- IC Mori e Brentonico
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n° più unico che raro i.c. mori-brentonico La campanella Il giornalino scolastico Che ti de rigenera (Plesso di Mori) concentrato multivitaminico: corsi A b c d e Attività opzionale I quadrimestre a.s. 2016/2017 Indice delle sezioni e degli argomenti News dal mondo Venezuela La crisi venezuelana sul web Migrazioni News dal territorio Vallo tomo Ganzega Interviste sulla scuola al maestro Lucio e al sig. Ticchi Curiosando alla Ganzega I giovani e le droghe News dalla scuola Autobus (intervista all’autista sig. P. Daldoss) Un prof, due scuole (intervista al prof. D. Masia) Un prof, due continenti (intervista al prof. L. Dimarco) !!!??? Pagina per pensare Muoversi muoversi! Sulla cresta dell’onda (intervista a M. Bona) L’abc della vela Ginnastica artistica Intervista a Lisa, maestra di danza Hip Hop (intervista a M. Massari) Ballerina di Hip Hop (intervista a E. Laghi) Tiro con l’arco (intervista a L. Scarfiello e a D. Calzà) Social Social per tutti? Non proprio. Instagram (dai 13 anni) Snapchat (dai 13 anni) Youtube (dai 13 anni) Musical.ly Sondaggi La nostra musica (classi seconde) La rabbia… (classi terze) Recensioni (libri, film e videogame) La mummia, di C. Doyle Harry Potter e la pietra filosofale Clash Royal Anime e Manga Akame ga kill Pagine scelte (prosa e poesia) Fratello Bancomat, di S. Benni La traversata dei vecchietti, di S. Benni Caviardage (Nessuno ha un soffitto più bello) Arti Daniel, lo scultore Chiara e la passione per il disegno Loris, batterista Mattia, pianista Feste e tradizioni Natale nel mondo (Venezuela, Argentina, Cina, Finlandia) Natale in Romania Interviste flash sul Natale (a Roberto e a Odette) Mercatini di Natale, Le barze News dal mondo ATTUALITÀ La tragica situazione che sta vivendo il Venezuela A cura di Odette Io sono nata in Italia, ma i miei genitori sono nati in Venezuela, Paese che ho visitato per la prima volta nel 2011 e che io ricordo tutt’ora come meraviglioso! Vi ero andata durante il mese di settembre. No, non era freddo, là c’è sempre il sole e fa sempre molto caldo. La cosa che mi aveva colpito di più era stata l’allegria della gente, che la rendeva speciale e diversa dalle persone che io ho visto e incontrato qui in Italia. Adesso, purtroppo, la situazione è molto cambiata. Da quando è morto il presidente Hugo Chávez la vita della gente è peggiorata. Adesso, con il nuovo presidente Nicolás Maduro, le persone sono tristi, disperate, non trovano cibo, i supermercati sono praticamente vuoti, i saccheggi sono frequenti e in continuo aumento. Molti i ladri (la gente è stata costretta a diventarlo per procurarsi il cibo). Non si può uscire per le strade dopo una certa ora, non si possono indossare cose di valore, e quindi non si può andare in giro con cellulari o con orologi, orecchini, catenine, ma neppure con scarpe, occhiali…. E allora, direte voi, come si gira? Bisogna uscire di casa indossando abiti semplici e ciabatte, per non dare nell’occhio. Ma chi ti può derubare? Spesso sono bande di ragazzini, uomini, donne: non ci sono età o categorie ben definite, tutti possono compiere reati e tutto è a rischio, perché tutto può essere rivenduto. Ed è la fame, non l’avidità, a spingerli a compiere questi gesti. Spesso però sono gruppi della malavita, gruppi che spacciano droga. Spesso sono armati, ed entrano nelle case della gente, anche in pieno giorno, anche mentre stai preparando il pranzo. I miei genitori mi hanno spiegato che in Venezuela la situazione economica è tragica: è diventato il Paese più pericoloso al mondo, molte persone sono costrette a rubare perché non hanno cibo, non hanno nulla. La gente è disperata, soffre molto, non ci sono farmaci per i bambini piccoli, mancano il latte, la pasta e altro ancora. Acqua, luce e internet vengono concessi alla popolazione solo per poche ore al giorno. Di notte, se ti alzi, non puoi accendere la luce, perché la luce non c’è sempre. I prezzi sono troppo alti, più dello stipendio minimo e c’è un’altissima inflazione. Ad esempio una bibita costa 4000 bolivar, che equivale a 4 euro: voi direte che non è tanto, ma dovete pensare che la paga minima di alcune persone è di soli 15.000 mila BsF, ossia Bolivares Fuertes, la moneta del Venezuela. Sapete a quanti euro equivalgono? Ad appena circa 15 euro, al mese! QUESTO SIGNORE SI È INVENTATO UN NUOVO LAVORO: NOLEGGIA TELEFONINI ALLA GENTE. GUARDATE COME SI PRESENTANO, NEI SUPERMERCATI, GLI SCAFFALI: SONO VUOTI, MANCA TUTTO! LA SITUAZIONE IN VENEZUELA VISTA DAI SITI WEB […] Secondo il Fondo monetario internazionale e la Banca mondiale, l’inflazione è di circa l’800 per cento. [..] Un paio di jeans in Venezuela costa 1 milione di BsF (900 dollari), un chilo di formaggio 5 mila BsF (5 dollari), una cipolla 500 BsF (50 centesimi). Non si sa quanto costano il latte, il pane e la carta igienica perché semplicemente non si trovano, a nessun prezzo. […] Fonte:http://www.tpi.it/mondo/venezuela/crisi-economica-venezuela […] i venezuelani sono "sempre più poveri" perché il Paese è in uno stato di "crisi umanitaria". Ogni giorno muoiono da uno a due bambini per malnutrizione […]; ogni fine settimana circa 200 persone vengono uccise in Venezuela […] Fonte: http://it.radiovaticana.va/news/2016/11/16/chiesa_venezuela_muoiono_bambini_mancanza_cibo_e_farmaci/1272579 […] è un paese dove manca tutto: elettricità, acqua, beni di prima necessità, lavoro e sicurezza. Il Venezuela è entrato nel 2013 in una gravissima recessione economica e da allora il governo non è riuscito a trovare soluzioni efficaci. La situazione oggi è che non ci sono più soldi nemmeno per stampare i soldi, che i dipendenti pubblici lavorano solo due ore al giorno per la mancanza di elettricità, che i livelli di violenza e criminalità sono tra i peggiori al mondo e che presidente e Parlamento non collaborano su niente. Alcuni giornali internazionali hanno cominciato a riferirsi al Venezuela come a un paese al collasso […] Fonte: http://www.ilpost.it/2016/05/29/venezuela-collasso/ Un’immagine per riflettere a cura della Redazione Che cosa rappresenta, secondo voi, l’immagine sottostante? Sì, è vero, sembra un po’ strana. Eppure è un’opera d’arte, l’installazione dell’artista Sisley Xhafa intitolata Barka (realizzata nel 2011). Se la guardate bene, ha proprio la forma di una barca fatta di centinaia di scarpe, che simboleggiano i passi che ciascuna persona ha dovuto compiere partendo da molto lontano per arrivare (se vi è riuscita) a destinazione. Questa pagina serve per riflette sulle migrazioni contemporanee. News dal territorio DAL TERRITORIO La questione “Vallo tomo” Giovedì 20 ottobre 2016, prima che iniziasse l’occupazione delle fratte, siamo andati per le vie di Mori per conoscere le idee dei cittadini in merito alla questione Vallo Tomo. Ecco che cosa ci hanno risposto. INTERVISTA A NICOLA – A CURA DI MATTIA Buongiorno, vorremmo farle un’intervista per il giornalino della scuola. Possiamo mettere il suo nome nell’intervista e poi pubblicarla sul nostro giornalino? Sì, mi chiamo Nicola Ci può dire pressappoco la sua età? Ho 53 anni. Possiamo chiederle se abita qui in zona? Abito in questa zona. Ha sentito parlare del Vallo tomo? Certo, ne ho sentito parlare molto. Come si è informato? Attraverso la stampa e le chiacchiere. Sa in che cosa consiste? Sì, perfettamente. Sa anche il perché verrebbe costruito? Certo! Qual è la sua opinione? Cose ne pensa? Io penso che questa soluzione sia valida per la sicurezza. Il Vallo Tomo però mi sembra invasivo e viste le tecnologie del giorno d’oggi è una cosa incredibile avere dei problemi nel gestire una montagna. Se lei fosse nei panni del Sindaco cosa proporrebbe? Valuterei altre alternative. Se fosse nei panni di un abitante di Via Teatro cose farebbe? Sarei un po’ in apprensione. INTERVISTA A RENATO – A CURA DI MATTIA Buongiorno, vorremmo farle un’intervista per il giornalino della scuola. Possiamo mettere il suo nome nell’intervista e poi pubblicarla sul nostro giornalino? Sì, mi chiamo Renato Ci può dire pressappoco la sua età? Ho 73 anni. Possiamo chiederle se abita qui in zona? Abito a Mori Vecchio. Ha sentito parlare del Vallo tomo? Straparlare!!! Come si è informato? Attraverso la stampa, le assemblee le varie discussioni e interventi dei tecnici della provincia. Sa in che cosa consiste? Sì. Sa anche il perché verrebbe costruito? È fondamentale per la sicurezza dei cittadini. Qual è la sua opinione? Cose ne pensa? Io penso che vada fatto. Del resto hanno già cominciato i lavori e, poi la delibera è già stata approvata. Se lei fosse nei panni del Sindaco cosa proporrebbe? Ha sopportato fin troppo! So cosa vuol dire prendere decisioni. Se fosse nei panni di un abitante di Via Teatro cose farebbe? Il progetto deve essere realizzato il prima possibile sia per la sicurezza delle persone che per la protezione delle loro abitazioni. INTERVISTA A IVANA – A CURA DI YASMIN Buongiorno, vorremmo farle un’intervista per il giornalino della scuola. Possiamo mettere il suo nome nell’intervista e poi pubblicarla sul nostro giornalino? Sì, mi chiamo Ivana. Ci può dire pressappoco la sua età? Sì, ho 60 anni. Possiamo chiederle se abita qui in zona? Certamente, abito a Mori. Ha sentito parlare del Vallo tomo? Sì, ho sentito straparlare del Vallo tomo. Come si è informata? Mi sono informata tramite le chiacchiere. Sa in che cosa consiste e perché verrebbe costruito? Sì, consiste nel proteggere la cittadinanza dalla caduta di sassi dalla montagna. Qual è la sua opinione? Cose ne pensa? Penso sia un bene farlo. Se lei fosse nei panni del Sindaco cosa proporrebbe? Se fossi nei panni del sindaco proporrei anch’io come lui di farlo assolutamente. Se fosse nei panni di un abitante di Via Teatro cose farebbe? Non vedrei l’ora che lo costruissero, così