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PHONOCAR 2/795 SPL Impressionante per solidità e tenuta in potenza, il nuovo subwoofer Phonocar da 32 cm è espressamente dedicato alle competizioni SPL, dove non teme confronti a partire dal rapporto qualità/prezzo, sempre in linea con la sua eccellente tradizione. ENRICO SEMENZATO I l componente che ci apprestiamo ad analizzare e testare è un subwoofer progettato e prodotto dalla nota azienda italiana Phonocar, distintasi ed affermatasi nel corso di quasi quaranta anni come una delle più solide e prolifiche del nostro settore. Il catalogo Phonocar comprende ogni tipologia di prodotti di cui possa avere necessità un installatore specializzato in impianti per auto: apparecchi audio, video, multimediali, navigatori, cavi, connettori e dispositivi accessori sia elettronici sia meccanici (flange e adattatori per altoparlanti e sorgenti adatti a tutte le autovetture più comuni). In ambito car hi-fi offre diverse gamme di prodotti, in particolare amplificatori, altoparlanti e subwoofer, tali da ACS-AudioCarStereo n. 180 soddisfare la totalità delle esigenze di questo settore ed avendo sempre in massima considerazione il rapporto qualità/prezzo. Un catalogo veramente completo e tale da rendere la Phonocar uno dei leader europei del nostro settore. Nel vastissimo panora- Costruttore e distributore per l’Italia: Phonocar SpA, Via F.lli Cervi 167/C, 42100 Reggio Emilia. Tel.: +39 0522 941621 www.phonocar.com Prezzo: euro 399,00 + IVA 20% CARATTERISTICHE DICHIARATE DAL COSTRUTTORE Tipo: subwoofer da 32 cm con cono in Kevlar su 3 strati e doppia bobina mobile. Impedenza nominale: 2+2 ohm. Diametro della bobina mobile: 75 mm. Potenza di pilotaggio: 3.000+3.000 W max, 1.500+1.500 W RMS. Risposta in frequenza: 32÷800 Hz. Sensibilità: 88 dB SPL 1 W /1 m 49 La struttura in pressofusione d’allumino è realizzata in modo da offrire la massima libertà al movimento dell’aria spinta dal cono, con razze accuratamente disegnate per garantire il sostegno dell’enorme magnete. ma di prodotti offerti da questa grande azienda non poteva, quindi, mancare un componente specifico per le competizioni SPL e per i patiti dell’alta pressione sonora. In particolare, un subwoofer in grado di lavorare ai livelli acustici estremi delle gare, senza rischiare di essere messo subito KO quando viene sottoposto a picchi di potenza impulsiva esageratamente elevati; insomma un prodotto costruito ad hoc per l’SPL. Il componente in questione, siglato 2/795 SPL, è un subwoofer da 32 cm, unico diametro attualmente disponibile, con doppia bobina e cono in Kevlar su 3 strati. La costruzione è chiaramente di alto livello, anche sotto il profilo puramente estetico. La struttura portante è in pressofusione di alluminio, con un disegno che denota la ricerca di una rigidità molto elevata, minimizzando nel contempo le risonanze posteriori che vanno a crearsi nel cestello stesso ad elevati liL’enorme gruppo magnetico, del peso di 8,4 kg, presenta al suo interno un particolare condotto con fori per la ventilazione della bobina mobile, a garanzia di un’elevata tenuta in potenza. 50 velli di escursione e di pressione sonora. Le caratteristiche tecniche dichiarate dalla casa costruttrice indicano una potenza massima di pilotaggio di ben 3.000+3.000 watt (1.500+1.500 W RMS), una sensibilità di 88 dB SPL W/m e risposta in frequenza estesa da 32 a 800 Hz. Da questi parametri già si evince il carattere di questo “mostro” di casa Phonocar, recentemente introdotto sul mercato. Esso è dotato di bobina mobile da 75 mm di diametro con supporto in alluminio, composta da 4 strati di rame ad elevato spessore per due avvolgimenti distinti di 2+2 