Manuale di gestione del protocollo informatico, dei flussi
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Manuale di gestione del protocollo informatico, dei flussi
Manuale di gestione del protocollo informatico, dei flussi documentali e degli archivi 1. Finalità del presente documento Il presente manuale di gestione del sistema documentale regola le attività svolte dalle strutture comunali nella situazione organizzativa attuale. Si riferisce in particolare alla gestione documentale così come è stata rilevata a seguito di indagine effettuata presso il Servizio Archivistico e presso i diversi settori. Regola quindi essenzialmente gli aspetti relativi alla gestione della documentazione nel tradizionale formato cartaceo e rappresenta una prima tappa verso la gestione del workflow anche se, in relazione alla installazione di nuovi strumenti tecnologici avanzati, pone le basi per la futura gestione complessiva dei documenti in formato elettronico. In particolare sono già state individuate le modalità per la gestione del protocollo informatico e per la ricezione ed il trattamento di documenti prodotti o inviati con strumenti informatici. Nelle future versione del manuale, da adottare in base al programma di sviluppo del sistema documentale che il Comune di Busto Arsizio intende perseguire, verranno regolati tutti gli altri aspetti relativi alla progressiva messa in opera delle integrazioni al sistema di protocollo informatico e che interesseranno la posta elettronica certificata, la firma elettronica, l’interoperatività con altri sistemi, la memorizzazione e l’archiviazione dei documenti informatici. 2. Definizioni e termini Per quanto riguarda la definizione dei termini, che costituisce la corretta interpretazione del dettato del presente manuale, si rimanda al glossario allegato A). 3. Istituzione del Servizio per la gestione del protocollo informatico, dei flussi documentali e degli archivi (Servizio Archivistico) Nell’ambito dell’area organizzativa omogenea, ai sensi dell’articolo 61, comma 1, del DPR 445/2000, è stato istituito, con atto di Giunta Comunale n. 827 del 18/11/2004, il Servizio Archivistico per la gestione informatica del protocollo, dei documenti, dei flussi documentali e degli archivi. Il servizio, ai sensi dell’articolo 61, comma 3, del DPR 445/2000 ha competenza sulla gestione dell’intera documentazione archivistica, ovunque trattata, distribuita o conservata, dell’Amministrazione, ai fini della sua corretta registrazione, classificazione, conservazione, selezione e ordinamento. Il responsabile del servizio, ai sensi dell’articolo 4 del DPCM 31/10/2000, svolge le funzioni attribuitegli dai citati DPCM 31/10/2000 e DPR 445/2000. Ai sensi della Deliberazione CNIPA numero 11/2004, articolo 5, il responsabile del servizio archivistico svolge le funzioni di Responsabile della conservazione ed è specificamente considerato pubblico ufficiale. Al Servizio è preposto un responsabile con qualifica di funzionario, nominato con atto dirigenziale, agli atti. 3.1. Individuazione della unità operativa centrale di protocollazione e della unità operativa di gestione dell’archivio 3.1.1. Unità operativa centrale di protocollazione Il Servizio Archivistico è confermato come Unità Operativa (U.O.) centrale di protocollazione del sistema comunale. A questa Unità sono assegnati i seguenti compiti: ricezione della corrispondenza in arrivo all’Ente attraverso l’Ufficio postale e lo sportello aperto al pubblico, il fax e la casella di posta elettronica ufficiale; gestione di tutte le fasi relative alla protocollazione della posta in arrivo; gestione di tutte le fasi relative alla protocollazione e spedizione della posta in partenza verso l’esterno dell’Ente; gestione di tutte le fasi relative alla protocollazione della posta interna in partenza sia dei documenti prodotti dall’Ufficio sia di quelli prodotti dagli altri uffici, secondo quanto disposto dal successivo art. 4 2° comma. 3.1.2. Unità operativa di gestione dell’archivio Il Servizio Archivistico è altresì confermato come Unità Operativa (U.O.) per la gestione dell’archivio corrente, di deposito e storico dell’Ente. 3.2. Introduzione del protocollo unico ed eliminazione di eventuali protocolli interni La numerazione delle registrazioni di protocollo è unica, progressiva, corrisponde all’anno solare ed è composta da almeno sette numeri. Il sistema informatico di gestione del protocollo informatico fornisce in automatico la data, l’ora e la numerazione progressiva annuale. Tutti i protocolli particolari o settoriali sono aboliti. L’Amministrazione non riconosce validità a registrazioni particolari che non siano quelle individuate nell’elenco di cui al successivo art. 5.2, 2° comma. Ad ogni documento è dato un solo numero, che non può essere utilizzato per la registrazione di altri documenti anche se correlati allo stesso. 3.3. Adozione del piano di classificazione e del massimario di selezione e scarto Con l’entrata in vigore del protocollo unico è adottato un unico sistema di classificazione. Tale sistema è individuato nel Piano di classificazione (Titolario) di cui all’allegato B) del presente manuale, predisposto dal Gruppo Nazionale di Lavoro della Direzione Generale per gli archivi del Ministero per i beni e le attività culturali. 3.3.1. Modifica e integrazione del Piano di classificazione Eventuali modifiche al Piano di classificazione allegato al presente Manuale di Gestione comporteranno una modifica sostanziale dello stesso e quindi soggette a preventivo parere della Sovrintendenza Archivistica per la Lombardia. Il suo aggiornamento compete al responsabile del servizio archivistico. Il sistema informatico adottato deve garantire la storicizzazione delle variazione del titolario, e la possibilità di ricostruire le diverse voci nel tempo, mantenendo stabili i legami dei fascicoli e dei documenti in relazione al titolario vigente al momento della produzione degli stessi. Per ogni modifica deve essere riportata la data di introduzione o quella di variazione, cioè la durata della stessa. Di norma le variazioni vengono introdotte dopo un anno di sperimentazione. Ad ogni modifica del quadro di classificazione il suddetto responsabile provvede a informare tutti i soggetti abilitati all’operazione di classificazione dei documenti e a dare le istruzioni per il coretto utilizzo delle nuove classificazioni, nonché ad informare i relativi responsabili di procedimento dei cambiamenti effettuati. La sostituzione delle voci di titolario comporta l’impossibilità di aprire nuovi fascicoli nelle voci precedenti a partire dalla data di attivazione delle nuove voci. Rimane possibile registrare documenti in fascicoli già aperti con la classificazione precedente storicizzata fino alla chiusura degli stessi. 3.3.2. Massimario di selezione e scarto Il massimario di selezione e scarto adottato dal Comune di Busto Arsizio è quello elaborato dal Gruppo Nazionale di Lavoro della Direzione Generale per gli archivi del Ministero per i beni e le attività culturali, denominato Piano di conservazione, di cui all’allegato C). 4. Tipologia dei documenti I documenti si distinguono in documenti in arrivo, documenti in partenza e documenti interni. Si intende “in arrivo” ogni documento ricevuto da soggetti esterni all’Amministrazione comunale. Si intende “in partenza” ogni documento prodotto dagli uffici comunali e destinati a soggetti esterni all’Amministrazione. Si intende “interno” ogni documento prodotto dagli uffici o dagli organi comunali e destinati ad altri soggetti dell’Amministrazione. In particolare sono da considerare documenti interni da protocollare, a cura dell’ufficio o organo che li redige, tutti gli atti prodotti da uffici e strutture interne destinati ad altri uffici e strutture interne dal contenuto rilevante dal punto di vista giuridico e dai quali possano nascere diritti, doveri o legittime aspettative. Sono altresì soggetti a protocollazione gli atti formali prodotti dall’Ente, anche se già sottoposti a registrazione particolare (deliberazioni degli organi, determinazioni dirigenziali e ordinanze). Non sono invece da protocollare gli atti meramente interlocutori, circolari e comunicazioni di carattere generale, gli atti istruttori intermedi (minute, bozze di provvedimenti). In questo caso gli atti transiteranno tramite il Servizio Archivistico solo per lo smistamento. 4.1. Elementi obbligatori dei documenti in partenza I documenti del Comune di Busto Arsizio, indipendentemente dal supporto sul quale siano stati scritti, devono riportare, oltre ai dati relativi al destinatario, le seguenti informazioni: a) stemma del Comune; b) settore ed ufficio; c) indirizzo completo dell’Ente (via, numero, c.a.p., città, provincia); d) numero di telefono; e) numero istituzionale di telefax; f) indirizzo istituzionale di posta elettronica (quando sarà attivata); g) codice fiscale e/o partita IVA h) data completa (luogo, giorno, mese, anno); i) numero di protocollo; j) classificazione; k) oggetto del documento; l) indicazione del responsabile del procedimento amministrativo; m) indicazione del dirigente o di chi ne fa le veci con relativa firma autografa o digitale per i documenti informatici. Al fine di agevolare gli uffici, è stato predisposto un fac-simile che contiene i dati di cui sopra, (allegato D). Per gli organi istituzionali (per documenti di carattere politico, amministrativo e di alto profilo) sono da ritenersi comunque obbligatori l’indicazione dell’organo, la data, il numero di protocollo e la classificazione. 5. Registrazione dei documenti 5.1. Registrazioni di protocollo Tutti i documenti dai quali possano nascere diritti, doveri o legittime aspettative devono essere registrati al protocollo. La registrazione di protocollo deve contenere le seguenti informazioni minime: 1. data di registrazione (assegnata in automatico dal programma informatico); 2. numero di protocollo (assegnato in automatico dal programma informatico); 3. mittente per il documento in arrivo; destinatario per il documento in partenza; 4. oggetto; 5. classificazione; 6. assegnazione. Inoltre se disponibili possono essere aggiunti: a) data di arrivo; b) allegati (numero e descrizione); c) estremi provvedimento differimento termini di registrazione; d) mezzo di ricezione/spedizione (lettera ordinaria, prioritaria, raccomandata, corriere,fax ecc.); e) ufficio di competenza; f) tipo documento; g) livello di riservatezza; h) elementi identificativi del procedimento amministrativo, se necessario. Per i documenti di partecipazione a gare, concorsi, e per quelli relativi a procedimenti aventi scadenza in giorno e ora fissa, deve essere registrata (in coda all’oggetto) anche l’ora di ricevimento se consegnate nel giorno di scadenza. Nel caso dei documenti informatici, il sistema prevede anche la registrazione dell’impronta, cioè di una sequenza di caratteri che identificano in maniera univoca il documento. 5.2. Documenti da non registrare a protocollo Non devono essere registrati a protocollo i seguenti documenti in arrivo: le Gazzette Ufficiali i Bollettini Ufficiali e i notiziari delle Pubbliche Amministrazioni i giornali, le riviste, i libri il materiale pubblicitario, gli inviti generici a manifestazioni e convegni, auguri, condoglianze, ringraziamenti ecc. circolari informative di associazione ed enti diversi (escluse quelle Prefettizie) le offerte e i preventivi di terzi non specificatamente richieste dall’Ente le segnalazioni di trasferimento di sede legale, di cambiamento di codice fiscale, di partita IVA le segnalazioni di cambio di banca i solleciti di pagamento, gli estratti conto. Non devono essere inoltre registrati a protocollo in quanto già soggetti a registrazione particolare dell’Amministrazione: i contratti; le fatture; i mandati di pagamento; le reversali d’incasso; le autorizzazioni edilizie; le richieste di notificazione di atti da parte di Amministrazioni esterne; i verbali per contravvenzioni al C.d.S., e di altre violazioni amministrative; le richieste di iscrizione e cancellazione anagrafica; le richieste di annotazione marginale e di trascrizioni sui registri di stato civile; le denunce di occupazione ai fini TARSU e le relative richieste di agevolazione; le dichiarazioni ICI; le richieste di accesso agli atti amministrativi. In generale, anche per eventuali casistiche qui non ricomprese, non saranno comunque protocollati i documenti soggetti a registrazione separata/particolare da parte degli uffici competenti, salva diversa disposizione di legge o regolamento. Saranno questi ultimi a doverne dare comunicazione scritta al Servizio Archivistico per l’esclusione dalla protocollazione. Per tutti i documenti in arrivo riportati nella lista di cui sopra, deve essere seguita, in alternativa alla protocollazione, la seguente procedura: il Servizio Archivistico (o l’ufficio che direttamente provvede alla ricezione di questi atti) provvede all’apertura della busta e alla timbratura con timbro datario del documento ricevuto. Completata questa fase i documenti vengono inviati direttamente alle strutture comunali competenti per le relative registrazioni che devono essere compiute nel più breve tempo possibile. 5.3 Registrazione dei documenti interni Non devono essere registrati a protocollo i documenti interni consistenti in atti meramente interlocutori, circolari e comunicazioni di carattere generale, gli atti istruttori intermedi (minute, bozze di provvedimenti). Sono invece soggetti a protocollazione gli atti formali prodotti dall’Ente, anche se già sottoposti a registrazione particolare (deliberazioni degli organi, determinazioni dirigenziali e ordinanze). 5.4. Timbro di protocollo (segnatura) per documenti cartacei La segnatura di protocollo è l’apposizione o l’associazione al documento, in forma permanente non modificabile, delle informazioni riguardanti la registrazione di protocollo per consentire di individuare ciascun documento in modo inequivocabile. La registrazione di protocollo e la segnatura costituiscono un’operazione unica e contestuale avente natura di atto pubblico. Di conseguenza è vietata la cosiddetta "prenotazione del protocollo", operazione con la quale vengono registrate nel sistema i dati relativi ad un documento, rinviando l'effettiva apposizione del timbro sul documento a momenti successivi. Il timbro si divide in tre aree ed ha le seguenti caratteristiche: • nella prima area è individuato l’Ente; • nella seconda area sono riportati il numero di protocollo (secondo lo standard di legge) e la data di protocollazione; • nella terza area sono riportati gli altri elementi della registrazione (classificazione, struttura assegnataria). Nel documento in arrivo il timbro viene posto, di norma, sulla prima pagina. Nel documento in partenza il timbro va apposto solo sulla minuta conservata dalla struttura mittente. Il numero di protocollo e la data vanno apposti direttamente sul documento originale e sulle ulteriori copie riportandolo senza apposizione del timbro. 5.5. Annullamento delle registrazioni di protocollo Le registrazioni di protocollo, tutte o in parte, possono essere annullate con una specifica funzione del sistema di gestione informatica dei documenti e con autorizzazione del responsabile del Servizio Archivistico a seguito di motivata richiesta scritta o per iniziativa dello stesso responsabile. Le registrazioni annullate rimangono memorizzate nella base di dati e sono evidenziate dal sistema. Il sistema durante la fase di annullamento registra gli estremi del provvedimento autorizzativo redatto dal responsabile del servizio. Le richieste di annullamento dei numeri di protocollo devono pervenire in forma scritta al responsabile del servizio. Sui documenti cartacei è apposto un timbro che riporta gli estremi del verbale di annullamento; il documento è conservato, anche fotoriprodotto, a cura del responsabile del Servizio Archivistico. Non è possibile annullare il solo numero di protocollo e mantenere valide le altre informazioni della registrazione. 5.6. Differimento dei termini di protocollazione La registrazione della documentazione pervenuta avviene nell'arco di 24/48 ore. Il responsabile del Servizio Archivistico può autorizzare la registrazione in tempi successivi, fissando un limite di tempo entro il quale i documenti devono essere protocollati, conferendo valore attraverso un verbale, o altro documento, al timbro datario apposto sui documenti di cui si è differita la registrazione al protocollo. 5.7. Registro giornaliero di protocollo Il contenuto del registro informatico è riversato, a cura del responsabile del Servizio Archivistico, alla fine di ogni giorno su supporti di memorizzazione che si conservano, presso il Servizio Informatico, fino al riversamento dei dati delle registrazioni di protocollo su un supporto non rescrivibile, (come specificato nell’allegato piano di conservazione). 5.8.Registro annuale di protocollo Nel mese di febbraio di ogni anno si provvederà a riversare le registrazione del protocollo informatico dell’anno precedente su supporti di memorizzazione non rescrivibili. Le registrazioni prodotte in tre copie sono conservate una a cura del responsabile del servizio archivistico, una a cura del responsabile del servizio sistemi informativi e una depositata presso il caveau della tesoreria presso l’istituto bancario che svolge le funzioni di tesoriere. Assieme alle registrazioni annuali sono conservati anche i file di log del sistema di protocollo (vedi anche piano di conservazione allegato). 5.9. Registro di emergenza Nelle situazioni di emergenza nelle quali non sia possibile utilizzare il protocollo unico informatico, ogni documento deve essere registrato, previa autorizzazione del responsabile del Servizio Archivistico, su un supporto alternativo, denominato Registro di emergenza. Il registro di emergenza è di tipo cartaceo ed è annuale (dal 1° gennaio al 31 dicembre). Sul registro di emergenza cartaceo devono essere riportate: a) la causa, la data e l’ora di inizio dell’interruzione del protocollo unico informatico; b) la data e l’ora del ripristino della piena funzionalità del protocollo unico informatico; c) la data e ora di chiusura di ogni utilizzo del registro di emergenza con il numero delle registrazioni effettuate; d) ulteriori eventuali annotazioni ritenute rilevanti dal responsabile del Servizio Archivistico. Nel protocollo unico informatico dovranno essere annotati i periodi di attivazione del registro di emergenza. Qualora nel corso di un anno non si sia fatto ricorso al registro di emergenza, se ne deve annotare anche il mancato uso. Al ripristino della funzionalità del protocollo unico informatico si provvede alla chiusura del registro di emergenza e, quindi, al recupero delle registrazioni effettuate nel sistema unico di protocollo. Ad ogni registrazione recuperata dal registro di emergenza sarà attribuito un nuovo numero di protocollo, seguendo, senza soluzioni di continuità, la numerazione del protocollo unico raggiunta al momento dell’interruzione del servizio. A tale registrazione sarà associato anche il numero di protocollo e la data di registrazione del protocollo di emergenza. I documenti annotati nel registro di emergenza e trasferiti nel protocollo unico recheranno due numeri: uno del protocollo di emergenza e uno del protocollo unico. 5.10. Casi particolari Di seguito vengono fornite alcune indicazioni pratiche riguardo ai comportamenti operativi da adottare nell'occasione di alcune situazioni che accadono comunemente negli uffici di protocollo. 5.10.1. Lettere anonime e priva di firma o con firma illeggibile Ogni istanza anche se anonima, priva di firma o con firma illeggibile va protocollata. 5.10.2. Registrazione “a fronte” Ogni documento è individuato da un unico numero di protocollo. Pertanto è vietata la cosiddetta registrazione “a fronte”, cioè l’utilizzo di un unico numero di protocollo per il documento in arrivo e per il documento in partenza, anche nel caso in cui la pratica si esaurisca con la risposta e la registrazione avvenga nel medesimo giorno lavorativo. 5.10.3. Registrazione di documenti riservati I documenti sottratti al diritto di accesso a norma dell’art. 24 della legge 7 agosto 1990 n. 241 e successive modifiche ed integrazioni ed i documenti che, per disposizione legislativa o regolamentare, sono da considerare riservati, devono essere registrati come tali. L’indicazione della riservatezza è determinata dal Responsabile del Servizio Archivistico, all’atto della protocollazione, o successivamente, dal Dirigente del Settore competente. Per i documenti riservati, l’accesso alla registrazione e al documento è consentita al Responsabile del Servizio Archivistico, all’assegnatario e al Sindaco e agli Assessori e ai Consiglieri nel limite dell’espletamento del proprio mandato secondo quanto previsto dall’art. 43 del D.Lgs. 267/00. 5.10.4. Telefax I documenti ricevuti o spediti a mezzo telefax devono essere protocollati. I documenti ricevuti per telefax dagli uffici devono essere tempestivamente recapitati al Servizio Archivistico. In caso di trasmissione o ricevimento di documenti a mezzo di telefax, la segnatura (timbro di protocollo) va apposta sul documento e non sulla copertina di trasmissione. Qualora venga registrato un documento ricevuto o trasmesso via telefax e venga successivamente ricevuto o trasmesso lo stesso documento in originale, il protocollista deve attribuire all’originale lo stesso numero attribuito al telefax. Qualora fra il telefax e l’originale vi sia qualche differenza, anche minima, si è in presenza di un documento diverso e quindi andrà registrato con un nuovo numero di protocollo. 5.10.5. Posta elettronica (e-mail) I messaggi di posta elettronica che soddisfano i requisiti indicati dalla normativa vigente (firmati con firma digitale o elettronica) vanno protocollati. Potranno essere protocollati sia il corpo del messaggio che uno o più dei file ad esso allegati, purché corredati di firma digitale, secondo le indicazioni della normativa vigente. L’eventuale segnatura di protocollo dovrà rispettare lo standard XML, PDF-A, HTML, TXT, TIFF, ecc. A tal fine, il Comune di Busto Arsizio dovrà definire una casella di posta elettronica adibita a finalità di protocollazione, di cui darà comunicazione agli organi competenti per l’inserimento nell’Indice delle Pubbliche Amministrazioni. Verranno protocollati solo i messaggi inviati alla casella istituzionale di posta elettronica. Qualora il messaggio di posta elettronica pervenga ad una casella diversa da quella istituzionale, il medesimo messaggio dovrà essere reindirizzato a cura del mittente alla casella istituzionale di posta elettronica. 5.10.6. Documenti in partenza con più destinatari Qualora i destinatari siano più di uno, è autorizzata la spedizione di copie dell’originale. Nella registrazione di protocollo va riportato il nominativo del primo destinatario con la seguente indicazione: “e altri. Vedi elenco allegato al torni”. In questo caso alla registrazione di protocollo va associato il file contenente l’elenco dei destinatari (anche in modo riservato, nei modi e nei tempi previsti), mentre l’elenco cartaceo dei destinatari va vistato dal responsabile del procedimento a cui riferisce l’atto e allegato al torni. 5.10.7. Ricevute attestanti la ricezione dei documenti La ricevuta della consegna di un documento cartaceo può essere costituita dalla fotocopia del primo foglio del documento stesso con un timbro che attesti il giorno della consegna; per altri tipi di documenti analogici verrà rilasciata ricevuta tramite un apposito modulo. A chi ne fa domanda, compatibilmente con le esigenze del servizio, deve essere anche riportato il numero di protocollo assegnato al documento, in questo caso l'operatore deve provvedere immediatamente alla registrazione dell'atto. Nel caso di ricezione dei documenti informatici, la notifica al mittente dell'avvenuto ricevimento è assicurata dal sistema elettronico. 5.11. Orari di apertura per il ricevimento della documentazione cartacea La posta sarà ricevuta direttamente presso il Servizio Archivistico nei seguenti giorni e orari: lunedì e venerdì dalle 11.00 alle 13.30, martedì e giovedì dalle 8.30 alle 11.00 e mercoledì dalle 14.30 alle 16.30. I settori e servizi sono invitati a uniformarsi a tali orari, sia per le richieste di registrazione di documenti, sia per la comunicazione dell’orario di ricezione di buste, domande di concorso o altra documentazione. Per consentire all’ufficio protocollo di evadere in giornata tutta la documentazione relativa a gare o concorsi la scadenza degli stessi si fissa entro le ore 12.00, con l'avvertenza di non includere il venerdì come giorno di scadenza. Al fine di consentire il regolare svolgimento delle operazioni di protocollazione la corrispondenza in partenza deve essere conferita al Servizio Archivistico entro le ore 10.00 del giorno di spedizione, opportunamente confezionata ed in busta aperta. 6. Gestione e tenuta dei documenti In un sistema di gestione e tenuta dei documenti l’importanza viene attribuita non al documento in quanto tale, ma all’insieme delle relazioni che quel documento ha con tutti quelli che riguardano la medesima pratica o il medesimo procedimento amministrativo. 6.1. Redazione dei documenti in partenza: originale e minuta Ogni documento cartaceo va redatto in due esemplari, un originale e una minuta c.d. “torni”. Per originale si intende il documento nella sua redazione definitiva, perfetta e autentica negli elementi sostanziali e formali (carta intestata, firma, ecc.). Per minuta si intende l’esemplare del documento conservato “agli atti”, cioè nel fascicolo relativo all’affare o al procedimento amministrativo trattato. Sia l’originale che la minuta vanno corredati di firma autografa. Sulla minuta deve essere apposta la dicitura “torni” ed il timbro di protocollazione. 6.2. Fascicolazione dei amministrativi documenti relativi ad affari o procedimenti Tutti i documenti in arrivo e le minute dei documenti in partenza nonché i documenti interni, dopo la protocollazione, devono essere inseriti nel fascicolo di pertinenza. I documenti sono inseriti all’interno di ciascun fascicolo, secondo l’ordine cronologico di protocollazione, in base, cioè, al numero di protocollo ad essi attribuito o, se assente, in base alla data. Il fascicolo viene chiuso al termine del procedimento amministrativo o all’esaurimento dell’affare. La data di chiusura si riferisce alla data dell’ultimo documento prodotto o ricevuto. Esso va archiviato rispettando l’ordine di chiusura del procedimento. Con l’ausilio del programma informatico possono essere creati dei collegamenti tra fascicoli. L’operazione di fascicolazione (apertura di un nuovo fascicolo, inserimento di documenti in un fascicolo esistente e collegamenti tra fascicoli) ed aggiornamento del repertorio dei fascicoli è effettuata dal responsabile del procedimento amministrativo secondo quanto previsto ai punti successivi e con l’utilizzo del software per il protocollo informatico e la gestione documentale. Il Responsabile del Servizio Archivistico procederà periodicamente ad effettuare controlli a rotazione, previo avviso, su tutti i servizi dell’Amministrazione, al fine di verificare il rispetto da parte dei Responsabili del procedimento della corretta fascicolazione e in generale delle norme del presente manuale. 6.3. Elementi d’individuazione del fascicolo Il fascicolo è individuato dai seguenti elementi: a) anno di apertura; b) numero di repertorio assegnato in automatico dal sistema di gestione documentale; c) oggetto, cioè un riassunto per descrivere compiutamente un affare o un procedimento amministrativo o più di questi insieme; d) categoria e classe del titolario di classificazione; e) l’indicazione dell’unità organizzativa responsabile del procedimento amministrativo o dell’affare a cui quel documento si riferisce. Gli elementi di cui al comma precedente vengono definiti dal responsabile del procedimento al momento dell’apertura del fascicolo. Tutti i documenti relativi allo stesso procedimento (sia in arrivo che in partenza o interni) devono essere protocollati in linea di massima con la stessa classificazione attribuita al fascicolo. Allorché la classificazione assegnata ad un documento all’atto della protocollazione sia diverso da quello del fascicolo, il responsabile del procedimento può richiederne la correzione a cura del Servizio Archivistico. Al fine di agevolare i Responsabili di procedimento nell’organizzazione della fascicolazione e delle serie, si allegano al punto E) le linee guida predisposte in merito dal Gruppo Nazionale di Lavoro della Direzione Generale per gli archivi del Ministero per i beni e le attività culturali. 7. Flusso dei documenti 7.1. Flusso dei documenti in arrivo a livello cartaceo Tutti i documenti in arrivo dall'esterno del Comune, sia che pervengano tramite l'Ufficio postale, sia che vengano recapitati a mano o per fax, devono essere consegnati tempestivamente al Servizio Archivistico e comunque entro la mezz’ora prima della chiusura del Servizio. Tutta la corrispondenza pervenuta al Comune viene considerata di pertinenza dell’Ente e di conseguenza viene aperta. Non verrà aperta la sola corrispondenza che riporti sulla busta la dicitura “RISERVATA PERSONALE”. Il Servizio Archivistico provvede, a questo punto, a suddividere la posta ricevuta distinguendo tra documenti da sottoporre a protocollazione e documenti esclusi dalla protocollazione in base a quanto indicato al punto 5.2. La documentazione esclusa dalla protocollazione deve essere immediatamente inserita nella cartella di pertinenza della struttura competente. Si provvede quindi alla lettura della corrispondenza da protocollare, individuando il codice di classificazione e il soggetto assegnatario della corrispondenza. Viene, a questo punto, effettuata la protocollazione e la scansione ottica del documento (vedi anche punto successivo) con l’utilizzo del programma informatico. Terminato l’inserimento dei dati, i documenti cartacei protocollati vengono inviati al Sindaco, al Segretario Generale e al Direttore Generale per la visione della posta in anteprima e il controllo delle assegnazioni e rinviati nel più breve tempo possibile al Servizio Archivistico per l’inserimento nelle apposite cartelle. Nel caso in cui uno dei summenzionati soggetti ritenga di dover trattenere un documento della corrispondenza in arrivo, dovrà darne immediata comunicazione al Servizio Archivistico per il cambio di assegnazione. L’originale protocollato dovrà comunque pervenire all’Ufficio competente entro e non oltre i due giorni successivi alla protocollazione, fatte salve le eccezioni in caso di festività. Nel caso il Dirigente del Settore destinatario del documento in arrivo ravvisi un errore nell’assegnazione ne deve dare immediata comunicazione al Responsabile del Servizio Archivistico che darà le eventuali disposizioni per la correzione e la relativa nuova assegnazione. Il programma informatico dovrà tenere traccia delle nuove assegnazioni. Gli addetti al Servizio Archivistico, provvedono affinché i fax e tutti gli altri documenti aventi carattere di urgenza o di particolare importanza, siano consegnati celermente al destinatario per mezzo del personale di supporto o direttamente ritirati dagli addetti dell’ufficio di destinazione. 