Testo originale: Peter De Graef Traduzione
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Testo originale: Peter De Graef Traduzione
NIENTE Testo originale: Peter De Graef Traduzione: Massimo Zamboni Interpreti: Massimo Zamboni & Herman Boets Regia: Herman Boets Luci: Dirk Ceulemans Musica: Luk Caeyers 1 Lo so che vi aspettate che io adesso dica qualcosa... Ma.... Voglio dire... Cosa c’e’ ancora da aggiungere a tutte le parole, che dall’inizio del mondo, le persone gia’ si sono dette in tutte le lingue possibili? ......... Ce l’avete voi un’ idea? .......... Nemmeno io. .......... E invece si, c’e’ una comunicazione che voglio fare. Credo che ognuno ce l’abbia. La voglia di dire: Io esisto! E lo voglio dire, penso, a tutte quelle persone che nel passato si siano mai comportati come se io... ........... A tutte le persone. E’ solo che la lingua e’ il mezzo piu’ inaffidabile per esprimere.... Per esprimere tutto quello che si sente dentro. Lo sapevate ad esempio che la parola Spagna in Inglese suona come la parola emorroidi in Olandese? O che la parola “burro” in Italiano significa “asino” in Spagnolo? E che non c’e’ alcuna relazione tra “autista” e “ autistico”? Se la nostra tecnologia funzionasse secondo gli stessi principi con cui funzionano le lingue la nostra economia si bloccherebbe entro ventiquattr’ore. Fine del benessere. Un maiale spedito in Italia arriverebbe tra Tadijl e Timbuktimul. Dove? Nemmeno io lo so dove sia ma ecco appunto e’ proprio questo che voglio dire. E ve lo posso assicurare: non c’e’ niente la’, niente. Nemmeno un rifugio per la povera bestia. Sarebbe lo stesso se a mio padre, un soffiatore di vetro e che come hobby coltivava pomodori di Pachino, dicessi - papa’ ti voglio bene. La comunicazione ci trasporterebbe all’istante da qualche parte tra Tadjil e Timbuktimul. Dove non c’e’ niente. Nessun rifugio per la povera bestia... 2 Per questo... Mi sono ad un certo momento trattenuto dal voler rivendicare qualcosa. Mi frulla ancora dentro ma.... Non concedo piu’ tanta importanza alle parole che stanno per lasciare la mia bocca. Perche’ sapete.... principi, convinzioni, visioni, teorie, giustificazioni.... Ah...Ah... Tutto questo sono solo giocattoli. Roba per bambini. E un giocattolo muore nel momento in cui si diventa vecchi. A ventanni puoi ancora provare ad afferrare il tuo orsacchiotto e a metterlo seduto per bene. Ma lui non vive piu’. Non ha mai vissuto. Tu lo hai fatto. Principi..... Una volta abbiamo avuto un primo ministro che diceva: Principi, di quelli alla fine ti devi liberare. E poi devi fare come quando sei ad un ricevimento e ti devi liberare di un venticello... Cautamente. E senza troppo....Rumore. Quello era un uomo saggio. MASSIMO Ma vabbe’. Dai cantiamoci sopra, su. Una canzoncina. “Alla fiera dell’Est per due soldi un topolino mio padre compro’” Tutti insieme, dai. Vabbe’. Lasciamo stare. “Ti amo Ti amo. Ti amo.” Alice, 1 Gennaio 2013. Non capii un accidente quando lo ricevetti. Lei frequentava un Guru a Torino. Mentre io mi occupavo delle piante e fiori di casa. Lei ha provato di tutto. Non capisco. Che cosa non capisci esattamente...? Quale parola? Ti? Amo...? 3 Vabbe’ non sono mai stato uno che capisse molto. Io personalmente. A far di conto andavo bene ma....lingue o biologia. Dove si trova la stomaco in un verme.... Ma per favore, dai! A disegnare ero bravo e riuscivo bene. Tecnico. Con l’inchiostro Cinese, lo sapete, senza sbavature. Ero bravo a non sbavare. E cosi’ ho cominciato a farlo. Dunque a disegnare eri bravo... Disegnavo per l’industria, tutti contratti da libero professionista. C’era da disegnare di tutto. Tubi in acciao inossidabile, per la birra. E il leone marino della Playmobil. Anche questo ho avuto la fortuna di disegnarlo. Perche’ tutto viene disegnato. E’ vero. Tutto cio’ che non cresce da solo viene, prima, pensato, poi disegnato e infine costruito. Ricordo che abbiamo anche dovuto disegnare dei contenitori per cibo congelato. Erano delle vaschette di alluminio 7 x 11 dove ci si metteva per esempio del riso con un gamberone e un po di salsa e quindi proseguiva attraverso il congelatore, venivano impacchettate e via. Ma poi arrivava per esempio un ordine urgente. E chi lo portava se ne stava li come sui carboni ardenti ad aspettare di andarsene con un po’ di piselli e roba varia mentre la linea era ancora piena di gamberoni... Per cui dovevano prima accumularli da qualche parte in modo da lasciar passare i piselli. Su una di queste linee ce ne potevano essere facilmente venticinque – ventiseimila di queste vaschette di alluminio, venticinquemila moltiplicato