e
il 25 con i miei genitori e la mia nonna.
Come festeggi il Natale?
Io festeggio il 24, fino a mezzanotte, nel momento in cui nasce Gesù.
Mangiamo il cibo tipico che si mangia in Venezuela (las hallacas, che è un
piatto a base di carne e verdura) e poi a mezzanotte apriamo i regali.
Cosa vorresti ricevere per Natale?
Nulla di materiale, mi piacerebbe poter stare insieme ai miei genitori e a mia
sorella.
I nostri
MERCATINI DI NATALE
Le barze
Ridi che ti passa!
A cura di Mario e Mattia
Un tizio arriva con la
macchina, piuttosto scassata,
davanti a Montecitorio, e
posteggia proprio in mezzo
alla strada.
Un vigile gli si avvicina e gli
dice: "Ma cosa fa? Non si può
parcheggiare qui!"
"Perché?"
"Come perché?"
"Perché qui ci passano
Ministri, Deputati, Senatori,
..."
E il tizio: "E che mi frega?
Tanto io ho l'antifurto!"
Un padre chiede al figlio il giorno
di Natale: "Perché pensi che
Babbo Natale abbia gli occhi a
mandorla?" E lui: "Perché tutti i
giocattoli che mi ha portato sono
tutti Made in China!".
La scuola è come la Divina
Commedia…
L’entrata = l’inferno
La ricreazione = il purgatorio
L’uscita = il paradiso
Dettato
Alunno: Come ha detto prof?
Prof: Non lo ripeto una seconda volta!!!
Alunno: ********** !!!!!
Prof: Come hai detto?!
Alunno: Non lo ripeto una seconda volta.
La Redazione
vi augura
un felice 2017 !
Giulia rita
Loris
Mario
marta
Mattia
Odette
Attività opzionale Giornalino
a cura delle professoresse
Lia Zandontatti e Paola Caneppele
Se si ritiene che del materiale protetto da copyright
sia presente sul nostro giornalino in modo da
costituire violazione del diritto d'autore o
violazione di un contratto o accordo di licenza, si
prega di segnalarlo via email alla Segreteria
scolastica dell’I.C. Mori.
Roberto
yasmin