7.2. Flusso dei documenti in arrivo a livello informatico L’Ufficio Protocollo provvede alla protocollazione dei documenti in arrivo attraverso l’inserimento nell’apposito programma dei dati relativi al mittente, all’oggetto, alla data del documento, al numero degli allegati, alla classificazione ed effettua la scansione ottica del solo documento principale e non degli allegati. La data di registrazione e il numero progressivo di protocollo viene assegnato in automatico dal programma informatico. Ad intervenuta attivazione delle “scrivanie” (meglio descritte nell’allegato F) “Manuale Protocollo Iride Web”), ad ogni Dirigente di Settore sarà concessa una password per la visione della posta protocollata relativa al proprio settore. La posta in arrivo sarà immediatamente disponibile in visione sui PC del personale del settore appositamente individuato dal Dirigente del Settore medesimo. Saranno inoltre concesse password a particolari soggetti/uffici, appositamente individuati con provvedimento sindacale, per la consultazione a terminale di tutta la corrispondenza, anche al fine di informare i cittadini richiedenti, come peraltro previsto all’art. 59 comma 4 del DPR 445/2000. 7.3. Flusso dei documenti in partenza Il responsabile del procedimento amministrativo trasmette l’originale e il torni dei documenti in partenza al Servizio Archivistico, dopo l’apposizione di idonea sottoscrizione. Il Servizio Archivistico provvede alla protocollazione del documento, con l’utilizzo del protocollo informatico, curando inoltre l’individuazione della classificazione e dell’assegnatario del documento. Il responsabile del procedimento amministrativo, una volta ricevuta la minuta protocollato del documento spedito, provvede all’inserimento dello stesso nel relativo fascicolo. Per i documenti inviati per raccomandata con ricevuta di ritorno o per assicurate, il Servizio Archivistico conserva le distinte di invio all’Ufficio postale mentre le ricevute di ritorno vengono trasmesse all’Ufficio mittente. Nel caso si tratti di documenti elettronici, per quanto concerne i requisiti necessari affinché abbiano valenza giuridica, si rimanda a quanto già detto all’art. 5.10.5. 7.4. Flusso dei documenti interni Il responsabile del procedimento amministrativo trasmette l’originale e la minuta dei documenti interni al Servizio Archivistico, dopo l’apposizione di idonea sottoscrizione, solo nel caso lo stesso debba essere protocollato (vedi art. 4). Il Servizio Archivistico registra l’atto attraverso il sistema informatico curandone la classificazione e l’assegnazione. Provvede quindi alla trasmissione dell’originale all’ufficio destinatario, restituendola minuta al responsabile del procedimento amministrativo o ad altro assegnatario individuato. Il responsabile del procedimento amministrativo, una volta ricevuta la minuta protocollata del documento inviato, provvede all’inserimento dello stesso nel relativo fascicolo. 8. Conservazione e tenuta dei documenti 8.1. Memorizzazione dei documenti informatici e delle rappresentazioni digitali dei documenti cartacei I documenti informatici sono memorizzati nel sistema, in modo non modificabile, al termine delle operazioni di registrazione e segnatura di protocollo. Le rappresentazioni digitali dei documenti su supporto cartaceo, acquisite con l’ausilio dello scanner, sono memorizzate nel sistema, in modo non modificabile, al termine del processo di scansione. 8.2. Trasferimento dei fascicoli nell’archivio di deposito All’inizio di ogni anno gli uffici individuano i fascicoli da versare all’archivio di deposito dandone comunicazione al responsabile del servizio archivistico, il quale provvede al loro trasferimento e compila o aggiorna il repertorio/elenco dei fascicoli. Delle operazioni di trasferimento deve essere lasciata traccia documentale o attivata l’apposita funzione all’interno del sistema informatico di gestione dei documenti. Il responsabile del servizio archivistico provvede, sentiti i responsabili delle unità organizzative, a rimuovere/trasferire i fascicoli informatici e a versarli nelle unità informatiche di conservazione come previsto dal piano di conservazione allegato G). 8.3. Selezione e conservazione dei documenti cartacei All’inizio di ogni anno, prima del trasferimento nell’archivio di deposito dei nuovi fascicoli, in base al massimario di scarto viene effettuata la procedura di selezione della documentazione da proporre allo scarto e attivato il procedimento amministrativo di scarto documentale. I fascicoli non soggetti a operazioni di scarto sono trasferiti nell’archivio storico per la conservazione permanente secondo il piano di conservazione, già citato. 8.4 Selezione e conservazione dei documenti informatici Il Responsabile del servizio archivistico provvede, in collaborazione con il servizio di gestione dei servizi informativi e con il supporto della tecnologia disponibile, a mantenere i documenti informatici selezionati per la conservazione permanente secondo il piano di conservazione con l’avvertenza di controllare ogni sei mesi la leggibilità dei documenti stessi. 8.5. Archiviazione ottica Il responsabile del servizio archivistico, valutati i costi e i benefici connessi all’archiviazione ottica, può effettuare l’operazione di archiviazione su supporti di memorizzazione sostitutivi del cartaceo, in conformità alle disposizioni di cui all’articolo 5 della deliberazione CNIPA 19 febbraio 2004 e quanto previsto dal piano di conservazione. Nel caso di documenti informatici le procedure di archiviazione ottica sostitutiva sono effettuate al momento della migrazione dei documenti dal sistema di gestione corrente a quello destinato alla conservazione. In ogni caso e per ogni tipo di documento le operazioni dovranno essere effettuate considerando i tempi stabiliti dal piano di conservazione per la tenuta corrente, semi-corrente, permanente (archivio storico) e l’eventuale scarto. Le informazioni relative alla gestione informatica dei documenti costituiscono parte integrante del sistema di indicizzazione e di organizzazione dei documenti che sono oggetto delle procedure di conservazione sostitutiva. La conservazione deve garantire il mantenimento dell’integrità e dell’identificazione univoca dei documenti, nonché del contesto di produzione con particolare riferimento ai dati di classificazione e fascicolazione e l’indicazione delle strutture di assegnazione. Si applicano in ogni caso, per l’archiviazione e la custodia dei documenti contenenti dati personali, le disposizioni di legge sulla tutela della riservatezza dei dati personali. 8.6. Salvataggio della memoria informatica (archivio informatico) Alla fine di ogni giorno sono create copie di backup della memoria informatica dell’ente, che verranno poi versate su supporti di memorizzazione rimovibili e conservati secondo quanto previsto dal Piano di conservazione. 8.7. Salvataggio dell’anagrafe e dello stato civile informatici Alla fine di ogni anno sono create, a cura dell’ufficiale di stato civile, su supporti di memorizzazione non riscrivibili tre copie dell’anagrafe e dello stato civile informatici, una deve essere conservata dall’ufficiale d’anagrafe, una dal responsabile del servizio archivistico e un’altra conservata in un luogo separato e sicuro, secondo quanto previsto anche dal piano di conservazione. 9. Il software di gestione del protocollo Ai fini della gestione del servizio di protocollazione, il Comune di Busto Arsizio utilizza un programma informatico conforme alle disposizioni contenute nella normativa vigente ed in particolare nel D.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445. Le specifiche tecniche del programma adottato sono riportate nel manuale d’uso, allegato. 10. Abilitazioni di accesso ai dati Le modalità di accesso ai dati, basate sull'utilizzo di “account” e “password”, gestite dal programma informatico, saranno concesse ai sensi di quanto previsto all’art. 7.2. del presente Manuale. Successivamente all’attivazione delle c.d. scrivanie e della gestione dei flussi documentali a livello informatico, verranno individuati, in un apposito atto, i diversi profili per l’accesso e l’operatività sul sistema informatico di gestione documentale. 11. Disposizioni finali 11.1. Modalità di comunicazione del manuale di gestione Il presente manuale di gestione, dopo la relativa approvazione, verrà distribuito al personale dell’Ente e reso disponibile per il pubblico in formato cartaceo presso l’Ufficio Relazioni con il Pubblico e in formato elettronico sul sito internet istituzionale. Sarà inoltre trasmesso, prima dell’entrata in vigore, alla Sovrintendenza Archivistica per la Lombardia di Milano, per i rilievi di competenza. 11.2. Modalità di aggiornamento Sarà cura del Responsabile del Servizio Archivistico proporre l’aggiornamento del presente manuale, tenendo conto della progressiva entrata in funzione della procedura di gestione informatica documentale e delle eventuali necessità segnalate dai singoli settori. L’aggiornamento avverrà in caso di necessità e di norma una volta ogni due anni. 11.3. Decorrenza Il presente manuale di gestione del protocollo informatico, dei flussi documentali e degli archivi entrerà in vigore a far data dal 1° Settembre 2006. 12. Allegati Fanno parte integrante del presente Manuale i seguenti documenti allegati: Allegato A - Glossario Allegato B – Titolario Allegato C – Massimario di selezione e scarto Allegato D – Fac-simile lettera esterna Allegato E – Linee guida fascicolazione e serie Allegato F – Manuale Protocollo Iride Web Allegato G – Piano di conservazione dei documenti Allegato H – Piano per la sicurezza dei dati informatici GLOSSARIO* Allegato, documento unito a un documento o a una pratica per prova, per chiarimento o integrazione di notizie, per memoria. (Carucci) AOO (Area organizzativa omogenea), insieme definito di unità organizzative di una amministrazione, che usufruiscono, in modo omogeneo e coordinato, di comuni servizi per la gestione dei flussi documentali. In particolare una AOO utilizza per il servizio di protocollazione un’unica sequenza numerica, rinnovata ogni anno solare. Ogni comune costituisce un’unica AOO. Archiviazione elettronica, processo di memorizzazione, su qualsiasi idoneo supporto, di documenti informatici. (Cnipa 11/04) Archivio, il complesso dei documenti prodotti o comunque acquisiti da un ente durante lo svolgimento della propria attività e si divide in tre parti: archivio corrente, per la parte relativa agli affari in corso; archivio di deposito, per la parte di documentazione relativa agli affari esauriti; archivio storico, per la parte di documentazione relativa agli affari esauriti destinata alla conservazione perenne. L'archivio pur caratterizzandosi in tre momenti diversi è da considerarsi una sola unità. Con archivio si intende anche il luogo fisico di conservazione della documentazione. (Carucci) Assegnazione, individuazione della persona fisica responsabile della trattazione dell’affare o procedimento amministrativo e della gestione dei documenti nella fase corrente. (Padova) Casella istituzionale di posta elettronica, casella di posta elettronica, istituita da un’AOO, per la ricezione dall’esterno e per la spedizione all’esterno dei documenti da registrare a protocollo. (Padova) Categoria, partizione del titolario, contrassegnata da un simbolo costituito da un numero romano, o da un numero arabo, o da una lettera dell’alfabeto, oppure da un simbolo misto costituito da una lettera e un numero, ecc. (Carucci) Certificati elettronici, attestati elettronici che collegano i dati utilizzati per verificare le firme elettroniche. (Padova) Certificatore, ai sensi dell’articolo 2, comma 1, lettera b del decreto legislativo 10/2002, il soggetto che presta servizi di certificazione delle firme elettroniche/digitali o che forniscono altri servizi connessi con queste ultime. Conservazione sostitutiva, processo effettuato con le modalità di cui agli articoli 3 e 4 della presente deliberazione. (Cnipa 11/04) Copia, riproduzione di un documento originale eseguita a mano, a macchina o mediante apparecchio per fotocopiare. Non ha valore giuridico. La copia ha valore giuridico e si definisce autentica o autenticata quando è emessa da un ente che può rilasciare copie conformi all’originale e reca segni di autenticazione. Copia semplice: non ha forme legali che le diano valore di prova. Copia autentica: legittimata da sottoscrizione notarile. Copia vidimata: convalidata da autorità pubblica invece che da notai. Copia imitativa: riproduce, non per falsificazione, anche i caratteri grafici originali. (Carucci) Deposito, 1) locale nel quale un ente conserva la propria documentazione non più occorrente alla trattazione degli affari in corso. Si chiamano depositi anche i locali nei quali un archivio di concentrazione conserva gli archivi in esso confluiti. (Carucci) Documento archiviato, documento informatico, anche sottoscritto, sottoposto al processo di archiviazione elettronica. (Cnipa 11/04) Documento conservato, documento sottoposto al processo di conservazione sostitutiva. (Cnipa 11/04) * In parentesi tonda sono citate le fonti di provenienza delle voci di glossario: (Carucci): Paola Carucci, Le fonti archivistiche: ordinamento e conservazione, Roma 1983; (Cnipa 11/04): Circolare Cnipa 11/04; (Padova): Manuale di gestione del comune di Padova. Documento informatico, la rappresentazione informatica di atti, fatti, o dati giuridicamente rilevanti. Documento, una testimonianza di un fatto, non necessariamente di natura giuridica, compilata, su tipologie diverse di supporti e varie tecniche di scrittura, con l'osservanza di determinate forme che sono destinate a darle fede e forza di prova. Gli elementi essenziali del documento sono: autore, destinatario, testo, sottoscrizione, data; per la registrazione al protocollo questi elementi devono necessariamente essere presenti. Ogni rappresentazione, comunque formata, del contenuto di atti, anche interni, delle pubbliche amministrazioni o, comunque, utilizzati ai fini dell’attività amministrativa. (Carucci) Elenco, lista con indicazione più o meno sommaria della documentazione compresa in ciascuna busta e dei registri di un fondo non riordinato, secondo l’ordine in cui si trovano le singole unità. (Carucci) E-mail (posta elettronica), sistema di comunicazione elettronica attraverso messaggi. (Padova) Ente produttore di archivio, soggetto giuridico di natura pubblica o provata che, nello svolgimento della sua attività, forma, gestisce e conserva documenti. (Padova) Esibizione, operazione che consente di visualizzare un documento conservato e di ottenerne copia. (Cnipa 11/04) Evidenza informatica, una sequenza di simboli binari (bit) che può essere elaborata da una procedura informatica. (Cnipa 11/04) Fascicolo, l'insieme dei documenti relativi a una determinata pratica (o affare), collocati, all'interno di una camicia (o copertina), in ordine cronologico; ne consegue che per ogni pratica (o affare) avremo il relativo fascicolo. L'insieme dei fascicoli costituisce la serie. I documenti sono collocati, all'interno del fascicolo, secondo l'ordine di archiviazione, pertanto il documento più recente è il primo aprendo la copertina e il più antico è l'ultimo. (Carucci) Fatto giuridico, fatto che produce effetti giuridici; quindi ogni fatto dal quale una norma del diritto fa derivare qualche conseguenza. (Padova) Fax, apparecchio per la ricetrasmissione di documenti/informazioni tramite la rete telefonica; il documento/informazione ricevuta o trasmessa attraverso tale apparecchio; il contenuto del documento stesso. Firma, firma digitale, è un particolare di firma elettronica qualificata basata su un sistema di chiavi asimmetriche a coppia, una pubbliche una privata, che consente al titolare tramite la chiave privata e al destinatario tramite la chiave pubblica, rispettivamente, di rendere manifesta e di verificare la provenienza e l’integrità di un documento informatico o di un insieme di documenti informatici; firma elettronica, ai sensi dell’articolo 2, comma 1, lettera g, del decreto legislativo 10/2002, l’insieme dei dati in forma elettronica, allegati oppure connessi tramite associazione logica ad altri dati elettronici, utilizzati come metodo di autenticazione informatica; Flusso documentale, movimento dei documenti all’interno dell’archivio (dalla fase di formazione dell’archivio corrente a quella di conservazione dell’archivio storico). (Padova) Funzione di hash, una funzione matematica che genera, a partire da una generica sequenza di simboli binari (bit), una impronta in modo tale che risulti di fatto impossibile, a partire da questa, determinare una sequenza di simboli binari (bit) che la generi, ed altresì risulti di fatto impossibile determinare una coppia di sequenze di simboli binari per le quali la funzione generi impronte uguali. (Cnipa 11/04) Gestione dei documenti, l’insieme di attività finalizzate alla registrazione di protocollo e alla classificazione, organizzazione, assegnazione e reperimento dei documenti amministrativi formati o acquisiti dalle amministrazioni, nell’ambito del sistema di classificazione d’archivio adottato (quadro/titolario di classificazione); Impronta, la sequenza di simboli binari (bit) di lunghezza predefinita generata mediante l’applicazione alla prima di una opportuna funzione di hash. (Cnipa 11/04) Internet, rete di reti che collega milioni di persone in tutto il mondo. Nasce come evoluzione della rete americana ARPAnet; Interoperatibilità, possibilità di trattamento automatico, da parte del sistema di protocollo ricevente, delle informazioni trasmesse dal sistema di protocollo mittente, allo scopo di automatizzare le attività e i procedimenti amministrativi conseguenti (dPR 445/ 2000, art 55, comma 4 e dPCM 31/10/2000, art. 15). (Padova) Intranet, rete interna di una azienda realizzata utilizzando protocolli della famiglia TCP/IPP; Inventario, è lo strumento fondamentale per eseguire le ricerche: descrive tutte le unità che compongono un archivio ordinato. (Carucci) Massimario di selezione anche detto di scarto, il massimario di selezione è lo strumento che consente di coordinare razionalmente lo scarto archivistico (cioè la destinazione al macero) dei documenti prodotti dagli enti pubblici e dagli organi centrali e periferici dello Stato. Il massimario riproduce l’elenco delle partizioni (categorie) e sottopartizioni del titolario con una descrizione più o meno dettagliata delle competenze cui ciascuna partizione si riferisce e della natura dei relativi documenti; indica per ciascuna partizione quali documenti debbano essere conservati permanentemente (e quindi versati dopo quarant’anni dall’esaurimento degli affari nei competenti Archivi di Stato) e quali invece possono essere destinati al macero dopo cinque anni, dopo dieci anni, dopo venti anni, ecc. (Carucci) Memorizzazione, processo di trasposizione su un qualsiasi idoneo supporto, attraverso un processo di elaborazione, di documenti analogici informatici, anche sottoscritti ai sensi dell’art. 10, commi 2 e 3 del DPR 445/00, così come modificato dell’art. 6dlgs 23/01/2000 n. 10. (Cnipa 11/04) Mezzo di corredo, con questa espressione si intendono tutti gli strumenti che contengono la descrizione, analitica o sommaria, delle unità archivistiche o dei singoli documenti che compongono un archivio o un fondo archivistico: si tratta di inventari, elenchi, elenchi di consistenza, elenchi di versamento, regesti, indici, rubriche, schedari, ecc. (Carucci) Microfilm, il microfilm rientra tra le tecniche reprografiche di riproduzione, quelle cioè che consentono di riprodurre l’originale in fac-simile (fotografia, fotocopia, xerografia, ecc.). (Carucci) Minuta, per ogni scritto destinato ad essere spedito vengono compilati due esemplari, uno dei quali viene spedito e pertanto entra a far parte dell’archivio del destinatario, l’altro invece viene conservato dall’autore ed entra a far parte dell’archivio del mittente. Se lo scritto deve essere spedito a più destinatari, verranno compilati tanti esemplari quanti sono i destinatari più un esemplare che resta al mittente. L’esemplare che resta al mittente si chiama minuta. (Carucci) Oggetto, in sede di formazione del documento l’oggetto è l’enunciazione sommaria, sintetizzata in poche parole, al massimo un paio di righe, dell’argomento di cui tratta il documento. L’oggetto viene scritto sul documento nello spazio apposito e deve essere riportato (talora con parole diverse) sia sul registro di protocollo dell’ente che scrive sia su quello dell’ente che riceve il documento. (Carucci) Originale, è la stesura definitiva del documento, perfetto nei suoi elementi sostanziali e formali. (Carucci) Pezze, documenti giustificativi. Piano di classificazione, vedi Titolario Piano di conservazione, strumento, previsto dalla normativa, che definisce i criteri di organizzazione della documentazione, di selezione periodica e di conservazione permanente dei documenti, redatto e integrato con il sistema di classificazione adottato. (Padova) Protocollo informatico, il registro su supporto informatico sul quale vengono registrati quotidianamente i documenti spediti e ricevuti da un ente. La registrazione di protocollo costituisce elemento probante dell'autenticità del documento ed è l'operazione con cui un documento entra a far parte integrante di un archivio e della memoria di un ente, per cui un documento non protocollato è come se non fosse mai stato prodotto o ricevuto. Il protocollo è atto pubblico di fede privilegiata fino a querela di falso1; il protocollo è elemento essenziale per la gestione della memoria delle 1 Consiglio di Stato, 1993, I, 838; Foro amministrativo, 1993, 1494 e Giust. Civ. pubbliche amministrazioni in caso di mancanza del numero di protocollo il documento può perdere la sua efficacia2. Protocollo, il numero progressivo automatico apposto a un documento al momento della registrazione nel protocollo informatico. Pubblico ufficiale, il notaio, salvo quanto previsto dall’art. 5, comma 4 della presente deliberazione e nei casi per i quali possono essere chiamate in causa le altre figure previste dall’art. 18, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445. (Cnipa 11/04) Quadro/Titolario di classificazione, lo strumento che permette di organizzare tutti i documenti secondo un ordinamento logico con riferimento alle funzioni o attività dell'amministrazione interessata. Registro, insieme di fogli rilegati sul quale si trascrivono o si registrano, per esteso o per sunto, documenti o minute di documenti. (Carucci) Repertorio, registro su cui vengono annotati con un numero progressivo i fascicoli secondo l’ordine cronologico in cui si costituiscono all’interno delle suddivisioni del titolario: il repertorio deve essere organizzato in maniera da riprodurre le suddivisioni del titolario. (Carucci) Rete di accesso, l’insieme dei collegamenti che connettono l’utente con una rete per l’utilizzazione dei servizi; Rete, l’insieme di infrastrutture che consentono di trasportare le informazioni generate da una sorgente a uno o più destinatari; Riferimento temporale, informazione, contenente la data e l’ora, che viene associata ad uno o più documenti informatici. (Cnipa 11/04) Riversamento diretto, processo che trasferisce uno o più documenti conservati da un supporto ottico di memorizzazione ad un altro, non alterando la loro rappresentazione informatica. Per tale processo non sono previste particolari modalità. (Cnipa 11/04) Riversamento sostitutivo, processo che trasferisce uno o più documenti conservati da un supporto ottico di memorizzazione ad un altro modificando la loro rappresentazione informatica. Per tale processo sono previste le modalità descritte nell’art. 3, comma 2, e nell’art. 4, comma 4, della presente deliberazione. (Cnipa 11/04) Rubrica, registro con i margini scalettati e contraddistinti con lettere dell’alfabeto, o schedario, su cui si registrano per materie, per nomi di enti o di persone o di luoghi, disposti in ordine alfabetico, i singoli documenti o le pratiche in base al loro contenuto: il documento o la pratica sarà richiamato in tutte le voci cui può essere riferito il contenuto. (Carucci) Scarto, operazione con cui si destina al macero una parte della documentazione di un archivio. (Carucci) Segnatura di protocollo, l’apposizione o l’associazione, all’origine del documento, in forma permanente e non modificabile delle informazioni riguardanti il documento stesso. Segnatura, Si chiamano sottoscrizioni o segnature le sottoscrizioni autografe o i segni rappresentativi (segni di cancelleria e segni di tabellionato) delle persone che hanno concorso con la loro opera o col loro consenso a comporre, autenticare e conferire pubblicità al documento (autore, consenzienti, testimoni, cancellieri, notai, ecc.). Si chiamano segnature archivistiche le classificazioni e le numerazioni che contraddistinguono ciascuna unità archivistica. (Carucci) Selezione, operazione intellettuale di vaglio dei documenti tendente a individuare quelli da destinare alla conservazione permanente e quelli da destinare allo scarto. (Padova) Servizio archivistico, il servizio per la gestione informatica dei documenti, del protocollo, dei flussi documentali e degli archivi. Sistema di gestione informatica dei documenti, l’insieme delle risorse di calcolo, degli apparati, delle reti di comunicazione e delle procedure informatiche utilizzati dalle amministrazioni per la gestione dei documenti. 2 Commissione centrale imposte, sez. VI. 6 apr. 1982, n. 338. Sottofascicolo, ulteriore suddivisione del fascicolo che a sua volta può essere articolato in inserti: in questo caso i documenti saranno collocati in ordine cronologico l’interno di ciascun inserto. Il sottofascicolo ha la stessa classificazione e numero del fascicolo, a sua volta articolato in sottounità. Supporto ottico di memorizzazione, mezzo fisico che consente la memorizzazione di documenti informatici mediante l’impiego della tecnologia laser (dischi ottici, magneto-ottici, DVD). (Cnipa 11/04) Titolario, quadro di classificazione, costituito da un determinato numero di categorie (o titoli, o classi), articolate in sottopartizioni e contrassegnate da simboli numerici o alfabetici o misti. (Carucci) Titolo, 1) indica una partizione del titolario: in questo senso è sinonimo di categoria o classe, a seconda dei termini usati da ciascun ente. 2) indica la definizione che raggruppa i fascicoli appartenenti a una serie. Esempio: «Nella stesura dell’inventario la serie viene indicata col titolo originario». 3) indica anche l’oggetto del fascicolo. 4) con la parola titolo si chiamano anche quegli atti che creano diritti o ne provano l’esistenza. (Carucci) U.O., unità organizzativa Unità archivistica, indica, al pari di pezzo, il documento o un insieme di documenti, rilegati o raggruppati secondo un nesso di collegamento organico, che costituiscono un’unità non divisibile: registro, volume, filza, mazzo o fascio, fascicolo. (Carucci) Unità di protocollazione, postazione di lavoro per la protocollazione dei documenti. Versamento, è l’operazione con cui un ufficio, centrale o periferico, dello Stato, trasferisce periodicamente all’Archivio di Stato competente per territorio la parte del proprio archivio non più occorrente alla trattazione degli affari, dopo che siano state eseguite le operazioni di scarto. (Carucci) ALLEGATO B) Gruppo di lavoro per la formulazione di proposte e modelli per la riorganizzazione dell’archivio dei Comuni Piano di classificazione (= Titolario) per gli archivi dei Comuni italiani (seconda edizione) dicembre 2005 Gruppo di lavoro per la formulazione di proposte e modelli per la riorganizzazione dell’archivio dei Comuni 2 Piano di classificazione Premessa Il Gruppo di lavoro, incaricato di formulare «proposte e modelli per la riorganizzazione dell’archivio dei Comuni, in attuazione delle disposizioni normative in materia e per l’elaborazione dei temi legati alla formazione del titolario, del massimario di scarto e del manuale di gestione», è stato costituito il 18 luglio 2002 con decreto del Direttore generale per gli archivi, è stato rinnovato con decreto del 27 ottobre 2003, «in considerazione della necessità di sperimentare e monitorare le applicazioni del titolario e di elaborare il massimario di selezione e scarto», e ulteriormente prorogato fino al dicembre 2006 «in considerazione della necessità di proseguire nell’attività di elaborazione dello strumento e di seguire l’evoluzione dell’impianto del titolario presso i Comuni, monitorarne l’applicazione e seguirne gli sviluppi». Normativa di riferimento citata dal decreto: - - - Testo unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali, approvato con Decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 490, che all'art. 40 obbliga gli enti pubblici ad ordinare i propri archivi [ora D. lgs. 22 gennaio 2004, n. 42 Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137, che all’art. 30 obbliga gli enti pubblici ad ordinare i propri archivi]. Decreto del Presidente della Repubblica, Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa del 28 dicembre 2000, n. 445, che all'art. 50 dispone che le pubbliche amministrazioni provvedano entro il 1º gennaio 2004 a realizzare o revisionare sistemi informativi automatizzati finalizzati alla gestione del protocollo informatico e dei procedimenti amministrativi Decreto Legislativo, Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali del 18 agosto 2000, n. 267, che dispone sull’ordinamento istituzionale, finanziario e contabile degli enti locali Il Gruppo di lavoro è attualmente1 costituito da: - Giorgetta Bonfiglio-Dosio (Università degli studi di Padova), coordinatrice Giuseppe Mesoraca (Direzione Generale per gli Archivi), coordinatore Renato Delfiol (Soprintendenza archivistica per la Toscana) Maurizio Galliani, che ha sostituito Daria Maistri (Comune di Milano) Angela Gioia (Comune di Bari) Giovanna Giubbini (Soprintendenza archivistica per l’Umbria) Gloria Maroso (Comune di Verona) Gabriella Masini (Comune di Perugia) Marina Messina (Soprintendenza archivistica per la Lombardia) Paola Pavan (Archivio Capitolino di Roma) Valeria Pavone (Comune di Padova) Diego Robotti (Soprintendenza archivistica per il Piemonte e la Valle d’Aosta) Letterio Turiaco (ANCI) Eugenia Vantaggiato (Soprintendenza archivistica per la Puglia) Gilberto Zacchè (Soprintendenza archivistica per l’Emilia Romagna) Salvatore Zaiti (Comune di Foligno) 1 Nel decreto del 2002 figuravano anche i nomi di Antonio Malvolti (Comune di Cerreto Guidi) e di Antonio Mucciardi (Comune di Napoli). 