undici centimetri. Sono quasi tre chilometri... Per questa operazione si era dovuto fare arrivare una catena di trasporto appositamente dalla Germania.... E comunque era una ditta molto strana, con un grosso e unto capannone, solo sorgenti di luci a infrarosso, e donne ovunque, avvolte in un grembiule da lavoro e sotto nude eccetto che per gli slip, e nell’aria un odore costante di strofinacci caldi. Ma sto divagando, credo. Questa e’ una fastidiosa caratteristica della mente. La nostra mente e’, a dire il vero, una prigione senza muri. Un divagare senza fine. Un divagare senza fine in una dimensione senza davanti o dietro, sopra o sotto, sinistra o destra. Alcune persone la chiamano liberta’, ma... 4 Se non c’e’ davanti o dietro, sopra o sotto, sinistra o destra, come se da nessuna parte esistesse un punticino al quale potersi orientare, allora puoi muoverti e spostarti a qualunque velocita’ e in qualunque direzione ma e’ come se rimanessi sempre nel medesimo posto. E guardate che a me sono molto familiari definizioni come evoluzione, scienza, progresso e via dicendo. Cristo santo..questo e’ come l’universo. Anche li ci volteggia di tutto. E questo cattura la nostra attenzione. Ma dove vanno tutte queste cose che volteggiano? Esatto. E lo spazio intorno e’ molto di piu’ di quello che ci vola dentro. Lo stesso accade con la nostra mente. Te ne accorgi immediatamente quando ti annoi. Quando niente riesce a catturare la tua attenzione. Altrimenti perche’ organizzeremmo tutte queste feste? Perche’ faremmo tutte le cose che facciamo? Perche’ se non per la paura di annoiarci? Perche’ ora stiamo discutendo di scienza... Una volta ho osservato bene le mucche. Dato che si sta parlando di scienza... Le mucche mangiano erba verde e respirano aria azzurra ma loro, le mucche, diventano bianche e nere. Questa e’ una di quelle meraviglie che non si possono nemmeno immaginare. Figuriamoci riuscire a disegnarle. E guardate che lo e’ eh... La conosco la storia delle molecole e dei pigmenti...e dei raggi di luce di diverse frequenze e colori e via dicendo. Ma questo non risponde alla domanda: “ Che cosa sta succedendo?” Se un’auto viaggia verso Madrid e’ perche’ la benzina viene pompata dentro un motore a scoppio. Ma questo non risponde alla domanda: “ what’s going on?”. Per saperlo dobbiamo fermare l’auto, far scendere il conducente e domandargli delle sue motivazioni. E poi ancora? Perche’ ha queste motivazioni? O perche’ non le ha? Io non ho niente da fare a Madrid. Io personalmente. Lui, il conducente dell’auto, si. Meraviglioso! Tutto e’ per se meraviglioso. Anche i conigli mangiano l’erba. Ma avete mai sentito un coniglio dire ‘ muuuuh?’. Ecco, questo voglio dire. E l’evoluzione.... Una volta eravamo proprio uguali alle mucche. 5 Mangiavamo e respiravamo e causavamo con i nostri gas intestinali un buco nell’ozono ma di tutto cio’ non ce ne importava niente. Poi ad un certo punto abbiamo cominciato a creare dei suoni con il nostro respiro. Lingua! Abbiamo cominciato a dare un significato al vento e a considerare noi stessi importanti... Scienza, filosofia, religione, arte... Blablablablabla... Ma alla fine e’ sempre e comunque vento. Noi continuiamo a mangiare, respirare e a fare un buco nell’ozono senza che ce ne importi niente. Fuori di testa... Fucile.... Bum bum bum.... Ho avuto il desiderio di armarmi di fucile e di andare nell’azienda in cui lavoravo per far fuori tutti: il Rondelli, il Binda, la tipa del caffe’, Antonio.... Vedevo gia’ le loro teste aprirsi come angurie. Un fantasia stupida presa da un pessimo film, lo sapevo anche io certo, ma di cui non riuscivo a liberarmi. Ho girovagato tutta la notte, con le mani intirizzite dal freddo sprofondate nelle tasche dei mie pantaloni, vagando per i cantieri del porto e capannoni abbandonati..... Non riuscivo a liberarmi di quella fantasia. Poco dopo l’alba arrivai a casa mia, senza sapere cosa stessi cercando. Tutto mi appariva normale. Lo sferragliare di un tram in corsa riempiva l’aria. Il fruttivendolo all’angolo della strada trascinava fuori una cassa di mele. Mentre una madre, troppo presto, portava un bimbo a scuola. Questo tipo di cose. E a un certo punto mi sono scoperto.... Ah si? Ti sei scoperto a fare cosa? Mi sono scoperto a guardare i miei pensieri. Come quando si guarda...un autobus che passa. Diciamo come quando si guarda un autobus che va a Milano mentre tu non hai nessun itinerario. Io gia’ da tempo avevo perso ogni desiderio. La mia forza di volonta’, ad un certo punto, me la sono sentita come piscia che ti scivola via sulle gambe. Espletavo solamente le funzioni comandate dalla natura. Andavo in bagno. E quando capitava mi infilavo in bocca qualcosa da mangiare. Ma oltre a questo....non c’era niente per la mente che mi potessi comprare col denaro o in qualche altra maniera e che mi desse una gioia o appagasse i miei sentimenti. Altre volte il mio corpo andava a farsi una passaggiata. Ed io andavo con lui. La gamba sinistra si metteva davanti alla destra, poi quella destra si metteva davanti alla sinistra e cosi’ via. Insomma in quella azione che si definisce: camminare. Meraviglioso. Nel frattempo mi arrivarono dei sentimenti. Ma se ne andarono di nuovo. 