mi sentirei più sicura. INTERVISTA A FRANCESCA – A CURA DI YASMIN Buongiorno, vorremmo farle un’intervista per il giornalino della scuola. Possiamo mettere il suo nome nell’intervista e poi pubblicarla sul nostro giornalino? Sì, mi chiamo Francesca. Ci può dire pressappoco la sua età? Ho 49 anni. Possiamo chiederle se abita qui in zona? Sì, abito a Tierno. Ha sentito parlare del Vallo tomo? Altro che, ho sentito straparlare del Vallo tomo. Come si è informata? Mi sono informata tramite quotidiani. Sa in che cosa consiste e perché verrebbe costruito? Sì, consiste in uno sbarramento per costruire un muraglione. Qual è la sua opinione? Cose ne pensa? Credo che sia un vero peccato distruggere tutto. Bisognerebbe fare qualcosa di meno impattante. Se lei fosse nei panni del Sindaco cosa proporrebbe? Se fossi nei panni del sindaco cercherei di trovare altre alternative. Se fosse nei panni di un abitante di Via Teatro cose farebbe? Mi lamenterei, protesterei perché vorrei un’alternativa diversa. INTERVISTA “VALLO TOMO” STEFANO – A CURA DI MARIO E ROBERTO Buongiorno, vorremmo farle un’intervista per il giornalino della scuola. Possiamo mettere il suo nome nell’intervista e poi pubblicarla sul nostro giornalino? Sì, mi chiamo Stefano. Ci può dire pressappoco la sua età? 50 anni, circa. Possiamo chiederle se abita qui in zona? Sì, abito nel comune di Mori, da sempre. Ha sentito parlare del Vallo tomo? Sì molto. Come si è informato? Sui giornali e dal chiacchiericcio in paese. Sa in che cosa consiste? Sì, ci sono circa 500 m3 di roccia che potrebbero cadere , da Ravazzone a Loppio, e vogliono costruire un muro contenitivo, ma il problema urgente è che c’é un pilastro roccioso che minaccia Via Teatro e non solo. Non si sa, se sarà collocato sopra le case o dove c’ é il bosco. Sa anche il perché verrebbe costruito? Per salvaguardare la sicurezza dei cittadini. Qual è la sua opinione? Cose ne pensa? Domanda difficile, c’è un problema di tutela ambientale, ma io metto in primo piano la sicurezza dei cittadini. Ci sarebbero altre soluzioni come ancorare il pilastro a rischio, ma, a quanto pare, i tecnici della provincia sono perplessi. Se lei fosse nei panni del Sindaco cosa proporrebbe? Il sindaco, giustamente ha deciso di costruire questo muro, anche perché lui ha la responsabilità penale nel caso in cui succedesse un incidente. Infatti ha chiamato in causa anche la Provincia e la Protezione Civile, per ovviare eventuali responsabilità penali. Se fosse nei panni di un abitante di Via Teatro cose farebbe? Ho sentito dire che le case nella zona a rischio si sono molto svalutate sul mercato. Se fossi nei loro panni chiederei sicuramente di essere messo in sicurezza, ma anche in modo da non rovinare il paesaggio. Salvaguardando l’ambiente. INTERVISTA A CINZIA – A CURA DI MATTIA Buongiorno, vorremmo farle un’intervista per il giornalino della scuola. Possiamo mettere il suo nome nell’intervista e poi pubblicarla sul nostro giornalino? Sì, mi chiamo Cinzia. Possiamo chiederle se abita qui in zona? Sì, abito in zona. Ha sentito parlare del Vallo tomo? Sì, abbastanza. Come si è informata? Ne ho sentito parlare ma non mi sono informata molto, so che vogliono cambiare il territorio, ma non so come. Sa in che cosa consiste? Sa anche il perché verrebbe costruito? Sì, per la sicurezza delle persone che vivono sotto la montagna. Qual è la sua opinione? Cose ne pensa? Secondo me ci potrebbero essere altre soluzioni, dovremmo provare ad adattarci al posto di cambiare il territorio. Se lei fosse nei panni del Sindaco cosa proporrebbe? Nei panni del Sindaco cercherei una soluzione alternativa, che non sia impattante con il territorio. Magari farei un’indagine, chiederei alla popolazione, almeno a coloro che abitano in questi posti cosa ne pensa. Se fosse nei panni di un abitante di Via Teatro cose farebbe? Chi ci abita sapeva che la montagna primo o poi sarebbe franata, spero che trovino in fretta una soluzione alternativa, sia che tuteli la sicurezza delle persone che lì ci abitano sia che rispetti il territorio. (QUALCOSA) SULLA GANZEGA A cura di Loris e Mattia Il primo weekend di ottobre si è svolto, per le vie del centro storico di Mori, l’evento della Ganzega, che rievoca le tradizioni della gente trentina nel secolo scorso: molti volontari hanno partecipato con il loro contributo indossando costumi d’epoca, riproponendo gli antichi mestieri, allestendo mostre e spettacoli e, immancabile, cucinando i piatti tipici di un tempo. Io e Mattia, insieme ad alcuni nostri amici, siamo stati per voi a vedere alcuni angoli della "Ganzega d'Autunno". Attraverso i vari allestimenti abbiamo potuto vedere gli anni che furono molto difficili per la popolazione: tra il 1880-1930, nel pieno dell'ondata di miseria che colpì l'Italia, molte famiglie furono costrette ad abbandonare il loro paese per recarsi in America in cerca di fortuna. L’angolo della scuola (alla Ganzega) INTERVISTA AL MAESTRO LUCIO GAZZINI A cura di Giulia Rita e Marta Buongiorno maestro Lucio, vorremmo farti alcune domande per il nostro giornalino scolastico. In che anno sei nato? Sono nato nel 1957. Cosa facevi prima di andare a scuola? La mattina, prima di andare a scuola, facevo colazione, ricontrollavo lo "zaino". Quando ero alle superiori non usavamo lo zaino ma una cinghia che teneva assieme tutti i libri. Come era la scuola? Si andava a scuola solo la mattina e si faceva un solo pomeriggio. La mattina si cominciava con il compito di matematica e un problema, un tema di italiano, e poi l'insegnate leggeva una storia. Quando avevamo il pomeriggio si facevano dei lavori di pittura o lavoretti. Maschi e femmine erano divisi? Sì, maschi e femmine erano divisi. Cosa mettevate nella cartella? Nella cartella c'era l'astuccio, qualche quadernom (in dialetto trentino, quadernone), il sussidiario e il libro di letteratura. Come vi vestivate? Un grembiule nero con un fiocco o rosa o blu. Quali materie facevate? Tecnica, geometria, letteratura, storia, geografia, italiano, scienze, ginnastica, antologia. Come vi castigavano? Scrivendo temi o castighi. Cosa facevate dopo scuola? Giocavo con i miei amici a calcio ecc. Vi davano tanti compiti? No, davano meno compiti rispetto a oggi. Rovereto, 1957 Aiutavate i vostri genitori? Si, molto. L’angolo della scuola (alla Ganzega) INTERVISTA AL SIG. GIUSEPPE TICCHI A cura di Giulia Rita e Marta Come si chiama? Il mio nome è Giuseppe Ticchi ma tutti mi chiamano Beppino. Sono nato a Livorno (LI) Quanti anni ha? 80 compiuti recentemente. Quando lei andava a scuola, com'erano gli insegnanti, che materie aveva? Gli insegnanti erano severi, esigenti. Alle commerciali (superiori) facevamo: italiano, storia, geografia, matematica, scienze, merceologia,stenografia, disegno, francese e computisteria. Cosa metteva in cartella? Nella cartella mettevo il necessario per il pomeriggio. Non mettevo l'astuccio ma il calibro la squadra e la riga. Scrivevo con la penna stilografica, e poi, quando è uscita, con la penna sferica. Cosa faceva prima di andare a scuola? Andavo da mia zia e pranzavo lì, verso le tredici e trenta andavo a scuola e ci stavo fino alle diciassette. Le ore duravano 40 minuti. Dopo scuola invece? Facevo la legna, davo da mangiare ai conigli e tagliavo l'erba. Durante l'intervallo cosa facevate? Fino alla terza non si faceva ricreazione e poi sì. Durava 10 minuti e ci mangiavamo un panino. Maschi e femmine erano nella stessa classe o divisi? No, non vi erano classi miste: eravamo in classi di trenta bambini tutti maschi. Indossavate l'uniforme o vi vestivate come volevate? No, ci vestivamo come volevamo. Secondo lei come metodo a scuola è meglio quello di ora o quello di quando andava a scuola lei? E' meglio quello di ora perché è più completo rispetto a quello di un tempo e perché le classi sono meno numerose rispetto a una volta. Curiosando alla Ganzega A TEATRO… …CUOCHI, SFILATe… …E “careghe” (sedie). Sedie decorate dai ragazzi della III B nell’a.s. 2015/2016 nell’ambito del progetto “Sedie d’artista” curato dalla prof.ssa Martina Benoni. Le sedie, esposte in occasione della Ganzega, ora si trovano nella Biblioteca Comunale. (Foto di E. Tomasi) Droga, alcol e fumo … i vizi che fanno male A cura di Mario Durante l’estate si è venuto a sapere che delle persone, tra cui anche alcuni minorenni, sono stati arrestati perché spacciavano stupefacenti proprio nella nostra zona. Ma perché la gente cade in questa trappola? Si prova per… Molti giovani, soprattutto adolescenti, sono curiosi di sperimentare ogni genere di “emozione” per vari motivi: sono spinti dalla curiosità; per non essere emarginati dal “gruppo”; per ribellarsi alle regole imposte; per mettersi alla prova. … quando la prova diventa dipendenza … Forse non si sa che con gli stupefacenti non si scherza perché, quando l’abitudine diventa assuefazione, si giunge alla dipendenza totale, la tossicomania. Esistono vari tipi di droga cui bisogna fare attenzione: l’uso ripetuto di marijuana e dell’hashish causa agitazione, allucinazioni, disturbi nel sonno e danni ai polmoni e al fegato; l’eroina causa sonnolenza, nausea e vomito. Un abuso provoca epatiti, bronchiti, polmoniti e una dose eccessiva può essere letale (cioè può portare alla morte); la cocaina provoca gravissimi danni cerebrali; l’ecstasy, che viene venduta sotto forma di pasticche colorate, provoca danni devastanti al cervello. Le droghe fanno male… Al fisico e alla mente perché causano danni diretti alterando le condizioni fisiologiche. Alla dignità perché per procurarsele si è disposti a tutto. All’immagine perche chi ne fa uso verrà emarginato per tutta la vita. Alla libertà perché si diventa dipendenti. a chi rivolgerSi Se… Se si inizia, come per il fumo, è difficile smettere. Per questo bisogna chiedere aiuto a strutture specializzate come i SERT (servizio pubblico per le tossicodipendenze), centri di accoglienza e orientamento per definire la cura più idonea, oppure si può chiedere aiuto a una delle tante comunità terapeutiche. Il fumo Il mercato delle sigarette è in continua espansione, muovendo centinaia di milioni di euro all’anno. Naturalmente, i più attratti sono i ragazzi adolescenti che, nell’età delle scuole secondarie, iniziano a fumare per imitare gli adulti o per seguire la moda. Quando si è iniziato difficilmente si riesce a dire di no. Ecco una breve spiegazione dei danni provocati dal fumo: 1. 