ohm. Questo consente di adottare diverse configurazioni, fino alla più spinta, in parallelo, con impedenza risultante di 1 ohm. La bobina mobile è immersa in un campo magnetico creato da un sistema di 3 magneti sovrapposti, in ferrite ad alta energia, con piastre ventilate, e dal peso complessivo di 8,4 kg (300 oz)! Il cono è di pregevole fattura, in Kevlar, a strati sovrapposti, ed è letteralmente cucito alla sospensione oltre che incollato, come nella maggior parte dei prodotti di questo tipo. La sospensione è in schiuma poliuretanica (foam) ad alta resistenza ed elevato spessore. Il subwoofer è dotato di un doppio centratore di elevata qualità, in Nomex; inoltre, possiede una particolarità: il gruppo spider non è solo incollato ma anche saldamente fissato al cesto tramite 6 viti a testa esagonale che scongiurano l’insorgere di scollamenti del gruppo spider quando viene sottoposto alle enormi sollecitazioni meccaniche che un componente di questo livello spesso deve sostenere. Questo sistema agevola anche la centratura del gruppo mobile e le operazioni di riconatura del subwoofer, nel caso malaugurato che si possa danneggiare in conseguenza di un utilizzo oltre i limiti indicati dai dati di targa. Fonti attendibili ci attestano che in Phonocar è disponibile anche il kit di riconatura per questo subwoofer, e si prospetta che sarà commercializzato ad un prezzo non ancora precisato ma indicato come “molto, molto vantaggioso”. L’impianto per il test L’analisi della costruzione e delle caratteristiche dichiarate ha suscitato in noi una notevole curiosità in vista della fase successiva del nostro lavoro: il test “dinamico” in autovettura. Test che si estende sia a livello di misurazione della pressione sonora sia di ascolto della resa musicale “high pressure”, corrispondente al tipo di utilizzo pratico per cui questo prodotto è stato concepito e costruito. Ci apprestiamo, quindi, a scoprire fino a che punto le ottime premesse si tradurranno in reali performance offerte dal nuovo subwoofer. Per il test SPL vero e proprio utilizzeremo l’impianto installato sulla mia Ford Focus CMax “laboratorio” che, a differenza della ACS-AudioCarStereo n. 180 COMMENTO AI PARAMETRI DEL PHONOCAR 2/795 Pesante come un macigno per via di un complesPARAMETRI MISURATI so magnetico di dimensioni decisamente fuori dal comune, il Phonocar 2/975 credo sia il primo Fs 40,71 Hz subwoofer in grado di mettere in seria crisi il poCms 0,0424 mm/N tente amplificatore con cui solitamente eseguiamo Vas 16,93 litri il rodaggio degli altoparlanti che “fanno i difficili” 360,7 g e vanno convinti a rodarsi con le cattive. Nono- Mms 2,23+2,23 ohm stante la sinusoide a 15 Hz alla potenza di circa Re 12,32 900 W RMS, segnale che potrebbe letteralmente Qms 0,640 strappare le sospensioni di molti altoparlanti “nor- Qes 0,609 mali” o cuocerne le bobine in poco tempo, il Qts 25,35 Txm 2/795 se ne stava lì impassibile, senza minima- Bxl 84,54 dB mente scomporsi, con l’aria di quello che ti guar- SPL 26,1 cm da con la coda dell’occhio dicendo con sufficien- Deq 5,91 mH za “tutto qui?”. Superata la perplessità iniziale Le@1 kHz blocco il rodaggio, convinto che armarsi di un fi- Xmax (dichiarato) n.d. nale di potenza doppia o tripla sarebbe stato certamente rischioso; non tanto per le sospensioni che avrebbero volentieri raddoppiato la corsa se solo avessi potuto “chiederglielo”, quanto per la povera bobina, che della tenacia delle sospensioni non aveva colpa e non si può chiederle di dissipare 2-3 kW per ore. Manco un ferro da stiro lo sopporterebbe! Dopotutto, mi dico, è un sub da SPL, i parametri misurati con metodi classici non sono poi così importanti né significativi