6 E poi arrivarono i pensieri... Come le nuvole nel cielo. Una cosa che non smette mai e continua ad accadere. Ed e’ una cosa di nessuna importanza. Diciamo che uno un po’ psicologo avrebbe forse velocemente diagnosticato che eri depresso. Buddha era forse depresso? Qual’e’ la differenza tra quello che ha me successe spontaneamente e quello che fanno fanno migliaia di persone quando vanno spontaneamente a meditare. In generale si pensa che la depressione vada evitata, ma... Perche’? Perche’ dovremmo evitare qualcosa che viene per conto suo? Dovremmo allora eliminare l’autunno? E l’inverno? In modo che sia sempre estate? Perche’ dobbiamo tutti quanti trascorrere la nostra vita come se fossimo in equilibrio su una immensa tavola da surf gridando che ci stiamo divertendo? Perche’ non possiamo semplicemente respirare e “that’s it”? Io respiro! Io siedo qui e respiro. Non e’ meraviglioso? Non e’ fantastico? Non e’ tutto questo “beyond imagination”? Che io dopo secoli di felicita’ e sfortune, litigi, vittorie, sconfitte, speranze, ingenuita’, follie, amori, tradimenti, dolori, e non so quali altre assurdita’, che io realizzi finalmente che tutto quanto e’ solo aria, proprio come il mio respiro? Che io mi sono costruito tutto solo nella mia testa e che in realta’ tutto cio’ non ha nessuna importanza? Ma prendi una emozione forte come la rabbia... oppure no facciamo l’amore, anzi l’innamoramento.... E poi? Lei muore. Oppure lei ti lascia. Lei bacia un altro. Ti metti le mani nei capelli e cominci a urlare! NON POSSO VIVERE SENZA QUESTA DONNA! E ognuno ti capisce. Ma... Questo non e’ vero. Perche’: Il resto del mondo continua a vivere.... Ci sono miliardi di persone ed esseri viventi, in Africa e....persino coccinelle ci sono e tutti continuano a vivere senza questa donna. Quindi perche’ non dovresti farcela tu? E’ tutto soltanto nella tua immaginazione. E’ tutto soltanto nella nostra immaginazione. 7 E poi non riusciamo piu’ a liberarci da queste immagini, da questi pensieri. In quanto si sono forgiati attraverso il fuoco delle nostre aspettative. Le nostre ridicole aspettative di una felicita’ che non si puo’ trovare. Ognuno pero’ la cerca. Ogni tanto qualcuno urla “si! L’ho trovata!” Ma dopo un paio di anni si rende conto che continua a cercarla. Questa aspettativa scompare solo quando il carburante e’ finito. Come durante l’incendio di un bosco. Ma un tale bosco non scompare dopo un incendio, voi non lo vedete piu’ ma il bosco e’ ancora la’. Se ripassate dopo vent’anni vi accorgete che e’ ricresciuto di nuovo. Anche un essere umano non scompare dopo che la sua aspettativa e’ svanita. I suo pensieri, le sue emozioni esistono ancora. Continuano a galleggiare nella nostra mente. E la nostra mente e’ come aria. Azzurra e vuota. L’aria che respiriamo. Azzurra. E Chiara...? Chiara entro’ nella mia vita a causa di un banale incidente in cui le ruppi lo specchietto dell’auto parcheggiata. La strada era stretta e nell’altra direzione arrivava un semirimorchio con sopra un bungalow. Numero di telefono, tergicristallo, appuntamento, caffe’. Entro’, nel caffe’ e nella mia vita, come il sole di primavera attraverso una finestra socchiusa. Il danno allo specchietto fu regolato velocemente. Ma il nostro caffe’ doveva ancora essere consumato. E cosi’ ci perdemmo in una conversazione aperta. Quel tipo di conversazione senza barriere che si genera tra due persone fino a quel momento sconosciute. Lei aveva un cattivo matrimonio e un lavoro di merda. Ma era estremamente allegra, serena. Parlava della sua vita come se fosse una storia vissuta da qualcun altro. E lei definiva tutto, Karma. Io non avevo mai sentito questa parola prima. Non la conoscevo. Karma. E poi? Continua. Circa un anno e mezzo dopo la rincontrai di nuovo. Me ne stavo in fila alla cassa di un supermercato con in mano una bottiglia formato famiglia di liquido per sgorgare il lavabo e uno spremiaglio, credo. Mi sento ticchettare sulla spalla. 