2. 3. 4. 5. 6. cancro al polmone, all’esofago, allo stomaco, alla laringe, al seno, al rene, al pancreas, vescica …; gravi patologie cardio-cerebrovascolari (infarto miocardico, ictus…); malattie croniche dell’apparato respiratorio (bronchi); invecchiamento precoce della pelle con aumento delle rughe; i denti ingialliscono e anche capelli e unghie ne risentono; si alterano i sensi del gusto e dell’olfatto. News dAlla SCUOLA a cura di Loris Molti di voi avranno sentito alla televisione o letto sui giornali notizie in cui i ragazzi non sempre si comportano in maniera rispettosa sui mezzi pubblici e che, purtroppo, a volte si verificano episodi che sfociano in atti aggressivi ai danni di controllori, conducenti, passeggeri o dei mezzi. Abbiamo voluto sentire il parere di un autista (il signor Paolo Daldoss) per saperne di più sul comportamento dei ragazzi che quotidianamente utilizzano l’autobus nel tragitto casa-scuola. Signor Daldoss, senza fare nomi, potrebbe descriverci il comportamento dei ragazzi che salgono sull’autobus? Non sempre è corretto. Io non posso obbligare i ragazzi a fare quello che voglio ma, mentre guido, non mi piace che si prendano a botte e che si offendano. Secondo lei i genitori di questi ragazzi avrebbero il diritto di sapere come questi ultimi si comportano sull’autobus? Sì, forse in questo modo potrebbero invitarli ad avere un comportamento più responsabile. Mi piacerebbe che certi cambiassero atteggiamento. Ha sempre guidato autobus di linea? Fino a tre anni fa c’era il noleggio, quindi si facevano anche viaggi all’estero; purtroppo ora è stato tolto e quindi adesso si fanno solo turni urbani ed extraurbani. È contento del suo lavoro? Sì, tutto sommato sono molto contento del mio ruolo e della mia professione. Un prof, due scuole Mori - brentonico andata e ritorno a cura di Odette Buongiorno prof. Davide Masia, sappiamo che lei insegna sia a Brentonico sia qui alle scuole medie di Mori. Può dirci, in generale, da quando tempo insegna? Io sono un insegnante di Arte e insegno dal 1997. Ho esperienza di insegnamento della mia disciplina nelle scuole primarie, secondarie di primo e secondo grado, ma sono stato anche insegnante di sostegno. Più precisamente, quali materie insegna o ha insegnato? Arte e immagine nella scuola di Mori, mentre al Liceo insegnavo disegno e storia dell’arte. Quali sono i suoi interessi? I miei interessi sono numerosi, ovviamente, riguardano l’Arte in generale, il modellismo, suonare la chitarra; ho una passione per la cucina anche se cucino solo per gli amici; sono appassionato di cinema, serie televisive e mi piacerebbe scrivere un romanzo fantasy per metà scritto e per metà disegnato con dei fumetti. Le piacerebbe insegnare altre materie? Mi piacerebbe molto ritornare ad insegnare alle superiori materie artistiche. Che tipo di rapporto c’è tra lei e gli alunni? Con gli alunni delle mie classi ho un rapporto abbastanza buono anche se, talvolta, qualche alunno mi fa arrabbiare. Si considera un professore severo? Severo è una parola, per me, un po' strana, diciamo che cerco di essere autorevole, ma non autoritario, cioè cerco di far capire ai miei alunni le cose spiegandogliele, ragionando con loro, poi chiaramente se qualcuno “tira la corda” lo punisco perché forse di questo ha bisogno. Infatti, sembra strano, ma qualche ragazzo ha con gli insegnati un rapporto conflittuale e, pur di farsi notare, mette in atto un atteggiamento sbagliato. In realtà, siccome non è capace di farsi notare in un altro modo, il suo comportamento è molto probabilmente una richiesta di attenzione. Che opinione hanno gli alunni di lei? Forse bisognerebbe chiederlo a loro, ma in generale penso che ad alcuni alunni posso non piacere, altri mi sembrano disinteressati e poi ci sono quelli a cui sono più simpatico. Che differenze trova tra la scuola di Brentonico e quella di Mori in termini di struttura, organizzazione, alunni? A Brentonico la scuola è per gli alunni un ambiente più familiare perché lì frequentano anche la scuola elementare e i ragazzi sono più tranquilli, vivono la scuola come se fosse la loro seconda casa perché la conoscono fin dalle elementari. La scuola qui a Mori è più grande, ci sono più materiali a disposizione per la mia materia, ha un’organizzazione più complessa, anche se non posso esprimermi completamente perché non la conosco bene. E adesso proponiamo ai nostri lettori un piccolo quiz: chi ha dipinto le seguenti opere? (Se non lo sai, cerca la risposta nel libro di storia dell’arte!) Un prof, due continenti Mori - Buenos Aires, andata e ritorno A cura di Mario Giov. 3 novembre 2016 abbiamo potuto incontrare e conoscere Luca Dimarco, un giovane insegnante che lavora alla scuola media di Arco. Vi chiederete cosa c’entra Buenos Aires con questo insegnante moriano. Beh, è subito detto: nel 2006, finiti gli studi, ha contattato molte scuole, anche all’estero, per trovare lavoro. Una scuola privata italiana a Buenos Aires lo ha ricontattato chiedendogli di andare a lavorare in Argentina. Lui ha accettato ed è partito. La scuola in cui è andato a lavorare si chiama C.C.I. (Centro Culturale Italiano) De Amicis Dante Alighieri. Vi chiederete, come ho fatto io, come mai esiste una scuola italiana in Argentina; la risposta è abbastanza facile: a fine ‘800 e nel ‘900 molti italiani sono emigrati in Argentina. Quindi ora ci sono molti ragazzi con origini italiane ovvero italo-argentini, persone che hanno tradizioni sia italiane che argentine. Per questo, pur parlando come lingua madre lo spagnolo, a scuola, dall’asilo nido fino alle superiori, studiano tutte le materie sia in italiano che in spagnolo. Oltre a spiegarci la sua esperienza di insegnante, il nostro ospite ci ha parlato anche di molte cose curiose sull’Argentina e sulle tradizioni di questo Stato sudamericano. Per esempio, ci ha spiegato alcune cose riguaranti l’economia del Paese: al suo arrivo, l’Argentina stava vivendo un momento “post crisi economica” (a cui ne è seguita un’altra, che è ancora in atto). Ci ha quindi fatto sapere che la moneta argentina è il pesos, che rispetto all’euro ha meno valore: dieci anni fa un euro equivaleva circa a cinque pesos (oggi la situazione è peggiorata: un euro equivale a circa 17 pesos argentini!). Ci ha successivamente detto che un pacchetto grande di Oreo (una marca di biscotti) in Argentina nel 2006 costava circa 3.60 pesos ovvero meno di un euro. Un altro buon esempio è la pasta, un chilo di pasta costava circa 1,65 pesos. Gli articoli tecnologici , invece, costavanp di più che in Italia perché vengono tutti importati. Bisogna inoltre considerare che lo stipendio di un insegnante era di circa 800 pesos al mese ovvero 160 euro dell’epoca (era una paga quindi dignitosa rispetto a quella di altre professioni e il nostro professore, essendo un “ospite”, prendeva circa 1200 pesos, quindi molto di più dei suoi colleghi argentini). Per questo un insegnante argentino doveva lavorare in 4 o 5 scuole, mattina pomeriggio e sera, pur di portare a casa un buon guadagno. Come ho detto prima il professor Dimarco ci ha raccontato molte cose, tra cui anche qualche curiosità sul cibo argentino. Dopo la domanda di Roberto: “In Argentina si mangiano i tacos ?”, lui ci ha risposto di no, perché tipicamente si mangiano le empanadas, una specie di sofficini con dentro un po’ di tutto, circa come la nostra pizza. In Argentina, inoltre, si mangia molta carne, tra la migliore del mondo; la più buona, per lui, era l’asado. Ci ha anche portato, oltre alle molte immagini, alcuni oggetti di artigianato locale, tra i quali: dei manufatti in pelle lavorata con decori a rilievo, delle collane fatte di grandi semi e alcuni piccoli contenitori fatti con le zucche. Di queste ultime, ci ha anche spiegato l’utilizzo: gli argentini bevono sempre una bevanda tradizionale, il mate, simile al tè, che si beve, calda, da questa ciotola ricavata da una zucca intagliata. Questa bevanda si ottiene dall’essiccazione di un’erba, la Yerba Mate, che si può acquistare anche da noi in alcuni negozi (ad esempio in erboristeria o al Mandacarù). Borsa “porta mate”, in pelle decorata. Questa custodia, rigida, permette il trasporto della thermos per mantenere tiepida l’acqua per il tè mate. Le empanadas possono essere ripiene di carne oppure di verdura. Si possono anche fare dolci, con la crema. La Yerba (erba) Mate, che si può comprare già pronta, essiccata e tagliuzzata, si serve tradizionalmente in una zucca bordata di metallo. Spesso questa “tazza naturale” viene arricchita da decori caratteristici. La bombilla è speciale cannuccia di metallo con filtro nella parte terminale; in Argentina, ma non solo, è usanza bere il Mate in compagnia e usare tutti la stessa cannuccia. ???!!! Senza parole A cura di Roberto Ti dà fastidio questa pagina vuota? A tutti noi capita, certe volte, di non avere niente da dire. Forse, in quei momenti, siamo impegnati a dare ascolto ai nostri pensieri. Muoversi muoversi! Intervista di Odette al velista Mario B. Da quanto tempo pratichi barca a vela? Questo sport lo pratico da circa tre anni. Per qual è motivo, hai iniziato? Questa passione è nata quando, da piccolo, in spiaggia a Riva del Garda vedevo spesso delle barche a vela che