in quel contesto, e preoccuparmi di un errore magari del 5-10% per colpa di un rodaggio modesto lo trovo un inutile eccesso di zelo. In queste condizioni rilevo una risonanza che, nonostante i 360 grammi (!) di massa mobile, non scende sotto i 40 Hz. E ci mancherebbe, con quella cedevolezza da sospensione di camion! Diretta conseguenza il Vas, di appena 16 litri. Enorme, come era facilmente immaginabile, il Bxl, superiore a 25 Tesla per metro. Il fattore di merito elettrico (e quindi quello totale, giacché il Qms è elevatissimo e praticamente non conta), complice in questo caso il rapporto tra massa e cedevolezza più che il Bxl, è piuttosto elevato, ma, come detto, è difficile mettere in relazione questo parametro con il reale comportamento di un altoparlante quando gli arriva un “burp” di svariati chilowatt. Decisamente elevata anche l’induttanza parassita della bobina, molto probabilmente per via delle sue dimensioni e per l’enorme quantità di materiale ferromagnetico che la circonda. F. Valeri New Panda 100hp impiegata per altre recensioni pubblicate su precedenti numeri della rivista, ha una frequenza di risonanza propria notevolmente più bassa (per la precisione 55 Hz) essendo un’autovettura fisicamente più grande. In questo caso, se da un lato avremo senz’altro un calo di prestazione pura in SPL (misurata con i consueti metodi di gara), dall’altro avremo un consistente miglioramento dell’ascolto musicale high pressure, con un aumento anche dell’effetto “scenico” nell’ascolto dell’impianto a porte aperte, così come sono soliti fare i frequentatori assidui di raduni e manifestazioni tuning. Per questo test utilizzeremo un amplificatore Zapco in classe D, modello SPL 3000.1, il quale, alimentato alla tensione di 14,4 volt, riesce ad erogare ben 3.000 watt rms su carico di 1 ohm. Nel vano bagagli, vicino all’amplificatore, è collegata una batteria aggiuntiva Northstar modello NSB 75, in quanto anteriormente è presente solo la batteria originale della Ford collegata all’amplificatore tramite un cavo di alimentazione relativamente sottile, da 35 mmq di sezione. Per testare questo nuovo componente, cogliamo l’occasione per utilizzare il nuovo Transformer Box by N.O.S. recensito sul numero 177 di ACS e presentato al pubblico in anteprima alla fiera di Cesena di fine novembre 2008. Per chi non avesse letto la presentazione pubblicata sui numeri precedenti, ricordiamo che si tratta della prima produzione di box per subwoofer a volume totalmente programmabile, componenti pensati e costruiti per l’high pressure (ma non solo) dall’azienda vicentina PM Modifiche. Fuoco alle polveri La prova inizia con l’installazione del Transformer Box Nosbox 12 (modello costruito per l’impiego con subwoofer da 12 pollici) che collochiamo nel bagagliaio della Focus C-Max tutto indietro e tutto a destra (ossia sullo stesso lato del sensore misuratore di pressione). Questa posizione ci permette di avere qualche piccolo vantaggio, a livello di decibel, rispetto ad altre. Il box ha un volume di partenza (senza spessori) di 34,2 litri, ma per il primo test di verifica decidiamo di montare subito uno spessore aggiuntivo per aumentarne il volume di 3,2 litri e portarlo a 37,4 litri. Montiamo successivamente il condotto Aeroport da 16 cm di diametro, utilizzando la comodissima flangia appositamente prodotta da PM Modifiche. Questa consente di portare il tubo quasi completamente fuori dal Transformer Box, e permette di regolare l’accordo sostituendo il tubo con notevole rapidità, senza dover togliere ogni volta l’altoparlante dalla cassa. Ci apprestiamo ora a collegare il subwoofer, settando le bobine in parallelo per un’impedenza resistiva nominale di 