8 “Ti conosco ma non ricordo perche’ e dove, aiutami”. Alice! Il suo cattivo matrimonio era nel frattempo terminato. E aveva iniziato una sua attivita’ in proprio. Aveva studiato chimica... E io l’avevo aiutata. Ci siamo aiutati entrambi. La nostra non era una passione devastante o una relazione gonfia di romanticismo. Eravamo piu’ simili a due zebre che si erano riconosciute in una prateria piena di asini. Buona questa. E poi? E’ successo qualcosa? Poi ad un certo punto comincio’ ad ammalarsi. Le vennero momenti di tachicardia, difficolta’ a respirare, attacchi di sudore. I medici non trovarono niente. Doveva essere qualcosa di psichico. Lo psichiatra la mando’ da un ipnotizzatore... Quindi... dio.... La maggior parte delle immagini piu’ atroci vennero a galla in forma di ricordi. Tutte quelle cose che lei in quel momento non aveva voluto fare. Quando aveva tre anni, e cinque e otto.... Non si fermavano piu’. Lei invecchiava nei suoi ricordi e non smetteva piu’. Cose troppo brutte per le parole. Le avevano pisciato addosso. Aveva dovuto mangiarsi la propria cacca. Una volta era stata lasciata penzolare fuori dalla finestra, tenuta solo per i polsi al dodicesimo piano di un condominio sulla costa mentre fuori tempestava. “ Se racconti qualcosa ti lascio cadere”. Roba del genere. Lei proveniva da un ambiente signorile. Suo padre era un industriale dinamico. E la madre aveva... Diciamo che era molto impegnata in relazioni sentimentali.... Mentre l’uomo, quello era un vecchio compagno di scuola del padre che aveva perso il lavoro ed era disoccupato. Qualcuno che per compassione fu accolto in famiglia e che diceva sempre “ Mi occupo io dei bambini”. “ Dateli pure a me”. Karma i miei coglioni. L’idea che lo spirito sia vuoto, non ti aiuta in momenti come questi. Qualche volta il nostro subconscio e’ pieno come un uovo di nient’altro che dati contrastanti. Indignazione, rabbia, impotenza, amore, dolore e tu ci siedi nel mezzo dedicandogli tutta la tua attenzione. Nel centro del tuorlo. In momenti come questi hai ragione naturalmente. 9 Quello che pensi e senti e’ assolutamente vero e giustificato. E al di fuori di cio’ non esiste nient’altro. Solo.... Avere ragione non significa niente. Ognuno ha sempre ragione. Anche il bugiardo. Se non ci si perde nell’indignazione per le bugie ma si ascoltano le ragioni per cui si e’ mentito, viene a galla un pezzo di verita’. Una persona ha sempre ragione. Ma la nostra ragione non significa niente. E’ solo un sentimento. E come tutti i sentimenti e’ veloce come l’argento vivo. Ah Haa... Pensiamo a come ci si lascia facilmente convincere fino a dire a qualcuno “ oh si certo, e’ vero, hai ragione.” “He’ he’!”. E poi ci sentiamo di nuovo tranquilli. Di nuovo sentiamo di non essere soli. La maggior parte delle cose che noi persone diciamo l’uno con l’altro, o verso i nostri cari, durante un pranzo di lavoro, una cena con amici, a tavola ai nostri figli, lo diciamo con lo scopo di avere o di dare ragione. Non e’ vero? Non trovate? Ne sono convinto. Ed e’ sempre stato cosi’. Si vero? No? Naturalmente. “Si si hai ragione.” He’ he’. Non siamo soli. Oppure qualcuno che vi sta ascoltando dice: Si ma... E il nostro cuore si stringe. Poi cominciamo ad ascoltare con attenzione nella speranza di poter dire al piu’ presto possibile : Si si naturalmente, se guardiamo la cosa da questa angolazione allora hai ragione. “He’ he’”. Poiche’ se non ci riesce di dare o ricevere ragione, allora ci ritroviamo soli come cani e persi in noi stessi. In qualche posto lontano, tra Tadjil e Tombakti Mul... Dove non c’e’ niente. Ma nonostante il fatto che tutti hanno sempre ragione, c’e’ costantemente nel nostro mondo qualcosa che non funziona. E’ cosi’ da secoli. Secoli di ragione. E in aggiunta ci sono poi tutta una serie di problemi che si dispongono su lunghe file pronti a saltarci addosso. In continuazione dobbiamo inventarci nuovi nomi, aggiornare il nostro sistema, sviluppare nuove teorie. Mia nonna per esempio non ha avuto la menopausa. Non esisteva la parola. Questo tipo di cose... Anche il buon Dio deve poterlo vedere. 