3 Gruppo di lavoro per la formulazione di proposte e modelli per la riorganizzazione dell’archivio dei Comuni Il Gruppo ha utilizzato come base di discussione la Proposta di titolario (= piano di classificazione) per gli archivi dei Comuni italiani , elaborata dall’Università degli studi di Padova e dal Comune di Cadoneghe 2. Nel periodo di applicazione sperimentale del titolario, il Gruppo ha potuto avvalersi dei suggerimenti e dei commenti qualificati di molte persone, alle quali va uno speciale ringraziamento3. La gestione archivistica nella normativa vigente L’art. 50, comma 4 del T.U. sulla documentazione amministrativa 4 prevede che le pubbliche amministrazioni adottino per il proprio archivio criteri omogenei di classificazione e archiviazione. L’art. 56 del medesimo DPR ribadisce che le operazioni di classificazione sono, insieme con quelle di registrazione e di segnatura di protocollo, operazioni necessarie e sufficienti per la tenuta del sistema di gestione dei documenti. Il complesso normativo di questi ultimi anni, all’interno del quale si iscrive il citato DPR 445/2000, non costituisce una novità per lo Stato italiano, che vanta una lunga e gloriosa tradizione in materia di regolamentazione dell’attività di gestione archivistica. In particolare il 1° marzo 1897 la circolare 17100/2 del Ministero dell’interno 5, a firma Carlo Astengo, impose ai Comuni italiani alcune norme di gestione degli archivi e tra l’altro l’uso di un titolario di classificazione articolato in 15 categorie. La collocazione del Comune nel contesto istituzionale e amministrativo dello Stato è radicalmente cambiata negli ultimi 2 La proposta, elaborata, oltre che da Giorgetta Bonfiglio-Dosio per l’Università di Padova, da Giorgio Bonaldo, Lajla Pagini, Marina Sarto per il Comune di Cadoneghe (prov. di Padova), è stata presentata in una prima versione il 3 maggio 2002; è stata poi aggiornata e rivista in data 10 gennaio 2003. Ad essa hanno collaborato anche Andrea Desolei dell’Archivio generale del Comune di Padova e Gianni Penzo dell’Archivio generale di Ateneo dell’Università di Padova. Il testo è reperibile in due sedi: Proposta di titolario (= piano di classificazione) per gli archivi dei Comuni, «Nuova rassegna di legislazione, dottrina e giurisprudenza», LXXVI/22 (nov. 2002), p. 2508-2520; G. BONFIGLIO-DOSIO, Proposta di un nuovo titolario per gli archivi dei comuni italiani, in Studium 2000. Atti della 3a Conferenza organizzativa degli archivi delle Università italiane, a cura di Gianni Penzo Doria, Padova 2002, p. 316-367. 3 Oltre a quelli rappresentati nel Gruppo, molti Comuni, in particolare Ancona e parecchi altri delle Marche, La Spezia, Cento (FE) e altri Comuni dell’Emilia, Cerveteri, Gabicce Mare, Capannori (LU), Montecchio Maggiore (VI), Settimo Torinese, Castel San Pietro Terme (BO), Medicina (BO). Inoltre Maria Guercio dell’Università di Urbino e i suoi collaboratori, in particolare Alessandro Chiaretti, che hanno reso disponibili i loro materiali di ricerca e di lavoro; Andrea Giorgi e Leonardo Mineo, impegnati nel progetto “PI-TRE: Modello di titolario e Manuale di Gestione per i Comuni Trentini” promosso dalla Provincia Autonoma di Trento in collaborazione con l’Università degli Studi di Trento-Dipartimento di Scienze Storiche e Filologiche, che hanno verificato in via sperimentale l’applicabilità del titolario nei Comuni della provincia di Trento. 4 DPR 28 dicembre 2000, n. 445 Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa. Del sistema di classificazione come «strumento che permette di organizzare tutti i documenti secondo un ordinamento logico, con riferimento alle funzioni e alle attività dell’amministrazione interessata» parla anche il decreto del 14 ottobre 2003 del Ministro per l’innovazione e le tecnologie (seconda direttiva Stanca), § 2.2.8 5 Il Ministero dell’interno, cui faceva capo fino al 1975 l’amministrazione archivistica, costituiva pure un riferimento ineludibile per i Comuni, almeno prima dell’affermazione piena dello Stato delle autonomie, sancita dalla riforma del titolo V della Costituzione. 4 Piano di classificazione cento anni6, determinando il mutamento sostanziale delle funzioni comunali, elemento primario da considerare per la definizione di un titolario 7. Constatata, anche tramite sondaggi presso i Comuni 8, la inadeguatezza del titolario Astengo, è stata avvertita la necessità di proporne uno nuovo, specie nell’impianto. Il piano di classificazione (nome con cui il titolario viene designato nel DPR 445/2000) è uno degli strumenti che si utilizzano nella gestione dell’archivio in formazione. La normativa recente ha in sostanza riconfermato la validità metodologica degli strumenti di lavoro tradizionalmente usati nella pratica archivistica 9; di pari passo la dottrina ha approfondito l’analisi di tali procedure e ha suggerito ulteriori affinamenti in grado di migliorare la prassi e di consentire l’uso delle nuove tecnologie. Lo spirito del DPR 445/2000 è di indurre le pubbliche amministrazioni a ripensare alla funzione dell’archivio all’interno delle strutture organizzative, riscoprirne la natura di servizio a supporto dell’intera organizzazione, regolamentarne il funzionamento in modo integrato 10. Tutto questo comporta per le pubbliche amministrazioni un oneroso lavoro di adeguamento dei sistemi esistenti (in certi casi, mai impostati correttamente). Per agevolare i Comuni in questa fase di transizione, sicuramente creativa ma anche difficile e impegnativa, la Direzione generale per gli archivi del Ministero per i beni e le attività culturali ha costituito il Gruppo nazionale di lavoro. Oltre al piano di classificazione, che è l’obiettivo primario, il Gruppo di lavoro ha predisposto anche un prontuario per la classificazione, linee guida per la stesura del manuale di gestione, un glossario, linee guida per l’organizzazione dei fascicoli e delle serie, considerazioni preliminari sulla documentazione prodotta dai consigli circoscrizionali e il piano di conservazione. La comprensione del titolario è presupposto indispensabile per il suo uso corretto nell’ambito dell’intero sistema di gestione archivistica, all’interno del quale esso rappresenta solo uno degli strumenti. Il Gruppo ha ritenuto necessario precisare alcuni concetti fondamentali che hanno ispirato la redazione di tale strumento gestionale e richiamare il contesto operativo entro il quale calare il titolario stesso: molto di quanto illustrato di 6 Per l’analisi dettagliata di tali cambiamenti G. BONFIGLIO-DOSIO, Un nuovo titolario per gli archivi dei comuni italiani? Un contributo per la soluzione di una questione archivistica nazionale, «Bollettino della Deputazione di storia patria per l’Umbria», XCIX (2002), p. 355-380; EAD., Proposta di un nuovo titolario per gli archivi dei comuni italiani, in Studium 2000, p. 316-367. 7 Oltre alle riflessioni “classiche” di Raffaele DE FELICE sul titolario per funzioni (si rinvia in particolare a: L’archivio contemporaneo. Titolario e classificazione sistematica di competenza nei moderni archivi correnti pubblici e privati, Roma, NIS, 1988 <Beni culturali, 4>), M. GUERCIO, Il ruolo della classificazione nei sistemi documentari contemporanei, in La metodologia per la definizione di piani di classificazione in ambiente digitale, a cura di Elena Aga Rossi e Maria Guercio, Roma 2005, p. 17-22; G. B ONFIGLIO-DOSIO, La classificazione in archivistica: riflessioni teoriche e nuove applicazioni, «Atti e memorie dell’Accademia Galileiana di scienze, lettere ed arti», CXVI (2003-2004), parte III, p. 103-114. 8 I risultati del questionario predisposto dal Gruppo di lavoro per acquisire ulteriori notizie sullo stato della gestione documentale, oltre a quelle riferite dalle Soprintendenze archivistiche, sono state illustrati e commentati da G. BONFIGLIO-DOSIO, L’attività del Gruppo di lavoro sugli archivi comunali: riflessioni e commenti, «Archivi per la storia», XVI/2 (2003), p. 239-263. 9 D. TAMBLÉ, Gli strumenti dell’archivio e del protocollo dalla certificazione giuridica alla concettualizzazione istituzionale, in Titulus 97. Atti della 1a Conferenza organizzativa degli archivi delle Università italiane: verso la creazione di un sistema universitario nazionale, a cura di Gianni Penzo Doria, Padova 1999, p. 47-68 e A. ANTONIELLA, Attualità degli strumenti dell’archivio e del protocollo, ibidem, p. 69-76. 10 Per un commento L. GIUVA, Il Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa, «Rassegna degli Archivi di Stato», LX/3 (set.-dic. 2000), p. 620-631. 5 Gruppo di lavoro per la formulazione di proposte e modelli per la riorganizzazione dell’archivio dei Comuni seguito potrà risultare ampiamente noto a chi gestisce gli archivi correnti dei Comuni, ma chiarire definizioni e procedure è opportuno per costituire una base condivisa di conoscenze. L’archivio nell’organizzazione del Comune Chi lavora nella pubblica amministrazione sa benissimo che cos’è un documento e a che cosa serve nel contesto giuridico in cui si trova a operare quotidianamente. È però utile precisare che l’archivio non è una semplice somma di documenti, ma è piuttosto un complesso di documenti tra di loro interrelati. L’archivio si configura come strumento e residuo dell’attività istituzionale di un soggetto giuridico; è il risultato della sedimentazione progressiva di documenti connessi tra di loro e con il soggetto produttore. Perciò il sistema documentario comprende, oltre ai documenti, anche l’insieme delle relazioni, che sono stabili e non arbitrarie, in quanto stabilite dal soggetto produttore per ragioni organizzative e funzionali nel momento in cui i documenti vengono prodotti 11. L’organizzazione dell’archivio nella sua fase formativa è essenziale per la corretta stratificazione del complesso documentario e per dotare le pubbliche amministrazioni di un prezioso supporto informativo e probatorio per la loro attività: di questo la normativa italiana ha sempre avuto coscienza; anche le recenti disposizioni confermano tale tradizione e intendono fornire alle pubbliche amministrazioni gli indirizzi metodologici generali per realizzare un servizio archivistico efficiente ed efficace. Il servizio archivistico dell’ente deve organizzare le aggregazioni dei documenti in modo rispondente alle esigenze del produttore di strutturare la propria memoria in modo efficiente ed efficace, in grado cioè di conservare nel tempo il valore probatorio e conoscitivo del complesso documentale. Secondo la tradizione teorica e normativa italiana, l’archivio è tale dal momento in cui viene formato il singolo documento e costituisce quindi un insieme unitario, anche se si distinguono tre fasi organizzative: l’archivio corrente, che comprende i documenti necessari allo svolgimento delle attività in corso, l’archivio di deposito comprendente documenti relativi ad affari conclusi, l’archivio storico comprendente documenti selezionati per la conservazione permanente. Anche la normativa recente (DPR 445/2000) riconferma le tradizionali posizioni italiane in tema di archivi e detta regole per la gestione di ciascuna delle tre fasi di vita dei complessi documentali. La prima fase gestisce la formazione dei documenti, operazione che le nuove tecnologie hanno rivoluzionato più di altre, rendendo necessario un massiccio intervento normativo circa il riconoscimento della validità giuridica dei nuovi supporti, i sistemi di attestazione della provenienza e della inalterabilità del documento, la conservazione delle interrelazioni reciproche tra documenti e la semplificazione delle forme di documentazione di atti, fatti e situazioni giuridicamente rilevanti12. La materia trova ampia e sistematica trattazione nel 11 Queste le riflessioni più recenti sulla definizione di archivio: M. GUERCIO, Archivistica informatica. I documenti in ambiente digitale, Roma 2002, p. 37-45. 12 Si richiama la necessità che i Comuni prestino la massima attenzione alla conservazione dei supporti informatici, che richiede da un lato l’osservanza delle regole circa i requisiti tecnici del sistema di gestione e le caratteristiche dei documenti informatici (forma del documento elettronico) e d’altro canto la necessità dell’individuazione di un responsabile del sistema di gestione documentale, in grado di garantire nel lungo periodo la conservazione autentica dei documenti elettronici attraverso la pratica della migrazione, che esige 6 Piano di classificazione testo unico sulla documentazione amministrativa (il già citato DPR 445/2000), attualmente “affiancato” dal D. lgs. 7 marzo 2005, n. 82 Codice dell’amministrazione digitale, che entrerà in vigore dal 1° gennaio 2006. Il Codice dei beni culturali (riprendendo il precedente Testo unico per i beni culturali) impone agli enti pubblici l’ordinamento dei loro archivi13. Restano fermi per la gestione dell’archivio corrente alcuni capisaldi metodologici, recepiti anche dalla normativa, dei quali si parlerà più avanti. La seconda fase gestisce i processi di selezione dei documenti, operazione valutativa che può condurre a due esiti tra di loro contrastanti: la conservazione permanente dei documenti che rivestono significativo valore di testimonianza storica, oltre che rilevanza giuridico probatoria, oppure lo scarto, cioè l’eliminazione fisica irreversibile dei documenti ritenuti di valore transitorio e strumentale, da effettuare con l’autorizzazione del soprintendente archivistico competente per territorio 14. Il testo unico sulla documentazione amministrativa (DPR 445/2000, art. 68, comma 1) prevede, infatti, che il responsabile del servizio per la gestione dei flussi documentali e degli archivi elabori ed aggiorni il piano di conservazione degli archivi per la selezione periodica e la conservazione permanente dei documenti. La terza fase gestisce la conservazione permanente dei documenti selezionati, mantenendo e rendendo comprensibili i legami originari tra i documenti, approntando gli opportuni strumenti descrittivi che consentano la ricerca di uno specifico documento e l’analisi dell’intero complesso documentale. È importante ribadire, una volta di più, che l’archivio non è un magazzino, ma è un servizio e come tale va organizzato e gestito fin dal suo nascere. L’art. 61 del DPR 445/2000 difatti impone a ciascuna amministrazione pubblica di istituire «un servizio per la tenuta del protocollo informatico, della gestione dei flussi documentali e degli archivi». Al servizio deve essere preposto «un dirigente ovvero funzionario, comunque in possesso di idonei requisiti professionali o di professionalità tecnico archivistica acquisita a seguito di processi di formazione» 15. Gli strumenti per gestire l’archivio corrente La normativa recente prevede, in linea con la tradizione archivistica italiana, che l’introduzione di sistemi di gestione informatica degli archivi consenta di effettuare alcune operazioni e di utilizzare determinati strumenti volti a fornire elementi di garanzia e a consentire una gestione archivistica efficiente ed efficace. L’art. 56 del DPR 445/2000 impone come necessarie e sufficienti per la tenuta del sistema di gestione informatica dei documenti da parte delle pubbliche amministrazioni le operazioni di: 1. registrazione 2. segnatura 3. classificazione particolari cautele in merito alla validazione dei documenti migrati, tramite la dichiarazione di conformità all’originale delle copie. 13 D. lgs. 42/2004, art. 30, comma 4 «I soggetti indicati al comma 1 [enti pubblici territoriali] hanno l’obbligo di conservare i propri archivi nella loro organicità e di ordinarli», ripreso da D. lgs. 490/1999, art. 40, comma 1 «Gli enti pubblici hanno l’obbligo di ordinare i propri archivi». 14 D. lgs. 42/2004, art. 21, comma 1 d). Norma già presente nel D. lgs. 490/1999, art. 21, comma 5. 15 Per le strategie e le procedure di istituzione del Servizio si rinvia alle Linee guida per la stesura del manuale di gestione per gli archivi comunali elaborate dal Gruppo. 7 Gruppo di lavoro per la formulazione di proposte e modelli per la riorganizzazione dell’archivio dei Comuni Accenniamo a queste operazioni, citando i relativi strumenti, per inquadrare in modo corretto l’uso del titolario o piano di classificazione nel contesto più generale della gestione dell’archivio in formazione. 1) La registrazione a protocollo dei documenti consente di individuare in modo univoco il singolo documento all’interno dell’archivio e a certificare in modo inoppugnabile la data nella quale esso è entrato a far parte dell’archivio del soggetto produttore, funzione quest’ultima indispensabile alla luce delle disposizioni legislative sulla durata dei procedimenti amministrativi. Lo strumento, che in Italia si usa da circa due secoli per realizzare l’operazione della registrazione, è il registro di protocollo, che si configura come atto pubblico di fede privilegiata e va di conseguenza compilato con le avvertenze e le procedure prescritte dalla legge16. La registrazione a protocollo, se eseguita secondo i dettami dell’art. 53 del DPR 445/2000, soddisfa le esigenze di attestazione giuridicoprobatoria. Con l’aggiunta di altre informazioni (quali, ad esempio, lo smistamento all’Unità Organizzativa Responsabile e l’assegnazione al Responsabile del Procedimento Amministrativo, la classificazione e l’indicazione del fascicolo di appartenenza) la registrazione a protocollo può esplicare una potente funzione gestionale tesa a organizzare la corretta stratificazione dei documenti e a controllare i flussi documentali. 2) La segnatura è – come recita l’art. 55 del DPR 445/2000 – l’apposizione o associazione all’originale del documento, in forma permanente e non modificabile, delle informazioni riguardanti il documento stesso, cioè di quelle che vengono registrate a protocollo. La classificazione è operazione logica in base alla quale ciascun documento, che riguarda una singola e specifica questione concreta, viene ricondotto, in base all’oggetto trattato, a grandi raggruppamenti di ordine generale e di carattere astratto, indicati nel titolario o piano di classificazione. Il Gruppo ha avuto modo di verificare che, mentre l’operazione della registrazione non è mai caduta in disuso nelle amministrazioni comunali, anche se spesso viene effettuata in modo sommario, impreciso e inefficace, la classificazione difficilmente è stata capita, interpretata correttamente e usata con convinzione e perizia per l’organizzazione dei documenti. Il DPR 445/2000 giustamente ne ribadisce l’importanza e ne impone l’obbligo. La classificazione si avvale del piano di classificazione. 3) Il piano di classificazione o titolario è il sistema precostituito di partizioni astratte, gerarchicamente ordinate (dal generale al particolare), fissate sulla base dell’analisi delle funzioni dell’ente, al quale deve ricondursi la molteplicità dei documenti prodotti, per organizzarne la sedimentazione ordinata. Il titolario si sviluppa su più livelli, denominati dalla dottrina: titolo, classe, sottoclasse, categoria, sottocategoria. Il Gruppo ha scelto, in linea con le più accreditate tendenze dottrinarie e con le indicazioni dell’AIPA/CNIPA, di articolare il titolario di classificazione solo su due livelli: i titoli e le classi. Questa scelta del Gruppo è stata in genere apprezzata dai Comuni, che hanno sperimentato il titolario, proprio per la sua semplicità strutturale e per la conseguente facilità di memorizzazione e di uso; ha suscitato 16 Molti aspetti peculiari del protocollo sono stati ribaditi e precisati in sede giurisdizionale: A. ROMITI, Le principali sentenze sul protocollo delle pubbliche amministrazioni: casistica, commento e note sentenza per sentenza, Viareggio 1995. 8 Piano di classificazione però qualche critica da parte dei teorici. Il Gruppo ha preso in considerazione e discusso sia gli apprezzamenti sia le obiezioni. Ma i risultati della sperimentazione non hanno fornito suggerimenti univoci e concordi, sopratutto perché si è riscontrato una perdurante confusione tra livelli, che hanno natura logica e astratta, e organizzazione dei fascicoli, delle serie e dei repertori, che sono – al contrario – prodotti concreti. Alla luce di quanto su esposto, in questa fase (2005), il Gruppo ha deciso di mantenere i due livelli attuali e di suggerire le forme di organizzazione e aggregazione del materiale prodotto in ciascuna classe, per facilitarne la gestione concreta. Intende quindi sottolineare alcuni punti fermi. Prima di tutto ribadisce che l’operazione della classificazione non deve confondersi con quella delle aggregazioni documentali in fascicoli, serie e repertori e neppure con quella dello smistamento dei documenti, che obbedisce alle logiche organizzative di ciascun Comune. Il terzo livello, qualora in futuro si deciderà di introdurlo, sulla base di ulteriori sperimentazioni, dovrà comprendere sottoclassi, cioè partizioni funzionali e non singoli fascicoli, proprio per non ripercorrere gli errori compiuti con il titolario Astengo. Insiste, inoltre, sulla necessità che il presente titolario, in quanto strumento condiviso e supporto per la interoperabilità, deve essere adottato, senza possibilità di adattamenti e personalizzazioni arbitrarie. Eventuali altri cambiamenti possono essere proposti al Gruppo, che li vaglierà e, se li riterrà opportuni, li introdurrà perché possano essere adottati da tutti. Del resto alcuni cambiamenti suggeriti da qualche Comune sono già stati introdotti in questa seconda versione. Non è quindi consentita un’organizzazione libera del terzo livello. Le scelte e le metodologie perseguite dal Gruppo di lavoro nel definire il presente piano di classificazione per i Comuni si rifanno alla distinzione tra funzione e competenza: la funzione è il compito istituzionale che la legge attribuisce a un determinato ente (nel nostro caso, ai Comuni); la competenza è l’attribuzione di una funzione a un determinato ufficio del medesimo ente. Le funzioni attribuite ai Comuni sono uguali per tutti i Comuni, grandi o piccoli che essi siano (nel senso che tutti i Comuni sono chiamati ad esercitare le medesime funzioni); mentre all’interno di due diversi Comuni la medesima funzione può essere attribuita a uffici diversi e perfino all’interno dello stesso Comune le competenze possono cambiare radicalmente da un anno all’altro. Il titolario di classificazione, che serve per suddividere i documenti in base all’oggetto trattato, deve essere determinato nella sua articolazione tramite l’analisi delle funzioni. In tal caso è possibile stabilire un sistema di classificazione dei documenti omogeneo per tutti i Comuni, il che consente la comunicazione e, in ambiente digitale, l’interoperabilità dei sistemi, richiesta dalla legge. L’adozione del titolario è certamente un atto di organizzazione dell’ente e pertanto va deliberato dalla Giunta comunale17, unitamente al manuale di gestione del quale costituisce, anche sotto forma di allegato, un elemento rilevante 18. Tale provvedimento va comunque preceduto dalla individuazione, ad opera sempre della Giunta comunale, dell’Area Organizzativa Omogenea (AOO), dalla istituzione formale del servizio archivistico e dall’indicazione del responsabile di tale servizio 19. Gli aggiornamenti, revisioni o modifiche al presente titolario o al manuale di gestione seguono la medesima procedura. Il titolario serve a organizzare i documenti prodotti dalla data in cui viene formalmente adottato dal 17 Ai sensi dell’art. 48, comma 3 del D. lgs. 267/2000. DPCM 31 ottobre 2000, art. 5, comma 2. 19 Ai sensi e per gli effetti dell’art. 50, comma 4 del DPR 445/2000 e art. 3 del DPCM 31 ottobre 2000. 18 9 Gruppo di lavoro per la formulazione di proposte e modelli per la riorganizzazione dell’archivio dei Comuni Comune; non può in nessun caso essere utilizzato come strumento di riordino dell’archivio già prodotto, che deve essere conservato nella sua struttura e organizzazione originaria 20. Questo titolario ha carattere generale (ma non generico); il che significa che nel decidere la dicitura dei gradi divisionali si è scelto un lessico preciso, ricavato dalla normativa, in grado di descrivere puntualmente la funzione, senza però cadere in determinazioni analitiche: i termini indicano funzioni di carattere generale e comprendono tutte le casistiche prevedibili secondo l’attuale ordinamento dei Comuni. Ha carattere astratto, nel senso che prevede il “può esserci”, non quello che effettivamente “c’è stato”: ad esempio, nella classe “opere pubbliche” (lessico che rinvia a una ben precisa tipologia di attività esercitate dai Comuni, soggetta, tra l’altro, a normative specifiche) possono trovare collocazione documenti riferentisi a qualsiasi manufatto per quanto impensabile e stravagante. Quindi, per fare un esempio concreto, non si trova nel presente titolario alcuna classe denominata “Costruzione strade”, che invece è presente quale voce di indice (strade: costruzione) nel Prontuario per la classificazione, in quanto tale intervento concreto dovrà essere ricondotto alla classe 5 – Opere pubbliche del Titolo VI – Pianificazione e gestione del territorio. Poiché l’operazione della classificazione è in sostanza un processo di reductio ad unum, cioè di riconduzione ad unità logiche di una molteplicità di casistiche, ne consegue che il titolario deve essere omnicomprensivo in modo da prevedere quanto il singolo Comune potrà mettere in atto nell’ambito delle funzioni ad esso attribuite 21. Perciò è stato necessario, ad esempio, prevedere anche la classe 13 – Commissario ad acta nel Titolo II, perché è una situazione che si può verificare, anche se raramente. La determinazione dei titoli e delle classi è stata effettuata sulla scorta della normativa relativa ai Comuni per individuare le funzioni e le materie di competenza 22. L’individuazione dell’unità logica alla quale ricondurre il documento difatti va compiuta esaminando l’oggetto che il documento stesso tratta e non il suo autore. Quindi, sempre per fare un esempio tratto dal Titolo II, devono venir classificati con II/1 non tanto gli atti emanati dal Sindaco quanto gli atti e i documenti che riguardano il Sindaco. Un’ultima precisazione: il titolario deve essere stabile, nel senso che, una volta adottato con provvedimento formale, esso deve essere sempre utilizzato nella forma in cui è stato adottato; nel contempo deve essere anche dinamico, nel senso che – essendo stato determinato con riferimento alle funzioni esercitate dal Comune – va aggiornato ogni volta che esse cambiano, con le modalità cui si è già accennato 23. È frequente la domanda circa l’obbligatorietà dell’uso del titolario. La normativa, in particolare l’art. 50 del DPR 445/2000, stabilisce che «Ciascuna amministrazione deve stabilire un piano di classificazione»: pertanto l’uso del titolario è obbligatorio, soprattutto in ambiente informatico, dove le necessità di organizzazione sono maggiori e più stringenti 20 Anche DPR 445/2000, art. 67 «Il trasferimento [dei fascicoli e delle serie all’archivio di deposito] deve essere attuato rispettando l’organizzazione che i fascicoli e le serie avevano nell’archivio corrente». 21 I teorici della classificazione sottolineano che le divisioni di un sistema non devono essere vuote, devono essere reciprocamente esclusive e devono essere nel loro complesso esaustive del dominio in questione. Le divisioni inoltre devono essere gerarchiche in modo da riprodurre un albero, nel quale un ramo si suddivide in altri rami. Per una riflessione sulla filosofia della classificazione F. GIL, Sistematica e classificazione, in Enciclopedia Einaudi, XII, Torino 1981, p. 1024-1044. 22 L’individuazione di un lessico non equivoco e non ripetitivo, ma rigorosamente preciso e appropriato è un requisito essenziale della logica classificatoria. Si è quindi evitato di introdurre ripetute classi dal medesimo nome in ogni titolo: ad esempio, “Disposizioni e direttive” oppure “Attività informativa”. 23 L’aggiornamento del titolario è compito affidato dal Direttore generale per gli archivi al Gruppo di lavoro. 10 Piano di classificazione rispetto al tradizionale sistema cartaceo. È stato rilevato che molte amministrazioni comunali non hanno più usato il titolario per organizzare i loro documenti, forse perché ritenevano inadeguato quello predisposto nel 1897 da Carlo Astengo e diffuso dal Ministero dell’interno. Molti Comuni hanno utilizzato titolari variamente derivati dal titolario Astengo, talvolta elaborati con intenti puramente commerciali e, tutto sommato, poco rispondenti alle esigenze dei Comuni. Il Gruppo di lavoro ritiene utile in termini di comunicazione tra istituzioni giuridicamente uguali e di interoperabilità dei sistemi insistere perché i Comuni adottino un sistema di classificazione condiviso. Il titolario elaborato dal Gruppo può essere utilizzato da ciascuno degli oltre 8.000 Comuni italiani, grandi o piccoli che siano, perché è stato disegnato tenendo conto delle funzioni (uguali per tutti i Comuni) e non delle competenze e dell’organizzazione interna (che invece variano da Comune a Comune). A differenza del titolario che può essere strumento unico e condiviso per tutti i Comuni italiani, il manuale di gestione dovrà essere ritagliato in modo specifico sull’organizzazione di ciascun Comune e la sua stesura dovrebbe costituire un’occasione per ripensare l’intera organizzazione archivistica comunale. Il titolario prodotto dal Gruppo è il risultato di un confronto fra persone dalla vasta e consolidata esperienza, che hanno studiato il problema nella sua complessità con un bagaglio variegato di conoscenze, mettendo a frutto l’evoluzione normativa e il dibattito scientifico che di recente si è positivamente incrementato, coinvolgendo non solo teorici dell’archivistica e dell’amministrazione, ma anche archivisti e amministratori comunali. 