1 ohm. L’operazione di montaggio è resa estremamente semplice e veloce dalla presenza di sedi preforate, con la perfezione delle macchine a controllo numerico, per l’alloggiamento dell’altoparlante e del condotto di accordo. Effettuiamo la prima misura utilizzando un tubo lungo 160 mm. Il primo risultato è piuttosto deludente: 142,7 dB ottenuto a 59 Il collegamento di ciascuna bobina mobile è affidato a conduttori multipli di buona sezione, integrati nel centratore e protetti da guaine nel punto di fissaggio ai morsetti dorati. ACS-AudioCarStereo n. 180 51 L’ASCOLTO Dopo la grande soddisfazione ottenuta a livello numerico di pressione sonora emessa, ci accingiamo alla prova di ascolto del nuovo sub di casa Phonocar. Per un altoparlante dedicato alle competizioni SPL, le valutazioni d’ascolto costituiscono un parametro non determinante per la scelta di questo tipo di prodotto, ma a nostro avviso resta comunque un parametro molto, molto importante, in quanto si trae soddisfazione non solo dall’utilizzo sul campo di gara ma anche dalla possibilità di poterlo ascoltare tutti i giorni! Iniziamo con brani house e disco music recenti, diciamo così, ad alto contenuto energetico! Ci allontaniamo come sempre dal centro abitato, cosa che chiaramente consigliamo anche a tutti voi, quando si superano pressioni che possono comunque recare disturbo alla quiete pubblica. L’utilizzo del nostro impianto high pressure non deve e non può (anche a livello legale) ledere la libertà e la tranquillità altrui! Già dalle prime battute si intuisce il carattere di questo gioiellino, con passaggi che all’aumentare del volume diventano sempre più imponenti. La qualità timbrica della gamma bassa è sempre molto corretta, cosa non comune per subwoofer propriamente da gara e con caricamenti di questo tipo! Le code sembrano inesistenti, o co- munque impercettibili, il controllo in gamma bassa è sempre molto buono, con una resa musicale priva di sbavature anche a livelli di potenza molto elevati (onore al merito anche degli altri componenti dell’impianto, in particolare all’alta efficienza del Transformer Box). Sotto il profilo della timbrica, il suono appare “rotondo” e sempre molto “asciutto”. La cosa più sorprendente è che, pur mettendo a dura prova le lamiere della mia autovettura e il mio apparato uditivo, l’escursione del subwoofer si mantiene a livelli molto contenuti, segno di una costruzione attenta ai parametri elettroacustici. L’eccellente resa sonora ci spinge a provare anche generi musicali più difficili. Rispolveriamo per l’occasione delle percussioni di Billy Cobham ed un vecchio disco della Sheffield “The Drum Records”, un tempo molto in voga per le tarature delle macchine da gara sound quality. Che soddisfazione ascoltare anche brani acustici a livelli di pressione sonora impensabili per un comune impianto sound quality! Ultima nota tecnica, dopo tutti questi passaggi musicali effettuati praticamente al massimo del volume, la temperatura dell’equipaggio mobile si manteneva su livelli accettabilissimi, segno che l’altoparlante non rischia danni (a differenza dell’udito!) e può forse accettare ancora maggiore potenza! E.S. Il Transformer Box Nosbox 12, per altoparlanti da 12” di diametro, ha un volume di partenza di 34,2 litri, incrementabile a passi di 3,2 litri mediante spessori aggiuntivi. Hz! Siamo molto fuori rispetto alla frequenza di risonanza dell’autovettura ma non ci perdiamo d’animo, siamo convinti delle potenzialità del sistema che stiamo utilizzando; si tratta di trovare, come si dice in gergo, “il bandolo della matassa”, inoltre abbiamo tra le mani il Transformer Box, progettato e costruito appositamente per risolvere questo