10 Oppure guarda diversamente, Lui? Come guardera’ Dio? “E Lui vide che andava bene”. Quindi di tutte le cose che rifiutiamo o che ci infastidiscono... Non solo fuori di noi ma anche in noi stessi, il buon Dio dice: “No no no no no guarda che va bene, si va bene.” Va tutto bene. Ma come guarda Lui? Parlami di Rondelli. Il Rondelli... Sara’ come sempre. Sudato, abito nero, camicia nera, cravatta nera, cellulare nero, Mercedes nera e il suo parrucchino. E’ uno che guadagna denaro come un altro scava sabbia da una buca. Lui compra aziende sane le svuota con una serie di fatture dubbiose, chiede il fallimento e lascia una scia di disoccupati e creditori per strada. Pero’: Lui ha una villa in Spagna, uno yacht con equipaggio, una bella moglie che e’ pazza per i gioielli e le sottovesti tigrate. Il motivo piu’ evidente che lui ha ragione. Anche i disoccupati e i creditori non vogliono altro che una villa in Spagna, uno yacht tigrato e una bella moglie con equipaggio. Anche loro sono liberi di usare gli stessi metodi usati da lui. Solo che loro non lo fanno. Capisci? Lui non va mai in vacanza. “Mi diverto troppo con il mio lavoro per cui perche’ dovrei andare in vacanza?”. Capisci? “Le vacanze sono fatte per le donne. A loro piace essere stese al sole. Quindi se volete bene a una donna, fate in modo che possa andare a stendersi al sole. Li si sentono felici. Il sole! Hai capito? Quello vero. Non stendersi su una panca a farsi una lampada in un solarium. Questo e’ per gli sfigati. E i soldi non sono un problema. Io li metto sul conto, mia moglie li preleva e se ne va al sole. Capito”? Ecco questo e’ il Rondelli dalla cima dei capelli alle dita dei piedi. Ho sentito dire che sua madre era handicappata. Gravemente. Mentalmente. E che suo padre in verita’era suo nonno. Un contadino della bassa Padana. Una persona cosi’ si puo’ definire cattiva? Si puo’ dire che questa sia una cattiva persona? Nella foresta tropicale in Sud America hanno scoperto lo scorso anno una nuova bestionlina. Una specie di vespa, senza ali con un corpo fine allungato e una testa lunga e sottile. Lei vive in simbiosi con un giglio. La vespa si infila nell’apertura a forma di calice del giglio, rosicchia uno dei cinque stami e va a mettersi al suo posto, quindi aspetta. 11 Finche’ arriva un calabrone.... Ngngngngngngngngngngngngngngng Gnam! E il calabrone non c’e’ piu’. E’ la bestiolina per questo cattiva? E’ questa una cattiva bestiolina? Nel nostro subconscio incombono molti, molti fenomeni. Ed e’ estremamente rischioso darsene una spiegazione. In quanto il subconscio stesso e’ anch’esso un fenomeno. Ricordo un episodio di quando ero bambino. Ero a tavola che mangiavo una zuppa quando mio padre disse: ‘che cosa hai combinato oggi a scuola?’ E io gli raccontai che avevamo fatto una lezione sui metodi di contraccezione e che non mi interessava. Penso fosse una lezione di religione. Dovevo avere circa dodici anni. E io pensavo che a lui facesse piacere di sapere che non mi interessasse una lezione su una pomata ammazzaspermatozoi. ‘Farebbero meglio ad insegnare a scuola ad avere piu’ rispetto per i vostri genitori.’ Io dissi: ‘ ma papa’, il rispetto non e’ una cosa che si possa imparare a scuola, e’ qualcosa che una persona deve imporre, attraverso il suo comportamento, quello che dice...’ Trovavo di aver detto qualcosa di intelligente, tanto piu’ che mi venne in mente cosi’ al momento. Ma all’improvviso mio padre balzo’ in piedi fuori di se’ e si mise a gridare: ‘In ginocchio, in ginocchio ho detto’. E io risposi: “Ma perche’?’ ‘In ginocchio!’ ‘ E alza le braccia.’ Era fuori di se.: Quindi io mi metto in ginocchio con le braccia alzate. ‘E adesso chiedi perdono.’ Io dissi: perdono. ‘ E adesso chiama tua nonna.’ ‘La nonna?’. ‘ E poi?’ ‘ Raccontale un po’ le cose che stai raccontando qui a tavola.’ Per cui io feci il numero. ‘Buongiorno mio tesoro.’ Ero l’unico nipote. Io dico. ‘Papa’ mi ha detto che dovevo telefonare per dirti cho io ho detto che il rispetto per qualcuno non si puo’ imparare a scuola ma e’ qualcosa che una persona deve imporre attraverso cio’ che dice o fa.’ Dopo un attimo di silenzio la nonna dice: ‘ Oh!?’ Anche lei era poi solo una persona che la vita l’aveva riempita tra fare le pulizie e andare al mercato a fare la spesa. 12 Pero’ conosceva suo figlio, e anche lei ne aveva avuto paura. ‘Adesso stai calmo.’ Mi dice. ‘Ma io sono calmo, nonna..’ ‘E adesso vai nella tua camera.’ Lui mi strappo’ la cornetta dalle mani. E...poi capisci quello che sta per succedere. La differenza tra voler dire e capire. Ma tu non sei ancora in grado di.... Sei ancora troppo piccolo e lui e’ troppo grande per tornare sui suoi passi e quindi spiegare. E tu poi provi ad addormentarti con solo un po di zuppa nella pancia e il sedere e le braccia e le gambe che ti bruciano... E quindi ti riprometti: Questo io non lo faro’ mai...una cosa del genere non la faro’ mai con nessuno. E tutto cio’ ti resta inciso nell’anima. Io sono molto grato a mio padre, perche’ cio’ mi ha reso forte. In che modo? Piu’ tardi ho aperto una mia attivita’ in proprio. All’inizio solo con alcuni colleghi disegnatori, ma poi arrivarono anche operai e