4) Oltre alle tre operazioni già descritte (registrazione, segnatura e classificazione), la buona pratica archivistica prevede l’aggregazione e organizzazione dei documenti. Questa operazione è prescritta dall’art. 65 del DPR 445/2000: «Il sistema per la gestione dei flussi documentali deve: a) fornire informazioni sul legame esistente tra ciascun documento registrato, il fascicolo ed il singolo procedimento cui esso è associato». L’art. 67 del DPR 445/2000 cita esplicitamente i fascicoli e le serie, raccomandando di mantenerne l’ordinamento originario nel trasferimento dall’archivio corrente a quello di deposito. Fascicoli e serie sono quindi due modalità di organizzazione e aggregazione dei documenti secondo criteri logici predefiniti. A questi il Gruppo ha aggiunto il “repertorio”, di cui si parlerà in seguito. Il DPR citato non accenna ai criteri di costituzione e organizzazione delle serie, proprio perché si tratta di questioni legate alla natura di ciascun ente produttore, alle sue funzioni e, quindi, al piano di classificazione di cui si dota. Inoltre enti uguali, ad esempio due Comuni, possono organizzare in modo differente, ma ugualmente accettabile e funzionale i documenti prodotti. Il Gruppo, conscio – grazie anche ai risultati della sperimentazione – delle difficoltà che i Comuni incontrano nella realizzazione corretta dei fascicoli e delle serie, ha predisposto apposite Linee guida per la formazione e organizzazione dei fascicoli. In proposito va ricordato che il fascicolo, unità archivistica prevalente nell’archivio moderno, è l’aggregazione organizzata di documenti. In passato nella pratica burocratica molte amministrazioni – erroneamente – hanno interpretato il fascicolo come un ulteriore livello del titolario. Invece – correttamente – il titolario di classificazione prevede quello che può esserci (la potenza, per usare il linguaggio aristotelico), il fascicolo contiene i documenti relativi ad un preciso e concreto fatto, quello che si è svolto (l’atto, sempre nel linguaggio aristotelico). Si possono costituire sostanzialmente tre tipi di fascicolo: 11 Gruppo di lavoro per la formulazione di proposte e modelli per la riorganizzazione dell’archivio dei Comuni 1. fascicolo per affare24 2. fascicolo per persona fisica o giuridica 3. fascicolo per attività Il fascicolo per affare si apre nell’ambito del livello più basso del titolario di classificazione, quindi, nel caso dei Comuni, nell’ambito di una delle classi e comprende i documenti, recanti tutti la medesima classifica, prodotti da un ufficio per la trattazione di un affare. Perciò ogni fascicolo si riferisce ad un affare specifico e concreto. Qualche esempio di fascicoli per affare: la costruzione di un nuovo edificio comunale (titolo VI, classe 5); la realizzazione di un evento culturale (titolo VII, classe 6); l’effettuazione di un concorso o di un bando di selezione del personale (titolo III, classe 1). Il fascicolo per affare si individua con: - anno di apertura - titolo e classe - numero del fascicolo che è progressivo all’interno del grado divisionale più basso del titolario di classificazione (nel caso del Comune, la classe) - oggetto, che è un testo sintetico che descrive puntualmente l’affare cui si riferisce Un esempio chiarisce molto bene: 2003-VII/6.13 «Concerto di Ferragosto a Pra’ della Valle», dove: - 2003 è l’anno di apertura - VII è il titolo (Servizi alla persona) - 6 è la classe (Eventi e attività culturali) - 13 è il numero progressivo attribuito a fascicolo su base cronologica durante l’anno 2003 all’interno del titolo VII e della classe 6 Il fascicolo per affare ha una data di apertura, una durata circoscritta, che può non coincidere perfettamente con l’anno solare, e una data di chiusura: può comunque essere gestito su base annuale, secondo una procedura di solito prevista dai sistemi informatici in commercio, in quanto viene “trasportato a nuovo anno” se non viene chiuso nell’anno di apertura. Il fascicolo per persona fisica o giuridica comprende tutti i documenti, anche con classifiche diverse, che si riferiscono a una persona. Per spiegare meglio, nel fascicolo 24 Si richiama e si sottolinea la differenza tra affare e procedimento. L’affare (termine assente nella normativa in vigore, ma attestato in quella precedente, in particolare il RD 25 gennaio 1900, n. 35, art. 34 Approvazione del regolamento per gli uffici di registratura e di archivio delle Amministrazioni centrali, art. 34) indica nella consuetudine amministrativa il caso concreto che la pubblica amministrazione deve portare a buon fine. Il procedimento amministrativo viceversa è il modello di comportamento ideale e astratto che deve guidare la pubblica amministrazione nella gestione degli affari. Una definizione di “affare” è in DE FELICE, L’archivio contemporaneo. Titolario di classificazione, p. 85. Qualche riflessione in G. BONFIGLIO-DOSIO, Natura e struttura del fascicolo, «Rassegna degli Archivi di Stato», LXII (2002), p. 431-440. Perciò ad ogni affare corrisponde un fascicolo, mentre un procedimento comprende documenti che possono far parte di più fascicoli. Sarà compito di ciascuna amministrazione predisporre l’elenco dei procedimenti e relativi documenti da produrre nelle varie fasi, secondo quanto richiesto dall’art. 2, comma 2 della legge 7 agosto 1990, n. 241, modificata dalla legge 11 febbraio 205, n. 15: difatti, mentre è possibile indicare a livello nazionale l’articolazione del titolario, che rispecchia le funzioni, non è possibile elencare con puntualità i procedimenti e il loro svolgimento nei singoli Comuni. La relazione tra fascicoli e procedimento è ben chiara anche nel DPR 445/2000 (in particolare gli artt. 64 e 65), che impone al sistema di gestione documentale di classificare, costituire i fascicoli e collegarli ai relativi procedimenti. L’elenco dei procedimenti e dei documenti connessi deve essere inserito fra gli allegati del manuale di gestione. Tale collegamento tra fasi del procedimento e documenti da produrre sarà utile anche per predisporre la modulistica e per realizzare la comunicazione istituzionale tramite anche il sito Web. 12 Piano di classificazione personale di un dipendente ciascun documento viene classificato a seconda della classe di riferimento prevista nel titolo III. Il fascicolo si configura così come aggregazione di documenti diversamente classificati e si apre indipendentemente dalle classi. Si può aprire a livello di titolo (ad esempio, per i dipendenti nel titolo III oppure per le ditte nel titolo VIII) o a livello di classe (ad esempio, gli assistiti del servizio sociale nelle classi 9-14 del titolo VII o le associazioni alla classe 17 del titolo I). Ai fini dell’individuazione e della denominazione del fascicolo si considera, in genere, per i dipendenti il numero di matricola, ma talvolta anche il cognome e nome. Il numero attribuito alla persona all’interno dell’organizzazione (numero di matricola) oppure il cognome e nome dell’intestatario costituiscono l’elemento unificante dei documenti recanti classifiche differenti, che comunque si possono organizzare all’interno del fascicolo in sottofascicoli. Quasi sempre i fascicoli intestati alle persone restano correnti per molti anni, costituendo serie aperte, e di tale caratteristica deve tener conto il sistema informatico di gestione. Un esempio: 2005-III/0.6749 «Mario Rossi». Il fascicolo per persona si individua quindi con: - 2005 è anno di apertura - III è il titolo (Risorse umane) - 0 è la classe - 6749 è il numero di matricola Il fascicolo per attività è costituito e comprende i documenti prodotti nello svolgimento di un’attività amministrativa semplice, non discrezionale e ripetitiva, che si esaurisce in riposte obbligate o meri adempimenti. Qualche esempio: richieste di informazioni bibliografiche e relative risposte (titolo VII, classe 6), richieste e permessi di accesso alla zona a traffico limitato (titolo VI, classe 7). Il fascicolo per attività comprende documenti con destinatari e oggetti diversi, ma con identica classifica; ha durata annuale e, se la massa documentale è eccessiva, può articolarsi in sottofascicoli con diverse cadenze temporali (ad esempio, mensili). Il repertorio dei fascicoli è lo strumento sul quale vengono annotati con un numero progressivo i fascicoli secondo l’ordine cronologico in cui si costituiscono all’interno delle suddivisioni più basse del titolario (nel caso dei Comuni: la classe) 25. Il repertorio dei fascicoli svolge una funzione analoga al registro di protocollo: quest’ultimo registra, all’interno dell’archivio, la presenza di un certo documento, il primo registra, sempre all’interno dell’archivio, la presenza di un determinato fascicolo. Si tratta di uno strumento caduto in disuso nella pratica archivistica (almeno da quanto emerge dai questionari compilati dai Comuni), ma essenziale per finalità gestionali. Resta inteso che la definizione tradizionale, che si riferiva a un registro, deve essere aggiornata con la precisazione che il registro cartaceo è sostituito in ambiente digitale da una base di dati. Lo stesso registro di protocollo informatico si configura come una base di dati, per la quale la normativa ha previsto particolari cautele quanto all’inalterabilità e quindi alla perdurante capacità probatoria. Identiche cautele vanno predisposte, all’interno del sistema informatico, per il repertorio dei fascicoli. Un’ultima precisazione circa i fascicoli: procedimento e fascicolo non sempre coincidono, in quanto talvolta un procedimento può dar luogo a più fascicoli. È il caso, ad esempio, della costruzione di alloggi popolari: il PEEP va classificato VI/2; la costruzione va in VI/4; l’assegnazione va in VII/14. 25 Se ne veda la definizione in CARUCCI, Le fonti archivistiche, p. 225. 13 Gruppo di lavoro per la formulazione di proposte e modelli per la riorganizzazione dell’archivio dei Comuni 5) Non sempre i documenti prodotti dal Comune vengono aggregati in base solo all’oggetto e quindi utilizzando il titolario di classificazione; talvolta essi costituiscono serie, in base alla tipologia documentaria (ad esempio, i decreti, le ordinanze, le deliberazioni) o di provenienza (nel senso che sono prodotti dal medesimo ufficio od organo: ad esempio, il Sindaco oppure il Consiglio). Si creano così quelle aggregazioni che il Gruppo ha denominato per comodità repertori, intendendo designare con tale termine quelle serie nelle quali i documenti uguali per forma e/o provenienza, ma differenti per contenuto vengono allineati in ordine cronologico e da tale ordine ricavano un numero identificativo che ha rilevanza giuridica. In sostanza i repertori sono, in ambiente cartaceo, quei registri su cui si trascrivono e nei quali si inseriscono in sequenza determinata (in genere cronologica) documenti uguali per forma e/o provenienza, ma differenti per contenuto e che sono corredati da uno strumento (il repertorio, appunto), atto al reperimento del singolo documento ricercato. I documenti repertoriati, secondo la procedura di registrazione particolare descritta dal DPR 445/2000 (art. 53, comma 5 che, quando elenca i documenti soggetti a registrazione obbligatoria effettuata tramite il registro di protocollo generale, unico per l’intera AOO, annovera tra quelli esclusi «tutti i documenti già soggetti a registrazione particolare dall’amministrazione») 26, possono e, nel caso siano su supporto informatico, devono essere registrati nel protocollo generale. Il singolo documento repertoriato viene pertanto identificato (e citato) tramite due numeri: quello di repertorio (ad esempio, n. 1729/2005 del repertorio delle ordinanze) e quello di protocollo generale (ad esempio, 93.812/2005). Inoltre, il singolo documento registrato in un repertorio, quando non contiene oggetti multipli (come nel caso, ad esempio, dei verbali delle riunioni di un organo collegiale), viene classificato in base alla materia che tratta. Invece il repertorio, così come lo ha inteso il Gruppo di lavoro, accogliendo una prassi consolidata nei Comuni, configurandosi come una serie di documenti, non viene classificato, ma viene comunque gestito dal sistema informatico, il cui software deve pertanto prevedere un’apposita funzione. Il gruppo ha deciso di indicare questi repertori costituiti da documenti con oggetti multipli in coda al titolo I, in quanto essi si riferiscono all’amministrazione generale del Comune. Oltre alle serie di documenti, esistono anche le serie di fascicoli: ad esempio, i fascicoli personali dei dipendenti, che sono tra di loro omogenei per contenuto e materia, costituiscono una serie. Si definisce infatti serie ogni raggruppamento, costituito dal 26 Il Gruppo, in proposito, ha discusso sull’interpretazione corretta dell’enunciato dell’art. 53, comma 5 del DPR 445/2000 relativo ai documenti oggetto di registrazione obbligatoria: se è pacifico che tutti i documenti informatici debbano essere protocollati, desta invece incertezza e perplessità l’esclusione degli “atti preparatori interni” e dei “documenti già soggetti a registrazione particolare dell’amministrazione”. Molti atti preparatori interni, infatti, sono fasi obbligatorie e imprescindibili dei procedimenti amministrativi e quindi vanno registrati per ragioni di garanzia reciproca. Inoltre la dottrina di recente ha sottolineato l’opportunità di protocollare anche i documenti registrati in repertori per due ordini di motivi: per prima cosa perché la registrazione a protocollo rappresenta la certificazione dell’entrata del documento nell’archivio del produttore; in secondo luogo perché il registro di protocollo ha attualmente, oltre alla valenza giuridicoprobatoria, una funzione gestionale molto spiccata. In effetti, però, se il sistema informatico garantisce la gestione dei metadati relativi ai documenti comunque registrati, nel caso dei documenti repertoriati è superflua la protocollazione. Resta inteso i repertori non sono protocolli particolari o di settore, etc. che sono vietati (DPCM 31 ott. 2000, art. 3, comma d), e comprendono solo le tipologie documentarie previste dal titolario. 14 Piano di classificazione produttore, di documenti o di fascicoli con caratteristiche omogenee in relazione alla natura e alla forma dei documenti o in relazione all’oggetto e alla materia o in relazione alle funzioni del produttore. La serie può essere costituita a livello di titolo (ad esempio, la serie dei fascicoli personali dei dipendenti che si incardina nel titolo III Risorse umane) oppure a livello di classe (ad esempio, la serie dei fascicoli dei soggetti a TSO nel titolo X classe 2). Si precisa che nel momento del versamento periodico dei documenti dall’archivio corrente all’archivio di deposito deve essere conservato – come precisa anche la normativa (art. 67 del DPR 445/2000) – l’ordine con il quale i documenti sono stati organizzati. Tradizionalmente la prassi archivistica, in presenza di archivi cartacei, ha seguito alcune procedure per collocare il materiale nell’archivio di deposito, che si configura come archivio di prima concentrazione dei documenti. Il carteggio (cioè i documenti classificati con l’indicazione di titolo e classe) viene conservato unitariamente (titolo I, titolo II, etc.), mentre i registri e le serie, anche se concettualmente ricondotti nella fase corrente a differenti titoli e classi, vengono fisicamente collocati in testa o in coda al carteggio, soprattutto perché molte serie (ad esempio, quella dei fascicoli del personale dipendente) comprendono fascicoli che restano aperti per molti anni e non vanno versati annualmente all’archivio di deposito. Le unità archivistiche (fascicoli e registri) che costituiscono le serie devono essere collocati in sequenza cronologica. Presentazione del titolario Il titolario, predisposto dal Gruppo di lavoro si presenta articolato in titoli (indicati in numeri romani)27 e in classi (indicate con numeri arabi), scritti in carattere tondo. È stato corredato con note di rinvio alla normativa che attribuisce ai Comuni le funzioni dalle quali si sono ricavati i titoli e le classi e con le spiegazioni essenziali per la comprensione dell’architettura generale del servizio di classificazione e di costituzione dei fascicoli. All’inizio di ogni titolo c’è una presentazione specifica del medesimo scritta in carattere corsivo. Nelle linee guida per l’organizzazione dei fascicoli e delle serie il Gruppo indica le tipologie di fascicoli, serie o repertori che si aprono nell’ambito di ciascun titolo e classe. In questa sede vengono elencati in calce ai singoli titoli i “repertori” e le serie riconducibili a quel titolo. La sequenza dei titoli è determinata dagli orientamenti normativi, in particolare dal D. lgs. 29/93 ora confluito nel D. lgs. 165/2001, che distinguono le funzioni attribuite alle amministrazioni pubbliche, e dalle interpretazioni dottrinarie in campo archivistico 28. Il titolo I quindi è relativo alla funzione primaria e costitutiva; il titolo II è riferito alle funzioni gestionali; i titoli III-V riguardano le funzioni strumentali e di supporto; i rimanenti titoli trattano le funzioni finali, cioè quelle operative all’interno della funzione 27 Quanto alla perplessità, manifestata da alcuni, circa l’uso delle cifre romane, si può rispondere che esso è entrato nelle abitudini dei titolari e del resto non comporta difficoltà nell’utilizzo di strumenti informatici, a patto che si introducano nel sistema adottato particolari accorgimenti strumentali. 28 In particolare G. PENZO DORIA, La linea dell’arco. Criteri per la redazione dei titolari di classificazione, in Thesis 99: progetto per la gestione e tutela delle tesi di laurea. Atti della 2^ Conferenza organizzativa degli archivi delle Università italiane, Padova 2001, p. 305-340 e in Labirinti di carta. L’archivio comunale: organizzazione e gestione della documentazione a 100 anni dalla circolare Astengo. Atti del convegno nazionale (Modena, 28-30 gennaio 1998), Roma 2001 (Pubblicazioni degli Archivi di Stato. Saggi, 67), p. 72-104. 15 Gruppo di lavoro per la formulazione di proposte e modelli per la riorganizzazione dell’archivio dei Comuni primaria (i titoli VI-VIII si riferiscono a funzioni conferite, i titoli X-XIII a quelle delegate; il titolo IX costituisce un titolo cerniera, nel quale convivono entrambi i tipi di funzioni) . Il Gruppo ha predisposto anche un Prontuario per la classificazione, costituito da un elenco, in ordine alfabetico, di voci (parole, modi di dire, talvolta anche gergali o di uso locale, talune anche errate o desuete, assunte da manuali divulgativi in uso nelle amministrazioni comunali) per le quali si fornisce l’indice di classificazione oppure indicazioni sul trattamento archivistico. Si è preferito inserire nel Prontuario anche voci non corrette, per essere chiari e utili a chi deve classificare: ciascun Comune potrà integrare il Prontuario inserendo le voci specifiche di interesse locale e circoscritto (ad esempio, il Comune di Padova potrà inserire “Notturni d’arte”, che indica un’iniziativa culturale padovana). Si ribadisce che la lettura del titolario va comunque compiuta tenendo conto del carattere gerarchico dello strumento; il che significa che non si può estrapolare la classe rendendola avulsa dal contesto del titolo in cui è inserita. Il DPR 445/2000, all’art. 61, parla espressamente di «servizio per la tenuta del protocollo informatico, della gestione dei flussi documentali e degli archivi». Nel titolario perciò il termine “archivio” designa il servizio nel suo complesso comprendente l’ufficio di registratura a protocollo, l’archivio di deposito, la separata sezione (= archivio storico). Una precisazione merita l’organizzazione dei documenti archivistici prodotti dalle circoscrizioni di decentramento, diversamente regolamentate a seconda della consistenza demografica del comune29. Anche la normativa nazionale30 prevede tre casistiche: - a) Comuni con popolazione fra i 30.000 e i 100.000 abitanti - b) Comuni con popolazione superiore ai 100.000 abitanti - c) Comuni con popolazione superiore ai 300.000 abitanti In questa proposta si è prospettato il caso di un Comune che abbia deliberato di considerare area organizzativa omogenea, ai sensi del DPR 445/2000, art. 50, comma 4), l’intero Comune, incluse le circoscrizioni di decentramento; quindi presumibilmente i Comuni dei gruppi a) e b). Nel caso di Comuni del gruppo c), che abbiano realizzato forme di decentramento più accentuate sarà opportuno valutare la possibilità di prevedere sistemi a grappolo con un nucleo centrale e con aggregazioni coordinate. 29 30 Si vedano in appendice le Considerazioni preliminari sulle circoscrizioni di decentramento. T.U. 267/2000, art. 17 Circoscrizioni di decentramento. 16 Piano di classificazione Titolo I. Amministrazione generale Questo titolo è stato pensato per i documenti prodotti dal Comune nell’esercizio di funzioni di carattere generale e trasversale, che interessano tutti gli uffici in quanto costituiscono strumento per l’attività amministrativa dell’intero apparato comunale. 1. 2. stica33 3. 4. 5. 6. Legislazione e circolari esplicative31 Denominazione, territorio e confini, circoscrizioni di decentramento32, toponomaStatuto34 Regolamenti35 Stemma, gonfalone, sigillo36 Archivio generale37 31 Si suggerisce la conservazione in unico repertorio delle circolari pervenute, perché un sistema informativo e informatico efficiente ed efficace ne consente l’accesso in linea a chiunque. Diventa preferibile l’unica serie trasversale all’ente rispetto a una collocazione segmentata, in considerazione della crescente complessità della realtà dei Comuni. Ad esempio, una circolare sulle procedure contabili non interessa solo chi si occupa di tale servizio, ma indirettamente chiunque operi all’interno del Comune, perché la loro conoscenza è presupposto per la programmazione e l’attività nelle aree specifiche. Anche per quanto riguarda le circolari emanate dal Comune, si raccomanda la conservazione autentica e centralizzata delle circolari in unica serie, possibile e funzionale in presenza di un sistema informativo e informatico efficiente ed efficace, che consente l’accesso in linea. Ogni Comune deciderà, in base alla propria organizzazione e alle potenzialità del software di gestione, le procedure di attestazione della ricezione da parte dei destinatari. 32 Nella classe vanno inseriti i documenti relativi alla definizione territoriale delle circoscrizioni, non quelli prodotti dalle circoscrizioni, che utilizzano il titolario del Comune, in quanto appartenenti alla medesima AOO. 33 T.U. 267/2000, art. 15 Modifiche territoriali, fusione ed istituzione di comuni; art. 17 Circoscrizioni di decentramento. In questa classe vanno classificati solo i documenti relativi all’individuazione delle circoscrizioni di decentramento, non il carteggio con i quartieri, che va inserito nella classe relativa alla materia trattata (si vedano le Considerazioni preliminari). La classe comprende anche la numerazione civica e l’attribuzione al Comune del titolo di città (T.U. 267/2000, art. 18). 34 T.U. 267/2000, art. 6 Statuti comunali e provinciali. 35 T.U. 267/2000, art. 7 Regolamenti. Anche per i regolamenti, si raccomanda la conservazione in unico repertorio, che facilita l’accesso sia interno sia esterno. 36 Comprende anche eventuali vessilli usati dal Comune. Si classifica in questa posizione la concessione di patrocinio alle attività di altri soggetti giuridici, in quanto tale concessione comporta l’uso dello stemma comunale. 37 Si ricorda che con l’espressione “archivio generale” si indica il servizio archivistico comunale nel suo complesso; comprende quindi tutte le funzioni archivistiche svolte nelle tre fasi di vita convenzionalmente fissate: archivio corrente (= archivio in formazione), archivio di deposito, separata sezione (= archivio storico). Si ricorda in particolare che per legge il servizio archivistico è responsabile della conservazione autentica dei documenti prodotti dal Comune in tutte le sue articolazioni. In particolare l’Archivio cura la costituzione delle serie repertoriate dei documenti, elencate in calce al titolo I. Poiché è cura dell’Archivio assicurare la pubblicazione/pubblicità degli atti che richiedano tale formalità, si inseriscono in questa classe i carteggi relativi alle pubblicazioni all’albo pretorio e alle notifiche. Sul concetto di pubblicazione/ pubblicità legale anche T.U. 267/2000, art. 134, oltre a quanto specificato più in generale dal diritto amministrativo circa le forme obbligatorie di pubblicità. Il Comune è chiamato a fornire il servizio legale di notifica anche per altre amministrazioni: L. 20 novembre 1982, n. 890, art. 14. Anche per questo servizio bisogna prevedere apposito regolamento. In linea di massima valgono le stesse considerazioni fatte per la pubblicazione. Sulla casa comunale: Cod. di proc. civ. art. 143; L. 20 nov. 1982, n. 890 «Notificazioni di atti a mezzo posta e di comunicazioni a mezzo posta connesse con la notificazione di atti giudiziari», interpretate alla luce del D. lgs. 30 giugno 2003, n. 196 «Codice in materia di protezione dei dati personali». Inoltre vengono classificate in questa posizione le richieste di accesso all’archivio, anche se operativamente sono gestite da strutture diverse (RPA, URP, archivio storico, etc.) e regolamentate in modo diverso a seconda che siano per finalità 17 Gruppo di lavoro per la formulazione di proposte e modelli per la riorganizzazione dell’archivio dei Comuni 7. Sistema informativo38 8. Informazioni e relazioni con il pubblico39 9. Politica del personale; ordinamento degli uffici e dei servizi 40 10. Relazioni con le organizzazioni sindacali e di rappresentanza del personale 41 11. Controlli interni ed esterni42 12. Editoria e attività informativo-promozionale interna ed esterna 43 13. Cerimoniale, attività di rappresentanza; onorificenze e riconoscimenti 44 14. Interventi di carattere politico e umanitario; rapporti istituzionali 45 15. Forme associative e partecipative per l’esercizio di funzioni e servizi 46 e adesione del Comune ad Associazioni47 16. Area e città metropolitana48 17. Associazionismo e partecipazione49 amministrative o scientifiche, perché sono riconducibili concettualmente ai documenti facenti parte dell’archivio. Vengono ricondotte a questa classe anche gli adempimenti connessi con la tutela della riservatezza. 38 T.U. 267/2000, art. 12 Sistemi informativi e statistici. Vanno inserite in questa classe tutte le rilevazioni statistiche sia quelle promosse dal Comune sia quelle richieste dall’ISTAT e da altre autorities. 39 T.U. 267/2000, art. 10 Diritto d’accesso e informazione; D. lgs. 165/2001, art. 11 Ufficio relazioni con il pubblico; L. 7 giugno 2000, n. 150 Disciplina delle attività di informazione e di comunicazione delle pubbliche amministrazioni, art. 8. 40 Materia regolata dal D. lgs. 30 marzo 2001, n. 165, art. 2: sono compresi nella classe tutti gli atti organizzativi relativi al personale nella sua complessità (dotazioni organiche, programmi di attività, orari di apertura degli uffici, attribuzioni di uffici, sviluppo delle pari opportunità, etc.). Si precisa che debbono essere ricondotti a questa classe anche i documenti relativi all’armonizzazione degli orari degli esercizi commerciali, dei pubblici esercizi, dei servizi pubblici e delle pubbliche amministrazioni localizzati nel territorio del Comune (T.U. 267/2000, art. 50, comma 7). Per i documenti relativi ad affari concreti concernenti il personale si utilizza il Titolo III. 41 La classe è destinata a documenti relativi ai rapporti di carattere generale con i sindacati e le rappresentanze del personale; per questioni specifiche si utilizzano le classi del titolo III. 42 T.U. 267/2000, art. 147 Tipologia dei controlli interni, art. 148 Controllo della Corte dei conti. 43 L. 7 giugno 2000, n. 150, cit., artt. 7, 9. Si classificano in questa posizione i carteggi prodotti nello svolgimento dell’attività editoriale svolta direttamente dal Comune. 44 Si intendono sia le onorificenze conferite al Comune sia quelle conferite a singoli cittadini tramite il Comune. Si inserisce in questa classe anche il carteggio relativo all’uso delle bandiere (nazionale, europea, etc.), alla concessione dell’uso del sigillo. 45 Si intendano i rapporti istituzionali di alto livello e di carattere generale, non quelli relativi a materie specifiche. Si classificano qui i gemellaggi. 46 T.U. 267/2000, Capo V Forme associate: art. 33 Esercizio associato di funzioni e servizi da parte dei comuni; art. 30 Convenzioni; art. 31 Consorzi; art. 32 Unioni di comuni; capo IV. Comunità montane, che ex art. 27 sono considerate “unioni di comuni”; art. 34 Accordi di programma; art. 112 Servizi pubblici locali; art. 114 Aziende speciali ed istituzioni; art. 115 Trasformazione delle aziende speciali in società per azioni; art. 113 e 113 bis Affidamento di servizi a terzi; Deliberazione del CIPE 11 novembre 1998, n. 127 sulla programmazione negoziale decentrata. Si precisa che vanno inseriti in questa classe solo gli atti costitutivi e i rapporti istituzionali, mentre per l’attività di ciascuno degli enti va predisposto un apposito titolario. 47 Ad esempio, l’ANCI. 48 T.U. art. 22 Aree metropolitane; art. 23 Città metropolitane. Anche in questo caso si classificano qui solo gli atti costitutivi e i rapporti istituzionali, mentre per l’attività della città metropolitana bisognerà prevedere un apposito titolario. 49 L. 11 agosto 1991, n. 266 Legge quadro sul volontariato, in particolare per quanto riguarda i comuni, l’art. 7; D. lgs. 4 dicembre 1997, n. 460 Riordino della disciplina tributaria degli enti non commerciali e delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale; D. lgs. 18 agosto 2000, n. 267, art. 10, comma 3. Per l’associazionismo nel settore sanitario art. 45 della L. 23 dicembre 1978, n. 833 Istituzione del servizio sanitario nazionale. Inoltre la disciplina in materia è completata dalla legislazione regionale, statuti e regolamenti delle 18 Piano di classificazione Repertori - Registro di protocollo Repertorio dei fascicoli Registro dell’Albo pretorio50 Registro delle notifiche51 Ordinanze emanate dal Sindaco52: serie con repertorio Decreti del Sindaco: serie con repertorio Ordinanze emanate dai dirigenti Determinazioni dei dirigenti Deliberazioni del Consiglio comunale Deliberazioni della Giunta comunale Verbali delle adunanze del Consiglio comunale53 Verbali delle adunanze della Giunta comunale54 Verbali degli organi collegiali del Comune Contratti e convenzioni55 Albo dell’associazionismo: elenco delle associazioni accreditate Atti rogati dal segretario comunale (contratti e atti unilaterali in forma pubblica amministrativa) Nei Comuni che hanno realizzato il decentramento56: - Deliberazioni dei Consigli circoscrizionali (uno per quartiere) - Deliberazioni degli Esecutivi circoscrizionali (uno per quartiere) - Verbali delle adunanze dei Consigli circoscrizionali (uno per quartiere) - Verbali delle adunanze degli Esecutivi circoscrizionali (uno per quartiere) singole amministrazioni. Si classificano in questa posizione le politiche di incoraggiamento e sostegno delle associazioni e gli accreditamenti delle singole associazioni, non i rapporti concreti di collaborazione, che vanno classificati in base alla materia in cui si esercita la collaborazione. 50 L’attività di pubblicazione legale va regolata da apposito regolamento: resta comunque inteso che il servizio archivistico non può, in linea di massima, a causa della mole ingente di pubblicazioni, conservare uno dei due esemplari prodotti del documento inviato alla pubblicazione; ma dovrà limitarsi a registrare sul repertorio i dati che identifichino in modo inequivocabile il documento pubblicato e gli estremi necessari per conferire valore legale alla procedura. L’originale, dopo la registrazione, va restituito al richiedente con in calce la referta di pubblicazione. Per la preminente funzione giuridico-probatoria tale registro acquisisce la natura di repertorio. 51 Il Comune è chiamato a fornire il servizio legale di notifica anche per altre amministrazioni: L. 20 novem bre 1982, n. 890, art. 14. Anche per questo servizio bisogna prevedere apposito regolamento. In linea di massima valgono le stesse considerazioni fatte per la pubblicazione. 52 Rientrano in questo repertorio tutti gli atti di carattere impositivo per fatti contingibili e urgenti emessi dal Sindaco con qualunque nome designati nelle differenti realtà locali. T.U. 267/2000, art. 54, comma 2. 53 Il D. lgs. 267/2000 non contempla più i registri dei verbali del Consiglio comunale e della Giunta comunale, previsti dal regolamento del 1911. La loro tenuta è rimessa, quindi, all’autonomia regolamentare delle singole amministrazioni. 54 Si veda la nota precedente. 55 Si tratta di atti (scritture private non autenticate) stipulati dai dirigenti. Si insiste sulla scelta del repertorio unico per tutto il Comune (scelta resa possibile e non gravosa dall’esistenza di un sistema informatico) per ribadire l’unità dell’azione amministrativa. Va scartata la scelta di tanti repertori quanti sono gli uffici per evitare iniziative di privatizzazione dei documenti e delle informazioni e per garantire la conservazione. Si chiarisce che le concessioni cimiteriali, configurandosi come contratto, vengono inserite in questo repertorio. 