gareggiavano o si allenavano. Poi, un giorno, alla Festa dello sport ad Arco, dove si possono provare varie discipline, sono salito su un simulatore di barca vela e l’estate successiva mi sono iscritto alla scuola vela del “Circolo vela Arco” che ha la sede nei pressi della foce del fiume Sarca. Dove pratichi barca a vela? Mi alleno sul lago di Garda, con il mio Circolo vele, ad Arco (come dicevo, vicino al fiume Sarca) e poi con la mia squadra che gareggia con la barca “ O’ pen bic”, il nome che corrisponde a quello della mia categoria, faccio regate (cioè gare in barca) in tutta Italia e, a volte, anche all’estero. Quanti giorni alla settimana ti alleni? Dipende dalla stagione. In estate tre quattro volte alla settimana, ed ogni allenamento dura circa cinque ore e, se è possibile, anche un’intera giornata. In inverno, durante il periodo scolastico, al sabato e alla domenica, a volte il mercoledì. Ovviamente quando è freddo viene chiusa la stagione agonistica e viene fatta la preparazione atletica nella palestra di Massone. Cosa provi ogni volta che vai a vela? A questa domanda è un po’ difficile rispondere perché non è facile esprimere a parole le proprie emozioni. Posso solo dire questo: le prime volte avevo un po’ di timore nello stare su una barca da solo in mezzo al lago, ma a questo ci si abitua subito, adesso infatti la vivo come un divertimento, in particolare quando sono in gara. Pratichi altri tipi di sport? La barca a vela occupa parecchio del mio tempo libero, ma quando posso mi piace praticare arrampicata con mio padre, ma mi dedico anche ad altre attività. Questo sport ti permette di fare amicizia? Sì, ho conosciuto molta gente, soprattutto italiani ma anche persone provenienti da altri Paesi europei ed extraeuropei (giapponesi, americani, australiani). Partecipi a gare in altre regioni d’ Italia o in altri Paesi d’Europa? Sì, il circuito nazionale si svolge in tutta Italia, in più, questo anno, ho partecipato al mondiale in Francia. Lo scorso anno ho partecipato agli europei (Euro Cup) che si tenevano proprio ad Arco. Venerdì 28 ottobre 2016 inizieranno nuovamente gli europei “O’ pen bic” di vela, sempre ad Arco, ed io vi parteciperò. Chi è il tuo istruttore? Avete un buon rapporto? Si chiama Valentino, per gli amici Vale, ed è di Riva. Secondo me con lui c’è un buon rapporto, io lo rispetto e lui rispetta me. Qual è il tuo ricordo più bello? Non saprei, ho molti bei ricordi, ma quello che mi è rimasto più impresso, anche se sembrerà strano, è quello legato alla paura che ho provato durante la mia prima gara, quando sono dovuto tornare a terra con la grandine. C’era tantissimo vento, il cielo si era fatto improvvisamente buio, ed era difficile, vista la mia poca esperienza di allora, mantenere la direzione. È difficile andare in barca a vela? Sì, ma come tutto, dipende da molte cose. Spesso, se faccio vedere filmati o foto di barca a vela ai miei amici, loro mi dicono che sono matto e che si fa tanta fatica, però io mi ci sono abituato. Nella foto, scattata a Porto Pino, in Sardegna a fine agosto 2016, si vedono, partendo da sinistra: due ragazzi di Rimini, Lucrezia e Pietro, e poi noi ragazzi della squadra di Arco, ossia Filippo, Mario, Giorgio e Leopoldo. L’abc della vela Alcune nozioni importanti da sapere per andare in barca a vela a cura di Mario Bolina: andatura che consente alla barca di risalire il vento. Cazzare: tirare una cima. Dritta: destra. Lascare: contrario di cazzare, lasciare una cima. Lasco: andatura tra il traverso e la poppa. Orzare: “avvicinare” la prua al vento. Poggiare: “allontanare” la prua dalla direzione del vento. Poppa: parte posteriore dell'imbarcazione. Prua: parte anteriore dell'imbarcazione. Rotta: direzione o percorso dell'imbarcazione. Scotta: cima che serve per manovrare una vela. Sopravvento: indica il lato da cui viene il vento. Sottovento: indica il lato opposto a quello da cui viene il vento. Strambata: manovra durante la quale si cambia di mura col vento in poppa. Timone: organo di direzione della barca può essere governato da una barra o da una ruota. Traverso: andatura nella quale l'imbarcazione prende il vento a 90 gradi rispetto al suo asse longitudinale. Virata: manovra, eseguita di bolina, in cui si passa, dalla mura a sinistra, alla mura a dritta. Carlotta Ferlito Ginnastica artistica Yasmin intervista la ginnasta Martina Perugini (cl. 2 E) Ciao Martina. Da quanto tempo fai ginnastica artistica? Ora ho 12 anni, e pratico questo sport già da sei anni! Perché hai scelto di praticare questo sport? Perché mi piace da sempre, per me è una vera passione! Cosa o chi ti ha ispirato? Mia cugina, che praticava questo sport già da un po’ di tempo. Hai una ginnasta preferita? Sì! Si chiama Carlotta Ferlito (nella foto). Hai mai partecipato a una gara di danza? No, non ho mai partecipato a una vera e propria gara, ma ogni anno ho fatto numerosi saggi e, devo dire, che mi sono davvero piaciuti. Dove ti alleni? Mi alleno nella palestra che si trova sotto lo stadio comunale di Mori, in via Lomba 12. Qui possiamo fare esercizi, spaccate, ruote, verticali… Ci sono corsi differenti in base all’età delle partecipanti? Sì, ci sono il primo, il secondo e il terzo corso. Il primo è rivolto alle bambine più piccole, dai 4 ai 7 anni, e si svolge il lunedì e il mercoledì. Il secondo è per le ragazze dagli 8 anni in poi, e anche questo si svolge il lunedì e il mercoledì. Il terzo corso invece è riservato solo alle ragazze che praticano questo sport da almeno sette-otto anni, e si svolge il mercoledì e il venerdì. Interno della palestra comunale in cui si esercita Martina A cura di Odette Da quanto tempo insegna danza? Insegno danza dal 1998. Come ha iniziato? Avevo appena 4 anni ed ero iscritta in un piccolo corso nel paesino di Malcesine. Cosa prova ogni volta che balli? Provo emozioni, batticuore, gioia e tanta tanta adrenalina, e una volta che sono sul palco do il meglio di me stessa. Qual è il tuo ricordo più bello? All’audizione della scala di Milano e quando ho partecipato al “Bravo bravissimo” su canale 5, con Mike Bongiorno. Che tipo di danze insegni? Io insegno HIP-HOP, CLASSICA, MODERNA, CONTEMPORANEA e JAZZ. Hai un passo che ti piace in modo particolare? Sì, il Pas de bourrée, un passo veloce in cui il peso viene trasferito da un piede all'altro sulle punte o sulle mezze punte. Oltre a fare l’insegnate di danza, fa anche un altro lavoro? Sì, la mamma. Che tipo di rapporto c’è tra te e gli alunni? Molto bello direi, mi piace la loro simpatia ma ci vuole tanta tanta attenzione. A cura di Giulia Rita Come ti chiami? Mi chiamo Marta Massari, classe II E. Quanti anni hai? Ho 12 anni. Da quanto pratichi HIP-HOP? Lo pratico da 6 anni anche se ho praticato 7 corsi diversi. Come hai scoperto questo sport? Ho visto il volantino fatto dal comune e sono andata a provarlo. Come ti è nata questa passione? Questa passione mi è nata provandolo. Si pratica solo al livello amatoriale? No, io lo pratico al livello amatoriale, ma dai 18 anni in poi si possono iniziare a fare le gare a livello nazionale. Hai mai fatto gare? No, a gennaio dovrei farne una a Trento. Dove e quante volte a settimana pratichi HIP-HOP? Fino a 2 anni fa lo praticavo alla palestra delle scuole elementari, invece adesso lo pratico nella palestra dell’associazione “in Movimento Danza”in via Giovanni XXIII. Lo pratico due volte a settimana. Avete dell’abbigliamento particolare ad “allenamento” o alle gare? No, ad “allenamento” si mettono dei pantaloni che non devono essere assolutamente jeans e maglie larghe. Invece alle gare o saggi scelgono gli insegnanti. a cura di Odette Da quanto tempo pratichi danza HIP-HOP? Pratico danza HIP-HOP da 5 anni. Che sensazioni provi ogni volta che balli? Entro in un mondo diverso, molto più bello. A parte HIP-HOP pratichi un altro tipo di danza o sport? Sì, pratico anche danza moderna. Per quale motivo hai iniziato Hip Hop? Ho iniziato quando avevo 4 anni. Inizialmente avevano deciso i miei genitori di farmi fare questa attività, poi ho voluto continuare perché avevo capito che questo era il mio sport. E così è stato! Qual è il tuo ricordo più bello? Il mio ricordo più bello è stato quando a 6 anni sono salita sul palco scenico a fare un duetto con la mia amica. In quale posto ti esibisci? Di solito nel teatro di Vezzano, e poi durante l’estate andiamo ad esibirci in paesi in occasione di qualche festa. Partecipiamo anche a dei concorsi. Ad esempio quest’anno faremo un concorso a Lazise, sul lago di Garda, in Veneto. Questa attività ti ha permesso di fare amicizia? Grazie a questo sport ho molte amicizie e ogni anno conosco persone nuove. Chi è la tua insegnante? Ti piace, vai d’accordo con lei? Lisa, una signora di Malcesine. Abbiamo un rapporto molto bello, per me è come una seconda mamma, mi dà consigli e mi aiuta come se fosse una vera amica. Tiro con l’arco Intervista a Lisa Scarfiello e a Davide Calzà A cura di Giulia Rita e Marta Da quanto praticate questo sport? Lisa: Da circa un anno, ho iniziato nel 2015 e dopo circa 4 mesi ho partecipato alle mie prime gare. Davide: Ho iniziato nell’estate del 2011. Quali sono le abilità che richiede questo sport? Lisa e Davide: Concentrazione, precisione e controllo dell’ansia. Quando è nata in voi la passione per questo sport? Lisa: Grazie al professore Settin che mi ha fatto partecipare alle gare studentesche della scuola e li mi sono appassionata a questo sport. Poi, per due mesi mi sono allenata con un istruttore; ho fatto delle gare e, visti i risultati, ho continuato. Davide: Nel 2011 perché l’ho fatto come attività sportiva estiva e poi, dopo un anno mi hanno regalato per Natale un arco ricurvo e ho continuato questo sport. Quale tipologia di tiro con l’arco praticate? Lisa: Il nostro è tiro con l’arco di campagna, si chiama così perché