ingegneri. Ed io andavo a procurare lavoro nell’industria. Era facile. Non dovevo fare altro che telefonare e andare a mangiare in risotaranti di lusso con direttori. Non facevo altro che fare cio’ che mio padre mi aveva insegnato... Rivolgermi a qualcuno come io avessi voluto si rivolgessero a me. In ogni c’e’ persona c’e’ qualcuno inginocchiato con le braccia in alto. Una parte di se’ che non si ascolta. E se lo riesci a scoprire...! Il denaro comincio’ a volarmi nelle tasche come polvere di ferro su un magnete. Ma questo non era lo scopo. Questo era solamente un piacevole conseguenza. Anche con i miei operai. C’era Guglielmo, un bravo saldatore, il migliore anzi, ma aveva un problema con la bottiglia. Di tanto in tanto spariva per tre o quattro giorni. Arrivava una telefonata dall’officina: ‘ Gugliemo non c’e’ e qua e’ tutto fermo.’. Cosi’ bisognava calmare il capo officina e mandare qualcun’altro. Poi andare a cercare il Guglielmo. Una volta lo trovai in un bar seduto dietro una bottiglia di Barbera. ‘Ah Guglie sei qua. Pensavo di averti perso.’ Aveva un paio di lacrime che gli solcavano le guance. Andai a sedergli vicino, presi un bicchiere, versai il vino ad entrambi e mi preparai ad ascoltare la sua storia. E quando la bottiglia fini’ si lascio’ accompagnare a casa. E cosi’ il giorno dopo avevo di nuovo un buon saldatore. Il migliore. Una persona ha semplicemente bisogno di attenzioni e niente di piu’. 13 Come Chiara? Chiara, anche lei aveva bisogno di molte attenzioni. Ma la vita non e’ una favola caro mio. E io, io non sono un santo. Cosa vuoi dire? Le ragazze per esempio, sono belle e con loro ti ci puoi divertire ma... Se lo fai poi sentiranno la tua mancanza e quindi diventano infelici. Una specie di infelicita’ che non si puo’ curare ascoltando o dando un po’ di attenzioni. Al contrario. Questo rende la situazione ancora piu’ difficile. Incontri qualcuno, e incominci a conversare. E gia’ stai commettendo un errore. Perche’ una ragazza in queste condizioni ha un piano segreto. E sarai tu quello che la dovra’ aiutare a realizzarlo. Ti trasferisce tutta una serie di caratteristiche che tu non possiedi. Cose che lei ha visto al cinema, in un film o sentito in una canzone alla radio. E all’inizio ti e’ consentito dire e fare qualunque cosa, loro sono in grado di sopportare tutto... Ma in realta alla fine’, inevitabilmente... Indignazione, rabbia, fazzoletti pieni di lacrime e pianti... Cio’ che sei, entra in conflitto con cio’ che lei ha fatto di te, e alla fine sei fregato. Parlare non aiuta, perche’ loro vogliono solo che tu ti metti in ginocchio con le braccia alzate. Tacere non aiuta nemmeno. Allora pensano che cominci a capire e quindi vogliono sentirtelo dire. ‘Perche’ non dici niente?’ A questo punto non ti resta che scappare. E non far sapere piu’ niente di te. L’amore romantico, e’ come un Jackpot: inventato per farti perdere. Con Chiara non avevo alcuna difficolta’ da questo punto di vista. Impallidiva solo al vedere un letto matrimoniale. Dormiva generalmente sulla panca nel tinello. Indossava un abito, un abito estivo di colore blu con grossi papaveri. E calze di Homer Simpson. Mentre io giacevo su un materassino tra la televisione e la stufa.... Era soprattutto la sera che aveva paura. Subiva come una trasformazione: cambiava la sua voce, i suoi gesti. Una bambina impaurita senza alcuna fiducia nella vita. Convinta che in ogni momento qualcuno sarebbe potuto arrivare e portarlsela via. E appeso al muro avevamo un quadro raffigurante un angelo custode che camminava con un giovane su un ponte fatiscente sotto il quale...SCHSCHSCHSCHSCH.... scorreva un fiume in piena. 14 Tutte le sere di nuovo e fino a notte fonda le dovevo raccontare dell’angelo custode e delle sue ragioni. Sempre le stesse domande, e risposte che diventavano mano a mano sempre piu’ articolate. Fino a quando io diventavo l’angelo custode. Poi arrivava l’alba e lei finalmente si addormentava. Con le sue belle calze di Homer Simpson...) Molto impegnativo. Con il tuo lavoro poi... Ma in quel periodo dovevo tenere impegnati un ottantina di persone. Ed ero cosi’ stanco che di giorno me ne sarei andato volentieri a dormire. Erano nel frattempo gia’ un quattordici-quindici anni che ci davo dentro senza sosta. Possedevo gia’ la maggioranza delle azioni dell’azienda. E lavorare non era piu’ una assoluta necessita’. Dunque decisi di vendere l’attivita’. La valutazione della banca fu 12 milioni di euro. Pero’... L’azienda. In cosa consisteva? Ero io con i miei contatti, e il mio telefono.... Non fu sicuramente facile vendere... Chi pagherebbe 12 milioni di