56 T.U. 267/2000, art. 17 Circoscrizioni di decentramento comunale. 19 Gruppo di lavoro per la formulazione di proposte e modelli per la riorganizzazione dell’archivio dei Comuni - 20 Verbali degli organi collegiali delle circoscrizioni (uno per organo e per quartiere) Registro dell’Albo della circoscrizione (uno per quartiere) Contratti e convenzioni delle circoscrizioni (uno per quartiere) Piano di classificazione Titolo II. Organi di governo, gestione, controllo, consulenza e garanzia Questo titolo è stato pensato per gli atti concernenti gli organi di governo, gestione, controllo, consulenza e garanzia, non per quelli da essi prodotti. Si ricordi che la classificazione riguarda la materia, non l’autore del documento, non le funzioni, ma il funzionamento dell’organo. Le classi di questo titolo possono essere adeguate alle reali strutture esistenti nel Comune. In questo caso si è proposto il numero massimo pensabile di classi. Non tutte le classi verranno sempre utilizzate (si pensi, ad esempio, alla classe 13), ma devono comunque essere previste. Le classi dalla 16 in poi sono dedicate agli organi attivati nei Comuni che hanno realizzato il decentramento57: anche in questo caso le denominazioni degli organi dovranno essere adattate a quanto stabilito nei singoli statuti; qui si sono indicati quelli padovani 58. 1. Sindaco59 2. Vice-sindaco 3. Consiglio60 4. Presidente del Consiglio61 5. Conferenza dei capigruppo e Commissioni del Consiglio 62 6. Gruppi consiliari 7. Giunta63 8. Commissario prefettizio e straordinario 9. Segretario64 e Vice-segretario 10. Direttore generale e dirigenza65 11. Revisori dei conti66 12. Difensore civico67 13. Commissario ad acta68 14. Organi di controllo interni69 15. Organi consultivi70 16. Consigli circoscrizionali 17. Presidenti dei Consigli circoscrizionali 18. Organi esecutivi circoscrizionali71 57 T.U. 267/2000, art. 17 Circoscrizioni di decentramento comunale. Statuto del comune di Padova, approvato con deliberazione del Consiglio comunale n. 23 del 4 febbraio 2000, in vigore dal 30 marzo 2000, modificato con deliberazioni del Consiglio comunale n. 68 del 20.07.2000, n. 77 del 21.07.2000 e n. 78 del 25.07.2000, in vigore dal 27 settembre 2000. 59 T.U. 267/2000, art. 46 Elezione del sindaco e del presidente della provincia. Nomina della giunta; art. 50 Competenze del sindaco e del presidente della provincia. 60 T.U. 267/2000, art. 38 Consigli comunali e provinciali; art. 42 Attribuzioni dei consigli; art. 37 Composizione dei consigli; art. 43 Diritti dei consiglieri; art. 38, comma 3. 61 T.U. 267/2000, art. 39 Presidenza dei consigli comunali e provinciali. Si classificano qui anche i documenti relativi all’ufficio di presidenza, ove costituito. 62 T.U. 267/2000, art. 38, comma 6 Consigli comunali e provinciali relativo alle commissioni. 63 T.U. 267/2000, art. 47 Composizione delle giunte; art. 48 Competenze delle giunte. 64 T.U. 267/2000, art. 97 Ruolo e funzioni e segg. del capo II Segretari comunali e provinciali. 65 T.U. 267/2000, art. 108 Direttore generale; art. 107 Funzioni e responsabilità della dirigenza. 66 T.U. 267/2000, art. 234 Organo di revisione economico-finanziaria e artt. successivi. 67 T.U. 267/2000, art. 11 Difensore civico. 68 Previsto dal D. lgs. 31 marzo 1998, n. 112, art. 5 Poteri sostitutivi, comma 2. 69 T.U. 267/2000, art. 147 Tipologia dei controlli interni. Ogni Comune indicherà i suoi. 70 Ogni Comune indicherà i suoi. 71 T.U. 267/2000, art. 79, comma 3. 58 21 Gruppo di lavoro per la formulazione di proposte e modelli per la riorganizzazione dell’archivio dei Comuni 19. Commissioni dei Consigli circoscrizionali 20. Segretari delle circoscrizioni 21. Commissario ad acta delle circoscrizioni 22. Conferenza dei Presidenti di quartiere Repertori - 72 Bollettino della situazione patrimoniale dei titolari di cariche elettive e di cariche direttive72 L’obbligo di rendere pubblica la situazione patrimoniale dei consiglieri comunali riguarda i Comuni con più di 50.000 abitanti (Legge 5 luglio 1982, n. 441 con modifiche apportate dall’art. 26 della Legge 27 dicembre 1985, n. 816). Ogni Comune emette poi un regolamento proprio: ad esempio, per il Comune di Padova Regolamento per la pubblicità della situazione patrimoniale dei consiglieri comunali e dei titolari di cariche direttive degli enti sovvenzionati e altri soggetti obbligati approvato con deliberazione consiliare n. 753 del 22 ottobre 1982. 22 Piano di classificazione Titolo III. Risorse umane73 Il titolo è dedicato alle funzioni relative alla gestione del personale, sia esso dipendente o esterno (collaboratori a qualsiasi titolo). Nelle classi andranno inseriti i documenti relativi a questioni non riconducibili a singole persone. Per i documenti relativi a ciascun dipendente viene istruito un fascicolo nominativo. 1. Concorsi, selezioni, colloqui74 2. Assunzioni e cessazioni 3. Comandi e distacchi; mobilità 4. Attribuzione di funzioni, ordini di servizio e missioni 5. Inquadramenti e applicazione contratti collettivi di lavoro 6. Retribuzioni e compensi75 7. Trattamento fiscale, contributivo e assicurativo 8. Tutela della salute e sicurezza sul luogo di lavoro 76 9. Dichiarazioni di infermità ed equo indennizzo77 10. Indennità premio di servizio e trattamento di fine rapporto, quiescenza 11. Servizi al personale su richiesta78 12. Orario di lavoro, presenze e assenze 79 13. Giudizi, responsabilità e provvedimenti disciplinari 14. Formazione e aggiornamento professionale 15. Collaboratori esterni80 Serie Fascicoli del personale: un fasc. per ogni dipendente o assimilato Repertori -Registro infortuni -Elenco degli incarichi conferiti81 73 Valga il rinvio globale, oltre che al fondamentale DPR 10 gennaio 1957, n. 3, agli articoli 30-57 del Decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 Norme generale sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche. 74 Si classificheranno in questa classe anche le domande di assunzione e i curricula inviati, che non sono stati seguiti da alcun concorso. 75 Si classificherà in questa classe anche il carteggio relativo all’anagrafe delle prestazioni. 76 D. lgs. 19 settembre 1994, n. 626 sulla sicurezza e la salute dei lavoratori sul luogo di lavoro. Si classificano qui le denunce di infortunio. 77 Classe relativa ai casi di invalidità causata dal lavoro. 78 Tale denominazione indica i servizi che il Comune predispone per i dipendenti che vi accedono solo su richiesta: ad esempio, i buoni pasto oppure il servizio di baby sitting oppure l’erogazione di contributi per le rette degli asili nido dei figli oppure ancora la sottoscrizione di convenzioni particolari stipulate con il Comune etc. 79 La classe comprende una molteplicità di casistiche: part-time, permessi, esercizio del diritto allo studio, etc., vale a dire ogni evento che influisca a variare l’orario di lavoro del dipendente. sono classificati qui tutti i documenti relativi a qualsiasi forma di assenza del dipendente (congedi ordinari e straordinari, aspettative per qualsiasi motivo, esiti da infortunio, etc.). 80 T.U. 267/2000, art. 110 Incarichi a contratto. Inoltre volontari, obiettori di coscienza, stagisti, Co.Co.Co. (collaboratori coordinati continuativi), LSU (lavoratori socialmente utili), etc. ; contratti a tempo determinato per le alte professionalità; lavoro interinale; contratto di formazione, etc. 81 D. lgs. 30 marzo 2001, n. 165, art. 53, comma 12. 23 Gruppo di lavoro per la formulazione di proposte e modelli per la riorganizzazione dell’archivio dei Comuni -Verbali dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza 24 Piano di classificazione Titolo IV. Risorse finanziarie e patrimoniali82 In questo titolo sono state previste le funzioni conferite ai Comuni in materia di disponibilità di risorse finanziarie e di gestione contabile, quelle relative alla titolarità e gestione del patrimonio comunale, di natura sia immobile sia mobile; alla acquisizione e gestione dei beni e servizi strumentali allo svolgimento delle attività e funzioni finali. Talune attività del titolo sono state indicate adottando la terminologia dell’atto finale. 1. 2. 3. 4. 5. 6. Bilancio preventivo83 e Piano esecutivo di gestione (PEG)84 Gestione del bilancio e del PEG85 (con eventuali variazioni86) Gestione delle entrate: accertamento, riscossione, versamento 87 Gestione della spesa: impegno, liquidazione, ordinazione e pagamento88 Partecipazioni finanziarie Rendiconto della gestione89; adempimenti e verifiche contabili90 82 T.U. 267/2000, art. 149 Principi generali in materia di finanza propria e derivata. Disposizioni generali; artt. 178-181; D. lgs. 504/1992; D. lgs. 446/1997; D. lgs. 244/1997; D. lgs. 23 ottobre 1998, n. 410. 83 T.U. 267/2000, Titolo II. Programmazione e bilanci, artt. 162-177. Si inseriscono qui anche gli allegati prescritti dalla normativa vigente. 84 T.U. 267/2000, art. 169 Piano esecutivo di gestione. In questa classe confluirà anche tutta la documentazione concernente strumenti analoghi al PEG, comunque denominati, in uso nei Comuni con meno di 15.000 abitanti. 85 T.U. 267/2000, Titolo III Gestione del bilancio, artt. 178-198. 86 T.U. 267/2000, art. 175 Variazioni del bilancio di previsione ed al piano esecutivo di gestione. 87 Nella redazione di questo titolo si è preferito trascurare la classificazione delle entrate operata dal T.U. (art. 149) che comunque si riporta: a) imposte proprie: 1) ICI (imposta comunale sugli immobili), istitutita dal D. lgs. 504/92; 2) imposta comunale sulla pubblicità; 3) diritti sulle pubbliche affissioni, istituite dal T.U.F.L. e ridisciplinate dal D.P.R. 639/72, revisionate dal D. lgs. 507/93 e dal D. lgs. 446/97; b) addizionali e compartecipazioni ad imposte erariali o regionali: 1) addizionale sul consumo dell’energia elettrica, istituita nel 1982; 2) addizionale IRPEF, istituita dal D. lgs. 360/98; c) tasse e diritti per servizi pubblici: 1) TOSAP (tassa per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche), disciplinata dagli artt. 192 e segg. del T.U.F.L. e revisionata dal D. lgs. 507/93, dal D. lgs. 566/93 e dalla L. 549/95; 2) TARSU (tassa per la rimozione e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani); d) trasferimenti erariali (D. lgs. 31 marzo 1998, n. 112, art. 7 Attribuzione delle risorse, comma 2); e) trasferimenti regionali; f) altre entrate proprie, anche di natura patrimoniale; g) risorse per investimenti (T.U. 267/2000, artt. 199-201); h) altre entrate e contributi straordinari (T.U. 267/2000, artt. 158, 162-177, 186-198). Sulle entrate per accensione di prestiti T.U. artt. 202-207. Riferimento legislativo più recente: D. lgs. 25 febbraio 1995, n. 77. A tale classificazione, che è sembrata troppo macchinosa per chi opera concretamente, si è preferito, per facilitare l’attività pratica di classificazione archivistica, riferirsi alla classificazione presentata dal DPR 31 gennaio 1996, n. 194 Regolamento di approvazione dei modelli di cui all’art. 114 del decreto legislativo 25 febbraio 1995, n. 77, concernente l’ordinamento finanziario e contabile degli enti locali. Si è però sostituita la dicitura spese con uscite, sia per parallelismo con entrate sia perché nelle uscite si possono comprendere le spese vere e proprie e i costi, che possono essere figurativi e indotti. In sede di revisione, si è deciso di eliminare l’indicazione delle sottoclassi (1. Entrate tributarie; 2. Entrate per trasferimenti dal settore pubblico; 3. Altre entrate correnti; 4. Entrate per accensione prestiti; 5. Altre entrate in conto capitale), in considerazione del fatto che non sempre è possibile per chi cura le operazioni di registrazione a protocollo e di classificazione distinguere senza ombra di dubbio le tipologie di entrate. A proposito dei fallimenti di terzi, l’insinuazione del Comune tra i creditori va classificata in questa posizione, perché si configura come attività volta ad assicurare al Comune talune entrate. 88 T.U. 267/2000, artt. 182-185. Nella classe vanno inseriti i documenti relativi alle diverse fasi dell’attività di spesa, comprese le procedure per l’acquisizione di beni e/o servizi definiti dal regolamento di contabilità del Comune di carattere non economale, che vanno inseriti al IV/10. 89 T.U. 267/2000, Titolo VI Rilevazione e dimostrazione dei risultati di gestione. 90 T.U. 267/2000, artt. 223-226. 25 Gruppo di lavoro per la formulazione di proposte e modelli per la riorganizzazione dell’archivio dei Comuni 7. Adempimenti fiscali, contributivi e assicurativi 91 8. Beni immobili92 9. Beni mobili93 10. Economato94 11. Oggetti smarriti e recuperati 12. Tesoreria95 13. Concessionari ed altri incaricati della riscossione delle entrate 14. Pubblicità e pubbliche affissioni Repertori Mandati96 Reversali97 Concessioni di occupazione suolo pubblico98 Concessioni di beni del demanio statale99 Elenco dei fornitori (facoltativo) 91 Si intendono quelli cui il Comune è tenuto in quanto soggetto fiscale. Dei beni immobili fanno parte, oltre agli edifici dove hanno sede gli uffici comunali, gli impianti sportivi, gli alloggi di edilizia residenziale pubblica e qualsiasi altro fabbricato di proprietà comunale. Rientrano tra i beni comunali anche boschi, campi, parchi, aree verdi e altri beni similari. La classe comprende: 1) acquisizioni , che possono avvenire per contratto di acquisto e di donazione, per lascito testamentario o per espropriazione; 2) manutenzione ordinaria, da qualunque soggetto o ufficio eseguita, e destinazione d’uso; 3) gestione; concessione in uso (concessioni, autorizzazioni, locazioni, etc.); 4) alienazione e altre forme di dismissione. Ogni Comune deciderà, anche in base al sistema di gestione archivistica adottato, come organizzare i documenti all’interno della classe, scegliendo tra fascicoli intestati al singolo bene oppure fascicoli per tipo di attività. Fanno capo a questa classe anche gli inventari dei beni immobili. 93 Anche qui si prevedono: 1) acquisizione; 2) manutenzione; 3) concessione in uso; 4) alienazione e altre forme di dismissione. Quanto alla distinzione tra beni mobili e beni economali ciascun Comune deve fare riferimento al proprio regolamento di contabilità. Fanno capo a questa classe anche gli inventari dei beni mobili e la designazione di consegnatari. 94 T.U. art. 153 Servizio economico-finanziario, comma 7. Talvolta questa funzione può venir designata in realtà particolari anche con il termine di “Provveditorato”, incaricato di provvedere al servizio di pulizie, etc. Va classificato in questa posizione il carteggio relativo alla massa vestiario, anche se il suo acquisto è delegato a settori o uffici specifici del Comune. Inoltre sono classificate qui le procedure di acquisizione di beni e/o servizi considerati economali ai sensi del regolamento contabile del Comune. 95 L’istituzione del servizio di tesoreria è obbligatoria per il Comune. Il servizio svolge le operazioni legate alla gestione finanziaria del comune e finalizzate alla riscossione delle entrate, al pagamento delle spese, alla custodia dei valori e agli adempimenti connessi. 96 Facoltativo in quanto la presenza dei mandati e delle reversali dipende dal Regolamento di contabilità di ciascun Comune (T.U. 267/2000, artt. 180 e 184). 97 Facoltativo in quanto la presenza dei mandati e delle reversali dipende dal Regolamento di contabilità di ciascun Comune (T.U. 267/2000, artt. 180 e 184). 98 Si intendano tutte le concessioni di suolo pubblico: passi carrai, cartelloni e scritte pubblicitarie, tende, festoni natalizi, bocche di lupo, plateatici per fiere, mercati, spettacoli viaggianti, etc. 99 L’art. 86 del D. lgs. 31 marzo 1998, n. 112 ha conferito alle regioni e agli enti locali competenti per territorio la gestione dei beni del demanio idrico. A loro volta le regioni hanno definito l’ampiezza delle deleghe. Ad esempio la Regione Puglia con LR 4 agosto 1999, n. 25 ha previsto la stipula di una convenzione con il comune di Bari, in base alla quale quest’ultimo può concedere e rinnovare le concessioni su aree del demanio marittimo. 92 26 Piano di classificazione V. Affari legali Si è deciso di prevedere un titolo specifico dedicato agli affari legali, nonostante l’obiezione che quasi sempre essi si inseriscono all’interno di un procedimento, per due motivi: prima di tutto perché la funzione si configura come eccezionale e straordinaria, poi perché talvolta le azioni legali, i pareri e le consulenze interessano materie diverse e possono rivestire carattere generale e/o preliminare a una pluralità di procedimenti concreti. Inoltre, come ha fatto giustamente notare qualcuno, non sempre c’è un fascicolo precedente al contenzioso (ad esempio, citazione del Comune per danni da cattiva manutenzione delle strade); anche quando la controversia sorge nel corso di un procedimento amministrativo o di un rapporto civile, il contenzioso si configura come subprocedimento specialistico; è opportuno che gli atti delle controversie siano conservati unitariamente. Si precisano in nota le motivazioni in base alle quali è stata esclusa dal titolo la classe “Levata dei protesti” a suo tempo proposta100. Si è constatato che spesso i fascicoli di causa, ad eccezione di quelli di carattere tributario, si formano presso un professionista esterno, cui l’amministrazione ha affidato l’incarico di rappresentarla: in tal caso sarà cura del Comune recuperare, una volta terminata la causa,i documenti, perché rimangano nella memoria dell’ente. 1. Contenzioso101 2. Responsabilità civile e patrimoniale verso terzi; assicurazioni 102 3. Pareri e consulenze 100 La levata dei protesti riguarda solo i segretari di alcuni Comuni (Legge 12 febbraio 1955, n. 77 Pubblicazione degli elenchi dei protesti cambiari; Legge 12 giugno 1973, n. 349 Modificazioni alle norme sui protesti delle cambiali o degli assegni bancari, che all’art. 1 Pubblici ufficiali abilitati alla levata dei protesti individua, nei Comuni nei quali non esista né notaio né ufficiale giudiziario, il segretario comunale come ufficiale pubblico abilitato alla levata dei protesti, rinviando all’art. 68 del RD 14 dicembre 1933, n. 1699). Ma la funzione è attribuita al segretario comunale, in considerazione della sua qualifica, ed è estranea ai suoi compiti istituzionali; per cui tale attività si configura con caratteri analoghi a quelli del lavoro autonomo e necessita di strutture organizzative proprie, non potendo essere utilizzate quelle del Comune (Cass. Civ. Sez. I, n° 274 del 23.01.1985). 101 Quanto alla determinazione dell’inizio del contenzioso, si rimarca che, se il Comune è convenuto, il contenzioso ha inizio dal momento della citazione; mentre, se il Comune è attore, il contenzioso parte dal momento in cui il Comune deposita la citazione. I procedimento stragiudiziali vanno inseriti nel fascicolo specifico dell’affare cui si riferiscono. Il gruppo non ha ritenuto opportuno specificare ulteriormente la natura del contenzioso sia per l’esiguità del materiale generalmente prodotto sia per le modalità di formazione dei fascicoli di causa. 102 Classe destinata alle richieste di risarcimento danni sia per responsabilità di terzi sia per responsabilità del Comune. 27 Gruppo di lavoro per la formulazione di proposte e modelli per la riorganizzazione dell’archivio dei Comuni Titolo VI. Pianificazione e gestione del territorio103 Il titolo è dedicato a funzioni, tra loro interconnesse, relative alla pianificazione e gestione del territorio: si sono semplificate al massimo le classi per comprendere nella generalità delle denominazioni la varietà di procedimenti censiti. 1.Urbanistica104: piano regolatore generale e varianti105 2. Urbanistica: strumenti di attuazione del Piano regolatore generale 106 3. Edilizia privata107 4. Edilizia pubblica108 5. Opere pubbliche109 6. Catasto110 7. Viabilità111 103 Si tenga presente che il territorio, che costituisce uno dei tre elementi costitutivi del comune, è in certi casi bene demaniale. Tale status giuridico influisce – evidentemente – sulla tipologia e sulla conduzione dei procedimenti. 104 Per la definizione di “urbanistica” si veda il DPR 24 luglio 1977, n. 616 Attuazione della delega di cui all’art. 1 della L. 22 luglio 1975, n. 382, art. 80: «disciplina dell’uso del territorio comprensiva di tutti gli aspetti conoscitivi, normativi e gestionali riguardanti le operazioni di salvaguardia e di trasformazione del suolo nonché la protezione dell’ambiente». 105 Questa classe non verrà utilizzata da quei Comuni che non abbiano adottato un piano regolatore generale oppure verrà denominata “Urbanistica: strumenti di pianificazione adottati in assenza di PRG”. In questa classe vanno inseriti i pareri su piani sovracomunali, certificati di destinazione urbanistica da allegare agli atti di compravendita di immobili, rilievi fotogrammetrici. 106 In questa classe vanno inseriti i piani particolareggiati, i piani di lottizzazione, etc. e quindi anche i PEEP. 107 L. 28 febbraio 1985, n. 47 Norme in materia di controllo dell’attività urbanistico-edilizia, sanzioni, recupero e sanatoria delle opere edilizie e successive modificazioni. Si classificano qui sia le pratiche definite con termine omnicomprensivo di “autorizzazioni” comunque denominate (licenza, concessione, dichiarazione di inizio attività, concessioni in sanatoria/ vulgo condoni, etc.) sia l’attività di controllo e di repressione degli abusi svolta dal Comune. Ogni Comune decide in merito all’organizzazione dei singoli fascicoli. 108 Si intende l’edilizia residenziale-pubblica, per la quale può verificarsi sia la costruzione diretta da parte del Comune oppure la realizzazione di alloggi tramite convenzioni. Si classificano qui anche gli atti di esproprio. 109 D. lgs. 31 marzo 1998, n. 112, artt. 60-64, 99; L. 11 febbraio 1994, n. 109 Legge-quadro in materia di lavori pubblici e DPR 21 dicembre 1999, n. 554 Regolamento di attuazione della legge-quadro in materia di lavori pubblici 11 febbraio 1994, n. 109; per l’edilizia residenziale pubblica, oltre alla L. 5 agosto 1978, n. 457, art. 31, L. 17 febbraio 1992, n. 179 Norme per l’edilizia residenziale pubblica. Volutamente si è lasciata generale e omnicomprensiva l’indicazione della classe, entro la quale confluiscono una pluralità anche molto cospicua di fascicoli; non si sono indicate sottoclassi, come hanno fatto taluni Comuni in fase di “rabbercio” del titolario Astengo (ad esempio, piazze, edilizia popolare, verde pubblico, ponti, monumenti etc.), per due motivi: 1. perché gli interventi diventano sempre più complessi e articolati, quindi difficilmente incasellabili in una tipologia precisa (ad esempio, se un Comune risistema in un unico intervento sia progettuale sia esecutivo sia finanziario la piazza su cui affaccia il municipio, la sede municipale, il monumento sulla piazza, il giardino pubblico adiacente, i bagni pubblici e la fontana, dove classifico tale intervento?); 2. perché la classificazione è operazione logico-organizzativa, in cui si riconduce lo specifico a ripartizioni logiche generali ed astratte, ben diversa dalla creazione e costituzione dei fascicoli che viceversa si riferiscono a casi concreti molto ben definiti, dove gli elementi determinati devono essere evidenziati (ad esempio: quello citato in precedenza). 110 Ai Comuni il D. lgs. 112/98, art. 66 attribuisce la «conservazione, utilizzazione e aggiornamento degli atti del catasto terreni e del catasto edilizio urbano, nonché [la] revisione degli estimi e del classamento». Anche se la funzione è ancora in via di transito e non tutti i Comuni hanno iniziato ad esercitarla oppure alcuni hanno realizzato la gestione del catasto in forma di convenzione con l’Agenzia del territorio, si è pensato di prevedere una classe specifica ad essa destinata. 111 D. lgs. 31 marzo 1998, n. 112, art. 99. Resta inteso che la costruzione delle strade va ricondotta alla classe Opere pubbliche (Titolo VI classe 5); mentre a questa classe si riconducono la formulazione del piano del 28 Piano di classificazione 8. Servizio idrico integrato112, luce, gas, trasporti pubblici, gestione dei rifiuti 113 e altri servizi114 9. Ambiente115: autorizzazioni, monitoraggio116 e controllo117 10. Protezione civile ed emergenze118 Repertori Concessioni edilizie119 traffico (Piano Urbano del Traffico), le pratiche relative alla mobilità (Piano Urbano della Mobilità) e quindi anche il coordinamento del trasporto privato e di quello pubblico (evidentemente il disegno strategico generale, mentre l’amministrazione quotidiana va nella classe 8). Si classificano qui anche le autorizzazioni in deroga (ad esempio, accesso all’area pedonale, etc.). 112 Per la gestione del demanio idrico: D. lgs. 31 marzo 1998, n. 112, art. 89 113 D. lgs. 31 marzo 1998, n. 112, art. 85. 114 La classe è dedicata al carteggio relativo alla produzione, erogazione e distribuzione di acqua, luce, gas o altre forme di energia per riscaldamento e cucina, trasporti pubblici: un settore nel quale i comuni hanno potere di indirizzo e di vigilanza (D. lgs. 31 marzo 1998, n. 112, art. 105). Il D. lgs. 112/98 attribuisce al comune «funzioni amministrative in materia di controllo sul risparmio energetico e l’uso razionale di energia, le attività di informazione al pubblico e di formazione degli operatori pubblici e privati nel campo della progettazione, istallazione, esercizio e controllo degli impianti termici». Nella classe sono comprese, in quanto fonti di energia, le miniere e le risorse geotermiche. Si veda anche l’art. 104 del DPR 616/77: quindi va classificato qui il carteggio relativo a tale materia, ad esclusione di quello attinente al controllo sugli impianti termici che rientra nei controlli (classe 9). 115 D. lgs. 31 marzo 1998, n. 112, art. 56-57, 89. La classe comprende anche tutto quanto attiene e scaturisce dall’attività di prevenzione e programmazione politica. Nella classe vanno inserite anche tutte le pratiche inerenti alle valutazioni e pareri di impatto ambientale previsti dagli artt. 35, 55, 74 del D. lgs. 31 marzo 1998, n. 112. 116 Monitoraggio della qualità delle acque (D. lgs. 31 marzo 1998, n. 112, art. 81), dell’aria e dell’etere (D. lgs. 31 marzo 1998, n. 112, art. 84; D. lgs. 5 febbraio 1997, n. 22. Attuazione delle direttive europee ... [cosiddetto decreto Ronchi]. Ad esempio, i controlli previsti dall’art. 14 della L. 22 febbraio 2001, n. 36 Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici), del suolo (anche se la funzione spetta di regola alle province, ma è suscettibile di delega e comunque è implicita nell’esercizio di funzioni collegate). 117 Oltre agli altri controlli, si prevede di classificare in questa posizione l’attività di controllo degli impianti termici dei privati. 118 D. lgs. 31 marzo 1998, n. 112, art. 108, comma 1, c). Questa classe è stata inserita in questo titolo, anche se ci si rende conto che le emergenze possono essere anche non connesse con fattori ambientali e di gestione del territorio. 119 Si intenda – come già detto – qualsiasi tipo di atto abilitativo. 29 Gruppo di lavoro per la formulazione di proposte e modelli per la riorganizzazione dell’archivio dei Comuni Titolo VII. Servizi alla persona Sono state raggruppate in questo titolo le funzioni attribuite ai Comuni in materia di servizi educativi e formativi (classi 1-4), servizi culturali, sportivi e del tempo libero (classi 5-7), dei servizi socio-assistenziali (classi 8-14)120. La riconduzione ad un unico titolo di tutte queste funzioni, che assorbono una cospicua mole di attività dei Comuni, è motivata dalla constatazione che molti interventi dei Comuni assumono caratteristiche promiscue e possono venire individuati più propriamente a livello di classe che non a livello di titoli. Attualmente il Comune esercita funzioni molto circoscritte nel settore dell’istruzione 121, certo più limitate rispetto al passato recente e remoto, quando era responsabile ad esempio della prima alfabetizzazione e della formazione professionale della popolazione. A parte la gestione diretta degli asili-nido e delle scuole materne comunali, che costituiscono una fetta molto consistente della sua attività, ad esso spettano funzioni di supporto, di consulenza e di fornitura di servizi. Grandi possibilità di intervento hanno i Comuni nel settore della cultura e dello sport, settore strategico per la promozione della dignità della persona e per lo sviluppo dell’identità collettiva122; per l’organizzazione del carteggio relativo è parso sufficiente prevedere solo tre classi: la prima dedicata al funzionamento delle istituzioni che gestiscono l’attività, la seconda e la terza relativa alle iniziative concrete. Nello stabilire le classi relative alle funzioni attribuite ai Comuni in materia di aiuto e sostegno delle fasce deboli della società123, si è lasciata cadere la logica del titolario Astengo, che 120 D. lgs. 31 marzo 1998, n. 112, art. 128: «per “servizi sociali” si intendono tutte le attività relative alla predisposizione ed erogazione di servizi, gratuiti ed a pagamento, o di prestazioni economiche destinate a rimuovere e superare le situazioni di bisogno e di difficoltà che la persona umana incontra nel corso della sua vita, escluse soltanto quelle assicurate dal sistema previdenziale e da quello sanitario, nonché quelle assicurate in sede di amministrazione della giustizia»; art. 131: «... sono attribuiti ai comuni ... i compiti di erogazione dei servizi e delle prestazioni sociali, nonché i compiti di progettazione e di realizzazione della rete dei servizi sociali, anche con il concorso delle province»; art. 132, che individua le categorie destinatarie. L. 8 novembre 2000, n. 328 Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali. Del resto già il DPR 616/77, art. 25 attribuiva ai comuni le funzioni amministrative relative all’organizzazione e all’erogazione dei servizi di assistenza e beneficenza. 121 D. lgs. 31 marzo 1998, n. 112, art. 136, comma 1: « ... per programmazione e gestione amministrativa del servizio scolastico si intende l’insieme delle funzioni e dei compiti volti a consentire la concreta e continua erogazione del servizio di istruzione»; art. 139, comma 2: attribuzioni ai comuni. Funzioni amministrative connesse all’assistenza scolastica furono attribuite ai comuni già dall’art. 45 del DPR 24 luglio 1977, n. 616. 122 Le funzioni attribuite ai comuni, già a partire dall’art. 60 del DPR 616/77 comprendono, tra le altre, la promozione di attività ricreative e sportive. Si richiama, sia pur velocemente, che da qualche tempo il concetto di cultura comprende una varietà molto ricca di attività umane (oltre alle manifestazioni “classiche”, folklore, arte popolare, religiosità, musica di tutti i generi, etc.). Si tenga presente che i comuni, oltre ad essere proprietari di beni culturali talvolta di notevolissimo valore, possono collaborare, anche assumendo iniziative in proprio, alla tutela, censimento, catalogazione, valorizzazione dei beni culturali (legge 8 giugno 1990, n. 142 Ordinamento delle autonomie locali, art. 14; D. lgs. 29 ottobre 1999, n. 490 Testo unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali, art. 16). 