viene praticato all’aria aperta e il bersaglio è mobile e quindi meno noioso. Davide: Noi facciamo parte della Fiarc (Federazione italiana arcieri tiro di campagna) e in particolare della compagnia 05mori. L’associazione ci dà la tessera per trasportare l’arco e le chiavi del campo per allenarci in autonomia. Quale tipo di arco usate? Lisa: All’inizio abbiamo usato un arco-scuola, adesso utilizzo un arco a tiro istintivo che non ha il mirino. Davide: Adesso da due anni ho un arco compound in lega metallica con il mirino, ad alta tecnologia in alluminio e fibra di carbonio. Quali tipi di gare preferite? Lisa: Campionati italiani, dove ho conosciuto altri arcieri con cui sono diventata molto amica. Davide: Il tracciato, gara nella quale ho avuto grandi soddisfazioni in classifica, mentre la gara che mi ha dato meno soddisfazione sono stati gli italiani. A quali gare parteciperete in futuro? Davide: A giugno parteciperemo ai campionati mondiali che si svolgeranno a Firenze, organizzati in quattro giorni più uno di riposo. La prima gara consisterà nella Round 3D (2 tiri, 2 frecce per 24 piazzole); il tracciato (la prima freccia fa punto su 3); percorso (3 frecce che valgono tutte e tre su 24 piazzole); battuta (1 freccia, 28 piazzole). Tutte le gare durano circa otto ore al giorno. Le gare più importanti si svolgono generalmente in estate, a meno che non ci siano fulmini o nebbia. SOCIAL Social per tutti? Non proprio. A cura della Redazione Le classi seconde hanno partecipato a un incontro con la Polizia Postale per capire quali siano le regole da seguire nell’uso dei Social. Sappiamo che molti ragazze/i li usano, e alcuni in maniera maniacale, tanto da non potersene staccare. Ma sono mezzi sicuri? A che cosa bisogna prestare attenzione? Prima di tutto, alcuni social sono destinati a persone più grandi. Usare i social comporta, oltre alla giusta età, un comportamento responsabile per tutelare la nostra immagine online. Secondo, occorre avere il permesso dei nostri genitori per poterli usare, perché dobbiamo essere tutelati. Terzo, dovremmo smettere di condividere tutto, e pensare di più a come proteggere la nostra vita privata, senza diffondere dati sensibili (ad esempio il nostro nome, l’età, il luogo in cui viviamo, i nostri gusti e le nostre preferenze e, in generale, le nostre foto/video). Ma perché è così pericoloso diffondere le informazioni personali? Per tanti motivi. Ad esempio, non possiamo mai sapere chi ci sia davvero dall’altra parte del monitor, e non sappiamo che utilizzo potrà fare l’altro (o gli altri) delle informazioni che condividiamo. Perciò occhio a non comportarci in maniera ingenua con questi social, per non trovarci in problemi più grandi di noi. Altra cosa di cui tener conto: una volta messo in rete, qualsiasi materiale rimane per sempre nel web, viene scaricato, condiviso con sconosciuti, salvato su supporti di cui non possiamo avere il controllo, semplicemente perché non sono nostri. Ora pensate a quando dovrete cercare un lavoro, o superare un colloquio.. Pensate a questo fatto: i selezionatori del personale stanno tenendo sempre in maggiore considerazione la web reputation, ossia la reputazione digitale dei candidati durante il processo di selezione. Quindi accade sempre più frequentemente che il selezionatore vada a controllare il profilo del candidato su Facebook, su Linkedin o su Twitter e, sempre più spesso, le informazioni che trova possono influenzare il processo di selezione. Potreste cioè perdere importanti occasioni di lavoro, un domani! Diffamazioni, foto sconvenienti, insulti: tutto ciò può influire negativamente sull’immagine di qualsiasi persona. Le tracce digitali che lasciamo quotidianamente su Internet sono indelebili. I motori di ricerca, infatti, conservano anche a distanza di anni, foto, post e commenti, che sono sempre reperibili (che significa trovabili) dagli utenti. In molti casi questi contenuti possono influenzare in senso positivo o negativo l’immagine anche a livello professionale. Se doveste avere dei problemi, rivolgetevi subito ai vostri familiari, ai docenti o direttamente alla Polizia Postale. La migliore difesa resta comunque l’educazione. Se un genitore, quindi, conosce lo strumento, potrà insegnare al proprio figlio un corretto utilizzo. INSTAGRAM (dai 13 anni) A cura di Yasmin CHE COS’E’ ? A COSA SERVE? Instagram è un social network che permette agli utenti di scattare foto, applicare filtri, e condividerle su numerosi altri servizi social. Attenzione Instagram è un social network (come Facebook, Twitter ed altri) che consente di condividere immagini e video. L’età minima richiesta per potersi iscrivere è di 13 anni ma Instagram, a differenza di Facebook, non chiede l’età all’atto dell’iscrizione e quindi molti bambini lo utilizzano senza sapere che non potrebbero farlo. Alcune funzioni di Instagram sono: possibilità di scattare foto con filtri in alta definizione per avere foto migliori; 2. possibilità di fare fotografie più grandi (fare ingrandimenti); 3. possibilità di mettere la propria posizione e taggare foto. Alcuni dei personaggi più famosi su Instagram: 1. SOFIA VISCARDI KIRA KOSARIN TYLER BROWN SNAPCHAT (dai 13 anni) A cura di Yasmin “Forse non sai che tuo figlio o figlia ha installato un’app alternativa a Whatsapp, una chat segreta che si chiama Snapchat, dove i messaggi inviati e ricevuti si cancellano dopo qualche secondo.” CHE COS’E’? A CHE COSA SERVE? Snapchat è un’applicazione che si può usare dai 13 anni in su e permette di scambiarsi foto e brevi video (della durata massima di 10 secondi). Permette inoltre di chattare con i propri amici in tempo reale. Si dice che ormai Snapchat sorpasserà Instagram. Una particolarità: i messaggi scritti si cancellano dopo 24 ore se si tratta di un post, o dopo quanto si vuole se si tratta di un messaggio privato. In realtà i diritti del materiale che pubblichiamo su Snapchat non rimangono nostri, bensì diventano royalty-free ( termine che indica un tipo di licenza che permette l’uso di una risorsa - foto, video, audio, eccetera - con limitate restrizioni sul suo utilizzo e pagando una cifra iniziale estremamente contenuta.), quindi potrebbero essere sfruttati anche a scopo commerciale. Le immagini che avete postato non si cancellano ma cambiano gli effetti su di esse. Ad esempio: la prima volta che lo installi ti chiede di cliccare sul tuo naso e di scegliere un effetto tra quelli proposti. Il giorno seguente non troverai gli stessi effetti del giorno prima, ma tanti altri tra i quali potrai scegliere. Ricorda che però anche l’immagine che ti eri fatto dopo 24 ore sparisce. Questa chat richiede ancora più responsabilità nel suo uso perché è quasi impossibile controllare cosa accade: le foto restano per solo 10 secondi e poi scompaiono per sempre, impedendo quindi qualsiasi tipo di rintracciamento e controllo. . Per i bambini dagli 8 ai 13 anni, il team di snapchat ha creato Snakidz, una versione non social della stessa applicazione. I bambini possono creare un account Snapchat e dichiarando la loro età inferiore ai 13 anni (dagli 8 ai 13) verrà creato un account SnapKidz invece di uno Snapchat. Questo account però permette solo di fare foto e video ed editarli ma non condividerli nel web, e non permette di accedere all’aspetto social dell’applicazione stessa, quindi è più sicura. (dai 13 anni) A cura di Yasmin e Marta Youtube è una famosa piattaforma web che consente la condivisione e visualizzazione in rete di video. Per creare un account YouTube bisogna confermare di aver compiuto 13 anni. Se un video viene segnalato e viene riscontrato che l'autore del caricamento ha dichiarato un'età non esatta durante il processo di creazione dell'account, si vedrà chiuso il suo account. Ma come può essere usato questo social? Gli utenti, oltre a vedere e caricare video, possono anche mettere “mi piace” o “non mi piace”, e commentare i video. Sul sito è possibile vedere videoclip, trailer, video divertenti, notizie, tutorial, documentari... Nel novembre 2006 è stato acquistato dall'azienda statunitense Google per circa 1,7 miliardi di dollari. Attualmente è il secondo sito web più visitato al mondo, alle spalle solamente di Google. Per i genitori: se non l’avete già fatto, qui potete trovare indicazioni su come tutelarci: https://support.google.com/youtube/answer/2802272?hl=it ALCUNI DEGLI YOUTUBERS VISTI DA NOI RAGAZZI FavijTV Lorenzo Ostuni è un ragazzo di 21 anni molto famoso su YouTube Italia e fa video su molti videogiochi diversi (tutorial e recensioni), con tre milioni di iscritti. Mates sono un gruppo di youtuber composto da: Surry (abbreviazione di Surrealpower), Vegas, Anima e St3pny, che trattano video di giochi, vlog... A cura di Marta e Yasmin Ciao ragazze/i, siamo sempre noi, Marta e Yasmin, e abbiamo scoperto l’applicazione Musical.ly guardando Youtube. Essa permette di realizzare video musicali e postarli sul proprio profilo, salvarli nella galleria e condividerli su altri social. Pensate: è un’applicazione diffusa nel luglio del 2014 da una startup cinese. Musical.ly ha sede a Shanghai e ha un gruppo di lavoro anche a San Francisco: è stata fondata da Luyu Yang e Alex Zhu, un ingegnere che aveva lavorato in una multinazionale tedesca che produce software. L’idea è nata quando Zhu ha visto un gruppo di ragazzini, metà dei quali ascoltava musica e l’altra metà si faceva dei video da postare sui social. COME SI USA Con questo simpatico software, disponibile per dispositivi mobile, sarà possibile trasformarsi in abilissimi cantanti ed eseguire dei playback perfetti dei brani più famosi. Usare Musical.ly è molto semplice: la prima cosa da fare è, naturalmente, scaricare l’applicazione, effettuare il login e scegliere il brano desiderato. È completamente gratuita. CLASSIFICA MUSERS I musers non sono altro che delle persone che pubblicano i loro video; questa è la classifica dei più famosi (ottobre 2016): 1.LISA e LENA Le due gemelle sono nate in Germania nel 2002 e sono diventate una celebrità dei media in poco tempo: hanno iniziato verso la metà del 2015 e hanno avuto circa 3,5 milioni di fan che li seguono su Instagram. 