tipo di problema! Cerchiamo di scendere di frequenza, per avvicinarci il più possibile ai 55 Hz, sostituendo il tubo con uno di lunghezza maggiore. Seconda prova, con tubo lungo 170 mm, il miglior risultato sale a 143,2 dB, sempre a 59 Hz. Decidiamo di proseguire per questa strada, la misura ci dice che è quella giusta. Terza misura, tubo lungo 180 mm, miglior risultato 143,7 dB, sempre a 59 Hz. Quarta misura, tubo lungo 190 mm, miglior risultato 144,2 dB sempre a 59 Hz. Quinta misura, tubo lungo 200 mm, miglior risultato 144,7 dB sempre a 59 Hz. Il risultato migliora ma la frequenza non vuole saperne di scendere, quindi decidiamo di inserire uno spessore in più per portare il volume del box da 37,4 litri a 40,6 litri. Lasciamo inalterata la lunghezza del tubo di accordo a 200 mm. Sesta misura, miglior risultato 146,2 dB questa volta a 58 Hz. Molto bene! Siamo notevolmente e favorevolmente colpiti dal guadagno ottenuto, ben 1,5 dB, aumentando il volume del box di appena 3,2 litri! Questo conferma quanto sia fondamentale il box per un subwoofer e quanto sia importante “cucirlo” non solo attorno al driver utilizzato ma anche all’autovettura in cui deve operare. Montiamo un altro spessore, portando il vo- Il condotto Aeroport si raccorda perfettamente al box mediante la comodissima flangia di adattamento prodotta da PM Modifiche per il Transformer Box. 52 ACS-AudioCarStereo n. 180 lume da 40,6 a 43,8 litri, tenendo sempre lo stesso tubo lungo 200 mm. Settima misura, miglior risultato 147,0 dB (+ 0,8 decibel) e la frequenza è scesa a 57 Hz. Aumentiamo ancora il volume con un altro spessore, portandolo a 47 litri. Ottava misura, sempre con il tubo da 200 mm, miglior risultato 147,5 dB (+0,5) a 56 Hz! Decidiamo quindi di accorciare il tubo di accordo portandolo a 190 mm! Nuova misura, 147,9 dB, miglior risultato ottenuto a 56 Hz! Possiamo ritenerci molto soddisfatti del lavoro svolto, il risultato è di tutto rispetto, considerando il tipo di autovettura, il tempo impiegato per ottenerlo (circa mezza giornata) e la frequenza mediamente bassa! Il subwoofer si è comportato egregiamente. Da notare che l’impedenza reale, misurata in regime dinamico tramite voltmetro in alternata e pinza amperometrica, è risultata di 2,3 ohm, quindi ben superiore (anche grazie al caricamento) al dato resistivo nominale. Questo significa, tirando le somme, che il risultato numerico registrato è stato ottenuto con poco più di 1.500 watt rms. Secondo la mia esperienza di competitor, vista la costruzione dell’altoparlante, questo subwoofer può digerire una quantità di watt ben superiore al dichiarato, per cui avremo margini di miglioramento, anche solo aumentando la potenza applicata, di almeno altri 4 dB! Credo che ogni ulteriore commento sia superfluo. Conclusioni Il subwoofer ci ha favorevolmente stupito sotto tutti gli aspetti, a partire dalla qualità della costruzione, super solida, ma soprattutto per il rapporto qualità/prezzo, per non parlare della possibilità di avere il kit di riconatura! Le prestazioni sono assolutamente superlative per questa classe di prodotto. Non solo può farvi eccellere da protagonisti L’altoparlante è certamente in grado di raggiugere livelli sonori più elevati, ma 147,9 dB con un solo componente da 32 cm in un’auto di grande volume come la C-Max è un grande risultato. nelle gare di SPL ma è in grado di dare grandi soddisfazioni anche nell’ascolto di tutti i giorni, ad altissima dinamica! Una piccola nota aggiuntiva va dedicata anche al Transformer Box, che ci ha permesso di arrivare dai 142,7 dB della misura iniziale ai 147,9 dB dell’ultimo test in solamente mezza giornata di lavoro e senza utilizzare seghetto alternativo