123 Attualmente la normativa prende in considerazione alcune categorie di soggetti deboli: i minori (D. lgs. 31 marzo 1998, n. 112, art. 132, comma 1, a). Ma anche la L. 19 luglio 1991, n. 216 Primi interventi in favore dei minori soggetti a rischio di coinvolgimento in attività criminose); i giovani (D. lgs. 31 marzo 1998, n. 112, art. 132, comma 1, b); la famiglia (D. lgs. 31 marzo 1998, n. 112, art. 132, comma 1, d). Inoltre L. 28 agosto 1997, n. 285 Disposizioni per la promozione di diritti e di opportunità per l’infanzia e l’adolescenza); i portatori di handicaps fisici e mentali (D. lgs. 31 marzo 1998, n. 112, art. 132, comma 1, e). Anche L. 5 febbraio 1992, n. 104 Legge quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate, in particolare gli artt. 10, 23-24, 40 per quanto concerne le funzioni attribuite ai comuni); i tossicodipendenti e alcooldipendenti (D. lgs. 31 marzo 1998, n. 112, art. 132, comma 1, f). L’assistenza a queste categorie è di competenza del SSN, ma 30 Piano di classificazione individuava i destinatari dei servizi e si è scelto di indicare l’area di intervento, a chiunque diretto. Rispetto all’edizione precedente è stata inserita la classe 15. Politiche per il sociale, che intende comprendere tutte le iniziative “al positivo”, cioè tutto quello che un Comune può programmare per migliorare il benessere sociale della cittadinanza, una volta fronteggiate le emergenze e le difficoltà previste nelle classi precedenti. 1. Diritto allo studio e servizi124 2. Asili nido e scuola materna125 3. Promozione e sostegno delle istituzioni di istruzione 126 e della loro attività127 4. Orientamento professionale128; educazione degli adulti129; mediazione culturale 5. Istituti culturali (Musei, biblioteche, teatri, Scuola comunale di musica, etc.) 130 6. Attività ed eventi culturali131 7. Attività ed eventi sportivi132 8. Pianificazione e accordi strategici con enti pubblici e privati e con il volontariato sociale133 9. Prevenzione, recupero e reintegrazione dei soggetti a rischio 134 spettano agli enti locali iniziative di prevenzione, sensibilizzazione, consulenza e formazione). 124 D. lgs. 31 marzo 1998, n. 112, art. 139, comma 2, c). La classe comprende, ad esempio, l’attività di trasporto scolastico e il servizio mense scolastiche. 125 Si è preferito inserire qui, piuttosto che nei servizi sociali, l’attività di gestione degli asili-nido perché dal punto di vista amministrativo la loro gestione è piuttosto simile a quella delle scuole materne, tralasciando il fatto che gli asili-nido rivestono più la valenza di servizio sociale alle famiglie che di istituzione formativa. Si sono indicate qui le due sole categorie di scuole di cui i comuni hanno gestione diretta. I rapporti con gli altri ordini e categorie di scuole vanno classificati a seconda della materia specifica. Si possono inserire in questa classe le pratiche relative alla risoluzione dei conflitti di interesse tra istituzioni della scuola materna e primaria, funzione attribuita ai comuni dall’art. 139, comma 3 del D. lgs. 31 marzo 1998, n. 112. 126 Di ogni ordine e grado: quindi anche Università, ove presenti e attive nel territorio di competenza del Comune. Si classifica qui anche il carteggio con eventuali Scuole civiche. 127 D. lgs. 31 marzo 1998, n. 112, art. 139, comma 2, d), e), f). 128 D. lgs. 31 marzo 1998, n. 112, art. 139, comma 2, b). 129 D. lgs. 31 marzo 1998, n. 112, art. 139, comma 2, a). 130 Vanno ricondotti a questa classe i documenti archivistici relativi al funzionamento, non all’attività, delle istituzioni comunali che si occupano di cultura e sport. Quindi va ricondotto a questa classe anche il carteggio con gli organi di gestione di tali Istituti, purché questi non abbiamo fisionomia giuridica autonoma, ma siano uffici del Comune. 131 Vanno ricondotti a questa classe tutti gli eventi (mostre, congressi, spettacoli, manifestazioni culturali, feste popolari, feste religiose e civili, etc.), per ognuno dei quali va aperto un fascicolo specifico. Quindi per ogni evento, da qualunque ufficio del Comune organizzato e gestito, va costituito un fascicolo. Per quanto riguarda le attività, può essere utile un esempio relativo alle Biblioteche per capire come organizzare la costituzione dei fascicoli: le Biblioteche svolgono, tra le altre attività, anche ricerche per conto terzi: si costituirà quindi ogni anno un fascicolo denominato «Ricerche bibliografiche per corrispondenza». Se il Comune lo ritiene opportuno, può inserire nell’individuazione del fascicolo, oltre agli elementi già indicati, anche l’indicazione della struttura che organizza l’evento: ad esempio, 2003 – VII/6. 32 «Mostra documentaria sulle legature» (Sezione separata dell’Archivio) oppure: 2003 – VII/6. 48 «Maratona di lettura» (Biblioteca comunale). 132 Valga quanto detto alla nota precedente. 133 Si classifica in questa posizione il carteggio relativo ai rapporti scaturiti dalla cosiddetta sussidiarietà orizzontale. 134 D. L. 18 gennaio 1993, convertito in L. 18 marzo 1993, n. 67 Disposizioni urgenti in materia sanitaria e socio-assistenziale, in particolare l’art. 5 per le funzioni attribuite ai comuni. 31 Gruppo di lavoro per la formulazione di proposte e modelli per la riorganizzazione dell’archivio dei Comuni 10. 11. 12. 13. 14. 15. Informazione, consulenza ed educazione civica135 Tutela e curatela di incapaci136 Assistenza diretta e indiretta137, benefici economici138 Attività ricreativa e di socializzazione 139 Politiche per la casa140 Politiche per il sociale141 Repertori - 135 Registri scolastici (del professore e della classe) prodotti dalle Scuole civiche (ove presenti) Verbali degli organi di gestione degli Istituti culturali Servizio previsto dall’art. 22, comma 4 della Legge quadro. Sono da inserire in questa classe i documenti prodotti da iniziative quali l’informagiovani e i consultori di vario tipo. 136 Con il termine di “incapaci” si intendono le categorie così definite dalla legge (minori, interdetti). In questa classe pertanto si classificano le pratiche di affido familiare e di nomina dei tutori. 137 Oltre ai documenti prodotti nell’esercizio dell’assistenza domiciliare o presso strutture, confluiscono in questa classe i documenti relativi a strutture di prima assistenza (dormitori pubblici, cucine economiche, campi profughi, etc.). Non si è ritenuto opportuno predisporre sottoclassi specifiche, perché le iniziative possono cambiare di anno in anno: va evitato il rischio di trasformare – come è successo in alcuni adeguamenti arbitrari del titolario Astengo – i fascicoli in livelli divisionali del titolario. 138 Si intendono tutte le forme di aiuto economico destinate a soggetti socialmente ed economicamente deboli (ad es. il pagamento parziale o totale di rette per il ricovero in case di riposo etc.) e ogni tipo di finanziamento proveniente da fonti diverse. 139 Classe prevista per tutte le iniziative tipo GREST, parchi giochi per bambini, centri estivi, soggiorni climatici, luoghi di ritrovo assistiti, attività di gestione del tempo libero, etc. 140 L’art. 95 del DPR 616/77 attribuì ai comuni le funzioni amministrative concernenti l’assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, l’assegnazione delle aree PEEP, i contributi concessi dal Comune ai singoli per la soluzione dei problemi abitativi. Resta inteso che la costruzione delle abitazioni rientra nel titolo VI nella classe 4 Edilizia pubblica. 141 Questa classe è stata prevista per accogliere i documenti relativi a iniziative specifiche del Comune nel settore sociale, che possono variare e spaziare in relazione al contesto locale. 32 Piano di classificazione Titolo VIII. Attività economiche I Comuni svolgono nel settore delle attività economiche funzioni particolari, spesso complementari a quelle esercitate da altri enti, ad esempio le province: talora essi sono chiamati a monitorare e raccogliere dati, talora devono rilasciare autorizzazioni etc. La novità introdotta dalla normativa recente riguarda il cosiddetto sportello unico per le attività produttive che rappresenta un vantaggio per il cittadino perché gli consente di ridurre i tempi burocratici. Poiché gli interventi dei Comuni sulle attività economiche possono essere molto variegati, si è preferito prevedere classi molto generali in grado di assicurare l’apertura di fascicoli specifici entro ripartizioni logiche serrate. 1. 2. 3. 4. Agricoltura142 e pesca Artigianato143 Industria144 Commercio145 142 In base all’art. 2135 del Cod. civile, «è imprenditore agricolo chi esercita un’attività diretta alla coltivazione del fondo, alla silvicoltura, all’allevamento e attività connesse». In questo settore i comuni sono chiamati a svolgere in prevalenza funzioni delegate o in via di attribuzione da parte delle Regioni, cui sono transitate le funzioni dismesse dal soppresso Ministero delle risorse agricole, alimentari e forestali in materia di agricoltura, foreste, pesca, agriturismo, caccia, sviluppo rurale, alimentazione (D. lgs. 4 giugno 1997, n. 143). Anche art. 78 del DPR 616/77. 143 D. lgs. 112/98, art. 12: «Le funzioni amministrative relative alla materia “artigianato” ... comprendono an che tutte le funzioni amministrative relative alla erogazione di agevolazioni, contributi, sovvenzioni, incentivi e benefici di qualsiasi genere, comunque denominati, alle imprese artigiane, con particolare riguardo alle imprese artistiche»; il D. lgs. 112/98 attribuisce ai comuni: 1) l’istruzione e la certificazione ai fini dell’ iscrizione nell’albo delle imprese artigiane; 2) l’apprestamento funzionale di aree attrezzate per gli insediamenti di imprese artigiane. L. 8 agosto 1985, n. 443 Legge-quadro per l’artigianato. Si è preferito, in analogia con quanto fatto per la classe “Industria”, non suddividere la classe in specifiche sottoclassi dedicate alle categorie artigiane interessate da normativa speciale: 1. barbieri, parrucchieri ed estetiste (regolamentata in precedenza dalla legge 14 febbraio 1963, n. 161 Disciplina dell’attività di barbiere, parrucchiere ed affini, fa riferimento ora alla legge 23 dicembre 1970, n. 1142 Modifiche alla l. 14 febbraio 1963, n. 161, concernente la disciplina dell’attività di barbiere, parrucchiere per uomo e donna e mestieri affini e alla legge 4 gennaio 1990, n. 1 Disciplina dell’attività di estetista); 2. attività di trasporto di persone mediante autoservizi pubblici non di linea (tassisti, autonoleggiatori e simili): legge 15 gennaio 1992, n. 21 Legge quadro per il trasporto di persone mediante autoservizi pubblici non di linea. 144 D. lgs. 31 marzo 1998, n. 112, art. 17, comma 1: «Le funzioni amministrative relative alla materia “industria” comprendono qualsiasi attività imprenditoriale diretta alla lavorazione e alla trasformazione di materie prime, alla produzione e allo scambio di semilavorati, di merci e di beni anche immateriali, con esclusione delle funzioni relative alle attività artigianali ed alle altre attività produttive»; art. 23, comma 1: «Sono attribuite ai comuni le funzioni amministrative concernenti la realizzazione, l’ampliamento, la cessazione, la riattivazione, la localizzazione e la rilocalizzazione di impianti produttivi, ivi incluso il rilascio delle autorizzazioni o autorizzazioni edilizie»; art. 23, comma 3 e art. 24, comma 2: sportello unico. Art. 25, comma 1: «Il procedimento amministrativo in materia di autorizzazione all’insediamento di attività produttive è unico. L’istruttoria ha per oggetto in particolare i profili urbanistici, sanitari, della tutela ambien tale e della sicurezza». 145 Vengono classificati in questa posizione i documenti archivistici relativi a qualunque tipo di commercio, anche quelli soggetti ad altre autorizzazioni o sanitarie o di pubblica sicurezza, quindi anche il gruppo di esercenti dediti alla somministrazione di alimenti e bevande (legge 25 agosto 1991, n. 287 Aggiornamento della normativa sull’insediamento e sull’attività dei pubblici esercizi). La responsabilità del procedimento e della conservazione dei fascicoli intestati a ciascun esercente spetta a chi gestisce la parte connessa al commercio, anche se contengono documenti prodotti da altro servizio del Comune. Per le forme speciali di vendita D. lgs. 31 marzo 1998, n. 114. Per alcune categorie speciali: 1) distributori di carburante (D. lgs. 11 febbraio 1998, n. 32 Razionalizzazione del sistema di distribuzione dei carburanti, a norma dell’articolo 4, comma 4, lettera c), della 33 Gruppo di lavoro per la formulazione di proposte e modelli per la riorganizzazione dell’archivio dei Comuni 5. Fiere e mercati146 6. Esercizi turistici e strutture ricettive147 7. Promozione e servizi148 Serie Fascicoli individuali di ciascun esercente attività economiche Repertori -Repertorio delle autorizzazioni artigiane -Repertorio delle autorizzazioni commerciali -Repertorio delle autorizzazioni turistiche legge 15 marzo 1997, n. 59: l’art. 1, comma 2 recita «L’attività ... è soggetta all’autorizzazione del sindaco del comune in cui essa è esercitata. L’autorizzazione è subordinata esclusivamente alla verifica della conformità alle disposizioni del piano regolatore, alle prescrizioni fiscali e a quelle concernenti la sicurezza sanitaria, ambientale e stradale, alle disposizioni per la tutela dei beni storici e artistici nonché alle norme di indirizzo programmatico delle regioni. Insieme all’autorizzazione il comune rilascia le concessioni edilizie necessarie ai sensi dell’art. 2». L’autorizzazione è subordinata al rispetto delle prescrizioni di prevenzione incendi secondo le procedure di cui al DPR 12 gennaio 1998, n. 37»); 2) rivendita di giornali e riviste (funzione attribuita ai comuni dall’art. 54, comma g) del DPR 616/77): legge 13 aprile 1999, n. 108 Nuove norme in materia di punti vendita per la stampa quotidiana e periodica; 3) vendita di prodotti da parte degli agricoltori (art. 4 del D. lgs. 18 maggio 2001, n. 228 Orientamento e modernizzazione del settore agricolo a norma dell’art. 7 della legge 5 marzo 2001, n. 57. 146 La materia relativa alle fiere e ai mercati è regolamentata dal D. lgs. 31 marzo 1998, n. 112, art. 41 commi 1 e 3. 147 L’art. 60 del DPR 616/77 indica le funzioni attribuite ai comuni in materia di: 1) gestione di impianti e servizi complementari per le attività turistiche, compresi i rifugi, i campeggi e altri esercizi di ricezione turistica a carattere non prettamente alberghiero; 2) rilascio di autorizzazioni per attività alberghiere, di agriturismo, di esercizi pubblici di interesse turistico; 3) rilascio delle licenze per l’esercizio di attività attinenti al settore del turismo; 4) rilascio di autorizzazioni per l’apertura di uffici turistici. 148 Si classifica in questa posizione il carteggio relativo a tutte le iniziative di promozione e supporto delle attività economiche, anche quello relativo alla tutela delle indicazioni geografiche di provenienza e di qualità (DOC, DOP, etc.). 34 Piano di classificazione Titolo IX. Polizia locale e sicurezza pubblica149 Questo titolo è dedicato alla prevenzione e alla repressione delle violazioni sia per quanto concerne la circolazione stradale sia per quanto concerne la vita dell’individuo nel contesto sociale e amministrativo, tendente ad assicurare sicurezza ai cittadini; comprende inoltre le funzioni, residue rispetto al passato e tutte delegate, connesse con il controllo dell’individuo singolo o associato150. 1. 2. 3. 4. Prevenzione ed educazione stradale151 Polizia stradale152 Informative153 Sicurezza e ordine pubblico154 Repertori - Autorizzazioni di pubblica sicurezza155 149 D. lgs. 31 marzo 1998, n. 112, art. 159: «Le funzioni e i compiti amministrativi relativi alla polizia amministrativa regionale e locale concernono le misure dirette ad evitare danni o pregiudizi che possono essere arrecati ai soggetti giuridici ed alle cose nello svolgimento delle attività relative alle materie nelle quali vengono esercitate le competenze, anche delegate delle regioni e degli enti locali, senza che ne risultino lesi o messi in pericolo i beni e gli interessi tutelati in funzione dell’ordine pubblico e della sicurezza pubblica». Ma già il DPR 616/77 all’art. 9 affermava: «I comuni, le province, le comunità montane e le regioni sono titolari delle funzioni di polizia amministrativa nelle materie ad essi rispettivamente attribuite o trasferite» e all’art. 19 elencava le funzioni attribuite ai comuni. Secondo una visione tradizionalmente assestata, ma più funzionale a realtà comunali di grandi dimensioni e di elevata specializzazione delle competenze, la polizia locale si articola in: 1) urbana; 2) rurale; 3) stradale; 4) commerciale e annonaria; 5) edili zia; 6) sanitaria; 7) veterinaria; 8) mortuaria; 9) tributaria. Alla luce delle recenti innovazioni normative sono individuabili altri settori di intervento, quali, ad esempio, quello ambientale. Nella definizione di questo titolo si è cercato di non confondere la funzione con l’organo che di solito la esercita e si è preferito indicare, anche in questo caso, la funzione. 150 Non si è prevista una classe specificamente dedicata alle pratiche svolte dalla polizia locale in veste di polizia giudiziaria, in quanto tale funzione è svolta non nell’ambito delle attività proprie del Comune, ma assegnata alla Polizia municipale dagli artt. 55 e 57 del Codice di procedura penale e dall’art. 5, comma 1, lettera a) della legge 7 marzo 1986, n. 65. Eventuale carteggio prodotto durante lo svolgimento di tale attività verrà gestito autonomamente dalla polizia locale e confluirà eventualmente nell’archivio comunale come archivio aggregato. 151 Si inseriscono in questa classe le iniziative di carattere formativo ed educativo volte a diffondere la conoscenza delle norme e dei rischi connessi alla circolazione stradale, oltre che a diffondere rispetto per le regole e per gli altri utenti della strada: attività prevista dal Codice della strada, art. 230. 152 Si classifica qui il carteggio relativo all’accertamento delle violazioni al Codice della strada, alla rilevazione degli incidenti e alle operazioni di soccorso. 153 Si intendono le notizie su residenti nel Comune richieste da altri enti pubblici. 154 T.U. art. 54, comma 1 e L. 1° aprile 1981. n. 121, artt. 15 e 20, che regolamenta i rapporti fra autorità provinciali di pubblica sicurezza (prefetto e questore) e i sindaci dei comuni. Vanno classificate qui tutte le pratiche di competenza delle questure, ma gestite dai comuni che ne sono sprovvisti (denunce di cessione dei fabbricati e di ospitalità stranieri; consegna licenze di porto di fucile; materie esplodenti, radioamatori). Inoltre rientrano in tale classe le intese di cui all’art. 5, comma 4 della legge 65/1986. 155 Quelle previste dal DPR 24 luglio 1977, n. 616, art. 19, cui si aggiungono quelle attribuite dal D. lgs. 31 marzo 1998, n. 112, art. 163, comma 2 a)-h): Venditori ambulanti di strumenti da punta e da taglio; Agenzie d’affari nel settore di esposizioni, mostre e fiere campionarie; Affittacamere e assimilati; Agenzie d’affari; Fochini; Gare di autoveicoli, motoveicoli o ciclomotori su strade comunali; Tiri a segno; Mestieri girovaghi, esercitati da stranieri. 35 Gruppo di lavoro per la formulazione di proposte e modelli per la riorganizzazione dell’archivio dei Comuni - Verbali degli accertamenti156 Titolo X. Tutela della salute157 Il titolo non necessita di particolari commenti, stante la chiarezza con cui la normativa definisce le funzioni dei Comuni nel contesto del sistema sanitario nazionale 158. Merita rilevare come le funzioni attualmente attribuite ai Comuni dopo l’entrata a regime della riforma sanitaria siano estremamente circoscritte rispetto a quanto avveniva in tempi passati. 1. 2. 3. 4. Salute e igiene pubblica Trattamenti Sanitari Obbligatori Farmacie159 Zooprofilassi veterinaria 5. Randagismo animale e ricoveri Repertori 156 Repertorio delle autorizzazioni sanitarie Repertorio delle concessioni di agibilità160 Si intendono gli accertamenti in qualsiasi settore. I verbali di accertamento delle violazioni al Codice della Strada si configurano come repertorio per espressa disposizione normativa speciale: l’art. 383, comma 3 del Regolamento di esecuzione del C.d.S. (DPR 495/1992) prescrive la registrazione cronologica di tali verbali su apposito registro, configurando quindi la situazione prevista dall’art. 53, comma 5 del DPR 445/2000 circa «i documenti già soggetti a registrazione particolare da parte dell’amministrazione». Per analogia si intenda che per ogni settore di intervento si può predisporre apposito repertorio. In conseguenza degli accertamenti possono scaturire per i trasgressori ammende pecuniarie e procedimenti civili e penali, contro i quali è possibile presentare ricorso: si ricorda che i ricorsi contro le violazioni del Codice della strada vanno presentati al Prefetto del luogo in cui è stata commessa la violazione per il tramite dell’organo di accertamento (Codice della strada, art. 203). Perciò i ricorsi non vanno protocollati a cura del Comune, mentre è soggetta a registrazione di protocollo la nota di trasmissione degli atti (C.d.S. art. 203. comma 2). 157 D. lgs. 31 marzo 1998, n. 112, art. 113, comma 1, che riprende e conferma l’art. 27 del DPR 616/77: «... attengono alla tutela della salute umana le funzioni e i compiti rivolti alla promozione, alla prevenzione, al mantenimento e al recupero della salute fisica e psichica della popolazione, nonché al perseguimento degli obiettivi del Servizio sanitario nazionale»; comma 2: sanità veterinaria; art. 117. Le competenze del sindaco in campo sanitario sono precisate dal TU 267/2000, art. 50, comma 4: «Il sindaco esercita altresì le funzioni attribuitegli quale autorità locale nelle materie previste da specifiche disposizioni di legge» e comma 5: «In particolare, in caso di emergenze sanitarie o di igiene pubblica a carattere esclusivamente locale le ordinanze contingibili e urgenti sono adottate dal sindaco, quale rappresentante della comunità locale ... » e comma 6: «In caso di emergenza che interessi il territorio di più comuni, ogni sindaco adotta le misure necessarie fino a quando non intervengano i soggetti competenti ai sensi del precedente comma». 158 Sull’organizzazione del servizio sanitario L. 23 dicembre 1978, n. 833 Istituzione del servizio sanitario nazionale, che ha sottratto ai Comuni molte delle funzioni tradizionalmente esercitate. 159 L. 2 aprile 1968, n. 475. 160 L’atto di concessione dell’abitabilità ad un’abitazione attiene alla sanità più che all’edilizia, nonostante l’evoluzione della normativa: art. 89 del RD 3 febbraio 1901, n. 45 Regolamento generale sanitario «Spetta ai regolamenti locali d’igiene di indicare ... [omissis] le norme particolari da soddisfare per il permesso di abitabilità delle case nuove in esecuzione degli articoli 39 e 40 della legge»; art. 221 del Testo unico delle leggi sanitarie del 1934 (RD 27 luglio 1934, n. 1265): «Gli edifici o parti di essi ... non possono essere abitati senza autorizzazione del podestà, il quale la concede quando, previa ispezione dell’ufficiale sanitario o di un ingegnere a ciò delegato, risulti che la costruzione sia stata eseguita in conformità del progetto approvato, che i muri siano convenientemente prosciugati e che non sussistano altre cause di insalubrità»; DPR 22 aprile 1994, n. 425 Regolamento recante la disciplina dei procedimenti di autorizzazione all’abitabilità, di collaudo statistico e di iscrizione al catasto. La normativa in materia di abitabilità sta confluendo in quella in materia di 36 Piano di classificazione Titolo XI. Servizi demografici Le funzioni dei Comuni in materia demografica rientrano fra quelle delegate dallo Stato e molte sono esercitate dal sindaco in veste di ufficiale di governo. Si è inserita fra quelle riconducibili senza dubbio alcuno ai servizi demografici anche la materia della polizia mortuaria, che nel titolario Astengo compariva connesso – con indubbia contraddizione in terminos – con la categoria IV Sanità ed igiene, perché in sostanza gli adempimenti burocratici complessi e di diversa natura connessi con l’evento sono riconducibili al controllo che il Comune esercita sulla popolazione. La classe 4 prevede anche la gestione degli spazi e dei servizi cimiteriali indicati con la denominazione complessiva “cimiteri”. Si precisa che la costruzione del cimitero è funzione edilizia (quindi Titolo VI/classe 5), come pure l’edificazione di tombe da parte dei privati (quindi Titolo VI/classe 3). Riunificare in questa classe le funzioni connesse con la morte ha il medesimo significato di semplificazione amministrativa e archivistica compiuta per l’industria con l’istituzione dello sportello unico per le attività produttive. 1. 2. 3. 4. Stato civile161 Anagrafe e certificazioni162 Censimenti Polizia mortuaria e cimiteri163 Repertori - Registro dei nati Registro dei morti Registro dei matrimoni agibilità (atto questo legato più alla sicurezza che agli aspetti igienico-sanitari): gli artt. 24 e 25 del DPR 6 giugno 2001, n. 380 Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia, parlano solo di certificato di agibilità che «attesta la sussistenza delle condizioni di sicurezza, igiene, salubrità, risparmio energetico degli edifici e degli impianti negli stessi installati, valutate secondo quanto dispone la normativa vigente» (art. 24). 161 RD 9 luglio 1939 Ordinamento dello stato civile, come rettificato dal Codice civile e dal DPR 3 novembre 2000, n. 396 Regolamento per la revisione e la semplificazione dell’ordinamento dello stato civile, a norma dell’art. 2, comma 12, della legge 15 maggio 1997, n. 127. Decreto del Ministero dell’interno 5 aprile 2002 Approvazione delle formule per la redazione degli atti dello stato civile nel periodo antecedente l’informatizzazione degli archivi dello stato civile (GU, parte prima, del 27 giugno 2002, n. 134). Si segnala che, alla data del 30 giugno 2005, non è ancora stata data esecuzione all’art. 10 («In ciascun ufficio dello stato civile sono registrati e conservati in un unico archivio informatico tutti gli atti formati dal comune o comunque relativi a soggetti ivi residenti, riguardanti la cittadinanza, la nascita, i matrimoni e la morte») e perciò sono ancora in uso i tradizionali 4 registri cartacei, redatti in doppio originale, uno conservato dal Comune e l’altro trasmesso annual mente non più alla cancelleria civile del tribunale, ma all’ufficio del governo (ex prefettura). I registri anagrafici possono essere definiti repertori, in quanto l’inserimento dei dati segue numerazione propria in ordine cronologico con valenza giuridico-probatoria. 162 DPR 30 maggio 1989, n. 223 Approvazione del nuovo regolamento anagrafico della popolazione residente. Va classificato qui tutto il carteggio prodotto nello svolgimento dell’attività di certificazione d’identità (carte d’identità, passaporti, libretti di lavoro, etc.). Rientra in questa classe anche il carteggio relativo alla formazione, a cura delle Corti d’appello, dell’Albo dei giudici popolari. 163 Si è deciso di riconnettere al Titolo “Servizi demografici” tutto il carteggio relativo da un lato alle pratiche connesse con la morte di una persona nel territorio comunale e d’altro canto la gestione degli spazi cimiteriali. Resta inteso che la costruzione dei cimiteri resta classificata nel Titolo VI nelle classe 5 Opere pubbliche e la concessione delle aree e dei loculi va repertoriata fra le concessioni di suolo pubblico (Titolo IV). 37 Gruppo di lavoro per la formulazione di proposte e modelli per la riorganizzazione dell’archivio dei Comuni - 38 Registro di cittadinanza Registro della popolazione Registri di seppellimento Registri di tumulazione Registri di esumazione Registri di estumulazione Registri di cremazione Registri della distribuzione topografica delle tombe con annesse schede onomastiche Piano di classificazione Titolo XII. Elezioni e iniziative popolari Il titolo è stato previsto per il carteggio prodotto nello svolgimento delle funzioni connesse alle elezioni di varia natura e iniziativa e alla gestione delle iniziative popolari. 1. 2. 3. 4. 5. Albi elettorali Liste elettorali Elezioni164 Referendum165 Istanze, petizioni e iniziative popolari 166 Repertori - Verbali della commissione elettorale comunale Verbali dei presidenti di seggio 164 Amministrative, politiche, europee. Abrogativo, confermativo, consultivo. 166 T.U. 267/2000, art. 8. Partecipazione popolare. 165 39 Gruppo di lavoro per la formulazione di proposte e modelli per la riorganizzazione dell’archivio dei Comuni Titolo XIII. Affari militari167 Il titolo è stato previsto per il carteggio prodotto nell’ambito dell’espletamento di pratiche residue relative a funzioni ormai inesistenti per quanto concerne la leva militare obbligatoria. Le classi 2 e 3 devono essere previste, anche se ci si augura che ... non vengano mai utilizzate! 1. 2. 3. 4. 167 Leva e servizio civile sostitutivo168 Ruoli matricolari Caserme, alloggi e servitù militari Requisizioni per utilità militari Funzione attribuita al sindaco quale ufficiale di governo: T.U. 267/2000, art. 54 Attribuzioni del sindaco nei servizi di competenza statale. 168 La leva obbligatoria non esiste più, ma i Comuni formano ancora le liste di leva, sulla scorta dei dati anagrafici (RD 6 giugno 1940, n. 1481, artt. 43 e seguenti). Chi effettua il servizio civile sostitutivo nel Comune avrà un suo fascicolo personale, aperto sotto il Titolo III. 40 Piano di classificazione Titolo XIV. Oggetti diversi Pur essendo il piano di classificazione sopra illustrato esaustivo, non poteva mancare, in coda, il titolo dedicato al carteggio non riconducibile ai titoli precedenti e riferentesi a funzioni non attribuite alla data di approvazione del titolario, il quale va usato con la parsimonia mai sufficientemente raccomandata. L’uso arbitrario e ingiustificato di tale titolo compromette gravemente la corretta stratificazione e sedimentazione dell’archivio e denota incapacità di comprendere la natura e il contenuto dei documenti, oltre che mancanza di impegno responsabile nello svolgimento della gestione archivistica. 