euro per un telefono..? E cosi’ ando’ avanti per circa tre anni. Finche’ non apparve il Rondelli. Fu concluso un accordo dove si diceva che io avrei dovuto continuare per altri due anni ed aiutare cosi’ l’inserimento di un nuovo direttore. E il contratto non era stato ancora firmato che gia’ veniva impugnato legalmente. Tutta una serie di clausole che erano state inserite su richiesta del Rondelli si rivelarono intenzionali per riaprire le trattative. Non so che cosa entusiasmava quell’uomo. Non voleva annientare solo l’azienda ma anche me personalmente. Si mise a spulciare documenti contabili vecchi di anni. Porto’ alla luce delle frodi di cui non si era mai parlato. Il Guglielmo fu messo in mezzo alla strada alla prima assenza. E lui mi fece causa in continuazione e mi trovai a dovermi difendere in un processo dopo l’altro. Inoltre aveva conoscenze ovunque, presso il fisco, presso il tribunale del lavoro. Il mio pacchetto di azioni evaporo’ come ghiaccio in un altoforno. Dopo nemmeno due anni dovettimo traslocare in un appartamento piu’ economico da qualche parte al dodicesimo piano. E io non avevo piu’ la forza di trascorrere notti con Chiara, a parlare e ascoltare. Io ero molto occupato con l’azienda... – e quando un uomo dice azienda intende se stesso.... E cosi’ un’amica porto’ Chiara con se’ da un Guru a Torino. Io vagavo per il porto con le mani congelate. Devastato da rabbia e impotenza. 15 Schiumante di un indigeribile senso di ingiustizia che mi investiva da tutte le parti. Quello che stava accadendo ad Chiara. Quel maledetto pedofilo che se ne andava in giro come niente fosse. Avra’ avuto un settantacinque anni nel frattempo. E quindi l’apparizione sulla scena del Rondelli. Ero arrivato ad un punto in cui mi riusciva solo di pensare ad una cosa: farla finita. Un bel dramma familiare, si! Una casa piena di cadaveri. Non potevo piu’ continuare con quella vita. Me lo ero programmato per il Lunedi mattina presto. Avremmo dovuto trascorrere ancora insieme il weekend e poi... Nel frattempo ero stato da un buon numero di dottori e ero riuscito a farmi prescrivere un altrettando buon numero di dosi di Royhpnol. Abbastanza per Chiara, per me e per un altro paio di persone se ce ne fosse stato bisogno. Ma non ce ne fu. Io andai far visita a mio padre un’ultima volta. Abbiamo parlato di calcio e del fatto che la benzina sarebbe aumentata ancora a breve. ‘ Non vuoi prendere con te un po’ di pomodori? Ne un sacco pieno.’ E io risposi: ‘ Si certo, volentieri.’ Anche gli amici a cui feci visita non notarono niente. Cosa e’ successo poi quel weekend? Chiara era terribilmente fuori di se’ quel weekend. Continuava ad insistere....che quell’uomo sarebbe arrivato. E che l’avrebbe tenuta per una caviglia sospesa fuori dalla finestra. E che questa volta lui l’avrebbe lasciata cadere. ‘Io ti ho avvertito.’ Questo perche’ aveva raccontato tutto, a me e allo psichiatra... ‘Non ci provera’. Perche’ ci sono anch’io qui. Ci sono anch’io qui. Se ha il coraggio di mettere un piede qui lo prendo e lo getto dalla finestra. Va bene!?’ ‘Si ma lui questo lo sa benissimo. Per questo lui aspettera’ che tu vada in tribunale, per la tua azienda. Ma questo e’ pazzesco... Io non credo che qualcuna si possa immaginare una cosa simile se non l’ha mai vissuta. In ogni caso...Domenica sera finalmente e per la prima volta in tutto il weekend, si addormento’. Cosi’ all’improvviso. Stanca di se stessa. Ed io avevo ancora tutta una notte davanti a me. L’ultima. Quindi accadde lentamente qualcosa che non mi ero aspettato. 16 Ero disteso sul mio materasso. Assolutamente sveglio, supino in silenzio e senza muovermi, e con la convinzione che il giorno dopo sarebbe stato tutto finito. Lo sferragliare di un tram in corsa avrebbe riempito l’aria. Il fruttivendolo all’angolo della strada avrebbe trascinato fuori una cassa di mele. E ci sarebbero stati ancora un sacco di bambini portati a scuola troppo presto. Ma io e Chiara non ci saremmo piu’ stati. Era finita! Mi sentivo come se il giorno dopo fossi dovuto partire con Chiara, guarita, per il resto della mia vita, per il Sudamerica mentre tutti gli altri restavano qui. Il Rondelli con tutte le sue stronzate, mio padre, il calcio...... All’improvviso mi sentii sopraffatto dalle cose. Le persone che avevo incontrato e le situazioni che avevo vissuto. Tutto divenne futile, piacevolmente leggero, come mucche viste da un aereo. Tutte le cose che come persona mi avevano preoccupato, si dileguarono. Come una zolletta di zucchero nel the’. Quando si e’ convinti di morire a breve, tutto si trasforma in una pila di giocattoli con