e collanti vari! Inoltre, parte del merito nell’eccellente qualità timbrica del sistema in gamma bassa va attribuito anche alla sua particolare forma priva di spigoli rispetto a qualsiasi box tradizionale. Se questa soluzione ci ha sorpreso nelle condizioni statiche di presentazione, ci ha assolutamente convinto e favorevolmente impressionato nell’utilizzo pratico in autovettura! SPL, un fenomeno in crescita Avevamo già evidenziato negli articoli precedenti il costante trend di crescita del settore orientato all’alta pressione sonora, inteso non soltanto come componenti dedicati alle competizioni SPL ma di tutto ciò che riguarda la costruzione di un impianto che possa anche suonare a volumi d’ascolto molto elevati e per lungo tempo. Infatti sempre più spesso ci vengono richiesti test di prodotti indirizzati all’high pressure e si è sentita l’esigenza di integrare la rivista con una sezione ad essi dedicata. Un prodotto indirizzato all’impiego SPL richiede metodi e criteri di valutazione ben diversi dalle tradizionali procedure con cui si testa e si giudica un componente dedicato alla riproduzione musicale ad alta fedeltà (sound quality). L’appassionato che si appresta ad acquistare un prodotto “high pressure” si attiene ad altri termini di paragone per poter effettuare una scelta, e ad essi dovranno fare riferimento anche i test se vogliamo fornire un giudizio o un consiglio utile. Gli appassionati chiedono indicazioni molto specifiche: quanti decibel riesce a sfornare un nuovo subwoofer, quanti watt riesce a digerire, per quanto tempo ed eventualmente consigli pratici riguardo al tipo di caricamento più opportuno per quell’altoparlante, magari con riferimento ad un particolare modello di autovettura! Sotto questo aspetto i programmi di simulazione per la progettazione di box acustici offrono, a parere del sottoscritto, un’utilità molto limitata, poiché tali programmi sono indirizzati all’impiego degli altoparlanti in condizioni di lavoro assai meno stressanti e non prendono in considerazione le alterazioni dinamiche che intervengono quando ACS-AudioCarStereo n. 180 il nostro box per subwoofer viene installato nel limitato volume del vano bagagli di un’autovettura, ben diverso dagli ambienti domestici. La differenza è tanto più marcata quanto più elevata è la pressione sonora. In una normale stanza difficilmente si potranno raggiungere pressioni sonore tali da determinare pesanti alterazioni nei parametri del sistema cassa-altoparlante. Le cose cambiano in maniera radicale quando il nostro box viene installato in un’autovettura, il cui volume è 10 volte inferiore rispetto ad una comune stanza (5-6 metri cubi contro 50-60). Si può quindi intuire la grande differenza operativa e ambientale che il nostro box è costretto ad affrontare. Nel caso specifico di un’autovettura, subirà un brusco innalzamento di pressione sonora a determinate frequenze, quantificabile in un range che può variare da circa 10 a fin 20 decibel in più, dovuto al fatto che l’auto si comporta come un vero e proprio sistema risonante e, a seconda delle caratteristiche fisicomeccaniche della vettura, andrà ad esaltare un particolare intervallo di frequenze. Per lo stesso motivo, la mia esperienza di competitor SPL mi ha insegnato a prendere in considerazione con la dovuta cautela anche le indicazioni di caricamento fornite dalle case costruttrici e distributrici dei prodotti stessi, così come quelle ottenute tramite i programmi di simulazione. Tutte queste considerazioni servono per introdurre e spiegare le motivazioni per cui i prodotti “SPL oriented” richiedono di essere trattati con un procedimento del tutto particolare per la loro valutazione. E.S. 53