41 ALLEGATO C) Gruppo di lavoro per la formulazione di proposte e modelli per la riorganizzazione dell’archivio dei Comuni Massimario di Selezione e Scarto (Piano di conservazione) Gruppo di lavoro per la formulazione di proposte e modelli per la riorganizzazione dell’archivio dei Comuni 2 Piano di conservazione Il presente documento si compone di due parti: - la prima nella quale vengono definiti i principi generali e le indicazioni di massima - la seconda che contiene nello specifico per ogni titolo e classe del Titolario l’indicazione delle tipologie documentarie prodotte e dei relativi tempi di conservazione. Per quanto riguarda le tipologie documentarie, si fa riferimento alle «Linee guida per l’organizzazione dei fascicoli e delle serie dei documenti prodotti dai Comuni italiani in riferimento al piano di classificazione» proposte da Giorgetta Bonfiglio-Dosio al Gruppo e disponibili per la sperimentazione. Principi generali Ambito e criteri generali di applicazione Il presupposto per il corretto utilizzo di questo strumento è l’organizzazione dell’archivio basata sul Piano di classificazione prodotto dal Gruppo di lavoro. Lo scarto della documentazione prodotta e classificata sino all’adozione del nuovo titolario deve essere valutato sulla base del massimario precedente. I termini cronologici indicati devono essere conteggiati dalla chiusura dell’affare per i fascicoli oppure dall’ultima registrazione effettuata, nel caso dei registri. In generale, si sono ridotti, rispetto a quelli indicati dal massimario di scarto precedentemente in vigore, i termini di conservazione dei documenti, in linea con la normativa generale civilistica e con la normativa specifica ove contempli termini per la conservazione degli atti. Il materiale non archivistico non viene preso in considerazione dal presente Piano, in quanto non devono essere considerati documenti gli stampati in bianco, la modulistica, le raccolte normative o altro materiale analogo (ad esempio, copie della normativa da consegnare all’utenza). L’applicazione del piano di conservazione non può comunque essere automatica, ma deve valutare caso per caso le eventuali particolarità adottate dal Comune nell’organizzazione dei documenti prodotti. Lo scarto, se non viene effettuato regolarmente ogni anno e su un archivio organizzato, potrà essere deciso e valutato solo dopo che l’intero complesso archivistico sia stato analizzato e almeno sommariamente riordinato. 3 Gruppo di lavoro per la formulazione di proposte e modelli per la riorganizzazione dell’archivio dei Comuni I fondamenti della conservazione permanente In genere, salvo poche eccezioni, tutti i repertori devono essere conservati permanentemente. Il Comune non deve scartare i documenti considerati “vitali” (quelli che – mutuando una definizione formulata da Luciana Duranti 1 – in caso di disastro, sono necessari a ricreare lo stato giuridico dell’ente e la sua situazione legale e finanziaria, a garantire i diritti dei dipendenti e dei cittadini, a soddisfare i suoi obblighi e a proteggere i suoi interessi esterni). Alcune considerazioni sulla dimensione culturale degli archivi Lo scarto si effettua di norma sui documenti dell’archivio di deposito. Non vanno scartati i documenti prodotti durante la prima e la seconda guerra mondiale e vanno vagliati con estrema attenzione quelli degli anni del dopoguerra e della ricostruzione, perché tali archivi costituiscono una miniera di informazioni e di dati ancora sconosciuti e finora inesplorati dagli storici, oltre che un serbatoio di informazioni rilevanti dal punto di vista giuridico.. Documenti originali e documenti prodotti in copia Lo scarto dei documenti in copia può essere facilmente effettuato qualora sia prevista la conservazione permanente dei documenti in originale e qualora le copie non contengano annotazioni amministrative o visti essenziali per ricostruire il procedimento nella sua correttezza. È opportuno prevedere repertori di documenti di interesse generale per tutte le UOR del Comune, resi disponibili sul sito interno del Comune, che quindi diventano depositi di documenti ad alto carattere informativo, in modo da evitare copie multiple, superflue, che contribuiscono ad appesantire inutilmente la conservazione documentale nelle diverse UOR, a scapito dei documenti essenziali e specifici. È altresì opportuno che ciascun RPA, durante la formazione dell’archivio corrente, abbia cura di non inserire nel fascicolo copie superflue di normative o atti repertoriati di carattere generale, facilmente reperibili in un sistema informatico-archivistico ben organizzato. Sarebbe anche auspicabile che il fascicolo venisse organizzato in sottofascicoli nei quali inserire i documenti soggetti a scarto periodico, in modo da facilitare, a tempo debito, le operazioni di scarto. 1 L. DURANTI, I documenti archivistici. La gestione dell’archivio da parte dell’ente produttore, Roma 1997 (Pubblicazioni degli Archivi di Stato. Quaderni della «Rassegna degli Archivi di Stato», 82), p. 93 4 Piano di conservazione Avvertenze per la lettura del piano di conservazione Quando si usa la formula “previo sfoltimento del carteggio di carattere transitorio e strumentale” si allude all’operazione che estrae dal fascicolo le copie e i documenti, che hanno appunto carattere strumentale e transitorio, utilizzati dal RPA per espletare il procedimento, ma che esauriscono la loro funzione nel momento in cui viene emesso il provvedimento finale oppure non sono strettamente connessi al procedimento (ad esempio, appunti, promemoria, copie di normativa e documenti di carattere generale). Se i documenti sono inseriti integralmente o per estratto in una banca dati, l’archivio dispone solo degli esemplari più aggiornati e perde memoria delle fasi storiche. In certi casi, nei quali la memoria è ritenuta essenziale, si suggerisce nel corso del Piano di eseguire periodicamente, a cadenza prestabilita, un salvataggio (copia di back-up) o una stampa della banca dati. Indice dei titoli Titolo I. Amministrazione generale 6 Titolo II. Organi di governo, gestione, controllo, consulenza e garanzia Titolo III. Risorse umane 11 Titolo IV. Risorse finanziarie e patrimoniali 19 Titolo V. Affari legali 23 Titolo VI. Pianificazione e gestione del territorio 24 Titolo VII. Servizi alla persona 28 Titolo VIII. Attività economiche 32 Titolo IX. Polizia locale e sicurezza pubblica 34 Titolo X. Tutela della salute 35 Titolo XI. Servizi demografici 36 Titolo XII. Elezioni e iniziative popolari 38 Titolo XIII. Affari militari 40 14 5 Gruppo di lavoro per la formulazione di proposte e modelli per la riorganizzazione dell’archivio dei Comuni Titolo I. Amministrazione generale Classi Tipologie documentarie Conservazione Pareri chiesti dal Comune su leggi specifiche Permanente Circolari pervenute: repertorio annuale Permanente Circolari emanate dal Comune: repertorio annuale Permanente Denominazione del Comune Permanente Attribuzione del titolo di città Permanente Confini del Comune Permanente Costituzione delle circosccrizioni Permanente Verbali e deliberazioni della Commissione comunale per la toponomastica: repertorio annuale Permanente Redazione, modifiche e interpretazioni dello statuto Permanente, dopo sfoltimen-to del materiale informativo relativo ad altri Comuni Regolamenti emessi dal Comune: repertorio annuale Permanente Redazione dei regolamenti: un fasc. per ciascun affare Permanente, previo sfoltimento dei documenti di carattere transitorio Definizione, modifica, riconoscimento dello stemma Permanente Note 1. Legislazione e circolari esplicative 2. Denominazione, territorio e confini, circoscrizioni di decentramento, toponomastica 3. Statuto 4. Regolamenti Tenere un solo esemplare, scartare gli altri 5. Stemma, gonfalone, sigillo 6 Piano di conservazione Definizione, modifica, riconoscimento del gonfalone Permanente Definizione, modifica, riconoscimento del sigillo Permanente Concessione del patrocinio gratuito e del connesso uso dello stemma del Comune: fasc. annuale per attività Permanente Registro di protocollo Repertorio dei fascicoli Organizzazione del servizio e dell’attività ordinaria (aggiornamento del manuale di gestione con titolario e piano di conservazione, selezione periodica, riordino, inventariazione, spostamenti e versamenti di materiale, depositi e comodati): Interventi straordinari (ad esempio, traslochi, restauri, gestione servizi esterni, scelta del software di gestione) Richieste di accesso per fini amministrativi Permanente Permanente Permanente Perché documenta attività che si svolgono nel territorio 6. Archivio generale Richieste di informazioni archivistiche e richieste per motivi di studio Richieste di pubblicazione all’albo pretorio Registro dell’Albo pretorio Richieste di notifica presso la casa comunale (con allegati) Registro delle notifiche Registri delle spedizioni e delle spese postali Ordinanze del Sindaco: repertorio Decreti del Sindaco: repertorio Ordinanze dei dirigenti: repertorio Determinazioni dei dirigenti: repertorio Deliberazioni del Consiglio comunale: repertorio Deliberazioni della Giunta comunale: repertorio Verbali delle adunanze del Consiglio comunale: repertorio Verbali delle adunanze della Giunta comunale: repertorio Verbali degli altri organi collegiali del Comune: repertorio Verbali delle adunanze dei Consigli circoscrizionali: un repertorio annuale per ciascuna circoscrizione Deliberazioni dei Consigli circoscrizionali: un repertorio Permanente 1 anno dalla ricollocazione del materiale Permanente 1 anno 20 anni 2 anni 20 anni 1 anno Permanente Permanente Permanente Permanente Permanente Permanente Permanente Permanente Permanente Permanente Permanente 7 Gruppo di lavoro per la formulazione di proposte e modelli per la riorganizzazione dell’archivio dei Comuni annuale per ciascuna circoscrizione Verbali delle adunanze degli Esecutivi circoscrizionali: un repertorio annuale per ciascuna circoscrizione Deliberazioni degli Esecutivi circoscrizionali: un repertorio annuale per ciascuna circoscrizione Verbali degli organi collegiali delle circoscrizioni: un repertorio annuale per ciascuna circoscrizione Registro dell’Albo della circoscrizione: un repertorio annuale per ciascuna circoscrizione Contratti e convenzioni: repertorio Permanente Permanente Permanente Permanente Permanente Contratti e convenzioni delle circoscrizioni: un repertorio per ciascuna circoscrizione Permanente Atti rogati dal segretario comunale (contratti e atti unilaterali in forma pubblica amministrativa) Permanente Organizzazione del sistema Statistiche Permanente Permanente, dopo l’elimina-zione dei materiali prepara-tori Iniziative specifiche dell’URP: un fasc. per ciascun affare Permanente, dopo sfoltimen-to del carteggio di carattere transitorio e strumentale Permanente Permanente Permanente Permanente 20 anni per un’eventuale serie separata di contratti di scarsa rilevanza 20 anni per un’eventuale serie separata di contratti di scarsa rilevanza 7. Sistema informativo 8. Informazioni e relazioni con il pubblico Reclami dei cittadini (comunque pervenuti) Atti del Difensore civico Bandi e avvisi a stampa Materiali preparatori per il sito Web 9. Politica del personale; ordinamento degli uffici e dei servizi 8 Piano di conservazione Attribuzione di competenze agli uffici Organigramma: un fasc. per ciascuna definizione dell’organi-gramma Organizzazione degli uffici: un fasc. per ciascun affare Orari di apertura degli uffici comunali e degli altri uffici e attività insistenti sul territorio comunale Materiale preparatorio per le deliberazioni in materia di politica del personale Permanente Permanente Permanente Permanente 10 anni 9 Gruppo di lavoro per la formulazione di proposte e modelli per la riorganizzazione dell’archivio dei Comuni 10. Relazioni con le organizzazioni sindacali e di rappresentanza del personale Rapporti di carattere generale Costituzione delle rappresentanze del personale Verbali della Delegazione trattante per la contrattazione integrativa decentrata Permanente Permanente Permanente Controlli Permanente Pubblicazioni istituzionali del Comune (libri, riviste, inserzioni o altro) Pubblicazioni istituzionali del Comune (materiali preparatori) Comunicati stampa Permanente Iniziative specifiche: un fasc. per ciascuna iniziativa Onorificenze (concesse e ricevute): un fasc. per ciascun evento Concessione dell’uso del sigillo: un fasc. annuale Permanente Permanente Iniziative specifiche (ad esempio, adesione a movimenti di opinione): un fasc. per ciascun affare Gemellaggi Promozione di comitati: un fasc. per ciascun affare Permanente 11. Controlli esterni 12. Editoria e attività informativopromozionale interna ed esterna 2 anni Permanente 13. Cerimoniale, attività di rappresentanza; onorificenze e riconoscimenti Permanente 14. Interventi di carattere politico e umanitario; rapporti istituzionali Permanente Permanente 10 Piano di conservazione 15. Forme associative e partecipative per l’esercizio di funzioni e servizi e adesione del Comune ad Associazioni Costituzione di enti controllati dal Comune (comprensivo della nomina dei rappresentanti e dei verbali inviati per approvazione) Partecipazione del Comune a enti e associazioni (comprensivo della nomina dei rappresentanti) Permanente, previo sfoltimento del carteggio di carattere transitorio Permanente, previo sfoltimento del carteggio di carattere transitorio Costituzione e rapporti istituzionali Permanente Politica di incoraggiamento e appoggio alle associazioni Albo dell’associazionismo: elenco delle associazioni accreditate Fascicoli delle associazioni che chiedono l’iscrizione all’albo Permanente Permanente 16. Area e città metropolitana 17. Associazionismo e partecipazione Permanente 11 Gruppo di lavoro per la formulazione di proposte e modelli per la riorganizzazione dell’archivio dei Comuni Titolo II. Organi di governo, gestione, controllo, consulenza e garanzia Classi Tipologie documentarie Conservazione Fasc. personale che dura quanto il mandato Permanente Fasc. personale che dura quanto il mandato Permanente Fasc. personali: un fasc. per ogni consigliere che dura quanto dura il mandato Convocazioni del Consiglio e OdG Interrogazioni e mozioni consiliari Bollettino della situazione patrimoniale dei titolari di cariche elettive e di cariche direttive Permanente Fasc. personale che dura quanto il mandato Permanente Verbali della Conferenza Verbali delle Commissioni Permanente Accreditamento presso il Consiglio Permanente Note 1. Sindaco 2. Vice-sindaco 3. Consiglio 1 anno Permanente Permanente Purché riportati nei verbali dopo sfoltimento 4. Presidente del Consiglio 5. Conferenza dei capigruppo Commissioni del Consiglio e Permanente 6. Gruppi consiliari Scartare i materiali prodotti o raccolti dai Gruppi 7. Giunta 12 Piano di conservazione Nomine, revoche e dimissioni degli assessori Convocazioni della Giunta e OdG Permanente Fasc. personale Permanente 1 anno Purché riportati nei verbali 8. Commissario prefettizio e straordinario 9. Segretario e Vice-segretario Fasc. personale dell’incarico (nomina, etc.) per la durata Permanente 10. Direttore generale e dirigenza Fasc. personale Permanente Fasc. personale Permanente Fasc. personale Permanente Fasc. personale Permanente Un fasc. per ogni organo Permanente Un fasc. per ogni organo Permanente Fasc. personali: un fasc. per ogni consigliere che dura quanto dura il mandato Convocazioni del Consiglio e OdG Permanente 11. Revisori dei conti 12. Difensore civico 13. Commissario ad acta 14. Organi di controllo interni 15. Organi consultivi 16. Consigli circoscrizionali 1 anno Purché riportati nei verbali 13 Gruppo di lavoro per la formulazione di proposte e modelli per la riorganizzazione dell’archivio dei Comuni Interrogazioni consiliari Permanente Fasc. personale che dura quanto il mandato Permanente Nomine e dimissioni dei componenti Convocazioni e OdG delle riunioni Permanente Un fasc. per ogni commissione Permanente 17. Presidenti dei Consigli circoscrizionali 18. Organi esecutivi circoscrizionali 1 anno Purché riportati nei verbali 19. Commissioni dei Consigli circoscrizionali 20. Segretari delle circoscrizioni Fasc. personale dell’incarico (nomina, etc.) per la durata Permanente 21. Commissario ad acta delle circoscrizioni Fasc. personale Permanente Verbali della Conferenza Permanente 22. Conferenza dei Presidenti di quartiere 14 Piano di conservazione Titolo III. Risorse umane Classi Tipologie documentarie Conservazione Fascicoli personali dei dipendenti e assimilati (quindi anche collaboratori a contratto o a progetto) Permanente previo sfoltimento da eseguire seguendo la tempistica prevista per le singole classi Criteri generali e normativa per il reclutamento del personale: un fasc. con eventuali sottofascicoli Procedimenti per il reclutamento del personale: un fasc. per ciascun procedimento (fasc. per affare), con i seguenti sottofascicoli: Bando e manifesto Domande Allegati alle domande (ove previsti dal bando) Verbali Prove d’esame Copie bando restituite al Comune Permanente Note 1. Concorsi, selezioni, colloqui Curricula inviati per richieste di assunzione Domande di assunzione pervenute senza indizione di concorso o selezione Permanente 1 anno dopo la scadenza dei termini per i ricorsi da restituire dopo la scadenza dei termini per i ricorsi permanente 1 anno dopo la scadenza dei termini per i ricorsi 1 anno dopo la scadenza dei termini per i ricorsi 2 anni 1 anno Agli interessati 2. Assunzioni e cessazioni Criteri generali e normativa per le assunzioni e cessazioni Permanente 15 Gruppo di lavoro per la formulazione di proposte e modelli per la riorganizzazione dell’archivio dei Comuni Determinazioni di assunzione e cessazione dei singoli inserite nei singoli fascicoli personali Permanente Criteri generali e normativa per comandi, distacchi, mobilità Determinazioni di comandi, distacchi e mobilità inserite nei singoli fascicoli personali Permanente Criteri generali e normativa per le attribuzioni di funzioni, ordini di servizio e missioni Determinazioni di attribuzione di funzioni inserite nei singoli fascicoli personali Determinazioni di missioni inserite nei singoli fascicoli personali Determinazioni di ordini di servizio inserite nei singoli fascicoli personali Ordini di servizio collettivi Autorizzazione allo svolgimento di incarichi esterni Permanente Criteri generali e normativa per gli inquadramenti e le applicazione dei contratti collettivi di lavoro Determinazione dei ruoli e contratti collettivi Permanente Determinazioni relative ai singoli Permanente Criteri generali e normativa per le retribuzioni e compensi Anagrafe delle prestazioni: schede Determinazioni inserite nei singoli fascicoli personali Permanente 5 anni 5 anni dalla cessazione dal servizio 3. Comandi e distacchi; mobilità Permanente 4. Attribuzione di funzioni, ordini di servizio e missioni Permanente 10 anni Permanente Permanente 2 anni 5. Inquadramenti e applicazione contratti collettivi di lavoro Permanente NB i contratti con il singolo confluiscono nel fasc. personale 6. Retribuzioni e compensi 16 Piano di conservazione Ruoli degli stipendi: base di dati/ tabulati Provvedimenti giudiziari di requisizione dello stipendio Permanente 5 anni Criteri generali e normativa per gli adempimenti fiscali, contributivi e assicurativi Trattamento assicurativo inserito nei singoli fascicoli personali Trattamento contributivo inserito nei singoli fascicoli personali Trattamento fiscale inserito nei singoli fascicoli personali Permanente 7. Trattamento fiscale, contributivo e assicurativo Assicurazione obbligatoria inserita nei singoli fascicoli personali 5 anni dalla chiusura del fascicolo 5 anni dalla chiusura del fascicolo 5 anni dalla chiusura del fascicolo 5 anni dalla chiusura del fascicolo 8. Tutela della salute e sicurezza sul luogo di lavoro Criteri generali e normativa per la tutela della salute e sicurezza sul luogo di lavoro Rilevazione dei rischi, ai sensi della 626/94: un fasc. per sede Prevenzione infortuni Registro infortuni Verbali delle rappresentanze dei lavoratori per la sicurezza Denuncia di infortunio e pratica relativa, con referti, inserita nei singoli fascicoli personali Fascicoli relativi alle visite mediche ordinarie (medicina del lavoro) Permanente Tenere l’ultima e scartare la precedente Permanente Permanente Permanente Permanente Per L. 626/94 10 anni 9. Dichiarazioni di infermità ed equo indennizzo Criteri generali e normativa per le dichiarazioni di infermità Dichiarazioni di infermità e calcolo dell’indennizzo inserite nel singolo fascicolo personale Permanente Permanente 17 Gruppo di lavoro per la formulazione di proposte e modelli per la riorganizzazione dell’archivio dei Comuni 10. Indennità premio di servizio e trattamento di fine rapporto, quiescenza Criteri generali e normativa per il trattamento di fine rapporto Trattamento pensionistico e di fine rapporto inserito nel singolo fascicolo personale Permanente Criteri generali e normativa per i servizi su richiesta Domande di servizi su richiesta (mensa, asili nido, colonie estive, soggiorni climatici, etc.) Permanente 2 anni Criteri generali e normativa per le assenze Domande e dichiarazioni dei dipendenti sull’orario inserite nel singolo fascicolo personale: 150 ore permessi d’uscita per motivi personali permessi per allattamento permessi per donazione sangue permessi per motivi sindacali opzione per orario particolare e part-time Domande e dichiarazioni dei dipendenti sulle assenze (con allegati) inserite nel singolo fascicolo personale: congedo ordinario congedo straordinario per motivi di salute congedo straordinario per motivi personali e familiari aspettativa per infermità aspettativa per mandato parlamentare o altre cariche elettive aspettativa obbligatoria per maternità e puerperio aspettativa facoltativa per maternità e puerperio aspettativa per motivi di famiglia aspettativa sindacale certificati medici Referti delle visite di controllo inseriti nel singolo fascicolo personale Permanente Permanente 11. Servizi al personale su richiesta 12. Orario di lavoro, presenze e assenze 2 anni 2 anni 2 anni 2 anni 2 anni Permanente 2 anni 2 anni Alla cessazione dal servizio Permanente Permanente Permanente Permanente Permanente Permanente Alla cessazione dal servizio Alla cessazione dal servizio 18 Piano di conservazione Fogli firma; cartellini marcatempo; tabulati elettronici di rilevazione presenze Rilevazioni delle assenze per sciopero: singole schede - prospetti riassuntivi 2 anni In assenza di pendenze disciplinari o giudiziarie 1 anno dopo la redazione dei prospetti riassuntivi Permanente 13. Giudizi, responsabilità e provvedimenti disciplinari Criteri generali e normativa per i provvedimenti disciplinari Provvedimenti disciplinari inseriti nel singolo fascicolo personale Permanente Permanente 19 Gruppo di lavoro per la formulazione di proposte e modelli per la riorganizzazione dell’archivio dei Comuni 14. Formazione e aggiornamento professionale Criteri generali e normativa per la formazione e l’aggiornamento professionale Organizzazione di corsi di formazione e aggiornamento: un fasc. per ciascun corso Domande/Invio dei dipendenti a corsi inseriti nel singolo fascicolo personale Permanente Criteri generali e normativa per il trattamento dei collaboratori esterni Elenco degli incarichi conferiti: repertorio Permanente Permanente previo sfoltimento dopo 5 anni Permanente previo sfoltimento dopo 5 anni 15. Collaboratori esterni Permanente 20 Piano di conservazione Titolo IV. Risorse finanziarie e patrimoniali Classi Tipologie documentarie Conservazione Bilancio preventivo e allegati, tra cui Relazione previsionale e programmatica PEG: articolato in fascicoli: un fasc. per ogni obiettivo Permanente Note 2. Bilancio preventivo e Piano esecutivo di gestione (PEG) Carteggio prodotto dai differenti uffici del Comune per questioni afferenti alla formazione del bilancio e del PEG Permanente, previo sfoltimento 10 anni 2. Gestione del bilancio e del PEG (con eventuali variazioni) Gestione del bilancio: un fasc. per ciascuna variazione Permanente, previo sfoltimento Fascicoli personali dei contribuenti comunali: un fasc. per ciascun contribuente per ciascun tipo di imposte (ICI, TARSU, TOSAP, etc.), con eventuali sottofascicoli (variazioni, ricorsi, etc.) Ruolo ICI: base di dati/ stampe 10 dopo la cancellazione del contribuente dai ruoli Ruolo imposta comunale sulla pubblicità: base di dati 10 anni Ruolo diritti sulle pubbliche affissioni: base di dati 10 anni Ruolo TARSU: base di dati 10 anni Ruolo COSAP: base di dati 10 anni 3. Gestione delle entrate: accertamento, riscossione, versamento 10 anni Prevedere una stampa periodica Prevedere una stampa periodica Prevedere una stampa periodica Prevedere una stampa periodica Prevedere una stampa 21 Gruppo di lavoro per la formulazione di proposte e modelli per la riorganizzazione dell’archivio dei Comuni periodica Contratti di mutuo: un fasc. per ciascun mutuo Proventi da affitti e locazioni: un fasc. annuale per ciascun immobile locato Diritti di segreteria: registrini annuali o pagamenti virtuali 5 anni dall’estinzione del mutuo 5 anni dal termine del contratto 5 anni Matrici dei bollettari delle entrate: registri annuali 5 anni Ricevute dei versamenti in banca delle somme riscosse nelle differenti UOR per diritti di segreteria Fatture emesse: repertorio annuale 5 anni Reversali 5 anni Bollettari vari 5 anni Ricevute di pagamenti vari 5 anni Impegni di spesa (determinazioni dei dirigenti delle UOR): copie inviate dalle UOR alla Ragioneria: repertorio annuale Fatture ricevute: repertorio annuale 2 anni Atti di liquidazione con allegati trasmessi da ciascuna UOR: repertorio annuale Mandati di pagamento con allegati emessi dalla Ragioneria e inviati alla Tesoreria: repertorio annuale Eventuali copie di mandati 2 anni Gestione delle partecipazioni finanziarie: un fasc. per ciascuna partecipazione Permanente, previo sfoltimento Rendiconto della gestione, articolato in Conto del bilancio, Conto del patrimonio e Conto economico Permanente 10 anni 4. Gestione della spesa: impegno, liquidazione, ordinazione e pagamento 10 anni 10 anni dall’approvazione del bilancio 2 anni Purché registrati in scritture contabili di sintesi 5. Partecipazioni finanziarie 6. Rendiconto della gestione; adempimenti e verifiche contabili 22 Piano di conservazione 7. Adempimenti fiscali, contributivi e assicurativi Mod. 770 10 anni Ricevute dei versamenti (IVA, IRPEF, etc.) 10 anni Pagamento dei premi dei contratti assicurativi 5 anni dall’estinzione del contratto Inventario dei beni immobili: registro o base di dati perenne Permanente Più se si ritiene opportuno 8. Beni immobili Fascicoli dei beni immobili: un fasc. per ciascun bene immobile, articolato nei seguenti sottofascicoli, relativi ad attività specifiche, che possono anche essere di competenza di UOR diverse: acquisizione manutenzione ordinaria gestione uso alienazione e dismissione Concessioni di occupazione di spazi e aree pubbliche: repertorio Concessioni di beni del demanio statale: repertorio Permanente 20 anni 5 anni 5 anni Permanente Permanente Permanente Concessioni cimiteriali: repertorio Permanente Fascicoli personali dei concessionari: un fasc. per ciascun concessionario 5 anni dalla cessazione del rapporto Inventari dei beni mobili: uno per consegnatario Permanente Fascicoli dei beni mobili: un fasc. per ciascun bene mobile, articolato nei seguenti sottofascicoli, relativi ad attività specifiche, che possono anche essere di competenza di UOR diverse: acquisizione manutenzione concessione in uso alienazione e altre forme di dismissione 5 anni dalla dismissione 5 anni dalla dismissione 5 anni dalla dismissione 5 anni dalla dismissione 9. Beni mobili 23 Gruppo di lavoro per la formulazione di proposte e modelli per la riorganizzazione dell’archivio dei Comuni 10. Economato Acquisizione di beni e servizi: un fasc. per ciascun acquisto Elenco dei fornitori: repertorio (in forma di base di dati) 5 anni dalla dismissione del bene Permanente Verbali di rinvenimento: serie annuale repertoriata 2 anni Ricevute di riconsegna ai proprietari: serie annuale repertoriata Vendita o devoluzione: un fasc. periodico (per attività) 2 anni Giornale di cassa Permanente Mandati quietanzati, che vengono inviati in Ragioneria: repertorio periodico (mese/anno) 10 anni Concessionari: un fasc. per ciascuno dei concessionari 10 anni dalla cessazione del rapporto Autorizzazioni alla pubblicità stabile: repertorio annuale 5 anni dalla scadenza dell’autorizzazione Autorizzazioni alla pubblicità circoscritta: repertorio annuale Richieste di affissione (con allegati da affiggere): un fasc. per richiesta 5 anni dalla scadenza dell’autorizzazione 5 anni dalla scadenza dell’autorizzazione 11. Oggetti smarriti e recuperati 2 anni 12. Tesoreria 13. Concessionari ed altri incaricati della riscossione delle entrate 14. Pubblicità e pubbliche affissioni Salvo non si rilevi qualche necessità particolare di conservazione a campione 24 Piano di conservazione Titolo V. Affari legali Classi Tipologie documentarie Conservazione Note Fascicoli di causa Permanente Concentrare quelli presso gli studi professionali esterni Contratti assicurativi Richieste e pratiche di risarcimento 2 anni dalla scadenza 10 anni Pareri e consulenze Permanente 1. Contenzioso 2. Responsabilità civile e patrimoniale verso terzi; assicurazioni 3. Pareri e consulenze 25 Gruppo di lavoro per la formulazione di proposte e modelli per la riorganizzazione dell’archivio dei Comuni Titolo VI. Pianificazione e gestione del territorio Classi Tipologie documentarie Conservazione Note PGR Permanente Pareri su piani sovracomunali Certificati di destinazione urbanistica Varianti al PRG Permanente 1 anno dopo la scadenza Permanente Possono essere eliminate le copie degli elaborati non più occorrenti agli uffici ed il carteggio transitorio Dopo sfoltimento Piani particolareggiati del PRG Permanente Piani di lottizzazione Permanente Piani di edilizia economica e popolare – PEEP Permanente Piano particolareggiato infrastrutture stradali - PPIS Permanente 1. Urbanistica: piano regolatore generale e varianti Possono essere eliminate le copie degli elaborati non più occorrenti agli uffici ed il carteggio transitorio 2. Urbanistica: strumenti di attuazione del piano regolatore generale Possono essere eliminate le copie degli elaborati non più occorrenti agli uffici ed il carteggio transitorio Possono essere eliminate le copie degli elaborati non più occorrenti agli uffici ed il carteggio transitorio Possono essere eliminate le copie degli elaborati non più occorrenti agli uffici ed il carteggio transitorio Possono essere eliminate le copie degli elaborati non più occorrenti agli uffici ed il 26 Piano di conservazione Piano di riqualificazione urbana – PRU Permanente Piano insediamenti produttivi - PIP Permanente Programma integrato di riqualificazione Permanente programma di riqualificazione urbana e di sviluppo sostenibile del territorio Permanente Autorizzazioni edilizie: repertorio Permanente Fascicoli dei richiedenti le autorizzazioni: un fasc. per ciascuna autorizzazione Permanente Accertamento e repressione degli abusi Permanente Denunce e relazioni finali delle opere in cemento armato Fino a l’edificio Costruzione di edilizia popolare Permanente carteggio transitorio Possono essere eliminate le copie degli elaborati non più occorrenti agli uffici ed il carteggio transitorio Possono essere eliminate le copie degli elaborati non più occorrenti agli uffici ed il carteggio transitorio Possono essere eliminate le copie degli elaborati non più occorrenti agli uffici ed il carteggio transitorio Possono essere eliminate le copie degli elaborati non più occorrenti agli uffici ed il carteggio transitorio 3. Edilizia privata Possono essere eliminate le copie degli elaborati non più occorrenti agli uffici ed il carteggio transitorio Possono essere eliminate le copie degli elaborati non più occorrenti agli uffici ed il carteggio transitorio quando esiste 4. Edilizia pubblica Possono essere eliminate le copie degli elaborati non più occorrenti agli uffici ed il carteggio transitorio 27 Gruppo di lavoro