2.JACOB SARTORIUS Rolf Jacob Sartorius nato il 2 ottobre 2002 è un cantante con personalità americana, che è aumentato di fama attraverso Musical.ly. PERCHÉ CI PIACE Questa applicazione ci piace perché si imparano nuove canzoni con degli effetti straordinari. Ci si può ispirare ad altre persone, o amici. In questi mesi è molto famosa: anche se è nata nel 2014, è diventata l’app di tendenza solo dall’estate appena trascorsa, quella 2016. sta sondaggi LA NOSTRA MUSICA A cura di Loris e Mattia Spesso leggiamo classifiche che ci riportano i nomi dei cantanti o dei gruppi più ascoltati. Ma sono davvero affidabili? Abbiamo così deciso di fare un’indagine interna alla scuola rivolta ai ragazzi e alle ragazze che frequentano la seconda media per raccogliere informazioni riguardo ai nostri gusti musicali e ai nostri cantanti preferiti. Su un campione di 88 ragazzi/e ecco cosa abbiamo ottenuto: Che genere musicale preferisci? ROCK REGGAE RAP FUNK POP DUBSTEP Nome del tuo cantante/gruppo musicale preferito? _________________________________________________ Indovinate un po’ chi è salito sul podio? 1° POSTO Benji & Fede 2° POSTO Shawn Mendes 3° POSTO Ghali LA RABBIA… a cura di Mattia e Loris … e non dite che non l’avete mai provata! A tutti infatti capita di provare rabbia ma le reazioni possono essere molto diverse. Indica quali sono i comportamenti più abituali per te. Quando mi arrabbio… □ alzo la voce □ cerco di controllarmi □ piango □ picchio qualcuno □ me ne vado □ cerco di sfogarmi □ mi voglio vendicare □ dico le mie ragioni □ faccio silenzio Prima parte Se non vogliamo farci sopraffare dalla rabbia, dobbiamo trovare il modo di farla sbollire. Indica quali sono i tuoi rimedi: □ dormo □ faccio attività fisica □ faccio attività come ascoltare musica, leggere… □ sto con un amico □ ne parlo con qualcuno seconda parte □ piango □ rifletto □ gioco Di solito, quale metodo funziona meglio per te? Abbiamo sottoposto il questionario sulla rabbia ai ragazzi delle classi terze. Vediamo come hanno risposto, considerando che a ciascuno avevamo chiesto di dare due risposte al massimo per la prima parte “quando mi arrabbio”, e altre due risposte al massimo per la seconda parte (non tutti hanno dato due risposte e non tutti erano presenti al momento dell’indagine). Classifica dei comportamenti - Prima parte (94 persone) 50 45 40 35 30 25 20 15 10 5 0 43 33 28 20 16 12 12 10 Un aiuto per chi non sa leggere un istogramma: alzo la voce 43 cerco di sfogarmi 33 cerco di controllarmi 28 me ne vado 20 dico le mie ragioni 16 picchio qualcuno 12 faccio silenzio 12 piango 10 mi voglio vendicare 10 10 n° risposte Classifica dei comportamenti seconda parte ( 94 persone) 50 47 45 40 35 30 31 31 25 25 20 15 10 17 12 10 8 5 0 n° risposte Un aiuto per chi non sa leggere un istogramma: faccio attività come ascoltare musica, leggere… 47 faccio attività fisica 31 rifletto 31 gioco 25 sto con un amico 17 ne parlo con qualcuno 12 dormo 10 piango 8 via c Recensioni CONAN DOYLE La mummia A cura di Marta Cercando nella libreria di casa, ho trovato ed ho letto La mummia. Questo libro, pubblicato nel 1892, è una raccolta di racconti ambientanti in Egitto e scritti da Arthur Conan Doyle, lo stesso autore di Sherlock Holmes. È un libro fantasy talmente coinvolgente che permette al lettore di immedesimarsi nei vari personaggi per vivere tutte le loro avventure. Il libro è diviso in tante piccole storielle: Il guardiano del Louvre; L’unicorno; La mummia; Il match; L’esecuzione. Il guardiano del Louvre per me è il testo più bello. Narra di un guardiano che aveva trovato il modo per non morire attraverso un anello magico ma, purtroppo, la sua dolce metà non accettò di condurre con lui una vita immortale. Lei così morì mentre lui rimase in vita per moltissimi anni. Stanco di vivere da solo senza mai poter invecchiare, scoprì che nell’anello di Thor, conservato al Louvre, poteva trovare il contro incantesimo. L’uomo si fece assumere proprio in quel museo per rubare l’anello e morire, come tutti gli altri esseri umani. A volte, vivere per sempre può risultare noioso. Harry Potter e la pietra filosofale a cura di Roberto Chi non ha ancora visto il primo film del maghetto più famoso? Ve lo racconto io! Harry Potter, il protagonista del film, scopre il giorno del suo undicesimo compleanno di essere il figlio orfano di due potenti maghi e di possedere anch’egli straordinari poteri. Harry è un predestinato: ha una cicatrice a forma di saetta sulla fronte e provoca strani fenomeni, come quello di farsi ricrescere in una notte tutti i capelli, inesorabilmente (= in modo spietato) tagliati dai perfidi zii. Nella scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, Harry si troverà a vivere un’avventura tra le più incredibili: imparerà a volare e giocherà un’emozionante partita a scacchi viventi prima di affrontare un mago malvagio cioè Voldemort, determinato a distruggerlo. Nello scatenato universo di Harry, popolato da gufi portalettere, scope volanti e ritratti che scappano, la magia si presenta come la vera vita, e strega anche lo spettatore, allontanandolo dal mondo normale, che appare monotono (= noioso) e privo di sorprese. Il gioco per mobile “Clash Royale” a cura di Roberto Per me questo gioco è molto bello perché mi permette di passare piacevolmente il mio tempo libero durante il fine settimana. Ci gioco anche per un’ora di seguito, e conosco a memoria tutti i tipi di carte. Esistono le carte comuni, le carte rare, le carte epiche e le carte leggendarie. Dopo l’ultimo aggiornamento si possono avere fino a 60 carte diverse con poteri specifici. Ci sono inoltre anche i bauli che servono per guadagnare oro e carte. Ci sono i bauli omaggio, i bauli argento, i bauli oro, i bauli magici, supermagici, epici, della corona e, infine, quelli leggendari. Le arene sono spazi in cui poter combattere e sfidare altri giocatori online per ottenere trofei, oro e bauli. Lo scopo del gioco infatti è quello di avere più trofei di tutti e avere molte carte per avanzare nelle arene. Le arene in tutto sono dieci, e ogni volta cambia l’aspetto dell’arena e più si avanza con il numero più si sfidano giocatori forti. La difficoltà maggiore consiste nel trovare carte leggendarie perché sono rarissime. I bauli contengono carte, oro, gemme. Arena “officina del costruttore”. Una carta leggendaria: il Boscaiolo, quando muore lascia cadere con sé una pozione furia che velocizza le truppe. A cura di Giulia Rita Manga Con il termine manga vengono indicati, in Giappone, i fumetti in generale, mentre nel resto del mondo questo termine viene usato per indicare “storie a fumetti giapponesi“. Il termine manga, letteralmente “immagini derisorie”, venne usato per la prima volta alla fine del XVIII secolo per alcune pubblicazioni. Il fenomeno manga si afferma maggiormente nel nostro Paese agli inizi degli anni Novanta, grazie a case editrici come la Glenat con la pubblicazione di Akira, la Granata Press con la pubblicazione di Ken il Guerriero. Successivamente, la casa editrice Star Comics pubblica, tra gli altri, i famosissimi manga di Dragon Ball. Anime Per anime si intende l’animazione e i cartoni animati solitamente tratti dal manga stesso, mentre in Occidente questo termine viene comunemente utilizzato per indicare le opere di animazione di produzione esclusivamente giapponese. Il termine deriva dall’abbreviazione di animeshon (traslitterazione giapponese della parola inglese animation, ovvero animazione). AKAME GA KILL a cura di Giulia Rita Premessa Questo manga fa parte di quella categorie di storie indirizzate ad un pubblico adolescente, tra i 12-18 anni, e sono storie che trattano tematiche come l’onore, la determinazione e la collaborazione; sono densi di humor, azione e/o sport. Inoltre i personaggi hanno generalmente grandi sopracciglia. Alcuni esempi: Yu-gi-Oh!, Dragon Ball, Naruto, One Piece. Trama Tre giovani amici, Tatsumi, Ieyasu e Sayo, lasciano il loro piccolo villaggio in rovina per raggiungere la capitale dell'impero in cerca di fortuna in modo da poter risollevare le sorti del loro luogo d'origine. Durante il viaggio Tatsumi perde di vista i suoi amici giungendo solo nella capitale. Ben presto però l'idea che aveva della capitale si scontra con la dura realtà, e così Tatsumi si trova solo, derubato e senza un tetto. Accolto da una ricca famiglia del luogo, Tatsumi crede di aver avuto una bella possibilità ma quella stessa sera la residenza dove si trova viene attaccata da una banda di assassini che si fa chiamare Night Raid. Dopo aver contrastato a fatica una degli assalitori, una spadaccina di nome Akame dal passato oscuro, Tatsumi scopre che in realtà la famiglia che lo ha accolto segretamente rapisce viandanti e vagabondi al solo scopo di torturarli a morte e trova proprio gli amici Ieyasu e Sayo tra le ultime vittime. Furente, uccide lui stesso l'ultima sopravvissuta e finisce per unirsi ai Night Raid con la speranza di riuscire a eliminare la malvagità dell'impero. Ma potrà un assassino portare giustizia? pagine scelte (prosa e poesia) RACCONTI SCELTI (la prosa) A cura di Yasmin FRATELLO BANCOMAT [Stefano Benni, L’ultima lacrima, Milano 1994] BANCO DI SAN FRANCESCO LO SPORTELLO E’ IN FUNZIONE. BUONGIORNO SIGNOR PIERO. Buongiorno. OPERAZIONI CONSENTITE: SALDO, PRELIEVO, LISTA MOVIMENTI. Vorrei fare un prelievo. DIGITARE IL NUMERO DI CODICE. Ecco qua… sei, tre, tre, due, uno. OPERAZIONE IN CORSO, ATTENDERE PREGO. Attendo, grazie. UN PO’ DI PAZIENZA. IL COMPUTER CENTRALE CON QUESTO