i quali sei diventato grande. E tu puoi ancora prendere il tuo orsacchiotto e provare a metterlo in piedi, ma... Non vive piu’. Non ha mai vissuto. Lo hai fatto tu. E poi cominci a concentrarti sul tuo corpo. Il battito del cuore nel tuo petto. L’aria leggermente fresca che si sente nel naso quando si inspira. Le immagini che gli occhi mettono a fuoco. O le orecchie. Chiara che si gira nel letto, no anzi si alza e cammina. Una porta che si apre, si richiude. Il canto di un uccello fuori. Un uccello! Lo scarico del WC che viene tirato, lo sportello della credenza in cucina, un bicchiere che viene preso poi lavandino, acqua che scorre e riempie il bicchiere, gluglugluglugluglu... Il bicchiere che si riempie, poi la porta finestra del balcone che si apre... Lei che esce a prendere una boccata d’aria... Un film completo, solo con il sonoro. Era come se un essere invisibile mi volesse far vedere con pazienza quanto speciale fosse un essere umano. Mi sentivo sollevato, quasi euforico. Non avevo piu’ bisogno di portare via la vita a qualcuno. E in ogni caso lo avrei ancora potuto fare. Le pillole non sarebbero scadute. Continuai a rimanere sdraiato in silenzio a guardare e ascoltare. Carta da parati. 17 A qualcuno era venuto in mente di inventarla. All’improvviso suono’ il campanello alla porta. Io rimasi sdraiato. Non volevo interrompere quel momento. Forse qualche stupido ubriaco che aveva suonato all’appartamento sbagliato. Mi sentii come irrimediabilmente richiamato nella realta’. Non hai bisogno di molto per esistere come persona. Un po’ da mangiare, qualcosa da indossare. E di tutto questo ce n’e’, e ce n’e’ in eccedenza. E in ogni caso non c’e’ niente di male ad avere un po’ di fame. O a bagnarsi un po’... E’ dentro di te pero’ che non puoi bagnarti. Ma per questo pare che ci sia un percorso da far.... Il campanello suono’ di nuovo. ..... Andai ad aprire. Sul pianerottolo stava un giovane agente di quartiere. “Se per cortesia lo potessi seguire, signore” “Certamente” Tutto sommato non avevo fatto niente. Domandarne la ragione mi sembrava superfluo. Me lo avrebbe detto al posto di farmi andare con lui. Prendemmo l’ascensore. Giu’... Le porte si aprirono. Vidi bigodini, accappatoi, lampeggianti, giacche a vento sopra i pigiama. E nel giardinetto davanti all’ingresso vidi.... Chiara. Con la sua testa contro le sue chiappe.... E cosa hai fatto dopo..? Non sono piu’ riuscito a fare molto da allora. Ho molto... ho girovagato molto all’inizio. Oppure mi sono trovato un posto per sedermi. Ho aspettato... Senza sapere cosa. Fino a quando mi sono sorpreso li seduto ad osservare i miei pensieri. Come se guardassi un autobus che passa. Diciamo l’autobus per Genova. E molto lentamente cominciai a vedere che noi, piu’ che nel nostro corpo, abitiamo nei nostri pensieri. In questo grande niente, dove lo spirito si sente come il fumo di una sigaretta che ancora non sa quale forma dovra’ assumere e perche’, vi abbiamo costruito dentro palazzi, villaggi, accampamenti, citta’... E costruito archivi colmi di pensieri collettivi.... 18 E che possiamo capire. Dove ci sentiamo a casa? Dove ci si trovano cose semplici, come non so, agli Italiani piaccioni gli spaghetti. Ah si questo lo capisco. Hai ragione... He he. Non siamo soli... Fino a cose piu’ complicate tipo...Peter Sagan, Vincenzo Nibali e Fabian Cancellara hanno preso tre minuti... Ah... Interessante.... Ehm... Per Sagan...? Pero’ ognuno di noi la fuori ha pensieri ed esperienze che presferisce non dividere con nessuno. Perche’ il linguaggio e’ troppo rozzo, troppo scurrile. E le esperienze ci trascinano via dai nostri villaggi i nostri luoghi sicuri in cui ci siamo sentiti a nostro agio quando eravamo giovani. Un proverbio Serbo dice: se dopo i quarant’anni ti svegli e non senti dolori da qualche parte domandati se tu non sia morto. E con dolore si intende quella soffocante sensazione di vuoto che sembra non possa essere rimpita con niente. Una sensazione soffocante che ad ogni tentativo di sfuggirgli, diventa solo piu’ grande. Ma quando tu per la disperazione e perche’ non sai piu’ che fare decidi di rassegnarti, mi sono accorto... Che invece qualche volta puoi... Puoi...? Come posso dire? Vedi una bestiolina strisciare. Una cosina con le zampette di cui non conosci il nome. E all’improvviso ti accorgi in modo travolgente che li dentro batte un cuoricino. E che la bestiolina sta cercando la sua felicita’... Proprio come te. Proprio come tutto cio’ che e’ vivo. E ti viene voglia di dare una mano, di aiutare. Ecco secondo me.... Questo e’ amore. Ci sono altre domande? Ci sono altre domande! 19