per la formulazione di proposte e modelli per la riorganizzazione dell’archivio dei Comuni 5. Opere pubbliche Realizzazione di opere pubbliche Permanente Possono essere eliminate le copie degli elaborati non più occorrenti agli uffici ed il carteggio transitorio Salvo necessità particolari Salvo necessità particolari Manutenzione ordinaria Manutenzione straordinaria 5 anni 20 anni Catasto terreni: mappe Catasto terreni: registri Catasto terreni: indice alfabetico dei possessori Catasto terreni: estratti catastali Catasto terreni: denunce di variazione (volture) Catasto fabbricati: mappe Catasto fabbricati: registri Catasto fabbricati: indice alfabetico dei possessori Catasto fabbricati: estratti catastali Catasto terreni: denunce di variazione (volture) Richieste di visure e certificazioni Permanente Permanente Permanente Permanente Permanente Permanente Permanente Permanente Permanente Permanente 1 anno Piano Urbano del Traffico:un fasc. per ciascun affare con Autorizzazioni in deroga: serie annuale repertoriata Permanente sfoltimento Permanente sfoltimento 2 anni Approvvigionamento idrico (organizzazione e funzionamento) Fascicoli relativi alle irregolarità Permanente sfoltimento 10 anni con 6. Catasto 7. Viabilità Piano Urbano della Mobilità: un fasc. per ciascun affare con 8. Servizio idrico integrato, luce, gas, trasporti pubblici, gestione dei rifiuti e altri servizi 28 Piano di conservazione Iniziative a favore dell’ambiente Distribuzione dell’acqua: contratti con gli utenti Produzione di energia elettrica o altre fonti energetiche (organizzazione e funzionamento) Distribuzione di energia elettrica o altre fonti energetiche: contratti con gli utenti: Trasporti pubblici (gestione) Vigilanza sui gestori dei servizi: un fasc. annuale per attività Fascicoli relativi alle irregolarità Iniziative di sensibilizzazione degli utenti per consumi razionali: un fasc. per ciascuna iniziativa Dichiarazioni di conformità degli impianti: repertorio annuale Permanente con sfoltimento 2 anni dalla cessazione del rapporto Permanente con sfoltimento 2 anni dalla cessazione del rapporto Permanente con sfoltimento Permanente con sfoltimento 10 anni Permanente con sfoltimento 1 anno Purché in assenza di contenzioso Purché in assenza di contenzioso 9. Ambiente: autorizzazioni, monitoraggio e controllo Valutazioni e pareri di impatto ambientale: un fasc. per ciascun parere Monitoraggi della qualità delle acque: fasc. annuale per attività Monitoraggi della qualità dell’aria: fasc. annuale per attività Monitoraggi della qualità dell’etere: un fasc. annuale per attività Altri eventuali monitoraggi: fasc. annuale per attività Fascicoli relativi alle irregolarità Controlli a campione sugli impianti termici dei privati: fasc. annuale per attività Fascicoli relativi alle irregolarità Permanente Segnalazioni preventive di condizioni metereologiche avverse: un fasc. annuale Addestramento ed esercitazioni per la protezione civile: un 2 anni 10 anni 10 anni 10 anni 10 anni 10 anni 2 anni 10 anni 10. Protezione civile ed emergenze 5 anni 29 Gruppo di lavoro per la formulazione di proposte e modelli per la riorganizzazione dell’archivio dei Comuni fasc. annuale Interventi per emergenze: un fasc. per ciascuna emergenza Permanente sfoltimento con 30 Piano di conservazione Titolo VII. Servizi alla persona Osservazioni generali L’autonomia dei Comuni si può esplicare in forme svariate soprattutto in questo titolo: perciò l’indicazione generica di evento o attività verrà riempita di contenuti concreti dalla singola amministrazione. Classi Tipologie documentarie Conservazione Fascicoli per persona Permanente, previo sfoltimento del carteggio temporaneo e strumentale dopo 5 anni Note 1. Diritto allo studio e servizi Concessione di borse di studio: - bando domande graduatorie assegnazioni Distribuzione buoni libro: un fasc. per scuola Gestione buoni pasto degli iscritti alle scuole: un fasc. per periodo Verbali del comitato genitori per la mensa Azioni di promozione e sostegno del diritto allo studio: un fasc. per intervento Gestione mense scolastiche: un fasc. per mensa scolastica e per periodo Integrazione di neo-immigrati e nomadi: un fasc. per intervento Gestione trasporto scolastico: un fasc. per periodo e per tratta 2. Asili nido e scuola materna Domande di ammissione agli asili nido e alle scuole materne: un fasc. per asilo/scuola permanente 5 anni permanente 5 anni 2 anni 2 anni 3 anni 5 anni 10 anni 10 anni 2 anni 2 anni 31 Gruppo di lavoro per la formulazione di proposte e modelli per la riorganizzazione dell’archivio dei Comuni Graduatorie di ammissione Funzionamento. degli asili e delle scuole materne: un fasc. per struttura 2 anni 10 anni Iniziative specifiche: un fasc. per iniziativa Registri scolastici (del professore e della classe) prodotti dalle Scuole civiche (ove presenti) 10 anni Permanenti Iniziative specifiche: un fasc. per iniziativa 10 anni Funzionamento delle diverse istituzioni culturali: un fasc. per istituto Verbali degli organi di gestione degli Istituti culturali Permanente Attività ordinarie annuali: un fasc. per attività e per periodo) Eventi culturali: un fasc. per evento 10 anni 3. Promozione e sostegno delle istituzioni di istruzione e della loro attività 4. Orientamento professionale; educazione degli adulti; media-zione culturale 5. Istituti culturali Permanente 6. Attività ed eventi culturali Feste civili e/o religiose: un fasc. per iniziativa Iniziative culturali. un fasc. per iniziativa Prestiti di beni culturali: un fasc. per affare Permanente, previo sfoltimento del carteggio temporaneo e strumentale dopo 10 anni Permanente, previo sfoltimento del carteggio temporaneo e strumentale dopo 10 anni Permanente, previo sfoltimento del carteggio temporaneo e strumentale dopo 10 anni Permanente 32 Piano di conservazione 7. Attività ed eventi sportivi Eventi e attività sportive: un fasc. per evento/attività Permanente, previo sfoltimento del carteggio temporaneo e strumentale dopo 5 anni Piano sociale: un fasc. annuale eventualmente organizzato in sottofasc. Permanente, previo sfoltimento del carteggio temporaneo e strumentale dopo 5 anni Permanente, previo sfoltimento del carteggio temporaneo e strumentale dopo 5 anni Permanente, previo sfoltimento del carteggio temporaneo e strumentale dopo 5 anni 8. Pianificazione e accordi strate-gici con enti pubblici e privati e con il volontariato sociale Programmazione per settori: un fasc. per ciascun settore Accordi con i differenti soggetti: un fasc. per ciascun soggetto 9. Prevenzione, recupero e reintegrazione dei soggetti a rischio Campagne di prevenzione: un fasc. per campagna Interventi di recupero e reintegrazione dei soggetti a rischio: un fasc. per intervento Ricognizione dei rischi: un fasc. per affare Permanente, previo sfoltimento del carteggio temporaneo e strumentale dopo 5 anni Permanente, previo sfoltimento del carteggio temporaneo e strumentale dopo 5 anni Permanente, previo sfoltimento del carteggio temporaneo e strumentale dopo 5 anni 33 Gruppo di lavoro per la formulazione di proposte e modelli per la riorganizzazione dell’archivio dei Comuni 10. Informazione, consulenza ed educazione civica Funzionamento e attività delle strutture (consultori, informagiovani, etc.): un fasc. per struttura Iniziative di vario tipo: un fasc. per iniziativa Permanente, previo sfoltimento del carteggio tempora-neo e strumentale dopo 10 anni Permanente, previo sfoltimento del carteggio temporaneo e strumentale dopo 10 anni 11. Tutela e curatela di incapaci Interventi per le persone sottoposte a tutela e curatela: un fasc. per intervento. Permanente, previo sfoltimento del carteggio temporaneo e strumentale dopo 10 anni Funzionamento e attività delle strutture: un fasc. annuale per ciascuna struttura Permanente, previo sfoltimento del carteggio temporaneo e strumentale dopo 10 anni Permanente, previo sfoltimento del carteggio temporaneo e strumentale dopo 10 anni 12. Assistenza diretta e indiretta, benefici economici Iniziative specifiche: un fasc. per ciascuna iniziativa 13. Attività ricreativa e di socia-lizzazione Funzionamento e attività delle strutture (colonie, centri ricreativi, etc.): un fasc. annuale per ciascuna struttura Iniziative specifiche: un fasc. per ciascuna iniziativa Permanente, previo sfoltimento del carteggio temporaneo e strumentale dopo 10 anni Permanente, previo sfoltimento del carteggio temporaneo e strumentale dopo 10 anni 34 Piano di conservazione 14. Politiche per la casa Assegnazione degli alloggi: un fasc. per bando, organizzato in sottofascicoli: - bando - domande - graduatoria - assegnazione Fasc. degli assegnatari : un fasc. per assegnatario permanente 5 anni permanente 5 anni 5 anni dopo la scadenza del contratto In assenza di contenzioso 15. Politiche per il sociale Iniziative specifiche: un fasc. per iniziativa Permanente, previo sfoltimento del carteggio tempora-neo e strumentale dopo 10 anni Tipologie documentarie Conservazione Fascicoli individuali degli esercenti attività economiche: un fasc. per persona Permanente, previo sfoltimento del carteg-gio temporaneo e strumentale dopo 5 anni Iniziative specifiche: un fasc. per affare Permanente, previo sfoltimento del carteg-gio temporaneo e strumentale dopo 5 anni 5 anni Titolo VIII. Attività economiche Classi Note 1. Agricoltura e pesca Dichiarazioni raccolta e produzione: un fasc. per periodo 2. Artigianato Iniziative specifiche: un fasc. per affare Permanente, previo sfoltimento del carteg-gio 35 Gruppo di lavoro per la formulazione di proposte e modelli per la riorganizzazione dell’archivio dei Comuni Autorizzazioni artigiane: repertorio temporaneo e strumentale dopo 5 anni Permanente 3. Industria Iniziative specifiche: un fasc. per affare Permanente, previo sfoltimento del carteg-gio temporaneo e strumentale dopo 5 anni Iniziative specifiche: un fasc. per affare Permanente, previo sfoltimento del carteg-gio temporaneo e strumentale dopo 5 anni 1 anno Permanente 4. Commercio Comunicazioni dovute: un fasc. per periodo Autorizzazioni commerciali: repertorio 5. Fiere e mercati Iniziative specifiche: un fasc. per affare Permanente, previo sfoltimento del carteg-gio temporaneo e strumentale dopo 5 anni Iniziative specifiche: un fasc. per affare Permanente, previo sfoltimento del carteg-gio temporaneo e strumentale dopo 5 anni Permanente 6. Esercizi turistici e strutture ricettive Autorizzazioni turistiche: repertorio 7. Promozione e servizi Iniziative specifiche: un fasc. per affare Permanente, previo sfoltimento del carteg-gio temporaneo e strumentale dopo 5 anni 36 Piano di conservazione Titolo IX. Polizia locale e sicurezza pubblica Classi Tipologie documentarie Conservazione Iniziative specifiche di prevenzione: un fasc. per iniziativa 5 anni Corsi di educazione stradale nelle scuole: un fasc. per corso 5 anni Direttive e disposizioni: un fasc. annuale Permanente Organizzazione del servizio di pattugliamento: un fasc. annuale Verbali di accertamento di violazioni al Codice della strada: repertorio annuale Accertamento di violazioni al Codice della strada e conseguente erogazione di sanzioni: un fasc. per accertamento Verbali di rilevazione incidenti: repertorio annuale 3 anni Statistiche delle violazioni e degli incidenti: un fasc. annuale Permanente Gestione veicoli rimossi: un fasc. per ciascun veicolo 2 anni Informative su persone residenti nel Comune: un fasc. per ciascuna persona 5 anni Direttive e disposizioni generali: un fasc. annuale Permanente Servizio ordinario di pubblica sicurezza: un fasc. annuale 5 anni Servizio straordinario di pubblica sicurezza, in caso di eventi particolari (manifestazioni, concerti, etc.): un fasc. per evento 5 anni Note 1. Prevenzione ed educazione stradale 2. Polizia stradale 10 anni 5 anni 20 anni In assenza di contenzioso (ai sensi dell’art. 157 del Codice penale) 3. Informative 4. Sicurezza e ordine pubblico 37 Gruppo di lavoro per la formulazione di proposte e modelli per la riorganizzazione dell’archivio dei Comuni Autorizzazioni di pubblica sicurezza: repertorio annuale, organizzata in sottoserie Fascicoli dei richiedenti l’autorizzazione di pubblica sicurezza: un fasc. per richiedente Verbali degli accertamenti nei diversi settori (edilizio, sanitario, commerciale, anagrafico, sociale, etc.): un repertorio annuale per ciascun settore di accertamento Permanente 5 anni Permanente 38 Piano di conservazione Titolo X. Tutela della salute Classi Tipologie documentarie conservazione Emergenze sanitarie: un fasc. per ciascun evento Misure di igiene pubblica: un fasc. per ciascun affare Interventi di derattizzazione, dezanzarizzazione etc.: un fasc. per ciascun intervento Trattamenti fitosanitari e di disinfestazione: un fasc. per ciascun intervento Autorizzazioni sanitarie: repertorio annuale Fascicoli dei richiedenti autorizzazioni sanitarie: un fasc. per ciascuna persona/ditta Concessioni di agibilità: repertorio annuale Fascicoli dei richiedenti l’agibilità: un fasc. per ciascun richiedente Permanente Permanente 1 anno TSO: un fasc. per ciascun procedimento ASO: un fasc. per ciascun procedimento Fascicoli personali dei soggetti a trattamenti: un fasc. per ciascuna persona Permanente Permanente Permanente Istituzione di farmacie: un fasc. per ciascuna farmacia Funzionamento delle farmacie: un fasc. per ciascun periodo (anno o mese) Permanente 2 anni Fasc. relativi a epizoozie (epidemie animali): un fasc. per ciascun evento Permanente Note 1. Salute e igiene pubblica 1 anno Permanente 5 anni dalla cessazione dell’attività Permanente Permanente 2. Trattamenti Sanitari Obbligatori 3. Farmacie 4. Zooprofilassi veterinaria 39 Gruppo di lavoro per la formulazione di proposte e modelli per la riorganizzazione dell’archivio dei Comuni 5. Randagismo animale e ricoveri Gestione dei ricoveri e degli eventi connessi: un fasc. per ciascun procedimento 3 anni Tipologie documentarie Conservazione Registro dei nati: repertorio annuale Permanente Registro dei morti: repertorio annuale Permanente Registro dei matrimoni: repertorio annuale Permanente Registro di cittadinanza: repertorio annuale Permanente, se recanti registrazioni = Titolo XI. Servizi demografici Classi Note 1. Stato civile Atti allegati per registrazioni Atti per annotazioni sui registri di stato civile: un fasc. per ciascun procedimento Comunicazione dei nati all’Agenzia per le entrate: un fasc. per ciascun periodo 10 anni APR 4: iscrizioni anagrafiche: un fasc. per ciascuna persona Permanente AIRE: un fasc. per ciascuna persona Permanente Richieste certificati: un fasc. per ciascun periodo (mese o anno) Corrispondenza con altre amministrazioni per rilascio e trasmissione documenti: un fasc. per ciascun periodo (mese o anno) Cartellini per carte d’identità: uno per ciascuna persona 1 anno Carte d’identità scadute e riconsegnate: un fasc. per ciascuna persona 5 anni Trasmessi annualmente all’ufficio del governo competente per territorio 1 anno 2. Anagrafe e certificazioni 1 anno 1 anno Mediante incenerimento o triturazione Mediante incenerimento o triturazione Circ. Min. interno – Direz. gen. PS 23 ott. 1950, n. 10-1307040 Piano di conservazione Cambi di abitazione e residenza: un fasc. per ciascuna persona Cancellazioni: un fasc. per ciascuna persona Carteggio con la Corte d’appello per la formazione degli Albi dei giudici popolari: un fasc. per ciascun periodo Registro della popolazione: su base di dati 10 anni Schedoni statistici del censimento Atti preparatori e organizzativi Si conservano quelli dell’ultimo censimento; quelli del precedente si scartano dopo 1 anno dall’ultimo 3 anni Registri di seppellimento Permanente Registri di tumulazione Permanente Registri di esumazione Permanente Registri di estumulazione Permanente Registri di cremazione Permanente Registri della distribuzione topografica delle tombe con annesse schede onomastiche Trasferimento delle salme: un fasc. per ciascun trasporto Permanente 12982-7-1 Salvo esigenze particolari 10 anni 3 anni dall’ultima revisione Salvo esigenze particolari Permanente Salvataggi periodici per storicizzare la banca dati 3. Censimenti 4. Polizia mortuaria e cimiteri 50 anni 41 Gruppo di lavoro per la formulazione di proposte e modelli per la riorganizzazione dell’archivio dei Comuni Titolo XII. Elezioni e iniziative popolari Osservazioni Ci si riferisca per i particolari a MINISTERO DELL’INTERNO-DIREZ. GEN. DELL’AMMINISTRAZIONE CIVILE –DIREZ CENTRALE PER I SERVIZI ELETTORALI, Classi Massimario per lo scarto degli atti elettorali, Roma 1984 Tipologie documentarie Conservazione Albo dei presidenti di seggio: un elenco per ciascuna elezione Albo degli scrutatori: un elenco per ciascuna elezione 5 anni Liste generali 1 anno dopo la redazione della successiva 1 anno dopo la redazione della successiva Permanente Note 1. Albi elettorali 5 anni 2. Liste elettorali Liste sezionali Verbali della commissione elettorale comunale Copia dei verbali della Commissione elettorale mandamentale in ordine alle operazioni e deliberazioni adottate dalla Commissione elettorale comunale Schede dello schedario generale Schede degli schedari sezionali Fasc. personali degli elettori: un fasc. per ciascun elettore Elenchi recanti le proposte di variazione delle liste elettorali Carteggio concernente la tenuta e la revisione delle liste elettorali 5 anni 5 anni dopo la redazione della successiva 5 anni dopo la redazione della successiva 5 anni dopo la cancellazione dalla lista 5 anni dopo la redazione della lista successiva 5 anni dopo la redazione della lista successiva 3. Elezioni 42 Piano di conservazione Convocazione dei comizi elettorali: un fasc. per ciascuna elezione Presentazione delle liste: manifesto Permanente Presentazione delle liste: carteggio 5 anni Atti relativi alla costituzione e arredamento dei seggi 5 anni Verbali dei presidenti di seggio Schede Pacchi scorta elezioni Certificati elettorali non ritirati Istruzioni elettorali a stampa = = 2 anni 2 anni 2 anni Atti preparatori 5 anni Atti relativi alla costituzione e arredamento dei seggi 5 anni Verbali dei presidenti di seggio Schede = = Raccolta di firme per referendum previsti dallo statuto: un fasc. per ciascuna iniziativa 5 anni dopo il referendum Permanente Trasmessi al Min dell’interno Trasmesse al Min dell’interno 4. Referendum Trasmessi al Min dell’interno Trasmesse al Min dell’interno 5. Istanze, petizioni e iniziative popolari 43 Gruppo di lavoro per la formulazione di proposte e modelli per la riorganizzazione dell’archivio dei Comuni Titolo XIII. Affari militari Classi Tipologie documentarie Conservazione Liste di leva: una per anno Permanente Lista degli eliminati/esentati: una per anno Permanente Uno per anno Permanente Procedimenti specifici: un fasc. per ciascun procedimento Permanente Procedimenti specifici: un fasc. per ciascun procedimento Permanente Note 1. Leva e servizio civile sostitutivo 2. Ruoli matricolari 3. Caserme, alloggi e servitù militari 4. Requisizioni per utilità militari 44 ALLEGATO G) PIANO DI CONSERVAZIONE DEI DOCUMENTI 1. Composizione del piano Il piano di conservazione oltre che dai seguenti articoli è composto anche dal quadro di classificazione (Titolario) allegato C) e dal massimario di selezione per la conservazione allegato D) del Manuale di Gestione. 2. Conservazione I documenti dell'amministrazione, su qualsiasi formato sono prodotti, sono conservati a cura del Servizio archivistico, secondo quanto previsto dal manuale di gestione. La documentazione corrente è conservata a. cura del responsabile del procedimento fino al trasferimento in archivio di deposito, secondo quanto previsto dagli articoli del presente piano. I documenti e i fascicoli informatici sono conservati nell'archivio centrale informatico fin dalla loro produzione, secondo quanto previsto dal manuale operativo per la produzione dei documenti informatici. Formato dei documenti elettronici Per la predisposizione dei documenti informatici si adottano formati che al minimo possiedono requisiti di leggibilità, interscambiabilità, non alterabilità durante le fasi di accesso e conservazione, immutabilità nel tempo del contenuto e della struttura, come specificato anche nell'articolo numero 5.10.5 del manuale di gestione. In via preferenziale si adottano i formati XML, PDF-A, HTML, TXT, TIFF, ecc. Trasferimento all'archivio di deposito Si trasferiscono all'archivio di deposito tutti quei fascicoli che corrispondono ad affari o procedimenti chiusi durante l'anno. precedente il trasferimento, nonché tutti i fascicoli annuali e i fascicoli del personale cessato. Dopo le operazioni di selezione i documenti destinati alla conservazione permanente vengono versati all'archivio storico. Trasferimento all'archivio storico Di norma sono versati all'archivio storico tutti i documenti anteriori all'ultimo quarantennio. E' tuttavia possibile depositare anche documentazione successiva al quarantennio purché non rivesta piùun preminente carattere giuridico-amministrativo per l'ente. Conservazione dei documenti informatici Il Responsabile del servizio archivistico provvede, in collaborazione con il servizio di gestione dei servizi informativi e con il supporto della tecnologia disponibile, a conservare i documenti informatici selezionati' per la conservazione perenne e a controllare periodicamente a campione (almeno ogni sei mesi) la leggibilità dei documenti stessi. Memorizzazione Il responsabile del servizio archivistico provvede, ogni cinque anni e in collaborazione con il servizio di gestione dei sistemi informativi o una società esterna, a copiare su supporti di memorizzazione tecnologicamente avanzati i documenti conservati nell' archivio informatico. 3. Censimento depositi documentari Ogni anno il responsabile del servizio archivistico provvede ad effettuare il censimento dei depositi documentari, dei registri in uso all'amministrazione e delle banche dati dell'ente, ai fini di programmare i versamenti dei documenti cartacei all'archivio di deposito, dei documenti informatici sui supporti di memorizzazione e di predisporre, di concerto con il responsabile dei sistemi informativi, il piano della sicurezza informatica dei documenti. 4. Copie del registro di protocollo e dell' "Archivio informatico" Nel mese di febbraio di ogni anno il responsabile del servizio archivistico provvede a riversare in un'unica soluzione le registrazioni del protocollo informatico dell'anno precedente su supporti di memorizzazione non riscrivibili e a inviarne, con proprio provvedimento, rispettivamente una copia al responsabile dei sistemi informativi e uno alla tesoreria, accertandosi che tali copie vengano conservate in luoghi idonei, come previsto dall'articolo 23 del manuale di gestione. Al fine della conservazione documentaria sono create, dal server, copie di backup giornaliere della memoria informatica dell' ente, che verranno poi riversate su supporti di memorizzazione rimovibili. Almeno una volta l'anno sono create tre copie di backup dell'intera memoria informatica dell'ente, che verranno conservate, una a cura del Responsabile del servizio archivistico, una a cura del Responsabile dei sistemi informatici e l'altra presso la tesoreria insieme a quella del protocollo informatico. Inoltre sono create le copie dell' anagrafe e dello stato civile informatici come previsto dal Manuale di gestione. Ogni sei mesi è viene verificato lo stato di affidabilità delle copie. Una volta l'anno, dopo avere accertato l'affidabilità delle copie di backup, deve essere eseguita la procedura di ripristino della memoria informatica conservata. 5. Specifiche tecniche del sistema informativo comunale e del piano di backup Il Sistema Informativo Comunale utilizzato per la procedura del "Protocollo Informatico" è costituito da 4 server "Fujitsu Siemens Primergy RX 600" , una unità storage "Sistema SUN Fujitsu Siemens FibreCA T CX300" e una unità esterna "Fujitsu Siemens Primergy L T02 Ultrium Tape Drive" per il salvataggio dei dati. Due server, con Sistema informativo LINUX RED HA T in c1uster tra loro, hanno funzionalità da "Database server", altri due server, con sistema informativo Microsoft WINDOWS 2003 SERVER, hanno funzionalità da "Application server". L'unità Storage ha i dischi partizionati a disposizione del cluster linux e di ciascuno degli "Application server". La procedura IRIDE utilizzata per il Protocollo Informatico è attivata sui server con Sistema Operativo 2003 server, con database ORACLE 9.2.0. Ogni giorni viene esportata l'intera base dati su un disco locale di un server linux, e fatta copia di detti dati su nastro asportabile. I file delle immagini dei documenti scannerizzati sono invece memorizzate su File System in dischi dello storage nell'area Windows 2003, e vengono memorizzati quotidianamente su nastri asportabili. Per la gestione del piano di backup si procede come di seguito specificato: 12 nastri per backup quotidiani, suddivisi in due caricatori che si avvicendano quotidianamente (uno per i giorni pari e uno per i giorni dispari) l nastro per backup annuale 4 nastri per backup trimestrali 6 nastri per backup mensili I nastri annuali, trimestrali e mensili sono tenuti in una cassetta di sicurezza presso la tesoreria Co- munale. Un caricatore con 6 nastri è inserito nel Tape Drive presso la sala server, l'altro viene tenuto in una cassetta ignifuga presso l'ufficio informatica, in un locale adiacente alla sala server. 6. Trasferimento dei fascicoli nel! 'archivio di deposito All'inizio di ogni anno il responsabile del servizio archivistico chiede ai responsabili di servizio di redigere l'elenco delle unità archivistiche da trasferire nell'archivio di deposito e sulla base degli elenchi pervenuti organizza il trasferimento dei documenti stessi. L'elenco delle unità archivistiche è redatto in duplice copia, una conservata con il verbale di trasferimento a cura del responsabile del servizio archivistico, l'altra a cura del responsabile di servizio. Prima di effettuare il trasferimento il responsabile del procedimento, in base ai modelli di sfoltimento del fascicolo inviati dal responsabile del servizio archivistico, procede alla eliminazione di tutte quelle carte che non sono necessarie alla conservazione. Il responsabile del servizio archivistico provvede a rimuovere/trasferire i fascicoli informatici e a versarli nelle unità informatiche di conservazione. Il responsabile del servizio archivistico redige il verbale di trasferimento e attiva l'apposita funzione all'interno del sistema informatico di gestione dei documenti per lasciare traccia dell'avvenuto trasferimento dei documenti informatici. Le operazioni di trasferimento si devono concludere entro il 31 del mese di marzo. Se durante l'anno le VO hanno necessità di versare all'archivio di deposito altre unità archivistiche, queste verranno consegnate al responsabile del servizio archivistico con il relativo elenco di versamento redatto in duplice copia. Il responsabile del servizio archivistico redige il verbale di presa in consegna. 7. Selezione e scarto Prima di effettuare il trasferimento delle unità archivistiche dall'archivio di deposito a quello storico il responsabile del servizio archivistico, sulla base del massimario di scarto, e dei tempi di conservazione dei documenti in esso stabiliti, effettua la selezione dei documenti da inviare allo scarto. Gli elenchi dei documenti selezionati devono essere inviati per il nulla osta alla competente Soprintendenza archivistica, dopodiché in base alle procedure stabilite dalla legge porta a termine la distruzione fisica dei documenti cartacei e provvede, tramite le funzioni del sistema informatico e sulla base di quanto previsto dal manuale operativo dello stesso, a rimuovere i documenti informatici dagli archivi o supporti di conservazione/memorizzazione. Il responsabile del servizio archivistico predispone un procedimento parallelo e autonomo per lo scarto dei documenti analogici dei quali si è effettuata la riproduzione sostitutiva di cui al successivo articolo. 8. Memorizzazione sostitutiva Il presente articolo detta le linee generali per la predisposizione di piani di sostituzione di documenti tramite un sistema di riproduzione ottico. Il responsabile del servizio archivistico presenta ogni anno un piano di archiviazione su supporti di memorizzazione sostitutivi del cartaceo che preventivamente sottopone all'approvazione della competente Soprintendenza archivistica. Nel caso di documenti informatici le procedure di archiviazione ottica sostitutiva sono effettuate secondo le modalità previste dal piano annuale di memorizzazione sostitutiva e cioè: aggiornare gli elenchi dei documenti o unità archivistiche da sottoporre a riproduzione sostitutiva; individuare i modi più idonei di riproduzione (microfilm, microfiche, jackets, immagini digitali); definire le procedure di filmatura o digitazione elettronica e gli standard tecnici da seguire; definire le procedure per creare indici e reperire le immagini; stabilire le procedure per il controllo di qualità; stabilire tutte le procedure per la certificazione, la distruzione dei documenti archivistici riprodotti e quelle di conservazione; definire le procedure di backup e recovery e quelle della distruzione delle immagini che hanno esaurito la loro utilità. Il piano deve tenere conto di quanto previsto dalla direttiva CNIP A 19 febbraio 2004.In ogni caso e per ogni tipo di documento le operazioni dovranno essere effettuate considerando i tempi stabiliti per la tenuta corrente, semi-attiva, permanente (archivio storico) e l'eventuale scarto. Le informazioni relative alla gestione informatica dei documenti costituiscono parte integrante del sistema di indicizzazione e di organizzazione dei documenti che sono oggetto delle procedure di conservazione sostitutiva. La conservazione deve garantire di mantenere l'integrità e l'identificazione univoca dei documenti, nonché del contesto di produzione con particolare riferimento ai dati di classificazione e fascicolazione e all'indicazione delle strutture di assegnazione e a tutti i dati ritenuti necessari alla. corretta individuazione del documento, delle sue relazioni e all'affidabilità del sistema documentario. Su questo aspetto si applicano in ogni caso, per l'archiviazione e la custodia dei documenti contenenti dati personali, le disposizioni di legge sulla tutela della riservatezza dei dati personali. Nel caso in cui il servizio di riproduzione sia essere affidato all'esterno, è necessario accertarsi che il fornitore esibisca adeguate certificazioni di capacità tecnico-scientifica. 9. Consultazione delle unità archivistiche I Settori possono richiedere in ogni momento, per consultazione, fascicoli inviati in archivio di deposito. Si deve tenere traccia delle operazioni effettuate in relazione alla movimentazione dei fascicoli, della richiesta di prelevamento e dei tempi stabiliti per la restituzione. lO. Aggiornamento Ogni anno il responsabile del servizio archivistico valuta la congruità del piano e lo aggiorna in base alle necessità riscontrate. Il responsabile del servizio archivistico comunica, con i mezzi che ritiene più idonei, ai membri dell'amministrazione con funzioni di responsabili nonché ai dirigenti gli aggiornamenti al piano.