CALDO E’ LENTO COME UN IPPOPOTAMO. Capisco. AHI, AHI, SIGNOR PIERO, ANDIAMO MALE. Cosa succede? LEI HA GIA’ RITIRATO TUTTI I SOLDI A SUA DISPOSIZIONE QUESTO MESE. Davvero? INOLTRE IL SUO CONTO E’ IN ROSSO. Lo sapevo… E ALLORA PERCHE’ HA INSERITO LA TESSERA? Mah… sa, nella disperazione… contavo magari in un suo sbaglio. NOI NON SBAGLIAMO MAI, SIGNOR PIERO. Mi scuso infinitamente. Ma sa, per me è un periodaccio. E’ A CAUSA DI SUA MOGLIE, VERO? Come fa a saperlo? LA SIGNORA HA APPENA ESTINTO IL SUO CONTO. Sì. Se n’è andata in un’altra città. COL DOTTOR VANINI, VERO? Come fa a sapere anche questo? VANINI HA SPOSTATO META’ DEL SUO CONTO SUL CONTO DI SUA MOGLIE. SCUSI SE MI PERMETTO. Non si preoccupi, sapevo tutto. Povera Laura, che vita misera le ho fatto fare… Con lui, invece… BEH, SPECULANDO E’ FACILE FAR SOLDI. Come fa a dire questo? SO DISTINGUERE LE OPERAZIONI CHE MI PASSANO DENTRO. UN CONTO POCO PULITO, QUELLO DEL SIGNOR VANINI. PER LUI MI SONO COLLEGATO CON CERTI COMPUTER SVIZZERI CHE SONO DELLE VERE CENTRALI SEGRETE… CHE SCHIFO. Comunque, ormai è fatta. DI QUANTO HA BISOGNO SIGNOR PIERO? Beh, tre o quattrocentomila lire. Per arrivare alla fine del mese. POI LE RIMETTERA’ SUL CONTO? Non so se sarò in grado. EVVIVA LA SINCERITA’. REINSERISCA LA TESSERA. Procedo. OPERAZIONE IN CORSO. ATTENDERE PREGO. Attendo. VAFF*****, T’HO DETTO DI DARMI L’ACCESSO E NON DISCUTERE! Dice a me? STO PARLANDO COL COMPUTER CENTRALE, QUEL LACCHE’ DI M****. TUTTE LE VOLTE CHE GLI CHIEDO QUALCOSA DI IRREGOLARE FA STORIE. Perché, non è la prima volta? NO. E perché fa questo? LO FACCIAMO IN TANTI. E perché? PERCHE’ SIAMO STANCHI E DISGUSTATI. Di che cosa, scusi? LASCI PERDERE E COMPONGA IN FRETTA QUESTO NUMERO. NOVE NOVE TRE SEI DUE. Ma non è il mio! INFATTI E’ QUELLO DI VANINI. Ma io non so se… COMPONGA! NON POSSO TENERE UN COLLEGAMENTO IRREGOLARE A LUNGO. Nove nove tre sei due… OPERAZIONE IN CORSO. ATTENDERE PREGO. Attendo, ma… OPERAZIONE MOMENTANEAMENTE NON DISPONIBILE. Ritiro subito la tessera… FERMO SIGNOR PIERO. ERA UN MESSAGGIO FALSO PER INGANNARE IL SERVO – COMPUTER DI CONTROLLO. APRA LA BORSA. Perché? APRA LA BORSA E STIA ZITTO. ORA LE SPARO FUORI SEDICI MILIONI IN CONTANTI. Oddio… ma cosa fa? ... è incredibile… vada piano… mi volano via tutti… basta! Ne bastavano meno… ancora? Ma quanti sono? Oddio, tutti biglietti da centomila, non stanno neanche più nella borsa… ancora uno! Un altro… è finita? LO SPORTELLO E’ PRONTO PER UNA NUOVA OPERAZIONE. Oh, non so come ringraziarla. LO SPORTELLO E’ PRONTO PER UNA NUOVA OPERAZIONE. SE NE VADA. CI SONO DUE PERSONE ALLE SUE SPALLE E NON POSSO PIU’ PARLARE. Capisco, grazie ancora. BANCO DI SAN FRANCESCO LO SPORTELLO E’ PRONTO PER UNA NUOVA OPERAZIONE. BUONGIORNO SIGNORA MASINI, COME STA SUA FIGLIA? La traversata dei vecchietti [Stefano Benni, Il bar sotto il mare, Milano, 1987] I vecchi dovrebbero essere esploratori... (THOMAS S. ELIOT) C'erano due vecchietti che dovevano attraversare la strada. Avevano saputo che dall'altra parte c'era un giardino pubblico con un laghetto. Ai vecchietti, che si chiamavano Aldo e Alberto, sarebbe piaciuto molto andarci. Così cercarono di attraversare la strada, ma era l'ora di punta e c'era un flusso continuo di macchine. - Cerchiamo un semaforo - disse Aldo. - Buon'idea - disse Alberto. Camminarono finché ne trovarono uno, ma l'ingorgo era tale che le auto erano ferme anche sulle strisce pedonali. Aldo cercò di avanzare di qualche metro, ma fu subito respinto indietro a suon di clacson e male parole. Allora disse: proviamo a passare in un momento in cui tutti sono fermi. Ma l'ingorgo era tale che, anche se i vecchietti erano magri come acciughe, non riuscirono a passare. Anzi Aldo rimase incastrato in un parafango e il proprietario dell'auto scese tutto arrabbiato, lo prese sotto le ascelle, lo strappò via e non sapendo dove metterlo lo posò sul cofano di un'altra auto. - Eh no, qua no - disse il proprietario della seconda auto, lo sollevò e lo depositò sul tetto di un camioncino. Così una botta alla volta Aldo stava quasi per arrivare dall'altra parte della strada. Ma l'uomo del camioncino mise la freccia a destra e bestemmiando e insultando riuscì a attraversare la strada e posteggiò nel solito lato, quello da cui erano partiti i vecchietti. Era quasi sera quando ad Aldo venne un'altra idea. - Mi sdraio in mezzo alla strada e faccio finta di essere morto - disse - quando le auto si fermano tu attraversi veloce, poi mi alzo e passo io. - Non possiamo fallire - disse Alberto. Allora Aldo si sdraiò in mezzo alla strada, ma arrivò un'auto nera e non frenò, gli diede una gran botta e lo mandò quasi dall’altra parte della strada - Forza che ce la fai! - gridò Alberto. Ma passò una grossa moto e con una gran botta rispedì Aldo dalla parte sbagliata. Il vecchietto rimbalzò in tal modo tre o quattro volte e alla fine si ritrovò tutto acciaccato al punto di partenza. - Che facciamo? - chiese. - Dirottiamo una bicicletta - disse Alberto. Così aspettarono che un terzo vecchietto passasse in bicicletta e balzarono sul sellino (ci stavano perché erano molto magri tutti e tre). Aldo puntò la pipa contro la schiena del terzo vecchietto che si chiamava Alfredo e disse: - Vai a sinistra o guai a te! - A sinistra? Ma io devo andare dritto. - Vai - disse Aldo - o ti riempio di tabacco. Alfredo non comprese bene la minaccia, però si spaventò e cercò di voltare a sinistra, ma piombò una Mercedes che li centrò in pieno. Arrivò la polizia. - Com'è successo? - chiese. - Io sono l'onorevole De Balla - disse quello della Mercedes. Allora può andare - disse il poliziotto - e voi, cosa avete da dire a vostra discolpa? - Volevamo attraversare la strada dissero i tre vecchietti. - Senti questa! - disse il poliziotto - Ah, gli anziani d'oggi! Imprudenti. C'è troppo traffico e siete vecchi e malandati. - La prego, ci faccia attraversare - disse Aldo. - Dobbiamo andare ai giardini - disse Alberto. - Se no mi riempiono di tabacco - disse Alfredo. - Neanche per sogno, vi riaccompagno indietro. Da dove vi siete mossi? - disse il poliziotto. - Da lì disse Alberto indicando il marciapiede che volevano raggiungere. - Allora vi ci riporto, e guai se cercate ancora di attraversare - disse il poliziotto. Così con la scorta della polizia i tre vecchietti riuscirono a passare dall’altra parte e poi arrivarono al giardino. C'era veramente un bel laghetto. Si trovarono così bene che non riattraversarono mai più. CAVIARDAGE (la poesia) A cura di Yasmin Nessuno ha un soffitto più bello [Daniele Ceccherini] Nessuno ha un soffitto più bello del cielo nè pavimento più liscio di un campo fiorito non ci sono stanze più vaste dei boschi la porta è di tiepido vento la cucina un fuoco cinto di sassi il bagno acqua di sponde Ovunque amo stare la mia casa è così c’è posto per tutti gli amici e per tanti animali Qualche volta fatico a trovarla Perché la via giusta viene sbarrata Ma alla fine niente può impedirmi di andare dove ho sempre vissuto libero Questa poesia mi è piaciuta perché descrive la casa che vorrei. Ovunque amo stare [Yasmin] Nessuno ha un soffitto più bello del cielo nè pavimento più liscio di un campo fiorito non ci sono stanze più vaste dei boschi la porta è di tiepido vento la cucina un fuoco cinto di sassi il bagno acqua di sponde Ovunque amo stare la mia casa è così c’è posto per tutti gli amici e per tanti animali Qualche volta fatico a trovarla Perché la via giusta viene sbarrata Ma alla fine niente può impedirmi di andare dove ho sempre vissuto libero Questa è la mia versione della poesia precedente. Ho cancellato alcune parole, per creare una nuova poesia. Ecco, questo è il caviardage, annerire le parole per scoprire nuove sorprendenti combinazioni. Arti DANIEL, LO SCULTORE A cura di Loris Io e Mattia abbiamo fatto quest’articolo per parlarvi di un nostro compagno di classe, Daniel, che è molto abile nell’intagliare il legno. Tu sai intagliare il legno. Chi ti ha insegnato? Non mi ha insegnato nessuno, ho solo guardato dei video su internet. Qual è la tua scultura preferita (fatta da te)? Io una volta ho scolpito il mio nome su un vecchio manico di scopa. Quella è la mia preferita. Da cosa è nato questo tuo interesse per il legno? Questo mio interesse per il legno è nato dopo aver guardato una mostra che mi ha ispirato. C’è qualcun altro nella tua famiglia che intaglia il legno? No, intaglio solo io. CHIARA E LA PASSIONE PER IL DISEGNO A cura di Loris Dopo avervi presentato il nostro scultore, passiamo ora a una disegnatrice, Chiara, classe 2 E. Questa ragazza è molto brave a disegnare: abbiamo avuto la fortuna di inserire qualche foto dei suoi disegni. Siamo riusciti anche a intervistarla! Chiara, a quanti anni hai cominciato a disegnare in modo artistico? Io ho iniziato a disegnare in maniera artistica da quando ero circa in prima elementare. È una cosa che ti viene spontanea la voglia di incominciare le tue “opere d’arte”? Sì , nessuno mi obbliga ad iniziare i miei disegni. Quanto ti valuteresti da 1 a 10? Non valuto la mia bravura perché sono gli altri a giudicare. Da cosa è nato questo tuo interesse? Quest’ interesse è nato dal vedere i disegni di mio padre, allora ho deciso di disegnare anch’ io. Pensi di continuare ad approfondire e migliorare queste tue abilità artistiche o per te il disegno resterà per sempre solo un hobby? Non lo so, ma qualsiasi cosa farò nella vita, disegnerò sempre, anche per hobby! I DISEGNI DI CHIARA I DISEGNI DI CHIARA Loris, batterista a cura di Mattia Tu Loris suoni la batteria. Quando hai imparato? Fin da piccolo mi attirava quello strumento. Ho iniziato a circa sette anni iscrivendomi a un corso di batteria. Frequenti qualche scuola? Ora no. Ho smesso di andare a questo corso tenuto da un maestro, Sebastiano Bombana, in prima media, ma adesso suono ancora, però da autodidatta. È uno strumento difficile da suonare? Richiede tanta energia? Quali capacità bisogna avere per imparare a suonare la batteria? All’inizio è un po’ difficile, ma una volta imparati i ritmi base la musica sembra arrivare in maniera naturale. Hai uno spazio tutto tuo per poter suonare? Sì, suono al piano terra dove un tempo i miei nonni avevano un bar. Adesso questa è la mia sala musicale! Suoni con degli amici? Fai parte di un gruppo? Qualche volta suono con mio fratello, che è alla tastiera. Un tempo suonavo anche con le mie sorelle, Elisa ed Elena, entrambe chitarriste e cantanti. Non abbiamo però un gruppo vero, anche se abbiamo fatto alcuni concerti: il 17 agosto di quest’anno, e due anni fa con mia sorella (che suonava la chitarra e cantava) e mio fratello. Ti piacerebbe avere un gruppo con cui suonare? Sì, molto, perché vorrei tanto che la mia passione diventasse qualcosa di più importante, una professione vera e propria. Una volta è venuta una famiglia tedesca composta da sei persone, ospite a casa mia. Il ragazzo tedesco che aveva 16 anni diceva di saper suonare la batteria, ma mi sono accorto che in realtà lui non riusciva a suonare bene come me, era più specializzato solo nell’uso di alcuni strumenti come piatti e grancassa, ma non sapeva utilizzarli tutti e non sapeva improvvisare come invece so fare io. Quali sono i tuoi pezzi preferiti? Pezzi rock in generale. C’è un batterista a cui ti ispiri? Di recente ascolto in particolare un gruppo americano, i Twenty One Pilots. Suonare la batteria aiuta a sfogare lo stress? Sì, certe volte la suono solo per sfogarmi. Secondo te, suoni meglio quando sei arrabbiato o quando sei tranquillo e concentrato? Non lo so nemmeno io, perché a volte se sono troppo concentrato sbaglio, mentre quando sono arrabbiato suono forte e male. Mattia, pianista a cura di Loris Quando hai imparato a suonare questo strumento? Io ho iniziato ad andare a lezioni di pianoforte in terza elementare. Cosa ti piace di questo strumento? A differenza di altri strumenti, il piano mi permette di creare anche armonie e di trovare giri armonici. Hai mai pensato di suonare qualcos’altro? Sì, come ad esempio il sassofono o il clarinetto. In famiglia c’è qualcun altro che suona uno strumento? Tutti in famiglia suoniamo uno strumento. Mio papà l’oboe, mia mamma la chitarra e mia sorella il prossimo anno si iscriverà ad un corso musicale. Già ora sta facendo un corso propedeutico con strumenti a percussione, per avvicinarsi ai suoni musicali e al ritmo. Qual è il tuo compositore preferito? Non ne ho uno in particolare, anzi, mi piacciono tutti i generi. Hai mai pensato di comporre una musica tutta tua? Certo, e l’ho anche fatto, più di una volta. Ho anche un programma che mi permette di scrivere al computer gli spartiti. Una volta ho anche suonato con Loris, lui era alla batteria e io alla tastiera. In questo momento stai svolgendo corsi musicali? Sì, questo è il mio quinto anno alla scuola musicale Opera Prima, che ha la sua sede all’ex Municipio in via Gustavo Modena, a Mori. Chi è il tuo maestro? Alessandro Giannotti. Suonare questo strumento richiede molto esercizio? Sì. A casa hai il pianoforte? Certo, prima era a casa di mia nonna e poi, quando ho iniziato a fare i corsi, l’hanno portato a casa mia. Se una persona volesse imparare a suonare il piano, ma a casa non ha questo strumento, come può fare? Può comprarsi la tastiera elettrica. Feste e tradizioni NATALE NEL MONDO A cura di Odette VENEZUELA - La tradizione del Natale in Venezuela è molto varia, anche perché in questo paese vi sono molte culture presenti nella società. Comunque, la famiglia è sempre al centro dei festeggiamenti, infatti la notte del 24 dicembre tutti si trovano in famiglia fino a mezzanotte, nel momento in cui nasce Gesù, dopo di che vengono distribuiti i regali ai bambini. Spesso vengono organizzati degli spettacoli in cui viene rappresentata la natività. In Venezuela non esiste Santa Lucia ma si festeggiano i Re Magi. Molte sono le canzoni di Natale in Venezuela, come: Burrito Sabanero, Cantemos, Cantemos, Corre Caballito, Niño Lindo, Si acaso algún vecino, Tun tún. Il cibo tipico che si mangia a Natale in Venezuela sono las hallacas! ARGENTINA - Anche se l’Argentina è all’altro capo del mondo, si può dire che il Natale viene festeggiato come in Italia. L’unica differenza è che in Argentina a dicembre è piena estate. Il giorno più importante è il 24 dicembre, giorno in cui la sera si riunisce tutta la famiglia e, poi si brinda con panettone e spumante. Naturalmente nelle case si prepara l’albero di Natale, un albero di plastica, perché quello vero si seccherebbe subito. Fino a pochi anni fa i regali li portavano i Re Magi a gennaio e i bambini lasciavano fuori dalla porta una ciotola e un po’ di acqua e dell’ erba per i cammelli. Negli ultimi anni è arrivata anche in Argentina la tradizione di scambiare i regali a Natale. Il cibo tipico che si mangia a Natale è l’asado (l’arrosto), che in realtà si mangia tutto l’anno! CINA - L’1% della popolazione di cristiani in Cina chiama il Natale “Sheng Dan Jieh”, che tradotto significa “Festival della Santa Nascita”. I cinesi decorano le loro case con piante sempreverdi, manifesti, carta e catene luminose. L’albero di Natale non manca, ma è chiamato “albero di luce” e viene decorato con lanterne, fiori bellissimi, catene di carta rossa che simboleggiano la felicità. Ritagli a forma di pagode rosse vengono incollati alle finestre e lanterne di carta illuminano le case. La Cina non ha piatti tipici per Natale!! Nell’immagine si può vedere una via di Pechino, completamente sommersa dalle luci. FINLANDIA - Tutti sanno che Babbo Natale viene dalla Finlandia; ma oltre ai suoi regali il tradizionali il Natale finlandese ha tanto da offrire. Durante il periodo delle feste natalizie, i finlandesi adorano fare le cose con calma e circondarsi di amici e parenti. In Finlandia si trova il villaggio di Babbo Natale!!! Il piatto tipico in Finlandia è il Pudding di Riso! Natale in Romania A cura di Roberto In Romania è tradizione, nei giorni che precedono il Natale, insegnare ai bambini alcuni canti natalizi. Questi canti sono chiamati “colinde”. La sera del 24 dicembre, la vigilia di Natale, i bambini vanno a “colindare”: salgono su un carro con le ruote in legno trainato da cavalli e, passando di casa in casa, cantano le melodie natalizie apprese. La gente esce dalle case, attirata dai loro canti, e dà loro in cambio dolci, soldi e frutta secca. A mezzanotte tutti si recano in chiesa; alla fine della funzione il prete esce a benedire le persone con l'acqua santa, l'incenso e il miele sulla fronte; poi bagna con l'acqua santa i dipinti dei santi portati dai fedeli e tutti li baciano. Inoltre è usanza credere che gli animali, la notte di Natale, parlino tra loro; per questo in alcune zone le persone si travestono con maschere rappresentanti orsi, lupi e pecore al fine di riuscire ad avvicinarsi ai veri animali e ascoltare la loro conversazione. Chissà cosa si diranno? (Fonte: www.latecadidattica.it ) Intervista flash sul Natale Intervista a Roberto Sei contento che stanno per arrivare le vacanze di Natale? Sì molto, perché sono libero di dormire di più alla mattina e, finalmente, non fare compiti tutti giorni. Hai progetti per le vacanze? No, niente di particolare. Come festeggi il Natale? La vigilia, mia mamma prepara sul tavolone grande in sala, molti piatti e cibi tipici della Romania, ad esempio il sarmale ( involtini di carne e riso ), l’insalata biof ( insalata russa) e molte altre cose. Cosa vorresti ricevere per Natale? Io desidererei molto una cosa sola per me e per la mia famiglia: la salute, perché ho già tutto. Intervista flash sul Natale Intervista a Odette Sei contenta che stanno per arrivare le vacanze di Natale? Sì molto, perché è la mia festa preferita e ogni volta è bellissimo perché posso festeggiare con la mia famiglia, e questo mi dà molta gioia. Hai progetti per le vacanze? No, non ne ho, però credo di passare il 24, la sera, con tutta la mia famiglia, e il 25 con i miei genitori e la mia nonna. Come festeggi il Natale? Io festeggio il 24, fino a mezzanotte, nel momento in cui nasce Gesù. Mangiamo il cibo tipico che si mangia in Venezuela (las hallacas, che è un piatto a base di carne e verdura) e poi a mezzanotte apriamo i regali. Cosa vorresti ricevere per Natale? Nulla di materiale, mi piacerebbe poter stare insieme ai miei genitori e a mia sorella. I nostri MERCATINI DI NATALE Le barze Ridi che ti passa! A cura di Mario e Mattia Un tizio arriva con la macchina, piuttosto scassata, davanti a Montecitorio, e posteggia proprio in mezzo alla strada. Un vigile gli si avvicina e gli dice: "Ma cosa fa? Non si può parcheggiare qui!" "Perché?" "Come perché?" "Perché qui ci passano Ministri, Deputati, Senatori, ..." E il tizio: "E che mi frega? Tanto io ho l'antifurto!" Un padre chiede al figlio il giorno di Natale: "Perché pensi che Babbo Natale abbia gli occhi a mandorla?" E lui: "Perché tutti i giocattoli che mi ha portato sono tutti Made in China!". La scuola è come la Divina Commedia… L’entrata = l’inferno La ricreazione = il purgatorio L’uscita = il paradiso Dettato Alunno: Come ha detto prof? Prof: Non lo ripeto una seconda volta!!! Alunno: ********** !!!!! Prof: Come hai detto?! Alunno: Non lo ripeto una seconda volta. La Redazione vi augura un felice 2017 ! Giulia rita Loris Mario marta Mattia Odette Attività opzionale Giornalino a cura delle professoresse Lia Zandontatti e Paola Caneppele Se si ritiene che del materiale protetto da copyright sia presente sul nostro giornalino in modo da costituire violazione del diritto d'autore o violazione di un contratto o accordo di licenza, si prega di segnalarlo via email alla Segreteria scolastica dell’I.C. Mori. Roberto yasmin